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CONSOLIDAMENTO DEGLI EDIFICI STORICI

prof PAOLO FACCIO


(Università IUAV di Venezia )
A.A. 2014 - 2015

Lezione n. 2 : le costruzioni in muratura


Collegamento tra
elementi lignei

Collegamento tra
elementi lignei e muratura
d’ambito

Forometria regolare e
con architravi
resistenti a flessione

Incatenamento muri
contrapposti

Cantonali ben
apparecchiati, legatura
tra murature ortogonali

Omogeneità della muratura


Impalcati funzionanti come piano rigido
Schema di edificio in muratura e legno con evidenziate le
principali caratteristiche
Esempi di muratura in varia apparecchiatura e materiale costitutivo
Murature in materiale misto irregolari
Murature in materiale lapideo e
mista
Le azioni vengono trasmesse per contatto con azione di
ripartizione della malta per evitare concentrazione di carico e
pertanto tensioni elevate
Muratura omogenea :
Composta da elementi lapidei di grande
dimensione può presentarsi con
apparecchiatura con malta di calce inerte
e terra, con inseriti elementi di minor
dimensione per ridurre la presenza di
vuoti – rincocciatura- (a), presenza di
maggiore regolarità dei conci con giunti
costituiti sempre da calce inerte e terra
con ridotta presenza di rincocciatura (b),
corsi con materiale lapideo disposto in
maniera prevalentemente orizzontale.
Per paramenti di grande spessore
possono essere presenti paramenti
esterni con riempimenti di schegge e
abbondante ricorso a malta

Schema di sezione
Muratura disomogenea : presenza di pochi
elementi lapidei di grande pezzatura,
disposti prevalentemente nei cantonali,
ampia presenza di malta con capacità
strutturali discrete solo in presenza di
grandi spessori – 80 – 100 cm-.
Presenza di muratura a cassetta e
riempimenti con presenza abbondante di
malta

Schema di
sezione
Muratura listata o mista: murature in pietrame di
varia pezzatura e dimensione, con presenza di
giunti di malta più o meno consistenti. Ad intervalli
regolari di circa 70 – 80 cm, sono presenti corsi in
laterizio che attraversano completamente lo
spessore del muro – corsi di ripianamento –
conferendo grande qualità strutturale alla
muratura.

Schema di
sezione Funzione di ridistribuzione delle
azioni verticali e realizzazione di
incatenamento trasversale della
muratura
Murature a secco : murature a varia pezzatura dei blocchi, prive di malta e
aggregazione in relazione all’ingranamento dei conci. Nel caso di costruzioni
vengono utilizzati conci di grande dimensione per fori porta finestra, soglie,
gradini, cantonali

Schema di sezione
Murature in laterizio, isodome o pseudoisodome
LE APPARECCHIATURE MURARIE
Tipi di murature antiche Tipi di murature antiche e Moderne

B Ordinata di pietre squadrate a mano C Isodoma D Y Muratura di quadrelli uno in lungo uno in chiave
Diseguale de cementi pseudoisodoma E Riempita Z Muratura di quadrelli uno in lungo e due in
semplicemente Emplectum F Riempita con corsi di mattoni chiave
G
isodoma È caratterizzata da file (assise) di uguale altezza, costituite di
grandi blocchi di pietra (conci), in genere di arenaria, dello
stesso spessore del muro, ben lavorate su tutti i lati, disposte in
file orizzontali ad altezza regolare ed omogenea, con incassi e
solchi ai lati per l'incastro reciproco.

pseudoisodoma
Pseudoisodoma ogni livello (ricorso) è di minor spessore
rispetto al precedente, (o la sezione del singolo concio è
trapezoidale per evitare il gradino fra i vari livelli)

Incerta

Massi posti in opera come venivano estratti dalla cava,


disponendo in facciata il lato planimetricamente regolare.
Malta povera e abbondante

Quasi
reticolatum
Cubilia disposti in modo non regolare. Rappresenta il primo
stadio dell’opus reticolatum
Opus reticolatum

Paramento dell’opus caementicium composto da


tufelli piramidali con faccia inclinata di 45°

Opus spicatum

Raramente usato come rivestimento parietale, nelle


regioni del nord Europa- viene utilizzato come
pavimentazione con listelli in laterizio a spina pesce.

