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Turismo
Guide marketing e management
per un Turismo Convergente
Caro lettore, grazie per aver scelto questo libro e la nostra collana
per aggiornarti e per acquisire una migliore visione del panorama
turistico contemporaneo e delle opportunità digitali nel mondo
dell’ospitalità.
Sono Nicoletta Polliotto, la curatrice della collana, e sarei felice di
conoscere la tua opinione sul libro che stai leggendo e sulla nostra
collezione di manuali dedicati al turismo e all’ospitalità ristorativa,
settori che oggi più che mai meritano attenzioni e un’offerta di con-
tenuti di qualità, specifici e concreti.
Se vuoi lasciarci consigli e suggerimenti per migliorare il nostro la-
voro, perché anticipi i tuoi bisogni e soddisfi le tue aspettative di
operatore professionista che necessita di solidi spunti formativi,
inserisci il tuo contributo sulla nostra Pagina Facebook Digital Mar-
keting Turismo.
Utilizza anche la nostra pagina (trovi il link alla pagina successiva)
per restare in contatto con gli autori e per trovare aggiornamenti e
notizie che rendono i nostri manuali sempre attuali.
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• Email: dmt@hoepli.it
• Posta: Nicoletta Polliotto
c/o Hoepli S.p.A.
Via Hoepli 5, 20121 Milano
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DMT
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CREATIVE
RESTAURANT
BRANDING
Nicoletta Polliotto Ilaria Legato
CREATIVE
RESTAURANT
BRANDING
Il metodo per far emergere
l’identità straordinaria del tuo locale
www.hoeplieditore.it
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volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68,
commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633.
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Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail autorizzazioni@clearedi.org e sito
web www.clearedi.org.
ISBN 978-88-203-9796-8
Ristampa:
Printed in Croatia
a Pietro Legato
Indice
Le autrici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XV
Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XIX
Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XXIII
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XXVII
Gamification . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 209
Social commerce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 210
Nicoletta Polliotto
Nicoletta Polliotto è digital project manager per l’agenzia Muse Comunicazio-
ne, esperta di Food & Restaurant Marketing and Identity e nota conference
speaker nel mondo Travel e Digital Food Marketing. Owner del blog CnR – Co-
municazione nella Ristorazione.
Docente, consulente e progettista digitale, collabora con TTG, SMAU, BIT,
TuttoFood, Host, SIGEP, LUISS Business School, IHMA, ITS Jesolo, IATH Cer-
nobbio, IED, FIPE, Esac Formazione, ALMA, Confcommercio, Confesercenti,
CAT Confesercenti Emilia Romagna, CNA, EBT Venezia, EBIT Veneto, Fiera
Milano, Giunti Academy, Gambero Rosso, 24ORE Business School, Retail Hub,
Food Genius Academy, CamCom Roma, WEGIL, Unioncamere Lombardia,
Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, GAL GardaValsabbia 2020.
È formatrice certificata ParoleO_Stili e membro del Comitato Scientifico di
BTM Puglia e BTO.
Autrice di due manuali sul food marketing: dopo Digital Food Marketing. Guida
pratica per ristoratori intraprendenti, pubblicato con Hoepli, diviene curatrice
della nuova collana dedicata al turismo e alla ristorazione “DMT – Digital Mar-
keting Turismo” per la stessa Casa Editrice.
Ha fondato l’Academy DFMLab, dove il food incontra il digitale, con corsi onli-
ne ora divenuti asincroni e on demand. Conduce Pensieri Balenghi, con video-
lezioni e videorecensioni in pillole su YouTube e Facebook, anche in versione
podcast e sul canale Telegram.
XVI Le autrici
Ilaria Legato
Ilaria Legato si occupa di Brand e Food Design per il mondo dell’ospitalità e lo
sviluppo di food format con un focus sulla ristorazione.
Dopo una laurea in Scienze Politiche con indirizzo sociologico all’università di
Firenze, studia Design della Comunicazione allo IED di Milano. Conduce un’in-
tensa attività didattica nel settore: è docente di Metodologia della Progettazio-
ne alla Scuola di Design della Comunicazione dello IED di Roma e coordina il
Master Brand Design and Management for Food Wine and Tourism per lo IED di
Firenze e lo IED di Barcellona.
Speaker per convegni ed eventi del settore, ha condotto docenze per diverse
realtà nazionali e internazionali, tra cui Blue Horizon International in Cina e il
Le autrici XVII
Master del Gambero Rosso presso l’università Ca’ Foscari di Venezia, l’univer-
sità Suor Orsola Benincasa di Napoli e l’università IULM.
È fondatrice, insieme ai designer Paolo Barichella e Mauro Olivieri, del gruppo
“i food designer”: grazie al loro contributo, nel 2006 la specializzazione Food
Design è entrata ufficialmente in ADI (Associazione per il Disegno Industriale)
con una commissione tematica e il primo Food Design Manifesto.
Approfondisce gli studi di Alchimia Spirituale all’Accademia Metafisica Appli-
cata di Firenze diretta da Tarika di Maggio.
Negli anni, ha sviluppato un metodo di lavoro che usa la psicologia spirituale
collegata al processo creativo, che viene applicato alla progettazione della per-
sonalità della marca del ristorante. L’obiettivo è quello di arrivare insieme al
cliente a creare un’identità viva e dinamica, con carattere e personalità memo-
rabili, che distinguerà il proprio brand dagli altri nel mercato.
