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Secondo lei Bernanke prende ordini dai big boys ? O meglio: cosa dovrebbe fare
Bernanke per favorire i big boys... tagliare i tassi o lasciarli così come sono?
I continui rialzi dei tassi di interesse della Federal Reserve che, da maggio 2004 a
giugno 2006 ha condotto i Federal funds dall' 1.0% al 5.25%.
Nello stesso periodo, chi pagava 1200 dollari al mese di rata (1000 capitale + 200
interesse), si è trovato a pagarne 2200: più del doppio e, quindi, nella maggioranza
dei casi, ha dovuto dichiarare bancarotta (da qui la crisi del subprime).
La Fed non sapeva che questo sarebbe stato il risultato finale di quella politica di
continui rialzi?
Le banche "amiche" della Fed ci hanno rimesso dei denari (a causa di quei crediti
inesigibili)?
Neanche per la capa; quei mutui sono stati cartolarizzati: "spezzettati, mescolati e
shakerati" per essere "serviti", con l'accattivante nome di "obbligazioni strutturate",
nei portafogli di ignari risparmiatori in giro per il mondo.
Le banche creditrici, dunque, hanno già ripreso i loro denari, interessi compresi.
Il taglio dei tassi di interesse serve a dare ossigeno (denaro più abbondante) alle
"finanziarie" (tutti quei saltafossi che sono proliferati a seguito del boom dei mutui
immobiliari) in prossimità del tracollo (immaginate un malato terminale, cui si
somministra un po di ossigeno e di morfina) in modo da impedire un disastro
imminente e rimandarlo al prossimo anno.
Perché rimandarlo?
Per lo stesso motivo per cui un ammalato di polmonite non si salva di certo
somministrandogli più ossigeno e più morfina. Se il sistema finanziario mondiale ha
in se i germi della malattia (situazione debitorie traballanti), l'unica soluzione è far
esplodere la crisi ed assorbire le perdite. Esattamente come una malattia si cura con
l'inevitabile febbre e la successiva (spesso lunga) degenza.
Non si "cancella" una polmonite con qualche pillola: occorre "farla sfogare" e darsi il
tempo di "recuperare".
Non si salva un debitore insolvente prestandogli qualche dollaro in più: occorre farlo
fallire ed assorbire quella perdita (che, come detto, non è delle banche ma dei
risparmiatori che hanno comprato quelle "strutturate" di cui sopra).
Est modus in rebus dicevano i latini; nel nostro caso, non c'è alternativa al tracollo
dei mercati e, se io fossi Bernanke e fossi "amico" dei BB, farei in maniera di arrivare
allo showdown, quando ci sarebbero .... più polli nell'aia.
L'ipotesi del 27 agosto (vedere relativo report) prende sempre più consistenza, ed
adesso, anche il Taylor di medio termine, ne delinea più precisamente i contorni
........
........ da fine luglio ad oltre metà settembre una figura di accumulazione (tipo Testa
e spalla) su un ciclo tracy+2, ad "avviare" un nuovo ciclo annuale (in sintonia con la
nota relazione temporale: nuovo ciclo= accumulazione^4).
Il massimo del ciclo in Taylor in corso si è realizzato intorno alla chiusura di venerdì
(la figura sotto mostra la velocità centrata) ......
...... così come anticipato dal ciclo dei volumi dei BB a quattro ore (barre verticali
blu) ed a tre giorni (barre gialle) che, alle 13.30, indicavano già il successivo
massimo.
Notizie flash:
Domenica con l’amaro in bocca per l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, angosciato
negli ultimi trent’anni, che garantirebbe riserve per oltre 38 miliardi di barili.
Dopo il provvedimento di sospensione dei lavori per tre mesi imposto dalle autorità del Kazakhs
il ministro dell’Ambiente, Nurlan Iskakov, è tornato sul tema ventilando la possibilità che lo stop
guidato da Eni non avrà “migliorato il proprio risultato”.
Fonti vicine al negoziato in corso tra le autorità kazake e i vertici di Eni indicano il 5 settembre c
italiana dovrebbe presentare una proposta di “compensazione adeguata” non solo sotto l’aspett
questo senso si erano indirizzate la scorsa settimana le parole del ministro delle Finanze, Daulet
del consorzio. Uno scenario che ricorda quanto accaduto a Royal Dutch Shell in Russia. Il coloss
paravento delle violazioni ambientali a rinunciare al controllo del giacimento Shaklin2 a favore d
Proprio la Russia potrebbe nascondersi dietro alle retromarce del governo di Astana. L’interesse
del petrolio stabilmente sopra i 60 dollari al barile. Sarebbe Lukoil, secondo i mezzi di informazi
consorzio guidato da Eni.
La situazione che si trova ad affrontare Eni non appare tuttavia così complicata ma certamente i
stessa Royal Dutch Shell, Total, Inpex e la kazaka KazMunaiGaz, sarà chiamato a rivedere le quo
Intanto Eni prepara le proprie risposte negoziali con l’amministratore delegato Scaroni atteso ne
Romano Prodi, prevista per ottobre.