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Sommario

1. CHE COS’È IL TAOISMO ................................... 11


2. DAO DE JING – IL LIBRO DEL TAOISMO ..... 17
3. PRINCIPI FONDAMENTALI DEL TAOISMO . 18
Unità del Tutto – Tàiyī 太一....................................... 18
Le idee disegnate 1 - Armonia .................................. 22
Armonia Universale – Tàihé 太和 ............................. 23
Mutamento – Yì 易...................................................... 24
Le idee disegnate 2 - Mutamento .............................. 27
Spontaneità – Zìrán 自然 ........................................... 28
Non-interferenza – Wúwéi 无为 ................................ 29
Le idee disegnate 3 - la Via ....................................... 31
4. IL DÀO 道 ............................................................... 32
5. COME SI SCRIVE TAO IN CINESE .................. 35
6. I TRE TESORI - SAN BAO 三宝 .......................... 36
Le idee disegnate 4 - Virtù ........................................ 39
7. PERCHÉ SEGUIRE IL TAOISMO...................... 41
8. DIVENTARE TAOISTI. ........................................ 42
Vocazione ..................................................................... 43
Appartenere a una Scuola Taoista............................. 44
Il rapporto maestro-allievo ........................................ 44
Come si accede a una Scuola taoista ......................... 47
I vari tipi di Taoisti ................................................... 48
Noviziato ................................................................... 49
Scelta di Vita................................................................ 50
Le idee disegnate 5 - Compassione ........................... 53
9. IDENTITÀ TAOISTA ............................................ 54
Le idee disegnate 6 - Amore ..................................... 56
10. IL SALUTO TAOISTA ........................................ 57
Le idee disegnate 7 - Saggezza ................................. 60
11. LA PRATICA QUOTIDIANA TAOISTA .......... 61

3
La dimensione divina ................................................. 62
Zuo Wang 坐忘 – La meditazione Taoista ............... 70
Le idee disegnate 8 - Frugalità ................................. 76
12. TAOISMO E SOCIETÀ ...................................... 77
13. FORMARE UN GRUPPO DI STUDIO ............. 79
14. LIBERA IL TAOISTA CHE È IN TE! .............. 80
15. APPROFONDIMENTI ........................................ 81
1. La via taoista è un volo d’uccello. ........................ 81
2. Prima di iniziare il cammino ................................ 84
3 - La Trinità. Modello di Conoscenza Universale... 86
4 - Il Sistema Formale Daoista ................................. 88
5 - Le Tre Potenze e i Tre Tesori. ............................. 94
6 - Umanità Unita nell’Uno. ................................... 101
7. Coltivare la Virtù - Xiude 修德 .......................... 103
UNA PARABOLA FINALE .................................... 106
LA CHIESA TAOISTA D’ITALIA ........................ 108
L’AUTORE ............................................................... 112
Note finali .................................................................. 113
Contatti: .................................................................... 113

4
Dedicato
A te
che lo stai per leggere.

5
6
见素抱朴
少私寡欲

Jiàn sù bào pǔ
Shǎo sī guǎ yù

Guarda all’essenziale; sii sinceramente te stesso.


Non essere egocentrico; liberati dal vacuo agognare.

Dao De Jing, Cap. 19

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Premessa
Negli ultimi decenni in Italia c’è stato un aumento
esponenziale dell’interesse culturale verso le filosofie, le
religioni e le tecniche psico-motorie cinesi. Esse,
indubbiamente, hanno modificato l’approccio della nostra
società verso temi come il benessere psicofisico (Qigong,
Taiji Quan), l’abitare sostenibile in armonia con la natura
(Feng Shui), la salute (Medicina Tradizionale Cinese), la
spiritualità (Meditazione), la religiosità e la filosofia di
vita (Taoismo). Se oggi la nostra società è più sensibile
verso l’ecologia, la protezione globale dell’ambiente e
l’integrazione culturale, lo dobbiamo anche a esse, perché
sono oramai parte della nostra cultura. In particolare il
pensiero taoista sta avendo una grande diffusione. La
principale ragione di questo successo risiede nel fatto che
esso è una via pratica che si può seguire facilmente nel
quotidiano. Il Taoismo è stato accettato e seguito perché
si fonda sui concetti della Pace come fondamento della
società, della Serenità come presupposto dell’equilibrio
mentale e della Dimensione Spirituale quale valore
fondamentale dell’uomo. Il Taoismo è complesso quanto
l’uomo stesso, è una dimensione dell’anima, cui si può
accedere da molte direzioni e con differenti approcci.
Questo testo non è un manuale o un trattato ma, usando un
linguaggio colloquiale, vuole essere una guida
introduttiva, semplice e alla portata di tutti, che contenga,
nondimeno, informazioni culturali corrette. Per renderlo
più fruibile, ho ridotto all’osso alcuni argomenti, giusto
per dare un’idea, mentre altri li ho sviluppati un po’ di più.
Spero che il mio modesto contributo, possa essere di aiuto
ai lettori, per avere un giusto approccio a questa
plurimillenaria tradizione spirituale.
Vincenzo di Ieso

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1. Che cos’è il Taoismo
Il Taoismo prende il nome dal termine Dào 道1, il Grande
Principio, che crea e sostiene tutto l’universo.

Esso professa:
1. La non violenza.
2. Il rispetto e la cura della natura, di tutti gli esseri
viventi e di se stessi.
3. Il ritorno a una vita semplice ed essenziale.
4. Liberare la mente, per quanto possibile, dalle
sovrastrutture artificiali e artificiose che modelli
culturali consumistici impongono come unici e veri.
5. Una filosofia di vita aperta alla trascendenza.

Noi esseri umani vediamo il mondo tramite i nostri occhi


e ciò che passa attraverso gli occhi influisce sul nostro
cuore dunque sul rapporto che instauriamo con il mondo
stesso. Al cuore giunge, però, anche l'influenza di un altro
mondo, quello interiore, che, per molti versi, è ancora più
decisivo per la nostra vita.
Noi taoisti riteniamo che l'uomo dovrebbe trovarsi a metà
strada e per questo cerchiamo di ottenere l'equilibrio fra i
due mondi, per creare un’armonia globale che, tramite un
filo ideale, ci colleghi, partendo dal nostro cuore, dal
nostro centro, con tutte le cose e le creature dell'universo,
sia fisico sia spirituale.

Il Taoismo persegue una filosofia di vita aperta alla


trascendenza in cui si afferma che:
1. La dimensione trascendentale è sperimentabile
dall'uomo, cioè si può fare esperienza diretta dello
1
Si legge Tao.

11
stato spirituale della propria coscienza. L’esperienza
trascendentale deve essere vista, poiché esperienza
personale, innanzitutto come un fenomeno
antropologico inalienabile. Per questo nessuno ha il
diritto o il potere di negarne la veridicità.
2. L’uomo si deve assumere completamente, sempre e
comunque, la responsabilità di se stesso,
riappropriandosi del diritto di scegliere il proprio
destino, la propria divinità.
3. La radice ultima dei mali dell'uomo va cercata nella
sua dimensione spirituale da cui consegue, ad
esempio, che la guarigione deve essere innanzitutto
di natura spirituale.

I presupposti etici da cui sgorgano queste considerazioni


sono il considerare l'uomo:
1. Dal punto di vista Antropologico, una Persona, cioè
capace di essere soggetto di sé e che tende
all'auto-consapevolezza, auto-determinazione,
auto-affermazione, tramite un Progetto di Sé, da lui
stesso liberamente programmato, scelto, vissuto e
verificato nella storia.
2. Dal punto di vista Spirituale, un Essere Immateriale
che anima un corpo fisico per esistere nel mondo. Per
questo ogni persona è capace di consapevolezza
spirituale.

Il Taoismo, schematicamente, è:
1. Una filosofia naturalistica e a-morale, nel senso che i
suoi principi sono ispirati ai ritmi e ai cicli della
natura e in essa non esiste una morale normativa
rigida;

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2. Una religione atea, nel senso che non crede
nell’esistenza di un dio-persona.
In cinese, la prima è chiamata Dàojiā 道 家 ,
l’insegnamento taoista; la seconda Dàojiào 道 教 , la
religione taoista. La distinzione è solo culturale poiché, in
realtà, sono parti di un corpo unico.
Non è possibile definire un luogo o una data precisa di
fondazione né esiste un unico iniziatore. Il Taoismo è un
bacino di raccolta di differenti tradizioni e insegnamenti.
Da essi ha preso il meglio, creando un diamante che,
grazie alle svariate sfaccettature, può riflettere la sua luce
a tutti gli uomini, in tutte le direzioni.
Questa è la sua forza ma, per vari versi, anche il limite alla
sua comprensione, specialmente da parte degli
occidentali, abituati a confrontarsi con pacchetti culturali
ben definiti e preconfezionati.
In sintesi potremmo dire che le tradizioni-radice sono
mistiche, filosofico-speculative e la religione popolare
cinese.

Nel Taoismo confluiscono, infatti:


1. La mistica delle sciamane Wū 巫;
2. Le tradizioni esoteriche legate ai Fāngshì 方士, i
maestri delle formule, alchimisti e scienziati ante
litteram;
3. Le scuole di pensiero antiche in particolare quelle
presenti tra il VII e il V secolo dell’Evo antico (come
la Scuola Relativista Yīnyáng 阴 阳 e quella dei
Cinque Dinamismi, Wǔxíng 五行);
4. Il corpo filosofico emergente dagli scritti di Laozi,
Zhuangzi, Liezi e Yang Chu, che hanno costituito la
prima impalcatura concettuale. Tra di essi il Dàodé

13
Jīng 道德经, il Canone del Tao e del suo Carisma, è
il testo fondamentale;
5. La religiosità popolare cinese;
6. La metafisica, con approfondite speculazioni sulla
vita, la morte e l’immortalità, che ha avuto il suo
apice durante la dinastia Táng 唐代 (618-907).

Il Taoismo, avendo così tante “Madri” non è un pensiero


maschilista autoritario. Esso è, per sua natura, pluralista
ed egualitario. Esalta le qualità femminili, come
l’accoglienza, l’adattamento, la cura e la protezione dei
bisognosi, la tolleranza. Un taoista, ad esempio, è sempre
pronto al dialogo e alla comprensione e non porrebbe mai,
in senso fondamentalista, il Taoismo sopra le altre
religioni, credenze o filosofie. Egli sa che la forza
creatrice del Tao si manifesta e si realizza nelle infinite
forme del creato. Pur nella diversificazione, tutte le forme
parlano la stessa lingua universale.

Il Taoismo è un Sistema Formale Aperto, una visione del


mondo e della realtà che utilizza modelli cognitivi per
interpretarli ma, a differenza, ad esempio, del
Cristianesimo o del Marxismo, il sistema rimane aperto,
non fisso e immutato come una foto che cristallizza nel
tempo una sola immagine.
Il Taoismo, conscio fin dalle sue origini del principio del
Mutamento, e mantenendo le sue radici ben in vista, si è
sempre adattato alle varie situazioni storico-ambientali,
inglobando le varie fonti culturali con cui veniva in
contatto così come è avvenuto con il Buddismo o con la
religione popolare cinese.

14
Non si può, dunque, dare una definizione univoca del
Taoismo. Ne possiamo cogliere l'essenza unicamente
nella visione generale.

Il Taoismo, pur essendo una delle tre principali scuole di


pensiero cinese, insieme al Confucianesimo e al
Buddismo, purtroppo, è poco conosciuto dalla massa,
nella sua vera portata, per varie ragioni:

1. Nella sua dottrina non è prevista la figura del


missionario, così com’è concepito nella cultura
occidentale. Ciascuno deve cercare e seguire la propria
strada e, se arriva al Taoismo, è accolto a braccia aperte,
se lo lascia, è salutato con affetto, come un figlio che parte
per terre lontane.

2. La sua continua evoluzione e adattamento, così come il


suo sincretismo, nell’arco di oltre due millenni, ne
rendono difficile l’incasellamento in schemi culturali
occidentali, che sono tipicamente lineari. Il Taoismo di
oggi è altro da quello di mille anni fa e, sono certo, è
diverso anche da quello che sarà fra mille anni. In fondo
l’adattamento ai differenti ambienti storico-culturali è
uno dei suoi punti di forza che ne hanno assicurato la
sopravvivenza e la florida crescita.
Infatti, è praticato da milioni di persone, dalla Nuova
Zelanda al Canada. Il suo pensiero, oltre ad aver
influenzato la storia e la cultura cinese nonché dei suoi
paesi satelliti, oggi sta conquistando settori che vanno
dalla medicina naturale alla spiritualità, dalle arti marziali
alle scuole di management.

3. È difficile per un occidentale, pensare al Taoismo come

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una religione perché in esso mancano alcuni tratti
caratteristici del nostro modo di intendere questo
sostantivo. Infatti, esso non ha un fondatore, come il
Cristianesimo o il Buddismo; né ha un “Verbo” scritto che
regola la fede del credente, come il Vangelo, il Corano o
la Bibbia, ma, soprattutto, non ha, né potrebbe avere, il
concetto di un dio-persona dotato di sentimenti umani.

4. Il Taoismo non vede la divinità o per meglio dire, il


Principio Creatore, al di fuori dello spazio-tempo.
L’atto Creativo, sebbene resti comunque un “Mistero”,
non è visto come un unico punto iniziale bensì come un
processo continuo nello spazio-tempo.
Per questa ragione il Taoismo parte e concentra la sua
dottrina sulla diretta esperienza della realtà e sul suo
continuo divenire.

16
2. Dao De Jing – Il Libro del Taoismo
Il testo fondamentale che espone il pensiero taoista è il
Dàodé Jīng 道德经, il Canone del Tao e del suo Carisma.
Esso è attribuito a Lǎozǐ 老 子 2 , un Maestro vissuto,
secondo la tradizione, 2500 anni fa.
Nessun percorso taoista è possibile senza un profondo
studio del Dàodé Jīng. In esso sono contenuti tutti i
principi di base e suggerisce il giusto comportamento nei
vari campi della vita: dalla politica alla mistica, dalla
cosmologia alla pedagogia, dall’arte della guerra alla
famiglia.
Circa due secoli dopo Lǎozǐ, vissero Zhuāngzǐ 庄子 e
Lièzǐ 列子, autori degli omonimi testi.
Questi tre libri costituiscono l’impalcatura dottrinale del
Taoismo.

Bibliografia minima consigliata:

1. Léon Wieger - I Padri del Taoismo - Luni


Un trittico la cui traduzione risente del clima culturale di un
secolo fa ma che resta comunque un caposaldo culturale.

2. Ester Bianchi – Taoismo – Electa


Un libro riccamente illustrato, raffinato, colto ed elegante, che
fornisce informazioni su tutti gli aspetti del Taoismo.

3. Deng Ming Dao - Il tao della vita quotidiana – Guanda


Un testo piacevolissimo, fatto di riflessioni da assaporare una,
alla volta, lentamente, come un piatto di ciliege mature.

2
Lao significa venerabile, vecchio, antico; Zi, maestro. Laozi è
un titolo onorifico.

17
3. Principi fondamentali del Taoismo
I principi fondamentali che animano la visione del mondo
di ogni taoista sono cinque: Unità, Armonia, Mutamento,
Spontaneità e Non-Interferenza, seguiti, questi ultimi,
dai rispettivi corollari Non-Conformismo e A ciascuno la
sua Via.
Unità del Tutto – Tàiyī 太一

Il Tao genera l’Uno.


L’Uno genera il Due.
Il Due genera il Tre.
Il Tre genera tutto Creato.

Dao De Jing Cap. 42

Siamo tutti Uno.


Nell’Unità si dissolvono gli opposti e tutte le differenze.
Parlando in generale, la visione taoista del mondo è
olistica, quella occidentale, invece, si fonda sulla
contrapposizione e sulla scomposizione, pur partendo
entrambe dalle stesse posizioni 3. Nel capitolo 42 del Dao
De Jing è scritto che tutto l’esistente proviene dal Dao,
che ogni cosa, essere ed evento è intriso del suo Carisma 4
(Dé 德).

3
Non sta a me dare un giudizio su quale delle due posizioni è la
migliore da seguire ma, paradossalmente, la visione olistica
porta alla sintesi, alla semplificazione, all’essenziale mentre
quella dualistica alla diversificazione, alla specializzazione in
settori sempre più ristretti, alla dispersione in mille rivoli.
4
dal latino charisma, a sua volta dal greco χάρισμα, significa
dono.

18
Tutto il creato è, dunque, la manifestazione concreta e
diretta del Tao. Ciascuno dei suoi elementi, compresi noi
esseri umani, va protetto e preservato, perché tutti e tutto
hanno la stessa Origine.

Noi esseri umani valutiamo il mondo, da un punto di vista


cognitivo, dandone un valore e un senso, talvolta
palesemente strumentale creando, così, una separazione
tra noi e gli altri, tra noi e il creato.
In effetti, la nostra conoscenza della realtà avviene
tramite comparazioni di opposti 5. Ben lo sapevano anche
gli antichi maestri cinesi, i quali svilupparono il modello
cognitivo relativista dello Yīnyáng 阴阳 6, la cui figura
simbolica è il Tàijí tú 太极图7, riportato sotto, oggi ben
noto anche in Occidente.

Il Dao De Jing, cap. 42, dice che tutto


l’esistente subisce lo Yin e abbraccia lo
Yang. In effetti, noi non possiamo
definire l’alto se non abbiamo un basso,
allo stesso modo per il piacere e il
dolore, il buono e il cattivo e così via 8.
Queste categorie, però, sono solo relative al punto di vista
di chi osserva e in un dato tempo. Sono una visione
parziale o di parte che, però, ci fa perdere la visione del
tutto e smarrire nei particolari.

