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Si può definire “paradosso del giovane guidatore” il fenomeno secondo il quale ogni volta che
un guidatore inesperto mette in atto una imprudenza senza pagarne le drammatiche conseguenze, si
rafforza nella sua convinzione di essere immune dai rischi di incidente stradale. Naturalmente
l’obiettivo non è quello di aspettare che questo circolo vizioso venga interrotto dall’eventualità di
un incidente, ma quello di mettere in atto strategie di intervento, capaci di contrastare le pericolose
tendenze “fataliste” di fronte all'incidentalità stradale e alla sua imprevedibilità, ma allo stesso
tempo capaci di contrastare la percezione, altrettanto pericolosa, che l'infortunio alla guida possa
essere considerato come un equazione matematica in cui si hanno a disposizione tutte le incognite.
L'infortunio alla guida è invece un evento probabilistico, nel quale la corretta attenzione degli
individui agisce abbassando le probabilità di porre a repentaglio la propria e altrui incolumità.
Tra tutti i sistemi di trasporto utilizzati dall’uomo, il trasporto su strada è quello più
pericoloso. In Europa si rilevano ogni anno più di 1.200.000 incidenti stradali in cui muoiono circa
50.000 persone e 2.000.000 rimangono ferite. Gli incidenti stradali, in Italia, rappresentano la prima
causa di morte nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni e sono determinati da fattori legati al guidatore,
al mezzo e alle condizioni stradali, che tra di loro interagiscono. Tra questi, i fattori legati al
guidatore assumono certamente un ruolo predominante. Le statistiche che indicano che la
responsabilità degli incidenti stradali sia da attribuirsi per il 90- 95% a dinamiche che registrano il
contributo dell’errore umano. Per questa ragione, l’obiettivo che l’Unione Europea si è posta di
ridurre del 50% le vittime degli incidenti stradali entro il 2010 può essere perseguito e raggiunto
contemplando, insieme agli interventi di tipo legislativo e alle attività di sorveglianza, anche
campagne di tipo educativo e formativo. Su questo versante una delle principali iniziative condotte
in Italia è certamente rappresentata dal Progetto ICARO, una campagna di sicurezza stradale
promossa dalla Polizia di Stato che, in sette edizioni, ha interessato 133 città, coinvolgendo oltre
72.000 studenti. Nei diversi anni il Progetto ICARO ha saputo sperimentare diverse forme di
comunicazione, cercando di adottare un linguaggio sempre più vicino ai giovani e capace di
sensibilizzarli al tema della sicurezza stradale. Attualmente ICARO poggia su un sistema di diverse
azioni coordinate, tra cui degli spettacoli teatrali per i bambini e gli adolescenti, l’uso di un circuito
di guida con auto elettriche e ciclomotori e il confronto con testimonianze di operatori della Polizia
Stradale e giovani vittime di incidenti stradali. Quest’anno, nel progetto ICARO non ci si è posti
unicamente l’obiettivo di promuovere la sicurezza stradale ma, grazie alla sensibilità di enti come la
Polizia di Stato, l’ANIA, il Ministero dei Trasporti, il Ministero della Pubblica Istruzione, l’Unicef
e Sicurstrada che, da sempre, identificano nella Sicurezza Stradale uno dei principali obiettivi da
raggiungere, è stato anche possibile studiare le variabili psicologiche e le caratteristiche individuali
che possono configurarsi come fattori di rischio per gli incidenti stradali. La conoscenza di tali
fattori non è solo un obiettivo di ricerca. Essa si configura come un requisito essenziale per
orientare in modo ottimale nuove strategie di intervento e per valutare l’efficacia di quelle fin qui
sperimentate. Con questi obiettivi è stata condotta una ricerca basata su una serie di questionari
validi e attendibili.Attraverso questi strumenti, sono state raccolte informazioni, su oltre 5000
studenti delle scuole secondarie superiori in 12 città campione. Nel box 1 sono sintetizzate le
violazioni che più frequentemente vengono messe in atto dai giovani che hanno partecipato allo
studio
BOX 1: LE VIOLAZIONI CHE PIU’ FREQUENTEMENTE VENGONO MESSE IN ATTO (ESPRESSE IN PERCENTUALE)
Mancato rispetto dei limiti nel centro urbano 16,0 15,6 28,4 17,2 13,8 9,0
Mancato Rispetto delle distanze di sicurezza 26,7 30,2 22,6 10,1 7,1 3,3
2,5
Guida a fari spenti (di giorno) laddove dovrebbero essere accesi 34,5 35,3 20,1 5,7 1,8
Mancato uso della cintura di sicurezza per brevi distanze 46,5 18,2 14,8 7,9 6,1 6,5
Uso del cellulare alla guida 50,4 21,5 15,4 7,3 3,7 1,7
Mancato rispetto dei limiti in autostrada 60,1 11,3 11,3 6,5 5,2 5,5
2,4
Parcheggio in sosta vietata 62,6 20,3 9,4 4,4 0,9
1,7
Mancato rispetto del semaforo rosso 63,5 19,6 11,1 3,3 0,8
2,5
Sorpasso a destra 66,0 15,1 10,0 4,0 2,4
2,2
Mancato rispetto delle strisce blu per il parcheggio 67,7 13,8 9,2 4,6 2,5
2,1
Mancato uso della cintura di sicurezza per lunghe distanze 79,1 7,1 6,5 2,6 2,5
Mai Quasi mai Ogni tanto Abbastanza spesso Frequentemente Quasi sempre
I giovani guidatori che, con maggiore frequenza mettono in atto questi comportamenti,
incorrendo in un maggior numero di multe e, sfortunatamente, anche di incidenti stradali, si
caratterizzano per avere un “profilo” psicologico piuttosto chiaro. Essi hanno livelli di ansia bassi,
ricercano costantemente “sensazioni “ed emozioni forti, mostrano alti livelli di aggressività che si
manifesta anche durante la guida. Questi ragazzi mostrano di non considerare il rispetto delle norme
sociali come un obiettivo importante di per sé, ma solo in funzione delle conseguenze strumentali
(premi o punizioni) che da esso possono derivare. Inoltre il profilo dei giovani guidatori “a rischio”
è caratterizzato da due sistemi di convinzioni sbagliate in riferimento alla guida. Il primo si riferisce
agli atteggiamenti nei confronti del codice della strada. I giovani a maggiore rischio pensano che il
codice non sia un sistema che garantisce i diritti di tutti i guidatori, bensì un sistema di vincoli che
riduce la viabilità e la scorrevolezza del traffico. Ne vengono percepiti gli aspetti “sanzionatori”,
che però non vengono messi in relazione alla propria sicurezza. Il secondo sistema di convinzioni
errate si riferisce alla analisi delle cause degli incidenti. I giovani pensano che l’incidente in realtà,
non dipenda dal comportamento del guidatore ma da eventi casuali, imprevedibili o legati solo alle
responsabilità o alla imperizia degli altri. Quindi, secondo loro, la messa in atto di comportamenti di
guida sicura è sostanzialmente inutile perché non abbassa la probabilità di incidenti. E’ interessante
notare che questo profilo di variabili non solo si associa ad un maggior numero di multe e di
incidenti stradali diurni, ma anche a una maggiore frequenza nella guida notturna, a una maggiore
frequenza di episodi di guida in condizioni di ebbrezza e a una maggiore frequenza di episodi di
sonnolenza alla guida. Il quadro di questi risultati è sintetizzato nei successivi box che sintetizzano i
profili dei guidatori “a rischio”,
Box 2: IL GIOVANE GUIDATORE “A
RISCHIO”