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SPAGIRIA
SPAGYRIA

σπαο
Estrarre, in senso lato «Separare»
To extract, in a broader sense «To separate»
Extraer, en un sentido más amplio «Separar»

αγειρειν − αγειρω
Riunire - Rimettere insieme - Assemblare
To join together
Reunir - Poner junto - Ensamblar

La radice di αγειρω è γεροζ (geros = divino).


Estrarre ciò che c’è di divino nella materia.

Solanimus

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I TRE PRINCIPI

Come tutti saprete, se avete letto qualcosa di alchimia, sono tre i principi che interessano l’alchimia:
il Mercurio, lo Zolfo e il Sale. Naturalmente il mercurio non è mercurio comune, lo zolfo non è lo
zolfo comune e il sale non è il sale comune o sale da cucina. Tutti e tre sono filosofici, ecco quindi
che quando parliamo del mercurio alchemico noi certamente non parliamo del mercurio comune o
argento vivo, ma di un mercurio filosofico che comunque ha in comune qualcosa con il mercurio
comune, visto che si chiama mercurio. Si dice che il mercurio filosofico non bagna le mani, anche il
mercurio comune non bagna le mani. Quindi vi è un’altra sostanza che, nel suo stato, come il
mercurio comune non bagna le mani.
Il Mercurio è la parte più leggera, la più sottile, la più volatile e nel regno vegetale è l'alcool
ricavato dalla pianta stessa. L'alcool ricavato dal vino rosso e reso spagyurico è il Mercurio
universale del regno vegetale e quindi si può usare come principio mercuriale per qualsiasi pianta.
Questo rende alcuni procedimenti più semplici e brevi.
Il Mercurio è androgino in quanto ha proprietà maschili e femminili, attive e passive, può essere
agente e paziente secondo lo stato, l'uso e l'orientamento.
Guardiamo ora il geroglifico del mercurio (vedi figura 1), la parte superiore è formata da una
mezza luna, pianeta femminile e sotto questa vi è un cerchio che rappresenta sia il sole, pianeta
maschile (di qui si capisce la sua natura androgina), sia la circolazione perpetua che avviene nel
Macrocosmo. Questo ci fa capire che questo Mercurio è sempre in movimento, a volte in fase
ascendente ed a volte in fase discendente ed è grazie alla luce polarizzata del sole che assume la sua
massima attività ed androginicità. Sotto questo cerchio si trova una croce la quale rappresenta nel
suo segmento orizzontale la parte fissa del mercurio, chiamata anche la nostra "Magnesia", il nostro
"Magnete" e nel suo segmento verticale la parte volatile del mercurio, ovvero il "sal Armoniaco" o
"Nitro Filosofico", che tutto rigenera. La croce, allora, possiamo dire che raffigura l'unione del fisso
col volatile, "come sotto così sopra e come sopra così sotto".
Ora sappiamo che questo mercurio può essere agente, quindi nutre e rigenera, che è lo "Sperma
della Natura", lo "Sputo di Luna", ma può essere anche paziente, ovvero la parte femminile, la parte
passiva, quella che riceve ed è per questo che viene chiamato "Magnete". Il mercurio in stato
passivo o femminile è in grado di controllare il fuoco dello zolfo eccitato dal fuoco e dal quinto
fuoco.

Passiamo ora al secondo principio, ovvero lo Zolfo Filosofico.


Il mercurio del regno vegetale è in grado di estrarre nel suo regno lo Zolfo che è il principio
tingente. Nel regno vegetale è l'olio essenziale e nel regno minerale è l'olio del metallo. Lo zolfo
filosofico è una luce congelata che l'Alchimista riesce a catturare, a far sua con un arcano ed
ottenere così dopo cottura lo zolfo. Il geroglifico dello zolfo (vedi figura 1) è rappresentato nella
parte superiore da un triangolo col vertice rivolto verso l'alto che ci dice che è un principio
maschile, agente ed un fuoco. Sotto troviamo ancora una croce che abbiamo già visto sopra il
significato, quindi a voi il collegamento. Lo zolfo contiene il principio curativo ed è il mediano. Più
sottile di lui c'è il Mercurio e più grossolano di lui c'è il Sale.

Passiamo ora al terzo ed ultimo principio ovvero il Sale Filosofico.