5
Dao De Jing cap.2.
6
I modelli cognitivi cinesi derivano dalla diretta osservazione
della realtà e applicati empiricamente.
7
Il Taiji tu è il simbolo universale del Taoismo.
8
Dao De Jing cap.2.

19
Ad esempio, ci lamentiamo del caldo in estate o del
freddo in inverno. Se invece manteniamo la visione
globale delle stagioni e la loro azione unitaria, diventa
evidente la necessità funzionale di entrambi. Saremo, così,
grati del caldo in estate e del freddo in inverno.
Purtroppo, il pensiero dicotomico 9 , ha un effetto
collaterale: porta alla separazione.
Gli occidentali sono malati cronici, in tal senso. Essi sono
abituati a pensare in termini dualistici ma oppositivi: lo
Stato contro il cittadino, un partito contro un altro, un
inquilino contro un altro, una fazione contro l’altra, una
religione contro l’altra.

Nel modello Yin-Yang, invece, visto che esprime la


visione dell’Unità del Tutto, la tensione è sempre verso
l’equilibrio, l’omeostasi ma soprattutto verso la ricerca
dell’Armonia.
I due poli si autodefiniscono a vicenda da un punto di
vista formale e strutturale ma si alternano dal punto di
vista temporale poiché, quando uno dei due poli
raggiunge il massimo, può solo declinare e trasformarsi
nell’opposto 10.

È evidente che se ci fosse sempre il caldo, vivremmo in


un deserto, se ci fosse sempre la pioggia, non sarebbe
possibile un’agricoltura.
Come, d’altra parte, tutti sappiamo che possiamo
guadagnare dalla perdita e perdere dal guadagno 11.
9
Suddividere un concetto in due categorie distinte e opposte.
Separazione fra due entità che crea una divisione radicale fra
loro.
10
Pensate al ciclo circadiano e stagionale e tutto diventa chiaro.
11
Dao De Jing cap. 42

20
Persino l’amore potrebbe essere un male: si può, di fatto,
affogare anche nel miele 12.
Il Taoismo riconosce che gli opposti sono necessari alla
vita e al reciproco miglioramento ma insegna che tutto è
relativo e impermanente.
Esso invita a superare le opposizioni, a evitare gli estremi.
Propone un Pensiero Integrato, non-duale, che conduce
verso la visione olistica, globale e unitaria della realtà.
Verso l’integrazione e non la separazione.

Io penso che il male non sia nemico del bene e viceversa.


Entrambi, se presi singolarmente, sono limiti al nostro
sviluppo spirituale e all’armonia del creato.

12
Talvolta le persone diventano insopportabili con il loro
onnipresente, asfissiante amore. Pur essendo sinceramente
innamorate, non riescono a regolare il loro flusso d’amore verso
la persona amata, la quale, non si sentirà certo coccolata ma
oppressa. La conseguenza può solo essere la disarmonia e la
separazione. Basterebbe amare non troppo…

21
Le idee disegnate 1 - Armonia

和 Hé - Armonia

Come verbo indica anche conciliarsi, riconciliarsi, essere in


buoni apporti.

Questo ideogramma è composto di due parti:


禾 Hé pianta di riso o cerali.
口 Kǒu bocca.

L’idea che suggerisce è una sufficienza di cibo cosicché tutti


siano soddisfatti e felici. Oltre che mangiare insieme in armonia,
l’altra idea sottesa è che se le persone parlano fra di loro ci sarà
abbondanza per tutti.

22
Armonia Universale – Tàihé 太和

L’Uomo si regola sulla Terra.


La Terra si regola sul Cielo.
Il Cielo si regola sul Tao.

Dao De Jing, Cap. 25

Nel Dao De Jing c’è un continuo richiamo all’Armonia,


Hé 和, poiché tutto proviene dal Tao, tutto è animato dalla
sua energia, ogni parte è indispensabile e concorre alla
realizzazione del creato.
Quando le dinamiche energetiche fluiscono liberamente,
si crea l’Armonia tra tutto e tutti. Essa è indispensabile
affinché ogni cosa, Essere ed evento si realizzi al meglio.
Solo combinando le varie dinamiche e forze in campo,
senza prevaricazione e violenza, è possibile l’Armonia.
Uno stato in cui ciascuno è se stesso, ma allo stesso tempo
consente agli altri di essere ciò che sono.
In fondo io sono me stesso solo quando posso definire e
accogliere completamente l’altro da me.
Un taoista non metterà mai uno contro l’altro. Tenderà
sempre a cercare ciò che unisce, a trovare il linguaggio
minimo comune che consenta di dialogare e realizzare la
risultante fra forze divergenti.
In fondo, le divergenze partono sempre da un punto in
comune. La risultante non sono le diverse soluzioni
proposte a un problema ma la volontà di cercare un punto
di arrivo in comune, per il benessere di tutti, sebbene
questo richieda di sacrificare un po’ del proprio punto di
vista, del proprio Ego. D’altra parte, nessuno è mai morto
per questo.

23
Mutamento – Yì 易
Chiunque sa che tutto muta continuamente, dai nostri
corpi, alla nostra mente; dalle stagioni alle costellazioni;
dalla percezione di sé alla roccia. Potremmo dire che
l’unica legge fissa e costante nell’universo è il
Mutamento. Niente è fisso. Tutto si muove. Tutto muta di
stato o di funzione.

Il Taoismo, una delle scuole di pensiero più antiche al


mondo, ritiene che l’universo si autoregoli, grazie a tre
leggi che consentono la vita: il Mutamento, il Caos e
l’Adattamento. La trinità dell’esistenza.

a. Mutamento
Nell’universo tutto muta continuamente il suo stato: dalle
pietre alle stelle e noi esseri umani in mezzo. Perché?
Pensate cosa sarebbe l’esistenza se ci fosse sempre il sole,
sempre la notte o tutto rimanesse statico e fermo.
In realtà la vita stessa cesserebbe. Il mutamento è parte
indispensabile del processo di evoluzione sia universale
sia personale. Tutti sanno che, per crescere e consentirci
di essere adulti, maturi e consapevoli, occorre far morire i
bambini che siamo stati. Nessuno si stupisce di questa
affermazione. È l’ovvia osservazione della realtà.

b. Caos
Tutti sappiamo che nelle fasi di passaggio delle varie età,
attraversiamo momenti di crisi in cui non ci riconosciamo.
Un adolescente non si riconosce più bambino né può
ancora identificarsi come adulto. Come d’altra parte
avviene per un sessantenne: non si riconosce più come un
adulto nel pieno delle sue forze né tanto meno come un
anziano ormai verso il tramonto.

24
Infatti, la principale domanda che tutti ci poniamo è:
“Chi sono io?”
Nessuno può dare una risposta a questo terribile quesito 13.
Perché il “chi sono io?” è una domanda terrificante?
Quello che temiamo di più è l’incertezza.
L’incertezza è sorella del Caos, uno stato che la nostra
cultura deterministica e puritana valuta negativo ed
aberrante, tanto da indurre l’idea che tutto, invece, deve
essere certo, bello ed allineato. Niente di male in questo
modello culturale ma esso è contraddetto dalla realtà.
Gli unici che vogliono che le cose non cambino mai sono
coloro che, grazie all’ordine statico, possono controllare
meglio il territorio, le persone, la Cultura.
Invece la vita vuole il mutamento, per quanto non esiste
cambiamento senza conflitto.
Ad esempio, tutti si sforzano di costruire una famiglia
secondo un modello di felicità e armonia.
Ditemi, però, in quale famiglia non esistono conflitti?
Dunque, o siamo incapaci, tutti, di costruire una siffatta
famiglia o il modello proposto deve essere, per lo meno,
riveduto. Quanto dico riguardo alla famiglia vale anche
per la società.
Possiamo superare facilmente l’incertezza se cambiamo il
valore dato al concetto di Caos. È il Caos che mette in

13
L’identificazione di sé è un’auto-consapevolezza che matura
secondo tempi unici per ciascuno di noi, come per un qualsiasi
frutto in natura. È vero che possiamo usare la chimica per
accelerare la crescita della nostra frutta ma, alla fine, avremo,
con alte percentuali, un bel cancro che ci ucciderà. Come ci
insegna la saggezza taoista, quindi, è meglio non interferire con
i naturali cicli di crescita, sia della natura esterna sia di quella
interna a noi.

25
crisi lo stato di fatto delle cose, che distrugge il presente e
fa venire meno le certezze. Senza Caos, comunque, non ci
sarebbe futuro né una vera crescita. Per noi taoisti, il Caos
non è distruzione e disordine. Queste si chiamano
violenza e aggressività. Concetti assenti nella nostra
visione del mondo. Riteniamo, invece, che il Caos sia
l’occasione di meravigliose opportunità, ovviamente per
chi ha occhi per vedere, orecchi per intendere e abbia la
consapevolezza che ciascuno di noi ha un potere infinito:
può cambiare le cose.

c. Adattamento
Ogni stato di Caos è sempre seguito dall’adattamento.
Seguitemi in questa riflessione.
In fondo ti accorgi di avere perso l’equilibrio solo quando
cadi. È la caduta che ci fa apprezzare l’equilibrio, non
quando lo abbiamo. Mentre cadiamo, il nostro stato muta.
Una volta caduti sorge il Caos che porta disorientamento.
Dopodiché ci adattiamo alla nuova situazione, prendiamo
consapevolezza e cercheremo di rialzarci. Se accetteremo
il Caos come un dato positivo per l’evoluzione,
ritorneremo a riflettere su noi stessi. La riflessione porterà
alla consapevolezza e quest’ultima all’adattamento alla
nuova situazione cui seguiranno le scelte. Le scelte
porteranno di nuovo le certezze e ci rimetteremo in piedi
dopo la caduta.

Almeno fino al prossimo Caos.

La nostra vita non è forse così?

26
Le idee disegnate 2 - Mutamento

易 Yì - Mutamento

La parte superiore è Rì 日, sole.


L’inferiore è Wù 勿, negazione; no!

La forma antica di questo ideogramma rappresentava una


lucertola o un camaleonte che cambia continuamente
colore. Altri autori lo interpretano come il pittogramma
del travasare l’acqua da un vaso all’altro.
In ogni caso indica un mutamento o un cambiamento di
stato.

27
Spontaneità – Zìrán 自然

道法自然
dào fǎ zì rán
La norma del Tao è la spontaneità

Dao De Jing, Cap. 25

Per coltivare il Tao, Xiū Dào 修道, bisogna seguire la


spontaneità. Il Taoismo non ama il comportamento
regolato da rigide norme. Ritiene l’agire spontaneo, che
fluisce dal cuore, come quello di un bambino, l’unico
vero, perché naturale.
La spontaneità è la via da seguire.
Ognuno è qualcuno e ciascuno si sviluppa secondo
proprie vie. Ogni taoista ha il dovere verso se stesso
dell’auto-coltivazione seguendo le trasformazioni nel suo
essere. I taoisti non si preoccupano del karma, del dover
agire secondo norme. Ad esempio, un buddista o un
confuciano possono giocare a scacchi perché le regole
determinano la loro condotta, un taoista no.

Non-conformismo

L’anti-conformismo è un corollario della spontaneità.


No, dunque, ai codici morali che trovano la loro ragione
nella storia e nelle istanze sociali. Per questa ragione il
Taoismo non ha una Morale com’è intesa in Occidente,
ma certamente ha un’Etica. Lo stesso rifiuto si estende ai
modelli stereotipati imposti dalla moda e dal costume. Per
essere noi stessi, non dobbiamo ingabbiarci in nessun
codice comportamentale statico e inamovibile.

28
Onde evitare fraintendimenti, evidenzio che noi taoisti
non siamo dei rivoluzionari a-sociali, anzi, riteniamo
indispensabile il rispetto dell’ordine sociale per il
benessere e la sicurezza comune.
Intendo dire che, sebbene il pensiero taoista sia
tendenzialmente autarchico con leggere connotazioni
anarchiche, rigetta i comportamenti che possono
inficiare la dignità della persona umana sia dal punto
visto soggettivo sia da quello sociale.
La persona ha il diritto-dovere di essere se stessa.
Siamo esseri sociali e la società deve fondarsi sul rispetto
di sé e dell’altro e non sulla sopraffazione, la violenza o
sulla forzatura di bisogni etero-indotti che procurano il
vantaggio di pochi a scapito di tutti gli altri. Il rispetto di
sé e dell’altro è il meccanismo regolatore che, se lasciato
funzionare, consente una vera pace sociale.

Non-interferenza – Wúwéi 无为

Agisci senza interferire.


Occupati delle faccende con distacco.

Dao De Jing, Cap. 63

La presunzione più grande dell’uomo è che vuole tenere


tutto sempre sotto controllo. Niente, però, è davvero sotto
il nostro completo controllo. A prescindere che si voglia o
no, le cose seguono il loro corso perché esse si originano
dal presente. È meglio, quindi, cavalcare l’onda anziché
farsi travolgere da essa. Non vi pare?
La natura tende sempre all’equilibrio e all’omeostasi.
Interferire con essa posticipa solamente il suo
adattamento che avverrà comunque. Le cose, gli eventi, le

29
persone realizzano la loro natura solo se sono lasciate
libere di essere ciò che sono, senza artificialità e forzature.
Invece di forzarci a “giudicare”, pensiamo invece a
“apprezzare” ciò che siamo o sono gli altri. Sia in bene
sia in male. Inoltre ricordo ancora una volta il mutamento.
Non è detto che, quanto oggi può apparire una perdita, lo
sia veramente. Gli eventi possono volgersi in seguito a
nostro favore. Lasciamo fluire le cose interferendo il
meno possibile.
Per queste ragioni il taoista vive il presente e agisce
adattando continuamente se stesso alla situazione.
Ovviamente ciò richiede una grande consapevolezza di sé
e del mondo, ottenibile solo se comprendiamo che siamo
Tutti-Uno.

A ciascuno la sua Via

Ogni persona ha il suo Tao, la sua Via.


Metodi adatti per uno studente del Tao possono non
funzionare per altri. Ognuno deve scoprire da solo la sua
Via sebbene l’aiuto di un maestro esperto sia necessario
per essere certi che quanto sperimentiamo, è solo frutto
della nostra mente, oppure è il sentiero giusto su cui
mantenere i propri piedi.
Non esistono modelli validi per tutti.
L’approccio alla spiritualità e in particolare al Taoismo è
e deve essere individuale.
Ciascuno si realizza per vie misteriose agli altri ma chiare
a se stesso.

30
Le idee disegnate 3 - la Via

道 dào – la Via

La conoscenza di questo ideogramma è indispensabile per


ogni Taoista degno di questo nome.
Componenti: 首 Shǒu, testa, e 辶(辵) Chuò, camminare.
首 Shǒu, testa, ha due componenti su cui voglio attirare la
vostra attenzione:目 Mù, occhio, e, sulla sommità,丷,
ciocche di capelli raccolti in due chignon, come era uso
fare anticamente dalle persone di un certo rango. Il capo,
gli occhi, sono la parte del nostro corpo che ci rendono
unici e riconoscibili. La faccia inoltre è legata alla nostra
autoidentificazione, alla coscienza di sé.
辶(辵) Chuò, camminare, raffigura un piede che lascia
orme.
Quindi 道 Dào raffigura una persona speciale perché ha
piena consapevolezza di sé (mostra il suo volto) e
cammina speditamente sulla strada che ha scelto,
lasciando delle tracce per chi intende seguire lo stesso
sentiero.

31
4. Il Dào 道

Prima del Cielo e della Terra


esisteva già un qualcosa di indefinito eppure completo.
Silente, immateriale, esistente da per sé, immutabile.
Circola dappertutto eppure è inesauribile.
Può essere considerato come
la Madre Primordiale di ogni cosa.
Io non conosco il suo nome,
lo designo come la Via.

Dao De Jing, Cap. 25

Il termine Dào 道 può essere tradotto come via, sentiero,


strada ma anche metodo, principio, dottrina, disciplina,
padronanza di un’arte e molto altro, vista la sua
complessità semantica.

Nel nostro specifico campo, esso esprime:


1. Un metodo da seguire per ottenere la padronanza di uno
specifico campo del sapere o del fare.
2. Una Via per la crescita e lo sviluppo spirituale.
3. Il corpo dottrinale, filosofico e religioso, taoista.
4. Il Principio creatore e regolatore, sostrato dell'intero
universo, le cui dirette manifestazioni sono l'Armonia e
l'Ordine della Natura.

Nel primo capitolo del Dao De Jing, il Tao è definito un


mistero, anzi, “Il mistero dei misteri. Il mistero
impenetrabile. La porta delle infinite meraviglie”.

32
Descrivere il Tao è impossibile tramite modelli
cognitivi 14 poiché esso è l’Origine, il Sostentatore e la
Meta di tutto. Essendo il prima del prima di ogni cosa,
non ha avuto un creatore o una origine.
Allo stesso tempo è immanente poiché è la “Via” che
segue tutto il creato. Il Tao non ha una connotazione
antropologica, per questo non gli si possono attribuire
desideri né sentimenti 15.

Tutto deriva dal Tao, anche gli dei. Noi taoisti, infatti, non
preghiamo il Tao ma onoriamo la divinità. Basti pensare
che in Cina vi sono innumerevoli templi taoisti ma
nessuno di loro è dedicato al Dào 道.

Il Tao è inteso, dunque, sia come l’Assoluto Ente


immanifesto, trascendente, da cui sgorga l’intero universo,
sia come il sentiero che conduce a Esso.
Immaginiamo una scala mobile a doppia rampa.
La stessa struttura ma due dinamiche: una linea scende e
l’altra sale. Scende verso l’atto creativo e poi ritorna al
Tao. Poiché non sono mai ferme, esse creano uno stato di
mutamento continuo.
Il Mutamento è, infatti, uno dei cardini del pensiero
Taoista, nella valutazione dell’esistente.
L’esistente è immanente; a causa di ciò, finito e
impermanente. Tutto muta di stato perciò niente dura
eternamente.

