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Sommario
Lo SCOPO della Vita............................................................................................................. 1
La bellezza di essere vivi..................................................................................................................... 2
Passato e futuro...................................................................................................................................... 4
Una dimensione senza tempo............................................................................................................ 6
Realizzare lo Scopo Primario............................................................................................................ 9
Nel presente emerge qualcosa di nuovo....................................................................................12
Cambiamento della coscienza umana........................................................................................14
Consapevolezza.................................................................................................................................... 17
Tutto è Sacro.......................................................................................................................................... 20
Creatività................................................................................................................................................. 22
L’Eterno Soggetto........................................................................................................................... 25
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E non lo fate perché la Vita vi ha inferto un duro colpo, questo è infatti un altro
modo per uscire dalla mente, ma ne uscite semplicemente con un
Quando fate un passo fuori dal rumore del pensiero, quella è meditazione ed è
anche il manifestarsi di un diverso stato di coscienza.
Anche uno shock può avere lo stesso effetto… Magari all’improvviso vi appare
davanti qualcosa e non sapete esattamente cosa sia. Qualcosa di completamente
nuovo. Un animale, mentre state camminando nella foresta. E improvvisamente
c’è un momento di semplice presenza.
Siete Presenti
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Passato e futuro
La maggior parte dei pensieri della vostra mente, della mente di chiunque,
perché non c’è nulla di personale, la maggior parte dei pensieri che pensate, li
avete già pensati: sono vecchi pensieri.
Quando il futuro, che è un pensiero, arriva, può solo apparire nello spazio della
vostra consapevole presenza. Il futuro arriva sempre e solo nel presente.
Perché al di là dei pensieri nella vostra mente che dicono: “Questo è accaduto a
me. Io ho fatto questo, Lui mi ha fatto questo, Lei mi ha fatto questo o le ho fatto
questo. O l’ho fatto a loro e poi loro hanno fatto quest’altro. E poi…”
Tutto questo non è accaduto nel passato, quando è accaduto. Ammesso che sia
mai accaduto. Perché voi sapete come lavora la mente: gradualmente
reinterpreta il passato, quindi può darsi che quelle cose che vedete come
realmente accadute, non lo siano. O magari sono accadute, ma quando sono
accadute, era l’adesso.
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Il tempo come passato o futuro può solo manifestarsi come un
pensiero.
Non possiamo negare, però, che in questa realtà superficiale sembra esistere
una cosa quale il tempo.
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Non come qualcosa in cui credere, come una credenza che conforti, ma
piuttosto come qualcosa che possa realmente essere sperimentato?
Questo mi porta allo scopo della nostra vita che, mi dicono, sia il titolo di
questo incontro.
Ammesso che esista una cosa del genere, lo scopo della vita è duplice:
e questa è veramente una cosa strana. Di solito, infatti, nel momento in cui
parlate di scopo, pensate immediatamente “Sì, è nel futuro”. Di solito non potete
pensare ad uno scopo senza chiamare in causa l’idea di un futuro, perché sembra
che lo scopo sia là e che io sia qui.
Del proposito primario, invece, non ce ne possiamo occupare più tardi, perché
il proposito primario significa rendersi conto che lo scopo della vita è privo di
tempo. La prima cosa, la prima piccola indicazione che potremmo usare, è quella
di dirvi quale sia questo scopo.
Lo scopo primario (in questo momento) è stare seduti qui, su questa sedia.
Il mio scopo primario è quello di stare seduto qui e parlare.
Il vostro scopo primario è di sedere lì e ascoltare.
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In realtà, l’ascoltare e il parlare non sono poi così diversi perché potrei dire che
anch’io sto ascoltando le parole che escono da questa bocca.
Quindi, in definitiva, sono la stessa cosa.
La totalità di tutte le molecole e di tutti gli atomi che stanno fluttuando in giro
nell’universo (alcuni di questi si uniscono temporaneamente manifestando ciò
che appare come una persona) si uniscono insieme e gli atomi e le molecole del
vostro corpo a un certo punto sono nelle stelle. Forgiati nella fornace delle stelle
e in uno strano modo tutto si unisce. E la totalità della vita a un certo punto,
improvvisamente vi mette qui.
