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L’Ingannatrice cosmica

“Tu sempre con la Tua mano sciogli le fila che il destino aggroviglia in nodi inestricabili , Tu calmi le
bufere della Fortuna e poni un freno alle funeste rivoluzioni delle stelle…” (Apuleio1, Metamorfosi; liber
XI,25). Con queste parole Lucio si rivolge ad Iside nel momento della sua prima partenza dal tempio
dopo la sua iniziazione ai Misteri della Dea. È un momento molto commovente del racconto, giunto
quasi alla fine. Lucio, virtuoso giovane dell’alta società romana, commette l’errore di cedere alla
propria curiosità e di rubare ad una maga un incantesimo che lo trasformerà in un asino. Dopo
innumerevoli e umilianti avventure, il povero Lucio chiede ad una non meglio identificata Dea Luna di
restituirgli le sue sembianze umane o, almeno, di concedergli la morte. In quel momento del racconto,
per la prima volta, compare il nome di Iside: entità che si presenta a Lucio impietosita dalle sue
lacrime e che lo salverà facendogli mangiare una corona di rose durante la celebrazione dell’Isidis
Navigium2, restituendogli la sua natura umana. Da quel momento Lucio non avrà altro desiderio che
essere iniziato ai Misteri isiaci e, come un innamorato, non separarsi mai più dalla sua Salvatrice.

Nel racconto di Apuleio, dunque, Iside è la benevola Dea che concede salvezza e conoscenza, ma nelle
parole sopra citate si nasconde uno degli aspetti isiaci non chiaramente esplicati nel racconto. Perché
Iside dovrebbe avere il potere di cambiare il destino, calmare le bufere della fortuna e addirittura
fermare le stelle e la loro influenza con un cenno della mano?

La risposta al quesito sarà chiara quando scopriremo che è stata Iside stessa a far cadere Lucio nella
condizione di “asino”.

Procediamo con ordine e cerchiamo di capire in che modo agisce la Dea dai Diecimila Nomi.

Dall’epoca faraonica e fino ai miti tardo antichi, Iside appare spesso come divinità ingannevole. È
proprio attraverso la menzogna e la truffa o, se vogliamo, la rottura delle regole che riesce ad ottenere
quello che vuole, a cambiare le sorti di un destino già prefigurato e, spesso, a dare una svolta a
situazioni apparentemente senza soluzione. In questi miti Iside si trova ad avere lo stesso ruolo che
altrove hanno divinità come Dioniso o Hermes nella mitologia greca, Loki in quella norrena. Ma il
ricorso di Iside all’inganno ha ancora un’altra valenza: attraverso la seduzione, l’inganno e la malattia
Iside, come la Terra, induce alla caduta nella materia. Una caduta a cui nemmeno gli Angeli e gli Dei
riescono a resistere.

Il primo mito da cui voglio partire per cercare di spiegare questo aspetto della Dea, è quello più
recente (stando almeno alle fonti). Si tratta di un testo intitolato La Profetessa Iside e suo figlio Horus,
ben conosciuto da Zosimo da Panopoli e arrivato a noi attraverso un codice dell’ 11° sec. 3