Il Taoismo, a questo punto, apre una nuova prospettiva.

14
Dao De Jing cap.1,1.
15
Qing Jing Jing 清静经, il Classico della Purezza e della
Tranquillità.

33
Anche noi esseri umani abbiamo un aspetto immanente e
uno trascendente.
Siamo fatti di materia, energia ma anche di spirito.
Le nostre parti materiali mutano nel corso della nostra
esistenza, al contrario di quella divina e spirituale che
rimane sempre identica alla sua Origine.

Il Tao o per meglio dire una sua particella divina, è


presente in ciascuno di noi. Purtroppo lo dimentichiamo,
poiché diamo ascolto solo alla nostra mente e non alla
nostra natura.
Esso comunque è lì.
È la nostra Sorgente Vitale.
Quando ce ne allontaniamo, rischiamo di perderci senza il
suo sostentamento.
Dobbiamo ritornare alla nostra Origine, al nostro Tao, e
vivere in accordo con esso per avere una vita felice e
soddisfacente.

Per questo noi taoisti cerchiamo di ridurre il frastuono


esterno, di distaccarsi da quanto muta, per ritornare
all’Uno.

Il primo passo è riacquisire l’unità


con la natura.
Il secondo con gli altri.
Il terzo con se stessi.

Gli altri passi?

Lascio a voi il piacere di scoprirli…

34
5. Come si scrive Tao in cinese

Scrivere il cinese è molto più facile che parlarlo.


La scrittura è un’arte molto raffinata ma chiunque può
apprenderla.
Il termine Tao è scritto, da sinistra a destra e dall’alto in
basso, con dodici tratti, come i mesi dell’anno.

35
6. I Tre Tesori - San bao 三宝
Per riconnettersi al Tao bisogna che corpo, mente e spirito
non siano in conflitto tra loro così come non devono
esserci disarmonie tra noi e il mondo che ci circonda.
Credo che nessuno affiderebbe la sua salute a un giovane
laureato in medicina, per quanto preparato egli sia.
Perché?
Un operaio, un contadino, un medico o un ingegnere,
sono affidabili quando hanno fatto il loro specifico corso
di studi, praticato per anni e accumulato esperienza.
Questo li rende capaci di avere una visione corretta e
sicura nei loro campi.
Lo stesso vale per la pratica taoista che segue un iter di
studio e di pratica.

Il Taoismo va, dunque, scelto, studiato, praticato e


vissuto.

Questi sono i quattro momenti del cammino taoista.


Essi vanno percorsi illuminati da una lampada molto
particolare, un modello tripartito, cui ispirarsi
continuamente: Sān bǎo 三宝, i Tre Tesori16. Un tesoro
vero. Coloro che seguono la Via lo tengono ben stretto e
lo proteggono perché investe tutta l’esistenza.

Questo modello si applica in tre dimensioni:


Natura, Persona e Società.

16
Si legge: san pao.

36
Quando si sceglie la Via, i Sān Bǎo sono:
Cielo – Uomo – Terra

Scegli una strada piuttosto che un'altra in conformità a


quanto essa è consona a te, cioè quanto la visione offerta
da quella strada è consona alla tua. Se sei un arrivista
competitivo, non sceglierai il Taoismo perché esso
insegna a non pretendere di essere il ”primo sotto il
Cielo”. Lo sceglierai se senti che Cielo, Uomo, e Terra
sono un tutt’uno, interagiscono fra loro, rispondono in
risonanza (Gǎnyìng 感 应 ) l’un l’altro e concorrono,
insieme, all’ecosistema e alla Vita.

Quando si studia la Via, i Sān Bǎo sono:


Tao – Scritture – Maestri e Comunità

Un taoista ha la mente e il cuore costantemente rivolti al


Tao. Studia i testi canonici e approfondisce la propria
cultura taoista. Frequenta, quanto più possibile, maestri
che possano guidare e dissolvere i suoi dubbi sul
cammino spirituale. Sta insieme con altri taoisti, meglio
se in una comunità. Tutto ciò rafforza la nostra identità e
ci stimola a raggiungere mete sempre più alte.

Quando si pratica la Via, i Sān Bǎo sono:


Vitalità - Energia – Spirito

Il Taoismo è una via pratica. Esso è una metodo per lo


sviluppo globale della persona. Il corpo, la mente e lo
spirito non sono visti come parti separate ma come un
unico paesaggio in cui, colline, valli, fiumi, alberi e così
via, costituiscono un’unica realtà.

37
Secondo il Taoismo e la Medicina Tradizionale Cinese, la
vita umana è consentita grazie a tre elementi:
1. Jīng 精, l’Essenza nutritiva, la vita, la vitalità mentale
e fisica, l’energia riproduttiva.
2. Qì 气 , l’Energia vitale che riceviamo dai nostri
genitori, dall’aria che respiriamo, dal cibo che
mangiamo, dall’ambiente fisico e psico-affettivo.
3. Shén 神, lo Spirito, la nostra vera natura e il nostro
vero Sé.

L’alchimia interiore e la meditazione taoista consentono


di raffinare e fondere questi tre elementi per ottenere una
trasmutazione interiore, un salto di qualità della nostra
coscienza, dal piano terreno a quello divino. Questo stato
è conosciuto come “Illuminazione Spirituale”.

Quando si vive la Via, i Sān Bǎo sono17:


Compassione – Frugalità - Umiltà

La compassione fa essere coraggiosi perché consente di


difendere i propri diritti ma senza violenza bruta su altri.
La frugalità consente di essere generosi perché non si ha
bisogno di togliere agli altri per avere il superfluo.
L’umiltà consente di essere se stessi senza bisogno di
affermarsi. Se uno fosse coraggioso, ma non avesse la
compassione, sarebbe un assassino. Se fosse generoso ma
non frugale, i suoi doni sarebbero trappole. Se si
affermasse senza umiltà, sarebbe un despota ipocrita e
violento.

17
Dao De Jing cap. 67.

38
Le idee disegnate 4 - Virtù

德 Dé - Virtù

A sinistra troviamo 彳 Chì, passo o impronta del piede.


Nella parte superiore destra 直 Zhí, diritto, eretto, retto,
giusto; indica un’azione continua, direttamente,
continuamente. 直 Zhí, a sua volta, contiene:
1. 十 Shí, 10; nella numerosofia segna la fine dei numeri
naturali, il loro compimento, e l’inizio di un piano
superiore, quello divino.
2. 目 Mù, occhio;
3. 一 Yī, 1, unità, intero, tutto.

Nella parte inferiore destra, troviamo, 心 Xīn,


cuore-mente.

39
Le interpretazioni possono essere varie e tutte egualmente
valide sia dal punto di vista spirituale-religioso sia da
quello antropologico. La parte destra del carattere ci dice
“cosa”, quella sinistra il “come”.

Il piano divino guarda ogni cuore e lo giudica secondo


delle norme. Il cuore dell’uomo guarda al piano divino e
può farlo solo se si adegua alle sue norme. Il piano divino
esiste in ogni essere e parla un solo linguaggio: la virtù, la
natura divina.

Infine, andando nello specifico campo della nostra pratica


taoista, premesso che ogni cosa ha una scintilla di divinità,
e riferendomi al Tao Universale, preferisco interpretare
德 Dé come Carisma piuttosto che Virtù.

Le implicazioni semantiche di quest’ultimo termine


sfociano nella semplice morale facendo perdere
l’universalità di questo principio, così fortemente e
chiaramente evidenziata tale nel Dao De Jing.

40
7. Perché seguire il Taoismo

Tutto si origina dal Tao.


Tutto è sostenuto dal Tao.
Tutto ritorna al Tao.

Secondo la visione Taoista, lo scopo dell’esistenza è


scoprire e realizzare il proprio Tao, la propria vera natura
poiché, realizzando se stessi per quello che si è, senza
forzature di sorta, si può giungere alla pacificazione
interiore, alla serenità con gli altri, e all'armonia con il
Grande Principio Universale.
Il Taoismo è innanzitutto un sentiero spirituale e di
crescita interiore, sperimentato per venticinque secoli, in
cui, tutti quelli che cercano “altro” rispetto alla
materialità dell’esistente, possono incamminarsi. In esso
la salvezza spirituale dell’uomo è affidata a lui stesso.
Il Taoismo è una via facile da seguire perché i suoi
principi sono già parte della natura umana, come respirare,
bere e dormire. È, allo stesso tempo, difficile perché è un
percorso interiore e di studio cui occorre dedicare tempo e
sforzo.

Perché dovreste seguire


la Via taoista?
Nessuno può dare una risposta
univoca a questa domanda ma:

se ci sei sopra,
perché non farlo?
se non ci sei,
perché non farlo?

41
8. Diventare Taoisti.
Il Taoismo è un universo con infinite sfaccettature. In
esso troviamo scuole di ascetismo e filosofia, medicina e
religione, arti marziali e alchimia, architettura e
letteratura e moltissimo altro ancora. Tutti i campi del
sapere sono stati investigati da noi taoisti per
comprendere l’agire del Tao nell’esistente e per cercare
un sentiero che riporti l’uomo alla sua origine divina.
Ovviamente, quando si esplora una terra sconosciuta,
alcuni sentieri possono portare al fallimento e altri a
trovare la via giusta per la meta.
Certo è che, se non ci fosse l’esplorazione, non potremmo
mai conoscere il territorio. Ciascuno dei sentieri scoperti,
pur nella loro diversificazione, portano tutti al Tao,
quando sono seguiti con un cuore sincero.

Non c’è differenza sostanziale tra chi cerca la perfezione


di sé attraverso l’arte della scrittura e un altro che si ritira
in una grotta per praticare l’alchimia interiore. Uno
studioso dei testi sacri può essere molto più vicino alla
meta che non un iniziato religioso. Un sincero credente
taoista potrebbe essere più vicino al Tao di un asceta che
ha rinunciato al mondo. Conoscere a memoria tutti i testi
taoisti non fa diventare più buoni come, d’altra parte,
praticare la meditazione taoista non è certezza che faccia
diventare più saggi e liberi dalle proprie paure.

Non è la tecnica che usiamo o la pratica spirituale


quotidiana che ci rende migliori ma la nostra volontà a
migliorare.

42
Il Taoismo è come un grande albero, con rami a differenti
altezze. Ciascuno si aggrappa al ramo più vicino alle sue
possibilità.
Si può iniziare il cammino dalle semplici tecniche
psicomotorie. Se abbiamo sufficiente volontà, man mano
saliremo i diversi livelli fino a giungere all’illuminazione
spirituale.
Ci sono praticanti di arti marziali taoiste che si
sottopongono a duri allenamenti, ma non
approfondiscono lo studio dei testi. Altri che vanno ogni
giorno al tempio per fare offerte e pregare ma non
meditano ogni giorno. Altri ancora, dedicano tutta la loro
vita allo studio dei testi ma non praticano nessuna tecnica,
né vanno nei templi.
Ciascuno di loro non va oltre il campo scelto ma
comunque è sulla “Via”.
Si può essere taoisti , ad esempio, anche senza percorrere
il sentiero religioso che pure è una parte vitale del
Taoismo stesso.

A prescindere dal sentiero scelto, ci sono, però, dei tratti


che connotano un taoista da chi non lo è.

Per essere un taoista occorrono tre condizioni:


Vocazione, Genealogia e Scelta di vita.

Vocazione
Innanzitutto si deve sentire un richiamo, una vocazione
interiore, verso il Taoismo. Senza questa premessa,
qualsiasi studio o pratica porterà solo verso il puro
intellettualismo o l’arido tecnicismo e non certo verso una
scelta che colori ogni aspetto della propria vita.

43
Appartenere a una Scuola Taoista
L'appartenenza a una tradizione è vitale per l'identità di un
Taoista. Solo chi è parte di un lignaggio taoista, certo e
dimostrabile, può dirsi tale 18.
Per entrare a far parte di una “famiglia” taoista 19, si deve
essere accettati come discepoli da un maestro di una delle
varie Scuole, Pài 派 , riconosciute dall’Associazione
Taoista Cinese 20 o che, comunque, abbiano una storia
documentata e universalmente conosciuta.

Il rapporto maestro-allievo

Per quanto colto,


colui che non onora il proprio maestro
o non ama i propri allievi,
è in stato di grande confusione.

Dao De Jing, Cap. 27.

Il mondo è così pieno di “maestri” e “maestre” tanto che


possiamo parlare d’inflazione dell’offerta spirituale.
Non affidatevi al primo venuto né a chi proviene da “corsi
di formazione”, per quanto legalmente riconosciuti
possano essere.

18
Anche nella tradizione occidentale nessuno può definirsi
Cristiano se non ha ricevuto il battesimo.
19
Un lignaggio taoista può essere sia laico sia religioso. Le due
linee avranno i loro culti, l’una, incentrato su un altare di
famiglia, l'altra intorno a un altare in un tempio.
20
Con questo non voglio dire che il Taoismo vero si trova solo
all’interno dell’A.T.C. ma sicuramente le Scuole che operano al
suo interno forniscono maggiori garanzie spirituali e culturali.

44
Scappate via da quelli che dicono di avere l’illuminazione
spirituale o che affermano di potervela dare. Ancor di più
da chi dice di avere poteri super naturali o di essere
depositario della Verità.
Nessuno può dare niente ad alcuno!
Ciascuno deve fare il suo percorso solitario e combattere
la sua battaglia interiore. Non c’è altra via!

Il Dao De Jing dice che chi sa veramente, non parla di sé,


non si propone né offre niente, ma è sempre pronto a porsi

45
al servizio degli altri e a sostenere con la sua esperienza i
praticanti, purché sia chiaramente richiesto 21.
Nel Taoismo non esistono maestri né allievi, nel senso
corrente dei termini. Essi si differenziano esclusivamente
per la quantità di Via percorsa.
In quanto Esseri Spirituali, siamo, di fatto, tutti
potenzialmente uguali.
I primi hanno solo più consapevolezza che la loro natura
vera è quella spirituale e che il mondo materiale è solo un
vuoto involucro, destinato a non perdurare.

La prima cosa che insegno ai miei studenti è una mia


profonda convinzione: il maestro è una semplice
lampadina. L’allievo la usa per vedere nel buio ma, una
volta terminata la visita, la deve spegnere e non rimanere
affascinato dalla luce. La meta è il suo paesaggio interiore
da esplorare non certo la lampadina che lo illumina.
Il rapporto maestro allievo è una dinamica molto seria.
Non va presa con leggerezza, perché non darebbe frutti,
né con gravità, poiché condurrebbe solo al fideismo e al
fondamentalismo.
Infatti, può portare entrambi, alla felicità o alla
disperazione. Può far guadagnare infinitamente o perdere
nell’abisso delle illusioni mentali.
Un maestro vero, per meglio chiarire, non farà mai niente
per trattenere presso di sé il suo allievo né mai eserciterà
un potere coercitivo.
Peraltro un maestro che non sorride mai o non ironizza
innanzitutto su se stesso, è una persona con gravi
problemi irrisolti.

21
Anche il Vangelo dice che bisogna chiedere per ricevere
(Luca 11, 9-10).

46
Infine, è bene siano chiari due concetti: non si diventa
maestri taoisti con un corso di formazione trimestrale;
occorre seguire un maestro vero per almeno dieci anni,
prima di essere in grado di trasmettere i fondamenti della
tradizione.
Tirate voi le conclusioni.

Come si accede a una Scuola taoista


L’ingresso formale nella famiglia taoista avviene,
all’inizio, tramite una semplice cerimonia privata
chiamata Bàishī 拜师, “rendere omaggio al maestro”.
Il novizio, Dìzǐ 弟子 22 , si inginocchia, Kētóu 磕头,
davanti al suo Maestro, Shīfù 师父, cioè davanti agli
"antenati" sulla Via.
Tocca il terreno con la fronte, chiede di essere accettato e
poi offre una tazza di te.
Se il maestro lo sorseggerà, lo studente entrerà a far parte,
a pieno titolo, della Scuola e gli sarà consegnato un
documento che lo attesta.

In seguito, se l’allievo lo desidera e il maestro lo riterrà


opportuno, avverrà la cerimonia d’iniziazione o
ordinazione. Una cerimonia religiosa in cui la vocazione
taoista è sigillata da tre parti: il maestro, l'apprendista e
una divinità o il Maestro Ancestrale, Zǔ shī 祖师.
Da quel momento in poi il rapporto tra maestro e
discepolo sarà articolato sul modello padre-figlio,
illuminato dalla presenza del divino.
Con l’Ordinazione si diventa un iniziato e si riceveranno
gli attributi formali della linea.

