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LA RIVOLUZIONE IN EDICOLA
2 MENSILI INIMITABILI
satira, politica, arte, fumetti, reportage, avventure, idee
CINEMA
di MARIUCCIA CIOTTA
FRIGIDAIRE n.240
MALE n.4
www.frigolandia.eu
IL NUOVO
Macchina desiderante, il cinema come un corpo nuovo che d la vertigine, doppio soprannaturale, seconda nascita dell'umanit come disse Jack London che insieme ai suoi contemporanei, divi della parola scritta, vide sorgere sullo schermo le prime immagini in movimento. Ed sempre la prima volta dalla fine dell'Ottocento in poi, dal film di un solo rullo alla nascita del lungometraggio, cento anni fa, quando la testa gigantesca di Mary Pickford semin il panico in una sala di Hollywood e una spettatrice disgustata afferm di aver visto le persone fatte a pezzi, mani, piedi, volto, niente era al suo posto. Un Automa assemblato per penetrare nell'inconscio ed estrarre materia volatile, creatura ibrida nata dalla
fusione tra l'essere vivente e la sua ombra, gi cyborg prima di Metropolis. Ed al cinema che Martin Scorsese ha dedicato il suo ultimo film meraviglioso Hugo Cabret (in Italia dal 3 febbraio), Golden Globe per la migliore regia, festa in onore di Georges Mlis, il pioniere dimenticato (le sue pellicole al nitrato d'argento saranno liquefatte per costruire tacchi di scarpe) e tornato protagonista con il suo Viaggio sulla luna in un final cut ideale. Maestro di ogni trucco mirabolante, il regista francese aveva colorato la pellicola fotogramma per fotogramma, catapultato un razzo nell'occhio del satellite, provocato apparizioni e scomparse fino all'ultimo effetto speciale possibile in quel 1902. Ora Scorsese lo ha restaurato, in linea con la sua World Cinema Foundation, regalandogli la magia
suprema. Mlis in 3D. Con il suo robot-cinema, bambola meccanica che apre la scatola del mai visto, Hugo Cabret un film per bambini, per tutti gli spettatori della prima volta che urleranno sorpresi come all'arrivo del treno nella stazione di La Ciotat, anno 1896. E se il cinema traccia la nostra storia, l'opera di Scorsese indica il fascio di pulviscolo che ci accompagna e intima al presente di ricordare, di inventare nuovi desideri, mentre all'opposto, superpremiato (dai Golden Globe diritto all'Oscar) un altro titolo pretende il tributo all'epoca del muto, parodia in bianco e nero, collezione di gag tanto per rimescolare vecchi film dagli anni Dieci ai Quaranta. The Artist, specchio deformante non solo di ieri, Hugo Cabret, prisma luminoso per ritrovare la capacit di vedere.
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ANNIVERSARI
CONSERVATRICE E DEMOCRATICA
RIGORE MATEMATICO
La Settimana cataloga, attraverso numeri progressivi, tutti i suoi quesiti e tutte le sue voci. La cifra che compare sulle parole crociate della prima pagina, in alto a sinistra, indica il numero complessivo dei giochi pubblicati. Fino al 1995, la numerazione continuava nelle pagine interne. A partire dal 1995, i giochi interni vengono contrassegnati da un numero composto come segue: le prime due cifre corrispondono alle ultime due del numero della rivista, le altre dal numero dordine che quel gioco ha nella rivista, con uno zero riempitivo per i primi nove.
80 ANNI
Ottantanni fa, 23 gennaio 1932, primo decennio dellItalia fascista. Lo stipendio di un operaio ammonta a 300 lire, quello di un impiegato tra le 300 e le 600, un dirigente riscuote lambito salario di lire mille, che Gilberto Mazzi, nel 1939, metter in musica con Se potessi avere mille lire al mese, sogno economico piccolo borghese. Il conto della spesa di una lira e 73 centesimi per il pane, 80 centesimi per il latte, un paio di lire per un chilo di pasta. Un pollo, autentico lusso, costa dieci lire. Piccoli vizi come il caff al tavolino di un bar si pagano 2 lire e cinquanta; un posto al cinema, una lira in meno. Le trasgressioni amorose comportano multe severe comminate dal moralismo di regime: 10 lire se baci in pubblico la fidanzata e persino la moglie. Cos va la vita anche quel 23 gennaio 1932, ottantanni fa, quando, chi abitualmente fa sosta alledicola per acquistare un quotidiano, si sente apostrofare dal giornalaio, Guardi cosa uscito!, oppure nota, tra le altre messe in fila sulle rastrelliere, una nuova rivista che ha in copertina un cruciverba con il ritratto di Lupe Vlez, star messicana di Hollywood. Sedici pagine, cinquanta centesimi, giorno di uscita il sabato, si chiama La settimana enigmistica, sottotitolo periodico di giochi, enigmi, parole crociate, scacchi, dama, bridge, sciarade, ecc.. Lha inventata, a Milano, nella redazione di piazza Cinque Giornate, il nobiluomo Giorgio Sisini di Sorso, gi Conte di SantAndrea, che la diriger fino alla sua morte, il 21 giugno 1972. Gli succederanno alla direzione Raoul de Giusti, e poi un discendente della famiglia, Francesco Baggi Sisini. Il successo immediato, la Settimana diventa appuntamento fisso per decine di migliaia di enigmisti in erba o navigati. Ogni tentativo di scimmiottarla si riveler vano, e sulla prima pagina, in alto, anni dopo, compariranno a turno due orgogliose dichiarazioni: La rivista che vanta innumerevoli tentativi dimitazione, La rivista di enigmistica prima per fondazione e per diffusione. Le pagine aumenteranno, fino a divenire le quarantotto che ancora oggi continuano a scandire la sequenza
PREPARAZIONE Procuratevi alcuni fascicoli de La Settimana Enigmistica, accertandovi che possiedano copertine di diversa impostazione. MODALIT DI ESECUZIONE 1. Invitate uno spettatore a scegliere uno di questi fascicoli, senza farvelo vedere. 2. Fatevi comunicare il numero di edizione di tale fascicolo. 3. Entro pochissimi secondi, sarete in grado di individuare quattro elementi fondamentali della relativa copertina: - il colore; - la posizione della foto inserita nel cruciverba; - il sesso del personaggio raffigurato in tale foto; - la dicitura posta sopra la testata. ACCORGIMENTI DA SEGUIRE Per individuare il colore della copertina, dovete dividere per 3 il numero di edizione (o, pi rapidamente, la somma delle sue cifre) e, in base al resto ottenuto, tener conto delle seguenti associazioni: 0=rosso; 1=blu; 2=verde. Ad esempio, se il numero di edizione : 4033, potete desumere che il colore della copertina blu, dato che: 4+0+3+3 = 10 e: 10/3 = 3 col resto di 1. Per individuare la posizione della foto, dovete dividere il numero di edizione per 4 (o, pi rapidamente, le sue ultime due cifre) e, in base al resto ottenuto, tener conto delle seguenti associazioni: 0=in alto a sinistra; 1=in alto a destra; 2=in basso a destra; 3=in basso a sinistra. Ad esempio, se il numero di edizione ancora: 4033, potete desumere che la foto posizionata in alto a destra, dato che le ultime due cifre di 4033 sono: 33 e che 33/4 = 8 col resto di 1. Per individuare il sesso del personaggio raffigurato in copertina, dovete osservare il numero di edizione: se pari, si tratta di un uomo; se dispari, di una donna. Ad esempio, se il numero di edizione ancora: 4033, potete desumere che il personaggio raffigurato nella foto una donna, dato che il numero in questione dispari. Anche per individuare la dicitura posta sopra la testata, dovete osservare il numero di edizione: se pari, si tratta di: La rivista che vanta innumerevoli tentativi di imitazione; se dispari, si tratta di: La rivista di enigmistica prima per fondazione e diffusione. Ad esempio, se il numero di edizione ancora: 4033, potete desumere che la dicitura posta sopra la testata : La rivista di enigmistica prima per fondazione e diffusione, dato che il numero in questione dispari. Come si pu notare, osservando la riproduzione della copertina del fascicolo numero 4033 (foto sopra, il colore il blu), i particolari precedentemente individuati sono assolutamente esatti. (La spegazione del trucco sar pubblicata su Alias del 28 gennaio)
di parole crociate, giochi enigmistici variamente complicati (alcuni a premi), quesiti basati sulla logica matematica, rebus, quiz polizieschi (Proteus, Il signor Brando in Suspense!) e legali (Se voi foste il giudice), le domande di cultura delledipeo enciclopedico, aneddoti e barzellette, rubriche per i piccoli lettori. Ligia fin dalla nascita alla regola di non accettare alcuna pubblicit, la Settimana si limita tuttora a riprodurre le immagini dei premi in palio per giochi quali Il quesito con la Susi e Il corvo parlante. Bisogner aspettare il 1995 perch il colore faccia la sua comparsa, interrompendo legemonia del bianco e nero, comunque con misura. Cambia, poi, anche il giorno di uscita. Dal sabato si passa al venerd, e infine al gioved. Gli
inevitabili compromessi richiesti dai Tempi Moderni impongono un sito internet. Ed ecco, allora, Aenigmatica. Il Sudoku impazza. Va bene, ma a patto di essere i migliori con Mondo Sudoku. Arrivano anche gli spot radiofonici e televisivi. Il 31 luglio 2010, numero 4088, si infrange un mito, quello dellinfallibilit. Ai redattori, pi maniaci che puntigliosi nel leggere e rileggere le pagine, scappa un refuso, il primo da settantotto anni. Nella barzelletta dellultima pagina, la didascalia recita possono testimoniano, anzich possono testimoniare. Inutile dire che la svista fa il giro di tutti i blog, finisce nei notiziari tv, trova ampia eco sui giornali. E questo non fa altro che confermare la celebrit della Settimana, un gigante in termini di vendite, tra le ottocentomila e il milione di copie
ogni numero, cui soltanto Famiglia Cristiana tiene testa. Ma per il periodico fondato dal Cavalier (e altri titoli a seguire) Giorgio, le parrocchie sono le edicole: nelle citt, nei paesi, nellunica rivendita di giornali di un borgo, nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti. Il gioved, la pila della Settimana in bella vista, a farsi beffe persino dei giornali di pettegolezzi pi diffusi. E se arrivi il pomeriggio, dovrai aspettare il giorno dopo per farla tua. Conservatrice, e involontariamente democratica, la Settimana. Basta mettersi su un treno per averne prova. Durante un giro lungo i vagoni, la si vede sul tavolino che sta di fronte a unanziana signora armata di matita e gomma per cancellare, a un giovane con lipod nelle orecchie, a un uomo di affari che provvisoriamente si astiene dagli
impegni di lavoro, a un capotreno che ci si tuffa dentro fra una stazione e laltra. Buon compleanno, vecchia signora nata con una faccia un po triste, che ci hai fatto combattere con le diaboliche definizioni delle parole crociate a schema libero di Piero Bartezzaghi e Giancarlo Brighenti, che ci fai dannare per colpire il centro enigmistico del Bersaglio, che ci sorprendi a balbettare a mezza voce la soluzione di un rebus, che ci spremi gli occhi
con Aguzzate la vista, che hai fatto della Susi con il suo quesito una Dorian Gray in pantaloni neri e maglietta a righe, che non sei mai riuscita a farci ridere davvero con le tue barzellette, che ci mandi in paesi mediamente orribili con Una gita a, che ci hai interrogato ben prima di Lascia o Raddoppia con domande astruse da vecchio professore di liceo. Buon compleanno, vecchia signora. E continua cos.
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ELEMENTARE, WATSON
La proposta di quesiti a sfondo poliziesco da sempre una caratteristica della Settimana nelle pagine che esulano dallenigmistica pura. Molti sono stati e sono gli investigatori, ispettori, commissari, che si sono ritrovati, nel corso del tempo, alle prese con casi di vario genere: Rufus, Leo, Raf, Martin, Volponi, Pilade, il Commodoro, lispettore Bracco e oggi lispettrice Bananas (nella foto). Particolarmente difficili da svelare i misteri proposti in Suspense! dal Poliedrico signor Brando. Partendo da un avvenimento a tinte gialle, occorre scoprirne la soluzione grazie agli indizi elencati alla voce Sappiate che. C di che lambiccarsi il cervello. Totalmente incapace di risolvere anche i casi pi palesi, era invece lispettore Malcivede. Ne ha preso il posto, con altrettanta goffaggine, lagente Zero.
