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A questo scopo scelgo il metodo delle maggiori di&- La risposta dovrebbe richiedere un'indagine molto
renze. Questo metodo probabilmente è ben poco storico, , profonda e ampiamente articolata - se non altro perché
sebbene mi sembri che anche la storiografia a volte fa- ! da qui emergono subito le più varie questioni della vita
rebbe bene a servirsene, perché in questo modo potrebbe religiosa riguardo alla sua metafisica, psicologia, socio-
cogliere alcune cose molto meglio e in modo più corretto. l logia e così via. A tali argomenti non posso naturalmen-
Invece, per lo più, essa è solita basarsi sull'aspetto oppo- te pensare in questa sede. Quindi mi permetta di farlo
sto nella realtj ossia sul fatto che la vita proceda mutando l come quando, a casa, si prova a chiarire su un foglio
continuamente, cosa che mi pare espressa con il terrMne di carta una questione complicata: si delineano estremi
"sviluppo". In tal senso molte piccole transizioni portano i punti di riferimento, si evidenziano contrasti nel modo
da una forma all'altra così da suggerire l'impressione di più approssimativo possibile e si persegue fino in fondo '
un procedere complessivamente unitario — impressione , il particolare. Ciò che risulta poi contiene dappertutto
che viene poi ovviamente annullata nei tempi di svolùì errori, ma chiarisce la prospettiva.
essendo rimossa da quella di una rottura. Tuttavia sup- Vogliamo chiamare immagini di culto il Cristo di
pongo che i fenomeni che qui interessano non possano Monreale, la Madonna di Torcello, i Santi di Sant'A-
essere dedotti l'uno dall'altro; in questo modo riuscirò pollinare e tutto il resto che c'è dello stesso genere nei
a coglierli meglio cercando non i momenti di passaggio, mosaici, vetrate, sculture, dipinti. Il Cristo di Michelan-
bensì i punti apicali e quindi confrontando culmine con i gelo, invece, la Madonna di Tiziano, le figure di Raf-
culmine. Più questi saranno distanziati, tanto più chiara- I faello e Diirer e tutto ciò che sia loro affine immagini
mente emergerà la loro identità. devozionali. La seconda locuzione non è purtroppo buo-
Il Cristo di Monreale e quello che appare in modo al- na poiché rispetto all'elevata qualifica dell'altra implica
trettanto potente sulla parete della Cappella Sistina come un tono leggermente svalutativo — ma non trovo di me-
giudice nel giudizio universale stanno sulla stessa linea? glio... Come si differenziano fra loro i due gruppi?
Esiste una continuità fra la Vdgine di Toreetlo e I'As- Uno storico direbbe probabilmente che l'immagine di
sunta di Tiziano? Le figure sui montanti in Sant'ApoIli- culto presuppone uno stadio culturale antico. In esso la
nare in Classe presso Ravenna sono della stessa natura vita interiore è ancora vincolata e la coscienza collettiva
di quelli della Disputa di Raffaello o della pala d'Ognis- è più forte della coscienza individuale. Il mondo non sa-
santi di Albrecht Dùrer? A distinguere i due gruppi sono rebbe ancora sottomesso all'uomo e quindi conterrebbe
soltanto differenze nel progresso dei tempi, nell'evolu- in sé molto di spaventoso. L'individuo non sarebbe sicu-
zione della civiltà, nel mutamento del sentire, oppure si ro di se stesso e dunque non potrebbe ancora concedersi
esprime in loro - pur nella comunanza di fede cristiana libero movimento individuale. Perciò avrebbe bisogno
— qualcosa di essenzialmente diverso? di implorare potenze superiori e forme protettive, ecc.