22
Vuol dire fratello minore-figlio.

47
Secondo la scuola e la corrente, si ottiene un registro
(Shōulù 收录) e una divinità custode, come nella scuola
Zhengyi, o "si prendono i voti" (Shòujiè 受戒) come nella
scuola monastica Quanzhen. Per l’ordinazione dei
sacerdoti (Dàoshì 道士), invece, si eseguono cerimonie
specifiche.
I vari tipi di Taoisti
A grandi linee possiamo suddividere i taoisti in cinque
tipi:

Gli Iniziati, 道教 教徒 dào jiào jiào tú

1. Sacerdoti 道士 Dào shì


2. Anacoreti 隐士 Yǐn shì
3. I sacerdoti secolari 居士 Jū shì

I Seguaci, 道教 信徒 dào jiào xìn tú

4. Studiosi 学士 Xué shì


5. Credenti 信士 Xìn shì

Le differenze sono date dalle funzioni esercitate, dalle


prerogative religiose o dal modo di seguire la Via taoista.
A tal proposito, possiamo, in generale, dividere le
moderne scuole in due famiglie:

1. La scuola Zhèngyī Dào 正一道, la Via dell’Unità


Ortodossa, in cui i preti possono sposarsi, vivere in
casa loro, mangiare carne (tranne che durante le feste

48
tradizionali e ogni quindicesimo giorno del mese
lunare) e, moderatamente, bere alcol 23 .
2. La scuola, Quánzhēn Dào 全 真 道 , la Via della
Perfezione Completa in cui i monaci lasciano le loro
famiglie (Chūjiā 出 家 ) per vivere nei monasteri,
rispettano il celibato, non mangiano carne o bevono
alcolici.
In realtà esiste una grande varietà di comportamenti
individuali, comunemente accettati. Ci sono Daoshi
Quanzhen che si prendono qualche libertà alimentare,
così come Daoshi Zhengyi che decidono di diventare
vegetariani per la loro pratica. La vita taoista, almeno
nello Quanzhen, è scandita da attività religiose, pratica
individuale, lezioni in classe, cerimonie di iniziazione o di
passaggio al livello superiore, periodi di ascetismo 24.

Noviziato
Non tutti possono far parte di una Famiglia Taoista o Dào
Pài 道 派 . Prima di essere accettati formalmente, si
concede un periodo per mettere alla prova le qualità e le
capacità degli studenti.

In particolare:
1. La Volontà Zhì 志
2. Il Rispetto Jìng 敬
3. La Sincerità Chéng 诚
4. La Vocazione Dàogǔ 道骨 25

23
L’alcol è stato storicamente parte dei rituali di libagione.
24
Si ritiene che tre anni siano il minimo per costruire le
fondamenta, ma alcuni vi trascorrono tutta la loro vita.
25
Letteralmente “l’ossatura daoista”.

49
Soprattutto, questo periodo permette di creare una
relazione armoniosa (Hé 和) tra Maestro e Discepolo che
confermi una predestinata affinità tra di loro e che il loro
incontro è stato voluto dal destino di entrambi (Yuánfèn
缘分). Se c’è Yuánfèn ci sarà Hé.

Il maestro insegna quello che sa, il discepolo fa quello che


può ma al suo massimo. Il limite nel dare l’insegnamento
è la velocità di apprendimento dell’allievo. I limiti
dell’allievo sono la sua volontà, la sua costanza, la sua
pazienza. È importante ricordare, infine, che il rapporto
maestro-discepolo è un legame spirituale.
Questa relazione reciproca durerà per sempre, perché
entrambi si prenderanno sempre cura l’uno dell’altro.

Scelta di Vita
Essere un Taoista vuol dire seguire il Tao cioè avere una
mentalità sostenuta dai principi etici taoisti, praticare
quotidianamente le varie tecniche psico-spirituali, fare
una scelta comportamentale di vita molto chiara e precisa.

Il Taoista, per queste ragioni, fa voto con se stesso, di:

A – Rispettare sempre i 3 Tesori Esterni


Wai Sānbǎo 外三宝

1. La Via Dào 道
2. Il Maestro Shī 师
3. I Libri Sacri Shū 书

50
B – Vivere secondo i 3 Tesori Interni 26
Nei Sānbǎo 內三宝

1. Compassione Cí 慈
2. Frugalità Jiǎn 儉
3. Umiltà Bù gǎn wéi tiānxià xiān
不 敢 為 天下 先

C – Seguire sempre i 5 Divieti 27


Wǔ jiè 五戒

1. Non uccidere Shā 杀


2. Non rubare Dào 盗
3. Non avere eccessi sessuali 28 Yín 淫
4. Non mentire Wàng 妄
5. Non essere incline agli alcolici 29 Jiǔ 酒

26
Capitolo 67 del Dao De Jing
27
Bùdé shāshēng 不得杀生; Bùdé tōudào 不得偷盗; Bùdé
yínsè 不得淫色; Bùdé kǒushìxīnfēi 不得口是心非; Bùdé shìjiǔ
不得嗜酒. I cinque Precetti sono esposti nel 太上老君戒經
Tàishàng Laojūn jiè jīng, il Canone delle Proibizioni del
Supremo Signore Laojun (Laozi). Egli dice che questi Cinque
precetti sono fondamentali per mantenersi puri così da poter
ricevere e mantenere il sacro insegnamento. Coloro i quali
accettano questi precetti e li seguono senza mai venir meno, fino
alla fine della loro esistenza, saranno riconosciuti come
depositari della fede ed essi otterranno la Realizzazione
Spirituale.
28
I rapporti naturali sono consentiti. Tutti gli altri sono proibiti.
Monaci e monache fanno voto di castità.

51
D – Evitare i 3 Veleni
Sāndú 三毒

1. Avidità Tānyù 贪欲 (Tān 贪)


2. Collera Chēnnù 嗔怒 (Chēn 瞋)
3. Stupidità Yúchī 愚痴 (Chī 痴)

Tānyù 贪 欲 , estende il suo significato anche alla


cupidigia, all’avarizia, all’egocentrismo, all’accumulare
beni e denaro, a non aiutare il prossimo.
Chēnnù 瞋怒, implica anche la raccomandazione a non
farsi prendere dall’odio, dal portare rancore, dal non farsi
trasportare dalla rabbia.
Yúchī 愚 痴 , esprime il concetto di non avere
consapevolezza della realtà. Non indica solo la stupidità,
l’ottusità, cioè l’essere tardi a capire quanto avviene
dentro e fuori di noi, ma ci suggerisce di evitare
l’infatuazione, l’ossessione per qualcosa o qualcuno, la
futilità, la frivolezza e, soprattutto, di non ingannare noi
stessi.

I tre Veleni sono definiti così perché inquinano la nostra


mente e modificano il nostro comportamento.
Essi sono le radici della sofferenza umana e i grandi
ostacoli alla spiritualità e all’illuminazione spirituale
perché sono i maggiori creatori di meriti spirituali
negativi.

29
La proibizione comprende qualsiasi intossicante che faccia
perdere il controllo di sé o che possa alterare la consapevolezza
e la coscienza.

52
Le idee disegnate 5 - Compassione

慈 Cí - Compassione

L’ideogramma è composto da: Xīn 心 , cuore umano; Zī


兹 (trad. 茲): questo, ora, al presente ma indica anche
l’idea una ricca vegetazione. A sua volta Zī è composto da:
Sī 丝 (trad. 絲) seta, fili di seta e Cǎo 䒑 (trad. 艸) erba,
nel nostro caso può indicare un qualcosa che spunta da un
substrato.

La compassione (Cí 慈) è una virtù che sorge (Cǎo 䒑)


quando liberiamo il nostro cuore (Xīn 心) dai legami (Sī
丝 ) dell’egoismo e dell’egocentrismo, da interesse
retributivo verso quello che facciamo per gli altri.
Facendo questo, oggi stesso, ci saranno i frutti (Zī 兹) per
il benessere di tutti.

53
9. Identità taoista
Il Taoismo non è un corso di formazione ma una scelta di
vita.
I fini della pratica Taoista sono:
1. Avere un corpo in salute e una mente calma e
tranquilla.
2. Mantenere il contatto con la propria dimensione
spirituale.
3. Vivere la propria esistenza, contenti di ciò che si ha.
4. Proteggere la Natura.
5. Aiutare i più bisognosi.

Insomma un taoista si prende costantemente cura del suo


corpo, della sua mente, del suo spirito e del mondo che lo
circonda.
Egli tende a essere tranquillo e appagato grazie
all’assenza di conflitti, sia interiori sia esteriori, ottenuta
armonizzandosi con il Tao cioè essendo in pace con tutto
il creato.
Egli segue una dieta tendenzialmente o completamente
vegetariana; si astiene da qualsiasi tipo di droga che possa
alterare in qualche modo la sua consapevolezza; pratica
tecniche motorie come il Daoyin, lo Yangsheng e
psico-energetiche come il Qigong, per rafforzare la salute,
in particolare le difese immunitarie.

54
Pratica la meditazione per calmare la sua mente. Lo stato
meditativo, come lo Zuòwàng 坐 忘 30 , consente di
prendere fiato dallo stress quotidiano ma, ancora più
interessante, fa affrontare e gestire con efficacia le proprie
ansie e paure. Così la mente, piano piano, grazie ad una
trasmutazione alchemica interiore, diventa calma e
limpida, come uno specchio d’acqua.

Egli ha l’attenzione costantemente rivolta al Tao


diffondendo intorno a sé amore, comprensione e
tenerezza. Innanzitutto verso se stesso.

30
Meditare seduti.

55
Le idee disegnate 6 - Amore

愛 Ài – Amore

Nella parte superiore del carattere troviamo 爫 Zhǎo,


mano, seguito da 冖 Mì, copertura, coperchio, tetto,
qualcosa che chiude.
Al centro 心 Xīn, cuore. Sotto 夂 Zhǐ, camminare
lentamente, in punta di piedi, con grazia.

L’amore è un sentimento che va protetto e conservato


(mano + copertura). Solo così potrà fluire delicatamente,
in punta di piedi, da un cuore all’altro.

56
10. Il saluto Taoista
Noi taoisti non amiamo le cose complicate. Preferiamo
focalizzarci sulla semplicità e sull’umiltà. Questo si
riflette anche sul modo di salutarci. Quando due taoisti si
incontrano, si salutano all’antica maniera cinese: in
generale non ci si tocca, per cui non ci si abbraccia, né si
danno baci sulla guancia, né ci si stringe la mano, né si
dice “ciao” a distanza. La ragione di questo antico
approccio è salutistica: serviva ad evitare contaminazioni
e contagi tramite il contatto fisico. Per quanto ci riguarda,
esprime la semplicità e l’umiltà ma esso è anche denso di
altri significati.
Il saluto può essere formale o informale, tra pari o tra
taoisti di differente livello, in piedi o in ginocchio.
Non vi potete rivolgere a un Dàoshì 道士, specialmente
se anziano, come se fosse vostro collega di studio. Lui
risponderebbe con un sorriso ma sarebbe un atto di
presunzione, quanto meno di ignoranza, da parte vostra.

Quando salutate un vostro pari, basta inclinare la testa e


accennare l’inchino. Non dovete prostrarvi, il vostro
collega penserà che lo stiate prendendo in giro.

Le mani
Ci sono vari modi
di unire le mani
per salutare e il
loro atteggiamento
varia tra uomini e
donne. Il più
comune consiste
nell’avvolgere il
pugno destro con la mano sinistra (viceversa per le donne).

57
Il pollice sinistro si incunea nel vuoto tra l’indice ed il
pollice destro. La figura che ne viene fuori è il Taiji che
indica l’intero universo e lo stato di dinamica armonia fra
Yin e Yang. La sinistra è considerata Yang, bontà, positiva,
la luce, la saggezza. La destra Yin, aggressività, negativa,
il buio, la forza bruta. Salutarsi formando il Taiji con le
mani, ci ricorda che dobbiamo dominare la forza con la
saggezza, il buio con la luce, la cattiveria con la bontà. Le
mani vanno portate all’altezza del cuore o della gola,
mentre i gomiti sono tenuti in basso.

Il tronco
Inclinare il tronco è una comunicazione: più lo inclinate,
più il saluto diventerà formale e sarà proporzionale al
grado spirituale che ha chi vi sta di fronte.

Saluto in piedi – Jī shǒu 稽首

Normalmente ci si saluta stando dritti uno di fronte


all’altro, a una distanza che consente l’inchino a entrambi.

58
Saluto in ginocchio – Kòu shǒu 叩首

Anticamente, mettere le ginocchia a terra era un formale


atto di resa in caso di sconfitta o di assoluta obbedienza,
come di fronte all’imperatore, quando si ricevevano gli
ordini o un’investitura. Inginocchiarsi e prostrarsi sono
atteggiamenti che vanno eseguiti solo in particolari
circostanze. Questa forma di saluto si compie, di fatto,
esclusivamente in due casi: di fronte all’altare o verso il
proprio maestro e solo in occasioni eccezionali, come per
la cerimonia d’iniziazione.

Formula di saluto

In generale, si può salutare semplicemente con le mani


che formano il Taiji, inclinando il corpo, senza dire niente.
Fra pari si usano le formule: dào yǒu 道友, amico del Dao;
oppure tóng dào 同道, insieme, simili nel Tao (tóng xué
同学, compagni di studio, studente).

Ai Maestri ci si rivolge con la formula:


师父. 福生无量天尊。
Shīfù , fú shēng wúliàng tiān zūn
Maestro, la benedizione divina sia sempre con te.

La formula di risposta sarà:


无量 寿 福
Wúliàng shòu fú
Lunga vita e illimitata benedizione divina.

59
Le idee disegnate 7 - Saggezza

智 Zhì Saggezza

Sopra troviamo il carattere 知 Zhi, conoscere, sapere,


comprendere, il quale, a sua volta è composto a sinistra,
da 矢 Shi, il pittogramma di una freccia e a destra quello di
bocca Kou 口. Parlare preciso e veloce come una freccia
che coglie il bersaglio. Nella parte inferiore
dell’ideogramma troviamo Rì 日, sole, che esprime l’idea
di chiarezza ma anche di illuminazione spirituale.
La saggezza è uno stato mentale in cui tutto è illuminato,
chiaro. Una mutata consapevolezza della realtà che ci
permette di capire che ogni cosa ha la sua ragione di
essere. Grazie a ciò si possono fare scelte in piena
consapevolezza.

60
11. La pratica quotidiana Taoista

Che cos’è la spiritualità?


La consapevolezza che noi siamo spirito.
Che cos’è lo spirito?
Io!

Li Xuanzong

Prima di proseguire devo fare delle premesse.


Il Taoismo è una via pratica che va seguita con i propri
piedi e individuale perché ciascuno la vive nel proprio
cuore. Ovviamente di tanto in tanto si pratica insieme a
tutti gli altri membri della nostra Famiglia Taoista.
Praticare insieme, ci consente di diffondere l'amore che
ciascuno di noi ha dentro di sé, come in un unico grande
abbraccio.

Non ha senso dire di essere taoisti se la “Visione Taoista”


non investe ogni aspetto della nostra esistenza.

Personalmente sono convinto che noi taoisti dobbiamo


seguire il Taoismo nei suoi quattro aspetti fondamentali:

Pratico: tecniche di alchimia interiore, qigong ecc.;


Filosofico: studio dei testi originali;
Religioso: pratiche spirituali personali e cerimoniali
collettive;
Umano: diffondere i valori della compassione,
sobrietà e umiltà perché riteniamo che
siano il fondamento per una società più
umana.

61
Entriamo nel merito di questo capitolo.
Le scritture e gli insegnamenti tradizionali ci insegnano
che il fine della pratica taoista è diventare dei santi. Dal
punto di vista spirituale questa indicazione è ineccepibile.
Purtroppo, in un mondo in crisi di senso e di valori, come
quello in cui viviamo, un traguardo del genere è difficile
da proporre, arduo se non impossibile da realizzare, salvo
che non ci si chiuda in una grotta a meditare e studiare per
tutta la vita. Non credo che, oggi, un modello del genere
possa essere seguito integralmente se non da pochissime
persone. Il resto dell’umanità taoista, come me e voi, deve
darsi un progetto più “semplice” e facilmente realizzabile:
pur aspirando alla santità, dobbiamo sforzarci di essere
delle “persone buone”.
Cosa vuol dire essere delle persone buone?
Prendersi cura di se stessi, degli altri e della natura, al
meglio delle proprie possibilità.

La dimensione divina
Possiamo esserlo, però, solo se manteniamo il contatto
con la dimensione divina dentro di noi, distaccandoci, per
quanto possibile, seppure per piccoli periodi di tempo,
dalla contingenza e dai bisogni illusori ed egoistici della
nostra mente.
Se venisse a mancare questo presupposto, non ci sarebbe
nessuna differenza tra i nostri meriti spirituali rispetto a
quelli morali delle buone azioni fatte da un boyscout.
Il nostro fine è accumulare meriti spirituali.
La pratica quotidiana risponde a questo scopo ma, per
essere efficace, deve avvenire in un luogo destinato allo
scopo e utilizzare strumenti appropriati.
In effetti, la pratica non può avvenire dappertutto.
Non è vero che un luogo equivale a un altro.

62
Vi porto alcune analogie.
Posso fare ginnastica dappertutto ma per avere risultati
specifici ed efficaci, avrò bisogno di una palestra. Se mi
sono ferito gravemente, andrò in un ospedale. Se voglio
attraversare un fiume, avrò bisogno di un mezzo adatto
allo scopo come una barca. Se mi aspetta un viaggio,
posso farlo a piedi, in auto, in aereo, in sella a una
tartaruga. È evidente che un mezzo non vale l’altro.
Sebbene, alla fine, arriverò alla meta, la variabile tempo
sarà enormemente diversificata.

È vero, dunque, che possiamo pregare e meditare


ovunque ma la pratica spirituale sarà molto più efficace se
sarà effettuata in uno spazio destinato allo scopo.
Abbiamo bisogno di un luogo destinato alle attività
spirituali, uno spazio sacro, e di un appropriato protocollo,
di un rituale.

Lo spazio sacro

Lo spazio sacro è uno spazio fisico consacrato alle attività


spirituali e religiose, per consentire alla divinità di
risiedervi così da poter avere un “contatto” con essa.
Lo spazio sacro è la casa della divinità.
Dentro lo spazio sacro, siamo alla presenza del divino.
Non dimenticatelo mai.
Questo è un aspetto molto serio della pratica taoista.
Sebbene templi e chiese, sorti per questa ragione, siano
l’ideale per la pratica, possiamo, anzi, dobbiamo avere
uno spazio sacro personale anche nelle nostre abitazioni.

