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I TAROCCHI TRACULTURA DI CORTE E CULTURA POPOLARE

LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

I TAROCCHI TRACULTURA DI CORTE E CULTURA POPOLARE

LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

PARTE PRIMA

I TAROCCHI TRACULTURA DI CORTE E CULTURA POPOLARE

LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

La nascita dei Tarocchi


di Girolamo Zorli
Cera una volta un Re? No, quattro Re. Comandavano le loro nazioni di Coppe, Denari, Bastoni e Spade. (figure 1 - 2 - 3 - 4). Amavano un gioco semplice: regnare sul loro
popolo. Ma un bel giorno arrivarono gli Di ed altri Superumani, che iniziarono a mangiarsi tutti i Re e le loro nazioni. Quegli Di si chiamavano Trionfi che, successivamente,
presero il nome di Tarocchi.
Per uscire di metafora, i Trionfi sono un seme italiano di briscola, un quinto seme
aggiunto al mazzo ordinario composto da quattro semi, che venne inventato in Italia agli
inizi del Quattrocento. Lidea del taglio nei giochi di carte nacque in quel periodo. Forse
la prima carta di briscola fu tedesca, nel gioco del Karnoeffeln, dove il Fante di Spade
era il sicario, il giovane guerriero appiedato mandato ad uccidere il Re nemico sul campo
di battaglia.
Sia come sia, i Trionfi diventarono la briscola mondiale per antonomasia, tanto che
in inglese briscola si dice trump e in tedesco trumpf. I ventidue Trionfi italiani vennero
progressivamente concepiti e rappresentati da icone metafisiche dense di simboli morali
e con una forza evocativa straordinaria. I cartomanti ne fecero presto il loro strumento
dadozione. Oggi i Trionfi, detti anche Tarocchi, sono conosciuti in tutto il mondo non
pi come briscole, ma come carte appartenenti ad un mondo magico.
Orientativamente intorno al 1370, erano arrivate le carte da gioco in Europa. Erano
belle, colorate, evocative, in tempi in cui la raffigurazione era riservata allaltissimo clero
e alla grande nobilt. Le carte avevano avuto subito gran successo perch costavano
poco, erano colorate e permettevano molti giochi per un numero variabile di giocatori.
Nel 1405 a Bologna il cardinale Baldassarre Cossa sottopose a dazio le carte da gioco.
una riprova della loro popolarit in unEuropa largamente misera e analfabeta. Da
qualche tempo nel centro-nord dItalia si assisteva ad una crescita esponenziale della
popolazione e della ricchezza, con grandi cambiamenti socioculturali. Decine di citt libere avevano creato una fiorente economia produttiva, mercantile e finanziaria. Sempre
pi persone trovavano il tempo per giocare. Trecento anni prima del Cossa, a Bologna
era nata luniversit. Da trecento anni la citt era frequentata da centinaia di giovanotti
delle classi alte di tutta Italia, di Germania, della penisola iberica, ragazzi di famiglie
potenti abbastanza da sostenere un figlio non analfabeta in un lungo viaggio e una

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lunga permanenza in una citt lontana. Erano dunque studenti ricchi, colti e gaudenti.
Bologna divenne presto un reticolo di locande, ostelli e taverne.
La necessit di produrre ogni anno decine, se non centinaia, di testi universitari costrinse i Bolognesi a dotarsi di cartiere fin dal Duecento. Pare che lorganizzazione dei
fogli che chiamiamo libro sia stata inventata a Bologna nel XIII secolo. Le stamperie
bolognesi si posero allavanguardia della produzione seriale, impiegando le tecniche pi
aggiornate man mano che queste venivano inventate. Bologna era dunque la localit
ideale allo sviluppo dei giochi di carte: giovani e brillanti giocatori, stamperie pronte, ricettivit collaudata.
Il predicatore itinerante San Bernardino da Siena era uso colpire i vizi locali. Non a
caso, in una sua memorabile predica a Bologna del 1423, si scagli contro i giochi.
Anche presso le ricche corti si giocava a carte con giochi inventati talvolta da un intellettuale cortigiano e i cui mazzi spesso venivano ridisegnati da artisti e splendidamente miniati. Carte e giochi ben diversi da quelli stampati alla ben meglio da usare
nelle taverne. I giochi di invenzione cortese duravano il tempo duna moda, e venivano
subito rimpiazzati da qualche altro. I giochi di Bologna invece erano molto pi stabili.
Se uno di questi aveva successo, diventava abituale in tutte le taverne assieme alle sue
regole. (Foto B in diapositiva) I giocatori desideravano sempre lo stesso mazzo per non
affaticarsi a leggere icone sconosciute e gli stampatori non chiedevano di meglio che ripetere la stessa produzione, con conseguente abbassamento di costi e di prezzi. Un mazzo
e un gioco di corte potevano giungere a Bologna nelle tasche di un giovin nobiluomo napoletano o germanico o aragonese, e se diventava popolare, la pratica diffusa e le stamperie normalizzavano quel gioco e il suo mazzo.
Lidea del taglio, cio della briscola, si svilupp progressivamente. Non abbiamo la
minima idea di come fosse organizzata la prima dinamica di taglio. Alla corte di Ferrara,
intorno nel 1423, si giocava a Imperatori.
Ne compr un mazzo anche Parisina dEste Malatesta, la giovane gran dama decapitata dal marito Niccol dEste perch sorpresa con Ugo, figlio prediletto ed erede dello
stesso Niccol. Anche il ventenne Ugo venne decapitato davanti al padre furente e singhiozzante. Si trattava di un gioco con otto carte aggiunte al mazzo ordinario, in pratica

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otto briscole. Ancora prima del 1423, alla corte di Milano, intorno 14151420, il grande umanista Marziano da Tortona aveva fatto produrre per il
suo pupillo, il duca Filippo Maria Visconti, un mazzo con sedici Di grecoromani che avevano tutta laria di tagliare sulle altre carte ordinarie. Vi
erano quattro virt, rappresentate da Giove, Apollo, Mercurio, Ercole; quattro ricchezze: Giunone, Nettuno, Marte e Eolo; quattro castit: Diana, Vesta,
Pallade, Dafne ed infine quattro piaceri: Venere, Bacco, Cerere, Cupido. Il
costo esorbitante e forse esagerato, di 150.000 fiorini, fa ritenere che fosse
un mazzo cortese da collezione, da conservare e riporre a libro, un mazzo
didascalico, forse celebrativo di una qualche ricorrenza.
Nel mazzo degli Di ci sono diversi ingredienti che ritroveremo nei
Trionfi-Tarocchi, in primo luogo la presenza di nuove figure allegoriche
superiori alle carte ordinarie e alle cosiddette carte di corte, cio i Re, le
Regine, i Cavalli e i Fanti.
La corte milanese produrr spesso mazzi di carte allegorici, finemente
miniati ma inadatti al gioco vero e proprio. Il fatto che queste carte fossero
ideate dallestro di intellettuali e di artisti pone il dubbio se questi mazzi
celebrativi ripetessero quelli da gioco effettivamente in uso. Purtroppo un
incendio del 1448 ha distrutto la residenza e gli archivi di Filippo Maria
Visconti. Del fervore creativo visconteo restano pochi documenti che si trovavano fuori della residenza ducale. Il primo di questi il sontuoso mazzo
Visconti di Modrone, datato tra il 1445 e il 1447, che riporta i semi di Bastoni, Spade, Coppe e Denari. Contiene undici Trionfi di cui otto resteranno nel mazzo classico dei tarocchi: Mondo, Angelo, Morte, Carro,
Fortezza, Amore, Imperatore e Imperatrice. (figure 5 - 6 - 7 - 8 - 9) Otto
icone non erudite, non classicheggianti , icone che sembrano nascere pi
dalla cultura popolare del tempo che da quella umanistica di corte. Non v

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dubbio che il Visconti di Modrone fosse un vero mazzo di tarocchi gi ben formato, con
le sue carte standard e i suoi trionfi.
Per saperne di pi, occorre cercare in unaltra corte, che non aveva subito incendi e i
cui archivi sono giunti intatti fino a noi: quella di Ferrara. Gli Estensi erano grandi giocatori di carte, ma nel 1440 si dilettavano con altri giochi, oltre a quello degli Imperatori. Non conoscevano ancora il gioco dei Trionfi. Erano anche amici ed alleati di Filippo
Maria Visconti.
Nel 1440 Bianca Maria, unica figlia ed erede di Filippo Maria Visconti, era una quindicenne in et da marito. Appetita dai potenti di mezza Italia, il pap si prese un annetto
di riflessione per deciderne la sorte. La mand a Ferrara, ospite dagli Estensi, per ben otto
mesi, dal settembre 1440 allaprile del 1441. Un curioso documento di spesa ci informa
che gli Estensi commissionarono quattordici carte per fare giocare Bianca Maria la notte
di Capodanno del 1441. Perch quel numero? Perch quattordici? Si sospetta che fossero carte da aggiungere ad un mazzo esistente dato che quattordici sono le carte
di ogni seme ordinario dei Tarocchi, oppure che un mazzo da Imperatori fosse stato
portato da otto a ventidue briscole, perfezionando il mazzo dei Tarocchi.
Dalla Ferrara del febbraio 1442 ci giunge il primo documento certo dellesistenza
dei Trionfi: si tratta della produzione di quattro mazzi costosissimi, celebrativi dellinsediamento del nuovo signore, Leonello dEste. Gli Estensi, che commissionavano decine di mazzi di altro tipo, si conformarono cos ad una moda importata dagli amici
milanesi.
Incuriositi dalla novit, nel luglio del 1442 comprarono a Bologna da un certo Marchionne Burdochi un mazzo di carte da gioco per il loro ragazzi, Sigismondo e Ercole,
allora di undici e dodici anni. Un mazzo che era costato una settimana di lavoro ad un
operaio, diciamo trecento euro nel 2010, sicuramente bello, ma non miniato, un mazzo
destinato a consumarsi sul tavolo da gioco. Durante la signoria di Leonello dEste
(1441-1450), la corte estense non produrr n comprer altri mazzi di Trionfi. Per motivi dinastici, i due ragazzi vennero presto mandati da Leonello alla corte di Napoli, dove
restarono per molti anni. Ercole adulto e duca di Ferrara giocher molto a tarocchi. possibile che, anche da ragazzo, li avesse portati con s e fatti conoscere alla corte napoletana, dove si giocava molto a carte. (figure da diapositiva 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15).

Il documento Burdochi prova che nel 1442 i Trionfi erano giocati e prodotti a Bologna. Non azzardato pensare che fossero praticati da tempo, diciamo dal 1420. Non a
caso i Bolognesi sostennero per secoli di avere inventato il mazzo e il gioco addirittura
nel 1410. Difficilmente troveremo mazzi bolognesi di quel secolo, poich una volta usati
venivano buttati. I mazzi di corte avevano qualche possibilit di sopravvivenza perch
realizzati con eccellente fattura, usati saltuariamente e trasmessi per generazioni. Il
mazzo bolognese comprato da Ferrara nel 1442 non era cortese, n particolarmente bello,
non aveva icone dinvenzione. Si trattava di un mazzo di carte standardizzato dalla pratica popolare e dalle riproduzioni seriali.
Nel 1442 esisteva dunque un mazzo di Trionfi-Tarocchi da gioco, forse gi normalizzato in quella composizione, che diventer classica e universale, di ventun Trionfi pi
il Matto.
Leonello non giocava a Trionfi, ma a Imperatori. Possediamo numerose notizie riguardanti suoi acquisti e mandati produttivi di carte, ma nessuna che indichi i Trionfi.
Solo in occasione di una sua visita a Milano, il 25 agosto 1450, fece miniare tre mazzi
di Trionfi costosissimi, da donare allamico Francesco Sforza. Si trattava di unoccasione importante: Francesco Sforza, marito dellamica Bianca Maria Visconti, diventava duca di Milano dopo tre anni di guerra civile. I tre mazzi erano celebrativi di questo
grande evento. Leonello mor improvvisamente, poco dopo quella visita, il 1 ottobre

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1450. In quellanno il gioco dei Trionfi era gi diffuso nellItalia centrosettentrionale. A