Quando scrivo i ringraziamenti per i miei libri, immagino sempre come possa-
no essere utili ai lettori. Una fila di nomi può apparire un momento di intimità
tra l’autore e i propri cari. Ed è così, ma non solo. Questa pagina racconta an-
che l’umiltà, l’umanità e gli affetti che vengono mossi dal lavoro di ricerca e di
approfondimento per la composizione di un manuale. Il senso di liberazione e
XX Ringraziamenti
Nicoletta Polliotto
Grazie a tutta la mia famiglia con profonde radici nel Sud Italia per avermi
insegnato che a tavola, oltre al sapore, si condividono sapere, amore, rispetto e
memoria. Alla mia madrina: la poetessa Giuseppina Amodei, per avermi inse-
gnato fin da piccola la forza del pensiero creativo. A Biagia Marsala per la pa-
zienza con cui per dieci anni abbiamo tessuto insieme trama e ordito, tra Jung
e Freud. A Tarika di Maggio per i suoi lunghi insegnamenti sull’antico Ennea-
gramma. Alla collega copywriter Gaia Giannangeli per l’attenzione con cui si è
presa cura del mio editing.
Grazie allo sguardo creativo dell’amico fotografo Lido Vannucchi che realizza
immagini poetiche per i miei lavori.
Ringrazio le colleghe Valeria Carbone, Claudia Gelosa, Giulia Marcucci con cui
ho condiviso negli anni lavori, gioie e dolori e modi diversi di interpretare il
nostro mestiere.
Un ringraziamento all’amica Emanuela Bartolozzi, medico nutrizionista e non
solo, per avermi fatto capire il valore curativo del cibo; all’amico prezioso e
semiologo esperto di comunicazione Fabio Massimo Faggi.
Grazie a Patrizia Boglione con cui dialogare è sempre lo spunto per un raccon-
to; all’architetto Luca Baldini con cui condivido l’amore per il teatro e la sceno-
grafia. All’artista Mina Pournaghi per aver disegnato con cura le illustrazioni del
nostro metodo. Ai miei studenti, agli imprenditori, ristoratori e chef con cui ho
lavorato e lavoro, che mi permettono ogni giorno di “impastare” i loro talenti.
Ringraziamenti XXI
Grazie allo chef Filippo Saporito e alla chef Ombretta Giovannini per avermi
permesso di citare il bel lavoro fatto insieme per il ristorante La Leggenda dei
Frati a Villa Bardini, a Firenze. Ai food designer e amici cari Paolo Barichella,
Mauro Olivieri, Marco Pietrosante, Francesco Subioli e alla nostra addetta
stampa Manuelita Maggio. A Mirco Moretti che, con la sua sapienza, ha creato
immagini e grafiche uniche.
Un ringraziamento alla mia cara coautrice Nicoletta Polliotto, donna generosa
e di vibrante intelligenza, per aver creduto che questa scrittura in tandem fos-
se come si è rivelata: uno splendido viaggio.
E infine grazie a Lorenzo, sempre.
Ilaria Legato
Prefazione
Gaetano Grizzanti
Brand Advisor & Identity Designer
Introduzione
Grazie a chi sei, alle scelte che compi, ai valori in cui credi, vieni riconosciuto e
scelto dagli ospiti che percepiscono nella tua offerta e nel tuo servizio qualcosa
di speciale e unico. Riflettere sul potenziamento di questo aspetto e sull’iden-
tità del proprio brand non significa fermarsi a considerazioni che riguardino
il colore, la forma del marchio e le sue declinazioni nella comunicazione visiva
e nell’arredo, ma qualcosa di più profondo. Significa fare leva su un tesoro na-
scosto, il tuo fattore X, trovando e usando quelle caratteristiche che ti defini-
scono e differenziano rispetto alle altre proposte, tanto da rimanere impresse
nel cuore del pubblico che continuerà così a frequentare il tuo locale.
L’obiettivo del manuale è quello di accompagnarti, con un metodo che affonda
le sue radici nel pensiero creativo, ad assumere il ruolo di progettista princi-
pale della tua marca.
Nel testo, i consigli sono espressi in modo semplice, anche se spesso si utilizza-
no termini in inglese, a partire dalla parola branding (marchiare, personalizza-
re), che vengono sempre spiegati, con chiarezza. A fine opera, trovi un comodo
Glossario, guida nella comprensione di ogni concetto. Troverai anche una bi-
bliografia in cui individuare sia le nostre ispirazioni sia opportunità di appro-
fondimento, in base alle tue esigenze.
L’elemento innovativo del libro che hai tra le mani e ti appresti a leggere è la
proposta di una griglia di lavoro strategica sulla quale, capitolo per capitolo,
attraverso esempi pratici, esercizi, giochi e simulazioni, puoi approfondire
tutte le idee e intuizioni che farai emergere, verificandone l’applicabilità.
Ti proponiamo di intraprendere la lettura del manuale utilizzandolo come una
“mappa del tesoro”, un percorso esplorativo fatto di nove tappe/capitoli, alla
ricerca di elementi preziosi.