Innanzitutto scegliete uno spazio, anche solo di un paio di


metri quadrati, che dovrà essere utilizzato esclusivamente

63
per le vostre attività spirituali. L’unica area della casa
assolutamente non utilizzabile sarà il bagno. Se
deciderete di avere il vostro spazio sacro nella stanza da
letto, dovrete avere l’accortezza e la delicatezza di coprire
le immagini sacre, durante i vostri rapporti sessuali.
Non entrerete in contatto con il vostro spazio sacro se
siete arrabbiati, sotto l’effetto dell’alcool o in qualsiasi
stato alterato della vostra mente.

Altare domestico.

Il modo migliore per evidenziare, creare e rafforzare uno


spazio sacro è un altare taoista (Dào Tán 道坛).
È vitale avere un altare domestico in quanto,
simbolicamente e fisicamente, ci ricorda la presenza del
divino nella materia, nella nostra esistenza di ogni giorno.
In realtà, con l’uso quotidiano, lentamente, l’energia
divina si materializzerà in quel piccolo spazio,
costituendo una vera e propria “pila spirituale” cui
potremo attingere, a piene mani, l’energia necessaria a
sostenerci nelle nostre difficoltà quotidiane.
Vi assicuro che non è solo un atto di fede e la vostra
esperienza personale ve lo confermerà.

L’altare può essere una semplice mensola o un piccolo


mobile, su cui saranno posti una serie di oggetti: al centro
posteriore, un’immagine o una piccola statua di Laozi con
due candele ai lati. Davanti porrete una ciotolina per
l’acqua (Yin-luna), a sinistra, e una lampada ad olio 31

31
Questa lampada dovrebbe essere perennemente accesa perché
rappresenta la luce del Tao. Se ciò non è possibile, tenetela

64
(Yang-sole), a destra. Al centro davanti, un
brucia-incenso (l’uomo). Avrete inoltre bisogno di una
piccola campana. Potrete aggiungere un vaso per i fiori e
un piatto per le offerte, in particolare, frutta fresca di
stagione.
Preoccupatevi di mantenere il vostro altare sempre pulito
e in ordine, cambiando ogni giorno l’acqua, i fiori e le
offerte.
Accudire l’altare equivale a prendersi cura della parte più
intima e spirituale di se stessi.
Ricordo quanto dettomi dal mio Maestro a tal proposito:
“L’altare sono io!”

Il rapporto con la divinità

Il rapporto con la divinità è personale.


Come qualsiasi rapporto inter-personale, esso si
costruisce e si rafforza nel tempo.
Sapete bene che i rapporti fra amici vanno mantenuti con
la frequentazione, la sincerità e il rispetto. Quale dei
vostri amici rimarrebbe a casa vostra se lo ignorate
sempre, se siete scortesi o gli offrite del cibo avariato?
Se invece mantenete un rapporto quotidiano e, ogni volta
che lo vedete, il vostro cuore trabocca di gioia, egli avrà il
piacere di venirvi a trovare e trascorrere del tempo con voi.
Vi conforterà nei momenti di abbattimento, vi sosterrà nel
bisogno e gioirà dei vostri successi. Avere un amico
fidato, sincero, pronto ad aiutarvi, con cui condividere le
proprie esperienze è davvero un tesoro inestimabile che ci
consente di guardare alla vita con più tranquillità.

accesa per tutto il tempo del rituale. Lampada e candele non


vanno mai spente soffiandoci sopra. Usate uno smorza candela.

65
Ovviamente non possiamo solo ricevere, dobbiamo
innanzitutto dare poiché il rapporto di amicizia si fonda
sulla reciprocità.
Quanto detto possiamo trasferirlo, per analogia, al piano
spirituale.
Come possiamo ricambiare tanto amore e protezione da
parte del divino?
Con il “cibo spirituale” poiché entrambi ci scambiamo
nutrimento. Potremmo dire che il rapporto con la divinità
è di tipo “alimentare”.
Lo so che state sorridendo ma con questo modo
paradossale di esporre sono certo che non dimenticherete
i principi base.
La divinità, come il nostro amico, ci nutre con la sua
energia, ci protegge, ci aiuta e ci sostiene. D’altra parte,
Essa si nutre del nostro amore, della nostra bontà verso il
prossimo, del Bene che possiamo fare ma, soprattutto,
della nostra devozione spirituale.
Quest’ultima si realizza concretamente con la nostra
pratica quotidiana che, a mio avviso, è il modo migliore
per dire alla divinità: “Io sono a casa, ti aspetto”.

Infine, non dimenticate mai due cose:

1. Lo spazio sacro equivale a un porto sicuro in cui


trovare rifugio, protezione e ristoro.
2. L’altare è il nostro scudo poiché, come un cordone
ombelicale, ci mantiene in contatto con l’energia
divina. Più ne avremo cura e lo manterremo “vivo”
con la nostra pratica, più la divinità si prenderà cura
di noi, proteggendoci nel percorso della nostra
esistenza.

66
La pratica

Il programma che vi propongo presenta solo due difficoltà:


la vostra pazienza e la vostra determinazione. Per
eseguirlo occorre al massimo mezz’ora per volta.
La giornata di noi taoisti è aperta al mattino e chiusa la
sera da due momenti in cui lasciamo alle nostre spalle il
quotidiano ed entriamo nel nostro spazio sacro, sia fisico
sia mentale.
Questo santificherà la nostra giornata e ci manterrà saldi
sul sentiero spirituale taoista.
Lo so che, specialmente al mattino andiamo tutti di fretta
ma quanto guadagnerete in tranquillità mentale, salute
fisica e sviluppo spirituale, ripagherà abbondantemente
quella manciata di minuti sottratti al sonno. Peraltro la
vostra volontà e determinazione nel non mancare la
pratica, si riverserà nel vostro agire quotidiano,
rendendovi più efficienti e capaci di raggiungere i vostri
obiettivi.

Ecco come procedere:

1. Innanzitutto purificatevi con l’acqua. Meglio sarebbe


una doccia ma al minimo lavatevi le mani e il volto.
2. Dopodiché praticate per qualche minuto tecniche
psico-energetiche come il Qigong, il Daoyin, lo
Yangsheng o il Taijiquan. Questo serve per centrarvi,
mantenervi in salute e prepararvi ad accedere allo
spazio sacro.
3. Eseguite il saluto rituale davanti all’altare (kētóu 磕
头). Bisogna “presentarsi” alla divinità e porgere il
rispetto dovuto.

67
4. Poi offrite tè o acqua, fiori e frutta, accendete tre
bastoncini d’incenso e suonate per tre volte una
piccola campana.
5. Recitate o meglio cantate le scritture come il Qīng
Jìng Jīng 清淨經, il Classico della Purezza e della
Tranquillità. Esso spiega come gli opposti del mondo
apparente sono la causa della nostra serenità o della
nostra disperazione e indica la strada verso
l’illuminazione spirituale. Meditate sulle parole
cercando di penetrarne il profondo significato. In
alternativa potete leggere un salmo del Dàodé Jīng
道 德 经 , il Canone del Tao e del suo Carisma,
riflettendo poi sugli insegnamenti contenuti in esso.
Se davvero avete poco tempo, recitate alcuni Bǎo
Gào (宝诰), i Mantra-Preghiera.
6. A questo punto sedetevi e rimanete per quanto più
tempo potete in Zuòwàng 坐忘, lo stato meditativo
vero e proprio. In questo stato è possibile avere un
“contatto profondo e diretto” con la divinità che ci
accompagnerà nella nostra giornata.
7. Terminata la pratica, rieseguite il saluto rituale, fate
un passo verso l’indietro e iniziate con gioia la vostra
giornata oppure, la sera, avviatevi verso un sonno
ristoratore.

In conclusione, riporto una verità spirituale universale,


che tutti voi, certamente, conoscete:
”Bussate e vi sarà aperto; chiedete e vi sarà dato”.
La pratica serve a bussare alla porta del divino.
Se la farete con devozione, umiltà e sincerità, essa,
sicuramente, aprirà la “porta del Cielo”, lasciandovi
accedere alla dimensione del divino. In questo piano,
potrete chiedere quanto vi occorre e certamente lo

68
otterrete. Così come succede a me da venti anni a questa
parte.

Guānyīn 观音 (letteralmente: osservare il suono) è la dea della


misericordia e della compassione. Lei, la Grande Madre, è
sempre in ascolto dell’umanità e pronta ad aiutare chi soffre.

69
Zuo Wang 坐忘 – La meditazione Taoista

内观其心,
心无其心 。
Nèi Guān Qí Xīn,
Xīn Wú Qí Xīn.

Contempla la tua mente,


e la Mente vedrà se stessa vuota.

Qīng Jìng Jīng 清净经


Classico della Purezza
e della Tranquillità.

Una delle questioni più discusse in campo filosofico e


spirituale è: Qual è lo scopo della mia esistenza?
Le risposte date sono, quasi nella totalità, derivate dalla
nostra percezione della realtà, illusoria, artificiosa e
ingannevole, così come dalle nostre motivazioni, le quali
sorgono sempre da bisogni insoddisfatti. In entrambi i
casi, pur di difendere i paradigmi costruiti dalla nostra
mente, arriviamo anche a mentire a noi stessi.
Oggi più che mai ci identifichiamo con le nostre
proiezioni e non con noi stessi, generando, così,
comportamenti schizofrenici veri e propri, i quali sono
l’anticamera dell’infelicità se non addirittura della
patologia mentale.
Non viviamo, forse, oggi, in un mondo impazzito?
La verità è che non ci conosciamo veramente.
Non possiamo, quindi, dare una risposta alla domanda
iniziale fin quando persiste questo stato d’ignoranza.

70
Il primo fattore che genera questa ignoranza, è il fare
esperienza. Sono le nostre esperienze che formano il
bagaglio che determina il peso della nostra esistenza ed
essendo la memoria storica del nostro vissuto, ci
indirizzano verso un tipo di scelte piuttosto che altre.
Badate che non sto negando i dati esperienziali,
indispensabili per la crescita della persona. Dico solo che
la memoria delle esperienze fatte “indirizzano” la nostra
mente. Il secondo fattore è l’elaborato mentale 32 . La
capacità di pensare è un’acquisizione straordinaria della
nostra evoluzione. Il problema è che, spesso, il pensiero
genera una realtà virtuale nella quale ci rifugiamo o ci
incarceriamo, secondo i casi.
Se vogliamo entrare veramente in contatto con noi stessi,
dobbiamo spegnere gli schermi che proiettano immagini
virtuali di noi stessi, dobbiamo porci al di là sia della
memoria esperienziale sia dell’elaborazione mentale.

La risposta offerta dal Taoismo è semplice da


comprendere ma è una sfida difficile da sostenere sebbene
non sia impossibile. Occorre tanta pazienza e fiducia in se
stessi per non abbandonare ai primi fallimenti che,
inevitabilmente, ci saranno.

Si chiama Zuò Wàng 坐忘 - “sedersi e dimenticare”.


È una tecnica che proviene dalla più antica tradizione
mistica ed è il centro della pratica quotidiana taoista, fin
dalle origini 33 . In essa si applica il Nèi Guān 内观,

32
Intendo sia il pensare sia il provare sensazioni, emozioni e
sentimenti.
33
È descritta già nello Zhuāng Zǐ 庄子, 2400 anni fa (cap. 6, Yen
Hui spiega a Confucio che cos’è lo Zuowang). Esposta

71
l’osservazione interiore, la contemplazione, per ottenere
una mente chiara e tranquilla ( Qīng 清 e Jìng 静 ).
Quando ciò è raggiunto, si ottiene la consapevolezza (Zhì
智, saggezza) che condurrà all’illuminazione spirituale
(Dédào 得道, raggiungere il Tao).

Zuowang - meditazione senza forma.


Noi taoisti manteniamo i piedi sulla terra e lasciamo la
testa nel cielo: viviamo intensamente la nostra vita
cercando di non farci travolgere dai suoi momenti belli e
brutti. Allo stesso tempo, lasciamo aperta la possibilità di
allontanarcene per scoprire nuove dimensioni dell’essere.
Manteniamo la consapevolezza che il Tao è dentro e
intorno a noi e che, qualsiasi cosa accade, è una normale e
naturale attività dal Tao stesso.

Zuowang è la realizzazione pratica del wu wei, non agire,


non essere ricettivi agli stimoli. Wu wei è rimanere vuoti,
riflettendo le immagini come uno specchio d’acqua, pur
essendo, allo stesso tempo, consapevoli di qualsiasi cosa
accade.
Quando meditiamo, svuotiamo la mente, la conduciamo
dallo stato di frenetica produzione (Yang) alla vacuità
assoluta (Yin).
Imparando a lasciar fluire i naturali processi interiori, si
giunge al vuoto mentale. Dal vuoto sorge l’illuminazione
spirituale. Questo stato di coscienza di pacificazione
interiore, conduce alla consapevolezza che ciascuno di

dettagliatamente nello Zuòwàng Lùn 坐忘论, scritto da Sima


Chengzhen (647–735).

72
noi è parte del Grande Uno e che l’Amore Universale è il
suo linguaggio.
Zuowang è una non-meditazione poiché non è una
“tecnica” ma uno “stato della nostra coscienza”.
Esso non è un’esperienza trascendentale. Non si hanno
visioni, frutto della propria fede religiosa o delle proprie
inclinazioni mistiche. Non è astrazione dalla realtà né
quietismo in senso stretto.
È uno stato naturale del nostro essere in cui non si perde
“Mai” la consapevolezza di Se.
Zuowang è non-mente: uno stato di consapevolezza
non-duale, al di là del giudizio bipolare delle apparenze.
Quando si raggiunge questo stato, scompare il chi credi di
essere o ti hanno fatto pensare di essere i vari
condizionamenti socio-culturali e vieni fuori “Tu”.
Praticando con costanza, lentamente ma inesorabilmente,
si entrerà in contatto con la propria natura vera. Quella
spirituale. A questo punto diventa evidente, perché lo
percepiamo, che esiste “altro da me”.
Nello stato di non-dualità la mente ordinaria svanisce e,
finalmente, si diventa pienamente consapevoli della
non-separazione tra noi e il Tao.
La persona illuminata è colui capace di mantenere questo
contatto anche fuori lo stato meditativo, mentre vive la
sua quotidianità.

La tecnica
La tecnica è di una semplicità disarmante ma, allo stesso
tempo, stupefacente per la sua efficacia.
Qui la espongo a grandi tratti, giusto per dare un’idea, ma
occorre una guida esperta che imposti correttamente la
postura, dia gli opportuni suggerimenti personali,

73
sostenga il discepolo lungo l’intero iter di
auto-conoscenza.

Zuo - Sedersi
Sedetevi per terra, su un cuscino posto sotto il bacino 34.
Incrociate le gambe. Ponete il dorso di una mano sul
palmo dell’altra, lasciando che i pollici si tocchino
leggermente. Rilassate le spalle. Mantenete la colonna
vertebrale eretta. Il mento retratto verso la gola. Il naso in
asse con l’ombelico. Le orecchie in linea con le spalle.
Occhi chiusi o leggermente socchiusi. Sfuocate lo
sguardo. Rimanete semplicemente seduti. Controllate il
vostro corpo. Non dovete fare alcun movimento seppure
minimo. Vi assicuro che già questo non è facile. Richiede
una grande volontà. Sarà la vostra prima grande
conquista.

Wang - Dimenticare
Ho una cagnetta. Quando mi siedo a tavola, lei poggia il
suo muso sulle mie gambe e fa gli occhi tristi. Vuole,
ovviamente, del cibo. Se non gliene do, dopo un po’, lei
va via.
Ecco, questa è la dinamica che descrive il “dimenticare”
dello Zuowang: non dobbiamo nutrire ciò che la mente ci
mostra.
Una volta assunta la postura corretta, rimanete in attesa.
Da questo momento in poi, lasciate fluire liberamente
qualsiasi pensiero, immagine, ricordo, emozione o
sensazione venga fuori. Non nutriteli con la vostra
attenzione ed essi andranno via. Nessuna riflessione,
nessuna eccitazione, nessun attaccamento o analisi. Siate

34
Se avete difficoltà, va bene anche sedersi su di una sedia.

74
solo spettatori di quanto viene proiettato dalla vostra
mente.

I pensieri sorgono dal nulla, nel loro incessante e frenetico


generarsi, e ritornano al nulla. Quando si manifestano, li
guardiamo per quello che sono: processi naturali della
nostra mente. Non sono né amici né nemici. Non
dobbiamo né esaltarli né combatterli.
Lasciamoli essere e, lentamente, svaniranno nel
non-essere da cui sono venuti.

Raccomandazioni
Quando ti siedi, il tuo vissuto è lì con te. Hai
identificazione di te come la persona inserita nel vortice
dinamico del mondo, con tutti i problemi, le catene e i
conflitti, che questo comporta. Per queste ragioni la mente
mette subito in atto le sue abituali dinamiche.
Specialmente agli inizi, essa non fa che ripeterci: ”Che ci
faccio io, qui?”
La Mente mente. Sempre. Non vuole perdere il dominio
su noi stessi e difenderà, anche in modo subdolo, le sue
posizioni. Insomma, aspettatevi di tutto.

Dominare la mente è come domare un cavallo selvaggio:


agli inizi scalcerà, salterà, colpirà, s’impennerà e farà di
tutto per liberarsi. Dobbiamo avere pazienza e dolcezza
fin quando, inevitabilmente, si calmerà. Dobbiamo dargli
tempo per fargli capire che il rapporto uomo-cavallo è
uno dei più affascinanti e soddisfacenti possibili. Alla fine,
grazie alla nostra dolcezza, al nostro amore, alla nostra
determinazione, il cavallo si affezionerà a noi. Noi a lui.
Insieme andremo nella direzione che noi abbiamo scelto.