È solo quando noi guardiamo questo dalla nostra limitata prospettiva che
sembra che tutte queste cose siano accadute nel passato e ci abbiano, alla fine,
portato qui. Ma, in effetti, tutto sta accadendo in un presente senza tempo e
qualsiasi cosa esista in questo istante, esiste perché non può essere altrimenti.
Ora, la mente dice che questa frase non ha un senso concreto perché voi siete
già qui, quindi come può questo essere il vostro scopo?
Questo non significa che voi non possiate fare qualcos’altro. In questo istante io
sto facendo questo e si suppone che io lo faccia in questo istante. (l’oratore
afferra un bicchiere d’acqua dal tavolo)
Ora sto bevendo un bicchiere d’acqua e questo è il mio scopo in questo stesso
momento. (sorseggia un bicchiere d’acqua)
Ora il mio scopo è rimettere il bicchiere sul tavolo. (lo posa lentamente)
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Se io so che questo è il mio scopo, in che modo questo può essere diverso dal
modo in cui lo faccio normalmente?
Il modo normale di bere un bicchiere d’acqua è voler essere già lì. (l’oratore
indica il bicchiere sul tavolo)
Mentre sollevate il bicchiere, voi già volete essere qui. (con una mano lo afferra
e con l’altra indica le labbra)
(ora sorseggia l’acqua) E mentre sorseggiate l’acqua, desiderate che l’acqua sia
già nel vostro stomaco.
E mentre il bicchiere sta viaggiando di nuovo verso il tavolo, voi vorreste che
fosse già lì persino mentre è ancora qui. (ha ancora il bicchiere in mano)
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Essere allineati interiormente con l’adesso, anziché sminuire ogni cosa stiate
facendo nell’adesso o chiunque voi siate nell’adesso. Non essere mai pienamente
dove siete, perché i vostri pensieri vi stanno portando da qualche altra parte.
Non state mai pienamente nel fare quello che state facendo,
così che il fare diventa un mezzo per un fine. Questo è il destino degli umani
che sono intrappolati nella mente.
Perché vivete sempre in funzione di ciò che verrà dopo, e ciò che verrà dopo è
solo un pensiero.
Il vostro scopo invece è quello di vivere allineati con quello che c’è,
così che nulla di quello che fate sia un mezzo per un fine ma sia un fine in sé.
No, perché non l’avete mai realmente guardato. Non ne avete mai realmente
fatto esperienza. Né mentre nuotate, né mentre fate la doccia, e nemmeno
mentre bevete.
e di stare completamente in quello che fate, in modo che non venga sminuito.
In modo che la preziosità del momento presente non venga ridotta a un mezzo
per un fine.
È così ovvio, è così ovvio che non avete bisogno di esserne persuasi, lo
sapevate.
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“Certamente lo sapevo, ma allora perché non l’ho vissuto?”
Questa è la continua pratica del presente, stare nel momento presente. Molte
volte, probabilmente, voi perdete l’adesso, perdete di vista il vostro scopo
primario e ricadete in una sorta di disfunzione che il mondo chiama
comportamento normale, esistenza normale.
E potete guardare film, TV, video, qualsiasi cosa, tutte manifestano la stessa
normale disfunzione. Questo è ciò su cui tutto è basato.
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E non posso spiegarvi cosa sia la presenza, posso solo darvi qualche piccola e
breve indicazione. Vi ho suggerito di controllare se stavate respirando oppure no.
“Ah, c’è presenza!”
Mentre ne parlo ora, vi sono due dimensioni relative a questo momento qui: le
parole e la presenza. La Presenza non ha nulla a che vedere con le parole o con il
pensare. Non ha forma. Non potete dire: “Ah, eccola qui!” Non potreste mai
trasformare la Presenza in un oggetto, un oggetto mentale, perché
Presenza.