Firenze ne vietarono il gioco nelle taverne. L11 dicembre Francesco Sforza acquist
un mazzo di Trionfi a Milano.
Nellagosto del 1451 il successore di Leonello, Borso dEste (1450-1471), fece miniare un mazzo sontuoso di Trionfi. Ferrara aveva cambiato signore e gusti di gioco. Entusiasta dei Trionfi, nel 1453 Borso istitu uno studio per produrli presso la corte.
Capeggiato da un canonico erudito e con due miniatori a tempo pieno, lo studio produsse per anni mazzi cortesi sia celebrativi che da gioco.
A questo periodo doro risalgono diversi resti di splendidi mazzi, sparsi per lEuropa.
Centinaia di pezzi giunti fino a noi, che rappresentano figure trionfali presenti anche nel
mazzo classico dei tarocchi, senza eccezione. Ne consegue che ai tempi di Borso il mazzo
dei trionfi-tarocchi era gi standardizzato con le 22 briscole che conosciamo. Era cio
un 14 x 4 semi + 22 Trionfi, per settantotto pezzi complessivi. Non sorprende che nel
mazzo ferrarese vi siano Trionfi di evidente concezione bolognese, di cui alcuni addirittura denominati alla bolognese: Ferrara distava meno di un giorno di cavallo da Bo-

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logna, dove il mazzo e il gioco si erano stabilizzati da tempo. Linventiva e la ricchezza


della corte estense cre comunque una scuola iconografica propria, che influenz gli
amici milanesi.
Successivamente al 1453, lunico indizio difforme dalla stabilizzazione avvenuta
sul 14 x 4 + 22 una visita del 1457 del milanese Galeazzo Maria Sforza agli amici
estensi. Questi era il figlio di Bianca Maria Visconti e di Francesco Sforza. I ferraresi lo onorarono con due sontuosi mazzi di Trionfi di settanta carte. Le congetture
sono molte. Settanta evoca un mazzo di 14 x 5, con quattordici briscole, oppure un
12 x 4 + 22. Ma potevano essere semplicemente
due mazzi celebrativi, di una qualsiasi forma
occasionale non destinata al gioco. Difatti
Francesco Sforza, che mor poco dopo, nel
1460, fece miniare in quegli anni il bellissimo
mazzo Visconti-Sforza, che sembra essere un
definitivo 14 x 4 + 22. Questo mazzo, capostipite dei mazzi da gioco milanesi, connotato
da ben sei icone trionfali di evidente mano ferrarese: il Mondo, il Sole, la Luna, la Stella, la
Temperanza e la Fortezza . (figure 16 - 17 - 18)
Rimane un mistero il come, il quando e il perch i Trionfi cambiarono nome diventando Tarocchi. Successe forse verso la fine del
Quattrocento. Nel 1550 Alberto Lollio si chiedeva
da dove venisse quelletimo. La diffusione del
nuovo nome dovette essere immediata. Non meraviglierebbe scoprire che fosse stato imposto dai
Bolognesi che fabbricavano carte e le esportavano
in tutta Italia ed Europa.
Il gioco dei Tarocchi, con la brillante dinamica
del taglio, ebbe successo e diffusione in tutta Europa. I tedeschi lo importarono chiamandolo Tarock. Per tutto il Cinquecento fu il gioco di carte
europeo per eccellenza, assieme alla Bassetta e
alla Primiera.
I francesi occuparono Milano nel 1499 e vi restarono, con alterne vicende, fino al 1525. A Milano trovarono il gioco e il mazzo dei Tarocchi e
lo portarono a casa, chiamandolo Tarot. Il mazzo
milanese, di impianto bolognese e con sei icone
ferraresi, divent cos il mazzo dei Tarocchi di
Marsiglia. La denominazione francese Tarot
venne ricevuta dagli inglesi, e divenne il nome
planetario della cartomanzia.

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In origine erano 14 Trionfi


#### Title
The 5x14-theory attempts to explain the origin of the Tarot cards from the usual common playing cards in various evolutionary steps in close relation to existing documents.
The theory developed since 1989. At this time Tarot history research took the position,
that the so-called standard Tarot with 21 specific trumps + Fool and 56 small arcana existed at least since ca. 1450. This was based on the argument, that the Pierpont-MorganBergamo Tarocchi (also called Visconti-Sforza Tarocchi) remained from this time with
19 (of 21) trumps + Fool und 54 (of 56) small arcana in 3 different museums.
However, this deck had been painted by two different artists (probably by Bonifacio
Bembo and another unknown artist), the first (Bembo) painted 13 Trumps + Fool and all
extant small arcana, the second painted only 6 of the trumps. This condition was explained in playing card research with the assumption, that some trumps had been lost or
were damaged and were replaced at a much later time.
A closer analysis, which of the cards were painted by the first and which by the second
artist, resulted in the personal opinion, that both groups made the impression of a sorted
arrangement and wouldnt easily fit with an imagined accidental loss or damage of the
cards.
The group of the 14 special cards by the first artist could be seen as a closed game, that
in its composition had a 5x14 structure, one of the 5 suits being used in predefined trump
function and showing allegories as representative form. The chosen allegories reappeared later in modified form in the Marseille Tarot, so it seemed plausible to compare both
groups: The result showed the Marseille Tarot numbers 0-1-2-3-4-5-6-7-8-9-10 .. 12-13
.. 20 as existent in the 14-cards-group, including a long unbroken row in the numbers,
which should not have been caused by accident.
Similar the group of the six trumps of the second artist included 3 cardinal virtues Strength, Temperance and World (the card World must be interpreted as Prudence
in this context as the otherwise missing cardinal virtue inside the Tarot pack; at the begin
this had been only a suspicion, but it was later confirmed by the condition, that the World
in the Charles VI Tarot was designed with an octagonal halo as the 3 other cardinal virtues) and the triadic composition of Star-Moon-Sun.

####Large PICTURE one complete page


Overview 5x14 theory
####Large PICTURE one complete Page
Overview Chess games / Cary Yale Charles VI
Both card groups gave reason to suspect, that ca. 1450 or a little later the original Bembo
deck had a 5x14-structure and not the usual Tarot structure with 22 special cards and 56
small arcana.
From the Trionfi deck fragments, which are considered older than the Pierpont-MorganBergamo Tarocchi, the Brera-Brambilla Tarocchi is with two trumps (an emperor and
wheel of Fortune) too incomplete to get further information, and the Cary-Yale Tarocchi is unusual in structure (with 16 small arcana by extended 6 court cards for each suit)

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and from the 11 extant trumps 4 (3 theological virtues and the motif Fame, taken by
some as world) are not according the usual motifs of the standard Tarot. From the perspective of the 5x14-theory, which allows a greater creativity inside the development of
the Tarot cards, this might have been originally a deck with a 5x16-structure.
In the years 2002/2003 an interested group of Internet users met in the web and started
to discuss the hypotheses of the 5x14-theory and researched all reachable details of the
earlier playing card development with a new intensity, favored by the technological improvement of email communication, online resources and the possibility of website publishing. From this exchange of persons, which never met in normal reality, the domain
Trionfi.com got a start and it is now the largest internet installation to the theme.
#### Missing Contradictions
Contradictions to the 5x14-theory couldnt be found by this research, instead between
many smaller findings 3 important points confirmed the basic hypothesis:
a. a document of 1.1.1441, according which the daughter of the Milanese duke Filippo
Maria Visconti (at his court in Milan the oldest extant Tarot cards had been produced)
Bianca Maria Visconti got as a present in Ferrara (the location with the oldest Tarot documents) pictures of 14 Figure; the painter had been the later Trionfi card producer Jacopo Sagramoro, the commissioner was Leonello dEste, who a year later commissioned
Trionfi cards, the date was 1st of January, which traditionally was used for games.
b. a document of November 1449, in which the Venetian provedittore Jacopo Antonio
Marcello called the Michelino deck a ludus triumphorum, a deck with rather unusual
appearance and not very similar to the standard Tarocchi; by this it turned clear, that expressions like Trionfi cards or similar, which appeared in written documents, not naturally and with security meant cards, which everybody would identify as Tarot cards and
which would naturally have the modern standard form 22 + 4x14.
c. a document of summer 1457 in Ferrara, in which as the only document of the early
Trionfi time information about the structure of the produced decks is given; 2 decks were
ordered and paid and both had 70 cards (as it is suggested by the 5x14-theory) and not
78 (as the suggestion of a standard deck around ca. 1450 would demand it).
Any early evidence for the existence of a deck with 22+4x14-structure stayed missing,
as the earliest clear sign may be regarded the Boiardo Tarocchi poem, which presents a
deck idea in very unusual form with different trump motifs and other suits, but the usual
structure, as it is known nowadays: 22 + 4x14.
We have made considerable studies with poem translation and intensive biographical
studies to this object and the result to this point was, that Matteo Maria Boiardo probably wrote this poem around the year 1487 for the wedding of Lucrezia dEste with Annibale Bentivoglio.
The question, when Tarot found to the final form 22 + 4x14 with involvement of the 22
standard motifs is still in an intensive research and discussion state. Proposals range
from:

1. 1437-1441 in Bologna
2. 465 the six courts cards were added and 1468 a deck with 22 special cards was formed

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3. with a start of mass production in Bologna 1477


4. perhaps as late as 1505, when the expression Trionfi was replaced by Tarocchi and Taraux, cause the Boiardo Tarocchi poem (1487) and the Sola Busca Tarocchi (1491) with
their unusual choice of motifs cannot serve as totally secure evidence, that also the standard motifs were presented in this deck form.
As a rather late result (2008) the theory developed, that also the Charles VI Tarot (one
of the most famous games, cause it was long believed, that it was made for the French
king Charles VI in the year 1392) had only 16 trumps in its origin and with some similarity to the Cary-Yale Tarocchi it seems to belong to the Chess interpretations of Tarot
(possibly also a 5x16-deck).
As place of the origin for this deck the location Florence is assumed (with great consent),
as a specific date is 1463 suggested and as the connected opportunity the 14th birthday
of Lorenzo di Medici is discussed.
The research had been very intensive, went over years with 1000s of informing webpages and 10.000s of communication processes and still isnt finished. In this time many
other results and hypotheses were built regarding the early development of playing cards,
which naturally demand further discussion. I present in the following my own researches
to the origin of playing cards till the begin of the 5x14-deck.
#### PICTURE Charles VI
#### START OF EUROPEAN PLAYING CARDS - BOHEMIAN DOMINANCE

Its a common opinion in playing card research, that playing cards developed in a quick start in Europe since ca. 1370. However, according our
hypothesis probably an earlier development took place. The opinion of Meister Ingold in 1432, that playing cards reached Germany in the year
1300 was discarded as too early, I tend to accept it as a plausible date.

In the region of Bohemia, major place of the German Emperor Charles VI (reigned 1346-1378), probably existed already an extensive playing
card culture at least since ca. 1340 and the quick distribution in 1377, which is observed in 1377 by Johannes of Rheinfelden and elsewhere, was
based on two visits of the emperor to the Western border of the empire in 1376 and 1377, when his son Wenzel was crowned as German king
1376 in Aix-la-Chapelle. The usual large entourage of the emperor probably transported also playing cards as an export of a local already well
established tradition.
The great plague of 1348-50 with its very bad social and devastating consequences probably had diminished small starts of playing card culture
elsewhere in Europe, but the lucky Bohemia as one of few regions in Europe wasnt reached very intensively by the Black Death (it got its first
great impact in 1381).

#### PICTURE PESTE

The researcher F.L. Hbsch in 1849 published in a work about early trade in Bohemia Versuch einer Geschichte des bhmischen Handels ...
some information about playing cards in Bohemia, which - as it seems to us, as we detected it via search engine, not by a reference - never reached the small community of playing card researchers. According Hbsch playing cards existed in Bohemia already in 1340 and earlier it was
played with them by members of the Polish nobility. Games with playing cards were allowed and considered as games of skill and not of luck,
exempting them of prohibitions. Hbsch knew of playing schools and even noted the name of a card producer, Jonathan Kreysel of Nurremberg,
who worked in 1354 in Prague. Unluckily Hbsch wasnt very interested in the playing card industry and he forgot to tell any references, but from
his introduction it is apparent, that he perceived himself as a pioneer in his theme and that he worked on the base of otherwise forgotten documents, which he found and studied in archives in Prague.

Judged by the critical methods of modern playing card research the report of Hbsch without referenced documents cant be called hard evidence,
nonetheless some of the details fit perfect with other data collected and accepted by playing card research.

The oldest accepted playing card document is a prohibition of card playing in Bern in the year 1367. Emperor Charles IV had visited the city

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twice with great entourage in spring 1365 on his visit to Arles, where he was crowned as the king of Arelat. The appearance of playing cards inside the center of Europe without preceding playing card document in Italy or Spain (which would fit with the Mamluk hypothesis) is a general
curiosity. A preceding playing card culture in Bohemia with an Emperor visit in 1365 gives the prohibition appearance of 1367 in Bern a logical face.

