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RELATORE:
CHIAR. MA PROF. SSA Maria Stella Padula
CORRELATORI:
DOTT . Krzysztof Szadejko
DOTT . Oreste Capelli
Il caso di Giovannino 7
INTRODUZIONE 9
Il possesso e l’utilizzo di tecnologie domestiche tra gli 11
adolescenti in Italia: i dati dell’ISTAT.
a) Televisione 11
b) Telefono cellulare 12
2
2. Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta 47
Analisi e confronti dei questionari sottoposti a MMG e PdLS 47
DISCUSSIONE 51
1. E’ presente il fenomeno “dipendenze non da sostanza” nella realtà 52
modenese?
2. Esistono fattori di rischio o protettivi? 53
BIBLIOGRAFIA 57
RINGRAZIAMENTI 60
ALLEGATI 61
Allegato A 61
Allegato B 67
Allegato C 70
3
Glossario minimo di sigle e termini tecnici
utilizzati nello studio
BPNS Basic Psicological Needs Scale (Scala dei bisogni psicologici di base)
Ce.Do.S.T.Ar.
Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders – IV ed. 1994 (Manuale
DSM-IV diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quarta edizione. Traduzione
italiana 1996)
IAD Internet Addiction Disorder (Disturbo da dipendenza da Internet)
MG Medicina generale
MMG Medici di medicina generale
PC Personal Computer
PdLS Pediatri di libera scelta
SIP Società Italiana di Pediatria
TV Televisione
4
RIASSUNTO
5
Internet usa di più, nell’ordine, videogiochi, cellulare e televisione). Laddove
ci sono dei problemi psicologici il terreno è fertile perché possa nascere una
dipendenza di questo tipo: esiste infatti una correlazione negativa tra uso di
PC-Internet e videogiochi e la soddisfazione dei bisogni psicologici di
Autonomia, Competenza e Relazione, secondo il test BPNS. Più il livello di
istruzione dei genitori è basso, maggiore è l’utilizzo della tecnologia e il
rischio di sviluppare una dipendenza. Viene dimostrato che all’aumentare
dell’uso della tecnologia, aumentano le difficoltà scolastiche e diminuisce il
tempo dedicato ai compiti. Le abitudini tossicomaniche come fumo e alcool
hanno una correlazione diretta con il maggiore utilizzo di tecnologie, cosa che
già sottolineava la Soc. Ital. di Pediatria nel rapporto 2008. I genitori
sembrano abbastanza consapevoli dell’esistenza di un potenziale problema e
in molti lo sanno anche definire in modo adeguato. In caso di necessità la
maggior parte di essi dichiara che si rivolgerebbe proprio al medico o pediatra
di famiglia o in minor misura preferirebbero contattare direttamente una
figura specialistica (neuropsichiatra infantile, psicologo). Medici e pediatri
sono abbastanza informati ma il problema è meno sentito rispetto ai genitori;
i PdLS sembrano essere più sensibili al problema rispetto ai MMG, che più
frequentemente dei PdLS ne demanderebbero ad altro specialista la
risoluzione.
CONCLUSIONI: Il problema della “dipendenza non da sostanza” tra gli
adolescenti modenesi sembra essere ancora di scarsa rilevanza numerica, ma
sono individuabili soggetti ad alto rischio di dipendenza mediante la
somministrazione di appositi questionari. Esistono campanelli d’allarme
facilmente identificabili (andamento scolastico, tempo impiegato per fare i
compiti, abitudine al fumo e all’alcool) che vanno tenuti in considerazione.
MMG, PdLS e genitori sono consapevoli dell’esistenza di tale fenomeno anche
se non tutti lo valutano allo stesso modo. La maggior parte dei genitori si fida
del proprio medico o pediatra. Sarebbe opportuno avviare percorsi formativi
multiprofessionali e mettere a punto, sempre in ambito multiprofessionale, un
mezzo sintetico e di facile applicabilità (come ad esempio i questionari di
questo studio) per poter individuare i soggetti a più alto rischio di dipendenza
dai mezzi tecnologici, sui quali agire precocemente.
6
Il caso di Giovannino:
In realtà Giovannino era stato portato già all’età di 7 anni da una psicologa,
su indicazione delle insegnanti della scuola elementare, per la segnalata
difficoltà a prestare attenzione durante le lezioni e a relazionarsi con gli altri
bambini, anche nei momenti di gioco.
La mamma di Giovannino è una casalinga, molto attenta alla vita dei suoi figli,
forse un po’ troppo apprensiva; il papà fa il commerciale per un’azienda
medio grande, è spesso fuori casa a causa del suo lavoro e quando c’è non
riesce proprio a dire di no ai suoi bambini; il fratello maggiore di Giovannino è
un bambino preciso, che va bene a scuola, autonomo per la sua età e
socievole.