Nel Nuovo Testamento, Gesù la chiamò il Regno dei Cieli. E dice letteralmente
che il Regno dei Cieli non si manifesta con segni che si possano percepire.
Non potete dire: “Ah! Ora l’ho trovata! Eccola qui! Ahh!”
Che è sempre stata lì, sarà sempre lì, perché è al di fuori del tempo.
La vita che c’è in voi e quella che c’è in questo bicchiere d’acqua
sono una e la stessa.
Allora guardate un fiore e non lo chiamate, non gli date un nome. Non avete
bisogno di chiamarlo in alcun modo. Per vedere realmente il fiore, la mente deve
essere quieta. Allora lo guardate di più attraverso questa quiete che attraverso il
brusio mentale.
Quindi è la quiete, e non la persona che voi pensate di essere, che sta
guardando il fiore. E che comprende, alla fine, che il fiore è pervaso dalla stessa
quiete da cui siete pervasi anche voi. Quindi c’è un riconoscersi. E qualsiasi cosa
percepiate è pervasa dalla stessa immaterialità senza forma che la mente non può
comprendere, che nessun scienziato ha mai trovato.
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“Non posso smettere di pensare perché altrimenti non saprò più chi sono. Se smetto di
raccontare a me stesso la mia storia e di raccontarla agli altri, in modo da poter avere
qualche conferma che la mia storia sia reale, se smetto di recitare il monologo, se il
monologo che tiene in piedi la mia identità finisce, allora io chi sono? Così continuo a
parlare.”
Oppure, “Ho letto un altro libro la scorsa settimana, diceva il contrario di quello che ha
detto lui, quindi ne devo venire a capo. Dice che il tempo non esiste ma io non sono
assolutamente d’accordo. È solo un mucchio di spazzatura.”
A ogni cosa, nel momento stesso in cui appare, viene messa una etichetta. La
piccola mente commenta su chiunque incontriate e ha immediatamente qualcosa
da dire sull’altra persona.
E di solito, quello che ha da dire, ha a che vedere con me e con la mia storia in
cui l’altra persona può o non può adattarsi alla mia storia o come può rendere la
mia storia più interessante, o come può minacciare la mia storia.
Invece di adattarsi al vostro senso del sé, costruito dalla mente, lo minaccia.
E arriva l’ora di trovare un avvocato divorzista.
Non c’è nulla di sbagliato in questo piccolo uomo o in questa piccola donna
(ora indica la sua testa), tranne quando sono loro, lui o lei, a guidare la vostra
vita. Perché questo creerà un disastro. Hanno buone intenzioni, non ne dubito,
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ma è proprio da qui che viene la frase: “La strada per l’inferno è lastricata di
buone intenzioni”.
L’ego umano provoca distruzione, non solo nella vita personale ma in quella
collettiva. Quella stessa distruzione di cui potete leggere in un qualunque libro di
storia.
L’autore enfatizza un po’ di più il lato umano della storia, rispetto a quello
concettuale dei politici che stringono alleanze e tutto quel non senso.
La sofferenza umana è così grande ed è incredibile ciò che gli umani si fanno: è
la storia del ventesimo secolo. La sofferenza è talmente incredibile, voglio dire,
sapevo già quanto fosse pazza la storia, ne ho parlato molto, ma lì l’ho vista di
nuovo ed è ancora più folle di quanto credessi. Non ci sono parole.
Chi o cosa in voi riconosce la pazzia come pazzia, la follia come follia?
Quel chi o quella cosa potrebbero persino riderne perché è così folle.
Piangerne o riderne o entrambe le cose!
Chi, che cosa in voi vede la vostra propria mente, il suo costante
chiacchiericcio, il suo costante monologo?
Quanta negatività, visto che i pensieri negativi durano di gran lunga di più dei
pensieri positivi?
Voi potrete dire: “Oh che bel fiore” ma non penserete a lungo a quel fiore.
Invece, un pensiero negativo sopravvivrà per mezzora, per un’ora, per due ore
nella vostra mente.