In 1377 Johannes of Rheinfelden in Freiburg i. Br. (near Strassbourg) reports, that in this year playing cards had appeared for the first time in
his city. His description knows playing cards in great numbers and Johannes knew immediately different versions of card decks (at least he knew
6) is another curious detail, only explainable in the way, that elsewhere an extensive playing card culture must have developed longer time before, which wasnt noticed by Johannes. From all possible regions, where this hidden place of earlier playing card production might have been,
Bohemia seems most plausible.
The most common deck, which Johannes describes, has a 4x13-structure, and the 3 court figures are male, as they had been already in the Mamluk decks, which is generally regarded as the forerunner of the European decks. The courts are a King and two marshalls, which are differentiated by the position of the suit symbol, if it is in the upper part, the card is called in the German tradition an Ober, if it is in the lower part, it is
an Unter. As we will later learn from comparison with information of Meister Ingold, Imperatori cards and Michelino deck, court cards (without
the king) often were valued as trumps. It seems, that in the earliest card decks, which are already known to Johannes of Rheinfelden in 1377, the
active trumping function was expressed by militaric action (the marshalls alias Ober and Unter were trumps). In the later Schafkopf game
(known by this name since ca. 1700) this probably rather old trumping rule appears. Schafkopf in modern times is still played in regions near to
the old Bohemian border, in Bavaria and in the Riesengebirge. Its nowadays played with 36 cards usually.

#### Schafkopf-picture

From the early documents, which report mostly about prohibitions, the region of Southern Germany seems to be focused and as its logical center. Southern Germany was at the border to the Bohemian kingdom. In 15th century Nurremberg became the city with the most mentioned playing card producers, in the first half of 16th century artists of Nurremberg produced the most interesting decks in Germany. Nurremberg had been
chosen in 14th century by Charles IV as his second capital after Prague, a preceding early playing card production in Bohemia would explain,
why Nurremberg became the most active city in playing card production later (in 15th century documentary notes of at least 38 different playing card producers were counted).

From 1379-1383 weve various documents, which report about playing card productions at the court of Wencelas of Brabant. But Wencelas was
the half-brother of Emperor Charles IV and the playing cards appear at his court, after Wencelas was visited twice by his brother in the years
1376-78.

Johannes of Rheinfelden knew in 1377 a specific deck, which he especially loved (it becomes the major topic of his text). It showed at each number card a profession and it had 5 court cards (King, Queen, Maid and two Marshalls as Ober and Unter), with 4 suits totally 4x15 = 60 cards.
From the description it seems clear, that this was the most artful deck of its time and probably a court deck, dedicated to the very high nobility. A similar deck appeared later ca. 1455 and it was made (probably) for the young Bohemian king Ladislaus, who died early with 17 years in
1457. It is called Hofmterspiel, has only 48 cards and 2 cards free of number and 4 numbered court cards - King and Queen are not numbered, Hofmeister + Marshall (= 2 marshalls), Jungfrau (= Maid) and as a new court card 4 Fools are integrated in the number cards (10s, 9s,
6s and 1s).

#### PICTURE Hofmterspiel

The reappearance of a similar deck at the later Bohemian court should be enough to realize, that the preferred deck of Johannes with its professions also had been a production of the Bohemian court.

Later, 1395, the Bohemian court had intensive contact with the court of Giangaleazzo in Milan, as Giangaleazzo Visconti bought the Milanese
duke title from the current German king Wenzel.

From the biography of Decembrio we know, that Filippo Maria Visconti 1395 (3 years old) had playing cards in his youth - probably also the
Bohemian court deck. In the time of 1418-25 Filippo Maria commissioned the Michelino deck, the oldest known Tarot cards, though quite different from the usual Tarot decks. It used the same deck structure as the Bohemian court deck: 60 cards in 4 suits.

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LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

Bohemia and its golden era under Charles IV and its general European importance during 14th history became forgotten in history by its fall. In
1400 the German king Wencelas was abdicated, in 1409 the German students left the Prague university during a greater scandal, in 1415 Jan Hus
was burnt at the council of Constance. In the 1420s and 30s the wars against the Hussites dominated the European life, still in the 1460s the
pope Pius II. in Rome insisted on a crusade - against Bohemia. When later under the Habsburger reign Prague developed new importance, the
interest was not high to remember to the earlier dynasty of Luxembourg - this had been the last great rival on the Habsburgian way to a solid
Empire under the control of Habsburg, which endured long centuries. In the general memory Prague with its first university north of the Alps
and with the most qualified artists and building masters of its time was forgotten - a time, which was filled with a decreasing population rate,
low average age, many plagues and chaotic conditions at many places in Europe. A low average age is not the best condition for social and historic memory - this should be logical.

#### The Michelino deck

The Michelino deck is reported by the biography of Filippo Maria Visconti, written 1447 short after the death of the duke by Pier Candid Decembrio. Filippo Maria had playing cards in his youth, and later Martiano da Tortona was paid with the nearly unbelievable high price of 1500
ducatos for the production of a new deck with unusual features birds and gods. Pier Candids father Uberto Decembrio had been in the delegation, which visited Prague in the year 1395, so Pier Candid, younger than Filippo Maria, could know this detail about Filippo Maria and the
playing cards in his youth.

Another report about the Michelino deck with much more details is given by the letter of the Venetian provedittore Iacopo Antonio Marcello in
November 1449, which he addressed to Queen Isabella of Lorraine, wife of Renee dAnjou. From the letter we know about the painter, Michelino da Besozza, by some called the best painter of his time. The letter was send together with a parcel, which included the famous and very worthful Michelino deck (Jacopo Antonio was able to achieve the deck in the Venetian-Milanese war situation of 1449), a second Trionfi deck of
less quality and a textbook, written by Martiano da Tortona, describing the deck and giving some information to deck structure and game.
The both decks are lost, but the letter and Martianos explanations - which had accompanied the earlier commission of Filippo Maria - survived
in a Parisian library.
Its definitely clear, that the presented 16 gods are used as trumps, which could beat any other card (kings and numbers, other court cards are not
mentioned) and they had a hierarchical row between each other with Jupiter at the top and Cupido at the end of the list, similar to the hierarchic
row of the modern Tarot cards. From the context its apparent, that each god was assigned to a suit (which had been 4 kind of birds, eagle - phoinix turtle dove - dove), connected to 4 ideas, which are virtues - riches - virginity - pleasure. So it had been a 4x15-deck, in its structure comparable to the Bohemian court deck, which was known by Johannes of Rheinfelden; the new gods simply replaced the older court cards. And
as we see, the court cards (without kings) were used as trump according the Schafkopf rules, played in the region around Bohemia.

#### PICTURE with table of Gods-System

Detailed information about this deck was unknown till 1989, when the game researcher Franco Pratesi visited the documents in a Parisian library
and reported about them (it was not unknown before, that documents of a deck with 16 gods existed, but it was not realized with security, that it
had been the same deck, about which Decembrio had reported).
We ourselves made the new information better known in the internet, and Ross Caldwell translated letter and the Martiano text, available at our
website Trionfi.com.

The cards are lost, but as far the motifs of the 16 gods are concerned, they had been described in detail by Martiano, so we have some information, how these first Trionfi cards might have been.
The top-12 trumps just present the usual 12 Olympians gods, the arrangement of the lower 4 trumps is interesting. The internal story of the deck
seems to focus on the figure of Daphne (second lowest trump, usually the Pagat in Tarot) and the god Amor (lowest in the special card set,
usually the Fool in Tarot). In the myth of Ovids Metamorphoses the god Apollo made fun of Amors archery skills. Amor took revenge and
filled Apollo with love to Daphne, but Daphne with antipathy against Apollo. The result was a fruitless chase of Apollo on Daphne with Daphne
saving herself in becoming the laurel tree.

#### Daphne-Picture

Daphnes second name is Laura and a probably fictive women named Laura was the great love of the poet Petrarca, who honored her in many
poems. Petrarcas last great work became Trionfi, a poem in six chapters with 6 allegories: Love - Chastity - Death - Fame - Time - Eternity.

I TAROCCHI TRACULTURA DI CORTE E CULTURA POPOLARE

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The greater popularity of this poem ascended to fame around the same time as the later Trionfi cards (which then had the name trionfi or
ludus triumphorum or similar) with a first illuminated manuscript in 1441 (the first known note of Trionfi cards was found in Ferrara February
1442).

Daphne was hunted - as the later Pagat or Bagatello was hunted in many Tarocchi and Tarot games (in Tarot rules the capturing of the Pagat
is valued with special points). Amor fooled Apollo - it seems, that the basic rules of Tarot (in which the cards 0 Fool, 1 Bagatello and 21 World
have a special function) were already known in ca. 1425. Petrarca had lived some time at the Visconti court, naturally Filippo Maria Visconti
had a favor for this poet. The strange figure of the wind god Aiolus in the deck (3rd lowest trump) is explained by his relation to the allegory
Fame, whose attribute is usually a winged trumpet (or two trumpets) - in the late 14th century Fame poem of Chaucer Aiolus and Fame appear together. Fame, Chastity = Daphne and Love = Amor had been elements in Petrarcas Trionfi poem

#### Picture of Fame-trumpet

From our research we date the deck to 1418 - 1425 on the basis, that the artist Michelino da Besozzo hadnt been in Milan from 1403-1418 and
that Martiano da Tortona was called dead in 1425 (with evidence still living in 1423). We suggest, that the deck was made near to 1425 and Filippo Marias love to Agnese del Maino since 1423, which did lead to the birth of Bianca Maria in March 1425 and a triumphal procession in
Milan in June, cause in the general behavior at the courts playing cards were given to women, men should engage in chess as the more noble
game.

#### Imperatori, Karnffel, Chess and others

In the period we get information from other sources about the structure of playing card decks. These notes are often ambiguous in their presentation (often handwritten notes in old languages) and need to be interpreted and the interpretation might miss the expressed point and leaves at
least occasionally insecurities about the true meaning.

#### Ferrara 1422

In a document of Ferrara 1422 (oldest Ferrarese document about playing cards) it is reported about the production of 13 cards, 8 of them are numbered, 5 are figure. Gherardo Ortalli in his The Prince and the Playing Cards interpreted this document as a repair action. Another possibility it might be, that the 13 cards were added to a normal deck with 4x13-structure as a predefined trump suit (in the manner of the later Trionfi
cards, in its decoration these card might have been gilded and different to the common cards), from which the usual 3 court cards, the ace and
the 10 were presented as figure (in old card decks the ace and 10 often had figurative character).

#### Imperatori

VIII Imperatori cards were imported in the year 1423 from Florence to Ferrara for the use of Parisina, wife of Niccolo dEste. We conclude,
that these cards were intended to serve as trumps and were added to a normal deck (so an already existent 4x13 deck could reach the 60-cardsstructure of the Bohemian court cards) or they were intended to replace the usual Ober and Unter with decorative, probably gilded cards (as these
cards were imported, it has to be speculated, that they were expensive objects and more worthful than the usual cards).
The expression Imperatori cards appears in Italy only in Ferrara, decks of this type are later recorded for 1443 variously, then again between
1450 and 1454. Their production price had been considerable cheaper than the price of Trionfi decks, and from the few documents that we know
one can observe, that the decks of 1443 followed the production of Trionfi cards in 1442, and the new series between 1450-54 also followed
a new engagement in Trionfi cards in 1450. From this it seems, as if Trionfi decks had triggered the production of Imperatori cards at the Ferrarese court, so, as if Imperatori either would have been simply a cheaper version of Trionfi decks or would have been a game with similar features as the Trionfi cards..
The expression Imperatori as a card game also appears a few times in Germany, there it seems that it had a relation to the game Karnffel, which
much later also appear as Kaiser- or Keyser-Spiel (Kaiser = German expression for Imperatori).

#### Karnffel

The card game Karnffel appears for the first time 1426 in Nrdlingen/Germany in a city document - without rules or further information. It becomes increasing popular in Germany and it is there probably the dominant card game in 16th century, strongly connected to the protestantic movement. The rules are described 1537, it still lived in the German 18th century in rules variations. Karnffel variants are still observed as active

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LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

games in some Northern countries.

In the rules of 1537 the game has trumps, which are 4 Kaisers (trump suit card 2-5), Pope (trump 6), Devil (trump 7) and the Karnffel, which
seems to be the trump-Unter (and this is the highest trump). The fact, that the lowest court card had been the highest trump was used in its revolutionary spirit excessively in the early reformation - the German Landsknecht had captured the pope in Rome in 1527.
The preacher Geiler von Kaysersberg around 1490-1510 used in his preachings the game Karnffel as evidence for a bad state of the world.
From his sermons it appears, as if the older rules of the game had been changed recently. One has to exspect, that the Karnffel game of 1537
only partly informs about the state of the game in 1426.

