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Queste note, suddivise in "lezioni", sono dedicate agli arcieri che, dopo aver frequentato un corso
per principianti ed aver cosi' appreso le prime nozioni, hanno acquistato il loro primo arco e stanno
cercando di metterlo a punto.
Possono anche costituire una verifica per chi tira con l'arco da poco tempo ma non sono indirizzate
ad arcieri molto esperti; alcuni punti non sono approfonditi e le soluzioni proposte sono adatte alle
persone cui sono indirizzate queste pagine ma non coprono la gamma completa delle soluzioni
possibili.
Le note sono ricavate da vari testi che trattano di tiro con l'arco, dalle dispense fornite in occasione
dei corsi per istruttori e allenatori e dalle varie dispense fornite dai fabbricanti e dai rivenditori di
materiale arcieristico completate da alcune osservazioni frutto delle mie esperienze personali e degli
altri istruttori della
Se non trovate la risposta alle vostre domande o se siete gia' esperti e non siete d'accordo con noi,
scriveteci; cercheremo di rispondervi!.
Se non avete frequentato un corso per principianti potrete avere delle difficolta', almeno nella fase
iniziale; un piccolo aiuto vi puo' venire da alcuni informazione pubblicate sulle pagine Web della
nostra compagnia come un corso velocissimo di tiro con l'arco - di Aldo Ricotti oppure le note
essenziali per l'acquisto del primo arco ma il suggerimento rimane quello di frequentare il corso.
Ed ora via ! Puoi proseguire scegliendo il capitolo che piu' ti interessa o utilizzando
l'indice sulla sinistra per andare in ordine. A te la scelta !!!
Misure e termini inglesi
Parlando di archi, si utilizzano spesso termini inglesi e, ancora più spesso, unità di misura inglesi;
ritengo quindi opportuno trascrivere due tabelle per la traduzione delle misure e dei termini più
usati.
Traduzione dei termini in lingua inglese usati con maggior frequenza in arcieria
Innanzitutto prendete il riser (la parte centrale rigida dell'arco, dove c'e' l'impugnatura) e
applicategli i flettenti. (Se l'arco che avete acquistato e' un compound, potreste saltare questo
paragrafo e passare direttamente alla distanza arco-corda ma ... chissa' ... e poi, sono poche
righe !!!)
Vi ricordate che esiste un flettente superiore ed uno inferiore e che non devono essere invertiti?
Bene! Oltre a motivi tecnici, c'e' anche un altro motivo per cui un flettente deve sempre essere posto
nella parte superiore e l'altro nella parte inferiore dell'arco: per regolamento, sulla faccia del
flettente superiore (per faccia si intende la parte che vedete quando impugnate l'arco) non devono
esserci scritte o segni che potrebbero servire di ausilio alla mira; sull'altro flettente, in genere, le
case costruttrici appongono le indicazioni tecniche ed il proprio logo.
Subito dopo, montate la corda, preferibilmente col carichino e con l'anello piu' grande infilato nel
flettente superiore e controllate la distanza arco-corda.
Arco Olimpico
Per archi di qualita', (Hoyt, Yamaha, Pse, ecc.) la distanza viene consigliata dal
fabbricante e, normalmente, e' di
Arco Compound
Trovata la distanza arco-corda migliore per voi, controllatela ed eventualmente regolatela ogni volta
che caricate l'arco.
Quando sarete diventati abbastanza bravi da valutare la rosata dopo poche frecce (20 -30)
ricordatevi che, col passare del tempo, il vostro arco puo' richiedere una diversa distanza arco-
corda; almeno ogni 6 mesi, in genere quando si passa dal chiuso all'aperto e viceversa, verificate
questa distanza e modificatela, in aumento o in diminuzione, fino ad ottenere la migliore rosata.
Tenete inoltre presente un altro fatto che vi potra' aiutare nell'effettuare il tuning (prove di
funzionamento) del vostro attrezzo:
Esempio:
considerato un arco di 40 libbre, alto 68 pollici, che lancia una freccia tipo ACE 570 lunga 28",
lasciando invariate cocca, punta e alette, al variare della distanza arco-corda si ottengono le seguenti
velocita' di uscita:
distanza 10" velocita': 199 piedi/secondo
distanza 9,5" velocita': 201 piedi/secondo
distanza 9" velocita': 203 piedi/secondo
distanza 8,5" velocita': 204 piedi/secondo
distanza 8" velocita': 205 piedi/secondo
(fonte: programma Easton per la ricerca della freccia ideale)
Questa legge: aumento della distanza = riduzione della velocita' e' ovviamente constatabile anche
quando si utilizzano frecce in alluminio (sempre lasciando invariate cocche, punte e alette).
lo stesso programma Easton fornisce, per lo stesso arco, le seguenti velocita':
Freccia Distanza 8" 8,5" 9" 9,5" 10"
xx75 1916 Velocità 176 175 174 172 169
xx75 2013 Velocità 182 181 179 178 176
Eagle 1916 Velocità 176 174 173 171 169
E' tuttavia necessario tener presente che una freccia adatta a quell'arco con una distanza arco-corda
di 10 pollici puo' non essere adatta allo stesso arco con una distanza arco-corda di 8 pollici.