Il geroglifico del sale (vedi figura 1) è formato da un cerchio che, come abbiamo già visto
rappresenta la circolazione perenne, l'ascesa e la discesa degli elementi ed all'interno di esso vi è un
segmento orizzontale che rappresenta la fissità. Da ciò possiamo capire che il sale è una cosa fissa,
pesante, la cosa più pesante. Nel regno vegetale il sale filosofico rappresenta il sale purificato
contenuto nella pianta stessa che è costituito da carbonato di potassio. Il Sale purificato nel regno
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vegetale si ottiene per bruciatura della pianta, lisciviazione delle ceneri ottenute, evaporazione del
liquido così ottenuto e calcinazione dei sali ottenuti. Per avere il sale purificato bisognerà lisciviare
e calcinare i sali stessi per tre volte. Esiste un altro tipo di sale che dal suo geroglifico ci fa capire,
tramite il segmento verticale, che è un sale agente, volatile. Se noi sovrapponiamo i geroglifici di
questi due sali, otteniamo un terzo geroglifico che rappresenta l'hylé.

Figura 1

Figura 2

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I QUATTRO ELEMENTI

CIELO
1° principio dopo la separazione del caos
- È la semenza maschile, il primo agente ed il padre d'ogni cosa.

- È un'aria ed un'acqua sottilizzata ed una terra volatile.

- emanano verso il basso, emanano verso l'alto.

- Tutto ciò che evapora ha di per sé una tendenza ad attirare a sé il suo simile.

- Tutto ciò che evapora è detto

- Tutto deve prendere sostentamento da ciò che riflette.

ARIA
2° principio dopo la separazione del caos
- L'Aria insieme al Cielo è il maschio ed il 1° agente, la semenza maschile ed il principio attivo.

- Il Cielo è la vita, l'Aria è lo spirito ed il ricettacolo dell'anima e della vita, di conseguenza lo


spirito vitale del Macrocosmo.

- L'Aria è un'Acqua cambiata in vapore, un vapore un po' più spesso che il Cielo. Cielo > Aria <
Acqua.

- L'Aria si può chiamare i reni od i testicoli del Macrocosmo, perché è nel suo seno che l'estratto
di tutto l'Universo si raduna e che tutti gli umori radicali si elaborano per formare la semenza
universale.

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ACQUA

3° principio dopo la separazione del caos


- L'Acqua e la Terra si tengono insieme come il Cielo e l'Aria e tutti e quattro si tengono ancora
insieme

(Acqua + Terra) + (Cielo + Aria)

- L'Acqua è il primo paziente, la semenza femminile, il mestruo di tutte le cose e con la Terra è la
madre di tutte le cose.

- .L'Acqua è un vapore (Aria) condensato un Cielo coagulato ed una Terra fluida.

- Il Cielo e l'Aria sono il padre e la semenza maschile d'ogni cosa, l'Acqua è la semenza
femminile ed il mestruo, la Terra è il vaso dal quale i tre superiori suddetti operano tutte le
generazioni che gli sono ordinate dal creatore.

TERRA

4° ed ultimo principio dopo la separazione del caos


- La Terra è la parte più bassa, il Cielo la più alta, l'Acqua e l'Aria quelle del mezzo.

- Il Cielo è il più sottile, il più volatile; la Terra la più fitta; l'Aria e l'Acqua le mediane, ma
differiscono per il loro grado di volatilità e fissità.

- La Terra è la seconda paziente e lo sperma femminile, la matrice di tutte le cose sublunari, è un


Cielo fisso coagulato, un'Acqua fissa coagulata, un'Aria condensata.

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Goccia a collo lungo e stretto Goccia a collo largo e corto

Pellicano Gemelli

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ALCOOL SPAGYRICO
Sul fondo di un distillatore a circuito chiuso si mette del tartaro di botte purificato e poi vi si versa
sopra l’alcool di vino rettificato a 95° volumetrici, dopo aver lasciato il tutto a riposare per
ventiquattro ore si inizia a distillare dolcemente. Quando tutto l’alcool è distillato si mette sul fondo
di un altro distillatore a circuito chiuso (questo distillatore è formato da un pallone con sopra la
relativa testa di moro ed all’estremità della testa di moro vi è un palloncino di raccolta) dell’ossido
di calcio e vi si versa sopra l’alcool in precedenza distillato sul tartaro e dopo aver lasciato riposare
per ventiquattro ore s’inizia a distillare lentamente. La calce viva ed il tartaro avranno assorbito così
dall’alcool quel 5% circa d’acqua che conteneva ed alla fine della distillazione avremo un alcool a
100° volumetrici e senza più impurità, il tartaro avrà attirato a se i sali volatili (tartaro volatile)
presente nell’alcool (Paracelso. “Il simile attira il simile”). Assaggiando quest’alcool lo si troverà
dolce e non acido ed aggressivo come l’alcool classico.

