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Lez I One Due 20142015
Lez I One Due 20142015
Collegamento tra
elementi lignei e muratura
d’ambito
Forometria regolare e
con architravi
resistenti a flessione
Incatenamento muri
contrapposti
Cantonali ben
apparecchiati, legatura
tra murature ortogonali
Schema di sezione
Muratura disomogenea : presenza di pochi
elementi lapidei di grande pezzatura,
disposti prevalentemente nei cantonali,
ampia presenza di malta con capacità
strutturali discrete solo in presenza di
grandi spessori – 80 – 100 cm-.
Presenza di muratura a cassetta e
riempimenti con presenza abbondante di
malta
Schema di
sezione
Muratura listata o mista: murature in pietrame di
varia pezzatura e dimensione, con presenza di
giunti di malta più o meno consistenti. Ad intervalli
regolari di circa 70 – 80 cm, sono presenti corsi in
laterizio che attraversano completamente lo
spessore del muro – corsi di ripianamento –
conferendo grande qualità strutturale alla
muratura.
Schema di
sezione Funzione di ridistribuzione delle
azioni verticali e realizzazione di
incatenamento trasversale della
muratura
Murature a secco : murature a varia pezzatura dei blocchi, prive di malta e
aggregazione in relazione all’ingranamento dei conci. Nel caso di costruzioni
vengono utilizzati conci di grande dimensione per fori porta finestra, soglie,
gradini, cantonali
Schema di sezione
Murature in laterizio, isodome o pseudoisodome
LE APPARECCHIATURE MURARIE
Tipi di murature antiche Tipi di murature antiche e Moderne
B Ordinata di pietre squadrate a mano C Isodoma D Y Muratura di quadrelli uno in lungo uno in chiave
Diseguale de cementi pseudoisodoma E Riempita Z Muratura di quadrelli uno in lungo e due in
semplicemente Emplectum F Riempita con corsi di mattoni chiave
G
isodoma È caratterizzata da file (assise) di uguale altezza, costituite di
grandi blocchi di pietra (conci), in genere di arenaria, dello
stesso spessore del muro, ben lavorate su tutti i lati, disposte in
file orizzontali ad altezza regolare ed omogenea, con incassi e
solchi ai lati per l'incastro reciproco.
pseudoisodoma
Pseudoisodoma ogni livello (ricorso) è di minor spessore
rispetto al precedente, (o la sezione del singolo concio è
trapezoidale per evitare il gradino fra i vari livelli)
Incerta
Quasi
reticolatum
Cubilia disposti in modo non regolare. Rappresenta il primo
stadio dell’opus reticolatum
Opus reticolatum
Opus spicatum
Opus
Africanum
Tipi
murari
Figure 1, 2 e 3 - Opus incertum, o aggregato di pietre d'ogni forma, senza e con parti di murazione ordinaria
disposte a ranghi di corsie orizzontali nelle cantonate e riempimento intermedio di pietrame, e con ciottoli.
