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La vita
Artista, designer e attivista, nacque in Kansas nel 1951, la mamma era un’insegnante, il padre
un giudice e sua nonna possedeva un negozio di abbigliamento che lo influenzò già da
bambino ad una propensione all’arte e al fashion design. Questo fece sì che venisse
allontanato dai suoi coetanei essendo il Kansas uno stato conservatore.
Vivere lì per Gilbert non fu affatto facile.
Dal 1970 al 1972 servì l’esercito degli Stati Uniti d’America, per avere una sorta di fuga
dall’ambiente conservatore in cui vive e anche per cercare di avere una solidità economica.
Trovò omofobia anche durante l’addestramento, iniziò a fare il medico mentre era di stanza a
San Francisco, proprio durante i primi moti per i diritti gay, quindi dopo il congedo continuò
a vivere come uomo apertamente gay in città.
Partecipò a varie iniziative per quanto riguarda l’attivismo e imparò a cucire confezionando
abiti che voleva ma che non poteva permettersi e poi utilizzò le sue capacità per creare
striscioni per le proteste contro la guerra e per i diritti degli omosessuali.
Sempre in questi anni incontrò e diventò amico di Harvey Milk, attivista, politico e primo
componente delle istituzioni statunitensi apertamente gay, fu assassinato nel 1978 da Dan
White, oggi nella cultura di massa viene considerato un martire della comunità LGBTQ+ e
del movimento di liberazione della comunità.
Su suggerimento degli amici, dei colleghi e dello stesso Harvey iniziò a lavorare alla
creazione del nuovo simbolo per il movimento, politico e non, gay e lesbico; il suo obiettivo
era sostituire il triangolo rosa, lascito nazista della seconda guerra mondiale e allo stesso
tempo creare un simbolo di inclusione, così lavorando anche con altri colleghi e amici, tinse e
cucì le prime bandiere nel 1978.
Gilbert si rifiutò sempre di farne un marchio perché volle rendere la bandiera un simbolo per
tutta la comunità LGBTQ+.
Nel 1979 Gilbert iniziò a lavorare con la Paramount flag company di San Francisco, i suoi
lavori iniziarono ad attirare attenzioni e ciò lo portò ad avere molte commissioni di alto
profilo, progettando bandiere per diversi eventi importanti, nel 1987 la Paramount chiude, ma
Gilbert continua a creare bandiere e realizzando anche altri tipi di arte molta della quale
riferita alla comunità LGBTQ+.
Nel 1994 Baker decide di entrare nella storia creando una bandiera lunga 1,5 km per
celebrare il venticinquesimo anniversario dei moti di Stonewall e l’inizio del movimento per i
diritti civili LGBTQ+, la bandiera fu registrata nel libro dei record del mondo.
Gilbert muore nel 2017 a sessantacinque anni a New York, per una malattia cardiovascolare,
lasciandoci in eredità la sua bandiera e il suo spirito di cambiamento propenso ad un futuro
più inclusivo e pacifico.
La Bandiera arcobaleno
La bandiera ha avuto un forte impatto sociale per la rappresentazione LGBTQ+ infatti come
ha affermato Baker
“The flag is an action – it’s more than just the cloth and the stripes. When a person puts the
Rainbow Flag on his car or his house, they’re not just flying a flag. They’re taking action.”,
quindi la bandiera e il suo utilizzo rappresentano proprio un atto, quello di farsi valere e di
combattere per i propri diritti, mostrarla è un’azione di coraggio.
La comunità ha bisogno di un simbolo di riconoscimento e la bandiera è decisamente degna
di questo ruolo; solitamente le bandiere si utilizzano per rappresentare uno stato e
riconoscerlo, le persone LGBTQ+ sono “pride” del loro essere e combattono per i loro diritti,
è come se fossero patrioti fieri della loro nazione.
Negli anni sono state create molte varianti delle bandiere le quali prendono in considerazioni
i molteplici orientamenti sessuali, il genere, l’identità di genere, l’orientamento romantico.
Le più note e utilizzate sono quelle create per:
L’orgoglio lesbico
L’orgoglio bisessuale
L’orgoglio pansessuale
L’orgoglio polisessuale
L’orgoglio asessuale
L’orgoglio aromantico
L’orgoglio transessuale
L’alleanza etero
La progress flag, che mette insieme la bandiera moderna (quella a sei colori) la Philadelphia
flag (modern flag + nero e marrone per le persone nere) e la bandiera trans.
Esistono altre varianti e soprattutto varianti nelle varianti, perché tutti devono sentirsi inclusi
e rappresentati.
Nel mondo del design ci sono sempre state figure di spicco della comunità LGBTQ+ e nella
realtà dei fatti questo è stato proprio il luogo dove la comunità ha potuto avere importanza e
in qualche modo sentirsi quasi in uno spazio sicuro, però per anni sono sempre stati noti,
seppur gay, uomini bianchi e molti pionieri del design LGBTQ+ restano ancora oggi in
secondo piano in questo ambiente.
Il design prodotto da questa comunità va praticamente a sostituzione di una documentazione
inesistente, per motivi storici, delle vite delle persone LGBTQ+, ancora oggi in alcune parti
del mondo non è visto bene essere se stessi o addirittura illegale.
Perché il design è veramente importante per il mondo LGBTQ+?
Il visual design è fondamentale per le lotte e la comunicazione durante le parate e le
manifestazioni.
Durante l’emergenza HIV fu fondamentale il visual design per produrre magnifiche
campagne visive, il manifesto più incisivo fu uno sfondo nero con un triangolo rosa e la
scritta in sans serif e maiuscola “silence=death”, pulito e d’impatto che è riuscito a
distinguersi nel disordine urbano.
Ad oggi il design queer è molto diffuso, a volte purtroppo per fare rainbow washing quindi
per delle campagne pubblicitarie solo durante il periodo del pride senza essere sostenitori il
resto dell’anno o avere delle collaborazioni non coerenti, ma fortunatamente ci sono molte
aziende che sostengono i diritti civili anche durante il resto dell’anno.
Fonti
https://it.wikipedia.org/wiki/Gilbert_Baker
https://en.wikipedia.org/wiki/Gilbert_Baker_(artist)
https://gilbertbaker.com/biography/
https://it.wikipedia.org/wiki/Bandiera_arcobaleno
https://www.domusweb.it/it/design/2021/06/19/la-storia-della-bandiera-del-pride-.html
https://quiikymagazine.com/bandiere-lgbtq/
https://www.wearegaylyplanet.com/bandiere-lgbtq-pride-gay-queer/
https://www.sftravel.com/article/brief-history-rainbow-flag#:~:text=In%201994%20Baker%2
0created%20the,as%20the%20world%27s%20largest%20flag
https://www.ad-italia.it/article/pride-month-le-pietre-miliari-lgbtq-nella-storia-del-design/
https://www.palazzinacreativa.it/it/diario/il-design-lgbtq-dagli-anni-70-a-oggi/
https://www.elledecor.com/it/design/a28197450/pride-mont-2019-progetti-design/