Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Introduzione ............................................................................................................. 3
II “Non si può non comunicare” .............................................................................. 3
II La scuola di Palo Alto e gli assiomi della comunicazione ................................... 6
III Funzioni della comunicazione non verbale ........................................................ 9
IV Il linguaggio del corpo ...................................................................................... 10
1 Il linguaggio facciale ...................................................................................... 10
2 Alcuni esempi... ............................................................................................. 11
3 Le espressioni del volto ................................................................................. 13
4 La postura ...................................................................................................... 13
5 La gestualità .................................................................................................. 14
6 Perché non conta ciò che si dice .................................................................... 15
7 Il linguaggio del corpo rivela stati d'animo e pensieri ................................... 15
8 La ricerca socio-antropologica ....................................................................... 16
8. 1 La cinesica ............................................................................................. 17
8.2 Leggere e comprendere il linguaggio corporeo ...................................... 18
8.3 La fisiologia del linguaggio corporeo .................................................... 19
9 La prossemica................................................................................................. 20
9.1 Le zone spaziali nella pratica ................................................................. 21
9.2 Perché non ci piace prendere l'ascensore con gli altri ............................ 22
9.3 I fattori culturali che influenzano le zone spaziali ................................. 23
10 La semiotica ................................................................................................ 24
10.1 Gesti e sguardo ..................................................................................... 27
10.2 I segnali con gli occhi ........................................................................... 27
10.3 La dilatazione delle pupille .................................................................. 28
10.4 Il comportamento dello sguardo: dove guardiamo? ............................. 29
10.5 La geografia del volto........................................................................... 30
10.6 Lo sguardo sociale ................................................................................ 30
10.7 Lo sguardo intimo ................................................................................ 30
10.8 Lo sguardo di potere ............................................................................. 30
10.9 I primi venti secondi di un colloquio.................................................... 31
10.10 Dove siamo sintonizzati ..................................................................... 31
11 L'aspetto esteriore come forma di comunicazione non verbale ................... 31
11.1 L'importanza di sigarette, occhiali e trucco ............................................... 32
11.2 Il fumo ....................................................................................................... 32
11.3 Gli occhiali ................................................................................................ 33
11.4 Guardare al di sopra degli occhiali ............................................................ 34
11.5 Il trucco ..................................................................................................... 34
V Comunicazione non verbale e persuasione ........................................................ 35
1 Parlare non basta: l’arte di farsi ascoltare ...................................................... 35
2 Comunicazione persuasiva: l’arte di essere convincenti ................................ 36
3 Come beneficiare della comunicazione non verbale ...................................... 36
4 La comunicazione non verbale in politica ..................................................... 38
1
4.1 Alcuni esempi ......................................................................................... 39
4.2 Rapporto tra i politici e le masse ................................................................. 40
4.3 Comunicazione non verbale e discorso politico .................................... 41
4.4 La comunicazione non verbale nelle vendite ......................................... 41
VI Comunicazione non verbale e menzogna ......................................................... 42
6.1 Come imparare a leggere il linguaggio corporeo? ...................................... 42
6.2 E' possibile fingere? .................................................................................... 43
6.3 Perché i bambini sono più facili da decifrare .............................................. 44
6.4 Atteggiamenti di valutazione e di inganno .................................................. 44
6.5 Le ricerche sulla menzogna ......................................................................... 45
6.6 Le tre scimmie ............................................................................................. 46
6.7 Il volto è lo specchio della verità ................................................................ 46
6.8 Le donne sono più abili a mentire: è vero! .................................................. 47
6.9 Perché è difficile mentire ............................................................................ 47
6.10 Sette gesti comuni indicativi di falsità ..................................................... 48
VII Differenze culturali e comunicazione non verbale .......................................... 50
1 Da cosa nascono i segnali non verbali ........................................................... 50
7.1 Innato, genetico o culturalmente appreso? ............................................. 50
2 Differenze nel modo di salutare ..................................................................... 52
3 Quando una cultura ne incontra un'altra ........................................................ 52
4 Alcuni esempi... .............................................................................................. 53
7.1 Il labbro superiore tirato all'inglese ........................................................ 53
7.2 I giapponesi ................................................................................................. 53
VIII La Programmazione Neuro Linguistica ......................................................... 54
1 Il nome ........................................................................................................... 54
2 Efficacia e utilizzo.......................................................................................... 55
8.1 Gli effetti secondo gli autori ................................................................... 55
8.2 L'assenza di riconoscimento scientifico ................................................. 55
8.3 Diffusione ............................................................................................... 56
8.4 Applicazioni ............................................................................................... 56
8.5 La tecnica ............................................................................................... 56
8.6 Il modellamento ...................................................................................... 57
8.7 Lo status di pseudoscienza ..................................................................... 58
8.8 L'assenza di prove scientifiche ............................................................... 58
8.9 I mancati risultati .................................................................................... 59
Conclusione ........................................................................................................... 60
2
TESI DI LAUREA
Introduzione
3
II “Non si può non comunicare”
Quante volte siamo stati fermi, in silenzio, eppure qualcuno dei nostri amici
è venuto a chiederci se qualcosa non va? E’ capitato a tutti. Non ce ne
rendiamo conto, eppure è così: qualunque atteggiamento assume un
significato per gli altri. In molti credono che comunicare significhi, molto
banalmente, dire qualcosa con un linguaggio appropriato senza tener conto
di tutto il resto. In una conversazione però, le parole sono solo la “punta
dell’iceberg”. Postura, espressioni, tono di voce, sono tutti elementi che,
quando ci si rapporta con gli altri, entrano sempre in gioco: la
comunicazione non verbale diventa così un ostacolo quando mostra
qualcosa che in realtà vorremmo nascondere.
Spesso sentiamo dire che le cose non vanno perché non c’è comunicazione:
a scuola non si parla abbastanza, senza contare l'ambiente lavorativo o la
famiglia...Tuttavia non è possibile che non ci sia comunicazione in quanto
non è possibile non comunicare: ogni nostro comportamento è
comunicazione, anche il più piccolo gesto quotidiano. Eccezion fatta per
alcuni comportamenti patologici come l’autismo o alcune forme di
schizofrenia, in cui vi è un tentativo quasi riuscito di non comunicare con
l’altro, quotidianamente ci troviamo in situazioni in cui è presente, più che
4
in altre, la voglia di non comunicare: nei litigi, quando non si ha tempo o
voglia di rispondere alle domande, quando si parla e in nostro interlocutore
mette gli auricolari... Queste sono soltanto alcune delle situazioni in cui
sembra che non ci sia comunicazione: invece si sta comunicando di non
voler comunicare.
Ogni comportamento ha valore di messaggio e, non essendo possibile avere
un non-comportamento, non è possibile non comunicare. L’inattività, il
silenzio, l’indifferenza, l’urlo, il sonno, la risposta verbale: tutto è
comunicazione.
Il viaggiatore in treno che tiene gli occhi chiusi comunica di non voler
comunicare così come due persone che litigano animatamente.
Così come non si può non comunicare, non è possibile non rispondere alla
comunicazione. Se siedo di fronte al viaggiatore con gli occhi chiusi e lo
lascio tranquillo comunico di aver capito e di accettare il suo messaggio
mentre, se tento di iniziare un dialogo comunico di non essere interessato
alla sua "proposta" e ne faccio un’altra: starà al viaggiatore rispondere...
Nella comunicazione quindi ci sono sempre due momenti: uno propositivo
ed uno imperativo.
Nel dire semplicemente "ciao come stai?" c’è un momento propositivo che
è il saluto e un momento imperativo ("e tu?"), che impone una risposta. In
ogni comunicazione quindi c’è sempre una situazione di domanda e una di
risposta.
Alla mia domanda posso avere più tipi di risposta: è importante chiarire che
si parla di comunicazione in termini di relazione quindi la risposta è sul
piano della relazione e non dei contenuti. In altre parole, non importa quello
che dico ma come, perché ed a chi....
La mia comunicazione può essere accettata e/o confermata, ossia al mio
messaggio relazionale l’altro risponde positivamente (ottengo conferma sul
piano della relazione) ad esempio dico "ciao" e l’altro muove la mano in
segno di saluto; può essere rifiutata, ossia al mio messaggio relazionale
l’altro non risponde positivamente (ottengo un rifiuto sul piano della
relazione) ad esempio dico "ciao" e l’altro mi risponde "non ho voglia di
parlare con te"; può essere rifiutata attraverso l’utilizzo di un sintomo, ossia
il soggetto che deve rispondere fa finta di essere impossibilitato a
rispondere per giustificarsi, in modo da non essere biasimato; può essere
non confermata o squalificata: questo tipo di risposta ha alla base una
risposta del tipo "tu non ci sei, per me non esisti": ad esempio dico "ciao" e
l’altro si volta e se ne va. In termini di relazione è la risposta più patologica
5
che si possa avere, in quanto nega l’esistenza del soggetto da cui proviene il
messaggio.
Ogni comunicazione, poi, non soltanto trasmette un' informazione ma
contemporaneamente impone un comportamento, quindi è composta da due
parti fondamentali: il contenuto (informazione) e la relazione
(comportamento).
La relazione è un metalinguaggio rispetto al contenuto, ossia è un elemento
che lo classifica e lo definisce. Infatti il messaggio relazionale, cioè il
comportamento, è più difficile da interpretare ma è più forte del contenuto:
in ogni relazione è molto importante il termometro emotivo che, nelle
relazioni non patologiche, si alza e si abbassa.
La relazione definisce e fa riferimento alle asserzioni del tipo "ecco come
mi vedo...ecco come ti vedo...ecco come credo che mi vedi...". Un comune
errore, a questo proposito, è cercare di mettersi d’accordo sul piano dei
contenuti quando non si è d’accordo su quello della relazione. Un esempio è
quello di una coppia in separazione che litiga sugli orari e sui diritti / doveri
rispetto ai figli e non riesce a mettersi d’accordo in quanto non sta litigando
sui ruoli genitoriali ma sui ruoli coniugali. A volte basta ampliare il contesto
per ottenere un cambiamento.
Il contesto è un elemento fondamentale per comprendere la comunicazione
in quanto è la matrice dei significati, qualifica i messaggi e aiuta a
discriminarli.
E’ il contesto che fa leggere un sistema in un modo piuttosto che in un altro.
Per cui, se io cambio il contesto ad un evento, cambio l’evento stesso. Per
esempio: se a luglio vedo gente girare in costume non rimango stupito ma la
mia reazione è diversa se ciò accade a dicembre. Se poi aggiungo qualche
piccolo elemento al contesto, la mia reazione cambia ancora: ad esempio, se
so che c’è una telecamera che sta riprendendo non mi stupisco della gente
in costume anche se siamo a dicembre. La telecamera diventa un segnale di
contesto; cogliere piccoli segnali di contesto mi permette di rileggere e
ridefinire il problema e questa ridefinizione è la parte iniziale della
soluzione.
Questi sono alcuni degli assiomi della comunicazione proposti da D. D.
Jackson ed espressi in seguito da P. Watzlawick. Entrambi sono considerati
tra i principali autori e fondatori della psicologia sistemica e fanno parte del
"Mental Research Institute" di Palo Alto, California.
6
II La scuola di Palo Alto e gli assiomi della comunicazione
Ognuno di noi comunica continuamente attraverso le parole che pronuncia
(componente verbale), ma, come già detto, è molto importante il modo in
cui vengono pronunciate, volume, tono, velocità pause ecc.(componente
para verbale). Infine vi è l'aspetto non-verbale della comunicazione, dato
dall'insieme dei gesti, della mimica e dell'atteggiamento posturale. Studi
compiuti dalla scuola di Palo Alto, in California, hanno evidenziato che la
parte verbale della nostra comunicazione, ciò che noi diciamo, ha
un'importanza del tutto marginale (circa il 7%) rispetto alle componenti
para verbale (38%) e non verbale (55%).E' molto importante, ai fini di una
comunicazione efficace, che ci sia congruenza tra i 3 livelli. In mancanza di
essa, è possibile che il nostro messaggio giunga a destinazione e venga
decodificato in maniera difforme rispetto al nostro obiettivo. La
comunicazione non verbale consta di: elementi non verbali del parlato -
intonazione - paralinguistica (qualità della voce e vocalizzazione) elementi
cinesici - mimica facciale - sguardo (continuità o variabilità di direzione) -
movimenti del corpo nello spazio (postura, distanza) - movimenti delle parti
del corpo (gesti, cenni del capo).
Ci sono gesti che non hanno alcun significato, ma che servono alle persone
per superare l'imbarazzo iniziale. Ci sono gesti illustratori o di commento,
che però possono falsificare il messaggio verbale. Ci sono poi gesti
regolatori, che regolano le interazioni.
Gli assiomi della comunicazione furono definiti da Paul Watzlawick e altri
studiosi della Scuola di Palo Alto, allo scopo di identificare alcune proprietà
della comunicazione, ed utilizzarle per diagnosticare alcune patologie. Ne
vennero definite cinque:
1) l’impossibilità di non comunicare;
2) i livelli comunicativi di contenuto e relazione;
3) la punteggiatura della sequenza di eventi;
4) la comunicazione numerica e analogica;
5) l’interazione complementare e simmetrica.
7
che determina la relazione tra i comunicanti. Ad esempio, la mamma che
ordina al bambino di andare a fare il bagno esprime, oltre al contenuto (la
volontà che il bambino si lavi), anche la relazione che intercorre tra chi
comunica e chi è oggetto della comunicazione, nel caso particolare quella di
superiore/subordinato.
8
amici).
