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Premessa

Queste note, suddivise in "lezioni", sono dedicate agli arcieri che, dopo aver frequentato un corso
per principianti ed aver cosi' appreso le prime nozioni, hanno acquistato il loro primo arco e stanno
cercando di metterlo a punto.
Possono anche costituire una verifica per chi tira con l'arco da poco tempo ma non sono indirizzate
ad arcieri molto esperti; alcuni punti non sono approfonditi e le soluzioni proposte sono adatte alle
persone cui sono indirizzate queste pagine ma non coprono la gamma completa delle soluzioni
possibili.
Le note sono ricavate da vari testi che trattano di tiro con l'arco, dalle dispense fornite in occasione
dei corsi per istruttori e allenatori e dalle varie dispense fornite dai fabbricanti e dai rivenditori di
materiale arcieristico completate da alcune osservazioni frutto delle mie esperienze personali e degli
altri istruttori della

Se non trovate la risposta alle vostre domande o se siete gia' esperti e non siete d'accordo con noi,
scriveteci; cercheremo di rispondervi!.

Se non avete frequentato un corso per principianti potrete avere delle difficolta', almeno nella fase
iniziale; un piccolo aiuto vi puo' venire da alcuni informazione pubblicate sulle pagine Web della
nostra compagnia come un corso velocissimo di tiro con l'arco - di Aldo Ricotti oppure le note
essenziali per l'acquisto del primo arco ma il suggerimento rimane quello di frequentare il corso.

Ed ora via ! Puoi proseguire scegliendo il capitolo che piu' ti interessa o utilizzando
l'indice sulla sinistra per andare in ordine. A te la scelta !!!
Misure e termini inglesi
Parlando di archi, si utilizzano spesso termini inglesi e, ancora più spesso, unità di misura inglesi;
ritengo quindi opportuno trascrivere due tabelle per la traduzione delle misure e dei termini più
usati.

Tabella di trasformazione delle misure inglesi in misure decimali:

Unità di misura Simbolo Valore decimale


Pollice (Inch) " 2,54 cm.
Libbra (Pound) lbs 453,59 grammi
Grano (Grain) gr 0,0648 (15,4 grani = 1 grammo)
Piede (foot) ft 30,48 centimetri

Traduzione dei termini in lingua inglese usati con maggior frequenza in arcieria

Brace height altezza corda - distanza arco-coda


Cable Guard deviacavi - separacavi
Clicker indicatore di allungo
Cushion Plunger bottone elastico - berger - ammortizzatore di pressione
Eccentric wheels ruote eccentriche
Eliminator gommino incocco inferiore
Grip impugnatura
Kisser button soucette
Limbs flettenti
Nocking points punto di incocco
Peep visette
Pivot point punto di perno
Rest supporto freccia - appoggiafreccia
Riser corpo centrale - parte centrale dell'arco
Serving rivestimento protettivo
Sight mirino
Stabilizer stabilizzazione
String corda
Tiller ???? meglio parlarne che tradurlo
Tip apice/estremità del flettente con l'incavo per l'alloggiamento della corda
Torque Flight compensatore di torsione
V-bar attacco a V
Weight adjustment dispositivo di modifica del libbraggio
Montiamo l'arco.
Sfogliando qua e la, ho trovato queste brevi note relative all'arco nel suo insieme e le riporto.
Dal punto di vista tipologico, gli archi si distinguono in "tradizionali" (ricurvi e longbow) e
"compound".
In commercio e' possibile trovare modelli piu' adatti al tiro alla targa e altri piu' adatti alla caccia.
Qualunque sia il tipo di arco che si intende utilizzare, occorre trovare il giusto compromesso tra
velocita' e stabilita'.
L'ideale, ovviamente, e' poter scagliare le frecce con la traiettoria piu' tesa possibile ma cio'
comporta spesso una perdita di precisione e una maggior difficolta' di controllo dell'attrezzo.
Il "carico" o "libbraggio" dell'arco, ovvero la sua forza espressa in libbre, non e' l'unico parametro
che permette di stabilire le prestazioni dell'attrezzo in termini di velocita' d'uscita delle frecce.
Responsabile del risultato, infatti, e' in massima parte la sua geometria costruttiva.

Belle queste informazioni; ora pero' montiamo l'arco !!!

Innanzitutto prendete il riser (la parte centrale rigida dell'arco, dove c'e' l'impugnatura) e
applicategli i flettenti. (Se l'arco che avete acquistato e' un compound, potreste saltare questo
paragrafo e passare direttamente alla distanza arco-corda ma ... chissa' ... e poi, sono poche
righe !!!)

Vi ricordate che esiste un flettente superiore ed uno inferiore e che non devono essere invertiti?

Bene! Oltre a motivi tecnici, c'e' anche un altro motivo per cui un flettente deve sempre essere posto
nella parte superiore e l'altro nella parte inferiore dell'arco: per regolamento, sulla faccia del
flettente superiore (per faccia si intende la parte che vedete quando impugnate l'arco) non devono
esserci scritte o segni che potrebbero servire di ausilio alla mira; sull'altro flettente, in genere, le
case costruttrici appongono le indicazioni tecniche ed il proprio logo.

Subito dopo, montate la corda, preferibilmente col carichino e con l'anello piu' grande infilato nel
flettente superiore e controllate la distanza arco-corda.

Distanza Arco-Corda (Brace-height)


Controllate ora la distanza tra il punto di pivot e la corda dell'arco (in genere utilizzando l'apposita
squadretta)

Arco Olimpico
Per archi di qualita', (Hoyt, Yamaha, Pse, ecc.) la distanza viene consigliata dal
fabbricante e, normalmente, e' di

8 pollici (20,3 cm.) per archi di 66 pollici di altezza,


8,5 pollici (21,6 cm.) per archi di 68 pollici di altezza,
9 pollici (22,9 cm.) per archi di 70 pollici di altezza.

La tendenza attuale e' di aumentare la distanza consigliata da 2 ottavi a mezzo pollice


(da 6 a 12 mm.).
Per gli archi economici (Samick, Progress, ecc.), la distanza non e' mai indicata ed e'
molto variabile per ogni singolo arco; l'unico consiglio che si puo' fornire e' quello di
verificare che la corda sia correttamente inserita nell'apposita scanalatura all'estremita'
dei flettenti e che non batta fuori da tale scanalatura, sul flettente, ne' a fianco ne' sotto.
Per tutti gli archi e' comunque consigliato "ascoltarne il rumore"; quando, al momento
del rilascio, l'arco risulta troppo rumoroso od il rumore risulta troppo secco e'
opportuno aumentare o ridurre la distanza arco-corda fino ad ottenere un suono
abbastanza morbido.
Occorre inoltre tenere presente che per archi tipo Samik, Progress, ecc. la rumorosita'
eccessiva puo' essere causata anche dalla corda; il tipo di corda adatta a tali archi e'
quella di Kevlar o Dacron mentre spesso vengono anch'essi forniti con corde in Fast-
Flight o materiale simile

Arco Compound

La distanza arco-corda viene stabilita al montaggio ed e' raramente dichiarata.


Puo' inoltre variare in base al tipo e alla dimensione della ruota montata: rotonda, ovale,
a goccia, ecc.
Nel caso di compound, e' piu' importante controllare che cavi e corda agiscano sulle
ruote in maniera perfettamente simmetrica.
Per una eventuale regolazione, affidatevi solo a persone molto esperte e dotate degli
attrezzi necessari.

Non cercate di farlo in casa se non avete gli attrezzi giusti.

Per tutti gli archi

Trovata la distanza arco-corda migliore per voi, controllatela ed eventualmente regolatela ogni volta
che caricate l'arco.
Quando sarete diventati abbastanza bravi da valutare la rosata dopo poche frecce (20 -30)
ricordatevi che, col passare del tempo, il vostro arco puo' richiedere una diversa distanza arco-
corda; almeno ogni 6 mesi, in genere quando si passa dal chiuso all'aperto e viceversa, verificate
questa distanza e modificatela, in aumento o in diminuzione, fino ad ottenere la migliore rosata.
Tenete inoltre presente un altro fatto che vi potra' aiutare nell'effettuare il tuning (prove di
funzionamento) del vostro attrezzo:

 aumentando la distanza arco-corda si riduce la velocita' di uscita della freccia e quindi la si


irrigidisce;
 diminuendo la distanza arco-corda si aumenta la velocita' di uscita della freccia e quindi la si
ammorbidisce.

Esempio:
considerato un arco di 40 libbre, alto 68 pollici, che lancia una freccia tipo ACE 570 lunga 28",
lasciando invariate cocca, punta e alette, al variare della distanza arco-corda si ottengono le seguenti
velocita' di uscita:
distanza 10" velocita': 199 piedi/secondo
distanza 9,5" velocita': 201 piedi/secondo
distanza 9" velocita': 203 piedi/secondo
distanza 8,5" velocita': 204 piedi/secondo
distanza 8" velocita': 205 piedi/secondo
(fonte: programma Easton per la ricerca della freccia ideale)
Questa legge: aumento della distanza = riduzione della velocita' e' ovviamente constatabile anche
quando si utilizzano frecce in alluminio (sempre lasciando invariate cocche, punte e alette).
lo stesso programma Easton fornisce, per lo stesso arco, le seguenti velocita':
Freccia Distanza 8" 8,5" 9" 9,5" 10"
xx75 1916 Velocità 176 175 174 172 169
xx75 2013 Velocità 182 181 179 178 176
Eagle 1916 Velocità 176 174 173 171 169
E' tuttavia necessario tener presente che una freccia adatta a quell'arco con una distanza arco-corda
di 10 pollici puo' non essere adatta allo stesso arco con una distanza arco-corda di 8 pollici.
Berger e rest
Montate ora il berger (bottone ammortizzatore di pressione) ed eventualmente il rest.
Innanzitutto montiamo il berger e regoliamo la molla per una durezza media (cosi'
come viene normalmente fornito), controllando che la corsa del pistone possa
essere completa ma che non rientri alla semplice pressione esercitata dal peso
della freccia che state utilizzando.

Incoccate poi una freccia e ponete l'arco in modo da vedere la corda perfettamente
al centro dei flettenti; posizionate poi il berger in modo che sporga all'interno
della finestra dell'arco quanto basta affinche', traguardando la freccia attraverso la
corda, se ne veda la punta leggermente decentrata a sinistra, per archi destri o a
destra per archi mancini;

... ho detto: leggermente !!!!


Cos'e' quel coso nero che sporge sotto la freccia? E' il rest (supporto freccia) e se
non l'avete ancora posizionato fatelo in fretta... anche perche' altrimenti ... con
cosa reggete la freccia? Con il dito? Non ve lo consiglio.

Sul posizionamento del rest c'e' poco da dire; anche perche' la maggior parte dei
rest si applica sul riser tramite una placchetta autoadesiva dotata di un foro
attraverso il quale deve passare il berger.

