Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
stanley
macroeconomia fischer
paolo pettenati
giuseppe canullo
richard startz
stanley fischer
rudiger dornbusch
richard
startz
Il successo mondiale che Macroeconomics ha avuto nei suoi
quarant’anni di vita può essere attribuito a molteplici punti giuseppe
di forza: l’attenzione ai “fatti” economici più rilevanti; il canullo
rigore formale dell’analisi, reso possibile dall’uso di modelli
interpretativi appropriati; l’inquadramento dei problemi
macroeconomici in una prospettiva internazionale. paolo
La nuova edizione italiana si è proposta di valorizzare tali pettenati
punti di forza ampliando e aggiornando i riferimenti alla
macroeconomia
situazione dell’Italia nel quadro dell’Unione Europea. Ha
inoltre confermato l'efficace impostazione strutturale che
aveva caratterizzato le due precedenti edizioni, proponendo
la trattazione degli argomenti nella sequenza “breve, medio
e lungo periodo”. XII edizione
Il testo si rivolge ai corsi di Macroeconomia a livello
intermedio impartiti nei diversi corsi di laurea. Data la com-
plessità e la varietà degli argomenti trattati sarebbe preferi-
bile, anche se non strettamente indispensabile, far precedere
lo studio del manuale da un testo introduttivo di Economia.
Gli strumenti matematici richiesti sono quelli tradizional-
mente insegnati nella scuola secondaria superiore. macroeconomia
Ulteriori risorse sono disponibili per docenti e studenti sul
sito www.mheducation.it.
XII
edizione
€ 59,00 (i.i.)
ISBN 978 -8 8 -38 6-9577-3
Rudiger Dornbusch
Stanley Fischer
Richard Startz
Giuseppe Canullo
Paolo Pettenati
Macroeconomia
Dodicesima edizione
00PrPag.qxp_DORNBUSCH_2013 23/12/19 13:42 Pagina IV
Date le caratteristiche intrinseche di Internet, l’Editore non è responsabile per eventuali variazioni negli indirizzi
e nei contenuti dei siti Internet riportati.
L’Editore ha fatto quanto possibile per contattare gli aventi diritto delle immagini che compaiono nel testo e resta
a disposizione di chi non è stato possibile contattare.
Nomi e marchi citati nel testo sono generalmente depositati o registrati dalle rispettive case produttrici.
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo
di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941
n. 633.
Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso
diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi,
Corso di Porta Romana n. 108, 20 122 Milano, e-mail info@clearedi.org e sito web www.clearedi.org.
Indice breve
Indice
Indice VII
VIII Indice
Indice IX
Riepilogo 148
Domande di ripasso 149
Problemi 149
Appendice 5 Modello di Baumol e Tobin della domanda di moneta per transazioni 151
Mappa concettuale 154
X Indice
7.5Modello di Mundell-Fleming: perfetta mobilità dei capitali in regime di tassi di cambio fissi 202
7.5.1 Espansione monetaria 204
7.5.2 Espansione fiscale 204
APPLICAZIONE 7.1 Due componenti del tasso di rendimento e due interventi possibili 205
APPLICAZIONE 7.2 Riunificazione tedesca e problemi esterni 206
7.6 Perfetta mobilità dei capitali e tassi di cambio flessibili 207
7.6.1 Aggiustamento in seguito a una perturbazione reale 208
7.6.2 Politica fiscale 210
7.6.3 Aggiustamento in seguito a una variazione dello stock monetario 210
7.6.4 Politica beggar-thy-neighbor e svalutazione competitiva 212
FORMALIZZAZIONE MATEMATICA 7.3 Modello IS-LM in economia aperta con perfetta
mobilità dei capitali: un’analisi formale 213
Riepilogo 214
Domande di ripasso 215
Problemi 216
Mappa concettuale 218
Indice XI
XII Indice
10.6.1 La crisi finanziaria del 2007 negli Stati Uniti, il contagio internazionale
e la recessione 2008-09 327
10.6.2 La crisi dei debiti sovrani nei Paesi periferici dell’UEM: 2010-2013 329
10.7 L’Europa a due velocità: i vincoli della competitività e dell’indebitamento con l’estero 333
10.8 L’integrazione incompiuta e i limiti della politica economica europea 336
APPROFONDIMENTO 10.1 Competitività, crescita e vincolo della bilancia
dei pagamenti: una spiegazione del declino italiano 337
10.9 Conclusione 347
Riepilogo 348
Domande di ripasso 349
Problemi 349
Appendice 10 Macroeconomia dello SME: accordi di cambio e politiche monetarie 350
A.10.1 L’asimmetria dello SME 350
A.10.2 Soluzioni egemoniche e soluzioni cooperative nello SME 351
A.10.3 Unificazione tedesca, pressioni speculative e crisi dello SME 352
A.10.3.1 Combinazioni alternative di politica economica
nella Germania unificata 352
A.10.3.2 Mobilità dei capitali e opzioni per i Paesi aderenti allo SME 354
Mappa concettuale 357
Indice XIII
XIV Indice
Indice XV
XVI Indice
17.4.2 Prodotto per occupato e progresso tecnologico: stima dei livelli 538
FORMALIZZAZIONE MATEMATICA 17.3 Funzione della produzione e distribuzione
del reddito: il parametro θ 539
17.4.3 Prodotto per occupato e produttività totale dei fattori:
stima dei tassi di variazione 539
APPROFONDIMENTO 17.1 Residuo di Solow 540
APPLICAZIONE 17.1 Perché alcuni Paesi hanno una produttività del lavoro
tanto più alta di altri? 540
17.4.4 La lezione delle “tigri asiatiche” di prima e di seconda generazione 541
17.5 Politiche della crescita 543
17.5.1 Produttività totale dei fattori: social capability e infrastrutture sociali 544
17.5.2 Investimento in capitale fisico e in capitale umano 545
17.6 Ascesa e declino del tasso di crescita: il caso italiano 547
17.7 Sentiero di crescita equilibrata: un quadro riassuntivo delle variabili reali e monetarie 549
17.7.1 Settore reale 549
17.7.2 Settore monetario 549
17.7.3 Settore pubblico e politica fiscale 551
17.8 Sviluppo economico sostenibile e benessere 552
17.8.1 Le risorse naturali come limite alla crescita 552
17.8.2 Il Prodotto Interno Lordo e la misurazione del benessere 554
Riepilogo 556
Domande di ripasso 557
Problemi 558
Appendice 17 Prodotto per occupato e prodotto pro capite nel lungo periodo in assenza
di progresso tecnologico 560
A.17.1 La dinamica del prodotto per occupato 560
APPROFONDIMENTO A.17.1 Rapporto capitale-lavoro (k) e rapporto prodotto-capitale (aK) 563
A.17.2 Rappresentazione grafica della transizione verso lo stato costante 564
A.17.3 Aumento del tasso di risparmio 565
APPROFONDIMENTO A.17.2 Un reddito elevato è una cosa positiva? La regola aurea 567
A.17.4 Crescita della popolazione e della forza lavoro 567
A.17.5 Effetti del progresso tecnologico 568
Mappa concettuale 569
Sulla base di tali considerazioni, già dalla decima edizione italiana di Macroeconomia,
abbiamo deciso di cambiare l’ordine di presentazione dei tre modelli e di seguire una
sequenza più naturale: breve periodo, medio periodo e lungo periodo. In questa edizio-
ne la scelta è stata riconfermata e approfondita.
