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La lampadina che fa risparmiare acqua.


Alle CFL (Compact Fluorescent Lamp), meglio note come lampade a basso consumo o lampade a risparmio energetico, si attribuiscono propriet taumaturgiche e miracolose sia sul versante del risparmio domestico che sul quello della riduzione dellemissione di CO2. In realt esse non riescono a fare risparmiare altro che acqua, tra laltro neanche tanta. Sembra una boutade, ma non lo . La prossima messa la bando delle lampadine ad incandescenza, che nelle intenzioni dichiarate dai promotori e dai legislatori dovrebbe porre le condizioni per una diminuzione dellemissione di CO2, si risolver nella realt in unenorme favore ai produttori di CFL e nel peggioramento dello stato dellambiente. Sul risparmio in termini di emissioni di CO2 prendiamo in esame, per iniziare, un documento di Greenpeace in cui tra laltro si legge: LInternational Energy Agency dellOCSE stima che il potenziale risparmio raggiungibile se in tutto il mondo le lampade incandescenti venissero sostituite con le CFL sarebbe intorno a 470 milioni di tonnellate (Mt) di CO2 al 2010, e 700 Mt al 2030. Lintroduzione di un bando delle lampadine incandescenti in Europa da sostituire con le CFL permetterebbe di ridurre i consumi elettrici di 66 Twh, pari ad un abbattimento di emissioni di CO2 di circa 30 Mt, equivalenti alla chiusura di 10 centrali termoelettriche da 1000 Mw. In Italia si avrebbe un abbattimento di circa 3 Mt di CO2 a costo nullo per lo Stato, con benefici economici per i consumatori pari a circa 1 miliardo di euro. Calcolare le emissioni di CO2 risparmiate in seguito alla sostituzione di una lampada incandescente con una CFL molto semplice. Una lampada da 60 watt viene comunemente sostituita da una CFL da 11 watt: si hanno quindi 49 watt di risparmio da moltiplicare per le ore di utilizzo della lampada. In genere una lampada viene utilizzata per 1000 ore allanno (tre ore al giorno). Si hanno cos 49 KWh di energia elettrica risparmiata in un anno. Considerando che le emissioni specifiche medie di CO2 del sistema di generazione elettrica in Italia sono attualmente circa 0,53 KgCO2/KWh, si hanno 26 Kg di CO2 risparmiati ogni anno per ogni lampada incandescente da 60 watt sostituita. In parole povere il ragionamento questo: A causa del sistema di produzione dellenergia elettrica, basato principalmente su combustibili fossili, ogni KWh prodotto comporta (in Italia) lemissione di 0,53 Kg di CO2 nellatmosfera, quindi ogni KWh risparmiato comporta una non emissione nellatmosfera di 0,53 Kg di CO2. Un ragionamento che allapparenza non fa una piega. Invece le pieghe ci sono, eccome. E non sono solamente dei semplici pliss, ma veri e propri crepacci.