Dobbiamo ora vedere come si ottiene il tartaro di botte purificato che ci è servito per ottenere
l’alcool spagyrico.

Prendete del tartaro crudo, tartaro tolto da botti di rovere dove è stato invecchiato del vino rosso,
mettetelo in un recipiente e ponete il tutto su un fornello. Questa operazione va fatta all’aperto in
quanto il tartaro di botte riscaldandosi comincerà ad emettere fumi molto densi e tossici. Mentre il
tartaro si cuoce voi dovete continuare a mescolare, ad un certo punto il tartaro prenderà fuoco, è
l’olio in esso contenuto che brucia, lasciate bruciare fino a quando la fiamma si spegnerà da sola ed
il tartaro sarà diventato nero e leggerissimo, non sarà più untuoso, ma secco.
Prendete ora questo tartaro e mettetelo in muffola per ventiquattro o quarantotto ore alla
temperatura di circa cinquecento gradi centigradi (questa operazione si chiama Calcinazione). Dopo
tale periodo estraete il tartaro e lasciatelo raffreddare. Prendete ora un vaso e mettete sul fondo di
esso il tartaro che avete precedentemente passato in muffola e riempitelo poi con acqua piovana
distillata e portate il tutto ad ebollizione. Quando il tutto bolle filtrate in un vaso pulito usando un
filtro carta di cellulosa pura e lasciate che passi tutto il liquido che sarà di un colore giallo
paglierino. Prendete ora il vaso che contiene il liquido di colore paglierino e rimettetelo sul fuoco e
lasciate evaporare fino a che sul fondo del vaso non si formeranno dei sali asciutti, questi sono i sali
di tartaro che voi avete lisciviato, l’operazione appena descritta si chiama lisciviazione. Per avere
dei sali ben purificati ed idonei per l’uso sopra descritto dovremo reiterare queste operazioni,
ovvero, calcinazione e lisciviazione, per ben tre volte ed alla fine avremo finalmente i sali di tartaro
purificati.

Solanimus

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Tintura Spagyrico Alchemica di Solanimus


TSA
Se mettiamo a confronto una Tintura Spagyrica ed una Tintura Spagyrico Alchemica di
Solanimus, vedremo che, all’inizio, la preparazione risulterà uguale, ma nel prosieguo si
delineeranno delle differenze.
Sia la Tintura Spagyrica che la Tintura Spagyrico Alchemica si realizzano partendo da una pianta
che può essere fresca o secca. E’ sempre preferibile partire dalla pianta fresca in quanto i principi
attivi contenuti in essa saranno maggiori rispetto alla pianta essiccata. Alcune piante si lavorano
secche essendo, per noi occidentali, quasi impossibile reperirle fresche; ad esempio il Ginseng, la
Cannella, ecc.. La pianta viene raccolta, in ogni caso, nel suo periodo balsamico, cioè nel periodo in
cui contiene una maggior quantità di principi attivi. Ogni pianta ha il suo periodo balsamico che può
essere in primavera, in autunno o in una delle rimanenti stagioni. Raccolta la pianta, la si mette a
macerare in una soluzione idroalcoolica (acqua più alcool). L’alcool, naturalmente, sarà alcool
spagyrico chiamato anche “alcool tartarizzato”, anche se, a mio avviso, sarebbe meglio chiamarlo
“alcool detartarizzato” in quanto si cerca di eliminare da esso tutti i depositi tartarosi che contiene.
Questo alcool è ad un grado ben prestabilito che dipende dalle caratteristiche della pianta usata (tutti
i principi attivi non si estraggono con lo stesso grado alcolico, alcuni sono più o meno
idrosolubili). La maggioranza delle piante vanno messe a macerare in una soluzione idroalcoolica,
che può variare dai 45 ai 55 gradi alcolici volumetrici, per 30 giorni circa (ciclo lunare) e sarà in
rapporto di 1 a 5 con la soluzione (R.E. 1:5 o R.E. 1/5), ovvero 4 litri di soluzione ogni chilo di
pianta, o meglio, del suo residuo secco 1. Per fare ciò, basta prendere un campione di 100g di pianta
fresca e metterla in un forno essiccatore, farla essiccare, estrarla e pesarla (il peso che si otterrà è
chiamato appunto “residuo secco”). Se ad esempio, dopo l’essicamento, il suo peso passasse dai
100g iniziali a 50g, vorrebbe dire che i 50g mancanti erano costituiti da acqua, quindi un
chilogrammo di pianta fresca corrisponderà a 500g di pianta secca (R.S.= Residuo Secco) ed è da
qui che si partirà per eseguire i calcoli del rapporto d’estrazione. In spagyria, si dice spesso che il
rapporto d’estrazione deve essere “a saturazione”: in altre parole si mette nel recipiente la pianta
fresca e poi si versa la soluzione idroalcoolica fino a che la pianta non è completamente sommersa;
ciò porta di solito ad un rapporto d’estrazione che oscilla da 1/4 a 1/5, a seconda della pianta usata;
quindi, in presenza di piante voluminose, come ad esempio la Calendula (Calendula officinalis),
occorrerà una maggior quantità di soluzione (R.E. maggiore), mentre in presenza di piante poco
voluminose, come ad esempio il Ginseng (Panax ginseng), ci vorrà una minor quantità di soluzione
(R.E. minore).
La Tintura Spagyrico Alchemica di Solanimus viene così messa a macerare in un circolatore.
Mentre la pianta macera, la soluzione idroalcoolica dalla parte bassa del vaso evaporerà e salendo
andrà a condensarsi sulla parte alta dello stesso, poi da qui scivolerà lungo le pareti per scendere
ancora nella parte bassa. Questa operazione è detta appunto circolazione 2 ed è in tutto e per tutto
simile alla grande circolazione o circolazione del Macrocosmo, ovvero ciò che avviene
costantemente sulla Terra. Siccome nel nostro caso essa avviene dentro un recipiente chiuso,
prenderà il nome di “circolazione del Microcosmo”. Questa circolazione rende il solvente

