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La legge elettorale del Senato Prima della riforma: l'elezione del Senato 1948 - 1992 La prima legge elettorale

del Senato della Repubblica stata la legge 6 febbraio 1948, n. 29. Tuttavia la composizione del primo Senato eletto il 18 aprile 1948 era stabilita in parte dalla stessa Costituzione repubblicana del 1948, alla III disposizione transitoria, in base alla quale il Senato comprendeva, oltre ai membri elettivi, anche 106 senatori non elettivi, ex-parlamentari perseguitati dal fascismo, nominati dal Presidente della Repubblica. Nelle elezioni successive tutti i Senatori - a parte quelli a vita e di diritto - furono eletti direttamente con il sistema previsto dalla legge del 1948, in base alla quale l'attribuzione dei seggi avveniva mediante un procedimento in cui il sistema proporzionale prevaleva di fatto su quello uninominale. La legge prevedeva infatti che risultassero eletti quei candidati che, nel rispettivo collegio, avessero ottenuto un numero di voti validi non inferiore al 65 per cento dei votanti. Tale quoziente, per, era assai difficile da raggiungere (i senatori eletti con tale maggioranza sono stati soltanto 15 nel 1948, 6 nel 1953, 5 nel 1958, 3 nel 1963, 2 nel 1968, 2 nel 1972, 2 nel 1976, 1 nel 1979, 1 nel 1983, 1 nel 1987, 2 nel 1992). Avveniva dunque nella quasi totalit dei collegi che, non avendo alcun candidato raggiunto il 65 per cento dei voti, i voti riportati da ciascun candidato - precedentemente collegati fra di loro nel collegio unico regionale - venissero sommati insieme in modo da determinare la "cifra elettorale" di ogni gruppo di candidati in quella Regione. I seggi disponibili nell'ambito regionale venivano quindi ripartiti fra i diversi gruppi di candidati in proporzione ai voti conseguiti da ciascun gruppo. Stabilito cos quanti seggi spettassero ad ogni gruppo, si stabiliva l'ordine di precedenza dei singoli candidati all'interno del gruppo cui essi appartenevano, cio la "cifra individuale", espressa, per ovviare alla diversa ampiezza dei vari collegi, come percentuale dei voti validi; le "cifre individuali" venivano poste in ordine decrescente e, in seno ad ogni gruppo, risultavano eletti i candidati che avevano ottenuto le pi alte percentuali di voti. La quasi totalit dei seggi veniva dunque assegnata con questo sistema di tipo proporzionale, nel quale la percentuale di voti di ciascun partito rispetto al totale rispecchia - pi o meno - la percentuale dei seggi di ciascun partito rispetto al totale. Nelle tabelle 1948 - 1992 si possono consultare le composizioni dei gruppi parlamentari al Senato per quegli anni.

La riforma elettorale del 1993 La riforma elettorale del Senato - cos come quella della Camera - ha avuto impulso dal referendum del 18 aprile 1993: in quella data il corpo elettorale - a larghissima maggioranza - ha deliberato l'abrogazione di alcune parti del sistema elettorale del Senato scegliendo cos un sistema caratterizzato in senso fortemente maggioritario che conservava una ridotta quota proporzionale. In sostanza il corpo elettorale ha abrogato l'altissima percentuale (il 65% dei voti) necessaria prima della riforma per conseguire direttamente il seggio nel collegio. Vincere il seggio per aver semplicemente preso pi voti degli altri - in assenza del limite percentuale - diventata cos non pi l'ipotesi residuale, ma quella normale.

Attraverso un dibattito parlamentare inizialmente avviato dalla Commissione per le riforme istituzionali, presieduta prima dall'on. le De Mita e poi dall'on. Iotti, venivano approvate le leggi n. 276 e n. 277 del 4 agosto 1993, di riforma elettorale del Senato (la n. 276) e della Camera (la n. 277). Queste leggi hanno esteso anche alla Camera il medesimo sistema che il referendum aveva determinato per il Senato. Contestualmente il Governo veniva delegato ad adottare un nuovo Testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione del Senato e modificazioni al Testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione della Camera dei deputati. Il Testo unico stato adottato con Decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533 che, pertanto, disciplina attualmente l'elezione del Senato della Repubblica ed assorbe il precedente Testo unico del 1948, n. 29. Per l'esercizio del diritto di voto e per tutto ci che non disciplinato dal Testo unico n. 533 si osserva il Testo unico n. 361 per l'elezione della Camera dei Deputati.