Berger e rest
Montate ora il berger (bottone ammortizzatore di pressione) ed eventualmente il rest.
Innanzitutto montiamo il berger e regoliamo la molla per una durezza media (cosi'
come viene normalmente fornito), controllando che la corsa del pistone possa
essere completa ma che non rientri alla semplice pressione esercitata dal peso
della freccia che state utilizzando.
Incoccate poi una freccia e ponete l'arco in modo da vedere la corda perfettamente
al centro dei flettenti; posizionate poi il berger in modo che sporga all'interno
della finestra dell'arco quanto basta affinche', traguardando la freccia attraverso la
corda, se ne veda la punta leggermente decentrata a sinistra, per archi destri o a
destra per archi mancini;
Sul posizionamento del rest c'e' poco da dire; anche perche' la maggior parte dei
rest si applica sul riser tramite una placchetta autoadesiva dotata di un foro
attraverso il quale deve passare il berger.
Se usate un compound:
segnate un altro punto tre millimetri (un ottavo di pollice) sotto il punto
precedente (quello a novanta gradi);
fissate l'anello metallico per punti d'incocco in mezzo a questi due segni ed avrete
formato il punto d'incocco inferiore: la parte alta dell'anello risultera' cosi'
posizionata in corrispondenza del punto zero; se non utilizzate gli anelli ma
costruite il punto d'incocco con del filo, dovete simulare l'anello metallico;
sopra il punto d'incocco inferiore appoggiate la cocca della vostra freccia
correttamente incoccata;
posizionate infine un secondo anello sopra la cocca , lasciando un margine di
quasi un millimetro o simulate con il filo questo secondo anello.
Avete cosi' posizionato il vostro punto d'incocco doppio, in mezzo al quale incoccherete sempre
la vostra freccia.
tutta l'attrezzatura dell'arciere e' un compromesso tra utilità, effetto e caratteristiche individuali,
senza ignorare il costo;
L'arco:
Pur non sottovalutando la bellezza dell'arco costruito in un pezzo unico, la maggior parte degli
arcieri, per praticità di trasporto e per la maggior precisione ottenuta grazie all'introduzione di nuovi
materiali, che vedremo in seguito, preferisce il take-down o il compound.
Seguiamo quindi questi ultimi casi e completiamo le informazioni che sono state fornite finora.
Il riser
Sempre nella maggior parte dei casi, la modifica dell'angolazione dei flettenti
e quindi la modifica della potenza dell'arco si ottiene tramite una vite che
agisce sull'attacco dei flettenti; nulla vieta comunque che venga utilizzato un
sistema diverso; per esempio: la Yamaha utilizza delle piastre di diversa
altezza da inserire nell'alloggiamento del flettenti.
Se come si suppone in queste pagine, state iniziando a tirare con l'arco, ed
avete acquistato un arco a potenza variabile, vi consiglio di utilizzarlo alla
minima potenza per poi eventualmente aumentarla gradualmente.
Un'ulteriore distinzione tra i riser, che si trova quasi esclusivamente nei
compound, è quella tra riflessi e deflessi.
Si parla di arco deflesso quando la distanza arco-corda (misurata al punto di
pivot) è maggiore del tiller medio; si parla di arco riflesso quando il tiller
medio è maggiore della distanza arco-corda.
Indicativamente, si può riprendere quanto consigliato dai costruttori: l'arco
deflesso è suggerito per tiratori alla targa e che, di conseguenza, richiedono
una maggior precisione a scapito della velocità di uscita della freccia; l'arco
riflesso è suggerito per tiratori 3D e in genere quando la distanza del
bersaglio non è dichiarata, in quanto la maggior velocità della freccia
permette un tiro più teso e un posizionamento del mirino "un po' più
approssimativo". Genericamente, si dice anche che l'arco riflesso è più
difficile da controllare.
E' stato commercializzato da pochi mesi un riser in carbonio, quindi sicuramente più leggero dei
riser attuali; per il resto ... bisogna attendere.
I flettenti.
legno: con qualità e prezzo molto variabile in base al tipo di legno usato e all'accuratezza
della fabbricazione; sono soggetti ad alterazioni di resa sia a causa dell'umidità che a causa
di temperature molto elevate
fibra (legno e resine varie): con qualità bassa o media; con una resa e un grafico mediamente
migliore di quelli in solo legno, salvo casi particolare di legno particolarmente pregiato e
costruzione particolarmente accurata; sono anch'essi soggetti ad alterazioni a causa
dell'umidità e a causa di temperature elevate ma in misura minore a quelli completamente in
legno;
fibra e carbonio, generalmente detti "in carbonio": di qualità media o alta; sono i più diffusi
tra gli arcieri agonisti; presentano una progressività ed una resa nel tempo migliore dei
flettenti precedentemente citati; al momento, sono i meno soggetti anche ad alterazioni della
resa a causa dell'umidità e della temperatura;
fibra, carbonio e ceramica, generalmente detti "in ceramica": di qualità alta (al momento
conosco un solo costruttore di flettenti di questo tipo); non sono molto diffusi a causa del
loro prezzo particolarmente elevato; vengono considerati i più veloci nella fase di rilascio
con il risultato di permettere l'utilizzo di archi con potenza leggermente inferiore rispetto
agli altri tipi di flettenti per ottenere una certa velocità della freccia; subiscono l'umidità e la
temperatura in modo paragonabile a quelli in carbonio.