75
Le idee disegnate 8 - Frugalità

Jiǎn 俭 (tradizionale: 儉), Frugalità

A sinistra dell’ideogramma troviamo Rén 亻(人), una persona.


Sul lato destro, Qiān 僉 che vuol dire tutti insieme, unanimi. A
sua volta Qiān 僉 è composto: in alto da Jí 亼, unirsi, radunarsi,
raccogliersi; mettere insieme; al centro da 口口 una serie di
bocche (Kǒu); in basso da 人人 una serie di persone.

Significato: la persona (il daoista) riduce al minimo le sue


necessità, i suoi consumi, per consentire una redistribuzione dei
beni a beneficio di tutto il popolo. Se farà cosi, molte persone
potranno mangiare e parlare insieme (persone + bocche +
radunarsi).

76
12. Taoismo e Società

Il Saggio è buono con chi è buono


ma lo è anche con colui che buono non è.
Egli non tiene in conto le sue necessità
ma fa sue le necessità del popolo.
Lao Zi

Zhuang Zi 35 diceva che non si può cambiare il mondo ma


se stesso si!
Nessuno può, infatti, cambiare la società come ente a sé
stante. Ciascuno può, però, migliorare se stesso. La
consapevolezza di sé consente di influenzare
positivamente il piccolo spazio che abbiamo intorno.
Questo sembra ben poca cosa ma, se ciascuno di noi lo
facesse, si raggiungerebbe una “massa critica culturale”
che potrebbe concretamente indirizzare la società umana
su una rotta diversa, verso la centralità della Persona
Umana e non verso l’arrivismo e il consumismo che
hanno storicamente dimostrato il loro fallimento culturale
e sociale.
Il Taoismo non vuole cambiare il mondo. Vuole solo che
ciascuno possa essere se stesso, per quello che è.

Come si rapporta, in sintesi, un taoista nei rapporti


sociali?
L’insegnamento di Lao Zi è chiaro e semplice: il taoista si
comporta come l’acqua. L’acqua nutre tutto
indistintamente e non compete con nessuno. Essa tende a
stare in basso, per questo è vicina al Tao 36.

35
Il secondo grande Padre del Taoismo.
36
Dao De Jing, Cap. 8.

77
La nostra società non ha bisogno di pace ma di Armonia.
L’armonia sociale è un cardine del pensiero taoista.

Non ha senso essere delle anime pie, se questo non è


accompagnato da un impegno sociale in prima persona, in
particolare nell’aiutare i più sfortunati di noi.
Ecco perché è importante praticare insieme e diffondere
le idee comunitariste del Taoismo.

Il futuro della terra e dell’umanità è nelle nostre mani!


È forse sbagliato credere che sia possibile avere una
famiglia umana unita e amorevole?

天下太平
Tiān Xià Tài Píng
Sia pace e prosperità nel mondo intero!

78
13. Formare un gruppo di studio

Ritengo il Taoismo, un bene dell'Umanità e che i taoisti


debbano essere al servizio degli altri, specialmente dei
più bisognosi e di chiunque voglia intraprendere la "Via"
spirituale taoista.

Ovunque ci sia un gruppo di persone che ne facciano


richiesta, io mi recherò a insegnare quanto conosco.
Non occorrono palestre o centri. Basta un angolo di una
stanza di casa, una panchina nei parchi e persino le sale di
attesa delle stazioni ferroviarie.

Quanto serve, veramente, sono un cuore sincero, la


volontà di studiare e la costanza nel praticare.

Il Tao penserà al resto, fornendo sempre quanto ci


occorre.
Ciò detto, non resta che incamminarsi!

79
14. Libera il taoista che è in te!

Tutti sono taoisti.


Purtroppo la maggior parte delle persone non lo sa.
C’è un taoista in ogni persona, ingabbiato da
sovrastrutture culturali e sociali. Aspetta e chiede solo di
essere liberato. Sebbene, questa consapevolezza non sia
di tutti, coloro che la percepiscono, hanno il dovere, verso
se stessi e verso la famiglia umana, di realizzare l’innata,
naturale, spinta che sentono.
Scegliere di essere un taoista, vivere secondo i principi
del Dào 道, praticare quotidianamente per migliorare se
stessi, vuol dire contribuire a far crescere l’intera umanità
poiché, in realtà, un taoista non pratica mai solo per se
stesso.
Ogni taoista sincero e devoto è come la fiamma di una
candela. La sua luce fioca illumina solo un piccolo spazio
ma milioni di candele illumineranno la terra.

80
15. Approfondimenti

1. La via taoista è un volo d’uccello.


L’uomo è un animale sociale. Ha bisogno di sentirti parte
di un nucleo fatto da suoi simili. Una delle vie che
concorrono a soddisfare questo bisogno fondamentale è
l’appartenenza a un gruppo (famiglia, clan, chiesa, club
ecc.) perché esso referenzia la sua identità. Peraltro più un
circolo è esclusivo, più è ambito poiché le persone
pensano che l’appartenenza a esso farà la differenza tra
avere potere e non averne. Quindi, faranno di tutto per
farne parte e, una volta dentro, si sentiranno differenti dal
resto dell’umanità, che considereranno massificata,
ignorante e appiattita.
Questa dinamica è ancora più potente quando si parla di
religione e spiritualità in genere 37.
Quante volte avete letto o sentito dire che esistono
“insegnamenti segreti”, esoterici, le cosiddette “verità
nascoste”, dettate di solito dal fondatore a un gruppo
ristrettissimo di discepoli che, a loro volta, hanno
trasmesso solo a pochi “eletti”, i soli capaci di intenderla e
scambiarla fra loro?
Ecco, questa è una gabbia psico-cultural-spirituale, basata
sulla stratificazione meritoria e militarizzata per
intruppare le persone, totalmente basata sull’inganno e la
capziosità.
Dico questo perché è quanto hanno fatto e continuano a
fare quasi tutte le tradizioni spirituali, specialmente in
Occidente, nel momento in cui hanno dovuto elaborare il
37
È sotto gli occhi di tutti che i cosiddetti nuovi culti, nella
maggioranza dei casi, fanno di questa dinamica perversa uno dei
loro punti di presa più efficaci.

81
pensiero del proprio fondatore che non ha lasciato nulla di
scritto. Egli, oramai lontano nello spazio-tempo, sorride
della capziosità interpretativa, se non addirittura del
travisamento dei suoi insegnamenti.
Questa dinamica è simile a quanto fanno i critici d’arte
quando interpretano le opere artistiche: il loro autore,
mentre le creava, non pensava per niente a quanto loro
hanno poi interpretato. Egli seguiva semplicemente il suo
estro creativo. Il raptus creativo spontaneo viene in questo
modo ingabbiato in modelli cognitivi! Non c’è che dire:
una bella masturbazione mentale!
L’insegnamento taoista, al contrario di tutte le altre
tradizioni, non contiene messaggi nascosti o significati
occulti. Tutto è chiaro e alla luce del sole.
Le parole dei Padri Fondatori possono essere universali e
individuali allo stesso tempo. Un insegnamento da bocca
a orecchio ma guardandosi negli occhi, senza fronzoli.
Il loro è un continuo rimando a non fermarsi sulle
apparenza, a mantenere lo sguardo sul proprio sentire, a
non credere per fede ma a sperimentare sempre l’efficacia
degli insegnamenti.
Ad esempio, sebbene Lao Zi comunichi la verità, allo
stesso tempo ci dice, in modo paradossale, che la verità
vera non può essere descritta, tramandata e interpretata.
Perché quest’apparente paradosso?
Egli inizia il Dao De Jing dicendo che il Tao (la Via) di
cui si può parlare, concettualizzare, non è la vera via ma
solo una sua controfigura virtuale.
Come non si può incasellare il raptus creativo in modelli
cognitivi, allo stesso modo, il raptus mistico non può
essere descritto.

A questo punto, mi chiederete che cos’è, dunque, la Via?

82
Di che cosa stiamo parlando?
Posso fornire un’immagine: guardate il volo degli uccelli.
Essi seguono una “via” nell’aria. Questa via non è mai la
stessa. Sarà ogni volta differente, tanto che l’uccello
stesso non potrà ripeterla esattamente; né nessun altro
uccello la percorrerà mai poiché, ciascuna di queste “vie”,
è unica e irripetibile. Quando l’uccello l’ha percorsa, essa
non esiste più. Scompare. Essa esiste solo in quel
fuggente attimo in cui combaciano l’uccello, il volare e la
rotta seguita.
Un punto unico nello spazio-tempo che può essere “visto
e sentito” unicamente dall’uccello che la percorre e solo
quando la segue. Inoltre i fattori che fanno evolvere la
rotta sono interiori ed esteriori, come il puntare una preda
o il cambiamento del vento. Fattori unici e irripetibili nel
continuum spazio-temporale.
Così è la “Via” di un taoista: unica, individuale,
irripetibile e incopiabile. Infiniti punti spazio-temporali
che si susseguono nella dinamica evolutiva personale.
Da quanto detto sorgono due considerazioni.
Come si potrebbe mai descrivere la “Via”, il Dao?
Come potremmo definire la meta finale della “Via” se
persino chi la percorre non conosce la prossima virata
d’ali?
Per questo, i Padri, ci suggeriscono di “seguire” la Via.
Semplicemente. Spontaneamente. Interferendo il meno
possibile sul suo sviluppo naturale e spontaneo. Questo si
chiama Wéi wúwéi 为无为, “agire senza agire”.

Ovviamente, sia agli uccelli sia agli uomini, non basta


avere le ali per essere in grado di volare.
Occorre spiccare il volo e lasciarsi andare.

83
2. Prima di iniziare il cammino
La nostra natura vera è quella spirituale: siamo esseri
spirituali ed eterni, in continua evoluzione.
La nostra natura illusoria è quella immanente: il corpo
fisico, i sensi e l’intelletto.
Essi sono destinati a perire con la loro oggettivante
limitatezza. È assurdo fondare la nostra esistenza
unicamente su di essi ma ciò avviene perché ci ingannano.
Essi ci fanno credere che sono noi stessi. Ci imbrigliano
in reti dorate e ci rinchiudono in spazi angusti ma che noi
accettiamo perché ci danno sicurezza.
Siamo come dei pesci che vivono in un acquario.
Essi pensano che quello sia il loro mondo e vivono la loro
vita pensando di essere liberi e al sicuro.
Che cosa succederebbe, invece, se qualcuno dicesse loro
che la loro vera, naturale, dimensione è lo spazio infinito
del mare o la potente corrente dei fiumi?
Probabilmente non ci crederebbero.
Penserebbero che stiamo raccontando una bella favola.
Questo è quanto accade anche a noi.
Pensiamo di essere liberi in un mondo regolato dall’avere
piuttosto che dall’essere, dal potere di pochi sui molti, dal
denaro piuttosto che dalla solidarietà, dalle informazioni
virtuali televisive che diventano modelli di realtà, così
come da politici parolai che ignorano completamente di
essere semplici comparse sul teatrino della vita. Tutto
questo ipnotizza la nostra intelligenza. Siamo dominati da
paradigmi capziosi scambiati per verità sociali.

Non è questa la nostra dimensione!

Svegliamo la nostra Coscienza spirituale dal sonno


indottole dalla nostra mente razionale, succube dei

84
bisogni etero indotti da una società che, oramai, sacrifica
le persone per il solo scopo di far sopravvivere se stessa!
L’unica via di uscita è centrare il discorso sulla dignità
della persona umana e non sulla società. Ovviamente la
persona deve essere vista come essere spirituale che, certo,
non ha bisogno di una Ferrari per sentirsi realizzata.

Il Taoismo è la risposta perché è un Cammino Iniziatico


centrato sulla persona. Un viaggio alla scoperta di sé e
delle dimensioni spirituali. Certamente non è un viaggio
facile poiché occorrono consapevolezza e motivazione.
Come per tutti i viaggi, bisogna essere preparati, avere i
materiali adatti alle varie situazioni, dal cibo ai medicinali,
avere le giuste coordinate e una guida esperta che ci
accompagni, per evitare ritardi o situazioni pericolose.
Il viaggio interiore è, infatti, allegorico ma non per questo
non reale.
Anzi, lo paragono a una vera e propria guerra, il cui
nemico sono i paradigmi della nostra Mente.
Sarà una guerra spietata e senza esclusione di colpi.
In essa vige una sola regola: vincere e vivere o perdere e
morire. Chiunque sa che andare in guerra senza la dovuta
preparazione, senza aver predisposto piani strategici e
assicurati i rifornimenti logistici, senza avere truppe
sufficienti o peggio, senza sapere dove si trova e chi è il
nemico, è morte certa.

Allo stesso modo, improvvisarsi viaggiatori sul cammino


iniziatico, è una pura follia.

85
3 - La Trinità. Modello di Conoscenza Universale
Il pensiero taoista è un prodotto della prassi derivata
dell’osservazione della natura, dei comportamenti degli
esseri viventi, dei moti e delle acquisizioni interiori dei
“viaggiatori sulla Via”.
Cerchiamo di ricostruire le basi di questo pensiero
immaginando di essere un contadino cinese di tremila
anni fa, seduto a guardare l’orizzonte.
Che cosa vede?
Il cielo sopra di sé, la terra sotto di sé, e, ovviamente, lui
stesso. Poi egli nota che il cielo, è come una emisfera.
Non ha interruzioni di sorta mentre la terra sì, con le
montagne e le valli. Nel cielo vi è movimento (sole, luna,
stelle, luce, buio, nuvole, pioggia, lampi, tuoni), sulla
terra tutto tende a rimanere fermo, pesante e inerte, come
gli alberi e le rocce.
Con il passare del tempo nota che sia il cielo sia la terra
mutano secondo cicli stagionali, pur rimanendo sempre
cielo e terra. Inoltre nota che ci sono due tensioni che si
scontrano continuamente: dal cielo tutto cade come la
pioggia e i fulmini, mentre dalla terra tutto sale, come
l’erba. Questo dinamismo permette la vita nello spazio
mediano (centro): l’erba cresce grazie alla pioggia o un
albero brucia se colpito da un fulmine.
A questo punto nota che nella parte alta del suo corpo,
nella testa, una emisfera, esiste una turbolenta dinamicità,
come nel cielo, e percepisce che il corpo è pesante come
la terra. Vede il suo corpo mutare nel corso delle varie
stagioni della vita e sente che il suo cuore (centro)
reagisce a stimoli interni, emozionali, o esterni,
provenienti da situazioni ambientali e sociali ma è proprio
questo che lo fa sentire vivo.

86
Egli inoltre vede che non è un soggetto passivo in questa
trinità.
Può coltivare la terra e raccogliere l’acqua del cielo.
Come coltivatore si rende conto che qualità e quantità
determinano la sopravvivenza. Se la qualità della terra
non è buona o la quantità di acqua è troppa o troppo poca,
non ci sarà raccolto e il suo destino sarà segnato dalla
fame e dalla morte. D’altra parte egli può modificare
l’orografia e alterare il clima. Deviando, ad esempio, il
corso di un fiume o tagliando indiscriminatamente le
foreste, porterà siccità e morte a un pezzo della terra,
modificando l’ecosistema. La vita dunque dipende da una
giusta proporzione di tutti gli elementi.
Ora egli, grazie all’osservazione empirica della realtà
esistente e all’introspezione, ha tutte le informazioni per
eseguire delle analogie tra la sua struttura psicofisica, il
cielo e la terra.
Il mondo interiore e quello esteriore sono connessi e
analogicamente simili. Il micro-cosmo e il macro-cosmo
non sono visti separati ma dinamicamente, olisticamente,
uniti. Egli comprende di essere immagine analogica di
questa Trinità perché ha un Corpo-Terra, un
Cuore/Mente-Uomo e uno Spirito-Cielo.
Questa è l’origine dei concetti Yīnyáng 阴阳 (Bi-polarità
gnoseologica), Wǔxíng 五 行 (Cinque Dinamiche
dell’esistente), Bāguà 八卦 (le Otto tensioni dell’essere e
dell’esistere) che sono alla base non solo del pensiero
taoista ma anche della medicina tradizionale e oserei dire,
di tutta la cultura cinese.
La Trinità, è un modello cognitivo analogico e simbolo di
Conoscenza Universale su cui si basa quasi tutto
l’impianto gnoseologico ed epistemiologico daoista.

87
4 - Il Sistema Formale Daoista
Il Taoismo, oltre che una religione, è innanzitutto un
Sistema Formale, una visione del Mondo. È però un
“sistema aperto”. Esso, conscio del Mutamento (易 Yì) è
stato sempre pronto ad accogliere, facendolo suo,
“l’altro”, così come ha fatto, ad esempio, con il
Confucianesimo, il Buddismo e le religiosità tradizionali
autoctone cinesi.

Questo ha reso il Taoismo, un’esperienza sincretica unica


nella storia dell’umanità.
Il Taoismo è stato capace di adattare se stesso ai
mutamenti socio-storico-culturali e, fedele a quanto
insegna Lǎozǐ 老 子 , come l’acqua, stabile nella sua
sostanza, mutevole nelle svariate forme che assume, esso
si è adattato al “contente”, senza perdere la propria
identità.

Definire il Dào 道 è un’impresa impossibile perché esso


esiste ma non è esistente.
Lǎozǐ 老子 stesso si era reso conto che il linguaggio non
era adatto per descrivere il Dào 道.
Egli, infatti, usò varie figure retoriche come la metafora,
l’analogia, il parallelismo e la contrapposizione per
rendere comprensibile la sua consapevolezza spirituale.

