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Noemi Pianelli MiniLam 2023-2024

Sotto la 🔍 di un investigatore
Confronto tra l’analisi del DNA integro e quello disgregato

Noemi Pianelli
Liceo Diocesano, MiniLam 2023-2024
Noemi Pianelli MiniLam 2023-2024

Indice:

1 Prefazione 3
2 Introduzione 3
3 Criminologia 4
3.1 Studio 4
4 DNA 5
4.1 Applicazione 5
4.2 Difficoltà e limiti 6
5 Analisi 7
5.1 Tecniche 7
5.2 Membrana a filtro 8
5.3 Separazione tramite cariche magnetiche 9
6 Confronto Campioni Genetici 10
7 Sviluppi futuristici 10
8 Conclusioni 10
9 Bibliografia 10
Noemi Pianelli MiniLam 2023-2024

1 Prefazione

Trovo interessante la disciplina delle scienze forensi, un incrocio tra scienza e giustizia, e di
come con una singola frazione che si trova nel nostro corpo si riesce ad arrivare alla realtà e
all’origine di un reato. Attraverso un microscopio si trovano dettagli che diventano
determinanti per un reato.
Mi interessano ancora di più per le tecniche utilizzate per l’analisi del DNA e come fanno
queste in caso di difficoltà, e a proposito di questo mi sorgono delle domande e quella che mi
pongo più spesso è: come e cosa fare in caso di complicazioni?
Penso ci siano delle complicazioni in questo contesto ma, nonostante ciò, le metodologie
moderne sono in grado di rilevare informazioni utili anche in questi casi. Perciò affronterò il
confronto tra il DNA integro e quello disgregato.

2 Introduzione

Per svolgere questo lavoro ho iniziato con lo spiegare il contesto di cui parlerò ovvero il
DNA e la criminologia e come questi due campi si uniscono. Ho saputo fin dall’inizio che mi
sarei concentrata sullo studio forense e poi confrontandomi con informazioni trovate su
internet, sul libro utilizzato dall’università di psicologia e criminologia di Perugia e dal
confronto e l’intervista a Ciro Berta (poliziotto scientifico, RIS Bellinzona) e Tiffany
Bolognesi (genetista, Laboratorio di Analisi Molecolari cantonale).
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3 Criminologia
3.1 Studio
La criminologia ha origine nel XVIII secolo con l'Illuminismo, quando l'interesse per
l'approccio razionale e scientifico alla giustizia penale cresceva. Figure come Cesare Beccaria
e Jeremy Bentham contribuirono con idee iniziali sulla riforma del sistema penale. Nel XIX
secolo, Cesare Lombroso introdusse teorie empiriche sul crimine. Nel XX secolo, la
criminologia divenne una disciplina multidisciplinare che si occupa di una vasta gamma di
argomenti, tra cui il controllo del crimine e la prevenzione della criminalità.
Questo studio si concentra su un campo de dicato all’approfondimento della criminalità e
delle devianze, affrontando in modo completo gli autori e le vittime dei reati, quindi le
dinamiche associate agli atti criminali.
É caratterizzata da un approccio interdisciplinare, che contiene studi come la psicologia, la
sociologia, diritto e l’insieme di neuroscienze, consentendo una comprensione completa
dell’accaduto.
La criminologia non si limita a una descrizione degli eventi criminali si estende alla
prospettiva di prevenzione, trattamento e controllo dei rati, attraverso analisi approfondite.
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4 DNA
4.1 Applicazione
A partire dagli anni ottanta l’introduzione e il miglioramento delle tecniche di biologia
molecolare hanno rivoluzionato le indagini giudiziarie.
Questo progresso generò una nuova disciplina nota come “genetica forense”.
Con queste metodologie avanzate la genetica forense è diventata uno strumento
indispensabile per analizzare le prove raccolte sulle scene del crimine in modo rapido ed
efficiente.
La genetica forense ha conosciuto un rapido sviluppo grazie agli avanzamenti nella biologia
molecolare. Jeffreys, dell'Università di Leicester, ha condotto ricerche inaugurando così
nuove metodologie di identificazione a partire dal 1995.
Tuttavia, va tenuto presente che l'identificazione personale non si limita solo alla genetica
molecolare, ma coinvolge un ampio spettro di discipline e metodologie, comprese analisi
forensi come impronte digitali, odontoiatria forense, analisi di fibre e tessuti, antropologia
forense e l'uso di database biometrici. Il panorama attuale dell'identificazione individuale è
quindi caratterizzato da una combinazione tra tecniche e tecnologie, tra cui anche
l'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico. Queste innovazioni lavorano insieme
per fornire una visione completa e affidabile dell'identità di un individuo, garantendo un
supporto solido per le indagini forensi e il sistema di giustizia penale.
Il DNA è utilizzato per l’identificazione dell’artefice, l’esclusione di sospettati,
risoluzione di casi “freddi” (irrisolti), identificazione della vittima.
Questa molecola è particolarmente resistente ai fenomeni di degradazione fisica e può
essere recuperato anche a distanza di anni, ma purtroppo questo non è sempre possibile,
infatti esistono condizioni in grado di danneggiarlo gravemente e renderne impossibile
l’analisi.
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4.2 Difficoltà e limiti