GERENZA
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Qui in alto due opere di Michele Perfetti, collezione Carlo Palli, Prato. In basso a destra ritratto di Piero Bartezzaghi
ARTE
di ARIANNA DI GENOVA
Alighiero Boetti si era divertito a sdoppiare se stesso inventando un gemello solo nominale e applicava la medesima pratica nel suo fare arte: mettere ordine in certi disordini, diceva elargendo rebus, enigmi e giochi di parole, compresi i cruciverba in stoffa, quei mosaici quadrati che divenivano quasi delle pagine di diario, una volta decifrate correttamente. In realt, il suo era un divertissement: lungi, infatti, da lui l'idea che l'ars combinatoria cui faceva ricorso con maestria potesse mettere fine al caos creativo. Il mondo era e rimaneva per Boetti un fluido specchio di geografie e identit varie, un contenitore di germinazioni semiotiche e iconografiche. Gli indovinelli figurati poi vantano una lunga storia popular che va dalle ventarole morali seicentesche ai motti dei volantini politici dell'Ottocento, una storia che taglia il traguardo del Novecento, accendendosi di umori d'avanguardia con i futuristi
Finalmente il s. Dall'altra parte del filo telefonico, 130 chilometri fra Torino e Milano, la voce di Piero Bartezzaghi usa toni pacati e gentili per dirmi che potr varcare la soglia della Settimana Enigmistica. Ci sono volute molte telefonate e un po di insistenza per arrivare al traguardo. Ma, forse, ci che pi ha contato quel nome, Il manifesto, che aveva subito suscitato curiosit in Bartezzaghi. Come mai il nostro giornale vi interessa?. E io a spiegargli di un popolo italiano fatto di viaggiatori ferroviari, sedentari in poltrona, mamme in attesa, insospettabili professionisti: tutti ostinatamente fedeli al rito del venerd, giorno di uscita della Settimana*. Va bene, l'aspetto, acconsente Bartezzaghi, affrettandosi ad aggiungere che tante difficolt da superare non vanno addebitate a una sua personale forma di snobismo, a un atteggiamento divistico. Rientrano nel costume storico della Settimana: signora schiva, sdegnosa di ogni forma di pubblicit a cominciare da quella tabellare. Sono passati due anni dai colloqui, alla redazione. Lidea era nata per una pagina del Domenicale, confesso che ho difficolt a ricordare perch non si concretizz. Ma poi, eccola riaffacciarsi poche settimane fa: la Settimana compie tremila numeri. Ma a imporsi la notizia che Piero Bartezzaghi, a qualche giorno di distanza da quel traguardo, era arrivato al suo traguardo finale. I piccoli enigmisti si sono trovati privi di un amico-nemico che nelle sue Parole crociate a schema libero induceva a tirar tardi cercando di risolvere le definizioni dotte, oppure nascoste nel sorriso di un calambour sottinteso da tre puntini. Palazzo Vittoria: ascensori, un portiere compito, dietro una porta dingresso la reception e una signorina che, prescindendo dallet anagrafica, in perfetta sintonia con lo spirito del Periodico fondato e diretto per 41 anni dal Cavaliere del Lavoro Gr. Uff. Dott. Ing. Giorgio Sisini Conte di Sant'Andrea (cosi si scrive a pagina 48 e ultima). Il busto del suddetto Sisini, scultoreo nella sua pietra e nellufficialit dei suoi titoli, vigila sullattesa in sala-ospiti. Bartezzaghi arriva (da dove?), agile
come i suoi cruciverba, nascosto come i tanti pseudonimi che usa per esercitare la sua scienza in ogni pagina. Si sottrae allintervista e presenta quello che sar linterlocutore: Alessandro, giovane biondo chiomato, al terzo posto per difficolt di schemi liberi crociati. Ma con Lei non posso parlare?, chiedo un podeluso. Piero sorride e conferma di nuovo, davvero, la sua estraneit al ruolo di divo: Alessandro fa parte delle nuove leve, eppure ci conosce bene. Sapr spiegarle la Settimana assai meglio di me che ci vivo da sempre. Scompare, lasciando il ricordo di un signore in giacca e cravatta fuor di appariscenza. Alessandro, il nome negli schemi liberi fra parentesi e non si sa se corrisponda a quello vero, ha voglia di parlare. Domando: sempre la stessa e sempre diversa? Risponde: difficile da credere, ma ogni volta che abbiamo apportato cambiamenti a qualche sezione della Settimana ci sono arrivate le proteste dei lettori. C un rapporto di affezione che impedisce, e parlo di giovani e di anziani, modifiche o ripensamenti in forma esteriore e di contenuti. Prenda i rebus. Lei diceva che i disegni sono tristi, ha ragione, ma lenigmista abituato ad arrivare alla soluzione attraverso codici grafici precisi. Se glieli toglie lo disorienta, lo offende in qualche modo. E lo stesso vale per i quesiti polizieschi illustrati, Se non lo trovate... ve lo diciamo noi, Il bersaglio", il Quesito con la Susy. Le nostre piccole novit contano ormai molti anni: Una gita a ..., Strano ma vero, Perch, che premia secondo indici
modestamente rivalutati (15mila lire, ndr) chi suggerisce una domanda insolita, Forse che s, forse che no, Parole crociate a righe concatenate, Laneddoto cifrato.... Alessandro, unocchiata dietro quelle porte chiuse, per conoscere gli inventori di tutto questo e altro ancora? Un sorriso dice tutto sullimpossibilit di veder realizzato il desiderio. Ma chi e cosa si nasconde di tanto misterioso? Altro sorriso e poi la risposta: Nessuno e niente di speciale. La Settimana fatta cosi: non vuole occhi indiscreti. Perch? Altro sorriso, altro mistero che si aggiunge a quelli proposti ogni sette giorni: diaboliche Parole senza schema, Rebus stereoscopici, Quesiti per i piccoli, cio infanti dotati di un Io oggettivamente superiore. Bartezzaghi com', come lavora, immerso in un mare di enciclopedie? Alessandro muta il sorriso in un'espressione di rispetto. lui la sua enciclopedia. Distribuisce consonanti e vocali nello schema, poi le trasforma nelle definizioni usando cultura e fantasia. un maestro, un grande maestro. Mi piacerebbe sapere qualcosa a proposito delle barzellette: Risate a denti stretti, Spigolature, Antologia del Buonumore, Le vicende di Carlo e Alice, versione italica dell'americano Andy Capp, la doppia pagina Per rinfrancar lo spirito tra un enigma e laltro con Le ultime parole famose. Anche in questo caso, il tempo sembra essersi fermato: litigi coniugali, ritrattini lifestyle in odore made in Usa, suocere, pugili, uffici reclami ai Grandi Magazzini, il Tenero Giacomo che vi rimanda all'ultima pagina. Tutte vignette che solo di rado strappano alle labbra un aperto sorriso. Alessandro, magari sul filo di un equilibrismo tra la sua giovane et e quella agiata della Signora che rappresenta, parla di nuovo di una filosofia votata alla tradizione: niente satira politica, solo qualche accenno (per carit, benevolo e sporadico!) ai frikkettoni (quanto tempo e passato!), allinflazione vista in senso piccolo borghese. Vorrei azzardare con lui lipotesi di un acquirente conservatore. La contraddice limmagine di quel pubblico cos eterogeneo. Lui, Alessandro, sembra intuire. Prenda il concorso Questo l'ho fatto io (disegni su uno spunto grafico esilissimo, ndr). Ci arrivano vignette da gente di tutte le et e su ogni tema possibile: riferimenti alla Settimana, fantasie di uningenuit disarmante, barzellette, rebus. C' l'Italia, di ogni regione e di ogni classe. Settimana Enigmistica come El Dorado. Stasera, due anni dopo, cercher di risolvere uno degli ultimi rompicapi lasciati in eredit da Piero. Mancheranno moltissimo a chi, ogni venerd, chiedeva se era uscita La Settimana Enigmistica. E in realt avrebbe voluto chiedere se era gi uscito Bartezzaghi. * Nel 1989, la Settimana Enigmistica usciva il venerd. In seguito, venne deciso di anticipare al gioved il giorno di uscita
In copertina: Figurine Liebig serie La storia dellenigmistica, n. 1793, Il rebus. Italia, anno 1963
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ANNIVERSARIO
LETTERATURA
Se si vuole comporre un cruciverba, il primo passo da compiere consiste nel riuscire a incasellare, allinterno dello schema prescelto, tutte le parole che andranno a costituire la soluzione da trovare. Solo al termine di una tale operazione, sar possibile cominciare ad attribuire unadeguata definizione a ogni parola selezionata. Le modalit di svolgimento di questa fase sono condizionate dalla disposizione che si intende dare alle caselle nere. Se si adotta una struttura prefissata, la lunghezza di ogni parola da incasellare deve tener conto delle posizioni assegnate alle caselle nere; se, invece, si opta per una struttura libera, possibile inserire le parole in maniera meno vincolata, collocando le caselle nere, di volta in volta, nei punti ritenuti pi opportuni. In ciascuno di questi due casi, ovviamente, ogni aggregato di lettere, leggibile in orizzontale o in verticale allinterno dello schema, deve corrispondere a un termine di senso compiuto o, comunque, definibile. Per agevolare il raggiungimento di un tale obiettivo, consigliabile seguire gli accorgimenti elementari riportati qui di seguito. 1. Nei limiti del possibile, preferibile cercare di intrecciare parole composte da unalternanza di consonanti e vocali (come, ad esempio: SOL, DAMA, BASIC, LIMONE, e cos via; oppure: UVA, IRIS, ONORE, ELISIR, e cos via.). Unindicazione del genere, per, non deve essere presa come un obbligo assoluto, ma solo come una linea di tendenza da tener presente. 2. Se esistono pi parole che consentono di rispettare gli stessi incroci, opportuno sceglierne una che permetta una buona quantit di cambi di lettere; in questo modo, possibile mantenere una discreta libert di azione, nel prosieguo dellelaborazione. Ad esempio, dovendo completare una sequenza del genere: CAPI , preferibile optare per: CAPITO (che alloccorrenza potr flettersi in CAPITA, CAPITE o CAPITI), piuttosto che per: CAPIRE, le cui ultima lettera non pi modificabile. 3. Anche se pu apparire contraddittorio, pi agevole lavorare su uno schema prefissato, possibilmente costruito intorno a un nucleo di due (o pi) file parallele di caselle nere, non troppo distanziate tra loro. In questo modo, man mano che, in un verso, si inseriscono delle parole dotate di una determinata struttura ortografica, nellaltro verso vengono a formarsi, quasi automaticamente, ulteriori parole dotate di unanaloga struttura.
di STEFANO GALLERANI
Jonglerie, trick, portmanteau-word, anagrammi, calembour e sciarade. Ma anche incastri, scatole cinesi, combinazioni architettoniche esasperate e semplici sovvertimenti di senso. O, di nuovo, lapsus, motti di spirito, figure retoriche e neologismi. Non forzando la mano, insomma, che alla letteratura si potrebbe applicare la stessa accezione ampia che ci dice essere, lenigmistica, nullaltro che una ars combinatoria del linguaggio; che il fine delluna possa essere ben diverso da quello dellaltra, poi, tutto da vedere e non sono certo quei testi letterari in cui liscrizione di rebus linguistici in un disegno poetico o romanzesco fortemente esasperata, quando non parossistica, a distinguere due modi affini di distorcere le parole e, con esse, il loro significato. Al contrario, alcuni capisaldi della letteratura universale, da Rabelais a Queneau, da Sterne a Carroll, da Chlbnikov a Nabokov, attingono a man bassa dalle risorse dellenigmistica proprio per accedere alle innumerevoli possibilit espressive del maggiore strumento della loro arte: non infatti grazie alle parole che Alice visita il Paese delle meraviglie o passa Attraverso lo specchio? E non la necessit di aggirare un limite autoimposto (ovvero scrivere un lipogramma senza la lettera e) a consentire a Georges Perec, tra i pi celebri esponenti dell Officina di Letteratura Potenziale (alias OuLiPo), il dispiegarsi di una fantasia romanzesca (La scomparsa) che non si esaurisce nel gioco ma diventa fonte di ulteriori creazioni (Le ripetizioni, in cui lo scrittore francese usa solo la vocale e)? Allo stesso autore de Le cose si deve inoltre il pi lungo testo palindromo che si conosca, un racconto (9691) di ben cinquemila caratteri (sono invece quattrocento i versi che possono essere letti anche al contrario del poema Razin di Chlebnikov), mentre nelle sue poesie abbondano eterogrammi, acrostici e altre diavolerie enigmistiche. Un arsenale non meno fornito si pu visitare in Tre Tristi Tigri, il romanzo che Guillermo Cabrera Infante, come posseduto da un demone caraibico non dissimile a quello celtico di Joyce, licenzi nel 1965. Pagine a specchio, pastiche e una lingua inventata si aggrumano intorno a una sezione non a caso intitolata Rompicapo, a definitivamente certificare il rapporto ormai sinonimico tra creazione letteraria di un mondo e elaborazione linguistica di un enigma.
ORIZZONTALI 1. di 80 anni, quella della S.E. 3. La tradizionale collocazione, nella S.E., del cruciverba a schema libero pi impegnativo 18. In due e in dieci 19. Uno pseudonimo di Guido Iazzetta, ideatore del gioco dei Colibr, della S.E. 20. Un classico gioco enigmistico, pubblicato dalla S.E. 22. Uno pseudonimo di Alfredo Baroni, ideatore del gioco dell'Imago, della S.E. 23. Un agente, protagonista degli enigmi polizieschi della S.E. 25. Film della Walt Disney, ambientato in un computer 26. Principio di uguaglianza 27. Sono pari nello scafo 29. La classica religiosa, raffigurata nei rebus 30. Mi segue sulla scala 31. Non lo certo, il prezzo di una copia della S.E. 35. Un tempo era di rame 37. Trascorrono liete, in compagnia della S.E. 39. Centro di osservazione 41. Il verso del corvo 43. Proprio cos 45. La S.E., per esteso 54. Classica rubrica umoristica della S.E. 55. Un classico gioco enigmistico, pubblicato dalla S.E. 57. Un investigatore, protagonista degli enigmi polizieschi della S.E. 58. Otorinolaringoiatria, in breve 59. Tipica montagna messicana 60. Societ a responsabilit limitata 61. Bocca latina 62. Dario, premio Nobel per la letteratura 64. Un'emittente televisiva che si avvale della collaborazione della S.E. 66. Medio Oriente 67. Una coppia nel Bridge 69. Divinit babilonese 70. Un classico gioco enigmistico, pubblicato dalla
S.E. 74. Indizi di turbamento 76. Uno pseudonimo di Piero Bartezzaghi, mitico autore di cruciverba della S.E. 79. Sono concentriche quelle di un tradizionale gioco della S.E. 80. Uno pseudonimo di Ignazio Fiocchi, storico autore di rebus, della S.E. 81. Copre li versi strani, in una classica rubrica della S.E. VERTICALI 1. Il luogo dove viene venduta la S.E. 2. In genere di Ceylon quello raffigurato nei rebus 3. Cos vengono definiti i rebus privi di lettere o di altri grafemi 4. Opera di Giuseppe Verdi 5. Piccolo dispositivo, utilizzato nell'universo fantascientifico di Stargate 6. Mitica giovenca 7. La classica donna anziana, raffigurata nei rebus 8. Dominio degli Stati Uniti 9. Cinghiale arcaico 10. La diciassettesima lettera dell'alfabeto greco 11. Come in Inghilterra 12. Compagna nazionale di telecomunicazioni giapponese 13. Le classiche cassette da frutta, raffigurate nei rebus 14. Una componente sempre presente, nelle pagine della S.E. 15. Uno pseudonimo dell'enigmista Stefano Bartezzaghi, figlio di Piero 16. In funzione 17. Unattitudine necessaria, per risolvere i giochi della S.E. 19. Divario da colmare 21. Si d, in confidenza 23. Congiunzione avversativa 24. Simbolo dello xenon 28. Baggi Sisini, direttore della S.E. 30. La Belbelli, protagonista di una serie umoristica della S.E. 32. Uno pseudonimo del
celebre enigmista, Giovanni Chiocca 33. Celebre canzone napoletana, del 1952 34. Energia cosmica 36. La Banda che ha inciso la canzone Aguzzate la vista, dedicata alla S.E. 38. Ne possiedono molto, gli autori dei giochi della S.E. 39. La forza vitale dei latini 40. Vengono svolte, negli enigmi polizieschi della S.E. 42. Impedisce di rispondere alla definizione di un cruciverba 44. Gelato inglese 46. Orientali, in poesia 47. Territorio Libero di Trieste 48. La scimmietta che appare nelle Imprese del Commodoro, pubblicate dalla S.E. 49. Il fiume che bagna Berna 50. Africa Equatoriale Francese 51. L'associazione nazionale di basket statunitense 52. Tradizionale festa peruviana 53. Unit di misura anglosassone 56. Un classico arnese da caminetto, raffigurato nei rebus 57. Sigla della squadra di calcio francese, Lille Olympique Sporting Club 62. Uno pseudonimo del celebre enigmista, Gianfranco Riva 63. I classici oggetti preziosi, raffigurati nei rebus 65. N mio, n tuo 66. Uno pseudonimo del celebre enigmista, Michele Gazzarri 67. comune nelle Alpi Marittime francesi 68. Petrolio inglese 71. In fondo al fumoir 72. Acetile senza etile 73. Preposizione semplice 75. Il prefisso che raddoppia 76. Un pizzico di zafferano 77. Nave senza pari 78. Fine del cruciverba. (La soluzione del cruciverba Cruci-S.E. sar pubblicata su Alias del 28 gennaio)
LA MUSA
In alto a sinistra lo scrittore Vladimir Nabokov qui accanto lattrice Lupe Vlez Nella pagina 5: a sinistra in alto due immagini dai film Marathon di Amir Naderi (2002) e All about Steve di Phil Traill (2009) a sinistra in basso: il Professor Layton a destra in basso: Alan Turing con due colleghi e il computer Ferranti nel gennaio 1951
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SETTIMANA A STRISCE
Anche le strip sono un appuntamento costante negli spazi di alleggerimento. La striscia pi famosa, interrotta nel 2008, era quella de Le vicende di Carlo e Alice, versione italiana di Andy Capp, con moglie rassegnata e ironica, e marito nullafacente e bevitore. Dallo humor targato Usa arrivarono Drabble, trasformato nella Famiglia Belbelli; Renato perdente nato, da The Born Loser; Lillo, Fred Basset; Willyn Ethel, per noi Diego e Norma, rapporto di coppia. Il Tenero Giacomo, doppia strip con rimando in ultima pagina, era il tedesco Der kleine Herr Jakob, disegnato dalla penna di Hans Jrgen Press, scomparso nel 2002. Tutti italiani, Il dispettoso Osvaldo, La bisbetica Martina, le Schegge di Follia. (Nella foto: Carlo e Alice)
MUSICA
CINEMA
di FLAVIANO DE LUCA
Lo scrittore Dave Eggers sostiene che ogni buona canzone accompagnata da un mistero, da una curiosa maga che ce la fa ascoltare decine di volte di seguito quasi come se fosse unoperazione da risolvere. E solo ogni volta che lascoltiamo - sebbene sia un motivetto pop lungo solo tre o quattro minuti - ci avviciniamo di pi alla comprensione completa, alla dinamica del piacere, alla soluzione dellenigma. Non arriveremo a indagare tutti quei dischi che suonati allincontrario (il noto reverse speech, da Helter Skelter dei Beatles a Stairway to heaven dei Led Zeppelin) manderebbero messaggi satanici o altre amenit. Tra arcani, segreti, sciarade e rebus, insomma tutto larmamentario classico del mondo enigmistico, si sono avventurati protagonisti del rock e del jazz. DallEnigmatic Ocean del violinista francese Jean Luc Ponty, fortemente influenzato dalle follie sonore di Frank Zappa, al Jigsaw Puzzle dei Rolling Stones da barricata, rock blues aggressivo dei tempi di
VIDEOGAMES
di FEDERICO ERCOLE
Dobbiamo camminare piano, in alto, sulle travi sospese sul soffitto di un lungo corridoio, alcuni corvi appestati da un virus mutante potrebbero strapparci gli occhi dal viso, se li eccitiamo con una corsa o con dei movimenti convulsi. Potremmo uscire, ma oltre luscio c di peggio: morti viventi e altri orrori. Inoltre non il momento di sparare ne di fuggire, dobbiamo risolvere un contorto enigma e accendere nella giusta sequenza i lumi posizionati sotto una serie di quadri. Lesercizio della logica interrompe lazione ma amplifica la suspense. Dalla corretta interpretazione dellindovinello dipende la nostra sopravvivenza virtuale. Si tratta di Resident Evil, 1997, un gioco che dimostra limportanza dellenigmistica nei videogame, un elemento determinante per creare atmosfera e trasformare lesperienza ludica in qualcosa di pi sottile e sofisticato del solo esercizio di dita e occhi. Gli enigmi di Resident Evil non
Quando nata La Settimana Enigmistica, Alan Turing, tra i padri dellinformatica e primo studioso dellintelligenza artificiale, aveva ventanni e gi era a Cambridge a studiare meccanica quantistica, logica e teoria della probabilit, attrezzando la sua mente colorata per quello che sarebbe stato il suo lavoro di crittografo. Sempre nel 1932, contemporaneamente alla rivista che a giorni alterni si vanta degli innumerevoli tentativi di imitazione che la riguardano, nasceva anche la prima idea embrionale di cryptological bombe, meglio nota come Bomba, la macchina usata dal controspionaggio prima inglese e poi polacco per decifrare i messaggi segreti dei tedeschi durante la seconda Guerra mondiale: lantagonista di Enigma, insomma, la macchina dei bad guys, di tecnologia tedesca, lautore era Arthurs Scherbius di Francoforte, e lontana ascendenza italica; lingegnere tedesco pare infatti aver preso ispirazione dai dischi cifranti polialfabetici di Leon Battista Alberti, gli stessi a cui pens il Presidente Usa e autore della Dichiarazione di Indipendenza americana Jefferson quando ide il suo Cilindro, metodo di cifratura meccanico . Turing girava in pigiama per il College, come Mark Zuckerberg ciabattava per Harvard (anche se, al contrario del nerd americano, Turing era anche un atleta di successo), andava male a scuola, come si soliti raccontare anche di Einstein (la cui Teoria della Relativit venne riassunta in un saggio da un Turing quindicenne a beneficio della propria madre); purtroppo non leggenda la persecuzione omofoba ai danni del matematico ateo, la cui storia ebbe un epilogo assai pi doloroso di quello toccato ad altri illustri, prima di lui: se Wilde fin due anni in carcere a Turing, reo confesso di omosessualit, venne inflitta la castrazione chimica, con effetti devastanti su fisico e psiche. La morte fu da romanzo gotico, per ingestione di mela avvelenata (con cianuro di potassio), e dichiarata dagli inquirenti suicidio; di contro la madre, Ethel Sara Turing, destinataria oltre che di trattati scientifici giovanili anche di molta corrispondenza del figlio, sostenne sempre la versione di una morte accidentale durante un esperimento di preparazione di sali di potassio destinati alla doratura di un cucchiaino. Rimane la perplessit, anche sui reali motivi del terribile accanimento per lomosessualit (in fondo non cos sempre mal tollerata nel contesto storico e sociale in cui Turing viveva e operava) oltre che sulla scomparsa del matematico; aleggia inevitabile odore di mistero, insieme a quello di
mandorle amare, nel laboratorio di Turing e nelle vicende umane e professionali, ridotte a silenzio e ombra, dei crittoanalisti e crittoanaliste, moltissime erano le donne, al servizio del Governo inglese (che li assoldava sottoponendogli, come test, i cruciverba del Dayly Telegraph) riuniti dal 1939 a Bletchley Park, residenza a nord-ovest di Londra, dal nome(ovviamente) in codice di Stazione x, dove oggi sono esposti esemplari delle macchine Enigma, Bomba e Colossus, oltre ad una mostra permanente di attrezzature cinematografiche depoca. Bletchery Park ospita anche un minuscolo cinema anni 40 (il nome? Enigma. Elementary my dear Watson), dove sono ancora proiettate pellicole depoca (nel book shop, coerentemente, si vendono foulard con segni cifrati in luogo del monogramma da stilista e mug che svelano messaggi nascosti a contatto con lacqua bollente). Ce ne abbastanza per saghe di spy-story e film,e infatti molto si prodotto attorno alla figura di Alan Turing (opere teatrali, sceneggiature, romanzi, saggi) ufficialmente riabilitata tre anni fa da Gordon Brown e incorniciata in un francobollo in un questo 2012 dei cento anni dalla nascita. Tutto molto lontano eppure imparentato alla crittografia domestica che La Settimana Enigmistica offre a condizioni popolari da ottantanni, in un albero genealogico che affonda le radici in Erodoto e Plutarco, interessa i geroglifici egiziani, conosce un rigoglioso Rinascimento con Giovan Battista Della Porta e Leonardo, invade la letteratura di Doyle, Poe e Verne. Il pi recente saggio tematico sulle scritture segrete quello di Caterina Marrone, studiosa del testo letterario e figurativo e docente di Filosofia del Linguaggio, con I segni dell'inganno semiotica della crittografia edito da Stampa Alternativa Graffiti, vincitore
dellultimo premio Castigliocello per la comunicazione. Vi si legge, tra le molte cose, una riflessione di particolare interesse, a partire da un'analisi compiuta da Wittgenstein, sul leggere e su come la scrittura in codice possa essere classificata proprio come uno degli innumerevoli modi di usare la lettura e di giocare con essa. I messaggi cifrati che allignano impudenti dentro i testi scompigliati nelle sequenze grafemiche del piano espressivo, spesso con esiti di sorprendente bellezza iconografica (un anno fa la mostra Ah, che rebus, curata da Antonella Sbrilli e Ada De Pirro, ha portato a Roma meravigliose opere d'arte enigmatica ancora apprezzabili nel catalogo di Mazzotta) sottostanno a regole e caratteri tipologici di alcune casistiche che si mostrano, scompaiono e magari ricompaiono altrove come fenomeni carsici. Compito di Sherlock Holmes, Alfred Dupin, Alan Turing e del lettore della Settimana Enigmistica di leggere tra i sorrisi da cruciverba evocati anche da De Andr (Parlando del naufragio della London Valor) e derivare, leggere e svelare. Leggere e amare (da intendersi anche come: leggre-come piume e amare-come il cianuro), come da imperativo del plurisignificante titolo di una raccolta di racconti della pubblicitaria e creativa Annamaria Testa, professionista delle parole, che fa dell'equivoco tra infiniti e aggettivi la chiave della curiosa storia di una suicida per avvelenamento da gas solutrice di cruciverba. Il computer governa oggi anche i procedimenti di composizione e arrangiamento della musica. Da qui lomaggio del musicista Fabrizio Dirotti e del direttore del Teatro Bonci di Cesena, Franco Pollini: lesecuzione in concerto dellopera Suite in cinque movimenti per Alan Turing. Prima assoluta il 25 febbraio, alle 21, al Bonci (vj Luca Ravaioli, scene di Gabriele Marchesini).