Il viaggio inizia con una Prima Parte dedicata a Visione e Strategia, nella qua-
le ti spieghiamo come prepararti a pensare, immaginare e progettare il tuo
brand (Capitolo 1); comprenderai così in che modo fare branding, con una
griglia di attività da utilizzare come cartina di tornasole (Capitolo 2). Attraver-
sando, poi, una serie di considerazioni di professionisti che raccontano cosa
sia oggi il ristorante al di là della somministrazione, ciascuno dalla propria vi-
suale (Capitolo 3), giungerai al cuore del libro, passaggio cruciale che apre le
porte alla scoperta dell’ambìto tesoro: l’emersione dell’identità distintiva del
tuo ristorante.
La Seconda Parte, Applicazione e Metodo, svela gli elementi visibili e invisi-
bili da considerare come mattoni nella costruzione della tua identità (Capito-
lo 4) fino ad arrivare al Metodo vero e proprio, chiamato Creative Restaurant
Branding®, modello frutto di vent’anni della nostra esperienza come consulen-
ti di ristoratori e imprenditori del settore ospitalità e come formatrici in Italia
e all’estero. Nel Capitolo 5, ti aiutiamo a scoprire le tue doti preziose, trovando
Introduzione XXIX
Ilaria e Nicoletta
Parte Prima
Visione
e Strategia
Brand
strategy
Space Oddity
David Bowie
Now it’s time to leave the capsule if you dare
“This is Major Tom to Ground Control
I’m stepping through the door
And I’m floating in a most peculiar way
And the stars look very different today
For here
Am I sitting in a tin can
Far above the world
Planet Earth is blue”
La visione:
pensare,
immaginare,
prepararsi
a progettare
il tuo brand
4 Creative Branding Restaurant
Il tuo ristorante è un’impresa che nasce per soddisfare un bisogno vitale dell’o-
spite: quello di nutrirsi. Per questo, rappresenta uno degli ambiti economici
più antichi nella storia dell’umanità. Il mondo nel quale operi è sensibile ai
cambiamenti che investono la società, la cultura e l’economia e risulta influen-
zato dalle variazioni di esigenze, abitudini, stili di vita – sempre più varie e
personalizzate – della domanda di consumo di pasti fuori casa.
L’abitudine di “mangiare al ristorante” progredisce progressivamente dagli
anni ’70 del secolo scorso, colorandosi di caratteristiche sempre più emoziona-
li e sensoriali. L’aumento del livello di benessere consente il miglioramento
qualitativo dell’alimentazione, rendendo possibile la spesa verso bisogni più
avanzati, come quelli di socialità, stima e realizzazione. Vivere l’esperienza di
“mangiare fuori” diviene un efficace mezzo di appagamento, in particolar mo-
do per il suo spiccato contenuto esperienziale ed emozionale. Il cambiamento
culturale si rispecchia nei diversi gusti e stili alimentari dei consumatori, por-
tando a una considerevole crescita delle proposte sul mercato che rende l’aper-
tura di un nuovo ristorante sempre più impegnativa.
La ristorazione è diventata un vero e proprio teatro dove recitano differenti
attori, più o meno famosi: uno dei settori con maggiore attenzione mediatica e
di pubblico.
Chiunque si trovi, oggi, a progettare con impegno e passione il proprio concet-
to ristorativo deve tenere a mente che, prima di tutto, bisogna raccogliere una
grande sfida: non servono miracoli e improvvisazioni, ma piuttosto una visione
e un buon piano.
È essenziale, infatti, possedere una strategia. La brand strategy è un piano per
lo sviluppo sistematico di una marca al fine di raggiungere gli obiettivi azien-
dali che ti sei prefisso. Il termine “strategia” deriva dal greco antico strateˉgia
(στρατηγία), che vuol dire “arte del condottiero dell’esercito”, e trae origine da
strategós (στρατηγός), “condottiero di esercito” o “generale”. L’etimologia sug-
gerisce chiaramente il ruolo che devi avere nei confronti del tuo progetto:
quello di generale e regista della tua impresa. Se sei uno chef, il tuo titolo è ri-
cavato da chef de cuisine, vocabolo francese derivante dal latino caput, indican-
te il capo o comandante, ma anche padrone o direttore.
Essere un condottiero significa avere una visione: capire l’obiettivo da raggiun-
gere e decidere un percorso attraverso il quale conseguirlo. Nel tuo caso, lo
scopo finale è quello di creare un ristorante straordinario, capace cioè di esse-
re fuori dall’ordinario, diventando memorabile e riconosciuto dal tuo pubblico
e funzionante in tutti i suoi aspetti e, non ultimo, in grado di generare profitto.
Ma per avere successo occorre avere un metodo.
Capitolo 1 La visione: pensare, immaginare, prepararsi a progettare il tuo brand 5
servizio che offri. Tali aspetti ti aiutano a differenziare il locale rendendoti ri-
conoscibile tra i più.
Cominciare a creare una brand strategy significa pensare a un piano per lo
sviluppo sistematico della marca al fine di raggiungere i tuoi obiettivi azienda-
li. Attraverso il branding, inizi quindi un’attività strategica e creativa, che con-
siste nel progettare un brand e gestirlo come bene di valore, strutturando un
modello di business orientato alla marca anziché al prodotto. Questo non si-
gnifica che il prodotto o il servizio nella ristorazione non abbiano più impor-
tanza, anzi: la qualità di entrambi rimane un requisito fondamentale, ma non
è sufficiente. In un contesto competitivo come quello dell’attuale mercato
della ristorazione, diviene necessario trovare qualcosa di più per differenziarsi
dagli altri. Questo fattore X è il brand.