9
• Scoprire le esigenze non dichiarate
• Intuire alcuni tratti della personalità dell'altro
(Ovviamente esistono dei limiti nell'interpretazione della gestualità, poiché
una persona che morde una matita, ad esempio, potrebbe farlo per abitudine
non per forza per nervosismo).
“Le tue azioni parlano così forte che non riesco a sentire quello che dici”
(Ralph Waldo Emerson)
1 Il linguaggio facciale
Il primo linguaggio studiato è stato quello facciale, infatti l'opera più
importante pubblicata prima del '900, è stata quella di Charles Darwin del
1872 "The expression of the emotions in Man and Animals". Da qui molti
studiosi si sono interessati all'argomento e primo fra tutti a confermare lo
studio di Darwin è stato Paul Ekman, che ha dedicato molti anni allo studio
della mimica facciale. Egli ha dimostrato che alcune emozioni come rabbia,
tristezza, felicità, sono uguali e condivise da tutti in modo uguale, siano essi
appartenenti o meno a culture differenti. Secondo Ekman, attraverso le
emozioni del volto si riescono a captare se le espressioni sono sincere
oppure no; infatti nel suo libro" I volti della Menzogna", parla del fatto che
disponiamo di almeno tre chiavi per leggere le emozioni del volto e per
capirle:
1. Asimmetria, perché nelle espressioni facciali sono coinvolte
asimmetricamente le due metà del viso, in quanto su una metà l'espressione
è più intensa che nell'altra;
2. Tempo, in quanto le espressioni sincere durano pochi attimi
10
(all'incirca un decimo di secondo), mentre se vi è un'espressione "tirata",
che dura più di un secondo, questa è una probabile falsa emozione, eseguita
volontariamente;
3. Collocazione nel discorso. La mimica accompagna le parole: se
posticipata o anticipata, non rispecchia la reale espressione verbale. Per
esempio: se una persona è arrabbiata e accompagna l'espressione di rabbia
in relazione alle parole vuol dire che la persona è realmente arrabbiata; se i
gesti di rabbia vengono dopo le parole si denota che probabilmente la
persona non è così in collera come vorrebbe far credere.
Il linguaggio del corpo è costituito anche da gesti che differiscono da
cultura a cultura e da gesti che cambiano con l'evolversi dell'età dell'uomo. I
gesti che variano da cultura a cultura sono quei gesti che col tempo sono
diventati come una sorta di esperanto, ma che in alcune culture assumono
un significato diverso.
2 Alcuni esempi...
Il segno "OK", ha assunto col tempo il significato di Okay, "tutto bene", in
tutti i paesi di lingua inglese, in Europa e in Asia, tuttavia permangono
alcune zone come ad esempio la Francia in cui il segno "OK" assume il
significato di "zero" o “niente". Ha infatti origine da un segnale che al
termine di uno scontro di guerra serviva a comunicare a distanza"zero
kills"cioè "zero uccisioni"; in Giappone vuol dire "soldi".
Il pollice in su, in Australia, Inghilterra e Nuova Zelanda ha più di un
significato, vuol dire: Ok, segnale di autostop o insulto, mentre in Grecia è
prevalentemente usato in senso dispregiativo.
Il segno della "V", è stato diffuso durante la Seconda Guerra Mondiale da
Winston Churchill in segno di "vittoria", mentre in alcuni paesi europei tale
segno indica il numero due, mentre in altri è un segno di offesa.
11
Ci sono poi gesti che si modificano con l'evolversi dell'età dell'uomo, ne è
un esempio il gesto fatto da un bambino che dice una bugia, tendendo a
coprire la bocca con le mani; nell'adolescente il gesto cambia, la mano
sfiora con le dita la bocca; nell'adulto il gesto diventa più evoluto e raffinato
la mano infatti, sfiora il naso.
Il linguaggio del corpo ha una propria grammatica pertanto va letto e
interpretato rispettando tutta una sintassi composta da parole, frasi e
punteggiatura.
Ogni movimento è come una parola, cioè assume un significato diverso a
seconda dell'uso che se ne fa in una"frase”per cui, nell'analizzare il gesto va
tenuto presente soprattutto il contesto in cui si esplica. "Percettivi" significa
saper interpretare e capire il gesto con tutte le sue sfumature compreso il
contesto. Lo sfregare le mani, ad esempio, può avere un duplice significato.
Fatto in una gelida giornata significa che quella persona ha freddo; lo stesso
gesto invece, fatto da una persona mentre esprime un desiderio piacevole,
risulta sinonimo di gioia, allegria e di aspettativa positiva. Oltre al contesto,
bisogna tener presente anche lo spazio che il corpo occupa e con il quale
comunica.
12
3 Le espressioni del volto
4 La postura
13
lateralmente o all’indietro, le braccia e le mani sono rilassate e in posizione
asimmetrica. Una postura eretta è inoltre segno di dominanza, una più
raccolta di sottomissione.
5 La gestualità
14
A dispetto di quello che riteniamo politicamente corretto credere, quando
incontriamo qualcuno per la prima volta lo giudichiamo rapidamente sotto
il profilo della cordialità, della dominanza e come potenziale partner
sessuale. Gli occhi, certamente non sono la prima cosa che osserviamo.
Oggi gran parte dei ricercatori concorda sul fatto che le parole vengano
usate soprattutto per trasmette informazioni e che il linguaggio corporeo sia
invece utilizzato per negoziare nei rapporti interpersonali, talora in
sostituzione della comunicazione verbale.
Una donna può, ad esempio, un' “occhiata che uccide” e inviare un
messaggio letale, senza bisogno di parlare.
Indipendentemente dalla cultura, parole e movimenti sono correlati in modo
tale che, secondo Birdwhistell, un individuo esperto riesce in genere a
descrivere i movimenti che una persona fa solo ascoltandone la voce.
L'antropologo sapeva persino individuare la lingua usata da un soggetto
osservandone i gesti.
Molti hanno difficoltà ad accettare il fatto che l'uomo sia, dal punto di vista
biologico, un animale. Siamo una specie di primati -homo sapiens-,
scimmie prive di pelo che hanno imparato a camminare su due zampe e che
possiedono un cervello evoluto, sofisticato.
Come tutte le altre specie, siamo però governati da regole biologiche che
controllano le nostre azioni e reazioni, il linguaggio corporeo e le gestualità.
L'aspetto affascinante è che l'animale uomo si rende difficilmente conto che
le sue posture, i suoi movimenti, i suoi gesti, possono essere indicativi di un
determinato stato d'animo e che invece la sua voce ne comunica uno del
tutto diverso.
15
In tal modo si riescono a distinguere i fatti da eventuali menzogne, la realtà
dalla fantasia.
Nella nostra epoca siamo diventati fanatici della parola e delle capacità
oratorie; pochi però si rendono conto dei segnali inviati dal corpo e della
loro importanza, malgrado sia risaputo che negli incontri a quattr' occhi
gran parte dei messaggi vengono trasmessi proprio da essi.
Il presidente francese Jacques Chirac, l'ex presidente americano Reagan e il
primo ministro australiano Bob Hawke usavano le mani per indicare l'entità
dei problemi di cui discutevano : in un'occasione Hawke difese l'aumento
dello stipendio dei politici confrontandolo con quello dei manager e
sostenendo che gli emolumenti di questi ultimi erano aumentati in misura
considerevole, mentre l'incremento proposto per i politici era relativamente
più contenuto. Però ogniqualvolta citava il reddito dei politici, teneva le
mani divaricate alla distanza di circa un metro, mentre quando parlava dei
dirigenti, le teneva a una trentina di centimetri. Da ciò si deduce che, in
realtà, giudicava il trattamento economico dei politici migliore... molto più
di quanto volesse ammettere.
8 La ricerca socio-antropologica
16
8. 1 La cinesica
17
del corpo (gesti, posture e mimica facciale).
Quindi il 93% del nostro messaggio viene percepito dal nostro corpo e non
dalle nostre parole.
È stato riscontrato che parte del linguaggio corporeo è universale, ad
esempio ogni cultura adotta la stessa mimica facciale per esprimere in modo
spontaneo le emozioni principali (rabbia,tristezza, paura, ecc.), per cui si
pensa che siano gesti geneticamente prestabiliti da spinte evolutive derivate
dal nostro passato animale. Per esempio scoprire i denti e dilatare le narici
sono gesti universali per avvertire che siamo pronti ad attaccare o a
difenderci; la dilatazione delle narici ci porta ad iper ossigenare prima dello
scatto. Un altro esempio è il gesto delle “spallucce” normalmente tradotto
con non si sa quello che l'interlocutore sta domandando. Questo gesto può
essere diviso in tre componenti:
• l'alzata di spalle, per proteggere la gola da eventuali attacchi;
• i palmi aperti, per mostrare che non si hanno armi in mano;
• la fronte corrugata, gesto universale di sottomissione.
18
8.3 La fisiologia del linguaggio corporeo
Il linguaggio del corpo deriva dai nostri pensieri ,ovvero: Un pensiero
negativo crea emozioni negative che innescano reazioni fisiche e che quindi
portano ad un comportamento che esprime tale stato d'animo.
L'area corticale del cervello crea i pensieri attivando i neuroni che portano il
messaggio fino al sistema limbico addetto alle emozioni. Qui il messaggio
viene portato al surrene. Esso stimola organi che immettono sostanze che,
raggiunta l'ipofisi, attivano la produzione di ormoni dello stress fra cui la
noradrenalina, l' adrenalina e alcuni corticosteroidi.
Questi ormoni causano numerose sensazioni di disagio fra cui:
• Bruciore gastrico: dovuto alla produzione di acido cloridrico da parte
dello stomaco senza cibo da digerire;
• Tremore: I muscoli, contraendosi, portano a una mancanza della
coordinazione muscolare;
• Irregolarità respiratoria dovuta alla contrazione dei polmoni;
• Aumento della sudorazione di mani ascelle e fronte: per l'aumento di
pressione e relativo tentativo di contrasto da parte delle ghiandole
sudoripare;
• Gola e bocca secche per diminuzione di produzione salivare;
• Rossore e vampate di calore per aumentato afflusso di sangue.
Gli effetti degli ormoni dello stress si verificano anche sul cervello.
Gli ormoni dello stress alterano la normale trasmissione neuronale con
conseguente mancanza di lucidità e difficoltà a ricordare le cose. I
neurotrasmettitori sotto la presenza degli ormoni dello stress interferiscono
con le trasmissioni delle informazioni al cervello. Inoltre la scarsa
mancanza di ossigeno dovuta all'irregolarità respiratoria riduce l'apporto
dell'ossigeno stesso al cervello, facendone perdere l'efficienza.
9 La prossemica
La prossemica, (ulteriore canale della comunicazione non verbale assieme
alla paralinguistica, la digitale/aptica, e olfattiva), a differenza della cinesica
che studia la gestualità del corpo, è lo studio del comportamento spaziale.
Esistono molti libri e articoli sulla territorialità animale, il leopardo ha uno
suo territorio che va dagli 8 ai 63 km quadrati segnalato con odori come
segnale di possesso. Si è scoperto che anche l'uomo ha e difende un suo
territorio. Edward Hall, antropologo statunitense, è stato uno dei primi a
studiare le esigenze spaziali dell'uomo. Questa branca, creata da Hall agli
19
inizi degli anni sessanta si chiama prossemica. Il territorio è anche definito
quell'area o zona che circonda una persona e che può essere definita come
una sua estensione. Questa zona negli animali dipende dalla popolazione
presente, l'area del leopardo varierà a seconda della presenza di altri della
sua specie in quell'area. Lo stesso vale per l'uomo che si porta dietro un
territorio proprio di spazio noto come spazio personale. I giapponesi, a
causa dei problemi dovuti al sovraffollamento, avranno uno spazio
personale diverso da un'altra popolazione abituata a maggiori spazi. Lo
spazio personale medio degli stati come Europa, Nord America, Australia,
Nuova Zelanda, è:
• Zona Intima: 15–46 cm dal corpo, la zona che l'uomo reclama come
propria e difende, accessibile solo da chi è vicino dal punto di vista
emozionale.
• Zona Personale: 46–122 cm. Distanza che teniamo nelle funzioni
sociali o alle riunioni.
• Zona Sociale: 122–360 cm. Distanza a cui teniamo gli estranei.
• Zona Pubblica: 360-in poi. Zona a cui ci teniamo quando ci troviamo
in folto gruppo di persone.
20
9.1 Le zone spaziali nella pratica
Alla zona intima, hanno normalmente accesso parenti e amici stretti o chi fa
avance sessuali; questa zona può però essere invasa anche da persone ostili
e aggressive. Se tolleriamo che uno sconosciuto entri nella nostra zona
personale e in quella sociale, eventuali intrusioni nella zona intima causano
vere e proprie variazioni fisiologiche nel nostro corpo: il battito cardiaco
accelera, l'adrenalina entra in circolo e il sangue affluisce al cervello e ai
muscoli preparandoci alla reazione del “ combatti o fuggi”.
Se cingete col braccio in modo amichevole una persona che avete appena
conosciuto, questa potrebbe provare sentimenti negativi nei vostri confronti,
anche se vi sorride e finge di apprezzare il gesto per non offendervi.
21
un'estensione del corpo. Ciascun individuo ha un proprio territorio
personale, comprendente la zona circostante i suo beni, per esempio la casa,
delimitata da un recinto, l'auto, la stanza da letto e, come ha scoperto Hall,
uno spazio ben preciso attorno al corpo.