di ROBERTO SILVESTRI
In Marathon di Amir Naderi (2002) Gretchen (Sara Paul), genio delle parole crociate, attraversa Manhattan convulsamente per rubare al chiassoso ritmo della subway il controtempo in pi e vincere un ricco torneo. Risolvere crosswords puzzle aprirsi alla vita, buttarsi nel fuoco del sociale: non dovere, non lavoro, non compito in classe. E produce - anche se lagonismo spinge alla militarizzazione, al lavoro di linea, alla catena di montaggio - suggerirebbe Gramsci un maggior grado di concentrazione: incrociando le parole organizzazione e rivoluzione scaturiranno prima In All about Steve (A proposito di Steve) di Phil Traill (2009), Sandra Bullock, alias Mary Horowitz, fabbrica parole crociate in provincia e travolge il mondo con una logorrea troppo colta e inganna-tempo per chi, Cnn e simili, frettolosi trafficanti di organi informativi e che ha la disavventura di incrociareFinir al New York Times. Da Lupe Velez a Quentin Tarantino, in copertina nellultima Settimana Enigmistica, il rapporto con il cinema - la festa, lozio, lo sberleffo politico e il mistero fertile che il volto di un divo nasconde - da sempre privilegiato. Lenigmistica larte del tempo libero che scioglie enigmi, sciarade (indovinelli a pi strati), rebus, rompicapo e simili. Risolvere un cruciverba d lo stesso piacere di comprendere e anticipare snodi e perch di un thriller. E spesso lassassino seriale dissemina i suoi sentieri di quiz da sfinge e scioglilingua. Siamo nel dad e nel postmoderno, si rimette in libert ogni parola umiliata e addomesticata. E dunque nei dialoghi eccentrici di una commedia hollywoodiana classica che incastra parole avulse, incrocia concetti non omogenei e mescola emozioni lecite o illecite come fa la Settimana enigmistica. Addomesticare il perturbante in un ordine superiore (o viceversa, se il cinema sovversivo) il gioco a due in progress tra produzione e ricezione, merce e cliente, possibile solo quando parole e concetti, comportamenti e gestualit, sono bene comune. Il cinema e lenigmistica hanno cos linteresse reciproco a svilupparsi in una societ aperta e estroversa che strappi i segreti feudali della casta e delle classi dominanti. Certo i segreti del mestiere vanno protetti e sar impossibile introdursi nei laboratori Mgm per rubare la formula chimica di quei lussureggianti musical, cos come curiosare nelle stanze di chi scodella rebus, lindovinello con figure che nacque come un carnascialesco piacere da chierici. Quando satireggiavano dalle cose che accadevano, de rebus quae geruntur, con malcelata malizia.
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DOCUMENTARI CONTRO
UTOPIA INDUSTRIALE
Colpita da un ingiustificato eccesso sloganistico nel pezzo della scorsa settimana auspicavo ad una industria bene comune sull'onda della cultura bene comune coniata dagli occupanti del teatro Valle, ma l'industrializzazione selvaggia ha sconvolto il nostro paese negli ultimi cinquant'anni ed difficile considerarla genericamente un possibile bene comune, penso a quello che potrebbe essere oggi un viaggio attraverso il bel paese di stendhaliana memoria tra le rovine della scellerata politica industriale da porto Marghera a Seveso a Bagnoli, Sant'Anastasia, Gioia Tauro, Taranto, Gela, Termini Imerese fino alle discariche tossiche nel fertile parco del Vesuvio in una fantascienza avverata che non ha il romanticismo di Asimov ma la contemporaneit rovinosa, malata e mutante di Ballard. Rovine industriali che hanno enormi difficolt ad essere bonificate , territori avvelenati fino alle falde acquifere profonde, disastri annunciati ed ignorati che tuttora provocano tumori e morti. Eppure c' stato proprio nel nostro paese un rarissimo, se non unico, esempio di utopia industriale applicata, un caso cos atipico da restare inimitato, cos peculiare da spaventare destra e sinistra, quello del grande Adriano Olivetti , socialista di educazione valdese, che persegu tutta la vita un progetto pilota di laboratorio sociale, di umanesimo laico, rendendo realt il suo sogno di un'industria socialista in cui gli operai potevano lavorare in un ambiente costruito a propria misura. Olivetti riun attorno a s architetti, intellettuali, filosofi, musicisti e poeti trasformando la sua Ivrea in una nuova Atene per realizzare la sua fabbrica modello luminosa e gradevole perch la bellezza, l'arte, la luce, servono al benessere di chi in fabbrica sottoposto comunque al gesto ripetitivo, ai tempi scanditi dalle macchine, alla fatica. I suoi stabilimenti erano progetti d'avanguardia ingegneristica, grandi vetrate che davano agli operai la possibilit di sentirsi immersi dentro un paesaggio loro familiare, con pause flessibili e biblioteca interna e corsi di aggiornamento, abitazioni confortevoli e vicine alla fabbrica costruite per i lavoratori e date in affitto a costi minimi con possibilit di essere riscattate, asili gratuiti e dotati di ambulatori medici per i bambini, retribuzione totale (senza restrizioni) alle donne in gravidanza per la durata di nove mesi al posto dei cinque che ci spettano adesso, stipendi che raggiungevano il 20% in pi della media del tempo perch la cosiddetta utopia applicata dava i suoi frutti e la crescita dell'azienda Olivetti raggiungeva livelli mai visti altrove sfiorando il 500% in un decennio e quando si tratt di ampliarla il grande Adriano si spinse a sud e costru un altro stabilimento nella Pozzuoli ancora devastata dalla guerra; l'intera popolazione del paese si affann per farsi assumere, ci furono scontri e scoppi perfino una bomba senza far danni. Purtroppo Olivetti mor per infarto nel febbraio del '60 e nessuno fu in grado di raccoglierne l'eredit anzi quando nel '63 l'azienda ebbe qualche problema e fu costretta a ricorrere all' aiuto, tra gli altri, della Fiat guidata da Valletta perse il suo fiore all'occhiello: la ricerca nel settore elettronico che aveva messo a punto il primo elaboratore completamente transistorizzato del mondo, l'Elea, rilevato dall'americana General Electric. Dopo la morte di Olivetti nessun industriale si mai pi avventurato in progetti utopici di ideologia comunitaria n in esperimenti di laboratori sociali. Siamo fermi al rapporto di forza con i padroni, sempre pi ricattati, vessati e senza diritti.
Avviato nel 2007, il Chongqing Independent Film&Festival (Cifvf) ha chiuso, dal 20 al 26 Novembre, i due mesi che in Cina vedono susseguirsi il Beijing Independent Film Festival (Biff arrivato alla sesta edizione) e il China Independent Film Festival di Nanchino (Ciff allottava). Il cinema indipendente in Cina una realt sempre pi viva, le tematiche che ne emergono sono tanto pi centrali e vitali quanto pi marginali e marginalizzati i registi e i luoghi di proiezione e dibattito. Marginalizzazione data dalle politiche dello Stato e dalle regole del Mercato, due attori percepiti come sempre pi falsi in uno scenario che diviene sempre pi complesso da interpretare e, orribile dictu, da trasformare. Il cinema indipendente costruisce i linguaggi migliori per addentrarsi in questa complessit. Il dibattito critico sul cinema indipendente si concentrato sulla questione dello sguardo e la posizione dellautore, sulla subalternit di chi guardato e sulla cultura urbana da cui provengono i registi, mettendo in questione la presunta oggettivit della maggior parte dei documentari; recentemente il taglio soggettivo emerso pi marcatamente, in particolare tramite la memoria. Memoria individuale e collettiva insieme, basta fare i nomi ormai affermati di Hu Jie e Wu Wenguang, ma anche, in piccolo, il primo doc di apertura del Cifvf, My Mothers Raphsody di Qiu Jiongjiong. Documentario leggero e ironico nellaffrontare, da una dimensione privata, temi collettivi. La nonna e famiglia del regista non sono la tipica famiglia cinese, vengono da una compagnia teatrale sichuanese fin dalla fondazione della Nuova Cina, nel racconto della nonna le vicissitudini storiche prendono corpo in tutta la loro contraddittoriet. Il Cifvf, animato come sempre da Ying Liang (Taking Father Home, 2005, The Other Half, 2006) ha presentato anche in questa edizione quasi 90 doc. Inaugurato dalle parole Li Yifan, regista locale autore del magistrale Before the Flood (Yan Mo, 2005) che ha sottolineato limportanza del digitale nella nascita di una nuova sensibilit nel campo degli indipendenti, ha visto diverse sezioni affollare le tre sale sparse attorno alla apocalittica Piazza delle Tre Gole. Cominciamo con la
sezione Being Thai, 15 tra film e corti dalla Thailandia. Nessun esotismo, ma sguardo fra Asie differenti e comunicanti. Agrarian Utopia di U. Raksasad, a Chongqing si fa allegoria generatrice di dibattito fra il pubblico. Girato dopo la cacciata di T. Shinawatra e prima dellarrivo della sorella, mentre le magliette rosse e quelle gialle si confrontano in citt, il film,
volutamente indefinibile tra finzione e documentario, segue due famiglie di contadini impossibilitate a ripagare i debiti, tanto facili da ottenere quanto impossibili da estinguere nel contesto della globalizzazione, che obtorto collo vanno a lavorare per un proprietario. Fotografia bellissima, toni non tragici ma domande puntuali sul mondo agricolo, sullimpossibilit per esso di godere di qualsivoglia frutto dellideologia della felicit. Una famiglia emigrer in citt, maglietta rossa in cerca di lavoro ma consapevolezza che i partiti giocano a fare gli eroi sulla nostra pelle. Lallegoria in Cina forte, a Chongqing ovvia. Da qualche anno dibattuta sulla privatizzazione della terra, la Cina sperimenta, come sempre, modelli. Quello di Chongqing vede citt e campagna una sola cosa, in pratica un ribaltamento della politica che negli anni 50 divise nettamente in due sistemi contesto urbano e contesto agricolo. Finita la materia prima dellautocolonizzazione cinese (i migranti contadini), la metropoli espande i suoi confini allinfinito e fagocita la campagna limitrofa concedendo il diritto di cittadinanza in cambio della terra. Insieme a condizioni di favore per le multinazionali che decidono di investire lontano dalla costa, il segreto del Modello Chongqing tutto qui. Municipalit autonoma dal 97, aspira a sostitutire simbolicamente, economicamente e politicamente la provincia di Guangdong e Shanghai. La sezione che certamente ha differenziato il Cifvf dagli altri festival After Life, 5 documentari che, oltrepassata a forza la morte, mettono la fragilit e la resistenza umana di fronte allinumana presenza delle istituzioni. 12 Maggio 2008, un terremoto devasta il Sichuan, epicentro a Wenchuan, vicino Chengdu. I morti si aggirano intorno ai 70.000. E il problema sono i vivi, come sempre. Il 2008 un anno particolare, iniziato con le nevicate al sud che hanno bloccato il capodanno cinese quando tutti ritornano nel proprio paese per stare con la famiglia, poi con le sommosse in Tibet, prosegue con il terremoto, poi le Olimpiadi e infine lo scandalo del latte. Il 2009, anno pieno di simboli ufficiali da commemorare, ne risulter svuotato. Le sommosse di Lhasa e i tentativi di bloccare la torcia olimpica stringono la popolazione cinese in
forme di appartenenza nazionalistica, tramite media vecchi e nuovi, il terremoto stimola limpegno e la partecipazione, un paese intero si mobilita anche fuori dalle organizzazioni ufficiali, e poi, veloce come la comunicazione stessa, tutto ci svanisce da giugno. Basta lacrime, invisibili le proteste, ci si prepara alle olimpiadi e dunque ci vuole ottimismo. Si prova a ribaltare la tragedia e a capitalizzare la coesione nazionale. Partita persa, Liu Xiang, latleta idolo delle olimpiadi, fa due passi e deve ritirarsi dalle gare per problemi ai tendini. Metafora della relazione StatoPartito e popolo. La notizia del latte alla melamina, posticipata per due mesi, far il resto. Il Partito pu solo comprarsela la fiducia. Jia Yuchuan, oltre ad essere giornalista e fotoreporter del Jing Bao di Shenzhen, anche documentarista. Il suo Yin si er sheng, nascere dalla morte, a una prima visione eccessivo, strappalacrime. La prima visione quella del pregiudizio che ci siamo formati a forza di troppe soap opera cinesi dove il gusto della lacrima lingrediente pi riconoscibile per il pubblico. la conversazione e il dibattito che abbiamo con Jia dopo la proiezione che fissa quelle lacrime in atti daccusa indelebili. Il primo capodanno cinese dopo il terremoto and per fare un documentario sulle famiglie terremotate, spinto dalla voglia di indagare la famiglia cinese visto quello che era accaduto il capodanno precedente. Ma la situazione qui pi complicata, non paragonabile a disservizi e nemmeno a un disastro. Qui in gioco il senso stesso dellesistenza: individuale, familiare, sociale. Fece scalpore il crollo delle scuole con i bambini dentro laddove
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Accanto: manifesto del festival al centro Ying Liang presenta sotto: il regista Ja Yuchuan e scene del suo film Tears in the Ashes con locandina a destra scena dal film One Day in May sotto scena di The Opaque God e la regista di One Day in May a sinistra locandine di film in programma
