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Joyce

Finnegans
Wake
H.C.E.

traduzione di Luigi Schenoni


introduzione di Giorgio Melchiori

con testo a fronte

BIBLIOTECA v
Arnoldo MondadorTEdttore
Biblioteca
collana economica di classici
James Joyce

Finnegans Wake
H.C.E.
Introduzione di Giorgio Melchiori
Traduzione e Appendici di Luigi Schenoni
Bibliografìa di Rosa Maria Bosinelli

Arnoldo Mondadori Editore


Introduzione
Cronologia
Bibliografia
Nota del traduttore
Introduzione

0.1. Una copia rilegata di bozze di Finnegans Wake venne recapitata a


Joyce a Parigi in tempo per il 2 febbraio 1939, per rispettare la consue­
tudine che voleva che le sue opere venissero pubblicate il giorno del suo
compleanno. Era il suo cinquantasettesimo, mentre Uiysses era appar­
so nella ricorrenza del suo quarantesimo, il 2 febbraio 1922. Per
celebrare l’evento, quella sera del 1939, la nuora Helen aveva fatto
preparare dal miglior pasticciere di Parigi un dolce che riproduceva le
copertine dei sette libri pubblicati fino allora da Joyce e dominati
appunto dall’ultimo, il più grande di tutti. Per Joyce nessun altro libro
si sarebbe più aggiunto a quei sette. Quando, poco più di un anno
dopo, un amico lo andò a trovare nell’albergo di Saint Gérand-le-Puy
dove era sfollato dopo lo scoppio della guerra, e gli chiese se avesse
progetti o se stesse scrivendo qualcosa, Joyce rispose: «No. Sto rileg­
gendo e rivedendo Finnegans Wake... aggiungo delle virgole». E quan­
to ai suoi piani, disse di non averne - al massimo avrebbe scritto
«qualcosa di molto semplice e di molto breve». Ed è vero che, anche se
non ci fosse stata la guerra, ed anche se la morte non lo avesse colto di lì
a pochi mesi, Joyce non avrebbe potuto aggiungere altri volumi a quelli
rappresentati nella famosa torta per il suo compleanno: Finnegans
Wake era stato concepito come una «storia universale», la suprema
sintesi verbale del creato - che altro compito spettava al suo autore se
non quello di aggiungere qualche virgola, di rendere qua e là ancor più
complessa e pregnante questa gigantesca epica del linguaggio umano?
X Introduzione

0.2. Rtnnegans Wake è un’ultima meta raggiunta, al termine di una


via senza ritorno; lo è in quanto conclusione di un ciclo percorso dal
suo autore per intiero nel giro di quasi quarant’anni, con estrema
coerenza. Dalle prime «epifanie» composte intorno al 1900 - ossia la
rappresentazione di momenti privilegiati colti nella banalità del discor­
so quotidiano come improvvise manifestazioni dell’essenza più segreta
del reale - Joyce era passato agli «epicleti», le rivelazioni della natura
interna e segreta di situazioni non più momentanee e circoscritte nello
spazio, che presero la forma, fra il 1904 e il 1907, dei racconti di Gente
di Dublino-, l’esperienza si era fatta più soggettiva nell’indagine sullo
sviluppo spirituale di un uomo portata a termine nel Ritratto dell’artista
da giovane (1914); e fu da quel libro (soggetto ad una travagliata
gestazione per la difficoltà di trovare una forma narrativa adeguata, una
struttura portante per una serie di illuminazioni interne ad un unico
personaggio che si identificava con l’autore) - fu da quella esperienza
che prese le mosse il romanzo che appare tuttora come una summa
della cultura moderna, summa antropologica in quanto, come ebbe a
definirlo l’autore stesso, «epica del corpo umano»: l’Ulisse, la moderna
Odissea, venne così descritta da Joyce nella lettera inviata il 21 settem­
bre 1920 a Carlo Linati insieme ad un «sunto-chiave-scheletro-sche­
ma» dell’opera: «E l’epopea di due razze (Israele-Irlanda) e nel medesi­
mo tempo il ciclo del corpo umano ed anche la storiella d’una giornata
(vita)... Sette anni, lavoro ora a questo libro - accidenti! E una specie di
enciclopedia, anche. La mia intenzione è di rendere il mito sub specie
temporis nostri». Ulisse dunque, adottando la definizione settecentesca
del romanzo come poema eroicomico in prosa, esplorava e ricostruiva
la figura e la condizione dell’uomo nella trinità dei suoi protagonisti,
Leopold Bloom, Stephen Dedalus e Molly Bloom. Il libro appariva
come una realizzazione definitiva, e si comprende come, per più di un
anno dopo la sua pubblicazione, Joyce rimanesse inoperoso: qualun­
que nuova impresa letteraria non avrebbe potuto essere altro che un
superamento dell’approdo raggiunto, non più un viaggio di ritorno in
patria come quello dell’UZme omerico, ma la partenza, per spirito di
avventura, alla ricerca di territori inesplorati oltre i confini di quell’uni­
verso umano del quale il grande romanzo joyciano aveva fornito una
mappa tanto dettagliata e accurata. Joyce ebbe effettivamente la forza
di trasformarsi nell’Ulisse dantesco, di affrontare il nuovo viaggio, ben
consapevole del rischio di perdersi nel nulla come il suo leggendario
predecessore.
Introduzione XI

0.3. Il primo annuncio è in sordina, alla fine di una lettera inviata da


Parigi 1’11 marzo 1923 a Harriet Shaw Weaver, l’ammiratrice e amica
devota senza il cui aiuto egli non avrebbe potuto pubblicare il Kitratto o
scrivere Ulisse. Joyce, in attesa di una nuova operazione agli occhi, era
in quei giorni praticamente cieco. «Ieri», egli dice, «ho scritto due
pagine - le prime dopo il “Sì” finale di Ulisse. Avendo trovato una
penna, con una certa difficoltà le ho ricopiate in caratteri cubitali su un
foglio protocollo doppio in modo da poterle leggere. Il lupo perde il
pelo ma non il vizio, dicono gli italiani [la frase è infatti in italiano nella
lettera]. Il che vuol dire che il leopardo non può togliersi le macchie.»
Le due pagine che Joyce scrisse il 10 marzo 1923 non sono le prime due
di Finnegans Wake-, totalmente trasformate, nella versione definitiva
apparsa nel 1939, esse figurano come pagine 380-82, in chiusura del
terzo capitolo del secondo dei quattro libri in cui Joyce organizzò la sua
nuova opera. Se per elaborare la struttura deH’U/Ase erano occorsi otto
anni, quella di Finnegans Wake ne richiese il doppio. Il modello è
sempre il medesimo: anche Finnegans Wake è un poema eroicomico in
prosa; troppo spesso ci si dimentica che alla base delle due opere
maggiori di Joyce vi è un elemento ludico, di gioco, di divertimento.
Anzi, questo elemento è ancora più accentuato in Finnegans Wake,
dove la parodia diviene struttura portante sul piano linguistico. L’inno­
vazione, il nuovo punto di partenza emergente già in quelle prime frasi
scritte nel 1923 non risiede nell’impostazione formale o concettuale:
Finnegans Wake, come Ulisse, è una esplorazione e ricostruzione della
natura dell’uomo in forme ad un tempo epiche e comiche. Come Joyce
ebbe a spiegare al suo amico Eugène Jolas, «Avrei potuto scrivere
questa storia nella maniera tradizionale. Qualunque romanziere ne sa la
ricetta. Non è molto difficile seguire uno schema semplice, cronologi­
co, che i critici capiscano. Ma io, alla fin dei conti, cerco di raccontare la
storia di questa famiglia di Chapelizod in modo nuovo. I veri protago­
nisti del mio libro sono il tempo e il fiume e il monte. Tuttavia le
componenti sono quelle che qualunque altro romanziere potrebbe
usare: l’uomo e la donna, la nascita, l’infanzia, la notte, il sonno, il
matrimonio, la preghiera, la morte. Non v’è nulla di paradossale in
tutto questo. Però io cerco di costruire diversi piani narrativi con un
unico scopo estetico. Hai mai letto Laurence Sterne?». La novità di
Finnegans Wake va dunque ricercata altrove. Se ne vogliono qui indica­
re due direttrici essenziali.
xn Introduzione

0.4. Il tempo. Insieme al fiume e al monte esso è il protagonista del


romanzo, così da costituire una nuova trinità in sostituzione di quella
rappresentata da Bloom-padre, Stephen-figlio, Molly-madre (e cioè la
donna, la carne che sostituisce lo spirito) in Ulisse. Il monte (il promon­
torio di Howth sulla baia di Dublino) e il fiume (il Liffey che attraversa
la città) assumono caratteri antropomorfi, rispettivamente il taverniere
Humphrey Chimpden Earwicker e sua moglie Anna Livia Plurabelle;
ma diversamente da quanto avviene in Ulisse, questi personaggi non
conservano la loro identità attraverso tutto il romanzo: H.C.E. è anche
Here Comes Everybody, ossia Ognuno, l’uomo attraverso i tempi, da
Adamo a Noè, a Cromwell, a Cesare, a Napoleone, a Wellington, a
Parnell, ad altri infiniti personaggi della storia e della leggenda, fino al
muratore Tim Finnegan che figura in una celebre ballata popolare - è
l’uomo comune e insieme il padre dell’umanità (un altro suo nome è
Haveth Childers Everywhere), è insomma il dio padre onnipresente in
un universo che esclude la dimensione metafisica; allo stesso modo
Anna Livia è Èva e tutte le donne, compresa Livia Veneziani Schmitz, la
vedova del grande amico di Joyce Italo Svevo- e la proiezione nell’uni­
verso umano di Maria Vergine Madre. Queste continue metamorfosi di
cui si sostanzia l’intero libro e il contesto in cui i due personaggi si
muovono (l’altrettanto cangiante «famiglia» di H.C.E., i gemelli Shem
e Shaun, la figlia Issy) sono tutti opera del terzo protagonista che è
appunto il Tempo, ossia la Storia in cui l’umanità si muove. E a questo
punto conviene chiarire un equivoco relativo alla visione storica di
Finnegans Wake. Poiché il libro, anche in base ad affermazioni dell’au­
tore, è stato visto come una sorta di negativo fotografico di Ulisse -
Ulisse era la storia di una giornata di Leopold Bloom, Finnegans Wake
è la notte di H. C. Earwicker che, immerso nel sonno, evoca il fluire
della storia universale - un critico autorevole e acuto come Harry
Levin, sottolineando il carattere onirico dell’opera, l’ha definita «l’in­
cubo della storia». Questa concezione negativa della storia come incu­
bo, benché enunciata da Stephen Dedalus nel secondo capitolo di
Ulisse, era già stata smentita nello stesso romanzo se non altro dal
grande monologo finale di Molly Bloom nel suo dormiveglia, concluso
da quel «Sì» che costituiva appunto l’accettazione della condizione
umana nella dimensione storica. Finnegans Wake è l’indefinita esten­
sione di quel «Sì», presentando, come si è detto, una visione della storia
racchiusa nei confini della mente umana e soggetta alla testimonianza
dei sensi, una storia che si muove nell’ambito del fisico e non del
Introduzione xin
metafisico; e proprio per questo il nuovo romanzo segna il superamen­
to di quell’incubo grazie all’accettazione della storia come unica condi­
zione possibile per l’uomo.

0.5. Il linguaggio. Il recupero della storia avviene attraverso la parola


- ed è quella linguistica appunto la seconda e più vistosa innovazione
che distingue Finnegans Wake dalle opere precedenti, e non da quelle
di Joyce soltanto. Si è parlato di ossessione verbale, disintegrazione del
linguaggio, in quanto il tessuto linguistico appare deformato per rece­
pire sempre nuove possibilità semantiche. Sta di fatto che Finnegans
Wake è una esplorazione delle potenzialità comunicative della parola
fino ai loro limiti estremi. Nello sforzo di convogliare un’infinita gam­
ma di significati, una molteplicità di livelli di ricezione, la lingua si
trasforma: il libro, si è detto, non è scritto in inglese ma in un idioma
inventato, il Finneganese, che è la somma (o meglio la caotica miscela)
di tutte o quasi le lingue conosciute, compresi gli ideogrammi. Anzi,
ogni parola è la trascrizione in lettere del nostro alfabeto di un ideo­
gramma, e quel che conta è la complessa e ambigua suggestione del
tessuto sonoro. V’è forse una parte di verità in queste affermazioni; ma
se venissero accolte integralmente comporterebbero la totale intraduci­
bilità di quel linguaggio, sia in termini di trasposizione in altri codici
linguistici, sia di trascrizione in chiaro a livello culturale o ideologico;
insomma, ne sarebbe impossibile ogni decodificazione, e Finnegans
Wake rimarrebbe il più imponente monumento mai eretto alla incomu­
nicabilità. Così non è. Un limite estremo è raggiunto ma non superato;
come Joyce ebbe a dire al suo amico Auguste Suter, «Je suis au bout de
l’anglais». E un linguaggio dunque ancora legato a radici sicure. Sbaglia
chi considera l’ultima opera di Joyce come un magma indistinto di tutte
le lingue della terra: Joyce, l’esule volontario dalla sua Irlanda, il
poliglotta che a Trieste, a Zurigo, a Parigi, aveva saputo far sue tante
lingue e culture diverse, era tuttavia consapevole della necessità di
rimanere ancorato alla cultura e alla lingua di origine, non annullandola
nella pluralità delle altre, ma assumendola come struttura portante,
come principio organizzatore di tutte le altre. In Finnegans Wake egli
volle, sì, risalire alle fonti prime del linguaggio e della cultura umana,
ma per lui, James Joyce, irlandese anglofono, quella cultura originaria
non poteva essere che gaelica, quella lingua originaria non poteva
essere che inglese. Le altre culture, le altre lingue divengono tributarie
di un amalgama estremamente complesso ma non caotico, se non nella
XIV Introduzione

misura in cui il cosmo stesso è caos, o come egli scrive, chaosmos. Il


linguaggio di Finnegans Wake è da leggere con l’orecchio: quel che
conta non è la valenza semantica della singola parola (proprio perché in
ogni caso è una valenza multipla), ma l’accento, la cadenza, il tono del
discorso parlato. Il giuoco parodistico non si esercita sulle singole
parole, ma su unità strutturali ben più ampie: sono interi versi, frasi
fatte, slogan, invettive, bestemmie, filastrocche infantili, formule ritua­
li, citazioni letterarie e via dicendo che vengono echeggiate nei loro
ritmi più che nella sequenza fonematica, organizzandosi in ampie ed
articolate unità enunciative, in un inglese pronunciato con accento
irlandese. Non si tratta dunque di disintegrazione linguistica, ma piut­
tosto di reintegrazione, la trasposizione sul piano verbale, ossia nel
medium di comunicazione disponibile all’autore, del carattere labirinti­
co e ambiguo dell’esperienza storica e della sua apprensione da parte
della mente umana. Umberto Eco ha indicato nella parola meandertale,
che ricorre abbastanza vicino all’inizio del libro (p. 18, riga 22), e della
quale ha seguito i percorsi semantici, una delle migliori definizioni del
libro stesso: tale è appunto il racconto, la storia narrata, meander ne
evidenzia la tortuosità, l’aggirarsi del racconto nel labirinto della storia
- ma Neanderthal rimanda alle origini dell’uomo e del linguaggio
umano e presuppone alle radici della storia una visione antropologica e
antropocentrica anziché teologica e teocentrica. V’è infine un altro
equivoco da dissipare: proprio sulla base del nuovo linguaggio, Finne­
gans Wake è stato considerato al polo opposto di quelle «epifanie» da
cui Joyce era partito; anche in questo caso sembra vero il contrario.
L’epifania era la rivelazione dell’essenza, dell’identità segreta di un
oggetto o di un discorso tratto dalla banalità del quotidiano. Che
cos’altro è il linguaggio dell’ultima opera di Joyce se non l’epifanizza-
zione del noto, del familiare, del banale nel nostro linguaggio, mediante
la sua proiezione in un metalinguaggio che ne intensifica fino al limite
estremo i contenuti semantici, così che la banalità diviene memorabile?
Finnegans Wake è un’unica, gigantesca epifania: l’epifania del linguag­
gio umano.

1. L’epifania di Ognuno: fabula, storia, linguaggio


1.1. Nelle pagine che precedono sono state tentate varie definizioni
di Finnegans Wake, ma è proprio la natura del libro che rifiuta ogni
Introduzione XV

classificazione, ogni interpretazione univoca. Piuttosto che le parole,


due immagini grafiche sono forse le rappresentazioni più eloquenti: la
prima stesura della prima pagina del libro, un foglio pieno di cancella­
ture, riscritture, aggiunte marginali, con due tratti incrociati che lo
annullano - una pagina in cui i ripensamenti e le omissioni rispetto a
quella che sarà la forma definitiva sono più significativi del testo già pur
tanto ricco e complesso che essa contiene; l’altra immagine è il famoso
disegno leonardesco delle «proporzioni del corpo umano», in cui la
figura dell’uomo è racchiusa in un quadrato e in un cerchio - non per
nulla Joyce definì la scrittura del suo libro thè circling ofthesquare, non
la quadratura del circolo ma la circolazione del quadrato, con allusione
alla forma appunto circolare del libro, la cui ultima frase si continua
nella prima, mentre la sua struttura interna si dispone in quattro parti,
con un giuoco di corrispondenze alla concezione ciclica della storia
suggerita da Giambattista Vico. Quale miglior commento di questo alle
prime tre righe del libro che nella stesura iniziale contenevano soltanto
un’allusione al nome del protagonista, l’uomo-montagna indicato dalle
sue tre iniziali «Howth Castle and Environs», ma che in quella definiti­
va aggiungono la menzione di Èva e Adamo e di «a commodius vicus of
recirculation»? Ma si tratta pur sempre di illustrazioni o di emblemi.
L’impalcatura di un romanzo è la fabula, e questa ce l’ha fornita Joyce
nelle parole rivolte a Eugène Jolas che si sono citate più sopra. E la
storia di una famiglia residente nel villaggio di Chapelizod, accanto a
Phoenix Park, alla periferia di Dublino, e tuttavia quel che conta è il
modo in cui la storia è narrata. E qui Joyce chiede all’amico se abbia mai
letto Laurence Sterne.

1.2. Il rinvio al romanziere settecentesco, all’autore del più originale


fra i «poemi eroicomici in prosa», La vita e le opinioni di Tristram
Shandy, gentiluomo, non è casuale. Al contrario, è una precisa indica­
zione di metodo: la tecnica seguita da Sterne è quella della digressione
sistematica. La linea narrativa è una traccia labilissima, continuamente
interrotta da analessi, ampi segmenti extradiegetici, sermoni, trattati,
documenti legali, aneddoti e veri e propri racconti indipendenti, ed
ogni sorta di materiale occasionale e accessorio; e spesso poi il lettore
viene chiamato in causa come presente e partecipe della storia. E
esattamente quanto accade anche in Finnegans Wake, ove per di più
l’uso costante della digressione trova una sua ragion d’essere nella
natura stessa della Storia con la esse maiuscola - la Storia umana non è
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A sinistra. Prima stesura della prima pagina di Finnegans Wake (ms. British
Museum)

Sopra. Leonardo da Vinci: Studio di un corpo umano o «Canone delle proporzio­


ni», Venezia, Gallerie dell’Accademia
xvin Introduzione

che un cumulo di episodi, eventi grandi e piccoli, riferiti in innumere­


voli versioni, spesso contraddittorie, oggetto di indagini a loro volta
soggette a passioni e pregiudizi di parte. Questa instabilità ed evasività
della dimensione storica rende praticamente impossibile - e soprattut­
to inutile- ricostruire in maniera coerente la storia con la esse minusco­
la, ossia la fabula, di Finnegans Wake. E tuttavia è necessario tentare
questa operazione, se non altro per rendere conto della sua effettiva
natura di «romanzo», sempre riaffermata da Joyce. Si cercherà dunque
di farlo nelle pagine che seguono tenendo però sempre presente: a) che
la narrazione si svolge contemporaneamente a diversi livelli, e solo per
comodità di esposizione se ne indicano qui unicamente due, quello che
chiameremo la meta-fabula del gigante Finnegan, e la fabula vera e
propria della famiglia Earwicker; b) che lo stesso avviene per quanto
riguarda i livelli linguistici: in tal caso, come si è visto, quel che governa
l’intero libro è un metalinguaggio dalle infinite potenzialità espressive,
che riproduce programmaticamente la perenne ambiguità della Storia;
cf che gli unici elementi discernibili in ogni storia, sia a livello di fabula
sia a livello di Storia, sono: nascita (origini, creazione, emergenza dal
caos); crescita (infanzia-adolescenza-maturità, generazione o copula,
evoluzione delle civiltà); morte (caduta, comprendente sia il peccato
originale sia il crollo e l’avvicendarsi delle civiltà e degli imperi);
ri-nascita (nell’universo antropocentrico joyciano questo quarto stadio
rifiuta ogni connotazione religiosa, se non sul piano metaforico, e si
colloca esclusivamente come ripresa ciclica, il rinnovarsi di culture e
civiltà, il ricorso storico).

1.3. Sulla base di queste premesse l’esposizione che segue è articolata


in tre parti: 1) Il titolo, il suo significato e la meta-fabula implicita in
esso; 2) Le teorie della Storia sottese all’impianto generale dell’opera;
3) Linee generali della fabula e personaggi.
1.3.1. Il titolo. E noto che Joyce, pur avendo deciso assai per tempo
(certamente già agli inizi del 1924, ma probabilmente prima ancora)
quale titolo dare al suo nuovo romanzo, non volle renderlo di pubblica
ragione fino a che il libro non fosse stato completato e già in corso di
stampa. Nella sua corrispondenza con gli amici egli designava l’opera
con un quadrato □ (emblema delle quattro parti in cui sarebbe stata
suddivisa), e i vari frammenti che venne pubblicando separatamente
andavano sotto il nome di Work in Progress - Lavoro in corso, gioco di
parole sulla scritta Works in progress sui cartelli che segnalano interru­
Introduzione XIX

zioni stradali per lavori. Dopo aver vincolato al segreto la moglie Nora,
alla quale l’aveva confidato, egli offerse un premio di mille franchi a
quello fra gli amici che lo avesse indovinato. Soltanto il 2 agosto 1938
Eugène Jolas trovò la risposta giusta, e Joyce gli corrispose il premio in
un sacco di monete da dieci franchi. Non era infatti facile arrivare alla
risposta: il titolo sembra estraneo al contenuto essenziale del libro.
Finnegans Wake (con l’apostrofo del genitivo sassone, che invece è
omesso nel titolo joyciano e se ne vedrà il perché) vale «La veglia di
Finnegan», o più propriamente la veglia per Finnegan, poiché si tratta
della veglia funebre alla salma di Finnegan, ed è il nome di una
popolarissima canzone da osteria irlandese, in forma narrativa, ciascu­
na strofa della quale ha un ritornello che invita tutti a ballare e si
conclude con le parole
Isn’t it thè truth Fve told you,
Lots offun at Finnegan s Wake?
[Non è vero quel che ti ho detto,
Che ci si diverte alla veglia per Finnegan?]

Occorrerà ricordare che Finnegans Wake è inteso anche come un


gioco, un divertimento, una lettura spassosa. La canzone riguarda il
muratore irlandese Tim Finnegan, che ha l’abitudine, per darsi forza,
di «bere un goccetto» quando s’alza ogni mattina; gli accade così di
cadere dalla scala mentre porta i mattoni per costruire un muro (come
lo Humpty Dumpty della celebre strofetta infantile), e di rompersi la
testa. La salma viene portata a casa e deposta sul letto «con un gallone
di whiskey ai piedi e un barilotto di birra al capezzale». Comincia la
veglia funebre, durante la quale la.vedova fornisce agli amici tè e
pasticcini, poi «pipe, tabacco e punch al whiskey». Fra le donne
presenti nasce però una discussione sulle qualità del defunto, e ben
presto si trasforma in una rissa generale; un bicchiere di whiskey,
scagliato contro uno dei contendenti, finisce invece sulla salma di Tim,
che balza dal letto esclamando: «Passate in giro il whiskey come
diavoli; anime dannate, credete che io sia morto?».
Ecco in termini giocosi la parabola della Storia (e perché non quella
di tanti miti classici e di quello cristiano?): Tim voleva-dice la canzone
- «salire nel mondo»; si alza al mattino (nascita), sale sulla scala
(crescita), ne precipita (caduta-morte), e infine resuscita (ricoiso). Si
consideri poi il nome, tipicamente irlandese, di Finnegan, scomponibi­
le in Finn-again («di nuovo .Finn», ossia il ritorno di Finn): Tim
XX Introduzione

Finnegan è proiezione del mitico gigante e saggio Finn MacCool (o


MacCumhal = figlio di Cumhal), fondatore e capo dei Fianna, ossia i
Feniani, gli intrepidi guerrieri dell’antica Irlanda (da loro, nel secolo
scorso, prese il nome il movimento per la liberazione dell’Irlanda
dall’Inghilterra); secondo la leggenda del ciclo ossianico (il bardo
Ossian o Oisin era figlio di Finn), quando Finn MacCool cadde, la sua
testa formò il promontorio di Howth (Howth Head o Howth Castle), il
suo corpo occupò tutta la sponda settentrionale del fiume Liffey, su cui
venne eretta la città di Dublino, e i piedi si trovavano a Phoenix Park,
all’estremità nord-occidentale della città; il gigante, secondo una cre­
denza popolare, dorme, ma si desterà un giorno per soccorrere la sua
gente. Finn MacCool dunque si identifica (ma allo stesso tempo è
qualcosa di diverso) con Howth Castle and Environs (Capo Howth e
dintorni, cioè Dublino), che è appunto uno dei nomi dati da Joyce al
protagonista del suo romanzo, H. C. Earwicker. Il libro, ebbe a dire
l’autore, «è il sogno del vecchio Finn, che, morto, giace disteso lungo il
fiume Anna Liffey [Anna Livia, la sua sposa] e osserva la storia dell’Ir-
landa e del mondo - passato e futuro - scorrergli attraverso la mente
come rifiuti sul fiume della vita». Finn MacCool è dunque anche il
«narratore» segreto del romanzo, e in tale sua qualità si distingue da
H. C.E. che è un personaggio nella narrazione: Finnegans Wake è il
sogno di Finn, mentre il sogno di H.C.E., specialmente nelle ultime
parti del romanzo, è un sogno nel sogno. Si intende così perché il nome
di Earwicker non compaia nel primo capitolo del libro ma soltanto nel
secondo; e perché egli appaia in principio solo come iniziali (Howth
Castle and Environs), mentre il racconto si sposta subito alla presenta­
zione di Tim Finnegan, e prosegue con la sua caduta, la veglia e via
dicendo, mentre soltanto nell’ultima pagina del capitolo (dalla penulti­
ma riga di p. 28) H.C.E. viene a prendere il suo posto: «Perché sia pure
sibstituto di uno stessonimo salmone vagabondo, c’è già un uomo
grande...».
Quando poi nel titolo si abolisca l’indicazione del genitivo sassone,
ecco che Finnegans diviene plurale, tutti i Finn-again, la stirpe dei Finn,
le nuove generazioni; e Wake non è più il sostantivo che indica «ve­
glia», ma la terza persona plurale presente del verbo to wake, «esser
desto, risvegliarsi»: «I Finn si ridestano», o, come verrebbe fatto a noi
di dire, si scopron le tombe, si levano i morti, si svelano i misteri della
storia.
I. 3.2. La Storia. È tempo ora di vedere in quale modo Finnegans
Introduzione XXI

Wake rivela questi misteri, ossia quale visione della Storia funge da
sottostruttura alla sua gigantesca saga. Ma non appena si awii questa
ricerca si rimane sconcertati dallo scoprire che il libro propone (o
adombra) non una ma tre diverse concezioni della Storia - anzi, le
alterna continuamente tanto che l’intera opera potrebbe essere vista
come l’integrazione deliberata delle tre. E a ciascuna è assegnata, sia
pur cripticamente, una paternità - e tutte figurano come componenti
del primo capitolo. Eccole: a)La storia come cicli ricorrenti, secondo il
modello de La Scienza Nuova di Giambattista Vico (cfr. p. 3 e passim);
b)La storia come conflitto e riconciliazione degli opposti, secondo la
filosofia di Giordano Bruno (cfr. pp. 21-23, la leggenda di Jarl van
Hoother e della Prankquean); c)La storia come flusso continuo, secon­
do la Introduction à la philosophie de rhistoire de l'humanité di Edgar
Quinet (cfr. il passo da p. 14, r. 35 a p. 15 r. 11). Vediamole ora
separatamente.
13.2.1. La Storia ciclica: Vico. Joyce aveva letto Vico e libri sulla sua
filosofia della storia durante la sua permanenza a Trieste fra il 1905 e il
1915, ed era restato colpito dalla sua teoria dei ricorsi storici, ossia
l’avvicendarsi delle tre ere, degli Dei, degli Eroi e degli Uomini, annun­
ciate ciascuna da un formidabile scoppio di tuono, e seguite da* un
«ricorso», un periodo di transizione che preludeva alla ripresa del ciclo.
Era la conoscenza di questa teoria che aveva suggerito di conferire
anche all’Ufee una struttura circolare e ternaria, e non mancano in
quel libro i simbolici scoppi di tuono (la voce del demiurgo) e la
menzione della straordinaria coincidenza dell’esistenza, nel ricco sob­
borgo dublinese di Dalkey, della splendida strada panoramica chiama­
ta Vico Road: secondo Joyce il suo percorso sinuoso è emblematico
della circolarità della storia. Ecco il vicus ofrecirculation che figura nella
seconda riga di Finnegans Wake e, sulla stessa pagina, passencore, che è
il francese pas encore ma anche, come spiega Joyce stesso, passa ancora,
con riferimento ai ricorsi vichiani; e subito dopo la parola di cento
lettere che è il primo degli otto tuoni annuncianti l’inizio delle diverse
ere storiche sparsi per il libro. E infatti il romanzo stesso (come Joyce
indusse Samuel Beckett a scrivere nel saggio incluso nella prima indagi­
ne collettiva sul Lavoro in corso joyciano, pubblicata nel 1929) è
modellato sulla teoria vichiana, con la sua suddivisione in tre Libri di
quasi duecento pagine ciascuno, seguiti da un quarto (il ricorso) di
poche pagine. V’è di più: la teoria è rispecchiata nel titolo, nelle tre
sillabe di Finnegans seguite dall’unica sillaba di Wake-e del resto lo si
XXII Introduzione

può leggere anche come composto dalla parola francese Fin seguita dal
latino negans e dall’inglese Wake, e cioè: «Una veglia (wake) che nega
(negans) la fine (fin)» o in altre parole «un ciclo senza fine». L’ovvio
elemento ironico e scherzoso in questi giochi di parole deve mettere
però in guardia: Joyce, uomo enciclopedico, trattava queste teorie
come stimoli intellettuali, e non come profonde avventure filosofiche
da seguire fino in fondo. E significativo che quando la devota Miss
Weaver gli chiese una bibliografia su Bruno e su Vico che potesse
metterla in grado di comprendere i passi del «lavoro in corso» che egli
le inviava manoscritto, Joyce rispondesse, in una lettera del 21 maggio
1926: «C’è un libro su Bruno... di Lewis Mclntyre (Macmillan). Non so
se Vico sia stato tradotto. Non presterei troppa attenzione a queste
teorie, oltre a usarle per quel che valgono, ma mi si sono gradualmente
imposte attraverso le circostanze della mia vita. Mi domando dove Vico
abbia preso la sua paura dei temporali. E quasi ignota agli italiani di
sesso maschile da me incontrati». (Joyce invece ne aveva un terrore
folle.)
I.3.2.2. La storia come conflitto e unione degli opposti: Bruno. L’am­
mirazione per la vita e per l’opera di Giordano Bruno, autore che egli
aveva studiato all’Università di Dublino, quando era diciottenne, sotto
la guida del padre gesuita Ghezzi, e nel quale si riconosceva come
eretico, fu una costante per Joyce. Lo aveva citato (usando l’appellativo
di Nolan - nolano, in quanto nativo di Nola - che suonava però come
uno dei più comuni cognomi irlandesi) in apertura del primo saggio da
lui dato alle stampe nel 1901, The Day of thè Rahblement, e le opere
successive, da Stephen Hero al Ritratto all’ Ulisse sono piene di riferi­
menti a lui. Nel tema scritto in italiano per l’abilitazione all’insegna­
mento nelle scuole il 24 aprile 1912, Joyce definisce quel che aveva
appreso dal filosofo eretico: «Giordano Bruno stesso dice che ogni
potere, sia nella natura sia nello spirito, deve creare un potere opposto,
senza il quale non può realizzarsi ed aggiunge che in ogni tale separazio­
ne c’è una tendenza alla riunione. Il dualismo del sommo nolano
rispecchia fedelmente il fenomeno del rinascimento». E significativo
chejoyce usi praticamente le stesse parole per spiegare a Miss Weaver
in una lettera del 27 gennaio 1925 in che modo Bruno abbia influenzato
la scrittura del suo nuovo romanzo. In effetti la teoria del Bruno appare
nel primo capitolo di Finnegans Wake in forma tanto indiretta che
quasi nessuno degli infiniti chiosatori se n’è avveduto. Si tratta di una
divagazione, un apologo inserito nel corso di una sorta di rassegna della
Introduzione XXIII

storia d’Irlanda, e si basa sul motto sotto il quale Bruno raccoglieva le


sue facezie, ribadendo la teoria degli opposti: in tristitia hilaris, in
hilaritate tristis. A livello storico, l’apologo si rifà a un episodio della
vita della donna-pirata irlandese Grace O’Malley, vissuta nell’età elisa­
bettiana, che un giorno approdò a Howth Castle e chiese di vedere il
Conte di Howth ; egli, trovandosi a pranzo, rifiutò di farla entrare, e per
vendicarsi Grace gli rapì il figlioletto, chiedendo come unico riscatto
che le porte del castello fossero sempre aperte per lei all’ora dei pasti;
ciò le fu concesso e il bambino venne restituito. Nella versione joyciana
la storia si complica. Il conte (Earl) viene chiamato Jarl van Hoother
(una delle infinite reincarnazioni di H.C.E.) e la donna-pirata Prank-
quean (prank = «scherzo, burla», quean = «regina» oppure «putta­
na»), anticipazione di Anna Livia. Il figlioletto è sdoppiato nei due
gemelli (ed è qui che si manifesta l’apologo bruniano) Tristopher e
Hilary, ai quali si aggiunge una sorella, Isabel (H.C.E. ha due figli
gemelli, e una figlia). La Prankquean va tre volte ai tre castelli (lo
stemma di Dublino è appunto tre castelli): la prima volta rapisce
Tristopher e lo trasforma in Hilary; la seconda rapisce Hilary e lo
trasforma in Tristopher; la terza volta si allea con Isabel e sconfigge lo
Jarl van Hoother, che crolla con rumore di tuono. Le due pagine e
mezzo del racconto sono densissime di richiami, riferimenti, anticipa­
zioni, in quanto ogni passo del romanzo è anche una sintesi del tutto; ci
si è limitati qui a indicare uno dei molti modi seguiti da Joyce per
integrare una visione della Storia con il disegno generale del libro.
I.3.2.3. La storia come flusso: Quinet. La prima parola del romanzo,
rtverrun, minuscola in quanto continua l’ultima frase, stabilendo così il
carattere ciclico della narrazione, suggerisce anche nelle sue compo­
nenti («fiume», «scorre») l’idea di un fluire continuo, unendo la prima
e la terza delle concezioni della Storia che si sono indicate. Tale idea
Joyce trovò felicemente espressa nell’opera del traduttore francese
della Scienza Nuova del Vico, Edgar Quinet, autore a sua volta di una
introduzione alla filosofia della storia. Fu soprattutto una frase a colpir­
lo, tanto da indurlo a citarla senza alterazioni (se non quelle dovute a
sue dimenticanze) nel testo originale francese a pagina 281 (libro II,
capitolo ii) di Pinnegans Wake-.

Aujourd’huicomme aux temps de Piine et de Columelle lajacinthe seplait dans les


Gaules, la pervenche en lllyrie, la marguerite sur les ruines de ÌSuniance et
pendant qu’autourd’elles les villes ont changéde maitres et de noms, queplusieurs
soni entrées dans le néant, que les civilisations se soni choquées et brisées, leurs
XXIV Introduzione

paisibles générations ont traverse les àges et sont arrivées jusqu’à nous, fraiches et
riantes comme aux jours des battailles.
Clive Hart ha notato più di una dozzina di accenni e richiami a questo
passo sparsi per tutto il volume, ma anche, ed è quel che più conta,
quattro estese parodie-o meglio, traduzioni in finneganese-dell’inte­
ra frase del Quinet. Queste quattro ricorrenze sono collocate in posi­
zioni che non possono essere casuali, data la loro perfetta simmetria
rispetto alla citazione letterale: due di esse si trovano nei capitoli
immediatamente precedente e seguente quello contenente il testo fran­
cese (rispettivamente pp. 236 e 354), mentre le altre due si trovano nel
primo e nell’ultimo capitolo del romanzo (pp. 14 e 615), quasi a
costituire i pilastri su cui si regge la sua architettura. Il lettore farà bene
a riscontrare almeno il primo di questi due passi nel testo del romanzo
(dalla penultima riga di p. 14 all’undicesima di p. 15) come esempio
della tecnica linguistica di Joyce, che si adegua di volta in volta al
contesto specifico. In questo caso infatti l’argomento è la storia irlande­
se, e i nomi di luoghi e persone, pur a loro volta deformati per
arricchirsi di altre valenze semantiche, rimandano alle invasioni di
Heber e Heremon, alle battaglie fra i Tuatha de Danann e i Firbolgi e i
Formoriani, nella leggendaria terra ibernica, fino al disordinato svilup­
po urbano del presente (jerrybuilding vale «costruire in fretta con
materiali scadenti»). E uno dei modi in cui la parola (word) diviene
mondo (world), secondo un bisticcio ricorrente in Finnegans Wake ma
già presente neH’UZZwe, e il racconto diviene un meandertale (si veda
pagina 18, righe 19 e 22).
1.3.3. Fabula e personaggi. Lastricare da questa «meandertalstoria» o
«labiracconto» (sono le «traduzioni» proposte rispettivamente da
Schenoni e da Eco) una linea narrativa è stato lo sforzo e il tormento di
tutti coloro che hanno cercato di dar conto criticamente dei contenuti
di Finnegans Wake, a partire dall’ammirevole tentativo pionieristico di
Joseph Campbell e Henry M. Robinson nella loro A Skeleton Key to
Finnegans Wake ( 1947), ossia «passepartout o grimaldello» al romanzo,
le cui prime pagine sono state tradotte da Rodolfo Wilcock per il
volume Introduzióne a Joyce (Milano, 1967). L’impresa è disperata, e
per un sommario puntuale, pur nei suoi inevitabili limiti, rimando a
quello fornito da Carla Marengo Vaglio nel suo Invito alla lettura di
Joyce (Milano, 1977), pp. 139-149. La fabula è inestricabilmente legata
al metodo narrativo seguito da Joyce, che è a sua volta condizionato del
tutto dalle scelte linguistiche. Le continue metamorfosi e polivalenze
Introduzione XXV

delle «parolmondo» introducono le stesse caratteristiche, ad un tempo


onninclusive e sfuggenti, nella tematica, nelle situazioni e nei personag­
gi, che sono ciascuno uno, nessuno e centomila. Non mi resta che
cercare di mettere un po’ d’ordine, trattando successivamente: a) delle
linee essenziali di una fabula praticamente inesistente, alla luce di una
tecnica narrativa alle cui origini si è già accennato; b) del metodo
seguito da Joyce nella manipolazione del linguaggio, esemplificandolo
dai suggerimenti che egli stesso fornivi ai suoi primissimi lettori; c) dei
personaggi principali nelle loro più vistose trasformazioni.
1.33.1. Fabula e metodo narrativo. Che cosa accade in Finnegans
Wake? Tutto e nulla, come tutto e nulla accade nella giornata di
Leopold Bloom, Stephen Dedalus e Molly Bloom, raccontata in Ulisse,
come tutto e nulla accade in ogni attimo dell’infinito flusso del tempo
agli occhi di un Demiurgo in grado di osservare l’universo intero.
H.C.E., un taverniere di Chapelizod, villaggio che confina con il Phoe­
nix Park di Dublino, vive con la moglie A.L.P., due figli gemelli e una
figlia e, come tutte le notti, va a letto con la moglie, ha con lei un
rapporto sessuale, dorme e sogna, viene svegliato dal pianto di uno dei
bambini, si riaddormenta; al mattino seguente i due riprendono la vita
consueta. Su questo schema essenziale si innesta però un così fitto
gioco di analessi e prolessi narrative, a livello di racconto, da cancellar­
ne le tracce. I due personaggi vivono piuttosto nel passato e nel futuro,
e così i loro figli: H.C.E. ha commesso un’oscura trasgressione un
giorno nel Phoenix Park, coinvolgendo due donne e tre soldati (questi
aitimi, si direbbe, testimoni a carico); l’offesa sembra di carattere
sessuale, ed ha comportato, o comporta, un’inchiesta, processo, prigio­
nia, evasione o liberazione. A.L.P. a sua volta ha diffuso una lettera-ma­
nifesto-documento, chè è andata perduta, ed è ritrovata da una gallina
che razzola su un mucchio di letame: sembra trattarsi di una lettera
spedita da una certa cugina Maggie di Boston, ma un’indagine appro-
rondita rivela che l’autore è Shem, uno dei gemelli figli di H.C.E. e
A.L.P. Shem e Shaun formano una coppia di carattere antitetico, sono
coinvolti in giochi e nello studio, e in continui scontri fra loro. Ad
Tcuni dei giochi partecipa la sorella Issy, talora con un gruppo di
compagne. Vari episodi della giornata o eventi del passato o del futuro
sono riferiti o commentati da altri personaggi estranei alla famiglia
Earwicker: la serva della taverna Kate, i clienti della taverna, quattro
nomini anziani che fungono da testimoni e da giudici, due lavandaie
che lavano i panni nel fiume Anna Liffey, e altri ancora. Ma l’identità
XXVI Introduzione

dei protagonisti e di tutti costoro - l’identità stessa degli oggetti oltre


che delle persone - muta continuamente nel tempo e nello spazio,
annullandosi nel metodo narrativo seguito, sul quale occorre ora soffer­
marsi.
I due libri maggiori di Joyce, Ulisse e Finnegans Wake, sono stati
considerati fin dalla loro prima comparsa come rivoluzionari. Libri che
operavano un taglio netto con quella che era stata la tradizione del
romanzo affermatasi in Inghilterra nell’Ottocento e culminata in scrit­
tori come Henry James o Conrad, i quali avevano codificato un modello
perfetto di narrativa realistica e psicologica insieme. Sta di fatto che
Joyce, lungi dall’ignorare quella tradizione, era risalito alle sue origini,
alla grande stagione sperimentale del romanzo inglese, quando la
forma letteraria non era stata ancora codificata. I suoi modelli si
trovano dunque nel Settecento, personalità di narratori profondamen­
te diverse fra loro, ciascuna delle quali conduceva una sua ricerca i cui
risultati molto spesso non erano stati recepiti dai loro successori, in
quanto ognuno di loro aveva seguito fino ai limiti estremi la via prescel­
ta. Ho cercato in altra occasione (si veda la bibliografia) di dimostrare
come la novità di Ulisse consistesse proprio nel recupero da parte di
Joyce delle conquiste ultime di Defoe e di Swift, di Richardson e di
Fielding, di Smollett e di Sterne, conquiste che i narratori dell’Ottocen-
to avevano invece rifiutato e dimenticato come troppo avventurose e
radicali. Finnegans Wake continua coerentemente sulla stessa linea: a
dire il vero, i raggiungimenti ultimi di Richardson e Fielding erano già
stati consumati fino in fondo in Ulisse, e il realismo di Defoe è superato
nell’ultimo romanzo joyciano, ove si affaccia soltanto la figura di
Robinson Crusoe portatore di ragioni ideologiche che Joyce aveva
superbamente illustrato nella sua conferenza triestina del 1912 (la si
veda in Scritti italiani, Milano 1979, pp. 142-60); ma le conquiste sul
piano della manipolazione linguistica dell’ultimo romanzo di Smollett,
Humphry Clinker, sono certamente presenti (e i lettori dovrebbero
esser messi sull’avviso dalla scelta di Humphrey Chimpden come primi
nomi del protagonista Earwicker); rimangono i due scrittori che Joyce
considerava a torto o a ragione come esponenti di una tradizione tutta
irlandese, Swift e Sterne (ma quest’ultimo era nato in Irlanda per
ragioni affatto casuali).
Che Jonathan Swift abbia presieduto alla concezione e alla scrittura
di Finnegans Wake è stato prontamente riconosciuto da tutti - e da
Joyce stesso fin dalla prima pagina del suo romanzo; la tecnica amara­
Introduzione xxvn
mente satirica de I viaggi di Gulliver e degli altri scritti di Swift è una
lezione che Joyce ha imparato e ripete fino in fondo, e Swift è addirittu­
ra uno degli infiniti e infinitamente elusivi personaggi del romanzo,
reincarnato in entrambi i gemelli Shem e Shaun - figure nelle quali
James Joyce riconosceva anche se stesso - mentre le due donne amate
da Swift e da lui chiamate Stella e Vanessa, accomunate in realtà dal
loro nome di battesimo, Esther Johnson e Hester Vanhomrigh, sono
entrambe proiezioni del personaggio di Issy, la sorella di Shem e Shaun.
Ma si ritornerà sull’identificazione personale e sofferta di Joyce stesso
con Swift nella sezione seguente di questa introduzione.
La critica è stata invece assai più restìa a riconoscere la presenza
condizionante di Sterne in Einnegans Wake, nonostante che le indica­
zioni non manchino: le allusioni al suo nome sono regolarmente asso­
ciate a quelle al nome di Swift, già a partire dalla seconda pagina del
libro (p. 4, «he sternely struxk his tete in a tub for to watsch thè future
of his fates but ere he swiftly stook it out again...»), e ciò si ripete
almeno una decina di volte. E del resto nella primissima pagina appare
Tristram - che certamente, come ci dice Joyce, è sia il Tristano unito a
Isotta (Issy) sia Sir Amory Tristram conte di Howth, ma che non può
non rimandare anche al nome del protagonista del grande romanzo di
Sterne, Tristram Shandy; e lo stesso si può dire del Tristopher (proie­
zione di Shem trasformato in Shaun), suggerito dal motto di Giordano
Bruno, che appare nell’apologo del Jarl van Hoother e della Prank­
quean riferito più sopra (vedi 1.3.2.2.). Ma non meno significativo è il
fatto che, a quanto risulta da una lettera a Miss Weaver del 24 marzo
1924, in un primo tempo Joyce avesse concepito Tristano-Tristram
come un personaggio autonomo del suo romanzo, distinto dai gemelli
Shem e Shaun, ed aveva inventato un simbolo per designarlo. Sta di
fatto che, se Swift è servito da modello per il contenuto e l’accento
satirico di Einnegans Wake, Sterne, e più specificamente Tristram
Shandy, ha fornito il modello del metodo narrativo - quel metodo che si
è già avuto occasione di illustrare più sopra (1.2.), e che risulta nell’an­
nullamento della fabula attraverso il gioco delle digressioni e di quelle
che all’epoca di Sterne si chiamavano ancora associazioni mentali;
modi che in Ulisse erano riassorbiti dal monologo interiore e dal flusso
di coscienza, ma che nell’ultimo romanzo joyciano, ove la concezione
stessa di coscienza individuale è ormai superata, si realizzano a livello di
linguaggio, all’interno della parola e della frase.
I.3.3.2. Tecnica linguistica. Ed è appunto al linguaggio che occorre
XXVHI Introduzione
/
ora rivolgere l’attenzione, ma non per ripetere quanto è già stato detto a
proposito del suo carattere onirico o della sua natura di inestricabile
amalgama di valenze semantiche talora perfino contraddittorie, ma per
illustrare con un paio di esempi il modo in cui Joyce stesso tentava di
spiegarlo agli sconcertati lettori. Si noterà come le sue reticenze siano
altrettanto importanti delle sue spiegazioni, siano parte di una tattica
che esige la partecipazione attiva del lettore, per coinvolgerlo come
complice del gioco, come partecipe dell’invenzione ed anche (elemento
tutt’altro che trascurabile) per fargli apprezzare appieno l’aspetto di
divertimento, di scherzo e passatempo - insomma il carattere di enig­
mistica ludica che il suo libro vuole avere.
Ecco il passo iniziale del libro in uno stadio intermedio di elaborazio­
ne fra quello cui si accennava prima (la stesura iniziale in manoscritto,
vedi sopra, 1.1.) e quella definitiva. Lo inviò Joyce a Miss Weaver il 15
novembre 1926 con le note illustrative che seguono:

brings us back to
Howth Castle & Environs. Sir Tristram, violer d’amores, had passencore rear-
rived on thè scraggy isthmus from North Armorica to wielderfight his penisolate
war; nor had stream rocks by thè Oconee exaggerated themselse to Laurens
County, Ga, doublin all thè time; nor avoice from afire bellowsed mishe mishe
to tauftauf thuartpeatrick; not yet, though venisoon after, had a Kidscad
buttended a bland old isaac; not yet, though all’s fair in vanessy, were sosie
sesthers wroth with twone jonathan. Rot a peck of pa’s malt had Shem or Shen
brewed by arclight and rory end to thè regginbrow was to be seen ringsome on
thè waterface.
James Joyce
Gentile Signora: ci pregiamo di accludere passo di prosa quale campione come
da vs. ordinazione. Anche chiave per medesimo. Nella speranza che il campione
medesimo incontri la vs. approvazione,
vostro devotissimo Jeems Jokes
Howth (pron. Hoith) = Dan Hoved (testa)
Sir Amory Tristram, primo conte di Howth, mutò il suo nome in Saint Law­
rence. Nato in Bretagna (North Armorica)
Tristan et Iseult, passim
viola, in tutti i modi e i sensi x
Dublin, Laurens Co., Georgia, fondata da un dublinese, Peter Sawyer, sul fiume
Oconee. Il suo motto: Doubling all thè time [Sempre raddoppiandosi]
La fiamma del Cristianesimo accesa da S. Patrizio il Sabato Santo sfidando gli
ordini del sovrano.
Mishe = Io sono (in irlandese), ossia, cristiano
Tauf = battezzare (in tedesco)
Tu sei Pietro e su questa pietra ecc. (bisticcio nell’originale aramaico). Lat: Tu es
Petrus et super hanc petram
Introduzione XXIX

Parnell sostituì Isaac Butt come leader


Giacobbe, fornitore di selvaggina (venison), ottenne la benedizione destinata a
Esaù
Miss Vanhomrigh e Miss Johnston avevano il medesimo nome di battesimo
[Esther; ma sisters = sorelle]
Sosie = sosia
Willy brewed a peck of maut [“Mino ha fatto fermentare una misura di malto”:
strofetta popolare]
Noè piantò la vite e si ubriacò
John Jameson è la più grande distilleria di whiskey di Dublino
Arthur Guinness è la più grande fabbrica di birra di Dublino
Arthur Wellesley (di Dublino) fece la guerra peninsulare [si tratta del Duca di
Wellington, contro Napoleone]
rory = irlandese = rosso
rory = latino, roridus = rugiadoso
all’estremità dell’arcobaleno [rainbow] v’è rugiada e color rosso
in anglo-irlandese l’espressione “bloody end to thè lie” = non è bugia
regginbrow = tedesco regenbogen + rainbow
ringsome = tedesco ringsum, intorno
Quando tutta la vegetazione è coperta dal diluvio non vi sono sopracciglia
[eyebrow] sulla faccia del mondo d’acqua
[Il resto della pagina è un disegno schematico del fiume Anna Liffey con ad un
capo il promontorio di Howth e all’altro Phoenix Park, fra i due 1’“antica
pianura di Dublino”; Howth è contrassegnato dalla lettera A, Phoenix Park da
Z, e le lettere sono congiunte da una linea tratteggiata. Sul retro riprendono le
spiegazioni]
exaggerare = erigere argini
themselse = altri 5000 abitanti di Dublino
Istmo di Sutton, striscia di terra fra Capo Howth e la pianura.
Howth = secondo gli antichi geografi era un’isola
passencore = pas encore e ricorsi storici di Vico
rearrived = idem
wielderfight = wiederfechten — ri-combattere
bellowsed = la risposta del fuoco \fire] di torba [peat] della fede alle parole
prolisse dell’apostolo

Come si vede, molte delle «spiegazioni» sono altrettanto enigmati­


che quanto il testo (perché, ad esempio, si dovrebbe riconoscere il
patriota Parnell nella parola kidscad?), ed assolutamente incomplete,
per di più sono fornite in maniera confusa, ripercorrendo il passo più
volte avanti e indietro. Il lettore potrà riscontrarlo con il testo definitivo
e osservare le varianti, che non sono di poco conto, anche se non molte.
Esse si addensano soprattutto nella prima frase, ove è stata introdotta la
menzione di due località dublinesi: la chiesa chiamata volgarmente di
Adamo ed Èva (in effetti S. Francesco) e l’osteria omonima sul lungo­
fiume - che rimanda alla creazione del mondo - e la già ricordata Vico
XXX Introduzione

Road, a mezzacosta lungo il mare - che introduce immediatamente la


teoria ciclica della storia di Giambattista Vico. Quel, che emerge co­
munque è la concezione del romanzo come un immenso puzzle i cui
pezzi sono le parole: al lettore vengono fornite solo parziali indicazioni
su come incastrarle l’una nell’altra, per non togliergli il piacere di
trovare da solo la soluzione.
Ad indicare il metodo con cui l’autore progettava il suo puzzle
verbale, servirà un’altra lettera a Miss Weaver, in cui Joyce è più
esplicito: le quattro righe cui egli ha perfino dato un titolo (Crepuscolo
di cecità follia scende su Swift) non fanno parte del romanzo, ma sono,
afferma Joyce, «l’unica cosa che abbia scritto negli ultimi quattro mesi
(luglio-ottobre 1928)», in quanto ridotto praticamente cieco dal glau­
coma di cui soffriva - di qui l’identificazione con Swift, la cui follia
viene considerata l’equivalente della cecità dello scrittore. Ecco il testo,
insieme al commento che Joyce definisce «lungo solo 47 volte più del
testo», e che qui si è integrato con la «traduzione» di quelle parole
inglesi che non presentavano difficoltà per la destinataria:

Unslow, malswift, prò mean, proh noblesse, Atrahora, Melancolores, nears;


whoseglauque eyes glitt bedimmd to imm! whose fingrings creep o’er skull: till,
qwench ! asterr mist calls estarr and grauw ! honath John raves homes glowcoma.
Birmano:
Nyi-ako-mah-thi-ta-thi = crepuscolo
Letteralmente, (quando) il fratello minore
(incontra) il fratello maggiore, non lo rico­
nosce però lo riconosce.
Unslow = [«non-lento»] inevitabilmente
[malswift = «mal-rapido»; gioca sul nome Swift e la sua
malattia]
Pro mean, proh noblesse = [mean — «medio, meschino»] (ora) prò
me, prò nobis; prò, proh, entrambe forme
latine, l’una comune e media, l’altra incon­
sueta e nobile.
Atrahora = (latino) ora nera; cfr. Orazio: post equitem
sedet atra cura.
Melancolores — (greco, latino, desinenza spagnola) nero,
colore, dolore, [melanconia].
[nears = «si avvicina»]
[whose = «i cui, di cui»]
glauque = (greco-francese) occhio di gufo, verde.
[eyes = «occhi»]
glitt = [da glitter, «baluginano»] barbaglio di ra­
gione o di visione.
Introduzione XXXI

bedimmd to imm = [dim = «oscuro»] be damned to him


[«maledizione a lui»]
fingrings = [finger = «dito», «toccare»; ring
= «anello»] piccoli movimenti circolari
delle dita che palpano la testa, demenza
incipiente.
creepo’erskull = [«strisciano sul cranio»] crepuscule.
[till = «finché»; da questo punto il passo gioca sui
nomi delle due donne amate da Jonathan
Swift: Esther Johnston, da lui chiamata Stel­
la, e Hester Vanhomrigh, da lui chiamata
Vanessa]
qwench ecc. = una delle due stelle di Swift (Stella), al
momento di essere estinta
[quench = «estinguere»], insulta l’altra
chiamandola wench [ = «sgualdrina»].
mist calls = chiama a torto [miscalls], chiama attra­
verso la nebbia [mist — «nebbia»;
calls — «chiama»], chiama con appellativi
insultanti (Mist in tedesco vuol dire sudi­
ciume).
asterr = (greco) una stella [astro] ;Esther (Johnston).
estarr = (tedesco) cecità. Green Starr = glaucoma
(verde). Grau Starr = cataratta (grigio).
Schwarz Starr = dissoluzione della retina
(nero);[tf star = «una stella»]; Hester
(Vanhomrigh).
grauw = (tedesco, irlandese) onomatopoético? gri­
gio, amore, freddo.
[honath John = «Jonathan» (Swift)]
raves = [«farnetica»] delirio, sogni (francese réves).
homes = le case di Stella e Vanessa.
glowcoma = [gioie = «il calore del fuoco»] caminetto e
riposo, glaucoma.

