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Beatissimo papae Damaso Hieronymus.

Novum opus facere me cogis ex veteri, ut post exemplaria Scripturarum toto orbe
dispersa, quasi quidam arbiter sedeam: et quia inter se variant, quae sint illa quae
cum Greca consentiant veritate, decernam

Tu mi costringi a realizzare un lavoro mai prima realizzato/ inusitato (novum) a


partire dall'antico (allusione al cap. 13 di Matteo, cioè la parabola del Seminatore o
del lievito, una traduzione vecchia su una traduzione nuova), cioè a insediarmi come
un arbitro, dopo la dispersione gli esemplaria (testi) delle Scritture in tutto il mondo:
e, poiché presentano fra loro delle varianti, io stabilisca quali siano quelle varianti
che consentono con la verità greca.

Pius labor, sed periculosa praesumptio, judicare de caeteris, ipsum ab omnibus


judicandum: senis mutare linguam, et canescentem jam mundum ad initia retrahere
parvulorum.

Pia fatica, ma presunzione pericolosa, colui che deve essere giudicato da tutti
giudichi su tutti gli altri: (pericoloso) cambiare la lingua ai vecchi e riportare un
mondo che va invecchiando agli inizi dei bambinetti (riportare il testo vecchio nella
modernità)

Quis enim doctus pariter vel indoctus, cum in manus volumen assumpserit, et a
saliva, quam semel imbibit, viderit discrepare quod lectitat, non statim erumpat in
vocem, me falsarium, me clamans esse sacrilegum, qui audeam aliquid in veteribus
libris addere, mutare, corrigere?

Chi, infatti, che sia dotto che sia indotto, quando avrà preso nelle sue mani il volume
e quando vedrà che è di gran lunga diverso ciò che egli va leggendo dalla saliva di
cui un tempo era unto il dito (valore primordiale), subito non si metta a urlare che io
proclamando, che io sono un falsario (in quanto filologo), che io sono un sacrilego (in
quanto religioso), io che posso osare aggiungere mutare correggere qualcosa nei
vecchi libri?

Adversus quam invidiam duplex causa me consolatur: quod et tu, qui summus
Sacerdos es, fieri jubes: et verum non esse quod variat, etiam maledicorum
testimonio comprobatur. Si enim Latinis exemplaribus fides est adhibenda,
respondeant, quibus: tot enim sunt exemplaria pene quot codices.

Contro una malevolenza di tal genere una duplice ragione mi consola: in primo
luogo, il fatto che proprio tu, che sei sommo sacerdote, comandi a realizzare questo
lavoro; in secondo luogo, nel fatto che, anche a dare retta ai maledici, è certo che ciò
che varia non è vero. Se, infatti, bisogna avere fede agli esemplari (testi) latini, mi
dicano a quali(?): sono tanti numerosi quasi quanti i sono i codici (problema del
lavoro).

Sin autem veritas est quaerenda de pluribus: cur non ad Graecam originem
revertentes, ea quae vel a vitiosis interpretibus male edita, vel a praesumptoribus
imperitis emendata perversius, vel a librariis dormitantibus addita sunt, aut mutata,
corrigimus? Neque vero ego de veteri disputo Testamento, quod a Septuaginta
senioribus in Graecam linguam versum, tertio gradu ad nos usque perveni.

Se invece la verità del testo deve essere cercata a partire da più testi: perché non
correggiamo tornando all'origine greca (la soluzione) quelle cose che o sono stati
editi male (elenco di tipi di errori) da traduttori pieni di errori, o sono stati corretti da
presuntuosi senza competenze, o sono state aggiunte o mutate da copisti
dormicchianti, lo però in verità non disputo del vecchio testamento che trasposto in
lingua greca dai 70 Anziani, con un terzo passaggio (cioè per 3 traduzione) pervenne
fino a noi.