Opus
Africanum

Tecnica muraria usata spesso nel nord Africa


costituita da grandi blocchi in pietra verticali con
spazi riempiti con materiale vario
Opus
mixtum
Paramento dell’opus caementicium costituito
dall’alternanza di opus reticolatum ed incertum
Rinforzo delle murature della torre
con legamenti lignei
Accorgimenti costruttivi nei trattati
Necessaria protezione del nucleo in conglomerato affinché la calce non si riduca
in polvere e lasci liberi i caementa. La protezione avviene per mezzo di un
opportuno spessore delle cartelle interne ed esterne
Nelle murature ad opera incerta e con cortina interna ed esterna, occorre disporre
con intervallo regolare fasce passanti di mattoni di grande dimensione a legare e
serrare il paramento
Particolare disposizione dei mattoni con multipli e sottomultipli del modulo base
per consentire la definizione di una angolata forte e ben apparecchiata
J. B. Rondelet Trattato teorico e pratico dell’arte di edificare, Mantova 1831

I trattati sino al Settecento espongono in modo uniforme le tecniche costruttive


murarie. Nell’età dei Lumi lo sviluppo del pensiero scientifico e l’applicazione di
teorie analitiche al mondo delle costruzioni, comporta una modifica
dell’atteggiamento espositivo delle tecniche murarie. Alla prassi esecutiva inizia
ad essere associato la possibilità di sviluppare procedure analitiche di
dimensionamento e verifica. Rondelet introduce anche alcune considerazioni
sui meccanismi di danno delle strutture murarie
Figura 1 - Apparecchio semplice ed a strati regolari in cui ogni pietra forma la grossezza del muro
Figura 2 - Apparecchio doppio formato da pietre d'eguali dimensioni, posate a due a due in larghezza ed una sola
in lunghezza sopra lo spessore del muro
Figura 3 - Apparecchio triplice formato di pietre di eguali dimensioni posate a tre a tre in larghezza ed una in
lunghezza sopra lo spessore del muro
Figura 4 - Apparecchio composto, alternativamente doppio e triplice sulla grossezza del muro
Figura 5 - Lo stesso apparecchio di Fig. 2, solo che essendo il muro più grosso una murazione in pietrame
riempie l'intervallo fra le pietre che hanno la loro lunghezza in mostra
Figura 6 - Disposizione dell'apparecchio di cui si è fatto uso nei rivestimenti in pietra di taglio delle antiche mura
dei baluardi di Montpellier
Figura 7 - Disposizione dell'apparecchio delle pietre di taglio che formano il rivestimento di una costruzione in
cerchio, sull'esempio del sepolcro di Cecilia Metella
Figura 8 - Apparecchio irregolare, formato da pietre d'ogni dimensione riunite in corsie interrotte da tagli su tutti i
sensi
Figura 9 - Apparecchio poligono, formato da pietre tagliate in prismi irregolari, sull'esempio delle mura di Fondi

Tipi
murari
Figure 1, 2 e 3 - Opus incertum, o aggregato di pietre d'ogni forma, senza e con parti di murazione ordinaria
disposte a ranghi di corsie orizzontali nelle cantonate e riempimento intermedio di pietrame, e con ciottoli.
Figura 4 - Opus reticulatum, o pietre a facce quadrate messe assieme in forma di rete, con riempimento
intermedio di pietrame
Figure 5 e 8 - Muratura variata o mista, con parte interna di pietrame e pareti formate alternativamente con un
rango di pietre di tufo squadrate e con uno o tre di mattoni triangolari
Figura 6, 7 e 9 - Isodomum, pseudoisodomum e di altri generi di costrutture composti di pietre diversamente
lavorate, di diverse forme e misure e variamente disposte, associate a ranghi di mattoni e con riempimento
intermedio di pietrame
Figure 1 e 2 - Divisioni e tramezzi formati di mattoni piani o in coltello
Figura 3 - Divisioni formate con due mattoni in grossezza
Figure 4 e 5 - Combinazioni diverse pei muri la cui grossezza è di tre ordini di mattoni
Figura 6 - Combinazione in cui si fa uso della metà dei mattoni pei riempimenti segnati a)
Figura 7 - Disposizione per un muro di quattro ranghi di mattoni
Figura 8 - Combinazione a corsie con ranghi di mattoni posati obliquamente, disposti a corsie alternativamente in direzione contraria
Figure da 9 a 13 - Combinazioni diverse che si possono formare con mattoni quadrati o mezzi mattoni, posati in squadro o
diagonalmente