invece palazzi adiacenti e soprattutto quelli governativi erano rimasti in piedi. Ordinarie storie di mazzette e costruzioni di tofu. I pi deboli ci lasciano la pelle. Le proteste dei genitori vengono azzittite, come quella di Tang Zuoren imprigionato per sovversione contro lo Stato solo per aver fatto una inchiesta indipendente e, come noto, aiutato da Ai Weiwei che sar bloccato mentre andava a testimoniare a favore di Tan, picchiato tanto da essere operato in Germania nel settembre 2009. Le famiglie che Jia Yuchuan intervista piangono a dirotto, piangono il proprio bambino morto mentre hanno in braccio o nel pancione il replacement son (da qui il titolo del doc) piangono perch non possono avere ragione dallo Stato. Non il morto che rivogliono dallo Stato, ma giustizia, provare a dare un po di senso alla morte. Le interviste sono quasi tutte a filo di luce, di notte, la polizia ha minacciato i residenti dicendo di non parlare con estranei e giornalisti. Alcuni degli intervistati sono dibattuti, chiedere giustizia ma anche stare zitti per avere i risarcimenti. Ecco come il Partito compra la fiducia. Altre famiglie telefonano quando vedono giornalisti parlare con unaltra famiglia. Jia ne intervista 35, ogni notte cambia albergo e anche paese. Nessuno dimentica, certo, ma come ricordiamo?. Non la catastrofe ad essere orribile, ma il fatto che non la affrontiamo. Il video non vuole strapparci lacrime, precisa Jia, ma creare coscienza e mobilitazione. Il video stesso vuole essere anche una forma di conforto, quello negato dallo Stato contro la Famiglia, un modo per esprimere la rabbia, per esempio di un padre che stato imprigionato perch molti anni prima era stato multato per aver sottratto alla propria fabbrica una sbarra di ferro. Imprigionato dopo il terremoto in realt perch voleva andare a fare una petizione a Pechino. Nella stessa sezione One Day in May, The next Life, Red White, tre bellissime narrazioni sempre nel dopo terremoto, tre bellissimi esempi di costruzione di senso contro la sragione dello Stato. Buried di Wang Libo (Yan Mai, 2009) conclude la sezione, documentario sul terremoto di Tangshan del 76, fa vedere come molte vittime si sarebbero potute evitare ma a causa dei conflitti dentro il Partito, delle gerarchie che reggono il mondo accademico
Tra il festival di Pechino e di Nanchino, Chongqing il punto di vista privilegiato per lanalisi dei conti in sospeso del paese
e della ricerca si aspett il terremoto senza poter avvisare nessuno, per non mettere in crisi lidea che la Verit raramente trova posto con lAutorit. Non nella stessa sezione, troviamo due film che aprono uno squarcio sulla relazione fra lo Stato e ci che esso considera come minoranza. Il primo film Old Dog del tibetano Pema Tseden. Non il Tibet del nostro immaginario, ma strade che vengono battute e quindi bloccate pi che dalla polizia o da militari, da camion che portano progresso
e ricchezza di grandi e piccole opere pubbliche e private, cinesi. Le strade, le vie di comunicazione, come ci dice il tibetologo Fabrizio Torricelli, sono un modo per capire quanto il controllo precedente sul Tibet sia stato differente da quello che si sta imponendo negli ultimi decenni. In Old Dog i percorsi che i protagonisti fanno sono, a dispetto degli spazi infiniti, pochi e segnati. Il protagonista tenta di vendere il mastino del padre ai cinesi, c la moda di questo tipo di cane. Il padre va a riprenderselo. Quel cane rappresenta la cultura tibetana, nel senso del modo di vivere. Modo di vivere che il figlio non riesce o non sa avere a sua volta. La moglie del protagonista non ha figli. La colpa per del marito. Anche sul campo del dominio della donna, il Tibet chiuso, bloccato. La versione cinese censurata del film, lascia che il mastino venga liberato fra le montagne. Quella di Tseden, lo fa uccidere dal suo stesso padrone. Non dunque esaltazione etnica, ma critica dello sviluppo, di questo sviluppo che in Tibet devasta e mortifica. seguito un insperato dibattito al film, siamo in Cina da parecchi anni e per la prima volta sentiamo un dibattito che esula dalle solite posizioni. Certo, oltre il nazionalismo, ci che pi duro a morire lesotismo, di cui la cultura e religione tibetana sono un elemento della classe media cinese: a sinistra come a destra lAltro non pu essere riconosciuto nella propria differenza. Stesso processo in The Opaque God, (Shen Yi,2011) dove il regista Gu Tao segue lultima sciamana degli Oroqen, etnia della Mongolia Interna. Gli elementi per la solita antropologia museale&digitale daccatto ci sarebbero tutti. Lo sguardo dei registi invece impietoso nel rintracciare le cause della fine non tanto dello sciamanesimo, quanto di una cultura non egemonica schiacciata dallo Stato che tramite il turismo si fa mercato. Esotizzare lultima sciamana per attrarre turismo, il Partito aiuta la sciamana a organizzare il rito che da molti decenni non veniva fatto, e sar un flop dovuto alle telecamere, al controllo politico di mercato, se cos si pu dire. La sciamana non fa in tempo a passare il proprio sapere alla figlia, perch questultima muore. Fine probabile di una cultura, agli occhi del regista che da l proviene e che evita di confondersi con le telecamere dello StatoMercato ed evita di rendere la sciamana uno dei tanti oggetti delle Indie di quaggi. (Versione completa dellarticolo su www.disorientamenti.wordpress.com)
moderati arabi
affittare a rotazione. Lei studiando per un po ingegneria informatica, poi facendo la modella, la cameriera, la commessa e, per un breve periodo, lavando cadaveri in un ritiro per anziani. La casa pseudoneoclassica in cui abitano, sulla riva di un lago di Orlando, sembra gi sterminata ed eccessivamente lussuosa. Quella dei sogni, a pochi chilometri di distanza, sar un mix tra Versailles (come disegnata su un tovagliolo, durante un viaggio in Francia) e lhotel-casino di Las Vegas Paris, con vista dalla camera da letto sui fuochi artificiali di Disney World. Persino i bambini sembrano perplessi quando ne visitano il cavernoso, immenso, cantiere. Ma Jackie ha gi ammucchiato un intero deposito di mobile in stile Luigi IV per riempirla. Il crollo delle banche newyorkesi, nellautunno 2008, sembra lontano da quel paradiso tropicale di kitch. Ma erano quelle stessse banche che alimentavano regolarmente il business di David Siegel, giocato anche quello come il mnage famigliare di milioni di americani qualunque - su prestiti a catena che non avrebbero mai dovuto essere fatti. E, una volta chiusi i rubinetti su a Wall Street, il cartello in liquidazione davanti a Versailles non molto diverso da quello di una casetta monofamigliare di Queens. I Siegel che da diciannove domestici passano a quattro e lasciano morire per inetittudine i rettili preziosi che hanno collezionato - la versione de luxe degli americani nullatenenti e disoccupati nello spot anti-Mitt Romney, King of Bain. Il gotico docu-kolossal di Greenfield riflette bene il paradosso. Stiamo attraversando tempi duri e cupi aveva detto Robert Redford gioved mattina in conferenza stampa rispondendo a una domanda sullabbondanza di titoli a sfondo grande crisi americana che, effettivamente, appaiono in programmadocumentari che raccontano dei problemi del sistema sanitario, della crisi della manifattura a stelle e strisce, di violenza sessuale nellesercito, del fallimento della guerra contro la droga e persino della fame sampre pi diffusa tra i poveri dAmerica. chiaro che il paese sta attraversando una sorta di crisi di mezza et aveva detto al New York Times di mercoled il direttore della programmazione Trevor Groth. Se c un momento cruciale per guardare con onest quello che sta succedendo nel nostro paese proprio questo. Non ce dubbio che abbiamo toccato il fondo di un barile molto buio. La velocit con cui, grazie alle nuove tecnologie, i filmmakers sono in grado di lavorare oggi permette a molti artisti fare proprio quello, ha detto il fondatore di Sundance ai giornalisti contrapponendo la vivacit e la fertilit della contemporanea scena del cinema indipendente alla paralisi delleconomia e del Congresso, a Washington. Redford ha anche ricordato che, aldil dei dieci giorni del festival qui a Park City, il cuore della attivit della sua creatura rimangono i laboratori (di regia, scrittura, teatro, documentario), che si tengono tutto lanno presso il Sundance Institute, dallaltra parte della montagna. Sono ventisette questanno i film in programma al festival realizzati con lassistenta del Sundance Lab. In ventotto anni di festival stato difficile e frustrante, a volte, dover ricordare la vera ragione del perch ci troviamo qui ogni anno, il motivo della nostra missione, ha detto ancora Redford durante le conferenza stampa, tornando a uno dei suoi leit motiv preferiti, e cio la necessit di separare Sundance dallhype legato alla calata di sponsor, operatori di settore e star che ogni anno invadono Park City. E poi, in uninaspettata parentesi autobiografica, ha rivelato che la concezione iniziale del Festival e dellIstituto si deve in parti uguali alla sua voglia di preservare leredit rustica e antica di questa parte del West americano e allamore per larte imparato grazie ai suoi studi in Francia e in Italia quando aveva diciotto anni.
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GRAPHIC NOVEL
TEHRAN
di LINDA CHIARAMONTE
Alcune strisce di Zahras Paradise. I figli perduti dellIran, adesso un volume edito in Italia da Rizzoli Lizard
diventata un libro, la coraggiosa avventura editoriale a fumetti di Zahras Paradise. I figli perduti dellIran, pubblicata in rete a cadenza bisettimanale e tradotta in molte lingue. Un racconto a strisce della ricerca disperata della famiglia del giovane Mehdi, scomparso nelle carceri della Repubblica islamica dopo la manifestazione del 15 giugno 2009 che port in piazza milioni di iraniani. La protesta era per rivendicare il voto dopo le elezioni truffa, per chiederne di nuove e contestare il presidente sfidando i severi divieti governativi. Una storia di finzione che trae spunto da storie vere, scritta e disegnata da due autori, Amir e Khalil, attivista per i diritti umani, giornalista e documentarista il primo, disegnatore e artista il secondo, entrambi di origini iraniane che vivono in California, e che per sfuggire alla repressione del regime hanno dovuto nascondere le loro vere identit. Il libro, edito in Italia da Rizzoli Lizard, un racconto forte, duro, in cui si tratteggiano in bianco e nero le torture, i morti, le sevizie nelle carceri del regime. Zahras Paradise, dal nome di un grande cimitero alla periferia di Tehran, un importante strumento per un paese costretto a vivere in un clima di forte repressione che dimostra il ruolo decisivo giocato dalla rete, capace di sfuggire alla censura della dittatura facendo circolare notizie, denunce e immagini. Com accaduto per Neda, la ragazza morta per strada a Tehran colpita da un proiettile durante una manifestazione contro i brogli e che ha fatto il giro del mondo, diventando suo malgrado il simbolo della rivolta dei giovani iraniani disposti a tutto pur di urlare il loro dissenso al presidente Ahmadinejad. Un graphic novel che sembra una discesa agli inferi come in un girone dantesco. Il volume si chiude con un glossario, unappendice, e alcune pagine con lelenco di 16.901 nomi, le persone uccise nel corso di dimostrazioni o dopo listituzione della repubblica islamica dellIran, fra gli anni 79 e 89 e dal 2005 al 2009. Le tavole del libro sono state in mostra in anteprima nei mesi scorsi a Ravenna durante il festival Komikazen. Abbiamo contattato gli autori, che per ragioni di sicurezza non hanno potuto essere presenti alla manifestazione. Dove eravate durante le dimostrazioni del 2009? Amir: Non ero l, ma ho parenti e amici che cerano. Ho lasciato lIran a 12 anni, poco dopo la rivoluzione del 1979. La mia scuola era vicina alla prigione di Evin, lAbu Ghraib iraniana, un buco nero in cui sparivano i prigionieri politici. Circolavano molte storie sugli orrori che si consumavano nella prigione. Dallesilio in Francia layatollah Khomeini ha ripetutamente condannato lo sci per i crimini della sua polizia segreta. Ha fatto appelli per la liberazione dei prigionieri politici e la fine delle torture. Fu salutato come un liberatore, leader spirituale, paragonato a Gandhi. Dopo poche settimane al potere, Khomeini ha rivelato la sua vera natura. Ha istituito tribunali rivoluzionari con a capo layatollah Khalkhali. seguito un regime di terrore e arresti arbitrari, esecuzioni sommarie e la sistematica epurazione di dissidenti politici e religiosi. La rivoluzione ha tradito il popolo iraniano e ha iniziato a distruggere i suoi figli. Il fantasma di Khomeini continua a occupare lIran a Evin, Kahrizak e altre prigioni. Zahras Paradise uno strumento per esorcizzare il fantasma di Khomeini, abbattendo i cancelli di Evin nella speranza che nessun altro sparisca in quelle celle della disperazione. Il cambiamento comincia immaginando alternative alla realt. Linizio della protesta
la promessa di libert che il supremo leader dellIran cerca di distruggere. Proteggere questi Mehdi un dovere. Dove sarebbe il mondo se avesse dimenticato e abbandonato un altro Mehdi, Nelson Mandela? Cosa vi ha dato il coraggio di scrivere Zahras Paradise nonostante i rischi che avreste potuto correre a causa di questo regime? A: Da studente, poi da attivista dei diritti umani, ho provato in tutti i modi a demolire la prigione di Evin, facendo luce sui crimini che si commettevano l dentro. Lettere allOnu, petizioni al presidente Khatami, articoli sui giornali, conferenze. stato tutto inutile, come un urlo muto. come se un lupo, travestito da religioso, avesse fatto irruzione a casa mia, lIran, senza che nessuno sembrasse accorgersene o interessarsi della tragedia che si stava consumando nel paese. Zahras Paradise uno specchio. Attraverso il libro lettori ed editori hanno mandato un messaggio forte. DallItalia alla Corea, dalla Germania alla Turchia stanno mettendo allo scoperto i lupi. Il mondo si occupa della sorte e del futuro dellIran. C un vero senso di unit. Presto o tardi i cancelli della prigione di Evin crolleranno come il muro di Berlino. A quali pericoli potevate andare incontro? K: Da quando iniziata la serie di strisce sul web, nel febbraio 2010, abbiamo ricevuto molti messaggi minatori, pensiamo che il mittente sia il governo, come le tante dichiarazioni per screditare il nostro lavoro in Iran. Per noi questi sono complimenti, indicano che la nostra graphic novel non sta lasciando indifferenti le autorit. Siamo spaventati per la nostra sicurezza personale e dei nostri cari, per questo abbiamo nascosto le nostre identit. Il governo iraniano molto spietato con chi osa denunciarlo. Grazie allanonimato siamo stati liberi di dire la verit senza autocensurarci. Cos cambiato dopo londa verde? Che segni ha lasciato nella societ iraniana? A: La vita in Iran imprevedibile e paradossale come sempre. Gli iraniani sanno che il cambiamento in cammino. Il leader supremo, layatollah Khamenei, ha distrutto la sua legittimit religiosa e politica.