La successione degli argomenti e dei capitoli è pertanto la seguente: la Parte I for-
nisce i concetti di base necessari per lo studio dei modelli macroeconomici. In partico-
lare, il Capitolo 1 e il Capitolo 2 introducono le definizioni e gli schemi essenziali del
quadro macroeconomico, del flusso circolare del reddito e della contabilità nazionale;
il Capitolo 3 presenta i “fatti” e i problemi principali riguardanti la produzione, l’occu-
pazione, la disoccupazione, l’inflazione e la crescita, mentre rinvia ai capitoli successi-
vi la trattazione teorica necessaria per interpretare tali problemi.
La Parte II illustra i modelli di base dell’economia a prezzi fissi: il Capitolo 4 pre-
senta il modello reddito-spesa, mentre i Capitoli 5 e 6 sviluppano il tradizionale mo-
dello IS-LM, esteso nel Capitolo 7 all’economia aperta. Il Capitolo 8 presenta nei primi
due paragrafi il modello statico o di breve periodo di offerta e domanda aggregata con
prezzi e salari dati (curva di offerta orizzontale) o perfettamente flessibili (curva verti-
cale). Il terzo paragrafo considera invece il caso dei prezzi e dei salari parzialmente
flessibili nel medio periodo e il trade-off tra disoccupazione e inflazione (cosiddetta
“curva di Phillips”) basato sull’ipotesi della disoccupazione frizionale.
La Parte III è dedicata alla trattazione della macroeconomia con prezzi variabili. Il
Capitolo 9 sviluppa un’altra interpretazione della curva di Phillips, basata sull’ipotesi
del conflitto distributivo tra redditi da lavoro (salari) e redditi da capitale (profitti).
Secondo tale interpretazione, il salario non è stabilito dal mercato del lavoro, ma dalla
contrattazione tra lavoratori e imprese, e questo spiega l’esistenza di disoccupazione
involontaria. Si considerano poi altri soggetti che aggravano il conflitto distributivo,
come lo Stato (cuneo fiscale) e i produttori di materie prime (in particolare di petrolio).
Il capitolo propone anche un’estensione del modello con inflazione all’economia aper-
ta. La Parte III è completata dal Capitolo 10 sull’Unione Economica e Monetaria euro-
pea, che discute le cause della crisi economica e finanziaria del 2008-2009 (la cosiddet-
ta Grande Recessione), la successiva crisi dei “debiti sovrani”del 2011-2013 e la succes-
siva fase di ristagno dell’economia europea e in particolare dell’economia italiana.
La Parte IV (Capitoli 11-15) contiene una serie di approfondimenti su consumo,
investimenti, Banca Centrale e moneta, mercati finanziari e interdipendenze interna-
zionali.
La Parte V tratta il tema della crescita. La sua collocazione nella parte finale del vo-
lume consente di dare per scontate numerose nozioni presentate nei capitoli preceden-
ti. In particolare, il Capitolo 16 è dedicato al dibattito aperto dal modello Harrod-Domar
sul problema dell’instabilità del sistema capitalistico e sul correlato problema del coor-
dinamento tra decisioni di risparmio e decisioni di investimento. Il Capitolo 17, relativo
alla teoria neoclassica, cerca di attenuare la divergenza tra modelli di crescita con pro-
gresso tecnologico esogeno e modelli con progresso endogeno. Il modello di Solow vie-
ne, infatti, presentato come caso speciale di un modello generale di accumulazione en-
dogena sia di capitale fisico sia di capitale umano. Il Capitolo 17 contiene inoltre un
paragrafo, per forza di cose soltanto introduttivo, su due argomenti di grande importan-
za, come la “green economy” e la “misurazione del benessere”.
Il testo è integrato da tre categorie di box denominate: Approfondimento,
Formalizzazione matematica e Applicazione.
00PrPag.qxp_DORNBUSCH_2013 23/12/19 13:43 Pagina XIX
Ringraziamenti
Giuseppe Canullo
Paolo Pettenati
gennaio 2020
00PrPag.qxp_DORNBUSCH_2013 23/12/19 13:43 Pagina XX
00PrPag.qxp_DORNBUSCH_2013 23/12/19 13:43 Pagina XXI
Autori e Curatori
Stanley Fischer è stato Vice Chair presso il Board of Governors of the Federal
Reserve.
Ringraziamenti dell’Editore
L’Editore ringrazia i docenti che hanno partecipato alla review e che con le loro pre-
ziose indicazioni hanno contribuito alla realizzazione della dodicesima edizione di
Macroeconomia:
Capitolo 4
Reddito e spesa
Individuare i concetti chiave
Per migliorare la chiarezza espositiva gli obiettivi
Obiettivi di apprendimento di apprendimento illustrano i temi fondamentali del capitolo
Obiettivi di apprendimento
e brevi riassunti sintetizzano passo passo i concetti chiave.
• Nel breve periodo il livello dell’attività scere la domanda aggregata e, di conse-
livello dell’attività
economica dipende dalla domanda ag-
scere la domand
guenza, il reddito nazionale e le entrate
dalla domanda ag-
gregata, che determina il prodotto e il
reddito nazionale. Il reddito influisce a
guenza, il reddito
fiscali; poiché tuttavia queste ultime au-
mentano in misura inferiore rispetto alla
mina il prodotto e il
sua volta sulla spesa per il consumo e
quindi di nuovo sulla domanda aggrega-
fiscali; poiché tu
spesa, aumenterà il disavanzo del bilan-
cio dello Stato. Per finanziare il disavanzo
reddito influisce a
ta e sul prodotto. mentano in misu
lo Stato dovrà emettere titoli del debito
• Si ha pertanto un fenomeno di interdi- pubblico e pagare interessi. Un eccessivo
a per il consumo e
pendenza con un effetto moltiplicatore: spesa, aumenter
indebitamento potrebbe pertanto creare
in altri termini, un incremento della spe- sfiducia nei confronti del Tesoro e far au-
domanda aggrega-
sa autonoma fa crescere il PIL di un im- cio dello Stato. Pe
mentare il tasso d’interesse. L’espansione
porto superiore all’incremento iniziale. della spesa pubblica può in conclusione
• La spesa dello Stato per beni e servizi è lo Stato dovrà e
far aumentare il reddito e l’occupazione
una componente importante della spesa nel breve termine, ma è soggetta a forti
di i t di
autonoma. Il suo aumento fa quindi cre- limiti.bbli
108 Capitolo 4
Una delle questioni centrali della macroeconomia riguarda i motivi delle fluttuazioni nto la riduzione delle imposte aumenta il
Supponete ora che, invece di accrescere la spesa pubblica per beni e servizi, G, il
del prodotto intorno al livello potenziale. La crescita economica, infatti, è estremamente –– –
irregolare: nelle fasi di espansione e di recessione del ciclo economico la produzione
onsumo; l’effetto è la rotazione della dom
governo decida di aumentare i trasferimenti, TR: la spesa autonoma, A , crescerà solo
––
di un ammontare pari a c∆TR e il corrispondente incremento del prodotto sarà uguale
––
rispettivamente aumenta e diminuisce in rapporto all’andamento del prodotto potenzia-
le. Negli ultimi trent’anni, nei Paesi industrializzati, si sono verificate diverse recessioni,
tratteggiata. Tale misura, d’altro canto, r
a αG · c∆TR. Il moltiplicatore dei trasferimenti è inferiore a quello della spesa pubblica
di un fattore pari a c: ciò è dovuto al fatto che, quando lo Stato aumenta i trasferimen-
durante le quali il PIL è sceso rispetto al prodotto potenziale. Nelle fasi di ripresa, invece,
il PIL è salito più del livello potenziale. In questo capitolo presenteremo una prima teo-
manda aggregata è più soggetta alle oscil
ti, parte di essi viene risparmiata.
