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Sommario
Parole dalla quiete ............................................................................................. 1
1) Il Silenzio e la Quiete ............................................................................. 2
2) Al di là della mente pensante ................................................................. 4
3) Il sé egoico.............................................................................................. 9
4) L’Adesso ................................................................................................ 13
5) Chi siete voi veramente ......................................................................... 16
6) L’Accettazione e l’Arrendersi. .............................................................. 20
7) La Natura ............................................................................................. 24
8) Le relazioni........................................................................................... 27
9) La Morte & l’Eterno ............................................................................. 32
10 La Sofferenza & la Fine della Sofferenza .............................................. 37
10 Fine ....................................................................................................... 41
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1) Il Silenzio e la Quiete
Quando perdete il contatto con la quiete, perdete il contatto con voi stessi.
Quando perdete il contatto con voi stessi, vi perdete nel mondo.
Il vostro più profondo senso del sé, di chi siete voi, è inseparabile dalla quiete.
Questo è l’Io Sono, che è più profondo del nome e della forma.
Osservate che nel momento nel quale notate il silenzio intorno a voi, non state
pensando. Siete consapevoli, ma non state pensando.
Qualsiasi rumore fastidioso può essere d’aiuto tanto quanto il silenzio. Come?
Lasciando cadere la vostra resistenza interiore al rumore, lasciandolo essere
come è. Questa accettazione porta anche voi nel regno della pace interiore, che è
la quiete.
È l’essenza di tutte le galassie e di tutti i fili d’erba, di tutti i fiori, gli alberi, gli
uccelli, e di tutte le altre forme.
La quiete è la sola cosa in questo mondo che non ha forma. Ma allora non è
realmente una cosa, e non è di questo mondo.
Quando guardate nello stato di quiete un albero o un essere umano, chi sta
guardando? Qualcosa di più profondo della persona. La coscienza sta
guardando la sua creazione.
Nella Bibbia si dice che Dio creò il mondo e vide che aveva fatto un buon
lavoro. Questo è quello che vedete quando guardate dallo stato di quiete, senza
pensiero.
La maggior parte delle persone passa tutta la vita imprigionata nei confini dei
propri pensieri. Non vanno mai oltre lo stretto, mentale, senso personalizzato
del sé, condizionato dal passato.
Trovare quella dimensione libera voi e il mondo dalla sofferenza che infliggete
a voi stessi ed agli altri, quando tutto ciò che conoscete è il piccolo me costruito
dalla mente che dirige la vostra vita. Amore, gioia, espansione creativa, pace
interiore permanente, possono entrare nella vostra vita solamente grazie a
quella dimensione Incondizionata di coscienza.
che nulla esiste in sé e per sé. Unisce colui che percepisce con ciò che è
percepito, in un campo di consapevolezza unificato. È il guaritore della
separazione.
Ogni qualvolta siete immersi nel pensare compulsivo, state evitando quello
che è. Non volete essere dove siete. Qui. Ora.
Nulla ha inflitto all’umanità più sofferenze dei suoi dogmi. Ed è vero che ogni
dogma prima o poi si sgretola, perché alla fine la realtà ne svela la falsità; però, a
meno che non ne vediamo l’illusione di base per quello che è, sarà rimpiazzata
da altri dogmi.
Il Reame della Coscienza è molto più vasto di quello che il pensiero possa
afferrare. Quando non credete più a ciò che pensate, avete fatto un passo fuori
dal pensare e vedete chiaramente che colui che pensa non è chi siete voi.
La mente esiste nello stato di non abbastanza e per questo è sempre avida di
avere di più. Quando siete identificati con la mente, vi annoiate e siete più
facilmente irrequieti. Noia vuol dire che la mente è affamata di stimoli, più cibo
per i pensieri, ed i suoi appetiti non sono stati soddisfatti.
Scoprite che una persona annoiata non è chi siete. La noia è solamente un
movimento di energia condizionata dentro di voi. E non siete neppure delle
persone arrabbiate, tristi o spaventate. La noia, la rabbia, la tristezza o la paura
non sono vostre, non sono personali. Sono condizioni della mente umana.
Vanno e vengono.
Ogni tipo di pregiudizio implica che siete identificati con la mente pensante.
Significa che non vedete più l’altro essere umano, ma solamente i vostri concetti
su quell’essere umano. Ridurre la vitalità di un altro essere umano ad un
concetto è già una forma di violenza.
Il corpo diventa allora, per così dire, un portale verso un senso più profondo
di vitalità, che sta al di sotto del flusso delle emozioni e del pensare.
Vi è in voi una vitalità, che potete sentire con tutto il vostro Essere, non
solamente nella testa. Ogni cellula è viva, in quella presenza nella quale non
avete bisogno di pensare. Tuttavia, in quello stato, se per qualche scopo pratico
è richiesto il pensiero, questo c’è. La mente può ancora operare e opera
meravigliosamente quando l’intelligenza più grande, che siete voi, usa la mente
e si esprime attraverso di essa.