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Si pu infatti dimostrare che la messa la bando delle lampade ad incandescenza, e la conseguente sostituzione con le moderne CFL, non riuscir a ridurre di un solo grammo lemissione di CO2. Allo scopo necessario conoscere le modalit di produzione dellenergia elettrica, alcune caratteristiche tipiche delle centrali, in particolare di quelle termoelettriche, e altre propriet dellenergia elettrica. Primo punto, lenergia elettrica non immagazzinabile. Quindi tutti gli impianti di produzione, trasporto e distribuzione devono essere dimensionati in modo da far fronte, in ogni momento, alla potenza massima di cui lutenza pu complessivamente disporre. La richiesta di energia elettrica da parte dellutenza non costante nel tempo, cos come non costante nel tempo la sua produzione. La produzione di energia elettrica viene modulata sulla base della richiesta, cercando di produrre esattamente quanto richiesto dagli utenti. Lenergia elettrica prodotta deve essere consumata immediatamente, altrimenti sprecata. Perci lEnel cercher, con un certo margine di sicurezza per compensare errori nelle stime, di produrre esattamente i KW che nel corso della giornata si prevede vengano richiesti. Non pu permettersi di produrne meno, perch si avrebbero sovraccarichi e distacchi di utenza. Non conveniente produrne di pi, in quanto non sarebbero vendibili, rappresenterebbero uno spreco di materie prime, in sostanza un danno economico per lEnel, e un danno per lambiente a causa dellemissione gratuita di CO2. Adeguare esattamente la produzione alla richiesta non ovviamente la cosa pi semplice del mondo, ma con laiuto di statistiche, previsioni, stime, e sulla base dei dati in tempo reale circa la produzione e la richiesta, i produttori di energia elettrica riescono nellimpresa, sia pur con qualche momento di sovrapproduzione. Qui entra in ballo diagramma di carico, ovvero la curva dellenergia elettrica richiesta dallutenza in funzione del tempo. Secondo il periodo di tempo preso in considerazione si possono avere diagrammi di carico giornalieri, settimanali, annuali. I diagrammi di carico giornalieri hanno un andamento analogo nei primi cinque giorni della settimana, presentano un massimo di potenza in genere nella giornata di mercoled, mentre assumono un andamento diverso per il sabato e i giorni festivi, con riduzione della potenza richiesta. I diagrammi di carico presentano un andamento caratteristico tipico per ogni utenza singola o per un gruppo omogeneo di utenze, quali lilluminazione pubblica e quella privata, la trazione elettrica, gli usi elettrosiderurgici, ecc. Landamento del diagramma di carico varia a seconda della stagione dellanno considerata, tuttavia esso presenta sempre due massimi (punte di carico) ed un minimo notturno. Ponendo in ordinate la potenza richiesta ed in ascisse il tempo, larea del diagramma di carico rappresenta lenergia giornaliera richiesta. Il diagramma di carico di un giorno feriale pu avere un aspetto molto simile a quello in figura.

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A grandi linee, ladeguamento della produzione alla richiesta avviene facendo funzionare alcune centrali in servizio continuativo, in modo che sia sempre disponibile una potenza base PB, mentre altre centrali entrano in funzione per coprire le punte di carico (A). evidente che nei periodi in cui la potenza richiesta minore di PB vi sar una eccedenza (C) di potenza disponibile. Per sopperire a questo inconveniente si utilizzano le centrali di pompaggio che, nei periodi di eccedenza, trasportano acqua dai bacini di valle ai bacini in quota delle centrali idroelettriche, acqua che potr essere utilizzata nei giorni successivi per coprire le punte di carico. Il Codice di trasmissione dispacciamento, sviluppo e sicurezza della rete di Terna, disciplina cos luso delle centrali di pompaggio: 4.10.3.3 Gestione delle unit di produzione e pompaggio strategiche Le unit di produzione e pompaggio strategiche di cui allAllegato A.31 sono utilizzate dal Gestore allo scopo di: (a) perseguire il rapido ripristino dellequilibrio tra produzioni e carichi soprattutto a fronte di perturbazioni improvvise, affiancandosi alla riserva secondaria di potenza e permettendo il bilancio in potenza, ovvero il reintegro della corrispondente banda di regolazione; (b) gestire gli scarti con lestero mantenendoli entro i limiti previsti dalle raccomandazioni emesse dallUCTE per le reti interconnesse durante le rampe di presa di carico giornaliere, e pi in generale per assicurare il bilancio in potenza; (c) consentire il controllo dellequilibrio tra produzioni e carichi nelle ore di basso fabbisogno (ore notturne) qualora, in tempo reale, la produzione termica complessiva ai minimi tecnici di funzionamento sia incompatibile con il fabbisogno (eccesso di produzione non allocabile); (d) realizzare un adeguato controllo delle tensioni in particolari aree del sistema elettrico. Inoltre in condizioni di emergenza durante le ore notturne, i prelievi delle medesime unit rappresentano un carico distaccabile, assieme ai carichi interrompibili senza preavviso e prioritariamente rispetto allutenza diffusa. Il punto C molto eloquente. Anche se con una terminologia per iniziati, dice che le centrali di pompaggio vengono utilizzate come riequilibrio del carico, richiedendo quindi energia dalla rete e diventando utenze di fatto. Entrano quindi in funzione, come riequilibro del carico, esclusivamente quando ci sia una
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sovrapproduzione coincidente con un regime di minimo tecnico per ogni centrale termoelettrica. Quindi fino a quando possibile diminuire la produzione da parte delle centrali termoelettriche, le centrali di pompaggio non devono entrare in funzione. Andiamo ora a vedere in modo pi dettagliato come viene soddisfatto il diagramma di carico. La scelta delle centrali che devono espletare il servizio di base o quello di punta avviene in base a criteri che possono essere cos sintetizzati: Le centrali idroelettriche hanno tempi di messa in servizio piuttosto ridotti, dellordine dei minuti, perci sono adatte allespletamento del servizio di punta, che comporta frequenti distacchi ed inserzioni dellimpianto; Le centrali termoelettriche, invece, hanno bisogno di tempi di avviamento molto maggiori, a causa del tempo necessario per fare arrivare il vapore alla pressione e alla temperatura di funzionamento, con costanti di tempo dellordine delle ore (crescente con la potenza). Essendo inoltre di potenza notevolmente maggiore di quelle idroelettriche, esse sono idonee al servizio di base, caratterizzato da un funzionamento continuo, anche se non sempre alla massima potenza. Nel dettaglio occorre osservare come le diverse qualit di energia che entrano a formare il diagramma di carico siano cos classificate: energia di base feriale: quella al di sotto del minimo carico feriale; energia di modulazione a continuit diurna: quella corrispondente alla parte di carico compresa tra la minima feriale e la punta di recessione meridiana; energia di modulazione spinta: quella compresa nella residua parte sovrastante del diagramma.