È un documento quasi patetico nella sua volontà di mantenere il


tono giocoso, e per questo tanto più rivelatore dei meccanismi mentali
che producono il linguaggio di Finnegans Wake. L’identificazione
implicita Joyce-Swift, d’altra parte, serve più di un lungo discorso a dar
ragione del perché nel romanzo nessun personaggio sia unicamente
«un» personaggio, ma contenga in sé una folla di personaggi distanti fra
loro nel tempo e nello spazio.
I.3.3.3. 1 personaggi. Adaline Glasheen cercò nel 1956 di fornire un
suo «censimento» di Finnegans Wake, ossia un indice dei personaggi e
dei loro ruoli; da allora ella ha riscritto due volte il suo libro, e ciò basta
ad indicare la complessità del compito. Particolarmente coraggiosa ed
XXXII Introduzione

utile, anche se soggetta a continue correzioni, è la presentazione in


forma tabulare dei cinque ruoli principali e delle loro metamorfosi, che
appare sotto il titolo: «Chi è chi quando ciascuno è qualcun altro». Ci
limiteremo qui ad una identificazione sommaria di queste trasforma­
zioni, che del resto costituiscono la sostanza narrativa del libro. Joyce
stesso, nella sua corrispondenza, preferiva indicare i personaggi con
una sigla o simbolo grafico anziché con un nome, e si è tentati di fare
altrettanto qui, data l’impossibilità di assegnare a ciascuno una singola
personalità.
H.C.E.: sigla una E in quattro possibili posizioni: E (l’uomo contem­
poraneo), m (l’uomo preistorico), 3 (resurrezione), lu (sonno e so­
gno) . Le tre iniziali ricorrono ossessivamente in tutto il romanzo seguite
da parole sempre diverse: a parte Howth Castle E dintorni, che ne
indicano la valenza geografica, i già citati Here Comes Everybody e
Haveth Childers Everywhere sono gli esempi più significativi, poiché lo
identificano rispettivamente con Ognuno e con il Padre eterno e
universale, ma le possibilità di variazioni sono infinite ed in molti casi
anche divertenti, come Hircus Civis Eblanensis, latino per «Caprone
cittadino di Dublino» (l’antica Eblana), che ne mette in luce la natura
animalesca e sensuale. Il suo nome a livello di fabula è più sconcertante:
Humphrey allude certamente al fatto che è deforme (hump = gobba)
e lo collega allo Humpty Dumpty della filastrocca infantile, un uo­
mo-uovo in bilico su un muro che cade andando in pezzi, tanto che
«tutti i cavalieri e tutti i fanti del re non riuscirono a rimetterlo
insieme»; è attraverso Humpty Dumpty che il taverniere Earwicker si
identifica con Adamo e con la sua caduta e la cacciata dal paradiso, per
un peccato adombrato nell’oscuro episodio di Phoenix Park, con le
due servette e i tre soldati. Il secondo nome, Chimpden, mentre per
assonanza richiama lo Humphry Clinker di Smollett, sottolinea la sua
natura bestiale e scimmiesca (chimpanzee) e, secondo la concezione
popolare della dottrina darwiniana, di uomo primitivo, di Neander-
thal. Il cognome Earwicker è discusso estesamente in apertura del
secondo capitolo (pp. 30-32), in una favola di sapore eroicomico
secondo cui si tratterebbe piuttosto di un titolo conferitogli dal sovra­
no, Earwiggery in quanto il bravo oste di Chapelizod era stato sorpreso
dal re mentre liberava il suo orto da quei pericolosi insetti chiamati
forbicette (earwtg)y temuti in quanto possono forare i timpani. Ma in
chiusura dello stesso capitolo Earwicker è egli stesso una forbicetta: la
«Ballata di Persse O’Reilly» (pp. 44-47), scritta per celebrare le sue
Introduzione xxxni
malefatte, lo identifica appunto con il perce-oreille, il nome francese
della forbicetta. Se la presentazione «ufficiale» di H.C.E. avviene nel
secondo capitolo, nel primo egli era già ben presente in varie incarna­
zioni, a partire dal Tim Finnegan della canzone, che, come si è visto,
non era altri che il gigante Finn MacCool, ed anche (p. 4) Bygmaster
Finnegan, ossia il costruttore Solness del dramma di Ibsen, che precipi­
ta dalla torre da lui costruita a sfida del cielo; e poco dopo (pp. 8-10) è
l’irlandese Duca di Wellington (qui Willingdone — thy will be done,
«sia fatta la volontà Tua» nel Pater Noster), il cui mausoleo si trova su
una collina nel Phoenix Park di Dublino, proprio quella collina che la
leggenda vuole costituita dai piedi del gigante caduto Finn MacCool, la
cui testa è invece Howth Castle and Environs. La rete dei richiami è così
fitta che il lettore ne rimane prigioniero. Per di più Earwicker è
onnipresente nel libro, anche se sono proprio i primi quattro capitoli ad
essere totalmente centrati sulla sua proteiforme persona. Il già menzio­
nato racconto di Jarl van Hoother (vedi sopra I.3.2.2.) adombrava i
suoi rapporti con il resto della famiglia, ma nel secondo capitolo si
ritorna ripetutamente all’episodio nel parco, v’è un suo misterioso
incontro, sempre nel parco, con il Cad (cadetto? canaglia?) - figura
evasiva che avrà attraverso il romanzo il ruolo del «nemico», estraneo
alla famiglia, riapparendo come il demone Magrath, e come certo
Hosty, che compone la ballata di Persse O’Reilly per diffondere accuse
contro H.C.E.. Il conflitto con il proteiforme nemico continua nel terzo
capitolo, quando i presunti misfatti di H.C.E. sono trasmessi per radio
e televisione. Sembra di capire che l’oste, che ha chiuso il suo pub
mentre il nemico imperversava lanciando improperi fuori della porta, si
è ritirato ubriaco a dormire. H.C.E. ripetutamente in questi primi
capitoli viene arrestato, processato, muore e risorge, e per il resto del
romanzo è di volta in volta il Re Marco tradito da Tristano che doveva
portargli in sposa Isotta, Giulio Cesare ucciso dai «figli» Bruto e Cassio
(Burrus e Caseous), i patriarchi Abramo, Isacco e Noè, Budda e
Maometto, il padre di Amleto e insieme suo fratello Claudio che lo
uccise, è Parnell ed anche l’ultimo leggendario re d’Irlanda Roderick
O'Connor; le sue tendenze incestuose e pederastiche nei confronti
della figlia Issy (tema che si riaffaccia di frequente nel romanzo)
suggeriscono che egli è anche Lewis Carroll, l’autore dei libri di Alice,
mentre all’irlandese Oscar Wilde lo uniscono non tanto le deviazioni
sessuali, ma piuttosto la sua «caduta», che fece tanto rumore alla fine
del secolo scorso; ed è lo stesso motivo che permette l’identificazione
XXXIV Introduzione

con Charles Stuart Parnell, il coraggioso leader del Partito Irlandese al


parlamento britannico - tanto ammirato dal giovane Joyce - la cui
caduta era stata provocata da una relazione adulterina. Ubriacone e
spesso codardo e irresponsabile, H.C.E. è anche Falstaff, ed è il padre
stesso di Joyce, John Stanislaus, una personalità affascinante che con la
sua irresponsabilità aveva rovinato la sua famiglia, ma per il quale, con
il passar degli anni, James, dopo il rigetto iniziale, aveva scoperto di
provare un profondo affetto. La contraddittorietà del personaggio e
della folla di personaggi che in lui confluiscono fanno di H.C.E. l’uomo
intero, meritevole allo stesso tempo di disprezzo e d’amore, ridicolo ed
eroico, unica misura dell’universo conoscibile.
A.L.P.: sigla un triangolo, ossia la lettera delta A: è il delta del fiume
Anna Liffey (emblema dello scorrere perenne della vita), e insieme il
segno del sesso femminile, altro emblema di vita. Il suo nome non
richiede molte spiegazioni: dal nome del fiume di Dublino, Anna
Liffey, ad Anna Livia il passo è breve, soprattutto quando si conosce
una donna i cui lunghi capelli suggeriscono il fluire delle acque del
fiume - Livia Veneziani, la moglie di Italo Svevo, al quale Joyce scriveva
già nel febbraio 1924, in italiano, «ho dato il nome della Signora alla
protagonista del libro che sto scrivendo... si tratta della Pirra irlandese
(o piuttosto dublinese) la cui capigliatura è il fiume sul quale (si chiama
Anna Liffey) sorge la settima città del cristianesimo»; il primo gennaio
del 1939 Joyce mandò alla Signora, ormai vedova, un messaggio trion­
fante: «Gentile Signora: Finalmente ho finito di finire il mio libro. Sono
già tre lustri che pettino e ripettino la chioma di Anna Livia». L’accento
italiano si trova anche nel terzo nome: Plurabelle è «pura e bella», ma è
anche la pluralità di bellezze, le innumerevoli figure femminili che si
assommano in lei. A suo modo A.L.P. è il più «astratto» dei personaggi
di Finnegans Wake, soprattutto se lo si confronta con la concretezza
della Molly Bloom dell’U/Ase, identificata da Joyce con Gea Tellus, la
terra. Nel nuovo romanzo alla feracità della terra si sostituisce il potere
fecondatore dell’acqua, e il mormorio delle acque suggerisce un tono
lirico alle parti di Finnegans Wake strettamente connesse con lei,
segnatamente il capitolo ottavo, che conclude il primo libro del roman­
zo, e l’ultima parte dell’ultimo libro, ossia la fine del romanzo stesso.
Sta proprio in questa sua collocazione il significato, tutto positivo, del
personaggio: ha l’ultima parola in quanto avrà anche la prima, è
l’origine perenne nel ciclo dell’esistenza e della storia, fonte di vita
sempre rinnovata, o, come viene invocata all’inizio del capitolo quinto
Introduzione XXXV

del primo libro, «Annah thè Allmaziful, thè Everliving, thè Bringer of
Plurabilities», ossia «l’Onnilabirintica, la Sempreviva, la Portatrice di
Plurabilità». È suo il mamafesta, il documento-manifesto che racchiude
tutte le opere di tutta la letteratura (cap. quinto), e, nei confronti di
H.C.E., ella condanna e perdona, e quando egli cade gli ridà la vita.
A.L.P. appare soprattutto nel secondo libro di Finnegans Wake, dedi­
cato ai figli, e nell’ultimo capitolo del terzo libro, ove è rappresentata la
sua unione con H.C.E., ma contrariamente a quest’ultimo la piccola
Anna dai capelli rossi non presenta le contraddizioni di Ognuno: è
semmai la sua parte positiva, il suo principio vitale.
Shem e Shaun: sigle rispettive [ e A, talora fuse insieme in /f (i due
gemelli sono due aspetti di un’unica personalità, ma a volte divengono
invece addirittura una trinità, come nel caso dei tre soldati testimoni
della «colpa» di H.C.E.). I loro nomi sono la versione gaelica di James e
John, e l’identificazione del primo con l’autore stesso, James Joyce, si
direbbe incontrovertibile quando a Shem viene aggiunto l’attributo
«thè Penman», ossia «l’uomo di penna». Ma ciò è troppo facile: sta di
fatto che i due gemelli, figli di H.C.E. e A.L.P., sono non tanto figure
complementari, ma piuttosto un insieme inscindibile, l’unione degli
opposti (se preferiamo la dottrina di Bruno), la proiezione delle con­
traddizioni esistenti in Ognuno-H.C.E. (se vogliamo restare nell’ambi­
to figurativo del romanzo). Joyce aveva trovato il nome dell’uno, nella
forma di Jim thè Penman, in un dramma ormai dimenticato di Sir
Charles Young, e quello di Shaun thè Post nella popolare commedia
Arrah-na-Pogue dell’irlandese Dion Boucicault. Sostanzialmente l’uno,
dovrebbe rappresentare l’uomo di pensiero, il letterato, il filosofo,
l’altro l’uomo di azione; ma attraverso tutto il romanzo la presentazione
dell’uno e dell’altro è quanto mai impietosa nel rivelare le deficienze di
ciascuno, e gli errori che commettono cercando continuamente di
assumere l’uno il ruolo dell’altro. Questo scambio di ruoli li rende i
personaggi più mutevoli di tutto il romanzo, soggetti a un numero di
metamorfosi di gran lunga superiore a quelle dello stesso H.C.E.. Sono
loro i protagonisti praticamente di tutte le «storie» inserite in Finnegans
Wake come segmenti extradiegetici, nonostante che vi siano anche
diversi capitoli dedicati riconoscibilmente a loro «in propria persona».
Tali sono, per incominciare, il sesto e il settimo capitolo del primo libro
- nell’uno, in forma di catechismo, sono poste ai due fratelli (o dai due
fratelli) dodici domande, relative ai membri della famiglia Earwicker, la
loro casa, l’Irlanda, le persone che li circondano, e, significativamente,
XXXVI Introduzione

il contrasto e l’identificazione tra i fratelli; nell’altro Shaun traccia un


feroce ritratto di Shem thè Penman, che è un’amara parodia autobio­
grafica di James Joyce stesso. Anche i primi due capitoli del secondo
libro sono dedicati ai figli, includendo fra loro Issy: l’uno è l’ora dei
giochi, per cui assume la forma di una rappresentazione improvvisata
allusiva alla lotta tra i due fratelli per la conquista della sorella, mentre
l’altro riguarda i loro studi ed è in forma di pedante trattato enciclope­
dico con abbondanti note a piè di pagina e glosse marginali. Infine i
primi tre capitoli del terzo libro sono incentrati sulla figura di Shaun,
ma appunto per questo coinvolgono direttamente il fratello antagonista
Shem; nel primo capitolo Shaun thè Post assume dimensioni eroiche e
la parabola da lui raccontata su «thè Ondt and thè Gracehoper» (The
Ant and thè Grasshopper, ossia «la cicala e la formica», però Ondt in
danese vale «maligno», e Gracehoper vuol dire «chi spera nella grazia»)
ripropone il conflitto tra i due fratelli; nel secondo capitolo Shaun,
sotto il nome di Jaun (Don Juan) pronuncia un sermone ad un collegio
femminile comprendente la sorella Issy e le sue ventotto compagne di
giochi - allontanandosi alla fine per una missione redentrice (egli è
definito il Misdeliverer ofthe Word, «l’inliberlatore del parolmondo»),
affida Issy al fratello Shem in figura di Spirito Santo; nel terzo capitolo
Shaun, chiamato ora Yawn, è morto e giace sul mucchio di letame nel
quale una gallina razzolando aveva scoperto la mamafesta, ossia la
lettera-manifesto di A.L.P. scritta da Shem; i quattro anziani che vanno
sotto l’unico nome di Mamalujo, conducono un’inchiesta sulla salma,
che risponde loro con le voci di tutti i personaggi del libro per difende­
re il proprio operato, e conclude con un’autocelebrazione da parte di
H.C.E., che si proclama fondatore e costruttore di città e civiltà. Oltre
che in questi capitoli completamente dedicati a loro, i due gemelli
ricompaiono continuamente sotto i nomi più vari nelle diverse favole,
apologhi, novelle o pantomime inserite nel romanzo. Si accennerà ai
più rilevanti, tutti incentrati sul conflitto e l’unione degli opposti. Si è
vista nel primo capitolo la storia della Prankquean, dove apparivano i
due gemelli Tristopher e Hilary, ma già prima essi erano apparsi come
l’invasore danese Mutt e il selvaggio irlandese Jute che discutono la
battaglia di Clontarf avvenuta nel 1014 (i nomi sono quelli dei perso­
naggi di una famosa serie di fumetti americani, Mutt e Jeff, noti fra noi
come Bibì e Bibò). Nel quarto capitolo sono due manifestazioni della
personalità del loro padre H.C.E. e vanno sotto il nome di Festy King
(Shem) accusato della misteriosa colpa commessa nel parco, e Pegger
Introduzione XXXVII

Festy (Shaun) che conquista l’amore della figlia-sorella Issy. Ben due
favole sono introdotte come risposta all’undicesima domanda del cate­
chismo nel capitolo sesto, relativa appunto al conflitto fra gli opposti:
nella favola di The Mookse and thè Gripes (thè Fox and thè Grapes, «la
volpe e l’uva») viene adombrato addirittura il conflitto avvenuto nel
dodicesimo secolo fra il papa Adriano IV (l’inglese Nicholas Break-
spear, qui il Mookse, reincarnazione di Shaun), il quale con una sua
bolla aveva sanzionato la conquista dell’Irlanda da parte di Enrico II, e
il suo feroce nemico l’imperatore Federico Barbarossa, reincarnazione
di Shem. Anche la seconda parabola è in funzione storica, ma i perso­
naggi divengono prodotti caseari: Caesar (H.C.E.) conserva il suo
nome, ma Bruto (Shaun) è Burrus, Cassio (Shem) è Caseous, e Cleopa­
tra (Issy) è Marge (Margherita/margarina). Nel secondo libro, il primo
capitolo, quello dedicato ai giochi dei bambini, presenta lo spettacolo
estremamente complesso intitolato The Mime of Mick, Nick and thè
Maggies nel quale Mick, cioè l’arcangelo Michele, è impersonato da
Shaun sotto le spoglie di Chuff, mentre Nick (nomignolo corrente per il
diavolo) è impersonato da Shem sotto le spoglie di Glugg; i due si
contendono le Maggies, le Maddalene peccatrici già apparse come le
tentatrici che avevano provocato la caduta, ossia la colpa, di H.C.E. nel
Phoenix Park, ma che si assommavano tutte nella figura della figlia di
lui Issy. Nel capitolo successivo i due fratelli riappaiono come Dolph e
Kev, e nel terzo come Butt e Taff (di nuovo Mutt e Jeff). Nel terzo libro
la loro ricomparsa più ovvia è, nel secondo capitolo, quella nella già
menzionata favola dell’Ondt e del Gracehoper. Più importante dal
punto di vista ideologico è la loro duplice comparsa nell’ultimo libro di
Finnegans Wake\ coi nomi di Muta e Juva essi seguono il dibattito fra
San Patrizio protettore dell’Irlanda (Shaun) e l’arcidruido Berkeley
(Shem) che riassomma in sé la più antica cultura pagana irlandese e
insieme, come vescovo e filosofo settecentesco, George Berkeley, il
pensiero più avanzato dell’Irlanda moderna.
Issy: sigla una T rovesciata ± o coricata sul fianco H ; è significativo
che questo simbolo fosse stato destinato originariamente a rappresen­
tare Isotta (l’opposto del simbolo di Tristano, una T maiuscola). Del
resto il suo nome adombra ancora quello della eroina della grande
storia d’amore riecheggiante in tutto il romanzo e legata perfino alla sua
localizzazione: Chapelizod sta per thè chapel of Iseult, ossia la cappella
di Isotta. Per di più l’identificazione con Isotta permette il gioco dello
sdoppiamento della sua personalità. Come è noto, nella leggenda di
XXXVIII Introduzione

Tristano figurano due Isotte, l’Isotta di Irlanda che egli deve portare in
sposa a suo zio Re Marco di Cornovaglia e della quale si innamora
perdutamente per aver bevuto un filtro magico durante il viaggio
dall’Irlanda alla Cornovaglia, e l’Isotta dalle Bianche Mani che Tristano
sposa quando l’Isotta d’Irlanda è divenuta moglie di Marco. Più volte
nel romanzo Issy viene mostrata nell’atto di guardarsi allo specchio, e
del resto tale sdoppiamento è prefigurato nelle sue prime apparizioni
sotto le spoglie delle due servette, le tentatrici, che inducono H.C.E. a
commettere la sua misteriosa colpa in Phoenix Park. Come tale, Issy è
Èva in quanto tentatrice, in contrasto con A.L.P. che è Èva in quanto
progenitrice. Sta di fatto che Issy e non A.L.P. è l’eterno femminino, la
donna come personalità mutevole e contraddittoria, imprevedibile e
affascinante. Di qui l’ambiguità dei suoi rapporti con il padre H.C.E. e
con i fratelli Shem e Shaun, già più volte notata parlando di questi
personaggi; di qui anche le sue infinite trasformazioni: è lei sia la Stella
sia la Vanessa amate da Swift, è lei l’Alice nel paese delle meraviglie che
fece cadere in tentazione il reverendo Lewis Carroll-H.C.E., la Kitty
O’Shea che provocò la caduta di Parnell, la Nuvoletta che appare nella
favola di Mookse e Gripes, l’arcobaleno dopo il diluvio universale
(H.C.E. è Noè, Shem è Sem e Shaun è Jafet) ed infine è Nora, la
compagna di Joyce. Quanto alle corrispondenze sul piano «geografi­
co», Issy è naturalmente il villaggio di Chapelizod, sulla sponda del
fiume-madre Anna Liffey, all’altro capo della pianura di Dublino
rispetto al promontorio-padre di Howth, mentre Shem e Shaun sono
rispettivamente la riva destra e la riva sinistra del fiume.
Rimarrebbe ora da considerare la miriade di altri personaggi (nomi,
cioè parole) che popolano il romanzo; ma la maggior parte di loro sono
riassorbiti per un verso o per l’altro nei cinque membri della famiglia
Earwicker - perfino quei personaggi che figuravano come del tutto
autonomi e impegnati in ruoli di primo piano nei primi abbozzi del
romanzo scritti nel 1923 (si vedranno nella sezione seguente di questa
introduzione), tanto che Joyce aveva inventato per loro sigle o simboli
poi abbandonati. È il caso del leggendario ultimo re d’Irlanda, Rode-
rick O’Connor (o O’Conor), divenuto un’altra incarnazione di H.C.E.,
di San Patrizio e dell’arcidruido Berkeley, che abbiamo riconosciuto
rispettivamente come Shaun e Shem, di Tristano, concepito come
protagonista, ma ridimensionato come un altro aspetto di Shem, nei
suoi rapporti sia con il padre H.C.E.-re Marco, sia con le due Isot-
te-Issy, e infine del santo eremita irlandese del VII secolo Kevin,
Introduzione XXXIX

scolaro del profeta Geremia, per amor del quale si era uccisa annegan­
dosi la bella Cathleen - simbolo dell’Irlanda stessa: il nome di Kevin
percorre ancora tutto il romanzo, ma egli genera la figura di Shan, con
cui viene identificato sia nel secondo capitolo del secondo libro sia nel
quarto capitolo del terzo libro, ove Shem a sua volta è Jerry (abbrevia­
zione di Geremia), ed infine ne vien fatta l’agiografia nel quarto libro.
Eppure vi è uno, o meglio quattro - personaggi/o, fra quelli concepiti
fin dall’inizio, cui Joyce non volle rinunciare, e che sono (è) rimasti/o
come entità separate fino alla stesura definitiva, con il nome collettivo
di Mamalujo e una sigla costituita da una croce di Sant’Andrea, X.
Joyce non poteva rinunziare a Mamalujo in quanto non si tratta di un
personaggio vero e proprio ma del testimone, garante del libro che
Joyce scrive e della sua verità. Mamalujo è formato dalle prime due
lettere dei nomi inglesi dei quattro evangelisti, e questa creatura com­
posita diviene nel romanzo un quartetto di vecchi dai nomi tipicamente
irlandesi: Matt Gregory, Mark Lyons, Luke Tarpey (la Rupe Tarpea?) e
Johnny MacDougal. Essi sono anche i quattro monaci francescani che
nel 1600 avevano compilato in un monastero del Donegal gli annali
dell’Irlanda, e, come Joyce ebbe a spiegare a Miss Weaver nell’ottobre
del 1923, rappresentano anche le quattro grandi province dell’Irlanda,
Ulster, Munster, Leinster, Connacht. I quattro vecchi dominano l’ulti­
mo capitolo del secondo libro di Finnegans Wake come testimoni
dell’amore di Tristano e Isotta, allo stesso modo che nell’ultimo capito­
lo del terzo libro saranno testimoni e cronisti dell’unione fra H.C.E. e
A.L.P. Essi occupano dunque posizioni chiave nel romanzo, a conclu­
sione dei due libri centrali, come A.L.P. si collocava a conclusione del
primo e dell’ultimo libro; e i capitoli a loro dedicati sono fra quelli che
più si avvicinano al linguaggio lirico caratteristico della protagonista
femminile. Ma i quattro vecchi ricompaiono spesso nel romanzo come
inquisitori, giudici e cronisti: in primo luogo per esaminare, nel quinto
capitolo, il mamafesta di A.L.P., che viene identificato con lo stupendo
salterio miniato irlandese noto come Book of Kells, il più grande
monumento dell’arte medioevale irlandese, per il quale Joyce aveva una
ammirazione sconfinata. Era un libro in cui la parola, la grafia, si
annullava nell’elaboratissimo disegno, un labirinto di segni sinuosi in
cui il senso si perdeva e si moltiplicava: il Book of Kells era il modello
segreto di cui Finnegans Wake vuole essere insieme rifacimento e
parodia. I quattro vecchi ricompaiono nel secondo libro come coloro
che indagano sulle colpe di Earwicker, e nel terzo libro interrogano, o
XL Introduzione

meglio sottopongono ad una sorta di seduta psicanalitica, Shaun-


Yawn, che giace apparentemente nel sonno della morte.

2. La genesi di Finnegans Wake


2.1. Si è già accennato al fatto che Finnegans Wake non fu scritto
consecutivamente secondo un disegno prestabilito, ma nacque piutto­
sto come una progressiva accumulazione di frammenti suggeriti da
un’idea iniziale che imponeva a Joyce di rinnovare gli strumenti espres­
sivi - il linguaggio - dopo aver completato Ulisse, il romanzo che
sembrava costituire una meta insuperabile. L’idea maturò nei tredici
mesi di inattività fra il febbraio 1922 e il marzo 1923; ma vi sono segni e
indizi che l’inattività fu solo apparente. Nel dicembre 1922 egli inviò
come dono di Natale a Miss Weaver una copia di The Book ofKells di
Sir Edward O’Sullivan, un libro che riproduceva con un entusiastico
commento alcune pagine del famoso salterio. Si trattava di dare all’Ir-
landa contemporanea (la patria che egli aveva rifiutato ma cui era legato
da radici culturali indistruttibili) un’opera che rinnovasse le qualità e le
caratteristiche di quel libro, il suo intricato e squisito disegno, il suo
valore come documento di una civiltà, anzi, come suo testo sacro.
Walton Litz ha ricostruito le tappe della composizione del nuovo
lavoro in corso, e si cercherà qui di ripercorrerle rapidamente soprattut­
to al fine di individuare il metodo seguito da Joyce, il processo di
continua riscrittura e insieme il fatto che, invece di proporsi di seguire
una linea narrativa (come nell’ Ulisse dove il modello era fornito dall’O-
dissea), Joyce si preoccupasse di fissare in primo luogo dei nuclei, dei
centri di irradiazione di situazioni e di idee: si trattava di costruire una
rete di momenti epifanie! che sarebbero stati poi sviluppati in primo
luogo a livello linguistico e poi a livello narrativo in tutte le direzioni,
per creare il disegno complessivo del romanzo. Nelle pagine che seguo­
no indicherò in numeri romani maiuscoli il libro e minuscoli il capitolo
all’interno del libro stesso nel quale troveranno posto nella stesura
definitiva i frammenti che Joyce veniva di mano in mano componendo.

2.2. E significativo che le prime due pagine, scritte il 10 marzo 1923


(ora le ultime due di II.in), riguardino un momento della storia d’Irlan-
da, il suo leggendario ultimo re Roderick O’Conor: Joyce parte dunque
dall’esplorazione delle possibilità immaginative offerte dall’antica sto­
ria irlandese. I tre frammenti successivi, scritti nel luglio dello stesso
Introduzione XI .1

anno, sono anch’essi connessi con la cultura irlandese sotto tre diversi
aspetti: la storia d’amore di Tristano e Isotta (ora parte di II.iv); la sua
tradizione religiosa rappresentata nella figura del santo eremita Kevin,
la cui caverna nella contea di Wicklow è tuttora meta di pellegrinaggi
(ora in IV, il libro conclusivo); e, ancor più importante, l’espressione
della polarità costante della cultura irlandese fra due atteggiamenti:
l’accettazione supina di un dogma religioso d’importazione e una
saggezza antica di origine pagana che si riflette nella sottigliezza del
pensiero (non per nulla Joyce aveva illustrato nel 1907 ai triestini la
condizione del suo paese in una conferenza intitolata in italiano «L’Ir-
landa: isola dei Santi e dei-Savi», facendo una chiara distinzione fra gli
uni e gli altri). Il frammento è un dialogo immaginario fra San Patrizio e
l’arcidruido Berkeley, destinato, come si è già avuto occasione di dire,
alle pagine finali del libro. Quest’ultimo frammento merita particolare
attenzione non soltanto per il suo significato ma anche come illustrazio­
ne del metodo joyciano di evolvere progressivamente le unità linguisti­
che complicandone le valenze semantiche. Infatti il 2 agosto 1923 egli
inviò contemporaneamente a Miss Weaver ben tre stesure del fram­
mento stesso, la prima, per così dire, «in chiaro», la seconda in una fase
intermedia e la terza, assai più estesa (ma ancora ben lontana da quella
finale), in cui il discorso dell’arcidruido era trascritto in una sorta di
pidgin English, l’inglese bastardo parlato nel secolo scorso dai cinesi.
La prima lunga frase della versione in chiaro va citata per esteso in
quanto, posta com’è sulla bocca di un personaggio nel quale Joyce
sostanzialmente si riconosce, è l’enunciazione, non priva di autoironia,
di una dottrina estetica che gli appartiene:
The archdruid then explained thè illusion ofthe colourful world, its forniture,
animai, vegetableand minerai, appearing tofalien men under but one reflection of
thè several iridai gradations of solar light, that one which it had been unable to
absorb while for thè seer beholding reality, thè thing as in itself it is, all objects
showed themselves in their true colours, resplendent with thè sextuple glory ofthe
light actually retained within them.
L’arcidruido spiegò quindi l’illusione del mondo multicolore, i cui accessori,
animali, vegetali e minerali, appaiono all’umanità caduta sotto uno soltanto dei
riflessi delle varie gradazioni iridate della luce solare, e precisamente quella che
l’oggetto era stato incapace di assorbire, mentre per il veggente che contempla la
realtà, cioè la cosa come è in se stessa, tutti gli oggetti si mostravano nei loro
colori autentici, irradianti il sestuplo splendore della luce effettivamente in essi
contenuta.

Nella terza redazione inviata alla Weaver la frase diventa lunga più
XLII Introduzione

del doppio, con la ripetuta introduzione dei nomi di Patrick e di


Berkeley, e commenti parentetici, tanto che sarebbe assurdo riferirla
per intero. Basterà riportare come siano state trasformate le sette parole
explained thè illusion of thè colourful world-.
he drink up words all too much illusiones ofhueful panepiphanal world
of lord ]oss
che potrebbe rendersi con «lui bere parole tutte molto troppo illusio-
nes di tintabello panepifanale mondo di signore Giossù» (Joss è il
termine corrente che designa l’idolo cinese). Se da una parte questo
dimostra come il processo di composizione di Finnegans Wake consista
nel partire da strutture grammaticali e sintattiche e da ritmi verbali più
o meno elaborati per arricchirli poi progressivamente attraverso un’ag­
gettivazione che sfrutti tutte le valenze e suggestioni delle parole-base,
le quali a loro volta si trasformano al loro interno per fornire nuovi
stimoli immaginativi, d’altra parte rivela il duplice e contraddittorio
risultato di tale arricchimento: la deformazione e l’espansione del
linguaggio oscura i significati, ma al tempo stesso ne rivela il potere
irradiarne interno. È il processo, la legge fisica, enunciato nella prima
frase citata: il linguaggio corrente restituisce soltanto uno dell’iride­
scente gamma di significati contenuti nelle parole; spetta al veggen­
te-artista di scoprirne l’intero spettro, di epifanizzare le parole, creando
a sua volta un linguaggio in grado di comunicare tali epifanie verbali. E
quanto avviene nell’ultima frase citata, con l’introduzione di words
accanto a world («parolmondo»), di hueful, che da un lato vale «pieno
di sfumature di colore (hues)» e dall’altro è la forma abbreviata in
pidgin English di beautiful («bello»); e infine di quelpanepiphanal che
descrive e definisce il risultato dell’operazione linguistica compiuta: la
creazione di una epifania totale. Che Joyce stesso fosse consapevole
dell’importanza fondamentale per tutto Finnegans Wake dell’enuncia­
to di questo passo è dimostrato dal fatto che, nella versione definitiva,
egli lo fa precedere dalla singola parola Fune. Il riferimento è preciso:
Fune è l’incipit, riccamente miniato, della più splendida pagina del
Book of Kells. E l’adozione del principio estetico qui contenuto che
identifica Finnegans Wake con il prezioso salterio che costituisce la più
alta espressione di un’arte squisitamente irlandese.

2.3. Ho parlato del metodo di Joyce come della costituzione di tutta


una serie di nuclei epifanie!; egli preferiva, per descrivere il suo proce­
dimento di composizione, un’altra metafora: lo scavo simultaneo di
Introduzione XLIII

una serie di gallerie in una montagna, partendo da punti diversi e ben


sapendo che il momento più delicato e imprevedibile sarebbe stato
quello in cui si fossero fatti saltare i diaframmi fra l’una e l’altra. Non
aveva insomma ancora idea di un disegno complessivo; per il momento,
scriveva a Miss Weaver il 17 ottobre 1923, «voglio fare il maggior
numero possibile di abbozzi o mettere in funzione il maggior numero
possibile di squadre di scavatori». Dai suoi quaderni di appunti risulta
infatti che in quei mesi aveva posto mano alla stesura di frammenti
relativi a quasi tutti i capitoli del primo libro, ad eccezione del primo e
del sesto, ma il primo abbozzo che egli considera completo già nel
settembre non riguarda le umbratili figure di Earwicker o di Anna
Livia, ma è quello che egli chiama Mamalujo, comprendente l’inno ai
quattro maestri che si trova ora alle pp. 398-99 di Finnegans Wake. Sarà
questo il primo frammento che egli fa pubblicare nella «Transatlantic
Review» nell’aprile del 1924. Va detto però che solo molti anni più
tardi egli rielaborò il frammento fondendolo con quello su Tristano e
Isotta scritto precedentemente, così da costituire il capitolo II.iv. Nei
primi tre mesi del 1924 egli elabora per pubblicarli separatamente in
riviste (il che avviene l’anno successivo) le prime pagine di I.n (sul
nome di Earwicker) e i testi più estesi di I. v (che egli chiama «la gallina»
-ossia il reperimento del manifesto di A.L.P.), I.vn (Shem thePenman,
cioè il suo autoritratto), e I.vin (Anna Livia Plurabelle).
Benché «la gallina» fosse intesa come una presentazione allusiva e
ironica del libro che Joyce veniva scrivendo, l’ambiguità e le contraddi­
zioni nelle interpretazioni del testo che il passo evidenzia rispecchiano
le incertezze dell’autore sul modo in cui avrebbe dovuto organizzare il
suo libro. D’altra parte negli altri frammenti cominciano a prendere
forma le figure dei protagonisti, H.C.E., A.L.P. e Shem. È a questo
punto che si impone la creazione dell’altro gemello, Shaun: nel marzo
1924 egli inizia la sezione Shaun thè Post (III.i) che avrebbe dovuto
bilanciare Shem thè Penman, ma questo personaggio sembra offrire
tante possibilità di sviluppo che Joyce decide di elaborare la sezione in
quattro capitoli o, come egli li chiama, watches («vigilie» o «turni di
guardia»), che nelle sue lettere designa con la sigla di Shaun, A, accom­
pagnata dalle lettere abcd. A queste quattro sezioni egli lavora per più
di un anno e mezzo: solo nell’aprile del 1926 le considera completate (si
tratta praticamente dell’intero libro III), benché dovessero essere in
seguito assoggettate a revisioni radicali. Egli si trovava ormai di fronte
ad una massa considerevole di materiali ancora in attesa di un ordina­
XLIV Introduzione

mento preciso; pensava comunque, come scrive in una lettera del 7


giugno 1926, che fosse necessario inserire «tre o quattro altri episodi»
fra il passo relativo a A.L.P. (I.vm), che indicava lo scendere della sera,
e le quattro «veglie» di Shaun, e suggeriva come argomenti «i giochi dei
figli, i loro studi di sera tardi, una scena nel pub e “si spengono le luci
nel villaggio”». Cominciò a lavorare al secondo di questi episodi, un
frammento destinato a divenire la parte centrale di II.n, sotto il titolo di
The Muddest Thick That Was Ever Heard Dump. Procedeva tuttavia
svogliatamente, mentre allo stesso tempo continuava a rielaborare ed
arricchire le parti già scritte (dell’episodio di Anna Livia Plurabelle
sono documentate ben diciotto stesure diverse, cinque delle quali
apparse a stampa fra il 1925 e il 1939). Si rivolse allora a Miss Weaver
chiedendole di «commissionargli» un pezzo per il libro e di mandargli
materiale su cui basare la sua nuova fatica. Miss Weaver gli mandò un
opuscolo relativo alla chiesa di Sant’Andrea a Penrith, in cui si parlava
di un favoloso gigante sepolto nel locale cimitero. Nel giro di quindici
giorni, nel novembre 1926, basandosi sull’idea del gigante sepolto,
Joyce scrisse quella che sarebbe divenuta la prima pagina del romanzo e
la inviò a Miss Weaver (vedi sopra 1.3.3.2.). Poco dopo l’amico Eugene
Jolas gli annunciò la fondazione a Parigi di una nuova rivista di avan­
guardia, «transition», che avrebbe voluto pubblicare a puntate fin dal
suo primo numero il lavoro in corso di Joyce. L’accettazione di questa
offerta comportava la necessità di trovare un ordine definitivo per i
frammenti composti. Era ovvio che il passo commissionatogli da Miss
Weaver doveva essere quello di apertura del libro, e già in esso era
implicito che il libro dovesse avere una struttura circolare, la prima
pagina ne continuava l’ultima non ancora scritta, secondo la teoria
ciclica vichiana che, come si è visto, Joyce aveva già in parte applicato
alla stesura delTU/Are. Si trattava di trasformare quella prima pagina in
un intero capitolo che anticipasse tutti i temi e i contenuti dell’opera,
come se fossero già noti e scontati per il lettore, e di disporre gli altri
frammenti in un ordine logico, integrandoli con passi connettivi, a
partire dal secondo capitolo - da lì sarebbe appunto cominciata la
fabula, e l’inizio non poteva essere altro che quel frammento relativo
alla presentazione e all’imposizione del nome di Earwicker che Joyce
aveva abbozzato nel 1923. Nel giro di un paio di mesi vengono così
completati Li e I.n e rielaborati Lui e I.iv, entrambi connessi alla figura
di H.C.E., sulla base di abbozzi preparati tre anni prima. Ad essi fa
seguito ovviamente, come I.v, quell’episodio relativo al ritrovamento
Introduzione XLV

del manoscritto da parte di una gallina che Joyce aveva già pubblicato
nel 1925 e nel quale vedeva adombrata la natura del suo libro. Questi
primi cinque capitoli cominciarono ad apparire mensilmente in «tran-
sition» a partire dall’aprile 1927- Joyce aveva già pronti altri due
capitoli, apparsi separatamente in riviste, e cioè Anna Livia Plurabelle e
Shem thè Penman\ chiaramente, il capitolo dedicato ad Anna Livia, che
in occasione della sua pubblicazione in «Le Navire d’Argent» nel 1925
era riuscito a convertire molti lettori fino a quel momento assai scettici
sui risultati della nuova impresa joyciana, avrebbe dovuto occupare
una posizione di spicco nel romanzo, indicare la conclusione di un ciclo
narrativo. Il suo posto era alla fine del primo libro. Shem thè Penman,
amaro autoritratto dell’autore, poteva precederlo immediatamente, ma
la difficoltà stava nel come collegarlo ai primi cinque capitoli. Nell’esta­
te del 1927 Joyce elaborò non senza fatica il capitolo che costituiva una
trans i zione dall’uno all’altro (l.vi), composto da una serie di domande
o indovinelli, ma nel quale lo sforzo compiuto si fa sentire nella
prolissità stessa del testo, che turba l’equilibrio dell’insieme. Comun­
que il primo libro del lavoro in corso è ormai completo: nel novembre
del 1927 il numero 8 di «transition» pubblica l’ottavo ed ultimo
capitolo. Ma è a questo punto che nascono nuove difficoltà.

2.4. Il disegno generale di Finnegans Wake è ormai chiaro nella


mente di Joyce. Il romanzo si articolerà in quattro parti, le prime tre
corrispondenti alle tre età del ciclo storico postulato da Giambattista
Vico e più o meno della stessa estensione, mentre la quarta rappresen­
terà il «ricorso» e sarà assai più breve. Poiché quest’ultima deve essere
non solo una conclusione ma anche, secondo la teoria ciclica, una sorta
di principio, è logico che Joyce riservi per essa proprio quei primissimi
frammenti che aveva scritto nel 1923, ma per ora non è ancora il caso di
pensare a come inserirli: il problema pressante è rappresentato dalla
seconda parte, ancora non scritta, mentre la terza, le quattro veglie di
Shaun, è già praticamente pronta. Joyce non sa come mantenere il suo
impegno con «transition»; è malato, i disturbi alla vista si sono aggrava­
ti. Si decide a consegnare a Jolas l’unico frammento già scritto destinato
alla seconda parte, The Muddest Thick..., che infatti viene pubblicato
nel numero di febbraio 1928. Poi si mette a rivedere i quattro capitoli
della terza parte (che saranno pubblicati fra il marzo 1928 e il novem­
bre 1929) e rielabora Anna Livia Plurabelle per pubblicarla come
volume separato. Ma il suo scoraggiamento è evidente. Il frammento
XLVI Introduzione

sulla cecità e la follia di Swift (vedi sopra 1.3.3.2.), le uniche righe scritte
nei mesi centrali del 1928, ne è la prova. Quando, alla fine del 1929,
«transition» è costretta a sospendere le pubblicazioni, Joyce non ha più
nulla che lo stimoli a proseguire, e addirittura fa la curiosa proposta al
suo connazionale e coetaneo, lo scrittore James Stephens, di portar lui a
termine l’opera pianificata. Dalle parti già pubblicate estrae quelle che
possono essere presentate come «favole» autonome (The Mookse and
thè Gripes da I.vi, The Muddest Thick, dal n. 11 di «transition», e The
Ondt and thè Gracehoper da III.i), e le pubblica in volume sotto il titolo
Tales Told ofShem andShaun (Parigi 1929); e un altro opuscolo appare
l’anno dopo sotto il titolo Haveth Childers Every where, estratto da
III. iii.
Soltanto nel settembre 1930 Joyce decide di riprendere sistematica-
mente la stesura delle parti mancanti del romanzo, ma è un processo
lento, ostacolato da gravissime difficoltà di carattere familiare. II.i lo
occupa per due anni interi, ed altri quattro anni, fino al 1937, gli
occorreranno per completare II.n e Il.in. Intanto «transition» riprende
a pubblicare occasionalmente qualche numero; nel febbraio 1933 vi
appare The Mime of Mick Nick and thè Maggies, ossia praticamente
tutto II.i, che verrà ristampato l’anno dopo in edizione numerata con
illustrazioni fatte fare a Lucia Joyce, la figlia ormai irrimediabilmente
condannata alla pazzia. Nel luglio 1935 appaiono in «transition» due
frammenti di II.n, mentre Joyce, per completare Il.in, si decide ad
utilizzare il primissimo frammento scritto una dozzina di anni prima,
quello sul re Roderick O’Conor. Tuttavia, avendo ormai chiarissimo il
piano complessivo dell’opera, Joyce propone nel 1936 all’editore Faber
and Faber di pubblicarla in volume, e già nel marzo del 1937 comincia­
no ad arrivargli le bozze della prima parte. Mancano ancora però II.iv e
IV. Per quanto riguarda l’ultimo capitolo della seconda parte, Joyce
fonde insieme materiali che aveva elaborato in tempi lontani: Marnata­
lo, che aveva pubblicato nell’aprile del 1924, e il frammento su Tristano
e Isotta del luglio 1923. Gli altri due frammenti composti alla stessa
data, quello su Kevin e il colloquio fra San Patrizio e l’arcidruido
Berkeley, vengono incorporati nel 1938 nell’ultimo libro, il «ricorso», a
conferma della concezione ciclica che ha ispirato l’opera, per cui le
ultime pagine sono le prime ad essere state scritte.
Finnegans Wake è nato dunque attraverso un processo di lenta e
continua accumulazione e accrezione, ma ha potuto giungere a compi­
mento soltanto quando il suo autore è riuscito a scorgere il modo in cui
Introduzione XLVII

le varie gallerie incominciate a scavare da tanti punti diversi si sarebbe­


ro incontrate, disponendosi secondo un disegno armonioso in grado di
rivelare il significato profondo comune a tutte quelle esplorazioni.

3. Le strutture di Finnegans Wake


3.1. E un luogo comune dire che il significato di qualsiasi messaggio
dipende dalle forme della sua comunicazione. Nel caso di Finnegans
Wake si potrebbe dire addirittura che il significato è nella forma e nel
modo in cui essa è organizzata. Nelle sezioni precedenti si sono consi­
derate le strutture linguistiche, il metodo di composizione, le temati­
che, l’impiego delle coordinate spaziali e temporali e i principi ideologi­
ci che hanno presieduto alla genesi del romanzo. Occorrerà ora veder­
ne le strutture portanti, basate sull’elementare schema quadripartito di
cui già si è parlato, nascita/ascesa/caduta/ri-nascita. E lo schema che
Joyce attribuisce alle teorie del Vico. La scienza nuova però non sta
affatto, rispetto a Finnegans Wake, nello stesso rapporto in cui l’Odis­
sea lo era stata nei confronti di Ulisse: non fornisce cioè una serie
continua di corrispondenze specifiche, ma soltanto un principio strut­
turale generale. Come V Odissea, con la sua suddivisione in tre parti
(Telemachia, Odissea e Nostos) aveva suggerito l’organizzazione terna­
ria di Ulisse, così la Scienza nuova, basata sul principio delle tre età
seguite dal ricorso storico, suggerirà una struttura in forma di 3 4- 1.
La difficoltà nasce quando Joyce, che sempre sentì fortemente l’esigen­
za di stabilire all’interno delle sue opere una trama serrata di simmetrie
e bilanciamenti formali, cercherà di determinare l’organizzazione inter­
na di ciascuna di queste parti e il gioco delle corrispondenze fra di loro.
A dire il vero, difficoltà analoghe erano sorte anche nel caso dell’ Ulisse,
del quale per molto tempo Joyce non seppe determinare il numero dei
capitoli, ma lo soccorse allora il fatto che almeno le due parti estreme
dell’opera, Telemachia e Nostos, si erano precisate fin da principio, e si
trattava soltanto di fissare l’estensione e la suddivisione del grande
segmento centrale. Nel caso di Finnegans Wake invece, il modello per
la raccolta dei materiali non era stata un’opera che già avesse una sua
struttura narrativa, ma piuttosto una serie di suggestioni di natura sia
ideologica sia stilistica, non solo Vico, ma Giordano Bruno e ì\Book of
Kells. I materiali si erano venuti così accumulando alla rinfusa, e solo
nel 1927 l’autore cominciò a preoccuparsi di includerli in una precisa
XLVIII Introduzione

intelaiatura che mettesse in evidenza lo svolgimento ciclico e la corri­


spondenza fra le varie parti. Clive Hart, in un libro che rimane fonda­
mentale, Strutture and Motif in Finnegans Wake, ha individuato con
grande acume il complesso schema strutturale dell’opera, e si cercherà
qui di darne conto sia pure con molte semplificazioni. Anzitutto l’im­
pianto generale, nella sua forma quadripartita (3 + 1).

Ciclo Ciclo
Libro Storia Tempo Spazio
Vichiano Umano

I Dei origini nascita passato Nord


II Eroi ascesa matrimonio presente Sud
III Uomini caduta morte futuro Est
IV Ricorso rinascita rinascita eternità Ovest

Tuttavia sembra trasparire la possibilità di un’altra suddivisione,


suggerita dal fatto che il primo libro comprende non quattro capitoli,
come i due successivi, ma otto, e il numero totale dei capitoli del
romanzo è diciassette. Se l’impostazione strutturale è quaternaria, si
dovrebbe allora considerare l’ultimo libro, costituito da un unico capi­
tolo, come esterno alla struttura - appunto un ricorso, il collegamento
fra la fine e il principio - e vedere il primo libro come diviso a sua volta
in due fasi di quattro capitoli ciascuno. Questa nuova suddivisione può
coesistere con la prima, ed è legata ai personaggi stessi del romanzo: i
primi quattro capitoli di I riguardano essenzialmente H.C.E., gli <Jtri
quattro A.L.P., il secondo libro i tre figli, il terzo (benché Joyce lo abbia
legato al nome di Shaun) include tutti i personaggi e rappresenta-nel
suo ultimo capitolo l’unione di H.C.E. e A.L.P., mentre il quarto libro è
il ricorso. Su questa base Hart propone un nuovo e più fitto schema di
corrispondenze, che comporta soprattutto un’alterazione della dimen­
sione spaziale, il passaggio da una concezione bidimensionale (i quattro
punti cardinali, le quattro braccia di una croce) ad una tridimensionale:
dal quadrato (il simbolo scelto da Joyce a designare il suo libro) non
tanto al cerchio quanto alla sfera, emblema del mondo o dell’universo,
passando attraverso la quincunx, ossia i cinque punti disposti quattro
alle estremità delle braccia di una croce immaginaria e il quinto nel loro
punto di incrocio ... Ecco il nuovo sistema di corrispondenze (le
categorie del ciclo vichiano e del tempo rimangono invariate):
Introduzione XLIX

Ciclo
Libro Storia Spazio Elementi Umori
Umano
I.I-IV maschio Nord ' Terra melanconico
origini
I.v-vin femmina Sud Acqua flemmatico
II ascesa matrimonio Est Fuoco sanguigno
III caduta morte Ovest Aria collerico
IV rinascita rinascita Centro Quintes­ equilibrio
senza umorale
Ed eccone infine la rappresentazione grafica:

3.2. Il linguaggio tanto complesso e composito di Finnegans Wake


può far dimenticare che ciascun capitolo del libro è in effetti scritto
secondo una tecnica differenziata e diversa, allo stesso modo dei vari
capitoli dell’ Ulisse. La struttura interna del romanzo presenta un gioco
complesso di corrispondenze in ogni sua parte, con indicazioni di
tempo, luogo, tecnica, «arte», e simboli dominanti, come quella che
Joyce si era preoccupato di specificare nei riguardi di Ulisse, fornendo
nel 1920 il famoso «sunto-chiave-scheletro-schema (per uso puramente
domestico)» a Carlo Linati (lo si veda in Lettere, Milano 1974, pp.
368-72), e che si trova aggiornato nel libro di Stuart Gilbert sull’ Ulisse
L Introduzione

pubblicato nel 1930 (vedi Introduzione a Joyce, Milano 1967, pp,


1081-83). Lo Hart ha ricostruito anche per 'Finnegans Wake una analo­
ga tavola di corrispondenze, eliminando le categorie alquanto vaghe
negli schemi di Ulisse, relative ai colori e agli organi del corpo, ma
tenendo conto della maggiore complessità della dimensione spaziale,
per cui sotto la rubrica «scena» vengono considerati due livelli, quello
naturalistico, ossia dove i personaggi dovrebbero muoversi nella realtà
presente e privata, e quello simbolico, ossia i luoghi della meta-azione,
degli eventi proiettati fuori della dimensione temporale. Nelle pagine
LII-LIII viene riprodotto con le necessarie modifiche lo schema fornito
da Hart, affidando ad esso il lettore nello stesso spirito con cui Joyce
mandava il suo a Linati: «vista l’enorme mole e la più enorme comples­
sità del mio maledettissimo romanzaccione» forse, grazie allo schema,
«la mia idea apparirà più chiara».

4. Traducibilità - i primi quattro capitoli


La traducibilità, e perfino l’utilità di tradurre un’opera come Finnegans
Wake, è stata ripetutamente contestata. Uno dei più acuti ed entusiasti
esegeti dell’opera, Stephen Heath, ha osservato: «percorrendo una
molteplicità indeterminabile di lingue, la scrittura di Finnegans Wake
elude qualsiasi possibilità di stabilire mediante una traduzione delle
equivalenze monologiche fra una lingua e un’altra, di isolare un qualsia­
si significato che la traduzione possa trasferire in un altro significante.
Nel gioco di significanti che essa realizza, la scrittura di Finnegans
Wake lavora proprio contro questa logica. ...La sola traduzione che si
possa immaginare, sarebbe un nuovo Finnegans Wake, e cioè l’elabora­
zione di un’altra “scrittura in corso” che entrerebbe nella scrittura di
Joyce per riprenderla, estenderla, disseminarla, secondo le stesse esi­
genze di ironia e di parodia, di frammentazione e di trasformazione,
che determinano il passaggio dall’un testo all’altro nell’opera di Joyce.
Una tale “traduzione” costituirebbe, in rapporto al testo di Joyce,
esattamente una ambiviolence».
Se ciò è vero, è vero anche della traduzione di qualunque altro testo,
dato che il linguaggio di Finnegans Wake non è, come si è cercato di
dimostrare (vedi sopra, 0.5), la «molteplicità indeterminabile di lin­
gue» che vorrebbe Heath, ma è una lingua au bout de l’anglais, al limite,
ma non oltre il limite, dell’inglese (con accento irlandese). Del resto
Joyce stesso non soltanto promosse e seguì la «traduzione» in francese
Introduzione LI

dell’episodio di Anna Livia Plurabelle, ma si impegnò in prima persona


a fornirne una in italiano, quell’italiano che era per lui la sua lingua
privata, quella in cui erano stati educati i suoi figli. Proprio perché egli
era l’autore, compì in tal caso l’operazione descritta da Heath, elabo­
rando un’altra «scrittura in corso» ed esercitando sul suo testo quella
«ambiviolenza» denunciata dal critico inglese. È quel che non può
permettersi il traduttore «esterno», identificabile con l’ideale lettore
postulato da Joyce per il suo libro, «sofferente di un’altrettanto ideale
insonnia». Egli sarà consapevole del carattere riduttivo del proprio
lavoro, in grado di rendere solo piccola parte delle innumerevoli
valenze semantiche del linguaggio di Pinnegans Wake (ma quanto non
va perso anche nella miglior traduzione di qualsiasi testo?), e tuttavia
potrà suggerire la ricchezza di un testo che - in questo unico caso -
anche nell’originale è molto sfuggente, e si sottrae costantemente ad
una lettura «totale» del senso. Paradossalmente, proprio perché lo
stesso lettore anglofono non riesce a cogliere di quel linguaggio che una
frazione minima dei valori semantici, si potrebbe sostenere che Pinne-
gans Wake è più «traducibile» di Shakespeare o di Dickens.
Confrontando i vari tentativi di traduzione italiana compiuti finora,
Umberto Eco ha osservato che, mentre, ad esempio, i frammenti
tradotti da Rodolfo Wilcock «puntano talmente al ritmo da sacrificare
al massimo le parole-valigia, con intenti di esplicazione della trama
piuttosto che di ricostruzione dei giochi verbali», Luigi Schenoni
invece «ristabilisce il ritmo proprio infittendo i calchi, tentando i
calembour più impossibili proprio perché ne venga fuori un italiano
neo-gaddiano che possa stimolare la stessa tensione enigmistica dell’in­
glese illeggibile di Joyce». E l’altro grande pregio della versione di
Schenoni è la sua sistematicità, il fatto di voler essere integrale, parten­
do dalla prima pagina del gigantesco romanzo e seguendolo nel suo
cammino tortuoso, così come lo volle l’autore. Se ne presentano qui i
primi quattro capitoli, in quanto essi costituiscono un blocco compat­
to, non un frammento, ma uno di quei settori in ciascuno dei quali si
riflette la totalità dell’opera: è il dominio di H.C.E., Here Comes
Everybody, Ognuno - e d’altra parte proprio il carattere circolare e
ciclico del romanzo fa sì che nel primo capitolo si rispecchino per
intero tutti i contenuti, i temi, i conflitti dell’ultimo, quel «ricorso» che
era sintesi e proiezione dei tre libri che l’avevano preceduto. Nelle
prime cento pagine è pienamente realizzata l’epifania di Ognuno.
Fregene, 15 aprile 1982 Gior&° Melchiori
lh Introduzione

Scena
Livello Livello
Ora
naturalistico simbolico

Dublino
Li 11.32 a.m. , Taverna dintorni
I.n imprecisata n »

Lui »

I.iv n »
Tribunale

» T> Sala
I.v conferenze
» n Palcoscenico
Ivi per quiz
n n Dublino-Trieste
Lvn Zurigo-Parigi
»
Lviii 6 p.m. Rive del fiume

Chapelizod,
ILi 8.30-9 p.m. Teatro
strada
Stanza dei
II.ii 9-10 p.m. Cosmo
bambini
Uni 10- 11 p.m. Taverna Sebastopoli
Nave di
II.IV 11- 11.32 p.m.
Re Marco

Camera Strade di
m.i 12 p.m.-l a.m.
da letto Dublino
» Chiesa,
HI.ii 1-2.30 a.m. lungofiume

nini 2.30-3.30 a.m. » Uisnach Hill

ni.iv 3.30-4.32 a.m. » Phoenix Park

Chiesa,
IV 6 a.m. bagno lungofiume
Introduzione Lin

Tecnica «Arte» Simboli

Leggenda Archeologia Gigante,


annali Architettura Montagna
Graal,
aneddotica Epistemologia
Persse O’Reilly
Vichingo
giornalismo Politica bara
verbale
Giurisprudenza Volpe, leone
giudiziario

conferenza Paleografia Lettera, gallina


catechismo Sociologia Famiglia
monologo Scarabeo, penna,
Letteratura
(maschile) via crucis
dialogo
Geografia Delta, albero, pietra
(femminile)

dramma Dramma Diavoli, angeli


testo Pedagogia
Quincunx (' • '.)
scolastico Cosmologia
trasmissione
Informatica Schermo televisivo
radiofonica
memorie Storia Nave, gabbiani
dialogo
(maschile) Musica Asino, spettro

sermone Teologia Eucaristia


relazione
di seduta Spiritismo Ombelico, fallo
spiritica
naturalismo e Fotografia
Natiche, barile
simbolismo Cinematografia
sommario,
lettera,
Escatologia Sole
monologo
(femminile)
Cronologia essenziale
della vita e delle opere di Joyce

1882 Nasce il 2 febbraio, al n. 41 di Brighton Square, Rathgar, Dublino. È il


primo dei dieci figli di John Stanislaus e Mary Jane Murray.
1888 Nel settembre viene mandato ad una scuola di Gesuiti, il Clongowes
Wood College, dove rimarrà fino al giugno 1891, rientrando in famiglia
solo per le feste.
1891 Alla fine dell’anno, compone un pamphlet in versi, Et tu, Healyf contro
l’uomo politico che aveva tradito Parnell. È la sua prima opera stampa­
ta, di cui non resta oggi traccia.
1893 Nell’aprile, inizia gli studi al Belvedere College (altra scuola tenuta dai
Gesuiti) dove rimane fino al 1898.
1899-1902 Gli anni della carriera universitaria all’University College. Nell’apri­
le 1900 la «Fortnightly Review» di Londra pubblica il primo saggio di
Joyce, Ibsen’s New Drama. Il 15 ottobre 1901, scrive The Day of thè
Rabblement-, al maggio 1902 risale il saggio sul poeta irlandese James
Clarence Mangan. Si diploma il 31 ottobre 1902 e decide di recarsi a
Parigi per studiare medicina. Cerca di mantenersi collaborando ad un
giornale di Dublino con recensioni e articoli.
1903 In aprile si ammala gravemente la madre. Joyce rientra a Dublino. Il 13
agosto muore la madre.
1904 II 7 gennaio scrive di getto il lungo saggio autobiografico A Portrait ofthe
Artist per la nuova rivista dublinese «Dana», che però lo respinge.
Decide allora di ampliarlo in forma di romanzo autobiografico con il
titolo di Stephen Hero e ne inizia subito la stesura. In marzo, insegna alla
Clifton School di Dalkey. In giugno, incontra Nora Barnacle e qualche
tempo dopo decide di fuggire con lei sul continente. Parte da Dublino
1’8 ottobre e si reca a Zurigo e a Pola come insegnante di inglese presso la
Berlitz School.
LVI Cronologia

1905 Nel marzo, si trasferisce a Trieste sempre in qualità di insegnante presso


la Berlitz School. Pubblica a sue spese la poesia satirica The Holy Office.
Il 27 luglio, nasce il figlio Giorgio. Alla fine di novembre, invia all’edito­
re Grant Richards di Londra il manoscritto dei Dubliners, raccolta di 12
racconti iniziata l’anno precedente.
1906 Aggiunge altri 2 racconti a Dubliners, ma dopo lunghe trattative Ri­
chards respinge la raccolta per timore della censura. Dal luglio, perma­
nenza a Roma, dove si impiega in banca.
1907 In marzo, ritorna a Trieste e dopo un breve periodo lascia la Berlitz
School per l’insegnamento privato. Conosce Italo Svevo e inizia la
collaborazione al «Piccolo della Sera» di Trieste; scrive The Dead,
ultimo racconto di Dubliners. In maggio viene pubblicata la raccolta di
versi Chamber Music. Il 26 luglio nasce la figlia Lucia Anna. Nel
settembre decide di riscrivere completamente Stephen Hero in soli 5
capitoli con il titolo Portrait of thè Artist as a Young Man.
1909 In agosto, toma in Irlanda. All’inizio di settembre, firma con l’editore
Maunsel & Co. di Dublino un contratto per la pubblicazione dei
Dubliners. Il 9 settembre ritorna a Trieste e cerca un finanziamento per
una catena di cinema in Irlanda. Rientra a Dublino il 21 ottobre e due
mesi dopo apre il cinema Volta in quella città.
1910 In gennaio, ritorna a Trieste e il cinema Volta viene venduto. L’editore
Maunsel ritarda la pubblicazione dei Dubliners.
1912 Da luglio a settembre, visita l’Irlanda per l’ultima volta. Gita a Galway.
Rottura definitiva con Maunsel. Tiene conferenze all’università Popola­
re di Trieste. Pubblica a proprie spese la poesia satirica Gas from a
Burner.
1913 Entra in contatto epistolare con Ezra Pound, presentatogli da Yeats.
1914 In gennaio, Grant Richards accetta di pubblicare Dubliners. Il volume
esce il 15 di giugno. Dal 2 di febbraio 1914 al l'settembre 1915, grazie
all’interessamento di Harriet Weaver, A Portrait of thè Artist as a Young
Man esce a puntate sulla rivista «The Egoist» di Londra. In marzo, inizia
la redazione di Ulysses, che viene interrotta per il dramma Exiles,
terminato l’anno seguente. Al 1914 risale anche il frammento intitolato
Giacomo Joyce.
1915 Alla fine di giugno, le autorità austriache gli consentono di trasferirsi in
Svizzera, dietro l’impegno di non svolgere attività politica. Si stabilisce a
Zurigo fino al 1919.
1916 Il 29 dicembre, esce l’edizione americana del Portrait (Huebsch, New
York).
1917 Il 12 febbraio, esce a Londra l’edizione inglese del Portrait (The Egoist
Cronologia LVII

Press). Inizio dei disturbi alla vista e prima operazione agli occhi, a fine
estate.
1918 Organizza la compagnia degli English Players. In marzo, «The Little
Review» di New York inizia la pubblicazione a puntate di Ulysses che
prosegue fino alla fine del 1920 (circa metà del testo). Nel maggio Grant
Richards pubblica il dramma di Joyce Exiles.
1919 In ottobre, ritorna a Trieste con la famiglia e si dedica definitivamente al
completamento di Ulysses.
1920 Nel giugno, si incontra con Ezra Pound a Desenzano. Il poeta lo
convince a recarsi a Parigi, dove tutta la famiglia si trasferisce nel mese
successivo. «Il Convegno» pubblica la traduzione italiana di Esuli, di
Carlo Linati.
1921 In aprile, si accorda con Sylvia Beach per la pubblicazione del testo
integrale di Ulysses a Parigi, presso la libreria Shakespeare and Compa­
ny. Il 7 dicembre Valéry Larbaud tiene una conferenza sul libro, da lui
letto in manoscritto, che verrà pubblicata sulla «Nouvelle Revue Fran-
Saise», nell’aprile 1922.
1922 II 2 febbraio, compleanno dell’autore, esce Ulysses. In aprile scoppia la
guerra civile in Irlanda e la moglie di Joyce, che ha portato i due figli a
visitare la madre, è costretta a partire. Nuovi disturbi agli occhi. Viaggi a
Londra e a Nizza.
1923 II 10 marzo, inizio del lavoro a Finnegans Wake. Il titolo Finnegans Wake
diverrà quello ufficiale nel 1939, al momento della pubblicazione. Fino
allora, Joyce lo chiamerà «Work in Progress» («Lavoro in corso»). In
estate permanenza in Inghilterra.
1924 Gravi disturbi agli occhi. In aprile il primo brano di Finnegans Wake
esce sulla «transatlantic review» (Parigi). In estate permanenza in Breta­
gna e soggiorno londinese di tre settimane. Esce la traduzione francese
del Portrait, con il titolo Dedalus-, prima traduzione italiana di un
racconto da Dubliner, «Araby», dovuta a Carlo Linati.
1925 In luglio, esce sulla rivista «The Criterion» (Londra) un altro brano di
Finnegans Wake. Il l’ottobre esce un terzo brano, Anna Livia Plurabel-
le, in «Le Navire d’Argent» (Parigi).
1926 Da luglio a settembre soggiorno a Ostenda e Bruxelles. Dubliners tradot­
to in francese'come Gens de Dublin-, frammenti di Ulysses tradottijn
italiano da Linati ne «Il Convegno».
1927 II 2 febbraio, protesta internazionale contro la pubblicazione abusiva
americana di Ulysses. Dall’aprile 1927 al maggio 1938 escono brani di
Finnegans Wake su «transition» (Parigi), la rivista di avanguardia diretta
da Eugène Jolas.
LVIII Cronologia

In aprile, lo scrittore è ospite d’onore del PEN Club a Londra. 115 luglio,
esce Pomes Penyeach, la seconda raccolta di poesie.
1928 Il 20 ottobre Anna Livia Plurabelle esce in volume a New York.
1929 In febbraio, esce a Parigi la traduzione francese di Ulysses (Gallimard).
In luglio e agosto soggiorno in Inghilterra. «Soiaria» pubblica Cavalcata
al mare di J. M. Synge tradotta in italiano da J. Joyce e N. Vidacovich.
1930 Una serie di operazioni agli occhi a Zurigo. In giugno esce Haveth
Childers Everywhere, altro brano da Finnegans Wake. Soggiorno estivo
in Inghilterra.
1931 Il 4 luglio, l’unione con Nora viene legalizzata a Londra. Il 29 dicembre
muore il padre all’età di 82 anni. Anna Livia Plurabelle tradotta in
francese da vari, mentre Alberto Rossi pubblica la sua traduzione del
primo capitolo di Ulisse.
1932 La figlia Lucia comincia a dare segni di un grave esaurimento nervoso,
che sfocerà nella follia.
1933 Il 6 dicembre, si celebra in America il processo contro Ulysses. H giudice
John M. Woolsey decide che il libro non è pornografico e ne autorizza la
pubblicazione in America. Prime traduzioni integrali italiane di Gente
di Dublino (di A. e A. Lami) e di Dedalus, a cura di Cesare Pavese.
1934 In febbraio, Ulysses esce a New York (The Modem Library). In giugno
esce un altro frammento di Finnegans Wake-. The Mime of Mick, Nick
and thè Maggies, con disegni della figlia Lucia.
1935 Le condizioni di Lucia si fanno sempre più gravi.
1936 Viaggio estivo in Danimarca e Germania. In dicembre, escono i Collec-
ted Poems.
1937 Esce l’ultimo brano staccato di Finnegans Wake, Storiella asShe isSyung,
in ottobre.
1938 Soggiorno estivo in Svizzera (Zurigo e Losanna).
1939 Il 2 febbraio, l’editore offre a Joyce una copia di Finnegans Wake, che
non uscirà prima del 4 maggio, in Inghilterra e America. Allo scoppio
della guerra, i Joyce sono a Zurigo. Rientrano in Francia e in dicembre si
stabiliscono vicino a Vichy.
1940 Il 14 dicembre, tornano a Zurigo, dopo aver cercato inutilmente di
portare con sé la figlia, internata in una casa di cura. Escono in “Prospet­
tive” due passi di Anna Livia Plurabelle tradotti in italiano da Joyce
stesso con Nino Frank e riveduti da Ettore Settanni.
1941 Il 13 gennaio, Joyce muore a Zurigo nel corso di un’operazione per
un’ulcera perforata.
Cronologia LIX

Pubblicazioni postume
1944 Theodore Spencer cura la pubblicazione di quanto rimane del mano­
scritto di Stephen Hero; un altro frammento viene aggiunto da John J.
Slocum e Herbert Cahoon nell’edizione del 195J5, ed altre pagine nel
1963.
1949 Alberto Rossi pubblica la sua traduzione del capitolo terzo di Ulisse e dei
Pomes Penyeach (Poesie da un soldo) ; Musica da camera era stata tradotta
da Aldo Camerino nel 1943; nuova traduzione italiana di Gente di
Dublino a cura di Franca Cancogni.
1930 Stephen Hero, tradotto da Carlo Linati con il titolo Stefano Eroe-, sarà
ristampato in Racconti e Romanzi, con la traduzione di F. Cancogni di
Gente di Dublino e quella di Pavese di Dedalus nel 1963.
1956 O. A. Silverman pubblica le ventidue Epiphanies conservate a Buffalo;
altre 18 verranno aggiunte da Robert Scholes e Richard Cain nel volume
The Workshop ofDedalus ( 1965) che comprende anche il saggio inedito
A Portrait of thè Artist (1904) e quaderni di appunti tenuti da Joyce a
Parigi, Pola e Trieste.
1957 Stuart Gilbert pubblica una prima raccolta assai casuale di Letters-, altri
due volumi appariranno a cura di Richard Ellmann nel 1966 ed altre
lettere inedite nelle Selected Letters a cura dello stesso nel 1975.
1959 Gli articoli, le conferenze ed altri scritti occasionali di Joyce vengono
raccolti da Ellsworth Mason e R. Ellmann in The Criticai Writings of
James Joyce.
1960 Viene pubblicata l’unica edizione integrale autorizzata di Ulisse a cura di
Giulio de Angelis, consulenti Glauco Cambon, Carlo Izzo, Giorgio
Melchiori; seguiranno numerose riedizioni, fra cui nel 1971 una accom­
pagnata dalla «Guida alla lettura» di De Angelis e un’introduzione di G.
Melchiori, ed un’altra nel 1978 con la «guida» e una nuova e più ampia
introduzione di G. Melchiori.
1961 Scribbledehobble, quaderni di appunti per Pinnegans Wake, pubblicato
da Thomas E. Connolly; tutta l’opera poetica di Joyce, compresi fram­
menti giovanili e poesie d’occasione, viene pubblicata nel volume Poesie
con traduzioni a fronte di Alfredo Giuliani, Alberto Rossi, J. Rodolfo
Wilcock e Edoardo Sanguineti. Il Wilcock fornisce anche traduzioni
italiane di frammenti scelti di Pinnegans Wake in appendice a una
riedizione di Ulisse.
1968 Richard Ellmann scopre e pubblica il frammento narrativo Giacomo
Joyce, che viene subito tradotto in italiano a cura di Francesco Binni.
1974 Esce un’ampia scelta in italiano delle Lettere a cura di Giorgio Melchiori,
traduzione di Giuliano Melchiori e Renato Oliva; i Romanzi e racconti
LX Cronologia

vengono ripubblicati con aggiunte e integrazioni a Stephen Mero sotto il


titolo Le gesta di Stephen, e la traduzione del Portrait del 1904 a cura di
Giorgio Melchiori.
1977 In James Joyce in Padua Louis Berrone pubblica con ampio commento i
temi svolti da Joyce per un concorso tenuto a Padova nel 1912.
1978 Vengono pubblicati a cura di Gianfranco Corsini e Giorgio Melchiori,
con la collaborazione di Louis Berrone, Nino Frank e Jacqueline Risset,
gli Scritti italiani di Joyce, comprendenti per la prima volta nel testo
originale tutto quanto Joyce scrisse in italiano fra il 1907 e il 1912, oltre
ai frammenti di Anna Livia Plurabella nella stesura originale prima
dell’intervento di Settanni.
1978-80 In ben 64 volumi vengono pubblicati in facsimile tutti i manoscritti e i
dattiloscritti di Joyce, fra cui moltissimo materiale inedito, nel James
Joyce Archine, a cura di Michael Groden, Hans Walter Gabler, Clive
Hart, David Hayman, A. Walton Litz.
1980 Le gesta di Stephen vengono pubblicate in edizione radicalmente rivedu­
ta a cura di Giorgio Melchiori.
1982 Appaiono le Epifanie, riordinate e con versione italiana a fronte, a cura di
Giorgio Melchiori.
Bibliografìa su Finnegans Wake
a cura di Rosa Maria Bosinelli

Le principali fonti bibliografiche si trovano in R. Deming, A Bibliography of


James Joyce Studies, Boston, G. K. Hall & Co. e Londra, Prior, 1977 (seconda
edizione aggiornata al dicembre 1973) e, soprattutto, negli aggiornamenti di
Alan Cohn che appaiono periodicamente su «James Joyce Quarterly» (prima
serie «James Joyce Review») fin dal 1958. Tale rivista, che si pubblica presso
l’università di Tulsa, Oklahoma dal 1963, diretta da Thomas Staley, ha dedicato
4 numeri a Finnegans Wake (primavera ’65, inverno ’72, estate ’74 e primavera
’77) e rappresenta un’indispensabile fonte di aggiornamento, insieme a «A
Wake Newslitter» (v. ) dell’università di Essex, specifica su FWe alla più recente
«A James Joyce Broadsheet», che esce dal gennaio 1980 presso il James Joyce
Centre, University College, Londra, direttori A. Armstrong, P. Bekker e R.
Brown.
Scegliere fra le 5.885 voci del Deming e le liste di Cohn aggiornate al
dicembre 1981 ha comportato l’adozione di criteri abbastanza rigidi. Di notevo­
le utilità è stata l’intelligente rassegna bibliografica di T. Staley contenuta nel
capitolo su Joyce in Anglo-Irish Literature. A Review of Research, a cura di R. J.
Finneran, New York 1976, pp. 428-435, e, per gli studi in Italia, il lavoro di
Giovanni Cianci, La fortuna di Joyce in Italia. Saggio e bibliografia (1917-1972),
Bari, Adriatica Editrice, 1974.
Le voci che seguono sono state raggruppate in 5 sezioni:
traduzioni italiane: non sono comprese le traduzioni di frammenti di Finne­
gans Wake che compaiono sotto forma di citazione in volumi e articoli tradotti
in italiano;
problemi di traduzione: enumera i più noti commenti a traduzioni di Finne­
gans Wake in varie lingue;
opere di consultazione: sono inclusi gli studi che il lettore dovrebbe avere
idealmente a portata di mano, come le guide, i lessici di parole “straniere”, i
glossari, le ricerche sui manoscritti e le fonti, le liste di allusioni, in altre parole
sussidi alla lettura, volumi corredati da indici di riferimento di rapida consulta­
LXII Bibliografia

zione, anche se, in alcuni casi, potrebbero rientrare a pieno titolo nella sezione
delle interpretazioni critiche;
interpretazioni critiche-, comprende studi specifici su Finnegans Wake, con
maggiore spazio a opere più recenti e/o tradotte in italiano, ai libri, alle raccolte
antologiche e ai numeri speciali di riviste. Per gli anni Quaranta, Cinquanta e
Sessanta si sono privilegiati studi sui primi quattro capitoli tradotti nel presente
volume, o che si possono considerare “classici”. Raramente gli articoli inclusi in
un volume già menzionato sono stati citati separatamente. Sono inoltre stati
inclusi prevalentemente articoli che hanno una funzione orientativa sul linguag­
gio di Finnegans Wake-,
opere di carattere generale-, comprende studi che si considerano importanti
come introduzione all’opera di Joyce e sono stati privilegiati i lavori che conten­
gono specifici riferimenti a Finnegans Wake. Per gli articoli si sono seguiti i
•criteri sopra menzionati.
Un vivo ringraziamento a Luigi Schenoni che ha messo a mia disposizione la
sua specializzata biblioteca personale e a Diarmuid Maguire per il prezioso aiuto
nella fase di controllo e selezione delle voci.