Potete non esservi resi conto che quei brevi periodi nei quali siete coscienti
senza pensare stanno già succedendo naturalmente e spontaneamente nella
vostra vita. Mentre siete impegnati in qualche attività manuale o mentre state
attraversando la stanza o mentre state aspettando al banco dell’aeroporto, e
siete così completamente presenti che lo statico ed usale stato mentale del
pensiero cede e viene sostituito dalla Presenza Consapevole. O potete ritrovarvi
a guardare il cielo o ad ascoltare qualcuno senza commento interiore mentale.
La vostra percezione acquista la chiarezza del cristallo, non offuscata dal
pensiero.
Per la mente tutto questo non è significativo, perché la mente ha cose più
importanti a cui pensare. Non è neppure degno di essere ricordato, e questo è il
motivo per il quale può esservi sfuggito che sta già accadendo.
Cominciate a sentirvi a vostro agio nello stato del non sapere. Questo vi porta
al di là della mente: perché la mente, che sta sempre cercando di concludere e di
interpretare, ha paura di non sapere. Cosicché, quando vi sentite a vostro agio
nel non sapere, siete già andati al di là della mente. E da questo stato scaturisce
da una conoscenza più profonda che non è quella concettuale.
mente pensante non sia più coinvolta o, perlomeno, che resti in secondo piano.
Cominciano ad operare essenzialmente un potere ed un’intelligenza più grandi
di voi, ma che in essenza siete voi. Il processo di prendere decisioni non esiste
più; l’azione giusta avviene spontaneamente e non siete più voi a farla. La
maestria della vita è l’opposto del controllo. Vi siete allineati con una coscienza
più grande. Questa agisce, parla, fa il lavoro.
3) Il sé egoico
Potete vedere come questo Io sia fugace, una formazione temporanea, come le
forme delle onde sulla superficie dell’acqua?
Chi è colui che lo vede? Chi è colui che è consapevole della fugacità della
vostra forma fisica e psicologica? È l’Io Sono. Questo è l’Io più profondo che non
ha nulla a che vedere con il passato e con il futuro.
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Quando riconoscete che c’è una voce nella vostra testa che finge di essere voi,
e che non smette mai di parlare, allora state risvegliandovi dalla vostra
identificazione inconscia con il flusso del pensiero. Quando notate quella voce,
vi rendete conto che chi siete non è quella voce – colui che pensa – ma colui che
ne è consapevole.
Quando date piena attenzione a questo momento, entra nella vostra vita una
intelligenza molto più grande di quella della mente egoica.
Quando date più attenzione al fare piuttosto che al futuro risultato che volete
raggiungere con quel fare, spezzate il vecchio condizionamento egoico. Ed allora
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il vostro fare diviene non solamente molto più efficace ma anche molto più
soddisfacente e gioioso.
Lamentarsi e reagire sono schemi favoriti dalla mente grazie ai quali l’ego
rafforza se stesso. Per molte persone, gran parte dell’attività mentale-
emozionale consiste nel lamentarsi e reagire contro questo o quello. Così
facendo, rendete gli altri o la situazione sbagliati e voi stessi giusti. Grazie al
fatto che vi sentite giusti vi sentite superiori, e grazie al fatto che vi sentite
superiori rafforzate il vostro senso del sé. In realtà state ovviamente rafforzando
solo l’illusione dell’ego.
Non è raro che nelle tribù, nelle nazioni e nelle religioni, un rafforzato senso
di identità collettiva derivi proprio dall’avere nemici. Chi sarebbe il credente
senza il miscredente?
11 Impulso alla ripetizione involontaria di un comportamento irrazionale che affonda le sue radici
nell'inconscio.
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Nell’aver a che fare con la gente, potete notare nei loro confronti sottili
sentimenti di superiorità o d’inferiorità? State guardando l’ego, che vive di
confronti.
Quali sono le storie o le fiction dalle quali derivate il vostro senso del sé?
Alla fine, la vostra infelicità non è originata dalle situazioni della vita ma dal
condizionamento della vostra mente.
Vi trascinate dietro sentimenti di colpa per qualcosa che avete fatto – oppure
omesso di fare - nel passato? Questo perlomeno è certo: a quel tempo avete
agito secondo il vostro livello di consapevolezza o piuttosto d’inconsapevolezza.
Se foste stati più consapevoli, più coscienti, avreste agito in modo differente.
Nei secoli gli esseri umani si sono inflitti l’un l’altro innumerevoli atti di
violenza, crudeli e dolorosi e continuano a farlo. Sono tutti da condannare, sono
tutti colpevoli? Oppure questi atti sono semplici espressioni di
inconsapevolezza, uno stadio evolutivo dal quale ora stiamo uscendo?
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Le parole di Gesù “Perdona loro perché non sanno quello che fanno” si
applicano anche a voi.
Se vi prefiggete degli obiettivi eroici con il fine di liberarvi, per migliorare voi
stessi o il vostro senso d’importanza, anche quando li raggiungerete, non vi
soddisferanno.
