Su un sito antisemita le foto di 9 esponenti della comunità ebraica romana
definita “cupola mafiosa”. Un vento fetido ha ripreso a soffiare in Italia y(7HC0D7*KSTKKQ(
Sabato 24 dicembre 2011 – Anno 3 – n° 305
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
LA CASTA INGRASSA
SULLA NOSTRA PELLE
Caro Monti,
è uno schifo
di Antonio Padellaro
dc
aro presidente Monti,
C sappiamo che le lettere
aperte ai potenti, in ge-
nere, finiscono nei ce-
stini dei suddetti potenti trop-
po presi dai grandi affari di Sta-
to per dare retta a giornalistici
piagnistei. Ma se ci permettia-
mo di importunarla è perché
nella memorabile conferenza
stampa sulla manovra (quella
che passerà alla storia più per
le lacrime della ministra For-
nero che per il sangue spillato
a contribuenti e pensionati),
Lei annunciò immediati tagli
ai costi della politica, poiché si
rendeva conto che a un Paese
costretto a subire l’arroganza
della cosiddetta casta non si
poteva chiedere di svenarsi
senza prima avere tagliato un
po’ le unghie ai rapaci in auto
blu. Non parleremo della
strombazzata abolizione delle
province, poi rinviata alle ca-
lende greche (è solo da mezzo
secolo che se ne parla), che
attribuiamo al suo candore
tecnico. Il fatto è che ciò che
resta dell’Italia tramortita dal-
lo spread viene spolpato alle-
gramente da quei plotoni di
cavallette fameliche che pro-
sperano indisturbate nei bas-
sifondi dei Palazzi. Ci doman-
diamo come Lei e il suo go-
verno possiate rimanere in-
sensibili di fronte a quanto,
per esempio, sta accadendo
alla Regione Lazio, dove gli
onesti amministratori guidati
dalla proba Polverini con una
mano frugano nelle tasche dei
cittadini che dovranno pagare
ancora di più benzina, bollo
auto e Irpef; mentre con l’altra
regalano fior di pensioni e di
vitalizi ad assessori “esterni” e
consiglieri decaduti, senza di-
menticare di arrotondarsi le
indennità, cosicché lo stipen-
dio di un consigliere arriva a
10 mila euro più diaria men-
sile più spese di segreteria. Ca-
ro Presidente, è solo l’esem-
pio più macroscopico e inde-
cente di una casta che ingras-
sa sulla pelle dei più deboli.
Fino a quando saremo costret-
ti a sopportare una tale ver-
gogna, approvata per giunta
con tale protervia? Se Lei non
ha il potere per intervenire
(conosciamo l’obiezione),
faccia almeno sentire la sua
voce. È così difficile?
Si allarga lo scandalo alla Regione Lazio
Non solo pensioni e vitalizi ad assessori
“esterni” e decaduti: anche ricchi incarichi
a candidati Pdl trombati. Ma chi li ferma?
La manovra Polverini prevede 1,4 miliardi di tagli
e aumenti di imposte, con il bollo auto che sale
del 10 per cento e la benzina di 20 centesimi
Intanto, malgrado i sacrifici decisi dal governo, lo
PALERMO
I segreti dei boss
spread torna a volare Tecce e Malaguttipag. 2 - 3 - 6 z solo a Mori, non ai pm
Udi Giorgio Meletti Udi Furio Colombo
NE SSUNO SÌ, NON
DEVE LAVORARE
SAPERE STANCA
n banale confronto storico l nuovo governo ha il me-
Umatico
sarà utile per capire il dram- I rito – mai abbastanza ap-
problema di trasparen- prezzato – di essere vero,
za che grava sull’Italia dell’an- normale e competente, e di
no 2011. Trentasette anni fa, l’8 essere subentrato da un gior-
agosto 1974, il presidente ame- no all’altro, a un governo in-
ricano Richard Nixon fu co- competente, pericoloso e ri- L’ex capo del Sisde, Mario Mori
stretto a dimettersi. pag. 3 z dicolo. pag. 18 z
LA POLEMICA x Il suo film incassa milioni, i suoi libri sbancano. Ma molti lo detestano
Fabio Volo è un genio. No, è puerile
Udi Luca Telese
TROPPI CRITICI
SCHIZZINOSI
IUnnfetto
fondo è semplice, Fabio Volo ha un di-
imperdonabile: è un piccolo genio. N volta. Quelli di Carolina Invernizio non
genio minimale, certo, popolare: ma sem- ti sfioravano nemmeno con un dito, quelli
pre genio. Mentre la critica storce il naso, Vo-
lo è protagonista di un film che veleggia verso
Fabio Volo (FOTO ANSA) i 4 milioni di euro di incasso. pag. 14 z
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Lecco, provincia
di Cazzullo
di Marco Travaglio
ravamo decisi ad assegnare il Leccone d’Oro
E 2011 al primatista mondiale Sallusti, per lo
scatto finale di cui ha dato prova ieri, col
memorabile titolone sul Giornale: ‘“Silvio non
mi ha pagato’. Mills lo scagiona in aula: ‘Ho
inventato tutto per ingraziarmi i Pm’. Scoperto il
bluff. Il processo che doveva dimostrare la
corruzione del Cav finisce nel nulla”. L'idea che un
tizio giudicato colpevole in Cassazione (Sallusti lo
definisce strepitosamente “assolto per
prescrizione”) di esser stato corrotto da B. in
cambio di due false testimonianze ne faccia una
terza per negare di essere stato corrotto e venga
creduto da qualcuno, già ci pareva affascinante. E
ancora più avvincente ci sembrava il movente usato
per spiegare perché avesse scritto al commercialista
e confermato ai pm di essere stato corrotto da B.:
voleva salvare un certo Diego Attanasio e non aveva
trovato di meglio che accusare il premier italiano.
Ma ciò che trovavamo davvero irresistibile era che
Sallusti potesse immaginare che i giudici, fra una
verità accertata in Cassazione e la bugia di un
imputato colpevole, credano alla seconda.
Insomma, ci eravamo convinti che il Leccone d’Oro
lo meritasse lui, alla carriera. Poi però, sul Corriere, è
uscita un’intervista di Aldo Cazzullo al cardinale
ciellino Angelo Scola, arcivescovo di Milano. E
abbiamo dovuto arrenderci: di fronte a cotanta
lingua, Sallusti è un dilettante. Quella di Cazzullo
non è un’intervista: è una via di mezzo fra il terzo
grado e il corpo a corpo. Un crescendo rossiniano:
“Teme davvero il ritorno alla violenza?”, “Ritiene
che il primo passo verso il risveglio dei cattolici si
sia compiuto con la formazione di questo
governo?”, “Sta dicendo che c’è un deficit della
politica che i tecnici non possono colmare?”.
Lavorato ai fianchi, Sua Eminenza vacilla: “Sì, ho
questo timore”, “È solo un segnale”, “Certo”.
(FOTO ANSA)
Gancio destro in pieno volto: “Qual è il suo giudizio
sull’era Berlusconi? La Chiesa gli ha concesso un
Lo Bianco e Rizza pag. 10 z
credito eccessivo?”. Il presule si aggrappa alle corde
del ring per non finire al tappeto: “Presto per dare
un giudizio complessivo”. In effetti sono trascorsi
solo 18 anni, ne riparliamo nella prossima era
geologica. Però si può già dire che “la casa brucia”.
Un intervistatore qualunque ne profitterebbe per
ricordare che sulle sue, di case, la Chiesa non paga
l’Ici. Ma Cazzullo è speciale. Lo previene il
porporato, facendosi la domanda e dandosi la
risposta: “Si sta facendo un gran polverone sull’Ici”.
Udi Nanni Delbecchi Ecco, un gran polverone. “Lei – incalza il Cazzullo –
proviene da Cl. Non teme che, tra i quasi 17 anni di
IL VUOTO SOTTO potere di Formigoni, gli affari, gli scandali, Cl sia
IL SUCCESSO caduta in qualche eccesso?”. In effetti trovare un
leader ciellino rimasto a piede libero è arduo:
on ci sono più i principi azzurri di una
concetto che cazzullescamente si traduce in
“qualche eccesso”. Risposta: “Conosco Formigoni
da quando aveva 14 anni, anche se da tempo ci si
vedeva di rado. Se è stato eletto 4 volte consecutive,
di Pitigrilli al massimo ti facevano l’occhio-
ci sarà pure una ragione”. È quel che si domandano
lino; questi di oggi, ti fulminano con uno
i pm che indagano sulle firme false della lista e sui
sguardo che ti rimane addosso. pag. 14 z bilanci falsi del San Raffaele. E infatti ecco
l’uppercut cazzullesco: “Che idea s’è fatto del caso
San Raffaele?”. Scola: “Mi mancano troppi elementi
per formulare un giudizio”. Mancherebbero pure
un paio di miliardi nelle casse del San Raffaele, ma
non sottilizziamo. Ben altro allarma Sua Eminenza:
“Qualche interrogativo è nato talvolta dalla ricerca
biotecnologica”: ecco il guaio del San Raffaele, la
ricerca biotecnologica. Assalto finale: “Lei è nato a
Lecco e si è formato a Milano: come l’ha ritrovata?”.
Magari col Tom-Tom? No, ce l’ha portato l’autista.
Alla parola “Lecco” pronunciata da un invidioso
nsanti privilegi Cazzullo, che invece è solo di Cuneo, il cardinale ha
Baudo: “La Chiesa l’istinto di farla finita: “La formula del mio ‘ritorno a
casa’ è vera. Sarà forse un anticipo del crepuscolo
deve pagare l’Ici” dovuto all’età...”. E Cazzullo, affranto ma pronto:
“Non dica così, lei ha appena compiuto
Avvenire scomunica settant’anni”. Così giovane e già così cardinale.
Sansa pag. 7z Poche storie: Leccone d’Oro honoris causa.
pagina 2

L
LA CASTA INGRASSA

Dalle tessere dell’Ugl
all’elicottero per la “sagra
del peperoncino”
ei, Renata Polverini, ha anche
parlato di accanimento. Troppe
cose e tutte insieme,
specialmente a partire dalla sua candidatura
alla presidenza del Lazio, nell’era
post-Marrazzo. Si è parlato di presunto
“tesseramento gonfiato all’Ugl”, il sindacato
di destra che per anni l’ha vista protagonista.
“colpevole”, in primis, la redazione di Repor t,
poi alcuni articoli di Libero ed Europa.
In sostanza, i numeri di iscritti venivano
alterati in modo tale da avere un maggiore
peso negoziale al tavolo con gli altri sindacati e
negli organismi ed enti previdenziali. La
Polverini, alla fine, si è giustificata e ha spiegato
che l’Ugl non si sarebbe comportata in modo
diverso dagli altri sindacati.
Quindi la vicenda legata a un appartamento:
abitava in una casa dell’Ater (Azienda
territoriale per l’edilizia residenziale pubblica)
sull’Aventino, zona molto chic di Roma, con
affitto a prezzi popolari. La giustificazione?
“Da tre generazioni ci abita la famiglia di mio
marito”. Peccato che le case degli enti non si

I prescelti
Maselli, Luzzi
e gli altri

D a sinistra in senso
orario: Massimiliano
Maselli, Tommaso Luzzi,
Bruno Prestagiovanni, Erder
Mazzocchi, Donato
Robilotta, Luigi Celori.
Quest’ultimo, a spasso con
una rendita di tre legislature
è stato nominato presidente
di Autostrade del Lazio.
Luzzi, per 15 anni in
Regione, si è accontentato di
Astral, una società che
pulisce e asfalta le
tangenziali e i raccordi.
Prestagiovanni , commissario
straordinario di Ater Roma,
un carrozzone che assegna
le case pubbliche

POLVERINICRAZIA
Oltre ai nuovi vitalizi, i posti d’oro
nelle aziende esterne alla Regione
di Carlo Tecce al comune di Latina? Un dilem- Mentre calano i fondi per il so- stipendio pubblico con il vita- Sviluppo Lazio, dove transitano benzina. I 71 consiglieri laziali
ma e un sollievo: qualsiasi deci- ciale e le opere pubbliche (-100 lizio già maturato in banca o in bandi di gara e studi scientifici. vengono pagati per il mandato
l pacco firmato Regione La- tasca. Ecco i sei candidati trom- C'è Erder Mazzocchi, 43 anni,

I
zio è complicato. La mano-
vra dei vitalizi per assessori
esterni e consiglieri deca-
duti nasconde tagli e tasse per
1,4 miliardi di euro. Come in-
cartare i sacrifici (per i cittadi-
ni) con i privilegi (per i politi-
ci). Eppure il governatore Re-
nata Polverini mette su il viso
del dispiacere, quel senso di
pudore nel chiedere euro ai cit-
tadini, sempre e comunque ai
cittadini: “Era l'unica possibi-
le”.
sione prenda Di Giorgi, il vita-
lizio è garantito a 50 anni con
una riduzione del 5 per cento, a
55 al 100 per cento. Nessun
dubbio, però, sui rincari: au-
mentano le imposte (+0,33% Ir-
pef), la benzina con un'accisa
inedita (20 centesimi al litro), il
bollo per l'automobile (+10%).
Sei pidiellini
non eletti, ma
milioni di euro). Com'era? “L'u-
nica manovra possibile”. Pecca-
to che il centrosinistra suggeri-
va al Governatore di vietare un
mal costume tipico di una re-
gione grossa, indebitata e spen-
dacciona: un dirigente pubbli-
co deve rispettare un tetto mas-
simo di stipendio senza cumu-
lare l'incarico in corso con il vi-
talizio regionale.
NON CONOSCIAMO la ri-
sposta perché l'ex sindacalista
si è rifiutata di rispondere ai par-
bati in partenza e ora, momen-
taneamente, occupati in azien-
de satelliti della Regione Lazio.
C'è l'imprenditore Luigi Celori,
54 anni, a spasso con una ren-
dita di tre legislature: è stato no-
minato presidente di Autostra-
de del Lazio, superati mesi di
inattività politica. C'è Tomma-
so Luzzi, 61 anni, per 15 anni in
Regione: si è accontentato di
Astral, una società che pulisce e
asfalta le tangenziali e i raccor-
di. C'è il socialista Donato Ro-
commissario straordinario di
Arsial, l'agenzia regionale per
l'agricoltura. I magnifici sei in-
cassano un degno e meritato sti-
pendio pubblico, servono sere-
namente le istituzioni sapendo
di incassare (in futuro o adesso)
un sostanzioso vitalizio. I ma-
gnifici sei, soprattutto, assicu-
rano l'esistenza politica di Re-
nata Polverini.
AL TRAGUARDO di una se-
rie di nomi e scrivanie, fra le
in Regione (indennità), per es-
sere presenti in aula (diaria),
per raggiungere il palazzo (rim-
borso), per presiedere o parte-
cipare in commissione (e sono
venti). Però, va detto che la Pol-
verini ci ha provato. Voleva fare
una manovra con meno tasse ai
cittadini e più tagli ai politici. Il
Governatore ha deluso i croni-
sti che speravano in un ripen-
samento sui vitalizi: “Niente
passo indietro. Da due giorni
siamo in linea con le altre Regio-
ni. Avevamo una discriminazio-

GIÀ, MICA poteva lasciare

senza pensione la Giunta oppu-
re i tre consiglieri del centrode-
stra transitati per sbaglio in Re-
gione? Il regalo farà contento il
sindaco Giovanni Di Giorgi
che, nervosamente, deve sce-
gliere la poltrona giusta: resta
nel Consiglio laziale o si dedica
ugualmente titi di opposizione: rischiava di
bombardare l'alleanza con il Pdl
che si regge sui favori reciproci
sistemati: anche e il potere condiviso. Il manda-
to Polverini ha un difetto di na-
loro assicurano scita: la lista dei berlusconiani
rimase fuori perché presentata
la sopravvivenza in ritardo, e dunque i cacicchi
locali, non eletti, andavano si-
del centrodestra stemati. Quelli che sommano lo
bilotta, 56 anni, commissario
straordinario di Ipab Sant'Ales-
sio, un centro per ciechi che ge-
stiva un imponente patrimonio
immobiliare. C'è Bruno Presta-
giovanni, 54 anni, commissario
straordinario di Ater Roma, un
carrozzone che assegna le case
pubbliche. C'è Massimiliano
Maselli, 44 anni, presidente di
proteste cestinate e negate, c'è
un'ultima idea che i partiti di
opposizione hanno presentato
al governatore: perché confer-
mare il rimborso chilometrico
per i consiglieri? Vi può suona-
re stonato, ma i rappresentanti
laziali, se abitano a 15 chilome-
tri dal palazzo regionale, recu-
perano un quinto di un pieno di
ne che colpiva solo i nostri as-
sessori esterni, abbiamo messo
le cose a posto”. E il Codacons
che fa ricorso contro la mano-
vra? “Che devo fare?”, ha rispo-
sto la Polverini. Se sapesse cosa
fare, sarebbe il governatore del
Lazio che toglie ai ricchi e dà ai
poveri, non viceversa. O forse,
caspita, è proprio lei?

L’ASSESSORE Fabiana Santini

La segretaria di Scajola ha il fiuto per la casa

di Alessandro Ferrucci
orride. Lo fa spesso. Il suo stile è quello
Sstualità
angelico, realizzato con voce bassa, ge-
lenta, occhi espressivi. Ma atten-
zione ad andarle contro o soltanto di im-
paccio: sono cacchi. Chi nel cammin di sua
vita ha avuto a che fare con Fabiana Santini,
attuale assessore all’arte e al-
lo sport della Regione Lazio,
segnala la sua spiccata pro-
pensione al potere. Raccon-
Per dieci anni
ta di una carriera velocissi-
ma, caratterizzata da grandi
è stata il
e lunghe amicizie, ferocia
con i nemici e scarso curri-
braccio destro
culum. Punto dolente, que-
st’ultimo. Sul sito leggiamo: di Sciaboletta
“Nata a Roma 37 anni fa, ap-
pena conclusi gli studi si è È responsabile
dedicata a tempo pieno alla
vita politica”. Per essere della Cultura
chiari: la responsabile regio-
nale di cinema, teatro, poli- nel Lazio
tiche giovanili, eventi vari, rassegne e quan-
t’altro, è all’oscuro di tutto. O meglio: non
ha alcuna preparazione specifica. Eppure
prende bei soldi, come un deputato. Viag-
gia. Va a Cannes per il festival o a Venezia
per la Biennale. Anche lì sorridente e pro-
tagonista accanto alla Polverini. Cene di ga-
la, attori di grido, alberghi confortevoli, ac-
Fabiana Santini (FOTO LAPRESSE)
cappatoi immacolati, big del settore cine-
matografico. Conoscenze, lobby. Chi ci ha
parlato, in quelle occasioni, è rimasto scon-
volto dalla totale impreparazione. Per forza,
dopo gli studi, si è occupata di altro. Di
cosa? Ma di fare l’ombra al ministro Scajola.
Nel 2001 è capo della segreteria particolare
dell’allora ministro dell’Interno, poi presso
la Presidenza del Consiglio dei ministri, in-
fine al ministero dello Sviluppo economi-
co. Da qui si è dimessa un mese prima di
Sciaboletta, per conquistare un posto in Re-
gione. Tempistica perfetta. “La sua presen-
za è stata obbligata, in quota Scajola. Anche
adesso che ci potrà essere un rimpasto, nes-
suno osa mettere in discussione il nome
Santini”, raccontano in Regione.
Coincidenza: come il suo storico capo, an-
che lei si è scontrata con i media per una
questione legata alla casa. Anche lei ha mo-
strato naso, fiuto per gli affari: soggiorno,
tre camere, due bagni, due balconi, disim-
pegno, cantina e posto auto, in una via li-
mitrofa a Cortina d’Ampezzo, zona nord di
Roma, tra le più chic della Capitale, l’ha
pagata 386 mila euro. La replica dell’inte-
ressata: “È tutto regolare”. Per carità è vero.
Tutto certificato. Resta che in quella zona
gli appartamenti costano esattamente il
doppio. Quindi, complimenti per l’affare,
anche se la costringe a sborsare quasi due-
mila euro al mese di mutuo stipulato con
Carige-Cassa di Risparmio di Genova e Im-
peria. A Imperia, Scajola è stato ed è il “Re”,
già sindaco dall’ ’82-’83 e dal ’90-’95, prima
di conquistare la gloria nazionale tra le fila
di Forza Italia. Giulia Rodano, precedente
assessore alla Cultura del Lazio resta in si-
lenzio quando le facciamo il nome della
Santini. “Ma sì, sono senza parole. Oserei
dire: non pervenuta, per una gestione in-
qualificabile”. Ma la Rodano adesso è al-
l’opposizione, quindi potrebbe essere di
parte. Così abbiamo chiamato l’interessata:
non ci ha risposto per tutto il giorno, di-
cono infastidita dal nostro articolo di ieri
sul vitalizio. Tremila euro a cinquant’anni, e
almeno il mutuo è assicurato.
 Sabato 24 dicembre 2011

LA CASTA INGRASSA

possono ereditare: l’assegnazione varia al
variare del reddito.
E ancora il 22 luglio del 2011, quando il Fatto
Quotidiano scopre che il presidente del Lazio
raggiunge Rieti (un’ora d’auto da Roma) con
un elicottero messo a disposizione dalla
Protezione civile. L’evento imperdibile era la
“Sagra del peperoncino”. Al cronista che le
chiede spiegazioni specifiche non risponde.
Poi sibila: “Non ho nulla da spiegare. Pago
tutte le spese che faccio, non scoprirai
nemmeno una cena a mio carico. L’importante
è che non vado con i soldi pubblici, vai
tranquillo caro”. L’affettuoso “caro” del
presidente regionale è anche accompagnato
da spintoni e insulti di Rositani: “Vada via,
cretino, altrimenti la prendo a schiaffi. Non ha
capito? Le do uno schiaffo”. Ma sulla vicenda
Renata Polverini ha poi proseguito
assicurando che l’elicottero: “Lo userò ancora
se avrò bisogno di conciliare, da presidente, la Un frame del
mia presenza in più contesti”. Ora si riapre un video quando
nuovo capitolo della Polverineide, lo scandalo la Polverini ha
dei vitalizi. raggiunto Rieti

“Non ti rispondo”
Così sopravvive il potere
NESSUNA TRASPARENZA DA STATO E AZIENDE:
COME I POTENTI NASCONDONO I LORO MOVIMENTI
di Giorgio Meletti dell’ufficio stampa, che sta fa- nizzazione per svolgere i suoi cesco Pizzetti il diritto dei cit-
cendo apposite ricerche pres- compiti di informazione e for- tadini a essere informati in mo-
n banale confronto sto- so gli uffici competenti, ma che mazione dei risparmiatori. Si do trasparente sulla destinazio-

U rico sarà utile per capire

il drammatico problema
di trasparenza che grava
sull’Italia dell’anno 2011.
Trentasette anni fa, l’8 agosto
1974, il presidente americano
Richard Nixon fu costretto a
dimettersi per non piegarsi al-
l’ordine della Corte Suprema
di consegnare alla Commissio-
ne d’inchiesta sullo scandalo
Watergate i nastri registrati di
tutte le sue conversazioni alla
Casa Bianca. Il sistema era sta-
to introdotto da John Kennedy
51 anni fa: ogni respiro del pre-
sidente veniva registrato. E il
concetto di trasparenza della
Illustrazione di Marilena Nardi politica americana imponeva
di far ascoltare i nastri agli in-
quirenti che dovessero verifi-
I POLIZIOTTI devono care qualche caso, diciamo co-
sì, dubbio.
pagare i mezzi pubblici L’ITALIA è ancora all’età del-
la pietra. Politici di ogni rango e
italizi agli assessori sì, agevolazioni alle forze del-
Vvernatrice
l’ordine non se ne parla nemmeno. E così la Go-
Polverini finisce anche nel mirino dei po-
valore continuano imperterriti
ad accampare pretese di priva-
cy sulle proprie condotte, for-
liziotti. Di ieri una nota del sindacato Silp Cgil: “Il pre- se indotti in errore dal fatto che
sidente della Regione Lazio Polverini e la sua giunta – molto spesso gli affari pubblici
spiega il segretario generale del Lazio, Cosmo Bian- sono sovrastati dagli interessi
chini – in un momento di crisi per il paese, stanziano privati. Basta elencare la picco-
ulteriori fondi per i vitalizi degli assessori esterni e al
contempo tagliano i finanziamenti al sociale, al tra-
la serie di difficoltà incontrati
dai cronisti del Fatto negli ultimi
sporto pubblico locale, non affrontano il tema del fi-
sco, della corruzione e del lavoro e per fare cassa ne-
giorni per capire che cosa vuol
dire remare controcorrente.
gano alle forze di polizia impegnate ogni giorno in
difesa della legalità l’accesso gratuito ai mezzi pub-
Primo caso. Il giornalista Da-
niele Martini chiede ripetuta-
blici”. Già, per strada sottodimensionati e senza ben- mente al capo ufficio stampa
zina nelle volanti va bene, ma non va bene che un delle Fs, Federico Fabretti,
agente possa salire su un mezzo pubblico gratuitamen- quanto investano in pubblicità
te. “Invito il presidente Polverini a riflettere seriamente le Ferrovie e a beneficio di quali
sulle conseguenze di una simile scelta”, conclude Bian- televisioni o testate cartacee.
chini. Ottiene un risposta stupefa-
cente, secondo la quale quei
dati non sono a conoscenza
comunque non ha alcuna in-
tenzione di rendere pubblico il
risultato dell’accurata indagi-
ne.
Secondo caso. La giornalista
Sandra Amurri chiede a Emilia
Saugo, capo della segreteria del
deputato questore Francesco
Colucci, chiarimenti sulle pre-
bende e sulle attività dell’ono-
revole, che in quanto questore
ha voce in capitolo nel piatto
ricco delle forniture della Ca-
mera. La Saugo reagisce chie-
dendo ai commessi della Came-
ra di accompagnare “la signo-
ra” fuori del palazzo di Monte-
citorio. I commessi eseguono.
Colucci poco dopo commenta
l’accaduto con tono disturba-
to: “Non sono tenuto a dare ri-
sposte a chicchessia rispetto al-
l’attività legata al mio incarico
istituzionale”. Chicchessia.
Terzo caso. Un giornalista del
Fatto chiede all’ufficio stampa
del consorzio Patti Chiari, crea-
to dalle banche per migliorare
il rapporto di fiducia tra gli isti-
tuti di credito e i loro clienti, di
quante risorse disponga l’orga-
Francesco Colucci (FOTO EMBLEMA)
sente rispondere che l’ufficio
stampa ignora il dato, e che ri-
sulta impossibile, nel pomerig-
gio di giovedì 22 dicembre, rin-
tracciare qualcuno che sia a co-
noscenza del misterioso dato.
La verità evidente è che anche
in questo caso prevale la volon-
tà di occultare al pubblico
un’informazione di basilare tra-
sparenza sul funzionamento di
una lobby che punta dichiara-
tamente a condizionare il rap-
porto tra le banche e i rispar-
miatori.
QUARTO CASO. Un anno e
mezzo fa Il Fatto quotidiano ha
chiesto alla direzione generale
della Rai una lista trasparente
dei compensi assegnati a colla-
boratori esterni, società appal-
tatrici e consulenti. La Rai si è
appellata alla tutela della priva-
cy degli interessati, ma, avendo
anche un obbligo di trasparen-
za sui dati richiesti, ha chiesto
all’Authority per la privacy un
parere. Il parere è arrivato, e ha
dato ragione alla richiesta del
Fatto: secondo il garante Fran-
Dal Questore
della Camera
fino ai dati
sulla
pubblicità
di Trenitalia:
silenzio totale
ne del denaro pubblico prevale
su quello alla riservatezza dei
beneficiari delle consulenze.
Risultato: la Rai ancora non ha
fornito i dati richiesti, ed è pas-
sato un anno e mezzo.
Abbiamo fatto solo quattro
esempi. Si potrebbe continua-
re a lungo. Un altro caso tra i
tanti: gli obblighi di trasparen-
za imposti dalle leggi e dalle re-
gole della Consob alle società
italiane sono molto più blandi
di quelli vigenti in altri Paesi più
evoluti, Stati Uniti in testa. Così
capita che gli uffici stampa del-
le società italiane quotate an-
che alla Borsa di New York si
rifiutino di dare ai giornalisti
italiani informazioni che sono
pubblicate nei prospetti infor-
mativi obbligatori per il merca-
to americano.
Spesso i dialoghi surreali di cui
sopra avvengono tra giornalisti
che danno le notizie e giorna-
listi, regolarmente iscritti al-
l’Ordine professionale, che la-
vorano per la comunicazione
delle aziende. Per gli uni e per
gli altri dovrebbe vale la Carta
dei doveri del giornalista, che
obbligherebbe i comunicatori
d’impresa a “diffondere ogni
notizia che ritengano di pubbli-
co interesse”, e quelli delle te-
state di informazione a diffon-
dere le notizie “nonostante gli
ostacoli” e compiendo “ogni
sforzo” per garantire “la cono-
scenza degli atti pubblici”. Solo
una cosa hanno dimenticato di
scrivere nella Carta dei doveri:
l’obbligo di sopportare che al-
tri giornalisti ti trattino da mo-
lestatore solo perché fai il tuo
dovere.