Se il governo riduce l’aliquota fiscale da t a tʹ, come nella Figura 4.4, il moltipli-
ria volta a spiegare le fluttuazioni del PIL, teoria che si basa sulla reciproca interazione catore cresce in quanto la riduzione delle imposte aumenta il reddito disponibile e,
tra prodotto e spesa: quest’ultima determina la produzione e il reddito, ma il prodotto e di conseguenza, il consumo; l’effetto è la rotazione della domanda aggregata dalla
il reddito a loro volta influiscono sulla spesa. linea solida a quella tratteggiata. Tale misura, d’altro canto, riduce l’effetto stabiliz-
Il modello keynesiano della determinazione del reddito nazionale che illustreremo zatore, dunque la domanda aggregata è più soggetta alle oscillazioni.
più avanti è molto semplice e verrà arricchito di nuovi elementi nei capitoli successivi.
La semplificazione fondamentale consiste nell’ipotizzare un contesto di breve periodo, Riassumendo
ossia un livello dei prezzi costante. In questo modo le imprese possono produrre e ven-
dere, a quel prezzo, qualunque quantità di prodotto consentita dalla capacità produtti- Riassumendo
va degli impianti disponibili, di conseguenza si suppone che la curva di offerta aggrega-
ta, che discuteremo in modo approfondito nei Capitoli 8 e 9, sia una retta orizzontale i trasferimenti inci-
• La spesa pubblica e i trasferimenti inci- ti sulla domanda
ti sulla domanda aggregata di una ridu-
dono sul reddito in modo analogo a un zione della propensione marginale al
modo analogo a un
incremento della spesa autonoma pri- zione della prop
consumo.
–
vata per investimenti ( I = I ) o consumi • Un’imposta proporzionale sul reddito è
pesa autonoma pri-
–
(C ).
consumo.
uno stabilizzatore automatico.
–
ti ( I = I ) o consumi
• Un’imposta proporzionale sul reddito ri-
duce la quota del reddito disponibile
• Una riduzione dei trasferimenti pubblici
• Un’imposta prop
fa diminuire la domanda aggregata e
per il consumo, perciò ha gli stessi effet- uno stabilizzatore
quindi il prodotto.
Cogliere le connessioni
La mappa a fine di ciascun capitolo illustra
Mappa concettuale le interconnessioni tra gli argomenti
mostrando in modo intuitivo quali
Capitolo 5 Politica monetaria e politica fiscale 181
Moneta, interesse e reddito Para nessi esistono.
Capitolo 13 Politica
Mappa
Banca concettuale
Centrale, moneta e credito
Capitolo 5
Moneta, interesse e reddito Paragrafo 6.1
Capitolo 13 Politica monetaria
Banca Centrale, moneta e credito
Capitolo 4
Reddito e spesa
Capitolo 4
Capitolo
Reddito e spesa5 Para
Moneta, interesse
Capitolo 5 e reddito Paragrafo 6.2 Politi Capitolo 7
Moneta, interesse e reddito Politica fiscale Legami economici internazionali
Capitolo
Capitolo 1212
Spesa per investimenti
Spesa per investimenti
102 Capitolo 4
Capitolo 5
Moneta, interesse e reddito
Paragrafo 6.3 Capitolo 7 Per il concetto di moltiplicatore, data la sua importanza, introduciamo un nuovo sim-
Capitolo 11 Composizione del prodotto
Consumo e risparmio Legami economici internazionali bolo. In questo caso specifico in cui sono assenti il settore pubblico e il commercio
e mix di politica economica
Capitolo 12 estero, indichiamo il moltiplicatore con α:
Spesa per investimenti
α≡ 1 [17]
1–c
Dall’esame dell’Equazione [17] si ricava che maggiore è la propensione marginale al
consumo, c, maggiore sarà il moltiplicatore: se c è 0,6 il moltiplicatore è 2,5; se c è 0,8
il moltiplicatore è 5. In effetti, un’elevata propensione marginale al consumo implica
Paragrafo 6.4 che una maggiore frazione di reddito sarà spesa in consumi e quindi sarà aggiunta alla
Capitolo 13
Banca Centrale, moneta e credito Recessioni economiche del ventennio domanda aggregata; ciò provocherà di conseguenza un maggiore incremento della
1990-2010 spesa indotta.
ridurre la spesa per investim
Per quale motivo analizziamo in dettaglio il modello del moltiplicatore? Perché il
guente
nostrodiminuzione
scopo è di spiegaredel redd del PIL. Il meccanismo del moltiplicatore
le fluttuazioni
indica che il prodotto varia al variare della spesa autonoma (inclusi gli investimenti) e
meno, il che si tradurrà in u
che la sua variazione può essere più ampia di quella della spesa autonoma. Esso con-
del moltiplicatore potrebbeciòdche suggerisce il buon senso: se per qualche ragio-
sente di descrivere formalmente
ne (per esempio un’ondata di pessimismo riguardo al futuro, che induce le aziende a
fluttuazioni del prodotto.
ridurre la spesa per investimenti) l’economia attraversa una fase di crisi con conse-
guente diminuzione del reddito, le persone i cui redditi sono calati spenderanno di
meno, il che si tradurrà in un’ulteriore riduzione del reddito di equilibrio. Il modello
del moltiplicatore potrebbe dunque contribuire a spiegare i motivi per cui si verificano
fluttuazioni del prodotto.
Dimostrare i teoremi FORMALIZZAZIONE MATEMATICA 4.1
Le dimostrazioni algebriche, collocate in appositi Dimostrazione della formula
FORMALIZZAZIONE del moltiplicatore
MATEMATICA 4.1
box, permettono una trattazione flessibile Dimostrazione della formula del moltiplicatore dinamico
Per dimostrare il passaggio dall’Equazione [15] alla [16
del livello di formalizzazione. [15] per il coefficiente c ottenendo
Per dimostrare il passaggio dall’Equazione [15] alla [16] conviene usare l’artificio di moltiplicare tutti i mem-
bri dell’Equazione
bri dell’Equazione [15] per il coefficiente c ottenendo la seguente espressione:
Sottraendo l’Equazione [15a] dalla [15] membro per membro, si ha, dato che i termini intermedi si elidono:
Sottraendo l’Equazione [15a] dalla [15] membro – per
– m –
(1 – c ) ΔAD = ΔA – c nΔA = (1 – c n) ΔA [15b]
Per cui: –
(1 – c ) ΔAD (1 – c n) c–n
ΔAD = = ΔA – ΔA
Reddito e spesa 105
[15c]
1–c
Per cui: Per n tendente all’infinito cn tende a zero e l’Equazione [15c] si trasforma nella [16]:
marginale al consumo sul reddito disponibile YD rimane uguale a c, la propensione
marginale al consumo sul reddito complessivo Y diventa c(1 – t), dove la frazione 1 – 1 –
ΔAD = ΔA = ΔY [16]
t rappresenta appunto la parte del reddito che rimane alle famiglie dopo il pagamen- 1–c
to delle imposte. Se, per esempio, la propensione marginale al consumo c è 0,8 e l’ali-
Confrontando la [15c] con la [16] si nota che il valore cumulato di ΔAD e quindi di ΔY è tanto più basso
quota di imposta t è 0,25, la propensione marginale al consumo sul reddito comples-
quanto minore è il numero delle fasi che si sono succedute dal periodo in cui si è verificato l’aumento della
sivo, ossia c(1 – t), sarà uguale a 0,8(1 – 0,25) = 0,6.
