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Garcilaso DE LA VEGA
GARCILASO DE LA VEGA –
TRADUZIONE
COPLA II
Dev’essere una colpa amarvi,
visto ciò che fate in me,
ma lì lo pagherete,
dove non vi sapranno apprezzare,
per come male mi avete apprezzato.
Per amarvi, pensavo di
Essere perso, non avevo colpa;
Ma che tutto lo sia stato,
così me lo avete dimostrato
che lo conosco molto bene.
Chi potesse non apprezzarvi
Tanto come voi sapete,
per godermi che paghiate
per quello che non mi hanno
fatto conoscere con quello
che non conoscete!
SONETTO 28
Boscán, sei vendicato, con mia diminuzione,
del mio rigore passato e della mia asprezza,
con cui ero solito rimproverare la tenerezza
del vostro morbido cuore;
ora mi castigo ogni giorno
di tale comportamento e tale ottusità,
ma è il tempo per cui della mia bassezza
potrei ben vergognarmi e castigarmi.
Sappiate che nella mia età perfetta e armato,
con i miei occhi aperti, mi sono arreso
al bambino che sapete, cieco e nudo.
Un cuore non fu mai consumato da un
SONETTO 33
SONETTO 35
SONETTO 15
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SONETTO 11
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SONETTO 16
SONETTO 6
SONETTO 17
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SONETTO 23
SONETTO 31
SONETTO 30
EPÌSTOLA A BOSCÀN
CANCIÒN III
CANCIÒN V
ELEGIA II
EGLOGA III
EGLOGA I
Io faccio crescere
Con i miei occhi, piangendo,
il frutto miserabile.
Come al tramontare del sole l’ombra cresce,
e in essa cadendo il suo raggio, si alza
la nera oscurità che il mondo copre,
da dove viene il timore che ci spaventa
e la impaurita forma in cui s’offre
quella che la notte ci copre
fino a che il sole scopre
la sua luce pura e bella:
tale è la tenebrosa
notte dalla tua partenza in cui mi sono messo
dell’ombra e del timore tormentato,
fino a che morte il tempo determini
che a vedere il desiderato
sole della tua chiara vista che m’incammini.
Così come è solito l’usignolo con triste canto
Lamentarsi, fra le foglie nascosto,
del duro contadino che attentamente
gli portò via il suo caro e dolce nido
dei teneri figlioletti nel frattempo
che era assente dall’amato ramo,
e quel dolore che sente,
con tanta variazione
per la dolce gola
congeda che al suo canto l’aria suona(?),
e la tranquilla notte non frena
la sua occupazione lamentabile ed i suoi lamenti,
portando della sua pena
il cielo e le stelle come testimoni:
di questa maniera sciolgo io le redini
al mio dolore e così mi lamento invano
della durezza della morte adirata:
essa nel mio cuore mise la mano
e da lì mi portò il mio dolce pegno d’amore
che quello era il suo nido e la sua casa.
Ah, morte improvvisa,
per te mi sto lamentando
al cielo e infastidendo
con pianto inopportuno a tutto il mondo!
Il dolore ineguale non va incontro a un modo(?);
Non mi potranno togliere il dolorante
ELEGIA I
Anche se questo grave caso abbia toccato
Con tanto sentimento la mia anima
Che necessito di conforto,
con il quale dal suo dolore la mia immaginazione
si calmasse un poco e terminasse
il mio continuo pianto ostinato(?),
Volli, però, provare se mi bastasse
L’ingegno a scriverti alcun conforto,
lo stato in cui sono, che avesse l’effetto
perchè il tuo recente sconforto
la furia mitigasse, se le muse