Per poter usare tale strategia di business è necessario costruirsi meticolosa-
mente una sorta di “dote” che si può definire il patrimonio della marca – in
inglese, brand equity –, somma delle sue caratteristiche differenzianti che risul-
tano dai principi su cui si fonda. Esprime la forza della presenza della marca
sul mercato e la qualità percepita, sia sotto il profilo finanziario sia sotto quel-
lo di gradimento e attenzione da parte del pubblico. Misura quanto il tuo
brand sia diffuso, degno di fiducia e distintivo rispetto ai competitor. Questa
dote costituisce un valore essenziale perché è la base di differenziazione della
tua marca, che si fa portatrice di messaggi per entrare in relazione con il pro-
prio target, conquistandolo.
A questo punto, ti domanderai: da dove si parte per costruire tale dote?
Sicuramente occorre fare un’analisi approfondita del contesto merceologico
nel quale ti trovi, conoscere il tuo target – attuale e potenziale – e aver capito
quali sono o potrebbero essere i tuoi competitor. Devi essere pronto a capire
come rendere memorabile il tuo brand, costruendo i principi e gli ideali che ti
identificano, rendendoti indimenticabile.
Se un tempo bastava proporre un buon prodotto (la cucina), in una fase suc-
cessiva è divenuto necessario affiancargli un buon servizio (la sala); ora biso-
gna lavorare sul brand building, costruendo un’identità solida, riconoscibile e
condivisibile.
Puoi, quindi, farti riconoscere, distinguendoti dagli altri ristoratori nel merca-
to, se hai approfondito l’analisi del tuo brand, esprimendo valori, ideali e signi-
ficati che vanno al di là della merce che vendi. Solo attraverso tale processo
sarà possibile trovare anche un’espressione visiva per rendere la propria iden-
tità di brand – logo e immagine coordinata – riconoscibile e fedele in tutte le
sue manifestazioni.
Improntare una strategia di crescita sul tuo brand è una mossa vincente per-
ché ti consente di attribuire un valore aggiunto credibile e differenziante dalla
concorrenza.
Riteniamo che questo approccio, seppur datato e superato da altri più contem-
poranei, sia un valido punto di inizio e si applichi molto bene al mondo della
ristorazione. Proviamo a immaginare che il fisico sia la realtà fisica del risto-
rante che abbiamo deciso di proporre sul mercato, che lo stile sia l’immagine
con la quale appare e il carattere sia la sua personalità, che esprime il valore del
progetto che dà forza alla sua promessa al mercato. Il fatto che questi tre ele-
menti siano convincenti, seduttivi e che possano durare nel tempo, li rende
non trascurabili e strategici per il business del nostro locale.
Perché è così importante avere un ristorante che ti rappresenti attraverso un
marchio ben progettato e denso di senso? Qual è il motivo per cui è strategi-
co avere un’immagine coordinata che sia coerente con il tuo carattere e la
tua offerta?
Perché tutto questo contribuisce a comunicare il tuo credo, i tuoi valori, la
promessa con la quale ti presenti al mercato ed entri in relazione attiva con i
tuoi clienti e per cui vieni ricordato. Proprio così, la memorabilità è uno dei
fattori principali di successo che permette al cliente di vivere l’esperienza del
tuo locale ben tre volte: quando la sogna (prima di arrivare al ristorante), quan-
do la vive (una volta seduto al tuo tavolo) e quando la ricorda, pagando il con-
to, tornando casa e parlandone con altri potenziali clienti, nella sua rete di
contatti. Un’esperienza totale e unica che racchiude nella straordinarietà il
valore di un momento indimenticabile, legato per sempre al tuo ristorante.
4. Dedicheremo alla brand identity, la fase di branding che riguarda la progettazione del tuo codice
comunicativo, il Capitolo 4 con alcuni riferimenti tecnici e soprattutto il Capitolo 5, cuore del nostro
Metodo.
Capitolo 1 La visione: pensare, immaginare, prepararsi a progettare il tuo brand 9
Esercitazione
Parti dalla scintilla iniziale, quella che in linguaggio tecnico si definisce purpose,
ossia lo scopo attraverso il quale la tua idea di ristorante prende vita, e domandati:
Perché esiste?
Quali sono i valori che ti hanno mosso? Per esempio, la necessità di perpetuare
una tradizione di famiglia o il desiderio di lavorare a un prodotto con determi-
nate caratteristiche oppure il bisogno di proporre una particolare lavorazione o
preparazione e valorizzare l’etica che da questa ne scaturisce.
Qual è la ragione fondamentale per cui hai deciso di sposare la tua vita con un
negozio dedicato al convivio?
Diviene strategico poi rispondere a una domanda cruciale: qual è l’idea di business
che ti ha spinto e in che modo questa ragione può rappresentare il motivo per cui
persone sconosciute dovrebbero venire a trovarti, condividere il tuo tavolo e poi
tornare ancora e ancora negli anni?
La risposta “Per mangiar bene” non vale o, meglio, non basta. Fondamentale ma, con
l’ampia e valida offerta che oggi esiste nel nostro settore, questo è un fattore dato
per scontato dal cliente.