Dopo aver arricchito la funzione del consumo con l’intervento dello Stato, proce- – esempio, dopo un solo periodo, ovvero per n = 1, l’Equazione [15c] fornisce il seguente
spesa autonoma. Per
risultato: ΔAD = ΔA.
diamo al calcolo della nuova funzione di domanda aggregata. A tal fine inseriamo le
– [20]
Equazioni [4b], [5] e [19] nell’Equazione [2], che con G = G , e NX = 0 diventa: AD = C + I + G + NX [2]
–
I=I [5]
AD = C + I + G
– –– – –
= C + cTR + c(1 – t)Y + I + G
– –– – –
= (C + cTR + I + G ) + c(1 – t)Y
– Sta-
= A + c(1 – t)Y [20]
– – –– – –
mpli-
dove in questo caso A = C + cTR + I + G . –
La pendenza dell’Equazione [20], ovvero della curva AD con intervento dello Sta-
AD = A + cY [6]
to, è inferiore a quella dell’Equazione [6] perché è ora data da c(1 – t) anziché sempli-
–
cemente da c. AD = A + cY [6]
Per trovare il nuovo livello d’equilibrio del reddito, Y0, possiamo risolvere quest’equa-
zione raccogliendo i termini in Y:
–
Y [1 – c(1 – t)] = A
da cui:
1 – qua-
Y0 = A
1 – c(1 – t)
1 – –– – –
Y0 = (C + cTR + I + G ) [21]
1 – c(1 – t) Memorizzare le formule
Confrontando l’Equazione [21] con la [8], si osserva che la presenza del settore pubbli-
co implica notevoli differenze: innanzitutto essa fa aumentare la spesa autonoma di
–
Y0 =
1
1–c
–
A [8] Le formule richiamate dalle pagine precedenti
un importo pari agli acquisti di beni e servizi da parte dello Stato, G , e alle spese di
––
consumo indotte dai trasferimenti netti, cTR; inoltre l’imposta sul reddito riduce il sono state riportate a margine del testo a supporto
moltiplicatore.
dell’apprendimento.
4.4.2 Imposte sul reddito e moltiplicatore
Dimostriamo con un esempio perché le imposte sul reddito riducono il moltiplicatore. Se
ci fossero imposte con un'aliquota fiscale pari a 0,25 e la propensione marginale al con-
sumo fosse pari a 0,8, il moltiplicatore sarebbe pari a 2,5, ossia 1/[1 – 0,8(1 – 0,25)] =
00PrPag.qxp_DORNBUSCH_2013 23/12/19 13:43 Pagina XXVII
Reddito e spesa
15
36 000
11
05
13
32 000
01 09 Politica monetaria
Politica monetaria e fiscale
e politica politica fiscale
163
03 07
Consumo totale (pro capite)
28 000 97
99
93
24 000 89 95 APPROFONDIMENTO 6.1
85 91
20 000 81 87 Domanda: la Banca Centrale fissa il tasso di interesse oppure l’offerta
Figura 4.2a
Relazione tra consumo
71
77
83 di moneta? APPROFONDIMENTO 6.1
16 000
e reddito disponibile 79
67 75
negli Stati Uniti. Valori 63 73 In base a quanto si è detto la Banca Centrale stabilisce l’offerta di moneta,
69
in dollari del 2009 12 000
65 sse oppure l’offerta
mediante le operazioni sul mercato aperto, e ciò determina la posizione della cur-
61 va LM. Tuttavia, spesso si legge sui giornali che la Banca Centrale ha alzato o
(Fonti: Bureau of Econo- 8000 abbassato i tassi di interesse: come sono collegate le due cose? La risposta è la
10 000 15 000 20 000 25 000 30 000 35 000 40 000
mic Analysis; Federal seguente: finché la posizione delle curve IS e LM è nota alla Banca Centrale, le
Reserve Economic Data - Reddito disponibile (pro capite) due affermazioni si equivalgono.
FRED.) ce l’offerta di moneta,
Supponete che la Banca Centrale intenda fissare il tasso di interesse a un livello
pari a i0 e che la curva IS si trovi nella posizione indicata nella Figura 6.8. Anziché
a la posizione della cur-
scegliere un certo valore relativo all’offerta di moneta e rappresentare la curva
LM corrispondente, potete tracciare una curva LM che passi per il punto E (assi-
a Centrale ha alzato o
curandovi di fare riferimento al tasso di interesse posto come obiettivo, i0) e, quin-
300 di, risalire all’ammontare dell’offerta di moneta che genera la curva LM passante
290
280 C = –23,049 + 0,99YD
per il punto E.
270 R2 = 0,97
260
i
Consumi delle famiglie
250
240
Figura 4.2b 230
220
Relazione consumo- 210
reddito Italia, dati tri- 200
190
LM
mestrali 1999-2017
180
Tasso d’interesse
(miliardi di euro, prezzi 170
2010) 160 E
150 i0
150 170 190 210 230 250 270 290
(Fonte: ISTAT, Reddito e
risparmio delle famiglie, Reddito lordo disponibile delle famiglie
2018.)
IS
Figura 6.8
Stabilizzazione del tasso di interesse
Approfondire criticamente Supponete ora che, come mostra la Figura 6.9, la curva IS si sia spostata verso
destra. Per mantenere il tasso di interesse “stabile” al livello i0, dovrete spostare la
Gli approfondimenti propongono curva LM verso destra, in LM′e calcolare nuovamente l’offerta di moneta necessa-
ria. Quando la Banca Centrale interviene per fissare il tasso di interesse a un certo
prospettive critiche alla teoria spiegata. livello, in realtà adegua l’offerta di moneta, in modo tale che la curva LM continui
a intersecare la curva IS in corrispondenza del tasso di interesse posto come
obiettivo.
Per lo meno nel breve periodo, le autorità monetarie possono fissare il tasso di
interesse in modo assai efficace senza dover realmente calcolare l’equilibrio
tem IS-LM. Supponete che l’obiettivo della Banca Centrale sia mantenere il tasso di
interesse stabile tra il 5,9% e il 6%: essa sarà pronta ad acquistare qualsiasi quan-
ri è tità di titoli qualora i tassi di interesse siano superiori al 6% (garantendo acquisti
sul mercato aperto in misura illimitata) e, ugualmente, a venderne qualsiasi quan-
22 Capitolo 2 mac
116 Capitolo 4
Riepilogo Riepilogo
• Il prodotto si trova al livello di equilibrio quando la ne della spesa autonoma pari a 1 euro. Maggiore è
• Il prodotto si domanda
trovaaggregata
al livello
della produzione.
di beni èduguale all’ammontare la propensione al consumo, maggiore sarà il molti-
plicatore.
domanda aggregata
• Le componentidi beni
della domandaè aggregata sono la • Gli acquisti di beni e servizi da parte dello Stato e i
spesa prevista per beni di consumo da parte delle fa- trasferimenti pubblici incidono sul livello di equilibrio
della produzione.
miglie, per beni di investimento da parte delle impre- del reddito in modo analogo a un incremento della
se e per acquisti di beni e servizi da parte dello Stato, spesa autonoma per investimenti. Un’imposta propor-
• Le componenti nonché della domand
le esportazioni nette. zionale sul reddito ha gli stessi effetti sul reddito di
• Quando il prodotto si trova al livello di equilibrio, non equilibrio di una riduzione della propensione al con-
spesa previstasi per beni di
hanno variazioni nonconsu
programmate delle scorte e sumo, e quindi riduce il moltiplicatore.
gli acquisti effettuati dai diversi operatori economici • L’avanzo di bilancio è l’eccedenza delle entrate sulle
miglie, per beni di investimento
corrispondono esattamente a quelli programmati. Il uscite dello Stato. Quando le uscite superano le en-
meccanismo di accumulo o di riduzione delle scorte trate fiscali, il bilancio pubblico è in deficit. L’entità
se e per acquisti di beni e serviz
segnala che l’economia non ha raggiunto il livello del dell’avanzo (o disavanzo) di bilancio è legata alle va-
prodotto di equilibrio. riabili della politica fiscale (la spesa pubblica, i tra-
nonché le esportazioni nette.