Nota. Finnegans Wake è abbreviato in FW, seguito dal num. di pag. e di riga.

Traduzioni italiane di frammenti di Finnegans Wake


Burgess, Anthonv, pHorbiCEtta, «Times Literary Supplementi 31 ottobre
1975, p. 1296 (FW 3.01-3.14)
Celati, Gianni, Da Finnegans Wake diJames Joyce: Elaborazioni sul tema visita al
museo Welligton (sic), «Il Caffè», 19, 3-4, sett.-ott. 1972, pp. 26-29 (FW
8.09-10.24)
Diacono, Mario, Da Finnegans Wake di James Joyce, traduzione 107-108, Napo­
li, Colonnese Editore, 1970 (FW 107-108)
Joyce, James, Frank, Nino, Anna Livia Plurabella, «Prospettive», 4, 2, 15 feb.
1940, p. 12 (con nota di Ettore Settanni); 1 fiumi scorrono, «Prospettive», 4,
11-12, 15 die. 1940, pp. 14-16; ristampato in E. Settanni, James Joyce e la
prima versione italiana delFinnegarìs (sic) Wake, Venezia, Cavallino, 1955 ; v.
anche Anna Livia Plurabella, trad. di J. Joyce, E. Settanni e N. Frank, «Carte
Segrete», 31, genn.-marzo 1976, pp. 27-40 (con notizie e commenti di G.
Mercenaro e J. Risset). L’originale della traduzione Joy ce/Frank si trova in J.
Joyce, Scritti Italiani, a cura di G. Corsini e G. Melchiori, con la collaborazio­
ne di L. Bertone, N. Frank, J. Risset, Milano, Mondadori 1979, pp. 216-31
(FW 196-201,215-16)
Schenoni, Luigi, Specimen Translation o/FW 4.18-5.04 into Italian, «James
Joyce Quarterly», 11, 4, estate 1974, p. 405; The Prankquean, FW 21.05-
23.15, «A Wake Newslitter», 13, 2, apr. 1976, pp. 36-8; Mutt & Jute e O
Bibliografia Lxm

foenix culprit, «Carte segrete», 11, 35, genn.-marzo 1977, pp. 36-47, con
introd. di L. Schenoni Introibo, pp. 31-35, (FW 15.29-18.16, 23.16-29.36);
Qui viene ognuno, «La Serpe», 23,4, die. 1977, pp. 17-18 (FW30.01-32.19);
Grande Mascherattore, «Tuttolibri», 6 maggio 1978, 13, con intervista a
Schenoni di G. Davico Bonino, pp. 12-13 (FW35.01-36.34); Dz/Finnegans
Wake^/J. Joyce, «Paragone», 338, apr. 1978, pp. 98-105, con introd. diR. M.
Bosinelli, pp. 94-98 (FW,35.01-42.16); Finnegans Wake 55.03-62.25, «Carte
Segrete», 13, 45-46, luglio-die. 1979, pp. 21-36; Il Musovoleo Willingdone,
«Stanford Italian Review», 1,1, primav. 1979, pp. 163-169 con introd. di
John Ahern (FW 8.09-10.23); Finnegans Wake Translated into Italian, «Ja­
mes Joyce Broadsheet», 7, feb. 1982, p. 4 (FW 85.20-86.31)
Wilcock, Rodolfo J., Frammenti scelti da La Veglia di Finnegan, in Futte le opere
di James ]oyce, a cura di G. Debenedetti, III, Milano, Mondadori 1961, pp.
1125-1174

Problemi di traduzione di Finnegans Wake


Aubert, Jacques, Finnegans Wake: Pour en finir avec les traductions?, «James
Joyce Quarterly», 4, 3, primavera 1967, pp. 217-222
Beckett, S., Perron, A., Goll, L, Jolas, E., Leon, P., Monnier, A., e Soupault, P.,
in collaborazione con James Joyce, Anna Livia Plurabelle, «Nouvelle Revue
Franqaise», 19,212, maggio 1931. (Traduzione di FW 196-201,215-216, con
articolo di Philippe Soupault, A Propos de la traduction d'Anna Livia Plura­
belle, pp. 633-636)
Bianchi, Ruggero, Perfino Pound disse, “Non ci capisco niente", «Tuttolibri», 6
maggio 1978, p. 12
Castelain, Daniel, Un itinéraire pour Finnegans Wake (tentatwe de traduction
fragmentaire), «Two Cities», 9, autunno 1964, pp. 35-40. (Trad. di FW 1,44,
169-171, 384, 627-628)
Celati, Gianni, Traduzioni di linguaggi inventati, «Il Caffè», 19, 3-4 , sett.-ott.
1972, pp. 26-30
Chastaing, Maxime, Tentatives pour une traduction de Finnegans Wake, «Ro­
man», 3, giugno 1951, pp. 269-271
Costanzo, William V., The French Version of Finnegans Wake.- Translation,
Adaptation, Pecreation, «James Jovce Quarterly», 9, 2, inverno 1971, pp.
225-236
de Campos, Haroldo, FW/Finnicius Revém - fragmentos, in Panorama do
Finnegans Wake, a cura di Haroldo e Augusto de Campos, Sào Paulo:
Conselho Estadual de Cultura, Comissao de Litaratura 1962, pp. 13-56.
(Traduzione portoghese di frammenti di FW, con note)
du Bouchet, André, James Joyce: Finnegans Wake, con introd. di Michel Butor.
Suivis de ALP, Paris, Gallimard 1962
LXIV Bibliografia

Eco, Umberto, Come si dice in italiano tumptytumtoes?, «L’Espresso», n. 21,28


maggio 1978, pp. 74-83
Hildesheimer, Wolfgang, LJbersetzung und Interpretation einer Passage aus FW
von ]. Joyce, in Interpretationen, Frankfurt a. M., Suhrkamp 1969, pp. 7-29.
(Su Anna Livia Plurabelle)
Knuth, Leo A.M., The Finnegans Wake Translation Panel at Trieste, «James
Joyce Quarterly», 9, 2, inverno 1971, pp. 266-269
Lavergne, Philippe, Shem, «Tel Quel», 30, estate 1967, pp. 67-89. (Trad
francese di parte del libro I, cap. 7 di FW, con introd. del traduttore)
Merle, Robert, Finnegans Wake est certainement intraduisible «Figaro Littérai-
re», 20 genn. 1966, p. 9
Ogden, Charles K., Anna Livia Plurabelle in Basic English, «Transition» n. 21,
marzo 1932, rist. Anna Livia Plurabelle, Frankfurt a.M., Bibliothek Suhr­
kamp Verlag 1971. (Traduzione in inglese (!) del cap. 8 di FW, pp. 196-216)
Reichert, Klaus, Finnegans Wake - Zum Problem einer Jjbersetzung, «Neue
Rundshau», 83, 1, 1972, pp. 165-169. (Sulla traduzione diA«w Livia Plura­
belle di Hildesheimer e Wollschlàger)
Risset, Jacqueline, Joyce traduce Joyce, in J. Joyce, Scritti Italiani cit., Milano,
Mondadori 1979, pp. 197-214; ed. originale in francese, «Tel Quel», 55,
autunno 1973
Senn, Fritz, Joycean Translatitudes: Aspects of Translation in Litters from Aloft a
cura di R. Bates e H. Pollock, (v.) 1971, pp. 28-49
Silva Santistéban, Ricardo, La ùltima pàgina de Finnegans Wake, «Creación y
critica», 2, feb. 1971, pp. 1-4. (Traduzione e commento di FW 626-628)
Sollers, Philippe, Heat, Stephen, Joyce in Progress, «Tel Quel», 54, estate 1973,
. pp: 4-24. (Sulle traduzioni di frammenti da FW 593.01-594.09, 596.34-
598.16, 626.35-628)
Verdin, Simonne, riverrun, «Courier du Centre International d’Etudes Poéti-
ques n. 84, 1971, pp. 22-28. (Traduzione e commento di estratti da FW
619-628)

Opere di consultazione
Atherton, James S., The Books at thè Wake, A Study ofLiterary Allusions in
James Joyce's Finnegans Wake, London, Faber & Faber e New York, The
Viking Press 1960; ed. riveduta 1974
«A Wake Newslitter» diretto da Clive Hart e Fritz Senn, l’arena più importante
di studi su FW. Si pubblica presso l’università di Essex ed è uscita per la
prima volta nel 1962. Indispensabile sussidio alla lettura, ha dedicato ampio
spazio alle liste di parole straniere, fra cui l’italiano (R. M. Bosinelli, 13, 2
1976, L. Schenoni, 15,4 1978) l’armeno (N. Halper, 16,2 1979), l’olandese
(L. Knuth, 5, 2 1968 e segg.k l’ébraico (P. Skrabanek, 10, 6 1973)
bibliografia LXV

Bonheim, Helmut, A Lexicon of thè German in Finnegans Wake, Munchen,


Max Hueber Verlag e Berkeley, University of California Press 1967
Burgess, Anthony, A Shorter Finnegans Wake, London, Faber & Faber 1964 e
New York, The Viking Press 1966
Campbell, Joseph, Robinson, Henry M., A Skeleton Key to Finnegans Wake,
London, Faber & Faber e New York, Harcourt Brace 1947; trad. it. parziale
di J. R. Wilcock, «Guida schematica per la Veglia di Finnegan», in Introduzio­
ne a Joyce, Milano, xMondadori 1967 (v.), pp. 1153-1185
Christiani, Bunis Dounia, Scandinavian Elements o/Finnegans Wake, Evanston,
Northwestern University Press 1965,
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1955
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ampliata di A Census of Finnegans Wake 1956 e A Second Census of Finne­
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Groden, M., Gabler, H. W., Hayman, D., Litz, A. W -, and Rose, D., (a cura di),
The James Joyce Archive, 63 volumi, New York: Garland Publishing Ine.
1978. (Fotocopie in facsimile di tutti i manoscritti joyciani. A FW sono
dedicati 36 volumi, di cui 16 suoi taccuini di appunti e 20 suoi manoscritti da
Work in Progress a FW)
Groden, Michael, (a cura di), James Joyce’s Manuscripts: An Index, New York,
Garland Publishing Ine. 1980. (Si tratta dell’indice ai 63 volumi dell’Archive,
riportante anche l’introduzione all’intera opera)
Hart, Clive, A Concordance to Finnegans Wake, Minneapolis, University of
Minnesota Press 1963; ed. riveduta 1974
Hayman, David, (a cura di ), A First-Draft Version o/Finnegans Wake, Austin,
University of Texas Press e London, Faber & Faber 1963
Higginson, Fred, (a cura di), Anna Livia Plurabelle: The Making of a Chapter,
Minneapolis, University of Minnesota Press 1960
Hodgart, Matthew, Worthington, Mabel, Song in thè Work ofJames Joyce, New
York, Columbia University Press 1959. (Include un elenco alfabetico delle
canzoni menzionate da Joyce)
McHugh, Roland, Annotations to Finnegans Wake, London, Routledge and
Kegan Paul e Baltimore, The Johns Hopkins University Press 1980
Mink, Louis O., A Finnegans Wake Gazeteer, Bloomington, Indiana University
Press 1978. (Allusioni geografiche, biografiche, letterarie e storiche in FW)
O Hehir, Brendan, A Gaelic Lexicon for Finnegans Wake, Berkeley e Los
LXVI Bibliografia

Angeles, University of California Press 1967


- e Dillon, John, A Classical Lexicon for Finnegans Wake, A Glossary of thè
Greek and Latin in thè Major Works ofJoyce, Including Finnegans Wake, The
Poems, Dubliners, Stephen Hero, Portrait, Exiles and Ulysses, Berkeley, Los
Angeles, London, University of California Press 1977
Rose, Denis, (a cura di), James Joyce’s The Index Manuscript, Finnegans Wake
Holograph Workbook VI.B.46, Colchester, A Wake Newslitter Press 1978
(Trascrizione del manoscritto, con introduzione e note del curatore)
Tindall, William Y., A Reader's Guide to Finnegans Wake, New York, Farrar,
Straus e Giroux 1969

Interpretazioni critiche di Finnegans Wake


Asenjo, F. G., General Problem ofSentence Strutture: An Analysis Prompted by
thè Loss of Subject in Finnegans Wake, «Centennial Review of Arts and
Science», 8, autunno 1964, pp. 398-408
Atherton, James S., Finnegans Wake: thè Gist of Pantomime, «Accent», 15,
inverno 1955, pp. 14-26
Beckett, Samuel et al., Our Exagmination Round His Factification forlncamina-
tion of “Work in Progress”, Paris, Shakespeare & Co, 1929; seconda ed.
aumentata di due saggi, London, Faber & Faber 1936; col titolo An Examina-
tion of James Joyce, Norfolk, New Directions 1939; ristampata London,
Faber & Faber e New York, New Directions 1972; trad. it. di F. Saba Sardi,
Introduzione a Finnegans Wake, con prefazione di Sylvia Beach, Milano,
Sugar 1964. (Fra i primi commenti dei contemporanei prima della pubblica­
zione definitiva di FW, contiene fra gli altri saggi di F. Budgen, S. Gilbert, E.
Jolas, W. Carlos Williams)
Begnal, Michael H., The Prankquean in Finnegans Wake, «James Joyce Quar-
terly», 1, 3, primavera 1964, pp. 14-18
- e Senn, Fritz, (a cura di), A Conceptual Guide to Finnegans Wake, University
Park e London, The Pennsylvania State University Press 1974 (raccolta di
saggi su vari aspetti di FW)
-eEckley, Grace, NarratorandCharacterin Finnegans Wake, Cranbury, NJ. e
London, Associated University Presses 1975
-Finnegans Wake and thè Nature of Narrative, «Modem British Litefature:
Special Joyce Combined Volume», a cura di E. A. Kopper Jr., 5,1-2, autunno
1980, pp. 43-52
Beja, Morris, Dividual Chaoses: Case Histories of Multiple Personality and
Finnegans Wake, «James Joyce Quarterly», 14, 3, primavera 1977, pp.
241-250
Benstock, Bernard, Joyce-again’s Wake, An Analysis o/Finnegans Wake, Seat­
tle, University of Washington Press 1965
Bibliografia lxvh
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«Moderns Fiction Studies», 15, primavera 1969, pp. 3-25
-, The Quiddity ofShem and thè Whatness ofShaun, «James Joyce Quarterly»,
1, autunno 1963, pp. 26-33
Berti, Luigi, Aspetti di Joyce, in Boccaporto, Firenze, Stamperia Fratelli Parenti
1940, pp. 141-173. (Uno dei primi saggi in Italia su FW)
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Close Look at FW Page 594: One Page Sufficient for Our Time, New Ply­
mouth, New Zealand, Dawns Publishers 1979
Bishop, John P., Finnegans Wake, in Collected Essays, New York, Charles
Scribner’s Sons 1948; seconda ed. riveduta, a cura di e con introd. di E.
Wilson, New York, Octagon Books 1975, pp. 146-65
Bosinelli, Rosa M., Maguire, Diarmuid J., La Calumnia è un Vermicelli: rumor
and noise in Finnegans Wake, 1-74, in «Comparative Literature Studies,
Special Joyce Centennial Issue», a cura di B. Benstock, Evanston, University
of Illinois Press, 19, 2, estate 1982, pp. 175-94
Buffoni, Francesco, James Joyce: Notazioni ortogenetiche e conseguenti associa­
zioni, in «Annali dell’istituto di Lingue e Letterature Germaniche», Parma,
1,1, 1973, pp. 41-63
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Romanzo e Società, trad. di L. Trevisani, con introd. di G. Corsini, Roma,
Editori Riuniti 1965, pp. 51-60. (L’edizione originale in The Noveland The
World’s Dilemma, New York, Oxford University Press 1947)
Butor, Michel, Esquisse d’un Seuilpour Finnegan, «Nouvelle Revue Franqaise»,
5, die. 1957, ristampato in du Bouchet, 1962 (v.); trad. it. di P. Caruso,
Schizzo d’una preparazione per Finnegans Wake, in Repertorio, Milano, Il
Saggiatore 1961, pp. 231-246,
-, Crossing thè Joycean Threshold, «James Joyce Quarterly», 7, 3, primavera
1970, pp. 160-176
Cage, John, Writing Through Finnegans Wake, Tulsa, University of Tulsa
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Nota del traduttore

Io sono gli altri. Sono quelli


che ha riscattato il tuo ostinato rigore.
Sono quelli che non conosci e quelli che salvi.1
JORGE LUIS BORGES

Nel presentare la traduzione dei primi quattro capitoli di Finnegans


Wake desidero precisare quali sono stati i criteri che ho seguito e gli
scopi che mi sono prefisso. Prima di farlo voglio però ringraziare tutti
coloro che mi sono stati prodighi del loro incoraggiamento e dei loro
consigli. In particolare, ma senza dimenticare coloro che non nomino,
il mio grazie va a James Atherton, Pieter Bekker, Bernard Benstock,
Rosa Maria Bosinelli, Adaline Glasheen, Domenico Javarone, che pur­
troppo non è più tra noi, Carla Marengo, Ronald McHugh, Giorgio
Melchiori, Francesca Romana Paci, Fritz Senn, Thomas Staley, Mark
Troy.
Sin dal mio primo contatto con Finnegans Wake mi sono reso conto
delle difficoltà che comporta la sua lettura, difficoltà ben note sulle
quali non mi sembra il caso soffermarmi in questa sede. Sono però
anche stato attratto, in modo repentino e definitivo, dall’universo che
intrawedevo celato tra le sue pagine; mi sembrava che questo libro mi
dicesse: «eccomi qua, prendimi tra le mani, guardami, toccami, leggi
qualche frase, vedrai che i tuoi sforzi saranno ricompensati».
Questa sensazione mi è rimasta impressa vivamente, e l’avevo ancora
ben presente quando, molti anni dopo, ho deciso di intraprendere ciò1

1 J.L.B., «Invocazione a Joyce», in Elogio dell’ombra (1969). Da Poesie 1923-


1976 scelte da J. L. Borges, introduzione e note di Roberto Paoli, traduzione di
Livio Bacchi Wilcock, Rizzoli, Milano, 1980, p. 249.
LXXVI Nota del traduttore

che era da molti ritenuto impossibile: la traduzione in italiano di


Finnegans Wake.
Prima di cominciare ho ritenuto essenziale, oltre che procurarmi
tutti i materiali disponibili che potessero aiutarmi nel mio lavoro,
prendere delle decisioni in merito al modo in cui procedere, darmi cioè
un metodo, ed operare delle inevitabili scelte, ossia stabilire dei criteri
da seguire il più strettamente possibile senza però farmene una gabbia.
Il metodo che decisi di adottare si può riassumere in breve: affronta­
re il testo parola per parola, cominciando dall’inizio e sperando di
arrivare alla fine, con estrema umiltà e senza pregiudizi di alcun genere,
ma anche con molta determinazione.
I criteri da me seguiti, ai quali sono arrivato con una valutazione
puramente personale, sono essenzialmente tre.
Innanzitutto ho cercato di rendere nella traduzione quello che io
chiamo il «livello base di significato»: tutte le parole di Finnegans
Wake, anche quelle polivalenti, hanno un senso predominante, che non
è poi altro che quello che trasmette la «trama» del libro. Io sono
dell’opinione di coloro che sostengono che Finnegans Wake è un
romanzo, ed ha quindi una trama, e una trama che si può riassumere in
poche righe, come ha affermato anche non molto tempo fa il critico
americano Michael H. Begnal nel suo articolo «Finnegans Wake» and
thè Nature of Narrative.2
Poi ho cercato di mantenere nel maggior numero di casi possibile,
anche a costo di sacrificare qualche significato secondario, il ritmo che
costituisce un elemento di notevole importanza nella struttura dell’o­
pera, tanto da farla considerare da alcuni un poema in prosa.
Da ultimo, tra tutti i significati che stanno al di sotto di quello base e
le innumerevoli allusioni di ogni genere, che rappresentano una delle
ricchezze di Finnegans Wake, ho privilegiato, sempre con un criterio di
scelta personale, quelle più importanti con riferimento alla trama e a
quei motivi principali che ricorrono per tutto il libro come dei veri e
propri leit-motwe, creando una fitta serie di anticipazioni e di rimandi.
Nell’applicazione pratica di queste mie scelte mi sono attenuto, salvo
casi particolari, a questa semplice norma: ho tradotto le parole in
inglese «comune» con parole in italiano «comune», senza escludere
termini antiquati, dialettali, gergali, ma basandomi essenzialmente sul­

2 In Modem British Literature, Voi. 5, n° 1-2, primavera-autunno 1980, pp.


43-52.
Nota del traduttore LXXVII

l’italiano moderno. Per tradurre invece quelle parole che Joyce ha


modificato nella sua opera di «ricerca intraverbale»3 ho «creato» delle
parole italiane nuove, ricalcando gli stessi criteri dell’autore, o almeno
sforzandomi di farlo.
Non ho tradotto qualche parola - parecchie potrei dire - che, come
ha detto Umberto Eco, «non è una parola inglese e... non va tradotta né
in italiano né in nessun’altra lingua».4 Mi sono però riservato la libertà
di utilizzare, quando l’ho ritenuto opportuno, elementi diversi da quelli
contenuti nell’originale, restando tuttavia nell’ambito del testo, per
rispettare quella «lealtà» che il traduttore dovrebbe sempre sentire
verso il testo che sta traducendo. Le uniche concessioni che mi sono
permesso sono state quelle di mantenere inalterati non solo, secondo
l’uso ormai prevalso, i nomi stranieri per i quali non esiste un chiaro e
conosciuto equivalente in italiano, ma anche quei nomi creati da Joyce
con significati allusivi, come «Thoper’s Thorp», che si potrebbe rende­
re con «Trinchiavico», e di semplificare la grafia di parole straniere
(cioè né inglesi né italiane), più facilmente anglicizzabili che italianizza-
bili, per renderle riconoscibili con minor sforzo.
Traducendo Finnegans Wake è ovviamente impossibile conservare
tutti i riferimenti in esso contenuti, e sarebbe presuntuoso non rendersi
conto che si perde molto di più di quanto rimane. L’unica mia speranza
è che anche per questa mia traduzione valga, almeno in parte, la recente
affermazione di Luciano Anceschi che se «qualche cosa si perde,
qualche cosa si acquista».5 Questo nel senso che, essendo Finnegans
Wake l’opera più «aperta» di tutte le letterature di tutti i tempi, ogni
lettore può dare sfogo alle sue capacità di libera associazione, e quindi
vedere, anche nella traduzione, significati che forse non erano nelle
intenzioni del traduttore, con un processo però pienamente legittimo e
conforme allo spirito informatore dell’opera.
Spero che non mi si voglia tacciare di presunzione se, con la mia

3 Renato Barilli, Viaggio al termine della parola. La ricerca intraverbale, Feltri­


nelli, Milano, 1981, p. 11 : «Il più grande monumento di tutti i tempi di ricerca
intraverbale l’ha edificato un narratore per eccellenza, James Joyce col suo
Finnegans Wake».
4 Umberto Eco, Come si dice in italiano tumptytumtoes?, «L’Espresso», Anno
XXIV, n°21, 28 maggio 1978, pp. 74-83.
5 Luciano Anceschi: I poeti traducono i poeti. Tradimento?, «Il Resto del
Carlino», Bologna, 11 febbraio 1982, p. 3
LXXVIII Nota del traduttore

pressoché quotidiana frequentazione di Finnegans Wake, che dura


ormai da diversi anni, mi permetto di dare alcuni consigli sul modo di
leggerlo. Come dicevo prima, Finnegans Wake è considerato l’«opera
aperta» per antonomasia, e ciò richiede da parte del lettore un atteggia­
mento di estrema libertà di fronte al testo - originale o traduzione che
sia non ha importanza.
La lettura di Finnegans Wake può essere effettuata a livelli diversi,
così come sono diversi i livelli di scrittura usati da Joyce. Anche una
lettura al livello più semplice, direi quasi «ingenuo», cioè compieta-
mente privo di tutto il «retroscena» che vi sta dietro, o sopra, o sotto,
può dare molto di più di quanto comunemente si creda. L’importante è
abbandonarsi al flusso delle parole che costituiscono questo libro, che
si può chiamare con ragione un libro-fiume, e non solo per la sua mole,
cercando di percepire e trattenere tutti gli stimoli che esso dà, a tutti i
livelli.
Starà poi al lettore, se lo vorrà, approfondire quello che ha tratto dal
primo approccio, secondo la sua educazione, la sua cultura, la sua
fantasia. Questo è un atteggiamento che ha una sua validità non solo
per Finnegans Wake, ma per molta della letteratura moderna.
Premesso quanto sopra, penso che gli scopi essenziali che mi sono
prefisso con questa traduzione siano sufficientemente chiari. Il primo è
quello di dimostrare che Finnegans Wake non è un «mostro» inaccosta­
bile, incomprensibile, intraducibile, come è stato definito da molti in
passato e ancora adesso a più di quarantanni dalla sua pubblicazione in
volume. Il secondo, che deriva dal precedente e riveste anch’esso molta
importanza per me, è di contribuire a diffonderlo tra il maggior numero
possibile di lettori: tentando di fare questo ritengo di seguire gli
intendimenti di Joyce.
Finnegans Wake
H.C.E.

Si è mantenuta la numerazione originale del testo inglese, alla quale si fa


convenzionalmente riferimento in tutta la letteratura critica relativa all’opera.
riverrun, past Ève and Adam’s, from swerve of shore to bend
of bay, brings us by a commodius vicus of recirculation back to
Howth Castle and Environs.
Sir Tristram, violer d’amores, fr’over thè short sea, had passen-
core rearrived from North Armorica on this side thè scraggy
isthmus of Europe Minor to wielderfìght his penisolate wan nor
had topsawyer’s rocks by thè stream Oconee exaggerated themselse
to Laurens County’s gorgios while they went doublin their mumper
all thè time: nor avoice from afìre bellowsed mishe mishe to
tauftauf thuartpeatrick: not yet, though venissoon after, had a
kidscad buttended a bland old isaac: not yet, though all’s fair in
vanessy, were sosie sesthers wroth with twone nathandjoe. Rot a
peck of pa’s malt had Jhem or Shen brewed by arclight and rory
end to thè regginbrow was to be seen ringsome on thè aquaface.
The fall (bababadalgharaghtàkamnjdnarronnkonnbronntonner-
ronntuonnthunntrovarrhounawnskawntoohoohoordenenthur-
nuk!) of a once wallstrait oldparr is retaled early in bed and later
on life down through all christian minsttelsy. The great fall of thè
offwall entailed at such short notice* thè pftjschute of Finnegan,
erse solid man, that thè humptyhillhead of humself prumptly sends
an unquiring one well to thè west in quest of his tumptytumtoes:
and their uptumpikepointandplace is at thè knock out in thè park
where oranges have been laid to rust upon thè green since dev-
linsfirst loved livvy.
fluidofiume, passato Èva ed Adamo, da spiaggia sinuosa a baia
biancheggiante, ci conduce con un più commodus vicus di ricircolo di
nuovo a Howth Castle Edintorni.
Sir Tristram, violista d’amores, da sopra il mar d’Irlanda aveva
passencore riraggiunto dall’Armorica del Nord su questa sponda
l’istmo scosceso d’Europa Minore per wielderbattere la sua guerra
penisolata: né le topsawyer’s rocks presso il fiume Oconee s’altrerano
ingrandite fino ai gorgi della Laurens County mentre continuavano a
raddublinare per tutto il tempo il loro mùmpero: né ’navoce da ’nfoco
aveva soffiorato mishe mishe al tauftauf tuseipeatrizio: non ancora,
benché venisson dopo, una cadaglia aveva buttestato un blando
vecchio isacco: non ancora, benché tutto sia lecito in vanessità, le
sosie sesterelle s’erano adirate con un duun natangiò. Rutta un poco
del malto di pa’Jhem o Shen avevano fatto fermentare con luce d’arco
e una rorida fine al regginbaleno si doveva ancora vedere ringsull’ac-
quafaccia.
La caduta (bababadalkarakmennydorkamminarronncaammbron-
tonnerronntuonnthunntrovarrhounaaskaatoohoohordenentornah ! )
di un già wallstretto oldparr viene riconta presto a letto e più tardi
nella vita attraverso tutta la menestrelleria cristiana. La grande caduta
del wallmuro esterno comportò con un preavviso così breve la
pftjschute di Finnegan, celtunavolta uomo solido, che l’humptyholha-
po di lui humstesso manda un noncercatore weramente al west in
questua delle sue dumptydumdita: e il loro puntepostodispuntedipe-
daggio è al knockout nel parco dove gli orangi sono stati lasciati a
rustinire sul green dacché devlinprimo languì per livera.
4 Finnegans Wake H.C.E.

What clashes here of wills gen wonts, oystrygods gaggin fishy-


gods! Brékkek Kékkek Kékkek Kékkek! Kóax Kóax Kóax! Ualu
Ualu Ualu! Quaouauh! Where thè Baddelaries partisans are stili
out to mathmaster Malachus Micgranes and thè Verdons cata-
pelting thè camibalistics out of thè Whoyteboyce of Hoodie
Head. Assiegates and boomeringstroms. Sod’s brood, be me fear!
Sanglorians, save! Arms apeal with larms, appalling. Killykill-
killy: a toll, a toll. What chance cuddleys, what cashels aired
and ventilated! What bidimetoloves sinduced by what tegotetab-
solvers! What trae feeling for their’s hayair with what strawng
voice of false jiccup! O here here how hoth sprowled met thè
duskt thè father of fomicationists but, (O my shining stars and
body!) how hath fanespanned most high heaven thè skysign of
soft advertisement! But waz iz? Iseut? Ere were sewers? The oaks
of ald now they lie in peat yet elms leap where askes lay. Phall if
you but will, rise you must: and none so soon either shall thè
pharce for thè nunce come to a setdown secular phoenish.
Bygmester Finnegan, of thè Stuttering Hand, freemen’s mau-
rer, lived in thè broadest way immarginable in his rashlit toofar-
back for messuages before joshuan judges had given us numbers
or Helviticus committed deuteronomy (one yeastyday he sternely
straxk his tete in a tub for to watsch thè future of his fates but ere
he swiftly stock it out again, by thè might of moses, thè very wat­
er was eviparated and all thè guenneses had met their exodus so
that ought to show you what a pentschanjeuchy chap he was!)
and during mighty odd years this man of hod, cement and edi-
fices in Toper’s Thorp piled buildung supra buildung pon thè
banks for thè livers by thè Soangso. He addle liddle phifie Annie
ugged thè little craythur. Wither hayre in honds tuck up your part
inher. Oftwhile balbulous, mithre ahead, with goodly trowel in
grasp and ivoroiled overalls which he habitacularly fondseed, like
Haroun Childeric Eggeberth he would caligulate by multiplicab-
les thè alltitude and malltitude until he seesaw by neatlight of thè
liquor wheretwin ’twàs bora, his roundhead staple of other days
to rise in undress maisonry upstanded (joygrantit!), a waalworth
of a skyerscape of most eyeful hoyth entowerly, erigenating from
finnegans Wake H.C.E. 4bis

Che clangori qui di voglio gen vieto, ostricogodi gaggiranti


pescigodi! Brékkek Kékkek Kékkek Kékkek! Kóax Kóax Kóax! Ualu
Calu Ualu! Quaouauh! Dove le partigiane dei Baddelari stanno
incora cercando di mietiminare Malachus Micgranes e le Verdons di
catapicchiare la camibalistica fuori dai Whoyteboyce di Hoodie
Head. Azzagaglie e boomeringstromi. Popol dio zolla, siimi fifedele!
Sansgloriani, scampate! Armi asprosonanti con larmi, atterrenti!
Dallidalldalli: dondon, dondon. Che casuali combinazzi, che cashelli
arieggiati e ventilati! Che chiedimiumore sindotti da che tegotetasso-
lutori! Che vero sentimento per il di lor haysaurosso con che
strawntorea voce di falso giacopozzo! O qui qui quanto s’è stravagato
met la polvombra il padre dei puttanazionisti ma, (O il mio corpo e le
mie stelle splendenti!) quanto ha bandamisurato i cieli più eccelsi la
superbinsegna di una stuzzicante pubblicità! Ma vaz izt? Iseutta? Sei
priapi sicari? Le querce d’antano ora si logorano in peatorba pure si
levano olmi dove si livellano fraskssini. Phalla se solo vuoi, sorgere
devi: e mica tanto presto la pharsa giungerà almeno per abbessa ad
una phinice stabile e secolare.
Bygmester Finnegan, della Stuttering Hand, maurer d’uomini
franchi, viveva nella wayniera più broadlarga immarginabile nella sua
brilla casetta troppindietro per messuaggi prima che dei giudici
giosuitici ci avessero dato dei numeri o che Helviticus avesse
commesso deuteronomia (un agitadì strigmerse sterneamente la tete
in una botte per lavascoprire le futurlinee della sua fatofaccia ma
prima che la sporgesse swiftamente di nuovo fuori, per la mascella di
Mosè, l’acqua stessa era eviparata e tutte le guennesi erano arrivate al
loro esodo perciò quello doveva dimostrarvi che tipo pentschanjeuc-
coso era!) e per folti e passa anni quest’uomo di hsparviero, cemento
ed edifici a Toper’s Thorp ammucchiò buildung supra buildung ulle
rive per i livertanti presso il Soangso. Lui e la aliata lìddela
phogliettina Annie ci marcivano con la Fittela cicchettatura. Percontro
pall’in ma’ infita la tua partninlei. Spessamente balbulo, mithra
attesta, con una prodigiosa cazzuola in pugno e una tuta ivoruntaltic-
cia che gli aggradiceva abitacolarmente, come Haroun Childeric
Eggeberth avrebbe caligolato mediante moltiplicabili l’alltitudine e la
malltitudine finché videnonvide alla liscialuce del liquore ‘nduera
nato il suo palo testatonda d’altri dì sollevarsi, in scabra maisonratura
tiratosi su (chejoylovoglia!), un waalworthone di scappaincielo della
più eiffeltrosa howthezza entorramente, erigenandosi da quasi niente
5 Vinnegans Wake H.C.E.

next to nothing and celescalating thè himals and all, hierarchitec-


titiptitoploftical, with a burning bush abob off its baubletop and
with larrons o’toolers clittering up and tombles a’buckets clotter-
ing down.
Of thè first was he to bare arms and a name: Wassaily Boos-
laeugh of Riesengeborg. His crest of huroldry, in vert with
ancillars, troublant, argent, a hegoak, poursuivant, horrid, homed.
His scutschum fessed, with archers strung, helio, of thè second.
Hootch is for husbandman handling his hoe. Hohohoho, Mister
Finn, you’re going to be Mister Finnagain! Comeday morm and,
O, you’re vine! Sendday’s eve and, ah, you’re vinegar! Hahahaha,
Mister Funn, you’re going to be fined again!
What then agentlike brought about that tragoady thundersday
this municipal sin business? Our cubehouse stili rocks as earwitness
to thè thunder of his arafatas but we hear also through successive
ages that shebby choruysh of unkalified muzzlenimiissilehims that
would blackguardise thè whitestone ever hurtleturtled out of
heaven. Stay us wherefore in our search for tighteousness, Ò Sus-
tainer, what time we rise and when we take up to toothmick and
before we lump down uptfwn our leatherbed and in thè night and
at thè fading of thè stars ! For a nod to thè nabir is better than wink
to thè wabsanti. Otherways wesways like that provost scoffing
bedoueen thè jebel and thè jpysian sea. Cropherb thè crunch-
bracken shall decide. Then we’ll know if thè feast is a flyday. She
has a gift of seek on site and she allcasually ansars helpers, thè
dreamydeary. Heed! Heed! It may half been a missfired brick, as
some say, or it mought have been due to a collupsus of his back
promises, as others looked at it. (There extand by now one thou-
sand and one stories, all told, of thè same). But so sore did abe
ite ivvy’s holired abbles, (what with thè wallhall’s horrors of rolls-
rights, carhacks, stonengens, kisstvanes, tramtrees, fargobawlers,
autokinotons, hippohobbilies, streetfleets, toumintaxes, mega-
phoggs, circuses and wardsmoats and basilikerks and aeropagods
and thè hoyse and thè jollybrool and thè peeler in thè coat and
thè mecklenburk bitch bite at his ear and thè merlinburrow bur-
rocks and his fore old porecourts, thè bore thè more, and his
Finnegans Wake H.C.E. 5bis

e celescalando il ghimmel e l’hayaresto, gerarchitettiptopaltezzoso,


con un roveto ardente che ballonzolava fuori dalla bagattega e dei
larroni o’tooleri che razzolavano su e dei tomboloni a’bacchetti che
ruzzolavano giù.
Dei primi lui fu a nudare armi ed un nome: Wassaily Booslaeugh di
Riesengeborg. La sua insegna hurealdica, in verde con ancillarie,
troublant, argento, un caprione, poursuivant, coriaceo, cornuto. Il
suo blesone fasciato, con arceri in tiro, celioh, del secondo. Cicchetto-
ni è un contadino che coltiva cavoli. Ohohohoh, Mister Finn, stai per
diventare Mister Finnagain! Viendì matti, e, Oh, sei vite! Vamenica
sera e, ah, sei vinagro! Ahahahah, Mister Funn, stai per essere
funminato ancora!
Che cosa quindi eigentemente fece accadere quel tuonedì di
tragendia quest’affare del peccato muniginale? La nostra cubostruzio-
ne trema ancora come testimone auricolare del tuono del suo arafatto
ma udiamo anche attraverso le successive età il trashebindato cuoro
degli inkaliffiabili missilimusoimmani che incanaglierebbero la' pietra
bianca mai chiantapiantata fuori dal cielo. Appoggiaci adovunque nei
nostri sforzi per trovare la tenittudine, o sostenitore, a qualunque ora
ci alziamo e quando bacchiamo a tummickarci i denti e prima che ci
lasciamo andare di colpo sulp nostro letto di cuoio e durante la notte
e all’affievolirsi delle stelle! Perché un noccio di nabirre è meglio che
ammiccare all’acquashanti. Altriwesti al west come quel provostoderi-
dente betuvino il jebel e il jipysiano mare blu. Cropherb il calpestafel-
ci deciderà. Allora sapremo se la vacanza è un volonerdì. Lei ha il
dono della preleggenza e ansarisponde agli aiutanti con assoluta
indifferenza, la dreamediaria. Attenzione! Attenzione! Può mézzere
stato un mattone malcotto, come dicono alcuni, o poterebbe essere
stato per un collopsus delle sue fondamenta posteriori, come la videro
altri. (Sono ormai resistenti mille e una storia, tutte dette, della
faccenda.) Ma comapena abe lorsicò le agrisantarosse bele di lèderà,
(tra gli orrori da wallhalla di rollsritte, travetticoli, stonengi, kistva-
nions, tramtris, fargotatori, autocinotoni, hippohobbili, streetfleete,
tornetaxe, megaphogghi, piazze e fossati di guardia e basilische e
aeropagode e l’issamore e lo schiavazzo e il peeliziotto nel cappotto e
la stoccata della puttagna mecklenborghese e le burrocche di
merlinburro e le sue vecchie forecorti, quanto more tanto sbadeglio, e
6 Finnegans Wake H CE

blightblack workingstacks at twelvepins a dozen and thè noobi-


busses sleighding along Safetyfirsc Street and thè derryjellybies
snooping around Tell-No-Tailors’ Corner and thè fumes and thè
hopes and thè strupithump of his ville’s indigenous romekeepers,
homesweepers, domecreepers, thurum and thurum in fancymud»
murumd and all thè uproor from all thè aufroofs, a roof for may
and a reef for hugh butt under his bridge suits tony) wan wam-
ing Phill hit tippling full. His howd feeled heavy, his hoddit did
shake. (There was a wall of course in erection) Dimb! He stot-
tered from thè latter. Damb! he was dud. Dumb! Mastabatoom,
mastabadtomm, when a mon merries his Iute is all long. For
whole thè world to see.
Shize? I should shee! Macool, Macool, orra whyi deed ye diie?
of a trying thirstay moumin? Sobs they sighdid at Fillagain’s
chrissormiss wake, all thè hoolivans of thè nation, prostrated in
their constemation and their duodisimally profusive plethora of
ululation. There was plumbs and grumes and cheriffs and citherers
and raiders and cinemen too. And thè all gianed in with thè shout-
most shoviality. Agog and magog and thè round of them agrog.
To thè continuation of that celebration until Hanandhunigan’s
extermination ! Some in kinkin corass, more, kankan keening.
Belling him up and filling him down. He’s stiff but he’s steady is
Priam Olim ! ’Twas he was thè dacent gaylabouring youth. Sharpen
his pillowscone, tap up his bier ! E’erawhere in this whorl would ye
hear sich a din again? With their deepbrow fundigs and thè dusty
fidelios. They laid him brawdawn alanglast bed. With a bockalips
of finisky fore his feet. And a barrowload of guenesis hoer his head.
Tee thè tootal of thè fluid hang thè twoddle of thè fuddled, O!
Hurrah, there is but young gleve for thè owl globe wheels in
view which is tautaulogically thè same thing. Well, Him a being
so on thè flounder of his bulk like an overgrown babeling, let wee
peep, see, at Hom, well, see peegee ought he ought, platterplate. M
Hum! From Shopalist to Bailywick or from ashtun to baronoath
or from Buythebanks to Roundthehead or from thè foot of thè
bill to ireglint’s eye he calmly extensolies. And all thè way (a
hom!) from fjord to fjell his baywinds’ oboboes shall wail him
Finnegans Wake H.C.E. 6bis

le sue ciminiere fumonere a twelvepins la dozzina e i nobisbus che


slittano giù per la Safetyfirst Street e i dirijellyby che spiano dietro il
Tell-No-Tailor’s Corner e i vapori e le hopes e lo strépeto dei
portiromai, lavandanai, ascensurai indigeni della sua ville, thurum e
thurum in fangastica murumrazione e tutto il parafiglia per tutti gli
aufruffi, un ruffe per may e un raffo per hugh, ma sotto il suo ponte fa
la corte tony) un corno Phill si sintì pieno. La howthsta hesa, e l’hodet
tremula. (C’era un muro naturalmente in erezione.) Dimb! Tartallò
dalla scaletterà. Damb! Era porto. Dumb! Mastabatum, Mastabad-
tom, quando un maschione piglia maglie il suo piffero è tutto proteso.
Perché il mondo tutto lo veda.
Vaccoosa? Vorrei vedere! Macool, Macool, orra perché sei moor-
to? in uno spinoso setedì maluttina? Alla teglia infarinataedoliata di
Fillagain sospidavano singhiozzi tutti gli hooliganastri della nazione,
prostrati nella loro costernazione e nella loro duodecimalugubremen-
te profusiva pletora di ululazione. C’erano susinatori e prugneseccato-
ri e cilieggianti e ribestatori e uvapassanti e pure cannellagrafari. E
tutti giantrarono con la più chiassoviale spindialità. E gog e magog
tutti quanti a bere il grog. Che la celebrazione abbia continuazione
fino all’esterminazione di Hanandhunigan! Alcuni erano in kinkin
corassa, i più kankan kantavano il lamento funebre. Lo buttavano sù e
lo mollavano giù. E una salma ma è sobrio è Priam Olim! Era lui che
era il diacente giovanotto che lavorava giocondamente. Scalpellate la
sua pasta tombale, inzaffate la sua bierra! Maidove in questo
puttomondo si sentirebbe ancora una din sichmile? Con i loro
deeprosi fùndighi e i loro desti fideli. Lo deposero tutto langolultimo
letto. Con un boccalisse di finisky prima dei piedi. E una barilettata di
guinesi taccata sulla testa. Nella botte della bobba c’era il becco del
beone, O!
Urrà, non c’è che gleva giovane per le ruote del secchio globo in
vista il che è tautaulogicamente lo stesso. Bene, dato che Himlui se ne
sta così caricato sul corso come un babelino troppo cresciuto, veeh,
preeamolHom, bene, peegee lui dovrebbe sì dovrebbe, piattopiatto.
Hum! Da Shopalist a Bailywick o da ashtun a baronoath o da
Buythebanks a Roundthehead o dal piede del bolle all’occhio
d’irlabbaglia hlui calmo estensogiace. E per tutta la strada (un corno)
da fjordo a fjello gli oboboi dei suoi venti della baia lo piangono
7 Finnegans Wake H.C.E

rockbound (hoahoahoah !) in swimswamswum and all thè livvy-


long night, thè delldale dalppling night, thè night of bluerybells,
her flittaflute in tricky trochees (O carina! O carina!) wake him.
With her issavan essavans and her patterjackmartins about all
them inns and ouses. Tilling a teel of a tum, telling a toll of a tea-
ry turty Taubling. Grace before Glutton. For what we are, gifs
à gross if we are, about to believe. So pool die begg and pass thè
kish for crawsake. Omen. So sigh us. Grampupus is fallen down
but grinny sprids thè boord. Whase on thè joint of a desh? Fin-
foefom thè Fush. Whase be his baken head? A loaf of Singpan-
try’s Kennedy bread. And whase hitched to thè hop in his tayle?
A glass of Dànu U’Dunnell’s foamous olde Dobbelin ayle. But,
lo, as you would quaffoff his fraudstuff and sink teeth through
that pyth of a flowerwhite bodey behold of him as behemoth for
he is noewhemoe. Finiche! Only a fadograph of a yestem scene.
Almost rubicund Salmosalar, ancient fromout thè ages of thè Ag-
apemonides, he is smolten in our mist, woebecanned and packt
away. So that meaPs dead off for summan, schlook, schlice and
goodridhirring.
Yet may we not see stili thè brontoichthyan form outlined a-
slumbered, even in our own nighttime by thè sedge òf thè trout-
ling stream that Bronto loved and Brunto has a lean on. Hic cubat
edilis. Apud libertinam parvulam. Whatif she be in flags or flitters,
reekierags or sundyechosies, with a mint of mines or beggar a
pinnyweight. Arrah, swre, we all love little Anny Ruiny, or, we
mean to say, lovelittle Anna Rayiny, when unda her brella, mid
piddle med puddle, she ninnygoes nannygoes nancing by. Yoh!
Brontolone slaaps, yoh snoores. Upon Benn Heather, in Seeple
Isout too. The cranic head on him, caster of his reasons, peer yu-
thner in yondmist. Whooth? His clay feet, swarded in verdigrass,
stick up starck where he last fellonem, by thè mund of thè maga-
zine wall, where our maggy seen all, with her sisterin shawl.
While over against this belles’ alliance beyind 111 Sixty, ollol-
lowed ili! bagsides of thè fort, bom, tarabom, tarabom, lurk thè
ombushes, thè site of thè lyffing-in-wait of thè upjock and hook*
ums. Hence when thè clouds roll by, jamey, a proudseye view is
Finnegans Wake H.C.E. 7bis

arroccato (uahuahuah) in una nuotanuotónanna e per tutta la


liwyalunga notte, la notte spisciona e salpicante, la notte delle
blueribelles, il di lei fluttuaflauto lo veglia (O carina? O carina!) in
trucchi trochei. Con i suoi issavan essavans e i suoi piergianmartini a
proposito di tutte quelle fuosterìe e dentrase. Cantando il conto del
botto, contanto la stiria della stara storca Staublino. Rendigrazia
prima di Ruffolacibo. Per quel che stiamo, gaffa à la grossa se lo
stiamo, sul punto di credere. Così poollate il beggfaro e passate la kish
in nome della crosta. Omen. Così sospiro per noi. Grampupus è
cascato giù ma grinny tette in tavola. Chi c’è sul giunto di torte?
Finfofum il Fush. Cos’è la sua testa al forno? Una pagnotta del pane
Kennedy di Singpantry. E che c’è puntato alla pinta del suo cotayle?
Un bicchiere della foamosa vecchia ayle Danu U’ Dunnell di
Dobbelino. Ma, ecco, appena state per tracannare il suo frodo e per
piantare i denti dentro quel pythzzo di fiorbianco pollo consideratelo
come behemoth perché non è più in noessoen posto. Finiche! Solo la
fatigrafia di una scena del passatest. Quasi come un rubicondo
Salmosalar, antico dall’età degli Agapemonidi, è insmoltenato nella
nostra nebbia, ahiscatolato e impicchettato. Così quella carne è
andata a mele come salmuno, schluckpesce, schfettina e buonarringa-
rissa.
Pure possiamo non vedere ancora la forma brontoittica delineata
mentre sonnecchia, neanche nella nostra notte, presso le canne del
corso d’acqua trotelloso che deliziava Bronto e per cui Brunto ha un
debole. Hiccubat edilis. Apud libertina™ parvulam. Chimporta se lei è
impavesata o imbrindellata; in stracci sporchi o in chosettine
dominicali, con un mucchio di miniere o accattona una mezza
coroncia. Arrah, certo, a noi tutti piace la piccola Anny Ruiny,
oppure, vogliamo dire, ci piacepiccola Anna Rayiny, quando onda il
suo brello, mid puzze med pozze, ciprettella caprettella capriolando.
Yoh! Brontolone slaappa, yoh sornacchia. Sopra Benn Heater, anche
a Seeple Isout. La testa cranica su di lui, configuratore delle sue
ragioni, fa capolino più in giò nella nebbia più gremota. Chiowth? I
suoi piedi di argilla, inerbati nel verdigrasso, sporgono steccati dove si
confermò fellonem, vicino al mund del muro del magazzino, dove la
nostra maggy ha visto tutto, con il suo scialle sororlandese. Mentre
contro questa alliance di belle beyetro 1’111 Sixty, ollollobucata illina!
bagcanto al forte, bom, tarabom, tarabom, si nascondono gli
ombuscati nel luogo dei liffagguati degli avanti e alle gambe. Quindi
quando le nuvole si allontanano, giacomino, si può godere una vista a
8 Finnegans Wake H.C.E.

enjoyable of our mounding’s mass, now Wallinstone national


museum, with, in some greenish distance, thè charmful water-
loose country and thè two quitewhite villagettes who hear show
of themselves so gigglesomes minxt thè follyages, thè prettilees!
Penetrators are permitted into thè museomound free. Welsh and
thè Paddy Patkinses, one shelenk! Redismembers invalids of old
guard find poussepousse pousseypram to sate thè sort of their butt.
For her passkey supply to thè janitrix, thè mistress Kathe. Tip.
This thè way to thè museyroom. Mind your hats goan in!
Now yiz are in thè Willingdone Museyroom. This is a Prooshi-
ous gunn. This is a ffrinch. Tip. This is thè flag of thè Prooshi-
ous, thè Cap and Soracer. This is thè bullet that byng thè flag of
thè Prooshious. This is thè ffrinch that Are on thè Bull that bang
thè flag of thè Prooshious. Saloos thè Crossgunn! Up with your
pike and fork! Tip. (Bullsfoot! Fine!) This is thè triplewon hat of
Lipoleum. Tip. Lipoleumhat. This is thè Willingdone on his
same white harse, thè Cokenhape. This is thè big Sraughter Wil­
lingdone, grand and magentic in his goldtin spurs and his ironed
dux and his quarterbrass woodyshoes and his magnate’s gharters
and his bangkok’s best and goliar’s golosbes and his pullupon-
easyan wartrews. This is his big wide harse. Tip. This is thè three
lipoleum boyne grouching down in thè living detch. This is an
inimyskilling inglis, this is a scotcher grey, this is a davy, stoop-
ing. This is thè bog lipoleum mordering thè lipoleum beg. A
Gallawghurs argaumunt. This is thè petty lipoleum boy that
was nayther bag nor bug. Assaye, assaye! Touchole Fitz Tuo-
mush. Dirty MacDyke. And Hairy O’Hurry. All of them
arminus-varminus. This is Delian alps. This is Mont Tivel,
this is Mont Tipsey, this is thè Grand Mons Injun. This is thè
crimealine of thè alps hooping to sheltershock thè three lipoleums.
This is thè jinnies with their legahoms feinting to read in their
handmade’s book of stralegy while making their war undisides
thè Willingdone. The jinnies is a cooin her hand and thè jinnies is
a ravin her hair and thè Willingdone git thè band up. This is big
Willingdone mormorial tallowscoop Wounderworker obsddes
on thè flanks of thè jinnies. Sexcaliber hrosspower. Tip. This
Finnegans Wake H.C.E. 8bis

volo di superbuccello della massa della nostra montagnola, ora museo


nazionale Wallinstone, con, ad una certa verdolina distanza, la
campagna waterloosiana circostante e le due villagette bianchebian­
che che senton mostra di se stesse così ridacchianti minxtra il
folliame, le préttili! I penetratori non pagano per entrare nel
museomucchio. Gallesi e Paddy Patkins, uno stellino! I redismembri
invalidi della vecchia guardia trovano un poussepousse pussipasseggi-
no per satollare la sorta del loro buttedere. Per il passepartout fondi
alla gianuatrice, la signora Kathe. Dan.
Di qua per il musovoleo. Occhio al cappello arigoando dentro!
Adesso state nel Musovoleo Willingdone. Questa è una gunnstola del
Pruscioso. Questo è un ffrincese. Dan. Questa è la bandiera del
Pruscioso, la Cappazzina e il Sarattino. Questa è la pallottola che,
byng, perfora la bandiera del Pruscioso. Questo è il ffrincese che fa
fuoco sulla Bollanola che bangò la bandiera del Pruscioso. Saloos al
Crossgunn! Avanti con picche e forconi! Dan. (Caricate al piè del
toro! Bene!) Questo è il cappello a tre vinte di Lipoleum. Dan. Il
cappello di Lipoleum. Questo è il Willingdone sul proprio culvallo
bianco, il Cokenhape. Questo è il grande Sraughter Willingdone,
imponente e magentoso con gli speroni goldenstagnati e i dux
ferrostirati e le woodyscarpe da quatre brassi e le ghiarrettiere da
magnate e il più buon bangkok e le galosce da goliar e le braguerre
pellipennesiache. Questo è il suo gran culvallo biampio. Dan. Questo
è i tre boynotti di lipoleum che si raggrouchyano nel fessato stenta
fondovita. Questo è un inglis inimiskillente, questo è uno scotchese
grigio, questo è un davide, che si sta chinando. Questo è quel brago di
lipoleum che ammorde il beghino di lipoleum. Un argaumonto da
Gawilghardasso. Questo è il meschino ragazzo di lipoleum che n’era
borsino né blattino. Assaye, assaye! Touchole Fitz Tuomush. Dirty
MacDyke. Ed Hairy O’Hurry. Tutti quanti arminiosamente varmino-
si. Questo è le alpi Delie. Questo è il Mont Tivel, questo è il Mont
Tipsey, questo è il Grand Mons Injun. Questo è la crimealina delle
alpi che cerchiano di salvascioccare i tre lipoleums. Questo è le
ginnette con i loro cappellini di paglia di legacorno che fintano di
leggere il libro di stralegia delle loro fantescherìe mentre stanno
facendo la guerra corpetto al Willingdone. Le ginnette si stanno
smaltubando le unghie e le ginnette si stanno raccorviando i capelli e
al Willingdone gli è venuta l’orazione. Questo è il grande Traumatur-
go tallowscoopico e mormoriale di Willingdone che obsedia sui
fianchi delle ginnette. Rossamotrice calibro sesso. Dan. Questo sono
9 Finnegans Wake H.C.E.

is me Belchum sneaking his phillippy out of his most Awful


Grimmest Sunshat Cromwelly. Looted. This is thè jinnies’ hast-
ings dispatch for to irrigate thè Willingdone. Dispatch in thin
red lines cross thè shortfront of me Belchum. Yaw, yaw, yaw!
Leaper Orthor. Fear siecken! Fieldgaze thy tiny frow. Hugact-
ing. Nap. That was thè tictacs of thè jinnies for to fontannoy thè
Willingdone. Shee, shee, shee! The jinnies is jillous agincourting
all thè lipoleums. And thè lipoleums is gonn boycottoncrezy onto
thè one Willingdone. And thè Willingdone git thè band up. This
is bode Belchum, bonnet to busby, breaking his secred word with a
ball up his ear to thè Willingdone. This is thè Willingdone’s hur-
old dispitchback. Dispitch desployed on thè regions rare of me
Belchum. Salamangra! Ayi, ayi, ayi! Cherry jinnies. Figtreeyou!
Damn fairy ann, Voutre. Willingdone. That was thè first joke of
Willingdone, tic for tac. Hee, hee, hee! This is me Belchum in
his twelvemile cowchooks, weet, tweet and siampfoj th foremost,
footing thè camp for thè jinnies. Drink a sip, drankasup, for he’s
as sooner buy a guinness than he’d stale store stout. This is Roo-
shious balls. This is à ttrinch. This is mistletropes. This is Canon
Futter with thè popynose. After his hundred days’ indulgence.
This is thè blessed. Tarra’s widdars! This is jinnies in thè bonny
bawn blooches. This is lipoleums in thè rowdy howses. This is thè
Willingdone, by thè splinters of Cork, order fire. Tonnerre!
(Bullsear! Play!) This is camelry, this is floodens, this is thè
solphereens in action, this is their mobbily, this is panickbums.
Almeidagad! Arthiz too loose! This is Willingdone cry. Brum!
Brum! Cumbrum! This is jinnies cry. Underwetter! Goat
strip Finnlambs! This is jinnies rinning away to their ouster-
lists dowan a bunkersheels. With a nip nippy nip and a trip trip-
py trip so airy. For their heart’s tight there. Tip. This is me Bel-
chum’s tinkyou tankyou silvoor piate for citchin thè crapes in
thè cool of his canister. Poor thè pay! This is thè bissmark of thè
marathon merry of thè jinnies they left behind them. This is thè
Willingdone branlish his same marmorial tallowscoop Sophy-
Key-Po for his royal divorsion on thè rinnaway jinnies. Gam-
bariste della porca! Dalaveras fimmieras! This is thè pettiest
Finnegans Wake H.C.E. 9bis

io Belgiovan che gratto il phillippo da sotto l’onorevole Atroce


Ghignosissimo Sombrero Cromwellico. Locupletato. Questo è l’has-
tingoso dispaccio delle ginnette per irrigare il Willingdone. Dispaccio
in sottili linee rosse traverso il brevefronte di me Belgiovan. Ioh, ioh,
ioh! Libero Orthuro. Fifa si chiama! Fila getti la tua piccola frufrù.
Ogattendo. Nap. Quello era la tictactica delle ginnette per fontenoya-
re il Willingdone. Scii, scii, scii! Le ginnette stanno gillosamente
agincourteggiando tutti i lipoleums. E i lipoleums sono gonnventati
boycottoncrecyni per l’unico, Willingdone. E al Willingdone gli è
venuta l’orazione. Questo è il bodeggero Belgiovan, da berretto a
busby, che brecca la sua parola sacreta con una balla su per il suo
orecchio fino al Willingdone. Questo è l’huroldico contradispiaccio
del Willingdone. Dispiaccio dispiegato sulle rare regioni di me
Belgiovan. Salamangra. Ahi, ahi, ahi! Cherryssime ginnette, ricorre­
rò! Sana va ann, Voutre. Willingone. Questo è stato il primo scherzo
di Willingdone, tac per tica. Ih, ih, ih! Questo sono io Belgiovan nei
miei cowciucchi dalle dodici leghe, pigolo, spigolo, stampfordate
avanti tutta, che foutrammino per il campo per le ginnette. Beve un
sorso, diedun morso, perché preferisce comprare una guinness
piuttosto che sgraffignare da uno spaccio una stout stantia. Questo è
palle rusce. Questo è una ttrincesa. Questo è le trope nella vischia.
Questo è Futter da Canone con il bucone del pretto. Dopo la sua
indulgenza di cento giorni. Questo è i blessati. Védrasve di Tarra!
Questo è le ginnette coi loro bei bloocherletti bawnchi. Questo è i
lipoleums sui foiosi casinvalli. Questo è il Willingdone, per le schegge
di Cork, ordina fuoco. Tonnerre! (Puntate all’orecchio del toro!
Pronti!) Questo è la cammelleria, questo è la floddenteria, questo è la
solferineria in azione, questo è la termobileria, questo è la panicobur-
neria. Almeidagad! Arthiz tu l’ousa! Questo è il grido di Willingdone.
Brum! Brum! Cumbrum! Questo è il grido delle ginnette. Sottowet-
ter! Che zio sfogli la Finnlambia! Questo è le ginnette che rinngono
via fino ai loro austerlimiti giù per un bunkerhillo. Con un pie
pietroso piè e una man mancina man tuttiperaria. Perché il lor cuore è
proprio là. Dan. Questo è il silvuplatto tinco tanco di me Belgiovan
per chiapare le càccuve nel cavo del suo canister. Poer il paghis!
Questo è il bissmarco della matta maratona delle ginnette che se lo
sono lasciato dietro. Questo è il Willingdone che branliscia il suo
stesso marmoriale tallowscoopico Sophie-Key-Po per la sua regale
diversione sulle ginnette rinngenti. Gambariste della porca! Dalave-
ras fimmieras! Questo è il più meschino dei lipoleums, Toffethief, che
10 Einnegans Wake H.C.E

of thè lipoleums, Toffeethief, that spy on thè Willingdone from


his big white harse, thè Capeinhope. Stonewall Willingdone
is an old maxy montrumeny. Lipoleums is nice hung bushel-
lors. This is hiena hinnessy laughing alout at thè Willing­
done. This is lipsyg dooley krieging thè funk from thè hinnessy.
This is thè hinndoo Shimar Shin between thè dooley boy and thè
hinnessy. Tip. This is thè wixy old Willingdone picket up thè
half of thè threefoiled hat of lipoleums fromoud of thè bluddle
filth. This is thè hinndoo waxing ranjymad for a bombshoob.
This is thè Willingdone hanking thè half of thè hat of lipoleums
up thè tail on thè buckside of his big white harse. Tip. That was
thè last joke of Willingdone. Hit, hit, hit! This is thè same white
harse of thè Willingdone, Culpenhelp, waggling his tailoscrupp
with thè half of a hat of lipoleums to insoult on thè hinndoo see-
boy. Hney, hney, hney! (Bullsrag! Foul!) This is thè seeboy,
madrashattaras, upjump an’d pumpim, cry to thè Willingdone:
Ap Pukkaru! Pukka Yurap! This is thè Willingdone, bomstable
ghentleman, tinders his maxbotch to thè cursigan Shimar Shin.
Basucker youstead! This is thè dooforhim seeboy blow thè whole
of thè half of thè hat of lipoleums off of thè top of thè tail on thè
back of his big wide harse. Tip (Bullseye! Game!) How Copen­
hagen ended. This way thè museyroom. Mind your boots goan
out.
Phew!
What a warm time we were in there but how keling is here thè
airabouts! We nowhere she lives but you mussna teli annaone for
thè lamp of Jig-a-Lanthem! It’s a candlelittle houthse of a mondi
and one windies. Downadown, High Downadown. And num-
mered quaintlymine. And such reasonable weather too! The wa-
grant wind’s awalt’zaround thè piltdowns and on every blasted
knollyrock (if you can spot fifty I spy four more) there’s that
gnarlybird ygathering, a runalittle, doalittle, preealittle, pouralitde,
wipealitde, kicksalittle, severalittle,eatalittle, whinealitde, kenalittle,
helfalittle,pelfalittle gnarlybird. Averytableland of bleakbardfields!
Under his seven wrothschields lies one, Lumproar. His glav toside
him. Skud ontorsed. Our pigeons pair are flewn for northcliffs
Finnegans Wake H.C.E. lObis

spia il Willingdone dal suo grande culvallo bianco, il Capeinhope.


