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CONFERENZA TM

INTRODUZIONE
Buonasera, come detto da Tizio sono Michele Pepe e sono onorato di essere qui
oggi. Devo ringraziare lo staff di TM per aver reso questo possibile. Prima di iniziare,
sicuramente avrete notato il mio accento tipico di Bergamo Alta... Scherzo vengo
dalla Puglia, da Altamura e durante la conferenza potrei usare qualche dialettismo,
spero non sia un problema.
Voglio iniziare con una frase di Tommy Wonder: "Tutto quello che sentirete stasera è
stato già scritto". Questo perchè la letteratura magica è così ampia che è impossibile
per una singola persona leggere tutto quello che sia stato scritto. Quindi quello di
cui andremo a parlare proviene dalle teorie, pensieri e parole dei grandi prestigiatori
che ho incontrato che ritengo più valide e degne di nota.
Stasera non parleremo solo di tecniche, effetti e come realizzarli. Ma ecrcheremo di
farli brillare.
L’EFFETTO
Mostro la versione 1 del triumph e poi la versione brutta£ (Calculated Triumph, john
Mendoza, Portfolio 1)
UN PO' DI STORIA
L'effetto in sé non era nuovo nel 1946 quando Vernon pubblicò The Triumph. Il
metodo per realizzarlo, al contrario, sicuramente lo era. Ma di questo ne parleremo
più avanti. Il primo effetto in cui carte mescolate faccia in alto e faccia in basso
vengono magicamente raddrizzate fu, probabilmente, quello di Theodore DeLand
intitolato Inverto (1914). Qui il performer distribuisce tutto il mazzo di carte in un
unico mazzetto, iniziando con una carta faccia in basso e poi una faccia in alto e
prosegue così con tutto il mazzo. Stende, successivamente, le carte a nastro e queste
sono rivolte, incredibilmente, tutte nella stessa direzione. L'effetto è possibile grazie
a un mechanical deck (mazzo gaff), realizzato con carte normali e a doppio dorso.
Alcuni anni dopo, nel 1919, Charles T. Jordan commercializza la sua versione di
questo effetto, con il nome di Ultimo, che usa lo stesso principio di DeLand ma
migliora il mazzo gaff.£ Le prime pubblicazioni che introducono la scelta di una carta
al miscuglio faccia in alto/faccia in basso risalgono agli anni '30. Una, pubblicata solo
nel 2001 ma risalente a circa il 1935, scritta in “The Lost Notebooks of John Northern
Hilliard”, descrive un effetto di Stewart Judah in cui aggiunge la scelta di una carta a
quello che sostanzialmente è "Inverto" di DeLand. L'altra, dal titolo The S. L.
Reversed Card di Sid Lorraine, pubblicata nel 1937 su “Subtle Problems You Will Do”
di John Braun and Stewart Judah.Arrivano gli anni 40, più precisamente il 1946, e
Vernon pubblica la prima versione di quello che tutti noi ora chiamiamo Triumph.
RIFLESSIONI SUL TRIONFO: Schema di Propp£ e magia Fictional
Come mai la versione di Vernon è da considerarsi come "perfetta"?
Innanzitutto, Vernon contestualizza e dà vita all'effetto attraverso una presentazione
che permette a quest'ultimo di avere basi solide su cui poggiare. L'effetto si regge
sulla drammaturgia del racconto. Si viene così a creare un gancio emozionale che
attira e coinvolge lo spettatore; un gancio emozionale rafforzato dalla scelta di una
carta.£ Una carta scelta che aiuta a sviluppare una sorta di legame tra prestigiatore,
spettatore ed effetto. Perché quella carta scelta è un regalo, un dono, che noi
facciamo allo spettatore. Perché quella carta scelta rappresenta un ricordo. È il
nostro ricordo dello spettatore.
Dal punto di vista della struttura e della costruzione c'è poco da dire. Costruzione e
struttura sono chiare, limpide e facilmente seguibili da chi guarda.
Ma, concentrandoci maggiormente sull'aspetto drammaturgico dell'effetto. Il
Triumph, come molti effetti della prestigiazione, può essere assimilato allo "Schema
di Propp" che si usa nelle fiabe. Possiamo fondamentalmente dividerlo in quattro fasi:
I. ESORDIO: viene scelta una carta e si introduce il tema dell'effetto,
II. ROTTURA DELL'EQUILIBRIO INIZIALE: lo spettatore mescola le carte in maniera
caotica e disordinata,
III. PERIPEZIE DELL'EROE: assimilabili essenzialmente al gesto magico,
IV. RISTABILIMENTO DELL'EQUILIBRIO INIZIALE (Conclusione): tutte le carte
sono orientate nella stessa direzione, tutte tranne una, la carta scelta.
Secondo il grande mago e teorico spagnolo Arturo de Ascanio, le componenti di un
effetto magico sono: Situazione iniziale; Gesto magico; Situazione Finale; e la
differenza tra unaasituazione e l'altro è ciò che definisce l'effetto o, per meglio dire,
ciò che lo esprime e lo rende chiaro. Mi sembra abbastanza evidente la somiglianza
con la struttura che Propp ha trovato all'interno di una fiaba.
La magia, quindi, per manifestarsi ha bisogno di contrasto. Perché la magia esista,
perché la magia diventi "visibile", ci deve essere un cambiamento di status; qualsiasi
tipo di evidente trasformazione. A meno che non percepiamo una modifica, l'effetto
non esisterà; e a meno che non percepiamo una modifica causata da fattori magici
(soprannaturali, non naturali), l'effetto non sarà magico. La magia deve esprimersi
nella realtà. Quindi... La magia ha bisogno della realtà.
MAGIA REALISTICA
Più realtà abbiamo, più contrasto produrrà il fatto soprannaturale e, più
sorprendente sarà. (Se il Pianeta Terra fosse popolato da Kryptoniani, potremmo
tutti volare, grazie al nostro sole giallo e, per questo motivo, poter volare, avere

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