• Sull’entità della domanda aggregata influisce l’am- sferimenti e le aliquote di imposta).
• Quando il prodotto
montare delsiprodotto
trova (cheal li a quello del red-
equivale
dito), poiché la domanda di beni di consumo dipende
• Sull’avanzo effettivo di bilancio incidono anche va-
riazioni del gettito fiscale e dei trasferimenti dovute
dal livello del reddito. a variazioni del livello di reddito, che si verificano
Problemi Problemi
4.1 Studieremo ora un caso particolare del modello illustrato nei Paragrafi 4.2 e 4.3, dove si era
4.1 Studieremo
ipotizzato un sistema economico privo di settore pubblico. Siano dati la funzione di consu-
Soluzioni dei problemi
mo, C = 100 + 0,8Y, e gli investimenti, I = 50.
ipotizzato
sul sito web dedicato a. Qual un
è il livello di equilibrio del reddito in questo caso?
al volume
mo, C =c. 100
b. A quanto ammonta il risparmio in condizioni di equilibrio?
Soluzioni dei problemi Se, per qualche ragione, la produzione fosse pari a 800, a quanto ammonterebbe l’ac-
cumulo non programmato di scorte?
sul sito web dedicato a. Quald. Se è gliilinvestimenti salissero a 100 (esamineremo i fattori che determinano la componen-
te I nei capitoli seguenti) quale sarebbe l’effetto prodotto sul reddito di equilibrio?
al volume b. A quanto
e. Che valore avrà il moltiplicatore, α, in questo caso?
Rappresentate in un grafico la condizione di equilibrio corrispondente ai punti a. e d.
Se, f.Supponete
c. 4.2 per q che il comportamento in relazione al consumo ipotizzato nel Problema 4.1 si
cumulo
modifichin e che la nuova funzione sia C = 100 + 0,9Y, mentre gli investimenti restano invaria-
ti, ossia I = 50.
d. Se gli inv di equilibrio del reddito è maggiore o minore rispetto a quello individuato al pun-
a. Il livello
to a. del Problema 4.1? Per verificarlo, calcolate il nuovo livello di equilibrio, Y′.
te Ib. nei c ora che gli investimenti salgano a I = 100, com’era stato ipotizzato al punto
Supponete
d. del Problema 4.1. Quale sarà il nuovo reddito di equilibrio?
e. Chec. valo
Questa variazione della spesa per investimenti ha una conseguenza di maggiore o minore
entità sul reddito, Y, rispetto al dato ottenuto nel Problema 4.1? Motivate la vostra risposta.
d. Rappresentate in un diagramma la variazione del reddito di equilibrio che si determina
in questo caso.
4.3 Consideriamo ora il ruolo delle imposte nella determinazione del reddito di equilibrio. Ipotiz-
ziamo un sistema economico analogo a quello illustrato nei Paragrafi 4.4 e 4.5, descritto
dalle seguenti funzioni:
C = 50 + 0,8YD
–
I = 70
–
G = 200
—
TR = 100
t = 0,20
a. Calcolate il livello di equilibrio del reddito e il moltiplicatore.
b. Calcolate l’avanzo di bilancio pubblico, BS.
c. Supponete che l’aliquota di imposta salga a t = 0,25. Quali saranno il nuovo reddito di
equilibrio e il nuovo moltiplicatore?
d. Calcolate la variazione dell’avanzo di bilancio. Se c = 0,9 anziché 0,8, vi aspettereste
che tale variazione sia maggiore o minore?
e. Siete in grado di spiegare il motivo per cui il moltiplicatore è 1 quando t = 1?
4.4 Supponete che l’economia si trovi a operare in condizioni di equilibrio, con Y0 = 1000.
Ipotizzate, adesso, che il governo attui una modifica della politica fiscale che prevede un
aumento pari a 0,05 dell’aliquota di imposta, t, e un incremento pari a 50 della spesa
pubblica. L’avanzo di bilancio pubblico aumenterà oppure diminuirà? Motivate la vostra
risposta.
4.5 Supponete che il Parlamento decida di ridurre i trasferimenti (come quelli della previdenza
sociale) e di aumentare dello stesso importo la spesa pubblica per beni e servizi. In altri ter-
mini, si attua una modifica della politica fiscale tale per cui ΔG = –ΔTR.
01txt.qxp_201-228_C8_DRNB.qxd 21/12/19 10:41 Pagina 1
Parte I
Introduzione
e contabilità nazionale
01txt.qxp_201-228_C8_DRNB.qxd 21/12/19 10:41 Pagina 2
01txt.qxp_201-228_C8_DRNB.qxd 21/12/19 10:41 Pagina 3
Capitolo 1
Introduzione
Obiettivi di apprendimento
• Questo capitolo introduttivo presenta i capacità produttiva del sistema è per ipo-
principali concetti di base della macroe- tesi data anche nel medio periodo. Se la
conomia, come quelli di sistema economi- domanda aggregata eccede la capacità
co, prodotto reale, domanda aggregata, produttiva, aumentano i prezzi e i salari
indice dei prezzi, tasso di crescita, infla- nominali, ossia si ha inflazione.
zione e disoccupazione. • L’inflazione, ovvero il processo di aumen-
• Lo studio della macroeconomia può esse- to dei prezzi, tende però a manifestarsi
re suddiviso in tre modelli con orizzonti ancor prima che venga raggiunta la pie-
temporali diversi: il breve periodo, il medio na occupazione. La coesistenza tra infla-
periodo e il lungo periodo. zione e disoccupazione è uno dei proble-
• Nel breve periodo la capacità produttiva mi più controversi della macroeconomia:
del sistema economico è per ipotesi data a tale problema sarà dedicata una parti-
e il livello dei prezzi può essere considera- colare attenzione nell’ambito del presen-
to fisso. Le quantità di beni effettivamente te volume.
prodotte dipendono pertanto dalla do- • Nel lungo periodo la capacità produttiva
manda aggregata. può variare. La teoria della crescita si pro-
• Nel medio periodo i prezzi e i salari sono pone appunto di spiegare i fattori che ne
flessibili e pertanto le fluttuazioni della determinano l’aumento. Nel modello di
domanda aggregata tendono a influenza- lungo periodo si trascura invece il proble-
re i prezzi, oltre che le quantità. Il prodot- ma delle fluttuazioni della domanda. Si
to aggregato reale tende quindi a gravi- può infatti ritenere che le fasi di espansio-
tare attorno al suo livello potenziale. La ne si compensino con quelle di recessione.