Il problema tecnico-economico fondamentale dei produttori di energia elettrica diventa allora quello di adeguare il diagramma delle disponibilit a quello dei carichi. Nel caso degli impianti termoelettrici il costo di produzione di un singolo KWh aumenta per rapidamente con il diminuire dellutilizzazione, di qui la convenienza di far funzionare le centrali termiche con la pi elevata utilizzazione possibile. Le disponibilit idrauliche di fiumi e torrenti sono invece pressoch costanti durante la giornata (salvo una riduzione dovuta al gelo per i torrenti alpini nelle ore notturne del periodo invernale), ma variano anche sensibilmente, da una stagione allaltra. In uneconomia elettrica mista (idraulica e termica) quale quella italiana, per una migliore utilizzazione

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delle fonti energetiche disponibili nella copertura del diagramma di carico, gli impianti devono essere utilizzati partendo da quelli pi virtuosi, cio quelli con un costo minore per ogni KWh prodotto. Lordine di preferenza nellutilizzazione degli impianti dovr perci essere il seguente: 1. centrali idroelettriche ad acqua fluente: questi impianti hanno costo marginale quasi nullo e la loro mancata utilizzazione comporterebbe sfiori dacqua e quindi una perdita di energia. 2. centrali geotermoelettriche: esse hanno costi marginali assai modesti, poich utilizzano vapore endogeno. 3. centrali termoelettriche: il costo marginale di un impianto termoelettrico dipende per la massima parte dal costo del combustibile ed in funzione del rendimento. Pi aumentano i KWh prodotti, maggiore il rendimento e minore diventa il costo unitario. Se ne deduce che il criterio di scelta delle centrali termiche da tenere o immettere in servizio quello di coprire la potenza necessaria con gruppi scelti in ordine decrescente di rendimento. 4. impianti idroelettrici di regolazione con serbatoio e impianti di pompaggio: essi sono destinati alla copertura delle punte di carico, al riequilibrio tra carico e produzione, nonch alla regolazione della frequenza di rete. In un documento di Enel Produzione, intitolato Problemi aperti e prospettive tecniche per una gestione ottimizzata dei sistemi di generazione termoelettrici si legge: 5.2 Flessibilizzazione () E noto che le migliori prestazioni di un impianto, in primis il consumo specifico, si ottengono in prossimit del Carico Nominale Continuo (CNC) . (ndr per CNC si intende la massima richiesta che una centrale pu soddisfare) La strategia di far funzionare alcuni impianti al CNC e fare esercizio intermittente con altri comporta, per contro, perdite di efficienza e consumi di vita dovuti ad accensioni e spegnimenti. In tabella sono riportati, per due tipologie di impianti termoelettrici, i valori indicativi dei tempi di avviamento e degli scostamenti di efficienza nel funzionamento a carico variabile.