10 Creative Branding Restaurant
8. Con tale espressione s’intende l’insieme delle esperienze tangibili ed emozionali che l’ospite prova
attraverso il cibo e il contesto nel quale è servito.
12 Creative Branding Restaurant
Esercitazione
Comincia questo percorso, ponendoti le seguenti domande:
Cosa rende diverso il tuo ristorante?
Come si sente chi entra in relazione con il tuo locale?
Quali sono i bisogni e desideri dei tuoi clienti?
Qual è la differenza tra te e gli altri brand ristoranti?
In che modo comunichi la tua differenza?
Cosa aspiri a diventare?
9. Per provare a delineare un po’ meglio la questione, Michael H. Kernis e Brian M. Goldman, due
ricercatori dell’Università della Georgia, hanno pubblicato una ricerca ampia e citata: A Multicomponent
Conceptualization of Authenticity: Theory and Research, “Advances in Experimental Social Psychology”
38, dicembre 2006, pp. 283-357.
Capitolo 1 La visione: pensare, immaginare, prepararsi a progettare il tuo brand 13
IL PENSIERO LATERALE
Con l’espressione pensiero laterale, coniata dallo psicologo Edward De Bono, s’inten-
de una modalità creativa di risoluzione dei problemi logici – problem solving – che
prevede un approccio particolare, ovvero l’osservazione del problema da diverse an-
golazioni, contrapposta alla tradizionale modalità in cui ci si concentra su una soluzio-
ne diretta. Mentre in questo secondo caso si fa ricorso alla logica sequenziale, risol-
vendo il problema partendo dalle considerazioni che sembrano più ovvie, il pensiero
laterale se ne discosta (da cui il termine laterale) e cerca punti di vista alternativi per
individuare la soluzione. Può essere uno strumento efficace per uscire da una situazio-
ne difficoltosa come quella di dover pensare alla nostra identità di brand.
Il pensiero verticale, ovvero logico consequenziale, è comunque utile, ma raggiunge la
sua efficacia se in abbinamento a quello laterale, che sa espandersi oltre i suoi limiti e
confini, cercando ulteriori soluzioni al di fuori di esso. La mente umana è abituata a
procedere in avanti, come quando dobbiamo salire degli scalini uno dietro l’altro per
arrivare a un piano più alto. Con una modalità rinnovata, usciamo da una sequenza
logica per intraprendere altre strade in modo consapevole.
In questo capitolo, abbiamo compreso che l’identità del brand comincia con
un progetto, che per prima cosa definisce la strategia del brand con le sue ma-
nifestazioni e la sua identità, coerente e definita in ogni suo elemento.
Il progetto di marca al quale stai iniziando a lavorare è capace di proporre al
mercato della ristorazione e al cliente un orizzonte di significati, individuando
una proposta originale, affascinante e soprattutto significativa e sensata, ri-
spetto a un determinato target, alle sue aspettative, ai suoi bisogni, alle sue
domande, al suo stile di vita ed esperienza quotidiana. Il brand aiuta l’ospite a
integrarsi in un contesto di consumi, in uno spazio/tempo sociale e culturale
sempre più complesso e in costante evoluzione.
Per potenziare il tuo progetto, pensa all’identità del tuo ristorante divisa in
quattro livelli:
1. valori: il più profondo, un credo che si esprime attraverso il modo d’es-
sere del tuo brand, differenziandoti; comprende i valori fondamentali
che ti rappresentano (per esempio, cultura, natura, tradizione ecc.) e che
rafforzano la dote della tua marca;
2. narrazione: valori di base organizzati in forma di racconto verso il tuo
pubblico;
3. manifestazioni: elementi tangibili, visibili e fruibili, come oggetti, arre-
do, forme, colori, piatti, stili, segni, rappresentazioni grafiche;
4. relazione: manifestazioni del brand e bisogni del cliente che entrano in
una comunione di “amorosi sensi”. Tale relazione è un legame duraturo,
a prescindere dal prodotto e servizio forniti12.
A questo punto, sei pronto per iniziare a fare branding, avendo interiorizzato
l’importanza e la centralità di una visione strategica e avendo riconosciuto che
ogni singola area di intervento, per quanto dotata di una sua specificità, fun-
ziona soltanto se viene pensata come una tessera di un mosaico più grande
governato dalla progettazione, che ha il compito di definire e coordinare la
dimensione immateriale, intangibile, invisibile della marca – ovvero quella
parte dei valori, dell’essenza che attira e presidia il territorio mentale del tuo
cliente. Il progetto deve, poi, monitorare e gestire il passaggio del brand da
immateriale a materiale, tangibile, visibile e quindi percepibile ai clienti del tuo
ristorante.
Seguendo questa logica centripeta, il centro è costituito dal tuo piano di pro-
gettazione e i vari elementi che la compongono trovano il loro catalizzatore
proprio nel branding, che diviene il disegno strategico di gestione della marca.
I segni connotanti del ristorante – nome, insegna, comunicazione visiva, im-
12. Si può approfondire nel Capitolo 6 e nel Capitolo 7.
Capitolo 1 La visione: pensare, immaginare, prepararsi a progettare il tuo brand 19
magine coordinata che si declina nei vari strumenti – danno forma concreta e
materiale ai contenuti simbolici, emozionali, razionali espressi dalla persona-
lità del brand, contribuendo alla loro definizione.