L’economia mondiale è caratterizzata da profondi divari tra i livelli di sviluppo dei Pae-
si. Che cosa si intende per “livello di sviluppo” e come si misura? Per quale motivo alcu-
ni Paesi diventano “ricchi” e altri restano “poveri”? E perché in uno stesso Paese si
alternano fasi di espansione ad altre di rallentamento della crescita o di recessione?
Queste domande riguardano il cosiddetto lungo periodo, ovvero le tendenze di fon-
do del sistema economico nell’arco di decenni. Ma esistono anche problemi rilevanti
di breve periodo: nel corso dei mesi e degli anni si possono infatti verificare fluttuazio-
ni della domanda aggregata che determinano situazioni di eccessiva pressione sul- Domanda aggregata
l’offerta potenziale, alternate a situazioni di parziale inutilizzo dei fattori produttivi. Somma dei valori di tutti
i beni finali acquistati in
Nel primo caso si avrà una spinta all’aumento dei prezzi, ossia all’inflazione, nel secon- un sistema economico.
do caso si avrà invece disoccupazione della forza lavoro. Se la disoccupazione permane
è possibile che nel medio periodo si creino le condizioni per una caduta delle retribu-
01txt.qxp_201-228_C8_DRNB.qxd 21/12/19 10:41 Pagina 4
4 Capitolo 1
zioni e quindi dei prezzi (deflazione), anche se le resistenze al riguardo sono partico-
larmente forti. Da che cosa dipendono le fluttuazioni della domanda e quindi l’infla-
zione e la disoccupazione? Come si spiega la coesistenza che spesso si osserva tra que-
sti ultimi due fenomeni?
La macroeconomia si propone non soltanto di rispondere a queste domande, ma
anche di fornire suggerimenti per migliorare il funzionamento del sistema economico.
Non si limita quindi all’analisi dei problemi, ma estende il proprio campo di indagine
alla politica economica.
Nel prossimo paragrafo ci soffermeremo sui rapporti tra macroeconomia e microe-
conomia, in quello successivo approfondiremo i concetti di sistema economico, pro-
dotto a prezzi costanti e indice dei prezzi.
Introduzione 5
re beni di consumo. Per semplicità d’ora in avanti useremo il termine beni in senso
lato in modo da includere anche i servizi.
Fatte queste premesse, supponiamo che tra un anno e l’altro le quantità prodotte e
vendute di alcuni beni aumentino, di altri diminuiscano e di altri ancora rimangano
costanti. Supponiamo inoltre che anche i prezzi varino in direzioni diverse. Lo studio-
so di microeconomia cercherà di spiegare le cause delle variazioni dei prezzi e delle
quantità prodotte e vendute nei vari mercati. Si chiederà se c’è stato un cambiamento
dei gusti dei consumatori e quindi della domanda dei vari beni o se sono invece mutati
i costi di produzione e la tecnologia e quindi le condizioni dell’offerta. Dal punto di
vista della macroeconomia, l’aspetto che invece conta di più è la variazione del pro-
dotto aggregato nel suo complesso.
Il primo dato da verificare è quindi se la variabile Z sia aumentata, diminuita o rima-
sta costante. I suoi mutamenti interni non sono invece rilevanti. Un paragone può chiari-
re questo punto: la vita di una foresta (il sistema macroeconomico) è una realtà ben diver-
sa da quella dei singoli alberi (le unità microeconomiche) che la compongono.
Il secondo aspetto da accertare, sempre dal punto di vista macroeconomico, è se l’e-
ventuale variazione del prodotto aggregato sia dovuta al movimento delle quantità o a
quello dei prezzi. O meglio, occorre stimare quale parte della variazione sia dovuta alla
prima causa e quale alla seconda. C’è infatti una differenza fondamentale tra le due cau-
se: l’aumento delle quantità prodotte comporta, infatti, di norma un maggior benessere
per la popolazione, mentre un aumento dei prezzi produce soltanto un “gonfiamento”
(è questo il significato del termine “inflazione”) del prodotto aggregato, senza alcun
effetto sul benessere. Nel prossimo paragrafo prenderemo in esame la tecnica utilizzata
dagli istituti centrali di statistica per separare l’“effetto quantità” dall’“effetto prezzi”.
Si noterà che il secondo suffisso delle variabili sul lato destro dell’Equazione [2] è diventa-
to 1, invece di 0, in quanto si riferisce ora al periodo 1. Indichiamo poi con ΔZ = Z1 – Z0 la
variazione assoluta di Z tra i due periodi: come abbiamo osservato in precedenza, tale
variazione può essere dovuta sia al mutamento dei prezzi sia a quello delle quantità.
Esiste tuttavia un modo semplice per distinguere l’effetto delle due componen-
ti: basta ricalcolare il prodotto aggregato del periodo 1 moltiplicando le nuove
quantità non per i prezzi correnti, ma per i prezzi del periodo precedente.
Così facendo si ottiene un nuovo aggregato che non è influenzato dalla variazione dei
prezzi, ossia:
Nell’Equazione [3], come si può notare, il secondo suffisso delle Q è 1, come nel-
l’Equazione [2], mentre quello delle P è 0, come nell’Equazione [1], a conferma che le
quantità del periodo corrente sono moltiplicate per i prezzi dell’anno base.
01txt.qxp_201-228_C8_DRNB.qxd 21/12/19 10:41 Pagina 6
6 Capitolo 1
APPLICAZIONE 1.1
Crescita economica e inflazione: un esempio numerico
La procedura da seguire per il calcolo del tasso di crescita del prodotto reale e del tasso d’inflazione
può essere illustrata dal seguente esempio. Si consideri un’economia nella quale si producono soltan-
to due beni finali: A e B. Le quantità prodotte e i prezzi di vendita dei due beni nell’anno 0 e nell’anno
1 sono indicati dalla seguente tabella:
Anno 0 Anno 1
Calcoliamo ora il prodotto aggregato nominale e il prodotto reale nei due anni.
Per l’anno 0 si avrà: Z0 = Y0 = 40 × 10 + 50 × 12 = 400 + 600 = € 1000 (prodotto nominale e reale).
Per l’anno 1: Z1 = 42 × 11 + 55 × 15 = 462 + 825 = € 1287 (prodotto nominale)
Y1 = 42 × 10 + 55 × 12 = 420 + 660 = € 1080 (prodotto reale).
Dai tre valori Z0, Z1 e Y1 si possono poi ottenere i seguenti tassi di variazione:
ΔZ/Z0 = (1287 – 1000)/1000 = 28,7% (variazione percentuale del prodotto nominale)
ΔY/Y0 = (1080 – 1000)/1000 = 8% (tasso di crescita del prodotto reale)
ΔP/P0 = (1287 – 1080)/1080 = 1,1917 – 1 = 19,17% (tasso d’inflazione).
Inoltre:
Z1/Y1 = 1287/1080 = 1,1917 (indice implicito dei prezzi o deflatore del prodotto aggregato).
01txt.qxp_201-228_C8_DRNB.qxd 21/12/19 10:41 Pagina 7
Introduzione 7
APPROFONDIMENTO 1.1
Nella contabilità nazionale si usa di frequente l’acronimo PIL per indicare il pro-
dotto interno lordo, dove l’aggettivo “lordo” si riferisce al fatto che nel corso del
processo produttivo il capitale fisso subisce un’usura fisica e un invecchiamento
tecnologico, definito obsolescenza. Di conseguenza una quota del prodotto, deno-
minata ammortamento, deve essere destinata al ripristino della capacità produt-
tiva del capitale. Se dal PIL si detrae l’ammortamento, si ottiene il prodotto inter-
no netto (PIN).