“Nessun sé. Nessun problema”, disse il Maestro buddista quando gli veniva
chiesto di spiegare il senso profondo del Buddismo.
4) L’Adesso
Proprio questo momento – l’Adesso – è l’unica cosa alla quale non potete
sfuggire, il solo fattore costante della vostra vita. Accada quel che accada, non
importa quanto la vostra vita cambi, una cosa è certa: è sempre Adesso.
Visto che non vi è fuga dall’Adesso, perché non dargli il benvenuto, e farci
amicizia?
Quando fate amicizia con il momento presente, non importa dove siate, vi
sentirete a casa. Quando non vi sentite a casa nell’Adesso, non importa dove
andiate, porterete con voi il disagio.
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Mantenere l’attenzione nell’Adesso non è negare ciò di cui avete bisogno nella
vita. È riconoscere ciò che è primario. Poi, potete facilmente darvi da fare con
ciò che è secondario. Non è dire: «Non avrò più a che fare con niente perché vi
è solo l’Adesso». No. Ma è scoprire prima ciò che è primario, e fare dell’Adesso il
vostro amico, non il vostro nemico. Riconoscetelo, onoratelo. Quando l’Adesso è
il fondamento, il centro primario della vostra vita, allora questa si svolge
facilmente.
Quasi tutti vivono così per la maggior parte del tempo. E siccome il futuro non
arriva mai, salvo che come presente, questa è una maniera di vivere
disfunzionale. Genera una corrente sotterranea e costante di disagio, di tensione
e di scontentezza. Non onora la vita, che è adesso e mai non adesso.
In effetti non state prendendo responsabilità per la Vita fino a che non
prendete responsabilità per questo momento. Adesso. Questo è perché l’Adesso
è il solo luogo nel quale si può trovare la vita.
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L’Adesso è come è perché non può essere altrimenti. I fisici ora confermano
ciò che i buddhisti hanno sempre saputo: che non esistono eventi o cose isolate.
Al di sotto dell’apparenza superficiale, tutte le cose sono interconnesse tra loro,
sono parte di una totalità del cosmo che ha manifestato la forma che prende
questo momento.
Quando dite «sì» a ciò che è, allora vi allineate al potere e all’intelligenza della
Vita stessa. Solamente allora potete diventare un mezzo per un cambiamento
positivo nel mondo.
Molta gente confonde l’Adesso con ciò che accade nell’Adesso, ma non si
tratta di questo. L’Adesso è più profondo di ciò che vi accade. È lo spazio nel
quale accade.
Quindi, non confondete il contenuto di questo momento con l’Adesso.
L’Adesso è più profondo di qualsiasi contenuto che emerge da questo.
Quando fate un passo nell’Adesso, fate un passo fuori dal contenuto della
vostra mente e l’incessante flusso del pensiero rallenta. I pensieri non assorbono
più tutta la vostra attenzione, non vi assorbono totalmente. Fra i pensieri si
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Perdete continuamente di vista il fatto più ovvio; il vostro più profondo senso
dell’«Io sono» non ha nulla a che fare con ciò che accade nella vostra vita, niente
a che vedere con il contenuto. Quel senso di Io sono è una sola cosa con
l’Adesso. E rimane sempre lo stesso. Nell’infanzia e nella vecchiaia, in salute e in
malattia, nel successo o nel fallimento, l’Io sono – lo spazio dell’Adesso –
rimane immutato al suo livello più profondo. Generalmente viene confuso con il
contenuto e per questo fate l’esperienza dell’Io sono o dell’Adesso, solo
sporadicamente ed indirettamente, attraverso il contenuto della vostra vita. In
altre parole, il vostro senso dell’Essere viene oscurato dalle circostanze, dal
flusso del pensiero, e dalle molte cose di questo mondo. L’Adesso viene oscurato
dal tempo.
Io non sono i miei pensieri, le mie emozioni, le percezione dei miei sensi e le
mie esperienze. Io non sono il contenuto della mia vita. Io sono la Vita. Io sono
lo spazio nel quale tutte le cose avvengono. Io sono la Consapevolezza. Io
sono l’Adesso. Io sono.
Molte cose nella vostra vita hanno importanza, ma solo una ha un’importanza
assoluta.
Tutta la miseria del pianeta ha origine dal senso personalizzato del «me» o
del «noi». Questo nasconde l’essenza di chi siete voi. Quando non siete
consapevoli di quell’essenza interiore, finite per creare sempre e solo miseria. È
proprio così semplice. Quando non sapete chi siete, al posto del vostro
bellissimo essere divino, create un sostituto fatto dalla mente e vi attaccate a
quel sé timoroso e bisognoso.
Florena
Potete sentire profondamente dentro di voi che questo lo sapete già? Potete
sentire che siete già Questo?
Per fare la maggior parte di cose nella vita avete bisogno del tempo: per
imparare una nuova specializzazione, per costruire una casa, per diventare un
esperto, per fare una tazza di tè… Però, per la cosa più essenziale della vita, il
tempo è inutile, per la sola cosa che ha reale importanza: l’auto-realizzazione,
che significa sapere chi siete al di là del sé superficiale – al di là del vostro nome,
della vostra forma fisica, del vostro passato, della vostra storia.