Apparecchiatura
in laterizio con
l’articolazione in
relazione al
modulo degli
elementi base
Figura 1 - Apparecchio incatenato, formato da pietre alternativamente abbassate ed innalzate sopra ciascuno
strato, onde innestare le une nelle altre senza ricorrere a chiavi di legno o a ramponi
Figura 2 - Apparecchio incatenato (ideato da Rondelet nel 1769), in cui le pietre sono riunite formando di ogni
strato una specie di catena composta da un triplice rango di pietre che si serrano le une nelle altre
Figura 3 (al centro) - Dimensioni delle pietre di parecchi monumenti d'Atene e d'altrove, tanto sulle loro facce
apparenti, che nei muri ond'esse formano la grossezza (Monumento di Filopappo; Tempio di Minerva Poliade;
Tempio sulle rive dell'Ilisso; Tempio della Concordia in Agrigento; Propilei d'Atene; Tempio di Teseo in Atene)
Figure 4 - Apparecchio misto, fatto di pietre e travi combinati insieme (ipotesi ricostruttiva dai Commentarî di
Cesare, secondo Palladio)
Figure 5 - Apparecchio misto, fatto di pietre e travi combinati insieme (ipotesi ricostruttiva, secondo il Poliocerticon
di Giusto Lipsio)
Figure 6 e 7 - Apparecchio misto, fatto di pietre e travi combinati insieme (ipotesi ricostruttive da Vitruvio, De
architectura, Libro I, Cap. V, secondo Rondelet

Apparecchiatura muraria
Figure 1, 2 e 3 - Maniera di posare le pietre di taglio per formare solide costruzioni
Figura 4 - Risultato apparente della maniera da adottare per rimediare ai difetti e agli accidenti
risultanti da una posatura negligente, quale è correntemente adottata con biette e assottigliamenti
Figure 5, 6 e 7 - Della maniera di porre in opera, con calce, cunei e biette di legno le pietre tagliate
e preparate approssimativamente nelle superfici delle facce interne, dalla quale risulta che il solo
spigolo anteriore e le commessure nei margini dei blocchi risultano portare tutto il peso

Rimedi per
difetti
costruttivi o
materiale
scadente
e/o
danneggiato
Figure da 1 a 6 - Metodi di valutazione della spinta dei terrapieni contro muri di rivestimento a
profilo verticale, secondo le differenti specie di terre, in base alle esperienze fatte
Figure da 7 a 9 - Metodi di valutazione della spinta dei terrapieni contro muri di rivestimento aventi
profilo a risega verso l'esterno, in forma di scarpa semplice e doppia.
Figure da 10 a 13 - Muri di rivestimento provvisti di contrafforti a base rettangolare
Figure da 16 a 19 - Muri di rivestimento provvisti di contrafforti a base trapezia e con raccordo
murario curvilineo
Figura 20 - Mezzo impiegato dagli antichi Romani per fortificare i muri di rivestimento all'esterno
Figura 21 - Muro isolato

Della stabilità relativa


dei muri isolati e
combinati con gli altri.
Ipotesi di meccanismi di
danno
L’APPARECCHIATURA NELLE
MURATURE IN LATERIZIO

Disposizione dei blocchi nello


spessore murario
MURATURE MISTE, LATERIZIO E PIETRA
Muratura in ciottoli di fiume

Corso di
ripianamento

Corso di
ripianamento
COLLEGAMENTO TRA MURATURE
Realizzazione dei cantonali
In questa muratura ad opera incerta in pietra gli elementi
costruttivamente significativi sono realizzati in laterizio
Realizzazione di
elementi speciali
La Regola dell’Arte nelle murature

•Regolarità dei corsi orizzontali


•Squadratura regolare dei conci
•Verticalità della muratura
•Non allineamento dei giunti verticali
•Qualità dei blocchi
•Qualità della malta
•Ammorsamento trasversale dei blocchi :
ingranamento
Caratteristiche delle murature eseguite a regola d’arte
Le caratteristiche meccaniche della muratura : resistenza a compressione

Rapporto
altezza
blocco/
altezza
giunto

Resistenza a
compressione e
difetti costruttivi

Qualità del giunto e resistenza a


compressione
Le caratteristiche meccaniche della muratura : resistenza e tipologia
costruttiva
Difetti e qualità costruttive
Caratteri
condizionanti la
resistenza
meccanica della
muratura
SCHEDE DI ANALISI
DELLE MURATURE
A – Castello di S.
A B Faustino
B – Castello Visconti
Venosta
Strutture resistenti per massa e strutture resistenti
per forma
• “…la sollecitazione a compressione è collegata alla pietra come
materiale resistente ed alla linea retta verticale come canale
statico, ossia al sostegno di pietre impilate o, in termini più
evoluti, alla colonna, al pilastro, al muro”(1)