102 milioni di euro l’anno: il costo del Parlamento regionale

CERTIFICATO UN DEBITO PER 10 MILIARDI E UN DEFICIT PER QUASI UNO. EPPURE AUMENTANO (ANCHE) I COSTI DELLA POLITICA LOCALE
di Marco Palombi vrebbe arrivare alla favolosa cifra di di intanto: ogni eletto del Lazio si met- commissioni – contro una media na- ora che c’è la crisi? Come se niente
102 milioni di euro (+5 milioni), oltre te in tasca 12 mila euro netti, dice il zionale di 8-10 – con relativi presiden- fosse: il personale assunto a tempo

UnatananonPolverini:
Finanziaria di tagli e tasse. No,
si parla di Monti, ma di Re-
il bilancio 2012 del La-
zio approvato mercoledì notte, infat-
ti, corregge il precedente per 1,7 mi-
liardi di euro (1,4 di tagli, 0,3 di nuo-
ve entrate). La situazione, d’altron-
de, è terribile: la sanità, che è oltre
2/3 del bilancio regionale, è in de-
bito per 10 miliardi e in deficit per
quasi uno.
SOTTO COI tagli dunque – cultura,
servizi, trasporti – col blocco dei pa-
gamenti alle imprese, i ticket e l’au-
mento di tariffe e addizionali regio-
nali. Necessario, si dirà, solo che
Giunta e consiglieri si sono dimenti-
cati una cosetta: tagliare le loro spese,
che invece incredibilmente aumenta-
no. Il costo del solo Parlamentino re-
gionale, per dire, l’anno prossimo do-
17 euro e mezzo per abitante: per ca-
pirci la Lombardia, che ha il doppio
della popolazione, spende per il suo
consiglio 66,3 milioni (6,6 euro a te-
sta). Com’è possibile? Basta sommare
spesa pazza a spesa pazza. Gli stipen-
radicale Rocco Berardo, che è uno dei
71 fortunati. In realtà tra indennità ba-
se e diaria si arriverebbe a 7.800, solo
che poi si aggiungono un pacco di be-
nefit tra cui va citato almeno quello
più fantasioso: il rimborso da 35 cent
a chilometro per chi deve farne
oltre 15 km per arrivare alla Pi-
sana, sede del Consiglio. A gon-
fiare gli stipendi dei politici la-
ziali, però, provvede soprattut-
to la specialità della casa: nes-
suno è consigliere semplice,
tutti sono qualcosa, visto che
in quel posto metafisico per 71
persone esistono un’ottantina
di cariche col loro corredo di
stipendio più alto, staff nume-
roso (da tre a 5 persone per i
peones, fino a 13 se sei un ca-
porione), privilegi assortiti.
Alla Pisana, per dire, ci sono 20
ti, vice e addetti di segreteria, autisti,
etc. Non bastasse, i 71 eletti sono riu-
sciti a dividersi nella bellezza di 17
gruppi consiliari: ognuno ha ovvia-
mente personale proprio e un capo-
gruppo, ma la bizzarria è che 9 di que-
sti sono capi di se stessi, essendo pos-
sibile costituire un gruppo di una sola
persona (il che, anche lessicalmente,
lascia perplessi).
ADESSO, IN REALTÀ, li avreb-
bero aboliti, ma solo sulla carta: in-
tanto la regola vale dal 2015, prossima
consiliatura, e poi siamo ancora alle
intenzioni, perché manca una legge
chiara. Stesso discorso per il passag-
gio al contributivo per il vitalizio e
l’aumento a 60 anni dell’età per pren-
derlo: attualmente ne hanno diritto in
217 (41 sono di reversibilità) per una
spesa annua di 16 milioni di euro. E
determinato dai politici costerà 1,2
milioni in più (7,2 in tutto), le inden-
nità di segreteria 700 mila (10,7 il to-
tale), le consulenze 222 mila (710 mi-
la euro). Poi ci sono i lavori di ristrut-
turazione, che passano dagli 8 milioni
del 2011 a dieci, “le spese di rappre-
sentanza” della Polverini da 750 mila
euro a 1,25 milioni e pure i gruppi si
intascano due milioni e mezzo in più
perché stanno sulle spese. Finito?
Macché. Nel 2012 quasi raddoppierà
il costo per la stampa e la pubblica-
zione di materiale cartaceo: da 2,6 a
4,6 milioni di euro. Questo senza con-
tare i veri costi della politica. Pren-
dete il tariffario ufficiale 2010 dei
prezzi delle opere edili, quello su cui
si calcola il costo degli appalti pub-
blici: posare 20 metri di tubo d’ac-
ciaio inox nel Lazio costa 51.640 eu-
ro, in Friuli meno di 11.500.
pagina 4

x
SPRECOPOLI x

FIGURE DI CASTA
Infografica di un sistema di potere
di Eduardo Di Blasi

S
E IL BEST-SELLER di Rizzo e Stella sulla
Casta vi ha aperto gli occhi su piccoli e gran-
di privilegi di chi in Italia occupa ruoli di
grande responsabilità, pensate che qualcu-
no provi a disegnarvelo, attingendo a tutte le fonti di
informazioni possibili, dai giornali ai libri. Provate a
vedervelo scritto bello grosso quel “23 miliardi di
euro” che è la stima di quanto ogni anno costa il
sistema politico italiano (con quei nove “0” che
prendono le due pagine sotto il 23). Provate a iner-
picarvi nella storia patria del debito pubblico nel
nostro Paese, cresciuto a cifre stratosferiche dagli
anni 80 a oggi. Provate a contare tra i gruppi par-
lamentari, le professioni che vi stanno rappresen-
tando: 87 avvocati, 82 dirigenti, 76 imprenditori e
61 giornalisti alla Camera; 50 dirigenti, 47 avvocati,
40 imprenditori e 32 amministratori locali al Sena-
to.
Provate a paragonare i 700 mila euro che guadagna-
va un Guido Carli nel 1983 ai 40 milioni di euro l’an-
no di Berlusconi. Provate a vedere le spese personali
dello stesso Cavaliere attraverso la lettura ragionata
di un solo conto corrente da cui, nel solo 2010, esco-
no 34 milioni di euro: mezzo milione in elicotteri,
441 mila euro a Ghedini, 120 mila euro di cravatte di
Marinella, 40 mila euro di regalo di nozze alla se-
gretaria, 100 mila girati ad Angela Sozio, 115 mila ad
Alessandra Sorcinelli, 31 mila a Nicole Minetti.
Provate a vedere anche tutti gli ospiti delle tribune
d’onore del Coni, e chi vi si siede per le partite di
cartello. Il Coni dispone alla bisogna di 1311 posti
all’Olimpico di Roma, pronti a essere forniti gratis
ad autorità più o meno riconosciute.
Come scrive Cristiano Lucchi, uno dei due autori,
nella prefazione del volume: “Questo atlante vuole
dare un piccolo contributo alla costruzione di una
nuova Italia: più democratica, più informata, più
giusta”. Non può che farci piacere sapere che per la
costruzione di diverse infografiche sono stati utiliz- La commissione indicata dal Parlamento concluderà nei prossimi mesi il raffronto tra le indennità ricevute dagli altri parlamentari in Europa. Eccone qui un chiaro
zati i dati forniti dal Fatto Quotidiano. grafico. Il parlamentare italiano, con 11.704 euro di indennità mensile è di gran lunga in testa. In Portogallo la “paga” è di 3.449. La media europea è di 5.339

Come spendono i loro soldi Camera e Senato? I Bilanci di Montecitorio e Palazzo Madama sono rappresentati da due uomini fatti a fette. La Camera spende il 15,7% nell’acquisto di beni e servizi (locazioni e utenze
incluse), il 26,9% per il personale al lavoro, il 18,6% per gli ex dipendenti in pensione, 13,1% in vitalizi, l’8,9% in indennità e il 6,84 in rimborsi ai parlamentari. Il Senato spende meno, sia in termini assoluti che in percentuale
(i senatori sono meno). La figura è così scomposta: in beni e servizi se ne va il 12,6%, in pensioni al personale il 13,9% (il 28,8% in retribuzioni a quelli in servizio), l’8,5% in indennità e il 4% in rimborso ai senatori
 Sabato 24 dicembre 2011

Di cosa parlano?
Tra il 2008 e il 2010 le Camere si sono occupate molto di immigrazione
e diritto penale, pochissimo di precari e corruzione

Curatissimi
ATLANTI Dieci milioni
CIVILI per i rimborsi
spese della
AUTOPSIA Sanità
DELLA POLITICA integrativa
dei deputati,
ITALIANA degli “ex”

C ristiano Lucchi e Gianni Sinni,

per l’editore “Nuovi Mondi”,
hanno lavorato a una “infografica
deputati e
delle loro
famiglie.
per capire quanto costa l’attuale Cura per cura
sistema e perché” (questo recita il
sottotitolo del testo). Le
infografiche sono in totale 38,
opera di Simone Bellini, Alexander
Bodorowskij, Francesco
Cannovaro, Lorella Chiavacci,
Valeria Coppola, Donatello
D’Angelo, Laurie Elie, Barbara
Giardelli, Franca Gori, Debora
Manetti e Cosimo Lorenzo Pacini.
Le pagine complessive sono
un’ottantina. Il
prezzo è di 16
euro. Chiude
una frase di
Mark Twain:
“La gente di
solito usa le
statistiche
come un
ubriaco i
lampioni:
più per
sostegno
che per
illuminazione”.

Gli ultimi della classe Le due facce da Frankenstein rappresentano i 5 senatori e 5 deputai meno presenti in aula. Al Senato hanno la faccia del Pd Adragna (le
sue assenze arrivano al 43,88%) e del suo collega di partito Franco Marini (49,34%). E, ancora, del Pdl Nania (61,74%), della Radicale Bonino (68,43%) e del Pd
Umberto Veronesi (72,07%). Alla Camera il Frankenstein ha la faccia dell’avvocato Ghedini (assente il 76,41% delle volte), del Fli Tremaglia (76,37%), di Denis
Verdini (69,67%), del leader Pd Pier Luigi Bersani (69,9%) e del noto Grassano (68,25%) espressione, nel Gruppo Misto, di Popolo e Territorio.

Asl, la carica delle 10 mila auto blu

OGNI ANNO CI COSTANO 50 MILIONI DI EURO. MA POTREBBERO ESSERE IL DOPPIO
on solo Parlamento e amministrazioni lo-
Nrittocali. Nella categoria “casta” entrano di di-
anche le Aziende sanitarie locali e le
Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), 8 per
i Policlinici universitari e ben 8.694 per le
Aziende sanitarie locali. Di queste ultime 23
2011 - risultano registrate 32.573 auto di ser-
vizio, l’80% delle quali di proprietà degli enti.

Aziende ospedaliere. Questo almeno è quan-
to sembra emergere analizzando il dato del
parco macchine diffuso dal Formez, il centro
servizi, assistenza, studi e formazione per
l’ammodernamento delle P.A. del Diparti-
mento della Funzione Pubblica della Presi-
denza del Consiglio dei Ministri. Al 21 dicem-
bre 2011 risultano infatti a disposizione di Asl
e ospedali 9.700 tra auto “blu” (per presiden-
ti e dirigenti) e “grigie” (per gli uffici). Ogni
Asl, in pratica, ha in media a disposizione 94
vetture.
sono in comodato, 131 in leasing, 3.281 a no-
leggio e 5.259 (quindi oltre il 60%) di proprie-
tà. Un costo pesantissimo per le casse dello
Stato - e dunque per i cittadini - dal momento
che ogni auto “blu” tra bollo, assicurazione,
piccole e grandi manutenzioni, costa circa 10
mila euro l’anno. “Solo” 4 mila un’auto “gri-
gia”. Il costo complessivo all’anno supera
dunque i 50 milioni di euro.
E parliamo solo di aziende sanitarie. Il censi-
mento del Formez, infatti, riguarda l’intera
pubblica amministrazione e - al 21 dicembre
“NEL GIRO di due anni - dichiara Carlo
Flamment, presidente del Formez - puntiamo
a ridurre del 30% il numero delle auto blu e del
10-15% di quelle grigie. Un obiettivo da rag-
giungere ottimmizzando l’uso di questi mezzi
senza compromettere i servizi. Quando si par-
la di Sanità è meglio essere cauti, non tenato
per le auto a disposizione dei dirigenti qaunto
per quelle di servizo agli uffici. Perché non è
importante il numero totale di macchine,
piuttosto l’uso che se ne fa.
(Ste.Ca.)

Bolzano paga più della Germania. Il raffronto impietoso tra lo
stipendio di capi di Stato e quello del presidente della Provincia
autonoma
E SI TRATTA, per di più, di un dato prov- Auto blu nel cortile di Palazzo Chigi (FOTO ANSA).
visorio e sottostimato. Provvisorio perchè le
149 amministrazioni che si sono registrate al-
I dati del Centro
l’operazione-censimento del Formez, e che
hanno inviato i primi dati, sono poco più della
servizi
metà (51,9%) del settore Sanità. Sottostimato della Funzione
perché chi si è registrato ed ha inviato i dati
non è detto che li abbia forniti tutti: “L’ope- Pubblica
razione censimento è partita solo il 6 dicem-
bre - precisano dal Formez - e si concluderà il riguardano
31”. resta il fatto che a una settimana dalla sca-
denza del termine i numeri che emergono so- ancora poco
no eloquenti. Il dettaglio delle quasi 10 mila
auto a disposizione (il 15% circa per i soli di- più della metà
rigenti) è così distribuito: 950 vetture per le
aziende ospedaliere, 58 per le Irccs (Istituti di degli enti
pagina 6 Sabato 24 dicembre 2011

I
BATOSTE

eri il Consiglio dei ministri ha approvato il
Tutte le proroghe decreto legge milleproroghe. Le principali
proroghe sono: al 31 dicembre 2012 alcuni
interventi in materia di ammortizzatori sociali per i
contenute nel decreto lavoratori precari, gli apprendisti e i collaboratori
coordinati e continuativi, nonché in materia di lavoro
occasionale accessorio; al 31 dicembre 2012
approvato dal Cdm l'esecuzione degli sfratti riguardanti particolari
categorie sociali disagiate residenti nei capoluoghi di
provincia, nel comuni confinanti con popolazione
superiore a diecimila abitanti e nei comuni ad alta
tensione abitativa; al 30 giugno 2012 le disposizioni
intese ad impedire pratiche di esercizio abusivo del
servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente;
al 2 aprile 2012 l'entrata in operatività del sistema di
controllo sulla tracciabilità dei rifiuti, per consentire
l'ottimale organizzazione da parte delle imprese
interessate; al 31 dicembre 2012 i poteri dei Comuni
della Regione Campania in materia di gestione di rifiuti;
al 31 dicembre 2012 l'attribuzione ai Prefetti dei poteri
sostitutivi e di impulso al fine di garantire la funzionalità
degli enti locali; al 31 dicembre 2013 la facoltà per
Poste Italiane di concedere agevolazioni nelle tariffe
postali per le organizzazioni senza scopo di lucro.

UN COLPO DI SPREAD A MONTI

Nonostante la manovra il differenziale Btp-Bund vola
a 513 punti, rendimenti al 7%. Salari fermi, prezzi in aumento
di Vittorio Malagutti passando così dai 106 euro di le è stato pari a zero) o in cre-
Milano fine dicembre 2008 ai 112 scita assai ridotta (1,9 per
raggiunti con quest'ultimo ri- cento per i dipendenti priva-
mercati non ci credono. tocco. ti) è difficile che i consumi

I Non credono che la ma-

novra varata dal governo
di Mario Monti e appro-
vata in via definitiva giovedì
al senato, sia in grado, da so-
L'ultima brutta notizia di gior-
nata riguarda invece gli sti-
pendi che, come segnalano i
dati diffusi ieri dall'Istat, non
riescono più a stare al passo
possano ripartire quanto ba-
sta per rilanciare la crescita
del Pil.

NEPPURE a livello psicolo-

la, di scalfire in modo dura-
turo lo stock del debito pub-
blico e, soprattutto, di rilan-
ciare la crescita. Non credo-
no, i mercati, che le prossime
aste di titoli di Stato saranno
una passeggiata per il Teso-
ro, nonostante l'appello di
Monti agli italiani (o forse
proprio per questo) a com-
prare Bot. E, ancora, sui mer-
cati c'è grande incertezza sul-
l'uso che le banche faranno
delle decine di miliardi elar-
giti a prezzi di saldo dalla
Bce. In che misura quei soldi
verranno utilizzati per acqui-
stare titoli pubblici allevian-
do così il gran fardello delle
casse statali, si domandano i
grandi investitori internazio-
nali.
TUTTI QUESTI DUBBI
sul futuro prossimo dell'Italia
finiscono per alimentare nuo-
ve tensioni sul fronte dello
spread. E infatti anche ieri il
differenziale di rendimento
dei Btp decennali rispetto al
Bund tedesco si è impennato
fino a toccare 513 punti a me-
tà pomeriggio per poi ripie-
gare in chiusura a 503. La si-
tuazione è preoccupante, so-
prattutto se si considera che
martedì scorso lo spread sta-
zionava intorno a quota 466.
Significa che nel giro di quat-
tro sedute il rendimento del
Btp decennale è risalito dal
6,6 per cento fino superare di
nuovo la soglia psicologica
del 7 per cento per poi fer-
marsi poco sotto, al 6,98 per
cento. Per il Tesoro questa è
una pessima notizia perchè si-
gnifica che il costo del debito
continua ad aumentare. Sen-
za contare che la prossima
settimana sono già in pro-
gramma nuovi collocamenti
di Bot semestrali (9 miliardi),
Btp e Cct. Con l'aria che tira è
difficile aspettarsi rendimenti
in deciso calo in queste aste
di fine anno. Un clima che
non promette niente di buo-
no neppure per il 2012 che
sta per iniziare: nei prossimi
12 mesi il governo dovrà in-
fatti rifinanziare oltre 400 mi-
liardi di titoli che andranno in
scadenza.
DEL RESTO, anche il con-
testo politico ed economico
complessivo non è tale da
ispirare gran fiducia agli inve-
stitori. Ieri è andato in scena il
classico rito del decreto mil-
leproroghe. Il Consiglio dei
ministri, con apposito comu-
Un operatore della Borsa di Milano (FOTO ANSA)
nicato stampa, ha fatto sapere
che l'aggettivo milleproroghe
è inadatto perché il numero
dei provvedimenti varati ieri
è molto diminuito rispetto a
quelle che erano le abitudini
del passato recente. Sarà, ma
anche nell'era Monti il decre-
to di fine anno si rivela una
gran macedonia di misure le
più diverse tra loro dal rifi-
nanziamento delle missioni
Milleproroghe:
7 milioni per
Radio Radicale,
mentre la Rai
vuole
l’aumento
del canone
con l'inflazione, cioè con la gico c'è benzina per la ripre-
crescita dei prezzi. A novem- sa. Il clima di fiducia dei con-
bre la forbice tra l'aumento sumatori misurato dall’Istat,
(su base annua) delle retribu- ha fatto segnare un ribasso da
zioni contrattuali orarie record, con l’indice che sci-
(+1,5%) e il livello d'inflazio- vola da 96,1 a 91,6. É il livello
ne (+3,3%) ha toccato una dif- più basso da 15 anni a questa
ferenza pari a 1,8 punti per- parte. Gli italiani vedono ne-
centuali: è il divario più alto ro su tutti i fronti. Su rispar-
dal 1997. Questo significa mio e disoccupazione i pes-
che i dipendenti a reddito fis- simisti sono nettamente au-
so hanno visto diminuire il lo- mentati nel mese di dicem-
ro potere d'acquisto. Con gli bre. Il mese in cui è stata pre-
stipendi fermi (nel settore sentata la manovra targata
pubblica l'incremento annua- Monti.
militari all'estero, il blocco
degli sfratti, le agevolazioni
postali per il no profit, il rin- I PARTITI
novo della possibilità per i
medici di esercitare la libera
professione al di fuori delle
in processione dal Prof
strutture pubbliche, fino ai 7 ngelino Alfano, con la delegazione del Pdl, di buon
milioni di euro elargiti a Ra-
dio Radicale.
AFrancesco
mattino. Poi Pier Ferdinando Casini e per concludere
Rutelli. Ieri è continuata la processione dei
partiti da Mario Monti, dopo aver incontrato Silvio Ber-
IL DENARO pubblico va a lusconi e Pier Luigi Bersani negli ultimi giorni. Inizia la
finanziare un'emittente di “fase due” , quella della crescita, e il Professore ha chie-
partito proprio mentre si di- sto un appoggio esplicito alla politica. “Al di là degli in-
scute dei tagli dei finanzia- contri pubblici di questi giorni Monti ascolta continua-
menti di Stato ai giornali. E
per di più ieri anche la Rai ha
mente i leader e fa bene a farlo”, ha detto il
leader di Api. Ancor più deciso in questo senso Casini:
annunciato che porterà a 112
euro, dai 110,5 attuali, il ca-
“La fase 1 senza la fase 2 sarebbe monca", ha detto il
leader Udc, insistendo molto sulla necessità di una "as-
none annuale di abbonamen-
to. L'aumento diventerà effet-
sunzione di responsabilità da parte dei partiti" per "non
creare intralci ma favorire soluzioni". Ma anche Ange-
tivo con il via libera del mi- lino Alfano ha insistito su questo tasto: "Abbiamo chie-
nistero dello Sviluppo che do- sto un confronto col governo per stimolare la crescita e
vrebbe essere questione di lavorare per far sentire più forte la voce dell’Italia in Eu-
ore. È dal gennaio 2009 che ropa", ha dichiarato al termine del colloquio con il pre-
l'abbonamento Rai, o meglio, mier. Al centro del giro d’orizzonte del premier, prima
il canone per il possesso del di tutto le liberalizzazioni e poi il mercato del lavoro.
televisore, cresce di anno in
anno di un euro e cinquanta,

FS, PROTESTA A MILANO

TRENI TAGLIATI, LE PROMESSE NATALIZIE DI MORETTI. MA NESSUNO SI FIDA

di Elisabetta Reguitti
armine, Oliviero e Giuseppe
Cnonsentono puzza di bruciato,
si fidano e soprattutto riman-
gono dove sono dall’8 dicembre,
appollaiati sulla torre-faro in sta-
zione centrale a Milano. “Dei co-
municati dell’amministratore de-
legato di Trenitalia Mauro Moretti
non ce ne facciamo nulla. Otto-
cento lavoratori non si riassumo-
no con i lanci di agenzia stampa”,
taglia corto Carmine, 45 anni di
cui 25 di lavoro nelle carrozze dei
treni della notte.
È STATO LUI, ieri al telefono, a
riferire della decisione presa insie-
me ai colleghi ferrovieri Giuseppe
(44 anni) e Oliviero (48) che, in
segno di protesta per il loro licen-
ziamento vivono da 15 giorni a 50
metri da terra. I tre ieri non hanno
battuto ciglio alla lettura dell’ le sue promesse”. Stessa versione, ziati. qui l’inizio della protesta dei tre
agenzia delle 17.24 con cui: “Tre- per la verità, Carmine, Oliviero e La questione riguarda i dipendenti uomini mentre ai piedi della torre
della Servirail, la ex Wagon Lits, e sono state piantate 4 tende, un ga-
nitalia rende noto che sono già ini-
ziate le procedure per l’avvio della
formazione professionale degli ex
Giuseppe, l’ avevano data per la
precedente nota con cui Trenita-
lia faceva sapere “di assume l’im-
di Rsi (per la manutenzione) che
hanno perso il posto perché Fs ha
zebo e predisposta una cucina da
campo. Una trentina di colleghi si
lavoratori Servirail e Wasteels In- pegno di garantire entro i prossi- deciso di tagliare molti treni a lun- alternano per le necessità dei fer-
ternational Italia da ricollocare en- mi 24 mesi, la progressiva ricol- ga percorrenza, in Italia e verso rovieri decisi a proseguire ad ol-
tro i prossimi 24 mesi e che da locazione” dei dipendenti licen- l’estero. La gara per gestire il ser- tranza.
martedì 27 dicem- vizio residuo (tutto,
bre sono già pro- La protesta dei ferrovieri (F L P )
OTO
dalla manutenzione
A RESSE
“DI FRONTE a questi problemi
grammati incontri
con le regioni inte-
Uno dei tecnica al cornetto a
bordo) è stata fatta
e quando uno non sa dove buttare
la testa, il freddo passa in secondo
ressate”.
I tre ex-dipendenti
ferrovieri sulla con un super ribas-
so, le tre società che
piano”, assicura Carmine che ha
tre figli. Anche Oliviero è padre di
vogliono garanzie
serie. “Un tavolo di
torre: “800 prima impiegavano
il personale si sono
un figlio mentre Giuseppe che di
figli ne ha due deve attutire il col-
trattativa con il Go- ritirate lasciando a po di un doppio licenziamento vi-
verno, i sindacati, le lavoratori non piedi praticamente sto che anche la moglie lavorava
regioni e i comuni l’intero comparto, nella stessa società tagliata da Fs.
interessati non le pa- si riassumono sia sulle tratte nazio- Prima di salutare Carmine però ri-
role di una sola parte nali che su quelle in- volge un invito all’ad: “ Signor Mo-
che, tra l’altro, non con i lanci ternazionali. retti, al quarto piano di questo edi-
perde occasione di Risultato? Licenzia- ficio c’è una sala stampa, venga a
farsi pubblicità con di agenzia” menti in tronco. Da trovarci, noi l’aspettiamo qua”.
Sabato 24 dicembre 2011 pagina 7

I
SANTI E NAVIGATI

l cardinal Angelo Bagnasco, capo dei
Santissimi privilegi, vescovi, pochi giorni fa sembrava aver
aperto sulla possibilità che la Chiesa
pagasse l'Ici (o Imu) sugli immobili che hanno
la retromarcia del anche natura commerciale. Poi la manovra è
stata blindata ed è stata votata con la fiducia alla
Camera. Subito dopo l'intervista al Corriere della
cardinal Bagnasco Sera: "Le tasse non sono un optional, la Chiesa
paga l'Ici". Poi, però, a metà colloquio ammette:
"L'esenzione dall'Ici per talune categorie di enti
e di attività non è un privilegio. È il
riconoscimento del valore sociale dell'attività
esentata e – cosa non secondaria – non
riguarda solo la Chiesa, ma anche altre
confessioni religiose e una miriade di realtà non
profit".

BAUDO: “LA CHIESA

in scena: servire la Repubblica
e stare su un palco da “condut-
tore” dovrebbero, sia pure in
modo diverso, imporre a tutti
senso di responsabilità e rispet-
to della verità”.