Non potete trovare voi stessi nel passato o nel futuro. Il solo luogo dove
potete trovare voi stessi è nell’Adesso.
Nel corso della vostra vita, potete essere consapevoli di voi stessi come
Consapevolezza nella quale si svolge l’intero contenuto della vostra vita?
Dite: «Io voglio conoscere me stesso». Voi siete quell’«Io». Voi siete la
Conoscenza. Siete la coscienza attraverso la quale ogni cosa è conosciuta. E
quella non può conoscere se stessa: è se stessa.
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Quindi non potete diventare un oggetto per voi stessi. Quella è la vera ragione
da cui sorge l’illusione dell’identità egoica – perché mentalmente fate di voi
stessi un oggetto. «Questo sono io», dite. E quindi cominciate ad avere una
relazione con voi stessi, e a raccontare agli altri ed a voi stessi la vostra storia.
Proprio come l’acqua che può essere solida, liquida o gassosa, la coscienza
può essere vista come materia fisica «congelata», come mente e pensieri
«liquidi», o ancora senza forma come pura coscienza.
Pura coscienza è Vita prima del suo manifestarsi, e quella Vita guarda al
mondo delle forme attraverso i «vostri» occhi perché voi siete la coscienza.
Quando conoscete voi stessi come Quella, allora vi riconoscete in ogni cosa.
È uno stato di completa chiarezza di percezione. Non siete più un’entità con un
passato pesante che diventa uno schermo di concetti attraverso il quale ogni
esperienza viene interpretata.
Quando percepite senza interpretazioni, allora potete sentire che cosa è chi
sta percependo. Quello che al massimo possiamo dire in parole, è che vi è un
campo di vigile quiete in cui avviene la percezione.
Attraverso di «voi»
la coscienza senza forma è diventata consapevole di se stessa.
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La maggior parte delle persone vive una vita dominata dal desiderio e dalla
paura.
Questi due movimenti oscurano il fatto che all’Essere non si può dare né
togliere. L’Essere nella sua pienezza è già dentro di voi, Adesso.
6) L’Accettazione e l’Arrendersi.
Ogni volta che vi è possibile, date un’occhiata dentro di voi per vedere se state
inconsciamente creando un conflitto fra l’interno e l’esterno, tra le circostanze
esteriori di quel momento – dove siete, con chi siete o cosa state facendo – ed i
vostri pensieri e quello che sentite. Potete percepire com’è doloroso essere in
opposizione interiore con quello che è?
Nel momento in cui riconoscete questo, comprendete anche che, ora, siete
liberi di rinunciare a questo futile conflitto, a questo interiore stato di guerra.
Naturalmente è vero che ci sono dei luoghi che è bene lasciare – e qualche
volta può essere la cosa più appropriata da fare. In molti casi, tuttavia,
andarsene non è possibile. In questo caso il «non voglio essere qui» non è solo
inutile ma è anche dannoso. Rende infelici voi e gli altri.
È stato detto: dovunque andiate, siate lì. In altre parole: siete qui. Sempre. È
così duro accettarlo?
«Ho così tanto da fare.» Sì, ma qual è la qualità del vostro fare? Quando
guidate per andare al lavoro, quando parlate con i clienti, quando lavorate al
computer, quando andate in giro per commissioni, quando avete a che fare con
le innumerevoli cose di cui si compone la vita quotidiana, quanto siete totali in
quello che fate? Il vostro fare ha la qualità dell’arrendersi oppure no? Questo è
quello che determina il successo nella vita e non quanto sforzo ci mettete. Lo
sforzo implica stress e tensione ed ha bisogno di raggiungere un punto nel
futuro o di raggiungere un certo risultato. Siete in grado di individuare anche il
più piccolo elemento dentro di voi del non voler fare quello che state facendo?
Se potete individuare tutto ciò dentro di voi, potete anche lasciarlo cadere ed
essere totali in ciò che fate?
«Fate una cosa alla volta» ecco come un maestro zen definì l’essenza dello
Zen.
Fare una cosa alla volta significa essere totali in quello che fate, significa dare
la vostra attenzione completamente a quello che fate. Questa è un’azione
nell’Arrendersi – un’azione di potere.
L’accettazione di quello che è vi porta ad un livello più profondo nel quale sia
il vostro stato interiore sia il vostro senso del sé non dipendono più dai giudizi
mentali di «buono» o di «cattivo».
Quando dite «sì» alla vita nel suo «essere così com’è», potete sentire in voi un
senso di spaziosità che è profondamente in pace.
Il «sì» a ciò che è, rivela una dimensione di profondità dentro di voi, che non
dipende dalle situazioni esterne né da quelle interiori del continuo fluttuare dei
pensieri e delle emozioni.
Questo per dire che non richiedete più che una situazione, una persona, un
luogo o un evento debbano soddisfarvi o farvi felici. Lasciate essere la loro
natura transitoria e imperfetta.