• “.. figure strutturali che … più efficacemente interpretano il


legame intercorrente fra la legge di distribuzione dei carichi e la
forma strutturale, ossia l’arco e la fune”(2)

(1) G. Pizzetti, A.M. Zorgno Principi statici e forme strutturali pg. 507

(2) G. Pizzetti, A.M. Zorgno Principi statici e forme strutturali pg. 237
Strutture resistenti
per massa : strutture
tozze

Strutture snelle

Strutture resistenti
per forma
Pressione eccentrica
Si quando alla pressione normale (P) si aggiunge una sollecitazione di flessione (M), cioè lo sforzo
normale non è centrato nel baricentro (G) della sezione ma è a distanza (e) detta eccentricità.
Il carico (P) eccentrico si può scomporre nel carico centrato (P) e nel momento (M), questi due
carichi inducono le tensioni:

P My (P * e)y
σ1 = ; σ2 = = .
A J J

Per il principio della Sovrapposizione degli Effetti:


P (P * e)y
σ = (σ 1 + σ 2 ) = ( ± )
A J

Nocciolo centrale d’inerzia.


Al variare dell’eccentricità si determinano le situazioni:
- Sezione interamente reagente a compressione
(asse neutro esterno).
- Sezione parzializzata, cioè parte reagente a
compressione e parte a trazione (punto di
inversione in corrispondenza dell’ asse neutro (n-n).
Le eccentricità che danno (σ=0), all’ estremo opposto,
individuano un luogo di punti detto Nocciolo centrale
d’ Inerzia. L’ ampiezza di tale nocciolo viene definita
mediante il Raggio d’inerzia pari a: ρ= H/6
IL DANNO

Azioni appartenenti al piano del muro : compressione, taglio e trazione


P

La trasmissione dei carichi verticali


avviene per contatto dei blocchi.
L’apparecchiatura è in grado di
diffondere i carichi in relazione alle
caratteristiche dimensionali del blocco e
all’ingranamento tra elementi, rapporto
di contatto
Comportamento strutturale per azioni verticali : diffusione dei carichi
verticali nella muratura in relazione all’apparecchiatura
P

P
Relazione tra instabilità e apparecchiatura muraria

P 1/4 P 1/9 P

π2 ⋅ E ⋅ a 3 π2 ⋅ E ⋅ a 3 π 2 ⋅ E ⋅ a3
Pcr1 = Pcr 2 = Pcr 3 =
12 ⋅ l2 48 ⋅ l2 108 ⋅ l2

Rielaborazione da: Giuffrè, A., (1991), Letture sulla meccanica delle murature storiche, Kappa, Roma
LA ROTTURA DEI SOLIDI PRISMATICI

Lesioni manifestazione evidente dei dissesti strutturali

DEFORMAZIONI : variazioni di forma geometrica delle strutture

FESSURAZIONI : soluzione di continuità del solido murario

“Se durante la variazione di forma in un punto del solido la dilatazione supera i limiti di
tolleranza della coesione del materiale, nel punto si stabilisce una soluzione di continuità
che si proroga, di mano in mano, per apparire in superficie sotto forma di fessurazione”

Sisto Mastrodicasa Dissesti statici delle strutture edilizie,, Hoepli, Milano1988


La direzione delle tensioni Qualitativamente il piano di
massime ( ) si dispone fessurazione si dispone, in
approssimativamente in fase fase iniziale,
iniziale ortogonalmente al ortogonalmente alla
piano di fessurazione ( ) direzione delle dilatazioni
La direzione delle tensioni Qualitativamente il piano di
massime ( ) si dispone fessurazione si dispone, in
approssimativamente in fase fase iniziale,
iniziale ortogonalmente al ortogonalmente alla
piano di fessurazione ( ) direzione delle dilatazioni
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE
STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
sollecitazioni di trazione

• la rottura del cubetto, supponendo sempre


l’omogeneità e l’isotropia del materiale, avverrà
secondo piani normali alle forze di trazione.

