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I Sumeri di Maurizio Martinelli

“History Begins at Sumer: Thirty-Nine Firsts in Man's Recorded History”,


ovvero “La Storia inizia a Sumer: trentanove primati nella storia conosciuta
dell’Uomo”, è il titolo veramente significativo di uno dei principali libri di
Samuel Noah Kramer [1], uno dei importanti studiosi delle tavolette
mesopotamiche.
Discepolo di Avigdor Ephraim Speiser[2] e contemporaneo di Thorkild
Jacobsen[3], Kramer ha spiegato come tutte le civiltà conosciute sul pianeta
Terra a partire da circa 6.000 anni fa (ricordo che il primo calendario
conosciuto è quella stabilito in Nippur[4] nel 3.760 prima dell’Era Cristiana[5]),
affondano le proprie radici e le proprie basi proprio nella civilizzazione
sumera, “apparsa improvvisamente” nell’attuale Mesopotamia.
Il termine Sumer deriva dall’antico accadico “Shumeru” (terra dei guardiani),
mentre nella lingua sumera il termine era “Ki.en.gi” (terra dei signori della
Terra, intesa come pianeta). Secondo gli antichi testi mesopotamici gli abitanti
del luogo ricevettero una civilizzazione “ready-made”, già pronta, senza che
sia avvenuto il classico iter di anni, decine o centinaia, perché si sviluppi un
sistema organizzato e civile come intendiamo oggi. Pertanto Kramer ha
potuto ragionevolmente enumerare i primati sumerici nei primi centri urbani,
nella scrittura, nella monarchia, nel parlamento, nell’ organizzazione sociale,
nella ruota, nella fonderia, nella musica e poesia, nella scuola, nella
medicina, nella culinaria, nella religione, nella matematica, nell’astronomia e
così via. Questa civiltà continuò sino al 2.000 prima dell’Era Attuale, quando
un avvenimento esogeno la fece improvvisamente terminare, così come era
iniziata. Tuttavia, possiamo verificare durante i successivi quattromila anni di
storia le tracce dell’influenza Sumera nelle varie e differenti civiltà sino ad
arrivare al ventunesimo secolo.
Coloro i quali (Anunnaki[6] od Anunna[7]), provenienti da un pianeta al di fuori
del nostro sistema solare (Ni.bi.ru o Ne.be.ru[8]) secondo gli stessi Sumeri,
concedettero loro la completa struttura della civilizzazione, erano governati
secondo una rigida organizzazione formata da un gruppo di dodici persone,
fra le quali una risultava preminente, alle quali era attribuita una controparte
celeste secondo le figure dello zodiaco così come noi lo conosciamo
attualmente. Questo schema di un gruppo di dodici esseri che gestiscono la
governance è stato replicato più volte nella storia terrestre, ad esempio la
religione greca aveva un pantheon di dodici dei, le tribù d’Israele erano
dodici, la civiltà etrusca era gestita da un gruppo di dodici città, il
cristianesimo prevedeva dodici apostoli per Gesù, nell’Inghilterra del
medioevo, la famosa “tavola rotonda” era formata da dodici cavalieri, nella
Francia medievale l’imperatore Carlo Magno disponeva di dodici paladini, la
bandiera dell’Unione Europea è formata da dodici stelle.
Nel gruppo degli esseri che avevano concesso la civiltà ai Sumeri era molto
attivo Nin.gish.zi.da[9] o Nin.gish.zidda[10], uno dei figli più giovani di
Ea/Enki[11], il cui simbolo consisteva in un bastone con intorno due serpenti
incrociati fra loro. Esperto genetista, architetto e progettista industriale, fu lui
ad ideare il progetto delle tre piramidi nella piana di Gizah[12] e l’E.ninnu, il
tempio costruito da Gudea[13] in Lagash per Ninurta, oltre a numerose altre
costruzioni circolari in pietra come Stonehenge (le quali potrebbero essere
considerate veri e propri “orologi stellari in pietra”) per mostrare all’Homo
Sapiens Sapiens il momento esatto del passaggio dall’Era del Toro a quella
dell’Ariete, intorno al 2.000 prima dell’Era Attuale.
Il simbolo con il bastone e i due serpenti incrociati è chiaramente riferito ad
un’attività sia medica che genetica, come dimostrano ancora oggi le insegne
delle farmacie che riportano tale simbolo. Allo stesso tempo il simbolo dei due
serpenti incrociati rappresenta uno delle principali scoperte, o forse meglio
riscoperte, del ventesimo secolo, la struttura a doppia elica del DNA da parte
di James Watson e Francis Crick con l’articolo congiunto pubblicato dalla
rivista Nature nel 1953.
Nin.gish.zi.da ha accompagnato l’Homo Sapiens Sapiens per migliaia di anni,
essendo conosciuto in Egitto come Thot o Teheuti, lo “Scriba Divino”, colui il
quale insegnò agli umani la matematica, l’astronomia, il calendario,
l’architettura, la medicina. Nell’America centrale, nell’attuale Messico, egli era
conosciuto come Quetzalcoatl (il Serpente Piumato) dagli Aztechi e Kukulcan
dai Maya, colui il quale concesse la civiltà all’Homo Sapiens Sapiens. Nella
Grecia del primo millennio prima dell’Era Attuale egli era denominato Hermes
ed Hermes Trismegistos (Tre volte più grande), mentre in Italia veniva
chiamato Turms dagli Etruschi e Mercurio dai Romani. Ancora in Italia,