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Residuo secco perché il rapporto viene effettuato nei confronti della pianta secca, o meglio, con il residuo secco e questo anche per controllare il
grado alcolico della soluzione.
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La circolazione è un processo che consente di energizzare il prodotto in fase di lavorazione sottoponendolo ai raggi polarizzati del Sole. I fotoni
penetrano nel liquido mentre le particelle liquide diventano gas che evapora e ricade a pioggia nel circolatore.
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(soluzione di acqua più alcool) più sottile e quindi più penetrante ed è per questa sua caratteristica
che lo stesso solvente, grazie alla circolazione, essendo diventato più sottile ed avendo per ciò più
potere penetrativo, sarà in grado di estrarre dalla pianta una maggiore quantità di principi attivi
consentendoci di avere un prodotto a maggiore concentrazione.
Una volta filtrata la soluzione, nel recipiente rimane la pianta che viene bruciata fino al punto da
ottenere delle ceneri le quali vengono poi versate nella soluzione ottenuta in precedenza e il tutto è
messo in damigiana. Sopra questa damigiana a collo largo è messa capovolta un’altra damigiana
simile, in modo che le due imboccature coincidano, quindi vengono sigillate mediante il luto. Il luto
serve per unire le due bocche delle damigiane a collo largo ed è costituito da una striscia di carta
imbevuta in una pasta formata da farina, acqua, albume d’uovo, calce e/o argilla (questo luto era
chiamato dagli Antichi “Luto di Sapienza”). Quando la Tintura Spagyrico Alchemica di Solanimus
avrà raggiunto il punto di maturazione, il luto si spaccherà e questo ci segnalerà che la circolazione
è terminata. Tutto questo avviene perché la circolazione rende la Tintura più sottile e quindi più
volatile: il suo punto d’evaporazione si abbasserà e quindi maggiore liquido, a parità di temperatura,
si trasformerà in vapore con conseguente aumento di volume e pressione all’interno del vaso;
pressione che romperà, appunto, il luto. Tale circolazione fa sì che i Sali solubili della pianta
(oligoelementi) vadano in soluzione nella tintura energizzandola. Gli oligoelementi andranno così
ad agire in sinergismo con i fitormoni estratti dal tessuto meristematico della pianta stessa.
Terminata la circolazione, la soluzione viene filtrata con cellulosa pura …………e qui finisce la
preparazione di una Tintura Spagyrica, mentre la procedura per fare una Tintura Spagyrico
Alchemica di Solanimus continua, vediamo come:

Il residuo rimasto nel filtro è calcinato 3 e lisciviato per tre volte e i sali purificati così ottenuti
saranno esposti alla luna piena in modo che vadano in deliquescenza 4. Fatto ciò, si sarà ottenuto un
olio il quale avrà in sé l’Energia della Natura e sarà ricchissimo di Prana, quindi fortemente
energetico. Si prende ora questo sale liquido e lo si versa nella soluzione ottenuta dalla circolazione
con le ceneri mettendo il tutto a circolare per un ciclo lunare, iniziando dalla Luna Nuova e
terminando con la Luna Nuova, se si sono usate radici di piante, iniziando dalla Luna Piena e
terminando con la Luna Piena, se si sono usate le parti aeree della pianta. Dopo aver fatto circolare
il tutto in un circolatore, l’Energia della Natura sarà ora nella Tintura; si filtra, si lascia decantare e
si travasa la Tintura in un altro recipiente, facendo attenzione a non agitare il vaso, in quanto la
sostanza sul fondo non è altro che il sale non andato in soluzione che dovrà poi essere eliminato.