22
9.3 I fattori culturali che influenzano le zone spaziali
Una giovane coppia italiana trasferitasi a Sydney in Australia, era stata
invitata a entrare in un circolo sociale della città. Numerose settimane dopo
tre socie del circolo presero a lamentarsi dell'uomo, che secondo loro faceva
avance, e gli uomini della giovani italiana, che a loro parere si comportava
come una donna di facili costumi. Il caso è indicativo delle implicazioni che
possono sorgere quando due culture, con esigenze spaziali diverse si
incontrano. Molti abitanti dell'Europa meridionale hanno una zona intima di
20-30 cm, in alcuni luoghi addirittura inferiore. La coppia italiana si sentiva
rilassata e a suo agio quando si teneva a 25 cm di distanza dagli australiani,
ignara di invadere in tal modo la loro zona intima di ben 46 cm.
Gli italiani ricorrono, inoltre, al contatto visivo e fisico molto più degli
australiani, il che nel caso dei due giovani emigrati aveva dato luogo a
ulteriori equivoci. Quando i due furono informati del problema, rimasero
sconvolti ma decisero di adattarsi alle regole spaziali del posto.
10 La semiotica
La semiotica (dal termine greco σημεῖον semeion, che significa "segno") è
la disciplina che studia i segni e il modo in cui questi abbiano un senso
(significazione).
Considerato che il segno è in generale "qualcosa che rinvia a qualcos'altro"
(per i filosofi medievali "aliquid stat pro aliquo") possiamo dire che la
23
semiotica è la disciplina che studia i fenomeni di significazione e di
comunicazione. Per significazione, infatti, si intende ogni relazione che
lega qualcosa di materialmente presente a qualcos'altro di assente (la luce
rossa del semaforo significa, o sta per, "stop"). Ogni volta che si mette in
pratica o si usa una relazione di significazione si attiva un processo di
comunicazione (il semaforo è rosso e quindi arresto l'auto). Le relazioni di
significazione definiscono il sistema che viene a essere presupposto dai
concreti processi di comunicazione.
"Non solo essa spiega i fatti comunicativi, ma permette inoltre di
intervenire e di modificarli nel dettaglio con una precisione che manca alle
altre discipline. Si tratta, se vogliamo, di un uso della semiotica che è stato
definito altrove come microchirurgia del senso".
24
il comportamento visivo,
l’aspetto esteriore.
25
aspetto è molto importante per esempio per quello che riguarda le difficoltà
che alcuni studenti possono incontrare nell'affrontare certe interrogazioni.
Se è vero che per alcuni l'interrogazione è un vero e proprio incubo, spesso
legato ad altre difficoltà personali e arrivano all'interrogazione già in preda
al panico è anche vero che l'andamento dell'interrogazione è molto
condizionato dall'atteggiamento che assume l'insegnante nei confronti dello
studente. Il problema reale per alcuni studenti (quelli che fanno "scena
muta") durante l'interrogazione è quello di trovarsi di fronte insegnanti che
non danno segni di assenso, che quindi non rinforzano e non incoraggiano a
proseguire il discorso, anzi che a volte assumono espressioni per loro
indecifrabili ( questo riguarda più la mimica del volto), che vengono
interpretate e vissute come critiche a volte a carattere persecutorio e che
hanno il potere di inibirli completamente nell'esporre la loro preparazione.
Non è indifferente il fatto che gli studenti sono in posizione di inferiorità.
Questo ci introduce all'importanza che rappresenta il volto per la
comunicazione non verbale. Nell'uomo la mimica facciale ha soprattutto tre
funzioni: manifestare aspetti caratteristici della personalità dell'individuo,
esprimere le emozioni e gli atteggiamenti interpersonali, inviare segnali
nell'interazione in corso.
Essere consapevoli dei messaggi che mandiamo durante un colloquio, ci
può aiutare a mandare messaggi più intenzionali. Ad esempio, fornire cenni
di assenso durante un’interrogazione coerenti con le espressioni del volto,
può aiutare lo studente in difficoltà e anche l'insegnante, perché sentirsi la
causa di tanta paura è piuttosto imbarazzante.
26
controllare visivamente le persone meno potenti; quelle meno potenti
invece sembra che abbiano maggior bisogno di controllare le espressioni
del volto dell'altro per capire le reazioni ai propri rinforzi verbali. Il contatto
visivo produce un'intimità che è incompatibile con l'inganno. Per questo chi
vuole nascondere certi aspetti della propria immagine o chi soffre di
disturbi del comportamento reagisce con forte ansia nelle situazioni sociali
e dove è probabile venire guardati.
27
presenza di uno stato d'animo negativo o infuriato si contraggono, dando
luogo alle cosiddette “pupille a capocchia di spillo” o al ben noto “sguardo
da vipera”. Gli occhi chiari possono sembrare più affascinanti perché
consentono di scorgere con più facilità la dilatazione pupillare.
Eckhard Hess, ex direttore del Dipartimento di Psicologia della University
of Chigago, nonché uno dei primi studiosi a occuparsi della pupillometria,
ha scoperto che la dimensione pupillare è influenzata dallo stato di
attenzione generale di un soggetto. Dati simili sono stati rilevati chiedendo
a un gruppo di persone di guardare immagini piacevoli o sgradevoli di
alimenti, uomini politici, bambini disabili o vittime di guerra, o ancora
mentre ascoltavano musica. I risultati di tale ricerca sono stati applicati al
campo degli affari ed è stato dimostrato che il pubblico giudica più
affascinanti i modelli e le modelle se le foto che li ritraggono vengono
alterate per ingrandirne le pupille. La strategia si è rivelata efficace per
vendere articoli- cosmetici, prodotti per capelli e abiti femminili-
reclamizzati con primi piano dei volti.
La “lettura” delle pupille era usata dagli antichi mercanti cinesi di pietre
preziose per studiare gli acquirenti durante le trattative.
Secoli fa, per risultare più affascinanti, le prostitute si mettevano negli occhi
qualche goccia di tintura di belladonna, contenente atropina, una sostanza in
grado di dilatare le pupille. Un antico detto ci invita a “guardare le persone
negli occhi” durante un colloquio o una trattativa, anche se in realtà
faremmo meglio a “guardarle nelle pupille” che sono il vero specchio dei
reali sentimenti.
28
Anche B, di conseguenza, apprezzerà A. In altre parole, in gran parte delle
culture, se volete instaurare in rapporto valido e paritario con l'interlocutore,
dovete incrociarne lo sguardo per il 60-70% del tempo, cosa che inoltre lo
indurrà ad apprezzarvi.
Non sorprende, dunque, che un soggetto timido e nervoso che incroci il
vostro sguardo per meno di 1/3 del tempo, vi ispiri difficilmente fiducia.
Per lo stesso motivo, è inopportuno portare gli occhiali scuri durante le
negoziazioni. Gli interlocutori avranno in tal caso l'impressione che vogliate
scrutarli di nascosto o evitarli.
Come per gran parte dei gesti e dei segnali corporei, la durata dello sguardo
tra due persone può essere legata a fattori culturali. Prima di saltare a
conclusioni affrettate, bisognerebbe valutare questo elemento.
Quando due individui si incontrano e si guardano negli occhi per la prima
volta, è di solito il subordinato a distogliere lo sguardo per primo: ciò
significa che NON farlo equivale a lanciare una sfida o esprimere
disaccordo per un'opinione o un punto di vista. Se l'interlocutore ha uno
status più elevato, per esempio è il vostro capo, potete inviargli un chiaro
messaggio di dissenso sostenendo lo sguardo per qualche secondo in più del
solito, senza però farne un'abitudine... se tenete al posto di lavoro!
29
10.7 Lo sguardo intimo
Quando due persone si avvicinano, ognuna guarda rapidamente la zona
compresa tra il volto e la parte inferiore del corpo dell'altra per stabilire il
grado di interesse che suscita. Per la precisione, negli incontri ravvicinati,
quest'area va dagli occhi al petto, in quelli a distanza, dagli occhi all'inguine
o anche più in basso.
Sia gli uomini sia le donne, usano lo sguardo intimo per dimostrare il
proprio interesse; chi a sua volta è interessato, ricambia lo sguardo.
Di solito diamo due rapide occhiate, poi guardiamo la persona in volto;
nonostante gran parte di noi neghi di farlo, gli studi condotti con l'aiuto di
filmati, dimostrano che è così per tutti, anche per le suore.
30
10.10 Dove siamo sintonizzati
I movimenti oculari di un soggetto vi possono suggerire che cosa stia
pensando o se stia ricordando qualcosa di che ha visto, annusato, assaggiato
o toccato. Questa tecnica, elaborata dagli psicologi americani Grinder e
Bandler, è nota come Programmazione Neurolinguistica o NLP.
In parole semplici, se una persona ricorda qualcosa che ha visto, alza gli
occhi, se ricorda qualcosa che ha udito, li sposta di lato e inclina il capo
come se stesse ascoltando un suono, se ricorda sensazioni e sentimenti,
guarda in basso e a destra. Infine, se se sta parlando di se stessa, guarda in
basso e a sinistra.
Il problema sta nel fatto che questi movimenti oculari possono verificarsi in
una frazione di secondo, assieme ad altri gesti, il che, ne complica
l'interpretazione diretta.
11.2 Il fumo
Fumare è un atto indicativo di un turbamento o di un conflitto interiore e in
genere riguarda più un bisogno di rassicurazione che la dipendenza dalla
nicotina. E' una delle attività che, nella nostra società frenetica , le persone
usano per scaricare le tensioni accumulate nel contesto lavorativo o sociale.
31
Molti sono nervosi quando aspettano di entrare dal dentista per
un'estrazione: se per mascherare l'agitazione, un fumatore esce e si accende
una sigaretta, il non fumatore svolge altri riti: si sistema i vestiti, mastica
una gomma, si mangia le unghie, tamburella le dita o batte il piede in terra,
si gratta la testa, si tocca continuamente i polsini, giocherella con qualcosa...
fa ulteriori gesti che indicano il bisogno di rassicurazione. Anche i gioielli
vengono utilizzati frequentemente allo scopo: sono piacevoli da toccare e
consentono a chi li indossa di scaricare su di essi le insicurezze, paure,
impazienza o mancanza di fiducia in sé.
Esistono due tipi principali di fumatori: i fumatori dipendenti e quelli
sociali. Gli studi effettuati hanno dimostrato che dare boccate brevi e rapide
a una sigaretta stimola in cervello e il livello di consapevolezza, mentre le
boccate più lente e lunghe hanno un effetto calmante. Il primo tipo di
fumatori è dipendente dall'azione calmante della nicotina, grazie a cui riesce
a controllare lo stress; in genere, sono persone che fumano da sole e che
fanno boccate lunghe e profonde. Il fumatori sociali, invece, fumano solo in
presenza degli altri o quando bevono: per loro il fumo è, in sostanza, un
modo per colpire il prossimo. In questo caso la sigaretta viene fumata solo
per il 20% del tempo in cui resta accesa, con boccate più brevi e rapide. Per
l'80% del tempo il soggetto usa segnali verbali e si dedica a riti sociali.
32
attenti e autoritari. E' stato condotto uno studio che consisteva nel mostrare
ai partecipanti fotografie di diversi volti: si è scoperto che, quando una
persona portava gli occhiali in un contesto lavorativo, veniva descritto come
intelligente, attento, colto e sincero. Quanto più spessa era la montatura ,
tanto più tali aggettivi ricorrevano nelle descrizioni, indipendentemente dal
fatto che la foto ritraesse un uomo o una donna. Ciò è forse dovuto
all'usanza, da parte di molti manager di spicco, di portare occhiali con
montature spesse. Nel mondo del lavoro gli occhiali sono, quindi,
un'affermazione di potere.
Come con la sigaretta, l'atto di mettersi la stanghetta degli occhiali in bocca
può essere usato per prendere tempo o rinviare una decisione. Nelle
trattative il gesto viene compiuto più spesso alla fine, quando si è sul punto
di tirare le fila. Togliersi continuamente gli occhiali per pulirli è un'altra
azione cui si ricorre per prendere tempo. I gesti che seguono quello della
stanghetta in bocca denotano le intenzioni del soggetto e consentono al
negoziatore attento di reagire di conseguenza. Se la persona si rimette gli
occhiali, significa spesso che vuole “rivedere” i fatti. Se li ripone, desidera
terminare la conversazione. Se li getta sul tavolo, rifiuta simbolicamente la
proposta.
33
11.5 Il trucco
Truccarsi aumenta la credibilità di una donna, soprattutto in campo
lavorativo. C'è un esperimento che lo dimostra: è stato chiesto a quattro
hostess abbastanza somiglianti di vendere del materiale didattico. Ognuna
lavorava al suo tavolo ed era vestita in modo simile alle colleghe.. La prima
indossava un paio di occhiali ed era truccata, la seconda aveva gli occhiali
ma non era truccata, la terza era truccata ma senza occhiali, la quarta non
aveva né trucco né occhiali. I clienti si avvicinavano ai tavoli e parlavano
con le ragazze per circa 5 minuti chiedendo informazioni. Quando si
allontanavano poi, venivano intervistati: venivano loro fatte domande sulla
personalità e sull'aspetto delle hostess e dovevano poi scegliere alcuni
aggettivi da una lista prestabilita per descriverle.
La signorina che aveva sia occhiali che trucco è stata definita sicura,
intelligente, sofisticata e molto cordiale. Alcune clienti l'hanno ritenuta
intelligente, ma anche fredda, arrogante e piena di sé, dato che
probabilmente la consideravano una potenziale rivale: gli uomini non
l'hanno mai giudicata così. La hostess truccata e senza occhiali è stata
valutata positivamente in ordine all'aspetto e alla presentazione del prodotto,
ma meno abile a livello di capacità personali, quali l'ascolto e la gestione
del cliente. Le ragazze non truccate hanno ricevuto la valutazione peggiore
per quanto riguarda capacità personali e presentazione del prodotto; in tal
caso la presenza degli occhiali è risultata irrilevante ai fini
34
dell'atteggiamento e dell'opinione del cliente. Inoltre, gran parte delle donne
ricordavano se la hostess fosse truccata o no, a differenza degli uomini.