Per esempio, potete avere un’infermità per cui non potete più camminare. La
condizione è quella che è.
Forse la vostra mente sta ora creando una storia che dice: «Questo è dove mi
ha portato la vita. Sono finito su una sedia a rotelle. La vita mi ha trattato
duramente e ingiustamente. Non me lo merito».
Potete accettare l’essere così com’è di questo momento e non confonderlo con
una storia che la mente ci ha costruito sopra?
L’arrendersi arriva quando non chiedete più: «Perché questo sta accadendo
proprio a me?»
Nel corso della storia, vi sono stati donne e uomini che, di fronte a perdite
gravissime, malattie, prigionia o morte imminente, hanno accettato quello che
sembrava inaccettabile e a quel punto hanno trovato «la pace che va al di là di
ogni comprensione».
Conoscete delle persone che sembrano avere come funzione principale quella
di rendere se stessi e gli altri infelici, di seminare infelicità? Perdonateli, perché
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anche loro fanno parte del risveglio dell’umanità. Il ruolo che essi giocano
rappresenta un’intensificazione dell’incubo della coscienza egoica, lo stato del
non arrendersi. In questo non vi è nulla di personale. Non è chi essi sono.
7) La Natura
Abbiamo dimenticato ciò che le rocce, le piante e gli animali ancora sanno.
Abbiamo dimenticato come essere – come essere in uno stato di quiete, come
essere noi stessi, come essere dove è la vita. Qui e Ora.
Allora qualcosa della sua essenza si trasmette a voi. Potete sentire la sua
quiete e, così facendo, la stessa quiete sorge dentro di voi. Ora sentite come
riposa profondamente nell’Essere – in completa unione con quello che è e dove
è. Con questa comprensione, anche voi avete accesso ad un luogo di profonda
calma dentro di voi.
Ogni cosa in natura, non solo è in totale unione con se stessa, ma anche con la
totalità. Essa non si è separata dalla struttura del tutto, reclamando un’esistenza
separata: «me» ed il resto dell’universo.
Quando percepite la natura, lasciate che ci siano spazi di non pensiero, di non
mente. Quando vi avvicinate alla natura in questo modo, la natura vi risponderà
e parteciperà all’evoluzione della coscienza umana e planetaria.
La pianta che avete in casa, l’avete mai guardata veramente? Avete permesso
che questo essere familiare e tuttavia misterioso chiamato pianta, vi insegni i
suoi segreti? Avete mai notato come è profondamente in pace? Come è
circondata da un campo di quiete? Nel momento in cui diventate consapevoli
dell’emanazione di pace e di quiete di una pianta, quella pianta diventa la vostra
maestra.
Portate l’attenzione al respiro e rendetevi conto che non siete voi a farlo. È il
respiro della natura. Se doveste ricordarvi di respirare, morireste in poco tempo
e se provaste a smettere di respirare, la natura provvederebbe.
Per riconnettervi con la natura nel modo più intimo e potente, diventate
consapevoli del respiro e imparate a mantenere lì la vostra attenzione. Questa
è una profonda e potente pratica di guarigione. Porta ad uno spostamento della
coscienza dal mondo concettuale del pensiero al regno interiore della coscienza
incondizionata.
Avete bisogno che la natura vi sia maestra per aiutarvi a riconnettervi con
l’Essere. Ma non solo voi avete bisogno della natura, anche la natura ha bisogno
di voi.
Non siete separati dalla natura. Siamo tutti parte dell’unica Vita che
manifesta se stessa in innumerevoli forme dell’universo, forme che sono tutte
completamente interconnesse. Quando riconoscete la sacralità, la bellezza,
l’incredibile quiete e dignità in cui esiste un fiore o un albero, aggiungete
qualcosa al fiore o all’albero. Attraverso il vostro riconoscimento, la vostra
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Solamente quando siete quieti dentro, avete accesso al regno della quiete nel
quale abitano rocce, piante ed animali. Solamente quando la vostra mente
rumorosa allenta la presa, potete connettervi con la natura ad un livello
profondo e andare al di là del senso di separazione creato da un eccessivo
pensare.
Il pensare è uno stadio dell’evoluzione della vita. La natura esiste nella quiete
innocente che c’è prima del sorgere del pensiero. L’albero, il fiore, l’uccello, la
roccia sono inconsapevoli della loro propria bellezza e sacralità. Quando gli
esseri umani diventano quieti, vanno al di là del pensiero. Nella quiete al di là
del pensiero, si aggiunge una dimensione di conoscenza, di consapevolezza.
La natura vi può portare alla quiete. Questo è il suo regalo per voi. Quando
percepite e siete insieme alla natura, nel corpo della quiete, questo campo si
permea della vostra consapevolezza. Questo è il vostro dono alla natura.
Florena
8) Le relazioni
Lasciar andare il giudizio non significa non vedere quello che l’altro fa.
Significa che voi riconoscete il suo comportamento come una forma di
condizionamento, lo vedete e lo accettate in quanto tale. Non costruite da quello
un’identità per quella persona.