Stonewall Willingdone è un vecchio maxi montrumeniato. Lipoleum
è un bushelibe ben fornito. Questo è hiena hinnessy che ride
sguaialtamente dietro al Willingdone. Questo è lipsyg dooley che
kriegheggia la fifa dell’hinnessy. Questo è l’hinndoo Shimar Shin tra il
ragazzo dooley e l’hinnessy. Dan. Questo è quel vecchio volpechiotto
di Willingone ha pickettato una cocca del cappello a trisfoglio dei
lipoleums fanguori dal fardocampo di sanguaglia. Questo è l’hinndoo
schiattato ranjymatto per un bombschoob. Questo è il Willingdone
che congomitola una cocca del cappello dei lipoleums alla coda sul
viriltano del suo gran culvallo bianco. Dan. Questo è stato l’ultimo
scherzo di Willingdone. Tò, tò, tò! Questo è lo stesso culvallo bianco
del Willingdone, Culpenhelp, che dimena la sua tailosgroppa con la
cocca di un cappello dei lipoleums per insoultare lo spiaboi hinndoo.
Hney, hney, hney! (Sparate alla lingua del toro! Fallo!) Questo è lo
spiaboi, madrashattaras, avanti saltate e addossatelo, grida al Willing­
done: Ap Pukkaru! Pukka Yurap! Questo è il Willingdone, ghenti-
luomo scuderianato, che offerisce la sua maxbotcha al curso Shimar
Shin. Busacone tustedo! Questo è il doogoista spiaboi fa volare tutta
la cocca del cappello dei lipoleums via dalla cima della coda sul
didietro del suo grande culvallo biampio. Dan. (Centro nell’occhio
del toro! Partita!) Home Copenhagen estinsesi. Di qua il musovoleo.
Occhio agli stivali angoando fuori.
Uffa!
In che tempo caldo eravamo là dentro ma che freddamente è qui in
questi pariaggi! Nonosciamo bene dove vive lei ma non mussete dirlo
ad annassuno per la lampada di Jig-a-Lanthern! È una cashowthina
lumiccina lumiccina con ventotto più una ginestre. Giugiù. Sempre
Giugiù. Il suo numero è sentinuove. E c’è anche un clima così
ragionevole! Il wento wagramte walzeggiattorn’alle piltdowns e su
ogni dannata collinetta (se ne potete scoprire cinquanta io ne spio
quattro di più) c’è quell’uccello grinzoso che va raccogliendo, un
corrunpoco, agisciunpoco, grazziunpoco, gettunpoco, lavunpoco,
calciunpoco, tagliunpoco, mangiunpoco, lagnunpoco, conosciunpo-
co, uzzolunpoco, gruzzolunpoco uccello grinzoso. Un veritavoliere di
campi di merlimori! Sotto i suoi sette rotti schildi sta lungo uno,
Lumproar. Colla sua glava al canto. Skudato disarconato. La nostra
coppia di colombe ha volato verso northcliff. Il tre di corvi ha
11 Einnegans Wake H.C.E

The three of crows have flapped it southenly, kraaking of de


baccle to thè kvarters of that sky whence triboos answer; Wail,
’tis well! She niver comes out when Thon’s on shower or when
Thon’s flash with his Nixy girls or when Thon’s blowing toom-
cracks down thè gaels of Thon. No nubo no! Neblas on you liv!
Her would be too moochy afreet. Of Burymeleg and Bindme-
rollingeyes and all thè deed in thè woe. Fe fo fom! She jist does
hopes till byes will be byes. Here, and it goes on to appear now,
she comes, a peacefugle, a parody’s bird, a peri potmother,
a pringlpik in thè ilandiskippy, with peewee and powwows in
beggybaggy on her bickybacky and a flick flask fleckflinging
its pixylighting pacts’ huemeramybows, picking here, pecking
there, pussypussy plunderpussy. But it’s thè armitides toonigh,
militopucos, and toomourn we wish for a muddy kissmans to thè
minutia workers and there’s to be a gorgeups truce for happinest
childher everwere. Come nebo me and suso sing thè day we
sallybright. She’s burrowed thè coacher’s headlight thè better to
pry (who goes cute goes siocur and shoos aroun) and all spoiled
goods go into her nabsack: curtrages and rattlin buttins, nappy
spattees and flasks of all nations, clavicures and scampulars, maps,
keys and woodpiles of haypennies and moonled brooches with
bloodstaned breeks in em, boaston nightgarters and masses of
shoesets and nickelly nacks and foder allmicheal and a lugly parson
of cates and howitzer muchears and midgers and maggets, ills and
ells with loffs of toffs and pleures of bells and thè last sigh that
come fro thè hart (bucklied!) and thè fairest sin thè sunsaw
(that’s cearc!). With Kiss. Kiss Criss. Cross Criss. Kiss Cross.
Undo lives ’end. Slain.
How bootifull and how truetowife of her, when strengly fore-
bidden, to steal our historic presents from thè past postpropheti-
cals so as to will make us all lordy heirs and ladymaidesses of a
pretty nice kettle of fruit. She is livving in our midst of debt and
laffing through all plores for us (her birth is uncontrollable), with
a naperon for her mask and her sabboes kickin arias (so sair! so
solly!) if yous ask me and I saack you. Hou! Hou! Gricks may
rise and Troysirs fall (there being two sights for ever a picture)
Finnega ns Wake H.C.E. 1 Ibis

veleggiato suditamente, kraakiando di de bacola ai kvarteri di quel


cielo da cui rispondono le triboos; Lagnarsi, è legale! Lei neviene mai
fuori quando Thon manda rovesci o quando Thon lampeggia con le
sue Nixiette o quando Thon suona toomscoppi giù per le gaelbrezze
di Thon. No nubo no! Maineblas in liwa vostra! La sua sarebbe una
pagura troppo grande. Di Burymeleg e Bindmerollingeyes e di tutti i
defusti nel pianto. Fe fo fom! Per la punta lei ci spera finché i
byovanotti saranno byovanotti. Ecco, e continua ad apparire adesso,
lei viene, un pacefugl, un uccello da parodia, una peripotmadre, una
puntadispollo nell’ilandiskipsaggio, con pippiolini e powwowletti
nella cistacesta sul suo callocollo e con una frusta fiasca che flicca
fuori gli humeremabaleni dei suoi patti paxerellampi, prendendo su
qua, peccando su là, pussipussi predapussi. Ma è l’armistagione
quastanozze, militopachi, e quastomani augureremo tuon fatale ai
lavoratori di minuzioni e ci sarà una tregua mangianifica per la più
helicosa childhercovata evervista. Venite nebo a me e suso solfeggere-
mo il giorno in cui sallibreremo. Si è fatta presterrare il fanale del
cocchiere per rovistare meglio (chi va astuto va socairo e suilpisce
arundo) e tutte le mercanzie sciupate vanno nel suo sacco da
acchiampagna: corpidipetti e buttini tintinnanti, ghette pelose e
bendiere di tutte le nazioni, clavicure e scampole, mappe, chiavi e
biche di woodpennies e spille lunatiche con breetture blodstanguina-
te, giarrettiere da sera di boaston e mucchi di scarpe spaiate e ninnoli
di nicolino e poder onnimicheale e un deliorrendo parroco di
catemelle e howitzerstati multorecchi e miscerini e maggette, ille ed
elle con loffitanto toffetto e pleures di campabelle e l’ultimo sospiro
che vien dal corcervo (bucklied! ) e il più bel sinccato che scorse il sole
(quell’è cearc!). Con un Zug. Zug Zig. Zag Zig. Zug Zag. Perdo tutte
le vite. Slanddìo.
Com ’è generaloso e mogliaturale da parte sua, quando è strenga-
mente priabito rubare i nostri presenti storici dai postprofetici passati
in modo da renderci tutti lordili eredi e ladytiere di un bel grazioso
pasticcio di frutta. Lei liwe nel nostro brumocentro di debiti e
lifferide per noi attraverso tutti i plori (la sua nascita è incontrollabi­
le), con un naperon come maschera e le sue arie sabaotiche e
recalcitranti, (così saira! così sùllica!) da se vous abramate me ed i’
sacco vou. Hou! Hou! I Grecazzi possono rizzarsi e i Troialzoni
cadere (dato che ci sono due punti di vista per ogni mai quadro)
12 Finnegans Wake H.C.E.

for in thè byways of high improvidence that’s what makes life-


work leaving and thè world’s a celi for citters to cit in. Let young
wimman run away with thè story and let young min talk smooth
behind thè butteler’s back. She knows her knight’s duty while
Luntum sleeps. Did ye save any tin? says he. Did I what? with
a grin says she. And we all like a marriedann because she is mer-
cenary. Though thè length of thè land lies under liquidation
(floote!) and there’s nare a hairbrow nor an eyebush on this glau-
brous phace of Herrschuft Whatarwelter she’ll loan a vesta and
hire some peat and sarch thè shores her cockles to heat and she’ll
do all a turfwoman can to piff thè business on. Paff. To puff thè
blaziness on. Poffpoff. And even if Humpty shell fall frumpty
times as awkward again in thè beardsboosoloom of all our grand
remonstrancers there’ll be iggs for thè brekkers come to moum-
him, sunny side up with care. So true is it that therewhere’s a
turnover thè tay is wet too and when you think you ketch sight
of a hind make sure but you’re cocked by a hin.
Then as she is on her behaviourite job of quainance bandy,
fruting for firstlings and taking her tithe, we may take our review
of thè two mounds to see nothing of thè himples here as at else-
where, by sixes and sevens, like so many heegills and collines,
sitton aroont, scentbreeched and somepotreek, in their swisha-
wish satins and their taffetaffe tights, playing Wharton’s Folly,
at a treepurty on thè planko in thè purk. Stand up, mickos!
Make strake for minnas! By order, Nicholas Proud. We may see
and hear nothing if we choose of thè shortlegged bergins off
Corichili or thè bergamoors of Arbourhill or thè bergagambols
of Summerhill or thè bergincellies of Miseryhill or thè country-
bossed bergones of Constitutionhill though every crowd has its
several tones and every trade has its clever mechanics and each
harmonical has a point of its own, Olaf’s on thè rise and Ivor’s
on thè lift and Sitric’s place’s between them. But all they are all
there scraping along to sneeze out a likelihood that will solve
and salve life’s robulous rebus, hopping round his middle like
kippers on a griddle, O, as he lays dormont from thè macroborg
of Holdhard to thè microbirg of Pied de Poudre. Behove this
Finnegans Wake H.C.E. 12bis

perché nelle scorciatoie della grande improvvidenza quello è ciò che


fa lasciavivere il lavoro di una vita e il mondo è una sella per il sedere
dei sittadini. Lasciate che le giovani duome corrano via con la storia e
che i giovani mini parlino mellifluamente dietro le spalle del
sommbutteliere. Lei conosce il dovere del suo cavaliere mentre
Luntum dorme. Hai risparmiato qualche coscia? dice lui. Ho
checosa? dice lei con una smorfia. E a tutti noi piace una danna
maritata perché è mercenaria. Anche se la landa quant’è lunga langue
in liquidazione (diliuto!) e non c’è nare un capeglio né un sopraccillo
su questa glaubra phaccia di Herrschuft Whatarwelter lei chiederà in
prestito una vesta e noleggerà un po’ di torba e rivistarà le rive per
scaldamangiare le sue arselle e farà tutto quello che può una
piotadonna per piffare andare avanti la faccenda. Paff. Per puffare
andare avanti la fiammenda. Poffpoff. E anche se Humpty sguscerà
giù goffamente di nuovo cinqumptya volte nelle barbeborraccia di
tutti i nostri grandi protestatori ci saranno iggova per i brekkatori
venuti a piangerlo, lato lietassolato in alto fragile. Così è vero che
laddove ce un trabaltamento anche il tay è bagnato e quando pensate
di tartanvedere un hinderiore assicuratevi di non essere gallonati da
una hinlina.
Quindi mentre lei sta facendo il suo lavoro comportamentavorito di
assegnare i bandypremi della regiana, perfrutando per le sue primizie
e incassando le sue imposte, noi possiamo prendere la nostra rivista
dei due monti per non vedere nessuna delle himmellette hqui come
altrove, per sotto e per sopra, come tanti hughilli e collines, sediati
arunto, sentibrigati e suntipotricchi, nei loro satins sfrusciafruscianti e
nei loro tights di taffetaffe, che giocano alla Follia di Wharton, a un
treepurti sulle planche nel purko. In piedi, micchi! Mollate presto per
le minne! Per ordine e conto, Nicholas Proud. Non possiamo vedere
né sentire niente se scegliamo le berghiole gambacorta dalle parti di
Corkhill o i berghiolini di Arbourhill o i bergoforti di Summerhill o i
bergoncelli di Miseryhill o i bergottoni contradabbassi di Constitu-
tionhill sebbene evogni cricca habbia parecchi toni ed ogni mestiere i
suoi bravi trucchi ed ogni armonica un suo proprio punto, Olaf è alla
saledestra e Ivor alla montasinistra ed il posto di Sitric è in mezzo a
loro. Ma tutti loro sono tutti là che tirano avanti per trasbarcare la
lunarietà che solverà e salverà il robuloso rebus della vita, sballottan­
dosi in pariglie come aringhe sulle griglie, O, mentre lui giace
dormonte dal macroborgo di Holdhard al microbirgo di Pied de
Poudre. Guardiate questo suono del senno irlandese. Realmente? Qui
13 Einnegans Wake H.C.E.

sound of Irish sense. Really? Here English might be seen.


Royally? One sovereign punned to petery pence. Regally? The
silence speaks thè scene. Fake!
So This Is Dyoublong?
Hush! Caution! Echoland!
How charmingly exquisite! It reminds you of thè outwashed
engravure that we used to be blurring on thè blotchwall of his
innkempt house. Used they? (I am sure that tiring chabelshovel-
ler with thè mujikal chocolat box, Miry Mitchel, is listening) I
say, thè remains of thè outworn gravemure where used to be
blurried thè Ptollmens of thè Incabus. Used we? (He is only pre-
tendant to be stugging at thè jubalee harp from a second existed
lishener, Fiery Farrelly.) It is well known. Lokk for himself and
see thè old butte new. Dbln. W. K. O. O. Hear? By thè mauso-
lime wall. Fimfim fimfim. With a grand funferall. Fumfum fum-
fum. ’Tis optophone which ontophanes. List! Wheatstone’s
magic lyer. They will be tuggling foriver. They will be lichening
for allof. They will be pretumbling forover. The harpsdischord
shall be theirs for ollaves.
Four things therefore, saith our herodotary Mammon Lujius
in his grand old historiorum, wrote near Boriorum, bluest book
in baile’s annals, f.t. in Dyfflinarsky ne’er sali fail til heathersmoke
and cloydweed Eire’s ile sali pali. And here now they are, thè fear
of um. T. Totities! Unum. (Adar.) A bulbenboss surmounted up­
on an alderman. Ay, ay! Duum. (Nizam.) A shoe on a puir old
wobban. Ah, ho! Trìom. (Tamuz.) An aubum mayde, o’brine
a’bride, tp be desarted. Adear, adear! Quodlìbus. (Marchessvan.) A
penn no weightier nor a polepost. And so. And all. (Succoth.)
So, how idlers’ wind tuming pages on pages, as innocens with
anaclete play popeye antipop, thè leaves of thè living in thè boke
of thè deeds, annals of themselves timing thè cycles of events
grand and national, bring fassilwise to pass how.
1132 a.d. Men like to ants or emmets wondem upon a groot
hwide Whallfisk which lay in a Runnel. Blubby wares upat Ub-
lanium.
566 a.d. On Baalfire’s night of this year after deluge a crone that
Einnegans Wake H.C.E. 13 bis

inglese si può scorgere. Regalmente? Una sovrana punbiata per il


peteroso pence. Regiamente? Il silenzio fa sentir la scena. Falso!
Così Questa E Doblungo?
Hshsh! Cautela! Ecolanda!
Ha certamente estrema delicatezza! Vi ricorda la slavata engravure
che solevamo imbrattare sul muro macchiato della sua casa innsciam-
mannata. Solevano? (Sono sicuro che quel tedioso mestolone di
caboli con la scatola armujika di chocolatta, Miry Mitchel, sta
ascoltando) Dico, i resti della consumata gravemura dove solevano
venire imbrattapolti i Ptollmens degli Incabus. Solevamo? (Lui sta
solo pretendente di far stuonare l’arpa del jubaleo a un secondo
astoltatore esistito, Fiery Farrelly.) È ben noto. Lokkate lui stesso e
vedete nuovo il vecchio butte. Dbln. B.N.O.O. Sentite? Vicino al
muro del mausazzino. Fimfim fimfim. Con un gran funferale.
Fumfum fumfum. È l’optofono che ontofana. Audite! La liar magica
di Wheatstone. Si trascibatteranno forivor, ascollicheneranno forolaf;
pretomboleranno forover. L’arpidiscordo sarà loro per ollavie.
Quindi quattro cose, dice il nostro Mammon Lujius herodotario
nel suo gran vecchio historiorum scritto presso Boriorum, il libro più
blurido negli annali della baile, q. c. giammai sallcheranno a
Dyfflinarsky finché File d’Eire non sarà sàllzia di fumo d’erica e di
erbacce a nuvole. Ed eccole qui ora, loro quattro. T. Totities! Unum.
(Adar.) Una bulbenbobba accresciutasi su di un aldermano. Sì, sì!
Duum. (Nizam.) Una scarpa su di una puìrvera vécchiaban. Ah, oh!
Eriom (Tamuz.) Una auburnea maggiovane, o’brina a’bridesposa, che
verrà abbandonata. Ahicara, ahicara! Quodlibus. (Marchessvan.) Una
penn non più pesante che un postpalo. Ed ecco. E tutto. (Succoth.)
Così, come il vento degli oziosi che gira pagine su pagine, mentre
innocens con anacleto fanno la parte di popocchio antipop, i vogli dei
vivi nel libero dei matti, annali di se stessi che scandiscono i cicli degli
avvenimenti grandi e nazionali, portano fassilmente a passaur come.
1132 A.D. Uomini quali antormiche o emmetìcole vagatontano su
di un Whallfisk grooto e hvido che giace in un Runnelgagnolo.
Guercanzie sanguimarce lassù a Ublanium.
566 A.D. Nella notte dei Baalfuochi di quest’anno dopo il diluvio
una vecchiaccia che avea una Kishta di vimini per trainare morte
14 Finnegans Wake H.C.E

hadde a wickered Kish for to hale dead turves from thè bog look-
it under thè blay of her Kish as she ran for to sothisfeige her cow-
rieosity and be me sawl but she found berseli sackvulle of swart
goody quickenshoon and small illigant brogues, so rich in sweat.
Blurry works at Hurdlesford.
(Silent.)
566 a.d. At this time it fell out that a brazenlockt damsel grieved
(sobralasolasP) because that Puppette her minion was ravisht of her
by thè ogre Puropeus Pious. Bloody wars in Ballyaughacleeagh-
bally.
1132 a.d. Two sons at an hour were bom unti! a goodman
and his hag. These sons called themselves Caddy and Primas.
Primas was a santryman and drilled all decent people. Caddy
went to Winehouse and wrote o peace a farce. Blotty words for
Dublin.
Somewhere, parently, in thè ginnandgo gap between antedilu-
vious and annadominant thè copyist must have fled with his
scroll. The billy flood rose or an elk charged him or thè sultrup
worldwright from thè excelsissimost empyrean (bolt, in sum)
earthspake or thè Dannamen gallous banged pan thè bliddy du-
ran. A scribicide then and there is led off under old’s code with
some fine covered by six marks or ninepins in metalmen for thè
sake of his labour’s dross while it will be only now and again in
our rear of o’er era, as an upshoot of military and civil engage-
ments, that a gynecure was let on to thè scuffold for taking that
same fine sum covertly by meddlement with thè drawers of his
neighbour’s safe.
Now after all that farfatch’d and peregrine or dingnant or clere
lift we our ears, eyes of thè darkness, from thè tome of Liber Li-
vidus and, (toh!), how paisibly eirenical, all dimmering dunes
and gloamering glades, selfstretches afore us our fredeland’s plain!
Lean neath stone pine thè pastor lies with his crook; young pric-
ket by pricket’s sister nibbleth on retumed viridities; amaid her
rocking grasses thè herb trinity shams lowliness; skyup is of ever-
grey. Thus, too, for donkey’s years. Since thè bouts of Hebear
and Hairyman thè comflowers have been staying at Ballymun,
Finnegans Wake H.C.E. 14bis

torbe fuori dalla bogalude guardò sotto il blayperchio della sua Kishta
mentre correva per sothisfeigare la sua cowrieosità e che la mia
sàulnima sia sannata se non trovò il própero sackvillo pieno di svaerti
godi vivaci scarpoletti e di piccoli broguinetti illiganti, tanto ricchi di
sudolcezza. Guerlavori sanguisudici a Hurdlesford.
(Silente.)
566 A.D. A quest’epoca accadde che una damigella bronzoricciuta
si rattristò (sobralasolas!} perché quella Puppette la sua favorita le fu
rapita dall’orco Puropeus Pious. Guerre sanguinose a Ballyaugha-
cleeaghbally.
1132 A.D. Due figli alla stessa ora nacquero a un buonuomo ed alla
sua strega. Questi figli chiamarono se stessi Caddy e Primas. Primas
era un santryluomo e addestrava bruscamente tutta la brava gente.
Caddy se la batté verso la bottiglieria e buttò giù o pacco à farsa.
Guerfavelle sanguibrille per Dublino.
Parentemente, in qualche punto della ginnunga gappa tra antedilu-
vioso ed annadominante il copista deve essersela data a gambe con la
sua pergamena. Il diluvio era salito billioso o un elkalce caricato
havealo o il sultrapico costruttore del cosmo dall’eccelsissimost
empireo (baleno, in somma) si era fatto terremosentire o i Dannyman-
ni gallosi avevano bussato pantro le bliddyate doren. Secondo il
codice dei vecchi uno scribicida viene perdonato là per lì con una
qualche multa pagata con sei marchi o novepinne in metalmoneta per
amore degli avanzi della sua fatica mentre solo di quando in quando
nella nostra era arrierata, come risultato sparafinitivo di impegni civili
e militari, succederà che un ginecura venga perdivulgato al piedìbolo
per aver preso quella stessa dimulta somma di nascosto per immi­
schiamento nei mutansetti della moglieforte del suo vicino.
Ora dopo tutto questo farfassacchiato e peregrino o duignantoso o
cleryco solleviamo gli orecchi, occhi dell’oscurità, dal tomo del Liber
Lividus e, (toh!) quanto paisificamente eirenica, tutta dune diluculeg-
gianti e spianate seroteggianti, si stende annante a noi la pianura della
nostra faedrelanda! Smilzo sotto il pino stonecembro se ne sta steso il
pastor col suo bastone; il cerbiatto pivello di due anni vicino alla
sorellina bruca le viridità ricomparse; a mazzo i prati ondeggianti
l'erba trinità shamula umilezza; il ciellassù è sempregrigio. Così, pure,
per un’eternità. Dalle lotte di Hebear e di Hairyman i fiordalisi sono
15 Finnegans Wake H.C.E

thè duskrose has choosed out Goatstown’s hedges, twolips have


pressed togatherthem by sweet Rush, townland of twinedlights,
thè whitethom and thè redthom have fairygeyed thè mayvalleys
of Knockmaroon, and, though for rings round them, during a
chiliad of perihelygangs, thè Formoreans have brittled thè too-
ath of thè Danes and thè Oxman has been pestered by thè Fire-
bugs and thè Joynts have thrown up jerrybuilding to thè Kevan-
ses and Little on thè Green is childsfather to thè City (Year!
Year! And laughtears!), these paxsealing buttonholes have quad-
rilled across thè centuries and whiff now whafft to us, fresh and
made-of-all-smiles as, on thè eve of Killallwho.
The babbelers with their thangas vain have been (confusium
hold them!) they were and went; thigging thugs were and hou-
hnhymn songtoms were and comely norgels were and pollyfool
fiansees. Menn have thawed, clerks have surssurhummed , thè
blond has sought of thè brune: Elsekiss thou may, mean Kerry
piggy?: and thè duncledames have countered with thè hellish fel-
lows: Who ails tongue coddeau, aspace of dumbillsilly? And they
fell upong one another: and themselves they have fallen. And
stili nowanights and by nights of yore do all bold floras of thè
field to their shyfaun lovers say only: Culi me ere I wilt to thee!:
and, but a little later: Pluck me whilst I blush! Well may they
wilt, marry, and profusedly blush, be troth! For that saying is as
old as thè howitts. Lave a whale a while in a whillbarrow (isn’t
it thè truath l’m tallin ye?) to have fins and flippers that shimmy
and shake. Tim Timmycan timped hir, tampting Tarn. Fleppety!
Flippety! Fleapow!
Hop!
In thè name of Anem this cari on thè kopje in pelted thongs a
parth a Ione who thè joebiggar be he? Forshapen his pigmaid
hoagshead, shroonk his plodsfoot. He hath locktoes, this short-
shins, and, Obeold that’s pectoral, his mammamuscles most
mousterious. It is slaking nuncheon out of some thing’s brain
pan. Me seemeth a dragon man. He is almonthst on thè kiep
fief by here, is Comestipple Sacksoun, be it junipery or febrew-
ery, marracks or alebrill or thè ramping riots of pouriose and
Finnegans Wake H.C.E. 15bis

rimasti a Ballymun, la rosa mischiata ha preferito le siepi di


Goatstown, i duolipani si sono accalcati raccoglimente vicinaloro
presso la dolce Rush, landa inurbata di luci ingemellate, il biancospi­
no e il rossospino hanno scherziato le mayvalli di Knockmaroon, e,
sebbene ringstorno rumaloro, durante un millennio di perihelygan-
ghi, i Fomoriani abbiano fragilrotto i tuathadenti dei Danani e
l’Oxman sia stato tormentato dai Firebolgi e i Joyganti abbiano
rinunziato a tirar su alla meglio delle jerryttà per i Kevanses e Little on
thè Green sia figliopadre per la City (Annudite! Annudite! E
piangridete!), questi paxsigillanti fiori all’occhiello hanno ballato la
quadriglia attraverso i secoli ed hanno volazzato soffioqui effluviolà
fino a noi, freschi e tutti sorrisi come alla vigilia di Killalhoechi.
I babeltanti con le loro teanghe vanitosi sono stati (che confusio se
li porti!) c’erano e se ne sono andati; ci sono stati tuiggheanti tugs e
songtomi houyhnhnm e bei norgeli e pallevuse fiancesi. I menni si
sono sciolti, i dotti hanno surssurronzato, il biondo ha cercato la
bruna: Mi puoi elskerciare, mina piggola Kerryese?: e le dunkeldame
si sono opposte a quei tipi demoniaci: Ovest tong coddeau, especia
dumbillcille? E caddero gli uni ciurle altre: e loro stessi sono caduti. E
ancora ogginotte e nelle notti del tempo antico tutte le ardite flore del
fiorito campo ai loro shyfauneschi amanti dicono solo: Coglimi prima
che ti appassisca sotto il naso!: e, ma un poco dopo: Prendimi mentre
sto fiorossendo! Bene che possano appassire, maritarsi, e fiorossire
profusamente, in fidanza! Perché quel detto è vecchio come gli
howitts. Lessa una balena per un baleno in una bolleriola (non è la
realtuath che ti ractonto?) per avere zinne e zampe che sbattono e
scuotono. Tim Timmycan la tinto, Tarn il tamtatore. Cicchete!
Ciacchete! Ciac!
Hoplà!
Nel nome di Onem, questo tipo sul kopje con cinghie di pelle
grezza un partalone solo chi joebiggaro può essere? Difforme la sua
testina di maidale pigmarameo, rattarapito il suo piede strascicante.
Ha i ditoni serrati, questo stinchiscarsi, e, Omirate quello è un
pettorale, i suoi mammamuscoli sono molto mousteriani. Sta appa­
gando la sua famme con una craniata di qualcosa. Mi sembra un
uomo drago. E da quasimesi sul feudo di kieplino a vedere da qui, è
un Comestipple Sacksoun, che sia gennipraio o febbirraio, marachir-
zo o alebrillo o che vi siano le rampanti rivolte di pluriose e froriose.
16 Finnegans Wake H.C.E.

froriose. What a quhare soort of a mahan. It is evident thè mich-


indaddy. Lets we overstep his fire defences and these kraals of
slitsucked marrogbones. (Cave!) He can prapsposterus thè pil-
lory way to Hirculos pillar. Come on, fooi porterfull, hosiered
women blown monk sewer? Scuse us, chorley guy! You toller-
day donsk? N. You tolkatiff scowegian? Nn. You spigotty an-
glease? Nnn. You phonio saxo? Nnnn. Clear all so! ’Tis a Jute.
Let us swop hats and excheck a few strong verbs weak oach ea-
ther yapyazzard abast thè blooty creeks.
Jute. — Yutah!
Mutt. — Mukk’s pleasurad.
Jute. — Are you jeff?
Mutt. — Somehards.
Jute. — But you are not jeffmute?
Mutt. — Noho. Only an utterer.
Jute. — Whoa? Whoat is thè mutter with you?
Mutt. — I became a stun a stummer.
Jute. — What a hauhauhauhaudibble thing, to be cause! How,
Mutt?
Mutt. — Aput thè buttle, surd.
Jute. — Whose poddle? Wherein?
Mutt. — The Inns of Dungtarf where Used awe to be he.
Jute. — You that side your voise are almost inedible to me.
Become a bitskin more wiseable, as if I were
you.
Mutt. — Has? Has at? Hasatency? Urp, Boohooru! Booru
Usurpi I trumple from rath in mine mines when I
rimimirim !
Jute. — One eyegonblack. Bisons is bisons. Let me fore all
your hasitancy cross your qualm with trink gilt. Here
have sylvan coyne, a piece of oak. Ghinees hies good
for you.
Mutt. — Louee, louee! How wooden I not know it, thè intel-
lible greytcloak of Cedric Silkyshag! Cead mealy
faulty rices for one dabblin bar. Old grilsy growlsy!
He was poached on in that eggtentical spot. Her*
Einnegans Wake H.C.E. lóbis

Checcàvola scorta di mahan. È evidente il michinbabbo. Oltrepassia­


mo le sue difese di fuoco e questi kraals di spaccasucchiati ossiduchi.
(Cave!) Può probindicarci la via più pregogna per il pilastro
d’Hirculos. Co’ man, giò porter giò, aggio ordì mo monastiere?
Cùsaci, cario ragazzo! Toleri di dannese? N. Tolkativi scovegese? Nn.
Spigotti anghilese? Nnn. Foni saxo? Nnnn. Così tutto è chiaro! È un
Jute. Scampiamoci il cappello e trastorniamo quercericamente Fan
l’ultro apazzardo qualche verbo forte in debole a sproposito di quei
blootedetti creecchi.
Jute. — Yutah!
Mutt. — Tonto lietato.
Jute. — Sei jefftordo?
Mutt. — Un durettino.
Jute. — Ma non sei jefftordomuto?
Mutt. — Noho. Soltanto un utteratore.
Jute. — Chiii? Chiiccos’è che mutteri?
Mutt. — Sono diventato uno stordino stummerante.
Jute. — Che cosa auauauaurrdibile, da perchepire. Come, Mutt?
Mutt. — Daput la buttaglia, sor.
Jute. — La poddletaglia di chi? Indove?
Mutt. — Le Bettoglie di Dungtarf dove U saresti sgomentato di
essere egli.
Jute. — Tu da quella parte la tua noce sta quasi inedibile per me.
Bandiventerei un bisschenlino più visaggibile, come se
fossi in te.
Mutt.— Sé? Osé? Osetazione? Urp, Boohooru! Booru Usurp!
Scaltremo dalla rathbbia che ho mineaddosso quando
rimimirmémbrolo !
Jute. — Un occhioblicco. Bison è bison. Fammi innanzi a tutta la
tua ositazione cancellare i tuoi rimorsi mettendoti in
mano un trinco geldo. Qua tieni una coyneta silverstre,
un pezzo di quercia. Una ghinnea ti fretterà bene.
Mutt.— Louie, louie! Quanto woodosa non lo so, per il gray-
cloack intellibile di Cedric Silkyshag! Ked milia falti rotti
per un bar di dabblino. Quel vecchio grilsoso grontolo-
ne! È stato incamiciato ovidenticamente in quel posto.
17 Finnegans Wake H.C.E.

.where thè liveries, Monomark. There where thè mis-


sers moony, Minnikin passe.
Jute. — Simply because as Tacitum pretells, our wrongstory-
shortener, he dumptied thè wholeborrow of rubba-
ges on to soil here.
Mutt. — Just how a puddinstone inat thè brookcells by a
riverpool.
Jute. — Load Allmarshy! Wid wad for a norse like?
Mutt. — Somular with a bull on a clompturf. Rooks roarum
rex roome! I could suore to him of thè spumy hom,
with his woolseley side in, by thè neck I am sutton
on, did Brian d* of Linn.
Jute. — Boildoyle and rawhoney on me when I can beuraly
forsstand a weirdzfrom sturk to Zinnie in such a pat-
what as your rutterdamrotter. Onheard of and um-
scene! Gut aftermeal! See you doomed.
Mutt. — Quite agreem. Bussave a sec. Walk a dun blink
roundward this albutisle and you skull see how olde
ye piaine of my Elters, hunfree and ours, where wone
to wail whimbrel to peewee o’er thè saltings, where
wilby citie by law of isthmon, where by a droit of
signory, icefloe was from his Inn thè Byggning to
whose Finishthere Punct. Let erehim ruhmuhrmuhr.
Mearmerge two races, swete and brack. Morthering
rue. Hither, craching eastuards, they are in surgence:
hence, cool at ebb, they requiesce. Countlessness of
livestories have netherfallen by this plage, flick as
flowflakes, litters from aloft, like a waast wizzard all of
whirlworlds. Now are all tombed to thè mound, isges
to isges, erde from erde. Pride, O pride, thy prize!
Jute. — ’Stench!
Mutt. — Fiatfuit! Hereinunder lyethey. Llarge by thè smal an’
everynight life olso th’estrange, babylone thè great-
grandhotelled with tit tit tittlehouse, alp on earwig,
drukn on ild, likeas equal to anequal in this sound
seemetery which iz leebez luv.
Finnegans Wake H.C.E. 17bis

Qui cerano le liverie, Monomarco. Là c’erano i misseri


moony, Minnichino passe.
Jute. — Semplicemente perché come prenarra Taciturno, il no­
stro abbreviatore di ballistorie, ha dumpticato proprio
qui interra la carriodata di ruscàggi.
Mutt. — Proprio come una buddinga dint’el bruckscello vicino a
un riverpool.
Jute. — Zio Onniputente! Tan toraggio in uno simile a uno
scandinvallo?
Mutt. — Somularmente a un toro in un clompturf. Ruks rearum
rex ruma! Potrei schnorrargli del corno schiumoso, con il
lato woolseleyano in dentro, vicino al neck su cui sto
suttonduto, fece Brian d’of Linn.
Jute. — Baldoylio e raheniele su di me wenndo posso bellamen­
te verstandire una fatola dallo sturkipio alla finnice in un
paté tale com’è il tuo rutterdamrottese. Anaudito e
umseheno! Gut dopopranzo. Arridannarti.
Mutt. — Assolutamente d’accord. Massalva un sec. Cammina un
dumblintino intondo a questa nonnisle e skullerai scorge­
re quant’è antiqua codesta piaine dei miei Elterns,
hunfreebera e nostra, in cui ci stava il chiurlo per
compiangere con il pipivanello sopra le saline, dove
sorgerà per legge d’isthmon una bycittà, dove per diritto
di signoria i ghiacci galleggianti si estendevano dalla sua
Bettolinn Bygningcipio alla di cui Puncta di Finishthere.
Cherinlui ruhmhumbri. Malgamergono due razze, bion-
dolcesi e salbrunici. Moddereen rue. Hinqua, crachcando
verso l’estuarto, sono in sorgenza: hinlà, calme aH’eriflus-
so, esse requiescono. Un’innumerevolità di stovivelle
sono imocadute presso questa plage, fiaccanti come
fiocchi di fieve, léttiere dall’alto, come una vasta vibroma-
gia tutta di vorticomondi. Ora sono tutte rotombate nel
tumulo, ischi a ischi, erde dam erde. Orgoglio, O
orgoglio, il tuo premio!
Jute. — Puach!
Mutt. — Fiatfuit ! Quidisotto giaccionessi. Ggrandi vicino ai picoli
e la vita d’ogninotte è olsopure quest’estrangeità, babilo-
ne dei grandgrandhotels con le ca ca casine, alpe su
forfecchia, drukniaco su ildullona, comecosì uguali ad
aneguali in questo sano seemitero che è lammore della
leebe.
18 Finnegans Wake H.C.E

Jute. — ’Zmorde!
Mutt. — Meldundleize! By thè fearse wave behoughted. Des-
pond’s sung. And thanacestross mound have swollup
them all. This ourth of years is not save brickdust
and being humus thè same rotums. He who runes
may rede it on all fours. O’c’stle, n’wc’stle, tr’c’sde,
crumbling! Sell me sooth thè fare for Humblin! Hum-
blady Fair. But speak it allsosifdy, moulder! Be in
your whisht!
Jute. — Whysht?
Mutt. — The gyant Forficules with Amni thè fay.
Jute. — Howe?
Mutt. — Here is viceking’s graab.
Jute. — Hwaad !
Mutt. — Ore you astoneaged, jute you?
Jute. — Oye am thonthorstrok, thing mud.
(Stoop) if you are abcedminded, to this claybook, what curios
of signs (please stoop), in this allaphbed! Can you rede (since
We and Thou had it out already) its world? It is thè same told
of all. Many. Miscegenations on miscegenations. Tieckle. They
lived und laughed ant loved end left. Forsin. Thy thingdome is
given to thè Meades and Porsons. The meandertale, aloss and
again, of our old Heidenburgh in thè days when Head-in-Clouds
walked thè earth. In thè ignorance that implies impression that
knits knowledge that finds thè nameform that whets thè wits that
convey contacts that sweeten sensation that drives desire that
adheres to attachment that dogs death that bitches birth that en-
tails thè ensuance of existentiality. But with a rush out of his
navel reaching thè reredos of Ramasbatham. A terricolous vively-
onview this; queer and it continues to be quaky. A hatch, a celt,
an earshare thè pourquose of which was to cassay thè earthcrust at
all of hours, furrowards, bagawards, like yoxen at thè tumpaht.
Here say figurines billycoose arming and mounting. Mounting and
arming bellicose figurines see here. Futhorc, this liffle effingee is for
a firefing called a flintforfall. Face at thè eased! OI fay ! Face at thè
waist! Ho, you fie! Upwap and dump em, ^ace to tace! Whena
Finnegans Wake H.C.E. 18bis

Jute. — ’Zmorde!
Mutt.— Mollundliscio! Dall’onda feariosa sorciopresi. Il de-
smondforto è canto. E il mucchio dei thanatrossnati li ha
ingrottiti tutti. Quest’annostra terra non è altro che
polvere di mattoni e poiché è humus lo stesso roturna.
Chi va di runa può róderla su quattro zampe. O’c’stle,
n’wc’stle, tr’c’stle, stanno crumlinando! Vendimi vera­
mente il biglietto per Humblino! La Fiera di Humblady.
Ma dillo pura setaccitamente, mi dellatore! Sta in
whistlenzio!
Jute. — Whystché?
Mutt. — La forftcula giagante con Amni la Fay.
Jute. — Dhowe?
Mutt. — Qui nella graab del vicekingo.
Jute. — Hvad!
Mutt. — Sei (orecchia impietretato, jute tu?
Jute. — Oye son thonthorsuonato, thing mota.
(Chinatevi) se siete abcedistratti, su questo libro d’argilla che
antichità di segni (vi prego chinatevi), in questo alephbetho! Potete
ródere (poiché Noi e Tu l’abbiamo già chiarito) il suo parolmondo? E
lo stesso detto di tutti. Mene. Incroci su incroci. Tieckel. Hanno
vissuto und riso ant amato end se ne sono andati. Pharsin. Il tuo
pegno viene dato ai Meadi ed ai Porsoni. La meandertalistoria,
perdata e perdata ancora, del nostro vecchio Heidenburgh nei giorni
in cui Head-in-Clouds passeggiava sulla terra. Nell’ignoranza che
implica l’impressione che congiunge la conoscenza che fascia la
nomiforma che incita l’ingegno che convoglia i contatti che seconda­
no le sensazioni che determinano il desiderio che aderisce all’attacca­
mento che martella la morte che nutre la nascita che enuclea l’epilogo
dell’esistenzialità. Ma con una canna fuori dal suo ombelico fino a
raggiungere il reconditorio di Ramasbatham. Una vivelyonvista
terricola questa; strana e continua a scuotremare. Un’hascia, un
celtello, un evomere il cui pourquoisito era di cassaggiare l’eterreacro-
sta ad ogni hora, solcavanti, semindietro, come buoghi alla vuolta.
Qui vedite figurine billicoose armate e montate. Montate e armate
bellicose figurine vedete qui. Furthorc, questa liffola effingetta serve
da fingo di fuoco chiamato affiarinoforfalli. Faccia agli estri! O io
faydo! Faccia ai westri! Oh, voi fiergogna! Abbotte e al fosso.
ti accia a taccia! Quando una parte così ptitina fa la funzione
19 Finnegans Wake H.C.E

part so ptee does duty for thè holos we soon grow to use of an
allforabit. Here (please to stoop) are selveran cued peteet peas of
quite a pecuniar interest inaslittle as they are thè pellet^ that make
thè tomtummy’s pay roll. Right tank regnar rocks and with these
rox orangotangos fangled rough and rightgorong. Wisha, wisha,
whydidtha? Thik is for thom that’s thuck in its thoil like thum-
fool’s thraitor thrust for vengeance. What a mnice old mness it
all mnakes! A middenhide hoard of objects! Olives, beets, kim-
mells, dollies, alfrids, beatties, cormacks and daltons. Owlets’ eegs
(O stoop to please!) are here, creakish from age and all now
quite epsilene, and oldwolldy wobblewers, haudworth a wipe o
grass. Sss! See thè snake wurrums everyside! Our durlbin is
sworming in sneaks. They carne to our island from triangular
Toucheaterre beyond thè wet prairie rared up in thè midst of thè
cargon of prohibitive pomefructs but along landed Paddy Wip-
pingham and thè his garbagecans cotched thè creeps of them
pricker than our whosethere outofman could quick up her whats-
thats. Somedivide and sumthelot but thè tally turns round thè
same balifuson. Racketeers and bottloggers.
Axe on thwacks on thracks, axenwise. One by one place one
be three dittoh and one before. Two nursus one make a plaus-
ible free and idim behind. Starting off with a big boaboa and three-
legged calvers and ivargraine jadesses with a message in their
mouths. And a hundreadfilled unleavenweight of liberorumqueue
to con an we can till allhorrors eve. What a meanderthalltale to
unfurl and with what an end in view of squattor and anntisquattor
and postproneauntisquattor! To say too us to be every tim, nick
and larry of us, sons of thè sod, sons, littlesons, yea and lealittle-
sons, when usses not to be, every sue, siss and sally of us, dugters
of Nan! Accusative ahnsire! Damadam to infinities!
True there was in nillohs dieybos as yet no lumpend papeer
in thè waste and mightmountain Penn stili groaned for thè micies
to let dee. All was of ancientry. You gave me a boot (signs on
it!) and I ate thè wind. I quizzed you a quid (with for what?) and
you went to thè quod. But thè world, mind, is, was and will be
writing its own wrunes for ever, man, on all matters that fall
Einnegans Wake H.C.E. 19bis

dell’holos ci abituiamo presto ad usare un allforabito. Qui (vi prego di


chinarvi) vi sono selverecchi petitti piselli cuitti di interesse veramente
pecuniare inquinto sono le palline che costituiscono il libro paga dei
tomtummoldati. Per riga rett ragnarocci e con questi roxi oranghitan-
ghi schierrati sgarbati e sinestrati. Wisha, wisha, wherchefarlo? Spie
sta per spina spiantata nel suo spiede come in quello dello slegale di
un sempolliciotto spinta per vendetta. Che mbel vecchio mbordello è
tutto mbuesto! Un cumulo di oggetti da nascondezzaio! Olivaleph,
barbabethole, ghimmelli, dadaleth, alfridi, betaniere, cormacchi e
daltoni. Delle ooa di gufo (O chinatevi per piacere!) vi sono hqui,
cricchiolanti per l’età e quasi tutte epsilene adesso, e delle mondec-
chie fragilbrocche, che haudvalgono a pulita o dell’erba. Sss! Seguite
il serpente che wurmeggia da ogni parte! La nostra durlbiniera
svermullola di serpiolini. Sono venuti nella nostra isola dalla Touchea-
terre triangolare oltre l’umida prateria rarisorta in mezzo al cardino di
pomifrutti proibitivi poi arrivò leggero Paddy Whippingham e gli suoi
bidoni della spazzatura soffochiusero i loro strisciamenti più rattoglie-
mente di quanto il nostro outofmano dichielà potesse sveltaccattare le
di lei macchecoscè. Si dividono e sommantutto ma il risconto rigira
attorno alla stessa balifusione. Ricattatori e contrabbalcooldieri.
Acciunetta che duivide un trentiero, accialmente. Uno vicino a uno
posto con uno fanno tre comesoprah e uno davanti. Due centro uno
fanno un plausibile trilibero e idim dietro. Comincia con un gran
boaboa e dei càlveri con tre gambe e delle giadarozze verdigraine con
un messaggio in bocca. E una hundredventata azzimoweightosa fila
liberorum da canandare come possiamo fino alla vigilia di ognistenti.
Che storia meanderthaliana da distendere e con che fine in vista di
acquattor e anntiacquattor e postproniauntiacquattor! Per dire
ancanoi di essere ogni nostro tim, mick e larry, prole delle piote, figli,
piccolifigli, sì e prodipiccolifigli, quando non siamo noglialtri, ogni
nostra sue, siss e sally, tettiglie di Nan! Ahnsire accusativo! Damadam
all’infinità!
Vero non c’era ancora in nillhos dieibos della papiera lumpendccia-
ta nei rifiuti e il manfortemonte Penn gemeva ancora per lasciar
fuggire i miceolini. Tutto era antichità. Tu mi hai dato uno stivale
(c’erano dei segni sopra!) ed io ho mangiato il vento. Ti ho quizzato
un quid (con per cosa?) e tu sei andato al quod. Ma il mondo, bada,
sta, stette e starà a scriparare le proprie stortirune per sempre, uomo,
su tutte le questioni che cadono sotto il bando dei nostri sensi
20 Finnegans Wake H.C.E.

under thè ban of our infrarational senses fore thè last milch-
camel, thè heartvein throbbing between his eyebrowns, has stili to
moor before thè tomb of his cousin charmian where his date is
tethered by thè palm that’s hers. But thè hom, thè drinking, thè
day of dread are not now. A bone, a pebble, a ramskin; chip them,
chap them, cut them up allways; leave them to terracook in thè
muttheringpot: and Gutenmorg with his cromagnom charter,
tintingfast and great primer must once for omniboss step ru-
brickredd out of thè wordpress else is there no virtue more in al-
cohoran. For that (thè rapt one wams) is what papyr is meed
of, made of, hides and hints and misses in prints. Till ye finally
(though not yet endlike) meet with thè acquaintance of Mister
Typus, Mistress Tope and all thè little typtopies. Fillstup. So you
need hardly speli me how every word will be bòund over to carry
three score and ten toptypsical readings throughout thè hook of
Doublends Jined (may his forehead be darkened with mud who
would sunder!) till Daleth, mahomahouma, who oped it closeth
thereof thè. Dor.
Cry not yet! There’s many a smile to Nondum, with sytty
maids per man, sir, and thè park’s so dark by kindlelight. But
look what you have in your handself! The movibles are scrawl-
ing in motions, marching, all of them ago, in pitpat and zingzang
for every busy eerie whig’s a bit of a tory tale to teli. One’s upon
a thyme and two’s behind their lettice leap and three’s among thè
strubbely beds. And thè chicks picked their teeths and thè domb-
key he begay began. You can ask your ass if he believes it. And
so cuddy me only wallops have heels. That one of a wife with
folty barnets. For then was thè age when hoops ran high. Of a
noarch and a chopwife; of a pomme full grave and a fammy of
levity; or of golden youths that wanted gelding; or of what thè
mischievmiss made a man do. Malmarriedad he was reverso-
gassed by thè frisque of her frasques and her prytty pyrrhique.
Maye faye, she’s la gaye this snaky woman ! From that trippiery
toe expectungpelick! Veil, volantine, valentine eyes. She’s thè
very besch Winnie blows* Nay on good. Flou inn, flow ann.
Hohore! So it’s sure it was her not we! But lay it easy, gentle
Finnegans Wake H.CE. 20bis

infrarazionali pria che l’ultimo milchcammello, con la vena del cuore


che batte tra le superciglia, debba ancora moormeggiare davanti alla
tomba della sua cugina charmiana dove la di lui dàttera è legata vicino
alla palma che è di lei. Ma le cacce, le gozzoviglie, il giorno del
giudigottimento non ci sono ora. Un osso, un sassolino, una pelle di
montone; trinciali, troncali, tagliali a pezzetti in semprognimodo;
lasciali alla terracuoca nella pentola muttermorante: e Gutenmorg
con la sua cromagnom carta, tintingfassolido e di gran premiercaratte-
re, dovrà uscire rubrickrosso una volta per omniboss dal logotorchio
altrimenti non c’è più alcuna virtù nell’alcohorano. Perché quello (il
coperto dal mantello predica) è ciò di cui la cartamena è fata, è fatta,
cuoio e cenni e cilecche di stampa. Finché alla fine (sebbene non
ancora endlichemente) vi imbattete nella conoscenza di Mister Typus,
di Mistress Tope e di tutti i piccoli tiptopini. Pintodacapo. Così non
c’è neppure bisogno che compitiate come ogni parola verrà legalmen­
te obbligata a portare tre volte più dieci significati toptipalticci per
tutto il libro di Doublend Jined (possa avere la fronte offuscata dalla
mota colui che li disgiunga!) fino a Daleth, mahomahouma, chi l’ha
perta chiuda quindi la. Dorta.
Non piangere ancora! Ci sono molti sorrisi fino a Nondum, con
sytti ragazze per ogni uomo, signore, e il parco è così buio alla luce dei
campioni. Ma guarda che cosa hai nella manna! I movibili scribac­
chiano mozioni, marciando, tutti quanti trapassati, scamatando e
zingzangando perché ogni eerto whigh indaffarato ha una torya da
trasmettere. Uno c’è su una volta e due dietro il laxo lippo e tre tra i
fregoleti. E i piccoli si stuzzicano i denti e il somutello lui beghinciò a
begayergliare. Puoi chiederlo al caiser se ci crede. E così ciucami solo
i murati hanno recchie. Quella di una moglie con qualanta cippollini.
Perché allora era l’età in cui le sperancrinoline erano salite. Di un
noarca e di sua toglie; di una tomba piena di pommes e di una
fàmmina leggera; o della gioventù goldenata che aveva bisogno di
geldastratura; o di quello che la maliziamiss mosse un manno a fare.
Paparino malmaridado era reversgassato dalla frisque delle sue
frasque e dal suo prazioso pirrique. Maya fava, è ben gaia, questa
donna serpentina! Da quel trippieragile titone fino ad expectunpau-
co! Velatevi, occhi volantini, valentini. E la beshgliore Winnie porta
bene a Nayssuno. Flouisce inndentro, fluisce annoltre. Hohordite!
Così è certo che era lei non noi! Ma deponetevela comoda, gentili
21 FinnegansWake H.C.E.

mien, we are in rearing of a norewhig. So weenybeeny-


veenyteeny. Comsy see! Het wis if ee newt, Lissom! lissom!
I am doing it. Hark, thè come entreats! And thè larpnotes
prittle.
It was of a night, late, lang rime agone, in an auldstane eld,
when Adam was delvin and his madameen spinning watersilts,
when mulk mountynotty man was everybully and thè first leal
ribberrobber that ever had her ainway everybuddy to his love-
saking eyes and everybilly lived alove with everybiddy else, and
Jarl van Hoother had his bumt head high up in his lamphouse,
laying cold hands on himself. And his two little jiminies, cousins
of oum, Tristopher and Hilary, were kickaheeling their dummy
on thè oil cloth Aure of his homerigh, castle and earthenhouse.
And, be dermot, who come to thè keep of his inn only thè niece-
of-his-in-Iaw, thè prankquean. And thè prankquean pulled a rosy
one and made her wit foreninst thè dour. And she lit up and fire-
land was ablaze. And spoke she to thè dour in her petty perusi-
enne: Mark thè Wans, why do I am alook alike a poss of porter-
pease? And that was how thè skirtmisshes began. But thè dour
handworded her grace in dootch nossow: Shut! So her grace
o’malice kidsnapped up thè jiminy Tristopher and into thè shan-
dy westemess she rain, rain, rain. And Jarl van Hoother war-
lessed after her with soft dovesgall: Stop deef stop come back to
my earin stop. But she swaradid to him: Unlikelihud. And there
was a brannewail that same sabboath night of falling angles some-
where in Erio. And thè prankquean went for her forty years’
walk in Tourlemonde and she washed (he blessings of thè love-
spots off thè jiminy with soap sulliver suddles and she had her
four owlers masters for to tauch him his tickles and she convor-
ted him to thè onesure allgood and he became a luderman. So then
she started to rain and to rain and, be redtom, she was back again
at Jarl van Hoother’s in a brace of samers and thè jiminy with
her in her pinafrond, lace at night, at another time. And where
did she come but to thè bar of his bristolry. And Jarl von Hoo­
ther had his baretholobruised heels drowned in his cellarmalt,
shaking warm hands with himself and thè jimminy Hilary and
Finnegans Wake H.C.E 2 Ibis

miengnori, stiamo alla retroguarda di un norèwhig. Così piccimicci-


cicciniccio. Comm sisi! Het was se eel wistapesse. Ascoagiltate!
ascoagiltate! La sto facendo. Hudite, la cometa emplora! Anche
learpanote pizzicano.
Era di notte, lardi, lango tempo orsà, in un’olmecchia pietretà,
quando Adamo delvingava e la sua madamena filava setacqua,
quando mulkti uomini montonotti erano tutti bullotti e la prima leale
carpicoste l’aveva sempre venta con tutti i buddocci alle di lui pupille
cercammorate e tutti i bilioni vivevano solaccordati con tutti gli altri
biddyocci, e Jarl van Hoother aveva la testa burnita su per il suo
faraglione, e si imponeva addosso le fredde mani. E i suoi due piccoli
gimiannelli, nosferrei cousini, Tristopher ed Hilary, stavano scalca­
gnando la loro fantettarella sul flurvimento di tela incerata del suo
homerigh, castello ed ecolare. E, accidermottoli, chi viene al bordello-
ne della sua taverna solo la sua nipoteastra, la regianna delle beffe. E
la regianna delle beffe raccolse una rosellina e fece il suo bel vinello
contranzi al dourtone. E si accese e la firelandia fu in fiamme. E parlò
al dourtone nel suo peccino perusino: Marco Prigno, perché io sono
sempro proprio precisa come un gottio di porterpis? E così fu come
cominciarono le schermisshaglie. Ma il dourtone antwortspose a sua
grazia in tuubante nassaulandese: Chiantala! Così sua grazia o’malice
arrapi il gimiannello Tristopher e dentro la shandyana selvoccidentali-
tà piorse, piorse, piorse. E Jarl van Hooter le guerregrafò dietro con
un dovegallico sursurro: Stop sordra stop torna al mio erinecchio
stop. Ma lei gli svaredespose: Mammelle. E quello stesso sabboatho di
anghili cadenti ci fu un brannelamento da qualche parte in Erio. E la
regianna delle beffe partì per la sua passeggiata di quarantanni fino a
Tourlemonde e ripulì il gimianello dalle blessedizioni dei nei d’amore
con sugna di sapone sulliver e gli fece intauchegnare la lietisteria dai
suoi quattro maestri contrabbagianni e lo conversò nell’unsicuro
allgood e lui divenne luderano. Così allora cominciò a piorrere e a
piorrere, e, redtommolacci, tornò ancora da Jarl van Hoother in un
praio di stestati e il gimiannello con lei nel suo frondiule, di notte
tordi, un’altra volta. E dov’è che andò se non al bar della sua
bristolsteria. E Jarl von Hoother aveva i calcagni bartolbacchiati
annegati nella sua maltinetta, e si stringeva da solo le calde mani e il
22 Finnegans Wake H.C.E.

thè dummy in their first infancy were below on thè tearsheet,


wringing and coughing, like brodar and histher. And thè prank-
quean nipped a paly one and lit up again and redcocks flew flack-
ering from thè hillcombs. And she made her witter before thè
wicked, saying: Mark thè Twy, why do I am alook alike two poss
of porterpease? And: Shut! says thè wicked, handwording her
maclesty. So her madesty aforethought set clown a jiminy and
took up a jiminy and all thè lilipath w'ays to Woeman’s Land she
rain, rain, rain. And Jarl von Hoother bleethered atter her with
a loud finegaie: Stop domb stop come back with my earring stop.
But thè prankquean swaradid: Am liking it. And there was a wild
old grannewwail that laurency night of starshootings somewhere
in Erio. And thè prankquean went for her forty years’ walk in
Turnlemeem and she punched thè curses of cromcruwell with
thè nail of a top into thè jiminy and she had her four larksical
monitrix to touch him his tears and she provorted him to thè
onecertain allsecure and he became a tristian. So then she started
raining, raining, ai)d in a pair of changers, be dom ter, she was
back again at Jarl von Hoother’s and thè Larryhill with her under
her abromette. And why would she halt at all if not by thè ward
of his mansionhome of another nice lace for thè third charm?
And Jarl von Hoother had his hurricane hips up to his pantry-
box, ruminating in his holdfour stomachs (Dare! O dare!), and
thè jiminy Toughertrees and thè dummy were belove on thè
watercloth, kissing and spitting, and roguing and poghuing, like
knavepaltry and naivebride and in their second infancy. And thè
prankquean picked a blank and lit out and thè valleys lay twink-
ling. And she made her wittest in front of thè arkway of trihump,
asking: Mark thè Tris, why do I am alook alike three poss of por-
ter pease? But that was how thè skirtmishes endupped. For like
thè campbells acoming with a fork lance of lightning, Jarl von
Hoother Boanerges himself, thè old terror of thè dames, carne
hip hop handihap out through thè pikeopened arkway of his
three shuttoned castles, in his broadginger hat and his civic chol-
lar and his allabuff hemmed and his bullbraggin soxangloves
and his ladbroke breeks and his cattegut bandolair and his fur-
Einnegans Wake H.C.E. 22bis

gimmiannello Hilary e la fantettarella nella prima infanzia stavano


sotto sopra alle tearsheetuola, ungendosi e tassandosi, come brodarel-
lo ed isterella. E la regianna delle beffe bezzicò una pallidina e si
accese di nuovo e delle giucche rosse fuggirono flackernando dai
cazpugli. E fece il suo più bel vinello davanti allo sporcello, e disse:
Marco Twicondo, perché io sono sempro proprio precisa come due
gottii di porterpis? E: Chiantala! dice lo sporcello, antwortendo a sua
madestà. Così sua madestà pose giù promeditatamente un gimiannel-
lo e prese su un gimiannello e per tutte le strade lillipazziane fino alla
Woeman’s Land lei piorse, piorse, piorse. E Jarl von Hoother le
bletterò diàttero con un finngalico tempestarlo: Stop dommuta stop
torna con il mio erinecchino stop. Ma la regianna delle beffe
swaredespose: Miripiace. E ci fu un selvaggio novantico grannelamen-
to quella notte laurenziana di stelle cadenti da qualche parte in Erio.
E la regianna delle beffe partì per la sua passeggiata di quarant’anni
fino a Turnlemeem e incassò nel gimiannello i cancheri di crom-
cruachwello con il chiodo di una punta e gli fece intocchegnare la
tristeria dalle sue quattro monitrici clessicali e lo perversò nell’uncerto
allsicuro e lui diventò tristiano. Così quindi cominciò a piorrere, a
piorrere, e in un paio d’altrinverni, accidomterpoli, tornò ancora da
Jarl von Hoother e Larryhill con lei sotto il suo zinalette. E perché poi
dovrebbe fermarsi se non presso le mura della sua mansionhouse
un’altra botte tordi per la terza charma? E Jarl von Hoother aveva i
fianchi da fortunale su per la dispanza, e stava ruminando con i suoi
quattrampi stomachi (Dare! O dare!), e il gimiannello Toughertrees e
la fantettarella erano damorsotto sopra la tela incessata, che si
baciavano e si sbavavano, e si arrahngiavano e si pogueavano, come
naompatereccio e naivebrigamoglie e nella seconda infanzia. E la
regianna delle beffe scollò un bianco e si spense e le valli luccicarono
tutte. E fece il suo bellissimo vinello di fronte all’arcavolto di
trigonfio, e chiese: Marco Tris, perché io sono sempro proprio precisa
come tre gottii di porter pis? Ma così fu come finiron su le
schermissaglie. Perché come i Campbells che arrivano con una
forcuta lancia di lampo, Jarl von Hoother Boanerges stesso, il vecchio
terrore delle danne, uscì cip ciop claudiciap dall’arcavolto spedancato
dei suoi tre castelli suttonchiusi, col cappello a pian di zenchero e il
colleretto civico e la hemdicia allabuffa e i calsassonguanti balbriggan-
ti e le bracchette lodbrookose e la bandallaria di kattegut e le
23 Finnegans Wake H.C.E.