Much nearer to the time of 1426 is a poem of an otherwise unknown poet with the name Mysner, who wrote probably in the time 1445-1450:
15 verses with 8 lines each. Analyzes of this poem (which naturally also has its rather ambiguous difficulties) lead to the opinion, that the object
of the poet had:

48 (or 52) cards in 4x12 (or 4x13) structure:

1. an always victorious Karnffel


2. heilige lerer (holy teachers) in unknown number (probably 4)
3. a pope
4. a devil
5. an emperor (with all his folk and between his folk are explicit noted Grafen and Freyen - counts and free persons oder institutions)

The group of the holy teachers are presented in the text as the 12th part and they are according the poem painted on the cards they probably
were integrated as a group of 4 cards in a set of 48. In later Karnffel the figures Pope, Devil etc. appear as ideas, which are connected to the
usual cards, the deck, about which Mysner reports, seems to have special cards similar to the trumps in the Tarot deck.

The group Emperor and his folk might have been constructed indirectly according to a poem from 1422 by an anonymus, Spruch vom rmischen Reich (poem of Roman Empire). In the text the Empire is structured in socalled Quaternionen, in groups of 4 representatives, which
are elected from social classes, totally there are 44 (4x11) units. This system, which appears with the poem for the first time, was later further
developed and variated and often presented as the Quaternionen-Eagle in various compositions. The poem uses this composition:

Emperor + 7 Kurfrsten (electors - the highest nobility of the Empire)

4 hertzogen (dukes)
4 marggrave (mark counts)
4 lantgrave (country counts)
4 burggraven (castle counts)
4 graven (counts)
4 ritter (knights)
4 stet (cities)
4 drfer (villages)
4 paurn (farmers)

#### Picture Quaterionen-Adler

From this the idea develops, that the deck possibly consisted of a (probably) reduced system of Quaterionen (number cards understood as units
of the Empire) and 8 special cards: 4 holy teachers, Pope, Devil, Emperor and Karnffel.

Comparing the 8 special cards with the first 8 cards of Tarot, we can see the following:

#### note: the following will be presented as a special table)

Karnffel, always victorious - 7 Triumphator (Chariot)


Devil - 6 Love

I TAROCCHI TRACULTURA DI CORTE E CULTURA POPOLARE

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Pope - 5 Pope
Emperor - 4 Emperor
holy teacher - 3 Empress - Queen
holy teacher - 2 Popesse - Maid
holy teacher - 1 Bagatello - Ober
holy teacher - 0 Fool - Unter

The comparison has a surprizing analogy: The German Karnffel Devil is analog to an Italian Amor or Eros. The preacher Meister Ingold helps
to understand the context.

#### Meister Ingold

In ca. 1432 Meister Ingold in Strassbourg wrote his Guldin Spil, a moralization of 7 game categories, of which the first, the chess game, takes
the most space, the others are tables, dice, card playing, shooting, dancing and music. The most part of the card playing text is about his own
moralization, very few information is really about the game. He introduces two decks, both in the standard form 4x13, and both give reason to
harsh critique from the side of Master Ingold, reason to start the chapter with Baal and Belphegor (there is the devil instead of love), which attack the human soul with erotic and difficult persons women.

The first deck has a king and innocent female court cards at the position of Ober and Unter, which Ingolds mind probably led to the dangerous
association of a king with a wife (queen) and a concubine. From his description this deck has one good suit and 3 bad suits (in a morale sense)
- possibly a sign, that the good suit had a predefined trump function, as it possibly appeared in Ferrara 1423 and in the 5x14 Trionfi deck later.

The second deck had 4 kings and 8 professions at Ober and Unter position, with this an indirect follower of the Bohemian court deck. However,
the row of professions had become an object of the social irony.

.. etlich haben den ackerman, den edelman, den wuchrer, den pfaffen, die toypel, den riffian, den wirt; und gewint ie ains dem andern ab: dem
edelman der wuchrer, dem wuchrer der pfaff, dem pfaffen das tppelweib, dem tppelweib der riffian, dem riffian der wirt, dem wirt der weinman, dem weinman wider umb der pauman der den wein pauwen sol, der nimpt das gelt wider von dem wirt.

The sentence is difficult to interpret, but it seems clear, that all 8 are trumps and have a hierarchy (possibly a compilicated and variated hierarchy) between them, in the description expressed by the condition, who wins money from the other. The lowest card is surprizingly the edelman,
the highest a winegrower.

0 edelman (noble man)


1 wuchrer (usurer)
2 Pfaffe (priest)
3 tppelweib (prostitute)
4 riffian (pimp)
5 wirt (innkeeper)
6 weinman (wine merchant)
7 pauman (winegrower, wine farmer)

The row is a pun on the iconographic row of the chess figures, the prostitute presents the queen, the pimp is the king. The perspective of the deck
interpretation is that of a lucky winegrower, who in the usual alcoholic view on the world has his ironic jokes on the rest of it. Both decks seem
to follow trump structures, which already appeared, the second deck rather obvious follows the Schafkopf rule Ober and Unter are trumps.

#### Chess

Chess, as we will see, is another side of the Tarot origin.


Around 1300 the Lombard monk Jacobis de Cessolis wrote a moralization on chess, in which he compared the 8 usually not differentiated pawns
to 8 professions, the professions usually oriented according the chess officers, which stood on the board behind them:

Rooks pawn - Farmer

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LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

Knights pawn - Smith


Bishops pawn - Barber
Kings pawn Merchant, Advocat
Queens pawn - Pharmacist, Physician
Bishops pawn Inn keeper
Knights pawn Gate keeper
Rooks pawn - Messenger, Player

Cessolis text became a great success and was translated in many languages, especially to German and so it should have reached the Bohemian
court. The 14th century was dominated by chess, which in the rare literature of this century became the second most often used literary topic after
the bible. It developed a specific iconography of the chess figures, which might be called a first Tarot (following the descripten of Cessolis
mainly), a fixed image group, repeating and only slightly changed in many editions.
When we see the Bohemian court deck with its professions, then it is obvious, that the deck idea was an imitation of the Cessolis concept.

Chess King - Card King


Chess Queen - Card Queen
Chess Bishop - Card Maid
Chess Knight - Card Ober
Chess Rook - Card Unter
8 Chess pawns - 10 card numbers

The bishop (usually an advisor in the Cessolis interpretation) was variated towards a virgin, the number of professions was increased to 10. The
chess rook had for Cessolis a country lord function, as the kingdom was at its border protected by towers and castles (the rook has on the chess
board some distance to the chess court with King and Queen), occasionally designed as chariot.

Another literary success of 14th century, especially in France, became the Roman de la Rose (finished ca. 1285) of Jean de Meung, an allegory on love, though with sarcastic remarks on women.
An anonymous poem was written ca. 1370, which combined love and chess, this poem was interpreted in a long encyclopedic work Echecs
amoureux of Edvart da Conty in 1398, framed in the story of an author, who - following the plot of the Roman de la rose - enters a garden of
love and has then in the final scene a chess game with a beautiful woman. He loses the game, rather quick.
In the long encyclopedic part in the middle 16 Greek/Roman gods (the number 16 probably selected according the general orientation towards
the chess game) are used as meta-context - they are explained, shown in their stories and contents, also related to objects in the real world. In the
final chess game 16 male elements (= chess figures), at least partly taken from the Roman de la rose, fight the game with 16 female elements,
also taken at least partly from the same source. So totally 32 chess figures are individually identified with features of the soul as a representation of the indeed always complex communication between men and women. The 16 gods, which were used for the encyclopedic part, also
found a sort of standard iconography, which we partly can observe in surviving later editions.

#### Pictures of gods

#### Row of gods

The Roman de la rose and also Edvart da Contys work got harsh critique from the site of Christine de Pizan (called the first feministic author), who was active in 1402 at the court of Valentina Visconti, who had married the brother of the French king Charles VI, Louis of Orleans.
Valentina had been Filippo Maria Viscontis elder half sister, though they never met in real life. In 1402 Filippo Maria had been 10 years old and
was surely not able to follow the complex discussion (which became a great topic in the development of French literature), if any details would
have reached him. But in the advanced age of 33 years in 1425 he should have had an opinion in the matter and probably he considered it, when
he commissioned the Michelino deck, which used in its details partly other gods (but it alo were 16) and a specific own order.
Filippo Maria was in ca. 1425 orientated towards the Bohemian card deck, if he wished to associate chess, he possibly would have chosen 64
cards instead of the 60 cards. But we have the information, that Filippo Maria installed a chess club in 1427 and in 1429 the court was visited
by a master chess player - so possibly his view on the things changed with the time. The later Cary-Yale Tarocchi seems to be sorted as a chess
game. Filippo Maria seems to have been used only 16 figures, so its less complicated than the 32 elements of Edvart da Conty.

I TAROCCHI TRACULTURA DI CORTE E CULTURA POPOLARE

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#### Additional later influences

#### Emperador game (Spain 1450)

Ross Caldwell recently (2009) wrote in the internet about a poetic interpretation of Fernando de la Torre (1416-c. 1475) of the Spanish (Castillian) 48 card pack, dedicated to the Countess of Castaeda, Juego de Naypes, written c. 1450. The deck had an extra card, the Emperador, which
could beat all other cards. The structure of the deck used kings, knights, jacks and the number cards 9-1 in 4 suits, Espadas, Bastones, Copas and
Oros, so it had the common Latin suit system.
The verse of the emperor had 20 lines, the kings had12, the knights 11, the jacks 10 and the numbers according their value.

#### Ringmanns teaching game (Strassburg 1509)

In a rather late development the Strassbourg humanist Matthias Ringmann (he is famous, as he caused, that America was called America according Amerigo Vespucci) arranged in 1509 a learning system for Latin grammar Grammatica figurata with the help of playing cards. In this system he used 8 major figures, which he composed out of 4 worldly figures (king - rex, queen - regina, cupbearer - pincerna and fool - stultus;
similar to Emperor, Empress, Bagatto and Fool in Tarot) and 4 figures of the church (priest - curatus, vicar - sacellanus, bellringer - aedituus,
monk - monacus). Ringmann stated, that he used an older card game as model, which might have been a construction of Karnffel, possibly one,
with used 4 heilige Lehrer. Possibly Ringmann thought it wise for understandable political reasons to use figures of lower clergy instead of
figures of higher clergy as Pope etc.
Each figure is presented by a woodcut, and additional paintings are given in relative rude manner and were used in the teaching system.

#### Picture Ringmann cards

#### Old German decks

The following 4 early German decks deliver further information about the nature of early playing card decks - perhaps 3 of them can be categorisized as court decks. They all show similarity to features, which might be regarded as typical Tarot or Italian qualities :

a. Stuttgarter Spiel (handpainted, court game)


Location/Time: upper Rhine,1427/31
Structure: 48 cards (3 cards missing), 4x12,
2 Kings on horse (Ducks + Hawks) + 2 Queens sitting (Dogs + Stags), 2 male and 2 female standing Ober, 2 male + female standing Unter (HawksUnder is missing), 1-9
Suits: Ducks, Hawks, Dogs, Stags
balanced in gender, as the Cary-Yale-Tarocchi

b. Ambraser Hofjagdspiel (handpainted, court game)


Location/Time: upper Rhine, ca. 1440 - 1455
Structure: 56 cards, 4x14, King, Queen, Ober (all on horse, Obers are male), Unter (standing beside horse), Banner, 1-9
Suits: Hunting Tool, Hawks, Dogs, Stags
Italian Tarocchi structure, only with small arcana 4x14

c. Spielkartenmeister (copperplate engraving, Master of the playing cards) (rich persons deck)
Location/Time: upper Rhine, ca. 1445 - 1455
Structure: 60 cards, 5x12, King, Queen (both sitting), Ober, Unter (both male and both standing), 9-2
Suits: Wild animals, Stags, Birds, Flowers, Wild men
5 suit system, Italian Tarocchi court system

d. Liechtensteinsches Spiel (woodcut, common peoples deck)


Location/Time: Swabia, might be of 1440-1450, but is also discussed to be much younger, only 15 court cards and one ace have survived
Structure: 5 suits with either 12-13 cards, King, Ober, Unter (Queens cant be excluded) 5 Kings (sitting, male), Ober (standing, male), 5 Unter
(3 male and 2 female, one of these a nude - perhaps the oldest nude in a card deck; one of the male Unter is a Fool, perhaps the oldest known

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LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

Fool on a card deck).


Suits: Swords, Batons (polosticks), Cups, Coins (variated Italian or Mamluk suits), Shields with German eagles (Swiss suit sign)
5 suit system with 4 Italian suits, Italian court system cant be excluded.