fessurazione Compressione assiale

trazione
Qualitativamente le parti a diretto contatto con
Rottura per l’attuatore risentono della rigidezza del medesimo
gradualmente in relazione alla prossimità
compressione del solido dell’interfaccia. Il rapporto tra le rigidezze dei due
prismatico elementare materiali condiziona la dilatazione
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di compressione
• La sollecitazione di compressione
comporta, superato il limite di resistenza
del materiale, la rottura per
“schiacciamento”;
• si consideri ora un elemento di forma
cubica (composto da un materiale
omogeneo ed isotropo) caricato da una
sollecitazione di compressione lungo
l’asse “y” applicata attraverso due
piastre molto rigide, con rigidezza
paragonabile a quella del cubetto, tali
da:
• poter considerare il carico
uniformemente distribuito;
– generare un attrito sulle facce del
cubo a contatto che ne
impediscano o limitino la
deformazione trasversale;
• La rigidezza degli attuatori non influenza
la dilatazione trasversale del blocco:
rottura prismatica
• Rottura tipica delle colonne e/o pilastri
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Le fessurazioni verticali per
compressione possono
portare al collasso
improvviso di tipo fragile
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA
PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di compressione

• Le piastre degli attuatori hanno una


rigidezza superiore a quella del blocco. La
distribuzione delle dilatazioni trasversali
sarà max nel punto di mezzo del blocco e
limitata in corrispondenza alle superfici di
contatto;
• il cubetto sarà pertanto sollecitato, e la
rottura si stabilirà secondo le superfici
iperboloidiche dirette con concavità verso
l’esterno, come rappresentato in figura;
• tale tipo di rottura è caratteristica di quei
solidi prismatici che più si avvicinano al
nostro cubetto ovvero negli elementi
strutturali “tozzi ” che pur avendo la
possibilità di espandersi sono limitati dagli
estremi superiore ed inferiore (cordoli in c.a.
dei solai);
• presentano una rottura di questo tipo i
maschi murari.
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE
STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di compressione
• Nel caso in cui venga interposto, tra le piastre
di carico e le facce del cubetto, uno strato di
materiale con modulo elastico inferiore a
quello del cubetto, si avrà la rottura
“iperboloidica inversa ”caratterizzata da
tensioni tangenziali tra il materiale interposto e
le facce del cubetto dirette verso l’esterno del
prisma anziché verso l’interno come nel caso
senza interposizione di materiale;
• analizzando, anche in questo caso, l’equilibrio
dei tre prismetti elementari e facendo
l’inviluppo delle singole fratture elementari si
otterrà l’ “iperboloidica inversa ”;
• nei muri portanti degli edifici, questo tipo di
rottura si verifica quando tra la pietra e/o
mattone vengono interposti giunti di malta
eccessivamente spessi; poiché le malte hanno
un modulo elastico più basso rispetto alla
pietra o ai mattoni si deformeranno più di
questi.

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SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di compressione

• Tutti e tre i tipi di rottura visti si verificano nella pratica negli


elementi strutturali “tozzi ”;
• nei muri snelli i tre tipi di rottura considerati possono ritrovarsi in
prossimità degli spigoli oppure in una zona intermedia;
• in questo secondo caso le fratture si presenteranno con il loro
classico andamento solo sui piani trasversali e verticali cioè
nello spessore dei muri;
• la ragione per cui si hanno questi tipi di localizzazioni è dovuta
all’impedimento alla libera dilatazione che, nei muri snelli, le
masse laterali esercitano su quelle intermedie.
ROTTURA PER COMPRESSIONE DI UNA MURATURA :
alcuni esempi
Schiacciamento

• Le fessurazioni si presentano in linea di


massima con andamento pressoché
parallelo;
• Negli stadi più avanzati si hanno
fenomeni di rigonfiamento dei paramenti;
• In stadi avanzati (che preludono al
collasso) si possono avere anche lesioni
orizzontali.
• Si disgregano prima le malte, poi si ha la
rottura delle pietre ed infine il vero e
proprio schiacciamento.
• Nel caso di malte di ottima qualità ovvero
di murature a sacco, si può avere la
rottura delle pietre senza avere
prioritariamente la rottura della malta.
Schiacciamento per sovraccarico localizzato

• In figura è rappresentato il caso di


schiacciamento per un sovraccarico
localizzato;
• le fessurazioni sono verticali o
inclinate a 45° nella zona
immediatamente sottostante il carico;
• La frattura si determina nel piano
medio sempre immediatamente sotto
il carico;
• In generale, la stabilità dell’edificio non
può essere compromessa da un
singolo episodio di eccessivo carico
localizzato
Manifestazione di plessi fessurativi per schiacciamento e taglio per
carico concentrato
Rottura per compressione a causa di disomogeneità costruttive
Distacco per discontinuità materico
costruttiva
Malte