Tabella 1.1a
1820 1870 1913 1950 1973 2001 2016
Prodotto pro capite (in
dollari a prezzi del 2011)
Stati Uniti 2080 3736 8101 15241 26603 45878 53015
Per alcuni Paesi, come
Canada 1545 2894 7026 12022 21896 36884 42969 l’Italia e l’URSS, i dati rife-
Australia 679 4292 8380 13542 21370 36266 44783 riti a periodi in cui il Paese
non esisteva riguardano
Giappone 985 1852 2519 15453 33086 36452 i territori attuali dei Paesi
Germania 2362 5587 5536 18498 34560 46841 stessi.
Corea del Sud 477 480 690 1122 3989 23412 36151 (Fonte: Maddison Project
Italia 1473 1503 2728 3698 14271 34002 34989 Database, version 2018.
Bolt J., Inklaar R., de Jong
Federazione Russa 15504 8892 23064 H. E. van Zanden J.L.,
Ex URSS 2825 5676 14893 "Rebasing 'Maddison': new
income comparisons and
Cina 741 751 881 757 1372 4400 12320 the shape of long-run eco-
Brasile 600 751 724 1549 4291 8188 13479 nomic development", ggdc
Research Memorandum,
Egitto 917 1146 1605 1983 2218 5485 11430 2018.)
India 878 1340 1417 1301 2086 5961
Ghana 908 1616 2322 2392 2145 3753
Bangladesh 1111 1019 1384 3250
01txt.qxp_201-228_C8_DRNB.qxd 21/12/19 10:41 Pagina 8
8 Capitolo 1
Tabella 1.1b
1820 1870 1913 1950 1973 2001 2016
Prodotto pro capite
(valori percentuali, Stati
Stati Uniti 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00
Uniti = 100)
Per alcuni Paesi, come Canada 74,28 77,46 86,73 78,88 82,31 80,40 81,05
l’Italia e l’URSS, i dati Australia 32,64 114,88 103,44 88,85 80,33 79,05 84,47
riferiti a periodi in cui il
Paese non esisteva riguar- Giappone 26,37 22,86 16,53 58,09 72,12 68,76
dano i territori attuali dei Germania 63,22 68,97 36,32 69,53 75,33 88,35
Paesi stessi.
Corea del Sud 22,93 12,85 8,52 7,36 14,99 51,03 68,19
(Fonte: si veda la tabella Italia 70,82 40,23 33,67 24,26 53,64 74,11 66,00
precedente.)
Federazione Russa 58,28 19,38 43,50
Ex URSS 34,87 37,24 55,98
Cina 35,63 20,10 10,88 4,97 5,16 9,59 23,24
Brasile 28,85 20,10 8,94 10,16 16,13 17,85 25,42
Egitto 44,09 30,67 19,81 13,01 8,34 11,96 21,56
India 23,50 16,54 9,30 4,89 4,55 11,24
Ghana 24,30 19,95 15,24 8,99 4,68 7,08
Bangladesh 7,29 3,83 3,02 6,13
quello del Bangladesh, il Paese più povero del gruppo. Se invece si leggono i dati delle
due tabelle lungo le righe, si può osservare l’andamento nel tempo, in termini assoluti
e relativi, del prodotto pro capite di ogni Paese. Per esempio, l’Italia nel XIX secolo e
nella prima metà del XX secolo ha avuto una crescita relativamente modesta e di gran
lunga inferiore a quella degli Stati Uniti; ha invece fatto registrare un notevole balzo in
avanti, assoluto e relativo, nella seconda parte del XX secolo, tale slancio però si è per-
so a partire dagli ultimi anni del XX secolo e da allora è uno dei Paesi con minor cre-
scita in Europa.
Avremo in seguito molte occasioni per approfondire l’argomento, soprattutto nei
Capitoli 3, 16 e 17. Per ora ci limitiamo a prendere atto che il quadro dello sviluppo
economico mondiale appare estremamente variegato, sia nella sua dimensione geo-
grafica sia in quella temporale.
Introduzione 9
Paese (sia dalle imprese che hanno lì la loro residenza sia da quelle che risiedono in
altri Paesi). Si usa invece il termine prodotto nazionale per indicare la produzione
effettuata sia all’interno sia nel resto del mondo dalle imprese che hanno la residen-
za in un determinato Paese. Si noti che in questo caso l’aggettivo “nazionale” è usato
in modo improprio, dato che in realtà si riferisce al semplice requisito della residen-
za. È evidente che se un Paese non ha rapporti con l’estero (economia chiusa) il pro-
dotto interno coinciderà con il prodotto nazionale. Il primo aggregato sarà invece
maggiore (minore) del secondo se il valore della produzione delle imprese estere
operanti nel Paese è superiore (inferiore) a quello delle imprese nazionali operanti
all’estero.
10 Capitolo 1
zi. La flessibilità dei prezzi e dei tassi di profitto consente, infatti, al sistema di richia-
mare le risorse produttive laddove le variazioni della domanda segnalano le preferen-
ze e le scelte della collettività.
Il perseguimento di tali obiettivi è tuttavia sottoposto a tre vincoli principali: (1) la sta-
bilità dei prezzi; (2) l’equilibrio del bilancio della Pubblica Amministrazione; (3) il
pareggio tendenziale della bilancia dei pagamenti, ossia del conto che in ciascun Paese
registra i movimenti di merci, servizi, trasferimenti e capitali da e verso il resto del
mondo. Questi tre vincoli possono essere sintetizzati con l’espressione stabilità mone-
taria, interna ed esterna.
La politica economica nei diversi Paesi persegue naturalmente numerosi altri
obiettivi ed è soggetta ad altri vincoli. Possiamo per esempio menzionare l’obiettivo
di un’equa distribuzione del reddito e quindi il problema della politica sociale, ossia
dell’intervento dello Stato in difesa dei soggetti deboli della società, i quali, in caso
di semplice applicazione delle regole meritocratiche del mercato, verrebbero inevi-
tabilmente lasciati a se stessi. Un altro importante obiettivo è quello della tutela
dell’ambiente naturale. Si tratta di problemi di grande importanza che, tuttavia, non
potranno essere presi in considerazione, se non marginalmente, in questo corso.
Introduzione 11
Ciclo economico
Si definisce ciclo economico l’alternarsi di fasi di espansione (ripresa) Alternarsi di fasi di espan-
e di contrazione (recessione) del prodotto reale rispetto alla sua tendenza sione e di contrazione
dell’economia.
di crescita (trend) di lungo periodo.
Trend
Andamento assunto dal
prodotto potenziale nel
In prossimità del punto massimo (o picco) di un ciclo la domanda di beni è particolar- tempo.
mente elevata rispetto all’offerta potenziale e di conseguenza stimola l’inflazione,
mentre in prossimità del punto minimo (o punto di sella) la domanda è bassa e genera
disoccupazione.
L’andamento del ciclo economico è stilizzato nella Figura 1.1, nella quale la linea
più chiara rappresenta il trend del PIL (Prodotto Interno Lordo) reale, ossia l’anda-
mento che esso assumerebbe se i fattori produttivi fossero pienamente impiegati. Nel
corso del tempo il PIL varia. Innanzitutto, perché aumenta la disponibilità di risorse:
le imprese acquistano macchinari e costruiscono nuovi impianti, si scoprono nuovi
giacimenti minerari; si accresce il patrimonio di conoscenze, in seguito all’invenzione
di nuovi prodotti e alla messa a punto di nuovi metodi di produzione. Grazie alla mag-
giore disponibilità di risorse, il sistema economico può produrre più beni e servizi, di
conseguenza in molti Paesi del mondo il trend del PIL è crescente.