Andiamo ora a vedere i vantaggi di una Tintura Spagyrico Alchemica di Solanimus:

1) - la circolazione ha reso più sottile la soluzione idroalcoolica dandole un potere più penetrante
e poi, in un secondo momento, ha mandato in soluzione i sali contenuti nelle ceneri della pianta,
ovvero gli oligoelementi. Nella Tintura Spagyrico Alchemica di Solanimus abbiamo così due
effetti che agiscono in sinergismo: gli oligoelementi ed i principi attivi contenuti nella pianta.
2) - nella Tintura Spagyrico Alchemica di Solanimus la circolazione ha un effetto dinamizzante
della soluzione quasi equivalente al processo omeopatico della succussione: questo si ottiene grazie
alla continua espansione e contrazione della materia.
Nelle radiazioni solari (+) e nelle radiazioni lunari (-) sono presenti neutrini e fotoni. I neutrini
agiscono in quanto, all’interno della soluzione, sono presenti i sali e si pensa che i neutrini siano
preposti alla modificazione della struttura atomica, mentre i fotoni abbiano una memoria universale
o meglio che siano portatori della memoria cosmica e che quindi portino questa conoscenza da una
parte all’altra del cosmo. Se è vero che la materia ha una sua memoria, i fotoni racchiudono al loro

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Calcinare: in chimica: riscaldamento di una sostanza solida a temperatura più o meno elevata per eliminare acqua di combinazione o parti volatili,
decomporre il bicarbonato, i carbonati, ecc.. E’ utilizzata a volte per determinare in certi prodotti il residuo fisso, cioè la parte non volatile col
riscaldamento ad una certa temperatura.
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Deliquescenza: proprietà presentata da alcune sostanze igroscopiche le quali, in condizioni opportune, passano in soluzione assorbendo vapor
acqueo dall’ambiente.
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interno la memoria universale o cosmica ed è tramite loro che questa memoria si trasmette. I
neutrini, come dicevamo, si pensa possano cambiare la struttura chimico-fisica di una sostanza, ma
non dobbiamo dimenticarci dei raggi cosmici che viaggiano quasi alla velocità della luce, arrivando
a noi dopo alcuni milioni d’anni. L’atmosfera terrestre li rallenta e li frantuma in sciami di particelle
meno penetranti (ecco perché è utile, anche in questo caso, la circolazione in quanto la materia ha
momenti in cui è in espansione e dilatata e quindi con molte più probabilità che queste particelle
riescano a penetrarla), ma alcune di esse riescono ad arrivare sulla superficie terrestre con ancora
forza sufficiente per penetrare financo nel sottosuolo, portando la loro conoscenza là ove esse
penetrano. I raggi cosmici sono atomi ionizzati; in altre parole, nuclei atomici senza più elettroni e
di conseguenza a carica positiva. Sono quasi tutti protoni (90%), una parte sono nuclei d’elio (9%) e
l’1% sono gli altri nuclei atomici esistenti.
4) - l’ultimo vantaggio, ma non per questo il meno importante, lo si ottiene esponendo i sali alla
luna e mandandoli in deliquescenza. E’ in questa delicatissima ed intima fase che si raccoglie
l’Energia Vitale (Prana). I sali vengono poi messi nella soluzione e fatti circolare così da
trasmettere il Prana alla soluzione, ottenendo al fine una Tintura Spagyrico Alchemica di
Solanimus. Questa è una Tintura che ha in sé i principi attivi della pianta, gli oligoelementi e
l’energia data dal Fuoco Celeste o Mercurio, il più sottile, il Prana appunto (Energia Vitale) che
dopo essere stato catturato viene posto nella Tintura Spagyrico Alchemica di Solanimus. Questa è
l’operazione che ci permette di affermare che la Tintura è, per l’appunto, anche Alchemica. È una
Tintura in grado di agire in profondità in quanto molto sottile e con una forte energia vibrazionale.
A differenza della Tintura Spagyrica e Quintessenza Spagyrica nella Tintura Spagyrico
Alchemica di Solanimus sono presenti: Mercurio filosofico (alcool spagyrico), Zolfo filosofico
(principi attivi della pianta), Sale volatile (oligoelementi della pianta), Sale fisso (residuo della
pianta calcinato e lisciviato) e Prana (sali raccolti con l’esposizione del Sale fisso), come si può
vedere dalla Figura 1, figura valida anche per il MSA (Macerato Spagyrico Alchemico).