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Questa situazione generale troverebbe la sua espressione
, I " spmibile a Colui che è lì affinché, se vuole, possa parla-
religiosa nell'immagine di culto. Nella misura in cui essa re attraverso di essa. Si rende organo della oikonomia di
si dissolverebbe lasciando più libera la vita, nella misura salvezza. L'immagine di culto è così fatta e si comporta
in cui il passo s'irrobustirebbe e crescerebbe il senso del in modo corrispondente.
proprio potere rendendo l'uomo più contento della sua L'immagine devozionale procede dalla vita inte-
vita e della sua opera, cambierebbe anche il carattere del riore dell'individuo credente - dell'artista e del,com-
sentimento religioso e si esprimerebbe in quello che ab- mittente, che a loro volta rappresentano l'individuo
biamo chiamato l'immagine devozionale... Così direbbe in generale. Parte dalla vita interiore della comunità
probabilmente lo storico e avrebbe senza dubbio ragione credente, dai popolo,, dal tempo con le sue correnti e
per molti aspetti. Tuttavia saremmo tornati alle transizio- niovimenti. Dall'esperienza fatta dall'uomo nella fede
ni, mentre volevamo partire dal centro dei fenomeni. Pro- e, mediante la fede, nella vita. Essa pure riguarda Dio
viamo dunque a procedere nel modo seguente. e il suo dominio, ma come contenuto della devozione
L'immagine di culto parte non dal vissuto umano, umana. Così, mentre l'immagine di culto sembra di-
bensì dall'essere oggettivo di Dio e dal suo agire — e con retta verso la trascendenza, più precisamente, sembra
questo intendo non una procedura reale o addirittura con- derivare dalla trascendenza, l'immagine devozionale
sapevolmente intenzionale dell'artista, bensì il senso ger- emerge dall'immanenza, dall'interiorità.
minale del processo. È Dio. Egli è in senso proprio. Sì, Siamo abituati a equiparare la religiosità all'inte-
egli unicamente "è", pOiché la parola "essere" non può riorità; finché facciamo così, non possiamo combinare
essere usata nello stesso senso per Lui e per la creatura. Il . nulla con l'autentica immagine di culto; infatti essa non
mondo è opera sua. ha "interiorità". Più esattamente nessuna interiorità: né
In esso domina secondo la sua volontà; dirige i mo- umana, né psicologica. Se si volesse per forza parlare di
vimenti delle cose; guida la storia dell'umanità. Questo interiorità, allora si dovrebbe osare di dire che nell'im-
dominio divino si condensa nell'opera della sua grazia. magine di culto diventa percepibile quella divina, il
Egli non soltanto pervade il mondo, bensì ci entra. Egli campo dell'estasi, la sfera del "cielo" — se ricordo bene,
non solo opera in esso, bensì agisce. Questo avviene at- ' anche i vecchi maestri delle icone in realtà insegnano
traverso le sue parole e te sue "imprese"; ultimamente e questo. A ciò si collega anche"il fatto che l'immagine di
definitivamente attràverso la sua incarnazione in Cristo. culto non abbia "psicologia" nel senso usuale della pa-
Cristo fonda l'istituzione salvifica della Chiesa e, una rola: essa possiede realtà, essenzialità, potere. Qui non
volta risorto, la conduce attraverso la storia governan- c'è nulla da analizzare e da "capire", ma si annuncia
dola nello Spirito. Da questa realtà e da questo dominio qualcosa che domina e se l'uomo la percepisce corretta-
salvifico di Dio parte l'immagine di culto. Si rende di- mente, ammutolisce, contempla, adora.
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Certamente non esistono immagini di culto e im-
magini devozionali che siano esattamaìte così confi-
T una forma peculiare di percezione della presenza, non
derivabile da altre: quella attraverso l'immagine sacra.
gurate come è detto qui. Nella realtà non esistono tipi
Essa viene colta mediante un atto speciale: l'avvedersi
puri. Quindi lo storico penserà con vivo sgomento alle
della presenza divina nell'immagine — o almeno della
etichette abborracciate nella comprensione storica, con-
possibilità di questa presenza; la sua aspettativa, il suo
seguenti a tali contrapposizioni. Tuttavia mi rassicuro
presentimento. A questo risponde un atteggiamento spe-
al pensiero che Lei, egregio dottore, sia un vero storico:
ciak: riverenza, sgomento, adorazione, timore e, nello
dunque qualcuno che si preoccupa soltanto della verità
stesso tempo, desiderio anelante.