7
e che quando sta a casa da scuola passa la maggior parte del tempo proprio al
computer, intervallandolo alla televisione. La cosa sembra non ricevere
grande peso dal neuropsichiatra e per Giovannino viene posta la diagnosi di
depressione e iniziata una terapia con farmaci appropriati alla sua età.
8
INTRODUZIONE
9
Negli ultimi anni, nelle famiglie italiane, si è verificato un importante
aumento del possesso e dell’utilizzo di tecnologie domestiche, come
televisione, telefoni cellulari, computer, video giochi, che in alcuni casi, e
soprattutto tra i giovani, potrebbe rappresentare un problema di
“dipendenza”. Ovviamente il solo fatto di possedere/utilizzare una di queste
tecnologie non coincide con un reale problema, ma poiché è rilevante l’uso
che se ne fa, si ritiene essenziale una breve analisi del contesto socio-
demografico italiano rispetto alla diffusione e all’utilizzo delle citate
tecnologie domestiche.
10
Il possesso e l’utilizzo di tecnologie domestiche tra gli
adolescenti in Italia: i dati dell’ISTAT.
a) Televisione:
Figura 1. Bambini e ragazzi di 3-17 anni per modalità di visione della TV e classe di età - Anno 2005
(per 100 bambini e ragazzi dello stesso sesso e classe di età)
11
b) Telefono cellulare:
Figura 2. Bambini e ragazzi di 6-17 anni di sesso maschile e femminile che utilizzano il cellulare per
classe di età - Anno 2005 (per 100 bambini e ragazzi dello stesso sesso e classe di età)
Come si evince dalla figura 2 chi utilizza il cellulare nella gran parte dei casi
ne possiede anche uno personale. Tra i 6 e i 17 anni circa la metà dei soggetti
possiede un cellulare e le femmine superano i maschi (51,1% contro il 48,1%).
12
Dando invece uno sguardo all’uso che i ragazzi fanno del cellulare possiamo
dire che non è utilizzato solo per telefonare. Era già così nel 2000, ma lo è
ancora di più nel 2005; diminuisce, infatti, la quota di bambini e ragazzi che
utilizzano il cellulare solo per telefonare, passando dal 20,3% al 4,2%.
Tra le funzioni utilizzate del cellulare al primo posto si colloca il telefonare
(89%) seguito a brevissima distanza dall’invio/ricezione di messaggi (84,1%).
Per i più piccoli (6-10 anni) giocare con il telefono è più usuale (63,1%) che
telefonare; tra i 14 e i 17 anni invece diventa più rilevante inviare/ricevere
messaggi (92,9%) che telefonare (89,7%).
Considerando l’insieme dei ragazzi di 6-17 anni che utilizzano il cellulare, al
primo posto tra le persone con cui comunicano troviamo gli amici (80,9%),
seguiti dai genitori (66,1%), dai fratelli/sorelle (16,1%). Il panorama delle
persone con cui i ragazzi comunicano tramite il cellulare riflette le fasi della
loro crescita e il diverso grado di socializzazione che la caratterizza; al
crescere dell’età, però, il gruppo dei coetanei acquista maggior rilevanza. 6
I dati aggiornati al 2006 che troviamo nella ricerca dal titolo “L’uso dei media
e del cellulare in Italia” effettuata dall’ISTAT ci dicono che il 77,4 per cento
delle persone di 6 anni e più utilizza il telefono cellulare. Importanti sono le
differenze di genere: l’81,2 per cento degli uomini fa uso del cellulare contro
il 73,9 per cento delle donne. L’uso del cellulare è comunque molto
influenzato dall’età (figura 3); infatti la quota di utilizzatori è molto elevata
tra gli 11 e i 50 anni, mentre è molto più bassa per gli under 10 e per gli ultra
sessantacinquenni.
Figura 3. Persone di 6 anni e più per uso del cellulare e classe di età - Anno 2006
13
Anche la frequenza con cui viene utilizzato il cellulare è funzione dell’età
degli utilizzatori (figura 4): la quota di soggetti che usa il cellulare tutti i
giorni aumenta a partire dagli 11-14 anni per raggiungere il massimo nella
fascia 18-24 anni, per poi decrescere gradualmente fino ad un utilizzo più
sporadico per gli ultra settantacinquenni.