L'unico suggerimento che mi sento di avanzare al momento e' quello di


posizionarlo in modo leggermente obbliquo affnche' regga bene la freccia e che
questa sia sempre a contatto con il berger.
Punto d'incocco
Per posizionare correttamente il punto d'incocco, consiglio di procedere come
segue:
ancorate l'apposita squadretta sulla corda e posizionatela in modo che appoggi sul
rest come se fosse la vostra freccia;
con una matita o pennarello segnate sulla corda il punto zero: dove la squadretta
forma un angolo di 90 gradi (novanta gradi) con la corda;

Uso della se avete un arco tradizionale:


squadretta
segnate un altro punto tre millimetri (un ottavo di pollice) sopra il punto
precedente;
posizionate l'anello metallico per punti d'incocco in mezzo a questi due segni ed
avrete posizionato il punto d'incocco inferiore: la parte alta dell'anello risultera'
cosi' posizionata a 1/8 di pollice sopra il punto zero; se non utilizzate gli anelli
ma costruite il punto d'incocco con del filo, dovete simulare l'anello metallico;

sopra il punto d'incocco inferiore appoggiate la cocca della vostra freccia


correttamente incoccata;
posizionate infine un secondo anello sopra la cocca , lasciando un margine di
quasi un millimetro o simulate con il filo questo secondo anello.

Se usate un compound:

segnate un altro punto tre millimetri (un ottavo di pollice) sotto il punto
precedente (quello a novanta gradi);
fissate l'anello metallico per punti d'incocco in mezzo a questi due segni ed avrete
formato il punto d'incocco inferiore: la parte alta dell'anello risultera' cosi'
posizionata in corrispondenza del punto zero; se non utilizzate gli anelli ma
costruite il punto d'incocco con del filo, dovete simulare l'anello metallico;
sopra il punto d'incocco inferiore appoggiate la cocca della vostra freccia
correttamente incoccata;
posizionate infine un secondo anello sopra la cocca , lasciando un margine di
quasi un millimetro o simulate con il filo questo secondo anello.
Avete cosi' posizionato il vostro punto d'incocco doppio, in mezzo al quale incoccherete sempre
la vostra freccia.

Se preferite utilizzare il punto d'incocco singolo, seguite le istruzioni simulando il punto


inferiore e applicate solo quello superiore, sotto il quale incoccherete sempre la vostra freccia.
Manca ancora un'ultima cosa da verificare: corda e cocca vanno d'accordo?
Mi spiego meglio: in commercio si trovano corde formate da 16 o da 18 fili (ma potete anche
farvene costruire con un numero di fili maggiore o minore); il numero di fili determina un
"diametro" della corda che e' diverso nei due casi; per questo motivo esistono in commercio due tipi
di cocca, ognuno adatto ad un tipo di corda (cocche da 0,88 per corde da 16 fili e cocche da 0,98 per
corde 18 fili).
Se usate una corda da 16 fili con una cocca da 0,98, questa "balla", la freccia tende a cadere ogni
volta che tendete l'arco ed avete un'accoppiata estremamente pericolosa sia per voi che per coloro
che vi sono vicini.
Soluzione provvisoria, in attesa comunque di cambiare la corda o le cocche, e' quella di aumentare
il diametro della corda avvolgendo la parte compresa tra i due anelli che costituiscono il punto
d'incocco con del filo sottile; non addentate la cocca nel vano tentativo di stringerla: non la
stringereste in modo simmetrico.
Se usate una corda da 18 fili con una cocca da 0,88, farete fatica ad incoccare correttamente la
freccia e rischierete di rompere la cocca creando una situazione altrettanto pericolosa della
precedente.
In questo caso non esistono soluzioni provvisorie; dovete cambiare la corda o le cocche .... dopo
esservi eventualmente arrabbiati col venditore.
Bene! Ora che avete un arco completo, se avete optato per l'arco olimpico o per il compound,
posizionate il mirino e, con l'aiuto dell'istruttore o di un amico che vi guardi la direzione della prima
freccia ponendosi dietro di voi, sistemate l'altezza della diottra e cominciate a tirare le prime frecce
a non piu' di 5 metri; in base alla posizione delle frecce spostate la diottra finche' non le tirate tutte
al centro del bersaglio (compatibilmente con la vostra abilita' del momento).
E il resto?
Io ho comperato anche la stabilizzazione, il clicker, lo sgancio meccanico, la visette, la soucette,
ecc. ecc., cosa ne faccio?
Beh! Nulla ti impedisce di montare tutti questi ammennicoli, ma forse e' meglio aspettare qualche
giorno, quando affronteremo l'argomento.
Per ora rivediamo la tecnica di tiro (non in queste pagine) e cominciamo a
consolidarla!
L'arco : il riser e i flettenti
Iniziamo ad esaminare le singole parti dell'arco ed i suoi accessori, tenendo presente che:

tutta l'attrezzatura dell'arciere e' un compromesso tra utilità, effetto e caratteristiche individuali,
senza ignorare il costo;

prima di montare un accessorio è indispensabile leggere il regolamento della propria federazione e


controllare se è ammesso o se esistono limitazioni nell'uso o nelle dimensioni; (a puro titolo di
esempio si può citare: il rest, non ammesso sui longbow o il mirino che, per la Fiarc, "non deve
superare la distanza di cm. 12,5 dalla faccia posteriore dell'arco, ecc.)

L'arco:

cominciamo a distinguere tre tipi di arco:


quello smontabile, detto take-down
e la sua derivazione recente : il compound,
entrambi formati da un riser e due flettenti separabili
e quello costruito in un pezzo unico, generalmente in legno.

Pur non sottovalutando la bellezza dell'arco costruito in un pezzo unico, la maggior parte degli
arcieri, per praticità di trasporto e per la maggior precisione ottenuta grazie all'introduzione di nuovi
materiali, che vedremo in seguito, preferisce il take-down o il compound.

Seguiamo quindi questi ultimi casi e completiamo le informazioni che sono state fornite finora.

Il riser

Esistono tre gruppi di riser:


quelli in legno, in genere archi storici o archi scuola;
quelli in metallo, generalmente leghe leggere, non regolabili;
quelli in metallo con possibilità di modificare l'angolazione dei flettenti, e
quindi la potenza (in questa categoria rientra la quasi totalità dei compound).

Nel caso di take-down, la potenza dichiarata e indicata sui flettenti è


generalmente riferita ad arco scarico e la variazione in aumento non supera il
5% (cinque per cento); comunque non è una regola fissa e deve essere
verificata al momento dell'acquisto.

Nel caso di compound, l'abitudine è di indicare la potenza massima e la


potenza minima ottenibile.

Sempre nella maggior parte dei casi, la modifica dell'angolazione dei flettenti
e quindi la modifica della potenza dell'arco si ottiene tramite una vite che
agisce sull'attacco dei flettenti; nulla vieta comunque che venga utilizzato un
sistema diverso; per esempio: la Yamaha utilizza delle piastre di diversa
altezza da inserire nell'alloggiamento del flettenti.
Se come si suppone in queste pagine, state iniziando a tirare con l'arco, ed
avete acquistato un arco a potenza variabile, vi consiglio di utilizzarlo alla
minima potenza per poi eventualmente aumentarla gradualmente.
Un'ulteriore distinzione tra i riser, che si trova quasi esclusivamente nei
compound, è quella tra riflessi e deflessi.
Si parla di arco deflesso quando la distanza arco-corda (misurata al punto di
pivot) è maggiore del tiller medio; si parla di arco riflesso quando il tiller
medio è maggiore della distanza arco-corda.
Indicativamente, si può riprendere quanto consigliato dai costruttori: l'arco
deflesso è suggerito per tiratori alla targa e che, di conseguenza, richiedono
una maggior precisione a scapito della velocità di uscita della freccia; l'arco
riflesso è suggerito per tiratori 3D e in genere quando la distanza del
bersaglio non è dichiarata, in quanto la maggior velocità della freccia
permette un tiro più teso e un posizionamento del mirino "un po' più
approssimativo". Genericamente, si dice anche che l'arco riflesso è più
difficile da controllare.

Provare per credere!!

E' stato commercializzato da pochi mesi un riser in carbonio, quindi sicuramente più leggero dei
riser attuali; per il resto ... bisogna attendere.

Altre "piccole" differenze sono determinate dall'ampiezza della finestra,


dalla gamma di tipi di grip accettati (impugnatura) e, tra i riser in lega
metallica, il metodo di fabbricazione: fusione, pressofusione, fresatura (i
più moderni e precisi), nonché, in casi molto rari, la possibilità di
modificare il center-shot spostando verticalmente o orizzontalmente il
berger.

I flettenti.

Se si potesse attribuire una diversa importanza ai vari componenti dell'arco, sicuramente


attribuirei quella massima ai flettenti e alla loro qualità.

Parlando di qualità dei flettenti si deve intendere la loro capacità di


restituire la maggior parte della potenza accumulata nella fase di trazione e
di mantenere costante questa resa nel tempo.

Un altro fattore importante è la progressività nella potenza accumulata dai


flettenti durante la trazione che deve essere la più simile possibile al primo
grafico piuttosto che al secondo, specialmente per arcieri con allungo
diverso dai fatidici 28 pollici.
I flettenti si distinguono soprattutto in base al materiale usato per costruirli:

 legno: con qualità e prezzo molto variabile in base al tipo di legno usato e all'accuratezza
della fabbricazione; sono soggetti ad alterazioni di resa sia a causa dell'umidità che a causa
di temperature molto elevate
 fibra (legno e resine varie): con qualità bassa o media; con una resa e un grafico mediamente
migliore di quelli in solo legno, salvo casi particolare di legno particolarmente pregiato e
costruzione particolarmente accurata; sono anch'essi soggetti ad alterazioni a causa
dell'umidità e a causa di temperature elevate ma in misura minore a quelli completamente in
legno;
 fibra e carbonio, generalmente detti "in carbonio": di qualità media o alta; sono i più diffusi
tra gli arcieri agonisti; presentano una progressività ed una resa nel tempo migliore dei
flettenti precedentemente citati; al momento, sono i meno soggetti anche ad alterazioni della
resa a causa dell'umidità e della temperatura;
 fibra, carbonio e ceramica, generalmente detti "in ceramica": di qualità alta (al momento
conosco un solo costruttore di flettenti di questo tipo); non sono molto diffusi a causa del
loro prezzo particolarmente elevato; vengono considerati i più veloci nella fase di rilascio
con il risultato di permettere l'utilizzo di archi con potenza leggermente inferiore rispetto
agli altri tipi di flettenti per ottenere una certa velocità della freccia; subiscono l'umidità e la
temperatura in modo paragonabile a quelli in carbonio.

Ritengo che le altre differenze riscontrabili: spessore, larghezza, forma del punto in cui si posiziona
la corda, ecc. siano da considerare come assolutamente marginali per l'arciere (ma non modificarli
tu !!!)
Il rest.
Prima di tutto è necessario capire a cosa serve:
il rest ha l'unico scopo di sorreggere la freccia nella giusta posizione durante la trazione e
nella fase iniziale del rilascio, terminata la quale, la freccia si stacca dal rest e viene lanciata
verso il bersaglio.