#### SUMMARY

From all these collections around the phase of the 1420s till the 1430s it seems most probable, that the following Trionfi card development emerged from the Karnffel/Imperatori development, whereby the Italian Imperatori cards should have had its differences to German Karnffel experiments. Probably both went back to one game, which possibly was played during the council of Constance, which had the character of an
international meeting and transported many cultural influences.
The line of the Karnffel/Imperatori influences probably produced 5x14-decks, as they are known to us by the document of 1.1.1441, the 14 Bembo
cards and the Ferrarese note of 1457. A second line of development became the 5x16-structure, which had an orientation towards chess: as examples might have survived the Cary-Yale Tarocchi and the Charles VI deck.
For the development of the later successful version of Tarot with 4x14 + 22 structure it seems apparent, that the 14-cards version (the 14 Bembo
cards) had been the mother deck of Tarot, not the 5x16 chess versions.

#####Start of Trionfi decks - developments in Ferrara, Milan and possibly Bologna

From the start of decks, which are called Trionfi cards, we have 4 relevant documents, which relate to the years 1441/1442

#### 1.1.1441 paintings for Bianca Maria

E adi deto (1 gennaio 1441) lire due, soldi cinque marchesani, contanti a Magistro Iacopo de Sagramoro depintore per XIIII figure depinte in
carta de bambaxo et mandate a Madama Bianca da Milano per fare festa la scira de la Circumcisione de lanno presente... L.II.V.

The probable commissioner is Leonello dEste, who one year later pays for Trionfi cards.
The painter Iacopo de Sagramoro becomes later the major Trionfi card painter at the dEste, already since 1422 he is occasionally active as playing card producer.
The date 1st of January had been a traditional day for gaming and gambling. The document states not clearly that the 14 paintings are playing
cards, but the actual context makes it plausible, that the 14 objects are either playing cards or designs for a projected playing card deck.

Bianca Maria was for a 1/2-years-stay in Ferrara and one of the political options of the unsettled state between Milan and Venice it was, that she
would marry Leonello dEste and not Francesco Sforza, who still was operating as an enemy of her father on the Venetian side. In exspectation
of a wedding in the highest social classes it probably had been custom (or the custom developed in this time), that the bride got a playing card
deck for the wedding and the appearance of the deck naturally must have been discussed before. So Sagramoros paintings might be not playing
cards, but designs, which might become once the wedding trump cards, in the case, that Bianca Maria would marry Leonello. This didnt happen.
We dont know, which paintings were made, but one might suspect a similarity to the 14 special cards, which later were made by Bonifacio Bembo
in the Visconti Sforza deck.
The fact, that the day of circumcision (1st of January) was used as Feast of the Fools at least in other parts of Europe (we found no direct evidence for a use in Ferrara), gives reason to the suspicion, that the 14 cards included a Fool.

#### Cary-Yale Tarocchi

The Cary-Yale Tarocchi is assumed to have been produced for the wedding of Bianca Maria Visconti and Francesco Sforza in October 1441. It
survived only in fragments, however, it is clear, that the usual cards court were expanded with a female knight and a female page, increasing the
number of the small arcana to 64. From this condition (and other iconographic arguments) we conclude, that this deck had a 5x16-structure and
an orientation towards the chess game.

#### Leonello dEste

After the death of his father at 26th of December 1441 Leonello dEste was made new signore in Ferrara. One of his first activities as signore

I TAROCCHI TRACULTURA DI CORTE E CULTURA POPOLARE

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must have been, that he ordered 4 Trionfi decks for the following festivities, which were produced and finally paid at 10th of February 1442 to
the painter Iacomo Sagramoro:

Maistro Iacomo depentore dito Sagramoro de avere adi 10 fiebraro per sue merzede de avere cho(lo)rido e depento le chope e le spade e li dinari e li bastoni e tutte le figure de 4 para de chartexele da trionffi, e per farle de fora uno paro de rosse e 3 para de verde, chargate de tonditi fati
a olio, le quale ave lo nostro Signore per suo uxo; tanss I precii per Galioto de lAsassino chamarlengo de lo prefato Signore de chomissione
de lo Signore, in raxone de lire zinque per paroL. XX.

Its the first known use of the word trionffi in context of playing cards with 4 para de chartaxele da trionffi, 4 packs of (small) Trionfi cards.
The paid price (5 Lira Marchesana each deck) gives reason to assume, that these cards were not gilded, gilded decks of the later time were paid
with about 10-12 Lira Marchesana, possibly this difference led to the choice of the expression chartaxele (small cards). le chope e le spade e
li dinari e li bastoni - the suits are individually mentioned, which happens not in later Ferrarese documents, when the suits were already introduced and usual. This might be seen as an argument, that Trionfi cards were still a new invention in February 1442.

#### A deck for the boys / Ferrara

For the 28th of July 1442:

E adi dicto per uno paro de carte da trionfi; ave Iacomo guerzo famelio per uxo de Messer Erchules e Sigismondo frateli de lo Signore. Apare
mandato a c___, L. 0.XII.III

It appears inside a credit for the Bolognese merchant Marchione Burdochi, from whom it is known by other documents, that he had some exchange with the painter Sagramoro in 1442. The servant Iacomo cross-eyed buys a relatively cheap Trionfi deck (about 1/8th of the price, which
Leonello paid for the other deck) from Burdochi for the two young brothers of Leonello (9 and 11 years old), whereby relatively cheap must
be translated with much too expensive for normal persons of the society, but possibly an object for the purse of noble men.

The involvement of a Bolognese merchant in the early documents caused a lot of internal discussion in our circle of researchers. Did in 1442 an
independent Bolognese production of Trionfi decks exist? Or did Sagramoro produce a cheaper edition to the 4 decks for Leonello, possibly of
a similar style, which he sold to the trading Marchione Burdochi?

Till now this is a living exchange, still unresolved. Generally it must be stated, that the early Trionfi card evolution probably didnt become immediately a success, cause in the years 1443 -1448 we find no further Trionfi documents, but indications of higher playing card prohibition tendencies in Italian society, caused by a strong pope Eugen, who had a close association to the Franciscans, and the Franciscans didnt love playing
cards.

1450 is a papal Jubilee year and its peace between Milan and Venice since spring 1450 with Sforzas success, reason for many festivities and
some relaxation about things, which are forbidden or not then a greater start of the Trionfi decks followed, but it seems rather improbable, that
it had already 21 trumps and a Fool.

***********************

Ive to excuse, that many details are given only in a rough description (editorial place in a book is limited). The article is also given in the internet at:

http://trionfi.com/a/

- there it includes references and much more material and details

http://trionfi.com/
Tarot History / Tarot Web Museum

Lothar Teikemeier

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LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

I TAROCCHI. ARCHETIPI UNIVERSALI FRA ORIENTE ED OCCiDENTE


di Gerardo Lonardoni

Carl Gustav Jung defin i simboli degli Arcani Maggiori come una sorta di idee archetipiche, di un tipo differenziato (1). Il celebre psicanalista svizzero ebbe una conoscenza non superficiale del tarocco, specialmente se si considera che nellepoca in cui
egli visse doveva ancora essere pubblicata la maggior parte delle opere storiche e iconografiche sullargomento. Lallieva Hanni Binder prese alcune annotazioni delle descrizioni che Jung le forn degli Arcani Maggiori, in cui le classiche interpretazioni tratte
dal manuale dellesoterista francese Papus si mescolano alle categorie psicanalitiche
come il S, lOmbra, lInflazione, lIntroversione e cos via (2).
La storia del Tarocco, pur avendo compiuto importanti passi in avanti negli ultimi
decenni (3), ben lungi dallavere rivelato tutti i suoi segreti. Oggi sappiamo con certezza che il tarocco nato agli inizi del Quattrocento in Italia del Nord, presumibilmente
a Bologna; ma sappiamo anche che i mazzi quattrocenteschi erano ben diversi dal modello classico di Tarocco, detto di Marsiglia dalla citt in cui veniva stampato.
Anzitutto, liconografia degli Arcani Maggiori era completamente diversa da quella
odierna, a volte irriconoscibile, specialmente in certi arcani profondamente simbolici
come la Luna o la Stella; il mazzo quattrocentesco detto Visconti di Modrone riportava
le virt teologali - Fede, Speranza, Carit - (figura 1 - figura 2 - figura 3) che non compaiono con tale nome nei mazzi successivi, e contiene sei figure di corte al posto delle
classiche quattro: Re, Regina, Cavaliere, Dama a Cavallo, Fantesca e Fante. Lordine
degli Arcani Maggiori continu a mutare per tutto il Quattrocento e il Cinquecento, ed
accanto al classico mazzo di 78 carte apparvero mazzi fortemente simbolici come i cosiddetti Tarocchi del Mantegna, di sole 50 carte, che non ebbero alcun seguito. Secondo
diversi studiosi contemporanei (4) il mazzo originario di tarocchi era composto di cinque semi di 14 carte ciascuno, per un totale di 70 carte: il quinto seme sarebbe stato
lembrione dei futuri Arcani Maggiori. Come se tutto ci non bastasse, il tarocco venne
chiamato con tale nome solo dal principio del Cinquecento poich per tutto il secolo precedente, le carte furono denominate Trionfi. Solo al termine di questo lungo processo, ma
non prima degli inizi del Settecento, il mazzo di tarocchi assunse la sua definitiva fisionomia nella forma tradizionalmente denominata Tarocco di Marsiglia. In definitiva possiamo gi affermare che ci che noi siamo abituati a chiamare Tarocco non sorto come

I TAROCCHI TRACULTURA DI CORTE E CULTURA POPOLARE

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tale. Esso invece il frutto di una lunghissima evoluzione durante la quale alcuni
mazzi di carte quattrocenteschi, dalliconografia improntata alla civilt, alla morale e alla spiritualit occidentale vennero radicalmente trasformati fino a diventare gli elementi simbolici di una dottrina ben pi profonda e ricca di
significato.
Questa evoluzione gi lascia perplessi, dato che non si spiega il motivo per
cui un mazzo di carte destinato prevalentemente al gioco nelle osterie avrebbe
dovuto mutare in tal modo le proprie caratteristiche. E non in senso semplificatorio, si badi bene, ma al contrario secondo una linea evolutiva che lha reso
sempre pi complesso ed idoneo a veicolare principi e archetipi di sorprendente
profondit. Non solo gli Arcani Maggiori, ma anche le Carte di Corte nel classico mazzo di Marsiglia mostrano una stupefacente ricchezza di particolari, che
le carica di un interesse singolare per gli studiosi di simbolismo. La maggior
parte degli studi sullargomento si soffermano soprattutto sui ventidue Arcani
Maggiori e mettono in evidenza che essi delineano nel loro insieme un cammino
verso il Divino, una sorta di itinerarium mentis in Deum per dirla con san Bonaventura da Bagnoregio: una completa rappresentazione simbolica del viaggio
interiore di ognuno di noi, alla ricerca della risposta alle tre eterne domande: chi
siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?
Il cambiamento lento e progressivo che port i trionfi rinascimentali a trasformarsi nei Tarocchi di Marsiglia invest ogni singolo aspetto delle carte, dalliconografia al simbolismo, fino al nome stesso come abbiamo gi detto.
La parola Tarocchi, che pass a designare il gioco a partire soltanto dagli inizi
del Cinquecento, era considerata strana e priva di etimologia gi al suo apparire
nel Cinquecento, come rendono evidenti alcuni brani che trascriviamo:
Quel nome bizzarro / Di tarocco, senza ethimologia, / Fa palese a ciascun,
che i ghiribizzi / Gli havesser guasto, e storpiato il cervello./ Questa squadra di
ladri, e di ribaldi, / Questi, che il vulgo suol chiamare Trionfi, / Mhan fatto tante
volte si gran torti,/ Si manifeste ingiurie, chio non posso / Se non mai sempre
di lor lamentarmi /: (5)
Viso proprio di Tarocco colui a chi piace questo gioco; ch altro non vuol dir
Tarocco che ignocco, sciocco, balocco, degno di star fra fornari e calzolari e plebei a giocarsi in tutto un d un carlino in quarto a Tarocchi, o a Trionfi, o a Sminchiate che si sia: ch ad ogni modo tutto importa minchioneria e dapocaggine,
pascendo l occhio col sole e con la luna e col dodici, come fanno i putti (6).
Cos invece ne interpreta letimo il giurista Andrea Alciati, il celebre autore
degli Emblemata in unaltra sua opera:
sebbene quello che volgarmente viene detto gioco dei tarocchi abbia un
timo greco. Possono infatti chiamarsi hetarochoi quei compagni che si riuniscono a giocare per il cibo e sono soliti giocare le carte (7).
In un manoscritto anonimo intitolato Discorso perch fosse trovato il giuoco
si trovano interessanti osservazioni sui tarocchi, fra cui lorigine etimologica,
cos come ritenuta dallautore: Tarocco in lingua greca altro non vuol dire che
salso e pretioso condimento, nome veramente conveniente e proprio, essendo questo di
diverse cose fatto in concime (?) saporito di acutezza e giovevoli contemplazioni ripieno
e perci pretioso e solo fra tutti gli altri degno di essere tenuto in pregio essendo tutti gli
altri a paragone di questo, sciocchi..
dunque evidente che gi nel Cinquecento letimologia del nuovo termine era completamente sconosciuta. Secoli dopo questi scritti, gli esoteristi cercarono quindi una
nuova etimologia della parola tarocco che ne mettesse in luce le origini sapienziali e la
ricollegarono alla parola ebraica Tor, la Legge o alla parola latina Rota, la Ruota. In
tempi recenti, altri studiosi hanno ricollegato letimo alla parola araba Tariqa, cio via
sacra intesa come percorso verso il Divino (8). Bench le parole Tor e Tariq possano