Fino a che è l’ego a dirigere la vostra vita la maggior parte dei vostri pensieri,
emozioni ed azioni provengono dal desiderio e dalla paura. Nelle relazioni o
volete qualcosa dall’altra persona oppure ne avete paura.
Quando fate del Momento Presente il punto focale della vostra attenzione –
invece di usarlo come un mezzo per un fine – andate al di là dell’ego e al di là
della compulsione inconscia di usare le persone come mezzo per un fine,
intendendo per fine la valorizzazione di se stessi alle spalle degli altri. Quando
date la vostra completa attenzione a qualsiasi persona con la quale state
interagendo, togliete passato e futuro dalla relazione fatta eccezione per le cose
pratiche. Quando siete totalmente presenti con qualsiasi persona incontrate,
allora lasciate andare l’identità concettuale che avevate fatta per loro, la vostra
interpretazione di chi essi sono e di cosa hanno fatto nel passato – e siete così in
grado di interagire senza il movimento egoico di desiderio e di paura.
L’attenzione, che è vigile quiete, è la chiave.
Com’è meraviglioso nelle vostre relazioni andare oltre il volere e l’aver paura!
Se il suo passato fosse stato il vostro passato, il suo dolore il vostro dolore, il
suo livello di coscienza il vostro livello di coscienza, avreste pensato e agito
esattamente come fa lei. Con questa comprensione arrivano il perdono, la
compassione, la pace.
All’ego non piace sentire questo perché, se non può più essere reattivo e
sentirsi nel giusto, perderà forza.
Quando ricevete chiunque arrivi nello spazio dell’Adesso come fosse un nobile
ospite, quando permettete ad ogni persona di essere come è, questa comincia a
cambiare.
Per conoscere gli altri esseri umani nella loro essenza, non avete realmente
bisogno di sapere niente su di loro – il loro passato, da dove vengono, la loro
storia. Confondiamo il conoscere qualcosa su di loro con una più profonda
conoscenza che non è concettuale. Conoscere su e conoscere sono due modalità
completamente diverse. Una ha a che fare con la forma, l’altra con ciò che non
ha forma. Una opera attraverso il pensiero, l’altra attraverso la quiete.
La maggior parte delle relazioni umane sono limitate allo scambio di parole, il
regno del pensiero. È essenziale portare un po’ di quiete, specialmente nelle
vostre relazioni intime.
Nessuna relazione può prosperare senza il senso di spaziosità che viene con la
quiete. Meditate o passate del tempo insieme in Silenzio nella Natura. Quando
fate una passeggiata oppure state seduti in automobile o a casa, sentitevi a
vostro agio, insieme, in uno stato di quiete. La Quiete non può e non ha bisogno
di essere creata. Siate solo ricettivi alla quiete che è già lì, ma che è di solito
oscurata dal rumore mentale.
Se manca il vasto spazio della Quiete, la relazione sarà dominata dalla mente
e può essere sopraffatta da problemi e conflitti. Se la quiete è presente può
contenere qualsiasi cosa.
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Un vero ascolto è un’altra via per portare la quiete nella relazione. Quando
ascoltate veramente qualcuno, la dimensione della quiete sorge e diventa una
parte essenziale della relazione. Un vero ascoltare è però un talento raro. Di
solito la maggior parte dell’attenzione di una persona è impegnata nei suoi
pensieri. Nel migliore dei casi la persona sta valutando le vostre parole o si sta
preparando per la prossima cosa da dire. O addirittura può darsi che non stia
ascoltando per niente, persa nei propri pensieri.
C’è inoltre il dolore emozionale accumulato dal passato che voi ed ogni altro
essere umano vi portate dentro, derivante sia dal vostro passato personale, sia
dal dolore collettivo dell’umanità che va molto, molto indietro nel tempo.
Questo Corpo di Dolore è un campo energetico dentro di voi che
sporadicamente prende il sopravvento perché ha bisogno di sperimentare
ancora dell’altro dolore emozionale per nutrirsi e riempirsi. Proverà a
controllare il vostro pensiero ed a renderlo profondamente negativo.
Ama i vostri pensieri negativi, poiché risuona della loro frequenza e può così
trarne nutrimento. Provocherà inoltre reazioni emozionali negative nelle
persone a voi più vicine, specialmente nel vostro partner per potersi garantire il
dramma e il dolore emozionale e potersene nutrire.
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Col diventare consapevoli. Comprendete che non è chi siete voi e riconoscete
l’identificazione per ciò che è: dolore passato. Siate testimoni quando accade nel
vostro partner o in voi stessi. Quando la vostra identificazione inconscia si è
spezzata, quando siete in grado di osservarla in voi stessi, non la nutrite più e
perderà così gradualmente la sua carica energetica.