In questo testo, Iside racconta a suo figlio Horus che mentre Egli era impegnato nella lotta contro
Tifone (Seth), Lei ebbe modo di rifugiarsi nella città di Hormanouthi (letteralmente la città di Horus).
In quel luogo era praticata in segreto l’Arte Sacra dell’Egitto. Durante la sua permanenza in quel luogo
un angelo la vide e la desiderò 4, ma alle sue avance Iside rispose che si sarebbe concessa solo se lui Le
avesse insegnato i segreti della preparazione dell’oro e dell’argento. A tale risposta l’angelo ammette di
non poterLe dare ciò che desidera, ma che avrebbe mandato un angelo più potente di nome Amnael il
giorno seguente ad insegnarLe ciò che chiedeva. Egli aggiunse, inoltre, che lo avrebbe riconosciuto da
1
Scrittore latino vissuto nel 2° sec. d.C. Il suo romanzo è l’unica testimonianza diretta sui Misteri Isiaci nel mondo
tardo antico
2
Celebrazione dell’inizio della stagione della navigazione in epoca romana, ricorreva il 5 marzo
3
Codice Marciano, conservato a Venezia nell’omonima biblioteca
4
Non passa inosservata la somiglianza col mito riportato nel Libro di Enoch in cui gli Angeli desiderarono “le figlie degli
uomini”
un particolare simbolo sulla testa e da un recipiente pieno d’acqua che avrebbe portato tra le mani.
Quando Amnael si presenta ad Iside con questi segni è preso egli stesso dalla passione per Iside, ma
anche questa volta l’astuta Signora dei Re e dei Maghi non si concede e pretende prima
l’insegnamento dell’Arte Sacra. Il racconto ci dice che questo braccio di ferro dura qualche giorno, fino
a che Amnael non ne può più e concede ad Iside quel che vuole. Prima di tutto Le mostra un segno
nella mano (indice che Amnael non può insegnare ad Iside nulla se prima non Le dà una certa “chiave
d’accesso”), poi Le insegna i Misteri della trasmutazione dell’argento e dell’oro facendoLe giurare di
non rivelarli a nessuno se non ad Horus. Il racconto si conclude con il Mistero stesso: Iside manda
Horus da un contadino per apprendere chi è il seminatore e chi il falciatore, e per imparare che l’uomo
che semina grano raccoglie grano e che l’uomo che semina orzo raccoglie orzo. La natura gode della
natura e la natura supera la natura. L’uomo genera l’uomo e l’oro genera l’oro.

Tornando all’inganno di Iside, il mito non ci dice se Ella si conceda affettivamente al primo angelo e ad
Amnael, una volta avuto ciò che desiderava: ma deduciamo che non lo fa per il semplice motivo che
questo mito è solo una versione di un altro ben più antico e che mostra chiaramente qual è il modus
operandi della Dea.

Un altro racconto in cui la Signora della Verità mostra tutta la sua astuzia, appare già in alcune fonti del
Medio Regno5 . Si tratta del famoso racconto della disputa tra Horus e Seth per la successione al Trono
di Osiride. Tutti gli Dei sono a favore di Horus, ma Seth ha l’appoggio del Padre di tutti Loro: Ra. La
situazione è in stallo, per cui il Tribunale Divino è invitato a radunarsi su una misteriosa isola del
mezzo per trovare una soluzione. Tutti tranne Iside con cui ormai Seth, dopo numerose dispute, si
rifiuta di discutere. L’unico traghettatore addetto al collegamento con questo luogo viene ammonito
dal far passere qualsiasi donna e, in particolare, nessuna che possa somigliare ad Iside.

Ma la Signora della Sapienza non ha alcuna intenzione di rimanere in disparte e raggira facilmente
l’ostacolo prendendo le sembianze di una vecchia e corrompendo il traghettatore con un anello d’oro.
Una volta arrivata sull’isola, muta ancora la sua forma questa volta in una bellissima fanciulla. Con
queste sembianze, fa in modo che solo Seth la guardi. Anche il potentissimo Seth, che ogni notte
arpiona ed uccide Apopi permettendo a Ra di sorgere, è vittima della seduzione di Iside. Egli non
riconosce sua Sorella, e si innamora di questa fanciulla. Quando Le si avvicina, Essa gli racconta di
essere la vedova di un mandriano e madre di un figlio a cui uno straniero ha portato via l’eredità ed il
trono. Seth, senza esitare, afferma che nessuno straniero può prendere il posto del figlio di quell’uomo.
A queste parole, Iside attua la terza trasformazione e diventa un Nibbio. Appollaiatasi sulla cima di un
albero grida a Seth, in presenza del tribunale divino: “Piangi sopra di Te: è la tua stessa bocca che lo ha
detto, è la tua stessa competenza che ti ha giudicato”6. Il racconto ci dice che a queste parole, Seth
piange. Anche il Dio più amato da Ra è costretto a cadere nella materia attraverso la più banale delle
strade. Eppure il terzo ed ultimo mito che prendo in considerazione, ci racconta di come Iside abbia
bisogno solo di un po’ più di tecnica per ingannare lo stesso padre degli Dei, colui che è venuto
all’esistenza da solo. Non a caso, questo famoso mito è inserito in una formula magica utilizzata come
antidoto contro il veleno dei serpenti7.