Nel suo Libro del Tao e della Virtù, Dàodé Jīng 道德经,
esordisce, infatti, con una negazione di questa possibilità
cognitiva:
“Il Tao che si può definire, non è il Vero Tao” 38.

38道可道, 非常道。D.D.J. cap. I,1

88
Il primo insegnamento che riceviamo da Lǎozǐ 老子, è
che il Dào 道 è di là della comprensione umana; concetto
rafforzato, ad esempio, nel cap. 21,4 quando dice che il
Tao è “qualcosa” di assolutamente inconcepibile e
assolutamente incomprensibile.
Per questo egli lo chiama semplicemente la “Via”.
Egli ci dice, è vero, che non possiamo definirlo ma,
d’altra parte, analizzando le modalità dinamiche
dell’esistente, possiamo giungere alla comprensione della
sua azione cioè il Tao diventa “qualcosa” quando agisce
(cap.21).

Il Tao è fisso, eterno, immutabile ma la sua azione si


manifesta in un continuo mutamento e trasformazione di
polarità opposte (Yīn 阴 e Yáng 阳), come la vita e la
morte, in un incessante rincorrersi. Per ogni forza ne
esiste un’altra contraria (cap.30). Una va, l’altra viene.
Sebbene apparentemente opposte, ciascuna forza sorge
dalla medesima fonte e ritorna nel mare magnum
originario quando ha esaurito la sua azione, pronta per
esser reimpiegata, seppure in altra forma e sostanza.

Comunque egli prova a fornire delle immagini dicendo


(Cap. 25) che prima che il cielo e la terra esistessero, c’era
qualcosa di perfetto. Questa “Cosa” era calma, silenziosa,
eterna e immutabile ma incessantemente circolante, senza
esaurirsi mai, ha dato origine e sostiene “le diecimila cose
sotto il Cielo”.
Tutto, insomma, è un continuo andare e ritornare, in un
continuum spazio-temporale, dalla “fonte indefinibile”,
sostrato di tutto l’universo, il cui unico appellativo può
solo essere la “Via”, grazie alla sua qualità di essere
“Grande” (Cap. 25) che consiste nella capacità di

89
procedere, di progredire, di allontanarsi fino al limite
massimo e di ritornare al proprio contrario.

Questa dinamica del Tao si riflette, come un modello


olografico, in tutto il creato.
Infatti Lǎozǐ 老子 dice che il Cielo è grande, la Terra è
grande e l’Uomo è grande.
Il Cielo, la Terra e l’Uomo sono di misura l’un l’altro e
dovrebbero calibrare il loro agire l’uno sull’altro, in uno
stretto rapporto d’interdipendenza:

人法地, 地法天, 天法道


rén fǎ dì, dì fǎ tiān, tiān fǎ dào
la norma dell’Uomo è la Terra, la norma della Terra è il
Cielo, la norma del Cielo è il Tao” (cap. 25,14-16).

È interessante notare che anche il Tao ha una “norma


comportamentale”, infatti, l’autore prosegue dicendo che
道法自然 (dào fǎ zìrán): il modello, 法 Fǎ, del Dào 道 è
自然 zìrán.

Quest’ultimo termine ha varie implicazioni che


richiedono una breve spiegazione.
Zì 自 vuol dire sé, se stesso, suo proprio; rán 然, giusto,
corretto, essere così. Letti insieme vogliono dire: Natura,
naturale, naturalmente; spontaneo, necessario;
spontaneità naturale; tale di per sé.
Il Tao ha se stesso come modello, riflesso nella natura.
L’indicazione è chiara: il modus operandi del Tao è la
natura: lo possiamo leggere nel corso naturale delle cose e
degli eventi. Peraltro tutto l’esistente è in rapporto al Dào

90
道, come i ruscelli al mare (cap.22), essendo il sostrato di
tutto l’universo, Tiānxià 天下.

Per questo, esiste solo un modo per realizzare la vera


natura, non solo di se stessi ma di tutto l’esistente nello
spazio-tempo: seguire la Via (Cap. 21,1)

Il Dào 道, dunque, inconoscibile e inconosciuto, ha dato


origine all’universo e, inteso come un flusso vitale (Qì 气),
scorre incessantemente, mutando continuamente, ma
restando inesauribilmente sempre lo stesso nella sua
sostanza/essenza primordiale.
Tutto si origina dal Tao. Tutto è sostenuto dal Tao. Tutto
ritorna al Tao.

Ogni particella del cosmo porta in sé il potere/carisma del


Tao (Dé 德); per questo ciascuno può ascoltare la “voce”
del Tao e non prova “separazione” tra sé e il resto del
mondo.
Tutti gli elementi del creato sono in relazione perché
interconnessi dal Dé 德.
L’intero cosmo è visto come un “essere vivente”. Idea non
estranea alla mediazione culturale occidentale 39.
La Terra è un “Essere vivente”. Noi uomini siamo esseri
viventi. Ogni essere vivente ha un “campo energetico” e
linee di flusso della propria energia (Qì 气 e Jīngluò 经

39
Possiamo affermare che il cosmo, più di ogni altra cosa,
assomiglia più da vicino a quell’Essere vivente di cui ogni altro
essere vivente, singolarmente o geneticamente, è una parte: una
creatura vivente che è più giusta di ogni altra e per molti versi
la più perfetta. Platone

91
络)40. A causa di ciò, inevitabilmente, si influenzano l’un
l’altro 41.

La ragione di questa inevitabile relazione è la Legge


universale dell’Omeostasi: le dinamiche energetiche
presenti in campo, tendono a scontrarsi fino a equiparare
le loro forze.
Il risultato di questo scontro può essere l’Armonia o il
Caos, la salute o la malattia.

L’ordine naturale (Zìrán 自然,) è assicurato dalle due


forze relative e complementari, il binomio Yīn 阴 e Yáng
阳, il cui alternarsi determina ogni cosa, come il giorno e
la notte, il caldo ed il freddo, il maschile ed il femminile.
Se armoniche tra loro (Tàijí 太极), possono creare la
Tàihé 太和, la Suprema Armonia.
Esiste dunque un’armonia universale che coinvolge tutto
l’esistente, il cielo, la terra e l’uomo, ai cui dinamismi il
taoista pone una grande attenzione, sia nella conoscenza
sia nella protezione.

Il taoista ideale è un “protettore” del cielo, della terra e


dell’uomo.
L’obiettivo finale di un taoista è quello di raggiungere
uno stato di perfetta armonia con il mondo, lo stato di
santità (圣人 Shèngrén) 42. Lo attua uniformandosi alle

40
Vedi i principi dell’agopuntura.
41
Gǎnyìng 感应, Gòngmíng 共鸣, Gòngzhèn 共振.
42
Yi Xinying, un importante maestro taoista del secolo scorso,
dava una classificazione dei differenti tipi di daoisti a seconda
del loro livello di unione con il Dào: il Perfetto ( 真人 zhēnrén ),

92
modalità operative del Tao, non interferendo nell’ordine
naturale delle cose (Wuwei 无为) 43 grazie all’assenza del
“fare distinzioni”, cercando di raggiungere
l’identificazione con il Tao stesso, tramite meditazione ed
estasi.
Solo se accettiamo questa premessa, possiamo definirci
Taoisti, avere una visione olistica del cosmo, dare la
ragione del nostro esistere e accettare gli altri per quello
che sono.

Se si segue la Via si è Taoisti.


Se si è Taoisti, si rispetta la natura.
Se si rispetta la natura, ogni cosa si realizzerà e ci sarà
armonia in tutto il creato.

l’Immortale ( 仙人 xiānrén ), il Santo (圣人 shèngrén ) e il


Saggio (贤人 xiánrén ). Quest’ultimo titolo è attibuito postumo
come per i santi cristiani.
43
«...Ciò che, a mio avviso, è da intendersi con wu wei, è che
nessun pregiudizio personale (o volontà privata) interferisce
con il Tao universale e che nessun desiderio e ossessione
conducono fuori strada il vero corso delle tecniche. La ragione
deve guidare l'azione affinché il potere possa essere esercitato in
accordo con le intrinseche proprietà e le tendenze naturali delle
cose...» Huai Nan Zi, cap. 9.

93
5 - Le Tre Potenze e i Tre Tesori.
Sāncái 三才, le Tre Potenze, la dinamica del Reale, e
Sānbǎo 三宝, i Tre gioielli, la dinamica antropologica,
costituiscono due modelli trinitari della mediazione
culturale Taoista che ci consentono di comprendere
l’Unità del Cielo, dell’Uomo e della Terra nonché di
regolare armonicamente i rapporti tra noi e gli altri nel
rispetto di ciascuno.
Essi sono codici per un linguaggio universale.

5.a - San Zai - La dinamica del Reale

YANG TAIJI YIN

Cielo Uomo Terra

Cielo, Terra e Uomo ( 天 Tiān, 人 Rén, 地 Dì),


costituiscono una Unità bio-cosmica-energetica. Ciascun
Ente influenza e risponde in risonanza con gli altri 44.

Questo concetto è affermato in Cina da tempo


immemorabile con il termine Sāncái 三才, i Tre Poteri o
le Tre Potenze.
Esso è attestato dall’Yi Jing, da Confucio, da Zhuangzi e
infiniti altri fino ai nostri giorni.
Da sempre in Cina la gente sa che deve seguire la via del
Cielo e della Terra, (tiān dào dì dào 天道地道) e usare il

44
感应 Gǎnyìng.

94
tempo appropriato del Cielo e i profitti della Terra (tiān
shí dì lì 天时地利).

Il primo riferimento al modello Sāncái 三才, lo troviamo


nelle Dieci Ali, commento al Libro dei Mutamenti (易经
Yìjīng - 周易 Zhōuyì). Qui è esposta la relazione tra i Tre
Poteri/Agenti, Sāncái 三才: il Cielo (Tiān 天), l’Uomo,
Rén 人 , e la Terra, Dì 地 . Essi sono una Unità,
costituiscono un’unica Via, Dào 道 (Sāncái zhī dào 三才
之道), ma con caratteristiche ideali per ciascuna di loro.

Ciascuna di esse ha una qualità espressiva propria, una


“Virtù”, Dé 德.
La Via del Cielo (Tiān Dào 天道), si esprime con le forze
Yīn Yáng 阴阳
La Via della Terra, (Dì Dào 地道) con il soffice e il duro,
Róu Gāng 柔刚
La Via dell’Uomo, (Rén Dào 人道) con benevolenza e
giustizia, Rén Yì 仁义

Il testo Lǐjì 礼记 (禮記), Memorie dei Riti, e in particolare


nella sezione Yuèlìng 月令, I Comandi Mensili, al verso n.
8, ci fornisce preziose indicazioni ordinando di non
cambiare la via del cielo, di non estinguere i principi della
terra, di non portare caos fra gli uomini.

L’interazione tra Cielo e Terra, ha creato nello spazio


mediano fra essi, la giusta combinazione per consentire la
vita sul nostro pianeta. È ovvio che la pioggia è necessaria
alla terra per dare i suoi frutti ma se ne cade troppa, non ci
saranno raccolti. È chiaro che la terra ci serve per vivere

95
ma se un vulcano erutta, potrà causare molti danni. Un
uragano o un’eruzione, per quanto potenti, una volta che
hanno scaricato la loro energia, però, cessano.
Perché?
Tutto l’universo si fonda su tre leggi che ne consentono la
sopravvivenza: Mutamento, Caos e Omeostasi.
Ogni cosa muta nel corso del suo esistere e quando ci
sono degli squilibri energetici, si mette in moto un
meccanismo di difesa che riporta tutto a valori accettabili.
Questo vale dall’astronomia alla biologia.
L’uomo, invece, è diventato incapace di fermarsi perché
ha dimenticato queste leggi e che, in questo universo, è
solo un ospite temporaneo.
La rottura del rapporto equilibrato tra uomo, cielo e terra,
è la causa di quasi tutti i mali della nostra società e del
destino dell’uomo. Infatti, se ogni elemento della trinità
Sāncái 三 才 segue il suo percorso e la relazione è
armonica, senza la predominanza di uno sull’altro, ci sarà
l’equilibrio olistico naturale, Zìrán 自然: un continuo
flusso di Qì 气 creerà campi vitali (Campi di energia, Qì
chǎng 气場) in cui, equilibrio e armonia, saranno la loro
Virtù (Cielo-Uomo uniti, Tiānrénhéyī 天人合一).
Il cielo e la terra sono armonici di per sé. L’uomo può
scegliere se concorrere all’armonia o andare contro la
natura. Da questo dipende il nostro destino.
È pur vero che questo modello, di cui oggi la fisica
quantista ci fornisce modelli che la giustificano, sorge da
una visione cosmologica ma perché rifiutare le intuizioni
dei nostri antichi progenitori i quali, più di noi, erano a
contatto con la natura, con i suoi cicli e ritmi,
nell’incessante metamorfosi dell’identico?

96
5.b - San Bao – la dinamica antropologica

Nel capitolo 67 del Dao De Jing troviamo il più alto


insegnamento di Lao Zi per quanto riguarda Εθος èthos,
l’Etica che l’essere umano deve seguire.
Un insegnamento universale basato sull’accettazione di
sé e dell’altro inserita nella più ampia visione dei Sāncái
三才.
I Tre “Tesori” (sānbǎo 三寶) che, come tali, sono da
custodire e proteggere con cura sono: Compassione (Cí
慈), Frugalità (Jiǎn 儉) e Umiltà (bù gǎn wéi tiānxià xiān
不敢为天下先).

5.b.1. Compassione, amore.


Il primo è: Cí 慈, compassione, amorevolezza, gentilezza,
amore, empatia.
Nel Dao De Jing, questo è un concetto legato all’idea di
famiglia (umana), all’amore fra membri della stessa
famiglia, come genitori e figli, fratelli e sorelle fra cui
vigono tenerezza, misericordia e mansuetudine.

5.b.2. Frugalità - Sobrietà


Il secondo è: Jiǎn 俭 (trad. 儉), Frugalità, moderazione,
sobrietà. Questo concetto è legato alla metafora di 朴 pǔ
(trad. 樸 ), sostanza semplice, non artefatta da cui
l’estensione a semplicità, ciò che è senza artificio.
L’insegnamento è sulla semplicità della nostra vita, sul
ridurre al minimo i desideri, non fare sprechi utilizzando
solo il necessario.

Quanto è vero questo insegnamento. Oggi più che mai


dovrebbe essere promosso innanzitutto per la

97
salvaguardia del nostro pianeta. Riporto solo due spunti
su cui riflettere:
1. Il problema dei rifiuti: ne produciamo troppo perché
prendiamo più di quanto ci occorra veramente,
sprecando inutilmente le risorse.
2. Il problema della fame nel mondo: la civiltà
occidentale butta un terzo del cibo che compra:
l’equivalente di quanto basterebbe per sfamare intere
popolazioni che, letteralmente, muoiono di fame.

Se applicassimo Jiǎn 俭 a livello planetario, la caduta


pratica sarebbe rivoluzionaria:

1. I beni: La terra non è una fonte inesauribile di fonti


vitali. Esiste un limite quantitativo delle cose, dei beni e
delle risorse. Se questa quantità si ammassa solo in una
parte, inevitabilmente crea miseria nel resto del mondo.
Se ciascuno di noi prendesse solo quanto gli occorre, non
solo lo avremo per sempre ma nessuno sarebbe più
povero.
2. I bisogni: una civiltà, degna di questo nome, non invita
a moltiplicare i bisogni virtuali se non addirittura
capziosamente indotti per fini di guadagno di pochi. Per
crescere come persone dobbiamo tornare ai soli bisogni
fondamentali. Essere liberi dal superfluo. Gioire del poco
e non del mal tolto dalla bocca altrui.

L’essenzialità ci rende liberi!

Le sovrastrutture mentali, sociali, culturali ed


economiche sono le nostre vere prigioni. Una civiltà
fondata sulla ricchezza come valore (di pochi) sta
portando il mondo alla sua distruzione!

98
5.b.3. Umiltà
Il terzo Gioiello è: bù gǎn wéi tiānxià xiān (不敢为天下
先), che significa non desiderare di essere il primo al
mondo.
Quanto è lontano questo principio dall’egocentrismo
umano e dalla presunzione di essere, tipici della società
umana. Troviamo insegnamenti, sia in Oriente sia in
Occidente, che richiamano l’attenzione sulla necessità di
regolare l’egoismo umano per consentire a tutta la
comunità di crescere e svilupparsi tramite la condivisione
e non con l’acquisizione. Il che vuol dire che è un
problema antico, probabilmente un effetto sviluppatosi
nel passaggio della società da matriarcale a patriarcale.
Già Zhuang Zi diceva che ovunque vi sia un’associazione
umana, vi sono intrighi e inganni.
Oggi, ancora di più, l’essere ”il primo”, arrivare “primi”,
è l’affermazione di sé portata al parossismo. Il culto della
personalità, con l’effetto di avere degli “Io” macrocefali e
auto-referenziali, così come l’affermazione di uno su tutti,
l’interesse individuale su quello collettivo, sta uccidendo
la società. Basta guardarsi intorno per comprendere
quanto sto scrivendo.
Il potere economico è detenuto da poche persone che
influenzano lo sviluppo di tutte le nazioni.
Il potere politico tende verso il bipolarismo che, certo, è
una cosa buona, ma soffre di un equilibrio instabile che
potrebbe portare al convergere verso un solo partito o,
peggio, una sola persona.
La storia ci insegna che quando ciò accade il popolo ne
esce decimato.
Lao zi, grande conoscitore delle dinamiche sociali,
comprese tutto questo. Basta rileggere con attenzione i

99
capitoli del Dao De Jing dedicati alla politica e allo Stato
per verificare questa mia affermazione.
Egli non solo immagina una società fondata sull’aiuto
reciproco, ma comprende che l’affermazione di sé, per
quello che si è, senza prevaricazioni e contese verso gli
altri, è un dato naturale che, se mantenuto nel suo alveo,
può essere la chiave di volta di una buona società umana.
Fra i tanti riferimenti cito il cap. 8 del Dao De Jing in cui
dice che il sommo bene è come l'acqua 45, la sua bontà
giova a tutte le creature, senza contese, senza chiedere
niente in cambio; occupa sempre il posto più in basso,
dove gli uomini ordinari non voglio stare. Per questo è
simile al Dao.
Da sempre i taoisti hanno preso alla lettera questo
insegnamento poiché l’acqua esprime il concetto di
umiltà. Infatti, la metafora dell’acqua ricorre da sempre
nel modus agendi e nella letteratura taoista.
Attenzione però perché i significanti sono molto
differenti da quelli occidentali. È vero che l’acqua si
adatta ai contenenti o si trasforma sotto l’azione del
caldo-freddo ma mantiene volume e sostanza. La sua
essenza non cambia mai.
Un taoista si adatta alla contingenza anche di buon grado
ma non perde mai la sua identità.
L’umiltà non è un agire in cui ci abbandoniamo nelle
mani altrui o, ipocritamente, nascondiamo le nostre
qualità. È avere piena consapevolezza dei propri limiti e
delle proprie possibilità.
Il “Non desiderare di essere il primo al mondo” non
esclude che io occupi il mio posto nel mondo.