Figura 4 - Opus reticulatum, o pietre a facce quadrate messe assieme in forma di rete, con riempimento
intermedio di pietrame
Figure 5 e 8 - Muratura variata o mista, con parte interna di pietrame e pareti formate alternativamente con un
rango di pietre di tufo squadrate e con uno o tre di mattoni triangolari
Figura 6, 7 e 9 - Isodomum, pseudoisodomum e di altri generi di costrutture composti di pietre diversamente
lavorate, di diverse forme e misure e variamente disposte, associate a ranghi di mattoni e con riempimento
intermedio di pietrame
Figure 1 e 2 - Divisioni e tramezzi formati di mattoni piani o in coltello
Figura 3 - Divisioni formate con due mattoni in grossezza
Figure 4 e 5 - Combinazioni diverse pei muri la cui grossezza è di tre ordini di mattoni
Figura 6 - Combinazione in cui si fa uso della metà dei mattoni pei riempimenti segnati a)
Figura 7 - Disposizione per un muro di quattro ranghi di mattoni
Figura 8 - Combinazione a corsie con ranghi di mattoni posati obliquamente, disposti a corsie alternativamente in direzione contraria
Figure da 9 a 13 - Combinazioni diverse che si possono formare con mattoni quadrati o mezzi mattoni, posati in squadro o
diagonalmente
Apparecchiatura
in laterizio con
l’articolazione in
relazione al
modulo degli
elementi base
Figura 1 - Apparecchio incatenato, formato da pietre alternativamente abbassate ed innalzate sopra ciascuno
strato, onde innestare le une nelle altre senza ricorrere a chiavi di legno o a ramponi
Figura 2 - Apparecchio incatenato (ideato da Rondelet nel 1769), in cui le pietre sono riunite formando di ogni
strato una specie di catena composta da un triplice rango di pietre che si serrano le une nelle altre
Figura 3 (al centro) - Dimensioni delle pietre di parecchi monumenti d'Atene e d'altrove, tanto sulle loro facce
apparenti, che nei muri ond'esse formano la grossezza (Monumento di Filopappo; Tempio di Minerva Poliade;
Tempio sulle rive dell'Ilisso; Tempio della Concordia in Agrigento; Propilei d'Atene; Tempio di Teseo in Atene)
Figure 4 - Apparecchio misto, fatto di pietre e travi combinati insieme (ipotesi ricostruttiva dai Commentarî di
Cesare, secondo Palladio)
Figure 5 - Apparecchio misto, fatto di pietre e travi combinati insieme (ipotesi ricostruttiva, secondo il Poliocerticon
di Giusto Lipsio)
Figure 6 e 7 - Apparecchio misto, fatto di pietre e travi combinati insieme (ipotesi ricostruttive da Vitruvio, De
architectura, Libro I, Cap. V, secondo Rondelet
Apparecchiatura muraria
Figure 1, 2 e 3 - Maniera di posare le pietre di taglio per formare solide costruzioni
Figura 4 - Risultato apparente della maniera da adottare per rimediare ai difetti e agli accidenti
risultanti da una posatura negligente, quale è correntemente adottata con biette e assottigliamenti
Figure 5, 6 e 7 - Della maniera di porre in opera, con calce, cunei e biette di legno le pietre tagliate
e preparate approssimativamente nelle superfici delle facce interne, dalla quale risulta che il solo
spigolo anteriore e le commessure nei margini dei blocchi risultano portare tutto il peso
Rimedi per
difetti
costruttivi o
materiale
scadente
e/o
danneggiato
Figure da 1 a 6 - Metodi di valutazione della spinta dei terrapieni contro muri di rivestimento a
profilo verticale, secondo le differenti specie di terre, in base alle esperienze fatte
Figure da 7 a 9 - Metodi di valutazione della spinta dei terrapieni contro muri di rivestimento aventi
profilo a risega verso l'esterno, in forma di scarpa semplice e doppia.
Figure da 10 a 13 - Muri di rivestimento provvisti di contrafforti a base rettangolare
Figure da 16 a 19 - Muri di rivestimento provvisti di contrafforti a base trapezia e con raccordo
murario curvilineo
Figura 20 - Mezzo impiegato dagli antichi Romani per fortificare i muri di rivestimento all'esterno
Figura 21 - Muro isolato
Corso di
ripianamento
Corso di
ripianamento
COLLEGAMENTO TRA MURATURE
Realizzazione dei cantonali
In questa muratura ad opera incerta in pietra gli elementi
costruttivamente significativi sono realizzati in laterizio
Realizzazione di
elementi speciali
La Regola dell’Arte nelle murature
Rapporto
altezza
blocco/
altezza
giunto
Resistenza a
compressione e
difetti costruttivi
(1) G. Pizzetti, A.M. Zorgno Principi statici e forme strutturali pg. 507
(2) G. Pizzetti, A.M. Zorgno Principi statici e forme strutturali pg. 237
Strutture resistenti
per massa : strutture
tozze
Strutture snelle
Strutture resistenti
per forma
Pressione eccentrica
Si quando alla pressione normale (P) si aggiunge una sollecitazione di flessione (M), cioè lo sforzo
normale non è centrato nel baricentro (G) della sezione ma è a distanza (e) detta eccentricità.