Fatto interessante, la clientela ha affermato che le due hostess truccate
indossavano gonne più corte delle altre, il che dimostra che il trucco
conferisce alla donna un aspetto più sexy. La lezione da trarre è chiara: il
make-up fa sembrare una donna più intelligente, più sicura e sexy e, se
combinato con gli occhiali in un contesto lavorativo, ha un effetto molto
positivo e incisivo sugli osservatori.
35
Alcune persone hanno innata questa dote: si parla allora di assertività,
ovvero la capacità di parlare e agire in modo talmente naturale da suscitare
attenzione e positività nell’interlocutore e così raggiungere i propri obiettivi.
Questo riguarda parecchie categorie di persone, tra cui i politici che, con i
loro gesti e il loro fare intrepido scendono nelle piazze principali e si
servono dei mass media per diffondere le loro idee.
36
peso.
Oggi i politici sanno che la loro carriera si basa sull'immagine e
sull'apparenza, e i personaggi di maggior spicco si avvalgono di esperti di
linguaggio corporeo per imparare a “essere” sinceri, interessanti, onesti...
soprattutto quando non lo sono.
Sembra quasi incredibile che il linguaggio corporeo, nella sua millenaria
evoluzione, sia stato studiato approfonditamente solo a partire dagli anni
Sessanta e che gran parte dell'opinione pubblica ne sia venuta a conoscenza
solo dopo il 1978, data di uscita del libro “Leggere il linguaggio del corpo”
di Allan e Barbara Pease.
Ancora oggi tuttavia, molti ritengono che la forma principale di
comunicazione sia il linguaggio orale: dal punto di vista evolutivo è invece
un'acquisizione recente e viene usato per lo più per convogliare fatti e dati.
Il linguaggio orale si è probabilmente sviluppato in un arco di tempo
compreso tra due milioni e cinquecentomila anni fa, in cui il nostro
cervello ha triplicato le sue dimensioni.
In precedenza il linguaggio del corpo e i versi rappresentavano gli strumenti
principali per trasmettere i proprio stati d'animo e sentimenti, il che peraltro
accade tuttora; il punto è che, concentrandoci sulle parole che i nostri
interlocutori pronunciano, ci scordiamo del linguaggio corporeo e
dell'importanza che riveste nella vita quotidiana.
Il linguaggio orale, tuttavia, ci ricorda la rilevanza che esso ha nella
comunicazione. Si pensi ad espressioni quali: “ Togliti questo peso dallo
stomaco” o “ Affrontalo a testa alta” o ancora “ Mi fai rizzare i capelli in
testa”.
In origine, attori del cinema muto come Charlie Chaplin, furono i pionieri
del linguaggio corporeo, dato che rappresentava l'unico mezzo per
comunicare attraverso lo schermo.
La bravura di un attore veniva giudicata in base alla capacità di usare gesti
e segnali corporei per trasmettere sentimenti al pubblico.
Quando si diffusero i film sonori e gli aspetti non verbali della recitazione
passarono in secondo piano, numerose star del cinema muto, caddero
nell'oblio: rimase in auge solo chi possedeva buone capacità verbali e non
verbali.
37
interesse, visto che questi personaggi spesso fingono di credere in qualcosa
in cui in realtà non credono o si presentano per quello che non sono.
I politici passano gran parte del tempo a eludere, evitare, fingere, mentire e
nascondere i propri sentimenti, a usare paraventi e salutare amici inesistenti
tra la folla, ma si sa che prima o poi il linguaggio del corpo li tradisce: per
questo bisogna osservarli con attenzione per poterli cogliere in fallo.
38
contrario di quella da tenere. Quando parlava in pubblico si appoggiava al
leggìo e lo stringeva: un segno di contrazione e di tensione sbagliato. Ma
poi Berlusconi ha ripreso fiducia: “In particolare dopo l'apparizione da
Santoro. Si è caricato, è tornato a sorridere, a ostentare sicurezza. Quando è
al meglio, parlando in pubblico tiene sempre a mente il fatto di essere
ripreso dalla telecamera. Per questo i suoi gesti sono plateali, molto
accentuati, in modo che siano il meno ambivalenti possibile. Più il gesto è
forte, recitato, meno è ambiguo.
Beppe Grillo. Il maestro della comunicazione sul web, l'unico che ancora
riempie le piazze e anche il più esperto nel gestire il proprio body language:
“E' più preciso e professionale anche di Berlusconi” - spiega Giovanna
Cosenza - “Il suo è un uso del corpo estremo, è un estremismo gestuale'.
Questo perché lui è un attore e viene dalla satira politica. Il suo obiettivo è
anche quello di far ridere, ed ecco perché i suoi gesti sono sempre
esasperati, triplicati rispetto ad altri politici”. E il suo comportamento nei
comizi è completamente differente: “Non si limita a rivolgersi al pubblico,
si piega in avanti come se volesse buttarsi sulla folla – e una volta l'ha
anche fatto -, urla, sputa, fa gestacci. Il suo modo di gestire il corpo è uno
spettacolo, lui stesso è uno spettacolo”. La formazione attoriale di Grillo lo
distingue nettamente dagli altri politici, anche da quelli che più hanno
studiato la comunicazione non verbale: “Se gli altri politici hanno pochi
gesti ben studiati e che ripetono spesso, la gamma di Grillo è vastissima.
39
suscitare intense risposte emotive nella popolazione”(Edelman).
E’ da questa affermazione dello studioso americano che si può realmente
capire quale sia il rapporto delle élite politiche nei confronti della massa, di
cui cercano di mantenere il consenso facendo uso di tutti gli strumenti a
loro disposizione tra cui, ovviamente, la lingua, il linguaggio, le
performances linguistiche situate nel contesto appropriato. La vera chiave
per comprendere il ruolo del linguaggio politico risiede però in quelle
“intense risposte emotive” che esso può suscitare. Emotive, certo, più che
razionali. Che mirano al sentimento, più che alla ragione. E per far nascere
tali risposte il mezzo è uno solo: la capacità di evocare simboli e miti verso
cui la massa si abbandona con cieca fiducia.
“L’élite politica, grazie al simbolismo, esercita potere sulla massa; questa,
grazie ai meccanismi psicologici attivati dai simboli, mostra una
disposizione a ubbidire con continuità ai comandi impartiti dai governanti,
conferendo sostegno e conformandosi alle direttive; e ciò in autonomia
dalla soddisfazione di domande o interessi e addirittura in presenza di
oggettive deprivazioni che, sempre a causa dei simboli, non vengono
percepite.” (Fedel)
40
Il famoso “saluto” di Hitler, tanti anni fa, non avrebbe avuto la stessa
credibilità, non sarebbe stato preso sul serio se, ad esempio, il fuhrer avesse
rivolto il palmo della mano verso l'alto.
“Sin da bambino mi sono subito reso conto che la gente non sempre dice
ciò che pensa o prova e che, se fossi riuscito a coglierne i veri sentimenti e a
rispondere in modo adeguato alle loro esigenze, avrei potuto indurle a fare
ciò che volevo.
A undici anni iniziai la mia carriera da piazzista, vendendo spugne dopo la
scuola per guadagnarmi qualche soldo, e in poco tempo fui in grado di
capire quali clienti avrebbero accettato di acquistare i miei prodotti e quali
no. Quando bussavo alla porta, se la persona mi diceva di non essere
interessata tenendo le mani aperte, mostrandomi i palmi , intuivo di poter
insistere, perché, per quanto non sembrasse intenzionata a comprare, non si
dimostrava aggressiva. Se invece puntava il dito o teneva le mani chiuse,
41
pur parlando a voce pacata, capivo che era il caso di rinunciare. Mi piaceva
fare il venditore e nel mio campo ero molto abile. Da adolescente passai
alle pentole. La mia attività mi dava modo di conoscere le persone, studiarle
da vicino, dedurne le intenzioni semplicemente osservandone il linguaggio
corporeo. Questa dote mi era inoltre utilissima nel campo delle
assicurazioni, dove lavorai successivamente, segnando numerosi record per
la compagnia che mi aveva assunto, vendendo polizze per più di un milione
di dollari in soli dodici mesi, il che mi valse la qualifica per la prestigiosa
Million Dollar Round Table. Riuscii in sostanza a trasferire le tecniche di
lettura del corpo, apprese da ragazzo piazzando pentole, a questo nuovo
settore, il che mi consentì peraltro di avere successo in qualsiasi ambito
sociale”.
42
debole, a causa del dolore. In modo analogo, musicisti, chirurghi, artisti e
quanti svolgono professioni in cui l'uso delle mani è fondamentale,
proferiscono in genere non dare la mano e se vi sono costretti , usano la
cosiddetta stretta del pesce morto, per cautelarsi.
Un individuo che indossi abiti attillati o di taglia troppo piccola, potrebbe
essere limitato nel compiere alcuni gesti e questo ne influenza il linguaggio
corporeo: può, ad esempio, non riuscire ad incrociare le gambe.
Le donne con la minigonna siedono con le gambe ben strette, a scopo
protettivo, ma così appaiono meno avvicinabili.
Si tratta di situazioni che si riferiscono a una minoranza di casi ma è
comunque importante tenere sempre presente l'effetto che eventuali limiti o
impedimenti fisici hanno sui movimenti delle persone.
43
modo simile a quanto accade nell'infanzia e nell'adolescenza. All'ultimo
momento, tuttavia, la mano viene scostata dal viso e tocca il naso.
Ciò dimostra che con l'invecchiamento i gesti diventano più sottili e meno
palesi e di conseguenza è più difficile interpretarli in un cinquantenne che in
un bambino di cinque anni.
44
bianche, altre erano malevole. Nel complesso, Feldman ha rilevato che il 62%
dei partecipanti aveva raccontato in media due o tre bugie ogni dieci minuti.
James Patterson, autore di “The Day America Told The Truth”, ha
intervistato più di duemila americani osservando che il 91% dei soggetti
mentiva regolarmente, sia a casa che a lavoro.
Le tre scimmie che simboleggiano gli atteggiamenti “non sento, non vedo,
non parlo”, compiono tre semplici gesti di avvicinamento delle mani al viso,
che costituiscono il fondamento di tutti i gesti ingannatori umani.
Spesso, che riceve una brutta notizia o è testimone di uno spaventoso
incidente si copre il volto con le mani, come per impedire di ascoltare o
45
vedere altro. Non a caso è stato il gesto più usato in tutto il mondo dopo la
tragedia dell' 11 Settembre a New York.
Desmond Morris ha condotto uno studio in cui, in un contesto di
role-playing, ha chiesto a un gruppo di infermiere di mentire ai pazienti in
ordine al loro stato di salute: le infermiere che mentivano hanno presentato
una frequenza di gesti di avvicinamento delle mani al viso maggiore,
rispetto a quelle che invece avevano detto la verità. Sia gli uomini che le
donne deglutiscono di più quando mentono, anche se il fenomeno è di solito
osservabile solo negli uomini, a causa del pomo d'Adamo di maggiori
dimensioni.
“Non ho una relazione con quella donna”, disse il politico mentre deglutiva
e si sfregava il naso.”
46
bambine piccole, che scoppiano a piangere per solidarietà con le compagne
in lacrime, il che dà il via a “un'epidemia” di pianto. Sanjida O' Connell,
autrice di “Mindreading”, ha condotto uno studia di cinque mesi sui diversi
modi di mentire, giungendo alla stessa conclusione: le donne mentono
molto meglio degli uomini. In particolare, ha rilevato che raccontano bugie
più elaborate, mentre i maschi si attendono a bugie più semplici come “ho
perso l'autobus” o “ avevo il cellulare scarico, per questo non ti ho
chiamata”.
47
una porta chiusa. Il miglior modo per raccontare bugie è usare il telefono o
l' e-mail.
48
viene anche compiuto da chi è infuriato o frustrato e, scostando il colletto,
tenta di far circolare un po' d'aria fresca.
7) Le dita in bocca
Si tratta di un tentativo inconscio di tornare alla sicurezza dell'infanzia,
quando succhiavamo il latte materno, al quale ricorriamo nei momenti in
cui ci sentiamo sotto pressione. In assenza del seno materno, il bambino
piccolo si succhia il pollice, o mette in bocca un angolo della coperta,
l'adulto invece porta le dita alla bocca o succhia una sigaretta, la pipa, una
penna, gli occhiali o mastica una gomma.
49
a concludere che anche tali espressioni siano innate.
Perciò, le differenze culturali sono numerose ma i principali segnali del
linguaggio corporeo sono uguali dappertutto.
Non si sa ancora se certi gesti siano stati appresi culturalmente e quindi
diventati abituali o se abbiano un'origine genetica.
Per esempio, molti uomini indossano la giacca infilando prima la manica
destra, le donne tendono invece a infilare quella a sinistra. Ciò suggerisce
che l'uomo usi l'emisfero sinistro per compiere l'azione, la donna il destro.
Quando un uomo incrocia una donna, in una strada affollata, di solito si gira
verso di lei, la donna invece si volta istintivamente dall'altra parte... Non si
sa con certezza se sia una reazione innata o appresa osservando le altre
donne.
50
Per fare un altro esempio, un americano che usasse il termine “wash up” per
chiedere di lavarsi le mani, verrebbe prontamente condotto in cucina a
lavare i piatti!