Le strisce sul web, poi il libro. Ora gli autori temono per la loro incolumit. solo questione di tempo, il marchingegno del potere croller
Come altri califfi prima di lui, diventato schiavo del suo esercito piuttosto che servitore del suo popolo. Corrompe le guardie rivoluzionarie in cambio di protezione. Layatollah governa il paese in virt dei voti di un branco di amici, i cosiddetti esperti religiosi. Ha anche unaltra dozzina di amici nel consiglio dei guardiani, un politbureau religioso specializzato nel manipolare le elezioni screditando i candidati alla presidenza e al parlamento. Questo intero edificio sostenuto dalla frode e dalla forza. solo questione di tempo prima che lintero marchingegno cominci a crollare. Layatollah ha usato Ahmadinejad come cane da guardia contro i suoi nemici riformisti, il precedente establishment rivoluzionario, e ora sta cercando di sbarazzarsene prima che gli si rivolti contro. Come sono arrivati i giovani iraniani alla green wave? K: I brogli elettorali sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dopo gli insulti e le umiliazioni subiti per oltre trentanni, arrivato il momento in cui la paura e lintimidazione non sono stati abbastanza per tenere sottomesso un intero popolo. Lo testimonia ci che sta accadendo in Medio Oriente e in Nord Africa. La tirannia e la corruzione del governo non possono durare ancora per molto dopo le rivolte della gente. Ci sar un seguito a Zahras Paradise? K: Abbiamo in progetto di seguire il protagonista, Hassan, il blogger che scappa in Turchia, come tanti blogger e attivisti reali costretti a farlo per sopravvivere. Vorremmo vedere attraverso i suoi occhi cosa fanno gli iraniani in esilio a Istanbul, esplorare le possibili ripercussioni della Rivoluzione dei gelsomini e levoluzione della Primavera araba sul destino dei nostri personaggi in Iran. Un modo per raccontare la diaspora degli iraniani, una nuova etnia mischiata agli europei.
stato un momento importantissimo, volevamo descrivere la gioia, cera una grande energia, la volont di connettersi con il resto del mondo attraverso Skype, Facebook, Twitter, la censura in Iran tale che controlla tutti i canali di comunicazione. Per questo la gente comune prova a fare da sola giornalismo. Com nato il soggetto della storia? Khalil: Abbiamo visto un video su Youtube in cui una madre piangeva il figlio durante la sepoltura al cimitero di Zahra, ma abbiamo raccontato una storia di finzione per non far rischiare la donna. In quella fase la censura stata molto repressiva, era straziante non sapere cosa fosse successo ai propri cari, cercati fra ospedali e obitori. Molti parenti manifestavano fuori dalle
prigioni mettendo in pericolo la propria vita. La loro resistenza stata una lotta. Il paese ha la volont e la forza di reagire. LIran migliore ora in prigione, ma ha sentito il sostegno e il calore del mondo e questo pu trasformare in luce il buio delle prigioni. Zahras Paradise serve a ricordare i caduti, per non dimenticare. C chi vuole rimuovere la memoria e nascondere tutto. La scelta del bianco e nero rende il realismo del dramma e documenta il senso di realt. Come avete seguito londa verde dallestero? A: Attraverso i resoconti della gente e la magia di internet. A tutti i giornalisti stato proibito di seguire le manifestazioni, ma molti dimostranti coraggiosi hanno scattato foto e realizzato video, come
quello che ha mostrato luccisione di Neda. Sono stati diffusi su Facebook e altri social media. Anche i leader dellopposizione si sono fatti sentire su ci che stava accadendo dopo il voto farsa. Karroubi, che ha avuto il coraggio di denunciare lo stupro e lomicidio di alcuni prigionieri politici, ha avuto gravi ripercussioni. Se un primo ministro, una figura pubblica che rappresenta milioni di elettori, pu essere spogliato delle elementari protezioni legali, religiose e politiche, figuriamoci quale pu essere il trattamento riservato a figure pi oscure come Majid Tavakoli, leader studentesco, Bahareh Hedayat, attivista per i diritti delle donne, e centinaia di altri detenuti a Evin, Vakilabad e in altre prigioni. Difenderli non questione di amicizia. Loro custodiscono le chiavi delle porte del futuro dellIran,
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I FILM
THE HELP
DI TATE TAYLOR, CON EMMA STONE, VIOLA DAVIS. USA INDIA EMIRATI ARABI 2011
SINTONIE
richiede il pagamento di 500 mila euro come risarcimento. Inizia una battaglia: gli abitanti del borgo difendono il sito nonostante non sappiano neanche cosa sia internet e cominciano a cambiare modo di pensare, con un meccanismo da commedia che coinvolge sentimenti, stampa, televisione e governo. Come in altre commedie rurali (da Svegliati Ned di Kirk Jones a Holy Water di Tom Reeve) anche le zone pi isolate cambiano grazie alla tecnologia o a eventi imprevisti. (s.s.) ALMANYA - LA MIA FAMIGLIA VA IN GERMANIA
DI YASEMIN SAMDERELI, CON VEDAT ERINCIN, FAHRI OGN YARDIM. GERMANIA 2011
A CURA DI FILIPPO BRUNAMONTI, ANTONELLO CATACCHIO, MARIA CIOTTA, GIULIA DAGNOLO VALLAN, MARCO GIUSTI, CRISTINA PICCINO, ROBERTO SILVESTRI, SILVANA SILVESTRI
IL FILM
emozionante, gioco di equivoci e tranelli, realismo poetico con humour. (m.c.) NON AVERE PAURA DEL BUIO
DI TROY NIXEY, CON KATIE HOLMES, BAILEE MADISON. USA 2011
Dopo il college una ragazza della buona societ torna a casa determinata a fare la scrittrice. Siamo a Jackson, nel Mississippi anni 60 e lo sconcerto da parte del suo giro di amicizie grande quando si scopre che loggetto del libro ha come protagoniste le domestiche delle pi importanti famiglie. Da ricordare che La calda estate dellispettore Tibbs del 67. L'ORA NERA 3D
DI CHRIS GORAK, CON EMILE HIRSCH, DATO BAKHTADZE. USA RUSSIA 2011
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pi appassionante dei giochi, la politica, Ma finisce per ridurre tutta la storia Usa (Kennedy, Nixon, Clinton/Levinsky...) ai suoi moventi pi bassi, oscuri, patologici e casuali, rompendo con la sensibilit liberal se non proprio radical, che rese indimenticabile il filone elettorale new Hollywood anni '60 e '70 (r.s.) IMMATURI. IL VIAGGIO
DI PAOLO GENOVESE, CON RAOUL BOVA, AMBRA ANGIOLINI. ITALIA 2011
BENVENUTI AL NORD
DI LUCA MINIERO, CON CLAUDIO BISIO, ALESSANDRO SIANI. ITALIA 2012
Due informatici americani si recano a Mosca per offrire una buona idea, ma scoprono di essere stati anticipati da colleghi svedesi e in pi il pianeta diventa lobiettivo di un devastante attacco extraterrestre. Terribili entit aliene, inizialmente invisibili agli esseri umani, vogliono impadronirsi della Terra, assorbirne tutta lenergia e distruggere cos ogni forma di vita esistente. Oltre alle ambientazioni, alla partecipazione di interpreti russi, ucraini come il famoso attore di teatro Yuri Kutsenko, georgiani come Dato Bakhtadze. E c anche loccasione di ascoltare hip hop moscovita. Il regista stato art director tra gli altri di film come Paura e delirio a Las Vegas, Minority Report. SETTE OPERE DI MISERICORDIA
DI GIANLUCA DE SERIO, MASSIMILIANO DE SERIO; CON ROBERTO HERLITZKA, OLIMPIA MELINTE. ITALIA 2010
Lontano dal dramma dell'emigrazione e dalla temibile commedia etnica una sophisticated comedy di una regista trentenne, Yasemin Samdareli, tedesca di origine turca, fan di Lubitsch e di Guney, dai quali distilla humour dissacrante e memoria storica per il suo film d'esordio. Successo all'ultima Berlinale, Almanya ha registrato in Germania un record d'incassi (11 milioni di dollari). (m.c.) E ORA DOVE ANDIAMO?
DI NADINE LABAKI, CON CLAUDE MSAWBAA, LEYLA FOUAD. FRANCIA LIBANO 2011
Presentato al festival di Locarno. Una clandestina che vive ai margini di una baraccopoli si barcamena per uscire dalla sua situazione con un piano ben preciso in cui vorrebbe coinvolgere anche Antonio, anziano malato e misterioso. SLEEPING AROUND
DI MARCO CARNITI, CON ANNA GALIENA, DARIO GRANDINETTI. ITALIA 2008
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In un mondo dove si persa la capacit di amare, dieci personaggi tra i venti e i quarantacinque anni intrecciano i loro destini tra sesso, droga, solitudine. Commedia amara e avveniristica. Dario Grandinetti un famoso attore argentino che lavora abitualmente anche in Spagna (interprete di Parla con lei di Almodovar). SUCCHIAMI
DI CRAIG MOSS, CON DANNY TREJO, NIC NOVICKI. USA 2011
La regista di Caramel si sposta in un villaggio arroccato tra i monti che anni di guerra hanno devastato riempiendo di morti il cimitero. Siamo in Libano ma potremmo essere in un luogo qualunque in cui religioni ed etnie diventano alibi per una guerra. Ma grazie anche a un prete e un imam sembra che ora si viva in pace, ma in paese arriva la televisione e con essa la notizia di nuovi scontri tanto da accendere gli animi. Labaki usa la leggerezza di battute, canzoni e colori accesi per affrontare un tema complesso e doloroso. Le donne, quando la guerra sembra inevitabile, decidono di fermare gli uomini chiamando bionde signorine e in loro troveranno splendide alleate. E se il sesso non baster ci penser lhascisc a stordire gli uomini. Il senso dellumorismo che la dote pi bella della regista le rende capaci di prendere in mano il destino del loro paese mettendo in ridicolo la voglia di combattere dei loro uomini. (c.pi.) L'ERA LEGALE
DI ENRICO CARIA; CON PATRIZIO RISPO, CRISTINA DONADIO. ITALIA 2011
Se il primo Immaturi poggiava su una ideuzza debole, ma efficace, quella dei quarantenni obbligati a ripetere la maturit, arrivati al (troppo) rapido sequel, la trovata si dimostra fragile e non trova nella sceneggiatura, che prevede un viaggio tutti insieme in Grecia, il modo per sviluppare ulteriormente caratteri e situazioni. La partenza particolarmente buona, ritmo serrato, battute giuste, gli attori funzionanti. Appena si parte per Paros gli immaturi si scontrano con la tragica realt della commedia italiana e delle sue macchine di scrittura non cos perfette. Quando scivola nel film di viaggio e si affaccia l'effetto cinepanettone o l'effetto dei viaggi in Grecia dell'epoca Muccino, la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti e la regia, pur attenta e veloce, non riesce a rimettere le cose a posto. Tutto affoga nella noia. (m.g.) L'INDUSTRIALE
DI GIULIANO MONTALDO, CON PIERFRANCESCO FAVINO, CAROLINA CRESCENTINI. ITALIA 2011
Alcuni anni orsono, 1973, la teleplay con protagonista Kim Darby (Dont Be Afraid of the Dark) incantava (o traumatizzava) un bambino di appena dieci anni, Guillermo Del Toro che ha continuato a sognare il progetto di un remake espanso fino allincontro con Troy Nixey dal backround fumettistico. Con la sua regia e la sceneggiatura di Del Toro e Matthew Robbins fanno di questoggetto filmico una piccola imbarcazione sperimentale. In un maniero vittoriano il padrone nutre diaboliche creature. Un secolo dopo arriva una coppia con la piccola Sally. Il suo essere molto piccola strega le creature che infestano ancora la residenza. Ma Nixey non Del Toro: gli occhi sono per intero fanciulleschi ma la fantasia di Sally sostanzialmente impotente. (fi.bru.) SHAME
I sequel, si sa, hanno raramente la stessa forza dell'originale, Certo, Benvenuti al Nord non quel piccolo capolavoro di freschezza e di commedia che era Benvenuti al Sud, sempre diretto da Miniero. Era difficile mettere in piedi il sequel di un remake con lo stesso tipo di meccanismo. Fabio Bonifacci, che ha scritto questo sequel assieme a Miniero indirizza il film verso i modelli della commedia Cattleya (Amore, bugie e calcetto, C' chi dice no) piuttosto che verso qualcosa che mescoli commedia e sguardo sulla realt italiana. Detto questo per tutta la prima ora si ride parecchio. Miniero ha dalla sua attori meravigliosi. Dai protagonisti Bisio e Siani, ormai del tutto a proprio agio, alle mogli, una Finocchiaro che fa ridere con uno sguardo e una Valentina Lodovini bellissima e credibile come napoletana, ai caratteristi che rinforzano ogni scena del film e ne formano la grande risorsa comica. Nando Paone, Giacomo Rizzo, la mamma Nunzia Schiano oltre ai nuovi venuti milanesi che ben si amalgamano alla situazione. Alla fine Miniero porta a casa un sequel che non era affatto una riuscita scontata e gioca in trasferta (Milano). Con alcune notevoli trovate: Bisio che si liscia davanti allo specchio il ciuffo che non ha, Paone che gioca con lo stecchino assieme a Giacomo Rizzo come la grande coppia che hanno formato (sembrano Beniamino Maggio e Alberto Sorrentino o Pietro De Vico e Franco Sportelli che erano dei grandi negli anni '50), Siani che si prende sempre qualche secondo prima di rispondere ai milanesi, come a far capire che sta decifrando. E non c neanche un comico romano. (m.gi.)
IL FESTIVAL
INTERNATIONAL FILM FESTIVAL ROTTERDAM
25 GENNAIO - 5 FEBBRAIO
Il proprietario quarantenne di una fabbrica nella Torino colpita dalla crisi economica cerca di evitare la chiusura. Il lucido intervento di Montaldo porta a scoprire il vero volto del capitalista legato a interessi personali messi in scena sotto forma di crisi coniugale, pi che ad autentica preoccupazione verso la sua forza lavoro. Ritratto che smaschera con precisione una classe padronale gretta e in ogni caso ben attenta al suo interesse personale, sia di piccolo cabotaggio che di antiche tradizioni. Film politico nel cuore (Torino) del vecchio capitalismo in bancarotta. (s.s.) KABOUM
DI GREGG ARAKI; CON THOMAS DEKKER, HALEY BENNETT. USA 2010
Secondo approfondito studio dark dellartista nero britannico McQueen (dopo Hunger) sulle prigioni, questa volta un carcere autoimposto, duetto tra imprigionati consanguinei, fratello e sorella sul disagio di vivere che non si incontrano mai. Brandon prigioniero della sessuomania, Sissy ha passato la vita a tagliuzzarsi le braccia. Alle loro spalle si immagina un terrificante passato di molestie in famiglia. Fino a un tuffo gay anni 70 nei vicoli della metropoli, rendendo comsumistica la visione omosessuale del mondo. Fassbender allaltezza di questo personaggio e aggiunge tonalit inedite allo yuppy in crisi. Il film in fondo ci rassicura: il male si vince sempre. (r.s.) SHERLOCK HOLMES: GIOCO DI OMBRE
Al festival di Rotterdam, a cui daremo maggiore spazio nel prossimo numero di Alias, stato selezionato per il concorso il film di Stefano Manuli La leggenda di Kaspar Hauser. Altri film italiani in programma: Il silenzio di Pelesjan di Pietro Marcello, Lestate di Giacomo di Alessandro Comodin, Lultimo terrestre di Gianni Pacinotti, presentato a Venezia e si vedranno gli storici film Anna di Grifi e Sarchielli, Pasolini un delitto italiano di Marco Tullio Giordana, Franco e Ciccio, come inguaiammo il cinema italiano di Cipr e Maresco. In programma 250 film da tutti i continenti, film dapertura 38 tmoins di Lucas Belvaux, tra gli altri autori Michel Gondry, Wang Xiaoshuai, , Miike Takashi, Rasoulof, Tsukamoto, Kaurismki, Andrea Arnold, Steve McQueen, Bressane, Kobayashi, Peter Kubelka. Un omaggio a Raul Ruiz Copia imperfecta del regista cileno Jos Luis Torres Leiva che rimase folgorato da La ville de pirate. Del regista scomparso questestate si vedr Ballet acquatique, uno dei suoi ultimi lavori (2011) e un ritratto del pittore francese Miotte (2001). In programma anche una personale del regista e storico finlandese Peter von Bagh. (s.s.)
LA RIVISTA
FILMCRITICA
DICEMBRE 2011, N.620
DI GUY RITCHIE, CON ROBERT DOWNEY JR., JUDE LAW. USA 2011.
Parodia di Twilight dal regista di 40 anni vergine. Stella (Alissa Kramer) costretta a scegliere fra legocentrico vampiro Edward e il licantropo Jacob. UNDERWORLD: IL RISVEGLIO (3D)
DI BJRN STEIN, MNS MRLIND; CON KATE BECKINSALE, STEPHEN REA. USA 2011
Quarto capitolo diretto da due registi svedesi specializzati in thriller. Dodici anni dopo l'eccidio che il genere umano ha operato contro vampiri e lycan, Selene si risveglia dalla lunga ibernazione con la quale era tenuta prigioniera dall'azienda biotecnologica Antigen e scopre di aver dato alla luce una figlia e condurr una battaglia contro l'umanit. AGUASALTAS.COM
DI LUS GALVO TELES, CON JOO TEMPERA E MARA ADNEZ. PORTOGALLO 2011.
Da parcheggiatore abusivo, Nicolino Amore (interpretato da Patrizio Rispo attore ma anche militante a tempo pieno) diventa il sindaco di Napoli e rende (nel 2020) la citt ricca e famosa nel mondo: con la legalizzazione della droga si interrompono i guadagni di mafia e camorra, ridotti ormai in miseria. Mockumentary (finto documentario) satirico, con la partecipazione di illustri personaggi: Giancarlo De Cataldo, Pietro Grasso e Vincenzo Macr magistrati dellantimafia, Tano Grasso dellantiracket, i giornalisti Bill Emmott dellEconomist e Marcelle Padovani, Carlo Lucarelli, Francesco Ferrante di Legambiente, Fabio Granata. Collegati anche Renzo Arbore e Isabella Rossellini. (s.s.) LE IDI DI MARZO
DI GEORGE CLOONEY, CON RYAN GOSLING, PAUL GIAMATTI. USA 2011
Tra il college movie e la fantascienza lisergica, omaggio dichiarato al cinema di John Waters che il regista califoriano, icona del cinema indie pi irriverente adora fin da ragazzo, Kaboom ritrova le passioni dei primissimi film di Araki per dentro una visione nuova, scatenatissima e di totale libert espressiva. Immagini e storia mischiano allegramente umorismo, commedia, complotti mistici, beach movie, stravolgimenti in rete, premonizioni da social network. Un film da non perdere. (c.pi.) MIRACOLO A LE HAVRE
DI AKI KAURISMKI con ANDR WILMS, KATI OUTINEN, FRANCIA - 2001
Ispirato al fumetto di Lionel Wigra, ecco il sequel semi-gay delle neoavventure di Holmes e Watson, questa volta contro l'arcinemico, il prof. Moriarty. Siamo nel 1891. La misoginia di Doyle, incolpevole, ma sempre ispiratore, ha travolto la nuova coppia di sceneggiatori (Kieran Mulroney e sua moglie Michele) che si sbarazzano di donne, zingare o meno, con nonchalance. Ritmo e sviluppo visuale sono da videogame. L'aspetto pi divertente nei travestimenti di Sherlock Holmes magnifici quando si mimetizza nell'ambiente circostante. Bisogna abbandonarsi al flusso Guy Ritchie e al duetto giocoso Downey jr-Law, pi Stephen Fry l' imperturbabile fratello di Holmes. (a.ca.) LA TALPA
Nel numero appena uscito di Filmcritica grande spazio teorico dedicato dalla rivista (e da Andrea Inzerillo che ne cura i tagli e il montaggio), allintervista di Serge Daney, tratta dal video a cura di Rgis Debray, una sorta di testamento a pochi mesi dalla morte, oltre a vari estratti dalla trasmissione che lo stesso Daney, per il quale lintervista era un laboratorio non meno importante della critica, cur per France Culture dal titolo Microfilms, da cui si trarranno vari estratti da interviste a Rohmer, Van Der Keuken, Assayas, Duras. Da questo numero la rivista inizia la pubblicazione dei vari testi. Tra gli interventi critici grande spazio dedicato a Spielberg (Le avventure di Tintin - Il segreto dellUnicorno), al Faust di Aleksandr Sokurov, a Un Hritier di Jean Marie Straub, a Pina 3D di Wim Wenders. Il regista Oliver Hermanus, autore di Skoonheid (Bellezza, presentato a Cannes) svela a Valeria Caravella le chiavi per interpretare il vecchio e il nuovo Sud Africa, attraverso la storia di unomosessualit celata. E poi ancora Cronenberg (A Dangerous Method) e Gus Van Sant di Restless a cui era dedicato in gran parte il numero precedente. (s.s.)