durante il Rinascimento, nel quindicesimo secolo, si avvertì la sua influenza,
in quanto venne tradotto e pubblicata un’antica opera scritta conosciuta come
“Corpus hermeticum”, probabilmente una versione ridotta dei famosi 42 “Libri
di Thot”, scritti in Egitto millenni prima.
Uno dei principali fra gli esseri i quali avevano concesso la civiltà ai Sumeri
era Ninurta[14]. A lui, subentrando al padre Enlil[15] nel pantheon a dodici,
venne attribuito il numero 50 del sistema numerico della governance, il più
importante dopo il numero 60 che spettava al comandante supremo, ovvero
suo nonno Anu[16]. Secondo le informazioni riportate in testi sumeri ed
accadi, Ninurta si impegnò anche nella riorganizzazione delle terre dopo il
Diluvio, soprattutto con lavori di drenaggio, allo scopo di iniziare le coltivazioni
agricole. Ninurta dunque, chiamato in Accadico “Urash, la persona
dell’aratro”, permise all’Homo Sapiens Sapiens d’iniziare attività agricole a
partire dall’attuale Medio Oriente.
Ninurta era il signore della città sumera di Lagash, (oggi il sito archeologico di
Tello), mentre il suo emblema e simbolo era l’aquila dalla doppia testa, di qui
l’espressione di “Double Eagle of Lagash “. Il simbolo dell’aquila ad una
oppure a due teste è il simbolo del potere per eccellenza, per cui la troviamo
nelle bandiere e nelle insegne dei principali imperi e stati nazionali del
passato e del presente. Innanzitutto è evidente il collegamento e
l’identificazione tra l’aquila, sia ad una sola testa che a due teste, con i
principali simboli del potere militare e economico ed anche culturale. Elenco
qui di seguito gli stati nazionali e i Imperi del passato e del presente nei cui
stemmi l’aquila era ed è appunto presente:
• Impero Romano
• Impero Bizantino
• Bandiera della Chiesa Greco-ortodossa
• Sacro Impero Romano
• Impero Russo
• Impero Seljuk
• Impero spagnolo sotto la casa della dinastia degli Asburgo
• Regno del Mysore
• Primo Impero Francese
• Nemanjić Serbia
• Impero Serbo
• Tirannide Serba
• Regno di Serbia
• Regno di Yugoslavia
• Confederazione Tedesca
• Terzo Reich Tedesco
• Albania
• Armenia
• Austria (1934–1938)
• Austria Ungheria
• Autorità Nazionale Palestinese
• Egitto
• Federazione Russa
• Filippine
• Germania
• Iraq
• Messico (l’aquila che schiaccia il serpente)
• Moldavia
• Montenegro
• Moravia Serba
• Repubblica Libica Araba (1969 – 1977)
• Jamahiriya libica Araba (1977 – 2011)
• Republika Srpska (in precedenza usata dal 1992 al 2007) in Bosnia and
Herzegovina
• Romania
• Serbia and Montenegro
• Serbia
• Siria
• Stati Uniti d’America
• Yemen del Sud (al 1970 al 1990)
Per quanto attiene al potere economico tout court, basta semplicemente
notare che l’aquila è presente sia nell’emblematica banconota da 1 dollaro
statunitense (assieme alla piramide con 72 blocchetti e la famosa frase in
latino «Annuit Coeptis», ovvero “l’impresa è stata decisa ed accettata”) che
addirittura figura nel sigillo stesso degli Stati Uniti d’America. Infine per
limitarci all’attuale periodo storico, è sufficiente citare uno dei principali
protagonisti dell’attuale storia economica, George Soros[17] (interessante il
nome palindromo), divenuto famoso grazie alle attività del proprio fondo, il
Quantum Fund. Tuttavia il nome iniziale del Quantum Fund, ricorda il
giornalista economico, Niall Ferguson - che ha vissuto in prima persona il
“Black Wednesday “, il 16 settembre 1992, data del cosiddetto attacco alla
sterlina da parte del gruppo di Soros - era “Double Eagle[18] “. Anche sul
piano meramente culturale e cognitivo troviamo ancora la presenza del
simbolo dell’aquila. Infatti, dopo le lunghe campagne di scavi in
Mesopotamia, gli studiosi europei e statunitensi hanno identificato il
collegamento tra i monumenti Sumeri e l’arte romanica in Europa durante il
Medioevo, come ha fra gli altri brillantemente spiegato André Malraux nella
sua introduzione al volume “Sumer “curato da André Parrot per la collana “Il
mondo della figura “della Librerie Gallimard. Già durante gli anni trenta del
ventesimo secolo, lo studioso lituano Jurgis Baltrusaitis[19] aveva dedicato
all’argomento il saggio “Art Sumérien, Art Roman “in cui analizza i
collegamenti tra i centri cognitivi seppur lontani nel tempo. Spiega Baltrusaitis
“…Tutte queste somiglianze, ora stilistiche ora iconografiche, sembrano
concentrarsi nella rappresentazione forse più sorprendente fra tutte quelle di
cui si siamo occupati finora: l’aquila araldica, emblema di Ningirsu (Ninurta,
NDA), rinasce in Occidente pressoché identica [20]“. Persino in ambiti politici
ed economici meno visibili, ancorché esistenti da secoli, troviamo ancora il
simbolo dell’aquila a due teste all’interno dei riti dei Free Massons, dove in
particolare nel Rito Scozzese, il trentaduesimo grado è denominato “The
Double Eagle of Lagash “, mentre anche nel massimo grado, il
trentatreesimo, è simboleggiata l’aquila a due teste.

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