Ritengo che le altre differenze riscontrabili: spessore, larghezza, forma del punto in cui si posiziona
la corda, ecc. siano da considerare come assolutamente marginali per l'arciere (ma non modificarli
tu !!!)
Il rest.
Prima di tutto è necessario capire a cosa serve:
il rest ha l'unico scopo di sorreggere la freccia nella giusta posizione durante la trazione e
nella fase iniziale del rilascio, terminata la quale, la freccia si stacca dal rest e viene lanciata
verso il bersaglio.
Quindi il miglior rest è quello che provoca il minor attrito tra esso stesso e la freccia e la minor
deviazione possibile nel caso in cui le alette le tocchino.
Si potrebbe affermare, per assurdo, che il miglior rest è quello che non c'è.
Purtroppo per noi, un simile rest (o semplicemente un rest a cuscino d'aria) non esiste, per cui
dobbiamo ricorrere al più accettabile dei compromessi tenendo conto del tipo di arco che usiamo e
delle nostre caratteristiche individuali.
Ci sono decine di rest in commercio per cui ho ritenuto opportuno raggrupparli in categorie e
individuare l'arco al quale sono più adatti:
E' usato e indicato per tiratori ad arco nudo (sia take-down che
compound) e per principianti.
La forcella può essere formata da una lamella o da due fili metallici con
parte terminale chiusa o aperta.
qualora la forcella sia di tipo aperta (i due fili metallici che la formano
non si toccano) viene raccomandata la penna indice rivolta verso il basso
(opinione personale: ma vale la pena di complicare le cose e rischiare che
la penna tocchi la forcella? Funziona benissimo anche con la penna
indice rivolta verso l'alto e non presenta rischi! )
Il berger (ammortizzatore di pressione).
Per capire la funzione del berger (cushion plunger - bottone ammortizzatore di pressione) bisogna
tenere presente che, a causa della spinta ricevuta dalla corda rilasciata, qualsiasi freccia si flette sul
piano orizzontale in una direzione non determinabile con sicurezza, per poi proseguire "a serpente"
fino al suo arrivo, attenuando progressivamente l'ampiezza della flessione (spine),
Se la freccia si flette verso la parte aperta della finestra, non incontrera' alcun ostacolo deviante ma
se la freccia si flette verso la parte chiusa della finestra e la tocca, ricevera' un colpo che, oltre a
deviarla, rischia di romperla.
Pensa alla funzione che svolgono gli ammortizzatori della tua macchina o moto quando "prendi una
buca" o un sasso: il berger mantiene la freccia lontana dalla parte rigida della finestra opponendogli
una resistenza progressiva determinata dal pistone che spinto dalla freccia flessa agisce sulla molla
contenuta nel cilindro (vedi componenti di un berger).
Ultima annotazione: la maggior parte dei berger viene fornita con molle di diversa durezza (forza
resistente); sono molto utili per la regolazione fine da effettuare periodicamente.
Una sola raccomandazione vale per tutti i tipi di berger (economici e non):
prima di montarlo sul vostro arco, controllate che il pistone scorra (vada dentro il cilindro e
venga spinto fuori dalla molla) fluidamente, senza attriti dannosi e sopratutto senza che si
"incanti".
Dove metterlo? guardate il vostro riser; al centro troverete un foro filettato fatto allo scopo di
inserirvi il berger; e se per caso invertite la posizione del pistone con quella della bussola di
chiusura ... ve ne accorgerete prima di tirare la prima freccia !!!
Posizioniamo la freccia.
Oh che bello !!!
Ho messo il doppio punto d'incocco, il berger e il rest magnetico ma le frecce vanno dappertutto
meno che dove voglio io
... cosa faccio ???
Beh !!! a parte ricordarsi sempre il proprio livello di esperienza e di precisione,
cominciamo con la più semplice delle regolazioni:
mettiamo in asse freccia e pistone del berger, in modo che la molla del
berger riceva una spinta centrale.
Se la posizione della freccia non è corretta e avete acquistato un rest magnetico con possibilità di
regolazione verticale del filo che sorregge le freccia, la sua sistemazione deve essere compiuta con
estrema calma ma comunque con relativa facilità.
Se avete optato per un rest che si attacca alla finestra con il classico e sempre utile biadesivo,
dovrete tribolare un po': staccatelo con un attrezzo che non segni il riser e riattaccatelo al posto
giusto.
Ora verificate se è il caso di correggere la posizione del punto di incocco e ricominciate da capo ...
uffah !!!
E se, nonostante che la freccia non sia nella giusta posizione, non correggo la sua posizione, cosa
succede?
Nel caso più favorevole avremo solo un consumo del pistone e un logoramento della molla
asimmetrici;
in casi estremi avremo una freccia che "cavalca" il berger (sormonta il pistone) alla prima pressione
anomala e scavalca il paglione finendo alta e laterale oppure, al contrario, una freccia che si
"incastra" tra rest e berger con risultati imprevedibili.
Il mirino
In un mercato dove i costi dei mirini vanno dalle 15.000 lire ( 8 euro) alle 500.000 lire (250 euro) e
oltre, guardiamo innanzitutto cosa è un mirino e cosa prevede il regolamento.