Figura 4. Persone di 6 anni e più per frequenza con cui usano il cellulare e classe di età - Anno 2006
Infine l’uso del cellulare sembra essere profondamente influenza dal titolo di
studio: è molto più elevato infatti tra i laureati che non tra le persone con la
licenza media o con la licenza elementare o nessun titolo. Il divario tra titoli
di studio alti e bassi, inoltre, aumenta all’aumentare dell’età: tra i 25-44enni
la differenza è di circa il 20%, ma sale ad oltre 50% tra gli ultra 65enni.7
14
Figura 5. Persone di 6 anni e più che hanno utilizzato Internet negli ultimi 12 mesi per sesso e (per
100 persone di 6 anni e più dello stesso sesso e della stessa classe d'età)
Il 36,8% delle persone di 6 anni e più che hanno utilizzato Internet negli ultimi
3 mesi vorrebbero utilizzarlo di più (oltre 7 milioni di persone). Per quanto
riguarda l’utilizzo del PC si fa riferimento ai dati riportati nei grafici della
tavola A: le persone di 6 anni e più che si sono connesse ad Internet negli
ultimi 3 mesi hanno utilizzato la rete prevalentemente per mandare o
ricevere e-mail (77,3%), per cercare informazioni (64,8); l’utilizzo del web per
chattare è particolarmente diffuso tra i giovani di 15-24 (oltre il 57%), l’uso
del web per giocare, scaricare giochi, immagini e file musicali è
particolarmente diffuso tra le persone di 6-24 anni (oltre il 57%).5
15
Tavola A: Persone di 6 anni e più che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi per tipo di
attività svolta e classe d’età. Anno 2007 (per 100 persone di 6 anni e più della stessa classe di età che
hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi)
16
L’“Indagine multiscopo sulle famiglie” redatta dall’ISTAT nel 2005 mostra che
tra i giovani minorenni esiste una relazione diretta tra età e possesso del PC e
del tempo di utilizzo dello stesso; oltre i 2/3 dei ragazzi con più di 11 anni
possiede un PC e la maggior parte di loro lo utilizza almeno una volta la
settimana. Circa un terzo dei giovani tra 14 e 17 anni utilizza il PC tutti i
giorni (figura 6).6
Figura 6. Bambini e ragazzi di 3-17 anni per frequenza con cui usano il PC e classe di età - Anno
2005
Figura 7. Bambini e ragazzi di 3-17 anni per frequenza con cui usano Internet e classe di età - Anno
2005
17
d) Videogiochi:
18
DIPENDENZE NON DA SOSTANZA: inquadramento clinico
19
Il gioco d’azzardo patologico
20
dell’impulsività, pertanto possono essere meglio inquadrati nella categoria
delle dipendenze, piuttosto che in quella dei disturbi compulsivi. 16
Come già detto il DSM-IV classifica il gioco d’azzardo patologico all’interno dei
disturbi del controllo degli impulsi non altrimenti specificato; i criteri
diagnostici stabiliti dal DSM-IV sono i seguenti:
• Persistente e ricorrente comportamento di gioco d’azzardo maladattivo,
come indicato da 5 o più dei seguenti:
a. è eccessivamente assorbito dal gioco d’azzardo (per esempio è
eccessivamente assorbito nel rivivere esperienze passate di gioco
d’azzardo, nel soppesare o programmare le successive avventure,
o nel pensare ai modi con cui procurarsi denaro con cui giocare);
b. ha bisogno di giocare d’azzardo con quantità crescenti di denaro
per raggiungere l’eccitazione desiderata;
c. ha ripetutamente tentato senza successo di controllare, ridurre
o interrompere il gioco d’azzardo;
d. è irrequieto o irritabile quando tenta di ridurre o interrompere il
gioco d’azzardo;
e. gioca d’azzardo per sfuggire problemi o per alleviare un umore
disforico (per esempio, sentimenti di impotenza, colpa, ansia,
depressione);
f. dopo aver perso al gioco, spesso torna un altro giorno per
giocare ancora (rincorrendo le proprie perdite);
g. mente ai membri della famiglia, al terapeuta, o ad altri per
occultare l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo;
h. ha commesso azioni illegali come falsificazione, frode, furto o
appropriazione indebita per finanziare il gioco d’azzardo;
i. ha messo a repentaglio o ha perso una relazione significativa, il
lavoro oppure opportunità scolastiche o di carriera per il gioco
d’azzardo;
j. fa affidamento su altri per reperire il denaro per alleviare una
situazione finanziaria disperata causata dal gioco d’azzardo;
• Il comportamento di gioco d’azzardo non è meglio attribuibile ad un
episodio maniacale.17-18
21
Dipendenza da Internet o IAD (Internet Addiction Disorder)
22
rapporti nella realtà con la famiglia e gli amici. In molti casi questo
conduce all’instabilità coniugale o della famiglia.
Net Gaming: la dipendenza dai giochi in rete comprende una vasta
categoria di comportamenti, compreso il gioco d'azzardo patologico, i
videogame, lo shopping compulsivo e il commercio online compulsivo.
In particolare, gli individui utilizzeranno i casinò virtuali, i giochi
interattivi, i siti delle case d'asta o le scommesse su Internet, soltanto
per perdere importi eccessivi di denaro, arrivando perfino ad
interrompere altri doveri relativi all'impiego o rapporti significativi.