Come detto in precedenza, le espressioni facciali e i sorrisi hanno lo stesso
significato presso quasi tutti i popoli. Paul Ekman della University of
California di San Francisco ha mostrato una serie di fotografie
rappresentanti stati d'animo di felicità, rabbia, paura, tristezza e disgusto a
un campione di soggetti di ventuno culture diverse, rilevando che in tutti i
casi la maggior parte degli individui di una cultura le interpretava nello
stesso modo. Ekman ha osservato una concordanza d'opinione nella
maggioranza dei soggetti in 20 Paesi su 21 per quanto concerneva le
espressioni di sorpresa, in 19 su 21 per quelle di paura e in 18 su 21 per
quelle di rabbia. L'unica differenza culturale significativa riguardava i
giapponesi, che hanno interpretato le espressioni di paura come se fossero
di sorpresa. Il fatto che tali espressioni siano innate è stato dimostrato anche
da Linda Camras della DePaul University of Chigaco, che ha valutato le
risposte facciali di un campione di bambini americani e giapponesi con il
Facial Action Coding System (Oster & Rosenstein, 1991).
Grazie a questo sistema la ricercatrice e i suoi colleghi hanno documentato,
distinto e classificato tutta una serie di espressioni facciali infantili, senza
rilevare differenze fra i bambini americani e quelli giapponesi.
Finora è stato considerato il linguaggio comune a tutti i popoli.
Le maggiori differenze culturali si registrano, al proposito, in relazione a
spazio territoriale, contatto visivo, frequenza di contatti fisici e gesti
d'insulto. Le regioni che presentano il maggior numero di gesti diversi sono
i Paesi Arabi, alcune parti dell'Asia e il Giappone.
51
sanno mai come comportarsi con questo tipo di saluto e spesso,
nell'impaccio, finiscono per urtare il naso dell'altro.
I britannici, invece, evitano il bacio, tenendosi in posizione arretrata, oppure
colgono di sorpresa, dando due baci all'Europea.
4 Alcuni esempi...
52
increspate: aveva una bocca piccola che, quando il labbro superiore era teso,
diventava ancora più piccola. Tale abitudine ha fatto sì che, tra gli inglesi
del sedicesimo secolo, la bocca piccola diventasse simbolo di superiorità.
7.2 I giapponesi
Un Paese in cui le strette di mano , baci e abbracci non sono diffusi è il
Giappone, nel quale contatti fisici tanto arditi vengono considerati
maleducati. Quando s'incontrano, i giapponesi si inchinano: la persona di
status più elevato si inchina lievemente, quella di rango più basso in modo
più marcato. Al primo incontro due persone si scambiano il biglietto da
visita, valutano ognuna lo status dell'altra e s'inchinano di conseguenza.
Ogniqualvolta un giapponese s'inchina, poi, osserva le scarpe.
Il loro modo di ascoltare prevede sorrisi, cenni del capo e versi educati che
non trovano corrispondenza in altre lingue. Il comportamento mira a
incoraggiare l'interlocutore a parlare ma, molti occidentali, soprattutto
europei, fraintendono i segnali, ritenendoli di assenso. Il cenno del capo
indica quasi universalmente una risposta affermativa , tranne in Bulgaria
dove significa “no” e in Giappone, dove viene usato come segno di cortesia.
Se dite qualcosa su cui un giapponese non concorda, vi dirà ugualmente
“sì”, “hai”, per indurvi a continuare: il sì giapponese indica di solito un “sì,
ti ascolto”, non “sì, sono d'accordo”.
53
1 Il nome
Il nome, scelto dai fondatori della disciplina, sintetizza tre componenti:
• Programmazione, cioè la capacità di influire sulle modalità di
comportamento variabili e fondate sulla percezione e sull'esperienza
individuali. Tramite la PNL si interverrebbe su una gamma predefinita di
comportamenti (programmi o schemi), che funzionano in modo
inconsapevole ed automatico;
• Neuro, ovvero i processi neurologici del comportamento umano,
basato su come il sistema nervoso riceve stimoli dagli organi di senso e li
rielabora come percezioni e rappresentazioni;
• Linguistica, che definisce il sistema con cui i processi mentali umani
sono codificati, organizzati e trasformati attraverso il linguaggio.
2 Efficacia e utilizzo
54
8.2 L'assenza di riconoscimento scientifico
Nonostante l'abbondanza di affermazioni a sostegno già all'epoca della
pubblicazione gli autori non riuscirono a portare alcuna evidenza empirica a
sostegno. Questo fatto, insieme ai dubbi sulla fondatezza dei meccanismi
presentati, ha fatto sì che la PNL non abbia ricevuto il sostegno della
comunità scientifica.
La programmazione neurolinguistica oggi non viene considerata parte della
corrente accademica prevalente della psicologia, e ha ottenuto solo un
limitato impatto in alcune tecniche di psicoterapia e di counseling.
La PNL è stata per diverso tempo accomunata a varie tecniche di
manipolazione psicologica: Milton Erickson rispondeva a tali accuse
affermando che tutti ci "manipoliamo" per diverse ragioni e spesso a fin di
bene, come fa una madre che accudisce i suoi figli e trasmette loro modi,
pensieri e valori, o come fa un docente con i suoi allievi.
8.3 Diffusione
Oggi la PNL viene usata principalmente da praticanti delle forme di
psicoterapia e psicologia parascientifica, soprattutto legati agli ambienti
dell'ipnositerapia, del life coaching e della formazione aziendale. In una
indagine sull'industria del coaching in Australia, il 13% di chi ha risposto
riportava di essere stato formato alla PNL.
Heap scrisse che, stante la difficoltà nello stimare la diffusione della PNL, il
numero di persone che sono state formate al livello di "praticante" nel
Regno Unito appariva di almeno 50.000 persone. Sempre secondo Heap, la
tecnica era insegnata in numerosi seminari, specie nei paesi anglosassoni, in
Norvegia, Spagna e Brasile, con modalità pratiche forse diverse.
8.4 Applicazioni
La programmazione neuro linguistica è oggi una disciplina che riunisce vari
ambiti dello studio della comunicazione umana, e si propone come
strumento per influenzare fattori quali l'educazione, l'apprendimento, la
negoziazione, la vendita, la leadership, il team-building. Ha trovato
applicazione anche nei processi decisionali e creativi, nello sport e nel
counseling.
In Italia ha cominciato a diffondersi all'inizio degli anni ottanta,
inizialmente nel settore della formazione manageriale.
La PNL è tuttora considerata una pseudoscienza, e gli stessi sostenitori
affermano che le sue applicazioni non debbano necessariamente avere
55
fondamento scientifico, perché i principi fondamentali sono "ipotesi di
lavoro che possono essere vere o meno. Il problema non è se siano vere,
bensì se siano utili".
8.5 La tecnica
La PNL si propone come una metodologia di "studio della struttura
dell'esperienza soggettiva" (Robert Dilts).
L’obiettivo pratico è comprendere come alcune persone riescano ad ottenere
determinati risultati: questo dovrebbe avvenire tramite l'analisi,
l'apprendimento e il modellamento (cioè l'acquisizione volontaria di
determinati comportamenti).
L'analisi dovrebbe condurre a definire un modello comportamentale, che
poi dovrebbe essere replicato nel "paziente" tramite l'acquisizione dei
modelli considerati efficaci. Ai modelli acquisiti da altri, si
affiancherebbero poi modelli già in possesso del "paziente", ottenuti da
esperienze passate e positive.
8.6 Il modellamento
56
del bambino.
Il modellamento analitico invece prevede una meticolosa raccolta di
informazioni relative alla strategia messa in atto dalla persona per ottenere
un certo risultato. Tramite l'ascolto di racconti ed esperienze, si estrapolano
i meccanismi chiave dell'abilità desiderata, e si cerca di replicarli.
I fautori della PNL pongono attenzione sulla persona oggetto dell'intervento,
sostenendo che gli esseri umani possiedano già tutte le risorse di cui hanno
bisogno, pur essendo queste risorse non sviluppate o inesplorate. Il ruolo
del "programmatore", cioè del praticante di PNL, sarebbe dunque quello di
aiutare la persona ad esplorare la sua "mappa del mondo", svolgendo
domande specifiche per stimolare questo processo del ricevente.
L'analisi dei diversi punti di vista di un problema viene usata per definire ed
eliminare convinzioni ritenute limitanti, e tramite l'esplorazione dell'
"ecologia", cioè del tessuto di relazioni di una persona, si cercano di
definire le conseguenze del raggiungimento degli obiettivi predeterminati e
gli influssi sul benessere di una persona.
57
Secondo Heap, tali affermazioni sarebbero state, se corrette, scoperte
notevoli e con importanti implicazioni. Heap approfondì l'argomento con
colleghi accademici, ricercatori e insegnanti, scoprendo che tra gli studiosi
del settore la PNL aveva scarsa diffusione e ancor più scarso credito.
Questa opinione venne rafforzata dallo studio di Efran e Lukens (1990), che
scrissero che "l'interesse originario per la PNL si è trasformato in
disillusione dopo averla studiata, tanto che oggi in psicoterapia è solo
raramente citata.
Nelle opere degli autori che hanno fondato la PNL, è assente il meticoloso
procedimento di indagine e osservazione che è invece richiesto
dall'applicazione del metodo scientifico.
58
movimenti oculari e rappresentazioni del pensiero postulata dalla PNL (...) I
fondamenti della PNL (...) sono una serie di aneddoti e di fatti concatenati
che non portano ad alcuna conclusione"
• "La descrizione dei processi biologici fondamentali è piena di errori
piccoli ma significativi (...) I riferimenti alla letteratura biologica e
psicologica sono obsoleti (...) e le citazioni di psicologia cognitiva ignorano
gli ultimi venti anni di risultati in questo campo (...) In breve, il sistema dei
modelli oculari, linguistici, di postura e di tono della PNL non deriva né è
derivabile da lavori scientifici noti"
• Relativamente alla possibilità di curare le fobie in pochi minuti:
"Non ci sono studi che corroborino questa affermazione"
• "La variabile dipendente usata nella maggior parte degli studi di PNL
è l'empatia tra cliente e terapeuta, misurata su una particolare scala (...) Non
si tratta di un indice soddisfacente per valutare l'efficacia del terapeuta. Si
può trovare un terapeuta di grande empatia, ma inefficace nel modificare
comportamenti o sentimenti (...) In conclusione, le prove empiriche a
sostegno sia degli assunti sia dell'efficacia della PNL sono praticamente
inesistenti"
In seguito, anche la Association française pour l'information scientifique ha
definito la PNL come pseudoscienza.
Alle varie certificazioni (practitioner, master practitioner, trainer,
counselor ecc.) offerte dai corsi di PNL attualmente non è riconosciuto
alcun valore legale.
Analogamente, i vari corsi privati che formano queste figure in genere non
sono promossi da scuole di psicologia, e non vi insegnano psicologi. È
infatti contrario alla deontologia professionale degli psicologi insegnare
tecniche che non abbiano saldi fondamenti scientifici.
Conclusione
59
più o meno plateali, movimenti, cenni del capo e così via.
Tutto ciò lavora in modo sistematico con le nostre parole, dando vita a
quell'affascinante e complesso sistema che è la comunicazione dell'essere
umano.
Della gestualità ci si può avvalere in ogni settore, da quello politico a quello
commerciale, ma, come è stato detto, può anche rivelarsi un “problema”,
smascherando eventuali menzogne o omissioni. E' perciò importante,
conoscere la sua importanza per trarne i benefici.
In alcuni Paesi, il linguaggio non verbale viene addirittura studiato, mentre
in altri, la sua utilità è ancora sottovalutata.
Lo studio della comunicazione non verbale può essere accessibile a tutti e
può migliorare sia il modo di porsi con gli altri che aiutare a capire i
comportamenti di questi ultimi. Ad esempio, esistono veri e propri studi e
teorie solo sul comportamento dello sguardo.
E' però importante, analizzando i gesti, tener conto di più fattori che li
influenzano, quali il contesto, l'ambiente o la cultura.
Ci sono sfere in cui il linguaggio verbale perde la sua efficacia, perché non
tutto può essere espresso a parole o semplicemente perché non sempre è
sufficiente per esprimere un'emozione. E' qui che la comunicazione non
verbale entra in gioco.
Il contatto, il gesto, lo sguardo... sono le più antiche forme dell'interazione
sociale e varrebbe la pena riscoprirle.
NON-VERBAL COMMUNICATION
“One cannot not communicate”
“We talk with our vocal chords but all our body is involved in a
conversation” (Abercrombie)
60
with people; we could make the most of every meeting.
Even if we always hear there's not enough communication, one cannot not
communicate: all our behaviour is communication, even the least act.
Except for disorders such as autism or some forms of schizophrenia (the
attempt of not communicating is successful) we are always facing situations
in which people do not want to communicate, (e.g. In argues, when we don't
want to talk to each other, when the party puts the earphones...)
Every behaviour corresponds to a message. Since a non-behaviour is not
possible, one cannot not communicate. Inactivity, silence, indifference,
scream, verbal response... all is communication. As it is impossible to not
communicate, one cannot not respond to communication.
Every communication, then, not only gives an information: at the same time
it imposes a behaviour. So, it is composed of two main parts, the one of
content (information), the other one of relation (behaviour).
61
We have five axioms:
62
she depressed because of his guilt, or does he feel guilty because of her
depression?"
4- Human communication involves both digital and analogue modalities:
This axiom refers back to the use of non-verbal and system strategy
explained in the first axiom. It is mostly related to the digital content of
communication within a relationship.
