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DISCREZIONALITA’ TECNICA
→ necessità di qualificare i fatti posti alla base dell’esercizio del
potere
→ fatti semplici → mero accertamento
→ fatti complessi → valutazioni tecniche
•interesse storico artistico
•pericolo di epidemia
•tossicità sostanza
•abuso di posizione dominante
•preparazione del candidato
•rischio idrogeologico
→ concetti giuridici indeterminati → qualificazione del fatto
alla luce di regole tecnico-scientifiche, non giuridiche, che
ammettono si possa giungere a conclusioni diverse → opinabilità
delle conclusioni
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DISCREZIONALITA’ TECNICA
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DISCREZIONALITA’ AMMINISTRATIVA
→decisione assunta in base ad una valutazione di interessi
→PROCESSO DI GIUDIZIO E VOLITIVO → opportunità della
scelta →spazio di scelta spettante alla p.A. nel rispetto del
principio di legalità formale, sostanziale (vd. principi) e del
vincolo di scopo →scelta politico amministrativa
→ MERITO AMMINISTRATIVO → dimensione residuale e
negativa della discrezionalità amministrativa → ambito di
scelta spettante alla p.A. che si pone al di là dei limiti coperti
dalle norme → bontà, convenienza della scelta amministrativa
→ insindacabilità in sede giurisdizionale
→ valutazione del pubblico interesse non riconducibile a
parametri giuridici → sindacabile solo il rispetto degli oneri
istruttori e motivazionali → la parte che residua attiene al
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merito
Segue: DISCREZIONALITA’ AMMINISTRATIVA
→ possibilità di scelta della soluzione migliore nel caso concreto →
differenza tra:
autonomia negoziale → libertà dei fini privati in quanto non illeciti e
potere discrezionale → spazio di scelta nel rispetto delle norme di azione
e delle finalità del potere (attenzione alla discrezionalità mista : tecnica +
amministrativa )
→ la scelta avviene attraverso l’acquisizione, la valutazione e la
comparazione degli interessi
→ i. p. primario individuato dalla norma attributiva del potere
→ i. p. secondari coinvolti
→i. privati (attenzione alla partecipazione al procedimento
amministrativo)
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DISCREZIONALITA’ AMMINISTRATIVA: SINDACATO
GIURISDIZIONALE
→ SINDACATO ESTRINSECO
canoni classici del sindacato sull’eccesso di potere (deviazione dalla
finalità posta dalla norma attributiva del potere) → controllo sulla
ragionevolezza, congruità, completezza dell’attività conoscitiva e
dell’iter logico seguito dalla p.A. , oltre che sul palese travisamento
dei fatti posti alla base del provvedimento e sulla proporzionalità
della decisione finale (rilevanza del sindacato sulla motivazione e del
rispetto dei principi) → attenzione a ciò che avviene nel
procedimento, luogo nel quale vengono ordinati in concreto gli
interessi in gioco → attenzione al modo in cui si è formata la
decisione
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DISCREZIONALITA’ TECNICA: IL PROBLEMA DEL SINDACATO
GIURISDIZIONALE
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Segue : Art 6 CEDU: → full jurisdiction → accesso pieno ai fatti primo
significato di giurisdizione piena
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Segue: IL PROBLEMA DEL SINDACATO GIURISDIZIONALE
SULLA DISCREZIONALITA’ TECNICA
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Segue:
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RIEPILOGO
SINDACATO GIURISDIZIONALE
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Sempre nei primi 60 giorni:
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SCIA E TUTELA DEL TERZO
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Segue: SCIA E TUTELA DEL TERZO
→ p. di effettività della tutela del terzo leso vs. p. di tutela dell’affidamento del
segnalante 25
CORTE COST. N. 45/2019
«Le verifiche cui è chiamata l’amministrazione ai sensi del comma 6-ter sono dunque
quelle già puntualmente disciplinate dall’art. 19, da esercitarsi entro i sessanta o trenta
giorni dalla presentazione della SCIA (commi 3 e 6-bis), e poi entro i successivi diciotto
mesi (oggi 12) (comma 4, che rinvia all’art. 21-novies).
10.− Questa conclusione, che, oltre che piana, è necessitata, non può essere messa in
discussione dal timore del rimettente che ne derivi un vulnus alla situazione giuridica
soggettiva del terzo.
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10.1.− Il problema indubbiamente esiste, ma trascende la norma impugnata.
Esso va affrontato in una prospettiva più ampia e sistemica che tenga conto
dell’insieme degli strumenti apprestati a tutela della situazione giuridica del terzo»
«In particolare, nella prospettiva dell’interesse legittimo, il terzo potrà attivare, oltre agli
strumenti di tutela già richiamati, i poteri di verifica dell’amministrazione in caso di
dichiarazioni mendaci o false attestazioni, ai sensi dell’art. 21, comma 1, della legge n.
241 del 1990 (in questo caso «non è ammessa la conformazione dell’attività e dei suoi
effetti a legge»); potrà sollecitare i poteri di vigilanza e repressivi di settore, spettanti
all’amministrazione, ai sensi dell’art. 21, comma 2-bis, della legge n. 241 del 1990,
come, ad esempio, quelli in materia di edilizia, regolati dagli artt. 27 e seguenti del
d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, …., ed espressamente richiamati anche dall’art. 19, comma
6-bis.
Esso avrà inoltre la possibilità di agire in sede risarcitoria nei confronti della PA in
caso di mancato esercizio del doveroso potere di verifica (l’art. 21, comma 2-ter, della
legge n. 241 del 1990 fa espressamente salva la connessa responsabilità del
dipendente che non abbia agito tempestivamente, ove la segnalazione certificata non
fosse conforme alle norme vigenti) (artt. 7, 30, 133 CPA)»
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«Al di là delle modalità di tutela dell’interesse legittimo, poi, rimane il fatto
giuridico di un’attività che si assuma illecita, nei confronti della quale
valgono le ordinarie regole di tutela civilistica del risarcimento del danno,
eventualmente in forma specifica → il terzo non è danneggiato dalla SCIA, ma
dall’attività svolta dal segnalante, quando questa lo sia in assenza dei
presupposti e requisiti richiesti (però agendo contro l’inerzia della p.A. si
mira ad ottenere un provvedimento inibitorio dell’esercizio dell’attività e non
solo il risarcimento del danno →effettività della tutela giurisdizionale
amministrativa)
ATTIVITA’ LIBERE → art.1 D. Lgs. 126/2016: «le attività private non espressamente
individuate ai sensi del (d.lgs. 222/2016) o specificamente oggetto di disciplina da parte
della normativa europea, statale e regionale, sono libere» → individuazione in via
residuale, ma mobile 29