framed panuncular cumbottes like a rudd yellan gruebleen or-


angeman in his violet indigonation, to thè whole longth of thè
strongth of his bowman’s bill. And he clopped his rude hand to
his eacy hitch and he ordurd and his thick spch spck for her to
shut up shop, dappy. And thè duppy shot thè shutter clup (Per-
kodhuskurunbarggruauyagokgorlayorgromgremmitghundhurth-
rumathunaradidillifaititillibumullunukkunun!) And they all drank
free. For one man in his armour was a fat match always for any
girls under shurts. And that was thè first peace of illiterative
porthery in all thè flamend floody flatuous world. How kirssy- thè
tiler made a sweet unclose to thè Narwhealian captol. Saw fore
shalt thou sea. Betoun ye and be. The prankquean was to hold
her dummyship and thè jimminies was io keep thè peacewave
and van Hoother was to git thè wind up. Thus thè hearsomeness
of thè burger felicitates thè whole of thè polis.
O foenix culprit! Ex nickylow malo comes mickelmassed bo-
num. Hill, rill, ones in company, billeted, less be proud of. Breast
high and bestride! Only for that these will not breathe upon
Norronesen or Irenean thè secrest of their soorcelossness. Quar-
ry silex, Homfrie Noanswa! Undy gentian festyknees, Livia No-
answa? Wolkencap is on him, frowned; audiurient, he would
evesdrip, were it mous at hand, were it dinn of bottles in thè far
ear. Murk, his vales are darkling. With lipth she lithpeth to him
all to time of thuch on thuch and thow on thow. She he she ho
she ha to la. Hairfluke, if he could bad twig her! Impalpabunt,
he abhears. The soundwaves are his buffeteers; they trompe him
with their trompes; thè wave of roary and thè wave of hooshed
and thè wave of hawhawhawrd and thè wave of nevérheedthem-
horseluggarsandlistletomine. Landloughed by his neaghboormis-
tress and perpetrified in his offsprung, sabes and suckers, thè
moaning pipers could teli him to his faceback, thè louthly one
whose loab we are devorers of, how butt for his hold halibutt, or
her to her pudor puff, thè lipalip one whose libe we drink at, how
biff for her tiddywink of a windfall, our breed and washer givers,
there would not be a holey spier on thè town nor a vestal flout-
ing in thè dock, nay to make plein avowels, nor a yew nor an eye
Finnegans Wake H.C.E. 23bis

cumbottes panunculari impiellicciate come un orangio urgiallante e


scrossostante blerdevuntoso nella sua violetta indigonazione, in tutta
la longhezza della stronghezza della sua alabarda da bowman. E
sbotté la mano rutta verso la sua ognigelida prurisalta e ordur’nò e le
sue prch prl per lei furono: spranga lo spaccio, fantamperella. E la
fandupperella sparò la serranda chiosa. (Perkonshuskurunbaraq-
griaujagokgurlyorgromgremitgunturthrumathuneralradidillifaititily-
bumulloyukkonen!) E tutti quanti bevvero gratiste. Perché un uomo
nella sua armatura è sempre stato un buon partito da prendere sotto
l’abito per qualsiasi ragazza. E quello fu il primo pacetto di portersia
illitterativa in tutto il fiemingo fieledetto fiezzolente mondo. Come
kirssy il tilersarto fece un timpleto tompiopetto al captai narvhealyese.
Finn questo marvedrai. Betunia te e sé. La regianna delle beffe
avrebbe conservato la fantettarellestà e i gimmiannelli avrebbero
trattenuto la paceorina e a van Hoother gli sarebbe venuta l’agitazio­
ne. Così l’udibenienza del burger felicita tutta la polis.
O foenix cùlpreo! Ex niccolo malo viene un nichelande bonum.
Colle, polle, suoli in campagnìa, acquartierati, meno essere orgogliosi.
Avanti fino al petto e attraversate! Solo per quello questi non
sussurreranno ai norronesi o agli irenei il secresto della loro
senzafoondità. Quaremina silex, Homfrie Noanswa! Onde gentia
festinocchi, Livia Noanswa? Wolkencap è su di lui, accigliato;
audiurente, origlievebbe per sentire sia il musvimento vicino che il
dinngore di bottiglie nell’estremo odente. Marchio, le sue vales si
stanno oscurando. Con le libbruzze lei gli lithzzurra tutt’in tempo del
zocco sul zocco e del zeme sul zeme. Lei lui lei la lei l’ha da rid.
Verfluchdetto, se potesse salamente capirla! Impalpabunt, lui aborro-
de. Le onde sonore sono i suoi buffettieri; lo trompano con le loro
trompe; l’onda di rorydo e l’onda d’ingorgo e l’onda di ihihinetto e
l’onda di nonbadargliaquegliochiedastoltalamia. Circonlochdati dalla
sua neaghticonamante e perpietruati nella sua disorgenza, sabes e
succhionzoli, i piffernali mattingementi potrebbero raccontare a lui al
suo facciadietro, al louticone della cui leibgnotta siamo divoratori,
come se non fosse stato, j^erbutto, per il suo alibutt a prova di bomba,
o per lei, per il suo piumino da pudicipria, la lingualunga della cui
saliebe beviamo, quant’è biffa per il suo cascassonnato gioco delle
pulicie, i nostri datori di pannza e sciacqua, non ci sarebbero né un
sanbucato spiridione sulla città né una vestale schernalleggiante nel
bacino, no per essere pleinamente saeiounceri, né un tuleccio né un
24 Ftnnegans Wake H.C.E.

to play cash cash in Novo Nilbud by swamplight nor a’ toole o’


tali o’ toll and noddy hint to thè convaynience.
He dug in and dug out by thè skill of his tilth for himself and
all belonging to him and he sweated his crew beneath his auspice
for thè living and he urned his dread, that dragon volant, and he
made louse for us and delivered us to boli weevils amain, that
mighty liberator, Unfru-Chikda-Uru-Wukru and begad he did,
our ancestor most worshipful, till he thought of a better one in
his windower’s house with that blushmantle upon him from ears-
end to earsend. And would again could whispring grassies wake
him and may again when thè fiery bird disembers. And will
again if so be sooth by elder to his youngers shall be said. Have
you whines for my wedding, did you bring bride and bedding,
will you whoop for my deading is a? Wake? Usqueadbaugharn!
Anam muck an dhoul! Did ye drink me doornail?
Now be aisy, good Mr Finnimore, sir. And take your laysure
like a god on pension and don’t be walking abroad. Sure you’d
only lose yourself in Healiopolis now thè way your roads in
Kapelavaster are that winding there after thè calvary, thè North
Umbrian and thè Fivs Barrow and Waddlings Raid and thè
Bower Moore and wet your feet maybe with thè foggy dew’s
abroad. Meeting some sick old bankrupt or thè Cottericks’ donkey
with his shoe hanging, clankatachankata, or a slut snoring with an
impure infant on a bench. ’Twould tum you against life, so
’twould. And thè weather’s that mean too. To part from Devlin
is hard as Nugent knew, to leave thè clean tanglesome one lushier
than its neighbour enfranchisable fields but let your ghost have
no grievance. You’re better off, sir, where you are, primesigned
in thè full of your dress, bloodeagle waistcoat and all, remember-
ing your shapes and sizes on thè pillow of your babycurls under
your sycamore by thè keld water where thè Tory’s clay will scare
thè varmints and have all you want, pouch, gloves, flask, bricket,
kerchief, ring and amberulla, thè whole treasure of thè pyre, in thè
land of souls with Homin and Broin Baroke and pole ole Lonan
and Nobucketnozzler and thè Guinnghis Khan. And we’ll be
coming here, thè ombre players, to rake your gravel and bringing
Fmnegans Wake H.C.E. 24bis

iocchio per giocare a pila pila a Novo Nilbud a luce di lampalude, né


un a’toole o’talto o’tollo e nesstrull cenno alle conwaynienze.
Scavò di qua e di là con la sola rottabilità della sua cuffiaratura per
sé e per tutti i suoi e fece sudare la sua ciurma sotto il suo auspizio per
i vivi e si procurnò il pane quotimortiano, quel dragon volant, e si
indepidocchiò per noi e ci consegnò al tonchiomale amaino, quel
possente liberatore, Unfru-Chikda-Uru-Wukru e perdinci se lo fece, il
nostro più venerabile antenato, finché non ne pensò una migliore
nella sua casa di ventovo con quel rossormantello addosso da
annecchio ad annecchio. E vorrebbero ancora potrebbero le erbiciat-
tole primaverdicenti svegliarlo e potrebbero ancora quando l’uccello
di fuoco disembra. E lo faranno ancora se veramente verdade verrà
detta dagli anziani ai suoi giovincelli. Avete dei chianti per il mio
matrimonio, avete portato la posa e il poltrimonio, chiurlerete perché
il mio morteralonio è una? Veglia? Usqueadbaugham!
Anam muck an dhoul! Mi bevevate borto becchito?
Adesso sta ghiaccillo, buon Mr Finnimore, signore. E prenditela
distesamente comoda come un dio in pensione e non passeggiare
all’aperto. Certamente potresti soltanto perderti a Healyopolis ora da
come sono tortuose le tue strade di Kapelavaster là dopo il calvario, la
North Umbrian e la Fivs Barrow e la Waddlings Raid e la Bower
Moore e forse ti bagneresti i piedi con la nebbiosa rugiada che c’è
all’aperto. Potresti incontrare qualche vecchio fallito e malato o il
somarello dei Cotterick con lo zoccolo penzoloni, kantakachànk'ata, o
una ruffiana che russa con un infante impuro su di una panca. Ti
farebbe rivoltare contro la vita, sì che ti farebbe. E anche il tempo è
così cattivo. Separarsi da Devlin è duro come sapeva Nugent, lasciare
la linda arruffata più lussureggiante dei suoi affrancabili campi
limitrofi ma che il tuo fantasma non abbia rancore. Stai molto meglio
dove sei, signore, colmosegnato in tutta l’altezza della tua uniforme,
col panciotto insanquilato e tutto, a ricordare le tue fattezze e le tue
figure sul guanciale dei tuoi riccioletti da bimbo sotto il tuo sicomoro
presso l’acqua kelda dove l’argilla dei Tory spaventerà i furfanti e
avrai tutto quello che vuoi, borsa, guanti, fiasca, brickettino, fazzolet­
to, anello ed amberello, tutto il tesoro della pira, là nella terra delle
anime con Homin e Broin Baroke e il polero vecchiol Lonan e
Nobucketnozzler e il Guinnghis Khan. E noi verremo qui, giocama-
novratori d’ombre, a rastrellare la ghiaia e a portarti dei regali, non è
25 Finnegans Wake H C.E.

you presents, won’t we, fenians? And it isn’t our spittle we’ll stint
you of, is it, druids?Not shabbty little imagettes, pennydirts and
dodgemyeyes you buy in thè soottee Stores. But offerings of thè
fìeld. Mieliodories, that Doctor Faherty, thè madison man,
taught to gooden you. Poppypap’s a passport out. And honey is
thè holiest thing ever was, hive, comb and earwax, thè food for
glory, (mind you keep thè pot or your nectar cup may yield too
light!) and some goat’s milk, sir, like thè maid used to bring you.
Your fame is spreading like Basilico’s ointment since thè Fintan
Lalors piped you overborder and tfoere’s whole households be-
yond thè Bothnians and they calling names after you. The men-
here’s always talking of you sitting around on thè pig’s cheeks
under thè sacred rooftree, over thè bowls of memory where every
hollow holds a hallow, with a pledge till thè drengs, in thè Salmon
House. And admiring to our supershillelagh where thè palmsweat
on high is thè mark of your manument. All thè toethpicks ever
Eirenesians chewed on are chips chepped from that battery
block. If you were bowed and soild and letdown itself from thè
oner of thè load it was that paddyplanters might pack up plenty and
when you were undone in every point fore thè laps of goddesses
you showed our labourlasses how to free was easy. The game old
Gunne, they do be saying, (skull !) that was a planter for you, a
spicer of them all. Begog but he was, thè G.O.G! He’s dudd-
andgunne now and we’re apter fìnding thè sores of his sedeq
but peace to his great limbs, thè buddhoch, with thè last league
long rest of him, while thè millioncandled eye of Tuskar sweeps
thè Moylean Maini There was never a warlord in Great Erinnes
and Brettland, no, nor in all Pike County like you, they say. No,
nor a king nor an ardking, bung king, sung king or hung king.
That you could fell an elmstree twelve urchins couldn’t ring
round and hoist high thè stone that Liam failed. Who but a Mac-
cullaghmore thè reise of our fortunes and thè faunayman at thè
funeral to compass our cause? If you was hogglebully itself and
most frifty like you was taken waters stili what all where was
your like to lay thè cable or who was thè batter could better
Your Grace? Mick Mac Magnus MàcCawley can take you off to
Einnegans Wake H.C.E. 25bis

vero, feniani? E non sarà la nostra saliva che ti sparagneremo, non è


vero, druidi? Non delle piccole imagettes shabtiupate, da quattro
sudici soldi e ingannaocchi che si comprano nei grandi sutteegazzini.
Ma offerte dei campi. Mieliodories, quel dottor Faherty, il mago della
madison, ci ha insegnato a imbuonaserirti. Poppypap ha un passa-
pourtout. E il miele è là cosa migliore che ci sia mai stata, harnia,
cerume efavo, il cibo per la gloria, (stai attento a tener stretto il vaso, o
la tua tazza di nettare può dare troppa luce! ) e un po’ di latte di capra,
signore, come ti portava di solito la donna di servizio. La tua fama si
diffonde come l’unguento di Basilico dacché i Fintan Lalors ti hanno
pifferato in marconfine e ci sono intere famiglie di là dai Botniani e
danno nomacci come il tuo. I menhiri parlano sempre di te mentre
siedono in cerchio sulle mascelle di porco sotto il tettalbero sacro,
chini sulle bocce della memoria dove in ogni buco si busca un brico,
con un brindisi fino all’ultima drengccia, nella Salmon House. E
guardano con ammirazione la nostra tracoshillelaghitanza dove il
sudor di palma in alto è il marco del tuo manumento. Tutti gli
stuzzicaditi che gli Eirenesiani hanno mai sminuzzato sono schegge
schiggiate da quel ceppo cipollato. Se fossi mai stato comperchiaccia-
to e vendudiciato e piantato in asso essostesso dal padrino della serra
sarebbe stato di quello che i paddypiantatori ne avrebbero pacchetta-
to parecchio e quando sei stato rovinato sotto ogni aspetto dinanzi al
grembo delle dee hai mostrato alle nostre ragazze da rapazzo
quant’era facile liberare. Il gaglioppo ovecchio Gunne, davvero lo
dicono, (teskol! ) quello era un piantatore per te, speziale per tutti
loro. Sigog che lo era, il G.O.G.! E dimortegunnato adesso e noi
stiamo cerchiando di trovare le sores del suo sedek ma pace alle sue
grandi membra, il buddhoch, con il suo riposo lungo l’ultima lega,
mentre l’occhio da un milione di candele di Tuskar spazza il Moylean
Main! Non c’è mai stato nella Great Erinnes e Brettland, no, né in
tutta la Pike County, un gran condottiero come te, dicono. No, né un
re né un ardiré, un re trombato, un re suonato o un re impiccato. Che
hai potuto abbattere un olmo che dodici monelli non erano capaci di
circondare e alzare in alto la pietra che Liam faillì. Chi se non un
Maccullaghmore il reiservatore delle nostre fortune e il faunounuomo
al funerale per comprendere la nostra causa? Se tu fossi huckleberry
stesso e molto frinquantenne avresti preso le acque pure dove diamine
era il par tuo per posare il cavo o chi era il ribattigliore che potrebbe
ribottigliare Vostra Grace? Mick Mac Magnus MacCawley può
portarti fino alla pura perfezione e Leatherbags Reynolds prova il tuo
26 Finnegans Wake H.C.E.

thè pure perfection and Leatherbags Reynolds tries your shuffle


and cut. But as Hopkins and Hopkins puts it, you were thè pale
eggynaggy and a kis to tilly up. We calls him thè journeyall
Buggaloffs since he went Jerusalemfaring in Arssia Manor. You
had a gamier cock than Pete, Jake or Martin and your archgoose
of geese stubbled for All Angels’ Day. So may thè priest of seven
worms and scalding tayboil, Papa Vestray, come never anear you
as your hair grows wheater beside thè Liffey that’s in Heaven!
Hep, hep, hurrah there! Hero! Seven times thereto we salute
you! The whole bagof kits, falconplumes and jackboots incloted,
is where you flung them that time. Your heart is in thè System
of thè Shewolf and your crested head is in thè tropic of Copri-
capron. Your feet are in thè cloister of Virgo. Your olala is in thè
region of sahuls. And that’s ashore as you were bom. Your shuck
tick’s swell. And that there texas is tow linen. The loamsome
roam to Laffayette is ended. Drop in your tracks, babe! Be not
unrested! The headboddylwatcher of thè chempel of Isid,
Totumcalmum, saith: I know thee, metherjar, I know thee, sal-
vation boat. For we have performed upon thee, thou abrama-
nation, who comest ever without being invoked, whose coming
is unknown, all thè things which thè company of thè precentors
and of thè grammarians of Christpatrick’s ordered concerning
thee in thè matter of thè work of thy tombing. Howe of thè ship-
men, steep wall!
Everything’s going on thè same or so it appeals to all of us,
in thè old holmsted here. Coughings all over thè sanctuary, bad
scrant to me aunt Fiorenza. The horn for breakfast, one o’gong
for lunch and dinnerchime. As popular as when Belly thè First
was keng and his members met in thè Diet of Man. The same
shop slop in thè window. Jacob’s lettercrackers and Dr Tipple’s
Vi-Cocoa and thè Eswuards’ desippated soup beside Mother Sea-
gull’s syrup. Meat took a drop when Reilly-Parsons failed. Coal’s
short but we’ve plenty of bog in thè yard. And barley’s up again,
begrained to it. The lads is attending school nessans regular, sir,
spelling beesknees with hathatansy and tuming out tables by
mudapplication. Allfor thè books and never pegging smashers
Einnegans Wake H.C.E. 26bis

mescolaedalza. Ma come la dicono Hopkins ed Hopkins, tu eri il


pàledo brontolbaione ed un bakishto da rintillizzire. Lo chiamiamo il
giterale Buggaloffs dacché se ne andò a gerusalemmeggiare nell’Arssia
Manor. Avevi un cazzo più gaglioffo di Pere, Jack o Martin e la tua
archioca delle oche stoppiava nel giorno di Ognangeli. Così il prete
dei sette wormi e scottante taybolle, Papa Vestray, non possa mai
venirti vicino mentre i tuoi capelli diventano più grandidi accanto alla
Liffey che è nei Cieli! Hep, hep, hurrah ter! Heroe! Sette volte inolter
ti rendiamo gli onori! Tutto il sacco di corredi, piume di falcone e
stivaloni grumpresi, è lì dove li hai gettati quella volta. Il tuo cuore è
nel sistema dello Scorpione e la tua testa blasonata è nel tropico del
Copricapron. I tuoi piedi sono nel chiostro della Vergine. Il tuo olala
è nella regione delle sahunime. E quello è arivero come è arivero che
eri nato. Il tuo saccone di foglie di granturco è splendido. E quella
texas là è lino grezzo. La straida solaidaria verso Laffayette è finita.
Casca per terra, bimbo! Non essere onrustigitato! Il lavaguardiano
delle testaboddiglie della canapella di Isid, Totumcalmum, dice: ti
conosco, methyrggero, ti conosco, scialuppa di salvataggio. Perché
noi abbiamo compiuto su di te, te abramanazione, che vieni sempre
senza essere invocato, la cui venuta è sconosciuta, tutte le cose che la
compagnia dei precentori e dei grammatici di Christpatrick ha
ordinato nei tuoi riguardi sulla questione dei lavori per il tuo
intombamento. Howe dei marinai, murodormi ertobene!
Tutto va come al solito o almeno così attrappare a tutti noi, qui
nella vecchia holmsted. Tasse da smorto per tutto il santuario, alla
malora mi zia Fiorenza. La tromba per la colazione, un o’gong per il
pranzo e per la dindoncena. Benvoluto come quando Belly Primo era
rio e le sue membra si incontrarono alla Dieta di Man. Le stesse
scarabattole in vetrina. I letterbiscottini di Jacob e il Vi-cacao del Dr.
Tipple e la minestra dessippata di Eswuards vicino allo sciroppo di
Mother Seagull. Meadiamo preso un goccio quando Reilly-Parsons è
fallito. Il carbone scarseggia ma abbiamo un sacco di bogtorba nel
cortile. E il barleyorzo è di nuovo su, bengranato a lui. I ragazzi
frequentano la scuola nessanza regolarmente, signore, sillabano
apicapi con esitanasia e trabaltano le tabelle con la motapplicazione.
Tuttipei libri e mai che buttino rispostacce dietro a Tom Bowe
27 Finnegans Wake H.C.E.

after Tom Bowe Glassarse or Timmy thè Tesser. ’Tisraely thè


truth! No isn’t it, roman pathoricks? You were thè doublejoynted
janitor thè morning they were delivered and you’ll be a grandfer
yet entirely when thè ritehand seizes what thè lovearm knows.
Kevin’s just a doat with his cherub cheek, chalking oghres on
walls, and his little lamp and schoolbelt and bag of knicks, playing
postman’s knock round thè diggings and if thè seep were milk
you could lieve his olde by his ide but, laus sake, thè devii does
be in that knirps of a Jerry sometimes, thè tarandtan plaidboy,
making encostive inkum out of thè last of his lavings and writing
a blue streak over his bourseday shirt. Hetty Jane’s a child of
Mary. She’ll be coming (for they’re sure to choose her) in her
white of gold with a tourch of ivy to rekindle thè flame on Felix
Day. But Essie Shanahan has let down her skirts. You remember
Essie in our Luna’s Convent? They called her Holly Merry her
lips were so ruddyberry and Pia de Purebelle when thè redminers
riots was on about her. Were I a clerk designate io thè Williams-
woodsmenufactors l’d poster those pouters on every jamb in thè
town. She’s making her rep at Lanner’s twicenightly. With thè
tabarine tamtammers of thè whirligigmagees. Beats that cachucha
fiat. ’Twould dilate your heart to go.
Aisy now, you decent man, with your knees and lie quiet and
repose your honour’s lordship! Hold him here, Ezekiel Irons, and
may God strengthen you! It’s our warm spirits, boys, he’s spoor-
ing. Dimitrius O’Flagonan, cork that cure for thè Clancartys ! You
swamped enough since Portobello to float thè Pomeroy. Fetch
neahere, Pat Koy! And fetch nouyou, Pam Yates! Be nayther
angst of Wramawitch! Here’s lumbos. Where misties swaddlum,
where misches lodge none, where mystries pour kind on, O
sleepy! So be yet!
Ève an eye on queer Behan and old Kate and thè butter, trust me.
She’ll do no jugglywuggly with her war souvenir posteards to
help to build me murial, tippers! Pii trip your traps! Assure a
sure there! And we put on your clock again, sir, for you. Did or
didn’t we, sharestutterers? So you won’t be up a stump entirely.
Nor shed your remnants. The stemwheel’s crawling strong. I
Finnegans Wake H.C.E. 27bis

Glassarse o a Timmy thè Tosser. È distalmente la verità! No, non è


vero, pastórici romani? Eri il doppiogioiuntato gianitore la mattina in
cui sono stati partoriti q sarai certo interamente granfer quando la
mano rita afferrerà quello che sa il braccio amormanco. Kevin è
proprio un bambo con la sua cera da cherubino, quando cesella col
gesso degli oghres sui muri, e con la piccola lampada, la cinghia per i
libri e il knickestino dei gingilli, quando fa la parte del postino che
knocca attorno agli scavi e se il zeepone fosse latte potresti lisciare li
solde sua nel suo ide but, per amor di laus, quel knirpichino di Jerry
ha davvero il diavolo addosso qualche volta, quel plaidboy tarandtan-
nato, che fa del semenchiostro encaustipato con i più recenti dei suoi
rimescugli e traccia una striscia blu sulla boursecamicia del giorno che
si nasce. Hetty Jane è una figlia di Maria. Lei verrà (perché sono sicuri
di scegliere lei) nel suo bianco dorato con un torcio d’edera per
riaccendere la fiamma nel Giorno della Felixe. Ma Essie Shanahan ha
calato la sottana. Ricordi Essie nel nostro Convento di Luna? La
chiamavano Holly Merry le sue labbra eran tanto rubiberry e Pia de
Purebelle quando ci furono le rivolte dei redminatori per lei. Se fossi
un impiegato designato ai Williamwoodmenufactors attacchinerei
quegli accipigliati su ogni jamba della città. Fa il suo numero da
Lanner due volte per sera. Con i tamtammatori da tabarin della
whirlgigmagee. Balla quella cachucha flatificamente. Ti si allarghereb­
be il cuore se ci andassi.
Aisemente adesso, tu buon uomo, coi ginocchi e stattene quieto e fa
riposare la signoria di vostro onore! Trattienilo, Ezechiel Irons, e che
Dio possa fortificarti! Sono i nostri bollenti spiriti, ragazzi, quelli di
cui sta seguendo la traccia. Dimitrius O’Flagonan, corka la bocca a
quel caposcarico per i Clancartys! Sei stato sommerso abbastanza dai
tempi di Portobello per galleggiare sul Pomeroy. Vechnyinalo qui, Pat
Koy! E vechnuynalo qua, Pam Yates. Non abbiate nayssuno dei due
angst di Wramawitch! Ecco che lumbonnecchia. Dove le misnebbie li
fasciano, dove le mischmicie non ospitano nessuno, dove i misterri
riversano delle razze, O sonnolento! E sovietossia!
Tengo d’occhio quello strano tipo di Behan e la vecchia Kate e il
burro, fidati di me. Lei non farà nessun gioco di pasticcio con le sue
cartoline ricordo militari per aiutare a costruirme un muriale,
tipperformatori! Farò trippare le vostre trappole! Assicuro ch’è
sicuro! E abbiamo messo di nuovo avanti il tuo orologio per te,
signore. L’abbiamo fatto o no, compagni cianciconi? Così non sarai
proprio del tutto in braghe di tela. E non sparpaglierai i tuoi resti. La
ruota di poppa arranca robustamente. Ho visto la tua signora
28 Finnegans Wake H.C.E.

seen your missus in thè hall. Like thè queenoveire. Arrah, it’s
herself that’s fine, too, don’t be talking! Shirksends? You storyan
Harry chap longa me Harry chap storyan grass woman plelthy
good trout. Shakeshands. Dibble a hayfork’s wrong with her only
her lex’s salig. Boald Tib does be yawning and smirking cat’s
hours on thè Pollockses’ woolly round tabouretcushion watch-
ing her sewing a dream together, thè tailor’s daughter, stitch to
her last. Or while waiting for winter to fire thè enchantement,
decoying more nesters to fall down thè flue. It*s an allavalonche that
blows nopussy food. If you only were there to explain thè mean-
ing, best of men, and talk to her nice of guldenselver. The lips
would moisten once again. As when you drove with her to Fin-
drinny Fair. What with reins here and ribbons there all your
hands were employed so she never knew was she on land or at
sea or swooped through thè blue like Airwinger’s bride. She
was flirtsome then and she’s fluttersome yet. She can second a
song and adores a scandal when thè last post’s gone by. Fond of
a concertina and pairs passing when she’s had her forty winks
for supper after kanekannan and abbely dimpling and is in her
merlin chair assotted, reading her Evening World. To see is
it smarts, full lengths or swaggers. News, news, all thè news.
Death, a leopard, kills fellah in Fez. Angry scenes at Stormount.
Stilla Star with her lucky in goingaways. Opportunity fair with
thè China floods and we hear these rosy rumours. Ding Tams he
noise about all same Harry chap. She’s seeking her way, a chickle
a chuckle, in and out of their serial story, Les Loves of Selskar
et Pervenche, freely adapted to The Nowergirìs Vìv. There’ll
be bluebells blowing in salty sepulchres thè night she signs her
final tear. Zee End. But that’s a world of ways away. Till track
laws rime. No silver ash or switches for that one! While flattering
candles flare. Anna Stacey’s how are you! Worther waist in thè
noblest, says Adams and Sons, thè wouldpay acrionneers. Her
hair’s as brown as ever it was. And wivvy and wavy. Repose you
ncw! Finn no more!
For. be that samesake sibsubstitute of a hooky salmon, there’s
àrscy a big rody ram lad at random on thè premises of his
Finnegans Wake H.C.E. 28bis

nell’atrio. Come la gineveira. Arrah, anche lei sta proprio bene, non
starne a parlare! Scansiamo le moni? Tu storiannico Harry beltipo
lùngami Harry beltipo storiannico una donna grass ha un sacco di
gradevoli trotate. Shakiamo le mani. Non ha neppure un diavolo di
forcone storto, soltanto la sua lex è sallica. Boald Tib sbadiglia e
smiagola una vita da gatti sul morbido cuscino tondo dello sgabello
dei Pollocks mentre la guarda cucire insieme un sogno, lei, la figlia del
sarto, costa dopo costa fino alla fine. O mentre aspetta l’arrivo
dell’inverno per incendiare l’incantesimo, attirando altre nesterine a
cadere giù per la canna del camino. È una allavalunche che non porta
cibene a nopussyuno. Se soltanto tu fossi là a spiegare il significato,
migliore degli uomini, e a parlarle minuziosamente della guildenag-
gentità. Le labbra si inumidirebbero ancora una volta. Come quando
andasti con lei alla Fiera di Findrinny. Tra redini qua e nastri là avevi
tutte le mani occupate così lei non sapeva mai se era sulla terra o in
alto mare o piombava attraverso il blu come la sposa di Airwinger.
Allora lei era flirteggiante, ed è ancora farfalleggiarne. Lei può seguire
un’arietta ed adora un scandalo quando l’ultimo giro di posta è
passato. Va matta per l’organetto e per le coppie che camminano
quando ha fatto il suo sonnellino per cena dopo il cal cainuin e la
scrostata di abele e se ne sta assonata nella sua merlintrona, a leggere
l’Evening World. E graziosa da guardare, in lunga o tuttavestosa.
Notizie, notizie, tutte le notizie. Morte, un leopardo, ammazza un
fellah a Fez. Scene di rabbia a Stormount. Stilla Star con il suo
fortunato in filallontanamento. Ottime occasioni con le inondazioni in
Cina e udiamo queste varie voci. Ding Tams lui strombazza in giro su
quello stesso beltipo di Harry. Lei sta cercando la strada, chioccando
e ridacchiando, dentro e fuori dal loro romanzo a puntate, Les Loves
ofSelskar et Pervenche, liberamente adattato in The Novvergin’s Viv.
Ci saranno bluebelles in boccio nei sepolcri salati la notte in cui
firmerà l’ultima lacrima. Zee End. Ma quello è un mondo che va così
indietro. Fino al tempo delle leggi della pista. Niente polvere
d’argento né posticci per lei! Mentre luccicano candele lusingatrici.
Anna Stacey, come va! La spesa più stimabile tra le nobilissime,
dicono Adams and Sons, i pagadicenti bandastzionisti. I suoi capelli
sono castani come non lo sono stati mai. E inanmogliati ed increspati.
Riposati adesso! Non finnpeccare più!
Perché, sia pure sibstituto di uno stessònimo salmone vagabondo,
c’è già un uomo grande e groderick a randommaso nei locali del suo
29 Fìwiegans Wake H.C.E.

haunt of thè hungred bordles, as it is told me. Shop Illicit,


flourishing like a lordmajor or a buaboabaybohm, litting flop
a deadlop (aioose!) to lee but lifting a bennbranch a yardalong
(ivoeh!) on thè breezy side (for showm!), thè height of Brew-
ster’s chimpney and as broad below as Phineas Barnum; humph-
ing his share of thè showthers is senkèn on him he’s such a
grandfallar, with a pocked wife in pickle that’s a flyfìre and three
lice nittle clinkers, two twilling bugs and one midgit pucelle.
And aither he cursed and recursed and was everseen doing what
your fourfootlers saw or he was never done seeing what you cool-
pigeons know, weep thè clouds aboon for smiledown witnesses,
and that’ll do now about thè fairyhees and thè frailyshees.
Though Eset fibbie it to thè zephiroth and Artsa zoom it round
her heavens for ever. Creator he has created for his creatured
ones a creation. White monothoid? Red theatrocrat? And all thè
pinkprophets cohalething? Very much so! But however ’twas
’tis sure for one thing, what sherif Toragh voucherfors and
Mapqiq makes put out, that thè man, Humme thè Cheapner,
Esc, overseen as we thought him, yet a worthy of thè naym,
carne at this timecoloured place where we live in our paroqial
fermament one ride on another, with a bumrush in a hull of a
wherry, thè twin turbane dhow, The Bey for Dybbling, this
archipelago’s first visiting schooner, with a wicklowpattem
waxenwench at her prow for a figurehead, thè deadsea dugong
updipdripping from his depths, and has been repreaching him-
self like a fishmummer these siktyten years ever since, his shebi
by his shide, adi and aid, growing hoarish under his turban and
changing cane sugar into sethulose starch (Tuttut’s cess to him!)
as also that, batin thè bulkihood he bloats about when innebbi-
ated, our old offender was humile, commune and ensectuous
from his nature, which you may gauge after thè bynames was
put under him, in lashons of languages, (honnein suit and
praisers be!) and, tctalisating him, even hamissim of himashim
that he. se ber serio us, he is ee and no counter he who will be
Luùntenc’y respunchable for thè hubbub caused in Eden-
Fmnegans Wake H.C.E. 29bis

covo delle centhundgrosse bordiglie, come mi dicono. Shop Illicit,


fiorente come un lord major o un buaboabohmbuino, lascia tonfare
un tongomorto (aliceat!) a liddolarsi ma leva dal lato ventoso
(vershaugna!) un bennbronco uniardilaungo (iveaghè) alto come il
chimpcamino di Brewster e spazioso di sotto come Phineas Barnum;
humpholando la sua parte di showthazzoni è senkata su di lui è un
tale antereonato, con una moglie pustolata in picklemoia che è una
ciolaluccia e tre clinkerbini graziocchiosi e lendinini, due twillingtero-
si cimischietti e una moscerina pucelle. Ed aithstemmiando corsedì e
ricorsedì e fu semprevisto fare quello che voi quattro quaglioni avete
visto o non fu mai stanco di vedere quello che sapete voi spionciotti,
piangono le nuvole lassù come testimoni sorridownenti, e quello
basterà adesso a proposito dei frocilui e fralilei. Anche se Eset lo
sfavola agli zefirotti e Artsa lo zoompa attorno ai suoi paradisi per
sempre. Creatore ha creato per le sue creaturate una creazione.
Bianco monotoide? Rosso teatrocrate? E tutti i pinki profeti qohleth-
scenti? Proprio così! Ma comunque fosse è sicuro di certo, qualunque
cosa di cui lo sceriffo Toragh si prenda garante e che Mapquip faccia
saltar fuori, che quell’uomo, Humme il Cheapner, Esc., sorvegliato
come lo pensavamo, eppure degno del suo nayime, è venuto in questo
posto color di tempo dove viviamo nel nostro férmamento paraqiale
un flusso sull’altro, dentro lo scafo di uno schifo di chiattafretta, il
dhowascello twinellato di turbotosco, The Bey for Dybhling, il primo
schooner a visitare questo arcipelago, con una contadirìotta di cera
disegno wicklow a prua come polena, il dugongo del marmorto che
scatta stillando dalle sue profondità, ed è stato a rimpropregarsi come
un pescimfmolo per questi siksantadieci anni, con la sua shebi al
sbianco, adi ed aiuto, diventando horusianco sotto il turbante e
cambiando cainna da zucchero in amididezza sethulosa (cheTuttut se
Fintassi ! ) come pure che, batinlasciando da parte la badialmole di cui
si boria quando è innebriato, il nostro vecchio offensore era humile,
comunale ed ensettuoso di natura, come si può valutare dai sopranno­
mi che sono stati messi sotto di lui in lascioni di linguaggi, (honnein
suit e lauda sia!) e, totalitorizzandolo, sia pure hamisissimo dell’hima-
shimo, che lui, sobrio serio, hlui è echolui e non contrecholui che sarà
ultimendemente respunchabile dell’hubbuglio cagionato a Eden-
burgh.
Now (to forebare for ever solittle of Iris Trees and Lili O’Ran-
gans), conceming thè genesis of Harold or Humphrey Chimp-
den’s occupational agnomen (we are back in thè presurnames
prodromarith period, of course just when enos chalked halltraps)
and discarding once for all those theories from older sources which
would link him back with such pivotal ancestors as thè Glues, thè
Gravys, thè Northeasts, thè Ankers and thè Earwickers of Sidles-
ham in thè Hundred of Manhood or proclaim him offsprout of
vikings who had founded wapentake and seddled hem in Herrick
or Eric, thè best authenticated version, thè Dumlat, read thè
Reading of Hofed-ben-Edar, has it that it was this way. We are
told how in thè beginning it carne to pass that like cabbaging
Cincinnatus thè grand old gardener was saving daylight under his
redwoodtree one sultry sabbath afternoon, Hag Chivychas Ève,
in prefall paradise peàce by following his plough for rootles in thè
rere garden of mobhouse, ye olde marine hotel, when royalty was
announced by runner to have been pleased to have halted itself on
thè highroad along which a leisureloving dogfox had cast fol-
lowed, also at walking pace, by a lady pack of cocker spaniels. For-
getful of all save his vassal’s plain fealty to thè ethnarch Humphrey
or Harold stayed not to yoke or saddle but stumbled out hotface
as he was (his sweatful bandanna loose from his pocketcoat) hast-
ing to thè forecourts of his public in topee, surcingle, solascarf and
plaid, plus fours, puttees and bulldog boots ruddled cinnabar with
Ora (per scoprare per sempre cosipoco di Iris Trees e Lili
O’Rangans), riguardo alla genesi del soprannome professionale di
Harold o Humphrey Chimpden (siamo tornati indietro nel periodo
prodromàritmo precognomico, naturalmente proprio quando enos
cisegnava halltrappole) e scartando una volta per tutte quelle teorie di
fonti più antiche che lo collegherebbero indietro fino ad antenati di
cardinale importanza come i Glues, i Gravys, i Northeasts, gli Ankers
e gli Earwicker di Sidlesham nell’Hundred of Manhood e lo
proclamerebbero rampoglio dei vichinghi che avevano fondato dei
wapentake e si erano sedebiliti a Herrick o Eric, la versione
autenticata migliore, il Dumlat, letta nella Lezione di Hofed-ben-
Edar, la mette che è stato così. Ci viene detto come in principio arrivò
a succedere che il grand’ovecchio giardiniere come un cavolante
Cincinnato stava legalizzando l’ora sotto la sua sequoia in un
soffocante sabbato pomeriggio, Hvigilia della Chevychassa all’Estre-
ghe, in una pace da paradiso precaduta spingendo sulla pala in cerca
di radiciotte nel retro del giardino della casa del popolaccio, il vecchio
hotel marino, quando un messaggero annunciò che un membro della
famiglia reale aveva avuto la compiacenza di fermarsi sulla strada
maestra lungo la quale un volpacchiotto amante degli agi aveva
lasciato l’usta seguito, pure di passo, da una muta di cocker spaniel
femmine. Dimentico di tutto fuorché della schietta lealtà del vassallo
all’etnarca Humphrey o Harold non stette ad aggiogare o a sellare ma
scapicollò fuori in fratt’e furia come si trovava (con il bandanna
insudorato penzolante dalla giacca piena di tasche) affrettandosi verso
le forecorti del suo pubblico locale in topee, sopraccinta, solasciarpa e
plaid, più qualzini, puttees e borzacchini da bulldog ocrati vermiglio-
31 Pinnegans Wake H.C.E.

flagrant mari, jingling his tumpike keys and hearing aloft amid
thè fixed pikes of thè hunting party a high perch atop of which a
flowerpot was fixed earthside hoist with care. On his majesty, who
was, or often feigned to be, noticeably longsighted from green
youth and had been meaning to inquire what, in effect, had caused
yon causeway to be thus potholed, asking substitutionally to be
put wise as to whether paternoster and silver doctors were not
now more fancied bait for lobstertrapping honest blunt Harom-
phreyld answered in no uncertain tones very similarly with a fear-
less forehead: Naw, yer maggers, aw war jist a cotchin on thon
bluggy earwuggers. Our sailor king, who was draining a gugglet
of obvious adamale, gift both and górban, upon this, ceasing to
swallow, smiled most heartily beneath his walrus moustaches and
indulging that none too genial humour which William thè Conk
on thè spindle side had inherited with thè hereditary whitelock
and some shortfingeredness from his greataunt Sophy, tumed to-
wards two of his retinue of gallowglasses, Michael, etheling lord
of Leix and Offaly and thè jubilee mayor of Drogheda, Elcock,
(thè two scatterguns being Michael M. Manning, protosyndic of
Waterford and an Italian excellency named Giubilei according to
a later version cited by thè learned scholarch Caaavan of Can-
makenoise), in either case a triptychal religious family symbolising
puritas of doctrina, business per usuals and thè purchypatch of
hamlock where thè paddish preties grow and remarked dilsydul-
sily: Holybones of Saint Hubert how our red brother of Pour-
ingrainia would audibly fumé did he know that we have for sur-
trusty bailiwick a turnpiker who is by turns a pikebailer no sei-
domer than an earwigger! For he kinned Jom Pili with his court
so gray and his haunts in his house in thè mouming. (One stili
hears that pebble crusted laughta, japijap cheerycherrily, among
thè roadside tree thè lady Holmpatrick planted and stili one feels
thè amossive silence of thè cladstone allegibelling: Ive mies outs
ide Bourn.) Comes thè question are these thè facts of his nom-
inigentilisation as recorded and accolated in both or either of thè
collateral andrewpaulmurphyc narratives. Are those their fata
which we read in sibyliine between diesar and its nejàs? No dung
Finnegans Wake H.C.E. 3 Ibis

ni con marna flagrante, facendo tintinnare le chiavi della sua barriera


di pedaggio e portando in alto attraverso le barre fisse della
compagnia di cacciatori una lunga pertica alla cui cima era fissato un
vaso da fiori con un buco l’eterreofondo hinsu con cura. Quando sua
maestà, che era, o spesso fingeva di essere, notevolmente lungimirante
fin dalla prima gioventù e aveva avuto l’intenzione di indagare su
quello che, in effetti, aveva causato tante buche in quella causavia là,
chiese sostitutivamente di venire edotto se le dirlindane e le mosche
artificiali color argento non fossero adesso un’esca più di moda per
intrappolare aragoste l’onesto e schietto Haromphreyld rispose in non
incerto tono con molta verosimiglianza e impavida impudenza:
Gnomo, maggistacchi, iero solo a chiappare que’ magghedette
ervugghie. Il nostro re marinaio, che stava scolandosi una gorgocoppa
di ovvia adamale, sia gift che gorban, smettendo, a quella risposta, di
sorseggiare, sorrise molto cordialmente sotto i baffi da tricheco e
indulgendo in quello spirito mica tanto geniale che William il Conk
aveva ereditato per parte di madre con la tradizionale ciocca bianca e
una certa mancanza di dita da sua prozia Sophy, si voltò verso due
della sua scorta di gallowglassi, Michael, lord ethelingo di Leix e
Offaly e il sindaco del giubileo di Drogheda, Elcock (i due
sventarmati erano Michael M. Manning, protoeconomo di Waterford
ed un’eccellenza italiana chiamata Giubilei secondo una versione
posteriore citata dal dotto studiarca Canavan di Canmakenoise), in un
caso o nell’altro una famiglia religiosa trittica che simbolizzava puritas
di doctrina, affari come alle solite e il pezzamento porprido di
hamcicuta dove crescono le pretate paddizie e osservò dilsedulsamen-
te: Per le sacrossa di Sant’Uberto come si irriterebbe udibilmente il
nostro rosso fratello di Pouringrania se sapesse che abbiamo come
sopraffida baliveria un voltabarre che è a volte un barrista non più
raramente di un’ervigghia! Perché conasceva Jom Pili col martello
graio e i cagni dentro casa la maitina. (Si ascolta ancora quel riso
incrostato di sassolini, giappigiap cordialcigliegiamente, tra l’albero
sul lato della strada che ha piantato la signora Holmpatrick e ancora si
sente l’amuschiato silenzio cladstonico che allegibella: o inque mia
fuor’ide Bourn.) Sorge la domanda sono questi i fatti della sua
nominigentilizzazione come sono stati registrati ed accollazionati in
entrambe o nell’una o nell’altra delle narrazioni collaterali andreapao-
lomurphyche. Sono quelli i loro fata che leggiamo in sibillino tra il fas
e il suo nefas? Niente sterco sulla strada? E Nohomiah sarà il nostro
32 Einnegans Wake H.C.E

on thè road? And shall Nohomiah be our place like? Yea, Mulachy
our kingable khan? We shall perhaps not so soon see. Pinck
poncks that bail for seeks alicence where cumsceptres with scen-
taurs stay. Bear in mind, son of Hokmah, if so be you have me-
tlieg in your midness, this man is mountain and unto changetb
doth one ascend. Heave we aside thè fallacy, as punical as finikin,
that it was not thè king kingself but his inseparable sisters, un-
controllable nighttalkers, Skertsiraizde with Donyahzade, who
afterwards, when thè robberers shot up thè socialights, carne down
into thè world as amusers and were staged by Madame Sudlow
as Rosa and Lily Miskinguette in thè pantalime that two pitts
paythronosed, Miliodorus and Galathee. The great fact emerges
that after that historic date all holographs so far exhumed ini-
tialled by Haromphrey bear thè sigla H.C.E. and while he was
only and long and always good Dook Umphrey for thè hunger-
lean spalpeens of Lucalizod and Chimbers to his cronies it was
equally certainly a pleasant turn of thè populace which gave him
as sense of those normative letters thè nickname Here Comes
Everybody. An imposing everybody he always indeed looked,
constantly thè same as and equal to himself and magnificently well
worthy of any and all such universalisation, every time he con-
tinually surveyed, amid vociferatings from in front of Accept these
few nutties! and Take offthat white hatf relieved with Stop his Grog
and Pia It in thè Log and Loots in his (bassvoco) Boots, from good
start to happy finish thè truly catholic assemblage gathered together
in that king’s treat house of satin alustrelike above floats and foot-
lights from their assbawlveldts and oxgangs unanimously to clap-
plaud (thè inspiration of his lifetime and thè hits of their careers)
Mr Wallenstein Washington Semperkelly’s immergreen tourers
in a command performance by special request with thè courteous
permission for pious purposes thè homedromed and enliventh
performance of thè problem passion play of thè millentury, running
strong since creation, A Royal Dìvorce, then near thè approach
towards thè summit of ìts climax, with ambitious interval band
selections from The Bo Girl and The Lily on all horserie show
command nights from his viceregal booth (his bossaloner is ceil-
Yinnegans Wake H. C.E. 32bis

omoposto? Sì, Mulachy il nostro kingabile khan? Forse non lo


vedremo tanto presto. Pinchi ponchi che riffuonano per sechselcare
un’alicenza dove i cumscettri stanno con i scentauri. Tieni a mente,
figlio di Hokmah, se davvero hai del methégodo nella tua mentazzia,
che quest’uomo è una montagna ed al cambiare si ascende. Lanciamo
da parte la fallace credenza, tanto punicale quanto finicolosa, che non
fu il re restesso, ma le sue inseparabili sorelle, chiaccheràmbule
incontrollabili, Skertsiraizde con Donyahzade, che più tardi, quando i
ladronatori spararon zitti i socialuci, scesero nel mondo come
rallegratrici e furono messe in scena da Madame Sudlow come Rosa e
Lily Miskinguette nella pantalimo pagatroncinata da due puitti,
Miliodorus e Galathee. Emerge l’importante fatto che dopo quella
data storica tutti gli olografi finora esumati siglati da Haromphrey
portano le iniziali H.C.E. e mentre lui era solo e a lungo e sempre il
buon Dook Umphrey per l’affamagra spalpeenaglia di Lucalizod e
Chimbers per i suoi compagnoni fu ugualmente di certo un piacevole
scherzo del popolino che gli diede come senso di quelle lettere
normative il soprannome Hecco Cheviene Evognuno. Un imponente
evognuno sembrava sempre davvero, costantemente uguale ed identi­
co a se stesso e ben magnificamente meritevole di tutta quanta questa
universalizzazione, tutte l’evolte nelle quali hlui continuamente
soprintendeva, tra vociferazioni dal davanti di Accetta queste poche
noccioline! e Togli quel cappello bianco!, ravvivate da Tagliategli il
grog e Mettetelo agli arrostog e Bottini nei suoi (Bassvoco) stivali, da
un buon inizio a una lieta finitura l’assembramento veramente
cattolico radunato in quella casa assatinata di king’s treettenimenti
rilucente al di sopra di luci e lucciole della ribalta dai veldti assfalltati
e dalle oxganghe per clapplaudire unanimemente (ispirazione della
sua vita e culmine della loro carriera) in una performance data per
ordine del sovrano a richiesta speciale con gentile permesso per pii
propositi la centodroma e undicigaia performance da parte della
troupe immerverde di Mr Wallenstein Washington Semperkelly della
problematica passione del millecentennio, che marciava fin dalla
creazione, Un divorzio regale, allora vicina ad accostarsi alla sommità
del suo apice, con negli intervalli ambiziosi brani scelti per banda da
The Bo} Girl e da The Lily tutte le serate horserie date per ordine del
sovrano dal suo boothpalco vicereale (il suo bossalino è appeso al
55 Finnegans Wake H.C.E.

inged there a cuckoospit less eminent than thè redritualhoods of


Maccabe and Cullen) where, a veritable Napoleon thè Nth, our
worldstage’s practical jokepiece and retired cecelticocommediant
in his own wise, this folksforefather all of thè timè sat, having thè
entirety of his house about him, with thè invariable broadstretched
kerchief cooling his whole neck, nape and shoulderblades and in
a wardrobe panelled tuxedo completely thrown back from a shirt
well entitled a swallowall, on every point far outstarching thè
laundered clawhammers and marbletopped highboys of thè pit
stalls and early amphitheatre. The piece was this: look at thè lamps.
The cast was thus: see under thè clock. Ladies circle: cloaks may
be left. Pit, prommer and parterre, standing room only. Habituels
conspicuously emergent.
A baser meaning has been read into these characters thè literal
sense of which decency can safely scarcely hint. It has been blur-
tingly bruited by certain wisecrackers (thè stinks of Mohorat are
in thè nightplots of thè moming), that he suffered from a vile
disease. Athma, unmanner them! To such a suggestion thè one
selfrespecting answer is to affirm that there are certain statements
which ought not to be, and one should like to hope to be able to
add, ought not to be allowed to be made. Nor have his detractors,
who, an imperfectly warmblooded race, apparently conceive him
as a great white caterpillar capable of any and every enormity in
thè calendar recorded to thè discredit of thè Juke and Kellikek
families, mended their case by insinuating that, altemately, he lay
at one time under thè ludicrous imputation of annoying Welsh
fusiliers in thè people’s park. Hay, hay, hay! Hoq, hoq, hoq!
Faun and Flora on thè lea love that little old joq. To anyone who
knew and loved thè christlikeness of thè big cleanminded giant
H. C. Earwicker throughout his excellency long vicefreegal exis-
tence thè mere suggestion of him as a lustsleuth nosing for trou-
ble in a boobytrap rings particularly preposterous. Truth, beard
on prophet, compels one to add that there is said to have been
quondam (pfuit! pfuit!) some case of thè kind implicating, it is
interdum believed, a quidam (if he did not exist it would be ne-
cessary quoniam to invent him) abhout that time stambuling ha-
Finnegans Wake H.C.E. 33bis

soffitto là un tondo di schiuma meno eminente dei cappucci rossi


rituali di Maccabe e di Cullen) dove, da vero Napoleone l’Ennesimo,
nostro spiritosone della scena mondiale e cecelticocommediante in
pensione alla sua maniera, questo antepadre dei popoli sedeva per
tutto il tempo, attorniato da tutti i membri della sua pubcasa, con
l’immancabile foulard largo disteso a rinfrescargli tutto il collo, la
coppa e le scapole e in una giacca da sera appena uscita dal
guardaroba con strisce di diverso colore completamente gettata
all’indietro su di una camicia che aveva ben diritto di chiamarsi una
codadiranndine, insuperamidando di gran lunga i ragazzalticci in
tights freschi di bucato e con sparati marmoduri delle poltrone di
platea e del primo loggione. Il programma era questo: l’occhio alle
lampade. Gli attori erano questi: lo sguardo sotto il giunto. Galleria
delle ladies: si possono lasciare i guanti. Platea, promenio e parterre,
posti solo in piedi. Gli habituels cospicuamente emergenti.
Un significato più vile è stato letto in questi caratteri al cui senso
letterale la decenza può a stento accennare con sicurezza. E stata
sconsideratamente sparsa da certe lingue taglienti (le puzze di
Mohorat stanno nei nottomplotti del mattino), la voce che lui soffriva
di una brutta malattia. Athma, dismannali! A tale diffamazione l’unica
risposta dignitosa è dichiarare che vi sono certe affermazioni che non
dovrebbero venire fatte, e si dovrebbe desiderare di sperare di essere
in grado di aggiungere, non si dovrebbe permettere che vengano fatte.
Né i suoi detrattori, che, razza imperfettamente a sangue caldo, lo
concepiscono apparentemente come un gran bruco bianco capace di
ognuna e qualsiasi delle enormità che sono state registrate nel
calendario a discredito delle famiglie Juke e Kellikek, hanno migliora­
to le loro tesi insinuando che, in alternativa, si ritrovò una volta
esposto alla ridicola imputazione di aver molestato dei fucilieri gallesi
nel parco del popolo. Hay, hay, hay! Hoq, hoq, hoq! A Fauno e Flora
sopra il prato piace questo piccolo vecchio joq. A chiunque conosceva
e gradiva la rassomiglianza con Cristo del gran gigante dalla mente
pulita H.C. Earwicker per tutta la sua esistenza vicefregale eccellenza-
mente lunga la sola idea di considerarlo un sessosegugio che ficca il
naso in cerca di guai dove hanno preparato uno scherzo del secchio
suona particolarmente paradossale. La verità, barba su profeta,
costringe ad aggiungere che si dice che ci sia stato quondam (pfuit!
pfuit!)- qualche caso del genere che implicava, si crede interdum, un
quidam (se non esistesse sarebbe necessario quoniam inventarlo) che
stambulava all’infischio in quel tempo haroundo a Dumbaling in
34 Finnegans Wake H.C.E.

round Dumbaling in leaky sneakers with his tarrk record who


has remained topantically anonymos but (let us hue him Abdul-
lah Gamellaxarksky) was, it is stated, posted at Mallon’s at thè
ìnstance of watch warriors of thè vigilance committee and years
afterwards, cries one even greater, Ibid, a commender of thè
frightful, seemingly, unto such as were sulhan sated, tropped head
(pfiat! pfiat!) waiting his first of thè month froods tum for
thatt chopp pah kabbakks alicubi on thè old house for thè charge-
hard, Roche Haddocks off Hawkins Street. Lowe, you blondy
liar, Gob scene you in thè narked place and she what’s edith ar
home defileth these boyles! There’s a cabful of bash indeed in
thè bomeur of that meal. Slander, let it lie its flattest, has never
been able to convict our good and great and no ordinary Southron
Earwicker, that homogenius man, as a pious author called him, of
any graver impropriety than that, advanced by some woodwards
or regarders, who did not dare deny, thè shomers, that they had,
chin Ted, chin Tarn, chinchin Taffyd, that day consumed their
soul of thè corn, of having behaved with ongentilmensky im-
modus opposite a pair of dainty maidservants in thè swoolth of
thè rushy hollow whither, or so thè two gown and pinners plead-
ed, dame nature in all innocency had spontaneously and about thè
same hour of thè eventide sent them both but whose published
combinations of silkinlaine testimonies are, where not dubiously
pure, visibly divergent, as wapt from wept, on minor points touch-
ing thè intimate nature of this, a first offence in vert or venison
which was admittedly an incautious but, at its wildest, a partial ex-
posure with such attenuating circumstances (garthen gaddeth green
hwere sokeman brideth girling) as an abnormal Saint Swithin’s
summer and, (Jesses Rosasharon !) a ripe occasion to provoke it.
We can’t do without them. Wives, rush to thè restyours! Of-
man will toman while led is thè lol. Zessid’s our kadem/ villa-
pleach, vollapluck. Fikup, for flesh nelly, el mundo nov, zole flen !
If she’s a lilyth, pulì early! Pauline, allow! And malers abushed,
keep black, keep black! Guiltless of much laid to him he was
clearly for once at least he clearly expressed himself as being with
stili a trace of his erstwhile burr and hence it has been received of
Finnegans Wake H.C.E. 34bis

scarpe da tennis che ridevano con le sue tarrk testimonianze il quale è


rimasto tipanticamente anonimos ma (clamiamolo Abdullah Gamellax-
arksky), fu, si afferma, piazzato da Mallon su richiesta di guerrieri di
guardia del comitato di vigilanza e anni dopo, grida uno anche più
grande, Ibid, commendante dei fedenti, apparentemente, a coloro che
si erano sulhansatollati, troppiò stecco (pfiat ! pfiat!) mentre aspettava
il suo turno pastereccio del primo del mese per quel piatto di
bracciola e kapàkkali alicubi nella vecchia casa per i cimiterranti, a
Roche Haddock dalle parti di Hawkins Street. Lowe, tu biondedetto
bugiardo, Gob scent’ha visto nella nudapiazza del mercato e lei
quant e edith ar homcasa contamina queste boyldella! C’è davvero
una cabbolata di balucche nell’homeur di quel pasto. La maldicenza,
lasciamola bollire nel suo brodo, non è mai stata capace di accusare il
nostro generoso e grande e per niente ordinario Southron Earwicker,
quell’uomo omogenio, come l’ha chiamato un pio autore, di nessuna
sconvenienza più grave del fatto, segnalato da alcuni guardaboschi od
agenti forestali, che non ebbero il coraggio di contestare, quegli
shomeroni, che avevano, chin Ted, chin Tarn, chinchin Taffyd,
consumato quel giorno la loro soulparte di grànisky, di essersi
comportato immodus ongentlemansky di fronte a una coppia di
graziose domestiche, o almeno le due gonnacuffietta lo affermavano,
nel folco della giuncosa valletta in cui madama natura in tutta
innocenza aveva spontaneamente e circa alla stessa ora della sera
inviato entrambe ma le cui combinazioni pubblicizzate di testimo­
nianze setalainose sono, se non dubbiosamente pure, visibilmente
divergenti, come la trema dall’ardito, su dei punti di minore
importanza relativi alla natura intima di questa, una prima offesa in
vert o venyson che era per ammissione generale un’incauta ma, nella
sua più wildiana manifestazione, parziale esposizione con delle
circostanze attenuanti tali (il garthino gaddiventa greende se il
sokemanno lo brida girleggiando) quali un’estate di San Swithin
anormale e (Jesses Rosasharon!) l’occasione perfetta per provocarla.
Non possiamo fare a meno di loro. Mogli, affrettatevi all’asilvatag-
gio! Ofmano tomanerà mentre led è la lol. Zesud è la nostra kadem,
villapliccca, vollaplucca. Fikop, per la flesca nelly, el mundo nov, zole
flen! Se lei è una lilyth, bullo ero! Pauline, allo! E voi malers
anguriati, nerestate indietro, nerestate indietro! Innocente di molto di
quel che gli era stato addebitato aveva chiaramente per una volta
almeno hlui chiaramente espressesi come se avesse ancora una traccia
della sua pronuncia d’allotta e quindi è stato accettato da noi che è
55 Fìnnegans Wake H.C.E.

us that it is true. They teli thè story (an amalgam as absorbing as


calzium chloereydes and hydrophobe sponges could make it) how
one happygogusty Ides-of-April morning (thè anniversary, as it
fell out, of his first assumption of his mirthday suit and rights in
appurtenance to thè confusioning of human races) ages and ages
after thè alleged misdemeanour when thè tried friend of all crea-
tion, tigerwood roadstaff to his stay, was billowing across thè
wide expanse of our greatest park in his caoutchouc kepi and
great beh and hideinsacks and his blaufunx fustian and ironsides
jackboots and Bhagafat gaiters and his rubberised inverriess, he
met a cad with a pipe. The latter, thè luciferant not thè oriuolate
(who, thè odds are, is stili berting dagabout in thè same straw
bamer, carryin his overgoat under his schulder, sHeepside out, so
as to look more like a coumfry gentleman and signing thè pledge
as gaily as you please) hardily accosted him with: Guinness thaw
tool in jew me dinner ouzel fin? (a nice how-do-you-do in Pool-
black at thè time as some of our olddaisers may stili tremblingly
recali) to ask could he teli him how much a clock it was that thè
clock struck had he any idea by cock’s luck as his watch was
bradys. Hesitency was clearly to be evitated. Execration as cleverly
to be honnisoid. The Earwicker of that spurring instant, realising
on fundamental liberal principles thè supreme importance, nexally
and noxally, of physical life (thè nearest help relay being pingping
K. O. Sempatrick’s Day and thè fenian rising) and unwishful as
he felt of being hurled into etemity right then, plugged by a soft-
nosed bullet from thè sap, halted, quick on thè draw, and reply-
in that he was feelin tipstaff, cue, prodooced from his gunpocket
his Jurgensen’s shrapnel waterbury, ours by communionism, his
by usucapture, but, on thè same stroke, hearing above thè skirl-
ing of harsh Mother East old Fox Goodman, thè bellmaster, over
thè wastes to south, at work upon thè ten ton tonuant thunder-
ous tenor toller in thè speckled church (Couhounin’s cali!) told
thè inquiring kidder, by Jehova, it was twelve of em sidereal and
tankard time, adding, buttali, as he bended deeply with smoked
sardinish breath to give more pondus to thè copperstick he pre-
sented, (though this seems in some cumfusium with thè chap-
Finnegans Wake H.C.E. 35bis

vero. Raccontano la storia (un amalgama tanto assorbente quanto


potrebbero farlo dei cloerruri di calzio e delle spugne idrofobe) di
come un mattino spensierrascoso da Idi di aprile (l’anniversario, come
risultò, della sua prima assunzione della gaiaveste del giorno che si
nasce e dei diritti in appendice al confusionamento delle razze umane)
secoli e secoli dopo il presunto misfatto il provato amico di tutta la
creazione, quando, con un bordone di legno di cedro come sostegno,
stava maroseggiando attraverso la vasta estensione del nostro più
grande parco con un chepì di caucciù e una gran cintura e degli
hidensacchi e un blaufunx di fustagno e degli stivaloni alla scudiera
con ironsides e delle ghette di Bhagafat e un inverness gommato,
incontrasse un cadetto con la pipa. Quest’ultimo, luciferante non
oriolato (che, è probabile, sta ancora berteggiando dagointorno con la
stessa paglietta, il caprantello sotto le schulder, lato pecorinterno in
fuori, così da sembrare di più un gentiluomo di caumphagna e sta
facendo voto di astinenza dall’alcool tanto gaiamente quanto vi
aggrada) a mala pena gli si avvicinò con: Guinness tanta tu ignudo
rimugini ouzel fin? (un bel saluto a Poolblack a quell’epoca come
alcuni dei nostri vecchigiornitori possono ancora tremulamente
ricordare) per chiedergli se poteva dirgli che ora l’era che suonava
all’ora se ne aveva idea per orcazzo perché il suo orologio era
bradypo. Qualsiasi hesitezione doveva chiaramente evitarsi. Qualsiasi
esecrazione altrettanto competentemente honnitarsi. L’Earwicker di
quello stimolante momento, rendendosi conto sulla base di principi
fondamentalmente liberali della suprema importanza, nexamente e
noxamente, della vita fisica (le squadre di soccorso più vicine erano il
pingping K.O. Sempatrick’s Day e la rivolta dei feniani) e indesidero­
so come si sentiva di venire scagliato nell’eternità proprio allora,
colpito da un proiettile ad ogiva proveniente dalla trincea, si fermò,
lesto ad estrarre, e rispondendo che si sentiva in balivitaffica forma,
’zie, esttrasse dalla fondina il suo waterburylogio shrapnel di Jungen-
sen, nostro per comunionismo, suo per usucattura, ma sentendo,
proprio in quel bàttimo, sopra lo stridulo suono della severa Madre
Oriente il vecchio Fox Goodman, mastro campanaro, sui deserti
verso il meridione, al lavoro sulla tampana tenore tonuante e
tempestosa tadieci tonnellate nella chiesa screziata (il richiamo di
Couhounin!) disse alla gabbàglia inquisitrice, per Jehova, che erano le
dodici di lui tempo sidereo e boccalesco, aggiungendo, buttralaltro,
mentre si chinava profondamente con alito di sardina affumicata per
dare più pondus alla verga di rame che presentava, (sebbene ciò
sembri un po’ in cumfusione con lo zenzero ciambacchettato che,
36 Finnegans Wake H.C.E.