La produzione, tuttavia, non si trova sempre al livello del trend, vale a dire al livel-
lo corrispondente al pieno impiego (in senso economico) dei fattori produttivi. Al con-
trario, essa oscilla intorno al trend. Durante i periodi di espansione (o ripresa) il livello
di impiego dei fattori produttivi cresce e ciò fa sì che la produzione aumenti. Il prodot-
to interno può superare il livello di trend, perché si fa ricorso al lavoro straordinario e
gli impianti vengono utilizzati al massimo. Viceversa, durante i periodi di recessione la
Figura 1.1
Ciclo economico
Massimo
Trend
Massimo
sa
Prodotto
Massimo
Ripre
Massimo
sa
Rece
Rec
Ripre
sa
e
Rece
ssion
ssio
Ripre
n
ssion
Minimo Minimo
e
Minimo
Tempo
01txt.qxp_201-228_C8_DRNB.qxd 21/12/19 10:41 Pagina 12
12 Capitolo 1
La Figura 1.2 mostra l’andamento del prodotto effettivo e di quello potenziale negli
Stati Uniti nel periodo 1960-2015 (le aree ombreggiate rappresentano le fasi di reces-
sione).
Come si può vedere dalla figura, il gap di produzione aumenta nei periodi di reces-
sione. Una quantità crescente di risorse rimane inutilizzata e la produzione effettiva
scende al di sotto di quella potenziale. Al contrario, nei periodi di espansione, e in
modo particolare durante il lungo boom degli anni Novanta, il gap di produzione si
riduce fino a diventare addirittura negativo. Un gap negativo implica che nel sistema
economico esiste sovraoccupazione, si sta facendo ricorso agli straordinari e il tasso di
utilizzazione degli impianti è superiore alla norma. Vale la pena di osservare che tal-
volta il gap di produzione è molto consistente; per esempio, negli Stati Uniti, nella gra-
ve recessione del 2009 era pari al 7,5% del prodotto potenziale. La Figura 1.3, dove
sono rappresentati i tassi di variazione percentuale annua del Prodotto Interno Lordo
delle principali aree del mondo (Paesi avanzati e Paesi emergenti), oltre che dell’Italia,
mette in evidenza che la crisi del 2008-09 ha colpito tutto il mondo, anche se in misura
inferiore i Paesi emergenti. La crisi ha colpito in modo particolarmente duro l’Italia,
dove, come mostra anche la Figura 1.4, si è verificato un nuovo episodio recessivo nel
biennio 2012-2013.
Figura 1.2
Prodotto effettivo e
prodotto potenziale 18 000
negli Stati Uniti, 1960-
16 000
2015
Miliardi di dollari (2009)
10 000
(Fonte: Congressional
Budget Office, CBO’s 8000
Projection of Potential
6000
Output and Federal Actual GDP
Reserve Economic 4000
Data, 2012.)
2000
1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 2015
01txt.qxp_201-228_C8_DRNB.qxd 21/12/19 10:41 Pagina 13
Introduzione 13
Figura 1.3
Tasso di crescita del
10 Prodotto Interno Lor-
8 Italia do, 1980-2018 nel mon-
do e in Italia
6 Mondo
-2
-4
-6
1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 2015 2018
Figura 1.4
Italia: PIL a prezzi del
1800 2010, 1990-2018
(Fonte: ISTAT.)
1700
1600
1500
1400
1300
1200
2004
2000
2006
2008
2002
2014
2010
1994
2016
1990
2018
2012
1996
1998
1992
01txt.qxp_201-228_C8_DRNB.qxd 21/12/19 10:41 Pagina 14
14 Capitolo 1
Figura 1.5
Tasso d’inflazione dei
prezzi al consumo negli 15
Stati Uniti, 1960-2016
(Fonte: www.economa- 0
gic.com.)
–3
1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010
L’inflazione, vale a dire il tasso di variazione dei prezzi, così come la disoccupazione, è
considerata uno dei principali problemi macroeconomici. Tuttavia i costi dell’inflazione
sono molto meno evidenti di quelli della disoccupazione. Quando nel sistema economi-
co non c’è piena occupazione, si crea disagio sociale e una parte di prodotto potenziale
va sprecata: è chiaro, quindi, il motivo per cui sia opportuno ridurre il più possibile la
disoccupazione. In caso di inflazione, invece, non si ha una perdita di prodotto interno
altrettanto evidente. C’è, tuttavia, chi sostiene che l’inflazione renda meno efficiente il
sistema dei prezzi; sia questa o meno la ragione, i responsabili della politica economica
talvolta sono disposti ad accettare un aumento della disoccupazione pur di ridurre l’in-
flazione. Su questi problemi torneremo ampiamente nei Capitoli 3 e 9.
Introduzione 15
Per ora prendiamo atto delle conclusioni a cui porta il modello: il prodotto e l’occupa-
zione dipendono dalla domanda aggregata e, se quest’ultima è inferiore al prodotto di
piena occupazione o prodotto potenziale, si verificherà una situazione di recessione
come quelle rappresentate in modo stilizzato nella Figura 1.1 e, con riferimenti con-
creti, nelle Figure 1.2, 1.3 e 1.4.
Il motivo per cui nel breve periodo consideriamo fisso il prodotto potenziale è che,
per aumentare la capacità produttiva del capitale, è necessario prima progettare e poi
realizzare gli investimenti, e ciò richiede tempo. La capacità produttiva nel breve
periodo non può quindi adeguarsi alle variazioni della domanda. Un ragionamento
analogo si può fare anche per la forza lavoro, che nel breve periodo può essere consi-
derata una percentuale data della popolazione in età di lavoro, e per la tecnologia.
APPROFONDIMENTO 1.2
1.D. The copyright laws of the place where you are located also
govern what you can do with this work. Copyright laws in most
countries are in a constant state of change. If you are outside the
United States, check the laws of your country in addition to the terms
of this agreement before downloading, copying, displaying,
performing, distributing or creating derivative works based on this
work or any other Project Gutenberg™ work. The Foundation makes
no representations concerning the copyright status of any work in
any country other than the United States.
• You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from
the use of Project Gutenberg™ works calculated using the
method you already use to calculate your applicable taxes. The
fee is owed to the owner of the Project Gutenberg™ trademark,
but he has agreed to donate royalties under this paragraph to
the Project Gutenberg Literary Archive Foundation. Royalty
payments must be paid within 60 days following each date on
which you prepare (or are legally required to prepare) your
periodic tax returns. Royalty payments should be clearly marked
as such and sent to the Project Gutenberg Literary Archive
Foundation at the address specified in Section 4, “Information
about donations to the Project Gutenberg Literary Archive
Foundation.”
• You comply with all other terms of this agreement for free
distribution of Project Gutenberg™ works.
1.F.
1.F.4. Except for the limited right of replacement or refund set forth in
paragraph 1.F.3, this work is provided to you ‘AS-IS’, WITH NO
OTHER WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED,
INCLUDING BUT NOT LIMITED TO WARRANTIES OF
MERCHANTABILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE.
Please check the Project Gutenberg web pages for current donation
methods and addresses. Donations are accepted in a number of
other ways including checks, online payments and credit card
donations. To donate, please visit: www.gutenberg.org/donate.
Most people start at our website which has the main PG search
facility: www.gutenberg.org.