Non quaero quid Aquila, quid Symmachus sapiant, quare Theodotion inter novos et
veteres medius incedai. Sit illa vera interpretatio, quam Apostoli probaverunt. De
novo nunc loquor Testamento: quod Graecum esse non dubium est, excepto
apostolo Matteo, qui primus in Judaea Evangelium Christi Hebraicis litteris edidit.
Hoc certe cum in nostro sermone discordat, et diversos rivulorum tramites ducit:
uno de fonte quaerendum est.

Non cerco che sapore abbiano Aquila o Simmaco, non cerco di sapere per quale
ragione Teodoxione proceda in mezzo tra i traduttori recenti e quelli antichi, io
considero vera quella traduzione che hanno approvato gli apostoli. lo ora parlo del
nuovo testamento che non è dubbio che sia greco, a parte l'Apostolo Matteo che per
primo in Giudea edita il Vangelo di Cristo in lettere ebraiche. Poiché nella nostra
lingua questo presenta delle forme differenti e conduce a diversi rami di ruscelli
(immagine ricorrente) bisogna cercare da una sola fonte.

Praetermitto eos codices, quos a Luciano et Hesychio nuncupatos, paucorum


hominum asserit perversa contentio: quibus utique nec in veteri Instrumento post
Septuaginta Interpretes emendare quid licuit, nec in Novo profuit emendasse: cum
multarum gentium linguis Scriptura ante traslata, doceat falsa esse quae addita
sunt.
Tralascio quei codici(testi), che chiamati/attribuiti da Luciano ed Esichio, il perverso
sforzo di pochi uomini chiama in causa: ai quali con certezza ne fu concesso di
correggere qualcosa nel Vecchio Testamento dopo la traduzione dei 70, né trarre
profitto dall'avere corretto qualcosa nel Nuovo Testamento: poiché la Scrittura
tradotta prima nelle lingue di molti popoli, insegna che ciò che è stato aggiunto sono
false.

lgitur haec praesens praefatiuncula pollicetur quatuor tantum Evangelia, quorum


ordo est iste, Matthaeus, Marcus, Lucas, Joannes, codicum Graecorum emendata
collatione, sed Veterum. Quae ne multum a lectionis Latinae consuetudine
discreparent, ita calamo temperavimus, ut his tantum qua sensum videbantur
mutare, correctis, reliqua manere pateremur ut fuerant.

Questa piccola prefaziuncola (apax) propone soltanto 4 Vangeli, di cui questo è


l'ordine: Matteo, Marco, Luca, Giovanni, rivisti con il confronto dei codici greci,
purché antichi. Affinché il testo dei Vangeli non presenti divergenze eccessive dal
testo latino abituale, ho ordinato alla mia penna che, corrette soltanto quelle cose
che sembravano cambiare il senso, sopportassimo che i rimanenti passaggi
rimanessero come erano

Canones quoque, quos Eusebius Caesariensis episcopus Alexandrinum secutus


Ammonium, in decem numeros ordinavit, sicut in Graeco habentur, expressimus.
Quod si quis de curiosis voluerit nosse, quae in Evangelis, vel eadem, vel vicina, vel
sola sint, eorum distinctione cognoscat. Magnus siquidem hic in nostris codicibus
error inolevit, dum quod in eadem re alius Evangelista plus dixit, in alio quia minus
putaverint, addiderunt.

Noi abbiamo anche riprodotto le liste (canoni), che il vescovo di Cesarea Eusebio
seguendo Amonio di Alessandria, ha disposto in 10 sezioni, come si hanno in greco,
in modo che se qualcuno di quelli che hanno curiosità volesse sapere quali passi nei
Vangeli o simili o contigui o isolati grazie alla loro ripartizione li riconosca. In effetti
nei nostri manoscritti a riguardo si è sviluppato un errore, ciò che un evangelista ha
scritto di più riguardo a un certo passo uguale, in un altro (Evangelista), ritenendolo
meno rispetto al più di prima, lo hanno aggiunto.