Successivamente alla pubblicazione del Testo unico e delle modificazioni sopra ricordate, veniva approvato il Regolamento 5 gennaio 1994 n.14 di attuazione della legge 4 agosto 1993 n. 277 per l'elezione della Camera dei Deputati, poi modificato con decreto del Presidente della Repubblica 12 febbraio 1994 n.37 (relativamente ai collegamenti di ufficio ed alle pari opportunit sulle candidature). Le prime elezioni che si sono svolte con il nuovo sistema sono state le elezioni del 27 - 28 marzo 1994 (Tabella composizione del Senato nel 1994). Per la composizione del Senato all'inizio della legislatura corrente si veda la Tabella composizione del Senato nel 1996. E' disponibile anche la composizione attuale E' da ricordare che - successivamente alle norme ricordate - diverse leggi hanno apportato modifiche minori, alcune riferibili alle sole elezioni della primavera del 1994 - altre di carattere generale come - tra le pi recenti - la legge 368/96 che ha convertito il decreto legge di semplificazione delle modalit di espressione del voto.

La ripartizione dei seggi La distribuzione dei 315 seggi tra le Regioni La ripartizione dei seggi tra le Regioni regolata dall'articolo 57 della Costituzione che prevede che : il Senato sia eletto su base regionale; i Senatori elettivi siano 315;

i 315 seggi siano ripartiti tra le 20 Regioni in proporzione alla loro popolazione (con il sistema dei quozienti interi e dei pi alti resti), ma dopo avere assegnato un senatore alla Valle d'Aosta, due al Molise e almeno sette ad ogni Regione. Il calcolo della distribuzione dei seggi tra le Regioni dunque complesso e si svolge in pi fasi.

La distribuzione dei 315 seggi tra maggioritari e proporzionali Successivamente alla distribuzione dei 315 seggi tra le Regioni, effettuata a norma delle disposizioni costituzionali, si procede alla divisione dei seggi nelle quote maggioritaria e proporzionale, come previsto dalle leggi di riforma elettorale. Infatti, secondo l'art. 1 del Testo Unico elettorale per il Senato, il territorio di ogni Regione ripartito in un numero di collegi uninominali pari ai tre quarti dei seggi assegnati alla Regione con arrotondamento per difetto. Questi seggi "maggioritari" sono assegnati in ciascun collegio al candidato che riporta pi voti. Regione per regione, dunque, si calcolano i 3/4 dei seggi che vanno assegnati con il sistema maggioritario. Cos, per esempio, il Veneto - cui spettano 23 Senatori - ne elegger 17 (3/4 di 23 arrotondati per difetto) con il sistema maggioritario, la Toscana - cui spettano 19 Senatori - ne elegger con il sistema maggioritario 14 (3/4 di 19 arrotondati per difetto). I seggi del Trentino-Alto Adige hanno una ripartizione a parte: i collegi uninominali senatoriali di questa Regione sono quelli definiti dalla legge n. 422/1991, che prevede 6 senatori eletti con il sistema maggioritario. La somma su base nazionale dei risultati della ripartizione regione per regione fa risultare che i seggi "maggioritari" al Senato siano leggermente meno di 3/4 : infatti sono 232 invece di 237 (i 3/4 di 315). La restante parte di seggi (83) attribuita con il sistema proporzionale tra gruppi che comprendono gli stessi candidati concorrenti per i seggi uninominali, a livello di ogni singola Regione (che a tal fine costituita in circoscrizione). A tale distribuzione non partecipano la Valle d'Aosta, che costituita in un unico collegio uninominale, e il Molise il cui territorio ripartito in due collegi uninominali. Si ricorda che al Senato, a differenza che alla Camera, il voto avviene su una sola scheda: un unico voto da parte di ciascun elettore serve quindi sia ad attribuire il seggio uninominale nel collegio, sia i seggi proporzionali nella Regione. La Tabella ripartizione dei 315 seggi per Regione tra maggioritario e proporzionale che sintetizza questi calcoli pu leggersi nella Gazzetta Ufficiale (da ultimo in quella del 17 febbraio 1996, relativa alle elezioni di quell'anno).