Sovraccarico cognitivo: la ricchezza dei dati disponibili sul World Wide
Web ha creato un nuovo tipo di comportamento compulsivo per quanto
riguarda la navigazione e l'utilizzo dei database sul Web. Gli individui
trascorreranno sempre maggiori quantità di tempo nella ricerca e
nell'organizzazione di dati dal Web. A questo comportamento sono
tipicamente associate le tendenze compulsive-ossessive ed una
riduzione del rendimento lavorativo.
Gioco al computer: negli anni '80 giochi quali il Solitario e il campo
minato furono programmati nei calcolatori ed i ricercatori scoprirono
che il gioco ossessivo sul computer era diventato un problema nelle
strutture organizzate, dato che gli impiegati trascorrevano la maggior
parte del giorno a giocare piuttosto che a lavorare. Questi giochi non
prevedono l'interazione di più giocatori e non sono giocati in rete.20-21
23
Il recente rapporto annuale (dicembre 2008) della Società Italiana di
Pediatria su “Abitudini e stili di vita degli adolescenti italiani” conferma “il
dato già riscontrato in passato per cui i ragazzi che guardano molta
televisione (più di 3 ore al giorno) hanno una propensione significativamente
22
superiore alla media ad assumere fumo, alcol e droga”.
Analoghi allarmi vengono dall’uso del “telefonino”: Dimonte e Ricciuto nel
loro studio pilota del 2006 affermano che molti degli stessi giovani che hanno
intervistato dichiarano loro stessi di soffrire di una sorta di forma di
dipendenza da cellulare. 23
Walsh e White (2007) nel loro studio “Over-connected? A qualitative
exploration of the relationship between Australian youth and their mobile
phones” affermano che in alcune giovani persone emerge un attaccamento
estremo al cellulare con sintomi di dipendenza comportamentale (o senza
sostanza).24
Anche se aneddottica appare significativa la notizia riportata nel giugno 2008
da molti giornali e reti televisive (La Repubblica, Corriere della sera, BBC,
Guardian, ecc…) di due adolescenti spagnoli di 12 e 13 anni ricoverati dai
genitori in un “Centro per la salute mentale nell'infanzia e nell'adolescenza”
di Barcellona, per “disintossicarsi dal cellulare”. Per i genitori, come si legge
sui media spagnoli, la situazione era diventata insostenibile. I due adolescenti
andavano male a scuola e soprattutto mentivano di continuo per ottenere i
soldi per ricaricare il cellulare.
24
OBIETTIVI DELLO STUDIO
Figura 8. suddivisione per fasce di età biennali della popolazione modenese compresa tra 11 e 20
anni. Dati regionali 2007.
25
Obiettivi secondari
26
MATERIALI E METODI
Campione di adolescenti:
Campione di adulti:
Strumenti:
27
dell'oggetto. Per ogni item si presenta una scala di accordo/disaccordo,
generalmente a 4, 5 o 7 passi, ai quali si assegna, in fase di elaborazione
dei questionari, un valore numerico crescente, di solito partendo da 1 a 4,
5 o 7. Ai rispondenti si chiede di indicare su di esse il loro grado di accordo
o disaccordo con quanto espresso dall'affermazione. Questo metodo è
applicabile sia per atteggiamenti di tipo unidimensionale che
multidimensionale.
Il test utilizzato per valutare il rischio di dipendenza dai videogiochi
(intesi come consolle tipo play station, nintendo, w-ii, giochi al
computer, ecc) è composto da 16 quesiti (items) ciascuno dei quali
prevede 4 possibilità di risposta (mai o quasi mai, qualche volta, spesso,
molto spesso), con punteggi oscillanti da un minimo di 16 ad un
massimo di 64.
Il test per valutare il rischio di dipendenza da PC-Internet utilizzato
sul campione Pavullo è composto da 20 items , ciascuno dei quali
prevede 4 possibilità di risposta (mai o quasi mai, qualche volta, spesso,
molto spesso), con punteggi oscillanti da 20 a 40. Lo stesso test è stato
modificato, aggiungendo un quesito, sul campione Modena; in questo
modo il punteggio complessivo oscillerà tra 21 e 85.
Il questionario utilizzato per valutare il rischio di dipendenza da
televisione sul campione Pavullo è costituito da 15 items, ciascuno dei
quali prevede 4 possibilità di risposta (mai o quasi mai, qualche volta,
spesso, molto spesso), con punteggi compresi tra 15 e 60. Sul campione
Modena sono stati aggiunte 2 domande (17 items totali) con possibilità
di risposta a 3 o 4 scelte e punteggi oscillanti da 17 a 68.
Il questionario sul rischio di dipendenza da cellulare è composto da 10
items (le possibilità di risposta variano da 3 a 4 e in base alla domanda)
con un punteggio che va da 10 a 37 per il campione Pavullo. Per il
campione Modena è stato utilizzato un questionario lievemente diverso
che presenta 11 items con 3 possibilità di risposta variabili in base a
ciascun quesito; il punteggio va da un minimo di 11 a un massimo di 33.