È CONFUSA, BAUDO , che non è mai pas-

sato per un estremista, sfiora la
scomunica. Ma ieri non si è ti-
rato indietro: “Sono io che do-
vrei querelare. Sono offeso, ma

DEVE PAGARE L’ICI”

perdono perché è Natale e poi il
direttore dell’Avvenire non ha
capito quello che ha scritto. C’è
molta improvvisazione, un ca-
rattere oltranzista. Ho fatto un
intervento civilissimo come
cittadino cattolico che dà l’8
Il conduttore critica la posizione per mille alla Chiesa nella di-
chiarazione dei redditi. Ma il
problema Ici esiste, tanto che il
del Vaticano. E l’Avvenire lo condanna cardinale Angelo Bagnasco,
che è una persona civile, ha det-
to “parliamone”. A questo Go-
di Ferruccio Sansa dell’alluvione. E ci sono anche la Chiesa a dare”. Ovazione del verno è stato consegnato uno
Genova loro, l’inedita coppia Bau- pubblico. Poi Pippo passa il mi- Stato in condizioni comatose.
do-Clini. Pippo dal palco lancia crofono a Clini che non si tira Dobbiamo contribuire tutti,
a Chiesa è confusa. È in- per primi quelli come me che

L
credibile, è perfino vieta-
to chiedere che il Vatica-
no paghi l’Ici. È l’annulla-
mento della democrazia. In
questi tempi bisognerebbe
cacciare i mercanti dal tempio,
invece stanno facendo in mo-
do che se lo comprino”. Pippo
Baudo nei panni di Savonarola.
Parla con toni pacati, ma usa
parole nette. Del resto chi l’a-
vrebbe mai detto: il Pippo più
famoso d’Italia destinatario di
un anatema. Sì, il protagonista
della televisione degli ultimi
decenni, moderato per defini-
zione, cattolico dichiarato. Ma
con lui nel mirino dell’Avvenire,
il quotidiano vicino alla Confe-
renza Episcopale, è finito an-
che Corrado Clini, ministro
della Repubblica. Non tocchi
di fioretto, ma colpi di mor-
taio. Il motivo? Hanno chiesto
che la Chiesa paghi l’Ici.
SIAMO a Genova, martedì
scorso. Gino Paoli organizza
uno spettacolo per le vittime
un appello contro l’esenzione
dall’ Ici degli immobili della
Chiesa (mica tutti, solo quelli
usati per finalità anche in parte
commerciali). Le parole sono
pacate, il messaggio, però,
chiaro: “Il Cardinale (Bagna-
sco, ndr) è qui vicino… e magari
qualcuno glielo va a dire. Han-
no alberghi, hanno cose. L’Ici la
devono pagare, perché tutti gli
enti che producono frutto e
quindi reddito devono pagare
la tassa. Dobbiamo convincere
A Genova con
Clini: “Invece di
cacciare i
mercanti dal
tempio, fanno in
modo che se lo
comprino”
indietro: “Sono molto d’accor-
do, spero che su questo non ci
siano opposizioni. Anche per-
ché è un segnale di solidarietà
vera, di superamento di privile-
gi non hanno più posto, soprat-
tutto oggi. Per questo dico che
è giusto che anche la Chiesa pa-
ghi l’Ici”. Altra ovazione.
MA QUALCUNO non ha
gradito. E ieri ecco il commen-
to di Marco Tarquinio, direttore
dell’Avvenire. Il titolo lascia già
poco spazio ai dubbi: “Triste e
deformante duetto”. È solo l’i-
nizio: “Ho visto un ammiccante
Baudo e un imperturbabile Cli-
ni. Le falsità messe in fila dal no-
to presentatore culminano nel-
la secca adesione alle stesse fal-
sità da parte del neo-ministro.
Incresciosa la disinformata e
grossolana polemica di Baudo,
sbalorditiva l’altrettanto disin-
formata e remissiva adesione di
Clini. E il ruolo da spregiudica-
to mattatore giocato dall’uomo
di televisione, non assolve co-
lui che rappresentava il Gover-
Pippo Baudo ( FOTO EMBLEMA)
Il giornale no”. Un’invettiva vera e pro-
pria: “In una serata dedicata a
dei vescovi: celebrare la solidarietà, c’è chi
non ha trovato di meglio che at-
“Incresciosa taccare con argomenti prete-
stuosi e mistificatori chi più di
ogni altro nel nostro Paese pro-
e disinformata muove e garantisce solidarietà,
prossimità e accoglienza: la
polemica”. La Chiesa”. Dunque, prosegue
Tarquinio, “non spetta a me di-
replica: dovrei re se questi signori meritino
querele, certo non meritano sti-
querelarlo ma per quello che hanno messo
stanno bene, magari con una
patrimoniale. Ma tocca anche
al Vaticano, lo dice il Vangelo,
“date a Cesare quello che è di
Cesare”. Basta, la Chiesa deve
contribuire, deve pensare me-
no ai crocifissi d’oro, ai ricchi
paramenti, e dedicarsi agli ulti-
mi”. Baudo fa una pausa. Ci pen-
sa. Poi, sì, decide che bisogna
dire ancora qualcosa: “Questa
Chiesa è confusa, non ha più
quelle grandi intelligenze che
le hanno permesso in passato
di superare le crisi più deva-
stanti, come quella della pedo-
filia. E poi… ha perso il suo
obiettivo principale, che è l’uo-
mo che soffre”. Pippo Baudo si
ferma, quasi avesse concluso.
Ma questa storia proprio non
gli va giù: “Sono finiti i regimi
dittatoriali, oggi esiste la discus-
sione, i pareri discordi si met-
tono a confronto. Invece c’è
chi sostiene un principio… im-
pressionante: tu non puoi nem-
meno parlarne. Gli unici depo-
sitari del verbo siamo noi”.

IL SOTTOSEGRETARIO POLILLO

IL FINTO TECNICO CRESCIUTO NELLA POLITICA. CHE NON SA MAI DI CHE PARLA
di Luca Telese
he meraviglia l’ultimo tecnico ap-
Cschermo
prodato alla gloria del piccolo
e alla vanità della sobria
esternazione neo-governativa. Che
spettacolo la neolingua io-non-centri-
sta del neo sottosegretario all’econo-
mia Gianfranco Polillo, quel sublime
dire e non dire, una risorsa per il pae-
se. Vedendolo martedì sera esternare
sul nulla a Ballarò, il sottosegretario Po-
lillo, si veniva presi da un moto di ir-
resistibile nostalgia per i vecchi po-
liticoni democri-
stiani, che alme-
no erano esperti
di tutto e di
niente, ma che
sapevano
Il sottosegretario
Gianfranco Polillo
(FOTO EMBLEMA)
sempre di cosa parlavano (e quindi
anche di cosa non dovevano parlare,
che non è poco).
VEDENDO la sfumatura alta e argen-
tea del sottosegretario, ascoltando il
suo vocione romafono, e il suo splen-
dido eloquio da bar sport ti veniva un
forte senso di rimpianto per quei cam-
pioni della prima repubblica che ci
mettevano sempre la faccia (anche
quando non era bella), e si beccavano
sempre gli insulti (anche quando non
erano meritati), perché quelle erano le
regole del gioco e loro sapevano stare
al mondo. Mentre invece, quando si
assiste allo spettacolo nullista
del sottosegretario Polillo,
viene da pensare che al con-
fronto lo sfuggente Arnaldo
Forlani era un filosofo zen, col-
to, eruditico ed essenziale, con-
ciso solo di fronte all’indicibile.
STA DI FATTO che a Ballarò il
sottosegretario Polillo è stato dav-
vero spettacolare, nelle sue ginca-
ne per dribblare qualsiasi do-
manda. Le gare sulle frequenze
televisive? “Ehhh, ci sono dei
vincoli…”. E il suo sfidante,
Antonio Di Pietro: “Non la
fate perché c’è il veto del
Pdl”. E Polillo: “Scusi,
scusi, scusi…”. E quel-
lo: “Lo stai ametten-
do!”. E lui: “Scusi…”. E ancora: “Ma
perché non l’avete fatta la gara?”. E il
sottosegretario: “Non l’abbiamo fatta
perché abbiamo fatto una scelta diver-
sa!”. Elementare Watson. Anzi, di più,
il sottosegretario ci ripensa e raddop-
pia: “Ci sono dei vincoli! Ci sono dei
vincoli, come per tutte le maggioran-
ze”. E Di Pietro, trinofante: “Appunto!
Non fate la gara perché sennò il Pdl
non vi vota”.
ANCHE perché, quando poi è in dif-
ficoltà, il supertecnico si arrabbia e ri-
corre all’eloquio forbito: “Di Pietro, a
Roma si dice: ‘Non la vorrei buttare in
caciara!’”. Oppure. “Di Pietro, non es-
sere polulista!”. E il leader dell’Italia
dei valori, sempre più arrabbiato: “Ma
come, io ti faccio le domande e tu mi
dici sempre che la butto in caciara e mi
dici che sono populista!?”. E l’Ici sui
beni della Chiesa va pagata o no?
“Ehhh...... è un problema…”. E le tasse
sui capitali scudati? “Ehhh..... Forse
non si possono imporre…”. Fantasti-
co. Ancora più bello il duello in due fasi
con Di Pietro. Fase uno: il supertecni-
co attacca il leader dell’Italia dei valori
con motivazioni squisitamente politi-
che: “Non ha perso la forma mentis del
magistrato!” (come se parlasse di un
ex ufficiale delle SS). Oppure, lancian-
dosi in una citazione cinematografica:
“E’ come il dottor Stranamore che gli
sfugge il braccio e gli parte il saluto”.
Gli chiedono se la manovra sia equa, e
di nuovo il sottosegretario tecnico con
vocazione per l’invettiva politica tor-
na subito vago. Allora Di Pietro gli fa:
“Per me l’evasione è un reato punto”. E
Polillo scuote la testa, come dire: ve-
dete, è un manettaro. Si parla poi di tra-
sporti e di ferrovie, cioè della materia
di Polillo al ministero, e – soprattutto -
del tema della puntata: “Diamo un sac-
co di soldi alle ferrovie, adesso non mi
ricordo quanti gliene davamo esatta-
mente”. Allora in studio chiedono:
“Quanti?”. Polillo, molto tecnicamen-
te non ricorda. E allora a chi si rivolge?
Nientemeno che a quello con la forma
mentis da magistrato: “Ma forse Di Pie-
tro che è preparato sa quanti sono esat-
tamente”. Meravigliosa la perfidia del-
l’ex ministro delle Infrastrutture, che a
quel punto inalbera il suo sorriso da
Aristogatto e si sottrae alla richiesta di
soccorso del Sottosegretario: “Parla,
parla… che io ti ascolto”. Il sindaco di
Tombolo gli chiede se lo Stato si im-
pegna a ripianare i buchi di bilancio
che ci creano con l’Imu. Il sottosegre-
tario Polillo, eroicamente, non rispon-
de nemmeno questa volta. Altra do-
manda: “Il governo si impegna ad apri-
re un tavolo con le ferrovie? Il sotto-
segretario Polillo tira fuori la giustifi-
cazione per non essere pronto all’in-
terrogazione. “Siamo stati chiamati al-
l’improvviso….”. E allora Di Pietro, co-
me il gatto che acchiappa il topo ma-
ramaldeggia: “Ma tu ci sei sempre stato
al governo…Eh eh…”.
E ALLORA ti viene voglia di scoprire
quanto sia tecnico Polillo. Intanto bi-
sogna ricordare che il sottosegretario,
ex funzionario della Camera, è stato
l’uomo del “buco”. Ovvero l’inventore
della meravigliosa campagna contro il
presunto deficit del governo Prodi
(non ci sono notizie di suoi studi sul
baratro del governo Berlusconi). Ex
consulente di Gilulio Tremonti, quindi
molto tecnico, grande giocatore di
tennis al circolo Montecitorio, quindi
molto tecnico (soprattutto sul rove-
scio) già membro della fondazione
Free ispirata da Renato Brunetta, quin-
di molto, molto tecnico, diciamo.
Quindi uomo ovunque di Stefano Cal-
doro ai tempi in cui era ministro, quin-
di molto tecnico, tecnico di famiglia
socialista. Ed ex guru di Fabrizio Cic-
chitto, secondo qualcuno l’ispiratore
– nei panni del ghost writer dei suoi
discorsi più ispirati. Quindi molto,
molto, decisamente super-tecnico.
Dopo aver svolazzato nel sottobosco
di tutti i ministeri di centrodestra, dun-
que, il nostro mitico Polillo, scende
ora nell’agone della politica e nell’epi-
fania del governo Monti. Nulla di male.
Ma se vuole fare il tecnico, la prossima
volta, assuma qualche lato positivo
della forma mentis da magistrato. E
perlomeno si prepari.
pagina 8
SU LORENZA LEI
ALEGGIA
IL CAVALIERE
Un incontro tra il dg Rai
(con mandato in scadenza) e B.
di Carlo Tecce
ualche giorno fa, palazzo
Q Grazioli, mattina presto,
ora di caffè e cornetti. Di
nascosto, Lorenza Lei fa
visita a Silvio Berlusconi. Il di-
rettore generale Rai preferi-
sce la riservatezza estrema.
Non ne parla con i consiglieri
di amministrazione, non ne
parla con i suoi collaboratori
(a parte le smentite ufficiali),
non ne parla con i parlamen-
tari di centrodestra. Anche
perché sarà imbarazzante giu-
stificare un incontro segreto
con l’ex presidente del Consi-
glio, ora soltanto capo di un
partito e proprietario di un
gruppo televisivo concorren-
te. Un faccia a faccia in forma
privata, niente telecamere,
niente politici. E l’indiscrezio-
ne dei berlusconiani che spif-
ferano il singolare episodio al
Fatto Quotidiano. Non sarà un
anno semplice, il prossimo,
per Lorenza Lei. Con il man-
dato in scadenza nel momen-
to esatto in cui viene approva-
to il bilancio aziendale, fine
marzo o inizio giugno, il diret-
tore generale Rai naviga a vista
senza la bussola Paolo Roma-
TG1 Minzolini:
a volte ritornano
otrei anche tornare a dirigere il Tg1”. A
“P dirlo è Augusto Minzolini, durante la re-
gistrazione di “Ma anche no” in onda dome-
nica 25 dicembre su La7. “È stata applicata nei
miei confronti una legge propria per i dipen-
denti pubblici che mi sospende e mi dovrebbe
mandare a ricoprire un ruolo equivalente, ma
secondo me utilizzare questa legge è una for-
zatura dato che la Rai è una società per azioni
e lo ha ricordato anche la Corte di Cassazio-
ne”. Minzolini è accusato di peculato per l’uso
della carta di credito aziendale.
“Servizio pubblico” continua a crescere
e mette in scacco il sistema Auditel
primo tempo di Ser vizio
IduelPubblico, otto puntate in
mesi, si chiude con il
7,6 per cento di share e
1,76 milioni di telespetta-
tori. Non manca, nemme-
no stavolta, l’ennesimo ri-
tardo Auditel. La società di
rilevazione ha diffuso pun-
tualmente gli ascolti sui ca-
nali generalisti e satellitari,
ma si è confusa sui dati per
le televisioni regionali,
cioè l’architrave della mul-
ti-piattoforma che regge il
programma di Michele
Santoro.
L’Auditel ha comunicato ai
centri media che al cam-
pione di 5 mila e 400 fa-
miglie mancava un dato:
non riuscivano a capire se
un utente (uno soltanto)
avesse acceso il televisore
ni, ex ministro per lo Sviluppo
economico nel governo di
Berlusconi.
E LA CACCIATA di Augusto
Minzolini e i rapporti gelidi
con i consiglieri di centrode-
stra staccano il disco che suo-
nava musica dolce: la prima
donna al comando di viale Maz-
zini, amata a destra, desiderata
al centro, adorata dal Vaticano.
Tutto finito. La maggioranza
politica che l’ha nominata (Pdl
e Lega) è svanita sia in Parla-
mento che in viale Mazzini, la
rimozione di Minzolini l’ha
spinta verso l’Udc, ma Pier Fer-
dinando Casini ha fatto sapere
Un faccia a
faccia in forma
privata, niente
telecamere
e al riparo da
occhi
indiscreti
giovedì sera. A parte l’origi-
nale giustificazione, l’episo-
dio conferma i difetti strut-
turali di Auditel e le crisi di
nervi (e di sistemi) del gio-
vedì, all’indomani di una
puntata di Servizio Pubblico. È
sempre divertente esamina-
Il mix della multi-
piattaforma,
internet, digitale
terrestre e Sky
piace
Andrà avanti
fino a giugno
di avere idee diverse per il fu-
turo del servizio pubblico. Sarà
curioso capire se le idee di Ca-
sini coincidono con i progetti
del governo di Mario Monti
che, su suggerimento del Par-
tito democratico, vorrebbe
commissariare la Rai con una
riforma che licenzia la legge
Gasparri, vent’anni di conflit-
to d’interessi e, appunto, la ge-
stione di Lorenza Lei. Il Cava-
liere aveva informato il diretto-
re generale tramite il suo fida-
tissimo consigliere Antonio
Verro, ex deputato di Forza Ita-
lia e amico di famiglia dagli an-
ni Settanta: così ti mandiamo a
casa. Senza l’ambasciatore (ex
ministro) Romani, Berlusconi
ha ripetuto il giudizio negativo
sul servizio pubblico guardan-
do Lorenza Lei negli occhi. E
poi si è sfogato con i senatori
del Pdl: “Il consigliere Gorla ha
sbagliato a votare per la caccia-
ta di Minzolini, doveva essere
più coraggioso. Gli hanno in-
ferto un colpo basso che non
meritava”. L’ex presidente del
Consiglio ha intuito che, senza
il presidio di palazzo Chigi, sa-
rà difficile controllare la Rai.
IL PRIMO GIRO di prova sa-
rà la conferma o la fine dell’in-
terim al Tg1 per Alberto Mac-
cari (dovrebbe lasciare il 31
gennaio), imposto con una te-
lefonata del Cavaliere, l’unico
nome indicato per accettare
l'addio di Minzolini. L’informa-
zione del servizio pubblico è la
madre di tutte le propagande
che B. ha sfruttato per cinque
elezioni, tre vinte e due perse.
Dicono le fonti berlusconiane
che Lorenza Lei abbia cercato
di calmare Berlusconi senza
promettergli l’impossibile, ma
con una garanzia ben precisa.
Un tentativo, estremo: non fa-
re del Tg1 un telegiornale tec-
nico come il governo in carica.
L’avviso del Cavaliere è preci-
so, non contempla deroghe né
scuse postume: sarà guerra
re i risultati scorporati di
un gruppo di 26 televisioni
regionali.
Anche se l’ottava puntata è
in crescita rispetto a sette
giorni fa, il pubblico che
guarda la trasmissione sul
digitale terrestre si distri-
Michele Santoro (FOTO ANSA)
TELEVISIONE
Silvio Berlusconi (FOTO ANSA)
aperta (e sfiducia immediata al
dg) se il prossimo direttore del
Tg1 non sarà scelto dal Popolo
delle Libertà. Non sarà un anno
semplice di sicuro, il 2012, per
il direttore generale. Lo sciope-
ro dei dipendenti Rai di giove-
dì ha lasciato in eredità un re-
ferendum interno sul gradi-
mento dei vertici aziendali. Il
voto negativo sull’ex dg Mauro
Masi fu il primo segnale che la
sua stagione in viale Mazzini
stava per finire. Poi arrivò Lo-
renza Lei, che piaceva (abba-
stanza, non tantissimo) a Silvio
Berlusconi. Il resto di una sto-
ria sospesa si scrive di mattina
presto con il caffè a palazzo
Grazioli.
buisce con strani salti, a
volte alti al Nord, a volte
bassi al Sud, e viceversa.
Per esempio: mentre An-
tenna Sicilia raddoppia i te-
lespettatori superando
130mila, Umbria Tv scom-
pare passando da 22 mila a
2mila; mentre Video Cala-
bria guadagna 20 mila
utenti, Free (Friuli) ne per-
de 50 mila. Singolare, alme-
no.
Ma la credibilità di Auditel
è crollata per il doppio col-
po Antritrust: istruttoria
che elenca le carenze, mul-
ta di 1,8 milioni di euro che
certifica l’abuso di posizio-
ne dominante. Servizio Pub-
blico, dice la società editri-
ce, continua la sua stagio-
ne senza subire le altalene
di Auditel perché la raccol-
Sabato 24 dicembre 2011
Un’immagine del direttore generale della Rai Lorenza Lei (FOTO ANSA)
VISTI SUL CORRIERE
Soffietti
di Natale
I n piena schizofrenia tematica (il soffietto a
pagina 10 è collocato sotto il “tradizionale
discorso alla Curia” di Papa Ratzinger) il Corriere
della Sera anticipa il Natale del Professor Franz Fo-
ti, dell’Università degli studi dell’ Insubria. Occa-
sione, l’imperdibile volumetto del cattedratico,
“Politica senza classe”, pubblicato dal “Centro di
documentazione giornalistica”, il cui originalissi-
mo succo è che il passaggio tra Prima e Seconda
Repubblica si sia rivelato “ingannevole”. Sciocchi
noi, che dietro il titolo “Il libro denuncia”, aveva-
mo sperato di scorgere una notizia e ci siamo ri-
trovati nei “salienti” labirinti della perdita di “va-
lenza contrattuale nei confronti della struttura del
potere”. Questione che non riguarda chi al potere
dà del tu. Andrea Ceccherini, presidente del-
l’Osservatorio Permanente giovani editori,
sorride al Pontefice. Lo scatto a pagina 25 dello
stesso giornale, è grande come l’articolo. Il suo
“quotidiano in classe”, con l’ambizione mes-
sianica di educare “le giovani generazioni” al-
la lettura del giornale, “si arricchisce” con
l’Osservatore Romano. Nell’alto dei cieli. Per-
manentemente Amen.
Malcom Pagani
ta pubblicitaria va bene.
Anche Sandro Parenzo,
editore di Telelombardia e
giovani precari e ai disoc-
cupati che su internet ha
scatenato varie discussio-
promotore di Servizio Pub- ni: sul reddito minimo ga-
blico, conferma che le tra- rantito, sull’articolo 18, sul
smissioni andranno avanti rilancio dopo le tasse.
sino a giugno. Come acca- Servizio Pubblico si ferma per
deva per Annozero. le vacanze natalizie, ri-
Giovedì sera c’è stato un prenderà la programma-
lungo dibattito a distanza zione giovedì 12 gennaio,
tra i ferrovieri disoccupati
in protesta a Milano e le
ma i temi lanciati in studio
continuano a vivere in re-
Ferrovie dello Stato che
promettono un impegno
te. Lì dove Santoro ha de-
ciso di costruire uno dei
per il reintegro.
Ieri Antonio Di Pietro (Idv)
punti di partenza del pro-
getto di Servizio Pubblico
ha scritto ai ministro Cor- che, come spiegano i titoli
rado Passera (Sviluppo in apertura, viene presen-
economico) ed Elsa Forne- tato dagli oltre 100 mila
ro (Welfare) per fare chia- sottoscritti e si regge su
rezza sul destino di 800 la- una multi-piattaforma che
voratori. Michele Santoro unisce e mescola internet,
ha concluso il 2011 con il digitale terrestre e il sa-
una puntata dedicata ai tellite con Sky.
Sabato 24 dicembre 2011 pagina 9

RIFORME MANCATE

GUERRA DELLE LICENZE

Le liberalizzazioni dei taxi che non arrivano:
la categoria detta legge e i cittadini hanno meno servizi
TRASPORTATORI ALTERNATIVI Il governo ha dovuto scontrarsi col partito trasversale delle lobby che ha fatto IL LEADER DI URITAXI
sparire la liberalizzazione del settore: Monti ha escluso i taxi, ma li vincola a
una futura riforma dei trasporti che sarà varata entro giugno. Nel frattempo
“Il caso italiano, un emendamento approvato in commissione alla Camera, ha spostato le
liberalizzazioni di negozi, bar e servizi al 2013, rimodulando quella degli
“Più auto? Non
una patologia” ordini per evitarne l’abolizione in caso non si adeguino.
conviene a nessuno”
di Stefano Caselli lei? utti parlano sempre di che in Italia...

I
rapporti con i taxisti? Bè,
ogni tanto qualcuno mi in-
sulta su facebook, ma tutto
sommato sono buoni. An-
che perché noi forniamo un
servizio diverso”. Carlotta Fa-
bietti, ex libraia torinese, 42 an-
ni, tre anni fa si è inventata “Yo-
yo Driver”: chi non se la sente
di guidare può chiamare un nu-
mero verde, loro arrivano con
un miniscooter pieghevole, lo
caricano nel portabagagli e
portano il cliente a destinazio-
ne guidando la sua macchina.
Immagino che lei sarà to-
talmente a favore della libe-
ralizzazione del servizio
Taxi...
Lo sono per questo e per mol-
te altre cose. Ogni volta che si
parla di liberalizzare il servizio
taxi mi dispero e gioisco allo
stesso tempo. Mi dispero per-
ché ogni volta finisce in un
nulla di fatto e – avendo vissu-
to a lungo all’estero – mi rendo
conto che il caso italiano è una
patologia inspiegabile. Gioi-
sco perché così posso tenere
bassi i prezzi ed essere compe-
titiva.
Sta dicendo che il mercato
protetto conviene anche a
Sì e no. Conviene perché i
prezzi rimangono alti, non mi
conviene perché se liberaliz-
zare il mercato significasse svi-
luppare una cultura di condi-
visione, per cui si affida anche
ad altri il trasporto personale,
ne guadagneremmo tutti. Io
per prima, che già faccio que-
sto lavoro. Ma sono certa che
ne guadagnerebbero tutti. È
una questione culturale, di fi-
ducia. C’è gente che piuttosto
che affidarti il volante della
sua auto preferisce guidare
ubriaco.
Ma lei come ha fatto a inse-
rirsi nel mercato?
Semplice. Il nostro è un servi-
zio diverso da quello dei taxi,
noi guidiamo la vettura del
cliente, non abbiamo bisogno
di licenze. Anche alla Camera
di Commercio di Torino siamo
registrati come “altri servizi”,
non come trasporto pubbli-
co.
Però, se potesse, differen-
zierebbe la sua offerta?
Probabilmente sì. Più licenze
significano maggiore offerta e
prezzi più bassi. Mi risulta che
questo accada nelle grandi cit-
tà europee e americane. Basta
prendere un taxi a Barcellona
o a New York per rendersene
conto. Non differenzio per-
ché la barriera, per ora, è in-
T New York, dove i taxi gi-
rano in continuazione e
basta alzare la mano per
fermarne uno. Vero, ma lo sap-
piamo che vita fa la maggior
parte dei taxisti di New York?
Pachistani, senegalesi che pra-
ticamente vivono 24 ore su 24
a bordo del loro taxi? Mangia-
no al massimo un panino e una
birra e magari non hanno la
possibilità di fare la manuten-
zione delle loro vetture? Vo-
gliamo arrivare a questo? Io
non credo”. Parola di Loreno
Bittarelli, presidente del sinda-
cato Uritaxi, e personaggio
noto nella Capitale.
Per voi la liberalizzazione è
fumo negli occhi. Ma gli
utenti?
Dire no alla liberalizzazione è
soprattutto nell'interesse de-
gli utenti. Tutte le esperienze
degli altri paesi hanno provo-
FONDIARIA-SAI cato un aumento delle tariffe,
della precarietà degli operato-
ri, delle loro tutele sociali e
La resa di Ligresti uno scadimento del servizio.
È sicuro che all’estero la li-
alvatore Ligresti alza bandiera bianca. La pressione beralizzazione abbia provo-
Strollo
dei creditori insieme a quella delle autorità di con-
(Consob e Isvap) ha finito mettere all'angolo il
cato un aumento delle tarif-
fe? In molte città europee
costruttore e finanziere siciliano. E così Ligresti non l’impressione è che i prezzi
ha potuto fare a meno di dare via libera all'opera- siano decisamente inferiori
zione che salvo sorprese finirà per sfilargli il con-
trollo di Fondiaria Sai. Ieri infatti il consiglio di am-
ministrazione del gruppo assicurativo ha deciso un
All’estero costa meno? Secon-
do i nostri calcoli non è vero.
In Italia la tariffa non è così ca-
ra come si pensa. Certo, costa
molto la corsa taxi, ma questo
è un problema dovuto alla pes-
sima viabilità delle nostre cit-
tà. La tariffa media a Roma è 23
euro all'ora, non è uno spropo-
sito. Un imbianchino, che ma-
gari lavora in nero, viene paga-
to di meno? Non credo.
Ci riprovo: più licenze,
prezzi più bassi, più doman-
da. Vale?
Guardi, questo è un falso pro-
blema e i dati lo dimostrano. A
parità di bacino d'utenza se i
prezzi diminuiscono non è af-
fatto detto che più gente pren-
da il taxi. Se una corsa invece
che 15 euro ne costasse 10, la
diminuzione certo è evidente,
ma non per questo chi si muo-
ve in bus a un euro, un euro e
mezzo cambierebbe le pro-
prie abitudini. E poi mi chiedo
se la liberalizzazione diminui-
rebbe i prezzi. Aumentare le li-
cenze significa diminuire le
corse, ma i costi fissi rimango-
no gli stessi e quelli bisogna co-
munque coprirli. Quindi il
prezzo potrebbe addirittura
aumentare. Il risultato vero sa-
rebbe l’accaparramento delle
licenze da parte di chi ha mag-
giore disponibilità economica

60.000 valicabile. E preferisco diriger-

mi altrove, per esempio verso
il car sharing.
Chi chiama Yoyo? Solo chi
AUTO A PAGAMENTO non vuole mettersi alla gui-
da avendo bevuto anche so-
IN ITALIA lo un bicchiere di troppo?
No. Ultimamente ci capita di
accompagnare la gente in ae-
nuovo aumento di capitale, il secondo nel giro di
pochi mesi. Questa volta gli azionisti saranno chia-
mati a sborsare 750 milioni che si aggiungono ai 450
milioni già versati in primavera. Ligresti, che tramite
7.400
I TAXI A ROMA
e può permettersi dei dipen-
denti.
Ma uno che da un giorno al-
l’altro volesse diventare ta-
la holding Premafin possiede il 35 per cento di Fon- xista, può farlo?
sai, con ogni probabilità non sarà in grado di sot- E perché no? Basta avere l'abi-
toscrivere la sua quota che si ridurrà così a meno del A MILANO 5.000 litazione professionale, iscri-
15 per cento. Il controllo della compagnia in grave versi al ruolo e acquistare una
crisi passerà quindi di fatto a Unicredit e Medioban- licenza.