Nel prossimo capitolo, entreremo maggiormente nel processo di branding,
seguendo passi precisi, in quella che scoprirai essere una vera e propria esplo-
razione introspettiva.
Life’s What You Make It
Talk Talk
Baby, life’s what you make it
Don’t backdate it
Baby, don’t try to shade it
Beauty’s naked
Brand design:
da che parte
cominciare
a fare branding
22 Creative Branding Restaurant
Occuparsi della propria marca, dalla creazione fino alla costruzione e alla ge-
stione di tutti gli elementi che la caratterizzano e la rendono un asset di valore,
riconoscibile sul mercato: ecco cosa significa fare branding oggi.
Lo scopo della marca è quello di entrare in una comunicazione profonda con i
propri clienti, per essere ricordata, scelta e amata.
Entriamo nel vivo della progettazione, partendo con un’ottica introspettiva e
analitica, per raccogliere i dati necessari a far luce sui tuoi punti di forza. Que-
sta prima parte si rivela necessaria per accedere alla fase di costruzione e defi-
nizione in segno e codice della marca, attraverso la determinazione del mar-
chio, dell’immagine coordinata e di tutti gli elementi visibili che ti differenziano
dagli altri.
Oggi il branding è una disciplina, riconosciuta e insegnata in molti Paesi, che
si occupa di creare, costruire e far entrare una marca in relazione con il proprio
pubblico di riferimento.
Il restaurant branding è un’esplorazione nel cuore del tuo progetto ristorati-
vo, volta a dar vita a un percorso alla ricerca di un’identità e di una personalità
per il tuo ristorante, da individuare, evocare, plasmare e far emergere. Un per-
corso irto di insidie e opportunità, dove hai l’occasione di testare la solidità dei
tuoi valori, obiettivi e visioni. Lo scopo primario è orientare le energie, non
solo sul prodotto/servizio offerto, ma sulla tua marca, con il suo universo di
valori e di senso, nei quali il pubblico può riconoscersi.
La produzione di un messaggio chiaro e immediato è un parametro qualitativo
essenziale per l’intero progetto di gestione strategica del brand, che prelude
alla relazione e allo scambio con il pubblico di riferimento.
Questi significati e messaggi sono prodotti ed elaborati dentro un contesto
culturale e sociale, i cui bisogni esistenziali di sicurezza, di stima e autorealiz-
zazione superano ed esulano da quelli esclusivamente primari e funziona-
li – respirare, mangiare, bere, dormire – legati all’istinto di sopravvivenza.
Facciamo un esempio: andare a cena fuori con gli amici è divenuto ormai un
atto rituale, che va al di là dell’uscire dalla propria casa alla ricerca di cibo; è un
atto di convivio – dal latino convivium –, che significa letteralmente “vivere
insieme”, ossia condividere significati. Un’attività semplice, come quella di
mangiare insieme intorno a un tavolo, serve per nutrire non solo il corpo, ma
anche intelletto e sentimento, riproducendo il concetto stesso di società, man-
tenendola unita e ricostruendone valori condivisi.
L’ospite che viene a mangiare nel tuo ristorante, spende tempo e denaro per
una cena, perché lo ritiene conveniente da un punto di vista di identità e di
motivazione esistenziali: l’autorealizzazione e il senso di appartenenza a una
comunità.
Capitolo 2 Brand design: da che parte cominciare a fare branding 23
I bisogni
La spinta motivazionale inizia ogni volta che l’individuo avverte un bisogno,
ovvero la percezione di uno squilibrio tra la situazione attuale e una desidera-
ta. Il bisogno è quindi uno stato di insoddisfazione, che spinge l’uomo a procu-
rarsi i mezzi necessari (beni) per porvi fine o limitarlo. I ristoratori, oggi più
che mai, devono tenere presente tale aspetto: riuscire a leggere e interpretare
l’insight – ovvero i bisogni profondi – del proprio pubblico di riferimento, cre-
ando un’identità autentica, riconoscibile e capace di raggiungere intellettual-
mente e sentimentalmente i propri clienti.
Nel 1954, lo psicologo Abraham Maslow propose un modello motivazionale
dello sviluppo umano basato su una “gerarchia di bisogni”, sostenendo come
la soddisfazione dei più elementari sia la condizione per fare emergere quelli
di ordine superiore, creando una piramide (Figura 2.1). Alla base, ci sono i bi-
sogni essenziali alla sopravvivenza e, salendo verso il vertice, s’incontrano i più
immateriali, come quelli di appartenenza, stima e autorealizzazione. Mentre i
bisogni fondamentali, una volta soddisfatti, tendono a non ripresentarsi, quel-
li sociali e relazionali rinascono con nuovi e più ambiziosi obiettivi da raggiun-
gere. Maslow fu il primo a teorizzare l’idea che le persone siano spinte ad agire
dai loro bisogni e dalla necessità di soddisfarli.
Recentemente Anthony Robbins, con la sua teoria dei sei bisogni umani (Figu-
ra 2.2), ha evoluto e attualizzato ciò che Maslow intuì sessant’anni fa. Secondo
lui, gli esseri umani hanno in comune sei bisogni, quattro fondamentali e due
superiori. Rispetto alla piramide di Maslow, qui non esiste alcuna gerarchia:
per ognuno di noi, uno o due bisogni possono essere più importanti di altri, in
base alla situazione che ciascuno si trova a vivere.