Infine per il questionario BPNS (scala dei bisogni psicologici basilari)
sono previsti 21 items, ciascuno con 4 possibili risposte ( mai o quasi
28
mai, qualche volta, spesso, molto spesso) che generano un punteggio
minimo di 21 fino ad un massimo di 84.
Analisi Statistiche: 35
I questionari somministrati agli adolescenti, con valutazione delle risposte
secondo il metodo di Likert (attribuzione di punteggi a categorie di giudizi)
saranno raccolti in modo rigorosamente anonimo per elaborazioni aggregate,
utilizzando modelli statistici per analisi multivariate (Test esatto di Fischer),
confronto di medie (T di student, Chi-quadro) e correlazioni tra frequenze.
Per l’elaborazione dei dati verranno utilizzati il foglio elettronico Excel e il
programma statistico SPSS.
Le interviste degli adulti saranno valutate anche secondo i criteri analitici
della ricerca qualitativa.
Affidabilità delle scale: Per poter procedere alla elaborazione dei dati dei
questionari si deve misurare l’attendibilità di ogni dimensione esplorata,
estrapolata tramite un coefficiente di affidabilità (alpha di Cronbach). Tale
coefficiente descrive la coerenza interna di raggruppamenti di items; in
generale, nello studio di un questionario di atteggiamenti, elevati valori di
alpha indicano che i soggetti esaminati esprimono un atteggiamento
coerente riguardo a ciascun item appartenente a ciascuna dimensione. La
verifica della coerenza interna di ogni questionario permette non solo di
approfondire lo studio e la definizione della struttura fattoriale, ma anche di
conoscere e definire la validità di costrutto della scala. In questo senso i
ricercatori, nell'applicabilità alle scale Likert di questa tecnica, sono concordi
nell'adottare il valore minimo di α = 0.60 come riferimento di un livello
29
appena accettabile di coerenza interna e di adeguatezza di costrutto del test
costruito. In questo studio verrà accettato come valore minimo α >= 0.70.
30
RISULTATI
Sono stati raccolti questionari (allegato A) da 670 ragazzi di età compresa tra
11 e 20. Una prima tranche di 302 soggetti è stata intervistata presso l’Istituto
Superiore Multiindirizzo “Cavazzi – Sorbelli” di Pavullo, mentre una seconda
tranche di 371 ragazzi è stata reclutata presso diversi istituti della città di
Modena (Liceo Scientifico A. Tassoni, Centro Formazione Professionale Città
dei Ragazzi) e tramite i propri MMG e PdLS (tabella1). Sono inoltre stati
raccolti questionari (allegati B 1 e 2) da medici di Medicina Generale (MMG =
119), Pediatri di Libera Scelta (PdLS = 42) e genitori (n = 107) di adolescenti
arruolati attraverso i propri medici.
31
Distribuzione per età e attività del campione di adolescenti1:
Il campione della scuola di Pavullo riporta un range di età compreso tra 14 e
20 anni con una maggioranza dei ragazzi tra 15 e 17 anni (figura 9) e un
numero minimo di ventenni (1.3% degli intervistati) mentre nel gruppo
Modena, che comprende gli intervistati presso gli ambulatori dei MMG, si
osserva un picco di ragazzi di 17 anni. In questo campione sono stati
intervistati un discreto numero di ragazzi maggiorenni, impegnati nel mondo
del lavoro o negli studi universitari, e sono rappresentati anche studenti della
scuola secondaria dell’obbligo, tra gli 11 e i 13 anni (figura 10).
Figura 9. Distribuzione
per età del campione di
Pavullo (N=302)
1
Ulteriori analisi relativamente a queste variabili (sesso e scolarità) sono presentate dopo la
discussione dei risultati dei questionari.
32
Per quanto riguarda la variabile “tipo di scuola” il campione dell’istituto di
Pavullo risulta distribuito in modo abbastanza omogeneo, (figura 11) con una
lieve maggioranza del liceo scientifico e della scuola tecnica rispetto a liceo
psico-pedagogico e professionale; non compaiono scuola media e università e
lavoro, che invece sono rappresentati nel campione Modena (figura 12).
Ricordiamo che in questo secondo campione il 30,5% delle interviste è stato
raccolto presso gli ambulatori dei MMG, il 27,2% presso gli ambulatori dei PdLS
e il 42,3% nelle scuole superiori (figura 13).
33
Analisi e confronti dei questionari sottoposti agli adolescenti
34
A. Test della Dipendenza da Videogioco (Range del punteggio: 16 ÷ 64)
I punteggi ottenuti nei questionari che oscillano tra 16 – 32 corrispondono ad
un rischio basso di dipendenza, nel quale si colloca la maggior parte dei
ragazzi intervistati, sia a Pavullo (91,7%) che a Modena (91,8%). Il punteggio
più elevato di 49-64, che equivale ad un rischio di dipendenza alto, viene
ottenuto solo dall’1% circa di entrambi i campioni (tabella 3).
