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Ventilazione nelle aule scolastiche: calcolo delle

portate di ricambio dell’aria e analisi della


legislazione vigente

Valentina Raisa - Architetto

La qualità dell’aria nella gran parte delle aule scolastiche italiane è scarsa, per non dire pessima.
Tuttavia, è dal 1975 che la legislazione nazionale prevede un accurato ricambio dell’aria tramite
“opportuni sistemi”. Come mai, allora, gli impianti di ventilazione meccanica a servizio degli ambienti
dove gli studenti devono apprendere ed impegnarsi per 9 mesi all’anno sono delle vere e proprie
rarità? Vediamo di capire il perché!

Il ricambio d’aria nelle scuole secondo la legislazione vigente


Il D.M. 18/12/1975 “Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica” al paragrafo 5.3.12 “Purezza
dell’aria” afferma quanto segue: “dovrà essere assicurata l’introduzione delle seguenti potate d’aria esterna
mediante opportuni sistemi”. Al paragrafo 5.3.13 “Trattamento dell’aria esterna” inoltre specifica: “nelle
zone in cui si verificano condizioni particolarmente gravi di inquinamento atmosferico dovrà porsi particolare
cura per quanto riguarda la presa d’aria esterna”. Queste indicazioni non lasciano spazio a dubbi: nelle scuole
l’aria deve essere ricambiata tramite impianti. Le portate da ricambiare secondo le indicazioni del Decreto
sono sintetizzate in tabella 1:
Ambienti adibiti ad attività didattica collettiva o attività di gruppo
scuole materne ed elementari scuole medie scuole secondarie di 2° grado
2,5 h-1 3,5 h-1 5 h-1
Altri ambienti
Ambienti di passaggio uffici Servizi igienici, palestre, refettori
1,5 h-1 2,5 h-1
Tabella 1 – Riassunto dei “coefficienti di ricambio dell’aria” (citando il lessico originale) nelle aule scolastiche
ed in altri ambienti scolastici.

Come mai le indicazioni progettuali del decreto sono state ampiamente disattese? Probabilmente perché la
presenza di serramenti apribili è confusa con il concetto di impianto di ventilazione naturale, cosa
sbagliatissima. E’ da tenere presente, inoltre, che durante i momenti di occupazione degli ambienti le finestre
non possono rimanere aperte in tutte le condizioni climatiche, altrimenti non si riuscirebbero a soddisfare

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condizioni progettuali molto importanti tra cui: la giusta temperatura interna di progetto (come raggiungere
la temperatura di comfort in inverno?), l’assenza di correnti d’aria (come fare durante giornate ventose e
piovose), l’assenza di rumori molesti (come garantire il silenzio se le aule si affacciano su arterie rumorose e
trafficate?) e una idonea purezza dell’aria (impossibile filtrare l’aria esterna aprendo i serramenti). Inoltre,
nei momenti in cui non c’è differenza di temperatura tra interno ed esterno e non c’è vento non si realizza il
ricambio dell’aria nemmeno con i serramenti aperti.
Esiste, poi, una legge dell’11 gennaio 1996 “Norme per l’edilizia scolastica” che avrebbe dovuto aggiornare il
Decreto del 1975, ma non sono ancora state definite le portate d’aria da ricambiare negli ambienti. Possono
ancora essere mantenute valide, quindi, quelle precedentemente illustrate.
Infine, occorre considerare che al momento è vigente il DM 11 ottobre 2017 che specifica i CAM, cioè criteri
ambientali minimi da rispettare per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione,
ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici. Al punto 2.3.5.2 si legge: “deve essere garantita
l’aerazione naturale diretta in tutti i locali in cui sia prevista una possibile occupazione da parte di persone
anche per intervalli temporali ridotti. È necessario garantire l’aerazione naturale diretta in tutti i locali
abitabili, tramite superfici apribili in relazione alla superficie calpestabile del locale (almeno 1/8 della
superficie del pavimento), con strategie allocative e dimensionali finalizzate a garantire una buona qualità
dell’aria interna”. In merito a questo punto è già stato osservato come l’apertura dei serramenti non sia
funzionale alla qualità dell’aria interna in tutte le stagioni ed in tutti i contesti. Il punto prosegue poi in questa
maniera: “Il numero di ricambi deve essere quello previsto dalle norme UNI 10339 e UNI 13779. Per
destinazioni d’uso diverse da quelle residenziali i valori dei ricambi d’aria dovranno essere ricavati dalla
normativa tecnica UNI EN ISO 13779:2008. In caso di impianto di ventilazione meccanica (classe II, low
polluting building, annex B.1) fare riferimento alla norma UNI 15251:2008. I bagni secondari senza aperture
dovranno essere dotati obbligatoriamente di sistemi di aerazione forzata, che garantiscano almeno 5 ricambi
l’ora.” Si può appurare quindi che il Decreto del 1975 ed il Decreto “CAM” si contraddicono. Il primo ritiene
essenziale un impianto per il ricambio dell’aria nelle scuole. Il secondo insiste sul concetto dell’apertura dei
serramenti (“aerazione naturale diretta”). Questo approccio sicuramente non gioca a favore dell’adozione di
impianti (naturali, meccanici o ibridi). A questo punto si rende necessario dare uno sguardo alla normativa
vigente.