Il pensiero di un bel fiore che di nuovo non è, quel fiore che non avete
realmente visto, è una cosa superficiale, quel pensiero rimane forse per dieci
secondi.
“Oh è un bel fiore, ma ora lasciami pensare a quello che lui mi ha fatto ieri e a che
cosa ha detto e a cosa gli farò io domani.”
Ciò che emerge è una dimensione dalla quale siete capaci di osservare quello
che sta facendo la mente.
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Consapevolezza
Il cambiamento è passare dall’essere un’entità basata sul pensiero all’essere
un’entità basata sulla consapevolezza. Non voglio nemmeno dire entità perché
voi siete molto più vasti quando SIETE, allora realizzate che CHI SIETE non ha
nulla a che vedere con i pensieri che stanno attraversando la vostra mente.
Lo toccate quando c’è un momento di pausa tra due pensieri, ma non lo potete
mai definire attraverso il pensiero.
Se cercate una risposta, sarà ancora un pensiero, ancora parole: Chi sono io?
Può realmente funzionare se siete vigili e non cercate di rispondere alla
domanda. E qualunque sia la risposta che trovate dopo che vi siete domandati
“Chi sono io?”, non è la risposta.
Tutto qui. Non potete afferrarlo. È l’essenza dell’identità, di quello che sentite.
Ognuno pensa di essere qualcosa di molto prezioso… “Io sono prezioso” E quel
senso di essere prezioso, quello non siete disposti a perderlo.
Ma il senso dell’io di solito diventa tutt’uno con una storia nella mente.
“Io sono questo. Io sono quello.”
Molti di voi vanno avanti e indietro tra le due condizioni (Stato di sogno e
Consapevolezza): siete presenti e poi accade qualcosa e voi tornate indietro
nel… mmmh… (rumore mentale)
E allora, la vecchia macchina nella testa: “Cosa vuol dire che non ci sono
problemi? Sarà meglio che cominci a pensare ai tuoi problemi. Non risolverai i
tuoi problemi semplicemente stando seduto lì”.
Una sorprendente comprensione è che nel momento presente c’è solo quel che
c’è, ma non ci sono problemi.
E voi osservate. Ora con osservare mi riferisco a qualcosa di più del vedere o
dell’aspetto visivo ma potrebbe esserne parte. Ciò che realmente intendo è che c’è
attenzione: uno spazio di attenzione. Voi date a quella situazione o a quella
persona lo spazio della consapevolezza di una qualità penetrante ma non
aggressiva e che ha una certa intensità. Forse questa è un’espressione migliore.
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Tutto è Sacro
Quando siete Consapevoli, quando siete PRESENTI nell’Adesso, emerge dentro
di voi qualcosa di inaspettato.
Il fiore dice: “Prego, sono qui, guardami.” Perché è solo attraverso la vostra
percezione consapevole che il fiore, che non è alla fine separato da chi siete o da
cosa siete… vi è un essere Uno. È attraverso la vostra percezione che il fiore
riconosce se stesso. Il fiore è così innocente che non conosce nemmeno la propria
bellezza. Ma la sola consapevolezza dalla quale il fiore proviene, la sola
consapevolezza dalla quale questo corpo proviene, in quella unica
consapevolezza il fiore riconosce istantaneamente la propria bellezza.
Questo è quello che accade quando camminate nella natura e siete presenti e
non state imponendo etichette mentali a ciò che percepite. Allora realizzate che
tutto e sacro. Il fiore è sacro, l’albero è sacro, lo stelo d’erba è sacro.
Ma non dite a voi stessi che è sacro. D’accordo, ogni tanto i pensieri possono
affiorare, ma voi percepite la sacralità della foresta… del deserto… del cielo.
Tanto, tanto tempo fa gli esseri umani che appartenevano alle civiltà più
antiche riconoscevano ancora la sacralità dell’universo che li circondava. In
seguito si è manifestata una concettualizzazione che ha continuato a ripetersi.