45
Analogia del sincero seguace daoista.

100
6 - Umanità Unita nell’Uno.
L’antica visione della realtà, proveniente dalla tradizione
cinese, in cui Cielo, Uomo e Terra vivono in simbiosi
come una Unità, e i Tre Gioielli, precetti fondamentali del
Taoismo, così come esposti nel Dao De Jing,
costituiscono un Modello Universale, etico ed ecologico,
che può salvare l’umanità dalla distruzione e consentire
una valida piattaforma, tra l’altro, per un dialogo
interreligioso concreto.

Se guardo al futuro, non mi auspico un’utopica fusione in


un’unica forma religiosa.
Andremmo contro la vita stessa perché è proprio la
diversità che crea la dinamica della ricerca spirituale,
della crescita interiore e dell’acquisizione della
Conoscenza.

Ciascuno di noi è Persona con eguale dignità di essere cui


si deve assoluto rispetto e protezione.
Per questo possiamo e dobbiamo cercare il nostro comune
denominatore per dialogare con significati e significanti
chiari, per il Bene di tutti.

Questi principi dovrebbero animare tutti i campi del


Sapere e dell’Essere, dalla mistica alla politica,
dall’economia alla religione, dall’etica alla morale.

La Via da seguire per incamminarci sulla strada dell’unità


umana è chiara: lavorare insieme, specialmente in campo
antropologico e sociale, mettersi al servizio degli altri,
proteggere i più deboli, donare con gioia quanto abbiamo,
scambiare il nostro sapere e le nostre conoscenze, anche

101
pregare insieme, scevri da pregiudizi ideologici e dalla
paura di perdere la propria individualità.

In natura niente cresce veloce e ogni cosa ha il suo tempo


e, se i semi sono sani, i frutti verranno certamente.

La famiglia umana avrà un futuro se:

1. metterà al centro della discussione la Persona, inserita


fra “Cielo e Terra”;
2. se riconoscerà l’Unicità nella Diversità;
3. se realizzerà L’Unità delle Diversità, in prospettiva di
giungere all’Uno.

Io sono Taoista ma mi sento anche Cristiano, Buddista e


Islamico perché, negli occhi delle altre Persone,
riconosco mio Fratello e mia Sorella. Per questa ragione,
cerco di essere sempre pronto a comprendere i loro
bisogni e fare la mia parte per rendere felice la nostra
Famiglia.

Ciascuno di noi è una parte del popolo umano che, sotto


un Unico Cielo, è in cammino verso una Unica Meta.

Il passo può essere incerto.


La direzione, mai.

102
7. Coltivare la Virtù - Xiude 修德

Nessun essere non possiede Tao.


Il Tao si esprime in me stesso come la mia Virtù.
Tutti gli uomini hanno la Virtù del Tao.
Wei Zong 46

Il Tao fa nascere le cose, la Virtù le completa.


Per questa ragione, tutti gli esseri
venerano il Tao e onorano la Virtù.
Laozi 47

Dào 道 e Dé 德 sono concetti inseparabili nella cultura e


nella pratica taoista.
Dé 德 è la Virtù, la qualità intrinseca, l’essenza, del Tao
che manifesta se stesso in ogni essere o cosa.
Il Dé 德 è lo Spirito Vivente del Tao immanente.
Per questa ragione il taoista cerca innanzitutto di essere in
risonanza con il Dé. I suoi pensieri, parole e azioni
devono essere sempre conformi al Dé. La virtù personale
o, se preferite, la perfezione etica, è il frutto di sforzi
continui per adattare il nostro comportamento ai principi
taoisti. Se vogliamo ri-unirci con il Tao, dobbiamo
coltivare la Virtù, Xiūdé 修德. Il risultato, però, non si
raggiunge unicamente grazie ai propri sforzi.
Laozi dice, infatti, che si può ottenere la grande virtù solo
se si segue il Tao 48.

46
Commentario Imperiale al Libro dell’Ascensione Occidentale.
47
Dao De Jing Cap. 51.
48
Dao De Jing, cap.21.

103
Sforzo personale e tensione continua verso l’unità con il
Tao (Xiūdé 修德 e Xiūdào 修道), porteranno Dàoguǒ 道
果, i Frutti del Tao 49.
Avverrà una trasformazione dell’Essere che eleverà una
persona comune a Uomo di Virtù, un Uomo Vero, un
Uomo Realizzato. Uno Zhēnrén 真人.

Il taoista segue spontaneamente il modus agendi del Tao


ma non è attaccato alla virtù in quanto tale. Non ha
bisogno di dimostrare di essere virtuoso. Lo è e basta.
Nessun taoista è attaccato alle regole. Nemmeno a quelle
taoiste qualora queste fossero usate per evidenziare uno
status, fosse anche di santità.

Laozi dice che la virtù superiore, Shàng Dé 上德, non è


mai mostrata, perché fluisce liberamente; quella inferiore,
Xià Dé 下德, non si smette mai di mostrarla 50 perché si
ricercano riconoscimenti.

La virtù personale è tanto più evidente quanto più il


taoista è vicino al Tao.
Ai livelli più bassi, la persona diventa una “persona
buona”, con un corretto agire nella storia e nella società.
A quelli intermedi, il taoista incarnando la Virtù, può
diventare un esempio da seguire. A livelli più alti, il
taoista realizza pienamente il carisma, il Potere del Tao, e,
essendo connesso alla Grande Origine, può fare cose

49
Ziranjing 自然经, Il Libro della Spontaneità.
50
Dao De Jing Cap. 38. In questo capitolo viene descritta una
gerarchia di valori che parte dal Dào 道, passa per Dé 德, Virtù,
Rén 仁, bontà, Yì 义, rettitudine, Lǐ 礼, buone maniere.

104
straordinarie, persino sconfiggere la morte fisica,
diventando un Immortale, uno Xiānrén 仙人 51.

Noi taoisti, seguiamo le norme etiche 52 nel nostro


quotidiano tramite un comportamento meritorio,
Gōngxíng 功行. Cerchiamo di essere umili, semplici e
frugali. Non agogniamo fama, ricchezza, potere e
riconoscimenti personali perché ci allontanerebbe dal Tao.
Cerchiamo di accumulare meriti, Jīgōng 积 功 , per
avanzare sulla Via spirituale.

Ovviamente coltivare la virtù, non vuol dire


disinteressarsi del mondo. Tutt’altro. Abbiamo a cuore
innanzitutto il bene del popolo e poi quello di noi stessi.
Testimoniamo la nostra presenza nel mondo, cercando di
stabilire intorno a noi la Virtù, Lìdé 立 德 , poiché,
crediamo che tutti gli esseri sensienti dovrebbero essere
protetti e salvati dal carisma del Tao.

51
Lo so che il concetto dell’immortalità può far storcere il naso
agli intellettuali occidentali. Non è questo il luogo per un
approfondimento dottrinale o bibliografico ma, personalmente,
ho incontrato maestri la cui età era ben lontana dai termini cui
siamo abituati. In fondo, una giusta combinazione di eugenetica,
alchimia interiore e altri fattori, può allungare la vita.
52
Nel presente lavoro ho esposto le principali.

105
Una parabola finale
Un ladro condusse suo figlio con sé in una villa e gli
ordinò di rubare gli abiti in un armadio a muro. Quando il
figlio vi entrò, egli lo chiuse dentro e scappò via nella
notte, facendo un baccano d’inferno, battendo contro le
pareti, urtando mobili e quant’altro rumore potesse fare.
Gli abitanti della casa, svegliati dal frastuono, accorsero
tutti. Certi che c’era un ladro in casa, iniziarono a cercare
in ogni angolo. Il ragazzo, imprigionato nell’armadio, era
in preda alla disperazione. La sua mente cercava
affannosamente il modo di poter sfuggire alla cattura. A
questo punto ebbe un’idea: fare i versi di un topo. Gli
squittii attirarono l’attenzione dei servi e il padrone di
casa, ovviamente, ordinò loro di aprire le porte
dell’armadio per far uscire e catturare il topo. Non appena
fu tolto il lucchetto, il ragazzo balzò fuori, travolgendo i
servi sorpresi, e scappò più veloce che poteva, inseguito
da tutti. Corse per stanze e corridoi ma non riusciva a
seminare gli inseguitori. A questo punto vide il pozzo nel
cortile e gli venne un’idea. Prese un grosso sasso e lo
scaraventò dentro con tutta la sua forza. Padrone e servi,
udendo il tonfo nell’acqua, pensarono che il ladro vi fosse
caduto dentro. Mentre loro andavano ad affacciarsi ai
bordi del pozzo, il ragazzo correva verso la libertà.
Giunto a casa egli raccontò l’accaduto al padre il quale,
dopo aver ascoltato, disse:
“Bravo! Adesso sei pronto per essere un ladro!”

Spiegazione
Qual è l’insegnamento?
Chi rappresentato i personaggi di questa storia?
La strada dello sviluppo spirituale taoista è sempre
individuale.

106
Il padre è il maestro taoista, il figlio, il suo apprendista.
Un maestro vero fornisce l’insegnamento corretto e
guiderà lo studente lungo il suo processo di sviluppo
spirituale. Ogni insegnamento che si riceve, affinché
diventi efficace, deve essere metabolizzato dallo studente.
A ognuno di essi dovrà corrispondere una piena
consapevolezza nel suo cuore perché il Tao può essere
compreso e realizzato solo individualmente.
Quando inizia il processo di sviluppo interiore, ci
troviamo nella stessa situazione del figlio: rinchiusi, al
buio, senza uno spiraglio di luce. Nessuno ci può aiutare.
Dipende esclusivamente da noi uscire da questa
situazione. Dobbiamo essere noi a trovare il modo di
uscire. Premesso che vogliamo farlo davvero.
Il lucchetto rappresenta i blocchi mentali alla
comprensione e impediscono alla nostra natura vera di
venire fuori. Esso potrà essere aperto solo con la giusta
chiave: l’illuminazione.
Gli inseguitori rappresentano i nostri preconcetti, i
paradigmi mentali, l’ignoranza spirituale. Essi vogliono
catturarci per forza. Per sfuggire loro dobbiamo rompere
le dinamiche mentali. Fare in modo che sorga un pensiero
nuovo, di là dagli schemi usuali. Ecco che a questo punto,
improvvisamente, si accende una luce nella nostra testa e,
un altro pezzo di Verità, è conquistato.

In fondo il percorso taoista non è altro che una serie di


micro-consapevolezze, di piccole conquiste personali,
che porteranno, lentamente ma inesorabilmente,
all’Illuminazione Spirituale.

Buona “Via” a tutti.

107
La Chiesa Taoista d’Italia

1993 – Fondazione dell’A.T.I.

Che cos'è

Innanzitutto è un Ente Ecclesiastico, promuove e diffonde


il culto e la confessione religiosa taoista, forma i Ministri
di Culto, fornisce istruzione e assistenza ai fedeli taoisti e
la cura delle anime.

Più in generale è un movimento culturale e spirituale


taoista che vuole essere:
1. Un punto di ritrovo per tutte le persone che intuiscono
che esiste o che hanno effettivamente sperimentato,
una dimensione spirituale.
2. Un centro in cui si studiano le metodiche Taoiste di
realizzazione spirituale.
3. Una comunità di persone che vogliono condividere le
proprie esperienze spirituali e fare un pezzo di strada
della propria vita insieme.
4. La C.T.I. non ha fini di lucro, è apartitica, apolitica.

108
Mezzi
La C.T.I. si sostiene con le quote di iscrizione e con
offerte gratuite e volontarie.

Adesione
L'adesione alla C.T.I. è libera e volontaria. Chiunque,
avendo sentito dentro di sé l'innata pulsione della ricerca
spirituale, può farne parte. In qualsiasi momento ognuno
può andare via o tornare, secondo i suoi bisogni o desideri,
senza restrizioni o permessi, di qualsiasi genere da parte
di alcuno. La C.T.I. non è obbligata ad ammettere tutti i
richiedenti e può estromettere coloro la cui condotta sia
contraria ai valori che persegue53.

53
1. Le 6 Libertà della Costituzione della Repubblica
Italiana : 1. Persona - art. 13 - la libertà personale è inviolabile.
2. Riunirsi - Art. 17 - I cittadini hanno il diritto di riunirsi
pacificamente e senza armi. Per le riunioni anche in luogo aperto
al pubblico, non è richiesto preavviso. 3. Associarsi - Art.18 - i
cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente senza
autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla
legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che
perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante
organizzazioni a carattere militare. 4. Culto - art. 19 - Tutti
hanno il diritto di professare liberamente la propria fede
religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne
propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto,
purché non si tratti di riti contrari al buon costume. 5. Pensiero -
Art. 21 - Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio
pensiero con la parola, con lo scritto e con ogni altro mezzo di
diffusione. 6. Insegnamento - Art. 33 - L'arte e le scienze sono
libere e libero ne è l'insegnamento. Enti e privati hanno il diritto
di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo
stato.

109
Permanenza
Agli iscritti, che devono essere maggiorenni 54, è richiesto,
per tutto il tempo in cui decideranno di far parte della
C.T.I. :
1. Amicizia e mutuo soccorso con tutti gli altri membri,
ognuno secondo i propri mezzi e possibilità.
2. Non attentare mai e in alcun modo alla propria o altrui
esistenza.
3. Avere rispetto non solo per la vita umana ma anche
per tutti gli altri esseri viventi, animali e piante. Da
cui un profondo impegno ecologista.
4. Siano sempre consapevoli dunque responsabili di se
stessi, in particolare non assumendo sostanze
inebrianti e\o stupefacenti di qualsiasi natura, che
alterino in qualche modo l'essere coscienti.
5. Non elevino il fanatismo di qualsiasi genere a valore
significante la propria esistenza.
6. La pratica quotidiana della meditazione.

2. ONU - Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - Art.


18 - Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di
coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di
cambiare religione e di credo; e la libertà di manifestare,
isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la
propria religione e il proprio credo nell'insegnamento, nella
pratica, nel culto e nell'osservanza dei riti.
54
I minorenni possono far parte della C.T.I. previo esplicito
consenso scritto del facente patria potestà.

110
Caserta, marzo 2012

111
L’autore

56 anni. 40 dei quali dedicati allo


studio, alla pratica e
all’insegnamento delle discipline
psico-motorie, marziali e spirituali
orientali.
Maestro di Karate, 6° dan FESIK, di
Taji quan e Qigong.
Taoista iniziato nel 1993 nella
Scuola Xuan Wu Pai di Wudang, 14° generazione, con il
nome Lǐ Xuán Zōng 李玄宗 e il titolo religioso di 传法护
持 Chuánfǎ hù chí, “Colui che possiede, protegge e
diffonde l’Insegnamento Taoista”.
Collabora da quasi due decenni con l’Associazione
Taoista Cinese e altri organismi internazionali alla
diffusione del Taoismo.
Laurea in Scienze Motorie. Diplomato presso
l’Università di Educazione Fisica di Pechino in Qigong,
Taiji Quan e in varie tecniche di medicina manuale cinese.
È stato per sei anni il rappresentante ufficiale in Italia
della suddetta università.
Prefetto Generale della Chiesa Taoista d’Italia.
Conferenziere internazionale.

112
Note finali

Tutti i proventi, presenti e futuri, derivati dalla vendita


del presente testo, saranno donati alla Chiesa Taoista
d’Italia.

Nel corso del testo ho preferito usare la translitterazione


“Tao” dell’ideogramma 道 perché più familiare al
linguaggio italiano, mentre ho usato il pinyin “Dào”,
orami universalmente adottato, quando mi sono riferito ai
testi.

I passi citati del Dao De Jing (versione di Wang Bi) e di


altre opere taoiste, sono stati redatti dal sottoscritto
pensando più all’intellegibilità culturale, vista la finalità
divulgativa, piuttosto che alla rigida adesione letteraria
del testo. Senza mai, ovviamente, travisarne il senso.
Tenendo sempre presente la visione taoista.

Contatti:

www.daoitaly.org

daoitaly@gmail.com
prefetto@daoitaly.org
segreteria@daoitaly.org

M° Li Xuan Zong : 335 – 8236861


Segreteria C.T.I. : 333 - 5024031

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