Pedro, un ingegnere inviato da Lisbona al villaggio Aguas Altas per costruire una strada, decide di creare un sito web dedicato al paese. Per a Madrid una multinazionale ha registrato lo stesso dominio per commercializzare unacqua minerale e
Incursione di profondit nell'immaginario americano di un cineasta che ha stile, George Clooney (qui scrive, dirige e interpreta): Mike Morris, governatore democratico candidato alle presidenziali, luomo nuovo, pacifista, fautore dello stato sociale, spudoratamente ateo. Ma nello staff covano corruzione e brama di potere. Thriller bipartisan dedicato al
Marx, scrittore bohmien in esilio volontario al suo banchetto di lustrascarpe, in una Francia perfetta per il poemetto dedicato a Idrissa (Blondin Miguel) un ragazzino africano sbarcato da un container. Kaurismaki disegna le coordinate dell'avventura extracomunitaria, Idrissa nascosto nell'armadio, dentro un carretto, dietro una porta mentre il lustrascarpe, malvisto fino a quel momento dal vicinato, diventa la primula rossa di Le Havre e come in un musical orchestra l'opera di soccorso corale. Il film lievita nel suo esilarante tocco. Con i tratti leggeri di matita, Kaurismaki disegna il suo presepe laico - il miracolo tutto umano - e d il via a un thriller
LO STORYTELLER
JOHN BERGER
A CURA DI MARIA NADOTTI. MARCOS Y MARCOS EURO 25
John Le Carr, borghese inglese che ha passato la vita a proteggersi dai germi del comunismo dittatoriale (e non pi proletario) diventa tra le mani di Tomas Alfredson il pi estenuante, ripetitivo e complicato, opaco nei colori e indigesto film di spionaggio. Ambientato nel 73, la cupola dei servizi segreti di sua maest ha una pericolosa talpa al suo interno. A Smiley (Oldman) il compito di trovarlo e sar molto difficile perch tra doppi e tripli giochi la Cia sta organizzando la mossa Allende per non parlare del Vietnam. I cultori di spy story apprezzeranno lo stile recitativo, tutto a togliere di Hurt, Oldman e Firth. (r.s.)
MAGICO
Di John Berger, nato a Londra nel 1926, da tanti anni trasferitosi in Svizzera, ormai viene tradotto tutto, saggi, romanzi, interviste, pamphlet e diari fotografici, dopo qualche anno di eclissi (gli 80 e i primi anni 90). Critico darte, poeta, giornalista, romanziere, sceneggiatore (Jonas che avr 20 nel 2000, per esempio), viaggiatore, cantastorie come piace definirsi, perfetta sintesi di talento, mestiere, umanit, sensibilit e sguardo rivoluzionario, Berger viene adesso festeggiato da quaranta scrittori e amici, scrittori, filmaker, fotografi, uomini e donne di teatro di tutto il mondo che, coinvolti volentieri da Maria Nadotti, ne spiegano la grandezza pubblica e la magia privata in pagine preziose e impreziosite da un corredo fotografico intimo e inedito che dobbiamo alla figlia Katya, scrittrice e acuta critica darte anche lei. Come scrive Geoff Dyer, e come pu sottoscrivere Alias che lo ebbe tra i suoi collaboratori, chiunque lo abbia visto in azione avr osservato la sua inesauribile capacit di dare. E tra quelli che lo frequentarono ricordiamo Togliatti (Il Contemporaneo), il subcomandante Marcos, i palestinesi, Rusdhie, Arundhati Roy, i cineasti Robert Kramer, Davide Ferrario e Isabel Coixet, Elena Poniatowska, gli emigranti italiani in Svizzera...(r.s.)
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Amiri un piccolo marziano. Non d lidea dessere ancora sceso dallastronave. Continua a viaggiare. Sorride. Il passato e il futuro - mi dice - sono solo una speculazione del presente. Viene da lontano. Nel 1961 con il nome di LeRoi Jones scrive Preface to a Twenty-Volume Suicide Note (Prefazione a una nota suicida in venti volumi). la sua prima collezione di poesie. Da poco ha fondato insieme alla moglie la Totem Press, casa editrice che pubblica, tra gli altri, opere di Allen Ginsberg e Jack Kerouac. Siamo in uno dei periodi pi complicati della storia sociale Usa. LeRoi un nero di Newark. E i neri sono in gioco per i diritti civili, quelli veri. Si agitano. Bruciano. Aderiscono in massa, nei ghetti, alla religione islamica. UnIslam blues, si capisce, metropolitano, con spazi per il solista, ma quel che conta avere un dio diverso dai bianchi, dai padroni, un dio affidabile che li riconosca come fratelli neri, separati e uguali, anzi pi belli, dal resto del mondo. Siamo nellAmerica di Malcolm X. Se ti trovassi mai in un posto/perduto e circondato dai nemici/che non vogliono/che tu parli la tua lingua/che mcerano le tue statue e gli attrezzi/che proibiscono il tuo um bum ba bum (. )/be! Probabilmente ti ci vorranno diverse centinaia danni per venirne fuori! (Amiri Baraka. Saggio 1). C da correre per venirne fuori. vero. Ma gli afroamericani vanno veloci. Soprattutto in quella che la loro storia, la loro possibilit: la musica. Sono gli anni in cui Ornette Coleman con sette angeli musicanti - come qualcuno disse - incide Free Jazz: A Collective Improvisation. Siamo alla rottura del tonalismo, al flusso di coscienza in musica, alla creazione istantanea, al martirio edipico del compositore. E il bello che, per altre vie, i neri si ritrovano nelle stesse acque dellavanguardia bianca dellemisfero settentrionale. Non a caso la copertina di Free Jazz unopera (White Light) di Jackson Pollock vate dellaction painting, morto solo quattro anni prima. Intanto Miles Davis, con altri angeli che osavano avere nomi tipo John Coltrane e Cannonball Adderley o Bill Evans, incide (nel 59) il leggendario Kind of Blue che nella breve e intensa storia del jazz possiamo gi definire una questione neoclassica, ovvero, il recupero di
antiche scale modali applicate alla tecnica e allalchimia del jazz. LeRoi in quegli anni partecipa allavventura della beat generation. il movimento artistico che esalta, tra laltro, il rapporto tra letteratura e jazz; che indipendentemente da colore, razza, sesso e simili, interpreta - on the road - il disadattamento vero; che svela alla poesia quellAmerica patinata, razzista, mafiosa, puritana - ancora maccartista - capace di combattere i movimenti bombardando i ghetti (e i giovani) di roba pesante, eroina; unAmerica pronta (come spesso Amiri scriver) ad assassinare, tra gli altri, JFK e suo fratello, Malcolm e Luther, e cos tantissimi altri fino a Lennon, fino alle Twin Towers, tra una guerra e laltra. Verso il neoliberismo petrol/bancario, spietato, di oggi. Nel 1963 LeRoi scrive il saggio Il popolo del blues. il racconto dellintreccio che lega il blues e il jazz alla vicenda umana dei neri americani. In poco tempo Blues People: Negro Music in White America diventa un manifesto letterario-musicale. E pone (non il solo) la questione dellestetica nera. Scriver Amiri in una recente introduzione alla ristampa del volume (Shake edizioni, in Italia): Non vogliamo pi nessun Nietzche a dirci che la sensazione ostacola il pensiero. Per noi neri ci che non pu sentire non pu pensare. La massima intelligenza sta nel ballo, non nella pubblicit delle scuole di ballo. Il pensiero massimo concreto, vivo, non astratto. Mi dice durante il nostro incontro: Attraverso la musica si pu dire moltissimo, forse tutto, di un popolo. Fa un piccolo salto logico e aggiunge: Io vedo larte come unarma forse, oggi, lunica vera arma di cambiamento e di rivoluzione. Anche per una rivoluzione in senso marxista. Dopo lassassinio di Malcolm X (65), LeRoi prende il nome di Amiri Baraka e abbraccia la causa estrema del Nazionalismo nero. Ma il suo sguardo sar sempre sostenuto da profonda intelligenza critica. Al punto che il radicalismo diventa metodo filosofico, cambia la prospettiva, inverte la logica, guarda dalla parte degli esclusi, di tutti i nigger del mondo. Del resto, senza la negritudine e il meticciato dellemisfero settentrionale, senza quella capacit di trasfusione, senza quella energia e istinto con la quale hanno
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La storia di John Taylor incredibile. Vissuto dal 1703 al 1772 stato uno dei primi chirurghi oculari britannici (e della storia). O meglio fingeva di esserlo; cos come si era autoproclamato Cavaliere, chirurgo personale di re Giorgio II, del papa e di altre famiglie reali europee. In realt era solo un imbonitore, un gran donnaiolo, un pubblicitario ante-litteram; annunciava la sua visita nelle principali citt europee facendo affiggere manifesti e distribuendo volantini. Viaggiava in una carrozza decorata da enormi bulbi oculari e sopra l'iscrizione:
Qui dat videre dat vider, colui che d la vista, d la vita. Era specializzato in interventi - anticipati da lunghi sermoni autoincensatori - per l'eliminazione delle cataratte, il processo di opacizzazione del cristallino, la lente naturale dell'occhio che con il tempo perde trasparenza, si oscura e toglie la vista. Sotto i ferri di Taylor - che si allontanava dalle citt prima che i pazienti togliessero le bende - caddero anche Johann Sebastian Bach e Georg Friedrich Hndel, resi ciechi dal chirurgo che confesser di aver contribuito alla perdita della vista di centinaia di persone. Inoltre, sanguinamenti e lassativi - le cure del tempo e dello stesso Taylor, per far fronte alle infezioni post-operatorie - debilitavano in maniera terminale i pazienti. (fonte Richard H. C. Zegers, The Eyes of Johann Sebastian Bach, http://archopht.ama-assn.org/cgi/content/full/123/10/1427)
rinnovato la tecnica e la chimica del ritmo, dellarmonia, del racconto, dellastrazione, senza tutto ci, il Novecento - in arte, soprattutto sarebbe stato molto pi povero e triste. Amiri arrivato a Roma da tre ore. Siamo in una stanzetta della Casa del Jazz. in tourne Europea. Fra poco assisteremo a una straordinaria lettura. Lo accompagna Dave Burrel al piano. Nel reading, la sua voce dallintonazione perfetta (lintonazione tutto per un oral poet) correr per lo spazio siderale tra il canto di Congo Square (lo slargo dove si riunivano la sera e i giorni di festa gli schiavi della piantagione, ndr) e il blues, il bebop, il rap, latonale. Beve un caff. Silenzio. Ho in mano alcune sue poesie. La traduzione italiana di Raffaella Marzano. Leggo un frammento: Supponete, di esservi svegliati una mattina/E cera il vampiro alla televisione/Intervistato da un negretto scemo/Un bel sorcio, per il quale lidea di cervello era solo unidea,/che non pensava, se ce la faceva a pensare, fosse cattiva./E lo scemo era un assassino che ancora non si era laureato/alla scuola degli assassini /cos adorava il dente del vampiro/le due succose zanne che pendevano ai lati delle labbra/il negro pensava fosse figo e sognava di avere denti come quelli/cos avrebbe potuto essere un sorcio,/era stanco di essere un semplice stronzo (da Fashion this.) Oggi sei autore di pi di 40 libri di saggi, poesia, teatro, storia della musica e critica, e sei unicona e un attivista politico e sei anche, a tuo modo, un rapper. Come ti descriveresti? Se hai una visione, diciamo, africana, del mondo puoi anche considerare di essere molte cose contemporaneamente. Molti sguardi diversi. Ogni cosa sulla terra viva e ogni cosa esistente parte della stessa realt. Anche lo sguardo, dunque, pu mutare forma a seconda che guarda una rana o il presidente degli Stati Uniti che beninteso sono simili
perch parte di un tutto. Visione africana? Quelli del rock and roll (cos Amiri definisce la cultura borghese dellemisfero settentrionale, nda), hanno chiamato selvaggio chi credeva che ogni cosa tutte le altre. Invece sia la ciambella sia il buco sono la stessa cosa, sono semplicemente spazio. Ed io sono lo spazio che occupo. Chi ha ammazzato Malcolm, Kennedy e suo fratello/Chi ha inventato lAids/... () Chi campa su Wall Street () Chi sapeva che la bomba stava per esplodere () Chi sa perch i terroristi impararono a
volare a San Diego in Florida () Chi sapeva che il World Trade Center sarebbe stato bombardato, Chi fa soldi con la guerra, Chi fa grana su paura e menzogne, Chi vuole il mondo cos com ()(da Somebody Blew up America, Qualcuno ha fatto saltare lAmerica, Amiri Baraka 2001). Somebody Blew un testo caldo. Tra laltro, quel chi, ripetuto, ci ricorda qualcosa di familiare. Ha la stessa misura dellIo so di Pasolini (lettera al Corriere della Sera, 14 novembre 1974): Io so i nomi dei responsabili () Io so il nome del vertice che ha manovrato(). Ma bisogna ascoltare Somebody Blew, cantata da
Amiri, come un blues, per ritrovare lanalogia con il poeta friulano. La pagina non basta. Glielo dico. Amiri sorride. Sorride, finisce il caff e aggiunge: Lidea di fondo della poesia civile di aiutare la gente a comprendere davvero il mondo in cui viviamo, di promuovere una rivoluzione che cambi la societ. Quanta gente oggi si trova nei guai a causa dei mercati borsistici o paga per le logiche di una societ imperialista?. Com il rapporto tra musica e parola per un poeta? La musica rende le parole pi accessibili, pi efficaci. I cantanti conoscono bene la questione. E poi la nostra storia di afroamericani. Bisogna valorizzarla. Oggi le parole della poesia hanno bisogno di essere pronunciate ad alta voce, di essere declamate, cantate, amplificate, hanno bisogno di riprendersi tutta la loro sacralit. E anche nello scrivere dobbiamo essere coscienti che quando si scrive poesia, si scrive musica. Ci sono i registri, le scale, le tonalit possibili, le sillabe che richiamano certe intonazioni, parole che di per s hanno socialmente un loro suono. Tornando al blues c una affermazione di Alan Lomax, uno dei pi importanti ricercatori e studiosi del mondo afroamericano e soprattutto delle radici del blues, che dice: Lhanno chiamata let dellansia ma forse sarebbe meglio definire il Novecento, il secolo del blues. Il blues diventato il genere musicale pi familiare alla modernit perch oggi tutto il genere umano comincia a sperimentare la stessa malinconia dei neri della terra del blues, quel
senso di anonimia e alienazione, lassenza o la precariet delle radici, la sensazione di essere merci pi che persone. Il blu il colore dei vestiti che si usavano nelle feste dellAfrica occidentale, in Guinea; negli Usa diventa il colore della perdita, il colore della memoria, capisci cosa voglio dire? Blues viene dal (colore) blu, cio dalla bellezza perduta della vita africana. Come non poteva questo adattarsi al disagio sociale della modernit del neocapitalismo selvaggio di oggi del furto di identit e del futuro dei giovani? Come lo dobbiamo definire il legame tra blues e jazz? C' una canzone cantata da Julie Wilson che dice, Se non era per il blues non esisteva il jazz. Questo il legame pi chiaro e semplice. Due figure simbolo del jazz: Louis Armstrong e Miles Davis. Louis Armstrong penso che tanta gente ha sbagliato a considerarlo una persona sottomessa. Non cos. E se hai mai ascoltato le sue interviste, puoi capire che era molto consapevole di essere in una posizione sottomessa, capisci? Ma lui, non era stupido, pensava che era meglio sottomettersi perch questo gli permetteva di fare quello che voleva fare: suonare. E non c' dubbio che Louis Armstrong era il pi grande musicista del suo tempo, senza dubbio. Quando era giovane, lui era il migliore. Quando il Movimento nero diventa pi antagonista, cosa pensa di Armstrong? Un intrattenitore di bianchi, un cattivo esempio, uno zio Tom? I pi giovani si risentivano del fatto che Armstrong era ritenuto troppo sottomesso agli Stati Uniti. Ma non era vero. Lui era nato in un'epoca cos, era nato nel 1900, capisci? Mentre negli anni 50 e 60 c'era una estetica diversa e un atteggiamento politico pi consapevole. Certo loro non capivano Louis, perch Louis sorrideva sempre, era sempre gradevole. Ma penso che due cose
hanno risvegliato la gente sul vero Louis Armstrong. La prima fu quando i bambini neri provavano a entrare - contro la segregazione che di fatto ancora esisteva - a Little Rock High School e il presidente Eisenhower faceva delle dichiarazioni, allora Louis gli rispose pubblicamente, dicendo, Lei si dovrebbe alzare in piedi da uomo e dovrebbe andare a portare quei bambini a scuola. In questa reazione fu molto diverso da quello che si pensava di lui. Questo ha aperto gli occhi a tanti. Anche ai Panthers. Durante un'intervista che lui fece con Willis Conover (produttore jazz e conduttore radiofonico) a Washington alla presenza del suo manager, Joe Glazer, seduto accanto, Conover gli diceva, Louis, sei nel mondo della musica da pi di 60 anni, dimmi come sei diventato cos importante?. E Louis rispose senza freni, Beh, quello che devi fare trovare un uomo bianco e diventare il negro di quelluomo bianco, non vero Joe? Ha, ha, ha. E lo disse direttamente al suo manager. Erano probabilmente 50 anni che voleva dire questa cosa! (ride, nda) Alla fine la gente ha capito chi era Louis Armstrong. Era tuo nonno che non poteva dire quello che puoi dire tu. E Miles Davis? Miles aveva una sua personalit particolare. Quando ero giovane ho provato a fargli un'intervista e non me l'ha concessa. Avevo circa ventanni. Quarant anni dopo, l'ho intervistato per il New York Times. Lo aspettavo nel ristorante dell'hotel delle Nazioni unite e bevevo Courvoisier. Finalmente entr Miles con quegli occhiali da sole da 500 dollari e mi disse, Ehi l'uomo del mistero. E io gli risposi, Tu sei l'uomo del mistero. Ho sempre amato Miles, era il mio eroe culturale anche quando ero bambino. Quando provavo a imparare la tromba imitavo lui. Per molti di noi, della mia generazione, Miles era il simbolo della musica. Abbiamo perduto un po' di tempo ad apprezzare Louis Armstrong ma tutti apprezzavamo Miles.