Quindi il miglior rest è quello che provoca il minor attrito tra esso stesso e la freccia e la minor
deviazione possibile nel caso in cui le alette le tocchino.

Si potrebbe affermare, per assurdo, che il miglior rest è quello che non c'è.

Purtroppo per noi, un simile rest (o semplicemente un rest a cuscino d'aria) non esiste, per cui
dobbiamo ricorrere al più accettabile dei compromessi tenendo conto del tipo di arco che usiamo e
delle nostre caratteristiche individuali.

Ci sono decine di rest in commercio per cui ho ritenuto opportuno raggrupparli in categorie e
individuare l'arco al quale sono più adatti:

Un primo gruppo di rest ha la parte che sorregge la freccia in plastica


leggera ed è dotato di un ricciolo che trattiene la freccia sul rest anche nel
caso di leggere torsioni delle dita sulla freccia.

E' usato e indicato per tiratori ad arco nudo (sia take-down che
compound) e per principianti.

Devono essere controllati molto spesso e cambiati ogni qualvolta si noti


che il passaggio delle frecce abbia causato la formazione di un incavo
nella linguetta di sostegno della freccia.

Un secondo gruppo ha il sostegno della freccia formato da un filo di


acciaio semplice o doppio che fa perno in un punto ricavato sulla parte
che viene fissata alla finestra del riser.

E' adatto soprattutto a tiratori di take-down con mirino o ad arco nudo.

Mentre il tipo B) e il tipo C) non hanno controindicazioni, il tipo A col


quella protuberanza all'altezza del pistone del berger può impedirne lo
scorrimento completo e causare la riduzione o l'annullamento della
funzione del berger stesso, con una deviazione non desiderata della
freccia
Un terzo gruppo è formato dai rest "magnetici", così detti perché un
piccolo magnete mantiene "aperto" il filo di acciaio che sorregge la
freccia ma, alla minima pressione, permette al filo di "chiudersi"
consentendo una uscita della freccia con il minimo attrito; è normalmente
dotato anche della possibilità di regolare l'altezza del filo che regge la
freccia ( ne vedremo l'utilità più avanti).

E', secondo me, il più adatto a tiratori di take-down con mirino ma è


anche il più costoso.

Con i tipi di rest descritti finora si utilizza la penna indice


orizzontale.

Un altro gruppo è quello dei rest a forcella; viene usato prevalentemente


sui compound con sgancio meccanico; in questa situazione si utilizza
senza il berger.

La forcella può essere formata da una lamella o da due fili metallici con
parte terminale chiusa o aperta.

Vengono anche chiamati rest a scomparsa poiché la forcella, tramite un


filo collegato ai cavi o tramite una molla, al passaggio della freccia,
"cade", lasciando transitare la freccia senza attrito.

Nel caso di rest a forcella, è consigliata la penna indice verticale verso


l'alto;

qualora la forcella sia di tipo aperta (i due fili metallici che la formano
non si toccano) viene raccomandata la penna indice rivolta verso il basso
(opinione personale: ma vale la pena di complicare le cose e rischiare che
la penna tocchi la forcella? Funziona benissimo anche con la penna
indice rivolta verso l'alto e non presenta rischi! )
Il berger (ammortizzatore di pressione).
Per capire la funzione del berger (cushion plunger - bottone ammortizzatore di pressione) bisogna
tenere presente che, a causa della spinta ricevuta dalla corda rilasciata, qualsiasi freccia si flette sul
piano orizzontale in una direzione non determinabile con sicurezza, per poi proseguire "a serpente"
fino al suo arrivo, attenuando progressivamente l'ampiezza della flessione (spine),
Se la freccia si flette verso la parte aperta della finestra, non incontrera' alcun ostacolo deviante ma
se la freccia si flette verso la parte chiusa della finestra e la tocca, ricevera' un colpo che, oltre a
deviarla, rischia di romperla.
Pensa alla funzione che svolgono gli ammortizzatori della tua macchina o moto quando "prendi una
buca" o un sasso: il berger mantiene la freccia lontana dalla parte rigida della finestra opponendogli
una resistenza progressiva determinata dal pistone che spinto dalla freccia flessa agisce sulla molla
contenuta nel cilindro (vedi componenti di un berger).

Al momento, esiste un solo tipo di berger.

L'apparente varietà presente in commercio si distingue solo per


qualità (vera o apparente), costo e per piccoli particolari
decisamente poco significativi quando non controproducenti.

Alcuni berger economici sostituiscono la bussola di regolazione


orizzontale del center-shot con un dado esagonale ed eliminano la
vite di fissaggio della bussola; apparentemente, il dado svolge la
stessa funzione della bussola con fermo ma se avete necessità di
una regolazione fine del center shot in orizzontale vi troverete
regolarmente ad allentare questo dado e a non sapere più dove si
trovava prima di allentarlo.

Altri berger uniscono in un corpo unico la bussola di chiusura con


il regolatore di pressione, formando una specie di cappuccio senza
particolari vantaggi né svantaggi.

Ultima annotazione: la maggior parte dei berger viene fornita con molle di diversa durezza (forza
resistente); sono molto utili per la regolazione fine da effettuare periodicamente.

Una sola raccomandazione vale per tutti i tipi di berger (economici e non):
prima di montarlo sul vostro arco, controllate che il pistone scorra (vada dentro il cilindro e
venga spinto fuori dalla molla) fluidamente, senza attriti dannosi e sopratutto senza che si
"incanti".

Dove metterlo? guardate il vostro riser; al centro troverete un foro filettato fatto allo scopo di
inserirvi il berger; e se per caso invertite la posizione del pistone con quella della bussola di
chiusura ... ve ne accorgerete prima di tirare la prima freccia !!!
Posizioniamo la freccia.
Oh che bello !!!
Ho messo il doppio punto d'incocco, il berger e il rest magnetico ma le frecce vanno dappertutto
meno che dove voglio io
... cosa faccio ???
Beh !!! a parte ricordarsi sempre il proprio livello di esperienza e di precisione,
cominciamo con la più semplice delle regolazioni:

mettiamo in asse freccia e pistone del berger, in modo che la molla del
berger riceva una spinta centrale.

Se la posizione della freccia non è corretta e avete acquistato un rest magnetico con possibilità di
regolazione verticale del filo che sorregge le freccia, la sua sistemazione deve essere compiuta con
estrema calma ma comunque con relativa facilità.
Se avete optato per un rest che si attacca alla finestra con il classico e sempre utile biadesivo,
dovrete tribolare un po': staccatelo con un attrezzo che non segni il riser e riattaccatelo al posto
giusto.
Ora verificate se è il caso di correggere la posizione del punto di incocco e ricominciate da capo ...
uffah !!!
E se, nonostante che la freccia non sia nella giusta posizione, non correggo la sua posizione, cosa
succede?
Nel caso più favorevole avremo solo un consumo del pistone e un logoramento della molla
asimmetrici;
in casi estremi avremo una freccia che "cavalca" il berger (sormonta il pistone) alla prima pressione
anomala e scavalca il paglione finendo alta e laterale oppure, al contrario, una freccia che si
"incastra" tra rest e berger con risultati imprevedibili.
Il mirino
In un mercato dove i costi dei mirini vanno dalle 15.000 lire ( 8 euro) alle 500.000 lire (250 euro) e
oltre, guardiamo innanzitutto cosa è un mirino e cosa prevede il regolamento.

Dal vocabolario:
"Dispositivo ottico per la determinazione della linea di mira (a specchio, a traguardo)"

Dall'enciclopedia:
tipi di mirino:

 a specchio .... tipico quello delle macchine fotografiche reflex


 Newton o a lente, chiamati anche ottici a traguardo, costituiti da due lenti ....... (si può
considerare tale quello usato dai compound che utilizzano la visette)
 a traguardo o iconometrici o a telaio, costituiti da un telaio metallico e da un alzo forato al
quale si avvicina l'occhio durante l'inquadratura del soggetto (è il caso dell'arco olimpico)
anche se l'occhio rimane a una certa distanza;
 a cannocchiale, per macchine perfezionate, spesso a campo variabile.

Dal regolamento Fitarco


Per l'arco nudo:
E' VIETATO L'USO DI QUALUNQUE TIPO DI MIRINO O CONTRASSEGNO.
Per l'arco olimpico:
un mirino o un contrassegno sull'arco sono ammessi, ma non si potrà mai usare più di uno di questi
dispositivi. E' consentito l'uso di un solo mirino applicato all'arco allo scopo di prendere la mira che
permetta una regolazione sia orizzontale sia verticale.
E' soggetto alle seguenti condizioni:
non dovrà incorporare un prisma, delle lenti o altro dispositivo di ingrandimento o di livellamento,
o dispositivi elettrici o elettronici, e non dovrà offrire più di un punto di mira.
E' permesso l'uso di una prolunga alla quale fissare il mirino.
Sull'arco si potrà montare una piastrina o un nastro con i segni delle distanze come guida per la
marcatura, ma ciò non deve in alcun modo costituire un aiuto supplementare alla mira.
Per il compound
Un mirino applicato all'arco ai fini della mira che permetta una regolazione sia orizzontale che
verticale, e che può incorporare anche un dispositivo di livellamento e/o lenti d'ingrandimento e/o
prismi.
E' ammessa una prolunga alla quale fissare il mirino.
Non sono ammessi dispositivi elettrici o elettronici.
Il Regolamento Fiarc.
In alcuni casi (dipende dalla classe) ammette un mirino da caccia con un massimo di cinque punti
fissi di mira, il più lontano dei quali non deve superare la distanza di cm. 12,5 dalla faccia
posteriore dell'arco.
I punti di mira non devono mai essere spostati durante una gara.
Il mirino non deve incorporare prismi, lenti, livelle, apparecchi elettrici od elettronici.
N.B. spesso i pin dei mirini da caccia sono protetti da un elemento metallico a U; alcuni arbitri attribuiscono a questa
protezione il valore di due punti fissi di mira (quindi equivalente a due pin).
Cerchiamo quindi di identificare cosa è indispensabile e cosa è utile.
Supponendo di tirare sempre alla stessa distanza, sarebbe sufficiente fissare
all'arco un oggetto qualsiasi che funga da punto di riferimento: in pratica un pin,
che può essere costituito da un fiammifero, da uno spillo con capocchia
abbastanza grande da essere ben visibile; oppure una barretta o un pezzo di filo di
ferro al termine del quale ci sia un anellino; un po' più sofisticato è l'anello
all'interno del quale si scorge un pin. Potete poi sbizzarrirvi a sostiturire l'anello e
il pin con oggetto di altra forma: a croce, a V, ad anello doppio, ecc. ma vi
accorgerete che la sostanza non cambia.

Se fissiamo questo oggetto in modo che non si sposti durante il tiro, abbiamo tutto
ciò che è indispensabile.

In effetti, se fissiamo più pin in diverse posizioni corrispondenti all'alzo


necessario per tirare a diverse distanze, abbiamo costruito il mirino descritto dal
regolamento Fiarc (detto: mirino da caccia)

Questo sofisticato mirino denominato "3 D Supreme", della Hoyt è la traduzione


tecnica di 3 fiammiferi posti ad una certa distanza dell'arco. L'affermazione è un
po' semplicistica ma proooovare per creeeedere ! (e non ci crederete mai !!!)

