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ALFONSIANA BLOG

Fraternità universale e amicizia sociale: Utopia o


Realpolitik? Una lettura della Fratelli Tutti in ottica
politica (parte 1/2)
20 NOVEMBRE 2020

(Fonte foto: Fonte_Pinterest)

Per felice coincidenza o forse per divina provvidenza in Accademia Alfonsiana


abbiamo avuto recentemente nel corso sul socialismo una bella discussione
sull’Utopia di Tommaso Moro. Abbiamo riflettuto sulla forma di vita idillica che si
conduce su questa famosa isola. Se avete letto le prime reazioni alla Fratelli tutti,
avrete notato che l’enciclica è spesso accusata d’essere utopistica. Così nasce
il titolo di questo breve intervento: Fraternità universale e amicizia sociale:
Utopia o Realpolitik? Nella seconda parte di questo post darò la mia risposta
a questa domanda. Prima vorrei fare una breve lettura dell’enciclica in ottica
politica.

L’ermeneutica ci insegna, e non da ieri, che


la prima cosa da fare nell’interpretazione di
un nuovo testo è di individuarne il genere
letterario: non si può leggere una poesia
come fosse un trattato di fisica. Il genere letterario
“enciclica sociale” è abbastanza conosciuto nelle specificità del suo scopo, del
suo stile, dei suoi contenuti e dei suoi destinatari. Spesso una tale enciclica tratta
di una questione sociale specifica: la situazione degli operai nella Rerum
Novarum, l’auspicabile modello economico post-sovietico nella Centesimus
Annus o l’ecologia nella Laudato si’. Naturalmente, mentre trattano la questione
specifica queste encicliche toccano vari altri argomenti.

Orbene, qual è il genere letterario della Fratelli tutti e qual è la sua questione
sociale specifica? Una risposta adeguata a queste domande deve includere due
considerazioni un po’ particolari. È vero che Fratelli tutti è un’enciclica sociale, lo
dice anche il testo. Ma si potrebbe chiamarla un’enciclica/compendio sociale,
anche questo è spiegato Il Papa
nell’introduzione al testo.
Francesco presenta l’enciclica come un tipo
di revisione generale del suo magistero,
anche in vista di lettori non-credenti.
Cogliere questi due punti ci aiuta a capire la
lunghezza dell’enciclica e la scelta di usare
spesso un linguaggio universale e non
specificatamente cristiano. Per quanto riguarda la
domanda sulla questione sociale specifica, la risposta non è facile. Essendo una
revisione generale il testo parla di tantissimi argomenti. Molti di essi sono stati
già trattati in altre encicliche, in modo particolare nella Laudato si’. Se volessimo
individuare due temi relativamente nuovi che sono centrali nell’enciclica
potrebbero essere il populismo e la migrazione . In questo
intervento vorrei notare che cosa dice il testo su questi temi e poi suggerire che
le idee fraternità universale e
centrali della
dell’amicizia sociale sono la base della risposta del Papa a
queste due gravi questioni sociali.

Come tema, il populismo è presente soprattutto in due sezioni dell’enciclica: nel


primo capitolo che è un tipo di fotografia dell’attualità sociale mondiale e nel
quinto capitolo che è dedicato direttamente alla politica. Presi insieme questi testi
costituiscono una denuncia severa della tendenza in molti Paesi del mondo di
fare un uso abusivamente ideologico della stessa idea di “popolo”, capito come
un gruppo chiuso e autoreferenziale. Peggio ancora, secondo il Papa, è la
tendenza nel populismo di manipolare le paure e le emozioni del popolo per
assicurare il proprio successo alle urne.

La trattazione del tema della migrazione è più diffusa nell’enciclica, ma è il tema


centrale del quarto capitolo. Anche qui è facile percepire una chiara denuncia di
certe scelte politiche nazionali e internazionali. Si insiste sulle condizioni di
sicurezza e di povertà nei Paesi d’origine, sugli abusi del traffico umano, sulla
mancanza di accoglienza nei Paesi d’arrivo e sulla mancanza di una politica
coordinata a livello internazionale. Nel quarto capitolo si passa a un discorso più
propositivo che include una lunga lista di misure che potrebbero facilitare
l’integrazione dei migranti nei Paesi d’arrivo.

È chiaro che queste due questioni sociali del nostro tempo sono intimamente
legate: il tema della migrazione, presentata come un’invasione pericolosa, è
centrale nel discorso politico populista.

p.Martin McKeever, CSsR

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