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LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

costituire un passo nella giusta direzione, e cio lorigine orientale della dottrina
sapienziale del tarocco, riteniamo che sia pi convincente il diverso accostamento che ora illustreremo.
Abbiamo gi scritto chiaramente che bisogna distinguere tra i tarocchi intesi
come carte simboliche, la cui origine va collocata nel primo Quattrocento italiano, e la dottrina sapienziale che, ad iniziare dal Settecento, si afferma celarsi
fra le pieghe del simbolismo degli Arcani. Questa dottrina, la cui profondit
sorprendente, mostra affinit con gli insegnamenti orientali - e segnatamente
buddhisti e induisti - relativi al cammino verso la Liberazione o Nirvana. Esistono infatti almeno due importanti complessi simbolici orientali che mostrano
profonde analogie con il tarocco.
Sulle montagne del Kashmir fior, alcuni secoli prima del Mille, unimportante corrente dello shivaismo, il cui fondatore e pi autorevole esponente fu
Vasugupta, vissuto nell VIII secolo. Secondo il suo stesso racconto Vasugupta,
guidato in sogno dal dio Shiva di cui era devoto, scopr allinterno di una grotta
montana sullHimalaya i 78 aforismi di Shiva o Shivasutra, formati da tre sezioni, la pi importante delle quali - la prima - constava di 22 frasi. Gli Shivasutra intendevano essere una completa via per lautorealizzazione, dettata dal
dio ai suoi devoti. Ognuno dei 22 aforismi pu essere posto in relazione con
lArcano Maggiore dei tarocchi corrispondente.
In prossimit del Kashmir induista, e cio nel Tibet buddista, apparve allincirca nella stessa epoca linsieme iconografico denominato Tara Verde e lassemblea delle 21 Tare (figura 4). Tara unimportante divinit femminile del
Tibet spesso rappresentata nella sua iconografia assieme a 21 emanazioni di se
stessa, ognuna con caratteristiche proprie. Il complesso formato da Tara e dalle
sue 21 emanazioni costituisce un insieme di 22 ipostasi divine, ognuna delle quali
ha una propria ritualit costituita da invocazioni e mantra. Ogni emanazione di
Tara costituisce una rappresentazione specifica di un aspetto della divinit, ed
anchessa pu essere posta in relazione col corrispondente Arcano Maggiore dei tarocchi.
Cos larcano I, il Mago, tradizionalmente considerato espressione della
Coscienza divina in azione sul mondo della materia, si pu confrontare col
primo aforisma degli Shivasutra: il S coscienzialit. LArcano XI, la
Forza, trova unevidente corrispondenza nell11 Shivasutra: Egli il
fruitore della triade, Signore degli Eroi. La triade cui si riferisce laforisma costituita dai tre stati di coscienza ordinari, cio veglia, sogno, sonno
profondo; lasceta, che non perde mai la propria consapevolezza di s in ciascuno di questi tre stati, un uomo di stampo eroico, fuori del comune. Larcano
XVI, detto la Torre o La Casa di Dio simboleggia tradizionalmente il dissolversi
della visione limitata caratteristica delluomo oscurato dallegoismo; ad esso corrisponde
il XVI aforisma La Potenza limitatrice si dissolve in virt del raccoglimento nel principio puro. Il principio puro il supremo Shiva, metafora della Coscienza Universale,
concentrandosi nel quale e pensando che lintero universo non altro che la sua manifestazione, si dissolve la potenza limitatrice, cio Maya. Allo stesso modo, la sedicesima Tara Raga-Nisudana che distrugge i desideri, chiamata in Tibet anche la
luminosa fiammeggiante, da porsi in relazione col fulmine che distrugge la Torre nellarcano XVI. Larcano XXI, il Mondo (figura 5 - figura 6) rappresenta il compimento della Grande Opera alchemica ed infatti la figura formata dallermafrodito
danzante e dalla mandorla che lo circonda sembra disegnare lultima lettera dellalfabeto greco mentre le braccia del primo Arcano, il Mago, formavano la
. Cos il Mago e il Mondo rappresentano linizio e la fine dellopera creatrice, appunto lalfa e lomega. Il ventunesimo aforisma di Shiva recita allinsorgere della
pura Conoscenza, egli realizza la signoria della ruota delle potenze; diviene cio

I TAROCCHI TRACULTURA DI CORTE E CULTURA POPOLARE

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signore della totalit delle forze che determinano lUniverso inteso come manifestazione dellessere, mentre la Tara corrispondente Paripurana, colei che compie alla perfezione tutte le attivit. Il ventiduesimo arcano infine, designato anche
come lo zero, il Folle Divino (figura 7 - figura 8), cio luomo che, avendo trasceso
se stesso ed essendosi ricongiunto alla propria Natura Superiore, al di sopra di
ogni regola o legge. Lo Shivasutra corrispondente afferma che il Risvegliato, meditando sulla Coscienza Universale, entra in contatto con il suono creatore e diviene
volont creatrice. La tara corrispondente Tara Verde, posta al centro del mandala
delle 21 tare perch la fonte di tutti gli altri suoi aspetti. Ella considerata la
madre di tutti gli Illuminati passati, presenti e futuri, perch li ha nutriti e ne ha
avuto cura come fa una madre per i figli, e allo stesso tempo ne ha incarnato tutte
le perfette qualit
Letimologia della parola sanscrita Tara, la cui affinit con Tarocco evidente, riserva sorprese interessanti. Lorigine indoeuropea del termine rimanda alla forma causativa Tar nel significato di salvatore, redentore, liberatore, stella, che ha determinato
parole come TARAKA, TARIKA, TARANI in parte tuttora presenti nelle lingue moderne dellIndia. Un ulteriore significato della parola Tara pupilla degli occhi. Tara
quindi la Salvatrice, colei che ci fa passare alla sponda della Liberazione ed contemporaneamente anche la Stella nel significato di Stella della Redenzione. In questultima accezione tuttavia il termine potrebbe avere unorigine semitica ed essere
passato solo successivamente nel sanscrito. Pensiamo alla radice del nome della grande
dea celeste semitica Ishtar-Astarte: interessante notare come nel Corano (Sura 86) compaia al-Tariq, il Visitatore notturno, cio la Stella mattutina. In questultimo significato
la radice indoeuropea e quella semitica si fondono e questo potrebbe avere agevolato il
passaggio della dottrina di Tara attraverso le terre dellimpero arabo. Se infatti lorigine
della dottrina sapienziale celata nel tarocco larea himalayana, essa certamente giunta
in Europa attraverso limpero arabo, che allepoca si estendeva dallIndia alla Spagna.
lo stesso percorso compiuto da un altro famoso gioco non privo di implicazioni esoteriche, gli scacchi.
Il tema generale della migrazione dei simboli e del loro incessante trasmettersi da
una civilt allaltra nel corso della storia stato profondamente studiato in tutte le sue
ricadute antropologiche, iconologiche, psicanalitiche (9). Una antica cronaca di Viterbo
riporta che nel 1379 apparvero nella citt i primi mazzi di carte, denominate naibs
e provenienti dai paesi islamici. Non sappiamo se fossero trionfi, cio gli antesignani dei tarocchi, perch non sono sopravvissute ai secoli; ma interessante rilevare che nella vicinissima Orvieto nella stessa epoca venne
costruito lo spettacolare rosone che tuttora adorna la facciata del duomo.
(figura 9) La monumentale opera scultorea, capolavoro dellartista Andrea di Cione detto lOrcagna, reca al centro una testa di Cristo circondata
da una raggiera formata da 22 colonne; il rosone inscritto in un grande
quadrato sui cui lati e nei cui angoli si allineano 56 teste e figure di santi
e profeti. Ventidue il numero degli Arcani Maggiori e cinquantasei
quello degli arcani minori, per un totale di 78, come le carte dei Tarocchi.
Resta da chiedersi chi avrebbe sovrainteso alla lenta e secolare trasformazione del tarocco da semplice gioco di carte a rappresentazione
iconografica di una dottrina esoterica orientale di tale profondit (e cos
evidentemente eretica rispetto al dominante cristianesimo). Il primo
uomo che parl al mondo di una dottrina sapienziale nascosta nel tarocco,
Antoine Court de Gbelin, oltre che figlio dellepoca dei Lumi e uomo di
grande cultura, era un membro di spicco della Massoneria francese settecentesca, affiliato allimportante Loggia parigina Les noeufs Soeurs, di
cui facevano parte anche Diderot e DAlembert, lastronomo Lalande,
Benjamin Franklin e Danton. La Massoneria settecentesca che era una so-

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LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

ciet occulta dedita profondamente allo studio delle varie forme sapienziali, dalla Qabbalah ebraica allalchimia occidentale, stata efficacemente definita da uno storico come
Denys Roman: LArca vivente dei simboli (10), per la sua funzione di mantenimento
e trasmissione di antichi culti e riti, un tempo forti e vitali in Occidente ma successivamente cancellati dallespansione del cristianesimo.
Si pu quindi ipotizzare che allinterno della Massoneria si fosse conservata una tradizione orale relativa al significato occulto della simbologia di cui il tarocco si andava
arricchendo nei secoli e che i depositari di quella tradizione fossero gli artefici della trasformazione degli Arcani secondo i paradigmi di quella conoscenza segreta. Allinterno
dellambito massonico, solo cerchie molto ristrette potevano esserne a conoscenza; la
realizzazione delle potenzialit umane che in Oriente chiamata con lantico termine di
Illuminazione, o Nirvana, anche nellIndia antica era riservata soltanto a pochi eletti.
NellOccidente dogmatico e fanatizzato del tardo Medioevo e dei secoli immediatamente
successivi, una simile conoscenza non avrebbe potuto essere palesata senza causare una
violenta reazione della Chiesa. Sul finire del Settecento, in piena et illuministica e col
potere oppressivo dellInquisizione drasticamente ridotto, de Gbelin ritenne evidente-

I TAROCCHI TRACULTURA DI CORTE E CULTURA POPOLARE

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mente che era tempo di rivelare il segreto fino ad allora custodito, non sappiamo se con
lautorizzazione dei suoi superiori o meno; probabilmente la sua conoscenza della tradizione orale era alquanto superficiale ed un fatto che lo scrittore francese commise
molti errori sulle reali origini del tarocco, che egli erroneamente ricolleg allantico
Egitto. Occorre tuttavia osservare che in Occidente, almeno fino al XIX secolo, lEgitto
fu ritenuto per antonomasia la terra dorigine di ogni dottrina esoterica. Il saggio di Antoine Court de Gbelin era seguito da un breve scritto di un altro Autore, che egli
cita con le iniziali C.de M. e che, secondo gli storici, va identificato nel Conte de
Mellet, un personaggio di una certa importanza nella Francia dellepoca. Facciamo
ora notare che il conte De Mellet fa unosservazione interessante in una nota a pi
di pagina del suo saggio sulla divinazione: Ventidue tavole formano un libro ben
poco voluminoso; ma se, come appare verosimile, le Tradizioni primordiali sono
state conservate nei Poemi, una semplice immagine, capace di fissare lattenzione
del popolo, al quale veniva spiegato il fatto, gli serviva di supporto mnemotecnico,
al pari dei versi che le descrivevano. (11). Nella nostra opera gi citata, sottolineiamo ugualmente che il gioco del tarocco come ci pervenuto manca di ogni spiegazione verbale; per tale motivo abbiamo cercato nellOriente un parallelo che
consentisse di attribuire significati profondi e corretti ai singoli Arcani. Il conte de
Mellet ritiene, con perfetta logica, che se le carte con le loro immagini simboliche
erano sopravvivenze di antiche sapienze, ad esse andavano certamente aggiunte didascalie, eventualmente in forma di poemi; si pu ipotizzare che alla sua epoca queste aggiunte verbali fossero ancora esistenti, o che se ne fosse conservata la memoria
nei circoli occultistici del tempo. (12)

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LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

TAROCCHI E NEOPITAGORISMO
di Alain Bougearel

La struttura numerologica presente nei tarocchi trova il suo primo ed esplicito riferimento nellopera letteraria del Boiardo composta nel 1461 e nei cosiddetti Tarocchi SolaBusca della fine del Quattorcento, per standardizzarsi definitivamente nei mazzi del sec.
XVI. Questa gioco di 78 carte (22 trionfi + 40 carte numerali = 4 x 10 + 16 carte di corte
= 4 x 4) sembrerebbe derivare dallaritmologia pitagorica in quanto il suo rapporto con
la Tetraktys appare inequivocabile.
La Tetraktys pitagorica costituita da un triangolo formato da quattro allineamenti rispettivamente di quattro, tre, due punti, pi un punto singolo alla sommit. La somma
dei punti da dieci come totale e tale numero era considerato il pi perfetto, in quanto
somma dei primi quattro (1 + 2 + 3 + 4). Queste quattro linee sovrapposte rappresentavano nella fisica i quattro elementi e, nella geometria, il punto, la linea, la superficie e il
volume. Il triangolo ha lati formati da quattro punti ciascuno.