Quando volgete lo sguardo verso altri esseri umani e sentite un grande amore
verso di loro, oppure quando contemplate la bellezza della natura e qualcosa
risuona profondamente dentro di voi, chiudete gli occhi per un momento e
sentite l’essenza di quell’amore o di quella bellezza dentro di voi, inseparabile da
chi siete voi, dalla vostra vera natura. La forma esteriore è una temporanea
riflessione di ciò che siete dentro, nella vostra essenza. Ecco perché amore e
bellezza non possono mai lasciarvi, anche se le forme esterne lo faranno.
Qual è la vostra relazione con il mondo degli oggetti, con le innumerevoli cose
che vi circondano e con le quali avete a che fare ogni giorno? La sedia su cui
sedete, la penna, la macchina, la tazza? Sono solo un mezzo per un fine, oppure
occasionalmente vi rendete conto della loro esistenza, del loro essere, anche se
per poco, e le notate e date loro la vostra attenzione?
Ogni volta che incontrate qualcuno, non importa quanto breve sia l’incontro,
riconoscete il suo essere, dandogli la vostra completa attenzione? O lo riducete
ad un mezzo per un fine, ad una mera funzione o ad un ruolo?
Qual è la qualità della vostra relazione con la cassiera del supermercato, con il
guardiano del campeggio, con il meccanico, con il cliente?
Alla fin fine, naturalmente, non c’è nessun altro e voi state sempre
incontrando voi stessi.
La morte non è l’opposto della vita. La vita non ha opposti. L’opposto della
morte è la nascita. La vita è eterna.
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Saggi e poeti nel corso dei secoli hanno riconosciuto la qualità di sogno
dell’esistenza umana, che sembra così solida e reale e invece è così effimera che
si può dissolvere in qualsiasi momento.
Al momento della vostra morte, in realtà la storia della vostra vita può
davvero apparirvi come un sogno che è giunto alla fine. Tuttavia anche in un
sogno deve esserci un’essenza che è reale. Ci deve essere una coscienza nella
quale il sogno accade; altrimenti non ci sarebbe.
Questa coscienza è creata dal corpo oppure è questa coscienza che crea il
sogno del corpo, il sogno di qualcuno?
Perché la maggior parte delle persone che hanno avuto un’esperienza di pre-
morte hanno perso la paura della morte? Riflettete su questo.
Nelle culture occidentali vi è tuttora una negazione molto diffusa della morte.
Perfino le persone anziane tentano di non parlarne e di non pensarci, ed i corpi
dei morti sono celati in luoghi appartati. Una cultura che nega la morte
inevitabilmente diventa superficiale e poco profonda, ed ha a che fare solamente
con la forma esteriore delle cose.
Quando si nega la morte, la vita perde la sua profondità. La possibilità di
conoscere chi siamo noi al di là del nome e della forma, la dimensione della
trascendenza, scompare dalle nostre vite perché la morte è l’apertura a quella
dimensione.
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Le persone tendono ad essere a disagio con ciò che finisce, perché ogni fine è
una piccola morte. Ecco perché in molte lingue la parola usata per accomiatarsi
significa «ci rivedremo». Arrivederci.
Ogni volta che un’esperienza giunge alla fine – una riunione di amici, una
vacanza, i vostri figli che vanno via di casa – voi morite di una piccola morte.
Una forma, come quell’esperienza che è apparsa alla vostra coscienza, si
dissolve. Spesso, questo lascia dietro di sé un sentimento di vuoto che la
maggior parte delle persone fa di tutto per non sentire, per non affrontare.
La maggior parte delle persone sente che la propria identità, il loro senso del
sé, è qualcosa di incredibilmente prezioso che non vogliono perdere. Ecco
perché hanno così tanta paura della morte.
Ogni volta che vivete una profonda perdita, di qualsiasi cosa si tratti – di
quello che possedete, di una relazione intima, della vostra reputazione, del
lavoro o di funzioni fisiche – qualcosa dentro di voi muore. Vi sentite diminuiti
nel vostro senso di chi siete. Vi può anche essere un certo disorientamento.
«Senza questo … chi sono io?»
Quando una forma con cui inconsciamente vi siete identificati come parte di
voi stessi, vi lascia o si dissolve, può essere estremamente doloroso. Lascia un
buco, per così dire, nel tessuto della vostra coscienza.
Ogni volta che accade la morte, ogni volta che una forma di vita si dissolve,
Dio, il senza forma e il non manifestato, splende dall’apertura lasciata dalla
forma che si è dissolta. Ecco perché la cosa più sacra della vita è la morte. Ecco
perché la pace di Dio può giungere a voi attraverso la contemplazione e
l’accettazione della morte.
Allo stesso modo, non c’è forse bisogno di qualcosa che non sia transitorio e
impermalente per poter riconoscere la transitorietà di tutte le cose? In altre
parole: se tutte le cose, incluso voi stessi, fossero impermanenti, potreste mai
accorgervene? Il fatto che voi ne siate consapevoli e possiate essere testimoni
della natura di breve durata di tutte le forme, inclusa la vostra, non significa che
vi è qualcosa in voi non soggetto a decadimento?