Purtroppo, questo artigianale tipo di mirino ha due limiti:


non ci permette di mirare, tramite lo stesso riferimento, a distanze diverse;
non ci permette di utilizzare un tipo di freccia diverso da quello per il quale
l'abbiamo posizionato poiché la freccia traccerebbe una diversa parabola, con
effetto paragonabile ad una distanza diversa e per la differenza di flessibilità
dell'asta (argomento che affronteremo parlando di frecce).
Per ottenere queste variazioni abbiamo bisogno di poter scorrere il nostro punto di
riferimento in orizzontale e, per tiratori Fitarco, abbiamo bisogno di spostare il
contrassegno in verticale (modifica dell'alzo per mirare a distanze diverse); nel
caso della Fiarc, ricordo che è possibile posizionare fino a cinque pin
corrispondenti a cinque diverse distanze e calcolare l'alzo delle misure intermedie
per approssimazione.
Infine, per i soli tiratori Fitarco (quelli Fiarc, in pratica, fissano il mirino alla
massima distanza prevista dal regolamento), è utile poter variare la distanza del
riferimento dall'arco; direi indispensabile per i tiratori compound con diottra a
lente; ancora di più se portano gli occhiali.

Più avanti tratteremo anche come determinare la migliore distanza diottra/arco.


Possiamo ora elencare le caratteristiche che deve possedere un
mirino (per tutte le Federazioni):
 un riferimento costituito da una o più diottre o pin della
forma che preferite (è difficile trovare in commercio
mirini costituiti da più anelli mentre è normale trovarli
con più pin);
 possibilità di regolare orizzontalmente la diottra o i pin,
in modo micrometrico;
 possibilità di regolare i vari pin a diverse altezze o di
spostare in verticale la diottra singola sia velocemente
per spostamenti di vari centimetri sia in modo
micrometrico per piccolissimi spostamenti (un
millimetro o meno);
 possibilità di fissare le regolazioni effettuate in modo
che non subiscano variazioni durante il tiro (in genere,
una vite di fissaggio per la regolazione orizzontale e una
per la regolazione verticale).

versioni in commercio : A queste caratteristiche l'esperienza suggerisce di aggiungere la


leggerezza, per non appesantire inutilmente il vostro arco anche
per ricurvo se è bene precisare che la leggerezza non deve andare a scapito
della stabilità complessiva del mirino e che un arco compound
ha bisogno di un mirino e di viti di fissaggio più robusti di un
arco ricurvo.
Inoltre, per i tiratori Fitarco, è necessario che il mirino disponga
di una barra per la regolazione della distanza della diottra o del
pin dall'arco.
Infine, due considerazioni personali:
è bene che la barra di scorrimento verticale sia utilizzabile per
un'altezza di 10-12 cm; un'altezza maggiore vi porterebbe le
estremità della barra sopra l'alzo per la distanza minima (circa
per compound 10 metri, entro i quali si può considerare che la freccia voli in
linea retta) o sotto la freccia e quindi in un punto dove non ha
senso posizionare il mirino in quanto coperto alla vostra vista
dalla freccia;
non ci sono invece limiti per la lunghezza della barra
distanziatrice ma le lunghezze in commercio: tra 8 e 13 pollici
sono sufficienti per una buona regolazione; comunque, se potete
scegliere tra diverse lunghezze, acquistate la più lunga; potete
sempre avvicinare la diottra se risulta troppo distante, mentre
non è possibile il contrario.

Distanza della diottra dall'arco


Uno dei motivi per cui è opportuno modificare la distanza tra
arco (e quindi anche occhio) e diottra è la conseguente
variazione della zona visibile attraverso la diottra (o la zona
d'ombra creata dal pin).
Scusandomi con gli oculisti per le imprecisioni, nel disegno è
raffigurato l'effetto prodotto da un foro posto a due diverse
distanze.
Lo stesso effetto si ottiene comunque con la diottra, anche se
l'occhio (o gli occhi di chi tira con entrambi gli occhi aperti)
vedono una zona molto più ampia; ma a noi interessa solo la
zona visibile all'interno della diottra.
In generale, si può affermare che minore è la zona del bersaglio
visibile attraverso la diottra (o la zona d'ombra creata dalla
punta del pin) maggiore è la precisione della mira.
E' importante però non esagerare né in un senso né nell'altro.
Il cono della figura 1 non vi permette di capire se siete nel
centro del bersaglio in quanto la linea di separazione della zona
del nove da quella del dieci è difficilmente distinguibile alle
distanze medio/lunghe, e questa distanza dipende anche dalla
qualità della vostra vista.
Il cono della figura 2, che incorpora una parte del rosso, vi
permette di mirare con due diverse tecniche
contemporaneamente: concentricità dell'anello della diottra con
il cerchio del giallo della targa e sovrapposizione del punto di
mira del pin con il centro del bersaglio.
Altrettanto importante è la quantità di luce che passa attraverso
la diottra e la conseguente visibilità del bersaglio.
Una nota ulteriore merita la diottra a lente dei compound, specialmente per tiratori con occhiali.
Spesso si sentono tiratori di compound che affermano di vedere il bersaglio "sfuocato"; è
sicuramente vero, poiché una qualunque lente è costruita per la messa a fuoco basandosi su due
distanze: la distanza dall'occhio e la distanza dell'oggetto da osservare .
Bisogna quindi cercare la distanza che permette la visione del bersaglio più nitida possibile alle
varie distanze; per i tiratori occhialuti è necessario che questa ricerca sia effettuata indossando gli
occhiali che si useranno in competizione.

Controllo del corretto montaggio del mirino.


Dopo aver montato il mirino è bene verificare che le barre di scorrimento verticale e orizzontale si
trovino montate realmente nella posizione prevista, cosa che potrebbe essere non vera sia a causa di
un non perfetto montaggio che a causa di imprecisioni della sede di montaggio del mirino sul riser
(fatto assolutamente certo negli archi Eolla in conseguenza della loro forma),

Controllo della barra di scorrimento verticale


Posizionate un paglione da 130 cm. a 4/5 metri e posizionate il vostro mirino per
tiri alla distanza di 10 metri.
Fissate un bersaglio a pochi centimetri dal bordo inferiore (compatibilmente con
la vostra precisione) e tirate la prima freccia; secondo il numero di frecce di cui
disponete, spostate la diottra in basso di un centimetro o un centimetro e mezzo
circa e tirate un'altra freccia; proseguite fino ad aver terminato le frecce ed essere
arrivati al limite inferiore della barra di scorrimento verticale.
Utilizzando un filo a piombo, controllate quale dei tre casi illustrati a lato
descrivono meglio la posizione delle frecce scagliate.
Se avete dei dubbi sulla precisione dei vostri tiri, ripetete la prova fino ad esserne
convinti.
Se le frecce si presentano come illustrato per il caso A significa che la barra di
scorrimento è veramente posta in verticale.
Se le vostre frecce seguono casualmente un po' un caso e un po' l'altro ......
riprovateci quando la vostra tecnica sarà migliorata.
Se le frecce si presentano come nei casi B o C, avete fissato il mirino in modo che
la barra si presenta obliqua come la linea che passa tra le frecce che avete tirato
oppure siete voi che durante la fase di tiro inclinate l'arco e, di conseguenza, la
barra di scorrimento verticale del mirino. Quale sarà la verità ??? a Voi l'ardua
sentenza !!!

Controllo della barra di scorrimento orizzontale.


Rimettiamo paglione e bersaglio come descritto per la prova precedente.
Posizioniamo la diottra alla distanza maggiore possibile dall'arco e tiriamo la
prima freccia con il mirino a dieci metri, come nel caso precedente.
Avviciniamo la diottra all'arco progressivamente, senza spostarla lungo la barra
verticale e tiriamo le altre frecce di cui disponiamo.
Ci troveremo nuovamente in una delle tre situazioni sopra descritte.
Intanto, se non lo sapevate già, abbiamo scoperto che si può variare l'alzo anche
avvicinando la diottra all'arco (o allontanandola).
Di nuovo, se vi trovate nel caso A, va tutto bene; se vi trovate nei casi B o C
significa che le due estremità della barra distanziatrice non sono parallele alla
linea che corre tra l'asse centrale del vostro arco ed il bersaglio.
Nel caso B le due linee sono convergenti, nel caso C sono divergenti.

Tipi di diottra

In commercio, potete trovare vari modelli di diottra e, nella maggior parte dei
casi, la scelta è un fatto più personale che con motivazioni tecniche.
Si può tentare di distinguerle osservando gli utilizzatori abituali:
A) pin, per simulazione di caccia e per bersagli a forma non circolare;
C e F) se il disegno è impresso sulla lente, sono adatte a tiratori alla targa con
compound (e nel caso di lente, solo per loro); se il disegno è realizzato con fili
trasparenti attaccati all'anello ma senza lente, per tiratori alla targa di arco
olimpico;
E) per tiratori alla targa; il pin aggiunto, che nel disegno sale dal basso, può essere
posizionato in uno qualunque dei quattro tratti che formano una croce, a propria
scelta e meglio se dopo aver fatto dei test;
D) per tiratori alla targa quando il bersaglio è costituito da cerchi concentrici ben
distinti o di colori diversi, come nel caso dei bersagli Fitarco; in questo caso si
parla di mira per sovrapposizione di cerchi, che è un fatto spontaneo;
personalmente ne consiglio l'uso per il tiro alla targa quando la vista comincia a ...
non essere più quella dei vent'anni;
B) grazie alla sua forma particolare è mediamente valida per tutte le specialità; (io
ritengo che sia la migliore per le gare Fitarco di Hunter & Field).

Conclusione assolutamente personale


Le caratteristiche più importanti di un mirino sono:
- la robustezza,
- la leggerezza,
- la possibilità di regolazione micrometrica e
- se è anche semplice da regolare, tanto meglio.
Per quanto riguarda il tipo di diottra, provatene più che potete (in una compagnia di tiro con l'arco
ne troverete di tutti i tipi e misure), poi scegliete quella che è meglio per voi e sostituitela a quella
che vi hanno dato col mirino (se necessario).
Ricordatevi che, di tutto il mirino, è la cosa che più vi aiuterà a mirare .... per non dire l'unica !
La stabilizzazione e i TFC

Di nuovo, guardando i vari cataloghi, ci troviamo di fronte ad una gamma di modelli che definire
"ampia" è poco; andiamo quindi a vedere cosa dicono i regolamenti e quale è la sua funzione o le
sue funzioni.

Regolamento Fitarco:

E' VIETATO L'USO DI STABILIZZATORI E/O AMMORTIZZATORI PER L'ARCO NUDO.

Per l'arco olimpico e per il compound:

Stabilizzatori e ammortizzatori sull'arco sono ammessi purché


- non servano come guida per la corda;
- non tocchino niente altro che l'arco;
- non rappresentino un ostacolo per gli arcieri per quanto riguarda la posizione sulla linea di tiro.