Dal vocabolario:
"Dispositivo ottico per la determinazione della linea di mira (a specchio, a traguardo)"
Dall'enciclopedia:
tipi di mirino:
Se fissiamo questo oggetto in modo che non si sposti durante il tiro, abbiamo tutto
ciò che è indispensabile.
Tipi di diottra
In commercio, potete trovare vari modelli di diottra e, nella maggior parte dei
casi, la scelta è un fatto più personale che con motivazioni tecniche.
Si può tentare di distinguerle osservando gli utilizzatori abituali:
A) pin, per simulazione di caccia e per bersagli a forma non circolare;
C e F) se il disegno è impresso sulla lente, sono adatte a tiratori alla targa con
compound (e nel caso di lente, solo per loro); se il disegno è realizzato con fili
trasparenti attaccati all'anello ma senza lente, per tiratori alla targa di arco
olimpico;
E) per tiratori alla targa; il pin aggiunto, che nel disegno sale dal basso, può essere
posizionato in uno qualunque dei quattro tratti che formano una croce, a propria
scelta e meglio se dopo aver fatto dei test;
D) per tiratori alla targa quando il bersaglio è costituito da cerchi concentrici ben
distinti o di colori diversi, come nel caso dei bersagli Fitarco; in questo caso si
parla di mira per sovrapposizione di cerchi, che è un fatto spontaneo;
personalmente ne consiglio l'uso per il tiro alla targa quando la vista comincia a ...
non essere più quella dei vent'anni;
B) grazie alla sua forma particolare è mediamente valida per tutte le specialità; (io
ritengo che sia la migliore per le gare Fitarco di Hunter & Field).
Di nuovo, guardando i vari cataloghi, ci troviamo di fronte ad una gamma di modelli che definire
"ampia" è poco; andiamo quindi a vedere cosa dicono i regolamenti e quale è la sua funzione o le
sue funzioni.
Regolamento Fitarco:
Regolamento Fiarc:
(E' ammesso) uno stabilizzatore da caccia non più lungo di cm. 30,5 fissato sulla faccia posteriore
dell'arco, formato da un solo pezzo rettilineo o da più pezzi montati coassialmente al foro di
fissaggio sull'arco.
Premessa: quando la corda di un arco in tensione viene rilasciata, l'azione combinata dei flettenti
che si chiudono e della resistenza esercitata dalla mano che appoggia sull'impugnatura provocano
una notevole torsione sull'arco.
L'epicentro della torsione viene a trovarsi poco al disopra dell'incavo dell'impugnatura,
influenzando quindi negativamente l'uscita della freccia; per rendere più stabile l'arco si è pensato di
aggiungere delle masse collocate esternamente ad esso.
Conclusione
... risulta impossibile enunciare una regola che dica quale, tra quelle in commercio, sia la
stabilizzazione migliore.
Di nuovo dobbiamo rifarci alle esperienze dei singoli arcieri e sopratutto alle proprie esperienze
(sì ... le proprie esperienze ... perchè ogni arciere ha qualcosa di diverso dall'arciere che gli sta
vicino; copiare l'arco degli arcieri migliori non significa ottenere gli stessi risultati !!!).
Una ricerca effettuata qualche anno fa' in Francia e applicata agli arcieri della loro nazionale,
affermava che la stabilizzazione deve essere applicata all'arco in modo che il suo baricentro venga a
trovarsi circa 10 cm. sotto e 10 cm. davanti al punti di pivot.
Per ottenere questo effetto (che mi è sembrato molto valido e motivato) si può variare:
la lunghezza dell'asta centrale (partendo dal consiglio iniziale: lunghezza asta centrale = allungo
arciere) senza eccessi,
utilizzare anche lo stabilizzatore superiore,
aumentare il peso sulla punta dell'asta centrale o di quella superiore o di quelle laterali,
inserire un distanziatore tra l'arco e il V-bar.
In prima approsimazione, per sapere se il vostro arco è bilanciato in modo da avere il baricentro
come descritto sopra è sufficiente impugnarlo in modo morbido e lasciarlo "cadere"; se l'arco cade
in avanti e l'asta centrale della stabilizzazione si trova a circa 45 gradi dalla linea perpendicolare al
punto di pivot, avete ottenuto un risultato molto simile a quello indicato.
Dopo di ché cominciate a tirare controllando che il complesso arco-stabilizzazione non sia troppo
pesante e che vi dia effettivamente dei vantaggi.
Rimangono ancora due argomenti sui quali è difficile trovare accordo tra gli arcieri:
- il materiale con il quale sono costruiti gli stabilizzatori e
- l'inclinazione degli stabilizzatori laterali.
Personalmente ho usato stabilizzatori in alluminio, in carbonio e ad aste separate (quelli che
sembrano formati da tre o quattro frecce unite da dischi in plastica o metallo) e, se ben bilanciati,
non ho trovato particolari differenze che giustificano una scelta piuttosto che un'altra; l'unico caso
in cui ho trovato delle difficoltà è stato quando ho provato una stabilizzazione contenente del
mercurio in una simulazione di gara H&F, ma può essere una sensazione personale.