Il ricambio d’aria nelle scuole secondo la normativa vigente


Va subito precisato che il lettore del Decreto “CAM” si trova a dover consultare alcune norme ritirate da UNI.
Nello specifico si può precisare che:

- La UNI 10339:1995 è tutt’ora vigente;


- La UNI EN 13779 (non UNI EN ISO) è stata ritirata e sostituita con la UNI EN 16798-3:2018. L’ultima
versione della UNI EN 13779, oltretutto, non citava alcun valore di portate per il rinnovo dell’aria.

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- La UNI EN 15251 è stata ritirata e sostituita con la UNI EN 16798-1:2019.

Secondo la UNI 10339 occorre assicurare le portate di rinnovo dell’aria nei vari ambienti scolastici con
occupazione prevalentemente sedentaria, secondo i valori riassunti nella tabella 2.

Edifici adibiti ad attività scolastiche e assimilabili

Portata di aria immessa Portata


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per persona - L/s (m /h) estratta

Asili nido e scuole materne 4 (14,4) -

Aule scuole elementari 5 (18) -

Aule scuole medie inferiori 6 (21,6) -

Aule scuole medie superiori 7 (25,2) -

Aule universitarie 7 (25,2) -


Transiti, corridoi - -
servizi 8 vol/h
Biblioteche, sale lettura 6 (21,6) -

Aule musica e lingue 7 (25,2) -


laboratori 7 (25,2) -
Sale insegnanti 6 (21,6) -
Tabella 2 – portate di rinnovo negli ambienti scolastici secondo UNI 10339.

Secondo la UNI EN 16798-1 nei medesimi ambienti scolastici occorre assicurare le portate di rinnovo dell’aria
secondo i valori riassunti nella tabella 3. Secondo il decreto CAM, occorre riferirsi alla Classe II, Low Polluting
Buildings (LPB) sempre di tabella 3 che è strutturata in maniera da far comprendere come il calcolo preveda
di sommare una portata per persona ad una per superficie unitaria.

Categoria Portata per persona Portata per superficie


l/(s persona) l/(s m2)
Non adattata Adattata VLPB LPB NLPB
I 10 3,5 + 0,5 1 2,0
II 7* 2,5 0,35 0,7* 1,4
III 4 1,5 0,2 0,4 0,8
IV 2,5 1 0,15 0,3 0,6
VLPB: Very Low Polluting Buildings – LPB: Low Polluting Buildings – NLPB: Non Low Polluting Buildings
*Valori da applicare secondo decreto CAM
Tabella 3 – portate di rinnovo negli ambienti scolastici secondo UNI EN 16798-1.

Di seguito sono forniti alcuni esempi di calcolo delle portate secondo le normative sopra menzionate.