Regolamento Fiarc:

E' VIETATO L'USO DI STABILLIZZATORI PER LONGBOW E RICURVO, SALVO CHE


VENGANO FATTI RIENTRARE NELLE CATEGORIE STILE LIBERO E STILE LIBERO
ILLIMITATO.

(E' ammesso) uno stabilizzatore da caccia non più lungo di cm. 30,5 fissato sulla faccia posteriore
dell'arco, formato da un solo pezzo rettilineo o da più pezzi montati coassialmente al foro di
fissaggio sull'arco.

Funzione della stabilizzazione.

Premessa: quando la corda di un arco in tensione viene rilasciata, l'azione combinata dei flettenti
che si chiudono e della resistenza esercitata dalla mano che appoggia sull'impugnatura provocano
una notevole torsione sull'arco.
L'epicentro della torsione viene a trovarsi poco al disopra dell'incavo dell'impugnatura,
influenzando quindi negativamente l'uscita della freccia; per rendere più stabile l'arco si è pensato di
aggiungere delle masse collocate esternamente ad esso.

La stabilizzazione ovvero l'insieme degli stabilizzatori e degli ammortizzatori è quindi l'aggiunta


di masse esterne all'arco che hanno lo scopo di aumentare la stabilità dell'arco nel momento in
cui viene rilasciata la corda e quindi viene scagliata la freccia e di ridurre gli effetti negativi del
momento torcente.

La stabilizzazione non elimina le vibrazioni ma semplicemente le assorbe parzialmente e ne ritarda


l'effetto quanto basta per consentire alla freccia di partire senza troppe interferenze.

Conclusione

... risulta impossibile enunciare una regola che dica quale, tra quelle in commercio, sia la
stabilizzazione migliore.
Di nuovo dobbiamo rifarci alle esperienze dei singoli arcieri e sopratutto alle proprie esperienze
(sì ... le proprie esperienze ... perchè ogni arciere ha qualcosa di diverso dall'arciere che gli sta
vicino; copiare l'arco degli arcieri migliori non significa ottenere gli stessi risultati !!!).
Una ricerca effettuata qualche anno fa' in Francia e applicata agli arcieri della loro nazionale,
affermava che la stabilizzazione deve essere applicata all'arco in modo che il suo baricentro venga a
trovarsi circa 10 cm. sotto e 10 cm. davanti al punti di pivot.

Per ottenere questo effetto (che mi è sembrato molto valido e motivato) si può variare:
la lunghezza dell'asta centrale (partendo dal consiglio iniziale: lunghezza asta centrale = allungo
arciere) senza eccessi,
utilizzare anche lo stabilizzatore superiore,
aumentare il peso sulla punta dell'asta centrale o di quella superiore o di quelle laterali,
inserire un distanziatore tra l'arco e il V-bar.

In prima approsimazione, per sapere se il vostro arco è bilanciato in modo da avere il baricentro
come descritto sopra è sufficiente impugnarlo in modo morbido e lasciarlo "cadere"; se l'arco cade
in avanti e l'asta centrale della stabilizzazione si trova a circa 45 gradi dalla linea perpendicolare al
punto di pivot, avete ottenuto un risultato molto simile a quello indicato.
Dopo di ché cominciate a tirare controllando che il complesso arco-stabilizzazione non sia troppo
pesante e che vi dia effettivamente dei vantaggi.
Rimangono ancora due argomenti sui quali è difficile trovare accordo tra gli arcieri:
- il materiale con il quale sono costruiti gli stabilizzatori e
- l'inclinazione degli stabilizzatori laterali.
Personalmente ho usato stabilizzatori in alluminio, in carbonio e ad aste separate (quelli che
sembrano formati da tre o quattro frecce unite da dischi in plastica o metallo) e, se ben bilanciati,
non ho trovato particolari differenze che giustificano una scelta piuttosto che un'altra; l'unico caso
in cui ho trovato delle difficoltà è stato quando ho provato una stabilizzazione contenente del
mercurio in una simulazione di gara H&F, ma può essere una sensazione personale.
SENSAZIONE... sì questa è la parola giusta che vi permette di scegliere la vostra stabilizzazione e
di decidere se aggiugere o togliere lo stabilizzatore superiore, se utilizzare un V-bar che tenga gli
stabilizzatori laterali in linea con il centrale oppure inclinati verso il basso e con quale angolazione
devono essere aperti i laterali.
La soluzione che ho trovato è quella di utilizzare un V-bar ad angolazione e inclinazione variabile
per poi effettuare periodicamente dei test e scegliere le posizioni che mi sembrano ottenere il
miglior risultato.

I TFC

L'ultimo argomento riguardante la stabilizzazione sono i TFC o compensatori di torsione.


E' un accessorio molto usato in passato quando i riser erano molto rigidi e pesanti e le
stabilizzazioni erano costituite da una asta di metallo pieno e quindi la quantità e l'intensità delle
vibrazioni erano elevate.
Il miglioramento delle modalità di costruzione dei riser e delle stabilizzazioni ha ridotto le
vibrazioni e, di conseguenza, la necessità dei TFC; tuttavia, provarli, specialmente se facendoveli
prestare da un amico e quindi senza spendere soldi, è sempre un'esperienza.
Paradita , guantini e sganci meccanici

Sui guantini (guanti in pelle robusta che coprono solo le tre dita che servono per tendere l'arco), in
genere utilizzati da coloro che tirano ad arco nudo e sui paradita (pezzi di cuoio od altro materiale
simile, sagomati per coprire la parte interna dell'indice, del medio e dell'anulare), con o senza
appoggiamento, credo che ci sia poco da dire e, al momento poco da inventare; hanno l'unico scopo
di proteggere le dita dalla strofinio della corda che viene rilasciata ed evitare, secondo i casi,
arrossamenti, abrasioni, calli indesiderati e indolenzimenti vari alle dita; posso solo precisare che
per un arciere con mirino è consigliabile il paradita con appoggiamento per aumentare la sensazione
di contatto e di corretto posizionamento sul punto del viso scelto. C'è solo una cosa che stavo
trascurando perchè può sembrare ovvia:
deve essere della vostra misura; deve cioè coprire la parte interessata, per la lunghezza necessaria,
né più né meno.
Nel dubbio, è meglio acquistare un paradita leggermente più grande e poi ritagliarlo sulla vostra
misura mentre, per il guantino, non ci sono compromessi .. o vi va bene ... o ciccia!

Un avvertimento e un piccolo trucco:


se, nonostante il paradito o guantino, lamentate ancora degli indolenzimenti alle dita senza
conseguenze per i tendini, contate i fili della vostra corda: se sono meno di sedici, montate una
corda a 16 o 18 fili e, dopo una settimana di riposo, riprovate;
per ritagliare un paradito alle giuste dimensioni, tirate un po' di frecce (200 o 300) poi guardate i
segni che hanno lasciato le vostre dita sul cuoio o sul materiale del quale è composto il vostro
paradita e infine rifilatelo lasciando alcuni millimetri di margine intorno ai segni lasciati dalle dita.

Un reale imbarazzo può invece essere creato dall'ampia gamma di sganci meccanici che si trova in
qualsiasi negozio di arcieria e, ancora di più, dalla gamma che si può vedere sui vari cataloghi.

Riepiloghiamo quindi quali devono essere le caratteristiche di uno sgancio meccanico:


 deve permettere di premere il grilletto con il dito avente la maggior indipendenza dagli altri
(che potete muovere tenendo ferme le altre dita e la mano in generale); questa capacità è
tipica del pollice, in misura minore dell'indice e , ancora meno, per le altre dita ......... ma
ogni arciere deve controllare queste affermazioni generiche senza lasciarsi influenzare da
amici e, soprattutto, dal negoziante che terrà sempre un assortimento limitato;
 deve avere una dimensione tale da poter essere impugnato senza indolenzimenti delle dita e
della mano in generale; quello che va bene per una filiforme fanciulla che calza guanti della
sesta misura non è adatto per un pezzo d'uomo da 120 chili, che calza guanti della decima
misura.
 per gli stessi motivi sopra citati, deve avere la possibilità di regolare la pressione necessaria
per far scattare il grilletto; la qual cosa è molto utile anche in fase di apprendimento per
evitare di far scattare il grilletto involontariamente con l'arco in posizioni indesiderate;

al momento, per il tiro di precisione è preferito quello che trattiene la corda tramite un "cordino" ma
ne esistono anche che trattengono la corda tramite una pinza; quest'ultimo tipo presenta il vantaggio
di un aggancio più facile ma può causare un'uscita meno "pulita" se non usato perfettamente.
Come risolvere il primo quesito, quello del dito maggiormente indipendente?
In primo luogo verificatelo cercando di muovere le dita singolarmente e osservate il risultato; se
proprio non individuate "l'indipendente" o avete la fortuna di riuscire ad ottenere questo risultato
con più dita, è meglio optare per un particolare sgancio (credo che in commercio ne esista solo uno,
prodotto da Spigarelli) che permette il rilascio con pollice, indice o mignolo; provate e riprovate
fino ad aver stabilito qual'è il dito che vi permette il miglior risultato, dopodiché neutralizzate gli
altri grilletti; (un solo problema: questo tipo di sgancio costa molto piu' degli altri)
infine, potete scegliere tra sganci da impugnare (tipo tirapugni) o da legare al polso; anche in questo
caso non saprei quale consigliare; purtroppo, bisogna spendere tempo e soldi.
Le frecce.
(impossibile essere sintetici, quindi, abbiate pazienza !)

Beati i nostri progenitori che prendevano una canna di bambù o una canna di lago o un ramo
"abbastanza diritto", gli facevano la punta con un coltello, magari di selce, ne bruciacchiavano un
po' la punta per indurirla, sagomavano un po' la parte finale della freccia e andavano
tranquillamente a caccia .... e mangiavano pure !!!!

Se non ci credete, provate !!!

Poi qualcuno inventò le punte in selce, poi quelle in metallo e cominciarono le complicazioni .......

e venne Unuomo che ci mise anche le penne, o meglio, allora, le piume e che per inserirle nella
canna (ragazzi ... non facciamo confusione di canne ....) ne spaccava due su tre; ma che bomba,
quella che riusciva a non rompere ....
(poi si fece un po' piu' furbo e comincio' a legare le piume alla canna per poi, alla fine
incollarvecele)

infine venne Unaltro che inventò le cocche di plastica ... e la confusione fu completa !!!

Tornando indietro nel tempo, da quando hanno inventato le gare di tiro con l'arco, o tornei o tenzoni
o come li vogliate chiamare, la scelta delle frecce (allora tassativamente di legno) si faceva così:

1. si prenda un arciere provetto,


2. lo si fornisca del suo arco preferito,
3. si disponga un grosso bersaglio morbido (sacchi di iuta riempiti di paglia o strati di foglie) a
venti passi dall'arciere,
4. si consegni all'arciere un minimo di cento frecce della stessa lunghezza e simili tra loro,
5. si dia il via ai tiri e quindi:
6. si tengano per "buone" le cinque o sei che hanno colpito il bersaglio e si buttino le altre
perché "cattive" e, soprattutto perché, non avendo colpito il bersaglio morbido, si erano
rotte.