Ogni cosa è diventata sempre meno viva perché trasformata in concetto.
Ogni cosa intorno a voi diventa sempre più morta e la sacralità dell’universo,
incluse la vostra propria vitalità e sacralità, vanno perdute. O meglio, non vanno
perdute, rimangono oscurate. Non le vedete più. Ed è qui che siamo,
collettivamente, come specie.
Finché la maggior parte degli uomini vivono nel sogno creato dalla loro mente:
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Abbiamo un mondo senza vita perché
tra noi e l’universo c’è un velo, una densità della mente che
solo adesso comincia a dissolversi.
Ed è questa la liberazione:
l’emergere di una nuova consapevolezza.
Quanto più entrate in contatto con lo spazio, con la quiete, la vigile quiete,
tanto più i processi mentali e il pensiero condizionato vengono gradualmente
erosi. È come il karma, che è tutto il condizionamento inconscio che ereditate e
che scambiate per chi siete e che vi costringe a riviverlo ancora e ancora. A
ripensarlo ancora e ancora.
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Creatività
Il pensiero creativo nasce quando siamo presenti, solo allora la mente può
realizzare il suo legittimo scopo nella vita pratica (lo scopo secondario). Può così
essere al servizio della creatività che viene solo dall’incondizionato. La mente
allora può intervenire e dare una forma, dare una forma o darne un’altra. È bello!
È bellissimo! Potete così manifestare, anche attraverso la mente, potete
manifestare delle cose.
Non in quel modo e non in un modo che è generato dal continuo bisogno
dell’ego che dice: “Non mi sento realizzato. Qui c’è qualcosa che manca. Non ho
raggiunto il completamento di me stesso. Penso di avere bisogno di una casa più
grande perché grazie a una casa più grande posso realizzare me stesso.”
Così, con uno sforzo maggiore e tanto stress, gestendo gli affari con perizia ed
eliminando la concorrenza, entrate in possesso di una casa più grande. Così,
avete la casa più grande e per un po’ sentite che “Sì, ora sto cominciando a sapere
chi sono”. Ma dopo un paio di settimane o di mesi che siete seduti nella casa più
grande cominciate… “Mi manca qualcosa e questo non mi fa più sentire
realizzato. Ho bisogno… Sì! Cercherò una moglie trofeo!”
Non è quello. E così vivete questa realtà superficiale. Questo è il mondo della
forma. Potete godere del mondo delle forme per quello che è senza aspettarvi da
esso qualcosa che non può darvi. In questo modo potete gioire delle cose e potete
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anche manifestare delle cose, ma non più dal senso di necessità dell’ego che dice
“Ho bisogno di questo per essere felice.” Perché il mondo delle forme non può
fare questo.
(ma cercate prima il Regno dei Cieli e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù.)
L’unico modo per sapere che l’avete già; e non solamente che lo avete, ma che
lo siete, che voi siete già quello che state cercando, e non lo sapete perché
continuate a cercarlo altrove. Lo potete sapere solamente nell’adesso,
allineandovi con l’adesso e con il potere che c’è lì, dentro di voi.
Nel vuoto, nella non forma, nella consapevolezza, nella quiete, o comunque lo
vogliate chiamare. Lì c’è il potere e lì c’è l’IO SONO che si è spogliato di tutto, di
questo e di quello. La pura esperienza del conoscere se stessi come l’essere, come
Essere, come la Vita stessa.
La gente pensa di avere una vita. D’accordo, qualcuno dice non ho una vita ma
intende qualcosa di diverso. “Io non ho una vita”, oppure dicono “Fatti una vita!
Va bene, ci proverò…”
Ci sono quindi due modi di dire che non ho una vita. Uno è il modo deluso. Dite
“Non ho una vita” ma intendete dire “La mia storia di vita non è soddisfacente e
qualunque cosa faccia non mi sembra di essere soddisfatto”.
Dite “io non ho una vita” quando comprendete che voi e la vita non siete due,
ma uno. Che non c’è un voi e la vita, e che non potete perdere la vostra vita.