E sufficiente una occhiata alla tabella per rendersi conto di alcuni aspetti: I tempi di avviamento, anche se a caldo, sono lunghi, soprattutto per le centrali a carbone. Dal punto di vista economico e anche ambientale, conveniente che una volta in funzione ci restino per molto tempo, infatti di norma queste centrali funzionano ininterrottamente per 3-4 anni. Le centrali pi veloci ad avviarsi, cio quelle a ciclo combinato, sono limitate da un minimo tecnico abbastanza alto, nellordine del 65% del CNC, sono quindi scarsamente flessibili, ma comunque adatte al servizio di modulazione a continuit diurna feriale.

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Vengono normalmente accese intorno alle 5 della mattina per raggiungere il CNC intorno alle 8, quando la richiesta cresce in modo violento, per poi essere spente tra le 20 e le 22, quando la richiesta comincia a diminuire. Le centrali a carbone da questo punto di vista sono pi flessibili. Infatti possono diminuire la produzione per oltre il 50% del CNC perdendo poco rendimento, sono per molto pi lente a risalire la rampa, cio a passare da un carico ridotto al CNC, la velocit di incremento della produzione al minuto non supera lo 0,5% del CNC. Ad esempio, se una centrale a carbone con CNC di 1000 MW, sta producendo 500 MW, impiegher circa 100 minuti ovvero pi di unora e mezza per raggiungere il CNC. Normalmente le centrali a carbone vengono utilizzate come servizio di base, incrementano la loro potenza intorno alle 6 della mattina per giungere al CNC prima delle 8, e mantenendolo fino alle 21 per poi diminuire la produzione e tornare al minimo tecnico durante le ore notturne. Prendiamo ora in esame un diagramma di carico reale, estrapolato dai dati statistici forniti da Enel, inerenti al terzo mercoled di maggio del 2006. I dati sono raggruppati per qualit di energia prodotta, (idrica, termica etc) non facendo distinzioni tra centrali a carbone, gas naturale o a ciclo combinato, tra centrali a bacino e ad acqua fluente. La voce Ausiliari rappresenta lenergia necessaria ad alimentare apparecchiature e strumentazioni indispensabili al corretto funzionamento dellintera rete di generazione e distribuzione. I dati orari si riferiscono allintervallo orario precedente. Ad esempio il valore di 24.478 MW inerente alla produzione Termica alle ore 4, rappresenta quanto prodotto tra le 3 e le 4. I dati sono espressi in MW. 17 maggio 2006

Ore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

Idrica 3.833 3.813 3.808 3.811 3.972 4.357 5.078 8.467 11.146 11.473 11.259 10.420 7.843 8.899 9.086 9.491 8.971 7.922 7.243 7.051 7.650 6.428 5.209 4.687

Termica 25.458 24.630 24.473 24.478 24.535 25.055 26.986 28.364 28.985 29.721 30.177 29.952 30.086 30.170 30.676 30.731 31.208 30.493 29.825 29.534 30.156 29.163 27.718 26.815

Ausiliari 1.079 1.051 1.048 1.045 1.055 1.072 1.109 1.195 1.291 1.323 1.341 1.324 1.289 1.273 1.289 1.296 1.310 1.285 1.257 1.254 1.283 1.242 1.161 1.150

Pompaggi 2.847 3.367 3.629 3.904 3.605 3.325 982 37 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 12 12 38 484 2.143

Prod. netta 25.365 24.025 23.604 23.340 23.847 25.015 29.973 35.599 38.829 39.860 40.084 39.037 36.629 37.785 38.462 38.915 38.858 37.119 35.800 35.319 36.511 34.311 31.282 28.209

Estero 5.781 5.788 5.752 5.787 5.773 5.542 5.787 6.281 6.119 6.173 6.092 6.014 6.173 6.163 6.230 6.280 6.393 6.346 6.234 5.817 6.136 6.109 5.744 5.417

Richiesta 31.146 29.813 29.356 29.127 29.620 30.557 35.760 41.880 44.948 46.033 46.176 45.051 42.802 43.948 44.692 45.195 45.251 43.465 42.034 41.136 42.647 40.420 37.026 33.626

Osserviamo questo grafico ricavato dai dati della tabella.