L'assegnazione dei seggi Le candidature

Il primo passaggio quello del deposito dei contrassegni, vale a dire dei simboli con i quali i partiti o i movimenti si presentano. La disciplina del deposito dei contrassegni prevista nell'art. 14 del Testo unico delle leggi elettorali della Camera cui quello del Senato rinvia. Per avanzare candidature, ciascun partito, gruppo politico o singolo candidato deve depositare al Ministero dell'Interno il contrassegno o i contrassegni (e le relative denominazioni) che distinguono i candidati (e le liste alla Camera). Il deposito dei contrassegni deve avvenire nel rispetto di analitiche disposizioni, molte delle quali introdotte con la recente riforma elettorale, tese a tutelare esigenze di identificabilit, riconoscibilit, individualit dei gruppi e dei candidati. Mentre alla Camera ci si pu candidare per i collegi uninominali con un contrassegno diverso da quello della o delle liste collegate, al Senato il problema non si pone per l'inesistenza di liste. La fase della presentazione delle candidature segue quella del deposito dei contrassegni. La differenza fondamentale tra candidature al Senato e candidature alla Camera consiste nel fatto che solo in quest'ultima alle candidature uninominali si aggiungono anche le candidature di lista. Al Senato esistono solo candidature uninominali, singoli candidati che competono per l'assegnazione di un seggio in un collegio uninominale e che si collegano tra loro per competere in gruppo anche per l'assegnazione dei seggi proporzionali. La legge prevede anche: che al Senato si possano presentare singoli candidati che non si collegano e quindi non partecipano al riparto proporzionale; che sia favorito l'equilibrio della rappresentanza tra donne ed uomini.

Il voto e i conteggi elettorali Le operazioni di voto si svolgono in una sola giornata, anche se, per le elezioni politiche del 1994, il d.l. 19 gennaio 1994 n. 42 (convertito in l. 28 gennaio 1994, n. 68) ha disposto, per contingenti ragioni di opportunit, il proseguimento delle operazioni elettorali in una seconda giornata di voto. Ogni elettore dispone di un unico voto al Senato, per il candidato, (mentre alla Camera si vota per il candidato e per la lista). A partire dalle elezioni del 1996 il voto si esprime tracciando un solo segno, comunque apposto, nel rettangolo che contiene il contrassegno ed il nome del candidato (art. 14 del d.l. 533 del 1993 nel testo modificato nel 1996). Lo stesso voto determina, pertanto, al Senato, sia l' assegnazione dei 232 seggi uninominali (al senatore che nel collegio ha il maggior numero di consensi), sia l'assegnazione degli 83 seggi con il sistema proporzionale

Le elezioni suppletive Il nuovo sistema maggioritario comporta che, qualora resti vacante uno 232 dei seggi assegnati con la competizione maggioritaria, si proceda ad elezioni suppletive (nuove elezioni). Infatti la logica del sistema maggioritario comporta che "il vincitore prende tutto": la posizione di "secondo classificato" non assicura un'eventuale "supplenza".

L'art.19 del Testo Unico elettorale per il Senato richiede per - per evitare di chiamare nuovamente il corpo elettorale ad eleggere neo-senatori per poco tempo - che manchi pi di un anno alla scadenza normale della legislatura. In caso di vacanza di uno dei seggi attribuiti in ragione proporzionale, non vengono ripetute le lezioni, ma viene proclamato eletto il candidato - dello stesso gruppo - che ha ottenuto la pi alta cifra elettorale individuale.

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