e che l'abbraccia ovunque la trova. Quindi userà forse
L'immagine devozionale non è tanto concepita per
questi concetti come strumenti utili... Lo stesso sarebbe
esprimere la realtà sacra stessa, quanto piuttosto la real-
da notare anche dal punto di vista della filosofia del-
tà sperimentata. In essa entra in gioco l'esperienza in
la religione e da quello teologico. Lì non mi augure-
quanto tale: tanto che tende ad essere preponderante
rei come lettore un dogmatico che commisuri tutto con
rispetto all'oggetto dell'esperienza. Di conseguenza, la
esattezza, ma uno che veda il tentativo e porti avanti la
persona pia, per quanto potente, per quanto profonda,
questione. Questo sia dunque detto una volta per tutte.
per quanto intima possa essere l'immagine devozionale,
Il significato dell'immagine di culto è che Dio si fa
si sente davanti ad essa e con essa nell'ambito umano.
presente. È difficile determinare in modo più preciso
Chi parla lì è l'uomo. Certamente l'uomo credente, ab-
questa "presenza". Il credente naturalmente, riferendo-
bracciato da Dio e a lui votato, ma comunque l'uomo...
si all'immagine, non dirà: "questo è Cristo". Se, tutta-
Dinanzi all'autentica immagine di culto non ci si chie-
via, è un'autentica immagine di culto ed egli è capace
de: perché l'artista ha questi sentimenti? Quale spirito
di vederla in modo giusto, non dirà neppure semplice-
dell'epoca e quale temperie si esprimono in quell'im-
mente: "questo rappresenta Cristo". Quello che intende magine? L'impressione è di tipo sovra-storico. Sem-
è un terzo concetto, qualcos'altro. Nel suo sentire, l'età
bra emergere qualcosa di assoluto ed eterno. Non ci si
moderna, di fronte a tali affermazioni, suole parlare di
chiede: chi l'ha fatto? Come si è messo all'opera e con
"reificazione" della religione, di magia e teurgia e, in
quale risultato? La mano umatja passa in secondo piano.
contrapposizione ad esse, sostiene di avere una visione Domina la presenza sacra. Invece dinanzi all'immagine
"spirituale". In realtà non ha acquisito un atteggiamen- devozionale si sente la personalità di un uomo determi-
to più elevato, ma ha perso un organo - l'organo ap- nato. Ciò che scuote e travolge è la forza dell'esperienza
punto per questa cosa particolare. espressa nell'immagine e la grandezza dell'opera; così
Si potrebbe chiamarlo l'organo del mistero o del li- l'uomo sta di fronte all'uomo in reciproco accordo. Psi-
turgico, oppure, più in generale, del simbolo. Si tratta di cologia e storia sono legittime. E parimenti l'estetica, la
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comprensione e la competenza, perché qui entra nella tazione e sviluppo della sacra dottrina. È sorella della
nostra consapevolezza l'opera in quanto tale. Su un'au- teologia e, da questo punto di vista, un'immagine può
tentica immagine di culto colui che sente in modo puro
non applicherà facilmente il concetto di "opera d'arte", , gùito si dunque
essere afferma un'eresia
il sacramento,
oggettiva.
l'opusNell'immagine
operatum della di
o almeno definirà più precisamente tale concetto con grazia. Il credente le si accosta come a un sacro potere
parole e sfumature. Chi crea un'immagine di culto non - che naturalmente non si mette, come Io esprime ij sog-
è un "artista" nel nostro senso. Non "crea", se prendia- gettivismo moderno, "tra lui e Dio.", perché è proprio
mo la parola nella sua solita accezione, bensì è al sei'- il potere di Dio stesso del quale si tratta; e non spegne
vizio. Gli viene mostrato, riceve istruzione e compito, neanche la personalità dell'essere umano, perché esso si
Rende dunque l'immagine come deve essere, in modo rivolge proprio alla persona, pur avendo la struttura di
che sia visibile la sacra presenza. Nell'immagine devo- un'iniziativa che poggia, invoca e opera in sé.
zionale l'uomo ha tutt'altra iniziativa. Vi sono coinvolti Completamente diversa è l'immagine devozionale. È
in tutt'altro modo la sua inventiva personale e la sua legata alla vita cristiana personale. In essa si affermano il
forza plasmatrice. Non vuole preparare il luogo in cui pensiero della fede, la lotta interiore e la ricerca, i compiti
rappresentare la presenza, bensì esporre ciò che model- e la tribolazione dell'esistenza. Si inserisce nell'insegna-
la la sua fantasia: esprimere ciò che sente il suo cuore mento e trasmette ammaestramento. Appartiene alla cura
- appunto "creare un'opera d'arte". A ciò corrisponde pastorale, porta edificazione e conforto. Serve all'edu-
l'atteggiamento dell'osservatore: ammira l'immagine, cazione religiosa; presenta immagini valide di umanità
la comprende, la onora, la inserisce propriamente nel credente; influenza e plasma la vita sènsitiva.
contesto della creatività umana. L'immagine di culto possiede autorità. È kérygma.