Intervallo di Pavullo Modena
Punteggio (n = 302) (n = 279)
Basso: 16÷32 91,7 % 91,8%
Tabella 4. Distribuzione dei campioni di adolescenti secondo i 3 livelli di rischio per la dipendenza
da Computer-Internet.
35
C. Test della dipendenza dalla televisione (Range del punteggio: 15/17 ÷
60/68)
I risultati di questo test mostrano le maggiori differenze tra i due campioni:
solo l’1,6% del campione Modena ha un rischio elevato di dipendenza dalla
televisione, ma tale quota sale al 18,2% nel campione Pavullo, dove si
localizza anche un 71% dei rischio medio (tabella 5). Poiché le differenze
intergenere nei singoli campioni sono minime è ipotizzabile che il fenomeno
sia collegato al contesto.
Tabella 5. Distribuzione dei campioni di adolescenti secondo i 3 livelli di rischio della dipendenza
dalla Televisione
D. Test della dipendenza dal cellulare (Range del punteggio: 10/11 ÷ 37/33)
In entrambi i campioni circa il 10% dei ragazzi ottiene punteggi per elevato
rischio di dipendenza. Nuovamente però il campione Pavullo ha un’ampia
prevalenza di soggetti con rischio medio di dipendenza (70,9%) (tabella 6).
Tabella 6. Distribuzione dei campioni di adolescenti secondo i 3 livelli di rischio della dipendenza
dal Cellulare
36
Modena in cui il 12,1% dei maschi ha un livello alto di rischio di dipendenza
contro il 6,4% delle femmine.
37
Correlazioni tra le dimensioni esaminate
CAMPIONE
SODDISFAZIONE
PAVULLO PC
VIDEOGIOCO TELEVISIONE CELLULARE DEI BISOGNI
INTERNET
PSICOLOGICI
(N = 302)
PC
,46** 1 ,30** ,32** -,12**
INTERNET
SODDISFAZIONE DEI
-,12* -,12** ns ns 1
BISOGNI PSICOLOGICI
CAMPIONE
SODDISFAZIONE
MODENA PC
VIDEOGIOCO TELEVISIONE CELLULARE DEI BISOGNI
INTERNET
PSICOLOGICI
(N = 371)
PC
,56** 1 ,40** ,40** -,14**
INTERNET
SODDISFAZIONE DEI
-,18** -,14** ns ,16** 1
BISOGNI PSICOLOGICI
* La correlazione è significativa al livello 0,05 (2-code).
** La correlazione è significativa al livello 0,01 (2-code).
38
In entrambi i campioni, nonostante le differenze di setting e genere, si
osserva una significativa correlazione negativa tra il test BPNS (Scala dei
bisogni psicologici che indaga autonomia, competenza e relazionalità) e l’uso
di tecnologie quali videogiochi e PC e Internet: minore è la soddisfazione di
autonomia, competenza e relazionalità, maggiore è l’utilizzo di tali
tecnologie (o viceversa?).
L’entità dell’uso della televisione non sembra correlare in nessun modo con la
soddisfazione dei bisogni, mentre tra BPNS e uso di cellulare si osserva una
correlazione positiva nel campione di Modena, ma non in quello di Pavullo.
Forti correlazioni, statisticamente significative in entrambi i campioni, si
rilevano tra l’utilizzo di videogiochi e l’uso di PC-Internet o televisione, di
minore entità verso il cellulare.
Ulteriori correlazioni sono state valutate tra la presenza di fattori “protettivi”
o “ di rischio” e l’utilizzo di tecnologie. Per quanto riguarda il campione
MODENA (tabella 9) si osserva che la presenza di fattori personali usualmente
PROTEZIONE
Tabella 9. Tabella correlazionale tra uso di tecnologie e diversi fattori personali, campione Modena
39
ritenuti “a rischio” per disagio sociale, quali scarso rendimento scolastico o
abitudini tossicomaniche, correla positivamente con l’intensità di utilizzo
delle tecnologie. In particolare l’uso dei videogiochi correla con le difficoltà
scolastiche, mentre Internet e Cellulare sono correlati a fumo e alcool.
Viceversa risultano fattori “protettivi” ( correlazione inversa per tutte le
tecnologie esplorate) gli elevati livelli di istruzione dei genitori. Nessuna
correlazione si osserva tra la pratica di sport o le ore passate in famiglia e
l’impiego di tecnologie.
Nel campione Pavullo si osserva chiaramente la correlazione inversa tra tempo
impiegato per fare i compiti a casa e l’uso di videogiochi e PC-Internet. Non è
invece significativa la correlazione tra uso di videogiochi e PC-internet e il
livello di istruzione del padre mentre, anche se bassa, lo è quella con il livello
di istruzione della madre (tabella 10).