SENSAZIONE... sì questa è la parola giusta che vi permette di scegliere la vostra stabilizzazione e
di decidere se aggiugere o togliere lo stabilizzatore superiore, se utilizzare un V-bar che tenga gli
stabilizzatori laterali in linea con il centrale oppure inclinati verso il basso e con quale angolazione
devono essere aperti i laterali.
La soluzione che ho trovato è quella di utilizzare un V-bar ad angolazione e inclinazione variabile
per poi effettuare periodicamente dei test e scegliere le posizioni che mi sembrano ottenere il
miglior risultato.
I TFC
Sui guantini (guanti in pelle robusta che coprono solo le tre dita che servono per tendere l'arco), in
genere utilizzati da coloro che tirano ad arco nudo e sui paradita (pezzi di cuoio od altro materiale
simile, sagomati per coprire la parte interna dell'indice, del medio e dell'anulare), con o senza
appoggiamento, credo che ci sia poco da dire e, al momento poco da inventare; hanno l'unico scopo
di proteggere le dita dalla strofinio della corda che viene rilasciata ed evitare, secondo i casi,
arrossamenti, abrasioni, calli indesiderati e indolenzimenti vari alle dita; posso solo precisare che
per un arciere con mirino è consigliabile il paradita con appoggiamento per aumentare la sensazione
di contatto e di corretto posizionamento sul punto del viso scelto. C'è solo una cosa che stavo
trascurando perchè può sembrare ovvia:
deve essere della vostra misura; deve cioè coprire la parte interessata, per la lunghezza necessaria,
né più né meno.
Nel dubbio, è meglio acquistare un paradita leggermente più grande e poi ritagliarlo sulla vostra
misura mentre, per il guantino, non ci sono compromessi .. o vi va bene ... o ciccia!
Un reale imbarazzo può invece essere creato dall'ampia gamma di sganci meccanici che si trova in
qualsiasi negozio di arcieria e, ancora di più, dalla gamma che si può vedere sui vari cataloghi.
al momento, per il tiro di precisione è preferito quello che trattiene la corda tramite un "cordino" ma
ne esistono anche che trattengono la corda tramite una pinza; quest'ultimo tipo presenta il vantaggio
di un aggancio più facile ma può causare un'uscita meno "pulita" se non usato perfettamente.
Come risolvere il primo quesito, quello del dito maggiormente indipendente?
In primo luogo verificatelo cercando di muovere le dita singolarmente e osservate il risultato; se
proprio non individuate "l'indipendente" o avete la fortuna di riuscire ad ottenere questo risultato
con più dita, è meglio optare per un particolare sgancio (credo che in commercio ne esista solo uno,
prodotto da Spigarelli) che permette il rilascio con pollice, indice o mignolo; provate e riprovate
fino ad aver stabilito qual'è il dito che vi permette il miglior risultato, dopodiché neutralizzate gli
altri grilletti; (un solo problema: questo tipo di sgancio costa molto piu' degli altri)
infine, potete scegliere tra sganci da impugnare (tipo tirapugni) o da legare al polso; anche in questo
caso non saprei quale consigliare; purtroppo, bisogna spendere tempo e soldi.
Le frecce.
(impossibile essere sintetici, quindi, abbiate pazienza !)
Beati i nostri progenitori che prendevano una canna di bambù o una canna di lago o un ramo
"abbastanza diritto", gli facevano la punta con un coltello, magari di selce, ne bruciacchiavano un
po' la punta per indurirla, sagomavano un po' la parte finale della freccia e andavano
tranquillamente a caccia .... e mangiavano pure !!!!
Poi qualcuno inventò le punte in selce, poi quelle in metallo e cominciarono le complicazioni .......
e venne Unuomo che ci mise anche le penne, o meglio, allora, le piume e che per inserirle nella
canna (ragazzi ... non facciamo confusione di canne ....) ne spaccava due su tre; ma che bomba,
quella che riusciva a non rompere ....
(poi si fece un po' piu' furbo e comincio' a legare le piume alla canna per poi, alla fine
incollarvecele)
infine venne Unaltro che inventò le cocche di plastica ... e la confusione fu completa !!!
Tornando indietro nel tempo, da quando hanno inventato le gare di tiro con l'arco, o tornei o tenzoni
o come li vogliate chiamare, la scelta delle frecce (allora tassativamente di legno) si faceva così:
Beh, ragazzi, da quel tempo a oggi, a pochi giorni dal duemila, sono cambiate molte cose:
le frecce non sono fatte più (o quasi) con le canne ma con alluminio o carbonio,
le punte hanno cambiato la forma e sono aerodinamiche,
le piume d'aquila (estinta) sono state sostituite da penne di plastica (non riciclabile e non
riutilizzabili dopo che si siano staccate una volta) o al limite, da penne di tacchino e sono
incollate,
il bersaglio è diventato molto piccolo,
a loro volta, la punta può essere formata da un inserto e dalla punta propriamente detta mentre, per
inserire la cocca, può essere necessaria l'aggiunta di un adattatore o uni bushing extension.
Esaminiamo quindi le singole parti iniziando con quelle che più facilmente si possono sostituire e
per le quali c'è una minore scelta (supponendo di aver già scelto l'asta che è invece la parte più
difficile).
La punta.