Beh, ragazzi, da quel tempo a oggi, a pochi giorni dal duemila, sono cambiate molte cose:
 le frecce non sono fatte più (o quasi) con le canne ma con alluminio o carbonio,
 le punte hanno cambiato la forma e sono aerodinamiche,
 le piume d'aquila (estinta) sono state sostituite da penne di plastica (non riciclabile e non
riutilizzabili dopo che si siano staccate una volta) o al limite, da penne di tacchino e sono
incollate,
 il bersaglio è diventato molto piccolo,

MA IL MIGLIOR SISTEMA DI SCELTA DELLA GIUSTA FRECCIA,


SOSTANZIALMENTE, NON E' CAMBIATO !!!!
Tuttavia, poiché cento frecce costano un pacco e per averne dodici buone ne servirebbero due
"pacchi" rivediamo un po' cos'è oggi una freccia e facciamoci guidare inizialmente dall'esperienza
altrui e dalle tabelle di scelta della freccia fornite dai costruttori.
Innanzitutto, cos'è una freccia?
E' un oggetto formato almeno da quattro parti:
 l'asta,
 la punta,
 le penne,
 la cocca;

a loro volta, la punta può essere formata da un inserto e dalla punta propriamente detta mentre, per
inserire la cocca, può essere necessaria l'aggiunta di un adattatore o uni bushing extension.
Esaminiamo quindi le singole parti iniziando con quelle che più facilmente si possono sostituire e
per le quali c'è una minore scelta (supponendo di aver già scelto l'asta che è invece la parte più
difficile).
La punta.
Trascuro le punte a lama, adatte alla caccia ad animali vivi e a pochissime altre gare dove sono
espressamente richieste, che hanno bisogno di una freccia molto più lunga di quanto sia necessario
per le classiche punte a ogiva e di altri accorgimenti che non rientrano tra gli scopi di queste note.
Le frecce di alluminio economiche vengono fornite con un unico tipo
di punta adatto a quell'asta ... e potete solo alleggerire la punta
tagliando un pezzo di inserto, ... ma attenti ad essere precisi e tagliare
tutte le punte nello stesso modo;
quelle di qualità possono invece essere dotate di tre tipi di punta:
leggera, anche detta al sette percento, riconoscibile generalmente da
una riga intorno alla punta propriamente detta;
media, anche detta al nove percento, riconoscibile da due righe
intorno alla punta;
pesante, anche detta all'undici percento, riconoscibile da tre righe
intorno alla punta.
La percentuale è il rapporto tra il peso della punta e quello di un asta di 28 pollici del tipo per il
quale è prevista quella punta.
Per ora, fermiamoci all'idea che le nostre frecce potranno essere munite di punte leggere, medie o
pesanti.
Per le frecce in carbonio, il discorso è molto simile:
le più economiche sono dotate di un unico tipo di punta, in genere già
montata;
per le altre frecce in carbonio si può scegliere tra una gamma di punte
che va da un minimo di tre tipi fino a cinque tipi, ognuno con un peso
diverso;
recentemente sono state immesse in commercio delle frecce in
carbonio con la punta formata da due pezzi separati: ognuno dei due
pezzi ha vari pesi per cui le combinazioni possibili sono moltissime ...
più di venti.
Tra le frecce in alluminio e carbonio non esiste un tipo economico;
per le A/C/C (costo 10/15 Euro) esistono solo punte in pezzo unico e pesi diversi;
per le A/C/E (costo 20/25 Euro) esistono sia punte in pezzo unico che punte in due parti, come
quelle descritte per le frecce in carbonio;
per le X/10 ...... se non rientrate almeno tra quelli che compongono la squadra regionale ... lasciate
perdere: costano circa 30 Euro l'una .........
SI, VA BENE, MA IO CHE PUNTA CI METTO?
Se state acquistando una freccia che non avete mai usato, montategli punta o inserto+punta di peso
medio e aspettate poi che l'esperienza e le prove all'aperto vi consiglino di appesantire o alleggerire
la punta.
E' bene sapere che la variazione di peso della punta modifica lo spine dinamico di una freccia e che
una punta pesante, in caso di vento leggero, mantiene la traiettoria meglio di una leggera; ma questo
non può e non deve essere l'unico criterio per scegliere la giusta punta.
La cocca (e l'uni bushing)

Secondo la freccia che avete scelto, avrete più o meno possibilità di scelta.
Iniziamo con la più importante (o forse l'unica veramente importante): la cocca deve essere adatta al
"diametro" della vostra corda.
Vi ricordo che le corde sono realizzate con vari materiali e con un diverso numero di fili; per
conseguenza, si forma una corda con un certo "diametro": la cocca deve essere adatta per "quella"
corda; ovvero: la freccia non deve cadere dalla corda se non riceve una spinta e non deve richiedere
uno spinta eccessiva per essere posizionata o rilasciata.
Stabilito che la vostra freccia richiede una cocca a cappuccio o una cocca che si inserisce nell'asta o
che è necessario utilizzare l'uni-bushing, non createvi troppi problemi e scegliete la cocca più corta
possibile lasciando che le caratteristiche dinamiche della freccia vengano determinate dall'asta e non
da un accessorio.
In più, se un domani aveste bisogno di allungare la freccia di qualche millimetro, non avrete
bisogno di comperarne di nuove: è sufficiente acquistare le cocche più lunghe.
Le penne
Stabilito che:
 le penne hanno lo scopo di mantenere la freccia nella direzione che aveva al momento del
suo distacco dall'arco,
 per ottenere questo risultato bastano tre penne poste a 120 gradi l'una dall'altra,
 le penne "frenano" la freccia: tanto più quanto maggiore è la loro superficie e per
conseguenza ne modificano lo spine dinamico,
 il vento influenza il volo di una freccia in rapporto alla superficie delle penne,

per scegliere le penne dobbiamo di nuovo ricorrere al compromesso tra il fattore positivo:
direzionalità e quelli negativi : riduzione della velocità e sensibilità al vento.
Per fortuna degli arcieri, il relativo basso costo delle penne permette di utilizzare, per esempio,
penne con maggior superficie nelle gare indoor, dove il vento può solo essere provocato dai
condizionatori e le distanze sono minime e penne con minor superficie nelle gare all'aperto dove le
condizioni sono opposte alle precedenti.
Per lo stesso motivo, è possibile provare più tipi di penne, magari suddividendo le proprie frecce in
due o tre gruppi ognuno con un tipo di penna leggermente diverso dall'altro e verificare i risultati
personali.
Personalmente ritengo mediamente valida per tutti i tipi di gara una penna di lunghezza pari a 1
pollice e tre quarti; la larghezza o altezza della penna è standard e proporzionale alla sua lunghezza.
I tipi di penna attualmente più usati sono:
 quelle in plastica morbida e
 le spin wing,

il tempo ha invece "cancellato"


 quelle in plastica rigida,
 quelle a doppia curva (simili a due penne poste una di seguito all'altra),
 quelle a tubo,

mentre stanno tornando di moda (1998) quelle in piuma naturale, ma non vi so dire se si tratta solo
di moda o se danno un reale vantaggio.
Importante è infine la posizione dove vengono collocate le penne:
si consiglia di posizionarle a circa 1 pollice dall'attacco della corda;
potete provare a variare questa posizione ma ricordatevi che tra la corda e le penne devono starci le
vostre dita e che la posizione migliore e quella più arretrata possibile.
Infine, se vi capita di tirare frecce con penne posizionate in maniera sensibilmente diversa noterete
un diverso risultato.
La freccia.

Veniamo ora al dunque.


In prima approssimazione, la giusta freccia viene determinata tramite l'apposita tabella, sulla base
della potenza effettiva del vostro arco e dalla lunghezza della vostra freccia.
La giusta freccia è quella che durante la fase del rilascio della corda si flette quel tanto che basta per
non rompersi ma mantiene la direzione impostata.
La misura in cui si flette una freccia viene chiamata "spine"; lo spine statico di una freccia è la
deflessione dell'asta, misurata in millesimi di pollici, allorché è supportata a una distanza di mezzo
pollice da ciascuna delle due estremità e viene flessa da un peso di due libbre appeso al centro
dell'asta.
La potenza effettiva dell'arco si determina:
per l'arco olimpico, misurandone la potenza al vostro allungo naturale (se non sapete cosa è
l'allungo, rivedete l'acquisto del primo arco),
per il compound, misurandone la potenza al punto di picco e modificandola seguendo le indicazioni
fornite dalla tabella stessa.
Nella casella indicata dall'incrocio tra la lunghezza della vostra freccia e la potenza del vostro arco
troverete una serie di frecce adatte per voi; in genere viene indicato:
una ACE,
una ACC,
una o più frecce in alluminio, con la miglior freccia segnata in grassetto.
A questo punto, acquistate 6 frecce di uno dei tipi indicati, montate punta, cocca e penne e
cominciate a tirare !
Di seguito riporto l'estratto della tabella con il riquadro per tiro alla targa, frecce da 28" e arco
olimpico con potenza compresa tra 36 e 40 libbre.
COMPOUND LUNGHEZZA FRECCIA
L.Freccia L.Freccia
Eccentrico Cam Cam (escluso punta) RICURVO
27" 29"
circolare morbida estrema 28"
31-35 Lbs
620-670R ACE 171
600-650R X10 197

3-04 ACC 202


50-55 Lbs 45-50 Lbs 40-45 Lbs 2012 X7 224 C 36-40 Lbs
2013 XX75 252 A
1914 X7 260 C
19+14 X7 262 B
1916 X7 281 B
41-45 Lbs
MA E' TUTTO QUA' ?
MA ALLORA E' SEMPLICISSIMO !
Beh, non è il caso di rendersi le cose più difficili di quanto lo siano ma se fosse veramente così
facile non avrebbero realizzato un programma per personal computer, in vendita nei negozi di
arceria, che determina la freccia ideale in base ad una lunga serie di parametri abbastanza complessi
per un principiante, né sarebbe uno dei punti più discussi e più trattati.
Torniamo però alla nostra tabella che è più che sufficiente anche per un arciere medio e vediamo
come "interpretarla a nostro uso":
1. la tabella prevede una lunghezza freccia ben precisa (nel nostro caso, 28") mentre la vostra è
probabilmente un po' di più o un po' meno; sarà bene quindi leggere questa misura come "tra
27,5" e 28,5"; inoltre, se la vostra freccia è un po' più corta dei 28" prendete tranquillamente
la freccia proposta in modo che, se necessario, sarà facile inserire la punta più pesante
mentre, se la vostra freccia è molto vicina ai 28,5", io consiglio di spostarsi nella casella
della freccia da 29" e inserire poi la punta pesante;
2. per la potenza dell'arco, l'interpretazione è simile alla precedente: la tabella riporta una scala
di circa 5 libbre; se la potenza del vostro arco è nella media di queste misure, siete
perfettamente in tabella; se la potenza del vostro arco è vicina ai due estremi, dovrete invece
pensarci un po'; anche in questo caso io consiglio di acquistare la freccia proposta se siete al
limite inferiore ma di salire di un gradino nella scala delle potenze, se siete al limite
superiore e inserire nella freccia una punta pesante.