Figura 1

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Q.S.P.C.
(QuintEssenzza Spagyrica di Paracelo Canonica)

La vera QuintEssenza Spagyrica di Paracelso Canonica (Q.S.P.C.C.) racchiude in sé i tre principi


filosofici alchemici, ossia il Mercurio, lo Zolfo ed il Sale.
Andando avanti nel discorso vedremo a cosa corrispondono, nel regno vegetale, questi tre principi,
ma prima vorrei sottolineare che la vera QuintEssenza Spagirica, il cui simbolo è la stella a cinque
punte, da non confondere con quella a sei punte che raffigura il sigillo di Salomone, la si può
ottenere in tutti e tre i regni (vegetale, animale e minerale).
In questo piccolo excursus sulla Q.S.P.C. Vi parlerò solamente di quella relativa al regno vegetale,
cercando, per quello che mi è possibile, di spiegarla il meglio possibile, comunque, per chi volesse
saperne di più, non disperi, in quanto ci sono Strutture ed Aziende che organizzano dei corsi
biennali dove si potrà imparare non solo ad ottenere correttamente la vera QuintEssenza Spagyrica
di Paracelso Canonica, ma tante altre nozioni in tema di Spagyria e non solo a livello teorico, ma
anche pratico, in quanto i corsi sono teorico-pratici.

Vediamo ora il modus operandi per ottenere una QuintEssenza Spagyrica di Paracelso Canonica
(Q.S.P.C.), con l’aggiunta di alcuni commenti.

Si prende della pianta fresca e in corrente di vapore si distilla da essa l’olio essenziale che è lo Zolfo
filosofico della pianta, questa distillazione può essere fatta anche senza attrezzature sofisticate nel
modo seguente:
prendete un pallone in pirex, a collo lungo e con la bocca smerigliata, e mettete all’interno di esso,
per 1/4 del suo volume, della pianta fresca e poi portate, con dell’acqua di pioggia distillata, il
volume a 3/4 della capacità del pallone stesso. Fatto ciò mettete sopra il pallone a collo lungo la
relativa testa di moro o capitello e dopo aver messo una fonte di calore sotto il pallone iniziate a
distillare. Quando l’acqua comincerà ad uscire dal naso della testa di moro porterà con sé una parte
di olio essenziale della pianta, quando quasi tutta l’acqua sarà stata distillata spegnete la fonte di
calore sotto il pallone a collo lungo, ora nel vaso di raccolta del distillato avrete dell’acqua e
dell’olio essenziale. L’olio essenziale, avendo un peso specifico inferiore a quello dell’acqua,
rimarrà a galla e quindi per Voi sarà molto facile, con una semplice pipetta, recuperarlo (un piccolo
consiglio che Vi posso dare è quello di versare il contenuto del vaso di raccolta in un cilindro
graduato alto e stretto, in quanto l’olio essenziale che distillerà non sarà molto e quindi più la
superficie sarà minore più alto sarà lo spessore dell’olio essenziale e ciò faciliterà l’estrazione
dello stesso con la pipetta).

A questo punto abbiamo ottenuto il primo principio (lo Zolfo filosofico) dei tre che ci occorrono per
fare la Q.S.P.C. (QuintEssenza Spagyrica di Paracelso Canonica).

Ora vediamo come si ricava il secondo principio che ci interessa, ovvero il Mercurio filosofico, che
nel regno vegetale corrisponde all’alcool.