100.000 roporto. Il cliente sfrutta il no-

stro rimessaggio gratuito, cioè
non paga la tariffa per il par-
cheggio. E se per esempio par-
QUANTO VALE te da Torino Caselle e, magari
una settimana dopo, torna a
UNA LICENZA Milano Malpensa, noi andia-
mo a prenderlo. E se serve tor-
niamo in treno.
ca, i due istituti più esposti nei confronti del gruppo.
L'intervento di emergenza serve a evitare il tracollo
di una compagnia che, secondo quanto è emerso
ieri, presenta requisiti patrimoniali da allarme rosso.
19.000 Appunto, la licenza. Qual è
il prezzo medio?
A Roma circa 100 mila euro.
Una bella cifra...
Il margine di solvibilità è arrivato a quota 90 per I TAXI A LONDRA, Anche per aprire un bar ci vuo-
cento contro il 100 per cento che rappresenta il le la licenza. Il sistema è impo-
minimo prescritto dall'Isvap. 15.000 A PARIGI stato così perché delle regole
ci devono essere.
(Ste.Ca.)

Lavoro, deleghe misteriose al vice della Fornero

DOPO SETTIMANE IL GOVERNO DEFINISCE I COMPITI DEL VICEMINISTRO AL WELFARE: “FUNZIONI PARTICOLARI”
di Sara Nicoli
d maiora semper. Mai antico adagio latino fu
Afessor
più adatto a descrivere la carriera del pro-
Michel Martone, già il più giovane or-
dinario d’Italia a 35 anni. Un mese fa è stato
nominato viceministro di Elsa Fornero, al Wel-
fare. Ma solo nel Consiglio dei ministri di ieri
Martone ha avuto le deleghe, cioè è stato de-
finito l’ambito delle sue competenze. La de-
lega è apparentemente un po’ vaga: “funzioni
particolari”. Ma dietro l’etichetta potrebbe na-
scondersi molto di più.
MARTONE SARÀ colui che, d’ora in poi,
seguirà, sempre su delega del ministro, le più
spinose trattative sindacali e che si occuperà
anche di disciplinare (meglio, centellinare) il
ricorso agli ammortizzatori sociali. Insomma,
una delega pesante, al momento non nota ai
sindacati che, tuttavia, presto se lo troveranno
davanti nei tavoli più spinosi aperti dalla crisi.
Oltre a questo, Martone ha anche ricevuto l’in-
carico di occuparsi delle “politiche dell’occu-
pazione giovanile”, uno dei temi di cui si è più ferente nel Pd delle riforme che Martone sarà denza del Civit (Commissione per l'integrità, la
occupato e che, nelle intenzioni, dovrebbe es- chiamato a scrivere (nonostante le contrarietà valutazione, la trasparenza delle amministra-
sere centrale nella fase due del governo Monti. di molti nel partito) non sia stato entusiasta. zioni pubbliche"). E mentre il padre veniva scel-
Ad maiora, si diceva. Perché il giovane vicemi-
nistro del Lavoro sembra davvero proiettato, È VERO CHE MARTONE è ordinario di Di-
to per l'alto incarico, il figlio riceveva dal me-
desimo ministro una bella consulenza per l'im-
con queste deleghe nuove di zecca, verso più ritto del lavoro, che il suo “habitat”, come scri- porto di 40 mila euro. Il punto non è tanto il
alti traguardi. Di lui, infatti, si parla già come il ve nel suo blog, è l'Università, che sfoga le pro- costo ma che, mentre il padre doveva valutare
possibile estensore (lui preferirebbe ombra) di prie inquietudini scrivendo sui giornali e che si la Pubblica amministrazione, il figlio riceveva
quella riforma del lavoro che dovrebbe diven- interessa di musica, ma è anche vero che è stato una consulenza dal ministro che doveva essere
tare forse il fiore all’occhiello non solo del man- consigliere giuridico dell’ex ministro per la valutato. All’interrogazione, prima il portavoce
dato del governo Monti, ma anche della stessa Pubblica amministrazione e l'Innovazione. Ed è del ministro (ufficiosamente), poi il ministro
ministra Fornero. E sicura- stata proprio quella nomina a (ufficialmente) risposero sdegnati, come rac-
mente sarà fonte di parecchie Michel Martone (F L P )
OTO
far saltare la mosca al naso a
A RESSE
contò all’epoca Ivan Scalfarotto, vicepresiden-
tensioni con i sindacati e i par- ben tre maggiorenti del Pd, te del Pd. Poi Martone scrisse a Ichino dicendo:
titi (in particolare il Pd). Zanda, Morando e proprio “Non ho pensato di rinunciare all'incarico do-
Classificato come “uomo di Ichino, che avevano presenta- po la nomina di mio padre perché francamente
Renato Brunetta” (perché suo to, sul fatto, un’interrogazio- non ne vedevo, e non ne vedo, la ragione”. In-
consulente), ma ben visto an- ne parlamentare. Poi, dopo la cidente chiuso? Si vedrà. Quanto al padre di
che da Maurizio Sacconi ed nomina, si è arrivati a una tre- Martone, il Csm ne ha deciso il collocamento a
Enrico Letta, all’inizio “Mi- gua. riposo dopo che il suo nome era emerso nel-
chel il francese” è rimasto pa- Michel è figlio di Antonio Mar- l'inchiesta romana sugli appalti sull'eolico e la
recchio indigesto all’ala sini- tone, ex avvocato generale loggia P3, dove è stato sentito dai magistrati co-
stra del Pd. Ma si dice che an- della Cassazione scelto dal mi- me persona informata dei fatti. Ma forse non è
che Pietro Ichino, il primo re- nistro Brunetta per la presi- finita neanche qua.
pagina 10 Sabato 24 dicembre 2011

MALITALIA

LE “FARFALLE” DI MORI
Un protocollo per fornire solo ai servizi segreti le informazioni
più sensibili dei boss in carcere
di GiuseppeLo Bianco ma volta, ieri mattina, il chiedere copia del misterio-
e Sandra Rizza pubblico ministero della so documento alla procura
Palermo procura di Catania Sebastia- di Roma che indaga già da
no Ardita, ex capo dell’uf- qualche tempo sulle anoma-
rotocollo Farfalla è il ficio detenuti del Dap, in-

P
nome dell’accordo se-
gretissimo che una de-
cina di anni fa il Dap (il
Dipartimento dell’ammini-
strazione penitenziaria) gui-
dato da Gianni Tinebra siglò
con il Sisde di Mario Mori.
Tema: la sicurezza all’inter-
no degli istituti di pena ga-
rantita soprattutto dal con-
trollo del flusso di informa-
zioni proveniente dalle cel-
le.
Sono in pochi fino ad oggi
ad aver sentito questo no-
me e a conoscere l’esisten-
za del patto segreto stilato
all’insaputa della magistra-
tura.
Ne ha parlato (senza mai in-
dicarne il nome) per la pri-
terrogato a Palermo come
teste nel processo al gene-
rale del Ros Mario Mori e al
colonnello Mauro Obinu,
accusati della mancata cat-
tura del boss Provenzano a
Mezzojuso nel 2005, nel
contesto della trattativa ma-
fia-Stato.
ARDITA, in aula, ha solo
accennato al documento
che fino ad oggi nessuno dei
magistrati di Palermo cono-
sce, e ha parlato generica-
mente di un protocollo, so-
stenendo di ignorarne a sua
volta il contenuto. Ma ora il
procuratore aggiunto Anto-
nio Ingroia e il pm Nino Di
Matteo si apprestano a ri-
lie legate ai metodi di con-
trollo utilizzati dal Dap per
monitorare i detenuti, in
special modo quelli al 41
bis.
Ma cosa si intende in pratica
per “Protocollo Farfalla’’? I
magistrati di Palermo voglio-
no accertare se si trattava di
un patto sotterraneo per cui
le informazioni relative ai
detenuti più pericolosi veni-
vano raccolte e veicolate in
via privilegiata al servizio se-
greto civile. La ragione per
cui queste stesse informa-
zioni venivano poi taciute al-
la magistratura, si dovrà ca-
pire dopo aver analizzato il
testo dell’accordo, che è già
agli atti dell’indagine capito-
lina. A Roma è già imputato,
Il generale Mario Mori (FOTO ANSA)

Il nome le, che alle domande ha op-
PAPA torna libero del documento
posto il segreto di Stato, con-
fermato poi anche dal pre-
mier Silvio Berlusconi.
domiciliari revocati del generale Secondo alcune indiscrezio-
ni, Leopardi sarebbe, con il
Le informazioni re di farlo parlare dell’ono-
non finivano alla
revole Carlo Vizzini, emerso
nelle conversazioni intercet-
tate tra Ciancimino junior ed
magistratura il professor Gianni Lapis.

Nel corso della sua depo-

Tbitoorna in libertà il deputato del Pdl Alfonso
Papa, che era agli arresti domiciliari nell’am-
dell’inchiesta sulla P4. Lo ha deciso la pri-
rivelato dal vice generale Mario Mori, il fir-
matario del misterioso “Pro-
tocollo Farfalla’’. Interrogato
Nelle carte sizione di ieri, Ardita ha ri-
cordato inoltre che nel '92
ma sezione del Tribunale di Napoli davanti al di Tinebra nel dalla procura di Roma, però, anche la Amato propose ''una forma
quale si sta svolgendo il processo. I giudici han- il magistrato avrebbe soste- di 41 bis 'attenuata', per tutti
no accolto la richiesta degli avvocati Giuseppe processo sulla nuto che dell’accordo era a proposta di un i detenuti mafiosi. Una scel-
D’Alise e Carlo Di Casola. Il provvedimento del conoscenza il suo diretto su- ta che riguardava oltre quat-
Tribunale è motivato con la mancanza di “esi- “trattativa” periore di allora: Gianni Ti- 41bis alleggerito tromila persone, più le mille
genze cautelari”. I giudici, secondo i legali, nebra, il quale ha smentito la già raggiunte dal provvedi-
avrebbero anche espresso apprezzamento per circostanza. mento. Nel giugno del ’93,
il comportamento processuale di Papa. Il pro- con l’accusa di falso per sop- Per una curiosa coinciden- deva all’interno delle carceri però, Amato fu sostituito da
cesso riprenderà martedì prossimo. pressione e rivelazione di se- za, Tinebra e Leopardi sono dove erano detenuti i boss di Adalberto Capriotti, coadiu-
Il 21 dicembre scorso anche il gip di Roma ave- greto d’ufficio, il magistrato due tra i pm che a Caltanis- Cosa nostra coinvolti nelle vato dal vice Francesco Di
va revocato i domiciliari al parlamentare in re- Salvatore Leopardi, ex capo setta hanno chiesto l’archi- stragi. Dalla falsa notizia fil- Maggio, che si sarebbe rive-
lazione a un episodio di concussione, emerso dell’ufficio detenuti del Di- viazione, poi ottenuta, di trata, secondo Massimo lato molto piu’ garantista:
dall’inchiesta sulla cosiddetta P4, per il quale è partimento dell’amministra- Berlusconi e Marcello Del- Ciancimino, attraverso il si- quest’ultimo, pero’, non
stata ritenuta competente l’autorità giudiziaria zione penitenziaria, sospet- l’Utri come mandanti delle gnor Franco, sulla frase of- aveva i titoli per ricoprire il
della capitale. Quanto alla decisione del Tribu- tato di aver soppresso alcu- stragi. fensiva che sarebbe stata ri- ruolo.
nale, dopo le dure polemiche dei mesi scorsi ne relazioni con i testi dei volta dal detenuto Giovanni La sua posizione, ha conclu-
nei confronti della Procura di Napoli, il difen- colloqui in carcere tra ca- “PROTOCOLLO Farfalla’’ Riina, a Provenzano, al mo- so Ardita, venne sanata con
sore di Papa si è limitato a commentare che “la morristi, e di aver omesso di è solo l’ultima delle anoma- mento del suo ingresso nel l’intervento personale del-
magistratura giudicante ha un altro ruolo ri- informarne la magistratura, lie emerse nel corso delle in- carcere di L’Aquila, al tenta- l’allora presidente della Re-
spetto alla Procura, ci aspettavamo una deci- per rivelarne il contenuto dagini sulla trattativa ma- tivo di condizionamento – pubblica Oscar Luigi Scalfa-
sione di questo tipo”. solo agli uomini del Sisde. fia-Stato, e in particolare sul- che sarebbe avvenuto sem- ro. Si riprende il 20 gennaio
Sulla vicenda è stato sentito l’interesse fin troppo acceso pre in carcere - del pentito con l’audizione di Vincenzo
anche lo 007 Raffaele Del So- dei servizi per quanto acca- Antonino Giuffrè, per evita- Scotti.

A processo Pisani, il super-poliziotto che catturò Zagaria

L’EX CAPO DELLA SQUADRA MOBILE DI NAPOLI ACCUSATO DI ABUSO D’UFFICIO E FAVOREGGIAMENTO
di Vincenzo Iurillo
Napoli
ppena tre settimane fa ha partecipato alla cat-
AZagaria,
tura del capo dei capi dei Casalesi, Michele
ricevendo i complimenti dal capo della
Polizia Antonio Manganelli, mentre i poliziotti
della Questura di Caserta gli dedicavano cori e
applausi da stadio: “Pi-sa-ni, Pi-sa-ni, Pi-sa-ni”.
L’affetto e la solidarietà dei colleghi non gli sono
mai mancati, ma da sei mesi l’ex dirigente della
Squadra Mobile di Napoli Vittorio Pisani, il regi-
sta degli arresti dei più pericolosi latitanti di ca-
morra (“sua” anche la cattura de ‘o Ninno’, An-
tonio Iovine), vive e lavora allo
Sco di Roma, perché indagato e
sottoposto al divieto di dimora a
Napoli nell’ambito di un un’in-
Avrebbe rivelato
chiesta sul riciclaggio di denaro
sporco della camorra nei risto-
all’amico Marco
ranti del lungomare. Inchiesta
che ieri ha superato a pieni voti
Iorio, titolare
un esame cruciale. Il Gup di Na-
poli Francesca Ferri ha rinviato a del ristorante
giudizio Pisani e gli altri 17 im-
putati, accogliendo integral- dei Vip, l’avvio
mente le richieste dei pm della
Dda Sergio Amato ed Enrica Pa- di una indagine
rascandalo. Pisani è accusato di
rivelazione di segreto d’ufficio, su di lui
favoreggiamento, falso e abuso d’ufficio perché
– secondo la ricostruzione dei sostituti procura-
tori, supportata da alcune intercettazioni –
avrebbe avvertito dell’esistenza di un’indagine a
suo carico l’amico Marco Iorio, titolare del “Re-
gina Margherita” di via Partenope, un crocevia
del bel mondo di calciatori e vip, Fabio Canna-
varo (non indagato) tra i soci del ristorante, dove
si poteva trovare seduto al miglior tavolo Eze-
quiel Lavezzi, un altro buon amico di Iorio.
La Procura è convinta che l’ex capo della Mobile
avrebbe suggerito a Iorio di portare i soldi in Sviz-
zera e di modificare gli assetti societari per elu-
dere i controlli. E molte pagine dell’ordinanza
cautelare illustrano i rapporti
tra il poliziotto e il boss pen-
tito Salvatore Lo Russo, suo
confidente, che di Pisani dis-
se: “Lo temo più di cento ca-
morristi”. Relazioni che a leg-
gere le carte appaiono anoma-
li, ma l’alto dirigente di Polizia
ha sempre respinto tutte le ac-
cuse. Il Gup si è infine riser-
vata la decisione sulle istanze
di revoca dei provvedimenti
cautelari, tra le quali il divieto
di dimora di Pisani. Da quel 30
giugno in cui è in ‘esilio’ a Ro-
ma, zero interviste e basso
profilo da parte di un poliziotto
brillante e dall’intelligenza fuori
dal comune, che non si negava ai
media per sostenere posizioni sco-
mode e controcorrente. Come
quando sul Magazine del Corriere
della Sera dichiarò che la scorta a
Roberto Saviano non era indispen-
sabile, anzi, lui diede parere nega-
tivo. Ma mentre tutti ricordano
questa esternazione, c’è un’altra
intervista che alla lunga ha fatto
più rumore, stuzzicando l’atten-
zione dei magistrati che la ricorda-
rono nel comunicato stampa con Vittorio Pisani (FOTO ANSA)
cui illustrarono i dettagli dell’in-
chiesta. E’ quella rilasciata il 29 marzo 2011 a Gia-
nluca Abate per il Corriere del Mezzogiorno, in cui
fiscale ma avrebbe scansato l’accusa ben più gra-
ve di riciclaggio per conto dei clan.
Pisani affermò “che non sempre c’è la camorra
dietro il proliferare di attività commerciali. Gli
Il processo a Pisani inizierà il 24 gennaio davanti
alla settima sezione Penale del Tribunale, colle-
esercizi utilizzati dai clan ci saranno pure, per
carità. Ma oggi non dobbiamo più guardare al ri-
gio A. Nell’elenco dei rinviati a giudizio figurano
Marco Iorio e i fratelli Marco e Massimiliano, e
ciclaggio come attività esclusiva della criminalità l’ex contrabbandiere e usuraio Mario Potenza (a
organizzata… Chi ricicla? I professionisti… Pre- casa sua trovarono 8 milioni in contanti) coi figli
diligono tutto ciò che riguarda il tempo libero. Bruno, Salvatore e Assunta. Il Comune di Napoli
Bar, ristoranti, negozi di abbigliamento”. Secon- si è costituito parte civile per chiedere il risar-
do la Procura in quelle parole Pisani, omettendo cimento dei danni d’immagine. La giunta de Ma-
di citare la camorra, “anticipava” la linea difen- gistris ha approvato la delibera proprio nel gior-
siva di Iorio che trasferendo fondi all’estero no in cui Pisani contribuiva alla cattura di Zaga-
avrebbe rischiato l’incriminazione per evasione ria.
Sabato 24 dicembre 2011 pagina 11

MALITALIA

N
“NEGRO BASTARDO, DEVONO BRUCIARVI VIVI” PROTESI AL SENO
Medici devono
notificare l’impianto

E GIÙ BOTTE DAI COLLEGHI DI LAVORO A rrivano i primi

provvedimenti per
le protesi mammarie
francesi Pip, che si
rompono facilmente e
Un senegalese denuncia un’aggressione a sfondo razzista provocano
infiammazioni. Ieri (a
distanza di un anno e
mezzo dalla notizia) il
di Lorenzo Galeazzi diversa: “Erano giorni che giorno per motivi umanitari ministero della Salute ha
non si presentava in magazzi- su indicazione diretta del Pre- stabilito che medici e
ei un negro bastardo. A strutture che le hanno

S
Firenze hanno fatto be-
ne. Dovevano ammaz-
zarli tutti quanti”. E an-
cora: “Devono bruciarvi vi-
vi”. Ma non siamo sulla home-
page di Stormfront o di qual-
che altro sito neonazista, sia-
mo nei magazzini della Sda di
Buccinasco, periferia ovest di
Milano. È il 16 dicembre, tre
giorni dopo la strage in cui
due cittadini senegalesi sono
stati colpiti a morte dagli spa-
ri di Gianluca Casseri. Il ber-
saglio degli insulti è Mouha-
madou Diop, nato in Senegal
e residente in Italia da più di
25 anni. Lavora come padron-
cino in una cooperativa di tra-
sporti, una delle tante a cui il
gruppo controllato da Poste
italiane ha affidato in appalto
una serie di attività. È tornato
in città dopo aver fatto visita
alla famiglia di una delle vit-
time della strage e quella mat-
tina, nonostante sia a pezzi, si
reca nell'hub di Sda per co-
minciare il solito giro di con-
segne. “Stavo sistemando al-
cuni pacchi danneggiati con
del nastro adesivo – racconta
Diop – quando Marco C., l'in-
caricato di Sda al controllo
merci, comincia a insultarmi
intimandomi di non toccare
lo scotch”. Frasi pesanti:
“Non nominare il mio nome
perché sei un negro bastardo.
A Firenze dovevano ammaz-
zarvi tutti quanti”.
Per il momento l'aggressione
rimane solo verbale. Diop si
limita a dare del razzista al
suo collega e continua il suo
L’intervista a Mouhamadou Diop sarà on line oggi sul sito del Fatto (FOTO LAPRESSE)
lavoro. Ma a quel punto in-
terviene un altro uomo, Ca-
logero, padroncino come lui:
“Io sono più razzista di lui ne-
gro di merda. Io ti ammaz-
zo”.
TROPPO anche per Mouha-
madou, ma subito dopo Calo-
gero è sopra di lui. “Dopo
avermi spinto, ha iniziato a
colpirmi con dei pugni in fac-
cia così violenti da farmi sbat-
tere la testa per terra facen-
domi perdere i sensi”, raccon-
ta Diop nell'esposto presenta-
to in procura dal suo legale.
Nella sua ricostruzione, il tut-
to si svolge alla presenza di al-
cuni colleghi: “Ma nessuno ha
mosso un dito per difender-
mi”. Fra loro c'è anche Andrea
C., il capo di Diop: “È lui che
mi dà le consegne”. Ma quan-
do si riprende, Andrea si limi-
ta a rimproverarlo: “Mi ha det-
to che dovevo stare più atten-
to. Che dovevo sapere che Ca-
logero è un violento e com-
portarmi di conseguenza. È
sconcertante”. Alla decisione
di chiamare l'ambulanza e de-
nunciare l'accaduto, il princi-
pale cerca di dissuaderlo: “Mi
ha chiesto di perdonarli, di
non mandarli nei casini”.
Il principale di Mouhamadou
fornisce una versione molto
no e quella mattina è arrivato
urlando che noi italiani siamo
tutti dei razzisti”. Secondo An-
drea C., nel “battibecco”, non
c'è nessuno sfondo razziale:
“Una scaramuccia fra colle-
ghi. È volato al massimo uno
schiaffo e io sono subito in-
tervenuto per dividere i due”.
Peccato che il referto del
pronto soccorso attesti lesio-
ni ben più gravi: “Presenza di
ecchimosi e abrasione del vol-
to e delle labbra (…). Policon-
tusione, distorsione del rachi-
de cervicale, collare cervica-
le”. I medici gli prescrivono
un tranquillante per dieci
giorni e quindici di prognosi.
Un po’ troppo per uno schiaf-
fone. Oltre ai danni fisici, ci
sono anche quelli psicologici:
“Io che vivo e lavoro da 26
anni in Italia speravo di sen-
tire parole di solidarietà per il
lutto che ha colpito la comu-
nità senegalese italiana. Inve-
ce ho incontrato i pugni di Ca-
logero che hanno ferito il mio
corpo e l'odio razziale urlato-
mi contro che ha ferito la mia
anima”.
PASSATO lo choc per le
percosse, Diop si fa coraggio
e va a parlare della vicenda
con il console del Senegal di
stanza a Milano. Lui contatta
l'avvocato Alfredo Zampogna
che già l'anno prima aveva di-
feso un immigrato clandesti-
no senegalese vittima di per-
cosse. Dopo aver vinto la cau-
sa contro gli aggressori, il le-
gale era riuscito a fargli con-
cedere un permesso di sog-
sidente della Repubblica. “Ab-
biamo sporto denuncia pres-
so la Procura di Milano per le-
sioni con l'aggravante dell'o-
dio razziale – spiega Zampo-
gna –. E poi ho mandato una
lettera a Sda chiedendo che
quando Diop tornerà al lavoro
dopo la malattia, possa rien-
Per l’immigrato
15 giorni
di prognosi,
ma il titolare
minimizza:
“Sono volati solo
due schiaffoni”
trare in un luogo nel quale sia-
no ripristinate le condizioni
di civiltà. Perché non è tolle-
rabile che in Italia avvengano
episodi di questo tipo”. Diop
però non sa quello che potrà
accadergli una volta che rien-
trerà al lavoro, anche perché
allora la sua storia sarà già
pubblica. Sa solo che deve
continuare a lavorare, per pa-
gare le rate del furgone che ha
dovuto comprare per mante-
nere moglie e tre figli. “Chie-
do solo di essere protetto e di
non essere mai più vittima del-
l'odio razzista. Perché l'Italia è
il mio paese ed è qui che i miei
bambini stanno crescendo”.
impiantate debbano
comunicarlo alle Regioni.
Il ministro Balduzzi ha
ribadito che non ci sono
prove di un legame tra le
Pip e l’insorgenza di
tumori. Intanto dalla
Francia arriva il consiglio
a rimuoverle a scopo
precauzionale.
ROGO CAMPO ROM TORINO
Resta in cella uno
degli accusati
R esta in carcere
Guido Di Vito, uno
dei due arrestati per
l’incendio al campo rom
abusivo della
Continassa sabato 10
dicembre. Il tribunale
del riesame di Torino ha
respinto l'istanza di
scarcerazione
presentata dai legali.
Secondo i giudici,
infatti, “permangono
gravi indizi di
colpevolezza”. Di Vito,
59 anni, ha sostenuto di
non essere presente al
raid.

