Sei sulla pagina 1di 1

Ricerca e silenzio

Abbiamo riflettuto su come la ricerca è l’azione che mettiamo in atto per ritrovare il significato che dà
impulso alle nostre scelte personali. È fondamentale e necessario avere uno scopo, chiarire ciò che è
importante, per costruire la strada da percorrere ogni giorno, senza perdere l’orientamento che Dio ci dà
anche attraverso gli insegnamenti del Beato Novarese.
Siamo consapevoli che la ricerca è situarsi al posto giusto, dentro di noi e nel mondo, è istintivo per tutti. In
realtà, coincide con la scoperta di una Presenza che è dentro di noi fin dall’origine della nostra vita. Non è
solo una questione di fede, ma anche una questione di umanità.
Mi piace riflettere sulle condizioni necessarie per intraprendere questo viaggio di ricerca, e soprattutto mi
piace pensare che tutti desideriamo ricercare il modo per essere realmente a immagine di Dio!
Prendo in prestito una citazione di Romano Guardini:
«In verità le cose grandi avvengono nel silenzio. Non nella rumorosità e nella pomposità degli eventi
esterni, ma nella chiarezza della visione interiore, nei moti sommessi della decisione; quando il cuore è
toccato dall’amore, la libertà dello spirito è chiamata ad agire, e il suo grembo è fecondato a generare
l’opera. Ora vogliamo dirigere il nostro interesse verso la più tacita di tutte le vicende, che è silenziosa
perché ha origine da Dio, sottratta a ogni intrusione».
Condizione necessaria affinché Dio si manifesti in noi è il silenzio, quello del nostro cuore che è vera dimora
di Dio. È lì che lui ci attende!
Nell’omelia per l’ottavo centenario della nascita di Papa Celestino V, il 4 luglio 2010, Papa Benedetto XVI
diceva che noi “viviamo in una società in cui ogni spazio, ogni momento sembra debba essere riempito da
iniziative, da attività, da suoni; spesso non c’è il tempo neppure per ascoltare e per dialogare”.
Non abbiamo paura di fare silenzio fuori e dentro di noi, se vogliamo essere capaci non solo di percepire la
voce di Dio, ma anche la voce di chi ci sta accanto, la voce degli altri. Infatti il silenzio della vita quotidiana è
una condizione indispensabile per vivere con gli altri. Senza questa capacità non saremo capaci di ascoltare
chi ci stanno vicino, né di amarli e di comprenderli. La carità nasce dal silenzio. Procede da un cuore
silenzioso capace di ascoltare, di comprendere e di accogliere. Il silenzio è la condizione dell’alterità ed è
una necessità se si vuole comprendere se stessi. Senza silenzio non c’è riposo, né serenità, né vita interiore
e pace. Silenzio e la pace vanno di pari passo. Nel rumore della vita quotidiana c’è sempre una certa
agitazione che si risveglia nell’uomo. Il rumore non porta serenità e difficilmente conduce alla
comprensione dell’altro. Quanto aveva ragione Pascal di scrivere nei suoi Pensieri: «Tutta l’infelicità
dell’uomo deriva dalla sua incapacità di starsene nella sua stanza da solo».
Se ci pensiamo, anche sul piano fisico, il riposo si trova nel silenzio, così come le più belle cose della vita
avvengono nel silenzio. E infine, si può pregare senza il raccoglimento che il silenzio porta con sé?
Il silenzio del cuore è il più misterioso, poiché se possiamo decidere di non parlare tacendo; se, ugualmente,
possiamo chiudere gli occhi per non vedere, non abbiamo lo stesso potere sul nostro cuore. C’è un fuoco
che brucia in esso, ci sono fiumi incontrollabili che si riversano in esso! Ma se riusciamo a «innestare» il
nostro cuore nel cuore di Dio, accogliendo la potenza divina, cammineremo verso il silenzio. L’immagine
che mi piace pensare è quella di posare il cuore su quello di Gesù, sporgendoci verso di lui, adagiandoci
vicino a lui, come un cane fedele si accuccia ai piedi del suo padrone. Quest’avvicinamento fisico è molto
più che corporeo, si tratta di innestarsi spiritualmente in Cristo per provare, come diceva san Giovanni della
Croce, “gli stessi sentimenti di Gesù”.
La strada che conduce al silenzio del cuore si può percorrere solo in silenzio. Questo è il grande mistero: il
silenzio si raggiunge in silenzio e cresce nel silenzio.
Possa questo tempo di quaresima essere un tempo propizio per provare a entrare in noi stessi, per
guardarsi dentro e lasciarsi guardare dentro da Dio. Sotto questo sguardo la ricerca inizia a portare i suoi
frutti!

Potrebbero piacerti anche