Noi estrarremo questo alcool dalla pianta stessa, ma Vi voglio far notare che nel regno vegetale
l’alcool tartarizzato (personalmente preferisco chiamarlo detatrtarizzato) di vino rosso è il Mercurio
universale, ripeto, nel regno vegetale. Dopo aver estratto l’olio essenziale o Zolfo filosofico, nel
pallone in pirex a collo lungo è rimasto il residuo della pianta; è da tale residuo che dovremo
ricavare l’alcool. Un modo per ricavare questo alcool è quello di mettere nel pallone del lievito di
birra (Saccharomyces Cerevisiae) e dello zucchero di modo che, fermentando, produca una
soluzione alcolica che poi distillata e rettificata darà alcool a 95 gradi volumetrici. Leggendo qui
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sembra tutto facile, e in effetti lo sarebbe, se non fosse che questo metodo non è quello corretto,
perché non dobbiamo mai dimenticare che per fare una QuintEssenza Spagyrica non si deve mai
aggiungere niente di estraneo alla pianta ed il lievito di birra, così come lo zucchero, sono
componenti estranei e questo Vi deve fare capire che anche se in questo modo si ottiene facilmente
l’alcool, il procedimento non è quello corretto e canonico per ottenere una vera QuintEssenza
Spagyrica di Paracelso Canonica, allora è meglio utilizzare l’alcool spagyrico ottenuto da vino
rosso che, come abbiamo detto, è il mercurio universale per il Regno Vegetale. In questa fase
dell’opera, per procedere, bisogna conoscere la prima chiave ermetica che serve per arrivare a
preparare la vera QuintEssenza Spagyrica di Paracelso Canonica. Comunque un aiuto Ve lo voglio
dare, basterà poi che riflettiate e che leggiate alcuni libri. Dunque diciamo che noi dobbiamo
produrre del Mercurio filosofico da una pianta, quindi a Voi riuscire a capire cosa può riuscire a far
produrre questo Mercurio filosofico od alcool da essa.

Sappiate che c’è una sostanza da scindere e che si trasformerà in "zucchero" e si sa che dallo
zucchero si può ricavare alcool. Questo indizio, o se meglio credete questo aiuto, non è così piccolo
come si potrebbe credere, rileggete questo ultimo passaggio e rifletteteci sopra, una volta trovata la
chiave avrete in Vostro possesso l’alcool canonico della pianta che state lavorando, o meglio, il
Mercurio filosofico della pianta stessa che è il secondo dei tre principi che ci interessano.

Andiamo ora a vedere come si ottiene il terzo principio e precisamente il Sale.

Una volta che avete ottenuto l’alcool, sul fondo del vaso rimarranno dei residui della pianta,
prendeteli e bruciateli fino ad ottenere delle ceneri. Prendete poi queste ceneri e mettetele in un vaso
in pirex, versateci sopra dell’acqua piovana distillata in rapporto di 1 su 10, ovvero 9 parti di acqua
piovana fermentata e distillata per ogni parte di cenere. Mettete ora il vaso su una fonte di calore e
portate ad ebollizione, quando l’acqua bolle versate il tutto in un imbuto in pirex dove in
precedenza avrete messo un filtro a carta (filtro di cellulosa pura) e sotto di esso un altro vaso in
pirex per raccogliere il liquido bollente filtrato. Una volta che tutta la soluzione sarà passata nel
vaso sottostante l’imbuto, mettete questo vaso su una fonte di calore e lasciate evaporare la
soluzione fino a che sul fondo del vaso stesso non si siano formati i sali. Ora prendete questi sali e
metteteli in un crogiolo e inserite il tutto in una muffola per 24-48 ore ad una temperatura di 500°C
circa. Trascorso tale lasso di tempo estraete i sali dalla muffola e ripetete la lisciviazione e la
calcinazione dei sali per tre volte, alla fine di queste operazioni otterrete dei sali bianchissimi e
purificati. Ora siete in possesso del terzo principio (Sale filosofico), con questo ultimo siete in
possesso di tutti e tre i principi.

Mettete ora in un circolatore, ad esempio in un pellicano, l’alcool che avete ottenuto (Mercurio
filosofico) e in un altro l’olio essenziale (Zolfo filosofico), se possedete un solo circolatore dovrete
fare il procedimento prima con l’alcool e poi con l’olio essenziale. Dividete i sali ottenuti in
precedenza (Sale filosofico) in due parti e mettetene una parte dentro il circolatore che contiene il
Mercurio filosofico e l’altra dentro quello che contiene lo Zolfo filosofico. Chiudete ermeticamente i
due circolatori, mettete una fonte di calore sotto di essi e lasciate circolare per 40 giorni (mese
filosofico). La fonte di calore deve essere il più costante possibile e la temperatura di circolazione
non deve essere elevata, il fuoco deve essere di primo grado che corrisponde al più famoso "calore
della gallina che cova". Questa circolazione non serve solo per purificare ulteriormente il Mercurio
filosofico e lo Zolfo filosofico, ma anche per dare ad essi ed al Sale stesso una memoria di forma,
così sia il Mercurio, che lo Zolfo ed il Sale ricorderanno sempre la loro forma, qualsiasi
trasformazione dovessero subire. Oggi grazie alla scienza ed alla tecnologia, si producono materiali,
soprattutto leghe di nichel-titanio o rame, capaci di ricordare la loro forma e di riprenderla solo a
determinate condizioni, ad esempio se sottoposte ad una determinata temperatura, e questa memoria
o, se preferite, questa capacità di ricordare la propria forma, è ottenuta attraverso progressivi