• Il degrado delle malte dovuto alla vetustà contribuisce in modo determinante


all’indebolimento delle strutture murarie;
• le malte invecchiando perdono la loro coesione, inoltre possono perdere la
loro aderenza ai materiali lapidei e quindi non fare più presa;
• la coesione e l’aderenza si annullano nel tempo più o meno rapidamente in
relazione alla composizione della malta stessa, alla manipolazione e
all’impiego che ne è stato fatto.
• la malta che ha perso coesione diventa pulvirulenta, sfarinandosi tra le dita.
• lo spessore del giunto di malta incide in maniera inversamente
proporzionale alla resistenza della muratura.
Individuazione dello schiacciamento

• Percuotendo con un martello il tratto di muratura


interessato, si avverte un suono cupo;

• Il martello non rimbalza;

• Asportato un strato superficiale della muratura e


ripetuta la percussione possiamo accertare se il
fenomeno è profondo o superficiale.
Schiacciamento per peso proprio

• Le fessurazioni sono
pressoché parallele e
dirette come il carico.
• Naturalmente, si
manifestano nella regione
più bassa del muro.
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA

Pressoflessione e carico di punta


• Se in un pannello murario, la risultante dei carichi, pur essendo verticale, non passa
per il piano medio o per il baricentro, il solido sarà soggetto ad una compressione
assiale e ad una flessione;

• in genere i solidi murari sono elementi tozzi per cui non si verificano fenomeni di
instabilità e le sollecitazioni non sono altro che la somma algebrica delle singole
sollecitazioni provocate dalla compressione e dalla flessione prese singolarmente;

• per la sicurezza delle strutture murarie è necessario che la risultante dei carichi cada
all’interno del nocciolo centrale d’inerzia di tutte le sezioni trasversali per avere tutte
le fibre compresse, data la scarsa capacità delle murature di resistere a trazione;

• la pressoflessione nelle murature si può instaurare per difetti di costruzione o più


semplicemente quando si realizzano murature con un paramento più resistente
rispetto all’altro con conseguenti deformazioni differenziate in funzione del diverso
modulo elastico;
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA

Pressoflessione e carico di punta


• Il carico di punta si ha allorché la lunghezza
dell’elemento strutturale è di gran lunga
superiore alla minima dimensione
trasversale (esperienze condotte in tale
senso hanno dimostrato che per l/h>15 si
ha rottura per carico di punta);
• per i solidi astiformi si usa la formula di
Eulero per determinare il carico critico
ovvero il carico per cui si verifica la rottura
del materiale sollecitato:

π 2 EJ
Pcrit = 2
min
l o
in cui:
– Pcrit è il carico critico;
– Jmin è il momento d’inerzia minimo della
sezione;
– lo è la luce libera d’inflessione che
dipende dal tipo di vincolo alle estremità
81
del solido.
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA

Pressoflessione e carico di punta

• Le lesioni causate dalla pressoflessione


possono ricondursi a tre casi tipici:
– il primo riguarda il caso del
paramento esterno con materiale più
resistente;
– il secondo il caso di entrambi i
paramenti più resistenti rispetto al
nucleo centrale riempito con muratura
informe e meno resistente;
– il terzo riguarda gli angoli dei
fabbricati o le spalle delle aperture
eseguite con blocchi squadrati e
collegati alla restante muratura più o
meno caotica.

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Pressoflessione

• E’ una sollecitazione molto pericolosa per le strutture murarie;


• Il solido murario sollecitato a carico di punta può rompersi per effetto
della pressoflessione prima di raggiungere la condizione di
schiacciamento;
• Il difetto costruttivo della muratura dovuto ad un cattivo collegamento
trasversale può portare a pericolosi dissesti causati da
pressoflessione ( a parità di altezza del muro, si può dimezzare lo
spessore a causa della cattiva tessitura della struttura muraria);
• Anche il difetto di omogeneità della sezione muraria può predisporre
il muro ad un dissesto da pressoflessione;
• Il dissesto si manifesta con il rigonfiamento dei paramenti;
• La lesione è caratterizzata dalla smembratura della struttura in più
tronchi verticali.
Pressoflessione

• Cattivo collegamento
trasversale della
muratura, scarsa
presenza di diatoni
• Danneggiamento
della sezione per
alveolizzazione
localizzata dei blocchi
o erosione dei giunti
asimmetrica.
• Rigonfiamento
paramenti;
• Sezionamento in più
tronchi verticali
Influenza della rigidezza della muratura nella ripartizione dei
carichi

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