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Calcolo delle portate di ventilazione per un’aula scolastica tipo
A titolo di esempio si prenda in considerazione un’aula di una scuola media inferiore con una superficie di 40
m2 ed un volume di 120 m3 in cui sia prevista la presenza di 20 persone.
Secondo il DM del 1975 dovrebbe essere ricambiata la seguente portata d’aria: 3,5 h-1, che corrisponde a 410
m3/h.
Secondo la UNI 10339 del 1995 dovrebbe essere ricambiata la seguente portata d’aria: 6 l/s per persona che
corrisponde a 432 m3/h totali.
Secondo la UNI EN 16798-1 dovrebbe essere valutata una portata di ricambio dell’aria coerente con quanto
riportato in tabella 4.
Secondo il Decreto CAM, infine, occorrerebbe fare riferimento alla cella campita con il colore arancione nella
tabella 4, con riferimento alla Classe II e alla tipologia di edifici LPB.

Classe VLPB LPB NLPB


3 3 3
m /h totali m /h totali m /h totali
-1
I 792 (6 h ) 864 1008

*CAM
II 554,4 705,6
604,8
III 316,8 345,6 403,2
IV 201,6 223,2 266,4
NOTA1: le cifre barrate sono inferiori al minimo valore di ricambio dell’aria previsto dalla UNI
EN 16798-1 che è di 4 l/s per persona, ossia 14,4 m3/h che in questo caso corrispondono a 288
m3/h totali per 20 persone.

*CAM: secondo il Decreto CAM occorre riferirsi alla Classe II e alla tipologia di edifici LPB.
Tabella 4 – Calcolo portate di rinnovo nell’aula tipo con riferimento alla UNI EN 16798-1 e al Decreto
“CAM”.

Risulta utile quindi capire come varia la concentrazione di CO2 nel tempo in funzione della portata d’aria
ricambiata.

Andamento della CO2 nell’aula tipo in funzione di diversi ricambi dell’aria.


Per analizzare come varia la concentrazione di CO2 in una giornata scolastica tipo è stato utilizzato il “Tool di
progettazione della qualità dell’aria nelle scuole” elaborato nell’ambito del progetto “Qualità dell’aria negli
edifici scolastici - QAES” www.qaes.it da alcuni ricercatori del centro ricerca Eurac e dell’Agenzia Casa Clima
entrambi di Bolzano. La presenza degli alunni è prevista per questo esempio dalle 8.00 alle 13.15. E’ prevista
la ricreazione dalle 10.00 alle 10.15 e si ipotizza che in questo intervallo di tempo le finestre siano lasciate
aperte e che in questa maniera avvenga un ricambio d’aria di 2h-1. Stesso ricambio per 15 minuti al cambio

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di ogni ora. Non ci si sofferma, per motivi di brevità, su analisi relative al comfort termico, ma ci si concentra
esclusivamente sulla variazione della CO2 nel tempo.
La prima simulazione (figura 1) considera l’assenza di un sistema meccanico per il rinnovo dell’aria, cosa
rappresentativa della maggior parte delle aule scolastiche italiane. In questo caso, quando i serramenti sono
chiusi, si ipotizza che siano presenti delle infiltrazioni pari a 15 m3/h. Si può osservare che, fatta eccezione
per la prima mezzora di occupazione, la concentrazione di CO2 supera sempre il valore raccomandato a livello
internazionale di 1200 ppm, indicato con la curva orizzontale arancione.

Figura 1 – Prima simulazione dell’andamento della concentrazione di CO2 nell’aula scolastica tipo secondo le
condizioni di occupazione ed aerazione sopra descritte. Le linee verticali verdi indicano i momenti di
apertura dei serramenti per ricambiare l’aria.

La seconda simulazione (figura 2) considera un ricambio d’aria tramite impianto, dalle 7.00 alle 14.00 con
una portata di rinnovo pari a 432 m3/h, come da calcolo secondo UNI 10339.

Figura 2 – Seconda simulazione dell’andamento della concentrazione di CO2 nell’aula scolastica tipo
secondo le condizioni di occupazione e di ventilazione sopra descritte.