FATTORI CORRELATI
VIDEOGIOCO PC/INTERNET TELEVISIONE CELLULARE
vs vs vs vs
RISCHIO
PROTEZIONE
Tabella 10. Tabella correlazionale tra uso di tecnologie e diversi fattori personali, campione Pavullo
40
Analisi della varianza
41
Figure 14 e 15. Grafici delle medie di BPNS secondo tipo di scuola nel campione Pavullo e Modena
(metodo ANOVA)
*Test di Fischer
Tabella 12. Differenze tra i diversi indirizzi scolastici nel campione Modena (metodo ANOVA)
42
Figure 16, 17. Grafici delle medie di Videogioco e PC-Internet secondo tipo di scuola nel campione
Modena (metodo ANOVA)
Figure 18, 19. Grafici delle medie di Televisione e Cellulare secondo tipo di scuola nel campione
Modena (metodo ANOVA)
Della correlazione tra utilizzo di tecnologie e valori di BPNS si è già detto nei
paragrafi precedenti (tabella 8).
43
Distribuzione e caratteristiche del campione di adulti
1. Genitori
I genitori intervistati presso gli ambulatori dei MMG e dei PdLS sono stati in
totale 107, di cui il 76,6% sono donne, poiché sono più spesso le madri che
accompagnano i figli dal medico, e il 23,4% maschi (tabella 1).
L’8,4% dei dati riguardanti i genitori sono stati raccolti nel setting della
medicina generale, il restante 91,6% degli stessi è stato raccolto nel setting
della pediatria di libera scelta; la sproporzione è così netta perché i soggetti
intervistati presso i PdLS presentano un’età per cui era inevitabile la presenza
del genitore; è inoltre rilevante la diversa modalità di raccolta delle interviste
nei due setting, in quanto presso i MMG l’arruolamento è stato fatto per
chiamata telefonica (il soggetto non si recava dal medico per necessità di
prestazione); mentre presso i PdLS sono stati arruolati i primi 10-15 soggetti
in età 11-16 anni che si recavano dal proprio pediatra di famiglia e che quindi
presentavano una necessità di cura.
44
Uno dei quesiti più importanti rivolto ai genitori riguardava la percezione del
fenomeno “dipendenze non da sostanza”: come si vede dal grafico in figura 20
il fenomeno è
noto, e per più
del 50% del
campione ha
un’entità molto
rilevante; solo
per il 4,7% degli
intervistati il
problema non
esiste.
Quando è stato chiesto ai genitori a chi si rivolgerebbero se uno dei loro figli
dovesse presentare tale tipo di problema, la maggior parte del campione
(44,8%) ha scelto il proprio medico o pediatra per una questione di fiducia e di
conoscenza del soggetto coinvolto e della famiglia. Il 30% dei soggetti invece
preferirebbe rivolgersi ad uno psicologo in quanto persona esperta e
preparata ad
affrontare
queste situazioni
(figura 21). Alla
voce “altro”
(11,2%) le
proposte sono
state: risolvere il
problema in
famiglia oppure Figura 21. Figura professionale interpellata dal campione genitori in caso
di dipendenza non da sostanza
coinvolgere le
insegnanti o gruppi di auto-aiuto.
45
Il 65,4% dei genitori ritiene che il tempo che un loro figlio trascorre, in un
giorno, guardando la televisione o utilizzando PC-Internet o i videogiochi sia
normale; il 32,7% ritiene invece che tale tempo sia troppo. Il valore medio
dichiarato in ore da loro è di 2,5 ore al giorno (DS ± 1,4) e la moda è 2 ore.
Attraverso il questionario sottoposto ai genitori sono state indagate alcune
caratteristiche di possesso di tecnologie da parte dei figli:
• La totalità dei ragazzi di 10 anni non ha il cellulare; lo hanno invece più
del 50% dei soggetti di solo un anno in più; dai 14 anni in poi invece lo
hanno praticamente tutti.
• meno della metà dei ragazzi di 11 anni non ha il computer in casa,
mentre dagli 11 anni in poi lo possiedono praticamente tutti;
• il possesso di consolle per videogiochi è una prerogativa dei più piccoli (a
10 e 11 anni ne hanno tutti almeno una); all’aumentare dell’età aumenta
il numero dei soggetti che non la possiedono, anche se il numero dei
ragazzi che le ha resta comunque superiore al 50% .
• La televisione in camera dei ragazzi non sembra essere una tendenza
diffusa: non oltre il 10% del campione totale dichiara di averla (figura 22).
46
2. Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta
Utilizzando alcuni corsi d’aggiornamento, sono stati distribuiti questionari a
60 pediatri di libera scelta, con un tasso di risposta del 70% (n = 42) e a 150
medici di medicina generale, con un tasso di risposta del 79,3% (n = 119).
Tabella 14. Risposte dei campioni MMG e PdLS alla domanda “Prima parola che viene in mente
parlando di dipendenze senza sostanza”
47
Figura 23.