stuck ginger which, as being of sours, acids, salts, sweets and


bitters compompounded, we know him to have used as chaw-
chaw for bone, muscle, blood, flesh and vimvital,) that where-
as thè hakusay accusation againstm had been made, what was
known in high quarters as was stood stated in Morganspost, by
a creature in youman form who was quite beneath parr and seve-
ral degrees lower than yore triplehydrad snake. In greater sup-
port of his word (it, quaint anticipation of a famous phrase, has
been reconstricted out of orai style into thè verbal for all time
with ritual rhythmics, in quiritary quietude, and toosammen-
stucked from successive accounts by Noah Webster in thè re-
daction known as thè Sayings Attributive of H. C. Earwicker,
prize on schillings, postlots free), thè flaxen Gygas tapped his
chronometrum drumdrum and, now standing full erect, above
thè ambijacent floodplain, scene of its happening, with one Ber­
lin gauntlet chopstuck in thè hough òf his ellboge (by ancientest
signlore his gesture meaning: 3 !) pointed at an angle of thirty-
two degrees towards his due de Fefs overgrown milestone as
fellow to his gage and after a rendypresent pause averred with
solemn emotion’s fire: Shsh shake, co-comeraid! Me only, them
five ones, he is equal combat. I have won straight. Hence my
nonation wide hotel and creamery establishments which for thè
honours of our mewmew mutuai daughters, credit me, I am woo-
woo willing to take my stand, sir, upon thè monument, that sign
of our ruru redemption, any hygienic day to this hour and to
make my hoath to my sinnfinners, even if I get life for it, upon
thè Open Bible and before thè Great Taskmaster’s (I lift my hat!)
and in thè presence of thè Deity Itself andwell of Bishop and
Mrs Michan of High Church of England as of all such of said
my immediate withdwellers and of every living sohole in every
corner wheresoever of this globe in generai which useth of my
British to my backbone tongue and commutative justice that
there is not one tittle of truth, allow me to teli you, in that purest
of fibfib fabrications.
Gaping Gill, swift to mate errthors, stem to checkself, (diag-
nosing through eustacetube that it was to make with a markedly
Finnegans Wake H.C.E. 36bis

essendo compoundposto di sostanze agre, acide, salate, dolci ed


amare, ha usato come sappiamo come niamniam per ossa, muscoli,
sangue, carne e vimvitalio,) che l’hakusi accusa contregli era stata
fatta, cosa che si sapeva nelle alte sfere dato che stava statato nella
Morganspost, da una creatura in forma youmana che era parecchio al
di sotto di un parr e diversi gradi più in basso di quell’antiquo
serpente triplidroso. A maggior sostegno delie sue parole (esse,
bizzarra anticipazione di una frase famosa, sono state ricostrette dallo
stile orale a quello verbale per tutto il tempo con ritmica rituale, in
quiete quiritaria, e zusammencolte da racconti successivi da parte di
Noah Webster nella redazione nota come Detti attributivi di H.C.
Earwicker, premio ’n schildino, spezie postali gratis), il biondolino
Gygas picchierellò sul suo cronometrum dumdrum e, stando ora
completamente eretto, sopra la pianondata ambiacente, scena dell’av­
venimento, con un guanto di lana di Berlino ciombacchettato
nell’hincavo dell’ellbogen (gesto che significava secondo il più antico
linguaggio dei segni: 3!) puntò con un angolo di trentadue gradi in
direzione della pietra miliare troppo cresciuta del suo due de Fer come
complice della sua sfida e dopo una pausa presentatarmica dichiarò
col fuoco di una solenne emozione: Si scsc scuota, co-comeraida! Me
solo, loro cinque, ho un equo combattimento. Ho vinto a manbassa.
Di qui i miei hstabilimenti caseari edalberghieri sparsi per tutta la
nonazione sui quali, per l’onore delle nostre coco comuni figlie, mi
presti fede, sarei concon contentissimo di basare i miei argomenti,
signore, sopra il monumento, quel segno della nostra rere redenzione,
in qualsiasi giorno igienico a quest’ora e di spergihowthrare ai miei
sinfinditatori, anche se dovessi pigliarmi l’ergastolo per questo, sopra
la Bibbia Aperta e davanti al Grande Taskmaster (mi levo il cappello! )
e alla presenza della Deità stessa epure del Vescovo Michan e signora
dell’Halta Chiesa d’Englandia come di tutti quelli dei miei suddetti
conabitanti più prossimi e di ogni soholanima vivente in qualsiasi
angolo di questo globo in generale che impiega la mia lingua britanna
fino alle mie midolla e la giustizia commutativa che non vi è neppure
un briciolo di verità, permetta che glielo dica, in quella solennissima
fandfand falsificazione.
Gaping Gill, swiftloce a mattidentiffare gli erraltri, sternoluto allo
scaccautocontrollo, (diagnosticando attraverso la tromba di eustaccio
che c’era da fare con un tipo iperpituitario marcatamente postpubera-
37 Finnegans Wake H.C.E.

postpuberal hypertituitary type of Heidelberg mannleich cavem


ethics) lufted his slopingforward, bad Sweatagore good mur-
rough and dublnotch on to it as he was greedly obliged, and
like a sensible ham, with infinite tact in thè delicate situation seen
thè touchy nature of its perilous theme, thanked um for guilders
received and time of day (not a little token abock all thè same that
that was owl thè God’s clock it was) and, upon humble duty to
greet his Tyskminister and he shall gildthegap Gaper and thee his
a mouldy voids, went about his business, whoever it was, saluting
corpses, as a metter of corse (one could hound him out had one
hart to for thè monticules of scalp and dandruff droppings blaze
his trail) accompanied by his trusty snorler and his permanent
reflection, verbigracious; I have met with you, bird, too late,
or if not, too worm and early: and with tag for ildiot repeated
in his secondmouth language as many of thè bigtimer’s verbaten
words which he could balbly cali to memory that same kveldeve,
ere thè hour of thè twattering of bards in thè twitterlitter between
Druidia and thè Deepsleep Sea, when suppertide and souvenir to
Charlatan Mail jointly kem gently and along thè quiet darkenings
of Grand and Royal, ff, flitmansfluh, and, kk, ’t crept f hedge
whenas to many a softongue’s pawkytalk mude unswer u sufter
poghyogh, Arvanda always aquiassent, while, studying castelles
in thè blowne and studding cowshots over thè noran, he spat in
careful convertedness a musaic dispensation about his hearthstone,
if you please, (Irish saliva, mawshe dho hole, but would a respect-
able prominently connected fellow of Iro-European ascendances
with welldressed ideas who knew thè correct thing such as Mr
Shallwesigh or Mr Shallwelaugh expectorate after such a callous
fashion, no thank yous! when he had his belcher spuckertuck in his
pucket, pthuck?) musefed with his thockits after having supped
of thè dish sot and pottage which he snobbishly dabbed Peach
Bombay (it is rawly only Lukanpukan pilzenpie which she knows
which senaffed and pibered him), a supreme of excelling peas,
balled under minnshogue’s milk into whitemalt winesour, a prò-
viant thè littlebilker hoarsely relished, chaff it, in thè snevel season,
being as fain o’t as your rat wi’fennel; and on this celebrating
Finnegans Wake H.C.E. 37bis

le di etica da caverna mannleicha di Heidelberg) solluftò il cappello


dalla fronte, cattivò a Sweatagore buon murrogh e dublnoc in
soprappiù poiché gli era infinavidamente grato, e da hampersona
ragionevole, vista con infinito tatto nella delicata situazione la natura
suscettibile del suo pericoloso tema, lo ringraziò per i guilder ricevuti
e per l’ora del giorno (nonostante questo per niente corto di
bockpresa ad imparare che quella era l’uri che faceva l’orologio del
buon Dio) e, dopo aver compiuto l’umile dovere di ossequiare il suo
Tyskminister e gilderalagappa Gaper e tè la sua vuoca della potenzug-
gia, se ne andò per gli affari suoi, chiunque fossero, inchinandosi alle
spoglie come cosa salmaturale (uno potrebbe stanarlo se ne avesse il
codaggio perché i monticeli! di cuoio capelluto e di forfora segnano le
sue piste) accompagnato dal suo fido runghiatore e dalla permanente
riflessione, verbigraziosamente; ti ho incontrato, birdello, troppo
tardi, o se no, troppo bacordiale e mattiniero: e con un tictak per
ildendioti ripeteva nella sua lingua di seconda bocca quante parole
verbaten del buontenmpone poteva richiamare balbamente alla
memoria quella stessa kveldsera, pria dell’ora in cui i bardelli
spigolano nella pigolamicettiera tra la Druidia ed il Deepsleep Sea,
quando l’ora di cena ed i souvenir nel Charlatan Mail unitamente
arivarono dolcemente e lungo la tranquilla oscurità del Grand e del
Royal, ff, flittafluh, e, kk, strisciarono n’tella siepe quando ai càllidi
discorsi di molti teneri lusingatori mudede risposta u’ più tùnero
poghiogh, con Arvanda atuttelore acquiassente, mentre, studiando
castelle nel bluno e costellando di boazzate il notano, sputava in cauto
conversionamento una legge musaica a proposito della sua pietra del
focolare, prego, (saliva irlandese, mas é do thoile, ma un tipo
rispettabile con relazioni altolocate di ascendenza iro-europea con
idee ben addrestrate che conosceva le cose giuste come Mr Shallwe-
sigh o Mr Shallwelaugh avrebbe espettorato in un modo così
grossolano, niente grazie! quando aveva il belcheroletto spuckgazzato
in puchsca, ptuch?) musapasciuto nei suoi panzieri dopo aver cenato
con il piatto di sottacchio e zuppa che aveva snobbamente battizzato
Peach Bombay (crudamente è soltanto un pasticcio pilzen lucanpuca-
to che lei sa che cosa gli ha insenaffato e impiberato), supreme tra gli
eccellenti passati di piselli, sgusciati sotto del latte di minnseog dentro
a del vinacedo di malto bianco, provianda che il piccolo imbroglione
assaporava con gran guasto, stuzzichiamolo, nella stagione dello
snevelamento, perché n’andava tanto matto quant’il topo col finoc­
chio; e in questa occasione celebrativa della hfelice evasione, come
38 Finnegans Wake HCE

occasion of thè happy escape, for a crowning of pot valiance,


this ragionai platter, benjamin of bouillis, with a spolish olive to
middlepoint its zaynith, was marrying itself (porkograso!) ere-
busqued very deluxiously with a bottle of Phenice-Bruerie ’98,
followed for second nuptials by a Piessporter, Grand Cur, of
both of which cherished tablelights (though humble thè bounquet
’tis a leaman’s farewell) he obdurately sniffed thè cobwebcrusted
corks.
Our cad’s bit of strife (knee Bareniece Maxwelton) with a quick
ear for spittoons (as thè aftertale hath it) glaned up as usuai with
dumbestic husbandry (no persicks and armelians for thee, Pome-
ranzia!) but, slipping thè clav in her claw, broke of thè matter
among a hundred and eleven others in her usuai curtsey (how
faint these first vhespers womanly are, a secret pispigliando, amad
thè lavurdy den of their manfolker!) thè next night nudge one
as was Hegesippus over a hup a ’ chee, her eys dry and small and
speech thicklish because he appeared a funnycolour like he
couldn’t stood they old hens no longer, to her particular reverend,
thè director, whom she had been meaning in her mind primarily
to speak with (hosch, intra! jist a timblespoon!) trusting, between
cuppled lips and annie lawrie promises (mighshe never have
Esnekerry pudden come Hunanov for her pecklapitschens!) that
thè gossiple so delivered in his epistolear, buried teatoastally in
their Irish stew would go no further than his jesuit’s cloth, yet
(in vinars venitas! volatiles valetotum!) it was this overspoiled
priest Mr Browne, disguised as a vincentian, who, when seized
of thè facts, was overheard, in his secondary personality as a
Nolan and underrearad, poul soul, by accident—if, that is, thè
incident it was an accident for here thè ruah of Ecclectiastes
of Hippo outpuffs thè writress of Hawah-ban-Annah—to
pianissime a slightly varied version of Crookedribs confidentials,
(what Mère Aloyse said but for Jesuphine’s sake!) hands between
hahands, in fealty swom (my bravor best! my fraur!) and, to thè
strains of The Secret of Her Birth, hushly pierce thè rubiend
aurellum of one Philly Thumston, a layteacher of rural Science
and orthophonethics of a nearstout figure and about thè middle
Einnegans Wake H.C.E. 38bis

coronamento della sua brilloante prodezza, questo piatto regionale,


beniamimo dei bouillis, con un’oliva unpolacchia per mediopuntare il
suo zayit, si stava sposando (porkograso!) erebusquato molto deluxia-
mente con una bottiglia di Phenice-Bruerie ’98, seguita in seconde
nozze da un Piessporter, Grand Cur, di entrambe le quali delucie
della tavola (per quanto umile il bounquetto è l’addio di un
laicamente) lui annusò ostinatamente i tappi ragnagrommati.
Quel bel pezzo di doglie del nostro cadetto (giné Bareniece
Maxwelton) con orecchio attento alle sputacchiere (come lo racconta
la dopostoria) spigoassettò come al solito con dumbestica frugalità
(niente persiche né armeliche per te, Pomeranzia!) ma, facendo
scivolare la clav tra le sue grinfie, accennò alla cosa tra hent’undici
altre nella sua solita riverenza (come sono fievoli questi primi surrserii
femminei, un secreto pispigliando, in matto al fratanasso da lavurdì
del loro razzatore!) la sera successiva mano una mentre era Egesippo
su di una tappa di cè, con gli ochi asciutti e piccoli e la parlata
piuttosto rauca perché lui sembrava di un funnicolore come se non
potesse più sopportare quelle gallinacee, al suo reverendo particolare,
il direttore spirituale, con cui aveva per prima cosa inteso parlare in
cuor suo (zita, intra! pena un cuccavino!) confidando, tra labbra
attazzate e annie lauriche promesse (che nopossa mai avere un
puddino Esnekerry cangiato in Hunanov per il suo pechpitschen!)
che l’evangegolezzo affidato in questo modo alle sue epistolorecchie,
seppellito tetostalmente nel loro stufato irlandese non sarebbe andato
più in là della sua sottana da gesuita, eppure (in vinars venitas!
volatiles valetotum!) fu questo prete superviziato Mr Browne,
travestito da vincenziano, che, quando venne reso edotto dei fatti, fu
soprapreso, nella sua personalità secondaria di Nolan e sottocolto,
polanima, per accidente — se, cioè, l’incidente fu un accidente perché
qui il ruah dell’ Ecclectiaste di Ippona sursoffietta la scrittrice di
Hawah-ban-Annah — a pianissimare una versione leggermente
variata delle confidenze di Crookedribs, (che cosa avrebbe detto
Mère Aloyse se non fosse stato per amore di Jesuphine!) con le mani
tra le mamani, con giurata fedeltà (mio miglior bravor! mio frar!) e,
sulla melodia di II segreto della sua nascita, a perforare silenziosamen­
te l’aurellum rubiondo di un certo Philly Thurnston, insegnante laico
di scienza rurale e ortofonetica di aspetto quasi stoutoroso e circa a
39 Finnegans Wake H.C.E.

of his forties during a priestly flutter for safe and sane bets at thè
hippic runfields of breezy Baldoyle on a date (W. W. goes
through thè caid) easily capable of rememberance by all pickers-
up of events national and Dublin details, thè doubles of Perkin
and Paullock, peer and prole, when thè classic Encourage Hackney
Piate was captured by two noses in a stablecloth finish, ek and nek,
some and none, evelo nevelo, from thè cream colt Bold Boy
Cromwell after a clever getaway by Captain Chaplain Blount’s
roe hinny Saint Dalough, Drummer Coxon, nondepict third, at
breakneck odds, thanks to you great little, bonny little, portey
little, Winny Widger! you’re all their nappies! who in his never-
rip mud and purpular cap was surely leagues unlike any other
phantomweight that ever toppitt our timber maggies.
’Twas two pisononse Timeo ves (thè wetter is pest, thè renns are
overt and come and thè voax of thè turfur is hurled on our lande)
of thè name of Treacle Tom as was just out of pop following thè
theft of a leg of Kehoe, Donnelly and Packenhàm’s Finnish pork
and his own blood and milk brother Frisky Shorty, (he was, to be
exquisitely punctilious about them, both shorty and frisky) a tip-
ster, come off thè hulks, both of them awful poor, what was out
on thè bumaround for an oofbird game for a jimmy o’goblin or
a small thick un as chanced, while thè Seaforths was making thè
colleenbawl, to ear thè passon in thè motor clobber make use of
his law language (Edzo, Edzo on), touchin thè case of Mr Adams
what was in all thè sundays about it which he was rubbing noses
with and having a gurgle off his own along of thè butty bloke in
thè specs.
This Treacle Tom to whom reference has bepn made had
been absent from his usuai wild and woolly haunts in thè land
of counties capalleens for some time previous to that (he was, in
fact, in thè habit of frequenting common lodginghouses where
he slept in a nude state, hailfellow with meth, in strange men’s
cots) but on racenight, biotto after divers tots of hell Are, red
biddy, bull dog, blue ruin and creeping jenny, Eglandine’s choic-
est herbage, supplied by thè Duck and Doggies, thè Galop-
ping Primrose, Brigid Brewster’s, thè Cock, thè Postboy’s Hom,
Finnegans Wake H.C.E. 39bis

metà della quarantina durante un’agitazione pretesca per avere


scommesse sicure e sensate sui campi ippici della brezzosa Baldoyle a
una data (W.W. vince tutto) che può essere facilmente ricordata da
tutti i raccoglitori di avvenimenti nazionali e dettagli dublinesi, le
doppie puntate di Perkin e Paullock, pare e prole, quando la classica
Coppa Encourage Hackney fu catturata per due musi in un finale da
cardiocalma, ek e neck, qualcuno e nessuno, evelo nevelo, dal puledro
color crema Bold Boy Cromwell dopo un’eccellente partenza del
rahenitente bardotto Saint Dalough del Capitano Cappellano Blount,
con Drummer Coxon, indipingibile terzo, a quote da rotta di collo,
grazie a te grande piccolo, ciccio piccolo, porter piccolo, Winnie
Widger! sei tutti i loro nappermatori! che nel suo berretto maisisttap­
pa fangrigio e porpolare era certo leghe e leghe diverso da qualsiasi
altro peso bantasma che abbia mai gabbalcato le nostre maggionette
di legno.
Sono stati due piccionlenosi Timcoves (l’inwetterno è passtifero, le
pioggerenne sono palesi ed arrivate e sulla nostra campagna s’è
scagliata la voice della turforella) dal nome di Treacle Tom che era
appena uscito dalla gabbia a seguito del furto di uno zampetto di
Kehoe, il finnico porco di Donnelly e Packenham e di Frisky Shorty
suo fratello carnale e di latte, (era, per essere squisitamente meticolosi
sul loro conto, sia shorto che friskone) un informatore, sbarcato da
una galera, entrambi tremendamente poveri, che stavano vagabozian-
do per l’anello in cerca di un uccello da grana per depilarlo di un
giacomino o’folletto o di un piccolo e spesso verduno come capitava,
mentre i Seaforths stavano facendo colleengridare la bawnagazza, ad
orecchiare il parrocchetto in tenuta motoristica che impiegava il suo
linguaggio legale (Edzo, Edzo su), per menzionare il caso di Mr
Adams cosa che era su tutti i giornali della domenica a proposito di
quello con cui si strofinava il naso e di come aveva bronntolato per
conto suo a causa di quel bastardo buttamicone in bernardi.
Questo Treacle Tom a cui è stato fatto riferimento era stato assente
dalle sue solite cacce wildagge e woollóse nel paese delle conteesse
capalline per qualche tempo prima di allora (aveva, in effetti,
l’abitudine di frequentare pensioni ordinarie dove dormiva allo stato
nudo, amicone di tuttiarzenti, in cuccette di estranei) ma la sera delle
corse, ubriaco fradicio dopo parecchi cicchetti di fuoco d’inferno,
biddy la rossa, bull dog, rovina blu e jenny manolesta, d’Eglandina i
più chic hbeverbaggi, forniti dal Duck and Doggies, dalla Galopping
Primrose, da Brigid Brewster, dal Cock, dal Postboy’s Hom. dal
40 Einnegans Wake H.C.E.

thè Little Old Man’s and All Swell That Aimswell, thè Cup and
thè Stirrup, he sought his wellwarmed leababobed in a hous-
ingroom Abide With Oneanother at Block W.W., (why didn’t
he back it?) Pump Court, The Liberties, and, what with
moltapuke on voltapuke, resnored alcoh alcoho alcoherently to
thè burden of / come, my horse delayed, nom num, thè sub-
stance of thè tale of thè evangelica! bussybozzy and thè rusinur-
bean (thè ‘girls’ he would keep calling them for thè collarette
and skirt, thè sunbonnet and carnation) in parts (it seemed he
was before thè eyots of martas or otherwales thè thirds of fossil-
years, he having beham with katya when lavinias had her mens
lease to sea in a psumpship doodly show whereat he was looking
for fight niggers with whilde roarses) oft in thè chilly night (thè
metagonistic! thè epickthalamorous !) during uneasy slumber in
their hearings of a small and stonybroke cashdraper’s executive,
Peter Cloran (discharged), O’Mara, an exprivate secretary of no
fixed abode (locally known as Mildew Lisa), who had passed
several nights, funnish enough, in a doorway under thè blankets
of homelessness on thè bunk of iceland, pillowed upon thè stone
of destiny colder than man’s knee or woman’s breast, and
Hosty, (no slouch of a name), an illstarred beachbusker, who,
sansj-ootie and sans scrapie, suspicioning as how he was setting
on a twoodstool on thè verge of selfabyss, most starved, with
melancholia over everything in generai, (night birman, you served
him with natigal’s nano!) had been towhead tossing on his shake-
down, devising ways and manners of means, of what he loved
to ifidalicence somehcw or other in thè nation getting a hold of
some chap’s parabellum in thè hope of taking a wing sodable
and lighting upon a sidewheel dive somewhere off thè Dullkey
Downlairy and Bleakrooky tramaline where he could throw true
and go and blow thè sibicidal napper off himself for two bits to
boldywell baltitude in thè peace and quitybus of a one sure shot
bottle, he after having being trying all he knew with thè lady’s
help of Madam Gristle for upwards of eighteen calanders to get
out of Sir Patrick Dun’s, through Sir Humphrey Jervis’s and
into thè Saint Kevin’s bed in thè Adelaide’s hosspittles (from
Finnegans Wake H.C.E. 40bis

Little Old Man and All Swell That Aimswell, dal Cup and thè Stirrup,
cercò un leababobletto benbollente nell’alloggio Abide with One-
another isolato W.W., (perché non l’ha rinforzato?) a Pump Court,
The Liberties, e, tra il motapucco sul volapucco, rirussò alco alcoo
alcoerentemente sul ritornello di Vengo, mio cavallo ritardato, nom
num, la sostanza del racconto dell’evangelico ciccacaso e rusinurbano
(le “ragazze” continuerebbe a chiamarli per il collarino e la sottana, il
cappellino da sole e il ciclamino) in parte (sembrava che fosse prima
delle idolotte di marta o altrigalles dei terzi di fossilanni, avendo lui
behanmato katya quando le lavinie avevano il loro contratto mensuale
in mare in uno spettacolo pumpincioso e doodleico per il quale
cercava negri da combattimento con ruglivalli whildaggi) spesso nella
notte fresca (matagonistico! epiccatalamoroso!) durante un dormive­
glia agitato nell’udienza del commesso di un drappiere basso e in
bolletta, Peter Cloran (licenziato), di O’Mara, segretario exprivato
senza fissa dimora (conosciuto localmente come Mildew Lisa), che
aveva passato diverse notti, abbastanza funnicamente, nel vano di una
porta sotto le coperte della senzacasità sulla bancuccia d’islanda,
appoggiato alla pietra del destino più fredda delle ginocchia di un
uomo o del petto di una donna, e di Hosty, (un nome non molto
facile), uno sfortunato suonatore ambulante, che, sans roti e sans
gruzzo, sospettasioso di come stesse sentato su di un sgaboleto
sataniigneo sul verge dell’onabisso, morto di fame, con una gran
malinconia per tutto in generale, (birman di notte, gli hai servito il
nano di un natigaie!) era stato ad agitarsi acapodibarra sul suo
giaciglio, escogitando vie e maniere di mezzi, per avere quello che gli
sarebbe piaciuto ifidalicenziare in un modo o nell’altro nella nazione
impossessandosi del parabellum di qualcuno con la speranza di
prendere un volo piacevole e di imbattersi in una bettola su di un
battello con le ruote di fianco da qualche parte oltre la linea
tramaviaria di Dullkey Downlairy e Bleakrooky dove potesse colpire
giusto e mandare al diavolo la nappertendenza sibicida per due
baiocchi fino alla bealtitudine baldvellica nella pace e quittabus di una
bottiglia bevinta a colpo sicuro, lui dopo aver provato tutto quello che
sapeva con l’aiuto da signora di Madam Gristle per più di diciotto
calandrie per uscire dal Sir Patrick Dun, attraverso il Sir Humphrey
Jervis e dentro il letto di San Kevin nell’osputale di Adelaide (da
41 Finnegans Wake H.C.E.

these incurable welleslays among those uncardble wellasdays


through Sant Iago by his cocklehat, good Lazar, deli ver us!)
without after having been able to jerrywangle it anysides. Lisa
O’Deavis and Roche Mongan (who had so much incommon,
epipsychidically; if thè phrase be permitted hostis et odor insuper
petroperfractus} as an understood thing slept their sleep of thè
swimborne in thè one sweet undulant mother of tumblerbunks
with Hosty just how thè shavers in thè shaw* thè yokels in thè
yoats or, well, thè wasters in thè wilde, and thè bustling tweeny-
dawn-of-all-works (meed of anthems here we pant!) had not been
many jiffies furbishing potlids, doorbrasses, scholars’ applecheeks
and linkboy’s metals when, ashhopperrninded like no fella he go
make bakenbeggfuss longa white man, thè rejuvenated busker (for
after a goodnight’s rave and rumble and a shinkhams topmorning
with his coexes he was not thè same man) and his broadawake
bedrcom suite (our boys, as our Byron called them) were up
and ashuffle from thè hogshome they lovenaned The Barrei, cross
Ebblinn’s chilled hamlet (thrie routes and restings on their then
superficies curiously correspondant with those linea and puncta
where our tubenny habenny metro maniplumbs below thè ober-
flake underrails and stations at this time of riding) to thè thrum-
mings of a crewth fiddle which, cremoaning and cronauning, levey
grevey, witty and wevey, appy, leppy and playable, caressed thè
ears of thè subjects of King Saint Finnerty thè Festive who, in
brick homes of their own and in their flavory fraiseberry beds,
heeding hardly cry of honeyman, soed lavender or foyneboyne
salmon alive, with their priggish mouths all open for thè larger
appraisiation of this longawaited Messiagh of roaratorios, were
only halfpast atsweeeep and after a brisk pause at a pawnbroking
establishment for thè prothetic purpose of redeeming thè song-
ster’s truly admirable false teeth and a prolonged visit to a house
of cali at Cujas Place, fizz, thè Old Sots’ Hole in thè parish of
Saint Cecily within thè liberty of Ceolmore not a thousand or one
national leagues, that was, by Griffith’s valuation, from thè site
of thè statue of Primewer Glasstone setting a match tò thè march
of a maker (last of thè stewards peut-ètre), where, thè tale rambles
Einnegans Wake H.C.E. 4Ibis

questi incurabili welleslay tra quegli incarabili wellasday tramite


Santiago per il suo cappello con le conchiglie, buon Lazzaro, liberaci
tu!) senza essere stato capace di jerrymediarla da nessuna parte. Lisa
O’Deavis e Roche Mongan (che avevano tanto incomune, epipsichidi-
camente; se è permessa la frase hostis et odor insuper petroperfractus)
come cosa sottintesa schiacciavano il sonno dei swimborniati nell’uni­
ca soave ondeggiante madre dei saltintumbler con Hosty proprio
come gli shbarbatelli nel shawboschetto gli yobifolchi negli yoats or,
well, i wissoluti nel wildeserto, e l’affacendata servalba tutto fare (oh
l’atenia pria il patir!) non era stata per molti istanti a lustrare i
coperchi delle pentole, gli ottoni delle porte, le guanciotte rossomela
degli scolari e i metalli del tedaiolo quando, ashopperstratto come
nessuno lui va a fare la bachenbeggolazione con l’uomo bianco, il
suonatore ringiovanito (perché dopo la tempesta e il tumulto di una
buonanotte ed un’ottimattina da schinkenham con gli excompagni
non era lo stesso uomo) e il suo seguito completamente sveglio della
camera da letto (i nostri ragazzi, come li chiamava il nostro Byron)
erano in piedi ed irrequieti e dalla hogstia finirono damordaccordo a
The Barrei, traverso di Ebbiino il congelato hamlaggio (tria strappi e
tria soste sulle loro superfici di allora curiosamente corrispondenti a
quei linea e puncta dove il nostro tubennico habennico metro
manipiomba sotto le subrotaie dell’oberflache e staziona in questo
momento del percorso) accompagnati dagli strimpellamenti di un
violino crwthele che, cremonlando e cronantando, levio grevio,
wittarguto e weveyondoso, appile, leppile e plaiabile, accarezzò le
orecchie dei sudditi di Re San Finnerty il Festivo i quali, in case di
mattoni di loro proprietà e in beddi fragranti di fràisela, facendo
appena attenzione alle grida di mielgustoso, lavanda zoetdolce o
salmone vivo del foyneboyne, con le bocche presuntuose spalancate
per una miglior apprezziazione di questo lungatteso Messiagh dei
ruggioratori, erano soltanto a metà oltre il soooonno e dopo una breve
pausa ad un banco di pegni con il progetto protetico di redimere i
denti falsi decisamente ammirevoli del cantante ed una prolungata
visita ad una taverna in Cujas Place, ossteria, l’Old Sots’ Hole nella
parisocchia di Santa Cecilia dentro la liberty di Ceolmore non mille
od una lega nazionale, cioè, secondo la valutazione di Griffith, dal sito
della statua del Primierro Glasstone che stabilisce una misura alla
marcia di un manifattore (l’ultimo degli stewards peut-étre), dove, il
42 Vinnegans Wake H.C.E.

along, thè trio of whackfolthediddlers was joined by a further—


intentions—apply—tomorrow casual and a decent sort of thè
hadbeen variety who had just been touching thè weekly insult,
phewit, and all figblabbefs (who saith of noun?) had stimulants
in thè shape of gee and gees stood by thè damn decent sort after
which stag luncheon and a few ones more just to celebrate yester-
day, flushed with their firestufffostered friendship, thè rascals carne
out of thè licensed premises, (Browne’s first, thè small p.s. ex-ex-
executive capahand in their sad rear like a lady’s postscript: I want
money. Pleasend), wiping their laughleàking lipes on their sleeves,
how thè bouckaleens shout their roscan generally (seinn fion,
seinn fion’s araun.) and thè rhymers’ world was with reason thè
richer for a wouldbe ballad, to thè balledder of which thè world
of cumannity singing owes a tribute for having placed on thè
planet’s melomap his lay of thè vilest bogeyer but most attrac-
tionable avatar thè world has ever had to explain for.
This, more krectly lubeen or fellow — me — lieder was first
poured forth where Riau Liviau riots and col de Houdo humps,
under thè shadow of thè monument of thè shouldhavebeen legis-
lator (Eleutheriodendron! Spare, woodmann, spare!) to an over-
flow meeting of all thè nations in Lenster fullyfilling thè visionai
area and, as a singleminded supercrowd, easily representative,
what with masks, whet with faces, of all sections and cross sections
(wineshop and cocoahouse poured out to brim up thè broaching)
of our liffeyside people (to oiriit to mention of thè mainland mino-
rity and such as had wayfared via Watling, Emin, Icknild and
Stane, in chief a halted cockney car with its quotai of Hardmuth’s
hacks, a northem tory, a southern whig, an eastanglian chroni-
cler and a landwester guardian) ranging from slips of young
dublinos from Cutpurse Row having nothing better to do than
walk about with their hands in their kneepants, sucking air-
whackers, weedulicet, jumbobricks, side by side with truant
officers, three woollen balls and poplin in search of a croust of
pawn to busy professional gentlemen, a brace of palesmen with
dundrearies, nooning toward Daly’s, fresh from snipehitting and
mallardmissing on Rutland heath, exchanging cold sneers, mass-
Finnegans Wake H.C.E.

racconto continua a divagare, il trio di vaccafoldediddlatori re­


raggiunto da un avventizio per-altri-posti-passo-domani, un bucr.
diavolo della varietà cerastata che era appena stato a prendere
l’insulto settimanale, ùffalo, e tutti i cianciafichi (chi parla di nomi-
presero degli alcolici sotto l’aspetto di gi e gi col soccorso di quei
buon diavolo dannato e dopo questo spuntino tra soli uomini e
qualcuno di più per festeggiare Fieri, arrossati per la loro amicizia
favorita dai forapancia, i mascalzoni uscirono dal locale autorizzato,
(per primo Browne, il piccolo p.s. co-co-commesso cappinmano
quale triste retroguardia come il post-scriptum di una signora: Ho
bisogno di soldi. Pregomanda), forbendosi le lippe gaiogoccianti sulla
manica, come i buachaillini urluccisero il roscan generalmente (seinn
fion, seinn fion è araun) e il mondo dei verseggiatori è diventato con
ragione più ricco per una sedicente ballata, al cui balledero il mondo
della cumannità cantante deve un tributo per aver collocato sulla
melomappa del pianeta non solo il lai del più abominevole spaurac­
chio ma la più attrazionabile avatara che il mondo abbia mai dovuto
spiegare.
Questa, più krettamente una lubeenata o un segate-il-lieder, è stata
riversata per la prima volta dove il Riau Liviau ribotta e il col de
Houdo s’ingobba, all’ombra del monumento dell’avrebbedovutessere
legislatore (Eleuteriodendron! Risparmia, legnamann, risparmia!) nel
Lenster su di un raduno straripante di tutte le nazioni che pienpiva la
superficie visiva e, come una moltitudine concorde, facilmente
rappresentativa, un po’ per le maschere, un po’ per le facce, di tutte le
sezioni trasversali e non (fiaschetteria e latteria si riversarono fuori per
completare la spillatura) del nostro popolo liffeyrasco (per omettere
di citare la minoranza continentale e quelli che avevano viaggiato via
Watling, Ernin, Icknild e Stane, capitalmente una carrozza cockney
arrestatasi con il suo quotale di ronzibacchini di Hardmuth, un tory
del nord, un whig del sud, un cronista eastanglico e un guardiano
manchwesteriano) che andava da frotte di soldidicacio dublinos di
Cutpurse Row che non avevano niente di meglio da fare che
bighellonare con le mani nelle rotultande, dando da bere aervaccate
viduelicet, jumbogaffes, fianco a fianco con ufficiali scansafatica. tre
ballisti di lana e un pezzo di popeline in cerca di una crousta di pagr..
per tenere occupati dei gentiluomini di professione, un pare
palesmani con le dundrearysette, che se ne mezzogiornavano ver>.
Daly, appena tornati dall’aver colpito beccacini e mancato maLar ---
nitre nella hbrughiera di Rutland, elargendosi caustici sogghigr-
43 Einnegam Wake H CE

going ladies from Hume Street in their chairs, thè bearers baited,
some wandering hamalags out of thè adjacent cloverfields of
Mosse’s Gardens, an oblate father from Skinner’s Alley, brick-
layers, a fleming, in tabinet fumant, with spouse and dog, an aged
hammersmith who had some chisellers by thè hand, a bout of
cudgel players, not a few sheep with thè braxy, two bluecoat
scholars, four broke gents out of Simpson’s on thè Rocks, a
portly and a pert stili tassing Turkey Coffee and orange shrub in
tickeyes door, Peter Pim and Paul Fry and then Elliot and, O,
Atkinson, suffering hell’s delights from thè blains of their annui-
tants’ acorns not forgetting a deuce of dianas ridy for thè hunt, a
particularist prebendary pondering on thè roman easter, thè ton­
sure question and greek uniates, plunk em, a lace lappet head or
two or three or four from a window, and so on down to a few good
old souls, who, as they were juiced after taking their pledge over at
thè uncle’s place, were evidently under thè speli of liquor, from thè
wake of Tarry thè Tailor a fair girl, a jolly postoboy thinking off
three flagons and one, a plumodrole, a half sir from thè weaver’s
almshouse who clings and clings and chatchatchat clings to her, a
wholedam’s cloudhued pittycoat, as child, as curiolater, as Caoch
O’Leary. The wararrow went round, so it did, (a nation wants
a gaze) and thè ballad, in thè felibrine trancoped metre affectioned
by Taiocebo in his Casudas de Poulichinello Artahut, stump-
stampaded on to a slip of blancovide and headed by an excessively
rough and red woodcut, privately printed at thè rimepress of
Delville, soon fluttered its secret on white highway and brown
byway to thè rose of thè winds and thè blew of thè gaels, from
archway to lattice and from black hand to pink ear, village crying
to village, through thè five pussyfours green of thè united States
of Scotia Pietà—and he who denays it, may his hairs be rubbed
in dirti To thè added strains (so peacifold) of his majesty thè
flute,thatonecrooned king of inscrewments, Piggott’s purest, dello
alsoltuto, which Mr Delaney (Mr Delacey?), horn, anticipating
a perfect downpour of plaudits among thè rapsods, piped
out of his decentsoort hat, looking stili more like his purseyful
namesake as men of Gaul noted, but before of to sputabout, thè
Finnegans Wake H.C.E. 43bis

signore di Hume Street dirette a messa sulle loro portantine, coi


latorsi lusincatenati, qualche amalogiudeo errante dai contigui campi
di trifoglio dei giardini di Mosse, un padre oblato di Skinner’s Alley,
dei muratori, un fiammingo, in tabinet fumante, con consorte e cane,
un hammersmith in età che aveva qualche imbroglioncesello sotto
mano, una torma di lottatori col bastone, non poche pecore con il
carbonchio, due studianti in giubba blu, quattro signori squattrinati
del Simpson’s on thè Rocks, un imponente e un impudente che
tazzavano ancora caffè turco e liquore d’arancio sulla porta di un
barribaleno, Peter Pim e Paul Fry e poi Elliot e, oh, Atkinson, che
soffrivano le delizie dell’inferno per le vescichette sui galli dei loro
goditori di vitalizi senza dimenticare un duovolo di dianarie ponte per
la caccia, un prebendario particolarista che stava ponderando sulla
pasqua romana, sulla questione della tonsura e sugli uniati greci, che li
possino, una testa del lace lappet o due o tre o quattro da una finestra,
e così via fino ad alcuni poveri vecchi che, dato che erano in quattrini
perché avevano portato il voto di astinenza al monte di pietà, erano
evidentemente sotto l’influsso magico dei liquori, dalla veglia di Tarry
il Tailor una ragazza bionda, un allegro postoiglione che stava
smaltendo tre fiaschi più uno, un plumodrole, un mezzo baronetto
della weaver’s almhouse che s’attacca e s’attacca e chatchatchat
s’attacca a lei, pietottana color di nube da damintera, come un citto,
come un curiolater, come Caoch O’Leary. La freccia di guerra andò
in giro, così fece, (una nazione sull’onor) e la ballata, nel metro
felibrino trancopato affettazionato da Taiocebo nelle Casudas de
Poulichinello Artahut, stumpstampedata su di una striscia di blancovi-
de e con un’incisione su legno eccessivamente approssoimativa come
titolo, pubblicata privatamente presso i rimatorchi di Delville, presto
sventolò il suo segreto per vie principali bianche e vie secondarie
brune al tosarsi dei venti ed al bluffiate delle gaelibrezze, da
archivolto a traliccio e da mano nera ad orecchio roseo, di villaggio in
villaggio, attraverso i cinque verdi pussiquarti degli stati uniti della
Scotia Pietà — e colui che lo nega, che i suoi peli possano venire
strofinati nella sporcizia! Con l’aggiunta della melodia (così pacivalla)
di sua maestà il flauto, quel re uncorontato degli scrwthmenti, il
purissimo di Piggott, dello alsoliutoy che Mr Delaney (Mr Delacey?),
corno, prevedendo un grande scroscio di plausi tra i rapssodi, pifferò
fuori dalla sua passabilsoorta di cappello, sembrando ancor più simile
al suo omonimo porsifalliano come notarono gli uomini della Gallia,
ma prima del per sputaintorno, con la ciocca nevecrestata amollotra i
44 Einnegans Wake H C E

snowycrested curi amoist thè leader’s wild and moulting hair,


‘Ductor’ Hitchcock hoisted his fezzy fuzz at bludgeon’s height
signum to his companions of thè chalice for thè Loud Fellow,
boys’ and silentium in curia! (our maypole once more where he rose
of old) and thè canto was chantied there chorussed and christened
where by thè old tollgate, Saint Annona’s Street and Church.
And around thè lawn thè rann it rann and this is thè rann that
Hosty made. Spoken. Boyles and Cahills, Skerretts and Pritchards,
viersified and piersified may thè treeth we tale of live in stoney.
Here line thè refrains of. Some vote him Vike, some mote him
Mike, some dub him Llyn and Phin while others hail him Lug
Bug Dan Lop, Lex, Lax, Gunne or Guinn. Some apt him Arth,
some bapt him Barth, Coll, Noli, Soli, Will, Weel, Wall but I
parse him Persse O’Reilly else he’s called no name at all. To-
gether. Arrah, leave it to Hosty, frosty Hosty, leave it to Hosty
for he’s thè mann to rhyme thè rann, thè rann, thè rann, thè king
of all ranns. Have you here? (Some ha) Have we where? (Some
hant) Have you hered? (Others do) Have we whered? (Others dont)
Ifs cumming, it’s brumming! The clip, theclop! (All eia) Glass
crash. The (klikkaklakkaklaskaklopatzklatschabattacreppycrotty-
graddaghsemmihsammihnouithappluddyappladdypkonpkot!).
^Ardite., arditi!
[Music cue.
“ The Ballad of Persse O’Reilly.”

Have you heard rf otu Jiuwp - ty Dump-ty how he


Finnegans Wake H.C.E. 44bis

capelli wildigliati e mudanti da lieder, il “Ductor” Hitchcock helevò


la sua fuzzia fezzosa ad altezza di randello signum per i suoi compagni
di calice per il Loud Fellow, dei ragazzi e silentium in curia\ (il nostro
albero di maggio ancora una volta dove lui sorgeva nei tempi andati) e
il canto fu cantonnato là corificato e cristezzato dove vicino alla
vecchia barriera di pedaggio, via e chiesa di Sant’Annona.
E intorno al prato il rann ranno e questo è il rann che fece Hosty
Detto. Boyles e Cahills, Skerretts e Pritchards, viersificata e piersifica-
ta, che possa l’alverità di cui raccontazioniamo vivere nella stonia. Qui
si allineano i ritornelli di: Chi lo vota Vike, chi lo mota Mike, chi lo
dubba Llyn e Phin mentre altri lo chiamano Lug Bug Dan Lop, Lex,
Lax, Gunne o Guinn. Chi lo atte Arth, chi lo batte Barth, Coll, Noli,
Soli, Will, Weel, Wall ma io lo persoanalizzo Persse O’Reilly
elterimenti hlui non viene chiamato con nessun nome. Insieme.
Arrah, lasciatelo a Hosty, l’ostico Hosty, perché lui è il mann che rima
il rann, il rann, il rann, il re di ogni rann. Ce l’avete approprio?
(Qualcuno sì) Ce l’abbiamo davvero? (Qualcuno no) Ce l’avete
appropriato? (Altri sì) Ce l’abbiamo dawerato? (Altri no) Sta
cumminando, sta brummenando! Applic, appluc! (Tutti appla) Vetri
rotti. La (klikkaklakkaklaskakhlopatklatschabatticreppycrottygrea-
dadhsemmihsammihappluddyappladdyplieskanjeclap ! )
Ardite, arditi!

{ Attacco musicale
“La Ballata di Persse O’Reilly”

Hai sentito di un certo Hump - ty Dump-ty come

Gran Ma-gaz-zin elmo, gob-ba e pancin Da Capo


45 Finnegans Wake H CE.

Have you heard of one Humpty Dumpty


How he fell with a roll and a rumble
And curled up like Lord Olofa Crumple
By thè butt of thè Magazine Wall,
(Chorus) Of thè Magazine Wall,
Hump, helmet and all?

He was one time our King of thè Castle


Now he’s kicked about like a rotten old parsnip.
And from Green Street he’ll be sent by order of His Worship
To thè penai jail of Mountjoy
(Chorus) To thè jail of Mountjoy!
Jail him and joy.

He was fafafather of all schemes for to bother us


Slow coaches and immaculate contraceptives for thè populace,
Mare’s milk for thè sick, seven dry Sundays a week,
Openair love and religioni reform,
(Chorus) And religious reform,
Hideous in form.

Arrah, why, says you, couldn’t he manage it?


TU go bail, my fine dairyman darling,
Like thè bumping bull of thè Cassidys
All your butter is in your horns.
(Chorus) His butter is in his horns.
Butter his horns!

(Repeat) Hurrah there, Hosty, frosty Hosty, change that shirt


[on ye,
Rhyme thè rann? thè king of all ranns!

BalbacciOy balbuccio!
We had chaw chaw chops, chairs, chewing gum, thè chicken-
[pox and china chambers
Universally provided by this soffsoaping salesman.
Finnegans Wake H.C.E. 45bis

Avete sentito di un certo Humpty Dumpty


Come cadde con un ruzzolio ed un rimbombo
E si contrasse come Lord Olofa Crumple
Vicino al buttapieno del Muro del Magazzino,
(Coro) Del Muro del Magazzino,
Gobba, gorgiera e tutto?

Una volta era il nostro Re del Castello


Ora tutti lo prendono a calci come una pastinaca marcia.
E da Green Street verrà inviato per ordine di Sua Eccellenza
Al carcere penale di Mountjoy
(Coro) Al carcere di Mountjoy!
Incarceriamolo e gioiamo.

Fu il papapadre di tutti gli imbrogli per infastidirci


Autobus in ritardo e contraccettivi immacolati per la plebaglia,
Latte di cavalla per i malati, sette domeniche di sole la settimana,
Amore all’aria aperta e riforma della religione,
(Coro) E riforma religiosa,
Orribile nella forma.

Arrah, perché, dite, non ha potuto cavarsela?


Ci scommetto, mio bel lattaio lèpido,
Come il toro tonfante dei Cassidy
Tutto il burro sta nelle tue corna.
(Coro) Il suo burro sta nelle sue corna.
Imburrate le sue corna!

(Ripetere) Urrà per te, Hosty, ostico Hosty, cambiati quella camicia,
Rima il rann, il re di ogni rann!

Balbaccio, balbuccio!
Avevamo braciole niam-niam, brande, brustolini, brucellosi e brocche
[da notte
Universalmente forniti da questo piazzista piaggiatore.
46 Einnegans Wake H.C.E.

Small'wonder He’ll Cheat E’erawan our locai lads nicknamed him


When Chimpden first took thè floor
(Chorus) With his bucketshop store
Down Bargainweg, Lower.

So snug he was in his hotel premises sumptuous


But soon we’ll bonfire all his trash, tricks and trumpery
And’tis short till sheriff Clancy’ll be winding up his unlimited
[company
With thè bailiff’s bom at thè door,
(Chorus) Bimbam at thè door.
Then he’ll bum no more.
Sweet bad luck on thè waves washed to our island
The hooker of that hammerfast viking
And Gall’s curse on thè day when Eblana bay
Saw his black and tan man-o’-war.
(Chorus) Saw his man-o’-war.
On thè harbour bar.

Where from? roars Poolbeg. Cookingha’pence, he bawls Donnez-


[moi scampitle, wick an wipin’fampiny
Fingai Mac Oscar Onesine Bargearse Boniface
Thok’s min gammelhole Norveegickers moniker
Og as ay are at gammelhore Norveegickers cod.
(Chorus) A Norwegian carnei old cod.
He is, begod.

Lift it, Hosty, lift it, ye devii ye! up with thè rann- thè rhyming
[ranni

It was during some fresh water garden pumping


Or, according to thè Nursing Mirrar^ while admiring thè mon-
[keys
That our heavyweight heathen Humpharey
Made bold a maid to woo
(Chorus) Woohoo, what’ll she doo!
The generai lost her maidenloo!
Finnegans Wake H.C.E. 46bis

C’è poco da stupirsi se i ladgazzi del luogo l’hanno soprannominato


[Hlui Ciurlerà Evascuno
Quando Chimpden è sceso per la prima volta in campo
(Coro) Col suo bazar da allibratore clandestino
Giù per Bargainweg, Lower.

Se ne stava così tranquillo nel suo albergo suntuoso


Ma presto faremo un falò di tutti i suoi bidoni, le sue bubbole e le sue
[bagatelle
E tra poco lo sceriffo Clancy liquiderà la sua società a responsabilità
[illimitata
Con il bom del balivo alla porta,
(Coro)- Bimbam alla porta,
Allora non bummerà più.

Grandissima sfortuna ai flutti che hanno portato fino alla nostra isola
Il peschereccio di quel vichingo hammerfastoso
E maledetto dai Gali sia il giorno in cui la baia di Eblana
Vide la sua corazzata black and tan.
(Coro) Vide la sua corazzata.
Sulla barra del porto.

Da dove? ruggisce Poolbeg. Cocinhoven, strilla Donnez-moi scampi­


lo, sede e spossante fampiglia

Fingai Mac Oscar Onesine Bargearse Boniface


Qvest’è il min gamelocchio soprannome norvegichese
Og come che sono un gammelacchio merluzzo norvegichese.
(Coro) Un merluzzo norvegese vecchio come un cammello.
Lo è, diowero.

Alzalo, Hosty, alzalo, tu, diavolaccio! viva il rann, il rann rimato!

Fu durante una festa pompestre all’acqua fresca


O, secondo il Nursing Mirrar, mentre ammirava le scimmie
Che il nostro Humpharey pesomassimo pagano
Osò far la corte a una ragazza
(Coro) Haahaa, che mai questa farà!
Il generale ha perso la di lei waterginità!
47 Finnegans Wake H.C E.

He ought to blush for himself, thè old hayheaded philosopher,


For to go and shove himself that way on top of her.
Begob, he’s thè crux of thè catalogne
Of our antediluvial zoo,
• (Chorus) Messrs. Billing and Coo.
Noah’s larks, good as noo.

He was joulting by Wellinton’s monument


Our rotorious hippopopotamuns
When some bugger let down thè backtrap of thè omnibus
And he caught his death of fusiliers,
(Chorus) With his rent in his rears.
Give him six years.

’Tis sore pity for his innocent poor children


But look out for his missus legitimate!
When that frew gets a grip of old Earwicker
Won’t there be earwigs on thè green?
(Chorus) Big earwigs on thè green,
The largest ever you seen.

Suffoclose! Sbikespower! Seudodanto! Anonymoses!


Then we’11 have a free trade Gaels’ band and mass meeting
For to sod thè brave son of Scandiknavery.
And we’ll bury him down in Oxmanstown
Along with thè devii and Danes,
(Chorus) With thè deaf and dumb Danes,
And all their remains.

And not all thè king’s men nor his horses


Will resurrect his corpus
For there’s no true speli in Connacht or hell
(bis) That’s able to raise a Cain.
Finnegans Wake H.C.E. 47bis

Dovrebbe arrossire di se stesso, quel vecchio filosofo dalla testa di


[fieno,
Per essere andato a buttarsi su di lei in quel modo.
Perbecco, è la complicazione del catalogo
Del nostro zoo antidiluviale,
(Coro) Messrs. Billing and Coo.
Le larklodole di Noè, buone come noo.

Stava sobballottando vicino al monumento a Wellington


Il nostro rotorio ippopopotamons
Quando un belchecco abbassò la botola dell’omnibus
E lui si prese dei bei fucilieri che avrebbero potuto portarlo alla
[morte,
(Coro) Con uno strappigione sul retro.
Dategli sei anni.

È davvero un peccato per i suoi poveri bambini innocenti


Ma guardate la sua signora legittima!
Quando quella fru riuscirà ad afferrare il vecchio Earwicker
Non ci saranno ervigghie sopra il prato?
(Coro) Grandi ervigghie sul prato,
Le più grandi che abbiate mai veduto.

Suffoclose! Shikespower! Seudodanto! Anonymoses!

Quindi avremo una banda di Gaeli da libero scambio e un mass


[meeting
Per coprire di zolle il coraggioso figlio di Scandignavia.
E lo seppelliremo laggiù a Oxmantown
Insieme al diavolo e ai danesi,
(Coro) Coi danesi sordomuti,
E tutti i loro resti.