Il carico (P) eccentrico si può scomporre nel carico centrato (P) e nel momento (M), questi due
carichi inducono le tensioni:
P My (P * e)y
σ1 = ; σ2 = = .
A J J
P
Relazione tra instabilità e apparecchiatura muraria
P 1/4 P 1/9 P
π2 ⋅ E ⋅ a 3 π2 ⋅ E ⋅ a 3 π 2 ⋅ E ⋅ a3
Pcr1 = Pcr 2 = Pcr 3 =
12 ⋅ l2 48 ⋅ l2 108 ⋅ l2
Rielaborazione da: Giuffrè, A., (1991), Letture sulla meccanica delle murature storiche, Kappa, Roma
LA ROTTURA DEI SOLIDI PRISMATICI
“Se durante la variazione di forma in un punto del solido la dilatazione supera i limiti di
tolleranza della coesione del materiale, nel punto si stabilisce una soluzione di continuità
che si proroga, di mano in mano, per apparire in superficie sotto forma di fessurazione”
trazione
Qualitativamente le parti a diretto contatto con
Rottura per l’attuatore risentono della rigidezza del medesimo
gradualmente in relazione alla prossimità
compressione del solido dell’interfaccia. Il rapporto tra le rigidezze dei due
prismatico elementare materiali condiziona la dilatazione
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di compressione
• La sollecitazione di compressione
comporta, superato il limite di resistenza
del materiale, la rottura per
“schiacciamento”;
• si consideri ora un elemento di forma
cubica (composto da un materiale
omogeneo ed isotropo) caricato da una
sollecitazione di compressione lungo
l’asse “y” applicata attraverso due
piastre molto rigide, con rigidezza
paragonabile a quella del cubetto, tali
da:
• poter considerare il carico
uniformemente distribuito;
– generare un attrito sulle facce del
cubo a contatto che ne
impediscano o limitino la
deformazione trasversale;
• La rigidezza degli attuatori non influenza
la dilatazione trasversale del blocco:
rottura prismatica
• Rottura tipica delle colonne e/o pilastri
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Le fessurazioni verticali per
compressione possono
portare al collasso
improvviso di tipo fragile
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA
PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di compressione
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SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di compressione
• Le fessurazioni sono
pressoché parallele e
dirette come il carico.
• Naturalmente, si
manifestano nella regione
più bassa del muro.
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA
• in genere i solidi murari sono elementi tozzi per cui non si verificano fenomeni di
instabilità e le sollecitazioni non sono altro che la somma algebrica delle singole
sollecitazioni provocate dalla compressione e dalla flessione prese singolarmente;
• per la sicurezza delle strutture murarie è necessario che la risultante dei carichi cada
all’interno del nocciolo centrale d’inerzia di tutte le sezioni trasversali per avere tutte
le fibre compresse, data la scarsa capacità delle murature di resistere a trazione;
π 2 EJ
Pcrit = 2
min
l o
in cui:
– Pcrit è il carico critico;
– Jmin è il momento d’inerzia minimo della
sezione;
– lo è la luce libera d’inflessione che
dipende dal tipo di vincolo alle estremità
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del solido.
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA
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Pressoflessione
• Cattivo collegamento
trasversale della
muratura, scarsa
presenza di diatoni
• Danneggiamento
della sezione per
alveolizzazione
localizzata dei blocchi
o erosione dei giunti
asimmetrica.
• Rigonfiamento
paramenti;
• Sezionamento in più
tronchi verticali
Influenza della rigidezza della muratura nella ripartizione dei
carichi