DISCRIMINAZIONI CAPITALI
“IO, STRANIERA, UMILIATA DAI VIGILI URBANI”
di Silvia D’Onghia
oma, zona San Giovanni,
Rvigilia
ore 8 del mattino, anti-
di Natale. Traffico im-
pazzito, auto incolonnate,
chi deve andare a lavorare e
chi a fare acquisti. Capita,
come a decine ogni giorno,
un piccolo incidente. Due
auto si sfiorano appena, po-
chi danni, ma uno dei due
automobilisti non vuole ri-
conoscere il torto e propo-
ne all’altro di chiamare la
polizia di Roma Capitale
Un banale
no patente e carta d’identi-
tà. E però, c’è un però. Que-
sto non è un incidente come
gli altri, c’è uno straniero di
mezzo e, in questa Italia de-
formata dal messaggio leghi-
sta, neppure gli automobi-
listi hanno gli stessi diritti.
Anita, così la chiameremo,
vive in Italia dal giugno
1995, praticamente la metà
della sua esistenza. Ha una
figlia adolescente nata qui, è
sposata con un uomo italia-
no dal 2007. Ha una casa in
periferia, un lavoro regolare
e un pensiero fisso alla cit-
tadinanza, che tra bolli e am-
basciate costa troppo.
dall’altra parte della città, e a
sottoporla all’umiliazione
delle impronte digitali. A
meno che qualcuno non
porti a San Giovanni il do-
cumento. E così Anita chia-
ma il marito, che sta lavo-
rando altrove, e lo spedisce
a casa.
TUTTO SI BLOCCA per
due ore. Gli agenti si ferma-
no lì, nel furgone, chiacchie-
rano tra loro, ogni tanto tor-
nano dalla donna e le chie-
dono notizie del marito. Po-
co importa se intorno è il caos.
La procedura è la procedura.
Lo straniero è lo straniero. “Per
identificare una persona basta-
no i documenti, al limite la si
può convocare per i giorni suc-
cessivi. Ma se c’è una carta d’i-
dentità significa che c’è già un
permesso di soggiorno” spiega
al Fatto il comandante della po-
lizia di Roma Capitale, Angelo
Giuliani, che poi, però, venuto
a conoscenza della storia, ag-
giusta il tiro: “Evidentemente i
miei uomini non si sono fidati.
Sa, con gli incidenti stradali bi-
sogna andarci cauti, possono
emergere successivamente
conseguenze o danni. Ma poi,
scusi, non capisco, dov’è il
problema?”.
Il problema è che Anita si è sen-
tita “umiliata, trattata come
una delinquente”, ha perso la
giornata di lavoro. Il problema
è che tre vigili urbani hanno
sottratto due ore di tempo ad
accertamenti forse più urgenti
e più gravi. Il problema è che in
questo Paese lo straniero è
sempre straniero. E la proce-
dura è la procedura.
PESCARA
Falsi ciechi,
5 denunce
R isultavano affetti da
cecità assoluta, ma
passeggiavano, si
districavano nel
traffico, salivano le
scale, prendevano gli
autobus. Le Fiamme
Gialle di Pescara hanno
denunciato cinque
persone per truffa
aggravata ai danni dello
Stato. Nel corso di un
pedinamento, uno dei 5
falsi ciechi, con il
“bastone bianco”, si è
addirittura recato
presso gli uffici della Asl
dove ha ritirato un
certificato e, ripreso
dagli investigatori, ne ha
controllato il contenuto.

incidente,
una giornata
di paga persa
per il permesso
di soggiorno
lasciato a casa
(come si chiama adesso la
municipale). L’“altro” è una
donna peruviana di 34 anni,
che accetta di buon grado.
In pochi minuti arrivano tre
vigili urbani con il consueto
furgoncino per i “rilievi”.
Documenti. I due fornisco-
Ai vigili urbani presenta la
carta d’identità italiana, su
cui è indicata naturalmente
la residenza ma anche il co-
gnome del marito, e la pa-
tente, valida. Non basta. Ci
vuole il permesso di sog-
giorno. Anita non ce l’ha
con sè, l’ha lasciato a casa.
Chiede ai vigili di fare tutte
le verifiche, di contattare
magari la Questura per ave-
re la prova che si tratta di
una persona in regola. Ma
non c’è verso. La polizia mu-
nicipale pretende quel do-
cumento. Non sono suffi-
cienti il traffico impazzito,
le doppie e triple file, lo
shopping natalizio. I tre vi-
gili sono pronti ad accom-
pagnare Anita all’ufficio im-
migrazione della Questura,
ROMA VIOLENTA logna, non nuova a simili episo-
di. Non è ancora chiaro se i due BENVENUTI AL SUD
siano rimasti coinvolti in una ris-
Due feriti e un gambizzato saquale o se siano stati aggrediti e per 60 km di coda
motivo. sull’A1
ue ragazzi ricoverati in ospedale dopo un Nel pomeriggio di ieri, a Tor Bella Monaca,
D pestaggio, un uomo di 50 anni gambizzato. Gioacchino Agliano, con precedenti per spac- T utti
Roma violenta si arricchisce di nuovi episodi. cio, rapina e ricettazione, è invece stato ferito
in coda. Ieri
pomeriggio, chi ha
Ieri mattina, poco dopo le 4, due giovani, 26 e a una gamba a colpi di arma da fuoco. Sembra lasciato Roma diretto al
30 anni, vengono aggrediti fuori da un locale. che a sparare siano stati due uomini a bordo di sud si è dovuto sorbire
Siamo nel pieno della movida romana, quar- uno scooter, che sono poi fuggiti. A quanto si ben 60 chilometri di fila
tiere di Trastevere. Per futili motivi, secondo apprende, al momento dell’esplosione dei sull’A1, tra Fiano
gli inquirenti. E però i due, che hanno piccoli colpi, l’arma si sarebbe anche inceppata, cosa Romano a Valmontone.
precedenti di polizia per spaccio di droga, fi- che fa supporre che a sparare non siano stati 24 i km di coda anche
niscono al pronto soccorso. Uno dei due, il più dei professionisti. E il Pd si scaglia contro il sul Raccordo anulare.
giovane, riporta una frattura della base cranica sindaco Alemanno: “È l’ennesimo fallimento Occorrevano invece
e altre lesioni e viene ricoverato in prognosi di una destra che, quattro anni fa, in campagna circa 40 minuti per
riservata. L’altro ha riportato solo delle esco- elettorale – commenta il segretario Marco Mic- percorrere il tratto tra
riazioni ed è già stato ascoltato dalla polizia. coli – aveva promesso una Capitale più sicura. Firenze Scandicci e
Finora, però, non è chiaro il movente dell’ag- Il risultato è che ora i cittadini romani iniziano Firenze Sud in direzione
gressione avvenuta in una zona, vicolo del Bo- ad aver paura di andare in giro per strada”. di Roma e 50 tra
Caianello e Santa Maria
Capua Vetere.
pagina 12 Sabato 24 dicembre 2011

ALTRI MONDI

Cina L’attivista Chen Wei condannato a 9 anni L'attivista Rep. Ceca Il mondo dice addio ad Havel Con la messa
per i diritti umani Chen Wei sconterà in cella i prossimi 9 anni. Lo ha funebre celebrata dall’arcivescovo di Praga Dominik Duca nella
deciso la corte di giustizia di Suining, nella provincia del Sichuan Cattedrale di San Vito, gli uomini di Stato di tutto il mondo hanno
che, dopo un processo durato 2 ore e mezza, ha condannato il reso omaggio all’ex presidente cecoslovacco e ceco Vaclav Havel,
dissidente per “sovversione ai danni dello stato”. A ‘inchiodarlo’ 26 scomparso domenica a 75 anni. Ai funerali sono arrivate 41
articoli, scritti dal marzo del 2009 al gennaio del 2011 e pubblicati delegazioni straniere, 15 presidenti e autorità politiche, tra le quali il
sul web, in cui l'attivista critica il governo cinese, il modello a partito segretario di Stato Usa Hillary Clinton con il consorte l’ex presidente
unico e preme per una maggiore libertà di espressione. (FOTO ANSA) Bill Clinton e l’ex segretario di Stato Madeleine Albright (FOTO LAPRESSE)

Promesse elettorali

RITORNO A CASA LA NUOVA SPAGNA

CAMBIA LA LEGGE

A SETTE ANNI SULL’ABORTO

a vicepremier spagnola
Lconfermato
Soraya de Santamaria ha
che il nuovo go-

DALLO TSUNAMI
verno di centrodestra gui-
dato da Mariano Rajoy pre-
vede di modificare la legge
di depenalizzazione dell’a-
borto approvata dal Parla-
mento di Madrid per inizia-
tiva del governo socialista
L’odissea di Mary strappata di Josè Luis Zapatero.
La revisione della legge era
stata promessa da Rajoy du-
dal mare alla famiglia Mary Yuranda, accanto al padre, fotografata dopo aver ritrovato la famiglia (FOTO LAPRESSE)
rante la campagna elettora-
le. Santamaria ha ricordato
che il programma del Parti-
di Alessandro Oppes le tracce. L’onda impetuosa si dere la cicatrice sulla tempia e che “era obbligata a chiedere (che Mary non assicura di po- do Popular prevede una
portò via la piccola, che però alcune voglie su un fianco e l’elemosina fino a tarda notte, ter essere in grado di rintrac- “modifica” della legge sul-
icordava solo il nome riuscì miracolosamente a sal- sul collo per avere la certezza e quando non portava abba- ciare), oppure, stando a quan- l'aborto “nel senso di tute-

R del nonno, Ibrahim, ma

è stato sufficiente per ri-
trovare i genitori che
credevano d'averla perduta
per sempre, in quei minuti
d'incubo del 26 dicembre
2004, quando la furia dello
tsunami si portò via la vita di
duecentomila persone in In-
donesia e in altri paesi affac-
ciati sull'Oceano Indiano. Al-
lora Mary Yuranda aveva ap-
pena 8 anni. La madre Yusniar
ricordava ancora come un in-
cubo – fino a qualche giorno
fa – l'ultimo istante in cui la vi-
de.
Mentre la furia delle acque
colpiva il villaggio di Ujong
Baroh, a nord dell'isola di Su-
matra, lei cercava di salvare i
tre figli, tenendoli stretti per
mano con la forza della dispe-
razione. Ma di Mary si persero
varsi. La sorpresa, del tutto
inattesa, come in una fiaba a
lieto fine, è arrivata mercoledì
scorso, a pochi giorni dal set-
timo anniversario di quella ca-
tastrofe naturale che com-
mosse il mondo.
Mary Yuranda, ormai quindi-
cenne, è riuscita a ritrovare la
via di casa. L’hanno vista vaga-
re per le strade del paese spor-
ca, vestita di stracci e con una
sciarpa blu. Non sapeva come
rintracciare i suoi genitori
perché non ne ricordava i no-
mi. In un bar a pochi passi da
casa le hanno chiesto chi fos-
se. E lei ha detto di essere la
nipote di Ibrahim. L’unico
Ibrahim del villaggio, per sua
fortuna. Quando l’hanno vi-
sta, Yusniar e il marito Tar-
mius sono rimasti solo per un
attimo interdetti. È bastato ve-
che era proprio lei, la figlia
che avevano pianto come se
non dovesse tornare mai più.
“Ha lo stesso viso del padre”,
ha detto la mamma Yusniar, as-
sicurando che non ci sarà al-
cun bisogno di svolgere un te-
st del Dna per cacellare even-
tuali dubbi.
Da quando è rientrata a casa,
la ragazza parla poco, ma ha
comunque avuto tutto il tem-
po per riferire ciò che è acca-
duto dal giorno dello tsunami.
Secondo il suo racconto,
scampata alla violenza del ma-
remoto, venne presa in custo-
dia da una donna che, dopo
averla tenuta per qualche tem-
po sotto la sua protezione, la
costrinse poi per anni a men-
dicare per le strade di Banda
Aceh, la capitale della regio-
ne. Il nonno Ibrahim sostiene
stanza soldi veniva picchia-
ta”.
Non è chiaro, invece, come sia
riuscita a sfuggire alla sua cru-
dele “madre adottiva”. Forse
to riferiscono alcune agenzie
di stampa, sarebbe stata lei
stessa a lasciarla andare, per-
ché non guadagnava più una
quantità sufficiente di denaro.
lare il diritto alla vita e garan-
tire la situazione dei mino-
ri”. Una delle clausole della
legge Zapatero più conte-
stata dai popolari è quella
ha approfittato di un’assenza Comunque sia, appena ha po- che consente alle minori fra
prolungata della donna dalla tuto ha preso un autobus ed è i 16 e i 18 anni di abortire
casa-tugurio dove vivevano rientrata al villaggio della sua senza che ne siano informa-
famiglia, per fare ai genitori il ti i genitori. Secondo la leg-
più bello tra i regali di Natale. ge attuale, entrata in vigore
È stata costretta Poco importa, poi, che sette
anni dopo, le versioni di quel
nel 2010, coloro che hanno
compiuto il 16° anno di età
a mendicare che accadde nei momenti ter-
ribili dello tsunami siano di-
posso interrompere la gra-
vidanza entro la 14a setti-
per le strade scordanti. La ragazza dice di ri-
cordare ancora il padre che la
mana di gestazione. La leg-
ge del 1985 permetteva l’a-
adagiava a bordo di una barca borto solo in caso di stupro,
Ha ritrovato insieme alla sorella (scompar- di malformazione del feto o
sa e mai più ritrovata). Suo pa- di pericolo per la salute psi-
i genitori dre, al contrario, racconta che chica e fisica della madre.
accompagnò le bambine sul Secondo le stime ufficiali
grazie al nome tetto della loro casa, nella spe- nel 2010 ci sono stati circa
ranza che non venissero tra- 113mila aborti, l’1,3% in
del nonno volte dalle onde. più rispetto al 2009.

25 DICEMBRE 1991
LEENA la blogger tunisina
premiata a Roma LA NOTTE IN CUI FINÌ L’URSS
di Salvatore Cannavò è ancora in piedi, con immensi pro- di Maurizio Chierici raviglie diverse. ca dell’ impero.
blemi nel settore della giustizia, e dei Gorbaciov aveva capito ciò Le ambizioni di Putin comin-

Sdellaidimente
Bouzid, piccolo paese storica-
ribelle posizionato al centro
Tunisia; qui un anno fa è partita la
rivoluzione tunisina, in seguito al ge-
sto di Mohamed Bouazizi, giovane
venditore ambulante che si è dato fuo-
co per protestare contro le vessazioni
del potere corrotto. Per i
tunisini di Sidi Bouzid, a
differenza di quelli della
capitale, il 17 dicembre è
la data di nascita della ri-
voluzione che in molti, so-
prattutto all'estero, chia-
mano rivoluzione del 14
gennaio - giorno della cac-
ciata di Ben Alì - o dei gel-
somini. Non è un detta-
glio: propendere per il 14
gennaio significa mettere
al centro il dittatore, sce-
gliere il 17 dicembre vuol
dire riconoscere il merito
media. I primi giorni della rivoluzio-
ne speravamo qualcosa cambiasse.
Ho anche fatto parte dell'Alta Istanza
a sera di Natale attorno alla
LDietro
piazza Rossa; Natale 1991.
i vetri dell’hotel Natio-
per la Riforma della comunicazione e nal i giornalisti aspettano con
dell'informazione; poi mi sono di- gli occhi rivolti al Cremlino do-
messa perchè i capi erano e sono ve sventola la bandiera nella
sempre gli stessi. I giornalisti conti- quale soffia l’inverno. Bandie-
nuano a denunciare censu- ra di Stalin, bandiera di Brez-
re da parte dei superiori. E nev, bandiera di Gorbaciov. Le-
per i social network oggi è nin alzava gli occhi al cielo con
peggio di prima. Sotto Ben l’orgoglio di avere incrociato
Alì dovevamo combattere gli arnesi di contadini e operai
contro la censura, ma noi nel simbolo della rivoluzione:
blogger facevamo un lavo- quel giugno 1918.
ro da veri reporter, andan- Ottantatré anni dopo la rivolu-
do sul campo a raccogliere zione è il reperto sfasciato di
informazioni, foto e video una burocrazia che soffoca la
da verificare e poi da con- gente, superpotenza degli
dividere, aggirando la cen- stracci, e la bandiera sta per es-
sura. Eravamo liberi, senza sere sostituita da una bandiera
capi, senza le briglie di nuova che è poi la vecchia di-
un’organizzazione politi- segnata da Pietro il Grande, zar
ca. Oggi molti dei blogger così lontano dalle anime mor-
che i conservatori del vecchio
partito e l’Occidente non riu-
scivano a indovinare. L’ Urss
era finita e il presidente della
perestroika provava a salvare
almeno la Russia riavvicinan-
dola al mondo così detto nor-
male.
IL TIMORE per uno sconvol-
gimento che cambia la vita di
tre generazioni, indurisce i
guardiani dell’ideologia ormai
vuota: ecco il golpe che toglie
di mezzo Gorbaciov, ma Boris
Elstin, allergico al socialismo
reale, si infila al potere e va a
trovare la signora Thatcher.
E le porte si aprono ai mercati
del mondo libero, naufragio
dell’economia quasi autarchi-
L’ultimo leader Michail Gorbaciov (F
ciano con questo ammaina
bandiera. Nella notte di Natale
il Cremlino festeggia il funerale
della terribile utopia. La banda
comincia a suonare, falce e
martello spariscono nel buio
mentre il tricolore dello zar si
riprende la santa Russia.
Non proprio una festa. Nelle
chiacchere del National le la-
crime dei camerieri e la com-
mozione di piccoli politici e ba-
buske che governano i piani del-
l’hotel.
Perché cambiare bandiera è co-
me cambiare paese, migrazio-
ne dei ricordi da cancellare,
emozioni che non valgono più.
E l’Urss diventa una parola sca-
duta nella Russia che sognava
una specie di piano Marshall.
OTO LAPRESSE)

a un uomo-simbolo. Anche Leena Ben
Mhenni, famosa blogger che ha avuto
un ruolo da protagonista durante la
rivoluzione, riconosce fondamentale
il gesto di Mohamed Bouazizi. Lo ha
scritto chiaramente nella sua autobio-
grafia, uscita disponibile in Italia da
qualche giorno, grazie al coraggio del-
la casa editrice Alegre: “Tunisian Girl,
la rivoluzione vista da un blog”.
“Nulla è cambiato - osserva Lee-
na, contattata alla vigilia del premio
‘Roma per la pace’ ricevuto ieri - il
dittatore non c'è più ma il suo sistema
attivi durante la rivoluzione sono pas- te di un popolo senza nome.
sati alle dipendenze dei maggiori par- Anche il comunismo stava mo-
titi, soprattutto degli islamisti di rendo e risorgevano le patrie
Nahdha, che li pagano per fare pro- nell’impero Unione Sovietica.
paganda. Chi ancora crede nella li- Cambio di guardia a mezzanot-
bertà della blogosfera viene attaccato te deciso con una pazienza
e discreditato. Una guerra mediatica che escludeva “sconvolgi-
creata dai partiti. Occorre portare menti e spargimento di san-
avanti un giornalismo investigativo, gue”, speranza dei paesi decisi
che nessuno fa, informarsi e informa- a sciogliere i lacci dall’Urss per
re. Dobbiamo tornare davanti ai no- riprendersi la sovranità perdu-
stri computer a essere tutti cyberat- ta.
tivisti perchè la strada è ancora lunga La banda militare aspetta. Nes-
e l'azione di un blogger non si deve sun pericolo che possa scivo-
mai fermare”. lare su una nota: la musica del-
l’inno nazionale resta la stessa,
solo le parole annunciano me-
Sabato 24 dicembre 2011 pagina 13

ALTRI MONDI

Italia Missioni all’estero rifinanziate per 6 mesi Il decreto Ungheria Proteste anti-governo: fermato ex premier Nuove
legge, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, rifinanzia le missioni proteste in Ungheria contro la stretta repressiva del governo di destra
all'estero per 6 mesi, motivando la “prosecuzione della partecipazione del premier Viktor Orban. Circa 10 mila persone hanno manifestato
del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia alle missioni davanti al Parlamento mentre in aula la maggioranza votava leggi
internazionali, alle iniziative di cooperazione allo sviluppo, e alle definite “antidemocratiche” dalle opposizioni, fra cui una nuova legge
iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei elettorale, pensata per mettere al riparo il governo anche in vista di
processi di pace e stabilizzazione in aree critiche”. Non variano le una eventuale sconfitta. Fermati una ventina di parlamentari, tra cui
cifre complessive né la loro distribuzione fra le varie missioni. (FOTO ANSA) l’ex premier socialista Ferenc Gyurcsany. (FOTO LAPRESSE)

Massacro dei kamikaze a Damasco

l’ultimo stadio del regime siriano
DECINE DI MORTI, DUBBI SULL’ORIGINE DEGLI ATTENTATI

UN-HATE BENETTON

COLOMBA DELLA PACE CON

LE PALLOTTOLE DI TRIPOLI

Il luogo dell’attentato a Damasco (LAPRESSE)

ue forti esplosioni hanno pena arrivati nella capitale siria- Assad accusa al Qaeda olors magazine dona al-

D svegliato gli abitanti di

Damasco ieri mattina. Al-
lo scadere del nono mese
di repressione da parte del re-
gime di Bashar Al Assad, nel
mondo siriano, sull’orlo della
guerra civile, sono “nati” i primi
due kamikaze. A sentire il cana-
le televisivo di Stato questo du-
plice attentato contro la sede
del direttorato generale della Si-
curezza e il quartier generale di
un'altra agenzia dei servizi se-
greti, sarebbe da imputare a uo-
mini-bomba di Al Qaeda che
guidavano auto imbottite di tri-
tolo. Molti analisti internazio-
nali hanno però sottolineato l’
impossibilità di compiere at-
tentati in quell’area, proprio
perché super controllata dato
che vi sono le sedi dell’intelli-
gence. Secondo gli insorti po-
trebbe trattarsi di un feroce
nonchè cinico espediente del
regime anche per depistare gli
osservatori della Lega araba, ap-
na. La tempistica in effetti è per-
fetta. Circa la capacità dell’in-
telligence e delle milizie “leali-
ste” siriane di organizzare at-
tentati così violenti - i morti sa-
rebbero circa 44 e i feriti 166,
quasi tutti civili - non ci sono
dubbi, soprattutto dopo le infi-
nite prove di ferocia inaudita in
cui non sono stati risparmiati
nemmeno i bambini.
ADDOSSARE la colpa al ter-
rorismo islamico è inoltre cosa
buona e utile per Assad, che in
questo modo può ancora cerca-
re di spacciarsi per l’unico argi-
ne vero al dilagare dell’integra-
lismo islamico. Il risultato del
ballottaggio nelle elezioni egi-
ziane, che confermano i salafiti
al 25%, cade a pennello. Ma c’è
confusione sotto il cielo siriano:
gli amici di Assad, i libanesi di
Hezbollah (il movimento islami-
co sciita legato a sua volta ad Ha-
mas e all’Iran, non propriamen-
L’opposizione parla di
“strategia della tensione”
te dei laici) al governo nel Paese
dei cedri, hanno subito indicato
negli Stati Uniti e indirettamente
in Israele gli autori degli atten-
tati.
Più che confusione, in realtà sot-
to il cielo mediorientale c’è op-
portunismo all’ennesima poten-
za. I vari governi dell’area stan-
no usando i cadaveri di migliaia
di siriani per acquisire influen-
za. Qualche giorno fa il premier
turco sunnita Erdogan, attual-
mente il più potente nemico del
regime sciita siriano( Assad e il
suo entourage sono alawiti, una
corrente dello sciismo, ndr) ave-
va incontrato Saad Hariri, l’ex
premier libanese sunnita defe-
nestrato da Hezbollah nelle ulti-
me elezioni. Hariri aveva accu-
sato i servizi segreti siriani di es-
sere stati gli esecutori dell’atten-
tato per mezzo di un autobomba
in cui nel 2005 morì suo padre,
Rafik, una delle personalità ara-
be più influenti. Il tribunale spe-
ciale dell’Onu nei mesi scorsi
aveva chiesto al procuratore li-
banese di spiccare mandati di ar-
resto per alcuni dirigenti di Hez-
bollah perchè avrebbero colla-
borato con i siriani alla realizza-
zione dell’attentato. Su twitter
ieri Hariri ha scritto che gli atten-
tati sono opera dei servizi siria-
ni.Insomma di esplosioni con
autobomba, i servizi di Assad sa-
rebbero degli specialisti.
(Rob, Zun)
Csegno
la Città di Tripoli come
di pace e di speran-
za Unhate Dove, una gran-
de scultura a forma di co-
lomba completamente ri-
vestita con oltre 15.000
bossoli di proiettile spara-
ti, raccolti nei ‘punti caldi’
del pianeta. L'installazio-
ne d’arte, realizzata da Fa-
brica, sarà ufficialmente
donata a Tripoli oggi in oc-
casione della Festa dell’In-
dipendenza che il popolo
libico torna a celebrare
per la prima volta dopo 42 anni, e sarà posta nei giardini del
Palazzo Reale, a poche centinaia di metri da quel che resta
della fortezza dell’ex regime di Bab al-Aziziya.
L'evento rientra nei programmi di Unhate Foundation di
Benetton Group www.unhatefoundation.org “La conse-
gna della colomba è il primo gesto, concreto e simbolico al
tempo stesso dell’Unhate Foundation”, ha dichiarato per
conto della Fondazione Alessandro Benetton, viceresiden-
te di Benetton Group. Enrico Bossan, direttore di Colors,
‘Unhate Dove’ ha spiegato che la collaborazione nel pro-
getto dei ragazzi dell’università di Tripoli è stato l’inizio di
un “percorso più lungo”.

NOVE MESI DI SILENZI

LA VERITÀ ABBANDONATA DI ARRIGONI TRA GAZA E L’ITALIA

di Roberta Zunini danni di un giovane connazionale, di sferrata da Israele nel 2009. Unico to davanti alla Corte militare che sta torio fu ucciso prima dello scadere
cui le istituzioni che ci rappresentano straniero rimasto nella Striscia, Vik celebrando il processo, siamo già alla dell'ultimatum. Alla signora Beretta ha

Idellalni,volto tumefatto di Vittorio Arrigo-

privato dello sguardo a causa
benda nera che i suoi assassini
non sembrano ancora essersi accor-
te. Eppure sono trascorsi 9 mesi dal-
l'omicidio a Gaza del 36enne pacifista
aveva prestato servizio come volon-
tario sulle ambulanze, diventate ber-
saglio dell'aviazione perché spesso
nona udienza, la prossima dovrebbe
tenersi il primo giovedì di gennaio”,
dice l'avvocato Gilberto Pagani, rap-
fatto, e continua a far male, anche il
silenzio delle istituzioni italiane.

gli avevano messo sugli occhi, rimar-
rà una delle immagini più atroci del-
l'anno che sta per concludersi. E la
più grave ingiustizia, consumata ai
Arrigoni a Gaza e il fotogramma prima dell’uccisione
lombardo dell'International Solidarity
Movement, che aveva stabilito la sua
residenza nella Striscia per non far di-
menticare le sofferenze dei gazawi,
schiacciati tra la ditta-
tura di Hamas e
l'assedio israe-
liano. “Vik
Utopia”, così
Ar-
rigoni si fir-
mava quando
scriveva i post
sul suo sito Guer-
rilla Radio e le sue te-
stimonianze per il Ma-
nifesto, aveva rischiato la vi-
ta più volte durante l'ope-
razione “Piombo fuso”,
Hamas le utilizzava come mezzo di
trasporto dei suoi uomini più impor-
tanti, per imbrogliare Israele.
MA, AD AMMAZZARLO, sono
stati 3 miliziani di Hamas e 2 civili. “Ha-
mas prima mi ha fatto le condoglianze
attraverso la telefonata di un suo mi-
nistro – spiega Egidia Beretta, la mam-
ma di Vik, da poco rimasta vedova – e
subito dopo ha messo in atto strani
giochetti per posticipare il verdetto
della Corte militare”. Sono tanti i punti
ancora oscuri della tragica fine di Ar-
rigoni. Ma se c'è una certezza, questa
riguarda proprio l'identità dei suoi as-
sassini. “Nonostante siano stati rin-
tracciati pochi giorni dopo e nono-
stante abbiano pienamente confessa-
presentante legale della famiglia Arri-
goni. Secondo Pagani non c'è alcun
motivo perché non venga emesso il
verdetto. “Quando andai a Gaza a set-
tembre per assistere a un’udienza non
trovai alcuna collaborazione da parte
della Corte. Avevo cercato di parlare
con il procuratore, ma mi sono trovato
di fronte a un atteggiamento gelido:
‘Segua l'udienza, quel che deve sapere
lo apprenderà in aula’, mi disse. Pec-
cato che durante l'audizione i testimo-
ni chiamati a deporre non si presen-
tarono e i giudici anziché mandarli a
prendere preferirono rimandare l'u-
dienza. Mentre colui che ospitò gli as-
sassini è già stato scarcerato”. Un omi-
cidio che aveva avuto fin da subito il
sapore dell'esecuzione. Tanto che Vit-
“L'ALLORA sottosegretario agli
Esteri, Stefania Craxi, al termine del-
l'interrogazione parlamentare chiesta
dalla deputata del Pd, Lucia Codurelli,
disse che l'Italia non riconosce Hamas
e pertanto non è possibile occuparsi
di questo caso. Ma questo cosa vuol
dire? Che lo Stato italiano rinuncia a
chiedere giustizia per un suo cittadi-
no? Noi non vogliamo vendetta, ma
giustizia sì”. Perciò l'avvocato Pagani
una settimana fa ha spedito alcune rac-
comandate al presidente della Repub-
blica, al neo ministro della Giustizia e
degli Esteri: “...né io né la famiglia ab-
biamo ottenuto alcun tipo di suppor-
to... Addirittura una raccomandata in-
viata il 17/6/2011 al Servizio per gli Af-
fari Giuridici non ha avuto risposta”.
pagina 14 Sabato 24 dicembre 2011

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

Ancelotti Europei 2012 The Hobbit Guttuso

Il tecnico va Prandelli: Sul web A Bagheria
al Paris Saint Cassano è spopola il celebrazioni
Germain: carico ed è trailer del per i 100
ingaggio di convinto che film di Peter anni della
6 milioni faremo bene Jackson nascita

L’UOMO OVUNQUE

VOLO
NON VOLO
L’ex panettiere Fabio Volo, scampato al lavoro
notturno nei forni bresciani, è ormai ovunque: in
radio, al cinema, in libreria e presto con costanza
in televisione. A marzo (sino a giugno) comincia il
suo programma di interviste e musica in seconda
Fabio Volo (FOTO MILESTONE)
serata su Rai3: in onda il lunedì, il mercoledì e il
venerdì nella fascia di palinsesto che fu di “Parla
con me” di Serena Dandini. Volo raccoglierà
testimonianze in giro per l’Italia e il mondo tra
Parigi e New York.