E né tutti gli uomini del re né tutti i suoi cavalli


Risusciteranno il suo corpus
Perché non c’è nessun incantesimo nel Connaght né all’inferno
(bis) Che sia abile a far sorgere un Caino.
Chest Cee! ’Sdense! Corpo di barragio! you spoof of visibility
in a freakfog, of mixed sex cases among goats, bill cat and plain
mousey, Bigamy Bob and his old Shanvocht! The Blackfriars
treacle plaster outrage be liddled ! Therewith was released in that
kingsrick of Humidia a poisoning volume of cloud barrage indeed.
Yet all they who heard or redelivered are now with that family
of bards and Vergobretas himself and thè crowd of Caraculacticors
as much no more as be they not yet now or had they then not-
ever been. Canbe in some future we shall presently here amid
those zouave players of Inkermann thè mime mumming thè mick
and his nick miming their maggies, Hilton St Just (Mr Frank
Smith), Ivanne Ste Austelle (Mr J. F. Jones), Coleman of Lucan
taking four parts, a choir of thè O’Daley O’Doyles doublesixing
thè chorus in Fenn Mac Cali and thè Serven Feeries ofLoch Neach,
Galloper Troppler andHurleyquinn thè zitherer of thè past with his
merrymen all, zimzim, zimzim. Of thè persins sin this Eyrawyg-
gla saga (which, thorough readable to int from and, is from tubb
to buttom all falsetissues, antilibellous and nonactionable and this
applies to its whole wholume) of poor Osti-Fosti, described as
qui te a musical genius in a small way and thè owner of an
exceedingly niced ear, with tenorist voice to match, not alone,
but a very major poet of thè poorly meritary order (he began
Tuonisonian but worked his passage up as far as die we-all-
hang-together Animandovites) no one end is known. If they
’Pett’un do! ’ntefitta! Corpo di barragio! gabbavate di visibilità in
una nebbia da nani, di casi di sesso incerto tra le capre, di gatti di
collina e di topolini di pianura, di Bigamy Bob e della sua vecchia
Shanvocht! Che l’oltraggio di gesso del teantro di Blackfriars sia
liddellraso al suolo! Con ciò fu liberato davvero in quel reamo di
Humidia un avvelenante volume di barrage cloughvoloso. Eppure
tutti quelli che hanno sentito o riferito sono adesso con quella famiglia
di bardi e con Vergobretas stesso e con la caterva di Caraculacticori
tanti non più quanti non ne esistono ancora adesso o nonmai erano
esistiti allora. Podarsi in qualche futuro che noi presentementeremo
qui in mezzo a quei zoavi suonatori di Inkermann il mimo che moina
il micco e il suo nicco che mima le loro maggie, con Hilton St Just (Mr
Frank Smith), Ivanne Ste Austelle (Mr J.F.Jones), Coleman di Lucan
che reciterà quattro parti, il coro degli O’Daley O’Doyles che
doppioseierà il corpo di ballo in Fenn Mac Cali and thè Serven Feeries
of Loch Neach, Galloper Troppler and Hurleyquinn il suonatore di
cetra tirolese del passato con tutti i suoi accompagnatori, zimzim,
zimzim. Delle colpersone colpin questa saga di Eyrawyggla (che,
sebbene perfettamente leggibile a un cupo dall’antro, è da cimabott’a
buttofondo tutta falsiorditi, antidiffamatoria e inquerelabile e ciò si
applica a tuttwho il suo wholume) del povero Osti-Fosti, descritto
come un genio davvero musicale nel suo piccolo e possessore di un
orecchio straordinariamente finato, con una voce da tenorista della
stessa forza, non da solo, ma poeta veramente maggiore dell’ordine
poveramente meritare (cominciò come tuonisoniano ma riuscì a
crearsi un passaggio fino agli Animandoviti stringiamoci-tutti-
insieme) nessuna fine è nota. Se lo fischiettarono prima che alzasse la
49 Finnegans Wake H.C.E.

whistled him before he had curtains up they are whistling him


stili after his curtain’s doom’s doom. Eifù. His husband, poor old
A’Hara (Okaroff?) crestfallen by things and down at heels at thè
time, they squeak, accepted thè (Zassnoch!) ardree’s shilling at
thè conclusion of thè Crimean war and, having flown his wild
geese, alohned in crowds to warnder on like Shuley Luney,
enlisted in Tyrone’s horse, thè Irish whites, and soldiered a bit
with Wolsey under thè assumed name of Bianco Fusilovna Buck-
lovitch (spurious) after which thè cawer and thè marble halls
of Pump Court Columbarium, thè home of thè old seakings,
looked upon each other and queth their haven evermore for it
transpires that on thè other side of thè water it carne about that on
thè field of Vasileff’s Cornix inauspiciously with his unit he
perished, saying, this papal leafless to old chap give, rawl chaw-
clates for mouther-in-louth. BooiL Poor old dear Paul Horan,
to satisfy his literary as well as his criminal aspirations, at thè
suggestion thrown out by thè doomster in loquacity lunacy, so
says thè Dublin Intelligence, was thrown into a Ridley’s for
inmates in thè northern counties. Under thè name of Grani he
may have been thè utility man of thè troupe capable of sustain-
ing long parts at short notice. He was. Sordid Sam, a dour decent
deblancer, thè unwashed, haunted always by his ham, thè un wished,
at a word from Israfel thè Summoner, passed away painlessly
after life’s upsomdowns one hallowe’en night, ebbrous and in
thè state of nature, propelled from Behind into thè great Beyond
by footblows coulinclouted upon his oyster and atlas on behanged
and behooved and behicked and behulked of his last fishandblood
bedscrappers, a Northwegian and his mate of thè Sheawolving
class. Though thè last straw glimt his baring this stage thunkhard
is said (thè pitfallen gagged him as ‘Promptboxer’) to have
solemnly said — as had thè brief thot but fell in till his head like
a bass dropt neck fust in till a bung crate (cogged!): Me drames,
O’Loughlins, has come through! Now let thè centuple celves of
my egourge as Micholas de Cusack calls them, — of all of whose
I in my hereinafter of course by recourse demission me — by
thè coincidance of their contraries reamalgamerge in that indentity
Finnegans Wake H.C.E. 49bis

tela lo stanno ancora fischiettando dopo il dum del dum della sua tela.
Ei fù. Il di lui marito, il povero vecchio A’Hara (Okaroff?) in quel
tempo umiliato dalle cose e malandato, cantano, accettò di (Sasa-
nach!) arruolarsi nell’ardregio esercito alla conclusione della guerra di
Crimea e, dopo aver fatto volare le sue oche selvatiche, solohn tra la
folla ad ammonivagare ancora come Shuley Luney, entrò nella
cavalleria di Tyrone, i bianchi d’Irlanda, e fece il soldato per un po’
con Wolsey sotto il finto nome di Bianco Fusilovna Bucklovitch
(spurio) dopo di che la cathairnacchia e le marmoree sale del
Columbarium di Pump Court, residenza dei vecchi re del mare, si
squadrarono e al lorc orbo disserm ahi, perché trapela che dall’altra
parte dell’acqua successe che morì inauspicatamente sul campo della
Cornix di Vasileff con la sua unità, dicendo, questo sfoglio papale
datelo al vecchio, la ciccolatta bona per la mandre louthgale. Booyil. Il
caro Paul Horan, povero vecchio, per soddisfare le sue aspirazioni
letterarie come pure criminali, dietro suggerimento insinuato dall’iu-
dice nella scemenza dello sproloquio, così dice la Dublin Intelligence,
fu scaraventato in un Ridley per pazzienti nelle contee settentrionali.
Sotto il nome di Orani potrebbe essere stato il generico della
compagnia capace di sostenere parti lunghe con un breve preavviso. E
stato. Sordid Sam, un buon diavolo di duro deblanciere, il nonlavato,
sempre hinfastidito dal suo ham, il nondesiderato, ad una parola di
Israfel il Convocatore, passò di questa vita senza penare dopo le
lanterne vincenze dell’esistenza in una notte di Ognissanti, ebro e
come natura lo fece, spinto dal Didietro nel grande Dilà dalle botte di
piedi colincloutategli sulla colonna e sull’atlante battisternato e
battiscapolato e battisfenoidato e battischienato dai suoi ultimi
codormienti taccabrighe in carne e pesce, un nordvegese e il suo
compare della classe dei corsheari. Se anche l’ultimo sguoccio
glimtava il suo bering si dice che questo ponzabeone teatrale (i buttati
in platea lo hanno sopramotteggiato “Buco del suggeritore”) abbia
detto solennemente — come se avesse preso un breve ponzagoccio
ma fosse caduto testavanti come un basspersico precipitato collingiù
dentro a un cestino col coperchio (fregato!): I miei per dreami,
O’Loughlins, si sono sverificati! Ora che le centuple centità dei miei
egoimpulsi come li chiama Micholas de Cusak, — da tutti i quali nel
mio quidiseguito d’accorsamente mediante ricorso mi dimissiono —
per la coincidenza dei loro contrari riamalgamergono in quella
50 Finnegans Wake H.C.E.

of undiscemibles where thè Baxters and thè Fleshmans may


they cease to bidivil uns and (but at this poingt though thè iron
thrust of his cockspurt start might have prepared us we are well-
nigh stinkpotthered by thè mustardpunge in thè tailend) this
outandin brown candlestock melt Nolan’s into peese! Han var.
Disliken as he was to druriodrama, her wife Langley, thè prophet,
and thè decentest dozendest short of a frusker whoever stuck his
spickle through his spoke, disappeared, (in which toodooing he
has taken all thè French leaves unveilable out of Calomne-
quiller’s Pravities) from thè sourface of this earth, that austral
plain he had transmaried himself to, so entirely spoorlessly (thè
mother of thè hook with a dustwhisk tabularasing his obliteration
done upon her involucrum) as to tickle thè speculative to all but
opine (since thè Levey who might have been Langley may have
really been a redivivus of paganinism or a volunteer Vousden)
that thè hobo (who possessed a large amount of thè humoresque)
had transtuled his funster’s latitat to its finsterest interrimost. Bài
she. Again, if Father San Browne, tea and toaster to that quaint-
esttest of yarnspinners is Padre Don Bruno, treu and troster to
thè queen of lar-Spain, was thè reverend, thè sodality director,
that eupeptic viceflayer, a barefaced carmelite, to whose palpi-
tating pulpit (which of us but remembers thè rarevalent and
hornerable Fratomistor Nawlanmore and Brawne.) sinning society
sirens (see thè [Roman Catholic] presspassim) fortunately became
so enthusiastically attached and was an objectionable ass who very
occasionally cockaded a raffles ticket on his hat which he wore all
to one side like thè hangle of his pan (if Her Elegance saw him
she’d have thè canary!) and was semiprivately convicted of mal-
practices with his hotwashed tableknife (glossing over thè cark
in his pocket) that same snob of thè dunhill, fully several year-
schaums ri per, encountered by thè General on that redletter
morning or maynoon jovesday and were they? Fuitfuit.
When Phishlin Phil wants throws his lip ’tis pholly to be fortune
flonting and whoever’s gone to mix Hotel by thè salt say water
there’s nix to nothing we can do for he’s never again to sea. It
is nebuless an autodidact fact of thè commonest that thè shape of
Finnegans Wake H.C.E. 50bis

identità di impercettibili in cui i Baxter e i Fleshman possano smettere


di bistrattaruns e (ma a questo poingto anche se la ferrea spinta della
sua partenza spuriaculatoria avrebbe potuto prepararci siamo molto
propinqui ad essere impothertati dal pungore di mostarda nella coda)
questo dentrefuoreminente candelario bruno possa fondere in piis
quello del Nolani Han var. Detestaragonata com’era al druriodram-
ma, la di lei moglie Langley, il profeta, e la shorta più decente e
dozzinalenta di fruscone chiunque gli piantasse il suo pierulino
attraverso il suo piolo, disparve, (e in questo tramtrambusto se l’è
filata con tutte le fogliotte francesi che ha potuto scoprendere dalle
Pravità di Calomnequiller) dalla superfaccia di questa terra, quella
pianura australe in cui si era transmarferito, senza lasciare assoluta-
mente nessuna pista (con la madre del libro che tabularade con un
piumino per la polvere la di lui obliterazione effettuata sopra il di lei
involucro) tanto da solleticare a tutti il lato speculativo soltanto per
opinare (dato che il Levey che avrebbe potuto essere Langley poteva
essere stato in realtà un redivivus del paganinesimo o un Vousden
volontario) che il vagabondo (che possedeva una gran quantità
dell’humoresque) aveva transtulato il latitat del suo funsterrimo fino
al suo interrimo finisterrissimo. Bhi she. E poi, se Father San Browne,
tè e toasterbrindatore di quel più bizzarrissimo dei contafrottole è
Padre Don Bruno, treu e trostersolatore della regina di lar-Spagna, fu
il reverendo, il direttore della confraternita, quel viceladro eupeptico,
un carmelitano glabro, al cui palpitante pulpito (quale di noi
solamente ricorda il rarovalendissimo e cornorevolissimo Fratomistor
Nawlanmore e Brawne.) le sirene della società dei sinnatori (vedere la
[Cattolica Romana] stampapassim) divennero fortunatamente così
entusiasticamente affezionate e fu un asino deplorevole chi molto
saltuariamente incoccardava un biglietto della riffles sul cappello che
portava tutto da un lato come il mahandnico della pandella (se Hsua
Eleganza l’avesse visto avrebbe avuto una crisi!) e che fu condannato
semiprivatamente per pratiche illecite con il suo coltello da tavola
lavato a caldo (che glossimulava il tappeso che aveva in tasca) quello
stesso snob del dunhilletamaio, incontrato, più stagionato di non
meno di diversi schaumanni, dal Generale in quel festivo jovesdì
mattina o maggioriggio ed erano loro? Fuitfuit.
Quando Phishlin Phil vuole buttarci la sfaccia è phollia damarsi
della fortuna e chiunque sia andato al mix Hotel vicino alla sayacqua
salata non c’è quanix niente che possiamo fare perché lui non sarà mai
più sul mare. È nebolumque un fatto autodidattico tra i più comuni
51 Finnegans Wake H.C.E.

thè average human cloudyphiz, whereas sallow has long daze


faded, frequently altered its ego with thè possing of thè showers
(Not originai!). Whence it is a slopperish matter, given thè wet
and low visibility (since in this scherzarade of one’s thousand one
nightinesses that sword of certainty which would indentifide thè
body never falls) to idendifine thè individuone in scratch wig,
squarecuts, stock lavaleer, regattable oxeter, baggy pants and
shufflers (he is often alluded to as Slypatrick, thè llad in thè liane)
with already an incipience (lust!) in thè direction of area baldness
(one is continually firstmeeting with odd sorts of others at all
sorts of ages!) who was asked by free boardschool shirkers in
drenched coats overawall, Will, Conn and Otto, to teli them
overagait, Voi, Pov and Dev, that fishabed ghoatstory of thè
haardly creditable edventyres of thè Haberdasher, thè two Cur-
chies and thè three Enkelchums in their Bearskin ghoats! Girles
and jongers, but he has changed alok syne Thorkill’s rime! Ya, da,
tra, gathery, pimp, shesses, shossafat, okodeboko, nine! Those
many warts, those slummy patches, halfsinster wrinkles, (what
has come over thè face on wholebroader E?), and (shrine of
Mount Mu save us!) thè large fungopark he has grown! Drink!
Sport’s a common thing. It was thè Lord’s own day for damp
(to wait for a postponed regatta’s eventualising is not of Battlecock
Shettledore-Juxta-Mare only) and thè request for a fully
armed explanation was put (in Loo of Pat) to thè porty (a native
of thè sisterisle — Meathman or Meccan? — by his brogue, ex-
race eyes, lokil calour and lucal odour which are said to have
been average clownturkish (though thè capelist’s voiced nasal
liquids and thè way he sneezed at zees haul us back to thè craogs
and bryns of thè Silurian Ordovices) who, thè lesser pilgrimage
accomplished, had made, pats* and pigs’ older inselt, thè south-
east bluffs of thè stranger stepshore, a regifugium persecutorum,
hence hindquarters) as he paused at evenchime for some or so
minutes (hit thè pipe, dannyboy! Time to won, barmon. 1’11 take
ten to win.) amid thè devil’s one duldrum (Apple by her blossom
window and Charlotte at her toss panomancy his sole admirers,
his only tearts in store) for a fragrend culubosh during his week-
Einnegans Wake H.C.E. 5 Ibis

che la forma dell’humana cirronomia media, mentre il salice è svanito


da tempo nel sonno, alterò frequentemente il suo ego col possaggio
degli acquazzoni (Per niente originale!). Da cui viene una materia
scivolosciatta, in considerazione dell’umidità e della scarsa visibilità
(poiché in questa scherzarada delle mille ed una nottità di uno quella
spada di certezza che indentifiderebbe il corpo non cade mai) per
identifinare l’individuone in parrucchino, paletot a falde quadre,
pravatta lavallière, pancioxto regatevole, calzoni con le borse e
scarpette da shuffle (a lui si allude spesso come à Slypatrick, il
lladgazzo nel llantiero) già con un inizio (libidine!) nel senso della
calvizie a chiazze (si primincontrano continuamente degli stravaganti
tipi di stranieri a tutti i tipi di età!) a cui fu chiesta da tree convittori
fughinisti in permeabili e passamuragna, Will, Conn e Otto, per
distinguerli un pass’ancora, Voi, Pov e Dev, quella pescialettica storia
di fantascapri delle haardemente commendevoli eventyre del Hmer-
ciaio, delle due Cuffiette e dei tre Enkelmiconi nei loro caprotti di
Pelledorso! Ragazze e jongenotti, ma è cambiato un secco syne dai
tempi di Thorgill! Ya, da, tra, cateti, pimp, shesse, shossafat,
okodeboko, nove! Quelle molte protuberanze, quegli appezzamenti
c^tapecchiosi, pieghe sinstrellastre, (che cosa gli è capitato in faccia al
frottellino di razza E?), e (santuario di Mount Mu salvaci!) che gran
fungopark gli è cresciuto! Salute!
Lo sport è una cosa comune. Era il giorno che il Lord aveva
umidificato (aspettare l’accadimentazione di una regata rimandata
non è soltanto di Battlecock Shettledore — Juxta — Mare) e la
richiesta di una spiegazione interamente corazzata fu avanzata (in Lu
di Pat) al portiè (nativo dell’isola sorella — di Meath o della Mecca?
— dall’accento, dagli occhi raggiexcórridori, dal caolore lokiale e
dall’odore lucule che si dice siano stati mediamente clownturchi
(anche se le liquide nasali sonore del capelista e il modo in cui
starnutiva le zeta ci trasportano indietro fino ai craog ed ai bryn degli
Ordovici siluriani) che, compiuto il pellegrinaggio minore, aveva
fatto, della più vecchia ìnsela dei pat e dei porci, delle scogliere
sudorientali della ‘scesa sponda straniera, un refugium persecutorum,
quindi un quartier posternale) mentre sostava la dindonsera per
qualche minuto o giù di lì (spacca la pipa, dannyboya! C’è tempo fino
al don, barmon. Ancora dieci e vinco.) tra una deprezzione del
diavolo (Apple vicino alla finestra in boccio e Charlotte con la sua
panomanzia testacroce come uniche ammiratrici, le sue sole tornane
di riserva) a farsi una fragrente culurbitacea durante il passatempo
52 Finnegans Wake H C E

end pastime of executing with Anny Oakley deadliness (thè con-


summatory pairs of provocatives, of which remained provokingly
but two, thè ones he fell for, Lili and Tutu, cork em!) empties
which had not very long before contained Reid’s family (you ruad
that before, soaky, but all thè bottles in sodemd histry will not
soften your bloodathirst!) stout. Having reprimed his repeater
and resiteroomed his timespiece His Revenances, with stili a life
or two to spare for thè space of his occupancy of a world at a time,
rose to his feet and there, far from Tolkaheim, in a quiet English
garden (commonplace!), since known as Whiddington Wild, his
simple intensive curolent vocality, my dearbraithers, my most
dearbrathairs, as he, so is a supper as is a sipper, spake of thè
One and told of thè Compassionate, called up before thè triad of
precoxious scaremakers (scoretaking: Spegulo ne helpas al mai-
bellulo, Mi Kredas ke vi estas prava, Via dote la vizago rispondas
fraulino) thè now to ushere mythical habiliments of Our Farfar
and Arthor of our doyne.
Television kills telephony in brothers* broil. Our eyes de-
mand their turn. Let them be seen! And wolfbone balefires blaze
thè trailmost if only that Mary Nothing may burst her bibby
buckshee. When they set fire then she’s got to glow so we may
stand some chances of warming to what every soorkabatcha,
tum or hum, would like to know. The fìrst Humphrey’s latitu-
dinous baver with puggaree behind, (calaboose belong bigboss
belong Kang thè Toll) his fourinhand bow, his elbaroom surtout,
thè refaced unmansionables of gingerine hue, thè state siate
umbrella, his grufi woolselywellesly with thè finndrinn knopfs
and thè gauntlet upon thè hand which in an hour not for him
solely evil had struck down thè might he mighthavebeen d’Est-
erre of whom his nation seemed almost already to be about to
have need. Then, stealing his thunder, but in thè befitting le-
gomena of thè smaller country, (probable words, possibly said, of
field family gleaming) a bit duskish and flavoured with a smile,
seein as ow his thoughts consisted chiefly of thè cheerio, he aptly
sketched for our soontobe second parents (sukand see whybe!)
thè touching seene. The solence of that stilling ! Here one might
Finnegans Wake H.C.E. 52bis

finesettimanale di giustiziare con micidialità da Anny Oakley (le


consumatone paia di provocative, delle quali non rimasero provocan­
temente che due, quelle per cui si prese una cotta, Lilì e Tutù, che le
corkino!) dei vuoti che non molto tempo prima avevano contenuto la
stout (l’hai ruadletto prima, spugnoncello, ma tutte le bottiglie della
sodnta stria non sederanno la tua sanguebonda sete!) di famiglia di
Reid. Avendo ricaricato il ripetitore e resitollocato il suo timesnome-
tro Sua Reverendita, con ancora una vita o due da serbare per lo
spazio della sua occupazione di un mondo alla volta, si levò in piedi e
là, lontano da Tolkaheim, in un tranquillo giardino inglese (che
banalità!), conosciuto da quel momento come Whiddington Wild,
che semplici intense curolente vocali, fraticari miei, fraticarissimi,
mentre, un ciocco è come un ciucco, parlava dell’Unico e raccontava
del Compassionevole, richiamato davanti alla triade di precoxi
spaventamatti (segnapunti: Spegulo ne helpas al malbellulo, Mi
kredas ke vi estas prava, Via dote la vizago respondas fraulino) per
presentemente usherare il mitico abbigliamento del Nostro Farfar e
Artuore dei nostri doyni.
La televisione uccide la telefonia in una baruffa tra fratelli. I nostri
occhi esigono il loro turno. Lasciate che siano visti! E balefalò di
wolfeboneossa bruciasegnano il sentiérrimo se soltanto quella Mary
Nothing può far burstsplodere la sua bibtorina a buksheesbafo.
Quando loro danno fuoco allora lei deve infiammarsi così noi
possiamo avere qualche probabilità di scaldarci a quello che ad ogni
soorkabatcha, bum o zum, piacerebbe sapere. Con il primo emetto
latitudinoso di Humphrey con puggaree di dietro, (gattabuia essere di
grandecapo essere di Kang il Toll) con il farfallino tiraquattro, il
soprabito elbampio, gli immagionabili rivoltati color zenzero, l’om­
brello da cerimonia ardesia, la grezza wolseleywellesley con i knopfi
findrinnici e il guanto sulla mano che in un’ora non per lui solamente
malaugurata aveva abbattuto il potere lui avrebbepotutessere d’Ester-
re di cui la nazione sembrava già quasi sul punto di avere bisogno.
Quindi, rubando il suo tuono, ma nei convenienti legomena del paese
più piccolo, (parole probabili, puodarsi dette, di intuito familiare
focale) un po’ tristicchio e insaporito con un sorriso, vedendo che i
suoi pensieri consistevano capitalmente nel dire ciao, schizzò appro­
priatamente per i nostri secondi genitori venturi (sùchenla e sie
weibdrà!) la toccante seena. Il solenzio di quella stilling! Qui si
53 Finnegans Wake H.C.E.

a fin fieli. Boomster rombombonant! It scenes like a landescape


from Wildu Picturescu or some seem on some dimb Arras, dumb
as Mum’s mutyness, this mimage of thè seventyseventh kusin of
kristansen is odable to os across thè wineless Ere no oedor not
mere eerie nor liss potent of sugges’tion than in thè tales of thè
tingmount. (Prigged!)
And there oftafter, jauntyjogging, on an Irish visavis, instea-
dily with shoulder to shoulder Jehu will teli to Christianier, saint
to sage, thè humphriad of that fall and rise while daisy winks at
her pinker sister among thè tussocks and thè copoll between thè
shafts mocks thè couple on thè car. And as your who may look
like how on thè owther side of his big belttry your tyrs and cloes
your noes and paradigm maymay rererise in eren. Follow we up
his whip vindicative. Thurston’s! Lo bebold! La arboro, lo
petrusu. The augustan peacebetothem oaks, thè monolith xising
stark from thè moonlit pinebarren. In all fortitudinous ajaxious
rowdinoisy tenuacity. The angelus hour with ditchers bent upon
their farm usetensiles, thè soft belling of thè fallow deers (doereh-
moose genuaneC) advertising their milky approach as midnight
was striking thè hours (letate!\ and how brightly thè great tri­
bune outed thè sharkskin smokewallet (imitation!) from his
frock, kippers, and by Joshua, he tips un a topping swank
cheroot, none of your swellish soide, quoit thè reverse, and how
manfally he says, pluk to pluk and lekan for lukan, he was to just
pluggy well suck that brown boyo, my son, and spend a whole
half hour in Havana. Sorer of thè kreeksmen, would not thore be
old high gothsprogue! Wherefore he met Master, he mean to say,
he do, sire, bester of redpublicans, at Eagle Cock Hostel on
Lorenzo Tooley Street and how he wished his Honour thè ban-
nocks of Gort and Morya and Bri Head and Puddyrick, yore
Loudship, and a starchboxsitting in thè pit of his St Tomach’s,
— a strange wish for you, my friend, and it would poleaxe your
sonson’s grandson utterly though your own old sweatandswear
floruerunts heaved it hoch many as thè times, when they were
turrified by thè hitz.
Chee chee cheers for Upkingbilly and crow cru cramwells
Finnegans Wake H.C.E. 53bis

potrebbe un fin far cadere. Boombatore rombombonante! Scena


come un pavesaggio di Wildu Picturescu o una qualche sembra su
qualche vagolo Arras, vaciturno come la mutità di Mum, questa
mimagine della settantasettesima kusinittà del mondo kristanseniano
è odibile all’os attraverso l’Eria senza vinpo no oedor né può stranca
né mano poziente di suggervaggio che nei racconti del tingmonta.
(Sgraffignato!)
E spessodopo di ciò, spensieraballottando, su di un vis-à-vis
irlandese, discostantemente spalla a spalla Jehu racconterà a Christia-
nier, da santo a saggio, l’humphriade di quella caduta e risurrezione
mentre la margherita strizza l’occhio alla sua sorella più rosa tra i
ciuffi d’erba e il capallo tra le stanghe prende in giro la coppia in
carrozza. E come il vostro chi può sembrare simile al come
dall’altrowth lato del suo gran compranilo i vostri tyr e cloes i vostri
noes e paradigma possapossano rererisollevarsi fino all’eren. Sfruttia­
mo la sua frusta vendicativa. Quella di Thurston! Mirate osate! La
arboro, lo petrusu. Le querce augustee lapacesiaconloro, il monolito
che si rizza rigido dalla lunilluminata radura tra i pini. In tutta la sua
fortitudinosa aiaciosa rodirissosa tenuacità. L’ora dell’angelus con gli
scavafossi chini sui loro usutensili agricoli, il mite bramire dei daini
(doerehmoose genuana!) che pubblicizzava il loro latteo approccio
mentre mezzanotte batteva le ore vietate!) e con che vivacità il grande
tribuno estrasse il portasigarette di sagrì (imitazione!) dalla sua
palandrana, gente, e per Giosuè, gli sgancia un cheroot supereccellen­
te, non di quella vostra soida sgargiante, coitamente il contrario, e
come vivilmente dice, pluc a pluc e lecan per lucan, che stava proprio
per fumarsi pallottolamente bene quel boyo bruno, figlio mio, e
passare un’intera mezzora all’Avana. O più dolente dei krigsmandi,
non sarebbe quel thorlà antico alto gotosprache! Per la qual ragione
incontrasse il Maestro, vuole dire, ei fallo, sire, più migliore dei
redpubblicani, all’Eagle Cock Hostel in via Lorenzo Tooley e come
augurasse a suo Onore le bannockdizioni di Gort e di Morya e di Bri
Head e di Puddyrik, fua Tuonoria, ed un posto a sedere inamidato sul
pit del suo St. Tomaco, — uno strano augurio per te, amico mio, che
squarterebbe completamente il nipote di tuo figliofiglio anche se i
tuoi vecchi sudesmoccolanti floruerunt l’avessero sollevato hoch tanti
quanto i tempi, quando furono turrificati dall’hitze.
Che che chewiva per Upkingbilly e ero cru cramwell Downaboo!
54 Einnegans Wake H.C.E.

Downaboo! Hup, boys, and hat him! See! Oilbeam they’re lost
we’ve found rerembrandtsers, their hours to date link these heirs
to here but wowhere are those yours of Yestersdays? Farseeinge-
therich and Poolaulwoman Charachthercuss and his Ann van
Vogt. D.e.e.d! Edned, ended or sleeping soundlessly? Favour
with your tongues! Intendile!
Any dog’s life you list you may stili hear them at it, like sixes
and seventies as eversure as Halley’s comet, ulemamen, sobran-
jewomen, storthingboys and dumagirls, as they pass its bleak and
bronze portai of your Casaconcordia: Huru more Nee, minny
frickans? Hwoorledes har Dee det? Losdoor onleft mladies, cue.
Millecientotrigintadue scudi. Tippoty, kyrie, tippoty. Cha kai
rotty kai makkar, sahib? Despenseme Usted, senhor, en son suc­
co, sabez. O thaw bron orm, A’Cothraige, thinkinthou gaily?
Lick-Pa-flai-hai-pa-Pa-li-si-lang-lang. Epi alo, ecou, Batiste, tu-
vavnr dans Lptit boing going. Ismeme de bumbac e meias de por-
tocallie. O.O. Os pipos mios es demasiada gruarso por O pic­
colo pocchino. Wee fee? Ung duro. Kocshis, szabad? Mercy, and
you? Gomagh, thak.
And, Cod, says he with mugger’s tears: Would you care to
know thè prise of a Hard? Maggis, nick your nightynovel! Mass
Taverner’s at thè mike again! And that bag belly is thè buck
to goat it! Meggeg, m’gay chapjappy fellow, I cali our univalse
to witness, as sicker as moyliffey eggs is known by our good
househalters from yorehunderts of mamooth to be which they
commercially are in ahoy high British quarters (conventional!)
my guesthouse and cowhaendel credits will immediately stand
ohoh open as straight as that neighbouring monumenti fabrica-
tion before thè hygienic gllll (this was where thè reverent sab-
both and bottlebreaker with fìrbalk forthstretched touched upon
his tricoloured boater, which he uplifted by its pickledhoopy (he
gave Stetson one and a penny for it) whileas oleaginosity of an-
cestralolosis sgocciolated down thè both pendencies of his mut-
sohito liptails (Sencapetulo, a more modestuous conciliabulite
never curled a tom pocketmouth), cordially inwiting thè adul-
lescence who he was wising up to do in like manner what all did
Finnegans Wake H.C.E. 54bis

Hup, ragazzi, e colpritelo! Guardate! Quantunghie si siano persi


abbiamo trovato dei rerembrandtatori, le loro ore fino ad oggi legano
questi eredi al qui ma wove sono quegli inferni d’Ieri? Farseeingethe-
rich e Poolaulwoman Charachthercuss e la sua Ann van Vogt.
M.o.n.t.i! Fiinti, finiti o sopiti silenziosamente? Favorite con le
lingue! Intendile!
In qualsiasi vita da cani che elenchiate potete ancora sentirglielo
fare, come sotto e soprani, arcisicuri come la cometa di Halley,
uominulema, donnesobranje, ragazzistorthing e ragazzeduma, mentre
passano il buio portone di bronzo della vostra Casaconcordia: Hur
maar ni, mina froken? Hvorledes har De det? Timaort’a sin’stra
mladies, ’zie. Millecientotrigintadue scudi. Tipote, kyrie, tipote. Cia
cai rotti cai makkar, sahib? Despenseme Usted, senhor, en son succo,
sabez. O ta bron orm, A’Cothraige, tuigeann tu gaedhealg? Lick-Pa-
flai-hai-pa-Pa-li-si-lang-lang. Epi alo, ecou, Batiste, tuvavnr dans Lptit
bono cono. Izmene de bumbac e meias de portocallie. O.O. Os pipos
mios es demasiada gruarso por O piccolo pocchino. Wieviel? Ung
duro. Kocsis, szabad? Merci, e lei? Go maith, tak.
E, Diocodetto, dice lui con lacrime di coccodrillo: Vi piacerebbe
conoscere il prezio di un liard? Maggis, nickdovinate il vostro
romanzo nottivello! Mass Taverner sta michellonando di nuovo! E
quel buzzo a botte è il bullo che lo caprirà! Meggeg, migaio
giappigazzo, chiamo il nostro univalse a testimoniare che, sicheramen-
te come i nostri buoni haushalter sanno da una hundredinaia di
manhoodanni che le uova di moyliffey sono quello che sono
commercialmente nelle alé alte sfere britanniche (convenzionale!) la
mia locanda ed i miei krediti kuhhandeli saranno immediatamente
ahah aperti dritti come la montatura di quel vicino monumento
davanti all’igienico gllll (qui è stato dove il riverente violatore del
precetto festivo e frantumatore di bottiglie con la firbolga frontalpro-
tesa toccò la sua paglietta tricolore, che sollevò per il suo fradiciorlo
(ha dato a Stetson un penny ed uno per lei) mentre l’oleaginosità
dell’ancestralolosi drippava giù da entrambe le pendenze delle sue
labbra da mutsohito (Sencapetulo, una conciliabolite più modestosa
non ha mai curvato una bocca a sacco dilaniata), inwitando cordial­
mente l’adullescenza a cui stava aprendo gli occhi a fare altrettanto,
55 Finnegans Wake H.C E

so as he was able to add) lobe before thè Great Schoolmaster’s.


(I teli you no story.) Smile!
The house of Atreox is fallen indeedust (Ilyam, Ilyum! Mae-
romor Moumomates!) averging on blight like thè mundibanks of
Fennyana, but deeds bounds going arise again. Life, he himself
said once, (his biografiend, in fact, kills him verysoon, if yet not,
after) is a wake, livit or krikit, and on thè bunk of our bread-
winning lies thè cropse of our seedfather, a phrase which thè
establisher of thè world by law might pretinately write across
thè chestfront of all manorwombanbom. The scene, refreshed,
reroused, was never to be forgotten, thè hen and crusader ever-
intermutuomergent, for later in thè century one of that puisne
band of factferreters, (then an excivily (out of thè custom huts)
(retired), (hurt), under thè sixtyfives act) in a dressy black modem
style and wewere shiny tan burlingtons, (tam, homd and dicky,
quopriquos and peajagd) rehearsed it, pippa pointing, with a
dignified (copied) bow to a namecousin of thè late archdeacon
F. X. Preserved Coppinger (a hot fellow in his night, may thè
mouther of guard have mastic on him!) in a pullwoman of our
first transhibemian with one stili sadder circumstance which is a
dirkandurk heartskewerer if ever to bring bouncing brimmers
from marbled eyes. Cycloptically through thè windowdisks and
with eddying awes thè round eyes of thè rundreisers, back to back,
buck to bucker, on their airish chaunting car, beheld with in-
touristing anterestedness thè clad pursue thè bare, thè bare thè
green, thè green thè frore, thè frore thè cladagain, as their convoy
wheeled encirculingly abound thè gigantig’s lifetree, our fire-
leaved loverlucky blomsterbohm, phoenix in our ^Voodlessness,
haughty, cacuminal, erubescent (repetition!) whose roots they be
asches with lustres of peins. For as often as thè Archicadenus,
pleacing aside his Iridi Fieli and craving their auriculars to re-
cepticle particulars before they got thè bump at Castlebar (mat
and far!) spoke of it by request all, hearing in this new reading
of thè par: w hereby, because of Dyas in his machina, thè new
grimacing grimaldism hypostasised by substintua-
Ziir —e oreromndity of that once grand old elrington
Finnegans Wake H.C.E. 55bis

cosa che tutti fecero come lui fu in grado di aggiungere) lobo davanti
al Grande Maestro di scuola. (Non vi racconto storie.) Sorridete!
La casa di Atreox è crollata poveramente (Uyam, Ilyum! Maero-
mor Mournomates!) surl’orlo del maleficio come i mundibanchi di
Fennyana, ma le fossa dei monti s’alzeranno ancora. La vita^ lui stesso
ha detto una volta, (il suo biografistolo, infatti, lo uccide, se non
ancora, verysoon) è una veglia, vivilasciala o criccoglila, e sulla branda
del nostro sudapane giace il messedavere del nostro germenitore,
frase che il fondatore del mondo secondo le leggi potrebbe pretinata-
mente scrivere attraverso il frontepetto di tutti i natiduomogremban.
La scena, rianimata, ridestata, non doveva mai essere dimenticata, con
la hallina e il crociato eternintermutuomergenti, perché più tardi nel
secolo uno di quella banda meno anziana di furettatori di fatti, (allora
un exfunzionario (fuori dalle casupole della dogana) (in pensione),
(offeso), per la legge dei sessantacinque) in abito nero alla moda ed
elegante e burlington color tanè ed eravamo luccicanti, (tam, homd e
dicky, quopriquo e bisijagd) la provò, con pippa che puntava, con un
solenne inchino (copiato) per un cugino omonimo del povero
arcidiacono F.X. Preserved Coppinger (un tipo caldo alle sue notti,
che la mandre di guardio possa aver mietà di lui!) in un pulldonna
della nostra prima transiberniana con un particolare ancora più triste
che è un infilzacuori dagaduga come nessuno per cavare colme coppe
da occhi marmorizzati. Ciclopticamente attraverso i finestrini circolari
e con mulinanti sgomenti gli occhi rotondi dei rundreiser, dorso a
dorso, culo a culone, sul cantalessino aerlandese, guardavano con
inturistato anteresse il vestito inseguire l’ignudo, l’ignudo il verde, il
verde il gelido, il gelido il rivestito, mentre il convoglio girava
incircularmente abbondio al gigàntigo albero della vita, il nostro
blomsterbohm rattrofoglio fortunfatuato, fenice della nostra brullità,
haltero, cacuminale, erubescente (ripetizione!) le cui radici sono
asche con lustri di peine. Perché tanto spesso quanto l’Arcicadeno,
deposizionando 17mA Field e implorando i loro auricolari perché
ricettacolassero i particolari prima che fossero trombati a Castlebar
(matti ed amar!) ne parlava a richiesta generale, ascoltando in questa
nuova variante della parte per mezzo della quale, a causa del Dyas
nella sua machina, col grignante grimaldismo della nuova garrickgio-
ne che ipostasizzava mediante substintuazione l’orerotundità assioma­
tica di quell’untempo gran vecchio elrington balldello, la descriziqne
56 Einnegans Wake H.C.E.

bawl, thè copycus’s description of that fellowcommuter’s play


upon countenants, could simply imagine themselves in their bo-
som’s inmost core, asprò tem locurns, timesported acorss thè yawn-
ing (abyss), as once they were seasiders, listening to thè cockshy-
shooter’s evensong evocation of thè doomed but always ventri-
loquent Agitator, (ncnot more plangorpound thè billows o’er
Thounawahallya Reef!) silkhouatted, a whallrhosmightiadd, a-
ginsst thè dusk of skumring, (would that fané be Saint Muezzin’s
calling — holy places! — and this fez brimless as brow of faithful
toucher of thè ground, did wish it were — blessed be thè bones!
— thè ghazi, power of his sword.) his manslayer’s gunwielder
protended towards that overgrown leadpencil which was soon,
monumentally at least, to rise as Molyvdokondylon to, to be, to
be his mausoleum (O’dan stod tillsteyne at meisies aye skould
show pon) while olover his exculpatory features, as Roland rung,
a wee dropeen of grief about to sillonise his jouejous, thè ghost
of resignation diffused a spectral appealingness, as a young man’s
drown o’er thè fate of his waters may gloat, similar in origin and
akkurat in effective to a beam of sunshine upon a coffin piate.
Not olderwise Inn thè days of thè Bygning would our Travel-
ler remote, unfriended, from van Demon’s Land, some lazy
skald or maundering potè, lift wearywilly his slowcut snobsic
eyes to thè semisigns of his zooteac and lengthily lingering along
flaskneck, cracket cup, downtrodden brogue, turfsod, wild-
broom, cabbageblad, stockfisch, longingly leam that there at thè
Angel were herberged for him poteen and tea and praties and
baccy and wine width woman wordth warbling: and informali/
quasi-begin to presquesm’ile to queasithin’ (Nonsense! There
was not very much windy Nous blowing at thè given moment
through thè hat of Mr Melancholy Slow !)
But in thè pragma what formai cause made a smile of that to-
think? Who was he to whom? (O’Breen’s not his name nor thè
brown one his maid.) Whose are thè placewheres? Kiwasti, kis-
ker, kither, kitnabudja? Tal thè tem of thè tumulum. Giv thè gav
of thè grube. Be it cudgelplayers’ country, orfishfellows’ town or
leeklickers* land or panbpanungopovengreskey. What regnans
Finnegans Wake H.C.E. Sóbis

del copyscus del gioco di quel compagno di viaggio sui contententi,


essi potevano semplicemente immaginarsi nella parte più intima delle
loro midolla, come prò tem locum, temportati attarverso lo yawnante
(abisso), poiché una volta erano rivieraschi, ascoltando l’evocazione
vespertina fatta dal tiratore al bersaglio del condannato ma sempre
ventriloquente Agitatore, (nonon più plangorpoundono i marosi sul
Thounawahallya Reef!) che si setagliava, trincheccopotreidire, cónn-
toro il crepuscolo dello skumring, (sarebbe quel tempio il richiamo di
San Muezzin — sacri luoghi! — e questo fez senza tesa come la fronte
del fedele toccatore del suolo, vorrebbe che ci fosse — benedette
siano le sue ossa! — il ghazi, col powertere della sua spada.) con la
branditrice della sua pistola da assassino protesa verso quella matita
troppo cresciuta che doveva presto erigersi, almeno monumentalmen­
te, come un Molyvdokondylon per, per diventare, per diventare il suo
mausoleum (O’dan stod tillsteynito davanti alle meisies sempre
skulderoso di mostrarvisi ’opra) mentre dolivertutte le sue caratteristi­
che giustificative, intanto che Roland risuonava, con una piccola
goccioleena di sudore sul punto di sillonargli le jouejous, il fantasma
della rinuncia diffondeva uno spettrale attrazionamento, come quello
che può covare con gli occhi un giovane annegato sul fato delle sue
acque, simile in origine ed akkurat in effettività ad un raggio di sole su
di una targa funeraria.
Non antiqualmente Innei giorni del Bygning il nostro Viaggiatore
distante, solo, dalla van Demon’s Land, qualche pigro scaldo o poteta
vagabondo, solleverebbe wearywillymente gli occhi sciamuniti e
snòbsici verso i semisegni del suo zooteach e indugiando indolente­
mente lungo il collo di fiasco, la coppa crackerata, il brogue
calpestato, la zolla di torba, l’erica selvaggia, la, blad di cavolo, lo
stockfish, imparerebbe ingordamente che là al The Angel sono
herbergati per lui poteen e tè e praties e ’bacco e vino cont conne
carolamente corgheggianti: e senza cerimonie quasinizierebbe a
presquesm’ilerridere alla questizzinosità (Stupidaggini! Non soffiava
certo molto windoso nous in quel momento attraverso il cappello di
Mr Melancholy Slow!)
Ma nel pragma quale cagione formale fece un sorriso di quel
tothensiero? Chi era lui per chi? (O’Breen non è il suo nome né la
bruna la sua ragazza.) Di chi sono i luoghidove? Kiwasti. kisker.
kither, kitnabudja? Talcontate il temconto del tumulum. Givate la gav
della grube. Che sia il paese dei lottatori coi bastoni, la città dei
pescipiscuani o la terra dei leekleccatori o la panbpanungopovengre-
sky. Quello che il regnans ha realizzato i rovesci hanno livellato ma
?/ Fznnegans Wake H.C.E.

raised thè rains have levelled but we hear thè pointers and can
gauge their compass for thè melos yields thè mode and thè mode
thè manners plicyman, plansiman, plousiman, plab. Tsin tsin tsin
rsin! The forefarther folkers for a prize of two peaches with
Ming, Ching and Shunny on thè lie low lea. We’ll sit down on
thè hope of thè ghouly ghost for thè titheman troubleth but his
hantitat hies not here. They answer from their Zoans; Hear thè
four of them! Hark torroar of them! I, says Armagh, and a’m
proud o’it. I, says Clonakilty, God help us! I, says Deansgrange,
and say nothing. I, says Barna, and-whatabout it? Hee haw! Be­
fore he fell hill he filled heaven: a stream, alplapping streamlet,
coyly coiled um, cool of her curls: We were but thermites then,
wee, wee. Our antheap we sensed as a Hill of Alien, thè Barrow
for an People, one Jotnursfjaell: and it was a grummelung amung
thè porktroop that wonderstruck us as a thunder, yunder.
Thus thè unfacts, did we possess them, are too imprecisely
few to warrant our certitude, thè evidencegivers by legpoll too
untrustworthily irreperible where his adjugers are semmingly
freak threes but his judicandees plainly minus twos. Neverthe-
less Madam’s Toshowus waxes largely more lifeliked (entrance,
one kudos; exits, free) and our notional gullery is now com-
pletely complacent, an exegious monument, aerily perénnious.
Oblige with your blackthoms; gamps, degrace! And there many
have paused before that exposure of him by old Tom Quad, a
flashback in which he sits sated, gowndabout, in clericalease ha-
bit, watching bland sol slithe dodgsomely into thè nethermore,
a globule of maugdleness about to corrugitate his mild dewed
cheek and thè tata of a tiny victorienne, Alys, pressed by his
limper looser.
Yet certes one is. Eher thè following winter had overed thè
pages of nature’s book and till Ceadurbar-atta-Cleath became
Dablena Tertia, thè shadow of thè huge outlander, maladik, mult-
vult, magnoperous, had bulked at thè bar of a rota of tribunals in
manor hall as in thieves’ kitchen, mid pillow talk and chithouse
chat, on Marlborough Green as through Molesworth Fields, here
sentenced prò tried with Jedburgh justice, there acquitted con-
Finnegans Wake H.C.E. 57bis

noi sentiamo le indicazioni e possiamo misurare la loro estensione


perché il melos rende il modo e il modo le maniere plicismano,
plansimano, plusimano, plab. Tsin tsin tsin tsin! I folkers forearcafoli
per il premio di due pollastrelle con Ming, Ching e Shunny sul prono
prato panzanoso. Ci metteremo a sedere sulla speranza del ghostpirito
ghoulanto perché l’uomo delle decime disturba ma il suo hantitat non
s’hagita più hqui. Rispondono dalle loro Zoane; Ascoltate loro
quattro! Udite come terrombano! Io, dice Armagh, e ne sono
orgoglioso. Io, dice Clonakilty, che Dio ci aiuti! Io, dice Deansgrange,
e non dico niente. Io, dice Barna, e chenedite? Ih ho! Prima che
cadesse feri collato colmò il firmamento: un ruscello, un ruscelletto
alplambente, ritrosamente li ravvolse, raffreddato dei di lei riccioli:
Non eravamo che thermiti allora, piccole, piccole. Il nostro formicaio
lo sentivamo come una Collina di Alien, il Barrow per an Popolo, un
Jotnurstfjaell: e c’era un grummelung amung le truppe d’apporco che
ci fece trasecolare come un tuono, luontano.
Così i nonfatti, li possedemmo, sono troppo imprecisamente pochi
per garantire la nostra certezza, i testi per elegzione pullnerale sono
troppo infidamente irreperibili dove i suoi adjudicatori sono verosem-
milmente fresconi tre ma i suoi giudicandatari evidentemente meno
due. Tuttavia il Toshowus di Madama s’incera di gran lunga più
naturalizzato (entrata, un kudos; uscite, gratis) e la nostra gabberia
nozionale è ora completamente compiaciuta, un exegio monumento,
aeremente perennius. Fate il piacere di prestare i vostri prugnoli;
gampi, digraziàtevene! E là molti si sono soffermati davanti a quella
sua esposizione vicino al vecchio Tom Quad, una scena retrospettiva
in cui siede saziato, impinguetonacato, con abitudini clericalagiate,
guardando il blando sol fangagilarsi dodgsonamente nell’imo, con un
globulo di maugdlenità sul punto di corrugitare la sua guancia milde e
lisa e col tata di una piccola victorienne, Alys, premuto dal suo
zoppicante zozzerellone.
Eppure invero uno esiste. Eher che l’inverno seguente avesse lete e
rilete le pagine del libro della natura e finché Ceadurbar-atta-Cleath
non diventò Dablena Tenia, l’ombra dell’enorme straniero, maladik-
kio, multivulto, magnoperoso, si era ammucchiata alla sbarra di una
rota di tribunali nelle sale dei manieri come nelle cucine dei ladri, tra
conversazioni prima di dormire e chiacchere da merdicenti, sul
Marlborough Green come attraverso i Molesworth Fields, qui
condannato senza processo secondo la giustizia di Jedburgh, là assolto
58 Vinnegans Wake H.C.E.

testimony with benefit of clergy. His Thing Mod have undone


him: and his madthing has done him man. His beneficiaries are
legion in thè part he created: they number up his years. Greatwheel
Dunlop was thè name was on him: behung, all we are his bisaacles.
As hollyday in his house so was he priest and king to that: ulvy
carne, envy saw, ivy conquered. Lou! Lou! They have waved his
green boughs o’er him as they have torn him limb from lamb.
For his muertification and uxpiration and dumnation and annu-
hulation. With schreis and grida, deprofound souspirs. Steady,
sullivans! Mannequins pause! Longtong’s breach is fallen down
but Graunya’s spreed’s abroad. Ahdostay, feedailyones, and feel
thè Flucher’s bawls for thè total of your flouts is not fit to fan his
fettle, O! Have a ring and sing wohl! Chin, chini Chin, chini
And of course all chimed din width thè eatmost boviality. Swip-
ing rums and beaunes and sherries and ciders and negus and cit-
ronnades too. The strongers. Oho, oho, Mester Begge, you’re
about to be bagged in thè bog again. Bugge. But softsies seuf-
sighed: Eheu, for gassies! But, lo! lo! by thè threnning gods,
human, erring and condonable, what thè statues of our kuo, who
is thè messchef be our kuang, ashu ashure there, thè unforgettable
treeshade looms up behind thè jostling judgements of those, as
all should owe, malrecapturable days.
Tap and pat and tapatagain, (fire firstshot, Missiers thè Refusel-
eers! Peingpeong! For saxonlootie!) three tommix, soldiers free,
cockaleak and cappapee, of thè Coldstream. Guards were walking,
in (pardonne^-leur,je vousenprie, eh?} Montgomery Street. One
voiced an opinion in which on either wide (pardonne^!}, nod-
ding, all thè Finner Camps concurred (je vous en prie, eh?}. It
was thè first woman, they said, souped him, that fatai wellesday,
Lili Coninghams, by suggesting him they go in a field. Wroth
mod eldfar, ruth redd stilstand, wrath wrackt wroth, confessed
private Pat Marchison retro. (Terse!) Thus contenters with san-
toys play. One of our coming Vauxhall ontheboards who is
resting for thè moment (she has been callit by a noted stagey ele-
cutioner a wastepacket Sittons) was interfeud in a waistend pewty
parlour. Looking perhaps even more pewtyflushed in her cherry-
Finnegans Wake H.C.E. 58bis

contestimone con l’immunità del clero. I suoi Thing Mod l’hanno


disfatto: ed i suoi mattitinghi l’hanno fatto uomo. I suoi beneficiati
sono legioni nella parte che ha creato: essi numerano i suoi anni.
Greatwheel Dunlop era il nome che gli avevano dato: benfornito, tutti
noi siamo i suoi bisacconigli. Come era giorno d’agrifesta nella sua
casa così lui per quello era prete e re: ulvidia venne, invidia vide,
edera vinse. Lou! Lou! Hanno agitato i suoi rami verdi su di lui
mentre lo hanno lacerato brano a bruno. Per la sua muertificazione ed
uxpirazione e dumnazione ed annululazione. Con schrei e grida,
deprofondi souspiri. Saldi, sullivans! Mannequino pausa! Il bricco di
Longtong è caduto giù, ma Graunya affesta la tegola. Addostatevi,
fidelini, e filate i ballii del Flucher perché ormai le vostre farse non
son fatte alla sua forma, O! Fate un cerchio e wohl cantate! Chin,
chin! Chin, chin! E naturalmente tutti scampanentrarono trambusta-
mente colla mangissima bovialità. Rum e beaune e sherry e sidro e
negus stenditori e pure cedrate. I più forti. Ohò, oho, Mester Begge,
stai per essere di nuovo bisaccato nel botro. Bòggerato. Ma dei
soavisotti hanno seufspirato: Eheu, fur gassi! Ma, ecco! ecco! per gli
dei treeniganti, humana, errante e condonabile, quali che siano le
statue del nostro kuo, chiunque sia il messchef che è il nostro kuang,
ashu ashucuramente, l’indimenticabile ombradalbero si profila all’im­
provviso dietro le sballottanti sentenze di quei, come tutti dovrebbero
riconoscere, giorni malriconquistabili.
Tap e pat e tapatancora, (sparate il primo colpo, Missieri Refuselie-
ri! Peing-peong! Per i sassonluti!) tre tommix, soldà del re, coccalic-
chi e cappalpiè, delle Coldstream Guards stavano camminando, in
(pardonnez-leur, je vous en prie, eh?) Montgomery Street. Uno
espresse l’opinione che da entrambi i dati (pardonnez!), annuendo,
tutti i Finner Camps condivisero (je vous en prie, eh?). Fu la prima
donna, dissero, che gli aveva dato una zuppa, quel fatale wellesdì, Lily
Coninghams, proponendogli di andare in un campo. Rabbioso mod
alderfar, la ruthpassione reddetta lo stilstand, la rabbia rovina i
rabbiosi, confessò il soldato semplice Pat Marchison retro. (Terso!)
Così i contententori giocano colle santoy. Una delle nostre prometten­
ti calcascene di Vauxhall che sta attualmente riposando (è stata
appelata da un famoso elecuzionista teatrale una Sittons ruscabile) è
stata interfeudata in un pistituto di pellezza del waistend. Sembrando
probabilmente una pellezza ancor più brillante con le paduasoye
59 Finnegans Wake H.C E

derry padouasoys, girdle and braces by thè Halfmoon and Seven


Stars, russets from thè Blackamoor’s Head, amongst thè climbing
boys at his Eagle and Child and over thè com and hay emptors
at their Black and All Black, Mrs F ... A ... saidaside, half in
stage of whisper to her confidante glass, while recoopering her
cartwheel chapot (ahat! — and we now know what thimbles a
baquets on lallance a talls mean), she hoped Sid Arthar would
git a Chrissman’s portrout of orange and lemonsized orchids with
hollegs and ether, from thè feeatre of thè Innocident, as thè
worryld had been uncained. Then, while it is odrous comparison-
ing to thè sprangflowers of his burstday which was a virid-
able goddinpotty for thè reinworms and thè charlattinas and all
branches of climatitis, it has been such a wanderful noyth untirely,
added she, with many regards to Maha’s pranjapansies. (Tatti)
Prehistoric, obitered to his dictaphone an entychologist: his pro-
penomen is a properismenon. A dustman nocknamed Seven-
churches in thè employ of Messrs Achburn, Soulpetre and
Ashreborn, prairmakers, Glintalook, was asked by thè sisterhood
thè vexed question during his midday collation of leaver and
buckrom alternatively with stenk and kitteney phie in a hash-
housh and, thankeaven, responsed impulsively: We have just been
propogandering his nullity suit and what they took out of his ear
among my own crush. All our fellows at O’Dea’s sages with
Aratar Calaman he is a cemented brick, buck it all ! A more nor
usually sober cardriver, who was jauntingly hosing his runabout,
Ginger Jane, took a strong view. Lorry hosed her as he talked
and this is what he told rewritemen: Irewaker is just a plain pink
joint reformee in private life but folks all have it by brehemons
laws he has parliamentary honours. Eiskaffier said (Louigi’s, you
know that man’s, brillant Savourain): Mon foie, you wish to ave
some homelette, yes, lady! Good, mein leber! Your hegg he must
break himself. See, I crack, so, he sit in thè poele, umbedimbt!
A perspirer (over sixty) who was keeping up his tennises panted
he kne ho har twa to clect infamatios but a diffpair flannels climb
wall and trespassing on doorbell. After fullblown Braddon hear
this fresky troterella! A railways barmaid’s view (they cali her
Finnegans Wake H.C.E. 59bis

lucciuccicanti, la girdlentura e le bracefibbie dell’Halfmoon and


Seven Stars, le rense del Blackamoor’s Head, tra i ragazzi scalatori nel
hsuo Eagle and Child e al di sopra degli di erano e di hfieno emptori
nel loro Black and All Black, Mrs. F... A... dissaparte, a metà del
palcostadio di sussurrare al suo specchio confidante, mentre stava
recooperando il suo chapot a ruotadicarro (ahattilè — e sappiamo
adesso che cosa significa un thimmaso a baquet su di una bilance a
talto), che sperava che Sid Arthar avrebbe ricevuto come setterenna
di Chrissman delle orchidee grandi come orangi e limoni con elica ed
agrifollio, dal feeatro degli Innocidenti, dato che il pondo era stato
maleducainato. Quindi, pur essendo odrosa se la si paragonaziona ai
fiori di sprangavera del di lui germoglieanno che era un viridabile
goddinpotty per i reinbrichi e le charlattine e a tutti i rami di climatite,
è stata inesausteramente una noyttezza così magnàfica, aggiunse, con
molti saluti alle pranjapansé di Maha. (Tarttana!) Preistorico, oblitò al
dittafono un enticologista: il suo propenomen è un properismeno. Ad
uno spazzino soprainnominato Sevenchurches alle dipendenze della
ditta Achburn, Soulpetre ed Ashreborn, fabbricanti di preiere, di
Glintalook, è stata sottoposta dalla sororità la dibattuta questione
durante lo spuntino di mezzogiorno con sfigato e beccon in
alternativa a bistecca alla puzzaiola e pisticcio di roneyone in una
bavanderia e, grazialkevlo, ha rispostato impulsivamente: Abbiamo
appena propaganderato tra la mia folla la sua istanza di nullità e
quello che hanno tirato fuori dal suo orecchio. Tutti i nostri ragazzi da
O’Dea diacono con Aratar Calaman che lui è una persona a
postissimo, porcocane! Un cocchiere più che meno usualmente
sobrio, che stava calessinamente lavando la sua carrozzella, Ginger
Jane, ha preso una posizione decisa. Lorry la lavava mentre parlava e
questo è quello che ha detto agli scribacchini: Irewacker è solo un
mediocre riformatario all’acqua di manzo nella vita intima ma la gente
sostiene che per le leggi di brehemons ha gli onori parlamentari.
Eiskaffier ha detto (Louigi, conosci quell’uomo, il brillant Savourain):
Morì foie, le piacerebbe mangiare una homelette, sì, signora! Bene,
mein leber! Il suo huovo lui lo deve rompere da solo. Guardate, io lo
spacco, così, e lui siede sulla poele, unbedingt! Un traspiratore (sopra
i sessanta) che stava mantenendo in esercizio i suoi tennises ha
ansimato che lui sape quant’er diffic sumre infamazioni ma ra
naltropar di braghe scalare muri e varcare abusivamente il campanello
di una porta. Dopo una fioritissima Braddon ascoltate questa frescace
troterella! L’opinione di una barista delle ferrovie (la chiamano
60 Pinnegans Wake Pl.C.E.

Spilltears Rue) was thus expressed: to sympathisers òf thè Dole


Line, Death Avenue, anent those objects of her pity-prompted
ministrance, to wet, man and his syphon. Ehim! It is ever too
late to whissle when Phyllis floods her stable. It would be skar-
lot shame to jailahim in lockup, as was proposed to him by thè,
Seddoms creature what matter what merrytricks went off with
his revulverher in connections with ehim being a norphan and
enjoining such wicked illth, ehim! Well done, Drumcollakill!
Kitty Tyrrel is proud of you, was thè reply of a B.O.T. officiai
(O blame gnot thè board !) while thè Daughters Benkletter mur-
mured in uniswoon: Golforgilhisjurylegs! Brian Lynsky, thè cub
curser, was questioned at his shouting box, Bawlonabraggat, and
gave a snappy comeback, when saying: Paw! Once more PII
hellbowl! I am for caveman chase and Sahara sex, burk you! Them
two bitches óught to be leashed, canem! Up hog and hoar hunt!
Paw! A wouldbe martyr, who is attending on sanit Asitas where
he is being taught to wear bracelets, when grilled on thè point,
revealed thè undoubted fact that thè consequence would be that
so long as Sankya Moondy played his mango tricks under thè
mysttetry, with shady apsaras sheltering in his leaves’ licence and
his shadowers torrifried by thè potent bolts of indradiction, there
would be fights all over Cuxhaven. (Tosh!) Missioner Ida Womb-
well, thè seventeenyearold revivalist, said concèming thè coinci-
dent of interfizzing with grenadines and other respectable and
disgusted peersons using thè park: That perpendicular person is
a brut! But a magnificent brut! ‘Caligula* (Mr Dani Magrath,
bookmaker, wellknown to Eastrailian poorusers of thè Sydney
Parade Ballotin) was, as usuai, antipodal with his: striving todie,
hopening tomellow, Ware Splash. Cobbler. We have meat two
hourly, sang out E1 Caplan Buycout, with thè famous padre’s
turridur’s capecast, meet too ourly, matadear! Dan Meiklejohn,
precentor, of S.S. Smack and Olley’s was probiverbal with his
upsiduxit: mutatus mutandus. Dauran’s lord (‘Sniffpox’) and Moir-
gan’s lady (‘Flatterfun’) took sides and crossed and bowed to
each other’s views and recrossed themselves. The Birty dubs upin
their ffies, went too free, echoed thè dainly drabs downin their
Finnegans Wake H.C.E. 60bis

Spilltears Rue) è stata espressa così: ai sostenitori della Dole Line,


Death Avenue, relativamente a quegli oggetti della di lei compassio­
nevole ministrazione, bagnoè, l’uomo e il suo sifone. Ehim! E sempre
troppo tardi per phisschiare quando Phyllis inonda la stalla. Sarebbe
una scandalosità scarlotta carcerearlo sottochiave, come gli era stato
proposto dalla creatura di Seddoms che importa quale merritrucca
esplodesse con il di lui revulverlei in rapporti al fatto che ehim era u
norfano e goduniva di una malute così perfida, ehim! Ben fatto,
Drumcollakill! Kitty Tyrrel è orgogliosa di te, è stata la risposta di un
funzionario del B.O.T. (O gnon biasimate il boardo!) mentre le
Daughters Benkletter mormoravano all’unisvengo: Dippeddonisu-
gambedilegno! Brian Lynsky, la catastrofe dei cuccioli, è stato
interrogato nella sua capanna di cacca, Bawlonabraggat, e ha dato una
buona rimbeccata, dicendo: Zamp! Ancora una volta m’infernocirò!
Sono per la caccia al cavernicolo e il sesso nel Sahara, burkedizione!
Quelle due cagne dovrebbero essere tenute al guinzaglio, canem!
Addorso e all’apposto! Zamp! Un martire mancato, al seguito del
sanit Asita dove gli veniva insegnato a portare braccialetti, dopo
essere stato torchiato pertinentemente, ha rivelato l’indubbio fatto
che la conseguenza sarebbe stata che purché Sankya Moondy avesse
giocato i suoi tiri del mango sotto il mistettry, con ombrosche apsaras
occultate nella licenza delle sue latifoglie ed i suoi adombratori
torrifrittati dai potenti dardi dell’indradizione, ci sarebbero state delle
zuffe dappertutto a Cuxhaven. (Trullerie!) La missionaria Ida
Wombwell, la rinnovatrice diciassettenne, ha detto correlativamente
al coincidente che lui si era imfrizzschiato con dei granatini ed altre
parisone rispettabili e disgustate che usano frequentare il parco:
Quella persona perpendicolare è un brut! Ma uno splendido brut!
“Caligola” (Mr Dani Magrath, allibratore, bennoto agli sbricilettori
estrailiani del Sydney Parade Ballotin) è stato, come al solito,
antipodale con il suo: lottare per morioggire, spemalancarsi per
domaniare, Tento alle Zacchere. Cobbler. Ci siamo carnosciuti
doppio tresto, ha cantilenato E1 Caplan Buycout, col famoso getto di
cappa del turriduro del cappellano, conosciuti troppo resto, matadol-
ce! Dan Meiklejohn, maestro del coro, della chiesa dei S.S. Smack ed
Olley, è stato probiverbiale con il suo upsiduxit: mutatus mutandus. Il
signore di Duran (“Sniffpox”) e la signora di Moirgan (“Flatterfun" ■
si schierarono e si incrociarono e si inchinarono alle rispettive
opinioni e tornarono ad incrociarsi. I dirty dubs super le patte. c_l~
duoppa tribertà, hanno fatto eco alle diurnaziose donnine giuper .t
61 Finnegans Wake H.C.E.

scenities, una mona. Sylvia Silence, thè girl detective (Jlfemmerva,


but by now one hears turtlings all over Doveland!) when supplied
with informations as to thè several facets of thè case in her cozy-
dozy bachelure’s fiat, quite overlooking John a’Dream’s mews,
leaned back in her really truly easy chair to query restfully through
her vowelthreaded syllabelles: Have you evew thought, wepow-
tew, that sheew gweatness was his twadgedy? Nevewtheless ac-
cowding to my considewed attitudes fow this act he should pay
thè full penalty, pending puwsuance, as pew Subsec. 32, section
11, of thè C. L. A. act 1885, anything in this act to thè contwawy
notwithstanding. Jarley Jilke began to silke for he couldn’t get
home to Jelsey but ended with: He’s got thè sack that helped him
moult instench o.f his gladsome rags. Meagher, a naval rating,
seated on one of thè granite cromlech setts of our new fish-
shambles for thè usuai aireating after thè ever popular act, with
whom were Questa and Puella, piquante and quoite, (this had a
cold in her brain while that felt a sink in her summock, wit’s
wat, wot’s wet) was encouraged, although nearvanashed himself,
by one of»his co-affianced to get your breath, Walt, and gobbit
and when ther chidden by her fastra sastra to saddle up your
pance, Naville, thus cor replied to her other’s thankskissing: I
lay my two fìngerbuttons, fiancee Meagher, (he speaks!) he was
to blame about your two velvetthighs up Homiman’s Hill — as
hook and eye blame him or any other piscman? — but I also
think, Puellywally, by thè siege of his trousers there was some-
one else behind it — you bet your boughtem blameys — about
their three drummers down Keysars Lane. (Trite!).
Be these meer marchant taylor’s fablings of a race referend
with oddman rex? Is now all seenheard then forgotten? Can it
was, one is fain in this leaden age of letters now to wit, that so
diversified outrages (they have stili to come!) were planned and
partly carried out against so staunch a covenanter if it be true
than any of those recorded ever took place for many, we trow,
beyessed to and denayed of, are given to us by some who use
thè truth but sparingly and we, on this side ought to sorrow for
their pricking pens on that account. The seventh city, Urovivla,
Finnegans Wake H.C.E. 6 Ibis

loro scenità, una mona. Sylvia Silence, la ragazza investigatrice


(Meminerva, ma ormai si odono tortorii per tutta la Dovelandia!)
quando le sono state date informazzioni sulle molteplici sfaccettature
del caso nel suo comodacchioso appartamento da bachelescatrice,
trascurando del tutto le mewseorie di John a’Dream, si appoggiò allo
schienale della sua sedia realmente sinceramente comoda per doman­
dare con calma con le sue sillabelle invocalate: Non ha pev caso
pensato, vepovtev, che la veva e pvovia gvandezza è stata la sua
tvagedia? In ogni manieva coeventemente con le mie appvofondite
viflessioni pev questo atto dowebbe essevé punito con il massimo
della pena, con sospensione della esecuzione, in confovmità con la
Sottosez. 32, sezione 11, della legge C.L.A. 1885, nonostante quello
che tale legge possa conteneve in senso contvavio. Jarley Jilke ha
cominciato a rabbuilkearsi perché non poteva andarsene a casa fino a
Jelsey ma ha finito col dire: Gli hanno dato il benservito che l’ha
aiutato a mudare infece dei suoi stracci gladsomici. Meagher,
marinaio semplice, seduto su uno dei settili cromlechiani di granito
delle nostre nuove fishamblerie per la solita aereazione dopo il varietà
sempre popolare, con cui erano Questa e Puella, piquanti e quoite,
(questa aveva un raffreddore di testa mentre quella si sentiva
sprofondare lo scómmaco, con can, c’è ’n cin) fu incoraggiato, anche
se era nirvanito, da una delle sue co-promesse, a prendi il fiato, Walt,
e sputta il rospo e quando fu là rimpoverato dalla di lei fastrarella di
sestralatte insèllati sui tuoi panciaioni, Naville, così corrispose ai suoi
graziebaci di un’altra: scommetto due buttoni delle mie dita, fiancee
Meagher, (parla!) che lui aveva qualche colpa a proposito di voi due
cosce di velluto su per l’Horniman’s Hill — come podagrei incolpare
lui o qualsiasi altro piscumano? — ma penso anche, Puellywally, per il
tondo dei suoi calzoni che c’era qualcun altro dietro — ci potete
scommettere il brultimo blarneydollaro — a proposito di quei tre
tamburini giù per Keysars Lane. (Trito!)
Sono questi meeri favoleggiamenti da taylorsarto marchante di un
referendo di razza con un bel tipo di rex? E ora tutto vistosentito
quindi dimenticato? Canmunque fosse, uno sarebbe lieto in questa
plumbea età di lettere di sapere ora, che degli oltraggi così
diversificati (devono ancora venire!) sono stati escogitati e parzial­
mente proferiti contro un membro così fedele del covenant se fosse
vero che uno qualsiasi di quelli registrati sia mai stato affibbiato
perché molti, congetturiamo, sistretti e nogati, ci vengono dati da
alcuni di quelli che non usano la verità se non parcamente e noi, da
questa parte dovremmo affliggerci per le loro penne pungenti per
62 Einnegans Wake H.C.E

his citadear of refuge, whither (would we believe thè laimen and


their counts), beyond thè outraved gales of Atreeatic, changing
clues with a baggermalster, thè hejirite had fled, silentioussue-
meant under night’s altosonority, shipalone, a raven of thè wave,
(be mercy, Mara! A he whence Rahoulas!) from thè ostmen’s
dirtby on thè old vie, to forget in expiating manslaughter and,
reberthing in remarriment out of dead seekness to devine previ-
dence, (if you are looking for thè bilder deep your ear on thè
movietone!) to league his lot, palm and patte, with a papishee.
For mine qvinne I thee giftake and bind my hosenband I thee
halter. The wastobe land, a lottuse land, a luctuous land, Emerald-
illuim, thè peasant pastured, in which by thè fourth commandment
with promise his days apostolic were to be long by thè abundant
mercy of Him Which Thundereth From On High, murmured,
would rise against him with all which in them were, franchisab-
les and inhabitands, astea as agora, helotsphilots, do him hurt,
poor jink, ghostly following bodily, as were he made a ourse for
them, thè corruptible lay quick, all saints of incorruption of an
holy nation, thè common or ere-in-garden castaway, in red re-
surrection to condemn so they might convince him, first pha-
roah, Humpheres Cheops Exarchas, of their proper sins. Busi­
ness bred to speak with a stiff upper lip to all men and most occa-
sions thè Man we wot of took little short of fighting chances but
for all that he or his or his care were subjected to thè horrors of
thè premier terror of Errorland. (perorhaps!)
We seem to us (thè reai Us!) to be reading our Amenti in thè
sixth sealed chapter of thè going forth by black. It was after thè
show at Wednesbury that one tali man, humping a suspicious
parcel, when retuming late amid a dense particular on his home
way from thè second house of thè Boote and Burgess Christy
Menestrels by thè old spot, Roy’s Corner, had a barkiss revolver
placed to his faced with thè words: you’re shot, major: by an un-
knowable assailant (masked) against whom he had been jealous
over, Lotta Crabtree or Pomona Evlyn. More than that Whenn
thè Waylayer (not a Lucalizod diocesan or even of die Glenda-
lough see, but hailing fro’ thè prow of Little Britain), mention-
Einnegans Wake H.C.E. 62bis

quel motivo. La settima città, Urovivla, la sua cittabella di rifugio,


verso la quale (se credessimo ai laimani ed ai loro capi d’accusa), al di
là delle tempeste acquetatesi dell’Atreeatico, permutando le penne
con un bigomastro, l’egirita era fuggito, silentacitamente nell’altoso-
norità della notte, navisolo, un corvo delle onde, (sii mercè, Mara! Un
lui da cui Rahulas!) dalla dirtby degli ostmen sull’old vie, per
dimenticare in una carneficina espiatoria e, rinascitando in risposalle-
gria da una dolorosa malatcerca alla devina provvidenza, (se state
cercando le bilder affondate l’orecchio sul movietone!) per vincolare
la sua ventura, palmo e patte, con una papisheesta. Per min kvinde ti
giftprendo e legando l’hosenband t’hincavezzo. La terra desiliata, una
terra di lotusatori, una terra luttosante, Emeraldilluim, concimata da
contadini, in cui per il quarto comandamento secondo la promessa i
suoi giorni apostolici dovevano prolungarsi per la copiosa grazia di
Colui Che Tuona Da In Alto, mormorava, si sarebbe sollevata contro
di lui con tutto quello che c’era, franchisabili e abitandi, astea come
agora, ilotifiloti, gli avrebbe fatto male, povero guzzo, lo spirituale che
segue il carnale, come se fosse diventato una maledizione per loro, i
corruttibili si danno da fare in fretta, tutti i santi dell’incorruttibilità di
una nazione benedetta, il reietto comune o er’in-giardino, da
condannare in rossa resurrezione in modo da poterlo convincere, lui
primo faraone, Humpheres Cheops Exarchas, dei loro propri peccati.
Gli affari hanno allenato a parlare tenendo duro con tutti gli altri e
nella maggior parte delle occasioni l’Uomo che conosciamo ha corso
quasi il rischio di doversi battere se non fosse stato perché lui o le sue
o le sue ansie erano stati esposti agli orrori del premier terrore di
Errorlandia. (perorse!)
Sembriamo a noi stessi (gli autentici Noi stessi!) di stare leggendo il
nostro Amenti nel sesto capitolo suggellato dell’emanazione con il
buio. E stato dopo la festa di Wednesbury che ad un uomo alto,
ingobbito da un pacco sospetto, mentre ritornava verso casa tardi tra
una fitta nebbia dopo la seconda rappresentazione dei Christy
Menestrels di Boore e Burgess vicino al solito posto, il Roy’s Corner,
fu puntato nel facciato un revolver barkiss con le parole: sei spacciato,
maggiore: da un inconoscibile assalitore (mascherato) del quale era
stato geloso a proposito di, Lotta Crabtree o Pomona Evlyn. Oltre a
ciò Whenn il Waylaycr (non un diocesano di Lucalizod o neppure del
vescovado di Glendalough, ma proveniente dalla prua della Little
63 Finnegans Wake H.C.E.