Figura da fare
Secondo la dottrina pitagorica il numero non rappresenta esclusivamente unentit
aritmetica quantitativa, bens si manifesta come un armonico principio metafisico che regola luniverso e quanto in esso accade. Il numero diviene pertanto lessenza di tutte le
cose, la legge universale che tutto armonizza e governa, il principio di ogni cosa.
Elemento primigenio del mondo fisico, il punto venne fatto corrispondere con lunit
dalla cui moltiplicazione traggono origine le forme pi disparate darmonia (ad esempio
lAmore, la Bellezza, la Giustizia, etc). Larmonia si configur pertanto come ideale
etico di condotta umana, elemento di perfezione a cui lumanit doveva tendere per ricongiungersi purificata alla grande armonia universale.
I matematici pitagorici erano conosciuti fin dal Medioevo nellOccidente latino specialmente attraverso Fibonacci e Leonardo da Pisa (1170-1250), intimi dellImperatore
Federico II, mentre la loro propagazione conobbe il suo massimo splendore in occasione
del Rinascimento italiano, in particolare grazie ai contributi dei bizantini colti e al neosincretismo platonico fiorentino. La presenza di elementi neoplatonici nei tarocchi gi
stata daltronde dimostrata, ad iniziare dalliconografia di diverse carte che venne modificata sulla fine del sec. XV per aderire a tale dottrina (1), per proseguire con linserimento nei cosiddetti Tarocchi del Mantegna di immagini desunte dallopera De gentilium
imaginibus deorum del poeta ermetico Ludovico Lazzarelli, e finire citando le figure di
natura alchemica che si riscontrano nei Tarocchi Sola-Busca.
Nei tarocchi il numero 22 dei trionfi fu inizialmente concepito sulla base della nu-

I TAROCCHI TRACULTURA DI CORTE E CULTURA POPOLARE

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merologia mistica cristiana per far giungere luomo alla contemplazione del Divino (2)
mentre il 78 trova straordinari riscontri nella mistica orientale che venne in seguito assunta, secondo la pratica della trasmigrazione dei simboli, in Occidente (3). Attraverso
il concetto darmonia pitagorica che significava qualsiasi struttura ben organizzata di
parti combinate insieme in giusta proporzione, possibile individuare nei tarocchi unarmonica struttura che riprende gli stessi temi della mistica cristiana trasfigurandoli mediante una rinnovata valenza di carattere platonico.
Al centro della filosofia platonica stanno luomo e il suo rapporto con le altre forme
di vita e con il cosmo. Luomo, pur essendo sul piano fenomenico una creatura debole e
mortale, possiede una parte essenziale o anima che costituisce un frammento dellanima
divina e universale, staccata da questa e imprigionata in un corpo mortale; luniverso, a
sua volta, rappresentato come fornito di un ordine intrinseco (cosmos) e costituito da
una sostanza vivente, eterna e divina.. Gli uomini pertanto devono sottoporsi ad un processo di purificazione interiore mediante una serie di morti e rinascite fisiche, per giungere a ritrovare lunione con lanima universale. Studiando inoltre la perfetta struttura
delluniverso, di cui sono simboli visibili le orbite dei corpi celesti che ruotano in cerchi perfetti, luomo porta quellordine dentro se stesso e uniforma ad esso la propria
anima.
Risulta di estrema importanza considerare come nella mistica cristiana, nel pensiero
pitagorico e in quello platonico che lo eredit da questultimo, la ricerca di Dio da parte
delluomo - venga essa intesa come contemplazione che come ritorno alla natura originaria - si sia manifestata attraverso il ricorso a medesimi valori numerologici.
Venendo al numero 78, che corrisponde al totale delle carte dei Tarocchi, si pu notare che tale numero la somma pitagorica dei primi 12 numeri:
Le 78 carte = 1 + 2 + 3 + 4 + 5 + 6 + 7 + 8 + 9 + 10 + 11 + 12

rappresentabili con la piramide sotto riportata in immagine:


figura 1
Questa piramide e composta dai 16 onori, o Carte di Corte (Re, Regina, Cavaliere e

Fante) = 4 x 4 che possiamo disporre al vertice:

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LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

Figura 2
Inoltre composta da 40 carte numerate = 4 x 10 , che possiamo disporre ai lati in
losanghe:

Figura 3
Infine i 22 soggetti allegorici o Trionfi, = 1 + 4 + 7 + 10 formano la piramide a tre
lati che si vede nella figura sottostante.

Figura 4
Cos appare la piramide completa di trionfi, carte numerali e di corte:

Figura 5
Un triangolo di base 12 si trova sulla prima pagina dellAlmagesto di Tolomeo nella
versione di Venezia del 1515. In essa lautore, concependo la Terra immobile al centro
delluniverso, descrive in termini geometrici e matematici i moti e le posizioni dei pianeti, del Sole e della Luna su uno sfondo di stelle fisse. La presenza della piramide, seppur rovesciata, testimonia levidente influsso dellaritmologia pitagorica a cui attinsero
molti scienziati nel tempo.

Figura 6
A questo punto occorre chiedersi quale significato mistico possedeva il numero 56 che

I TAROCCHI TRACULTURA DI CORTE E CULTURA POPOLARE

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unito al 22, di cui abbiamo gi trattato, appare nella struttura dei tarocchi.
I numeri che devono essere presi in considerazione sono pertanto
il 10 (carte numerali) e il 4 (carte di corte), ambedue moltiplicati per
4 in base al numero dei semi. Se il 10, come abbiamo visto, era considerato numero perfettissimo, nel 4 troviamo lespressione della materialit, cos come essa si esprime nel mondo sensibile, cio le
stagioni, gli umori, i venti, etc.
Il 56 che complessivamente risulta dalla moltiplicazione del 10 e
del 4 per i quattro semi, rappresentava per i Rosacroce il numero dellalchimia (4). Nel numero 78, unione di 56 e 22, si cela quindi
unaritmologia pitagorica che rivela da un lato la perfezione divina (il
numero 10), la natura umana (il 4) ed infine il percorso delluomo
per giungere a tale perfezione (il 22). Il numero 12, da cui mediante
la piramide pitagorica si forma il numero 78, indica nel suo insieme
un completo ciclo cosmico, simbolicamente rappresentato dai segni
zodiacali. Un percorso che in termini filosofici denuncia una matrice
di stampo neopitagorico e platonico.

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LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

LA SCALA MISTICA DEI TAROCCHI


di Andrea Vitali

I tarocchi sono un gioco formato da 56 carte, divise per ciascun seme (coppe, danari,
spade, bastoni) in dieci carte numerali e in quattro carte di corte (fante, cavallo, regina,
re), e da 22 carte allegoriche, chiamate Trionfi. Questi ultimi si ispirano concettualmente
ai Triumphi di Francesco Petrarca (tutti presenti nel Ludus Triunphorum, come si chiavava il gioco dei tarocchi in origine), in cui il poeta trecentesco descrive le principali
forze che governano gli uomini attribuendo loro un valore gerarchico.(1) Per primo viene
lAmore (Istinto) (figura 1 da scegliere), che corrisponde ad una fase giovanile, vinto

dalla Pudicizia (Castit, Ragione) (figura 2 da scegliere) , fase successiva di matura pacatezza, a cui segue la Morte (figura 3 da scegliere una fra le indicate nostra), che sta
a significare la transitoriet delle cose terrene. Questultima viene vinta dalla Fama
(figura 4 da scegliere), vittoriosa sulla morte nella memoria dei posteri, ma su di essa
trionfa il Tempo (figura 5 nostra) il quale sovrastato infine dal Trionfo dellEternit
(figura 6 da scegliere) che sottrae luomo dal flusso del divenire e lo pone nel regno delleterno.
Le carte dei Trionfi sembrano essere state composte inizialmente da 14 allegorie per
stabilizzarsi infine su 22, numero che nel significato mistico cristiano rappresenta lintroduzione alla sapienza e agli insegnamenti divini impressi negli uomini (2). Tale percorso, che denuncia un progressivo adattamento di questo gioco a dettami numerologici
di carattere religioso, fu probabilmente adottato per evitare la condanna della Chiesa la
quale ripetutamente si era scagliata contro i giochi di carte considerati dazzardo.
Scrive il Seznec La teologia medievale assegna alluniverso un preciso ordine, formato da una scala simbolica che sale dalla terra al cielo: dallalto di questa scala Dio, la

I TAROCCHI TRACULTURA DI CORTE E CULTURA POPOLARE

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Prima Causa, governa il mondo, senza tuttavia intervenirvi direttamente, ma operando ex gradibus, cio
attraverso una serie ininterrotta di intermediari in modo
che la sua potenza divina si trasmette fino alle creature
inferiori, fino allumile mendicante. Letta invece dal
basso verso lalto, la scala insegna che luomo pu elevarsi gradualmente nellordine spirituale inerpicandosi
lungo le cime del bonum, del verum e del nobile e che
la scienza e la virt lo avvicinano a Dio. (3)
Lorigine del concetto della Scala Mistica in ambito
cristiano si fa risalire al celebre passo biblico che racconta il sogno fatto da Giacobbe in viaggio verso Harran, citt della Mesopotamia (Genesi, 28, 12-13).
Durante una sosta notturna Giacobbe si stese a terra per
dormire ed utilizz una pietra come cuscino. Sogn una
scala appoggiata dove lui riposava e la cui vetta giungeva fino al cielo. Sulla sommit di questa immersa fra
le nuvole, gli apparve Dio che promise a lui e ai suoi
discendenti, cio il popolo di Israele, la terra sulla quale
giaceva. I gradini della scala erano percorsi
nei due sensi da numerosi angeli.
Giacobbe, svegliatosi, esclam: Veramente c il
Signore in questo luogo e io non lo sapevo! e prendendo la pietra sulla quale aveva appoggiato la testa la
pose ritta come una stele sacra, versandovi dellolio
sulla sommit. Chiam quel luogo Betel, ossia Casa di
Dio. (figura 7 nostra- figura 8)
Le riflessioni dei Padri della Chiesa sia dOriente
che dOccidente fornirono a questo episodio numerose interpretazioni allegoriche. Per
Filone di Alessandria (I secolo), Clemente Alessandrino ( prima del 215) e Origine
(185-253/254) gli angeli furono paragonati allanima umana e il loro scendere e salire
allascensione al cielo, mentre per altri Padri la scala fu intesa come vincolo di unione
tra il mondo spirituale e quello terreno e gli angeli assimilati alle parole divine.