Trascuro le punte a lama, adatte alla caccia ad animali vivi e a pochissime altre gare dove sono
espressamente richieste, che hanno bisogno di una freccia molto più lunga di quanto sia necessario
per le classiche punte a ogiva e di altri accorgimenti che non rientrano tra gli scopi di queste note.
Le frecce di alluminio economiche vengono fornite con un unico tipo
di punta adatto a quell'asta ... e potete solo alleggerire la punta
tagliando un pezzo di inserto, ... ma attenti ad essere precisi e tagliare
tutte le punte nello stesso modo;
quelle di qualità possono invece essere dotate di tre tipi di punta:
leggera, anche detta al sette percento, riconoscibile generalmente da
una riga intorno alla punta propriamente detta;
media, anche detta al nove percento, riconoscibile da due righe
intorno alla punta;
pesante, anche detta all'undici percento, riconoscibile da tre righe
intorno alla punta.
La percentuale è il rapporto tra il peso della punta e quello di un asta di 28 pollici del tipo per il
quale è prevista quella punta.
Per ora, fermiamoci all'idea che le nostre frecce potranno essere munite di punte leggere, medie o
pesanti.
Per le frecce in carbonio, il discorso è molto simile:
le più economiche sono dotate di un unico tipo di punta, in genere già
montata;
per le altre frecce in carbonio si può scegliere tra una gamma di punte
che va da un minimo di tre tipi fino a cinque tipi, ognuno con un peso
diverso;
recentemente sono state immesse in commercio delle frecce in
carbonio con la punta formata da due pezzi separati: ognuno dei due
pezzi ha vari pesi per cui le combinazioni possibili sono moltissime ...
più di venti.
Tra le frecce in alluminio e carbonio non esiste un tipo economico;
per le A/C/C (costo 10/15 Euro) esistono solo punte in pezzo unico e pesi diversi;
per le A/C/E (costo 20/25 Euro) esistono sia punte in pezzo unico che punte in due parti, come
quelle descritte per le frecce in carbonio;
per le X/10 ...... se non rientrate almeno tra quelli che compongono la squadra regionale ... lasciate
perdere: costano circa 30 Euro l'una .........
SI, VA BENE, MA IO CHE PUNTA CI METTO?
Se state acquistando una freccia che non avete mai usato, montategli punta o inserto+punta di peso
medio e aspettate poi che l'esperienza e le prove all'aperto vi consiglino di appesantire o alleggerire
la punta.
E' bene sapere che la variazione di peso della punta modifica lo spine dinamico di una freccia e che
una punta pesante, in caso di vento leggero, mantiene la traiettoria meglio di una leggera; ma questo
non può e non deve essere l'unico criterio per scegliere la giusta punta.
La cocca (e l'uni bushing)
Secondo la freccia che avete scelto, avrete più o meno possibilità di scelta.
Iniziamo con la più importante (o forse l'unica veramente importante): la cocca deve essere adatta al
"diametro" della vostra corda.
Vi ricordo che le corde sono realizzate con vari materiali e con un diverso numero di fili; per
conseguenza, si forma una corda con un certo "diametro": la cocca deve essere adatta per "quella"
corda; ovvero: la freccia non deve cadere dalla corda se non riceve una spinta e non deve richiedere
uno spinta eccessiva per essere posizionata o rilasciata.
Stabilito che la vostra freccia richiede una cocca a cappuccio o una cocca che si inserisce nell'asta o
che è necessario utilizzare l'uni-bushing, non createvi troppi problemi e scegliete la cocca più corta
possibile lasciando che le caratteristiche dinamiche della freccia vengano determinate dall'asta e non
da un accessorio.
In più, se un domani aveste bisogno di allungare la freccia di qualche millimetro, non avrete
bisogno di comperarne di nuove: è sufficiente acquistare le cocche più lunghe.
Le penne
Stabilito che:
le penne hanno lo scopo di mantenere la freccia nella direzione che aveva al momento del
suo distacco dall'arco,
per ottenere questo risultato bastano tre penne poste a 120 gradi l'una dall'altra,
le penne "frenano" la freccia: tanto più quanto maggiore è la loro superficie e per
conseguenza ne modificano lo spine dinamico,
il vento influenza il volo di una freccia in rapporto alla superficie delle penne,
per scegliere le penne dobbiamo di nuovo ricorrere al compromesso tra il fattore positivo:
direzionalità e quelli negativi : riduzione della velocità e sensibilità al vento.
Per fortuna degli arcieri, il relativo basso costo delle penne permette di utilizzare, per esempio,
penne con maggior superficie nelle gare indoor, dove il vento può solo essere provocato dai
condizionatori e le distanze sono minime e penne con minor superficie nelle gare all'aperto dove le
condizioni sono opposte alle precedenti.
Per lo stesso motivo, è possibile provare più tipi di penne, magari suddividendo le proprie frecce in
due o tre gruppi ognuno con un tipo di penna leggermente diverso dall'altro e verificare i risultati
personali.
Personalmente ritengo mediamente valida per tutti i tipi di gara una penna di lunghezza pari a 1
pollice e tre quarti; la larghezza o altezza della penna è standard e proporzionale alla sua lunghezza.
I tipi di penna attualmente più usati sono:
quelle in plastica morbida e
le spin wing,
mentre stanno tornando di moda (1998) quelle in piuma naturale, ma non vi so dire se si tratta solo
di moda o se danno un reale vantaggio.