Perché sì Quanto alla parabiografia, biso- Perché no za generazionale che spiega il

Il nostro Hugh Grant
che non vuole insegnare
niente a nessuno
di Luca Telese
n fondo è semplice, Fabio
sento Sally (italiano) del Terzo
millennio. Ovvero un film che
con il pretesto della commedia,
gnerebbe decapitare metà della
narrativa mondiale, e metà di
quella italiana, a partire da Pave-
se e Pratolini. In realtà il fenome-
no sconvolgente della narrativa
di Fabio Volo è che chiunque lo
conosca sa che solo lui potrebbe
scrivere quei libri, e che la sua bi-
bliografia è un meraviglioso caso
di evoluzione in corsa: Esco a fare
due passi era una sorta di zibaldo-
Quarant’anni
di solitudine
Il resto è silenzio
di Nanni Delbecchi
on ci sono più i principi
presa l’indicazione alla lettera,
se ne va per la sua strada. Non
come uno stronzo qualsiasi,
loro successo (enorme) al di là
del loro valore (minimo), per-
ché vi possiamo osservare da
vicino i tratti di tanti trenta-qua-
rantenni di oggi. Uomini e don-
ne che vivono lo strano para-
dosso di avere la vita sentimen-
tale come unico orizzonte, ma
di non saperla vivere; quaran-
t’anni di solitudine. I rapporti
umani sono predatori e compe-

I Volo ha un difetto imperdo-

nabile: è un piccolo genio.
Un genio minimale, certo,
popolare: ma sempre genio. Ba-
sterebbe questo riassunto: men-
viviseziona perfettamente i di-
fetti fatali dei trenta-quaranten-
ni italiani. Splendidamente im-
maturi, furbi e romanticamente
egoisti. Il protagonista della sto-
ne compilato in corsa da un disc
jockey di successo, Il tempo che
vorrei è un bellissimo e denso ro-
manzone di formazione sulla ga-
vetta di un giovane di provincia.
N azzurri di una volta.
Quelli di Carolina Inver-
nizio non ti sfioravano
nemmeno con un dito, quelli
di Pitigrilli al massimo ti face-
ma come uno che ha compiuto
la sua missione, come se lo
avesse mandato Emergency.

PERCHÉ alla fine siamo noi

tre la critica storce il naso, Volo è
protagonista di un film che ve-
leggia verso i 4 milioni di euro di
incasso e che – manco a dirlo – è
tratto da un suo romanzo: una
commedia brillante, commo-
vente, piena di trovate, girata co-
me un congegno perfetto di bat-
tute ed emozioni. Senza volgari-
tà, senza faccioni da botteghino,
senza effetti speciali. E poi ha
scritto un altro libro – Le prime
luci del mattino – che negli stessi
giorni sta sbancando la top ten
della narrativa italiana arrampi-
candosi sopra la vetta inumana
del milione di copie. Ha massa-
crato il libretto natalizio ruffia-
no di Bruno Vespa, il monumen-
to letterario funebre a Steve
Jobs, ha dato punti a quello
schiacciasassi che è Giorgio Fa-
letti, superato un mostro sacro
come Isabel Allende. Ma in un
paese nonnista come il nostro
Volo ha due difetti che per la cri-
tica puzza-sotto-il-naso sono im-
perdonabili: ha un pubblico po-
polare, piace alle donne, scrive
commedie e romanzi sentimen-
tali, non si occupa della fame nel
mondo. E poi riempie le sale. E –
soprattutto – è un giovane. Il che
è a dir poco un crimine. Prende-
te Il giorno in più. È l’Harry ti pre-
ria è (come sempre) una sorta di
alter ego di Fabio: grande suc-
cesso nel lavoro, splendido sen-
timentalismo amorale, incapaci-
tà di trovare una relazione stabi-
le. Isabella Ragonese, invece, è il
suo esatto contrario, una perfet-
ta Mag Ryan palermitana: tren-
tenne solida, corazzata, stanca
delle storielle, pronta a traversa-
re il mondo per trovare la sua
strada. Prendi questi due perso-
naggi è dentro c’è tutta l’alchi-
mia di una generazione. Ma sic-
come Fabio non cerca la morale,
i grandi critici sono freddini. E
poi dicono che Volo “è furbo”
(gli altri invece sono tutti inte-
ressati all’arte?) che mette in
scena se stesso, che riempie i
suoi libri di citazioni da ciocco-
latini Perugina, che “fa parabio-
grafia”, che forse ha un ghost wri-
ter.
IL CHE ovviamente è vero. Ma
se ha un ghost writer vorrebbero
scritturarlo tutti (li aveva anche
Simenon, ma nessuno lo sminui-
sce per questo, anche sceglierse-
li è un talento). Se cerchi su Goo-
gle le voci sugli aforismi sono le
prime tre (di tre milioni!), e sui
Baci Perugina ci vanno Herman
Hesse e Simone de Beauvoir.
Memorabile la scena in cui lui
porta nella casetta dei genitori
un vino costosissimo. “Vi pia-
ce?”. E loro: “Buono. Anche il Ta-
vernello, però”. Il giorno in più è
una miniera di trovate e caratteri:
una grandissima Luciana Littiz-
Un piccolo
genio
che piace
alle donne, ma
non alla critica
“puzza-sotto-il
naso”
zetto nel cameo della collega sca-
valcata, Lino Toffolo commoven-
te marito della moglie, Stefania
Sandrelli, ancora una volta, mam-
ma delle mamme italiane. Fabio
Volo ha costruito una commedia
sentimentale perfetta che fa im-
pallidire quelle con Hugh Grant
e, se volete, è un Cary Grant po-
stmoderno.
vano l’occhiolino; questi di og-
gi, invece, ti fulminano con
uno sguardo che ti rimane ad-
dosso per tutta la notte, come
si apre l’ascensore ti spingono
contro il muro, fanno l’amore
da dio, spaziano dal bondage
alla partouze, più che principi
sembrano pornostar azzurre.
Con quali risultati? Dal punto
di vista commerciale, ottimi.
Anche Le prime luci del mattino,
come gli altri romanzi di Fabio
Volo, sbanca le classifiche no-
nostante una scrittura puerile,
una raffica di cliché e un sog-
getto non dei più originali: cal-
coliamo però che nemmeno le
Madame Bovary sono quelle di
una volta, ora sono metropoli-
tane, in carriera e ovviamente
multitasking. Infatti anche dal
punto di vista esistenziale i ri-
sultati ci sono. La Bovary mul-
titasking, quando avrà capito
che non era solo una questio-
ne di sesso – come se il sesso
fosse solo una questione di ses-
so – rinascerà dalle ceneri e
scoprirà quello che il matrimo-
nio le aveva nascosto: “Ogni
donna dovrebbe incontrare un
uomo che la prenda per mano
e la guidi verso la propria in-
fimità”. Il principe-pornostar,
stessi il nostro principe azzur-
ro: “Nessuno ti cambia facen-
doti diventare una cosa che
non sei. Si cambia diventando
una persona che si è già”. Ogni
morale ha la sua favola, direbbe
Totò. Se liquidassimo qui Le pri-
Una scrittura
puerile,
tanti cliché,
generazione
narcisa:
il mix del
suo successo
me luci del mattino, saremmo già
venuti incontro alla giusta ri-
chiesta dell’autore; di essere
criticato per le sue opere, non
per chi è. Ma i romanzi di Volo
(che sono allo stesso tempo
sceneggiature, interviste e con-
duzioni radiofoniche, e dun-
que sono tutto meno che ro-
manzi) hanno anche una valen-
titivi; ci si incontra, ci si scopa e
ci si scotenna a due per volta
(non una scena di gruppo in
250 pagine), il sesso è il feticcio
perché è il massimo piacere,
ma anche il vero potere, gli uo-
mini cercano sempre di portar-
si a letto una donna e le donne
sperano sempre di sapersi te-
nere un uomo, ma ognuno re-
sta sigillato nella monade del
suo narcisismo.
Tutto è monologo (ci sono due
diari incrociati perché un om-
belico non basta, ce ne voglio-
no almeno due), e il resto è si-
lenzio. Tacciono i coniugi di-
ventati fratello e sorella esatta-
mente come gli amanti model-
lo attrazione fatale; e quando fi-
nalmente ci si parla è sempre
troppo tardi. In una sola cosa il
Volo scrittore è davvero abile:
nel descrivere il peggio della
sua generazione. Vanitosa, ma-
teriale e fredda; sfruttata, fru-
strata e ambiziosa. La prima ge-
nerazione venuta su senza
ideologie, ma anche senza nul-
la che le abbia sostituite, a parte
i reality-show televisivi e le
scarpe alla moda. Una genera-
zione che anche il principe az-
zurro lo incontra allo specchio,
scambia in buona fede – e dun-
que con maggior ferocia – il
proprio egoismo per l’indiffe-
renza degli altri, e può scambia-
re perfino Le prime luci del mat-
tino per letteratura.
Sabato 24 dicembre 2011 pagina 15

SECONDO TEMPO

CALCIO SC OMME S S E
DONI AMMETTE QUASI TUTTO
“MA L’ATALANTA NON C’ENTRAVA”
Faccia a faccia di due ore tra l’ex giocatore e il gip
Ora potrebbe avere gli arresti domiciliari
ni. vi che era referente per l’Eu- Il gip Salvini invece dà un bi- combine in Serie A. Nell’at-
ropa dell’organizzazione di lancio complessivo degli in- tesa, l’inchiesta esce raffor-
SECONDO il suo avvocato, Singapore: la capofila della terrogatori: “Quello che è zata dal suo secondo tronco-
Doni ha ammesso di aver lunghissima teoria di scom- emerso dagli interrogatori è ne, dopo la prima fase esti-
avuto un ruolo importante messe e combine nel pallone un insieme di risultati posi- va.
nella combine di Atalan- italiano. Doni ha poi ammes- tivi, non solo per le indagini, Sullo sfondo, rimane l’imma-
ta-Piacenza dello scorso so un parziale coinvolgimen- ma per chi ama il calcio”. gine di Doni. Calciatore che
di Luca De Carolis che, salvo sorprese, verrà campionato di Serie B, ter- to in Ascoli-Atalanta (1-1), Tradotto, il temuto muro di in campo esultava mostran-
scarcerato. Barba lunga, aria minata 3 a 0 per i bergama- un’altra partita in cui fece omertà degli indagati non do il mento, per dire che le
a parlato e ha ammes- sfatta che risaltava sul giub- gol. Per dirla con il suo le-

H
so. Ma ha provato a te-
nere fuori l’Atalanta:
la sua squadra, la sua
casa. Ieri pomeriggio Cri-
stiano Doni, 38 anni, arre-
stato lo scorso 19 dicembre
con l’accusa di essere uno
dei principali referenti del
giro del calcioscommesse, è
stato interrogato dal gip di
Cremona Guido Salvini.
Quasi due ore di colloquio,
in cui Doni ha riconosciuto
buona parte delle sue colpe,
ammettendo di aver contri-
buito a truccare Atalan-
ta-Piacenza e di avere “re-
sponsabilità” anche su Asco-
li-Atalanta. Con una costan-
te preoccupazione: lasciare
fuori dai guai l’Atalante, il
club di cui era capitano e to-
tem intoccabile. “Ho agito
sempre a titolo personale,
l’Atalanta non ne sapeva
niente” ha ripetuto più vol-
te. Ma va bene anche così al
gip Salvini. Soddisfatto,
“perché abbiamo conferme
su quasi tutti gli episodi di
ordinanza cautelare”. Sulla
stessa linea il pm Roberto Di
Martino, la mente dell’in-
chiesta “Last Bet”. Non a ca-
so, ieri sera Di Martino ha
dato parere favorevole alla
concessione dei domiciliari
a Doni. Perché l’ex centro-
campista era un teste chia-
ve, che ha detto molto. E
schi, proprio con due gol c’è stato. Sono arrivate am- voci sul suo coinvolgimento
botto scuro, Doni è entrato dell’ex capitano. “La combi- gale: “Su quella gara, Cristia- missioni e conferme, forse in scommesse erano tutte
nel Tribunale di Cremona ne c’è stata, io ho scommes- no ha fatto dei distinguo”. più di quante ne attendesse- balle. E che lui poteva girare
poco dopo le 15. Pochi mi- so sulla partita perché ho ro gli inquirenti. Ora il pro- e giocare a testa alta. Ieri è
nuti di colloquio con il suo avuto alcune dritte” avrebbe DI CERTO , l’ex calciatore curatore Di Martino può per- uscito dal tribunale a testa
avvocato, Salvatore Pino. confessato Doni. Per poi pre- ha anche negato. Per esem- sino sperare di arrivare vici- china. Più leggero, ma con la
Poi l’ex centrocampista ha cisare: “Non ho mai parlato pio, ha assicurato di non sa- no all’obiettivo ultimo del- certezza che il gesto del
incontrato il gip. Ed è ini- con gli zingari”. Ovvero, il perne nulla di Padova-Atalan- l’inchiesta. Ovvero, il (pre- mento appartiene al passato.
ziato il rosario di ammissio- gruppo di scommettitori sla- ta, pari combinato secondo sunto) giro di scommesse e Lontanissimo.
gli inquirenti. E, soprattutto,
ha smentito di aver cercato
di far tacere il suo amico Ni-
SÒLA PROFONDA cola Santoni, anche lui arre- di Pino Corrias
stato nell’inchiesta, pagan-
Le accuse degli dogli la parcella dell’avvoca-
to. “Volevo solo aiutare un
Calciatori e veline,
anonimi globali amico in difficoltà”, avrebbe
detto. Tesi complicata. In
binomio eterno
un’intercettazione della
I n un contesto, per così dire, da terno al Lot-
to, l’ennesimo scandalo del Calcioscom-
messe spinge alla puntata folle. Rosso o nero,
scorsa estate Santoni, ex pre-
paratore dei portieri del Ra-
venna, si sfoga: “Per me pos-
QUESTA STORIA dei calciatori che si vendono l’anima in
cambio di soldi, automobili, vestiti, frenesia consumistica e
solitudine da meretricio, conduce a una rivelazione non
purché sthendalianamente orientati a giocarsi sono morire tutti, lunedì va- secondaria sul veleno che da due decenni ci ammala
sempre il nom de plume o meglio l’anonimato. do (dalla giustizia sportiva, intossicandoci. Quei calciatori sono il completamento
Così Repubblica e Corriere dello Sport gareggia- ndr) e faccio le mie memo- maschile delle Olgettine, il loro corrispettivo muscolare.
no come le Giuliette della Polizia di un tempo (Sò- rie”. Pochi giorni dopo, se- Frequentano le stesse discoteche, spiagge e fuoriserie. Se
la 1 a Sòla 2, rispondete, passo) e si rincorrono. condo la Procura di Cremo- intercettati parlano e pensano allo stesso modo. Stanno al
Situazionista, Repubblica si è attaccata al teste Al- na, sarebbero arrivati i soldi confine tra il lecito e l’illecito, i maschi in tacchetti, le
fa, “fonte confidenziale” della Procura di Bolo- di Doni. L’ex giocatore ha in- femmine coi tacchi a spillo. Sono i protagonisti di quel
gna. Il superteste “prospetta il coinvolgimento di fine cercato di giustificare la perpetuo delitto sociale che va in scena ogni giorno in
giocatori, società e arbitri, anche di A” senza scheda telefonica romena forma di spettacolo e che ha trasformato il denaro in
fornire però un solo nome. Meglio Il Cor- che, sempre secondo gli in- identità e l’identità in superficie; l’aspirazione al benessere
sport. Due pagine titolate “Calciopoli Choc” quirenti, era un chiaro espe- in ossessione per la ricchezza; il desiderio di bellezza in
(La Stampa si accontenta di un solo articolo) in diente per sfuggire alle inter- fanatismo per il corpo; l’etica in indifferenza; la morale in
cui, sempre a condizione di non fornire ge- cettazioni. Il suo avvocato una favola per sciocchi. È la ricomposizione, finalmente
neralità, il processo napoletano viene smon- semina ottimismo: “La posi- realistica, finalmente tragica, della coppia-icona di tutti i
tato e raso al suolo. L’autore dello scoop celia: zione di Doni si è notevol- rotocalchi, di tutti i cinepanettoni, di tutto
“succede anche nei film che fanno botteghi- mente ridimensionata, ci so- l’intrattenimento che vende arrivismo e cattivi sentimenti,
no”. Nessuno dubita. Avanti il prossimo. no dei fatti al riguardo cui so- sempre nascondendo il sangue e l’orrore necessari a ogni
no state fornite delle spiega- scalata sociale: il calciatore e la velina.
zioni”.

AMARCORD

IL NATALE SECONDO LENNON: PROVARE HAPPY CHRISTMAS CON LA NERVOSA YOKO ONO
di Richard Williams
icembre 1971. 17° piano
D del St. Regis Hotel di New
York. Come al solito John è a
letto, circondato dai detriti
della sua creatività: chitarre,
libri, spartiti, penne e una
scatola di singoli di Elvis Pre-
sley di cui va particolarmente
fiero, tanto da aver acquistato
un juke-box per ascoltarli.
JOHN è un vulcano di idee e
progetti. “Ho ancora molto da
imparare”, sospira. ”La nuova
band, Plastic Ono Band, do-
vrebbe essere pronta ad inizia-
re il tour all’inizio del 1972”.
Intanto la nuova band sta per
registrare un singolo per Na-
tale. Si intitola “Happy Christ-
mas” (War is Over) e John mi
dice di averlo fatto ascoltare
per la prima volta al produt-
tore Spector, al quale ha ricor-
dato il pezzo delle Paris Si-
sters. “Che c’e’ di male?”, dice
John. “Mi piace citare vecchie
canzoni, ma si finisce quasi
sempre nei guai per i diritti
d’autore”. Quella stessa sera
ritroviamo John al Record
Plant, uno studio di registra-
zione sulla 44esima Strada. In-
torno a lui cinque giovani chi-
tarristi, ai quali sta insegnan-
do gli accordi di Happy Chri-
stmas. Come mai tutte queste
chitarre? “Non dimenticarti
chi sta producendo il singolo,
amico!”. Uno dei chitarristi è
il bravissimo Hugh McCrac-
ken, ma John non lo sa ancora.
Mentre i chitarristi continua-
no a provare gli accordi, John
esclama: “Mentre suonate
pensate che oggi sia Natale”.
“Ma io sono ebreo”, risponde
uno. “E allora fingi che sia il
tuo compleanno”, replica
John. D’improvviso si avverte
un forte trambusto all’ingres-
so e fa la sua comparsa Phil
Spector. Nel giro di pochi mi-
nuti Spector non solo ascolta
la band, ma sta già pensando
agli arrangiamenti e alla pro-
duzione. Ci mette dieci secon-
di per creare con le chitarre il
sound adatto al pezzo. Dopo
qualche esecuzione, l’espres-
sione di Jim Keltner, il batte-
rista, assomiglia a quella di un
uomo cui i piranas stanno len-
tamente mangiando le dita dei
piedi. È elettrizzato! Phil
Spector li osserva da dietro il
vetro della sala di registrazio-
ne e spara ordini all’ingegnere
del suono: “Più eco sul piano,
Roy. Più eco! Forza!”. Il pezzo
comincia a funzionare e Phil
esclama: “Fantastico!”. Su
suggerimento di John Lennon
le chitarre acustiche emetto-
no un suono simile a quello
del mandolino. L’idea piace
moltissimo a Spector. Keltner
aggiunge con le percussioni
un suono che ricorda quello
delle campane.
LA CANZONE è articolata
in tre parti: il ritornello can-
tato da John, un brano da vo-
calist interpretato da Yoko e
un coro che sarà affidato ad un
gruppo di bambini. John dice
che ha scritto questa canzone
perché “ero stufo di White
Christmas”. Il motivo è sulla
falsariga di “All you need is lo-
ve” e “Give peace a chance”.
Le parole sono semplici e di-
rette: “La guerra è finita/se co-
sì volete/ora la guerra è finita”
con John e Yoko che augurano
ogni bene all’umanità. Quan-
do John e Yoko entrano in stu-
dio e cominciano a cantare
sulla base, stranamente John
non riesce a cantare le note
più alte e Phil ha un momento
di stizza: “John, la voce di Yo-
ko sovrasta la tua”. Poi volgen-
dosi agli altri: “Per forza, fuma
come un dannato!”. Alla fine il
risultato riesce a soddisfare
persino il produttore più esi-
gente del mondo. Il giorno se-
guente Yoko, insieme a John e
alla band, registra il lato B del
singolo: “The snow is falling”.
È la sua prima canzone, che fe-
ce ascoltare a John quando
cinque anni prima si sono
messi insieme. Alla prima ese-
cuzione sembra già perfetta.
Ma nel giro di cinque minuti
John e Yoko stanno già parlan-
do di aggiungere un organo,
un’altra chitarra e qualche ef-
fetto sonoro. Mentre parlano i
musicisti della band comin-
ciano ad improvvisare qual-
che accordo e Yoko va su tutte
le furie: “Smettetela, danna-
L’ex beatle
nel dicembre
1971, al lavoro
su un singolo
“L’album di
McCartney?
Mi deprime”
zione!”. Yoko è nervosa, forse
ha la sensazione di non essere
presa abbastanza sul serio dai
musicisti. John e Yoko decido-
no di inserire all’inizio e alla
fine il suono di “Feet in the
snow”. Phil chiede a John:
“Hai sentito l’ultimo album di
Paul?”. “No”, risponde John.
“È tremendo, orribile”. “Non
parlarmene. La cosa mi depri-
me”, dice John. “Non si tratta
della musica”, aggiunge. “Il
fatto è che ogni volta che lo
Coppia rock John
Lennon e Yoko Ono
(FOTO LAPRESSE). In alto,
Cristiano Doni
al momento
dell’arresto avvenuto
il 19 dicembre scorso
(FOTO ANSA)
nominano non
penso alla musi-
ca, penso a tutte
quelle storiacce
di soldi e di inte-
ressi. Non me lo
nominare nem-
meno”. La regi-
strazione è finita.
L’ascoltiamo in si-
lenzio. Quando
usciamo dallo
studio è notte fonda. Di John e
Yoko hanno comprato una bi-
cicletta per andarsene in giro
nel Village. “Vanno tutti in bici
qui al Village”, dice John. “An-
che Bob Dylan e nesssuno lo
riconosce. Il Village è il più bel
posto del mondo. Tornare in
Gran Bretagna è come andare
in Danimarca, e io non voglio
vivere in Danimarca”.
Copyright The Guardian
traduzione di Carlo Antonio Bi-
scotto
pagina 16 Sabato 24 dicembre 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ serviranno per fare i conti. Il
Tg2 ha messo in evidenza di Fulvio Abbate
Sergio
il riciclato
all’ordine del giorno. In- bius: da tecnocrate ad ala si-

Ci resta che “la sfiducia dei consuma-

tori è aumentata” e che i sa-
lari sono fermi mentre l’inf la-
zione corre. Si può fare un
esperimento. Guardate le
Vva uoi che te lo dica subito?
Se parliamo di precariato,
bene tutto fuorché Cof-
ferati. È una storia che viene
somma, Cofferati rinuncia-
va a rispondere alle attese di
coloro che, come già Lenin
in un celebre manifesto del
1917, lo vedevano, ramazza
nistra.
Il dubbio, acclarato il cam-
bio di registro retorico – dal
“Chi l’ha visto?” all’intransi-
genza – suggerisce che il Re-

solo spread cento monete da un euro

di Paolo Ojetti
g1
T Siria, Egitto e i turchi che ce l’hanno con Sar- T “L’arrivo del Natale non frena la corsa
kozy perché difende gli armeni (il Tg1 non spiega dello spread”. La frase di Giuliano Giubilei è
niente, noi ci ricordiamo solo di Aznavour, che è
francese e pure armeno). Ma il piatto forte man-
ca. La manovra è scomparsa, Maccari non voleva
rovinare la vigilia. Il governo? Lavora, come sem-
pre. Soprattutto dopo le raccomandazioni di un
certo Alfano, uno che pare sia stato ministro, che
non s’era mai interessato e invece, ora, ha sco-
perto che è “necessario lavorare per la crescita”
(forse si riferiva alla statura del suo Capo, non si
sa). Monti ha preso appunti e dal Tg1 ha anche
saputo di essere al “centro del’attenzione dei par-
titi di opposizione”, parola di Attilio Romita.
Ida Peritore mostra Cota “molto preoccupato”.
Pare si sia nascosto dietro l’albero con la testa fra
le mani e abbia rifiutato il torrone. Il Tg1 esulta
alla fine: milioni e milioni di italiani hanno scelto
la neve. Scarponi a nolo: 40 euro al giorno.
g2
T Questa sera si mangia di magro. Di magro
anche il decreto mileproroghe, Monti ha senso
dell’ humour, ha tagliato pure quello. Non ci
sono correzioni alla manovra, la panacea na-
talizia si ferma alla proroga degli affitti. Le feste
messe da parte un anno fa.
Contatele: sono 95 e non so-
spettate dei figli. Avvertenza
di rito: bollino rosso sulle
da lontano. Da quando il Re-
divivo guidava la Cgil, e pen-
sò bene, in difesa dell’arti-
colo 18, di portare a Roma –
fra Circo Massimo, piazza
strade verso sud. Si va dai nonni. del Popolo e San Giovanni –
nientedimeno che tre milio-
g3 ni di cittadini. Una moltitu-
dine, un popolo. Con anche
un messaggio di sfiducia
rivelatrice: non ci resta che mandare la let- verso quegli altri, i suoi. In
terina al Babbo rosso vestito: “Caro Babbo quei giorni, infatti, ovunque
Natale, come mai non freni lo spread? Facci c’erano uomini e donne
questo regalo, abbiamo subito Berlusconi e pronti ad aspettarsi da Cof-
adesso ci tocca Monti: siamo stati buonissi- ferati un segnale, un cenno,
mi”. Il Tg3 scivola poi negli “scenari” poli- un semplice colpo di mega-
tici, Bossi e la “pecorella” Berluscon, Bersani fono per rimettere ogni co-
che è “leale”, Di Pietro che protesta, Tremon- sa in discussione. Comin-
ti che regala un libro al senatùr (il Trota glielo ciando dal gruppo dirigente
ha strappato di mano e si è immerso nella del principale partito della
lettura), insomma cose così. Peccato, per- sinistra, i Ds. Dimenticavo:
ché Pietro Cipriani ha avuto poco spazio sempre allora, la vittoria po-
per entrare nel dettaglio della stangata. Ha litica, di più, il trono era pro-
solo elencato le sciabolate. Ma un’idea c’era: prio a un passo dal nostro
Ines Uva è andata in incognito a chiedere un sindacalista. Non accadde
mutuo. Con contratti a tempo determinato, invece nulla. Il successivo
ti attacchi. Vale a dire che la quasi totalità dei Primo maggio, durante il
giovani è fuori gioco. Anche con lo stipendio concertone di San Giovan-
fisso, ma scarso, sei out. Vieni da noi, siamo ni, la parola d’ordine della
Bancaperta. Corri, c’è un mutuo Bancange-
lica che ti aspetta. BancaBuona, tassi imbat-
Cgil retta sempre dal diretto
interessato era già mutata:
tibili, approfittane! depotenziare, dare l’idea
Contoverde, contoazzurro, contofucsia: abbia- che lo scontro, anzi, il ri-
mo anche le filiali Portaperta per te. Straballe. cambio non fosse mai stato
in mano, a spazzare via D’A-
lema, Veltroni, gli zarini
della sinistra nostrana. Ac-
cadde ciò che sappiamo, da
lì a poco. Cofferati seppe
trasformarsi in Corpo Invi-
sibile, e poi nel peggiore sin-
daco che Bologna abbia mai
avuto in dono. Poi, il nulla
totale. Evaporato nel buio
fitto. Con una nuova com-
pagna giovane e un figlio
piccino da crescere. Finisce
così la storia? No! Da qual-
che settimana, ecco che
Cofferati è ricicciato. Dap-
prima da Lilli Gruber a “Ot-
to e mezzo”, poco dopo
ospite di Corrado Formi-
gli a “Piazzapulita” (La7).
Si tratta di un Cofferati mod.
antagonista, cioè un vee-
mente, un indignato sul pie-
de di guerra in difesa dei di-
ritti fondamentali in assenza
dei quali non c’è che la cap-
pella di San Precario. Un’o-
perazione di “re-design” po-
litico che in Francia era riu-
scita al socialista Laurent Fa-
L’ex segretario della Cgil,
Sergio Cofferati ultimamente
si fa rivedere spesso in tv
divivo voglia assai prosaica-
mente riciclarsi. Il suo allea-
to migliore? L’assenza di me-
moria (per non dire di altro)
dell’orgoglioso popolo della
sinistra.
Gli stessi che, nel marzo del
2002, al suo passaggio scan-
divano Ser-gio! Ser-gio! con
erotico trasporto nella cer-
tezza che il loro beniamino
avrebbe esaudito ogni so-
gno di ricambio, con le fac-
ce di D’Alema e Veltroni
giù come birilli al bowling
della politica. Per queste ra-
gioni la carburazione tirata
al massimo del Cinese da-
vanti al collega di partito
Pietro Ichino convince sol-
tanto i semplici. Al contra-
rio, appare sospetta, di più,
paracula agli occhi di coloro
cui non puoi raccontare la
favola democratica che so-
no stati gli altri, gli Invidiosi,
a importi l’esilio sotto le
Due Torri.
Toh, guarda chi sta arrivan-
do: il treno dei Riciclati,
nuove opportunità, Sergio,
non resta che prenderlo al
volo.
www.teledurruti.it