Vel dum eumdem sensum alius aliter expressit, ille qui unum e quatuor primum
legerat, ad ejus exemplum caeteros quoque aestimaverit emendandos. Unde
acciait, ut apto nos mixta sint omnia, et in Marco plura Lucae atque Matthaei:
rursum in Matthaeo plura Joannis et Marci, et in cateris reliquorum quae aliis
propria sunt, inveniantur.
O ancora, quando uno ha riprodotto lo stesso significato ma in un modo diverso,
colui che aveva letto prima uno dei 4, a esempio di quello, ritenne che si dovessero
correggere anche gli altri. Per cui è accaduto che le nostre edizioni sono
mescolati, e in Marco ci sono molte cose di Luca e di Matteo, e poi molte cose di
Matteo in Giovanni e Marco, e le restanti parti dei rimanenti Vangeli si ritrovano ciò
che sono proprie in altri Vangeli.

Cum itaque Canones legeris, qui subjecti sunt, confusionis errore sublato, et similia
omnium scies, et singulis sua quaeque restitues. In Canone primo concordant
quatuor, Matthaeus, Marcus, Lucas, Joannes. In secundo tres, Matthaeus, Marcus,
Lucas. In tertio tres, Matthaeus, Lucas, Joannes. In quarto tres, Matthaeus, Marcus,
Joannes. In quinto duo, Matthaeus, Lucas. In sexto duo, Matthaeus, Marcus. In
septimo duo, Matthaeus, Joannes. In octavo duo, Lucas, Marcus. In nono duo, Lucas,
Joannes.

Quando invece tu leggerai i canoni che io ho aggiunto toglierai ogni confusione


possibile e ti accorgerai di quei passi che sono simili a tutti Vangeli e restituirai a
ciascuno ciò che appartiene ad essi. Nel Primo Canone concordano 4, Matteo,
Marco, Luca, Giovanni. Nel secondo tre, Matteo, Marco, Luca. Nel terzo tre, Matteo,
Luca, Giovanni. Nel quarto tre, Matteo, Marco, Giovanni. Nel quinto due, Matteo e
Luca. Nel sesto due, Matteo, Marco. Nel settimo due, Matteo, Giovanni. Nell'ottavo
due, Luca, Marco. Nel nono due, Luca, Giovanni.

in canone decimo propria unusquisque quae non habentur in aliis ediderunt.


Singulis vero evangeliis ab uno incipiens usque in finem librorum dispar numerus
increscit. Hic nigro colore · perscriptus sub se liabet alium ex minio numerum
discolorem, qui ad decem usque procedens indicat prior numerus in quo sit canone
requirendus.

Nel canone decimo hanno pubblicato ciascuno le proprie cose che non sono
possedute negli altri. In ogni Vangelo, un numero disuguale aumenta da un inizio
alla fine. Questo colore nero scritto sotto avrebbe un altro numero colorato dal rosso
vivo, che salendo fino a dieci indica il primo numero in cui è richiesto il canone.

Cum igitur aperto codice verbi gratia illud sive illud capitulum scire volueris cuius
canonis sit, statim ex subiecto numero doceberis, et recurrens ad principia in quibus
canonum est distincta congeries, eodemque statim canone ex titulo frontis invento
illum quem quaerebas numerum eiusdem evangelistae qui et ipse ex inscriptione
signatur invenies, atque e vicinia ceterorum tramitibus inspectis quos numeros e
regione habeant adnotabis; et cum scieris, recurres ad volumina singulorum, et sine
mora repertis numeris quos ante signaveras repperies et loca in quibus vel eadem
vel vicina dixerunt. Opto ut in Christo valeas et memineris mei, papa beatissime.

Pertanto, quando ad esempio apri il codice, vorrai sapere quale canone è quello o
quel capitolo, ti verrà insegnato subito sul numero della materia, e tornando ai
principi in cui c'è una raccolta distinta di canoni ti troverai l'indirizzo segnato, e,
ispezionando la vicinanza degli altri binari, noterà quali numeri hanno sul lato
opposto; e quando lo saprai, tornerai ai volumi di ciascuno, e senza indugio troverai i
numeri che avevi firmato in precedenza, e i luoghi in cui hanno detto lo stesso, o
nelle vicinanze. Ti auguro di stare bene in Cristo e di ricordarti di me, beatissimo
papa.

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