Ma la vera difficoltà sta nello stabilire la lunghezza della freccia!


Se non state usando il clicker già da qualche mese, la freccia che avreste bisogno è un tubo
estensibile secondo la giornata e in base a quante frecce avete tirato nel corso della seduta di tiro.
Nel disegno a lato potete vedere:
1. A) la freccia di un arciere "assestato";
2. B) la freccia di un arciere che inizia ad usare il clicker e
la variazione di allungo secondo la giornata e il
momento (circa un pollice);
3. C) la freccia di un principiante con i due pollici in più di
sicurezza per evitare che, nel caso di un gesto eccessivo,
la freccia cada dal rest e faccia del male all'arciere.

Con il compound occorre meno precisione nella determinazione


della lunghezza della freccia in quanto non si monta il clicker,
ma tutta la parte di freccia che cresce è peso inutile.
Poiché, molto probabilmente, passando dalla fase c) alla fase a) della vostra vita arcieristica non
avete cambiato l'arco e quindi la sua potenza, è evidente che quei due pollici in più (o anche
semplicemente il pollice in più) influiscono sulla scelta della giusta freccia che NON PUO'
ESSERE LA STESSA.
Per concludere non vi rimangono che due strade:
 sostituire le frecce man mano che, accorciandole, scoprite che non sono più adatte a voi,
 acquistare le frecce sulla base del vostro allungo e accettare che siano molto morbide
all'inizio, sempre meno, man mano che le accorciate, per poi diventare rigide o leggermente
rigide nel momento in cui le tagliate sulla misura "consolidata" per il clicker.

Il resto, rimandatelo al momento in cui, consolidato il vostro allungo e ottenuta una rosata
accettabile, potrete effettuare un accettabile tuning dell'arco e delle frecce.
Il clicker
Una delle cose fondamentali nel tiro con l’arco è quella di riuscire a tenderlo sempre nello stesso
modo (o per meglio dire: sempre nella stessa misura) per ottenere sempre la stessa spinta al
momento del rilascio.
L’unico modo che abbiamo per "vedere" se tendiamo l’arco nella stessa misura è quello di chiedere
ad un amico di guardare dove si trova la punta della freccia quando siamo arrivati ai contatti e "ci
fermiamo" quell’attimo che serve a perfezionare la mira e "decidere di rilasciare" la freccia.
I puristi non saranno d’accordo con le affermazioni "fermarsi" e "decidere di rilasciare" ma questa è
l’impressione che si ha guardando un arciere e quindi, per quel che ci serve, accettiamo questi
termini.

Non molti anni fa’ un arciere solitario (o forse un arciere il cui amico era stanco di controllare la
misura della trazione) ebbe un’ispirazione: mise una lamella metallica leggermente elastica sulla
parte interna della finestra dell’arco, al limite della faccia esterna del riser e fece passare la freccia
tra la lamella e il riser. Con l’aiuto di uno specchio oppure dopo aver giurato all’amico che sarebbe
stata l’ultima volta che gli chiedeva di guardare dove si fermava la freccia, regolò pian piano la
lunghezza della freccia finché questa, dopo che l’arciere aveva raggiunto la sua posizione abituale
al momento dell’ancoraggio, non si fermò con solo un paio di millimetri di punta sotto la lamella.
Prese la mira, spostò indietro mano e braccio della corda finché la lamella non lasciò libera la
freccia appoggiandosi completamente alla finestra e producendo l’inevitabile suono di due metalli
che si toccano violentemente e a quel punto rilasciò la freccia.

Da buon inglese o americano chiamò quella lamella che faceva "click": clicker.

Da solo, il nostro arciere proseguì nelle prove affinando sempre più la tecnica e
modificando millimetricamente la posizione del clicker fino ad ottenere un
gesto fluido ed automatizzato.
Da quel momento, la sua precisione sull’asse verticale migliorò sensibilmente
perché il suo arco restituiva sempre la stessa potenza o, comunque, ogni freccia
riceveva una spinta "uguale" a quella della freccia precedente; le variazioni
erano date "solo" da differenze nel rilascio.
Aveva inventato "l’indicatore di allungo" che permette all’arciere di tendere
l’arco in misura costante tra una freccia e l’altra.
Da allora,

 la funzione del clicker non è cambiata,


 il modo per posizionarlo correttamente non è cambiato (ripetere quanto
sopra descritto),

 la sua forma è rimasta sostanzialmente immutata anche se ne hanno


inventati di vari tipi.

Di nuovo, qualcuno vi dirà che l'invenzione del clicker è frutto di studi di una nota casa americana
produttrice di archi e non di ... un arciere solitario ... ma io preferisco pensarla così .. !!!

Ricapitolando:
il clicker è un oggetto posto solitamente sul riser che indica l’avvenuto raggiungimento di un
allungo ritenuto ottimale per il singolo arciere.
Come si usa:
si tende l’arco facendo scorrere la freccia sotto il clicker e quando esso è scattato, si verifica di
essere in mira e, prima che la muscolatura ceda con conseguente perdita dell’allungo ottimale, si
rilascia la freccia;
l’abitudine di alcuni arcieri di rilasciare la freccia "al suono del clicker" può causare il rilascio in un
momento in cui non si è in mira se, per stanchezza o altro, si va in sovrallungo.

Al momento dell’acquisto:
verificate che sia abbastanza elastico da non spingere la freccia verso la finestra tanto da far
rientrare il pistone del berger e modificare la posizione del center shot.

E adesso, montatelo e ripartite da 5 metri.

Ah, ... dimenticavo ... dovrete sicuramente accorciare le frecce e, probabilmente, diventeranno
rigide e dovrete cambiarle; non lo sapevate ???
Beh, ... adesso ve l'ho detto !!!
Soucette e visette
La soucette
Cominciamo con questo accessorio e
liquidiamolo subito:
è utile a coloro che usano un aggancio
laterale o molto laterale, ai quali
fornisce un punto di riferimento in
più;
la sua utilità è nulla o quasi per coloro
che utilizzano un aggancio centrale.

Penso che tutti gli arcieri l'abbiano


utilizzata per un tempo più o meno
lungo e la maggior parte di loro l'ha
poi abbandonata.

Si tratta di un anello da fissare intorno


alla corda a mo' di caramella col buco
in posizione tale da toccare il labbro
superiore (o il naso) dell'arciere
quando egli è arrivato ai contatti ed è
in fase di mira.

…… essendo di plastica, di sapore


neutro quando non sgradevole, se ne
sconsiglia la succhiata …… ci sono
molte altre cose più gradevoli se
proprio volete succhiare qualcosa …
quindi, se volete usarla, limitatevi a
farlo per la sua funzione.

E' controproducente per gli arcieri


che, per motivi vari, non riescono a
tenere la bocca chiusa (in senso fisico,
non in senso metaforico) a causa di
problemi di masticazione o di
respirazione.

Un altro inconveniente è la possibilità


che risulti non ben fissata e che, per
conseguenza, si sposti lungo la corda
creando così un conflitto tra il punto
di contatto sotto il mento e quello
della soucette sul labbro.

La visette
Diverso è invece il discorso per questo accessorio che definirei indispensabile per i tiratori
compound (almeno quelli che tirano alla targa e che usano bolla, lente di ingrandimento e sgancio
meccanico).
N.B. il regolamento non lo ammette per l'arco olimpico o ricurvo né per l'arco nudo.

Anche nel caso di questo accessorio ne esistono di


più tipi e forma; ma hanno tutti le stesse
caratteristiche e la stessa funzione: quella di
formare il secondo punto attraverso il quale
costruire una retta univoca diretta verso il punto
desiderato (bersaglio).

Si tratta di un anello da inserire nella corda, all'altezza dell'occhio del tiratore, in modo da costituire
un secondo mirino

Come si vede dalla foto, permette la massima precisione nella mira anche se non avviene un reale
contatto tra una parte della mano dell'arciere e una parte del suo viso; cosa invece indispensabile per
l'arco tradizionale.
In questo caso è più importante un buon allineamento del braccio della corda con la freccia.
Nella visette è molto importante la dimensione del foro:
più piccolo è, più precisa sarà la collimazione;
più piccolo è, minore sarà la quantità di luce che passa attraverso e quindi più difficile sarà la mira
in caso di scarsità di luce;
anche in questo caso dovrete quindi scegliere il compromesso migliore per voi.

Come si posizionano la soucette e la visette.

In entrambi i casi è consigliabile l'assistenza di un istruttore o almeno di un amico esperto.


Si colloca l'accessorio in un punto approssimativamente valido senza fissarlo.
Si eseguono più trazioni ad occhi chiusi simulando l'azione di tiro ( ma non lasciate scoccare la
freccia se prima non avete ben aperto gli occhi e controllato di essere in mira … i muri son sempre
in agguato e se non siete in palestra … ricordatevi che una freccia scoccata verso l'alto può
percorrere alcune centinaia di metri) e si chiede all'assistente di posizionare

 la soucette a contatto del labbro superiore,


 la visette in modo che quando l'arciere riapre gli occhi la ritrovi esattamente in linea con il
mirino e quindi con il bersaglio.

Rieseguite poi le trazioni mirando il bersaglio e, poiché è molto probabile che abbiate variato
leggermente la postura, assestate l'accessorio che avete montato.
A questo punto fissatelo bene in modo che non possa spostarsi.
Nota supplementare per la visette:
specialmente se siete principianti, vi capiterà che la visette si presenti lateralmente e vi impedisca la
mira perché non vedete il foro.
Questo è dovuto all'inevitabile rotazione della corda durante la trazione, anche se eseguita con lo
sgancio meccanico.
Se il fatto è sporadico e causato dalla vostra inesperienza non avete altra possibilità che quella di
chiudere l'arco lentamente e ricominciare l'azione.
Se il fatto si ripete molto spesso significa che dovete ruotare la visette (fissata con metà della corda
alla sinistra e metà alla destra) spostando uno dei fili che compongono la corda da sinistra a destra
della visette e uno, che non sia lo stesso, da destra a sinistra per poi riprovare fino ad ottenere la
giusta posizione.
Purtroppo, questo non si puo' eseguire ad arco carico e dovrete quindi rivolgervi ad una persona che
ha un carichino per compound o una morsa e quindi, spesso, ad un rivenditore; poco male se vi
aiuta a trovare la giusta posizione in fretta.
Vedo molti arcieri che incoccano la freccia, ruotano con le dita la corda di un po' (diciamo un
quarto di giro) e poi iniziano la trazione; così ottengono un giusto posizionamento del foro della
visette.
Cosa dite ? … non è meglio ruotare la visette sulla corda ed evitare di farlo con le dita? Boh !!!!!
Non sono un esperto di compound e poi … ognuno ha i suoi gusti ………
Le gare Fitarco

Tipo gara Totale frecce n° volèe/frecce tempo per volèe Diametro targa

40 cm (60 cm. per i


Indoor 18 mt. 60 20 da 3 frecce 2 minuti
giovanissimi)

60 cm. (80 cm. per


Indoor 25 mt 60 20 da 3 frecce 2 minuti
i giovanissimi)

10 da 3 frecce o 5
da 6 frecce a 60
metri + 2 minuti per
volèe da 3
900 Round 90 10 da 3 a 50 metri frecce, 4 minuti 122 cm.
+ per volèe da 6
frecce.
10 da 3 frecce a
40 metri

12 da 3 o 6 da 6 a
90 e 70 metri
(uomini)
2 minuti per 122 cm a 90,70, 60
12 da 3 o 6 da 6 a volèe da 3 mt.
Fita 144 70 e 60 metri frecce, 4 minuti
(donne) per volèe da 6 80 cm a 50 e 30
frecce. metri
12 da 3 a 50 metri

12 da 3 a 30 metri

4 minuti per
12 da 6 o 24 da 3
serie da 6 frecce
70 metri 72 con intervallo a
o 2 minuti per
122 cm.
metà gara
serie di 3 frecce

Hunter & Fields 20,40,60 ed 80 cm.