LA TV DI OGGI
12.10 FILM Le campane 13.25 PRIMA TV FILM Nata- 12.00 NOTIZIARIO TG3 - 20.57 PREVISIONI DEL 11.00 FILM Jack Frost 12.25 NOTIZIARIO Studio 12.00 TELEFILM Un detec- 12.25 RUBRICA
d'argento le di ghiaccio Sport Notizie - Meteo 3 TEMPO Meteo NOTIZIARIO TGCom - Aperto - Meteo tive in corsia I menù di Benedetta
13.30 NOTIZIARIO TG1 15.00 PRIMA TV RAI FILM 12.25 RUBRICA TGR Il Set- 21.00 NOTIZIARIO News Meteo 5 (ALL'INTERNO) 13.00 CARTONI ANIMATI I 13.00 TELEFILM La signora (REPLICA)
14.00 EVENTO Buon Nata- Santa Baby - Natale in timanale lunghe da 24 13.00 NOTIZIARIO TG5 - Simpson in giallo 13.30 NOTIZIARIO TG La7
le con Frate Indovino 2011 pericolo 12.55 RUBRICA TGR 21.27 PREVISIONI DEL Meteo 5 13.45 CARTONI ANIMATI 13.50 REAL TV Il tribunale 14.05 FILM I Muppet alla
16.10 EVENTO E' quasi 16.30 PRIMA TV FILM La Ambiente Italia TEMPO Meteo 13.40 REALITY SHOW Bugs Bunny di Forum - Anteprima conquista di Broadway
Natale 2011 notte prima della notte di 14.00 NOTIZIARIO TG 21.30 RUBRICA Meridiana Grande Fratello - Riassun- 14.05 FILM Il Grinch 14.05 REAL TV Forum: ses- 15.55 FILM Kazaam -
17.00 NOTIZIARIO TG1 - Natale Regione - Meteo - TG3 - Scienza 1 to 15.45 EVENTO sione pomeridiana del Il gigante rap
Che tempo fa 17.55 NOTIZIARIO TG2 14.45 ATTUALITÀ TG3 21.57 PREVISIONI DEL 14.15 FILM La vigilia per Ice Christmas Galà 2011 Sabato 17.40 VARIETÀ Italialand -
17.15 RUBRICA A sua L.I.S. - Meteo 2 Pixel - Meteo 3 TEMPO Meteo farli conoscere 17.35 EVENTO Michael 15.05 FILM Poirot: Il Nata- Antiche attrazioni
immagine 18.00 PRIMA TV FILM Mira- 14.50 RUBRICA Tv talk 22.00 ATTUALITÀ Inchiesta 16.00 PRIMA TV FILM Tre Bublè: Christmas (REPLICA) le di Poirot 18.10 TELEFILM The
17.45 DOCUMENTARIO colo a Manhattan 16.50 NOTIZIARIO TG3 3 (Interni) (REPLICA) bambini sotto l'albero 18.30 NOTIZIARIO Studio 17.00 PRIMA TV TF Psych District
Passaggio a Nord Ovest 19.35 FILM Il canto di L.I.S. 22.30 NOTIZIARIO News 18.00 FILM Fuga dal Nata- Aperto - Meteo 18.00 DOCUMENTI I miti 20.00 NOTIZIARIO TG La7
18.50 GIOCO L'eredità Natale di Topolino 16.55 FILM Sabrina lunghe da 24 le 19.00 CARTONI ANIMATI del cinema 20.30 VARIETÀ
20.00 TG1- TG Sport 20.05 FILM Lanny & Way- 18.55 NOTIZIARIO Meteo 22.57 PREVISIONI DEL 20.00 NOTIZIARIO TG5 - Bugs Bunny 18.55 NOTIZ. TG4 - Meteo Italialand REMIXATA!!!
20.35 GIOCO Soliti ignoti ne 3 -TG3 - TG Regione - TEMPO Meteo Meteo 5 19.15 FILM Santa Clause 19.35 SOAP OPERA Tempe- 21.10 PRIMA TV LA7 FILM
Speciale Natale 20.15 PRIMA TV FILM Meteo 23.00 RUBRICA Consumi e 20.30 ATTUALITÀ Striscia 21.10 FILM Fred Claus - sta d'amore Surf's Up -
21.55 MONDOVISIONE: Masha e Orso 20.00 VARIETÀ Blob consumi la notizia - La voce della Un fratello sotto l'albero 21.15 FILM Il cowboy col I re delle onde
EVENTO Santa Messa di 20.25 Estrazioni del Lotto 20.10 ATTUALITÀ Che 23.27 PREVISIONI DEL contingenza 23.25 FILM Sweeney Todd: velo da sposa 23.05 FILM
Natale 2011 celebrata da 20.30 NOTIZ. TG2 - 20.30 tempo che fa TEMPO Meteo 21.10 FILM Mrs. Doubtfire Il diabolico barbiere di 23.55 FILM The Blues Bro- La storia infinita
Sua Santità Benedetto XVI 21.05 EVENTO Concerto 21.30 SHOW 35° Festival 23.30 RUBRICA Tempi - Mammo Per Sempre Fleet Street thers 1.10 FILM Sciuscià
0.00 RUBRICA A sua di Natale XIX edizione del Circo di Montecarlo supplementari 0.00 FILM La fabbrica del NOTIZIARIO TGCom - NOTIZ. TG4 Night News 2.55 DOCUMENTI La7
immagine Speciale 23.30 FILM Eloise a Natale 23.40 FILM Il Grande Joe 23.57 PREV. Meteo Natale Meteo (ALL'INTERNO) - Meteo (ALL'INTERNO) Colors

LA TV DI DOMANI

11.50 MONDOVISIONE - 13.45 FILM Il gobbo di 12.15 ATT. TeleCamere 20.57 PREVISIONI DEL 12.45 REALITY SHOW 12.25 NOTIZIARIO Studio 12.00 DOC. Melaverde 11.45 FILM Dracula -
EVENTO Messaggio Natali- Notre Dame 12.55 CULTURALE Prima TEMPO Meteo Grande Fratello Aperto - Meteo 13.20 DOC. Pianeta mare Morto e contento
zio e Benedizione Urbi et 15.10 PRIMA TV FILM Trilli della Prima (REPLICA) 21.00 NOTIZIARIO News 13.00 NOTIZIARIO TG5 - 13.00 CARTONI ANIMATI I 14.00 REAL TV Donnavven- 13.30 NOTIZIARIO TG La7
Orbi di Sua Santità Bene- e il grande salvataggio 13.25 DOC. Passepartout lunghe da 24 Meteo 5 Simpson tura - Collection 14.05 ATTUALITÀ Ma
detto XVI 16.20 FILM Chicken Little - 14.00 NOTIZIARIO TG 21.27 PREVISIONI DEL 13.40 REALITY SHOW 13.30 PRIMA TV MEDIASET 14.40 VARIETÀ Ieri e oggi anche no
12.30 EVENTO Assisi: Con- Amici per le penne Regione - Meteo -TG3 TEMPO Meteo Grande Fratello FILM Polar Express in tv 17.10 FILM Quei temerari
certo di Natale 2011 17.40 NOTIZIARIO TG2 14.30 EUROVISIONE - EVEN- 21.30 RUBRICA Meridiana 14.00 EVENTO Opera On 15.25 FILM Balto 15.10 FILM Sette spose per sulle loro pazze,
13.30 NOTIZ. TG1 - TG1 L.I.S. - Meteo 2 TO Natale 2011 - Concer- - Scienza 1 Ice 17.00 FILM Balto 2 - Il sette fratelli scatenate, scalcinate
Focus 17.45 RAGAZZI Art Attack to per la Vita e per la 21.57 PREVISIONI DEL 16.30 FILM La città del mistero del lupo 17.00 NOTIZIARIO Vie carriole. Con Tony Curtis,
14.00 SPETTACOLO TEA- Speciale Natale Pace da Betlemme TEMPO Meteo Natale 18.30 NOTIZIARIO Studio d'Italia notizie sul traffico Walter Chiari
TRALE Aladin, il musical 18.10 FILM Snow Dogs - 8 15.40 NOTIZ. TG3 L.I.S. 22.00 ATTUALITÀ Inchiesta 18.30 FILM Una tata magi- Aperto - Meteo 17.05 Riassunto: Dow- 20.00 NOTIZIARIO TG La7
16.30 NOTIZIARIO TG1 cani sotto zero 15.45 ATTUALITÀ Alle fal- 3 (Interni) (REPLICA) ca 19.00 TELEFILM Mr. Bean nton Abbey 20.30 VARIETÀ Italialand
16.35 FILM Una fidanzata 19.45 CARTONI ANIMATI de del Kilimangiaro 22.30 NOTIZIARIO News 20.00 NOTIZIARIO TG5 - 19.20 FILM Che fine ha 17.10 MINISERIE Downton REMIXATA!!!
per papà Classici Disney 18.55 NOTIZ. Meteo 3 - lunghe da 24 Meteo 5 fatto Santa Clause? Abbey (REPLICA) 21.40 TELEFILM L'ispettore
18.50 GIOCO L'eredità 20.00 PRIMA TV CARTONI TG3 - TG Regione - Meteo 22.57 PREVISIONI DEL 20.40 VARIETÀ Paperissima 21.30 VARIETÀ Zelig Off 18.55 NOTIZ. TG4 - Meteo Barnaby
20.00 NOTIZIARIO TG1 ANIMATI Masha e Orso 20.00 RUBRICA Il Gran TEMPO Meteo Sprint 23.50 EVENTO SPORTIVO, 19.35 L'ALBUM DI SOAP 23.40 NOTIZIARIO TG La7
20.35 RUBRICA TG Sport 5 20.30 NOTIZ TG2 - 20.30 Concerto 23.00 RUBRICA Consumi e 21.30 FILM La Sacra Poker1mania - OPERA Tempesta d'amore 23.55 FILM Blade Runner:
minuti di recupero 21.05 PRIMA TV FILM Lanny 21.05 FILM L'ultima legio- consumi Famiglia Christmas Stars for 21.30 Riassunto: Dow- The Final Cut. Con Harri-
20.40 GIOCO Soliti ignoti & Wayne - Buoni vs. cattivi ne 23.27 PREVISIONI DEL NOTIZIARIO TGCom - Charity Tra i giocatori: nton Abbey son Ford, Sean Young
21.30 PRIMA TV TELEFILM 21.20 FILM Bolt - Un eroe 22.50 NOTIZ. TG3 TEMPO Meteo Meteo 5 (ALL'INTERNO) Gigi Buffon, Bebo Storti e 21.35 PRIMA TV MINISERIE 2.05 VARIETÀ Italialand
Tutti pazzi per amore 3 a quattro zampe 23.00 FILM La première 23.30 RUBRICA Tempi 23.50 FILM Tutti insieme a "Ciccio" Valenti Downton Abbey REMIXATA!!! (REPLICA)
23.35 PRIMA TV RAI FILM 23.00 FILM Conciati per le étoile supplementari Natale 1.50 FILM La vita è un 23.30 I bellissimi di R4 3.15 DOCUMENTI La7
Lassie feste 0.25 NOTIZIARIO TG3 23.57 PREV. Meteo 1.30 NOTIZ, TG5 Notte miracolo 23.35 FILM Piccole donne Colors
Sabato 24 dicembre 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedback$
MONDO
INSULTI ANCHE A RICCARDI
WEB
di Federico Mello
ROMA: la procura apre
fascicolo sul forum nazi
Lfinitiapubblicazione
Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per far luce sulla
della lista di proscrizione di personalità de-
“delinquenti” perchè aiutano gli immigrati, pubblicato
sulle pagine italiane del forum neonazista Stormfront. Come
Commenti al post su
ilFattoQuotidiano.it:
“Il ritorno della Prima
Repubblica. Al teatro
Stabile di Napoli arriva il
condannato Di Donato”
scritto negli scorsi giorni, Nelle pagine italiane del forum di Nello Trocchia

Nuovo attacco on line sono stati pubblicati nomi di politici, magistrati, religiosi,
giornalisti e appartenenti al mondo delle associazioni accu-
sati dal sito neonazista di aiutare gli immigrati per “un tor-
naconto economico”. Il procuratore aggiunto di Roma, Pie-
tro Saviotti, ha al momento aperto il fascicolo contro ignoti
è L’ITALIA è il paese dei
rottami, da 60 anni girano
sempre gli stessi, poi allevano i
portaborse e fanno carriera

contro gli ebrei romani ipotizzando i reati di diffamazione e incitazione all'odio raz-
ziale. Nei giorni scorsi la procura della capitale ha ricevuto
una prima informativa da parte della polizia postale.
dopo che son morti i padroni,
ecco il motivo perchè non
funziona niente.
ocean55

Écheilflettere
caso di cominciare a ri-
seriamente su ciò
sta avvenendo su Inter-
net in questi giorni. Dopo il
caso del forum nazista Stor-
mfront, un altri gravi atti di
odio antisemita è stato de-
nunciato ieri. “Ecco i nazi-
sti-ebrei, membri della cupo-
la mafiosa ebraica”. Questo il
titolo che sovrasta un poster
di propaganda apparso sul si-
to antisemita Holywar nel qua-
le sono riportati nomi, co-
gnomi e fotografie di collabo-
ratori del sito della capitale
Romaebraica.it. La denuncia è
arrivata da Giacomo Kahn,
direttore del mensile “Sha-
lom” sul sito stesso della Co-
munità ebraica romana. Nel
poster – ripubblicato proprio
da Romaebraica.it –, in mezzo a
numerosi deliri che fanno il
verso a una sorta di integra-
lismo cattolico di stampo raz-
zista e violento, si invitano i
cattolici a un maggior impe-
gno “contro l’intolleranza
ebraica”. “Questi schiavi di
Satana – prosegue il poster
I FILM
SC1= Cinema 1 SCF=Cinema Family
SCX=Cinema Christmas SCC=Cinema Comedy
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max
18.10 Amadeus -
Director's Cut SCX
19.00 Mona Lisa Smile SCP
19.05 Ricomincio da tre SCC
19.20 A Natale mi sposo SC1
19.20 Ipotesi di reato SCM
19.30 Il pianeta del tesoro SCF
21.00 La vita è una cosa
meravigliosa SCC
21.00 Don't say a word SCM
21.00 Un calendario molto
speciale SCP
21.10 Il Principe d'Egitto SCF
21.10 Neverland - Un sogno
per la vita SC1
21.10 Il concerto SCX
22.35 Insieme per caso SCP
22.50 Ghostbusters II SCC
22.55 Blizzard - La renna di
Babbo Natale SCF
23.00 Immaturi SC1
23.00 Caccia a
Ottobre rosso SCM
I FILM
SC1= Cinema 1 SCF=Cinema Family
SCX=Cinema Christmas SCC=Cinema Comedy
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max
18.00 Il Bianco Natale di
Topolino SCF
19.05 A casa per Natale SCF
19.10 L'apprendista
stregone SC1
19.10 Letters to Juliet SCP
19.15 Salt SCM
19.20 Il pesce innamorato SCC
19.20 Benvenuti al Sud SCX
21.00 Cars - Motori
ruggenti SCF
21.00 Tre uomini e una
gamba SCC
21.00 Ritorno a Cold
Mountain SCP
21.00 A-Team SCM
21.10 Prima tv Un Natale
per due SC1
21.10 Avatar SCX
22.50 Così è la vita SCC
23.00 L'acchiappadenti SCF
23.00 Innocenti bugie SC1
23.05 xXx SCM
che mette in effigie una Stella
di Davide con al centro una
svastica – vogliono la distru-
zione della Chiesa cattolica”.
Segue poi una lunga lista di
personaggi – ebrei e non –
indicati come appartenenti
alla “cupola”.
Kahn denuncia una vera e
propria campagna antiebrai-
ca: “Ogni volta che si affron-
tano temi che riguardano la
Comunità ebraica – le sue pa-
role –, ogni volta che denun-
ciamo derive antisemite della
società italiana, ogni volta
che denunciamo tentativi ne-
gazionisti e interpretazioni ri-
duttive della storia della
Shoà, i nostri nemici vengo-
no allo scoperto e si scatena-
no, organizzando campagne
antiebraiche che diventano
vere e proprie istigazioni alla
caccia all’uomo”. Non solo:
“Da tempo l’antiebraismo,
specie quello che si esprime
attraverso la rete, ha assunto
toni sempre più aggressivi
nei confronti degli ebrei, ne
abbiamo data ampia testimo-
LO SPORT
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
SP3=Sport 3
16.10 Rugby, AVIVA Premiership
11a giornata Northampton
Saints - Bath Rugby (Dir.) SP2
18.15 Rugby, World Cup 2011
Prima semifinale Galles - Fran-
cia (Sintesi) SP2
19.15 Rugby, World Cup 2011
Seconda semifinale Australia -
Nuova Zelanda (Sintesi) SP2
20.15 Rugby, World Cup 2011
Finale Nuova Zelanda - Francia
(Replica) SP2
20.15 Tennis, ATP World Tour
Finals 2011 Finale: Roger Fede-
rer - Jo-Wilfried Tsonga (R) SP3
23.00 Wrestling, Ultimate
Fighting Championship Show
Episodio 18 SP2
0.00 Poker WPT Series 5
Episodio 38 SP2
2.00 Football, NCAA 2011/2012
Bowl - Sheraton Hawaii
(Diretta) SP2
LO SPORT
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
SP3=Sport 3
16.45 Football, NCAA
2011/2012 Bowl - Sheraton
Hawaii (Replica) SP2
18.45 Wrestling WWE Expe-
rience Episodio 26 SP2
20.15 Calcio, Serie A 2011/2012
Posticipo 13a giornata Milan -
Chievo (Sintesi) SP1
20.30 Basket, NBA 2011/2012
Dallas Mavericks - Miami Heat
(Diretta) SP2
20.45 Tennis, La Grande Sfida
2011 Serena Williams/ Venus
Williams - Flavia
Pennetta/Francesca Schiavone
(Replica) SP3
23.00 Basket, NBA 2011/2012
Los Angeles Lakers - Chicago
Bulls (Diretta) SP2
1.30 Rugby, AVIVA Premiership
2011/2012 11a giornata Nor-
thampton Saints - Bath Rugby
(Replica) SP2
nianza sul sito della Comuni-
tà Ebraica, ricordando le re-
centi liste nere e le minacce
di Militia”. Anche questa vol-
ta il sito pubblica foto degli
esponenti della comunità
ebraica e redattori del sito co-
me se fossero bersagli. Sono
in atto, conclude Kahn, “le
procedure per la denuncia,
presso la Polizia postale, di
questo attacco antisemita
che attraverso la diffamazio-
ne e la menzogna vorrebbe
spegnere la voce della comu-
nità ebraica italiana”.
Sempre ieri, inoltre, è stato
utilizzato un articolo de Il
Giornale per attaccare il mini-
stro per l’Integrazione e la
cooperazione Andrea Riccar-
di: lo ha usato un partecipan-
te al forum sulle pagine ita-
liane del sito neonazista Stor-
mfront.
L’articolo è di Paolo Granzot-
to ed è stato pubblicato sul
quotidiano milanese il 18 di-
cembre scorso. Il ministro
viene criticato per aver avan-
zato, dopo i gravi fatti di To-
rino, l’idea di dare case ai
Rom e di mandare a scuola i
loro figli. Non solo. Il forum
pubblica un altro articolo,
questa volta del giornalista
Maurizio Blondet, che defini-
sce Riccardi “cripto-giudeo”
e “cattolico noachide” (il
noachismo è un sistema mo-
rale nella tradizione ebraica)
e mostra la foto del ministro a
Torino, in visita presso la co-
munità ebraica.
Questa nuova ondata di an-
tisemitismo digitale, suscita
la reazione del Pd: “Preoccu-
pa l’aumento in questi giorni
di aggressioni antiebraiche
sulle pagine dei più cono-
sciuti siti antinazisti e antise-
mitì” dicono i responsabili si-
curezza e giustizia del Pd,
Emanuele Fiano e Andrea Or-
lando. “Ci auguriamo che la
magistratura, come nel caso
del sito Stormfront voglia pro-
cedere rapidamente per isti-
gazione all’odio razziale e dif-
fusione di idee diffamatorie.
Rimane tuttavia ancora la
sensazione che in un periodo
di grave crisi sociale, lo ste-
reotipo antisemita riemerge
sempre con rinnovata forza
come nel caso del sito Ho-
lywar con i volti e i nomi di
appartenenti alla comunità
ebraica di Roma a cui va la
nostra solidarietà”. I demo-
cratici si stringono anche in-
torno al ministro Riccardi
“oggetto anche lui di ingiurie
e offese che certamente non
fermeranno il suo impegno
per l’integrazione e la tolle-
ranza”.
Anche il sindaco di Roma,
Gianni Alemanno, condanna
“ogni forma di antisemitismo
e di incitamento alla violenza
razziale”, ed “esprime solida-
rietà alla comunità ebraica di
Roma e a tutti coloro che il
sito antisemita Holywar cita
nel suo delirio diffamante”.
è 66 AMMAZZATI
IL RAPPORTO DI RSF
La libertà di espressione ha
un prezzo sempre più
elevato. Lo rivela Reporters
Without Borders, che per la
prima volta ha compilato una
lista dei luoghi più pericolosi
per chi fa informazione. La
scure dei regimi si è
abbattuta con maggiore
violenza nelle strade teatro
della “primavera araba”,
dalla libica Misurata alla
capitale del Bahrain,
Manama, fino a piazza Tahrir,
al Cairo. Dei 66 giornalisti
uccisi nel 2011 (il 16% in più
rispetto al 2010), 20 hanno
pagato con la vita per
raccontare le rivolte che
hanno infiammato il Medio
Oriente. Ma le proteste di
piazza, dalla Grecia agli Stati
Uniti, sono state un fattore
determinante anche nel
“drammatico” aumento
degli arresti: da 535 nel 2010
a ben 1.044 nell’anno che sta
per concludersi. Quanto alla
rete, prosegue il trend
globale verso il “controllo
2.0” più volte segnalato
dall'organizzazione. Forme
di censura online sono state
sperimentate in 68 paesi
(erano 60 nel rapporto dello
scorso marzo) e si sono
tradotte nell’uccisione di 5
cittadini digitali e
nell’aggressione di 62
blogger. La dissidenza sul
web, inoltre, è costata
l’incarcerazione in 199 casi.
Merito anche dei software di
sorveglianza delle
comunicazioni in Rete
fornite ai regimi da aziende
occidentali, come
dimostrato da un’inchiesta
di Bloomberg in corso da 10
mesi. Strumenti attraverso i
quali, scrive, “la polizia in
molti di questi paesi ora
affronta regolarmente i
dissidenti, durante arresti e
torture, con registrazioni
dei loro messaggi e dei loro
movimenti”.
Fabio Chiusi
è ...POVERINO, se no
restava disoccupato! Già, con
tutte le brave persone
laureate e disoccupate, ecco,
l'ennesima prova del lerciume
seminato e che si continua a
raccogliere! Veramente una
Nazione senza Amore di Sé,
ma solo arroganza di potere
in denaro...
sango
è MA IO DICO... uno che
fa un concorso nelle forze
armate viene sbattuto fuori
per la minima cosa, o per una
contravvenzione, qua un
delinquente che ha riportato
una condanna, viene
nominato ad una carica
pubblica? Il fratello di Alfano
non ha una laurea e viene
nominato per una carica
pubblica. Sperò che l’organo
di vigilanza preposto venga
processato a carico dello
stato.
flyblu
è POSSIBILE che non si
riesca a ripulire l’Italia da
questi personaggi? Collusi, “di
cattiva condotta morale e
civile” e quindi di cattivo
esempio, ospiti di Poggioreale
perchè travolti da
tangentopoli, condannati per
corruzione che tornano come
se niente, a essere reimpiegati
nelle istituzioni pubbliche e
non con lavori normali,
portieri di stabili, addetti alle
pulizie, lavavetrate, addetti ai
bagni NO!!! Sono reintegrati
alla peggio come
Amministratori Delegati; Da
vergogna anche per chi gli da
questi incarichi. Ma,se
iniziassimo a mettere in atto
uno sciopero bianco?
Blocchiamo tutto: non si
prendono più i treni freccia
rossa finché c’è Moretti...
Maria
è SOLO CON il M5Stelle si
possono cambiare le cose.
Tutti a casa.
Silvano
è C’È POCO da fare! in
Italia ancora non ci rendiamo
conto che i malandrini
delinquenti hanno un tasso
intellettivo superiore se
confrontati alle persone
oneste! Ce ne dobbiamo fare
una ragione ed anzi dobbiamo
ringraziarli se si prendono
carico di responsabilità
pubbliche!
dandigno
è SAREBBE opportuno e
quanto mai necessario
sollecitare l’intervento di De
Magistris visto che lo Stabile
ha comunque una innegabile
funzione di rappresentanza...
ma gli altri componenti del
CDA non potrebbero
prendere a loro volta
posizione contro questo
sconcio?..
Giannni
è È UN FATTO puramente
Italiano, come sempre si
danno incarichi, a gente
indagata o condannata, invece
di metterli in galera, gli diamo
incarichi più importanti.
pippo4407
pagina 18 Sabato 24 dicembre 2011

SECONDO TEMPO

Battibecco
PIAZZA GRANDE É di Massimo Fini

ELOGIO
DELLA FILIBUSTA
Non lavorare stanca I sei marittimi italiani e i 17 indiani sequestrati quasi un
anno fa (l’8 febbraio), assieme alla petroliera Savina
Caylyn, dai pirati somali sono stati liberati. Sono contento
per loro, naturalmente, ma soprattutto, devo pur
di Furio Colombo Avrete notato che ho detto, e incompiute. Sono le libera- detta “Statuto dei lavoratori” e confessarlo, per i pirati che hanno incassato 10 milioni di
dell’insieme delle mosse del lizzazioni e la cosiddetta rifor- li si dichiara “superprotetti”. dollari per il riscatto, anche se la Farnesina, pro forma,
l nuovo governo ha il me- governo, che “sono realisti- ma del lavoro. Alle liberalizza- Tutti gli altri, che attraverso