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La prima cosa che salta allocchio landamento accidentato della richiesta. Si nota anche che la componente termica la fa da padrona, infine si rileva la sostanziale costanza dellimportazione dallestero durante la giornata. Proviamo ora a sommare la componente termica allenergia acquistata dallestero, e mettiamole in relazione alla richiesta.

E gi evidente una eccedenza tra le 0 e le 6. Proviamo ora ad aggiungere anche la componente idrica e depuriamo il tutto dai consumi dei servizi ausiliari.

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Come si pu vedere, dalle 22 di sera alle 7 del mattino c una certa sovrapproduzione. Questo sbilanciamento tra produzione e richiesta viene compensata dal pompaggio: se alla curva nera si sottrae anche lenergia destinata ai pompaggi, essa si sovrapporr totalmente alla curva della richiesta. Secondo il Codice di trasmissione, dispacciamento, sviluppo e sicurezza della rete di Terna, ci significa che dalle 22 alle 7 le centrali termoelettriche, quel giorno, funzionavano al minimo tecnico, cio impossibilitate ad abbassare ulteriormente la produzione di energia elettrica, se non con un fermo di centrale. Cosa altamente sconsigliabile, antiecologica e antieconomica, a causa dei lunghi tempi di riavvio e del consumo di combustibile per riportare alla temperatura desercizio il vapore. Va da s che qualunque risparmio di energia elettrica, ovvero una minore richiesta durante la fascia oraria compresa tra le 22 e le 7, non avrebbe fatto altro che incrementare i MW assorbiti delle centrali di pompaggio, aggiungendo solamente un poco di acqua ai bacini idroelettrici, senza incidere minimamente sulla emissione di CO2 rimasta pressoch costante indipendentemente dalla richiesta. Ebbene, considerato che la stragrande maggioranza dei consumi dovuti allilluminazione domestica si verifica nella fascia oraria in questione, senza la bench minima possibilit di ridurre la produzione delle centrali termoelettriche, come si pu sperare di ridurre le emissioni di CO2 attraverso la messa al bando delle lampade ad incandescenza? E unassurdit, qualsiasi risparmio di energia elettrica, ovvero una minore richiesta durante questa fascia oraria, non far altro che incrementare la quota di energia assorbita dalle centrali di pompaggio, che si tradurr -ripetiamo- in qualche ettolitro di acqua in pi nei bacini idroelettrici. Andiamo ora a vedere che cosa succede nella fascia oraria che va dal tramonto alle 22, momento in cui come abbiamo gi visto comincia la sovrapproduzione. Poniamo il caso limite del mese pi buio dellanno, cio dicembre, quando il sole tramonta prima delle ore 17. E analizziamo il diagramma di carico reale del 20 dicembre 2006.
Ore 1 2 Idrica 1.586 1.532 Termica 30.763 30.015 Ausiliari Pompaggi Prod. netta 1.141 2.523 28.685 1.132 3.066 27.349 Estero Richiesta 3.655 32.340 3.787 31.136

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1.512 1.519 1.569 1.865 2.774 5.568 6.722 6.786 6.532 5.031 3.669 4.443 4.739 5.916 9.463 9.192 7.658 5.240 4.019 2.288 1.811 1.595

30.024 30.109 31.097 33.921 36.919 38.507 39.586 39.280 39.101 38.650 38.207 38.473 39.162 38.916 39.720 39.669 39.475 39.707 38.290 36.888 35.249 33.266

1.137 1.135 1.164 1.219 1.301 1.406 1.473 1.474 1.453 1.421 1.398 1.408 1.427 1.438 1.528 1.521 1.491 1.455 1.405 1.345 1.279 1.229

3.700 3.588 3.583 2.606 811 147 146 146 146 146 147 147 148 148 147 147 147 148 148 148 746 1.634

26.699 26.905 27.919 31.961 37.581 42.522 44.689 44.446 44.034 42.114 40.331 41.361 42.326 43.246 47.508 47.193 45.495 43.344 40.756 37.683 35.035 31.998