Ciò che cambia, da individuo a individuo, sono i modi e i mezzi con i quali
soddisfare i quattro bisogni fondamentali:
• bisogno di sicurezza. Ogni essere umano, per istinto di sopravviven-
za, ha l’esigenza di sentirsi in sicurezza fisica, mentale e psicologica;
tende a vivere nella propria zona di comfort, evitando difficoltà e dolo-
re. Cerca di avere tutto sotto controllo, restando sempre collegato e
aggiornato;
24 Creative Branding Restaurant
Figura 2.3 Esempio di brand design canvas ispirato al modello di Cristiano Guerra.
Capitolo 2 Brand design: da che parte cominciare a fare branding 27
Esercitazione
Inizia con noi a tessere la tela del tuo brand.
Step 1: definisci il tuo scopo (purpose).
Perché hai deciso di creare il tuo ristorante?
Cosa aspira a diventare il tuo locale?
Step 2: pensa alle tue “radici” e ricerca i valori principali che ti caratterizzano.
Di quali valori vuoi farti promotore?
Step 3: determina chi sei oggi, qual è la tua missione (mission)2 e cosa vuoi diventare
domani, la tua visione (vision).
Quali sono i tuoi obiettivi a medio e lungo termine?
Come ti vedi nei prossimi anni? In che posizione sei nel tuo mercato di riferi-
mento?
Step 4: definisci la tua personalità3 (brand personality).
Se il tuo ristorante fosse una persona, con quali aggettivi lo descriveresti?
Qual è il suo tono di voce? Come si esprime?
Step 5: delinea la tua narrazione (brand storytelling).
Qual è la tua storia?
Per aiutarti, pensa alla tua attività come fosse la protagonista di una storia.
Immagina la creazione del tuo brand ristorante come la definizione di un per-
sonaggio in teatro o al cinema.
Ogni brand è una storia a sé. Se poi il brand ha a che fare con il cibo, allora la
storia ha anche un sapore, un profumo e una consistenza. Se il sapore nasce da
lontano perché appartiene a un’altra cultura o si tramanda da generazioni, lo
spazio e il tempo diventano due dimensioni fondamentali.
Pensare un brand per un ristorante è uno dei processi creativi più belli che esi-
stano. Il design e la progettazione completa vengono sempre dopo lo studio della
cultura, della storia, degli ingredienti, dei significati, dei trend di consumo e dei
2. La visione di un’azienda identifica l’idea dell’imprenditore, il sogno, ciò che il ristorante vuole
diventare in prospettiva futura. La missione rappresenta la tua dichiarazione di intenti, ossia descrive
in che modo devono essere realizzati gli obiettivi giorno per giorno.
3. Nel Capitolo 5 è descritto un metodo efficace per definire la personalità del tuo ristorante.
28 Creative Branding Restaurant
Perché esistiamo?
Qui dobbiamo identificare l’opportunità che risponde ai nuovi bisogni dei con-
sumatori, dell’azienda o del mercato. Dobbiamo lavorare in profondità per
Capitolo 2 Brand design: da che parte cominciare a fare branding 29
capire l’insight4 che muove tali persone verso una nuova realtà e il motivo che
le spinge a farlo. In questa fase, sono essenziali l’intelligenza culturale, lo stu-
dio dei trend di consumo, i segnali deboli che accennano alle nuove esigenze di
cambiamento.
Non basta esistere perché esistono gli altri. O meglio, si può adottare un mo-
dello esistente perché da noi non esiste ancora, ma dobbiamo essere sicuri di
avere una storia da raccontare.
In cosa crediamo?
Da sempre il cibo esige fiducia. Oggi, le nuove generazioni chiedono a tutti i
brand, non solo a quelli del food, di condividere e incarnare i propri valori: il
rispetto per le persone, la natura, la stagionalità, gli ingredienti, gli animali. O
questo o niente.
Ma perché la fiducia è così importante?
Ti racconto una piccola storia in merito. Dovevo seguire un progetto che avevo
chiamato Food Unchained e che indagava il ruolo del cibo nelle carceri. Sono
stata alla Giudecca, a Venezia, e ho incontrato una detenuta argentina che si
occupava dell’orto e mi diceva: “Vedi, io sono qui per aver tradito la fiducia
delle persone. Ora, coltivando quest’orto, ho un’opportunità unica per riavere
quella fiducia indietro. E sai perché? Perché loro, mangiando insieme alle pro-
prie famiglie quello che io coltivo, si fidano ciecamente di me. E io ritrovo fidu-
cia nella vita che mi aveva delusa”.
Il cibo è fiducia. Sta tutto lì. E quindi parlare dei nostri valori, facendolo attra-
verso il nostro lavoro, è fondamentale.
4. Insight significa “sguardo dall’interno” e mette in evidenza il bisogno che un nuovo brand si pro-
pone di risolvere.
30 Creative Branding Restaurant
Esercitazione
In questa seconda parte del brand design canvas, continua a costruire il tuo modello.
Step 6: definisci chi sono i tuoi clienti.
Quali sono le esigenze o i desideri dei tuoi clienti?
Step 7: determina qual è il tuo mercato.