L'immagine di culto contiene qualcosa di incondi- Proclama che Dio è. Comanda che l'uomo adori. Opera:
zionato. È legata al dogma, al sacramento, alla realtà ascolto, sgomento, liberazione e, in ultima istanza, mira-
oggettiva della Chiesa. Si potrebbe capire se l'artista, colo. Eleva l'uomo dal proprio spazio in un'altra dimen-
che vuole creare immagini di culto, ha bisogno di un sione, al di sopra di lui: in un ordine pieno di potere. In
ordo, di un incarico da parte della Chiesa (Le è forse esso qualcosa gli succede: viene purificato, ordinato, rin-
noto il racconto L 'angelo sigillato di Nikojaj Leskov? novato, trasformato. Poi, di nuovo, viene rilasciato nella
Non conosco niente che possa aiutare meglio di questo sua esistenza quotidiana; riceve però qualcosa: il coman-
magistrale racconto a comprendere l'icona — ed essa è do e la forza. Anche qui l'epoca moderna parla di falsa
davvero un'immagine di culto). Nell'immagine di culto immediatezza, reificazione, magia. Ancora una volta, la
si afferma il dogma,, la verità oggettiva, che viene non risposta è che non si elimina un elemento dell'esistenza
dall'"esperienza", bensì dalla presentazione, interpre- credente elencando le sue degenerazioni. In verità, c'è
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questo elemento nell'esistenza cristiana e si tratta soltan- il divino discende e l'umano ascénde. Dinanzi a lei sono
to di esaminare dove si trova il suo significato e come si possibili familiarità e partecipazione. Invita a entrare e
può delineare e classificare correttamente. a trasferirsi nella sua vita. L'interiorità dell'uomo si af-
L'immagine devozionale non ha autorità, ma soltàn- ferma penetrando nell'immagine e questa può essere as-
to la forza del suo essere e della sua vita interiore. Non similata dall'interiorità, il1corporata, trasformata in un
sta al di sopra del credente in linea di principio, come pezzo della propria esistenza. k
se stesse parlando dall'alto, bensì soltanto di fatto, in Il luogo appropriato per l'immagine di culto è il
yanto vi è un potenziamento di ciò che, meno puro e santuario, luogo appartato e chiuso. Uno ci si reca; e se
Aorte, vive dentro all'uomo stesso in contemplazione. ne esce. Si avverte bene la porta che si apre e si chiude.
Certamente lo conduce oltre se stesso, ma nella sua Vi si arriva da lontano. Si fa un pellegrinaggio nel luo-
stessa linea. Si comporta in modo pedagogico nei suoi go in cui si trova il santuario e poi si ritorna, commossi
confronti; gli chiarisce il suo intimo. Gli fa sentire che e toccati dalla grazia, a casa propria e nella terra natia.
dovrebbe e potrebbe progredire. Gli rende praticabile il È significativo che alla "immagine della grazia" - una
caos dell'esistenza e lo aiuta a camminare. Gli si mette forma dell'immagine di culto — appartenga spesso la
;ccanto, gli mostra delle possibilità e gli sprigiona le leggenda della sua origine, secondo la quale sarebbe
Lorze interiori per la realizzazione. . caduta dal cielo o portata lì da lontano. Doveva giunge-
L'immagine di culto è sacra in senso stretto. Non ha re in questo posto, era destinata a questo luogo. O vole-
soltanto un valore etico, ma anche religiosO. Religioso va recarvisi con misteriosa indipendenza. Qui domina
inteso non nel senso della devozione personale, bensì e qui deve essere ricercata.