Il blu il colore dei vestiti che si usavano nelle feste dellAfrica occidentale; negli Usa diventa il colore della perdita e della memoria. Blues viene da l, e si adatta al disagio sociale della modernit
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RITMI
La formazione britannica ha pubblicato da poco un nuovo album, Sex with an X. Linfluenza sul leader dei Nirvana e sulla scena indie
Meglio a casa con un animaletto da accudire che una vita con un capoufficio da odiare. E allora i Beatles ci danno la linea. Se Paul McCartney amava i cani tanto da dedicare Martha My Dear alla sua cagnolina, John Lennon stravedeva per i gatti. Ne ebbe molti. Dum Dum, cera pi leggerezza, anche perch non avevamo un pubblico, facevamo tutto solo per noi stessi. Con Sex with an X c stata pi pressione, ma eravamo anche pi consapevoli di cosa volevamo e coinvolti in tutto il processo di registrazione - rigorosamente analogico - e di produzione. Venti anni in cui linfluenza dei Vaselines si fatta sentire dai Nirvana alle Dum Dum Girls, sebbene la band ne abbia (vagamente) preso coscienza solo negli ultimi tempi: Quando abbiamo suonato in alcuni festival stato incredibile, perch non eravamo pi i ragazzini inesperti. Ma la band adulta!. E uneredit, quella di certa Glasgow degli anni Ottanta - cera un discreto numero di band in quegli anni, noi ci sentivamo vicini ai Pastels, ma stato solo nei primi anni Novanta che il concetto di scena, intesa come condivisione degli stessi spazi, affiorato nella nostra citt raccolto dalle generazioni successive. Un nome a caso? Gli amici Belle & Sebastian, legati a doppio filo con Eugene e Frances. Gi musicisti in Sex with an X, infatti, Steve Jackson e Bobby Kildea dei B&S saranno sui palchi italiani insieme ai Vaselines, rinforzandone la versione live. Ci divertiamo molto con loro e, in verit, tutta lesperienza di questo ritorno, dallessere headliner dei festival allavere un pubblico molto variegato fino al concetto di band e non pi di progetto solista, stata estremamente positiva. Nel tono di Eugene, ci sono calma e stupore allo stesso tempo. Chiss se si gi reso conto che il loro primo passaggio in Italia, qui, percepito come un evento.
A partire da Elvis il cui nome era un omaggio al mito del giovane John e di sua madre Julia. I due capirono di aver sbagliato nome solo quando Elvis si rivel essere una gattina, partorendo una nidiata di micetti. Ma per i Lennon rimase per sempre Elvis... Tra i favoriti ci fu un randagio trovato nella neve. Ogni giorno John andava con la sua bicicletta da un pescivendolo per rimediare un po di pesce per il suo persiano, ma anche una volta
famoso non manc mai di chiamare, da ogni parte del mondo, per informarsi sullo stato del suo amato gatto. Tim, questo il suo nome, ha vissuto una vita felice e lunga pi di ventanni. Anche la vita assieme a Yoko Ono fu caratterizzato da alcuni felini. Tra questi ce ne furono due, uno bianco e uno nero, che Lennon battezz, ironicamente, Salt (Sale, nella foto) il nero, e Pepper (Pepe) il bianco. E che dire di Jesus? Nel 66 Lennon scandalizz
Nel caso non vi fosse arrivata voce nel 1990, certo che linformazione, nellultimo anno, non pu esservi sfuggita: i Vaselines erano la band preferita di Kurt Cobain. Il fan celebre, che ha reso lallora semi-sconosciuto duo una band di culto grazie alle cover dei Nirvana di Mollys Lips e Jesus Dont Want Me for a Sunbeam, come un tormentone in ogni trafiletto dedicato al ritorno della coppia di Glasgow. Un come-back segnato nel 2010 dallalbum Sex with an X, uscito per Sub Pop (al 1989 risaliva il loro unico ellep, Dum Dum) e in questi giorni con il primo passaggio dal vivo in Italia - a Roma, Torino, Pisa e Ravenna, dal 25 al 28 gennaio. Eppure, con il candore di sempre che Eugene Kelly e Frances McKee ammettono di aver avuto pochi legami dietro le quinte con i Nirvana, seppur accogliendo con un sorriso la puntuale allusione alla band di Aberdeen. Non sappiamo cosa abbia colpito Kurt Cobain, forse il modo di scrivere melodie, con unenergia positiva, o forse il miscuglio di voce maschile e femminile - racconta con tono pacato e un velo di timidezza Eugene -. Cera qualcosa di fanciullesco in noi, unimmediatezza, unonest, che credo apprezzasse. Ma diciamolo: quello di Cobain solo un escamotage dei media per attirare lattenzione (dei pi). Perch, che il modo di fare musica indie - con metodi fai-da-te, leggerezza, ironia e un gusto pop irresistibile - di quella seconda met degli Eighties britannici e, in particolare, con il piglio malizioso e a due voci dei Vaselines, abbia fatto scuola, sotto gli occhi di tutti. I Vaselines sono, s, una band un po pi famosa di molte di quelle contenute nella gloriosa C-86 compilation (di cui non fanno parte), ma se ne distaccano per ambizioni profondamente pi rumorose. Non eravamo tanto influenzati da quella che divenne la C-86 compilation, a cui eravamo sostanzialmente affini per questioni temporali e geografiche. Piuttosto, guardavamo a band come Pussy Galore, Dinosaur Jr., Sonic Youth e Velvet Underground. Non sapevamo suonare come loro, ma volevamo quellenergia primitiva. Un percorso, quello dei Vaselines, da sempre guidato dalla spontaneit. Ai tempi della rottura - nel 1989, poco prima di diventare celebri grazie al discepolo grunge - come oggi. Alla fine degli anni Ottanta era difficile, per una band indipendente come noi, andare avanti. La nostra etichetta 53rd & 3rd era fallita, la scena scozzese pop era come implosa, stava prendendo sempre pi forma la rave culture e noi eravamo un po scoraggiati sul nostro futuro musicale. Sembrava non ci fosse via duscita, non riuscivamo a tirare avanti con la band. Ci siamo riuniti solo per un live nel 1991, in apertura ai Nirvana, ma il fatto che abbiamo avuto successo dopo esserci sciolti non ci ha mai dato rimpianti. Allora ci sembrava davvero impossibile tornare insieme, volevamo fare dellaltro. Ci andata bene cos. Senza forzature, e sicuramente grazie alla forte affinit tra Eugene e Frances, la storia riprende le fila a met degli anni Zero,
proprio quando lindie lo-fi comincia a fare capolino nei blog di mezzo mondo. Tutto ricominciato per caso, nel 2006, mentre Frances ed io promuovevamo i nostri album solisti e, in un tour fatto insieme, ci trovammo a suonare qualche pezzo dei Vaselines, per puro divertimento. Poi, in una serie di live come The Vaselines nel 2008 (per beneficenza, o in occasione del ventennale della Sub Pop a Seattle, ndr), ci siamo accorti di avere poche canzoni da suonare dal vivo. Abbiamo provato a scriverne di nuove, cercando di capire se fossero ancora brani nel nostro stile. Ed venuto tutto naturalmente. Del resto siamo sempre rimasti in contatto, e quella sensibilit ironica nel fare musica, riaffiorata con facilit. Unattitudine fanciullesca, che non pu non fare i conti con i venti anni passati. Ai tempi di Son of Gun e
10 PEZZI ANTI-UFFICIO
Qui sopra Frances McKee e Eugene Kelly, in arte The Vaselines. In alto a destra The Clash
di un intero popolo. Idonea per quando non solo un mestiere a stare stretto, ma tutto un paese. Meno riottoso e pi amareggiato invece il Rush-pensiero, espresso nella b-side datata 1974, Working Man. Mi sveglio alle sette, vado a lavorare alle nove. Non ho tempo per vivere, s lavoro tutto il tempo: lenta e straziante, la consapevolezza cantata da Geddy Lee sarebbe perfetta come mantra di fine giornata del working class hero, il cui unico svago risiede in un bicchiere di vino, una sigaretta e un assolo di chitarra lungo oltre tre minuti. Lattitudine di Working Man ricorda quella dello Strummer del it is what it is e in effetti, gli anni a cavallo tra Settanta e Ottanta, non possono che essere il periodo di massima disillusione verso il lavoro. Ci sono i Clash di Career Opportunities, senza speranza, senza prospettive e con una comprensibile avversione verso tutte le mansioni (di guerra) che la regina, in quel grigio 1977, promette di offrirgli. E poi, dallaltra parte delloceano, c la (futura) poetessa rock del Cbgb. Nellindimenticabile esordio su 7 di Piss Factory, una giovanissima Patti Smith mette a tacere tutti, cantando la meschinit del lavoro in una fabbrica di provincia e della voglia di scappare. Un brano indimenticabile. Un pezzo di storia, a met tra realt e poesia. Ancora a New York, molti anni dopo (il 1992), ma con lo stesso spirito di quellultimo scorcio dei Settanta, i Ramones non nascondono la propria inadeguatezza verso il concetto di lavoro comunemente inteso. Non posso tenere questi ritmi, sto diventando un caso mentale. S, il lavoro che odia il mio cervello, cantano sui soliti tre accordi e la faccia da schiaffi in Job That Ate My Brain. Tuttaltro piglio, quello del songwriter pi introspettivo e snob degli Eighties britannici. I suoi sogni sono ben pi grandi, Mr. Shankly, e lispiratissimo Morrissey di The Queen Is Dead non rester qui a farsi corrodere lanima dal suo misero lavoro. Unambizione mai negata, quella del Moz, che insieme allarguzia e alla nostalgia di sempre, trasformano Frankly, Mr. Shankly nellennesima filastrocca dalla validit universale. Coerentemente con lindole onirica della band, la soluzione al problema che propongono i Flaming Lips quella di spaccare la faccia del proprio capo nei sogni. Gli stessi in cui si pu avere una vita migliore, aspettando con fiducia giorni pi lieti di questi Bad Days. Ma lo scettro per il brano pi straight to the point della lista, va a Beck. Soul Sucking Jerk (verme succhia anima) lappellativo che d al proprio boss. O meglio, ex boss, perch tra una rima e laltra, il camaleonte del rap si fatto dare tutti i soldi che gli spettano. E ha cambiato aria.
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l'America benpensante e si attir l'ira dei fan d'Oltreoceano con la frase i Beatles sono pi famosi di Ges, molto probabile che il nome dell'animale fu proprio dovuto a quella controversia. Ad ogni modo si dice che quello a cui si affezion maggiormente, fu una gatta chiamata Alice. Un giorno Alice si lanci dalla finestra del suo appartamento del Dakota di New York e si schiant al suolo. Secondo il figlio Sean fu l'unica volta che pap pianse. MARCO COLONNA THE MOON CATCHER (Short Fermata) Il sax baritono e soprano, il clarinetto basso: ecco gli strumenti di questo musicista romano. Che anche compositore. Noto fin qui per una certa propensione alla free improvisation preparata. In questo cd suona in solitudine tutti i suoi strumenti e col metodo della sovraincisione ottiene nove bozzetti polifonici, le cui basi scritte sono tutte originali. Molto lirici, molto cantabili, molto rapsodici. Gli echi di certi lavori di John Surman sono fin troppo evidenti. Ma manca la felicit inventiva delle melodie e delle variazioni, mentre buona e gradevole la delicatezza timbrica. (m.ga.) FIELD MUSIC PLUMB (Memphis Industries/Self) I fratelli Brewis ci riprovano. La linea sempre la stessa, alla ricerca della perfetta canzone pop. Dopo il doppio Measure (20 brani per oltre 70 minuti) eccoli con un disco che in 15 canzoni arriva appena a 35 minuti... la met. Come gi scritto con loro si trova tutto il pop britannico dai Beatles in poi, e oggi notiamo una new entry, un occhio a Brian Wilson e ai suoi Beach Boys... Forse il meglio lhanno dato nei primi due lavori, ma un disco dei Field Music sempre molto piacevole da ascoltare. (r.pe.) FREDDOCANE FREDDOCANE (Autoproduzione) Buon esordio per questo trio bergamasco, che, onorando il proprio nome, esce nel pieno dell'inverno. 15 canzoni che comprendono diversi stili musicali, ma su una base grunge/stoner abbastanza marcata fin dalla prima traccia, Insane. Lalbum procede spedito e si prende una pausa melodica con Neve e Nebbia. Sorprende la cover di Such a Shame, (una delle due, insieme a Walk on the Wild Side), mentre da segnalare la psichedelica Se non lo sai. (p.ro.) THE GRATEFUL DEAD EUROPE '72 VOL. 2 (Grateful Dead/Rhino) Lo tsunami di pubblicazioni discografiche tratte dall'archivio sterminato dei Grateful Dead non conosce requie. Qualcuno potrebbe optare per un saggio minimalismo, tenendosi solo le registrazioni entrate nel canone rock della band di Jerry Garcia. Cotanta saggezza priverebbe per di perle aggiuntive colte in particolari momenti di grazia, com' (notoriamente, ma a ragione) il tour europeo del '72. Questa raccolta, di nome e di fatto, il secondo capitolo di un leggendario triplo ellep, fatta salva l'esaustiva pubblicazione dei nastri inglesi coevi. Solida, pacifica, smagliante psichedelia da jam band. Imitata, mai raggiunta. (g.fe.)
ULTRASUONATI DA STEFANO CRIPPA GIANLUCA DIANA GUIDO FESTINESE MARIO GAMBA ROBERTO PECIOLA PATRIZIO ROMAN
INDIE ITALIA
POP
JAZZ ITALIA
ROCK ITALIA
Se la tecnica essenziale
Un disco di gran classe, si intitola Thirteen Lost & Found (Chemikal Underground/ Audioglobe) e ne autore RM Hubbert, chitarrrista di Glasgow. La produzione di Alex Kapranos dei Franz Ferdinand e collaborazioni illustri (Aidan Moffat, Emma Pollock, Alasdair Roberts tra i tanti) danno un ulteriore tocco di gusto a composizioni acustiche e delicate basate sulle doti tecniche di Hubbert, che qui sono rivolte allessenza anzich volare verso uno sterile virtuosismo. Davvero un bellalbum! Dopo il ritorno con i suoi Mission, Wayne Hussey si unisce alla vocalist degli All About Eve, Julianne Regan per un album, Curios (Cherry Red/Audioglobe), di cover. Si va dai Duran Duran di Ordinary World ai Depeche Mode di Enjoy the Silence, dal Bowie di Ashes to Ashes ai Pretenders di I Go to Sleep, da Cave/Minogue di Where the Wild Roses Grow a Bjrk di Unravel fino allinno Youll Never Walk Alone. Non tutto funziona, ma le voci sono splendide. Un ritorno, dopo 18 anni, quello dei Cardinal, paladini del chamber pop. Il nuovo lavoro si intitola Hymns (Fire/ Goodfellas) e d il meglio di s nei brani centrali, General Hospital e Kal, e nei finali, Surviving Paris e Radio Birdman. Per il resto, normale amministrazione... (Roberto Peciola) DIUNNA GREENLEAF TRYING TO HOLD ON (Blue Mercy Rec) Ritorna la grandissima vocalist texana. Un disco bello, maturo e denso di contenuti sonori e sociali. Nei 14 brani c' posto oltre che per la sua solida band, anche per ospiti come B. Branch, B. Margolin, A. Funderburgh ecc. Ci sono incisioni scanzonate e allegre (Beautiful Hat), Chicago Blues (I Can't Wait), tributi a Koko Taylor (I'm a Little Mixed Up) e alla nonna (He's Everything to Me 1 & 2). E poi la conclusiva 'Cause I'm a Soldier: brano fantastico che quasi azzera il resto. (g.di.)