L’affidabilità di un’analisi genetica non è del tutto totale in tutte le tecniche, nonostante siano
usate in tutto il mondo ed il risultato finale sia il più concreto possibile, infatti si potrebbero
riscontrare alleli comuni in due persone del tutto estranee (non imparentate), per cui il DNA
poterebbe coincidere.
Un’altra difficoltà riscontrata è quella dei “buon donatore” che, a differenza del “non buon
donatore”, rilascia maggiori trecce di DNA. La stessa cosa avviene nel caso dell’estrazione
differenziale; nelle scene di reati in cui non si conosce la presenza di una persona secondaria,
spesso, con analisi approfondite c’è il rischio di non rilevare la presenza del DNA della
persona secondaria (che è sempre quello dell’aggressione), siccome quello rilasciato dalla
vittima ha una quantità molto maggiore lo sovrasta.
In alcune condizioni ambientali il DNA è a rischio di disgregamento: per la luce, l’umidità
e calore. In questi casi ci sono alcune tecniche che riescono ad analizzarli comunque. Questo
campione non deve però essere minore di otto picogrammi, l’unità minima analizzabile da un
macchinario, poiché se fosse più piccolo nessuna funzione sarebbe in grado di riprodurne
copie e perciò effettuare il lavoro di cui si ha bisogno.
Per eseguire un’analisi bisogna essere molto precisi, infatti la difficoltà principale è la
contaminazione (la persona stessa potrebbe contaminare il campione in analisi). É molto
semplice contaminare il DNA e per questo non si può entrare in un laboratorio senza le
adeguate “protezioni”, come il camice i guanti e gli occhiali.
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5 Analisi

5.1 Tecniche
Tutte le tecniche di analisi utilizzate al giorno d’oggi sono molto simili, sia per le fasi che per
l’utilizzo e molte altre cose.
Nei laboratori di indagini forensi del Canton Ticino (Laboratorio di Diagnostica
Molecolare a Lugano e Polizia Forse, RIS, a Bellinzona) si usano principalmente due
tecniche: “membrana a filtro” e “separazione tramite cariche magnetiche”. Entrambe hanno
un costo del kit molto elevato, il costo per degli strumenti che servono per far avvenire
duecento reazioni è di circa diecimila franchi. La difficoltà non è molta per nessuna delle due,
infatti utilizzano dei macchinari che “semplificano il lavoro”: rende il risultato più corretto,
difatti tutti i genetisti hanno una mano diversa (non precisa al cento per cento) e perciò
ognuno arriverebbe a conclusioni diverse. Queste due tecniche hanno le stesse fasi d’uso, ma
con materiali diversi:

5.2 Membrana a filtro


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Preparazione del campione: questa fase coinvolge l'estrazione del DNA dal campione
biologico interessato; il materiale genetico viene messo ad una temperatura di 56℃ per
permetterne la liberazione tramite eventuali frammentazioni (se necessario), rimozioni di
contaminanti e regolazione della concentrazione (per la fase successiva). Per fare questo
passaggio si usa il buffer, per il mantenimento del pH e la facilitare eventuali reazioni
biochimiche.
Applicazione del campione sul filtro membrana: il campione preparato viene applicato
direttamente sul filtro membrana. Dopo ciò è comune eseguire uno o più lavaggi per
rimuovere eventuali impurità o contaminanti residui. Questo passaggio aiuta a migliorare la
purezza del DNA sulla membrana e a preparare il campione per il passaggio successivo.
Precipitazione del DNA con etanolo: una volta che il campione è stato applicato e lavato
sul filtro membrana, è possibile procedere alla precipitazione del DNA tramite l’aggiunta
dell’etanolo al cento per cento, che viene inserito al campione contenente il filtro membrana.
L'etanolo rende insolubile il DNA che si raggruppa insieme, formando una sorta di grumo e
rende più facile la separazione dalle altre sostanze presenti nella soluzione. Alla fine, si avrà
una porzione più concentrata e pulita di campione, pronta per ulteriori analisi.
Raccolta del DNA precipitato: il DNA precipita formando un pellet sul filtro membrana,
che può essere raccolto e purificato, magari sottoponendolo a centrifugazione, per
concentrare il DNA.
Risolubilizzazione del DNA: Il DNA precipitato può quindi essere risolubilizzato in una
soluzione appropriata, ad esempio utilizzando un buffer, per ripristinare il DNA in soluzione
per garantirne il massimo successo del lavoro svolto.

5.3 Separazione tramite cariche magnetiche

Preparazione del campione: inizia con l'estrazione del materiale genetico dal campione
biologico. Questo processo può variare a seconda della fonte del campione e delle tecniche di
estrazione utilizzate. Il materiale genetico estratto viene quindi preparato per l'analisi, che può
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includere la rimozione di impurità, la regolazione della concentrazione e altre modifiche


necessarie per le specifiche dell’analisi.
Legame alle biglie magnetiche: una volta preparato, il campione genetico viene
combinato con le biglie magnetiche (aventi carica negativa), rivestite con una sostanza che le
rende attratte e affini al materiale genetico. Le biglie magnetiche attraggono e legano il
materiale genetico attraverso interazioni specifiche, solitamente interazioni di tipo chimico.
Separazione delle biglie magnetiche: Utilizzando un magnete o un campo magnetico
esterno, le biglie magnetiche cariche con il DNA legato vengono separate dal resto del
campione. Questo processo consente di isolare il materiale genetico dalle altre componenti
presenti nel campione, garantendo la sua purificazione.
Lavaggio delle biglie magnetiche: Le biglie magnetiche, con il materiale genetico legato,
vengono lavate per rimuovere eventuali contaminanti o impurità residue. Questo passaggio è
cruciale per garantire la purezza del materiale genetico isolato e per eliminare qualsiasi
materiale estraneo che potrebbe eventualmente interferire con degli ulteriori passaggi.
Eluizione del materiale genetico: dopo il lavaggio o la fase di cattura delle biglie
magnetiche, il campione contenente le biglie magnetiche viene posto sul supporto magnetico.
A causa della forza magnetica del supporto, le biglie magnetiche, insieme al materiale
genetico ad esse legato, vengono attratte verso il supporto, mentre il resto del campione
rimane nel liquido sovrastante. Questo permette di separare efficacemente le biglie
magnetiche cariche dal liquido, facilitando il lavaggio o il passaggio successivo del processo.

6 Confronto Campioni Genetici


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7 Sviluppi futuristici

8 Conclusioni

9 Bibliografia

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