Come sarebbe possibile? Perché questo implicherebbe che c’è la vita e c’è un me.
Allora la perdo e cosa rimane? Il me! Perciò, quando dite “non ho una vita”,
significa realmente che mi sono reso conto che io e la vita non siamo due.
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Io sono Vita, sono uno con la Vita. Sono una manifestazione temporanea, in
questa forma, dell’unica Vita. Così come il fiore è una manifestazione
temporanea dell’unica Vita, dell’Unica Consapevolezza, dell’Unico Spirito.
Questo è un piccolo guizzo nella vita dell’universo, ogni singola vita è come un
piccolissimo battito di… (con la bocca pronuncia un brevissimo sibilo) Ecco la
vostra intera storia di vita! Dalla prospettiva dell’universo, tutte le cose delle
quali mi preoccupo tanto e tutte le cose importanti… un lampo! (con la bocca
emette brevissimi sibili) e miliardi di altri lampi!
Ma voi non siete la forma, avete solamente pensato di esserlo. Voi avete
pensato di esservi identificati con ogni pensiero, di esservi identificati con il
corpo che ha vita breve, con la mia storia, tutte cose che hanno una vita breve.
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L’Eterno Soggetto
Chi sono io? Non sono questo, non sono quello. Chi sono non può essere
definito da una forma, da una parola, ma lo potete conoscere direttamente.
Non toccato da nessun evento o accadimento. L’eterno IO SONO che è alla base
di tutte le manifestazioni. Così potete guardare le manifestazioni e riconoscere
voi stessi: l’UNO in ogni manifestazione.
Potete riconoscere l’essenza di chi siete nel fiore e amarlo perché amate voi
stessi. Riconoscere voi stessi è amore perché c’è solo l’Io e quindi riconoscete
anche un altro essere umano, riconoscete l’essenza dell’altro, non la storia, non
qualsiasi cosa la mente sta dicendo su chi è l’altro. Niente di tutto questo.
Quindi, per un po’ il sogno diventa molto piacevole perché, all’interno del
sogno della forma nella quale continuate a muovervi, in questo corpo, dentro il
sogno della forma, sorge e risplende qualcos’altro. È il riconoscimento di ciò che
sta alla base di ogni forma: l’IO SONO.
e voi sperimentate il mondo, la vostra vita, la vostra cosiddetta vita, che poi non
è vostra, la sperimentate in un modo diverso. C’è in essa una certa leggerezza,
light in entrambi i significati di questa parola inglese: un’assenza di peso ma
anche la luce della consapevolezza che risplende attraverso il mondo della forma
che voi riconoscete. La trasformazione del mondo avviene quindi quando il
vostro stato di consapevolezza subisce una trasformazione e ve n’è il
riconoscimento.
Fino a che voi non riconoscete voi stessi e siete completamente identificati con
questa forma, psicologica e fisica, tutte le altre forme sono fondamentalmente
minacciose e questa è stata la storia dell’umanità. Il lottare senza posa contro
altre forme perché ogni altra forma è una minaccia, sia personale o collettiva.
Quando ci si riunisce, allora c’è un noi e c’è un loro. In questo modo acquisite il
concetto dell’altro come estraneo. Un altro essere umano è quindi così estraneo,
concettualizzato attraverso la testa, e reso così diverso da potergli infliggere ogni
forma di violenza senza sentirla, senza averne nemmeno la percezione.
Non amo questa parola, sembra troppo superficiale: è più profondo di questo.
Non vi aspettate che le forme di questo mondo, persone o situazioni, debbano
farvi felici e non temete che non lo facciano, che possano rendervi infelici.
Quindi, paura e aspettative se ne vanno. Ed è una buona cosa.
Non vi aspettate più che il mondo vi dia quello che non può darvi,
cioè voi stessi.
Così potete sperimentare il mondo della forma e goderne, includendo gli altri
esseri umani, l’interazione con gli altri esseri umani perché state sempre
incontrando voi stessi. Non è meraviglioso? E apparite sempre diversi, in qualche
altra forma.