72 24 da 3 4 minuti
12+12 - vedi regolamento

Hunter & Fields 20,40,60 ed 80 cm.


144 48 da 3 4 minuti
24+24 - vedi regolamento

Olimpic Round minimo 12 2 minuti per 122 cm. per


12 frecce in serie
(indoor = 18 secondo il numero serie da 3 frecce l'outdoor - 40
di 3 o 6 per
metri e outdoor inziale di o 4 minuti per verticale per
ognuna delle fasi
= 70 metri) partecipanti serie di 6 frecce l'indoor

Calcolo del Punteggio:


nell'hunter & fields la targa è divisa in cinque cerchi concentrici con valore da 5 a 1 secondo la zona
colpita;

nelle altre gare, la targa è divisa in dieci cerchi concentrici con valore da 10 a 1.

Nelle gare all'aperto le distanze cambiano per le classi giovanili.


Per andare in gara ...
Innanzitutto devi avere un arco con i suoi accessori ... lapalissiano ... quindi non dimenticarlo
a casa, nemmeno la faretra e non lasciarli in giro;

poi devi avere un certo numero di frecce (almeno 5 o 6 per le gare indoor e almeno 8 o 9 per le
gare all'aperto) ... ma tutte uguali di tipo, dimensione, cocca, impennaggio, punta e tutte con
una scritta sull'asta quale il tuo nome o uno pseudonimo o una sigla che identichi le tue frecce
quando sono nel paglione.

Possono essere usate frecce di qualsiasi tipo purché corrispondenti al principio e al


significato accettati per il termine freccia quale usato nel Tiro ala Targa, e che dette
frecce non causino indebito danno ai bersagli ed ai supporti. Il diametro massimo di
una freccia non dovrà eccedere i 9,3 mm.
Il La freccia è formata da un'asta munita di punta, una cocca, un impennaggio e, ove lo
Regolamento: si desideri, colorazioni distintive.
Le frecce di ogni arciere devono essere marcate sull'asta con il suo nome o iniziali e
tutte le frecce usate su ogni singolo bersaglio (cioè: bersaglio numerato) dovranno
essere uguali in quanto a modello e colore/i dell'impennaggio, delle cocche e
dell'eventuale colorazione distintiva.

Poi devi essere iscritto a una compagnia di tiro con l'arco e accertarti di essere iscritto ad una
Federazione (le gare vengono organizzate in base ai regolamenti di una Federazione e ad essa
dovete essere iscritti tramite la vostra compagnia).
Proseguo esaminando quanto e' necessario per partecipare ad una gara Fitarco, lasciando agli
iscritti Fiarc di consultare il relativo regolamento o di farselo spiegare dal proprio
responsabile di compagnia.
Se sei iscritto alla Fitarco devi essere in possesso (e presentare agli organizzatori e agli arbitri,
se richiesto) di
- Fitarco Pass (chiamato elettronico) aggiornato con
... divisione
... categoria
... classe
... data scadenza della visita medico sportiva (a proposito ... l'hai fatta? e' ancora valida?)

Se qualcosa di quanto detto sopra non ti e' chiaro, ti consiglio di fartelo spiegare da uno dei
responsabili della tua società

Ed ora, prima di leggere le ulteriori informazioni necessarie per andare in gara, chiediti:
che tipo di sportivo sono?
a) l'importante e' divertirsi .. anche se arrivo ultimo ... tanto e' la mia prima gara ...
b) va bene divertirsi ... ma fare figuracce non mi piace ...
c) io voglio sempre far bella figura
e quindi guarda i tuoi punteggi in allenamento (caso di allenamento in palestra e gara indoor
nella classe seniores):

- sono sotto i 500

 arciere a) - vai e preparati a divertirti


 arciere b) - e' meglio che ti alleni ancora un po'
 arciere c) - stai a casa ad allenarti ... altrimenti rischi di buttar via l'arco

- sono tra i 500 e i 540


 arciere a) e b) - andate e divertitevi
 arciere c) - hai bisogno di un punto di partenza e di uno stimolo che si acquisisce solo in
gara; non illuderti ma vai e impegnati

- sono sopra i 540


metti in conto di fare qualche punto in meno a causa della tensione ma hai molte probabilità di
rimanere soddisfatto ...
Fatta questa premessa cosa devi fare ancora?
1. prendi un calendario delle gare e, magari con qualche amico, scegli quelle alle quali
vuoi partecipare
2. chiedi al segretario della tua compagnia (o al presidente, o a chi ne è incaricato)di
iscriverti alle gare che hai scelto; (attento ai turni nelle gare indoor; puo' capitare che
il turno che hai scelto sia pieno ... vedi per qualche altro turno .. ) e ricordati che
l'iscrizione è un impegno sia da parte tua che da parte della tua compagnia
Art. 8 - ISCRIZIONE A GARE
I tesserati che intendono iscriversi ad una gara di calendario sono tenuti a far
pervenire l'iscrizione a mezzo apposito modulo, tramite la Società di
appartenenza, entro il termine stabilito dal programma.
Per gli Atleti non seniores deve essere specificata la eventuale Classe
superiore a quella di appartenenza nella quale intendono partecipare alla gara.
La tassa d'iscrizione può essere maggiorata fino al 30% per le iscrizioni che
Il
pervengono dopo il termine utile fissato dal programma.
regolamento:
L'iscrizione anche se accompagnata dalla relativa tassa, perde ogni validità se
l'Atleta non si presenta al minimo trenta minuti prima dell'orario previsto per
l'inizio gara; la tassa sarà incamerata e il posto potrà essere assegnato ad altro
Atleta.
L'iscrizione, anche se non accompagnata dalla relativa tassa, costituisce
comunque impegno della Società iscritta alla corresponsione delle tasse di
iscrizione in caso di mancata partecipazione dei propri tesserati iscritti.
3. ora verifica di avere un abbigliamento consentito dal regolamento; in pratica:
- scarpe ginniche e
- completa tenuta bianca con stemma della tua compagnia ben visibile, oppure,
- divisa di compagnia
- se vuoi partecipare ad una gara di Hunter & Field, leggi le eccezioni previste dal
regolamento
Il Art. 13 - ABBIGLIAMENTO DI GARA
regolamento: E' fatto obbligo agli Atleti partecipanti a gare di calendario federale di
indossare l'abbigliamento indicato dal presente articolo:
1. Tiro alla Targa all'Aperto e Tiro alla Targa al Chiuso
L'abbigliamento ufficiale è la divisa sociale, la quale può essere di colore o
colori diversi dal bianco, ma deve recare ben visibili il nome e/o l'emblema
della Società, o la completa tenuta bianca; ferme restando le limitazioni di cui
ai punti a), b).
1.a. Classi Veterani, Seniores, Juniores, Allievi, Ragazzi e Giovanissimi
Femminili: gonna o pantaloni, maglietta a maniche lunghe o corte e sopra
questa, maglione o giubbetto con o senza maniche. Scarpe ginniche.
1.b. Classi Veterani, Seniores, Juniores, Allievi, Ragazzi e Giovanissimi
Maschili: pantaloni , maglietta a maniche lunghe o corte sopra questa,
maglione o giubbetto con o senza maniche. Scarpe ginniche.
I pantaloncini corti sono ammessi per tutte le Classi a condizione che non
siano più corti della punta delle dita dell'arciere quando le sue braccia e le sue
dita siano allungate lungo il corpo.
2. Tiro di Campagna e Ski-Arc
Per tali discipline di Tiro e per tutte le Classi e Divisioni, la divisa può essere
composta da indumenti speciali quali tute, completi impermeabili, maglioni,
ecc., purchè rechino inequivocabilmente e ben visibile il nome e/o l'emblema
della Società. E' consentito l'uso di stivali e scarponi.
3. Norme generali
I tiratori sono tenuti a gareggiare in tutte le specialità esibendo in posizione
ben visibile il numero di gara.
Fermo restando quanto descritto ai punti 1 e 2, si precisa che nelle gare di
Calendario Nazionale, Interregionale e Regionale i concorrenti possono
optare, singolarmente, per la divisa sociale o per la tenuta bianca, che deve
comunque riportare l'emblema della società di appartenenza.
Nei Campionati Nazionali è d'obbligo la piena uniformità degli Atleti
appartenenti alla medesima Società che, in tale tenuta, dovranno presentarsi
anche alla premiazione, salvo casi di sponsorizzazioni, anche individuali,
ufficialmente riconosciute.
Indumenti protettivi, quali tute e impermeabili, possono essere indossati,
durante le fasi di riposo o di recupero delle frecce o, qualora le condizioni
atmosferiche lo richiedano, anche sulla linea di tiro.
Non è assolutamente consentito gareggiare:
- a dorso nudo;
- a piedi scalzi;
- con canottiera;
- con pantaloni blue-jeans, ad eccezione delle gare di Tiro di Campagna;
- con tute mimetiche a vari colori;
- con fregi, attrezzature e copricapi militari;
- con cuffie auricolari e telefoni portatili;
- con attrezzi da taglio con lama superiore a cm. 6.
E' fatto assoluto divieto apporre sull'abbigliamento, sulla attrezzatura di tiro o
sugli accessori, emblemi o disegni riproducenti simboli politici.
4. fatti spiegare al meglio possibile come si svolge una gara (in particolare l'alternanza
AB/CD), come si compilano gli scores ... e poi guardati in giro, fai come fanno gli altri;
e non farti scrupolo di chiedere ... meglio se in un momento in cui non stanno tirando ..
in genere le persone sono molto disponibili ... basta non esagerare e finire per
"rompere le OO"

Sicuramente ho dimenticato qualcosa, ma credo che le cose fondamentali siano queste; per le
altre ci sono i regolamenti e l'esperienza.
ED ORA ... AUGURI !!! ... QUI' COMINCIA IL BELLO !!!

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