5- Inter-human communication procedures are either symmetric or
complementary: This axiom focuses on meta communication with two main
components called symmetrical interchange and complementary
interchange. Symmetrical interchange is an interaction based on equal
power between communicators. In accordance to that, complementary
interchange is an interaction based on differences in power. Within these
two interchanges there are three different ways they can be used: one-up,
one-down, and one-across. With a one-up communication, one
communicator attempts to gain control of an exchange by dominating the
overall communication. A one-down communication has the opposite effect.
A communicator attempts to yield control of an interaction or submit to
someone. The final message is a one-across communication. This
communication moves to neutralize a situation. This is also called transitory
if only one communicator is attempting this style. When two
communicators use the same style of one-up, one-down, or one-across, it is
symmetrical. If they are opposing one another it is complementary. This
axiom allows us to understand how an interaction can be perceived by the
styles a communicator is using.
63
• Discover not declared needs
• Perceive by intuition any personality traits of the other
There are many types of body language. Throughout it one can learn more
about an individual and its inwardness whether particular movements or
gestures are used or not.
Mimicry in general reveals thoughts and intentions more than words can do.
Facial language has been the first language to be studied. In 1872, Charles
Darwin published the most significant opera, “The expression of the
emotions in Man and Animals”. Since then, many scientists has developed
an interest towards this issue and Paul Ekman was the first to confirm the
Darwin opinions. He has dedicated its studies in the facial mimicry. He has
proven lots of emotions such as anger, sadness, joy are the same in the
whole world, it does not matter the culture we belong to.
According to Ekman, facial emotions are the key to understand whether the
emotions are sincere or not. In its book “I VOLTI DELLA MENZOGNA”
he says we have three ways to read the emotions of the face and to
understand them:
– Asymmetry, because in facial expression, the two halves of our face
are involved. On an half, the emotion is more evident.
– Time, since true emotions have a short duration (about a 1/10 of
seconds). If the facial expression is “forced” and lasts more, it's not sincere.
64
– Place in the discourse: mimicry goes together with words: if delayed
or anticipated, it does not reflect the real verbal message. For example, if a
person is angry and his/her anger gestures go together with words, it means
he/she' s really angry. If not, the person is not so angry.
Sight combined with speech forms a kind of system, since there's a regular
connection between speech and sight.
Posture
Posture is the way one disposes body parts in the space. The main postures
of man are upright, sitting and lying posture. (Argyle) Each posture changes.
These variations depend on body posture, on one's position and on
different angles of the arms and legs.
Gesture
Gesture includes all the hands and arms movements. They can be grouped
in:
65
– emblematic (they correspond to conventional signs)
– of adjustment ( gestures attempting to control the interlocutor
expression)
– descriptives ( that illustrate a verbal expressed matter)
– gestures that show love (to express emotions and feelings)
66
To interpret body language it is fundamental to catch the emotional state of
an individual, listening what he has to say and paying attention on the
circumstances in which he says it. In this way one can distinguish facts
from lies, reality from fantasy.
Nowadays, we are fanatic of words, speech and dialectic; the are always
less people who are aware of body signs and their importance. During face-
to-face meetings,the greatest part of messages are given by body language.
The French former president Jacques Chirac, the former American
President Ronald Reagan and the Australian Prime Minister Bob Hawke
used hands to indicate the “quantity of problems”: once, Hawke defended
the pay rise of political comparing it with the one of managers: he said the
pay had risen more for the managers but every time he talked about political
he kept his hands at a distance of one meter and talking about managers, the
distance between his hands was of 30 cm. This means he considered the
economic treatment of political better than he wanted to admit.
Socio-anthropological research
In the Anglo-Saxon world the first studies on body language were intuitive.
There were the essays “Manners” (1844) and “Behaviour” (1860) by Ralph
Waldo Emerson.
Then, scientists such as Ray Birdwhistell, Margaret Mead e Gregory
Bateson started methodical studies on body language. They studied videos
in order to catch more elusive aspects of social interaction at a non-verbal
level.
Birdwhistell argued that all body movements make sense and the grammar
of this para-language can be analysed like the verbal language. The
disciplines designed for the purpose are named kinesics, proxemics,
semiotics.
Kinesics
The noun “kinesics” derives from the Greek kinesis (movement) and was
conceived on the twentieth century during the '50 by the American
anthropologist Ray Birdwhistell.
Kinesics is the science studying body language.
The gesture has been defines as “ every action able to give a visual sign to
a watcher (…) and able to communicate him any information.” (Desmond
67
Morris)
A few Birdwhistell-isms are as follows:
• Social personality is a temporal-spatial system. All behaviours
evinced by any such system are components of the system except as related
to different levels of abstractions.
• Even if no participant of an interaction field can recall, or repeat in a
dramatized context, a given series or sequence of body motions, the
appearance of a motion is of significance to the general study of the
particular kinesics system even if the given problem can be rationalized
without reference to it.
• All meaningful body motion patterns are to be regarded as socially
learned until empirical investigation reveals otherwise.
• No kinema ever stands alone.
Body language has been depth studied from the '60 only, though scientists
who studies social anthropology declare there was body language in the
prehistoric to compensate for the lack of verbal language.
68
messages to the limbic system attendant emotions.
Here the message is brought to the adrenal. The adrenal stimulates organs
producing substances that, once the pituitary is reached, produce stress
hormones such as norepinephrine, epinephrine and some corticosteroids.
These hormones cause a number of uncomfortable feelings including:
-heartburn
-trembling, due to the lack of muscle coordination
-respiratory irregularity, due to the contraction of the lungs
-sweating of the hands, arms and muscles has an increasing
-dryness of mouth and throat due to the decrease of saliva's production
-flushing due to the increase of blood flow
Proxemics
Proxemics is a further channel of non-verbal communication.
It studies spatial behaviour.
There are many books on animal territoriality. Man has its own territory too
and he defends it as the animals. Edward Hall, American anthropologist,
was one of the first to study man's spacial needs. This this branch created
from Hall at the beginning of the sixties is called proxemics. In his work on
proxemics, Edward Hall separated his theory into two overarching
categories: personal space and territory. Personal space describes the
immediate space surrounding a person, while territory refers to the area
which a person may "lay claim to" and defend against others. His theory on
territoriality has been applied to animal behaviours as well; defending
territory is said to be a means of "propagation of the species by regulating
density”.
The most portable types of space. A person's personal space is carried with
them everywhere they go. It is the most inviolate form of territory. Body
spacing and posture, according to Hall, are unintentional reactions to
sensory fluctuations or shifts, such as subtle changes in the sound and pitch
of a person's voice. Social distance between people is reliably correlated
with physical distance, as are intimate and personal distance, according to
the delineations below. Hall did not mean for these measurements to be
strict guidelines that translate precisely to human behaviour, but rather a
69
system for gauging the effect of distance on communication and how the
effect varies between cultures and other environmental factors.
• Intimate distance for embracing, touching or whispering
• Close phase– less than 6 inches (15 cm)
• Far phase– 6 to 18 inches (15 to 46 cm)
• Personal distance for interactions among good friends or family
members
• Close phase – 1.5 to 2.5 feet (46 to 76 cm)
• Far phase – 2.5 to 4 feet (76 to 120 cm)
• Social distance for interactions among acquaintances
• Close phase– 4 to 7 feet (1.2 to 2.1 m)
• Far phase– 7 to 12 feet (2.1 to 3.7 m)
• Public distance used for public speaking
• Close phase – 12 to 25 feet (3.7 to 7.6 m)
• Far phase – 25 feet (7.6 m) or more.
70
– Don't move if there are other people
Semiotic
Semiotic derives from the Greek noun “semeion” (sign). It is the discipline
studying signs and the ways they make sense.
We may say semiotic is the discipline studying communication and
signification phenomena. Signification is every relation between something
materially existing and something absent ( the red light of the traffic light
means “stop”). Every time one uses a relation of significance, a process of
communication activates (the traffic light is red, so I stop my car).
Not only this explains communicating facts, it also allows to intervene and
modify them in details with a precision other disciples do not have.
In non-verbal communication we have: intonation system, para-linguistic
and kinesics.
Analysing the kinetics system we have: spacial behaviour, motor behaviour
– gestural, mimicry, visual behaviour, appearance.
71
that conversation.
Also the posture is important in a communication. A posture may be
dominant and submissive. The way of walking, standing and sitting may
communicate/ reveal moods or the relationship one has with oneself.
Motor-gestural behaviour is the most studied behaviour of all.
Shaking hands and head's nods are the most significant in the
communication.
Nods in particular, are non- verbal signals generally very indicative, if we
talk about body language because they represent an important part of our
body and because the pupils of the eyes can't be controlled.
72
suggest a desire or predominance. During our meetings when look in the
eye who's in front of us, so signals given with sight are important to catch
ones thoughts and attitudes. When two people first meet, the idea they get
of each other is based on what they see.
Many times the eyes are the most reliable part in our anatomy. Talking
about body language it is indicative because they represent a focal point of
the body and pupils are not under our control.
Social look
Experiments lead on sight, show during a meeting we fix 90% of time a
triangular area on a face between eyes and mouth. It is the zone we look at
when we are a in a non-threatening environment. The interlocutor does not
consider us aggressive.
Intimate look
When two people reach each other, each one looks on an area that goes
from eyes to chest. Both, men and women use intimate look to show their
interest: who reciprocates this interest, returns the sight. We usually take
two fast looks, then we look that person in the face; nevertheless the
majority of us don't deny it, videos prove it goes like this for nuns too.
73
Imagine a person has a third eye on the centre of the forehead: then look on
the area among the three eyes. The impact of this look has to be tried to be
understood: words can't describe. Not only the atmosphere becomes serious
it also discourages everyone. If one fixes that area on the other one's face,
he is paralysed. If we don't look down, we'll continue to keep him under
pressure. Don't use it during romantic or friendly meetings. Use it when you
want to silence or intimidate someone.
74
the more we communicate feelings and intentions. Learning to read these
signals allows to get further
helps us understand the interlocutor.
Smoke
Smoking is an act stressing agitation and inner conflict. In general it is
linked to one's need of reassurance rather than nicotine dependence. Our
everyday life is so frenetic so people use cigarettes to release the tension of
the week (at work, in a relationship, in a social context).
Glasses
Almost every object we use reveals a lot about us: glasses are one of them.
One of the most used gestures is putting a earpiece in our mouth. As
Desmond Morris says, the act of putting something is our mouth is an
endeavour to recall the sensation we felt when we were children, with our
mothers. The “earpiece in the mouth” evokes security.
Then, if you ever feel ridiculous with glasses, remember you are judged ad
clever and smart, particularly during the first 5 minutes of a meeting.
75
us how to generate an interest, a dialogue shared with the others. School
and society don't help in this. So, everybody has to achieve the sublime art
of being listened on its own. Our relationships are also the result of how we
communicate.
“If only I were more cogent!” At least once in life one has though this. Life
would have been different in many occasion, if only we were more
persuasive, incisive, motivating in crucial moments ( a work meeting, a talk
to the beloved person, the meeting with an important customer, the request
for a pay rise...).
Some people have this innate gift: this is called assertiveness. It is the
ability of talking and acting in a way that rouses attention and positivity on
the interlocutor, in order to reach one's goals.
This deals with many categories of people: for example, those who are
involved in politics.
76
The “radio era” has opened the doors to eloquent politicians such as
Winston Churchill: he was a good speaker but he would have had problems
today, since physical aspect has its importance.
Nowadays, politic know their career is based on look and appearance, so,
the most important of them work with experts in the field of communication
in order to “be” sincere, interesting , honest...
It is incredible that body language has been studied since 1960 only.
77
The mastery of the prosodic features of the language and gestures it is fully
part of the responsibility that a speaker must possess to be a good speaker.
After all, those features are integrating part of rhetoric, since when men
started to study it, in the antiquity.
Here below is a testimony of Allan Pease, which will help to understand the
importance of non-verbal communication to those working in the trade
“As a young boy, I was always aware that what people said was not always
what they meant or were feeling and that it was possible to get others to do
what I wanted if I read their real feelings and responded appropriately to
their needs. At the age of eleven, I began my sales career selling rubbers
sponges door-to-door after school to make pocket money and quickly
worked out how to tell if someone was likely to buy from me or not. When
I knocked on a door, if someone told me to go away but their hands were
open and they showed their palms, I knew it was safe to persist with my
presentation because,despite how dismissive they may have sounded, they
weren't aggressive. If someone told me to go away in a soft voice but used a
pointed finger or closed hand, I knew it was time to leave. I loved being a
salesperson and was excellent at it. As a
teenager, I became a pots and pans salesperson, selling at night, and my
ability to read people gave me enough money to buy my first piece of
property. Selling gave me the opportunity to meet people and study them at
close range and to evaluate whether they would buy or not, simply by
watching their body language. This skill also proved a bonanza for meeting
78
girls in discos. I could nearly always predict who would say 'yes' to a dance
with me and who wouldn't. I joined the life insurance business at the age of
twenty, and went on to break several sales records for the firm I worked for,
becoming the youngest person to sell over a million dollars' worth of
business in my first year. This achievement qualified me for the prestigious
Million Dollar Round Table in the USA. As a young man I was fortunate
that the techniques I'd learned as a boy in reading body language while
selling pots and pans could be transferred to this new area, and was directly
related to the success I could have in any venture involving people.”
Is it possible to pretend?