La terza simulazione (figura 3) considera un ricambio d’aria tramite impianto, dalle 7.00 alle 14.00 con una
portata di rinnovo pari a 410 m3/h, come da calcolo secondo il D.M del 1975.

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Figura 3 – Terza simulazione dell’andamento della concentrazione di CO2 nell’aula scolastica tipo secondo le
condizioni di occupazione e di ventilazione sopra descritte.

La quarta simulazione (figura 4) considera un ricambio d’aria tramite impianto, dalle 7.00 alle 14.00 con una
portata di rinnovo pari a 604,8 m3/h, come da calcolo secondo il Decreto “CAM”.

Figura 4 – Quarta simulazione dell’andamento della concentrazione di CO2 nell’aula scolastica tipo secondo
le condizioni di occupazione e di ventilazione sopra descritte.

La quinta simulazione (figura 5) considera un ricambio d’aria tramite impianto, dalle 7.00 alle 14.00 con le
portate di rinnovo pari a 316,8 m3/h, 345,6 e 403,2 come da calcolo secondo UNI EN 16798-1, Classe III,
edificio VLPB (curva gialla), LPB (curva grigia) ed NLPB (curva azzurra). Si può osservare che, con 403,2 m3/h,
di rinnovo la concentrazione di CO2 non supera i 1200 ppm, mentre con le altre portate vi sono alcuni
intervalli di tempo in cui la concentrazione di CO2 supera, anche se di poco, i 1200 ppm.

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Figura 5 – Quinta simulazione dell’andamento della concentrazione di CO2 nell’aula scolastica tipo secondo
le condizioni di occupazione e di ventilazione sopra descritte.

Riflessioni e conclusioni
Le simulazioni sopra presentate evidenziano come, indipendentemente dalla portata d’aria ricambiata
dall’impianto meccanico, questo permetta di ottenere una drastica riduzione della concentrazione di CO2
nell’aula scolastica tipo, rispetto all’impiego dell’aerazione.

Attualmente, la presenza di più leggi e più normative discordanti tra loro complica l’attività progettazione.
Ulteriore ostacolo è la richiesta di portate di rinnovo dell’aria troppo alte, soprattutto per edifici esistenti,
per questioni tecniche, economiche ed energetiche.

La UNI EN ISO 16798-1 è una norma di supporto alle direttive EPBD (Energy Performance Building Directive)
e non a caso è estremamente versatile: il fatto di proporre tre classi di qualità dell’ambiente interno e di
riferirsi a tre tipologie di edifici con riferimento al livello di inquinanti emessi da involucro ed arredi permette
di trovare soluzioni progettuali adatte a situazioni diverse. Il Decreto “CAM”, invece, forza all’utilizzo della
UNI EN 16798-1 alla sola Classe II ed edifici LPB. Chi è sul campo sa perfettamente che le risorse economiche
a disposizione degli edifici scolastici pubblici sono poche. Se il costo di acquisto, installazione, gestione e
manutenzione di un impianto di ventilazione meccanica è troppo elevato e se non vi sono gli spazi tecnici per
alloggiare centrali e canalizzazioni, tale impianto non viene fatto, poiché “si può sempre fare ricorso alle
finestre apribili”. Questo però, come abbiamo osservato in precedenza, va a discapito della qualità dell’aria
interna e la prova più evidente è rappresentata dall’impossibilità di contenere a valori accettabili la
concentrazione di CO2.

Fortunatamente in commercio esistono soluzioni impiantistiche molto interessanti che permettono di


coniugare aspetti tecnici, economici ed energetici come, ad esempio, gli impianti a portata variabile, dove il
rinnovo dell’aria interna varia a seconda dell’andamento della concentrazione della CO2 nel tempo o quelli
ibridi. In alcuni istituti del nord Italia, ad esempio, in alcune aule scolastiche l’impianto meccanico è abbinato
all’aerazione automatica. In questi casi i serramenti si possono aprire automaticamente a vasistas ad intervalli

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di tempo regolari grazie a temporizzatori o sensori di CO2 abbinati a sensori di temperatura interna ed interna
per non penalizzare le condizioni di comfort interno.

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