Ogni tanto mi piace andare a sedermi al bar. Sto seduto e bevo una tazza di
caffè e mi limito a guardare tutta la gente che entra e beve il suo latte o qualsiasi
altra cosa. Oppure siedo lì e guardo solamente. Guardo me stesso apparire in così
tante forme e non c’è pensiero. E cosa c’è da pensare?
Qualsiasi cosa la mente possa dire a proposito di quegli esseri è, alla fin fine,
un’illusione. È solamente un giudicare la forma. E questo non è l’Essere. Quindi
stare lì, da Starbucks, come spazio di consapevolezza, vi è uno spazio di
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consapevolezza e lì sto guardando me stesso mentre bevo il caffè o qualsiasi cosa
essi bevano.
Perché non create più un folle mondo di conflitto con gli altri, poiché non ci
sono altri. E allora gli altri vi amano perché riconoscono che c’è qualcosa.
Eppure la loro mente può interpretarlo in modo sbagliato e dire: “Oh, sei così
speciale!” La mente potrebbe anche attaccarsi a voi. “Ti voglio sposare”. Ma
questa è la mente.
È la cosa più bella che potete dare a un altro, che non è un altro.
Quando gli umani sentono che incontrandoli li riconoscete nella loro essenza
senza giudicarli, ed è possibile che lo sentano, a meno che la densità nella loro
mente sia così forte da non sentire più nulla, cosa possibile… e questo va bene,
allora essi non vengono giudicati, così voi sentite…
La maggior parte degli esseri umani sente che l’unica situazione in cui si
possono relazionare con gli altri esseri senza venire giudicati è con i bambini
piccoli prima che comincino a parlare, cioè a pensare. È questa la ragione per la
quale molti sorridono guardando i neonati. Perché il neonato vi restituisce lo
sguardo e non c’è giudizio.
Gli uomini, probabilmente, l’avevano anche loro 10.000, 20.000 anni fa, prima
che lo stadio del pensiero incominciasse.
Ovviamente, non torneremo indietro allo stadio dei cani, quello è bello per il
cane. Non è per noi. Noi stiamo facendo un passo oltre, stiamo elevandoci al di
sopra del pensiero.
Questa è la Presenza!
Eppure, al folle l’intelligenza dell’universo assegna compiti che gli umani, che
potrebbero essere considerati più intelligenti o più evoluti, non potrebbero
portare a termine. Lo trovate, per esempio, nel Signore degli Anelli, una favola
mitologica più recente, in cui l’hobbit è una persona molto semplice. Tutti gli
altri intorno all’hobbit sono più intelligenti, eppure lui solo può farlo, può
adempiere a quel compito.
L’universo si serve del folle per portare a termine tutti questi importanti
compiti perché il folle è più allineato con la totalità. Ed è lo stesso nel film
Forrest Gump. Vi è di nuovo costui, che appare come un sempliciotto, e
l’universo lo sostiene sempre. E non c’è ego. Non c’è mai la pretesa che ci sia
stato un io a farlo, di essere stato io a ottenerlo.
Il folle non ha ancora raggiunto lo stadio dell’ego. Gli umani normali sono pieni
di ego, pieni di mente, pieni di me e così vengono bloccati.
Le cose accadono e non dovete più fare tanto. Questa è la cosa sorprendente. Il
fatto che, semplicemente, le cose accadono.
Si può solamente guardare con stupore a ciò che sta succedendo. “Cosa sta
succedendo? Wow. Sono io che sto facendo questo? No, non sono certamente io a
farlo, sono solamente un’apertura per questo”.
Così come voi siete una apertura attraverso la quale la Consapevolezza può
passare. Questo è quello che la vita vuole da voi. Naturalmente voi non siete
separati ma quando si utilizza un linguaggio ci separiamo sempre.
Nel nuovo testamento Gesù dice: Voi siete la luce del mondo.
Grazie…