oggettivamente, nel senso di una maestà numinosa. In L'immagine devozionale si trova certamente anche
essa diventa tangibile il tremendum: l'inaccessibile, il in chiesa, ma in quanto luogo di esperienza religiosa,
Magnifico-terribile. Rende l'uomo cosciente del fatto sede dell'edificazione e differisce non essenzialmen-
che sia creatura, nel senso stretto del termine. Traccia te, ma solo gradualmente dalla "cameretta silenziosa".
il confine. Da essa arriva il grido: «Sciogli i calzari Quindi l'andirivieni dall'immagine devozionale per ac-
dai tuoi piedi». Essa vieta qualsiasi accomodamento e costarvisi e allontanarsene non ha carattere qualitativo,
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colloca l'essere umano nell'atteggiamento creaturale- bensì soltanto spazio-temporale. Non implica il "passo
sacrale. Poiché è santa in sé, santifica colui che le si oltre il confine", che si compie nel cammino verso l'im-
accosta oppure lo respinge. Poiché è lontana, assegna il magine di culto, ma significa soltanto il fatto che ci si
suo posto a chi le si avvicina. Essa fa ordine. debba recare verso ciò che è altrove.
L'immagine devozionale, invece, si basa sui rapporti Un ulteriore sviluppo del discorso è il seguente:
di somiglianza e di transizione. Costruisce ponti. In lei l'immagine di culto è assegnata alla sfera "pubblica" e
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quindi si trova in una sede ufficiale, nella chiesa che, ca- I di esaltato o di fantasioso — in ogni caso ci terrei mol-
nonicamente parlando, è di diritto pubblico. Non appar- to, esimio dottore, al fatto che quello che dico qui circa
tiene né alla sfera generale, né a quella privata. Perciò l'immagine di culto, non sia accostato a quello snobismo
non può essere posta "in qualsiasi luogo", "all'aperto" o sggradevok che ammette soltanto il "Sacrale", "l'Ogget-
portata "a casa". È vero che viene trasportata in piazza tivo" rigorosamente stilizzato, e antepone il primitivo,
e per i campi; ma non rimane lì, bensì ritorna al san- - anzi il barbarico — al civilizzato rivelando dappejtutto
tuario. Anche nell'ambito domestico non può davvero che di Dio gli importa davvero altrettanto poco, quanto
rimanere per quello che è. Qualora però sia in casa e al soggettivismo artistico ed al liberalismo, da esso tanto
venga percepita correttamente, forma immediatamente vituperato. Quello di cui sto parlando qui non sono né
una sacra enclave: uiia parete separata, un angolo, una gusti da dilettante, né valutazioni in generale. Vorrei chia-
stanzetta che in un certo senso non si trovano più in casa rire due forme fondamentali dell'esperienza e del com-
in quanto luogo di résidenza, bensì sono la continuazio- portamento che si manifestano nel complesso dell'arte
ne del santuario e sono divisi dagli altri spazi di utilizzo cristiana — ma confesso che la mia speciale venerazione
mediante una linea sottile, ma netta. e amore appartengono alla prima e il mio desiderio è che
Lo spazio dell'immagine devozionale, invece, sta la nostra vita artistica ed ecclesiastica sia più fortemente
a priori in continuità con quello privato. Nella misu- determinata da essa... Ritorno sul discorso: l'immagine
ra in cui si trova nella chiesa, questa non è tanto la di culto ha una relazione speciale con l'afflato pneuma-
sede separata e consacrata al mistero divino e il luogo tico. Naturalmente in quanto opera è prodotta dalla forza
ufficiale della comunione oggettivamente costituita, artistica, che è, a sua volta, questione di dotazione; an-
quanto piuttosto la dimora della comunità orante e che l'ispirazione dell'artista religioso rientra nella crea-
dell'individuo devoto. Pertanto l'immagine può es- tività umana. Inoltre bisogna ammettere che tutti i pittori
sere senz'altro trasferita nella sfera privata o esser- o scultori veramente credenti che plasmano i contenuti
vi collocata fin dall'inizio. Può essere "a casa", nel- della Rivelazione e dell'esistenza cristiana e quindi crea-