In general, the answer is no, because among the main gestures and words,
one always notice a kind of discordance. Open palms are associated with an
attitude of honesty, but if an impostor has open hands and smiles at you
while he's lying he will be exposed by micro-signals: he could contract
pupils or the corner of his mouth, arching an eyebrow... these signals would
contradict the open hands. As a consequence, the interlocutor won't believe
his words.
79
The less reliable signs of a liar attitude are those on which the individual
has more control, such as words that have to be studied. Vice versa, the
most reliable signs are the automatic, since the individual has no control on
it. These gestures occur just as you told the lie, because, from the emotional
point of view, are the ones that matter most to the deceiver.
Robert Feldman at the University of Massachusetts in Amherst studied 121
couples as they had a conversation with a third person. One third of the
participants were told to
appear likeable, while another third were instructed to seem competent, and
the rest were asked just to be themselves. All participants were then asked
to watch the video of themselves and identify any lies they had told during
the conversation no
matter how big or small. Some lies were white lies, such as saying they
liked someone when they really didn't, while other lies were more extreme,
such as falsely claiming to be the star of a rock band. Overall, Feldman
found that 62% of his participants told an average of two to three lies every
ten minutes. James Patterson, author of The Day America told The Truth,
interviewed over 2000 Americans and found that 91% lied regularly both, at
home and at work.
80
these hand-to-face gestures become quicker and less obvious, but they still
occur when he As he becomes older, these hand-to-face gestures become
quicker and less obvious, but they still occur when he is lying, covering up
or witnessing deceit. These gestures are also associated with doubt,
uncertainty or exaggeration. Desmond Morris conducted research in which
nurses were instructed to lie to their patients about their health in a role-play
situation.
The nurses who lied showed a greater frequency of hand-to-face gestures
than those who told the truth to the patients. Men and women also both
increase their
number of gulps of saliva when lying, but this is usually noticeable only
with men as he
has an enlarged Adam's apple.
"It is always the best policy to speak the truth , unless, of course, you are an
exceptionally good liar." J.K. Jerome
81
In Why Men Lie & Women Cry (Pease) we showed how
women are better at reading emotions, and therefore better at
manipulating others with an appropriate lie. This trait is seen in baby girls
who cry in sympathy with other babies and can then cause other babies to
cry by simply bursting into tears at will. Sanjida O'Connell PhD, author of
Mindreading, conducted a five-month study into how we lie and also
concluded that women are far better liars than men. She found that
women tell more complicated lies than men, whereas men tell simple lies
such as 'I missed the bus' or 'My mobile phone battery was flat - that's why I
couldn't call you.' She also found that attractive people are more believed
than unattractive ones, explaining why leaders such as John F. Kennedy
and Bill Clinton were able to get away with as much as they did.
1) The hand on our mouth: the hand covers the mouth since our brain
orders to block the lies we tell.
2) Touching our nose: sometimes it could be a single scratching or
many scratching
3) Rub one eye: when a child doesn't want to see, he covers the eyes;
when an adult doesn't want to see something painful or scaring he rubs an
eye. This gesture means our brain is attempting not to see deception, doubt,
82
whatever disgusting in front of us... of simply, the face of the person we are
deceiving.
4) Rub the ear: means “I don't want to hear”
5) Scratching our neck: it means anxiety, insecurity
6) Deviating collar
7) Fingers on our mouth
As we said before, facial expressions and smiles, have the same meaning
almost in every country. Paul Ekman, of the University of California, in San
Francisco, showed a series of photographies showing feelings of happiness,
sadness, angst, fear, disgust to a sample of subjects belonging to many
different countries: each one of them, interpreted those faces in the same
way.
83
The fact all those expressions are innate, has been demonstrated also by
Linda Camras of DePaul University of Chigaco. She evaluated facial
responses in a sample of American and Japanese children, using the Facial
Action Coding System (Oster & Rosenstein, 1991).
Thanks to this method, the researcher and her colleagues, have documented,
have made a distinction and classified a wide range of children's facial
expressions without seeing differences between Japanese and American
children.
Until now, we have considered the language belonging to every country.
The most significant differences are dealing with territorial space, visual
contact, frequency of physical contacts and offensive gestures.
The regions with the largest number of different gestures are Arab
countries, some parts of Asia and Japan.
Differences in greetings
The multitude of ways to greet and shake hands may cause embarrassment
or hilarity.
English people, American people, Australian people, German people and
New Zealanders usually hold hands when they meet each other or say
goodbye. In lot of European cultures it happens many times per day. Asian
people, Indian people and Arabic people often keep holding the hand for a
while.
International meetings are a funny situation because the delegates shake
hands and each one of them has their own way or “style”.
For example, a German person may seem cold, detached to an American.
84
and put it down.
In comparison, German and American are nearly paralysed, and when they
try to speak with an Italian or French are dismayed and are unable to open
their mouth.
During a conversation, French people shake their hands and arms, as
Italians; British and German pay attention instead.
There are people more or less aware of the diversity of the non-verbal
language of the countries and as a result, people more or less sensitive to
this diversity.
Examples...
With this gesture, lips are puckered in order to control the face: in this way,
our expressions are controlled and reveal as less things of us as possible.
Thanks to this strategy, English may give the impression of having
everything under control.
Henri VIII was famous for his expression “puckered lips”: his mouth was
small ans when the upper lip was stretched, it became smaller. This habit
was popular among English people of the Sixteenth century and small
mouth was a symbol of superiority.
Japanese
A country in which holding hands, hugs and kisses are not so usual is Japan,
since physical contacts are considered as bold and rude.
When they meet, Japanese people bow:
the person of higher status bows slightly, the one of lower rank does it to a
greater extent. At the first meeting two people exchange business card in
order to verify their status. When bowing, then, their observe the other's
shoes.
Their way of listening includes nods, smiles, that have no match in other
cultures.
Their behaviour aims at encouraging the speaker to talk but many European
misunderstand this gestures, they believe they are of consent.
85
Neuro-linguistic programming
86
say our subjective conscious experience is in terms of the traditional senses
of vision, audition, sense of smell and taste such that when we-for example-
rehearse an activity "in our heads", recall an event or anticipate the future
we will "see" images, "hear" sounds, "taste" flavours, "feel" tactile
sensations, "smell" odours and think in some (natural) language.
Furthermore it is claimed that these subjective representations of experience
have a discernible structure, a pattern. It is in this sense that NLP is
sometimes defined as the study of the structure of subjective experience.
• Behaviour can be described and understood in terms of these sense-
based subjective representations. Behaviour is broadly conceived to include
verbal and non-verbal communication, incompetent, maladaptive or
"pathological" behaviour as well as effective or skill full behaviour.
• Behaviour (in self and others) can be modified by manipulating these
sense-based subjective representations.
• Consciousness. NLP is predicated on the notion that consciousness is
bifurcated into a conscious component and a unconscious component.
Those subjective representations that occur outside of an individual's
awareness comprise what is referred to as the "unconscious mind".
• Learning. NLP utilizes an imitative method of learning-termed
modelling-that is claimed to be able to codify and reproduce an exemplar's
expertise in any domain of activity. An important part of the codification
process is a description of the sequence of the sensory/linguistic
representations of the subjective experience of the exemplar during
execution of the expertise.
87
using the Meta-Model questions) about the client's present state as well as
help the client define a desired state or goal for the interaction. The
practitioner pays particular attention to the verbal and non-verbal responses
as the client defines the present state and desired state and any "resources"
that may be required to bridge the gap. The client is typically encouraged to
consider the consequences of the desired outcome, and how they may affect
his or her personal or professional life and relationships, taking into account
any positive intentions of any problems that may arise (i.e. ecological
check). Fourth, the practitioner assists the client in achieving the desired
outcomes by using certain tools and techniques to change internal
representations and responses to stimuli in the world. Finally, the changes
are "future paced" by helping the client to mentally rehearse and integrate
the changes into his or her life. For example, the client may be asked to
"step into the future" and represent (mentally see, hear and feel) what it is
like having already achieved the outcome.
According to Stollznow (2010), "NLP also involves fringe discourse
analysis and "practical" guidelines for "improved" communication. For
example, one text asserts "when you adopt the "but" word, people will
remember what you said afterwards. With the "and" word, people remember
what you said before and after.
La communication non-verbale
88
dans une conversation, les mots ne sont que la «pointe de l'iceberg». La
posture, les expressions faciales, le ton de la voix, tous sont éléments
fondamentales, quand on se rapporte aux autres : tous jouent un rôle
fondamental.
Etre capables de la contrôler rendra plus facile le rapport avec les autres, en
permettant de tirer le maximum de chaque occasion. Tous nos
comportements sont communication, même le geste le plus petit.
Sauf pour certains comportements pathologiques tels que l'autisme ou la
schizophrénie, dans lesquelles il y a une tentative presque réussie de pas
communiquer avec l'autre, on se trouve toujours dans des situations ou on
ne veut pas communiquer : dans les querelles, quand on n'a pas d'envie de
répondre aux questions, quand on parle et l'autre partie met les écouteurs...
Chaque comportement a la valeur d'un message et, car n'est pas possible de
pas communiquer, n'est pas possible d'avoir un non-comportement.
L'inactivité, l'indifférence, le silence, le cri, le sommeil, la réponse verbale :
tout est communiquer. Car il est impossible de ne pas communiquer, il est
également impossible de ne pas répondre à la communication. Chaque
communication, ne donne pas seulement une information, mais au même
temps, impose un comportement. Elle est donc composée par deux parties
principales: le contenu (informations) et la relation (comportement).
Il y a cinq axiomes:
1. Axiome d'impossibilité: «On ne peut pas ne pas communiquer»: La
communication humaine est comprise comme des séquences d'échanges de
signes, volontaires et délibérés ou non, considérés dans leur dimension
interpersonnelle. La communication sociale, médiatique n'est pas l'objet
premier de cette théorie. De ce point de vue, tout comportement prend pour
tout témoin, valeur de message. Se comporter c'est devenir accessible à
l'observation. Pour un être humain il est impossible de ne pas agir. Dès lors,
89
où tout est interprétable et, par conséquent, tout est communication.
Lorsque deux personnes sont en présence de l'une de l'autre, elles n'ont pas
d'autre choix que l'acceptation de la communication ou son refus, lequel
doit être communiqué. La tentative d'annulation conduit au paradoxe
puisqu'on ne peut pas signifier que l'on ne veut pas communiquer sans
communiquer. En conséquence, communiquer c'est exercer consciemment
ou non une forme d'influence sur autrui et donc, s'il est impossible de ne pas
influencer. Ainsi lorsque deux personnes se voient, chacune ne peut pas ne
pas influencer l'autre. L'interaction désigne l'action et la réaction
interpersonnelles mettent en jeu les messages verbaux et les conduites. Le
concept rend compte de ce les conduites d'une personne sont déterminées
par les réponses des autres. On ne peut donc comprendre les actes d'une
personne sans les envisager au sein de l'ensemble des actions des personnes
de son entourage. Car tout comportement particulier est fonction des
restrictions apportées par le groupe qui relèvent de la culture propre au
groupe: ses règles.
2. Axiome d'englobement: «Toute communication présente deux aspects, le
contenu et la relation tels que le second englobe le premier et, par suite, est
une métacommunication» La notion de relation, telle que l'entend la
pragmatique de la communication humaine, est le lien entre deux
grandeurs: le récepteur et l'information. Les propositions relatives à la
relation sont des discours sur le discours qui englobent celle relatives aux
contenus et leur donnent un sens. Le contenu et la relation dans la
communication relèvent de types différents: tout énoncé constatif ou
performatif se trouve inclus dans la le message reçu d'une personne et qui
va donner sa valeur au message. La valeur de vérité d'un message est de
type supérieur à celui du message puisque, c'est un énoncé sur un énoncé,
qui relève de la métalangue. Il est impossible à un message d'affirmer de
lui-même qu'il est vrai. Le conflit interpersonnel constitue un support
typique d'étude des perturbations de la communication résultant d'une
confusion entre contenu et relation. Toutes les communications sont basées
sur la façon dont le locuteur veut être compris et comment il perçoit sa
relation avec le récepteur de l'information. L'aspect relationnel de
l'interaction est connu comme méta communication: c'est une
communication sur la communication où le message et la relation sont
toujours les éléments les plus importants dans la communication.
3. Axiome de la ponctuation: «L'analyse de la communication dépend de la
ponctuation des séquences de communication entre les partenaires»
L'expéditeur et le récepteur de la structure des informations du flux de
communication interprètent leur propre comportement lors de la
90
communication: chaque partenaire pense que l'autre est la cause d'un
comportement spécifique. Au cours de la communication, ils vont eux-
mêmes pouvoir isoler un comportement de leur partenaire dans l'échange
pour lui attribuer la fonction de déclencheur de leur propre réaction. Un
désaccord sur la manière de ponctuer les échanges pourra renvoyer à une
opposition sur les causes et les effets d'une situation et par là, entraîner un
conflit.
4. Axiome de la double nature de la communication: «Les êtres humains
utilisent deux modes de communications: numérique et analogique» Les
signes échangés dans la communication peuvent être verbaux ou non
verbaux. Les premiers sont symboliques, codés et numériques. Les seconds
sont imagés et ont été appelés "analogiques". Imagé est pris au sens large et
inclut l'image à proprement dite, les sons, les gestes, les odeurs, les goûts.
La communication non-verbale est dépourvue de syntaxe.
5. Axiome de réciprocité: «Tout échange de communication est symétrique
ou complémentaire, selon qu'il se fonde sur l'égalité ou la différence.» La
relation est la position relative de deux personnes dans la communication.