Percezione
del
fenomeno
dipendenze
non da
sostanza da
parte dei
campioni di
MMG e PdLS.
48
Tipo di specialista MMG PdLS
Psicologo 13,4% 11,9%
Neuropsichiatria infantile 2,5% 14,3%
Psichiatra 5% _
SerT 11,8% 2,3%
Gruppi di auto aiuto 1,7% 2,3%
Spazio Giovani 0,8% _
Scuola 0,8% _
Tabella 15. parere dei campioni MMG e PdLS sullo specialista da interpellare in caso di dipendenze
non da sostanza.
Dai grafici che seguono possiamo vedere qual è il contatto di MMG e PdLS con
altri tipi di dipendenza.
Come si vede dal grafico in figura 25 i PdLS hanno molto meno contatti con
pazienti tra 11 e 20 anni, età critiche per l’uso di sostanze stupefacenti,
mentre poco più del 60% dei MMG sono stati contattati da 1 a 4 volte per tali
problemi nel corso dell’ultimo anno.
Entrambe le categorie poi, sono state interpellate dai genitori nella maggior
parte dei casi, ma i MMG nell’80,8% dei casi sono riusciti a parlare
direttamente anche con i ragazzi, mentre i PdLS ci sono riusciti solo nel 28,6%
dei casi.
Anche nel caso dei contatti per abuso di fumo-alcool si vede come i MMG siano
maggiormente interpellati rispetto ai colleghi pediatri; anche se il numero di
contatti per entrambe le categorie è percentualmente maggiore rispetto ai
49
contatti per uso di stupefacenti (figura 26). Come detto per l’uso di
stupefacenti anche in questo caso la figura del sanitario viene interpellata
nella maggior parte dei casi da un genitore (96,9% per i MMG e 100% per i PdLS)
piuttosto che dal ragazzo che è coinvolto. Tuttavia, il MMG riesce a parlare
anche con il ragazzo nell’84,8% dei casi vs il 66,6% dei PdLS.
50
DISCUSSIONE
51
1. E’ presente il fenomeno “dipendenze non da sostanza” nella realtà
modenese?
52
dipendenza più accentuato in ambito “periferico-rurale” rispetto a quello
cittadino. Il fenomeno sembra avere legami maggiori con il genere e il
contesti degli intervistati, almeno per quanto riguarda l’utilizzo del cellulare:
infatti in ambito periferico-rurale le femmine sono le maggiori utilizzatrici,
tendenza che però si inverte in città. In entrambi i campioni studiati possiamo
evidenziare una correlazione, in questo caso positiva, tra l’uso della
tecnologia e la soddisfazione dei bisogni, risulta infatti che chi ha un alto
livello di soddisfazione dei bisogni utilizza di più il cellulare, probabilmente
perché aiuta a relazionarsi mantenendo una certa autonomia. Il genere non
sembra influire invece sulla abitudine all’uso della televisione.
Non sorprende più di tanto che l’uso di più tecnologie abbia un effetto
potenziante: chi utilizza di più PC-Internet usa anche di più, nell’ordine,
videogiochi, cellulare e televisione; non risulta però statisticamente
significativa la correlazione tra uso di videogioco e cellulare, verosimilmente
perché soddisfano bisogni antitetici.
53
osservazioni conduce la correlazione inversa che invece si instaura tra tempo
dedicato ai compiti scolastici e uso di videogiochi e PC-Internet:
all’aumentare dell’uso di tecnologie diminuisce il tempo dedicato ai compiti.
Un dato che sembra confermare quanto riportato nel rapporto della Società
Italiana di Pediatria del 200822 è che in questo studio le abitudini
tossicomaniche come fumo e alcool hanno una correlazione diretta con il
maggiore utilizzo di tecnologie, in particolare appaiono più forti le
correlazioni tra fumo e utilizzo di PC-Internet e cellulare e abitudine alcolica
e PC-Internet, televisione e cellulare.
54
dichiarano anche di sentire meno il bisogno di appoggiarsi ad altre figure
specialistiche in caso di problemi di dipendenze non da sostanza. I MMG più
frequentemente demanderebbero ad altro specialista la risoluzione di tale
problema, a loro meno noto, mentre si trovano ad affrontare più
frequentemente problemi legati all’abuso tossicomanico o alla
tossicodipendenza, stante la maggiore età dei loro assistiti e quindi hanno
buone competenze relazionali per affiancare situazioni di fragilità personale e
familiare.
55
A questo proposito ci sembra interessante segnalare che molti ragazzi, nello
spazio dedicato ai commenti liberi dei questionari, abbiano espresso
apprezzamento per il questionario stesso, aggiungendo che era stato utile,
pur nella sua lunghezza e complessità, per farli riflettere su alcuni loro
comportamenti.
56
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RINGRAZIAMENTI
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