Importante è infine la posizione dove vengono collocate le penne:
si consiglia di posizionarle a circa 1 pollice dall'attacco della corda;
potete provare a variare questa posizione ma ricordatevi che tra la corda e le penne devono starci le
vostre dita e che la posizione migliore e quella più arretrata possibile.
Infine, se vi capita di tirare frecce con penne posizionate in maniera sensibilmente diversa noterete
un diverso risultato.
La freccia.
Il resto, rimandatelo al momento in cui, consolidato il vostro allungo e ottenuta una rosata
accettabile, potrete effettuare un accettabile tuning dell'arco e delle frecce.
Il clicker
Una delle cose fondamentali nel tiro con l’arco è quella di riuscire a tenderlo sempre nello stesso
modo (o per meglio dire: sempre nella stessa misura) per ottenere sempre la stessa spinta al
momento del rilascio.
L’unico modo che abbiamo per "vedere" se tendiamo l’arco nella stessa misura è quello di chiedere
ad un amico di guardare dove si trova la punta della freccia quando siamo arrivati ai contatti e "ci
fermiamo" quell’attimo che serve a perfezionare la mira e "decidere di rilasciare" la freccia.
I puristi non saranno d’accordo con le affermazioni "fermarsi" e "decidere di rilasciare" ma questa è
l’impressione che si ha guardando un arciere e quindi, per quel che ci serve, accettiamo questi
termini.
Non molti anni fa’ un arciere solitario (o forse un arciere il cui amico era stanco di controllare la
misura della trazione) ebbe un’ispirazione: mise una lamella metallica leggermente elastica sulla
parte interna della finestra dell’arco, al limite della faccia esterna del riser e fece passare la freccia
tra la lamella e il riser. Con l’aiuto di uno specchio oppure dopo aver giurato all’amico che sarebbe
stata l’ultima volta che gli chiedeva di guardare dove si fermava la freccia, regolò pian piano la
lunghezza della freccia finché questa, dopo che l’arciere aveva raggiunto la sua posizione abituale
al momento dell’ancoraggio, non si fermò con solo un paio di millimetri di punta sotto la lamella.
Prese la mira, spostò indietro mano e braccio della corda finché la lamella non lasciò libera la
freccia appoggiandosi completamente alla finestra e producendo l’inevitabile suono di due metalli
che si toccano violentemente e a quel punto rilasciò la freccia.
Da buon inglese o americano chiamò quella lamella che faceva "click": clicker.
Da solo, il nostro arciere proseguì nelle prove affinando sempre più la tecnica e
modificando millimetricamente la posizione del clicker fino ad ottenere un
gesto fluido ed automatizzato.
Da quel momento, la sua precisione sull’asse verticale migliorò sensibilmente
perché il suo arco restituiva sempre la stessa potenza o, comunque, ogni freccia
riceveva una spinta "uguale" a quella della freccia precedente; le variazioni
erano date "solo" da differenze nel rilascio.
Aveva inventato "l’indicatore di allungo" che permette all’arciere di tendere
l’arco in misura costante tra una freccia e l’altra.
Da allora,
Di nuovo, qualcuno vi dirà che l'invenzione del clicker è frutto di studi di una nota casa americana
produttrice di archi e non di ... un arciere solitario ... ma io preferisco pensarla così .. !!!
Ricapitolando:
il clicker è un oggetto posto solitamente sul riser che indica l’avvenuto raggiungimento di un
allungo ritenuto ottimale per il singolo arciere.
Come si usa:
si tende l’arco facendo scorrere la freccia sotto il clicker e quando esso è scattato, si verifica di
essere in mira e, prima che la muscolatura ceda con conseguente perdita dell’allungo ottimale, si
rilascia la freccia;
l’abitudine di alcuni arcieri di rilasciare la freccia "al suono del clicker" può causare il rilascio in un
momento in cui non si è in mira se, per stanchezza o altro, si va in sovrallungo.
Al momento dell’acquisto:
verificate che sia abbastanza elastico da non spingere la freccia verso la finestra tanto da far
rientrare il pistone del berger e modificare la posizione del center shot.
Ah, ... dimenticavo ... dovrete sicuramente accorciare le frecce e, probabilmente, diventeranno
rigide e dovrete cambiarle; non lo sapevate ???
Beh, ... adesso ve l'ho detto !!!
Soucette e visette
La soucette
Cominciamo con questo accessorio e
liquidiamolo subito:
è utile a coloro che usano un aggancio
laterale o molto laterale, ai quali
fornisce un punto di riferimento in
più;
la sua utilità è nulla o quasi per coloro
che utilizzano un aggancio centrale.
La visette
Diverso è invece il discorso per questo accessorio che definirei indispensabile per i tiratori
compound (almeno quelli che tirano alla targa e che usano bolla, lente di ingrandimento e sgancio
meccanico).
N.B. il regolamento non lo ammette per l'arco olimpico o ricurvo né per l'arco nudo.
Si tratta di un anello da inserire nella corda, all'altezza dell'occhio del tiratore, in modo da costituire
un secondo mirino
Come si vede dalla foto, permette la massima precisione nella mira anche se non avviene un reale
contatto tra una parte della mano dell'arciere e una parte del suo viso; cosa invece indispensabile per
l'arco tradizionale.