lo spazio abitativo e non solo di fatto, COl1l¢ sarebbe no non soltanto un'opera d'arte, bensì un elemento della
il caso anche dell'icona sul muro o di un'immagine nuova Creazione, dunque vogÌiono da artisti essere cri-
salvata dalla distruzione, ma piuttosto per significato. stiani, necessitano della grazia, dello Spirito Santo. Tut-
Essa sta a priori nello spazio dell'uomo ed è la sua tavia l'immagine di culto si trova sotto il dominio dello
compagna. Condivide la sua vita e il credente si sente Spirito in un senso particolare; serve alla sua opera nella
espresso in essa. Chiesa - confonnemente al modo in cui il pensiero è al
L'autentica immagine di culto deriva dallo Spirito suo servizio, se è attuato da autentica teologia; si veda il
Santo, dal pneuma. Con ciò non vorrei affermare niente passo nel libro dell'Esodo, in cui si dice che il Signore
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chiamò "per nome" gli uomini che dovevano esejyire il I tivo. Dall'immagine di culto parla lo Spirito, che, come
tabernacolo: «Li riempì dello spirito di Dio, perché aves- ! domina nella Chiesa come totalità, così è volto a formare
sero seiiso artistico, intelligenza e scienza in ogni genere i comunità, dirigere la storia, realizzare la forma univer-
di lavoro, per concepire progetti e realizzarli in oro, ar. sale. Nell'immagine devozionale regna il medesimo spi-
gento, rame, per intagliare le pietre da incastonare, per rito, ma in quanto provoca l'immediatezza del rapporto
scolpire il legno, in breve, per compiere artisticammtè tra l'io umano e Dio: "Dio e la inia anima, nient'altro" e
ogni sorta di opera. Pose anche nel loro cuore il dono di guidà i cammini tortuosi della provvidenza individu'ale.
insegnare...» (35,3 1-34). Si tratta di un oggettivo domià Una luce pessima, ma molto forte, riceve qualsiasi fé-
nio dello Spirito, rivolto ad un contesto complessivo che nomeno dalla possibilità che gli è propria di essere distrut-
supera l'individuo, ossia alla sacra pianificazione di Dio to. Se l'immagine di culto degenera, diventa rigida, vuota,
e sottomette al suo servizio i creatori artistici, allo stesso fredda. La sua elevatezza si trasforma in assenza di vita.
modo come fa Io spirito della profezia con il veggente Perde il rapporto con l'esistenza effettiva. Si inaridisce in
(Forse è consentito sotto i Charismata della Pentecoste, schema, allegoria, semplice nota di concetti astratti. O è
di cui parla San Paolo nel dodicesimo capitolo della Pri- vivificata in modo perverso. Scivola nella magia. Per vo-
ma lettera ai Corinzi, contemplare anche il dono dell'arte lontà umana di potere si abusa della forza in essatangibile.
sacra). Da qui prende origine, con la più forte abnegazio- È presa come fattore mondano e messa al servizio di
ne di se stessi, il carattere originariamente impersonale certi scopi. L' immagine diventa idolo. L'autentica cate-
della grande creazione dell'immagine di culto. È iinper- goria, di cui abbiamo parlato sopra, viene travisata. Il
sonde come la parola profetica. demone tràsfonna l'immagine in mezzo di seduzione
Anche l'autentica immagine devozionale deriva da mondana. Non c'è bisogno che accada espressamente
santa commozione. Se il medesimo capitolo della Lette- come in quell'immagine di Maria comparsa in un teni-
ra ai Corinzi dice che non possiamo nemmeno nominare pio indiano e venerata come dea — può operare nella
«Il Signore Gesù», se non «nello Spirito Santo», che non vita cristiana stessa: come atteggiamento che mette in
possiamo pregare se egli non ci istruisce, allora anche pericolo l'onore dovuto al Dio vivente; come nel pa-
l'artista cristiano di diversa natura può creare soltanto se ganesimo interiore che a volte è sentito dalla coscienza
è intimamente toccato. Questo contatto però avviene a cristiana nella vita religiosa popolare, se manca quasi
partire dalla sua individualità. Esso non procede sul bi- del tutto la luce di un'educazione.