Quando avete vent’anni siete consapevoli di avere un corpo che sentite forte e
vigoroso; sessant’anni più tardi, siete consapevoli di come il vostro corpo sia
debole e vecchio. Pensate anche che siete cambiati da quando avevate vent’anni,
ma la consapevolezza che sa che il vostro corpo è giovane o vecchio o che pensa
che è cambiato, non ha subito cambiamenti. Questa consapevolezza è l’eterno
che è in voi, la coscienza in se stessa. Essa è l’Unica Vita senza forma. Potete
perderla? No, perché voi siete Quello.
Qualche volta accade che persone molto malate o anziane, diventino, per così
dire, quasi trasparenti nelle ultime settimane, mesi o perfino negli ultimi anni
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della loro vita. Da come vi guardano, potete vedere una luce che risplende
attraverso i loro occhi. Non vi è più alcuna sofferenza psicologica. Si sono arrese
ed in questo modo la persona, il «me» costruito dalla mente si è già dissolto.
Sono «morte prima di morire» ed hanno trovato la profonda pace interiore che
è la realizzazione della loro immortalità.
La morte non è un’anomalia, non è la cosa più spaventosa fra tutti gli eventi,
come vi ha fatto credere la cultura moderna, ma la cosa più naturale al mondo,
inseparabile ed altrettanto naturale della sua polarità, la nascita. Ricordatevi di
questo quando sedete accanto ad un morente.
Nella maggior parte dei casi, non possiamo nemmeno iniziare a comprendere
quale ruolo possa avere, nella totalità del cosmo, un evento che sembra
insensato. Ma il riconoscerne l’inevitabilità, nella vastità dell’intero, può essere
l’inizio di una accettazione interiore di ciò che è e quindi di un riallineamento
con la totalità della vita.
Se voi non aveste sofferto come avete sofferto, non vi sarebbe in voi alcuna
profondità come esseri umani, non avreste umiltà né compassione. Adesso, non
stareste leggendo questo libro. La sofferenza incrina e rompe il guscio dell’ego e
così raggiunge un punto nel quale ha ottenuto il suo scopo. La sofferenza è
necessaria fino a che comprendete che non è necessaria.
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Molta sofferenza, molta infelicità sorgono quando prendete per vero ogni
pensiero che vi passa per la testa. Le situazioni non vi rendono infelici. Sono i
vostri pensieri a rendervi infelici. Le vostre interpretazioni, le storie che vi
raccontate, ecco cosa vi rende infelici.
Lei mi ha piantato.
Piccole storie che raccontiamo a noi stessi ed agli altri, spesso in forma di
lamentela. Queste storie sono inconsciamente architettate per rinforzare, con
l’«aver ragione» e con il far sentire qualcosa o qualcuno «sbagliato», il nostro
senso del sé, sempre insufficiente. L’«avere ragione» ci mette in una posizione
di immaginaria superiorità ed in questo modo rafforza il nostro falso senso del
sé, l’ego. Per di più, crea un qualche tipo di nemico: sì, l’ego ha bisogno di
nemici per definire i suoi confini e perfino il clima può avere questa funzione.
Sta piovendo.
Quando state soffrendo, quando siete infelici, vivete totalmente in quello che
è l’Adesso. L’infelicità o i problemi non possono sopravvivere nell’Adesso.
Essi mangiarono il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male.
Vi sono forme sottili e forme non così sottili di sofferenza «normali» a tal
punto che di solito non vengono riconosciute come sofferenza. Possono perfino
essere percepite dall’ego come soddisfacenti: irritazione, impazienza, rabbia,
risentimento, lamentele, oppure l’avercela contro qualcosa o contro qualcuno.
Non potete essere consapevoli e allo stesso tempo creare sofferenza per voi
stessi.
Un dialogo:
Il dolore fisico cronico è uno degli insegnanti più severi che possiate avere. Il
suo insegnamento è: «La resistenza è futile».
Niente può essere più normale che il non voler soffrire. Tuttavia, se lasciate
perdere questo non volere e permettete invece al dolore di esserci, potete notare
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una sottile separazione interiore dal dolore, per così dire, uno spazio tra voi e il
dolore. Questo significa soffrire consapevolmente e di buon grado. Quando
soffrite consapevolmente, il dolore fisico può bruciare rapidamente in voi l’ego,
poiché l’ego consiste per la maggior parte di resistenza. La stessa cosa vale per le
infermità fisiche più gravi.
10 Fine
Sommario
Parole dalla quiete ............................................................................................. 1
1) Il Silenzio e la Quiete ............................................................................. 2
2) Al di là della mente pensante ................................................................. 4
3) Il sé egoico.............................................................................................. 9
4) L’Adesso ................................................................................................ 13
5) Chi siete voi veramente ......................................................................... 16
6) L’Accettazione e l’Arrendersi. .............................................................. 20
7) La Natura ............................................................................................. 24
8) Le relazioni........................................................................................... 27
9) La Morte & l’Eterno ............................................................................. 32
10 La Sofferenza & la Fine della Sofferenza .............................................. 37
10 Fine ....................................................................................................... 41