In questa versione del mito Iside viene definita: donna abile in parole il cui cuore era stato disgustato
dal mondo degli uomini, così Essa preferiva il Mondo degli Dei. Dunque Iside è un essere umano in cerca
dell’immortalità . Per essere come gli Dei, Essa sa che deve conoscere il vero nome di Dio8. Come per
5
1987-1780 a.C.
6
Papiro Chester Beatty, trad. Edda Bresciani Testi Religiosi dell’Antico Egitto, ed. Mondadori, 2001
7
Papiro n°1993, Museo Egizio di Torino, datato al Nuovo Regno; trad. Edda Bresciani, Op. cit.
8
In un’altra versione del mito, Iside è la Dea Madre di Horus che usa questo espediente per mettere suo Figlio sul
trono di Ra
l’angelo Amnael, anche in questo antico racconto Iside estorce con un inganno la conoscenza al più
Supremo degli Esseri. Essendo Ra molto vecchio “la bocca gli gocciolava, la saliva gli colava in terra e
ciò che sbavava cadeva sul suolo”9. Come una strega di campagna, Iside raccoglie la saliva di Ra quale
testimone e la mescola alla terra plasmando con questa un serpente a cui dà vita e lo lascia strisciare
sulla Via del Sole. Mentre Ra attraversa i Due Mondi da Lui stesso creati, viene morso dal serpente. Il
dolore provocato al Padre degli Dei è lancinante “Sono più gelato dell’Acqua, sono più ardente del
Fuoco”. In questo modo Iside ha fermato il tempo (non a caso, rappresentato dagli Egizi da un Serpente
che si morde la coda il quale striscerà via nel Nun10 alla fine dei Tempi), ha diviso le Vie e nessun Dio
può guarire Ra se non Colei che ha provocato tutto questo (finalmente capiamo perché Apuleio
afferma che Iside ha il potere di fermare la Fortuna e le rivoluzioni delle stelle). Il dolore fisico è la
discesa nella materia dello stesso Ra, il quale supplica Iside di guarirlo.

“Vivrà Colui il cui nome sarà rivelato”. Iside chiede a Ra di rivelargli il suo vero Nome, ma il Dio sa bene
che in questo modo cederà a questa Donna ogni potere su di Lui. Egli allora enumera tutti i suoi titoli e
quello che ha creato, ma Iside non cede neanche dinnanzi al Dio dell’Universo: “Non è il Tuo nome
l’enumerazione che mi hai fatto. Oh, dimmelo e il tuo veleno uscirà. Vivrà Colui il cui nome sarà rivelato”.
Così anche Ra cede e lascia passare il sul Nome dal suo cuore a quello di Iside, concedendoLe ogni
potere su di Lui e quindi anche quello di salvarlo.

Ora, tornando a “Le Metamorfosi” di Apuleio, l’avventura di Lucio, che lo conduce fin quasi alla morte,
ha inizio quando spia una maga di nome Panfile che si trasforma in un uccello rapace 11 spalmandosi
un unguento sul corpo. Egli è preso dal desiderio di volare come ha appena visto fare alla donna e ruba
l’unguento il quale lo trasformerà invece in un asino. Chi è, dunque, Panfile, se non l’amata Iside a cui
Lucio consacrerà la sua vita, la quale aveva già scelto il Suo sacerdote e legato a Lei con un inganno?

9
Ibidem
10
L’Abisso prima della Creazione
11
Questi uccelli sono sacri ad Iside perché il loro canto ricorda il lamento funebre della Dea e di sua sorella Nephtys sul
corpo di Osiride morto

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