3.954 3.940 3.829 3.585 4.637 5.437 6.093 6.026 6.193 5.902 5.709 5.651 6.099 6.013 6.123 6.102 6.245 5.794 5.508 4.669 3.875 3.025

30.653 30.845 31.748 35.546 42.218 47.959 50.782 50.472 50.227 48.016 46.040 47.012 48.425 49.259 53.631 53.295 51.740 49.138 46.264 42.352 38.910 35.023

Questo il grafico ricavato dalla tabella

Se osserviamo il grafico notiamo che la componente termica ha raggiunto il suo massimo intorno alle 9 di mattina e che rimane pressoch costante fino alle ore 21. Intorno alle 17 c una punta di carico, probabilmente dovuta in buona parte allilluminazione pubblica. Dallandamento della curva della componente idrica si deduce che questa punta di carico stata soddisfatta proprio dalla produzione delle centrali idroelettriche, mentre le centrali termiche sono al CNC dalle 9 di mattina: pi di cos non possono materialmente produrre. Quindi qualsiasi risparmio di energia sull'illuminazione domestica non incide in nessun modo sulle

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emissioni di CO2, nemmeno in questo caso, tuttalpi, ci siamo di nuovo, fa risparmiare un poco di acqua nei bacini idroelettrici. Allora non possibile in nessun modo ridurre le emissioni di CO2? Di certo non attraverso risparmi sui consumi dellilluminazione domestica. Il modo migliore quello di evitare le emissioni alla fonte, ma non entriamo nel discorso molto pi ampio e spinoso della politica energetica, nellambito del risparmio di energia elettrica occorre ridurre i consumi dei carichi che vengono serviti pi o meno direttamente dal servizio di base, cio tutti quei carichi che richiedono energia elettrica dalla rete in modo costante durante la giornata, per quello che riguarda le utenze domestiche il frigorifero il maggior indiziato. Per quello che riguarda i consumi generali, il primo sospetto corre sui binari, le ferrovie hanno treni che viaggiano in qualunque momento della giornata consumando in modo rilevante, a cui vanno aggiunti tutti i consumi derivanti dalle stazioni e dai sistemi di controllo del traffico. Lindice va puntato anche sulle attivit produttive a ciclo continuo, sugli impianti ripetitori radiotelevisivi e telefonici, in sostanza su tutti i carichi, grandi o piccoli che siano, che richiedono energia elettrica dalla rete in modo costante e continuativo. Va detto che un risparmio sempre un risparmio e non pu essere preferito ad uno spreco, ma va anche detto che lo slogan "Cambia una lampadina e cambi il mondo" come minimo pubblicit ingannevole. Quanto riportato riferito alla situazione italiana attuale e pu essere valido anche per quei paesi che hanno un parco centrali simile al nostro, ad esempio la Grecia. In altri paesi la situazione pu essere diversa, occorrerebbe una ricerca specifica in ogni paese, ma resta comunque la costante della sovrapproduzione notturna, da cui sembra non si possa sfuggire. Infatti la presenza della sovrapproduzione notturna sgonfia in modo drastico tutte le stime riguardanti la riduzione dell'emissione di CO2 riferite alla messa al bando delle lampade ad incandescenza.

Bibliografia Il documento di Greenpeace si trova allurl: http://www.greenpeace.it/incandescenti/documenti/briefing_BTB.pdf I dati statistici riportati sono reperibili all'url: http://www.terna.it/default/Home/SISTEMA_ELETTRICO/statistiche/dati_statistici/tabid /418/Default.aspx il Codice di Trasmissione, Dispacciamento, Sviluppo e Sicurezza della Rete scaricabile allurl: http://www.terna.it/default/Home/SISTEMA_ELETTRICO/codice_rete/tabid/106/Default.aspx Il documento di Enel Produzione intitolato Problemi aperti e prospettive tecniche per una gestione ottimizzata dei sistemi di generazione termoelettrici scaricabile allurl: http://tecnet.pte.enel.it/depositi/tecnet/congressi/377/913-Articolo%20EnelProduzione.pdf Fonti primarie http://www.unipv.it/electric/conven/cap1%20-%20energia.pdf http://www.die.ing.unibo.it/pers/fabbri/PG/17a.pdf

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