In quale mercato è inserito il tuo ristorante?
Che espansione hai? Locale, regionale, nazionale o internazionale?
Step 8: dichiara il posizionamento del tuo brand ristorante.
Qual è la promessa che fai al mercato?
Cerca ora di creare una sintesi delle risposte che hai dato fino allo step 8, riassu-
mendo i tuoi punti di forza e quegli elementi unici del brand che ti contraddistin-
guono dagli altri ristoranti sul mercato e che soddisfano i bisogni e desideri del
tuo target. Stai creando la tua promessa al mercato, che ha tante più probabilità
di successo quanto più è semplice, autentica, credibile, memorabile e stimolante.
Pensa ai benefici che i clienti possono acquisire, entrando in contatto con il tuo
ristorante.
Facciamo un gioco di ruolo: mettiti nei panni del cliente e cerca di capire quali sono
i vantaggi emozionali di cui beneficia quando arriva nel tuo locale. Le sensazioni
percepite lo rendono:
ottimista, nutrendo il bisogno di avere successo e sentendosi motivato e
speciale;
saggio, informato, competente e intelligente, nutrendo il bisogno di conoscenza;
fiducioso, rispettato e al sicuro, nutrendo il bisogno di autocontrollo;
comodo, alimentando il bisogno di essere rilassato, accolto e nutrito.
felice, tra amici e in intimità, nutrendo il bisogno di sentirsi amato;
alla moda, popolare e allegro, nutrendo il bisogno di farsi notare;
stimolato e sorpreso, nutrendo il bisogno di sentirsi libero e provare forti
emozioni.
Capitolo 2 Brand design: da che parte cominciare a fare branding 31
6. Nel marketing questa analisi viene definita USP (Unique Selling Proposition) e in italiano significa
argomentazione esclusiva di vendita.
Capitolo 2 Brand design: da che parte cominciare a fare branding 33
Esercitazione
Con tutti gli elementi che hai raccolto, costruisci il credo efficace per il tuo ristorante.
Procedi in questo modo:
parti dall’idea che ha dato vita all’originalità del tuo ristorante e trasformala in
una promessa, per far comprendere al tuo gruppo di lavoro con quale messaggio
entrare in relazione con i clienti;
credi nella forza delle risorse umane, come tessere fondamentali nella costru-
zione dell’immagine del ristorante. Pensa allo staff di sala in toto, alla brigata
di cucina: se considerati e coinvolti, possono creare valore ed essere strategici
nella costruzione del tuo brand;
crea occasioni di contatto e scambio con i collaboratori, cercando di testare
costantemente motivazione personale e attaccamento al brand. Chiedi loro cosa
possono e vogliono fare per supportare lo scopo e i valori della tua marca e come
hanno intenzione di comunicare i benefici ai clienti.
Esercitazione
In queste fasi della progettazione, procedi con la codifica visuale degli elementi
immateriali del tuo brand evidenziati e individuati.
Step 9: metti a punto con il tuo grafico tutti gli aspetti visivi del tuo marchio10.
Tipologia.
Colore.
Marchio in negativo/positivo.
Miniatura.
Area di rispetto.
Varianti.
Colore primario.
Colori di supporto.
Sfumature.
Figura 2.4 Visual identity: insieme di forme, colori, elementi grafici che descrive
l’identità del locale. Progetto grafico SushiDo, Sushi Delivery di Pavel Vrabie©.
Figura 2.5 Orto by Jorg Giubbani, Villa Edera, Moneglia, Liguria. Ph Lido Vannucchi©.
La fotografia in ambito food, con il suo impatto diretto e incisivo, gioca un ruo-
lo fondamentale nella rappresentazione visiva dei vari messaggi comunicativi.
Come ben sappiamo, il primo aspetto che entra in relazione con i clienti è quel-
lo visivo: molto spesso non varchiamo la soglia di un ristorante se a prima vista
non si presenta nel migliore dei modi. Un’insegna curata, il Menù esposto in
modo chiaro e coerente, un account social e un sito, accompagnati da fotogra-
fie professionali, avranno una maggiore influenza e quindi una più elevata
possibilità di colpire l’occhio di chi sta osservando.
Un servizio fotografico che descriva, tramite il racconto per immagini, il cre-
do del ristorante può dar risalto alla capacità produttiva della tua attività, ai
valori su cui è fondata e al personale lavorativo che la compone, andando a
sintetizzare efficacemente l’identità.
Fino a qui, abbiamo compreso come il brand ristorante sia un “organismo vi-
vente”, con una propria anima che muta, cresce e si sviluppa seguendo i suoi
valori. Un buon progetto di gestione strategica del brand deve disegnare un iter
di lavoro finalizzato alla conoscenza della propria impresa e del contesto e poi
Capitolo 2 Brand design: da che parte cominciare a fare branding 37
alla sua comunicazione. Ricordati che ogni operazione di branding, per funzio-
nare, sfrutta un ambiente già esistente.
Nel prossimo capitolo, approfondiremo alcuni elementi utili del contesto so-
ciale contemporaneo, comprendendo come un ristorante rappresenti qualco-
sa di più che un semplice luogo dove si mangia. È fondamentale utilizzare
questi aspetti per raggiungere il nostro scopo: creare un brand ristorante uni-
co, riconoscibile e amato.