I
rito – mai abbastanza ap-
prezzato – di essere vero,
normale e competente, e
di essere subentrato da un
giorno all'altro, a un governo
incompetente, pericoloso e
ridicolo.
La lista delle cose da fare per
salvare il Paese (una piccola
parte per ora è entrata in una
legge che, infatti, si chiama
“salva Italia”) era enorme,
perché niente, a parte i danni
e le violazioni alla Costituzio-
ne, era stato fatto, in 17 anni
di dominio mediatico berlu-
sconiano, in tre governi, in
dieci anni di effettivo e totale
potere, da Porta a Porta alla
Guardia di Finanza. Da questo
vasto paniere il nuovo gover-
no ha scelto, in modo reali-
stico, ma molto pesante per
tutti gli onesti, tasse, prelievi
e tagli di quasi ogni attività
che possa essere raggiunta
dalla mano di un governo.
Vuol dire tassare o tagliare tut-
to ciò che è alla luce del sole,
tutta la parte emersa dell’eco-
nomia (strana distinzione, ma
necessaria, in un Paese mala-
to in cui la metà dell’attività, e
dunque del prodotto econo-
mico, è sommerso ).
DUNQUE tutta la vita di la-
voro di coloro che, dal portie-
re al manager, sono tassati alla
fonte, tutto l’assetto delle pen-
sioni (che pure non erano in
pericolo né sull’orlo di alcun
crollo, ma facevano cassa)
cambiando in corsa molte re-
gole, senza far caso alla scon-
nessione tra la vita grama dei
conti pubblici, la vita grama
delle persone e la vita grama
delle imprese. Cosicché d’ora
in poi ci sono persone che de-
vono andare in pensione più
tardi per migliorare i conti
pubblici, ma vengono messi
fuori dal lavoro più presto per
migliorare i conti privati e, per
salvare l’Italia, restano senza
lavoro, senza pensione e dun-
que fuori da qualunque cresci-
ta o ripresa dell’economia, un
peso morto per la recessione
che, ci dicono, sta venendo.
che”.
Intendevo dire che Monti e i
suoi ministri hanno fatto ciò
che si fa in tutte le democrazie,
e che non è il colmo della giu-
stizia, ma è il meglio del risul-
tato: tassare i tassabili. Negli
Stati Uniti di George W. Bush,
la tassazione era stata esplici-
tamente accollata tutta e solo
al lavoro dipendente, vantan-
do pubblicamente il merito di
avere esonerato i ricchi. In
quello stesso Paese un presi-
dente di cultura e moralità op-
posta, Barack Obama, non è
ancora riuscito a spostare il pe-
so delle tasse da chi vive di la-
voro a chi vive di ricchezza, e
c’è il rischio che esca di scena
prima di esserci riuscito e con
il rimpianto di non aver potuto
restituire ai poveri le cure me-
diche garantite, cancellate da
Ronald Reagan, per donare il
“tesoretto della salute” all’im-
menso potere delle compa-
gnie di assicurazione.
Poteva essere più facile la vita
di un governo tecnico italiano
che i partiti, più che sostene-
re, contengono, fermandolo
un po’ qua e un po’ là? Comun-
que questo governo ci ha pro-
messo un secondo tempo che
potrebbe portare, almeno in
parte, ciò che non è ancora ac-
caduto: un piano, finalmente
vero (quelli di Berlusconi era-
no come la lotta alla mafia di
Maroni, che – mentre lui dava
la caccia agli zingari – gli si è
insediata al Nord) di lotta al-
l’evasione fiscale, che vuol di-
re anche un grandioso censi-
mento di capitali vaganti e
mancanti all’appello dell’e-
mergenza.
Restano due questioni tentate
zioni (delle professioni, delle
vendite, degli orari, delle atti-
vità produttive) si sono oppo-
sti con furore rapido ed effi-
cace (e molta complicità nel
sottofondo del Parlamento) gli
interessati più tutti coloro che
si definiscono “liberali” in Ita-
lia, e non se ne parla più. Se
farmacisti ed esclusivisti di
questo e di quello non voglio-
no liberalizzare, ci sarà una ra-
gione. Siamo una democrazia.
Rispettiamola.
Difendere il lavoro invece è so-
vietico, eversivo, e potrebbe
portare anche a brutti eventi,
tipo il terrorismo. Si fa così: si
prendono i lavoratori che so-
no ancora protetti dalla legge
Neppure questo
buon governo
fondato sulla
tecnica e non sulla
fede sembra
disposto ad
accantonare la
teologia del lavoro
libero e vagante,
come valore per
misurare un Paese
una serie di trovate e marchin-
gegni, sono stati lasciati fuori,
vengono definiti (dopo avere
creato la situazione in cui si
trovano) ingiustamente esclu-
si. La terza mossa è dichiarare
“privilegiato” chi gode ancora
del beneficio della legge (che
non ha un costo e non pesa su
nessuno) e sfidarlo a rinuncia-
re a quel “privilegio” (in ger-
go, l’art. 18 dello Statuto ap-
pena citato) cosicché i lavora-
tori siano tutti uguali, tutti sen-
za garanzie. Si chiama “flex se-
curity” e vuol dire libertà di
licenziamento, che, a quanto
pare, il mondo ci chiede per
essere rispettabili. Non risulta
che sia vero né che ci siano
capitali fermi alle frontiere in
attesa della liberazione dei la-
voratori italiani dall’art. 18. Pe-
rò di una cosa dobbiamo alla
fine renderci conto. Qui è co-
me discutere con Ratzinger
della procreazione assistita o
del testamento biologico. Non
si può, non si deve e basta. Al
momento neppure questo
buon governo fondato sulla
tecnica e non sulla fede sem-
bra disposto ad accantonare la
teologia del lavoro libero e va-
gante, come valore per misu-
rare un Paese. Forse nel terzo
tempo ne riparleremo senza
insultare e denunciare Cgil,
Fiom e Camusso come perico-
losi avversari della pace di
Marchionne?
(FOTO LAPRESSE)
nega.
Trovo stupefacente, e non privo di significato, che nell’era
della modernizzazione, dell’ipertecnologia, dei computer,
dei satelliti-spia che individuano anche uno spillo posato
per terra, di Echelon, della globalizzazione, di un trend che
porta inesorabilmente verso un unico modello planetario,
uno Stato mondiale con regole valide per tutti, rinasca la
pirateria. Certo i pirati somali sono un po’ diversi dalla
“fairy band” della Tortuga, la mitica isola delle Antille dove
la filibusta ebbe la sua epopea, soprattutto nel XVII secolo.
Anche loro si sono modernizzati, si servono di alcuni
strumenti tecnologici, Internet per trattare lo smercio del
bottino e i riscatti, radar per seguire le rotte oltre che degli
informatori disseminati sulle coste del Corno d’Africa e del
Golfo di Aden. Ma all’attacco si va con i vecchi metodi. I
moderni bucanieri mascherano i loro navigli come
insospettabili “navi d’appoggio”, poi, all’ultimo momento,
quando sono vicinissimi alla preda, calano in mare dei veloci
barchini, con non più di cinque uomini di equipaggio, e
vanno all’arrembaggio arrampicandosi con dei rampini e
regolarmentare bandana sulle fiancate delle navi
abbordate. Dopo averle sequestrate, assieme agli uomini a
bordo, si rifugiano nei porti sicuri di Harardhere, di Ely, di
Bossaso. Trovo esaltante che riescano a tenere in scacco le
più sofisticate Marine militari del mondo. Un centinaio di
navi da guerra, americane, russe, cinesi, australiane,
italiane, incrociano al largo del Corno d’Africa e del Golfo di
Aden, ma non riescono ad avere ragione dei pirati somali.
Perché sono rapidissimi nell’arrembaggio e altrettanto
veloci nello sganciarsi.
Questi pirati sono civilissimi. Rubano, ma non uccidono. I
prigionieri li trattano con rispetto e nessuno, che io ricordi,
ha avuto di che lamentarsi. Sono in maggior parte ex
pescatori, rovinati proprio da quelle petroliere che con il
loro passaggio e i loro sversamenti hanno devastato il mare
e impoverito la sua fauna. Poiché per gli occidentali è
inconcepibile qualsiasi cosa che esca dalle loro logiche, si è
tentato di etichettarli come quaedisti, Shebab o altro.
Invece sono totalmente non ideologici. È gente che se ne
frega degli Stati e vuol vivere a modo suo. Quando nel 2008
fu sequestrata la Sinus Star, una nave dell’Arabia Saudita,
le Corti islamiche somale (una sorta di talebani in salsa
africana) chiesero di liberarla in nome della solidarietà
musulmana e dell’islam che condanna la pirateria,
minacciando, in caso contrario, di intervenire con la forza,
il pirata rispose: “Non ci provate neanche. Siamo pronti a
respingere qualsiasi blitz. Non abbiamo nulla contro gli
islamici, lo siamo anche noi e abbiamo il massimo rispetto
del sacro regno saudita. Ma questa è solo una questione di
affari. Siamo pirati”. Sono pirati e fanno i pirati. Sono
bucanieri. Sono degli avventurieri, ma molto più simpatici
di certi avventurieri del denaro che, senza nulla rischiare,
tantomeno la pelle, stanno rovinando il nostro mondo.
Sono la vecchia, cara, affascinante filibusta. E noi stiamo
appassionatamente con loro. Del resto anche Il Fatto, in
una situazione molto diversa, a modo suo, meno rischioso,
meno romantico e senza grottesche bandane alla
Berlusconi, batte bandiera corsara.

Il commissario
Tv: l’Italia per i Diritti umani
del Consiglio
partiti e dai politici. L’Italia, a di-
spetto della legge Frattini, non ha
fatto niente”.
A nulla è servita le leggi Gasparri
mezzi anche più sottili con gran-
di gruppi che comprano pubbli-
cità unicamente nei media fedeli.
In Europa, poi, c’è ancora una
sposizione della collettività un ca-
nale libero da annunci commer-
ciali incrementa la qualità della te-
levisione e permette la diffusione

non è libera d’Europa avverte

di Marina Castellaneta
afforzare il pluralismo nel
sorte dalle ceneri dell’ex Unione
sovietica e l’Italia. L’ex Rappre-
sentante dell’OSCE sulla libertà
Italia e Russia:
e Frattini del 2004. Scarsi anche i
risultati dal passaggio dall’analo-
gico al digitale che, malgrado la
novità, consentono ai due sog-
getti che controllano la televisio-
i monopoli
provocano rischi
concentrazione dei mass media
nelle mani di pochi gruppi edito-
riali con maggiori rischi di inter-
ferenze con la linea editoriale di
stampa e televisione.
NON BASTA QUINDI l’av-
vento del digitale per raggiunge-
di programmi funzionali alla di-
versità culturale. È vero che la
concorrenza è essenziale, ma i
media non possono essere consi-
derati semplicemente come un
altro mercato. Non vanno esclusi,
quindi, sgravi fiscali e aiuti a patto
che la loro concessione sia indi-

R
segno della libertà di stam-
pa. Lo chiede il commissa-
rio per i diritti umani del
Consiglio d’Europa Thomas
Hammarberg che nello studio
del 6 dicembre sul pluralismo
nei media e i diritti umani (Com-
mDH (2011)43) disegna la map-
pa della situazione dei media tra-
dizionali in Europa e dei rischi
per la democrazia provocati da
situazioni di monopolio, tutt’al-
tro che scomparsi malgrado l’av-
vento di nuovi strumenti di co-
municazione.
Un posto di primo piano tra gli
Stati che subiscono effetti nega-
tivi proprio per la presenza di si-
tuazioni monopolistiche lo con-
quistano le nuove democrazie
dei media Miklos Haraszti, che ha
curato lo studio, mette l’accento
sull’anomalia italiana che mostra
come il monopolio possa “pro-
vocare rischi gravi anche nelle
più antiche democrazie”. La li-
bertà di stampa e di espressione
godono buona salute in Italia, ma
– si precisa nello studio – questo
non vale per il settore televisivo
dominato da un duopolio Rai e
Mediaset che, tra l’altro, si trova
in una situazione di monopolio
tra le televisioni commerciali e
nel mercato pubblicitario. Tutto
aggravato dal fatto che l’ex pre-
mier Silvio Berlusconi non sono
solo è comproprietario di Media-
set, ma è stato anche capo del go-
verno con forti controlli sul siste-
gravi anche
nelle più
antiche
democrazie
ma televisivo pubblico. In barba
agli standard europei che vieta-
no a politici la proprietà e il con-
trollo di emittenti televisive per
evitare interferenze politiche o
di governo sulla libertà di stam-
pa. “La Germania e il Regno Uni-
to – scrive Haraszti – impongono
restrizioni sulla diretta proprietà
o controllo delle emittenti da
parte di attori politici; i Paesi Ue
richiedono indipendenza dai
ne (Rai e Mediaset) di usare la
propria forza economica anche
nel mercato digitale.
In tutta Europa, poi, spirano ven-
ti di monopolio. Troppi i segnali
che mostrano una tendenza a for-
me di concentrazione tra i media
tradizionali. Con difficoltà sia per
le televisioni indipendenti che
non riescono a ottenere licenze e
sia per i giornali nella distribuzio-
ne delle copie. Non mancano
re, almeno sul fronte televisivo,
maggiore pluralismo. Certo, è ri-
solto il problema della scarsità
delle frequenze, ma non automa-
ticamente quello provocato da si-
tuazioni di monopolio. La Com-
missione europea dovrebbe in-
tervenire con maggiore forza.
L’impero editoriale di Murdoch è
stato oggetto di poca attenzione
da parte di Bruxelles sul fronte
del rispetto delle regole di con-
correnza, mentre la Commissio-
ne ha riservato maggiore atten-
zione a Spagna e Francia che stan-
no provando a cambiare il siste-
ma televisivo pubblico “decom-
mercializzando” e provando ad
attingere risorse in altro modo.
Un intervento visto con favore
nello studio perché mettere a di-
pendente da ogni valutazione sui
contenuti. Un trattamento parti-
colare deve poi essere riservato al
servizio pubblico considerato dal
Consiglio d’Europa, in molti do-
cumenti, come uno strumento
per la costruzione della democra-
zia, per la tutela dei diritti umani e
per la salvaguardia delle diversità
culturali (si veda lo studio speci-
fico sul servizio pubblico, Com-
mDH (2011) 41).
Nessun dubbio, poi, che i nuovi
media grazie a Internet cambiano
gli scenari e consentono maggiore
pluralismo, ma c’è un rischio per-
ché lo sviluppo delle reti ha spinto
alcuni governi a intervenire così
come era accaduto con l’avvento
della televisione, ossia con un ec-
cessivo controllo statale.
Sabato 24 dicembre 2011
Non sposiamoci
MAIL
con un razzista
Devo confessare d’essere un
po’ razzista. Non faccio diffe-
renza tra neri, gialli o bianchi,
anzi, a dire il vero, la pelle nera
mi piace più della pelle bianca,
ma c’è una categoria di per-
sone che non riesco a soppor-
tare. Si tratta di quei poveri
disgraziati, stupidi e cattivi,
che non riescono a vivere se-
renamente se non si trovano
nel mucchio degli uguali. I di-
versi li disorientano, li scom-
bussolano, gli stravolgono il
cervello. Non vivono tranquil-
li, poverini, e alle volte arri-
vano persino ad assalire per-
sone innocenti, solo perché si
distinguono dalla massa degli
uguali.
Magari si chiedono: come mai
non ci pensa lo Stato a punire i
diversi che ci offendono con la
loro maledetta presenza? E
sentendosi offesi, si fanno
“giustizia” da soli. Non li sop-
porto proprio. Certo non
commetterei mai una violenza
contro di loro, anche se mi fan-
no schifo oltre che pena, però,
confesso, se fossi al posto del
buon Dio, non li farei mai na-
scere. Ma forse il Signore non
s’immischia nelle misere fac-
cende della terra. Però, noi
donne qualcosa possiamo fa-
re: non sposiamoci mai con un
LA VIGNETTA
razzista, così evitiamo il ri-
schio di far nascere razzistini.
Ve lo avevo detto che sono un
po’ razzista?
Elisa Merlo
Pensionati
e conti correnti
C'è una domanda a cui non rie-
sco a dare una risposta, pro-
babilmente perché non ho se-
guito attentamente le ultime
notizie. Si è parlato di mettere
un limite ai contanti e da ciò
nasceva il problema dei pen-
sionati che riscuotono la pen-
sione in contanti.
A parte che i contanti da eva-
sione e/o da corruzione che
girano mi pare siano di cifre
ben superiori alle misere pen-
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pagina 19
SECONDO TEMPO
IL FATTO di ieri24 dicembre 1965
BOX A Catania lo chiamarono “il delitto del Magistero”, ma fu
soprattutto, nel processo che ne seguì, l’atto d’addio al
“delitto d’onore”, il vergognoso articolo 587 del codice
penale, in grado di ridurre di quasi un terzo la pena a chi
avesse ucciso “in difesa dell’onor suo e della famiglia”. A
far vacillare le certezze sulle attenuanti concesse al
presunto vendicatore, il caso di tale Gaetano Furnari,
integerrimo maestro elementare di Piazza Armerina,
Furio Colombo
7 A DOMANDA RISPONDO trasformatosi in feroce giustiziere di Francesco Speranza,
docente del Magistero catanese, freddato con cinque
revolverate nell’aula della facoltà, perché reo di avergli
ITALIA-LIBIA sedotto la figlia. Una storia come tante nella Sicilia degli
anni ’60, generalmente accolta dal plauso popolare, ma
TUTTO COME PRIMA? che, dopo la mite sentenza di primo grado che, il 24
dicembre ’65, infliggerà al padre pistolero solo 2 anni e 11
mesi, provoca ribellione nell’opinione pubblica. La legge
aro Colombo, leggo su tutti i Mediterraneo, il blocco dell'immigrazione e i
C maggiori giornali titoli tipo:
“Italia e Libia, riparte il Trattato
famigerati “respingimenti in mare” che
rendono impossibile la verifica del diritto
applicata viene per la prima volta giudicata. In un clima di
inedita protesta, il maestro omicida vedrà salire la sua
pena a 4 anni di reclusione. Sentenza esemplare che aprirà
d'amicizia”. Ricordando l'accanita d'asilo (violando ogni norma internazionale), la strada alla cancellazione di una barbarie giuridica,
discussione intorno a quel trattato, impediscono soccorso in mare e hanno avvenuta, dopo le battaglie civili degli anni 70, solo
mi domando come ciò sia possibile, provocato migliaia di morti nel Mediterraneo. nell’agosto 1981.
in un’altra Italia e con un’altra Libia. I profughi catturati erano poi destinati alle Giovanna Gabrielli
Francesco carceri libiche, le cui condizioni erano e
continuano a essere spaventose, o riportati
ME LO DOMANDO anch'io. nel deserto a disposizione dei mercanti che li parse del tutto in India ma forti lenza e sulla, apparente, gra-
Leggo, per esempio, che “il presidente Jalil e il trasportano e “vendono” nel Sinai. Terzo, il in Italia, vi è tempo. Nessuno tuità di talune prescrizioni non
premier Monti hanno deciso di riattivare il trattato prevede un enorme pagamento in ormai ha più bisogno del Go- può che comportare un inter-
Trattato di amicizia la cui applicazione era dollari (5 miliardi in 20 anni) proprio in verno Monti, come si nota dai rogativo sul senso delle me-
stata sospesa con l'inizio del conflitto”. Lo dice questo momento di violenta crisi economica. voti riportati, sempre di me- desime, che si risolve nella
il Corriere della Sera, 16 dicembre, senza Se si considera che il trattato è stato salutato no. constatazione della loro mag-
alcuna spiegazione del come sia possibile che dal baciamano di Berlusconi a Gheddafi, dal Una cosa, però, dobbiamo al giore afflitività finalizzata a ren-
lo stesso trattato valga per epoche e persone volo delle Frecce Tricolori nel cielo libico in governo Monti. La serietà e dere "duro", cioè intollerabile,
e Paesi talmente diversi. Rivediamo la strana onore del dittatore, e poi dalla quasi l’impegno personale e profes- quel regime carcerario e dun-
storia. Primo, il trattato è fortemente anomalo immediata violazione dello stesso trattato da sionale dei suoi componenti, que condizionare il compor-
rispetto ai normali rapporti internazionali. In parte dell'Italia che ha partecipato alla guerra che ci hanno fatto subito di- tamento del detenuto. Il che è
esso l'Italia impegna le sue basi militari “che e ai bombardamenti, appare chiaro l'unico menticare le tante sceneggiate proprio, tecnicamente, quello
non saranno mai usate contro la Libia”, si senso del trattato: avere petrolio. E il vero, e pagliacciate televisive dei che l'art. 11 della convenzione
vincola allo scambio di segreti tecnici e terribile pagamento: esseri umani, respinti in precedenti governanti. Speria- Onu del 1984 dell'uomo de-
militari, promuove uno strano legame militare mare o consegnati ai predoni. Ma questa era mo che Monti, prima di essere finisce come “tortura”.
che prevede anche esercitazioni in comune, l'Italia di Berlusconi, di Bossi, di Maroni. È fatto fuori, porti anche equità Anche noi, come tutti, auspi-
affida ad aziende italiane la sorveglianza possibile che tutto continui, adesso, come e giustizia, in aggiunta ai tanti chiamo che i capi delle asso-
elettronica dei confini fra Libia e deserto, prima? sacrifici della classe media, or- ciazioni criminose non conti-
comprese zone in cui le frontiere libiche sono mai verso l’impoverimento. nuino a comandare dall’inter-
materia di contestazione internazionale. Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano Mario De Florio no del carcere, ma questo può
Secondo, l'Italia affida alla Libia, dotata di 00193 Roma, via Valadier n. 42 essere fatto senza violare l’or-
navi e armi italiane, il pattugliamento del lettere@ilfattoquotidiano.it Diritto di Replica dine costituzionale, senza le-
dere i diritti fondamentali della
Caro Direttore, persona. Accanto va ricordato
i familiari delle vittime della che il motivo della nostra pro-
strage dei Georgofili hanno testa, quel sovvertimento del-
mente da dove è stato aperto, a qualche privilegio. contestato sul Suo giornale la l'ordine costituzionale che ab-
può essere utilizzato per pre- Vorrei una sanità equa per tut- posizione dell’Unione Came- biamo denunciato, riguardava
levare in qualunque ufficio po- ti: non rapinare una banca per re Penali in tema di 41 bis. Il il fatto che un provvedimento
stale d'Italia. E dà anche un pic- curarsi i denti. Vorrei una casa fatto di rappresentare “i più della magistratura, legalmente
colo interesse. Perché allora per tutti, mutui e affitti rap- colpiti da Cosa Nostra” impo- ottenuto, non era stato appli-
parlare di conti correnti? Pos- portati agli stipendi medi, per ne non solo rispetto per loro cato perché così l'amministra-
sibile che i professori al gover- invogliare molti bamboccioni e dolore ma anche chiarezza sul zione penitenziaria, ed il Mi-
no che masticano finanza co- non a sposarsi, altrimenti nel tema. Per noi i diritti fonda- nistro dell'epoca, avevano sta-
me il pane ne sappiano meno 2050 non ci saranno più ita- mentali non sono divisibili, val- bilito: il che non può avvenire
di me? Ripeto, probabilmente liani, e quei pochi rimasti sa- gono per tutti, a prescindere in uno Stato di diritto. Se vo-
mi è sfuggito, ma comunque ranno protetti dal Wwf. Im- delle colpe di cui ci si è mac- gliamo difendere la libertà e
sia, non è il caso di divulgar- migrazione: solidarietà e fer- chiati, in Italia come a Guan- l’autonomia della giurisdizione
lo? mezza, a seconda dei casi. tanamo. dagli attacchi della politica lo
Daniela Basta con le cassandre media- Tutto ciò che è gratuito, ov- dobbiamo fare sempre, senza
tiche (tv, giornali, ecc.), più ot- vero inutilmente afflittivo, op- distinguere le sentenze buone
Lettera anticrisi timismo e un atteggiamento pure motivato raffigurando da quelle che non ci piaccio-
mentale positivo e costrutti- scenari ipotetici ed improba- no.
a Babbo Natale vo, tanto il mondo bene o male bili, tradisce lo spirito e la let- Cordialmente.
Scrivo questa letterina a Bab- va avanti sempre lo stesso. tera della carta laddove statui- Valerio Spigarelli
bo Natale perché vorrei nel Utopia qualunquistica o bana- sce che “le pene non possono Unione Camere Penali Italiane
2012 cambiassero tutte le fac- lità? Speriamo di no. Comun- consistere in trattamenti con-
ce dei politici di ogni schiera- que Buone feste a tutti. trari al senso di umanità”. L’e-
mento alle prossime elezioni. Giuseppe Carosella spressione “tortura democra-
La fine dei privilegi delle caste, tica”, da noi usata, è forte ma
a scapito della gente comune. Monti, regalaci fotografa le condizioni in cui IL FATTO QUOTIDIANO
La fine delle “manovre” per vivono i detenuti al 41 bis. Una via Valadier n. 42 - 00193 Roma
sioni di chi non può permet- rubare ai poveri, per donare ai equità e giustizia valutazione oggettiva sulla vio- lettere@ilfattoquotidiano.it
tersi un conto corrente, ma ricchi. Vorrei che le banche La manovra è stata veloce-
quello che mi ha colpito è stata fornissero quell’ombrello che mente approvata dal Parla-
la “semplice” soluzione pro- tolgono quando piove agli im- mento, dura ma non equa, co- Direttore responsabile
posta: vuol dire che i pensio- prenditori, qualcuno dei quali me si era detto e si sperava.
nati apriranno un conto cor- arriva fino al suicidio (14 morti Con la solita scusante dell’ur- Antonio Padellaro
rente su cui accreditare la pen- nel Nordest negli ultimi anni). genza, si sono tassati solo i la- Vicedirettore Marco Travaglio
sione. Già, e le spese del conto Lavoro per tutti: giovani pre- voratori dipendenti e pensio-
corrente chi le paga? Ok, vuol cari e disoccupati recenti e nati, quelli veri e non quelli al Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
dire che le banche concede- cronicizzati. nero, il resto si è rimandato. Progetto grafico Paolo Residori
ranno delle agevolazioni, ma Da cristiano cattolico vorrei Vedi liberalizzazioni, privatiz- Redazione
certo non potranno rimetter- che la Chiesa si aggiornasse al- zazioni, frequenze televisive, 00193 Roma , Via Valadier n°42
ci. la società moderna attuale, riforma fiscale, lavoro nero ed tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
Più o meno queste le argo- evitando vecchie posizioni evasione, patrimoni e legge e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sito: www.ilfattoquotidiano.it
mentazioni che mi hanno la- medioevali che bloccano l’e- elettorale.
sciata allibita. Nessuno che ab- voluzione dell’Italia, e la pro- Si poteva fare tutto contem- Editoriale il Fatto S.p.A.
bia parlato (o forse è colpa mia mulgazione di leggi e regola- poraneamente. Ora aumenta- Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
che non l'ho sentito) di libret- mentazione di problemi etica- no i dissensi e le critiche, spe- Presidente e Amministratore delegato
to postale, da sempre gratuito, mente sensibili, che fanno ri- cie dagli esponenti di quei par- Giorgio Poidomani
su cui è possibile far accredi- sultare il nostro stato non al- titi che hanno millantato la fi- Consiglio di Amministrazione
tare la pensione; non ha limite lineato con altri stati al passo ducia al governo. Per le cose Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
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IL LIBRO
PIÙ ARRABBIATO
DI LUCA TELESE

Foto © Gerald Bruneau

Questa è la storia di un Paese unico al mondo.

Un Paese bellissimo che si è fatto improvvisamente
crudele, che divora se stesso e i suoi figli.
Questa è la storia di una gara truccata, di un Paese
in cui le generazioni che hanno meno di quarant'anni
sono derubate del diritto più importante: quello al futuro.
Ma è la storia - anche - di chi resiste.

IN LIBRERIA
www.sperling.it