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riscaldamenti e raffreddamenti che possiamo benissimo paragonare alla circolazione. Il


riscaldamento della materia provoca una dilatazione della stessa e quindi un’espansione cosa che
succede anche nella circolazione quando la soluzione contenuta nella parte inferiore del vaso, a
causa del riscaldamento, evapora e sale nella parte superiore. Il raffreddamento della materia
provoca una contrazione della stessa, cosa che succede anche nella circolazione quando la
soluzione, che con l’evaporazione era salita nella parte superiore del vaso, si attacca alle pareti della
parte superiore dello stesso, condensandosi e ricadendo nella parte inferiore per ricominciare di
nuovo il ciclo. Passato il mese filosofico di circolazione, distillate il Mercurio filosofico, o alcool, e
mettetelo in un vaso a chiusura ermetica, separate poi lo Zolfo filosofico, od olio essenziale, che,
circolando sui sali, sarà diventato più intenso di colore e mettetelo in un altro vaso a chiusura
ermetica.

Ora avete il Mercurio filosofico e lo Zolfo filosofico purificati, non Vi rimane che da purificare il
Sale. Vediamo come procedere per fare ciò.

Prendete le due parti di sali, quella che era nell’alcool e quella che era nell’olio essenziale, unitele e
dopo averle fatte asciugare mettetele in un crogiolo e inserite il tutto in muffola a 500°C per un
periodo variabile dalle 24 alle 48 ore, il fuoco purificatore eliminerà da essi tutte le impurità che
avevano assorbito dal Mercurio filosofico e dallo Zolfo filosofico. Questa purificazione dei Sali,
filosoficamente, è chiamata anche crocifissione in quanto croce in latino si dice crucio e crogiolo
crucibulus. La radice di crucibulus è crucio e quindi la croce simbolizza il crogiolo e la
crocifissione il mettere qualcosa (Sale nel nostro caso) nel crogiolo per purificarlo. Voglio anche
aggiungere, per dimostrarvi quanto a volte certe immagini ci dicano più di quanto crediamo, che
nella raffigurazione di Cristo crocifisso Egli è inchiodato alla croce alle mani ed ai piedi con dei
chiodi (due alle mani e uno ai piedi), questo ci fa capire quante volte il sale deve passare attraverso
la muffola o, se volete, quante volte deve essere purificato (lavarsi dei suoi peccati) prima che sia
pronto.

Ora avete anche il terzo principio, il Sale filosofico, purificato.

A questo punto siete in possesso dei tre principi filosofici (Mercurio filosofico, Zolfo filosofico e
Sale filosofico), separati e purificati, ma ora questi tre principi, per rispettare l’etimologia della
parola (Spagyria = Separare e rimettere assieme), dovremo riunirli, e se è stato difficile separarli e
purificarli, lo sarà altrettanto, se non di più, riunirli. Un buon libro per riuscire a capire il
meccanismo di riunione dei tre principi è "La catena aurea di Omero" dove l’Autore spiega come
separare e riunire i tre principi per fare così la QuintEssenza, sia del regno vegetale che del regno
minerale.

A questo punto Vi necessita la seconda chiave per ottenere la vera QuintEssenza Spagyrica di
Paracelo (Q.S.P.C.) E’ facile unire il Mercurio filosofico allo Zolfo filosofico, ma non è altrettanto
facile unire il Sale ad essi. Deve essere ben chiaro che una Q.S.P.C. (QuintEssenza Spagyrica di
Paracelo), così come tutte le preparazioni Spagyriche, non sono tali se non contengono tutti e tre i
principi filosofici e non solo due, altrimenti non sono più tali. Per fare questo Vi occorrerà un fuoco
filosofico, un fuoco di natura e non contro natura, leggete il libro che Vi ho menzionato prima, o
meglio, se volete, fate un corso teorico-pratico di Spagyria ed Alchimia che organizza l’Ass.I.S.A.
(Associazione Italiana di Spagyria e Alchimia) e vedrete che arriverete certamente alla meta, se Vi
interessa questa Arte.

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