ON THE ROAD
Matt Elliott
Dai trascorsi elettronici con la sua ex band, Third Eye Foundation, l'artista inglese Matt Elliott passato al folk contemporaneo. Valeggio sul Mincio (Vr) SABATO
21 GENNAIO (VILLA ZAMBONI) Forl DOMENICA 22 GENNAIO (DIAGONAL)
A CURA DI ROBERTO PECIOLA CON LUIGI ONORI SEGNALAZIONI: rpeciola@ilmanifesto.it EVENTUALI VARIAZIONI DI DATI E LUOGHI SONO INDIPENDENTI DALLA NOSTRA VOLONT
Band of Skulls
Il trio indie rock di Southampton, Inghilterra. Segrate (Mi) SABATO 21 GENNAIO
(MAGNOLIA)
Galapaghost
Un lungo tour nel nostro paese per la giovane promessa del cantautorato statunitense. Lecce SABATO 21 GENNAIO (I SOTTERRANEI) Taranto DOMENICA 22 GENNAIO (GABBA
GABBA)
Milano in jazz
Prosegue la rassegna Aperitivo in Concerto che si affida al tentetto Kingdom of Champa, forte del sassofonista Michael Blake e della flautista Nicole Mitchell. Per Atelier Musicale di scena il pianista e compositore Enrico Intra (con J. Yuille, L. Terzano e T. Arco). Milano SABATO 21 E DOMENICA 22 GENNAIO
(TEATRO MANZONI; AUDITORIUM G.DI VITTORIO)
Ben Frost
L'elettronica industriale e sperimentale del musicista australiano di stanza in Islanda. Parma VENERDI 27 GENNAIO (AUDITORIUM
DEL CARMINE)
Liz Green
Sulle orme di Edith Piaf... Faenza (Ra) LUNEDI' 23 GENNAIO
(CLANDESTINO) Milano MARTEDI' 24 GENNAIO (ROCKET)
The Vaselines
Per la prima volta in Italia la cult band scozzese, molto amata da Kurt Cobain. Per l'occasione il duo si presenta in una formazione allargata e della quale fanno parte Bobby Kildea e Stevie Jackson dei Belle & Sebastian. Roma MERCOLEDI' 25 GENNAIO (ANGELO MAI) Torino GIOVEDI' 26 GENNAIO (SPAZIO 211) Pisa VENERDI' 27 GENNAIO (CARACOL) Madonna dell'Albero (Ra) SABATO
28 GENNAIO (BRONSON)
Mo Horizons
Il duo tedesco propone un mix di latin, nu jazz, funk, soul, dub... Roma VENERDI' 27 GENNAIO (RISING LOVE)
Mastodon
Una sola data per la band metal prog americana. Milano GIOVEDI' 26 GENNAIO (ALCATRAZ)
David Rodigan
Probabilmente il sound system per eccellenza del reggae contemporaneo. Roma SABATO 28 GENNAIO (CS
BRANCALEONE)
Chicks on Speed
Il combo femminile, tra i pi interessanti della scena electroclash, di nuovo in Italia. Bolzano VENERDI' 27 GENNAIO (HALLE28) Foligno (Pg) SABATO 28 GENNAIO
(SERENDIPITY)
Is Tropical
Il trio electro inglese in Italia per presentare l'ultimo album, Nativ to. Torino GIOVEDI' 26 GENNAIO (ASTORIA)
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Un documentario finanziato dal basso racconta la passione trasversale per il calcio da tavola in miniatura. Tra eterni bambini e piccoli artigiani
di GIOVANNI FELICE
Fu un inglese, manco a dirlo, a inventare il gioco del calcio da tavola in miniatura. Peter Adolph, di professione ornitologo, voleva chiamarlo The Hobby, termine che in lingua anglosassone designa anche una specie di falco, il lodolaio. Per lufficio brevetti inglese, per, non era registrabile in quel modo e cos Adolph decise di usare parte del nome scientifico delluccello: Falco Subbuteo, appunto. Era il 1947 e nessuno avrebbe mai immaginato il successo che il Subbuteo, o calcio in punta di dita, avrebbe avuto a partire dagli anni settanta, quando si diffuse oltremanica diventando un fenomeno sportivo, sociale e cultural-popolare in grado di unire appassionati di ogni et e collezionisti in tutto il mondo, e in particolare in Italia, fino ai giorni nostri. Ora un documentario intitolato Subbuteopia, ripercorre le tappe di questa passione diffusa e trasversale, che attraverso i decenni riuscita a resistere allavvento delle nuove tecnologie e anzi a crescere ulteriormente, tenendo in vita un marchio che rimasto impresso come un sogno di eterna fanciullezza nella mente delle generazioni di mezzo secolo. Selezionato per gli European Days 2011 e in fase di completamento, il film diretto dal 45enne bergamasco Pierr Nosari, che nel 2008 ha diretto Offlaga DiscoPax, un rockumentario sullomonima band di Enrico Fontanelli, grande appassionato di Subbuteo, assieme al quale nata lidea di realizzare un viaggio attraverso i diversi mondi racchiusi dal mitico panno verde e di raccontare le tante inaspettate storie, muovendosi in Italia e all'estero, che in questo non luogo sono nate e continuano ad intrecciarsi. Il titolo un gioco di parole con la parola utopia, intesa come un non luogo ma anche come un buon luogo spiega il regista - il tratto che unisce i personaggi che abbiamo incontrato la volont di vivere in un mondo migliore, fatto di nostalgia di uninfanzia pi felice del presente, ma anche di un sistema di valori solidi in cui ci si ritrovava di pi. Prodotto dalla casa di produzione bolognese Popcult di Giusi Santoro, il progetto ha un budget molto ridotto, circa 170.000 euro, ma ha lambizione di rivolgersi al grande pubblico, visto che tratta un tema di tradizione popolare caro a pi generazioni. Il documentario solitamente inteso come un genere di nicchia - spiega Santoro - la nostra sfida aver scelto di trattare un argomento popolare attraverso uno strumento narrativo di grande qualit, con lintento di coinvolgere il maggior numero di appassionati possibili. Un coinvolgimento anche pratico, dato che la post-produzione del film avverr tramite crowdfunding, il sistema di finanziamento dal basso che permette di supportare progetti creativi come questo. Subbuteopia ha scelto il sito Verkami per
I gol dalla bandierina del mitico Palanca e la mano subbuteista de dios maradoniana
I primi ad avere lidea furono quelli di Cocktail damore, il programma Rai dedicato agli anni ottanta (era condotto da Amanda Lear) che nel 2003 mise il mitico bomber del Catanzaro Massimo Palanca davanti a un tavolo di Subbuteo e gli disse: ci faccia vedere come segnava dalla bandierina del calcio dangolo (e dopo di lui Nela, Galderisi, Vignola...). Quindi qualche anno fa spuntato il sito www.super-subs.co.uk, messo in piedi da un pap che voleva iniziare il figlio di 8 anni alla magia del Subbuteo. Insoddisfatto dei nuovi calciatori in miniatura con tanto di figurina, il pap ha acquistato su ebay lInghilterra originale degli anni 70, poi il Brasile dell82, poi la Francia e per renderle un po pi accattivanti agli occhi del bambino ha provato a ripitturarle. Troppa fatica e poi quel giocatore francese coi capelli nature sembrava pelato e ricordava tanto Zidane... Cos padre e figlio hanno deciso di pitturare un Materazzi azzurro e inscenare la famosa testata del 2006. Ne nata una serie subbuteista che comprende la mano de dios maradoniana, lo sputo di Rijkaard a Voeller, la danza di Roger Milla alla bandierina, la testa insanguinata di Butcher. Tutte acquistabili online sotto forma di maglietta.
raggiungere il goal dei 15.000 euro che permetterebbero al progetto di andare in porto. Sul sito www.verkami.com/projects/1168-s ubbuteopia sono indicate tutte le modalit per aderire (entro fine gennaio) acquistando magliette, Dvd in edizione limitata, con la possibilit di vedere il proprio nome inserito fra i titoli di coda allanteprima ufficiale del film, prevista per il 5 maggio in contemporanea a Genova (a Villa Bombrini nella sede di Genova-Liguria Film Commission, che sostiene il progetto) e a Royal Tunbridge Wells, la citt in cui il Subbuteo fu inventato. Non abbiamo aspettative, ma fa piacere vedere che il pubblico disposto a pagare il biglietto prima ancora che il film sia finito prosegue Giusi Santoro - c un grande entusiasmo che ci ha accompagnato da quando abbiamo iniziato a lavorare sul progetto nel 2010, che cresciuto tantissimo strada facendo, man mano che siamo venuti a contatto con le diverse storie dei protagonisti del film che ci hanno trasmesso una passione vera e genuina per questo gioco. Una passione come quella che spinse i fratelli Parodi, titolari di una piccola ditta a Manesseno, un piccolo paese nellentroterra di Genova, a intentare uneroica causa contro la multinazionale dei giocattoli americana Hasbro, dopo che questa nel 2000 aveva deciso di interrompere la produzione, convinta che lavvento dei videogiochi avrebbe relegato in soffitta il celebre panno verde. Per continuare lattivit del padre Edilio, mitico distributore del gioco in Europa sin dal 1971, i Parodi hanno ottenuto la concessione della licenza fino al 2003 vincendo la sfida di tenere in vita il Subbuteo (che hanno ribattezzato Zeugo, cio gioco, in genovese) che tuttora
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sua forza,le sue paure, il suo sudore... Noi li pubblichiamo! Abbracceremo le librerie che non fanno parte delle grandi catene perch non snobbano sulla base dei numeri di vendita ma consigliano sulla base della qualit. Usciremo in edicola perch crediamo che insieme a un buon quotidiano di notizie, il nostro spirito abbia bisogno di immagini di eroi. Di atleti che ricordino Ulisse oppure Robinson Crusoe o ancora i tre moschettieri. Senza presunzione ci permettiamo di presentarveli. Usciremo online perch amiamo le lettere scritte con la migliore stilografica e le mail che raggiungono il mondo in un istante. Siamo una Manifattura Fotografica italiana orgogliosa di abbracciare i diversi colori del mondo attraverso lo sport, la fotografia, la vita. Non siamo presuntuosi, solo pazzi. Concedetecelo. Ogni numero contiene un racconto curato dalla Scuola Holden di Torino. Nel prossimo annunciato un reportage sul velista Alex Bellini.
Le foto del subbuteo di queste pagine sono state scattate da Andrea Dalpian durante le riprese di Subbuteopia
conta milioni di giocatori dilettanti e competizioni ufficiali in pi di 30 differenti Paesi nel mondo (Europa, Usa, Singapore, Argentina, Canada, Sudafrica). La vicenda dei Parodi d lavvio al documentario ma la storia prosegue e si intreccia con quelle di altri protagonisti, che della dedizione al Subbuteo hanno fatto una vera e propria malattia, come linglese Stephen Moreton, che nel suo salotto di casa ha costruito The stadium of fingers, unarena di 100.000 persone in miniatura (costruite a mano) assiepate sugli spalti, comprese quelle di amici e conoscenti, con effetti sonori da stadio e illuminazione per le partite in notturna. Nel film spesso il concetto di competizione viene sostituito da quello di socialit e il Subbuteo diventa un pretesto per fare, perch no, anche politica. L'Unione dei Subbuteisti Socialisti Rivoluzionari un gruppo di militanti politici, con tanto di Manifesto per diffondere gli ideali del socialismo anche nel Subbuteo, che organizza tornei nei luoghi della Resistenza, come quello a Villa Cervi, nel reggiano, ogni 25 aprile per mantenere viva la memoria storica. LU.S.S.R. oltre ad avere un proprio regolamento, considera il Subbuteov un ottimo strumento per superare l'individualismo e la falsa morale della societ moderna. Ma c anche chi, pur con un presente di tutta rispettabilit, al Subbuteo ha legato i ricordi di un passato glorioso. Andrea Piccaluga, ora docente accademico a Pisa, in passato stato una delle leggende degli appassionati di questa disciplina. Nel 1978 vinse il Campionato del Mondo Juniores e nel documentario racconta lincredibile storia del suo dito di bambino assicurato per cifre esorbitanti.
Passando per la Maidenhead Subbuteo Fair, un evento nei pressi di Londra a cui partecipano migliaia di appassionati per scambiarsi squadre o altri gadgets, si arriva ai coniugi Mark e Mary Parker, artigiani che campano realizzando le pedine dipinte a mano e vendendole in tutto il mondo, anche via internet, e che hanno trasformato quella che era un passione in un lavoro e in una filosofia di vita. Tante pagine per raccontare di un interesse ancora vivissimo per il calcio in miniatura, con un tratto comune. Quello che unisce tutti gli appassionati che abbiamo incontrato la ricerca di una situazione esistenziale migliore spiega ancora il regista Nosari ciascuno di noi, in qualche modo, alla ricerca delle proprie radici e col Subbuteo le pu proiettare nel futuro in maniera un po pi solida.
Compagno, giocare a Subbuteov molto pi salutare che stare seduti a discutere di socialismo, specialmente quando la sedia si trova alla Lubjanka... . La riflessione, inoppugnabile, proviene dal forum dellU.S.S.R., lUnione dei Subbuteisti Socialisti Rivoluzionari, un gruppo di militanti politici che ha deciso di costituirsi con un obbiettivo ardito: unire la politica al Subbuteo. Nata intorno ad un forum, nel quale si possono leggere il Manifesto e il regolamento ad hoc in cirillico del Subbuteov (che stigmatizza il ricorso a termini poco sovietici come back, automatick flick, eccetera), lUnione partita da alcuni amici del club I Cento Passi di Fidenza, e si via via ingrandita, coinvolgendo appassionati e miltanti di altre zone dItalia. Per capire di cosa si occupa esattamente abbiamo intervistato Ferro, uno dei due Presidenti eletti dal Comitato dellU.S.S.R., che composto in tutto da altri due membri. Quando avete deciso di fondare lUnione? Tutto partito da questo forum, che era gestito da persone sulla stessa linea donda politica e che partecipavano alle iniziative sociali del circolo, oltre che giocare a Subbuteov. La nostra idea di utilizzare il momento del gioco non solo per lo svago ma anche per trasmettere determinati valori legati alla storia della nostra terra, anche se con un taglio assolutamente ironico. Cosa sono il Torneo Patto di Varsavia e la Coppa della
Rivoluzione? Sono alcuni dei nostri tornei: partecipano squadre di provata fede socialista, liscrizione si paga in rubli e il ricavato viene devoluto ad Emergency. Il primo toneo stato Subbuteov e radici, quello che da qualche anno organizziamo alla vigilia della Festa della Liberazione: vi sono 16 squadre, intitolate alle citt resistenti delle province di Parma e di Reggio che si liberarono prima dellarrivo degli americani. Giochiamo a Subbuteov ma facciamo anche una retrospettiva storica per mantenere viva la memoria del nostro passato. Nei tornei di Subbuteov cambia qualcosa rispetto a quelli tradizionali? Non giochiamo mai con la stessa squadra, perch ciascuno viene sorteggiato, cos chi vince non la persona ma sempre la squadra. Non un campionato selettivo, ma inclusivo: tutti possono giocare. Anche chi non lo hai mai fatto, pu venire da noi e provare a dare due pinghelle, se vuole. Oltre ad avere un taglio politico, lUnione organizza anche iniziative
di carattere sociale? S, ad esempio in giugno abbiamo collaborato con il Comune di Reggio Emilia per uniniziativa intitolata Tutti i colori del Subbuteov, in cui abbiamo organizzato un torneo per i bambini di un quartiere difficile a ridosso della stazione ferroviaria, la maggior parte dei quali immigrati cinesi e di altre etnie. E stato unoccasione di incontro e di integrazione e abbiamo dato loro la possibilit di confrontarsi con questo gioco e di passare una giornata diversa dalle altre. Sono piccole cose che per noi hanno un grande significato. Perch pensate che il Subbuteo possa trasmettere alcuni ideali rispetto ad altri giochi? Perch un gioco un po particolare, con determinati valori che vanno dalla lealt in campo al rispetto regole, al cercare di vincere senza fregare lavversario. Sono cose legate a unidea del calcio che ormai passata, cancellata dalle pay tv, e che vanno in netto contrasto con la societ contemporanea. Forse il Subbuteo pu aiutarci a ricordarle pi spesso.
COMMUNITY
Old Subbuteo, il gioco vecchio stile che unisce appassionati, collezionisti e nostalgici in tutta Italia
Nella riscoperta del Subbuteo, un ruolo importante lha giocato la Community Old Subbuteo che nasce nellagosto 2006 in un momento in cui questo splendido gioco sembrava destinato all'oblio o alla sua trasformazione in attivit prettamente agonistica . Attraverso una fitta rete di contatti e amicizie, il suo forum - oldsubbuteo.forumfree.it - presto diventato il principale luogo di aggregazione degli appassionati del gioco old style in Italia. Il primo club, lOsc Longobardo, si form allora nella Torre Colombera di Gorla Maggiore (Varese), cinque anni e mezzo dopo ce se sono ovunque sparsi in tutto lo stivale, dagli Uforobot di Verona allOsc Molfetta di Bari. La Community rivolta ai giocatori, ai collezionisti, ai nostalgici e a tutti tutti gli appassionati che non hanno mai dimenticato il significato del gioco e del divertimento e che vogliono ritrovare lo stesso spirito riscoprendo il Subbuteo degli anni '70 e '80. Per chi vuole giocare o semplicemente curiosare, Old Subbuteo organizza eventi a livello locale e nazionale, vere e proprie feste dedicate al mondo del Subbuteo, ai suoi giocatori e ai collezionisti. Lattivit Old Subbuteo, il forum, le serate nei vari club e gli eventi nazionali promuovono la passione per il Subbuteo, vivendola con spirito old, dove la seriet ed il rispetto per le regole del gioco si sposano a momenti di amicizia, aggregazione e divertimento. Trovate tutto su www.oldsubbuteo.it (carlo riccardi) Un manifesto dellUnione dei subbuteisti socialisti rivoluzionari. A sinistra, il poster del Trofeo Patto di Varsavia