La notion de symétrie a été introduite par Bateson. Lorsque la relation est
symétrique, les participants se définissent comme égaux. Si les relations
sont fondées sur l'égalité, les partenaires adoptent un comportement en
miroir, caractérisé par une minimisation de la différence. Lorsque les
relations sont fondées sur la différence, les comportements des partenaires
se complètent et renforcent les écarts. Dans ce cas, l'un des partenaires
occupe une position qui est qualifiée de haute. L'autre prend lui-même une
position complémentaire basse. Des concurrences peuvent naître pour la
position haute ou la position basse pouvant faire survenir une dégradation
de la relation qui conduit au conflit.
Les fonctions de la communication non-verbale
La communication non-verbale ne révèle pas seulement des intentions.
Quand on a compris ses dynamiques, on peut en pour la vie de toujours.
Elle a plusieurs de fonctions. Pour exemple, elle est utile aux vendeurs et
aux acheteurs, aux trompeurs et aux trompés, aux recruteurs et aux
demandeurs d'emploi, aux parents et fils. La communication non-verbale,
donc, intérêt tous ceux qui ont à voir avec la société, c'est à dire, tous ceux
qui viennent en contact avec les gens : pour exemple, les politiciens. En
résumé, il est important que tout le monde sache au moins les principes de
la communication non-verbale.
Il faut :
91
-Observer le corps, le gestes postures au fin de sentir ce que l'autre personne
pense de la situation
-Comprendre ce que l'autre pense de ce que on est en train de dire
-Deviner si l'autre est en train d’éprouver des sentiments de colère, de
tristesse, de confusion, de conviction, de peur, de ressentiment, de
confiance...
-Comprendre quand l'autre veut nous séduire.
-Découvrir des besoins non déclaré
-Deviner des traits de la personnalité de quelqu’un
( Evidemment il y a des limites dans l'interprétation des gestes, car une
personne mordant un crayon, par exemple, pourrait le faire par habitude,
pas nécessairement pour anxiété).
92
mentez», il soutient que nous avons au moins trois touches à lire les
émotions de la face et de les comprendre:
1. Asymétrie, parce que les expressions faciales impliquent
asymétriquement les deux moitiés du visage. En fait sur une moitié,
les expressions sont plus intenses que sur l’autre.
2. Temps, car les expressions sincères durent un instant (environ
un dixième de seconde). si il y a une expression qui dure plus d'une
seconde, il s’agit probablement d’une fausse émotion, réalisée
volontairement.
3. Collocation dans le discours. La mimique, va avec les
mots:s’elle les anticipe ou vient d’après, elle ne reflète pas la vraie
expression verbale.
93
Chaque posture a puis, des nombreuses variations: ça dépende des
différentes angles des bras, des jambes et de l’inclination du corps. La
posture peut aussi exprimer relax ou immédiateté.
La gestualité
Les gestes incluent les mouvements des bras et des mains.
Ils sont classifiés en:
- Emblématiques
- Descriptives
- D’ajustement
- D’adaptation
- De affectivité
Il est aussi important de se rappeler que le langage du corps, n’est pas
«univoque et qu’il n’a pas un critère d’unification générale. Donc, il peut
résulter ambigu et on peut le méconnaître et interpréter de différentes
façons.» (Casula)
94
Le langage du corps révèle les émotions et pensés
Le langage du corps représente l’état émotionnel d’un individu. Chaque
geste peut être un indice pour comprendre les sentiments d’une personne
dans un moment particulier. Pour exemple un homme qui sait qu’il est
grossi, remue souvent avec son double menton. Pour être capable
d'interpréter le langage du corps, il est essentiel de comprendre l'état
émotionnel du sujet tout en écoutant ce qu'il a à dire et observer quand il les
dit. De cette manière il est possible de distinguer les faits des mensonges,
la réalité de la fantaisie.
La recherche socio-anthropologique
En Angleterre, les premiers études intuitives sur le langage non- verbal
étaient e «Manière» (1844) et«Comportamento» (1860), deux essais de
Ralph Waldo Emerson.
Birdwhistell, affirmait que tous les mouvements du corps avaient un sens et
donc ils n’étaient pas casuels; selon lui, la grammaire de cet para- langage
peut être analysée d’une façon similaire au langage verbal.
Les disciplines appropriées dans ce but sont la kinésique, la proxémique et
la sémiotique.
La kinésique
Le mot «kinésique» vient du grec Kinesis, c’est-à-dire mouvement et il a
été idée par l’anthropologue American Ray Birdwhistell dans les années
cinquante du XX siècle. La kinésique est la science qui étudie le langage du
corps.
Le geste a été définit comme «toutes les actions capables d’envoyer un
signal visuel à un observateur […] et de lui communiquer une quiconque
information». (Desmond Morris). Le langage du corps a été étudié dans une
façon approfondie seulement à partir des années soixante , même si les
scientistes d’anthropologie sociale pensent qu’elle y avait déjà dans
l’époque préhistorique pour compenser l'absence du langage verbal.
La proxémique
95
La proxémique est l’étude du comportement spatiale. Il y a beaucoup des
livres et des articles sur la territorialité des animaux; les scientifiques ont
démontré que l’homme aussi a et défende son territoire comme les
animaux. Edward Hall, anthropologue American a été un des premières à
étudier les exigences spatiales de l’homme.
Cette branche créée par Hall dans les années soixante est appelée
proxémique.
L’homme a un territoire de son propre espace, appelé «espace personnel».
L’espace personnel moyen en états comme Europe, Amérique du nord,
Australie et Nouvelle Zélande est:
sphère intime (de15 cm à 45 cm: pour embrasser, chuchoter)
sphère personnelle (de 45 cm à 1,2 m: pour les amis)
sphère sociale (de 1,2 m à 3,6 m: pour les connaissances)
sphère publique (plus de 3,6 m: pour parler devant un public ou
interpeller quelqu'un).
96
Pourquoi on n’aime pas de prendre l’ascenseur avec les autres?
Le surpeuplement à des concerts, des théâtres, des trains et des bus nous
oblige inévitablement à envahir les parties intimes de l'autre, et cet fait
déclenche des réactions très intéressantes. Il y a une sortie de «règles
implicites» qui la majorité des cultures observe rigoureusement en
situations de surpeuplement, par exemple dans un ascenseur plein. Les
règles les plus diffusées sont:
- Ne parler à personne même pas qui on connait
- Ne pas regarder dans les yeux
- Maintenir une expression impassible
- Si on a un journal ou un livre, faire semblant d'être triés en
lecture
La sémiotique
Le mot sémiotique vient du grec «semeion» qui signifie «signe». La
sémiotique est l'étude des signes et de leur signification. La sémiotique est
la discipline qui étudie les phénomènes de signification et de
communication. Pour signification on entende toutes les relations qui lient
quelque chose de physiquement présent à une chose de absent (la lumière
rouge de la lumière de la circulation signifie STOP); Quand on met en
pratique le processus de signification, s’active la signification ( la lumière
de la circulation est rouge et donc j’arrête la voiture).
97
- le comportement spatial
- le comportement moteur- gestuel
- le comportement de la face
- le comportement visuel,
- l'aspect extérieur
98
indicative quand on parle de langage du corps: ils sont un point focal du
corps et les pupilles des yeux ne sont pas contrôlables au niveau conscient.
Le regard intime
Quand deux personnes sont proches, tous les deux regardent la zone entre
les yeux et la poitrine. Les hommes et les femmes utilisent le regard intime
pour démontrer intérêt: qui à son tour est intéressé, retourne le regard.
Le regard de pouvoir
99
Imaginez-vous que l’autre partie possède un troisième œil et de regarder la
zone entre les trois yeux. L’impact de cet regard ne rend pas seulement
l’atmosphère sérieuse, mais il décourage aussi tous les ravageurs. Il faut
l’utiliser seulement quand on veut intimider une personne, jamais avec les
amis ou les partners.
100
«Si seulement j'avais été plus convaincant!». Tout le monde a eu cette
pensée au moins une fois dans leur vie. Plusieurs fois, au cours de la vie
aurait été différente, si seulement il avait été plus efficace et motivation en
certaines occasions décisives ... par exemple un entretien d'embauche, une
discussion avec un être cher, une réunion avec un client important, la
demande pour une augmentation de salaire avec l'employeur. Il y a des
personnes qui ont ce don inné: on parle alors d’assertivité, c’est-à-dire la
capacité de parler et agir dans une façon tellement naturelle qu’on suscite
attention et positivité dans l’autre partie. Avec cet don, on peut atteindre les
objectifs. Ca concerne plusieurs catégories de personnes, par exemple les
politiciens qui se servent aussi des médias pour diffuser leurs idées.
101
s’ils ne pouvaient pas expliquer le pourquoi».
Peut-on prétendre?
En général, la réponse est non, parce que parmi les principaux gestes, les
micro-signales du corps et les mots vous remarquez presque toujours un
certain décalage. Les paumes ouvertes sont associés à une attitude
d'honnêteté, mais si un imposteur a les mains ouvertes et sourit à vous
pendant qu’il est en train de mentir, il sera exposé par des signaux micro: il
pourrait contracter les pupilles ou l'angle de la bouche, ou hausser un
sourcil, des signes qui contredisent les mains ouvertes. Il s'ensuit que l'autre
102
personne, surtout si c'est une femme, ne croit pas à ses mots.
103
signaux contrastantes des quels on comprend qu’ils sont en train de mentir.
Quand on dit une mensonge, l'inconscient envoie des impulsions nerveuses
qui nous amènent à accomplir des actes contraires à ce qui nous disons.
Pour mentir sans venir démasqués, il faut tenir le corps bien caché et loin de
la vue de l’autre partie. Pendant les interrogatoires, le sujet est souvent fait
asseoir sur une chaise au milieu d'une pièce afin d'être bien visible; il peut
également être placé sous une lumière afin que le corps est bien en vue:
dans ce cas, les mensonges sont plus facilement identifiables.
104
signifié presque pour tous les peuples. Paul Ekman, de l’Université de
Californie en San Francisco, a montré une série de photographies
représentants des sentiments de rage, bonheur, tristesse et dégoût à un
échantillon de vingt et un individus de cultures différentes, en notant que
dans tous les cas la majorité des individus d'une culture les interprétaient
de la même façon.
Le faits que ces expressions sont innées a été démontré aussi par Linda
Camras, de l’Université DePaul de Chicago: elle a évalué les réponses
faciales d’un échantillon d’enfants américains et japonais, en utilisant le
Facial Action Coding System (Oster & Rosenstein, 1991). Avec ce système,
le chercheur et ses collègues ont documenté, classé et distingué, une série
d'expressions faciales chez les enfants, sans détecter les différences entre les
enfants américains et japonais.
Jusqu’à maintenant, on a considéré le langage commun à tous les peuples.
Les différences culturelles les plus importantes concernent l’espace
territorial, contact avec les yeux, la fréquence des contacts physiques et des
gestes d'insulte. Les régions ayant le plus grand nombre de différents gestes
sont les pays arabes, des parties de l'Asie et du Japon.
105
Quelques exemples…
La lèvre supérieure tiré à l’anglais
Dans ce geste, les lèvres pincées sont afin de contrôler la face: les
expressions sont si limitées et révèlent peu ou rien des sentiments les plus
intimes. Avec cette stratégie, les Britanniques peuvent donner l'impression
d'être totalement maître de soi. Henri VIII était célèbre pour sa expression à
lèvres pincées. Cette habitude a fait devenir la lèvre tirée un symbole de
supériorité.
Les japonais
Un pays ou les poignées de mains, les étreintes et les baisers ne sont pas
diffusées est le Japon, où les contacts physiques sont considéré comme
impolis. Quand ils se rencontrent les japonais font un arc: la personne avec
le status social le plus haut fait un petit arc, l’autre fait un arc plus ample.
Lors de la première réunion, deux personnes s’échangent leurs cartes de
visite, chacun pour évaluer l'état de l'autre, et puis ils s'inclinent en
conséquence.
Quand un japonais fait un arc, il observe les chaussures. Leur façon
d’écouter a des souris et des hochements de tête qu’on ne trouve pas dans
les autres langues. Ce comportement a le but d’ encourager l'orateur de
parler, mais beaucoup des occidentaux, les Européens en particulier, mal
interprètent les signaux, en pensant qu’ils soient d’accord.
La programmation neurolinguistique
La programmation neurolinguistique (PNL), est un approche de la
communication, le développement personnel et la psychothérapie,
développée en Californie au cours du XXe siècle par Richard Bandler et
John Grinder. Le nom vient de l'idée qu'il existe un lien entre les processus
neurologiques ("neuro"), la langue («linguistique») et des modèles de
comportement appris par l'expérience ("programmation"). Ces régimes
peuvent être organisés pour atteindre des objectifs précis dans la vie.
Actuellement (2014), la PNL n'a aucune validité scientifique.
Le nom
Le nom a été choisi par les membres fondateurs de cette discipline et c’est
la synthèse de trois parties:
- Programmation: c’est-à-dire
la capacité d'influencer la variable de façon du comportement et
basées sur la perception et l'expérience individuelle. Avec la PNL, on
intervient sur une plage prédéfinie de comportements (programmes
ou projets), qui fonctionnent inconsciemment et automatiquement;
106
- Neuro: les processus
psychologiques du comportement humain, fondée sur la façon dans
laquelle le système nerveux reçoit des stimuli des organes des sens et
les retravaille que les perceptions et les représentations;
- Linguistique: définissant le système par lequel les processus
mentaux humains sont codés, organisés et transformés par le
langage.
Efficace et utilisation
107
souvent pour le bien de l’autre, comme une mère qui se prend soin de ses
enfants et leur fournisse les façons, les pensées et les valeurs, ou comment
un enseignant avec ses élèves.
108