nario degli ordinamenti oggettivi, della tradizione sacra, Le possibilità di degenerazione dell'immagine de-
del tipo valido, bensì in quello dell'esperienza persona- vozionaje vanno in una direzione diversa soprattutto
le e di una particolare disposizione fondendosi in modo nel senso che sia in lei stessa, sia nella coscienza del-
completamente diverso con l'individuale impulso crea- l'"osservatore" prendono il sopravvento i valori dell'o-
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pera: la prestazione artistica, la sicurezza o complessità ' ne devozionale. Tuttavia con un Grùnewald, che riassu-
della psicologia, la bellezza, l'interessante e l'estetico in me tutti i mezzi del gotico, si può di nuovo parlare di una
qualsiasi forma. Allora scivola semplicemente nel profa- vera e propria immagine di culto, però soltanto in forma
no o subisce una degenerazione ancora peggiore se il re- altamente differenziata e quindi un po' problematica.
ligioso stesso diventa oggetto di godimento e sorge quel [)opo sembra scomparire del tutto ed emergere soltanto
miscuglio di religioso, estetico e sensibile, che è una del- sotto forma di "immagine di grazia", che però, a rigor di
le cose peggiori prodotte da una civiltà decadente. termini, non può essere collocata in generale sotto i pun-
Molto altro si dovrebbe ancora aggiungere. Soprat- ti di vista dell'arte, appartenendo piuttosto a categorie
tutto bisognerebbe meglio precisare le categorie, sia prettamente religiose (A proposito ci viene in mènte un
quella estetica, sia quella religiosa e teologica, che de- parallelismo — con rispetto parlando: spesso la bambola,
terminano le due forme fondamentali, secondo cui af- che la bimba ama in particolar modo, non corrisponde
frontare la questione della relazione tra l'immagine di affatto ai criteri della fedeltà alla natura e del guSto, anzi
culto cristiano e quella non cristiana; come pure quella è brutta, forse del tutto informe. È però ricolma della
dei loro fondamenti sociali e così via. Qui tutto è rima- tenerezza e, inoltre, dell'esperienza esistenziale della
sto nel vago e con ciò mi devo accontentare. ' bimba, che la considera incomparabilmente migliore del
Forse, esimio dottore, è d'accordo con me, nel ve- prodotto artisticamente più elaborato. Qualcosa di simile
dere due diversi fenomeni indipendenti, non derivabili vale per i sentimenti del popolo, quando l'immagine di
l'uno dall'altro. Tuttavia, per quanto riguarda la succes- grazia non mostra nessun valore estetico, ma è satura di
sione storica, si può probabilmente ricostruire sólo nel qualità religiose "profonde", accumulate da molto tem-
senso che l'uno ha fatto il suo tempo quando si è fiacca- po e relative all'esperienza fondamentale dell'esistenza.
to l'impulso interiore, si è esaurito ed eclissato il compi- La colta derisione della bruttezza di alcune immagini dei
to oggettivo, mentre l'altro inizia il suo tempo, diventa pellegrinaggi non è soltanto irriverente, ma anche frutto
efficace come motivo all'interno dei creatori artistici e di molta ignoranza).
si fa in tutto evidente come compito. Sorge così la domanda se sia ancora possibile per noi
Vorrei toccare almeno un'altra questione. La storia un'immagine di culto in generale. La questione è diffici-
sembra mostrare che l'immagine di culto è associabile in le, perché si lega alla crisi dell'arte in generale, che chia-
modo particolare ai periodi antichi - pensiamo al concet- ramente è alla ricerca di un nuoVo luogo e quindi deve
to di arcaico - mentre l'immagine devozionale emerge assumere un carattere diverso — e anche alla crisi della
negli stadi successivi. Così troviamo autentiche immagi- vita religiosa. Ambedue sono, dal canto loro, connesse
ni di culto nell'arte paleocristiana, in quella romanica e alla trasformazione dell'esistenza sociale. Ci sembra
ancora nella prima arte gotica; dopo si impone l'iinmagi- certo che il desiderio dell'immagine di culto sia sentito.
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Ciò si collega a quel movimento che chiamiamo liturgi- VI
co; quindi a quel desiderio di uscire dal soggettivismo
moderno in direzione di una vita cristiana esistenzial- ARTE E INTENZIONE
mente determinata dal divenire della nuova creazione. [1946]
Il fatto che la struttura sociologica cambi, da individua-
listica a olistica, spinge la situazione verso l'universale. . k
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