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LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

Nel cristianesimo primitivo la via verso il cielo venne immaginata in forma di ascesa,
come quelle di Cristo ed Elia. In questambito trov impiego anche la scala che divenne
lelemento principale, assieme ad un ripido monte, per rappresentare il viaggio delluomo
che si eleva verso lincontro con Dio. Tale raffigurazione ebbe una grande fortuna iconografica ed agiografica: Perpetua, la martire cartaginese, mentre era costretta in prigione ebbe la visione di una scala alta e stretta che saliva verso il cielo, con spade, lance
ed altre sorti di armi che ne contrastavano il cammino dai lati mentre un drago si agitava
alla sua base, a significare la via verso il cielo attraverso il martirio.
La pi grande umilt e la divina beatitudine potevano essere raggiunte nella vita terrena tramite unascesi, erigendo una scala, da realizzarsi con le proprie opere, a somiglianza di quella di Giacobbe, ricorrendo in primo luogo alle virt (le scale moralizzanti
della virt sono usuali nellarte miniata medievale) in grado di abbattere lorgoglio che
affonda luomo impedendogli lelevazione (San Benedetto da Norcia).
Con il pensiero della Scolastica - che avvalorava le verit di fede attraverso luso
della ragione e il ricorso alle auctoritas - si venne a creare una nuova e feconda connessione fra teologia e filosofia per cui Scientia e Sapientia (di cui philosophia, che prepara
allintelligenza della fede, e theologia pretendevano essere espressioni supreme) furono
considerate pioli della scala mistica, quali appaiono nellincisione che correda lopera del
Vescovo gesuata Antonio Bettini El monte sancto di Dio (1477) scritto simbolico che
voleva indicare la via per raggiungere leterna felicit. (figura 9)
Nellopera il gesuita che sale la scala poggia un piede sulla testa del diavolo che ritroviamo come drago nella visione della martire Perpetua dove, come fece osservare

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SantAgostino, la sua testa formava il primo piolo della scala. Il suo significato semplice: non poteva infatti essere intrapreso alcun cammino di elevazione se prima non si
era schiacciato la testa del diavolo, cio rifiutato (superato) il male a priori. A rappresentare il percorso dellascesi, accanto e oltre alla scala, troviamo un monte come appare
nellincisione di Antonio Bettini, anche se i due motivi vivranno per la maggior parte autonomamente. (4)
Dal primo ordine di Trionfi conosciuto, risalente allinizio del Cinquecento (5), risulta
evidente che si trattava di un gioco a sfondo etico. Il Giocoliere (Bagatto) raffigura
luomo comune a cui sono state date guide temporali, lImperatrice e lImperatore e
guide spirituali, il Papa e la Papessa (la Fede). Gli istinti umani devono essere mitigati
dalle virt: lAmore dalla Temperanza e il desiderio di potere, ossia il Carro, dalla Forza
(la cristiana virt Fortitudo). La Ruota della Fortuna insegna che ogni successo effimero e che anche i potenti sono destinati a diventare polvere. LEremita, che segue la
Ruota, rappresenta il tempo al quale ogni essere deve sottostare, mentre lAppeso (definito nelle prime carte con il termine di Traditore) denuncia il pericolo di cadere nella
tentazione e nel peccato prima del sopraggiungere della Morte.
Anche lAldil rappresentato secondo la tipica concezione medievale: lInferno e
quindi il Diavolo, posto sotto la crosta terrestre sopra la quale si estendono le sfere celesti. Come nel cosmo aristotelico, la sfera terrestre circondata dal cerchio dei fuochi
celesti, raffigurati da fulmini che colpiscono una Torre. Le sfere planetarie sono sintetizzate dai tre astri principali: Venere, la Stella per eccellenza, la Luna e il Sole. La sfera
pi alta lEmpireo, sede degli Angeli che nel giorno del Giudizio saranno chiamati a
risvegliare i morti dalle loro tombe. In quel giorno la Giustizia divina trionfer, pesando
le anime e dividendo i buoni dai malvagi. Sopra tutti sta il Mondo, cio El Dio Padre,
come scriveva un anonimo monaco che comment i tarocchi allinizio del Cinquecento.
Lo stesso religioso pone il Folle dopo il Mondo, come ad indicare la sua estraneit ad

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LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

ogni regola ed insegnamento in quanto, difettandogli la ragione, non era in gradi di comprendere le verit rivelate.
Il pensiero della filosofia Scolastica, che mirava ad avvalorare le verit di fede attraverso luso della ragione, accumun in questa categoria tutti coloro che non credevano
in Dio, anche se in grado di ragionare. (figura 10 nostra) Nei trionfi la presenza del Folle
acquista pertanto un ulteriore e profondo significato: il Folle, nella sua accezione di possessore di ragione ma non credente, doveva divenire, attraverso gli insegnamenti espressi

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LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

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dalla Scala Mistica, un Folle di Dio come lo divenne il santo


pi popolare, cio Francesco, che fu chiamato Lo Sancto
Jullare di Dio o Il Sancto Folle di Dio.
Assecondando il principio dellArs Memoriae del tempo
teso a rimandare alla mente contenuti e principi di qualsiasi
campo dello scibile, i giocatori che utilizzavano i tarocchi apprendevano i valori etici sopra espressi.
Oltre ai trionfi esistevano diversi altri mazzi di carte
che esprimevano il medesimo significato di Scala Mistica,
come ad esempio la serie di 50 incisioni dei Tarocchi del
Mantegna (ca. 1465). In realt queste carte rappresentano
un caso a parte, speciale, in quanto non si tratta di un vero
e proprio mazzo di tarocchi. Unerrata valutazione ottocentesca la attribu al Mantegna, ma gli storici dellarte
sono concordi nellassegnarla ad un autore ferrarese vicino a Francesco del Cossa. Tuttavia lordine delle figure,
che illustrano le Condizioni umane, le Virt, le Arti liberali, le Muse e le Sfere celesti dividendole in cinque gruppi
ben distinti, le avvicina molto ai tarocchi in quanto connotate dalle stesse finalit educative.
Lutilizzazione ludica prese presto il sopravvento sullaspetto didattico-morale del gioco, che gi agli inizi del Cinquecento non era pi compreso. Solo nel Settecento venne
riscoperto il contenuto filosofico di queste carte. Partendo da
premesse totalmente esoteriche, i nuovi interpreti diedero origine ad una nuova utilizzazione dei tarocchi, il cui fine consisteva nella ricerca individuale della propria natura divina
secondo una dottrina di chiara derivazione ermetico-platonica.

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IL PRINCIPE DEI TAROCCHI


di Andrea Vitali
Un famoso dipinto fino a pochi anni fa conservato in Palazzo Felicini a Bologna ed
ora misteriosamente scomparso, ritrae in abiti seicenteschi il Principe Francesco Antelminelli Castracani Fibbia, discendente dal celebre condottiero Castruccio Castracani.
Opera di un artista sconosciuto della met del 1600, il dipinto ritrae il Principe in piedi,
vicino ad un tavolo, sul quale sono poste alcune carte di tarocchino bolognese. Altre
carte sono a terra ed altre raffigurate mentre cadono dal tavolo. Sotto il dipinto sono riportate le seguenti parole:
Francesco Antelminelli Castracani Fibbia, principe di Pisa, Montegiori, e Pietra
Santa, e Signore di Fusecchio, filio di Giovanni, nato da Castruccio duca di Lucca, Pistoia, Pisa. Fugito in Bologna datosi a Bentivogli, fu fatto generalissimo delle arme
bolognese, et il primo di questa famiglia che fu detto in Bologna dalle Fibbie, ebbe per
moglie Francesca, filia di Giovanni Bentivogli
Inventore del gioco del tarocchino di Bologna. Dalli XVI Riformatori della citt ebbe
il privilegio di porre larma Fibbia nella regina di bastoni e quella della di lui moglie nella regina di denari.
Nato lanno 1360 morto lanno 1419. (figura 1)
La storia, attestata dai documenti che fino ad oggi
sono stato in grado di reperire (1), ci informa che Francesco Antelminelli Castracani Fibbia esistette realmente
e che non fu un parto della fantasia di colui che commission il quadro.
La scritta presente nel dipinto contiene senzombra di dubbio diverse incongruenze ed errori ma,
come vedremo, si trova unindicazione fondamentale
dalla quale possibile ipotizzare che fu proprio quel
Principe ad inventare il gioco dei tarocchi o meglio,
il Ludus Triumphorum. Uno degli errori lattribuzione della paternit di Francesco a Giovanni, un figlio di Castruccio Castracani. Giovanni Castracani
Antelminelli fu in effetti figlio del condottiero come
ci informano le diverse cronache che trattarono di
quella nobile famiglia toscana. Uninformazione diretta ci offerta dal testamento che il Castracani
aveva fatto redigere un anno prima della sua morte
e che fu integralmente riportato da Aldo Manucci
nellopera Le attioni di Castruccio Castracane degli
Antelminelli Signori di Lucca con la genealogia della
famiglia (2), dove troviamo inoltre interessanti notizie sugli ultimi momenti di vita del condottiero e sui
suoi figli.
Come apprendiamo sempre dal Manucci, ma
anche da altri documenti e da alberi genealogici della
famiglia, Francesco nacque da Orlando, figlio di Errico, primogenito di Castruccio Castracani. Dal Manucci veniamo a conoscenza che Enrico, fratello di
Giovanni, ebbe un figlio di nome Orlando il quale
ebbe quattro figli e cio Castruccio, Enrico, Francesco e Rolando.
Sul fatto che il ramo discendente da Enrico si tra-

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sferisse a Bologna non ci sono dubbi, come prova anche un testamento del 5 novembre 1561, redatto da un Joannis Baptista Frassetti, dove un Francesco Fibbia,
figlio di Vincenzo, scrive a proposito della sua nobile famiglia che questa deriv da
Francesco descendentis a stirpe Henrici primogeniti Castruccii de Castracanis, olim
Lucae Principis, qui Henricus expulsus fuit Anno 1328, & in hac civitate Bononiae
Domicilium elexit, et habitavit in Domo Magna, sub Capella Sancti Prosperi, quam
Vincentius praedictus postea vendidit illis de Desideriis Anno 1475 (discendente
dalla stirpe di Enrico, primogenito di Castruccio Castracani, gi principe di Lucca.
Il quale Enrico fu scacciato nellanno 1328 ed elesse la sua dimora in questa citt
di Bologna e abit in una grande casa nella parrocchia di San Prospero, che il pre-

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LICONOGRAFIA DEI TRIONFI

detto Vincenzo poi vendette a quelli dei Desideri nellanno 1475). Questo testamento
fu stampato dal manoscritto originale dalla ex Tip. Longhi di Bologna nel 1764 (3).
Francesco non spos mai Francesca, figlia di Giovanni II Bentivoglio, in quanto
questa and in sposa nel 1482, quindi in epoca pi tarda e proprio a Bologna, a Galeotto Manfredi, Signore di Faenza. Un matrimonio che non dur molto poich nel
1488 il marito cadde pugnalato da sicari su mandato della stessa moglie, la quale si
spos successivamente con il Conte Guido Torelli, gi protonotario apostolico. Non
ci sono pervenute fonti che attestano la presenza di unaltra Francesca, sia che fosse
stata figlia di Giovanni I o appartenente ad un ramo secondario della Famiglia Bentivoglio, di cui non si sappiano con certezza le vicende matrimoniali, ma ad ogni
modo i Fibbia furono strettamente legati ai Signori di Bologna, in quanto molti di
essi ricoprirono ruoli di comando nellesercito di quella famiglia.
Sappiamo che gli stemmi dei Fibbia e dei Bentivoglio erano impressi, come afferma
la scritta, nelle carte seicentesche della Regina di Bastoni e della Regina di Denari: ne
un esempio il Tarocco alla Torre, dove lo stemma Fibbia appare proprio sulla Regina di Bastoni (la Regina di Denari mancante nel mazzo che abbiamo potuto osservare) e in altri Tarocchi del secolo XVIII come in quelli delle fabbriche con
insegna Al Mondo e Alla Colomba. (figura 2 - figura 3 - figura 4)
Ma al di l dei documenti che ne attestano la sua esistenza e la sua presenza a Bologna, deriva da una attenta valutazione di quanto risulta scritto nel quadro che ritengo
fondata lipotesi che il gioco dei Tarocchi sia stato inventato proprio da quel Francesco
Fibbia. In primo luogo, nel Seicento non si conosceva lepoca precisa della sua invenzione come non lo sapevano gli uomini che ne trattarono nel secolo precedente. Nel qua-

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dro scritto che Francesco Fibbia fu linventore dei Tarocchini, quando noi sappiamo che
questi rappresentano una variante cinquecentesca del gioco dei tarocchi, gi esistenti a
Bologna fin dal sec. XV con il nome di Trionfi. Ci significa che lautore delle scritte,
additando un personaggio vissuto a cavallo fra il Trecento e il Quattrocento quale inventore dei tarocchini, non conosceva la reale data dellideazione di questi ultimi, ritenendoli la forma originaria e non una successiva variante. Nonostante questo, le date
indicate nel quadro risultano essere molto vicine a quelle ipotizzate per la nascita del
gioco dei Trionfi, e ci non pu che sorprendere ed avvalorare la tesi che Francesco Fibbia invent non i tarocchini, ma il vero e proprio gioco dei tarocchi, assecondando con
ci anche il pensiero attuale degli storici sullorigine bolognese dei Trionfi. Per di pi
Francesco Fibbia visse in un periodo storico che vide linizio della costruzione della Basilica di San Petronio (1390), fra laltro composta da 22 Cappelle e la costruzione della
Cappella Bolognini (1400-1420) in cui esiste quellunica immagine dellAppeso che fu
adottata dai Trionfi proprio in quegli anni per rappresentare la figura del Traditore. Inoltre la Cappella in questione venne intitolata ai Magi, i quali da sempre sono raffigurati
nella carta della Stella del Tarocchino bolognese, assieme a quel diavolo gastrocefalo,
troneggiante al centro dellInferno, come ritroviamo con la stessa caratteristica nelliconografia degli antichi tarocchini.

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