In questo caso è più importante un buon allineamento del braccio della corda con la freccia.
Nella visette è molto importante la dimensione del foro:
più piccolo è, più precisa sarà la collimazione;
più piccolo è, minore sarà la quantità di luce che passa attraverso e quindi più difficile sarà la mira
in caso di scarsità di luce;
anche in questo caso dovrete quindi scegliere il compromesso migliore per voi.
Rieseguite poi le trazioni mirando il bersaglio e, poiché è molto probabile che abbiate variato
leggermente la postura, assestate l'accessorio che avete montato.
A questo punto fissatelo bene in modo che non possa spostarsi.
Nota supplementare per la visette:
specialmente se siete principianti, vi capiterà che la visette si presenti lateralmente e vi impedisca la
mira perché non vedete il foro.
Questo è dovuto all'inevitabile rotazione della corda durante la trazione, anche se eseguita con lo
sgancio meccanico.
Se il fatto è sporadico e causato dalla vostra inesperienza non avete altra possibilità che quella di
chiudere l'arco lentamente e ricominciare l'azione.
Se il fatto si ripete molto spesso significa che dovete ruotare la visette (fissata con metà della corda
alla sinistra e metà alla destra) spostando uno dei fili che compongono la corda da sinistra a destra
della visette e uno, che non sia lo stesso, da destra a sinistra per poi riprovare fino ad ottenere la
giusta posizione.
Purtroppo, questo non si puo' eseguire ad arco carico e dovrete quindi rivolgervi ad una persona che
ha un carichino per compound o una morsa e quindi, spesso, ad un rivenditore; poco male se vi
aiuta a trovare la giusta posizione in fretta.
Vedo molti arcieri che incoccano la freccia, ruotano con le dita la corda di un po' (diciamo un
quarto di giro) e poi iniziano la trazione; così ottengono un giusto posizionamento del foro della
visette.
Cosa dite ? … non è meglio ruotare la visette sulla corda ed evitare di farlo con le dita? Boh !!!!!
Non sono un esperto di compound e poi … ognuno ha i suoi gusti ………
Le gare Fitarco
Tipo gara Totale frecce n° volèe/frecce tempo per volèe Diametro targa
10 da 3 frecce o 5
da 6 frecce a 60
metri + 2 minuti per
volèe da 3
900 Round 90 10 da 3 a 50 metri frecce, 4 minuti 122 cm.
+ per volèe da 6
frecce.
10 da 3 frecce a
40 metri
12 da 3 o 6 da 6 a
90 e 70 metri
(uomini)
2 minuti per 122 cm a 90,70, 60
12 da 3 o 6 da 6 a volèe da 3 mt.
Fita 144 70 e 60 metri frecce, 4 minuti
(donne) per volèe da 6 80 cm a 50 e 30
frecce. metri
12 da 3 a 50 metri
12 da 3 a 30 metri
4 minuti per
12 da 6 o 24 da 3
serie da 6 frecce
70 metri 72 con intervallo a
o 2 minuti per
122 cm.
metà gara
serie di 3 frecce
nelle altre gare, la targa è divisa in dieci cerchi concentrici con valore da 10 a 1.
poi devi avere un certo numero di frecce (almeno 5 o 6 per le gare indoor e almeno 8 o 9 per le
gare all'aperto) ... ma tutte uguali di tipo, dimensione, cocca, impennaggio, punta e tutte con
una scritta sull'asta quale il tuo nome o uno pseudonimo o una sigla che identichi le tue frecce
quando sono nel paglione.
Poi devi essere iscritto a una compagnia di tiro con l'arco e accertarti di essere iscritto ad una
Federazione (le gare vengono organizzate in base ai regolamenti di una Federazione e ad essa
dovete essere iscritti tramite la vostra compagnia).
Proseguo esaminando quanto e' necessario per partecipare ad una gara Fitarco, lasciando agli
iscritti Fiarc di consultare il relativo regolamento o di farselo spiegare dal proprio
responsabile di compagnia.
Se sei iscritto alla Fitarco devi essere in possesso (e presentare agli organizzatori e agli arbitri,
se richiesto) di
- Fitarco Pass (chiamato elettronico) aggiornato con
... divisione
... categoria
... classe
... data scadenza della visita medico sportiva (a proposito ... l'hai fatta? e' ancora valida?)
Se qualcosa di quanto detto sopra non ti e' chiaro, ti consiglio di fartelo spiegare da uno dei
responsabili della tua società
Ed ora, prima di leggere le ulteriori informazioni necessarie per andare in gara, chiediti:
che tipo di sportivo sono?
a) l'importante e' divertirsi .. anche se arrivo ultimo ... tanto e' la mia prima gara ...
b) va bene divertirsi ... ma fare figuracce non mi piace ...
c) io voglio sempre far bella figura
e quindi guarda i tuoi punteggi in allenamento (caso di allenamento in palestra e gara indoor
nella classe seniores):
Sicuramente ho dimenticato qualcosa, ma credo che le cose fondamentali siano queste; per le
altre ci sono i regolamenti e l'esperienza.
ED ORA ... AUGURI !!! ... QUI' COMINCIA IL BELLO !!!