ing in a bytheway that he, thè crawsopper, had, in edition to


Reade’s cutless centiblade, a loaded Hobson’s which left only twin
altematives as, viceversa, either he would surely shoot her, thè
aunt, by pistol, (she could be okaysure of that!) or, fading of such,
bash in Patch’s blank face beyond recognition, pointedly asked
with gaeilish gali wodkar blizzard’s business Thomton had with
that Kane’s fender only to be answered by thè aggravated
assaulted that that that was thè snaps for him, Midweeks, to sultry
well go and fìnd out if he was showery well able. But how trans-
paringly nontrue, gentlewriter ! His feet one is not a tali man, not
at all, man. No such parson. No such fender. No such lumber. No
such race. Was it supposedly in connection with a girls, Myramy
Huey or Colores Archer, under Flaggy Bridge (for ann there is
but one liv and hir newbridge is her old) or to explode his
twelvechamber and force a shrievalty entrance that thè heavybuilt
Abelbody in a butcherblue biouse from One Life One Suit (a
men’s wear store), with a most decisive bottle of single in his
possession, seized after dark by thè town guard at Haveyou-
caught-emerod’s temperance gateway was there in a gate’s way.
Fifthly, how parasoliloquisingly truetoned on his first time of
hearing thè wretch’s statement that, muttering Irish, he had had
had o’gloriously a’iot too much hanguest or hoshoe fine to
drink in thè House of Blazes, thè Parrot in Hell, thè Grange Tree,
thè Glibt, thè Sun, thè Holy Lamb and, lapse not leashed,.in
Ramitdown’s ship hotel since thè morning moment he could
dixtinguish a white thread from a black till thè engine of thè
laws declosed unto Murray and was only falling fillthefluthered
up against thè gatestone pier which, with thè cow’s bonnet
a’top o’it, he falsetook for a cattlepillar with purest peaceablest
intentions. Yet how lamely hobbles thè hoy of his then pseudo-
jocax axplanation how, according to his own story, he was a
process server and was merely trying to open zozimus a bottlop
stoub by mortially hammering his magnum bonum (thè cutter thè
club thè sorer thè savage) against thè bludgey gate for thè boots
about thè swan, Maurice Behan, who hastily into his shoes with
nothing his hald barra tinnteack and carne down with homp,
Finnegans Wake H.C.E. 63 bis

Britain), menzionando in un traparentesi che lui, il crassopperato,


aveva in edigiunta alla centilama cutottusa di Reade, un Hobson
caricato che lasciava soltanto alternative gemelle e cioè, viceversa, se
sparare sicuramente a lei, la zia, con una pistola, (poteva esserne
okaysicura) o in mancanza di ciò, scazzottare la stolida faccia di Patch
al di là di ogni riconoscimento, chiese mordamente con gallosità
gaeilica wodkualera il traffico tormentaoso che Thornton aveva con
quel difenditore di Kane soltanto per sentirsi rispondere dall’adirato
assalito che che quella era la snappa che ci voleva per lui, Midweeks,
per andare afosamente bene a scoprire se lui era piovosamente ben
abile. Ma com’è transparcarentemente nonvero, gentilscrittore! Dai
piedi uno non è un uomo alto, niente affalto, uomo. Non tal parsona.
Non tal difenditore. Non tal ciarpame. Non tal razza. Era apparente­
mente in rapporto con una ragazza. Myramy Huey o Colores Archer,
sotto il Flaggy Bridge (poiché di liv non ce n’è che un’ann e il suo
newbridge è quello vecchio) o per far scoppiare la sua dodici colpi e
aprirsi di forza un accesso a sceriffo che il robusto Abelbody in una
blusa blubeccaio comprata da One Life One Suit (un negozio di
abbigliamento per uomo), con una bottiglia molto risolutiva di
sbobba in suo possesso, acciuffato a notte fatta dalla guardia
municipale sul portone della casa di temperanza di Haveyou-caught-
emerods era là sul portone di una casa.
In quinto luogo, come sembrò parasoliloquizzantemente veritonale
al suo primo sentirla l’affermazione di quel miserabile, che, balbettan­
do irlandese, disse di aver aver avuto o’gloriosamente a’dawero
troppa henguestbirra od horsafion da bere all’House of Blazes, al
Parrot in Hell, all’Orange Tree, al Glibt, al Sun, all’Holy Lamb e,
lapsultimo ma non da lacciomeno, nell’albergo galleggiante di
Ramitdown dal momento del mattino in cui potè dixtinguere un filo
bianco bianco da uno nero fino a quando l’angolo del segnare
dennunziò a Murray e stava solo cadendo fili thè flutheriempito
all’insù contro il pilastro di pietra del portone che, con il reticolo di
una mucca a’cima o’desso, falsoprese per un lombobrico con le
intenzioni più pure e più pacifiche. Pure come hobblesvacilla
zoppamente l’hoy della sua axpiegazione allora pseudojocaxtica di
come, secondo il suo stesso racconto, era un ufficiale giudiziario e
stava semplicemente cercando di aprire zosimamente una bottigna di
stuta martellando morzialmente la sua magnum bonum (quanto più
risoluto il randello tanto più sofferente il selvaggio) contro quel
mazzedetto portone perché il boots intorno allo swan, Maurice
Behan, che frettolosamente le scarpe con niente per tinteachare
64 Finnegans Wake H.C.E

shtemp and jumphet to thè tiltyard from^the wastes a’sleep in his


obi ohny overclothes or choker, attraete^ by thè norse of guns
playing Delandy is cartager on thè raglar rock to Dulyn, said
war’ prised safe in bed as he dreamed that he’d wealthes in mor-
mon halls when wokenp by a fourth loud snore out of his land
of byelo while hickstrey’s maws was grazing in thè moonlight
by hearing hammering on thè pandywhank scale emanating from
thè blind pig and anything like it (oonagh! oonagh!) in thè
whole history of thè Mullingcan Inn he never. This battering
babel allower thè door and sideposts, he always said, was not in
thè very remotest like thè belzey babble of a bottle of boose
which would not rouse him out o’ slumber deep but reminded
him loads more of thè martiallawsey marses of foreign musi-
kants* instrumongs or thè overthrewer to thè third last days of
Pompery, if anything. And that after this most nooningless
knockturn thè young reine carne down desperate and thè old
liffopotamus started ploring all over thè plains, as mud as she
cud be, ruinating all thè bouchers’ schurts and thè backers’
wischandtugs so that be thè chandeleure of thè Rejaneyjailey
they were all night wasching thè walters of, thè weltering walters
off. Whyte.
Just one moment. A pinch in time of thè ideal, musketeers!
Alphos, Burkos and Caramis, leave Astrelea for thè astrollajerries
and for thè love of thè saunces and thè honour of Keavens pike
puddywhackback to Pamintul. And roll away thè reel world, thè
reel world, thè reel world! And cali all your smokeblushes,
Snowwhite and Rosered, if you will have thè reai creami Now for
astrawberry frolic! Filons, filoosh! Cherchons la fiamme! Famm-
famm! Fammfamm!
Come on, ordinary man with that large big nonobli head, and
that blanko berbecked fischiai ekksprezzion Machinsky Scapolo-
polos, Duzinascu or other. Your machelar’s mutton leg’s getting
musclebound from being too pulled. Noah Beery weighed stone
thousand one when Hazel was a hen. Now her fat’s falling fast.
Therefore, chatbags, why not yours? There are 29 sweet reasons
why blossomtime’s thè best. Elders fall for green almonds when
Finnegans Wake H.C.E. 64bis

l’halda barra e scese con sémpiti, campestii e giafetalti nella lizza


dell’accidente dai resti del sonno con solo l’obi ohne overstiti né
colletto inamidato, attirato dal norsecasso di armi da fuoco che
giocavano a Delanda è carriagine sulla raglarstrada rokkiosa per
Dulyn, e disse gu’erra stato preso al sicuro nel letto mentre sognava
che dimoriccava in sale mormonree quando fu svegliano da un quarto
rumoroso russamento fuori dalla sua terra di byelo mentre la mawsa
dell’hickstoria pascolava al chiar di luna perché aveva sentito
martellare sulla scala paddywhacka che scaturiva da quell’ottuso
porco e una cosa simile (o.onagh! oonagh!) in tutta la storia della
Mullingcan Inn lui mai. Questa batacchiarne babele allowertutta la
porta e i suoi stipiti, ha sempre detto, non somigliava neppure
lontanamente al belzeico bulbettio di una bottiglia di bobba che non
l’avrebbe svegliato dal profondo sonno ma gli avrebbe ricordato un
sacco di più le marce marzialleggicchiesi degli strumenghi di musikan-
ti stranieri o l’overtira dei terzi ultimi giorni di Pompery, se mai. E che
dopo questo botturno più che mai lumesente la giovane reine scese
furibonda e il vecchio liffopotamo cominciò a plorare per tutta la
pianura, quanto più fanguoramente che puoteva, rovinando tutti gli
schurtzi dei boucher e tutti i waschhandtuchi dei foranai, cosicché
fosse pur quella la chandeleure di Rejaneyjailey passarono tutta la
notte a waschare le monde di, le tumundanti monde da. Whyte.
Solo un momento. Un attimo nel tempo dell’ideale, moschettieri!
Alphos, Burkos e Caramis, lasciate l’Astrelea alle astrollajerrye e per
amor delle sanse e per l’onor del Kevlo pedornate paddywhackindie-
tro a Pamintul. E srotolate il mondo del reele, il mondo del reele! E
chiamate tutte le vostre fumiarrossaie, Snowwhite e Rosered, se volete
realmente il fior fiore! E adesso una bisboccia di fragole! Filons,
filusci! Cherchons la fiamme! Fammfamm! Fammfamm!
Andiamo, uomo ordinario con quella testa nonobli grande e grossa,
e quell’ekksprezzione fischiale blanka e berbeckosa Machinsky
Scapolopolos, Duzinascu o un altro. I muscoli del legosciotto di
montone del tuo machelaio stanno irrigidendosi perché sono stati
troppo pulltirati. Noah Beery pesava stone mille una quando Hazel
era una hallina. Ora la sua ciccia cade celermente. Quindi, chiacche-
roni, perché non la vostra? Ci sono 29 dolci ragioni per cui il tempo
della fioritura è il migliore. Gli anziani si prendono una cotta per le
65 Finnegans Wake H.C.E.

they’re raised on bruised stone root ginger though it winters on


their heads as if auctumned round their waistbands. If you’d had
pains in your hairs you wouldn’t look so orgibald. Yoù’d have
Colley Macaires on your lump of lead. Now listen, Mr Leer!
And stow that sweatyfunnyadams Simper! Take an old geeser
who calls on his skirt. Note his sleek hair, so elegant, tableau
vivant. He vows her to be his own honeylamb, swears they will
be papa pals, by Sam, and share good times way down west in a
guaranteed happy lovenest when May moon she shines and they
twit twinkle all thè night, combjng thè comet’s tail up right and
shooting popguns at thè stars. Creampuffs all to dime! Every
nice, missymackenzies! For dear old grumpapar, he’s gone on
thè razzledar, through gazing and crazing and blazing at thè stars.
Compree! She wants her wardrobe to hear from above by return
with cash so as she can buy her Peter Robinson trousseau and cut
a dash with Arty, Bert or possibly Charley Chance (who knows?)
so toltoli Mr Hunker you’re too dada for me to dance (so off she
goes!) and that’s how half thè gels in town has got their bottom
drars while grumpapar he’s trying to hitch his braces on to his
trars. But old grum he’s not so clean dippy between sweet you
and yum (not on your life, boy! not in those trousers! not by a
large jugful!) for someplace on thè sly, where Furphy he isn’t by,
old grum has his gel number two (bravevow, our Grum!) and he
would like to canoodle her too some part of thè rime for he is
downright fond of his number one but O he’s fair mashed on
peaches number two so that if he could only canoodle thè two,
chivee chivoo, all three would feel genuinely happy, it’s as simple
as A. B. C., thè two mixers, we mean, with their cherrybum
chappy (for he is simply shamming dippy) if they all were afloat
in a dreamlifeboat, hugging two by two in his zoo-doo-you-doo,
a tofftoff for thee, missyihissy for me and howcameyou-e’enso for
Farber, in his tippy, upindown dippy, tiptoptippy canoodle, can
you? Finny.
Ack, ack, ack. With which clap, trap and soddenment, three to
a loaf, our mutuai friends thè fender and thè bottle at thè gate seem
to be implicitly in thè same bateau, so to singen, hearing also
Finnegans Wake H.C.E. 65bis

mandorle fresche quando vengono tirate su con zenzero pestato dalle


radici pietrose anche se inverna sulla loro testa come se fossero
auctunnati attorno alle cinture. Se avessi delle formipenecine coliica-
pelli non sembreresti così orgibaldo. Avresti Colley Macaires sul tuo
pezzo di piombo. Adesso ascolta, Mr Leer! E lascia stare quel
Simperrisolino da sweetfannyadams. Prendete un vecchio bislacco
che va a trovare la sua sottana. Osservate i suoi capelli lucidi, così
eleganti, tableau vivant. Lui giura che lei è il suo dolceagnello, le
assicura che saranno papa palpati, parola d’onore, e se la spasseranno
insieme laggiù nell’ovest in un lovenest a felicità garantita dove la luna
di maggio lei splenderebbe e loro brilli brillerebbero tutta la notte,
lisciando la coda della cometa fino a farla rizzare e sparando
poppistole alle stelle. Bomboloni tutti a un diecino! Tutti squisiti,
missimackenzie! Perché il caro vecchio brontonnin, lui se n’è andato
a far festin, mirando e delirando ed ardendo per le stellin. Comprii!
Lei vuole che il suo corredo riceva posta da lassù a volta.di corriere
con dei contanti per potersi comprare un trousseau di Peter Robinson
e far bella figura con Arty, Bert o forse Charley Chance (chissà?) così
tollolabile Mr Hunker sei troppo dada perché io balli con te (così se
ne va! ) e questo è il modo in cui metà delle gazze in città ha avuto le
loro tandin mentre il brontonnin lui sta cercando d’attaccar le bretelle
ai taloncin. Ma il vecchio bronto non è poi così completamente
picchiato tra te tesoro e sì (assolutamente no, ragazzo, non in quei
pantaloni! non per una gran broccata!) perché in qualche posto di
nascosto, dove Furphy non è accosto, il vecchio bronto ha la sua gazza
numero due (bràvoto, il nostro Bronto!) e gli piacerebbe canoccolare
anche lei per un po’ perché è profondamente innamorato della sua
numero uno ma O è proprio partito per la pollastrella numero due e
quindi se solo potesse canoccolare tutt’e due, l’asino e il bue, tutti e
tre si sentirebbero perfettamente felici, è semplice come l’A.B.C., le
due mischione, vogliamo dire, con il loro cascamorto cherrybum
(perché sta semplicemente facendo finta di essere picchiato) se
stessero tutti beccheggiando in una beccaluppa di sognotaggio,
stringendosi due a due nel suo zoo-doo-you-doo, un tofftoff per te,
una missimissi per me e un homeseicapitato-effettivamente per
Farber, nella sua tippera, suingiù tippera, picnictippera canoccola,
cantù? Finne.
Ack, ack, ack! Con che scoppio, trappola e inzollamento, tre per
una pagnotta, i nostri comuni amici il difenditore e la bottiglia al
portone sembrano stare implicitamente nello stesso bateau, per così
66 Finnegans Wake H.C.E.

several of thè earmarks of design, for there is in fact no use in


putting a tooth in a snipery of that sort and thè amount of all
those sort of things which has been going on onceaday in and
twiceaday out every other nachtistag among all kinds of pro-
miscious individuals at all ages in private homes and reeboos
publikiss and allover all and elsewhere throughout secular
sequence thè country over and overabroad has been particularly
stupendous. To be continued. Federata’ Uniteds’ Transports’
Unions’ for Exultations’ of Triumphants’ Ecstasies.
But resuming inquiries. Will it ever be next moming thè postai
unionist’s (officially called carrier’s, Letters Scotch, Limited)
strange fate (Fierceendgiddyex he’s hight, d.e., thè losel that
hucks around missivemaids’ gummibacks) to hand in a huge
chain envelope, written in seven divers stages of ink, from blanch-
essance to lavandaiette, every pothook and pancrook bespaking
thè wisherwife, superscribed and subpencilled by yours A Laugh-
able Party, with afterwite, S.A.G., to Hyde and Cheek, Eden-
berry, Dubblenn, WC? Will whatever will be written in lappish
language with inbursts of Maggyer always seem semposed, black
looking white and white guarding black, in that siamixed twoa-
talk used twist stem swift and jolly roger? Will it bright upon us,
nightle, and we plunging to our plight? Well, it might now, mircle,
so it light. Always and ever till Cox’s wife, twice Mrs Hahn, pokes
her beak into thè matter with Owen K. after her, to see whawa
smutter after, will this kiribis pouch filled with litterish frag-
ments lurk dormant in thè paunch of that halpbrother of a herm,
a pillarbox?
The coffin, a triumph of thè illusionist’s art, at first blench
naturally taken for a handharp (it is handwarp to tristinguish
jubabe from jabule or either from tubote when all three have just
been invened) had been removed from thè hardware premises of
Oetzmann and Nephew, a noted house of thè gonemost west,
which in thè naturai course of all things continues to supply
funeral requisìtes of every needed description. Why needed,
though? Indeed needed (wouldn’t you feel like rattanfowl if you
hadn’t thè Oscar!) because thè flash brides or bride in their lily
Finnegans Wake H.C.E. 66bis

singen, portando anche parecchie delle caratteristiche di progettazio­


ne, poiché infatti non serve mettere bocca in una beccaccineria di
quel tipo e la quantità di tutti quei tipi di cose che ha continuato a
succedere navoltalgiorno sì e duevoltalgiorno no ogni due nachtetag
tra tutti i generi di individui promiscui a tutte le età in case private e
nelle reeboos publikiss e dolivertutto e altrove attraverso la sequenza
secolare in tutto il paese e tuttallestero è stata particolarmente
stupefacente. Il resto alla prossima puntata. Federate Universali
Trasportanti Unioni per l’Esultanza delle Trionfanti Estasi.
Ma riprendendo le indagini. Sarà mai la mattina dopo dell’unioni­
sta postale (chiamato ufficialmente corriere, della Letters Scotch,
Limited) lo strano fato (Fierceendgiddyex è appellato, d.e. il cialtrone
che huckironzola attorno al gummidietro di madamigelle missive)
quello di consegnare una hgrande a catena enveloppa, scritta in sette
dissimili stadi di inchiostro, dal blanchissante al lavandaiette, con ogni
riffuncino e raffasta che rivela l’amor di moglie, soprascritta e
sottofirmata dalla vostra A Laughable Party, con il dopowitto, S.A.G.,
ad Hyde and Cheek, Edenberry, Dubblenn, WC? Qualunque cosa
che sarà scritta in lingua lapponica con implosioni di maggiaro
sembrerà sempre semposta, col nero che sembra bianco e il bianco
che protegge il nero, in quel siamisto duadiscorso usato twist lo sterno
swift e il jolly roger? Verrà il sol per noi, Nichele, tutti tesi al nostro
impegno? Sì, potrebbe, mio mirchele, se sei degno. Sempre ed ognora
finché la moglie di Cox, due volte Mrs Hahan, non mettrà il becco
nella matter, con Owen K. appresso, per veder che cerca smutter,
questa borsa da kiribis piena di pezzetti di lettiere si nasconderà in
letargo nel pancione di quella soralpastra di un’erma, una cassetta
postale?
La cassa da morto, un trionfo dell’arte illusionistica, presa natural­
mente al primo nonsguardo per un’arpadita (è un’oprardita tristin-
guere giubabbo da giaballo o tutti e due da tuballo quando tutti e tre
sono stati appena invenuti) era stata trasferita dai magazzini di
Oetzmann e Nipote, rinomata ditta di ferramenta dell’estremo
accidente, che nel corso naturale di tutte le cose continua a sopperire
forniture funebri di ogni qualità necessaria. Perché necessaria,
comunque? Espressamente necessaria (non vi sentireste dei rattanpol-
li, se non aveste l’oscar!) perché le brillanti spose o sposa nei lilliacei
67 Finnegans Wake H.C.E.

boleros one games with at thè Nivynubies’ finery ball and your
upright grooms that always come tight up with you (and by jingo
when they do!) what else in this mortai world, now ours, when
meet there night, mid their nackt, me there naket, made their
nought thè hour strikes, would bring them rightcame back in thè
flesh, thumbs down, to their orses and their hashes.
To proceed. We might leave that nitrience of oxagiants to take
its free of thè air and just analectralyse that very chymerical com-
bination, thè gasbag where thè warderworks. And try to pour
somour heiterscene up thealmostfere. In thè bottled heliose case
continuing, Long Lally Tobkids, thè special, sporting a fine breast
of medals, and a conscientious scripturereader to boot in thè brick
and tin choorch round thè coroner, swore like a Norewheezian
tailliur on thè stand before thè proper functionary that he was up
against a right querrshnorrt of a mand in thè butcher of thè blues
who, he guntinued, on last epening after delivering some car-
casses mattonchepps and meatjutes on behalf of Messrs Otto
Sands and Eastman, Limericked, Victuallers, went and, with his
unmitigated astonissment, hickicked at thè dun and dorass against
all thè runes and, when challenged about thè pretended hick (it
was kickup and down with him) on his solemn by thè imputant
imputed, said simply: I appop pie oath, Phillyps Captain. You
did, as I sostressed before. You are deepknee in error, sir, Madam
Tomkins, let me then teli you, replied with a gentlewomanly
salaam MackPartland, (thè meatman’s family, and thè oldest in
thè world except nick, name.) And Phelps was flayful with his
peeler. But his phizz fell.
Now to thè obverse. From velveteens to dimities is barely a
fivefinger span and hence these camelback excesses are thought
to have been instigated by one or either of thè causing causes of
all, those rushy hollow heroines in their skirtsleeves, be she ma­
gretta be she thè posque. Oh! Oh! Because it is a horrible thing
to have to say to say to day but one dilalah, Lupita Lorette, short-
ly after in a fit of thè unexpectednesses drank carbolic with all
her dear placid life before her and paled off while thè other
soiled dove that’s her sister-in-Iove, Luperca Latouche, finding
Finnegans Wake H.C.E. 67bis

boleri con cui uno gioca d’azzardo al ballo di gala di Nivynubies e i


vostri retti sposi che vengono sempre ritti con voi (e perbacco quando
vengono!) che cos’altro in questo mondo terreno, ora nostro, quando
mittera la nachte, mezza lor nackt, me là nacche, mossa lor none l’ora
suona, li porterebbe subitornamente indietro in carne ed ossa, pollici
verso, ai loro avalli e ai lor cenercomari.
Per procedere. Potremmo lasciare che quella nitrenza di oxagiganti
prenda la sua parte dell’aria e analettralizzare solamente quella
combinazione davvero chimerica, l’involucro di gas in cui lavora il
guardiaturgo. E provare a versare ’mpod heitherscena su per
l’attimosfera. Nella continuazione del casso dell’elioso imbottigliato,
Long Lally Tobkids, lo straordinario, che sfoggia un petto pieno di
medaglie, ed è per giunta un coscienzioso lettore della Bibbia nella
chiuusa di bricchi e tingno girato il coroner, giurò come un tailliur
noreveggese dal banco dei testimoni davanti all’appropriato funziona­
rio di voler parlare per affrontare una dirittamente querrschnorrta di
mani del butchellaio nel blu il quale, guntinuò, la sara scorsa dopo
aver consegnato alcune carcasse di mattoncosce e manzo] ute per
conto della Spett.le Otto Sands and Eastmans, Limericked, Alimenta­
ri, se ne andò e, con suo grandissimo attonissmento, prese a hickalci la
dundorassporta contro tutte le rùnole e, quando gli fu contestato il
preteso hickcalcio (era tutto uno scalciosù e giù con lui) solennemente
dall’imputante imputato, disse semplicemente: Lo giuro giù spergiu­
ro, Capitan Phillyps. Lei l’ha fatto, come ho sostrolineato prima. E
inginocchiato nell’errore fino all’immersione, signore, Madam Tom-
kins, mi lasci quindi dire, rispose con un salaam gentildonnesco Mack
Partland, (la famiglia del manzollaio, e la più vecchia del mondo
eccetto il nick, nominato). E Phelps era fefiele al suo peeliziotto. Ma il
suo folto fu abbattuto.
Ed ora all’opposto. Dai velluti ai cotoni vi è appena una distanza di
cinque dita e hquindi questi cammellpsi eccessi si pensa che siano stati
istigati da una od entrambe delle causanti cause di tutto, quelle
protagoniste della radura giuncosa in maniche di sottana, che sia
magretta che sia la posque. Oh! Oh! Perché è una cosa terribile dover
addire addire adesso soltanto che una dilalah, Lupita Lorette, di lì a
poco in un accesso di imprevedibilità bevve dell’acido fenico con
tutta una vita tranquilla e serena davanti e se ne svanì mentre
quell’altra colomba insozzata che era sua cognatamata, Luperca
68 Hnnegans Wake H.C.E.

one day while dodging chores that she stripped teasily for binocu-
lar man and that her jambs were jimpjoyed to see each other, thè
nautchy girly soon found her fruitful hat too small for her and
rapidly taking time, look, she rapidly took to necking, partying
and selling her spare favours in thè haymow or in lumber closets
or in thè greenawn ad huck (there are certain intimacies in all
ladies’ lavastories we just lease to imagination) or in thè sweet
churchyard dose itself for a bit of soft coal or an array of thin
trunks, serving whom in fine that same hot coney a la Zingara
which our own little Graunya of thè chilired cheeks dished up
to thè greatsire of Oscar, that son of a Coole. Houri of thè coast
of emerald, arrah of thè lacessive poghue, Aslim-all-Muslim, thè
resigned to her surrender, did not she, come leinster’s even, true
dotter of a dearmud, (her pitch was Forty Steps and his perch old
Cromwell’s Quarters) with so valkirry a licence as sent many a
poor pucker packing to perdition, again and again, ay, and again
sfidare him, tease fido, eh tease fido, eh eh tease fido, toos top-
ples topple, stop, dug of a dog of a dgiaour, yei Angealousmei!
And did not he, like Arcoforty, farfar off Bissavolo, missbrand
her behaveyous with iridescent huecry of down right mean false
sop lap sick dope? Tawfulsdreck! A reine of thè shee, a shebeen
quean, a queen of pranks. A kingly man, of royal mien, regally
robed, exalted be his glory! So gave so take: Now not, not now!
He would just a min. Suffering trumpet! He thought he want.
Whath? Hear, O hear, living of thè land! Hungreb, dead era,
hark! He hea, eyes ravenous on her lippling lills. He hear her voi
of day gbn by. He hears! Zay, zay, zay! But, by thè beer of his
profit, he cannot answer. Upterputty till rise and shine! Nor needs
none shaft ne stele from Phenicia or Little Asia to obelise on
thè spout, neither pobalclock neither folksstone, nor sunkenness
in Tomar’s Wood to bewray how erpressgangs score off thè rued.
The mouth that tells not will ever attract thè unthinking tongue
and so long as thè obseen draws theirs which hear not so long
till allearth’s dumbnation shall thè blind lead thè deaf. Tatcho,
tawney yeeklings! The column of lumps lends thè pattrin of thè
leaves behind us. If violence to life, limb and chattels, often as
Einnegans Wake H.C.E. 68bis

Latouche, trovando un giorno mentre stava cercando di dodgevitare


delle faccende domestiche che si strippava teasilmente per l’uomo
binoculare e che le sue giambe erano gimgioiose di guardarsi l’un
l’altra, quella nautchoncella di una ragazza trovò presto che il suo
succoso campiello era troppo piccolo per lei e prendendo rapidamen­
te tempo, guardate, rapidamente prese a slimonare, a partyeggiare e a
vendere i suoi favori di riserva sui mucchi di fieno o nelle legnaie o
nelle grinian ad huck (vi sono certe intimità in tutte le stoirielettes per
signore che possiamo solo sublocare all’immaginazione) o addirittura
nel profumato recinto del cimitero per un pezzo di carbone o una
schiera di leggeri calzoncini, servendo loro in fine quello stesso
coniglio caldo a la zingara che la nostra piccola Graunya dalle guance
rossochili aveva ammannito al bisavolo di Oscar, quel figlio di un
Coole. Hurì della costa d’esmeraldo, arrah del lacessante poghue,
Aslim-all-Muslim, rassegnato alla di lei resa, lei, venuta la vigilia del
leinster, da vera dotter di un dearmud, (il di lei passo era Forty Steps e
il di lui posatoio le vecchie caserme di Cromwell) con una licenza così
valkirrica da costringere molti poveri paccheroni a pacchettare verso
la perdizione, ancora ed ancora, sì, ed ancora, non osò sfidare lui,
tease fido, eh tease fido, eh eh tease fido, tur uzzolir uzzoli, ruzz,
dugtetta di un dingo di un dgiaurro, te! Angelosomei! E lui non ha,
come Arcoforty, Bissavolo farfar lontano, misbollato i di lei cometi-
portimenti con un iridescente dalli dalli di domo reietto minchione
falsario solito ladro sicario doloso? Taufelsdreck! Una reine delle shi,
una regianna shibin, una regina delle beffe. Un uomo regio, di aspetto
reale, regalmente abbigliato, che sia esaltata la sua gloria! Così deste
così prendete: Ora no, no ora! Lui vorrebbe solo un min. Sofferente
puttana! Pensava di volere. Cosha? Udite, O udite, voi che vivete
sulla terra! Hungreb, età morta, ascolta! Lui od, con occhi ravenaci
sui di lei lilli lamblenti. Ode la sua vo di giornate gonscorse. Ode! Zi,
zi, zi! Ma, per la birrba del suo profitto, lui non può rispondere.
Supelgrana, fino alla piovalba ed al beltempo! Non c’è necessità di
nessuna colonna ne stele della Phenicia o della Little Asia per obelare
su due getti, neppure pobalcloch neppure folksston, né dungenessfos-
samento nel Thomar’s Wood per spiattellare come le erpressganghe
ebbero la meglio sui rued. La bocca che non dice attirerà sempre la
lingua spensierata e purché l’obseeno trascini quelli di coloro che non
odono per tutto il tempo fino alla dumbnazione di ogniterra il cieco
guiderà il sordo. Tatcho, tawnie yeckolini! La columna di zolle forma
il patrin delle foglie dietro di noi. Se la violenza alla salute, alla
salvezza e al patrimonio, più spesso che no, è stata l’espressione,
69 Finnegans Wake H.C.E.

not, has been thè expression, direct or through an agent male, of


womanhid offended, (ah! ah!), has not levy of black mail from
thè times thè fairies were in it, and fain for wilde erthe blothoms
followed an impressive private reputation for whispered sins?
Now by memory inspired, tum wheel again to thè whole of
thè wall. Where Gyant Blyant fronts Peannlueamoore There was
once upon a wall and a hooghoog wall a was and such a wall-
hole did exist. Ere ore or ire in Aaarlund. Or you Dair’s Hair or
you Diggin Mosses or your horde of orts and oriorts to garble
a garthen of Odin and thè lost paladays when all thè eddams ended
with aves. Armen? The doun is theirs and stili to see for menags
if he strikes a lousaforitch and we’ll come to those baregazed
shoeshines if you just shoodov a second. And let oggs be good
old gaggles’and Isther Estarr play Yesther Asterr. In thè drema
of Sorestost Areas, Diseased. A stonehinged gate then was for
aiiother thing while thè suroptimist had bought and enlarged
that shack under fair rental of one yearlyng sheep, (prime) value
of sixpence, and one small yearlyng goat (cadet) value of eight-
pence, to grow old and happy (hogg it and kidd him) for thè re-
minants of his years; and when everything was got up for thè
purpose he put an applegate on thè place by no means as some
pretext a bedstead in loo thereof to keep out donkeys (thè pig-
dirt hanging from thè jags to this hour makes that clear) and just
thenabouts thè iron gape, by old custom left open to prevent
thè cats from getting at thè gout, was triplepatlockt on him on
purpose by his faithful poorters to keep him inside probably and
possibly enaunter he felt like sticking out his chest too far and
tempting gracious providence by a stroll on thè peoplade’s egg-
day, unused as he was yet to being freely clodded.
O, by thè by, lets wee brag of praties, it ought to be always
remembered in connection with what has gone before that there
was a northroomer, Herr Betreffender, out for his zimmer hole-
digs, digging in number 32 at thè Rum and Puncheon (Branch of
Dirty Dick’s free house) in Laxlip (where thè Sockeye Sammons
were stopping at thè time orange fasting) prior to that, a Kom-
merzial (Gorbotipacco, he was wreaking like Zentral Oylrubber)
Finnegans Wake H.C.E. 69bis

diretta o tramite un agente maschio, della femminiletà oltraggiata,


(ah, ah!), non ha l’estorsione con ricatto fin dai tempi in cui le fate
c’erano dentro, e lietamente tla le wilde lose veldi, seguito un’impres­
sionante reputazione privata per i peccati sussurrati?
Ora ispirati dal ricordo, giriamo di nuovo la ruota verso il muco nel
muro. Dove Gyant Blyant sta di fronte a Peannlueamoore c’era un
muravolta e un hooghoog muro gliera e un buconelmuro così esisteva
davvero. Ria d’ore od ire ad Aaarlund. O tu Dair’s Hair o tu Diggin
Moses o la vostra orda di ort ed oriort per garbussolare un gardunque
di Odin e i paladini perduti quando tutti gli eddami si esaurivano con
delle ave. Armen? La doun è loro e ancora da vedere per i menaki se
lui accende un lousavoric e noi arriveremo a quelle barekeacce
sciuscianne se soutovacete appena un momento. E che le uogga siano
delle guone ovecchie gaggole ed Isther Estarr faccia la parte di
Yesther Asterr. Nel drema delle Sorestost Areas, Diseased. Allora
c’era per dirne un’altra una porta stonhingata finché il soroptimista
non comprò ed ingrandì quella baracca all’equo canone di una pecora
di un bugianno (prima) del valore di sei pence, e di una capretta di un
bugianno (cadetta) del valore di otto pence, in cui diventar vecchio e
felice (hogganti e kiddosso) per il reminante dei suoi anni; e quando
tutto era pronto a questo scopo mise sul posto un’applegate niente
affatto come alcuni pretendono il telaio di un Ietto in luogo di questa
per tener fuori i somarelli (la sporcizia dei maiali appesa alle
sporgenze in questo momento lo rende chiaro) e proprio circa in quel
poistante l’aporta di ferro, per antica consuetudine lasciata aperta in
modo da evitare che i gatti arrivassero alle grottaglie è stata
triplopatloccata apposta su di lui dai suoi fedeli poorteri per tenerlo
dentro probabilmente e podarsimente nel caso in cui avesse voglia di
gonfiare troppo il petto e di tentare la misericordiosa provvidenza con
una passeggiatina il giovorno della peuplade, non abituato com’era ad
essere liberamente azzollato.
Oh, tra parentesi, ventiamoci delle pratatine, si dovrebbe ricordare
sempre in relazione a quello che è succeduto prima che ci fu un
pigionordico, Herr Betreffender, all’estero per passare le bucanze
zimmerstive, imbucato al numero 32 al Rum and Puncheon (dépen-
dance della locanda di Dirty Dick) a Laxlip (dove i Sockeye Sammons
si erano fermati a quel tempo mangiando solo orangi) in precedenza
Kommerzial (Gorbotipacco, puzzonava come la Zentral Oylrubber)
70 Einnegans Wake H.C E.

from Osterich, thè U.S.E. paying (Gaul save thè mark!) n/- in
theweek (Gosh, these wholly romads!) of conscience money in
thè first deal of Yuly wheil he was, swishing beesnest with bles-
sure, and swobbing broguen eeriesh myth brockendootsch, mak-
ing his reporterage on Der Fall Adams for thè Frankofurto Siding,
a Fastland payrodicule, and er, consstated that one had on him
thè Lynn O’Brien, a meltoned lammswolle, disturbed, and wider
he might thè same zurichschicken other he would, with tosend
and obertosend tonnowatters, one monkey’s damages become.
Now you must know, franksman, to make a heart of glass, that
thè game of gaze and bandstand butchery was merely a Patsy
O’Strap tissue of threats and obuses such as roebucks raugh at
pinnacle’s peak and after this sort. Humphrey’s unsolicited visitor,
Davy or Titus, on a burgley’s clan march from thè middle west,
a hikely excellent crude man about road who knew his Bullfoost
Mountains like a starling bierd, after doing a long dance untidled
to Cloudy Green, deposend his bockstump on thè waityoumay-
wantme, after having blew some quaker’s (for you! Oates!) in
through thè houseking’s keyhole to attract attention, bleated
through thè gale outside which thè tairor of his clothes was hog-
callering, first, be thè hirsuiter, that he would break his bulshey-
wigger’s head for him, next, be thè heeltapper, that he would
break thè gage over his lankyduckling head thè same way he
would crack a nut with a monkeywrench and, last of all, be thè
stirabouter, that he would give him his (or theumperom’s or any-
bloody else’s) thickerthanwater to drink and his bleday steppe-
brodhar’s into thè bucket. He demanded more wood alcohol to
pitch in with, alleging that his granfather’s was all taxis and that
it was only after ten o’connell, and this his isbar was a public
oven for thè sake of irsk irskusky, and then, not easily dis-
couraged, opened thè wrathfloods of his atillarery and went on at
a wicked rate, weathering against him in mooxed metaphores
from eleven thirty to two in thè aftemoon without even a lunch-
eonette interval for House, son of Clod, to come out, you jew-
beggar, to be Executed Amen. Earwicker, that pattemmind, that
paradigmatic ear, receptoretentive as his of Dionysius, longsuffer-
Finnegans Wake H.C.E. 70bis

dell’Osterich , U.S.E., che pagava (Gaul salvi il marco!) 11/ - alla


settimana (Capperi, questi benetutti romadi!) di rimborso tasse nel
primo diorno di Yuleo wheil stava, sferzambiando il beesnesto con il
blessire, e sbarattustrando un tristirlandese mit’ un brokenato duccio,
facendo il suo reporteraggio su Der Fall Adams per il Frankofurto
Siding, un pagarodicolo della Fastland, ed er, consstatato che uno
aveva su di lui il Lynn O’Brien, un lambswolle di melton, si turbò e
wieder potesse zurichschicken il medesimo odermenti dovesse, con
tausend ed obertausend tonnowetter, beconnare un risarcimento di
un sacco di testoni. Ora devi sapere, francomanno, per fare un cuore
di vetro, che il gioco del guardo e del bacello bandapodiale era
soltanto una macchinazione da Patsy O’Strap di minacce ed obusi
come un roebuck rudemente al picco del pinnacolo e cose del genere.
Il visitatore non richiesto di Humphrey, Davy o Titus, in una marcia
clanica da burgleyssinatoré dal middlewest, un uomo hescursiona-
mente ed eccellentemente coticone per la strada che conosceva le
Bullfoost Mountains come uno stornello birroso, dopo aver fatto una
lunga danza dedicoccolata a Cloudy Green, deposentando lo stump-
cherino di bock sull’aspettapuoiaverbisognodime, dopo aver faciuto
un salto da un quacchero (per te, Oates!) attraverso il buho della
kiave dell’houseking per attirare l’attenzione, belò attraverso la sporca
fuori della quale il sarterrore dei suoi vestiti stava chiamatorando i
porci, per prima cosa, che fosse l’irseguitore, che avrebbe rotto la sua
testa da bolshewigo per lui, e poi, che fosse lo scolavanzatore, che
avrebbe rotto il patto sopra la sua testa da allampanatroccolo nello
stesso modo in cui avrebbe schiacciato una noce con una chiavinglese
e, per ultimo, che fosse l’affaccendatore, che gli avrebbe dato la sua (o
del theumperatore o di un qualedetto altro) piùspessadellacqua da
bere e quella del suo bledannato steppebrodharastro dentro al
secchio. Chiese più alcoolmetilico per darci dentro, affermando che
quello di suo nonno era tutto taxis e che erano solo le dieci passate da
un o’connellino, e che questo di lui izbar era un luecale publico per
amor dell’irsk irskuski, e quindi, non facilmente scoraggiato, aprì le
catiratte della sua attilaglieria e continuò con una velocità wickedigi-
nosa, ad impertempare contro di lui in metafore mooxincongrue dalle
undici e trenta alle due del pomeriggio senza nemmeno un intervallo
per una luncheonette perché House, figlio di Clod, venisse fuori, tu
giudezzente, per venire Esecuzionato Amen. Earwicker, quella mente
modello, quell’orecchio paradigmatico, ricettoritentivo come il suo di
Dionysius, lungosofferente anche se sbiancato rinchiuso nell’angolo
71 Finnegans Wake H.C.E.

ing although whitening under restraint in thè sititout corner of


his conservatory, behind faminebuilt walls, his thermos flask and
ripidian flabel by his side and a walrus whiskerbristle for a tusk-
pick, compiled, while he mourned thè flight of his wild guineese,
a long list (now feared in part lost) to be kept on file of all abusive
names he was called (we have been compelled for thè rejoicement
of foinne loidies ind thè humours of Militown etcetera by Joseph­
ine Brewster in thè collision known as Contrastations with Inker-
mann and so on and sononward, lacies in loo water, flee, celestials,
one clean turv): Firstnìghter,Informer, Old Fruit, Yellow Whigger,
Wheatears, Goldy Geit, Bogside Beauty, Yass Weve Had His
Badannas, York's Parker, Funnyface, At Baggotty's Bend He
Bumped, Grease with thè Butter, Opendoor Ospices, Cainandabler,
Ireland's Eighth Wonderful Wonder, Beat My Price, Godsoilman,
Moonface thè Murderer, Hoary Hairy Hoax, Midnight Sunburst,
Remove that Bible, Hebdromadary Publocation, Tummer thè Lame
thè Tyrannous, Blau Clay, Tight before Teatime, Read Your
Pantojoke, Acoastic Disturbante, Thinks He's Gobblasst thè Good
Dook of Ourguile, W.Dls Grace, Gibbering Bayamouth ofDublìn,
His Farther was a Mund^ucker and She had him in a Growler,
Burnham and Bailey, Artist, Unworthy of thè Homely Protestato
Religion, Terry Cotter, You re Welcome to Waterfood, signed thè
Ribbonmen, Lobsterpot Lardling, All for Arthur of this Town,
Hooshed thè Cat from thè Bacon, Leathertogs Donald, The Ace
and Deuce of Paupering, O'Reilly's Delights to Kiss thè Man
behind thè Borrel, Magogagog, Swad Puddlefoot, Gouty Ghibeline,
Loose Luther, Hatches Cocks' Eggs, Muddle thè Pian, Luck before
Wedlock, I Divorce Thee Husband, Tanner and a Moke, Go to
Hellena or Come to Connies, Piobald Puffpuff His Bride, Purged
out of Burke's, He's None of Me Causin, Barebarean, Peculiar
Person, Grunt Owl's Facktotem, Twelve Months Aristocrat,
Lycanthrope, Flunkey Beadle Wamps thè Tune Letting on He's
Loney, Thunder and Turf Married into Clandorf, Left Boot Sent
on Approvai, Cumberer ofLord's Holy Ground, Stodge Arschmann,
Awnt Yuke, Tommy Furlong's Pet Plagues, Archdukon Cabbanger,
Last Past thè Post, Kennealey Wont Teli Thee offNancys Gown,
Finnegans Wake H.C.E. 7 Ibis

più discosto della sua serra, dietro muri costruiti durante la carestia,
con un thermos ed un flabello ripidiano a fianco ed un baffo setoloso
da tricheco come stuzzicazanne, compilò, mentre si lamentava per la
fuga delle sue guinesoche selvatiche, un lungo elenco (ora si teme in
parte perduto) da tenere in archivio di tutti gli epiteti ingiuriosi con
cui era stato chiamato (siamo stati costretti per l’esultanza di loidies
raffoinate ind’i maldiceumori di Milltown eccetera da Joséphine
Brewster nella collisione nota come Contrastazioni con Inkermann ed
ovvia ed owiavanti, lacies in loottive wateracque, fleeberi, come corpi
celesti, una turva clonica): Primanottista, informatore, vecchio scemo,
whiggerale giallo, spiga di grano, goldico geit, bellezza boglatrina, siculo
abbiamo avuto le sue badanne, maiale di York, facciabuffa, al bàngolo
di Baggotty andò a battere , unto con il burro, ospici all’oriaperta,
cainopiuabile, l’ottava meravigliosa meraviglia d’irlanda, batti il mio
prezzo, godsoilmanno, Moonface il mazzatore, beffone bianco e beioso,
sprazzo di sole a mezzanotte, spostate quella bibbia, publocazione
ebdomadaria, Tummer il lamo il tirannico, blau clay, cotto prima di
colazione, spiega la tua pantoburla, disturbo acustico, pensa d’essere
blastedetto il buon dook d’Ourguile, W.D’s grazia, gibborbottante
haiamouth di Dublino, suo fardre era un mundzucker e lei l’ha avuto in
una bevitoia, Burnham e Bailey, artista, indegno della semplice
religione protestante, Terry Cotter, benvenuto a Waterfood firmato i
Ribbonmen, Lobsterpot lardelloso, tutto per l’arturo di questa città,
hooshcacciò il gatto dal bacon, Donald giacodicuoio, l’asso e il duavolo
del pauperimento, i divertimenti di O’Reilly a baciare l’uomo dietro il
borrel, Magogagog, tontolone pozzafetta, ghibellino gottoso, luterò in
libertà, Hova Cova d’Egallo, motagita le pianacque, felegcità davanti al
wicketmonio, divorzio da te marito, Tanner e makesoldini, va a Hellena
o capita da Connies, Piobaldo puffpuffa alle stelle la sua sposa, epurato
dal Burke, non è affatto mio causino, barebaro, persona peculiare,
facktotem del grugnoso orbagianni, aristocratico da dodici mesi,
licantropo, Flunkey Beadle improvvisa il motivetto lasciando capire che
è luningo, tuono e torba accasati a Clandorf scarpa sinistra inviata in
esame, ingombro sul sacro terreno di Lord, arschmann tegolatrante,
yuca di barra, piaghe predilette di Tommy Furlong, archdukon
Cabbanger, ultimo più in là del postpalo, Kennealey non ti distingue-
H Finnegans Wake H.C.E

Scuttle to Cover, Salary Grab, Andy Mac Noon in Annie's Room,


Awl Out, Twitchbratschballs, Bombard Street Bester, Sublime
Porter, A Ban for Le King of thè Burgaans and a Bom for Ye Sur
of all thè Ruttledges, O'Phelim’s Cutprice, And at Number Wan
Win lYan, What He Done to Castlecostello, Sleeps with Feathers
end Ropes, It is Known who Sold Horace thè Rattler, Enclosed
find thè Sons of Fingai, Swayed in his Falling, IFants a JFife and
Forty of Them, Let Him Do thè Fair, Apeegeequanee Chimmuck,
Plowp Goes his Whastle, Ruin of thè Small Trader, He------
Milkinghoneybeaverbrooker, Vee was a Findner, Sower Rapes,
Armenian Atrocity, Sickfish Bellyup, Edomite, — '‘Man Devoyd of
thè Commoner Characteristics of an Irish Nature, Bad Humborg,
Hraabhraab, Coocoohandler, Dirt, Miching Daddy, Born BurstFeet
Foremost, Woolwortlìs IPbrst, Easyathic Phallusaphist, Guiltey-
pig s Bastard, Fast in thè Barrei, Boose in thè Bed, Mister Patinate,
In Custody of thè Polis, Boawwl!s Alocutionist, Deposed, but anar-
chistically respectsful of thè liberties of thè noninvasive individuai,
did not respond a solitary wedgeword beyond such sedentarity,
though it was as easy as kissanywhere for thè passive resistant in
thè booth he was in to reach for thè hello gripes and ring up Kim-
mage Outer 17.67, because, as thè fundamentalist explained, when
at last shocked into speech, touchin his woundid feelins in thè
fuchsiar thè dominican mission for thè sowsealist potty was on at
thè time and he thought thè rowmish devowtion known as thè
howly rowsary might reeform ihm, Gonn. That more than
considerably unpleasant bullocky before he rang off drunkishly
pegged a few glatt stones, all of a size, by way of final mocks
for his grapes, at thè wicket in support of his words that he was
not guilphy but, after he had so slaunga vollayed, reconnoi-
tring through his semisubconscious thè seriousness of what he
might have done had he really polished off his terrible intentions
finally caused him to change thè bawling and leave downg thè
whole grumus of brookpebbles pangpung and, having sobered
up a bit, paces his groundould diablen lionndub, thè flay thè
flegm, thè floedy fleshener, (purse, purse, pursyfurse, 1’11 splish
thè spiume of them all!) this backblocks boor bruskly put out
Pinnegans Wake H.C.E. 72bis

rebbe dalla sottana di Nancy, si squaglia per coprire, arraffa paghe,


Andy MacNoon di Annie nel cameroom, butti fuori gioco, torcibratsch-
balle, il bestigliore di Bombard Street, sublime porter, un ban per Le re
dei burgaans ed un bom per voi sur di tutti i Ruttledges, il culpasconto
di O’Phelim, e al numero vun vun vun, cos’ha fatto a Castelcostello,
dorme in capenne end funi, si sa chi ha venduto Horace il Rattler,
alleghiamo i figli di Fingai, dondolato nella caduta, vuole una moglie e
ne vuole quaranta, lasciatelo fare la fiera, Apeegeequanee Chimmuck,
plop va la sua dànnola, rovina dei piccoli commercianti, lui--------
mungimielebeaverbrookero, Vi era un vindaiò, seminagràttoli, atrocità
armena, stuccafesso pancinsù, edomita, — ’man privoato delle più
comuni caratteristiche dell’lrish temperamento, Bad Humborg, Hraabh-
raab, cacacocommerciante, mondezza, michel babbo, nato col nequo
piede per primo, il weggiore di Woolworth, fallosafista agiatico,
bastardo di Guilteypig, rapido al barilotto, gozzoviglia nel giaciglio,
Mister Fatmate, in custodia della polis, declamazionista di Boawwll,
deposto, ma anarchisticamente rispettoso delle libertà dell’individuo
noninvadente, non ritorse una singola wedgeworta oltre tale sedenta-
rità, anche se per il resistente passivo nella cabina in cui si trovava era
tanto facile quanto baciardovunque arrivare al gripesvitore dell’hello
e chiamare Kimmage Outer 17.67, perché, come spiegò il fondamen­
talista, quando finalmente fu spinto dallo shock a favellare, toccando i
suoi sentimenti fieriti nel fuchsiardino si stava svolgendo in quel
momento la missione domenicana per il pottito soccialista e lui pensò
che la praghiera paghistolica conosciuta come il sanghto roghario
avrebbe potuto reeformarihm, Gonn. Quel più che notevolmente
spiacevole bullocky prima che lui abbassasse il ricevitore briacamente
lanciò qualche glatta stona, tutte uguali, a mo’ di definitiva mookseri-
sione per le sue grappe, contro la wicketorta a sostegno della sua
affermazione che non era colphievole ma, dopo avere so slan
abhailato, la perlustrazione attraverso il suo semisubconscio della
gravità di quello che avrebbe potuto fare se avesse realmente portato a
compimento le sue tremende intenzioni alla fine lo costrinse a
cambiare lo schiamazzo ed a rimetter giunc tutto il grumus dei
brooksassi pangpung ed, essendosi calmato un po’, percorre a grandi
passi la sua terravecchia diablenosa lionndub, il (laido il flegma, il
(lurido (leshcatore, (pursa, pursa, pursifursa, spliccherò la spiuma da
tutti loro!) questo becero beccabuco bruscamente mise fuori la
73 Finnegans Wake H.C.E.

his langwedge and quite quit thè paleologic scene, telling how
by his selfdenying ordnance he had left Hyland on thè dissenting
table, after exhorting Earwicker or, in slightly modifìed phrase-
ology, Messrs or Missrs Earwicker, Seir, his feminisible name of
multitude, to cocoa come outside to Mockerloo out of that for
thè honour of Crumlin, with his broody old flishguds, Gog’s
curse to thim, so as he could brianslog and burst him all dizzy,
you go bail, like Potts Fracture did with Keddle Flatnose and
nobodyatall with Wholyphamous and build rocks over him, or
if he didn’t, for two and thirty straws, be Cacao Campbell, he
didn’t know what he wouldn’t do for him nor nobody else no­
more nor him after which, batell martell, a brisha a milla a stroka
a boola, so thè rage of Malbruk, playing on thè least change of
his manjester’s voice, thè fìrst heroic couplet from thè fuguall
tropical, Opus Elf, Thortytoe: My schemes into obeyance for This
time has had to fall: they bit goodbyte to their thumb and, his
bandol eer his solgier, dripdropdrap on pool or poldier, wishing
thè loff a falladelfian in thè morning, proceeded with a Hubble-
forth slouch in his slips backwords (Et CurHeli/') in thè directions
of thè duff and demb institutions about ten or eleven hundred
years lurch away in thè moonshiny gorge of Patself on thè Bach.
Adyoe!
And thus, with this rochelly exetur of Bully Acre, carne to
dose that last stage in thè siegings round our archicitadel which
we would like to recali, if old Nestor Alexis would wink thè
worth for us, as Bar-le-Duc and Dóg-an-Doras and Bangen-op-
Zoom.
Yed he med leave to many a door beside of Oxmanswold for
so witness his chambered cairns a cloudletlitter silent that are at
browse up hill and down coombe and on eolithostroton, at
Howth or at Coolock or even at Enniskerry, a theory none too
rectiline of thè evoluation of human society and a testament of
thè rocks from all thè dead unto some thè living. Olivers lambs
we do cali them, skatterlings of a stone, and they shall be ga-
thered unto him, their herd and paladin, as nubilettes to cumule,
in that day hwen, same thè lightning lancer of Azava Arthur-
Finnegans Wake H.C.E. 73bis

langwedge e piantò proprio la paleologica scena, dicendo come per


sua autonegante ordnanza aveva lasciato Hyland sul tavolo disanasto-
mico, dopo aver esortato Earwicker o, in una fraseologia leggermente
modificata, Messrs o Missrs Earwicker, Seir, il suo nome femminiliz-
zabile di moltitudine, a cacao calarsi fuori fino a Mockerloo se non
altro per l’onore di Crumlin, con i suoi meditabondi e vecchi
flishigudi, la maledizione di Gog su di lui, in modo da poterlo
brianslogare e burstsuonare tutto stordito, lo potete garantire, come
la frattura di Potts fece con Keddle Flatnose e nessunaffatto con
Wholyphamous e fondare pietre su di lui, o se no, per due e trenta
gocce, che fosse il Cacao Campbell, non sapeva che cosa non avrebbe
fatto per lui né per nessun altro non più né per lui dopo di che, batella
martella, briseandho milleandho stracandho buaileandho, così l’ira di
Malbruk, recitando con il minimo mutamento della voce del majester-
drone, il primo distico eroico della fuguall tropicale, Opus Elf,
Tortadue: I miei piani in ubbisospensione perché Questa volta ha
dovuto cader: morsero buonmorso al loro pollice e lui, con la bandol
eera in spaldier, plicplocplac su pozza e poldier, augurando una
loffàta ad uno di falladelfia la mattina, andò avanti con una goffa
andatura da Hubbleforth nei suoi lapsus parolindietro (Et Cur Heli!)
nelle direzioni delle istituzioni sarde e mote circa dieci o undici
centinaia d’anni allontanandosi barcollando nella gola illuminata dalla
luna di Patself sul Bach. Adyo!
E così, con questo exetur rochelliano di Bully Acre, terminò
quell’ultima fase degli assiegen attorno alla nostra arcicittadella che
desidereremmo ricordare, se il vecchio Nestor Alexis potesse passar
parloro per noi, come Bar-le-Duc e Dog-an-Doras e Bangen-op-
Zoom.
Yedpure ha medpreso congedo da molte porte oltre l’Oxmanswold
per testimoniare così ai suoi cairns a camere una silenziosa nuvolettie-
ra che è al pascolo su per la hollina e giù per le coombvalli e sopra
l’eolithostron, a Howth o a Coolock od anche ad Enniskerry, una
teoria mica tanto rettalinea dell’evolutazione della società umana e un
testamento delle rocce da tutti i morti a qualche dei viventi. Gli
agnelli di Oliver li chiamiamo, skatteramenti di una sola pietra, e
verranno radunati vicino a lui, loro pastore e paladino, come le
nubilette vicino al cumulo, in quel giorno hvemdo, stesso come il
lampeggiante lanciere di Azava Arthuronorato (sino a Finn, sino a
74 Finnegans Wake H.C.E.

honoured (some Finn, some Finn avanti), he skall wake from


earthsleep, haught crested elmer, in his valle of briers of Green-
man’s Rise O, (lost leaders live! thè heroes return!) and o’er dun
and dale thè Wulverulverlord (protect us!) his mighty horn skall
roll, orland, roll.
For in those deyes his Deyus shall ask of Allprohome and
cali to himm: Allprohome! And he make answer: Add some.
Nor wink nor wunk. Animadiabolum, mene credidisti mortuum?
Silence was in thy faustive halls, O Truiga, when thy green
woods went dry but there will be sounds of manymirth on thè
night’s ear ringing when our pantriarch of Comestowntonobble
gets thè pullover on his boots.
Liverpoor? Sot a bit of it! His braynes coolt parritch, his pelt
nassy, his heart’s adrone, his bluidstreams acrawl, his puff but a
piff, his extremeties extremely so: Fengless, Pawmbroke, Chil-
blaimend and Baldowl. Humph is in his doge. Words weigh no
no more to him than raindrips to Rethfemhim. Which we all
like. Rain. When we sleep. Drops. But wait until our sleeping.
Drain. Sdops.
Finnegans Wake H.C.E. 74bis

Finn, avant!) lui skall sveglierà dal terreosonno, halto crestato


cimiero, nella sua valle di rovi di Greenman’s Rise O, (i lamentati
leaders levansi! gli eroi ritornano!) e per dunti e per dalli il
Wulverulverlord (proteggici!) il suo possente corno suonerrà, orlan­
do, suonerrà.
Perché in quei deyorni il suo Deyus chiederà di Allprohome e
l’himmvocherà: Allprohome! E lui darà risposta: Addì son. Né un
attimo né un ammicco. Animadiabolum, mene credidisti mortuum?
Silenzio era nelle tue sale faustanti, O Truiga, quando i tuoi
verdiboschi si inaridirono ma vi saranno suoni di foliinfesta nell’orec­
chio risonante della notte quando il nostro pantriarca di Comestown-
tonobble si mettrà il pullover sugli stivali.
Liverpoor? Sottaffatto! Il brayervello frottella frumida, la pelle
nàssida, il cuore rallentato, il bluido che ronza, il puffo solo un piff, le
estremetà estremamente tali: Fengless, Pawmbroke, Chilblaimend e
Baldowl. Humph sta dogecchiando. Le parole non non pesano per lui
più delle gotte di piova per Rethfernhim. E questo piace a tutti noi.
Piova. Quando dormiamo. Gocce. Ma aspettate finché ci addormen­
tiamo. Spiova. Agoce.
As thè lion in our teargarten remembers thè nenuphars of his
Nile (shall Ariuz forget Arioun or Boghas thè baregams of thè
Marmarazalles from Marmeniere?) it may be, tòts wearsense full
a naggin in twentyg have sigilposted what in our brievingbust,
thè besieged bedreamt him stil and solely of those lililiths un-
deveiled which had undone him, gone for age, and knew not
thè watchful treachers at his wake, and theirs to stay. Fooi, fooi,
chamermissies! Zeepyzoepy, larcenlads! Zijnzijn Zijnzijn ! It may
be, we moest ons hasten selves te declareer it, that he reglimmed?
presaw? thè fields of heat and yields of wheat where comgold
Ysit? shamed and shone. It may be, we habben to upseek a bitty
door our good township’s courants want we knew’t, that with
his deepseeing insight (had not wishing oftebeen but good time
wasted), within his patriarchal shamanah, broadsteyne ’bove citie
(Twillby! Twillby!) he conscious of enemies, a kingbilly white-
horsed in a Finglas mill, prayed, as he sat pn anxious seat, (kunt
ye neat gift mey toe bout a peer saft eyballds!) during that three
and a hellof hours’ agony of silence, ex profundis malorum, and
bred with unfeigned charity that his wordwounder (an engles to
thè teeth who, nomened Nash of Girahash, would go anyold where
in thè weeping world on his mottled belly (thè rab, thè kreepons-
kneed!) for milk, music or married missusses) might, mercy to
providential benevolence’s who hates prudencies’ astuteness, un-
fold into thè first of a distinguished dynasty of his posteriore.
Come 0 leone nel nostro tiergarten ricorda i nenùfari del suo Nilo
(Ariuz dimenticherà Arioun o Boghas i barekami delle Marmarazalles
di Marmeniere?) può essere, tot werziens tutte negen en twintig
hanno sihlpostzegelato watchecosa nella nostra brievenbussetta, che
l’assediato s’assognasse stili e solamente quelle lililith indiasvelate che
l’avevano rovinato, sciupato per la vecchiaia, e che non conoscesse i
vigili traditori alla sua veglia, e loro da sostenere. Fooi, fooi,
cameramicie! Zeepizoepi, furtofanciulli! Zijnzijn Zijnzijn! Può essere,
moesten ons haasten te declareerlo, che lui rislumò? forevide? cessi di
giada e messi di biada dove Ysit? grandoro bollava e brillava. Può
essere, hebberemmo da opzoekercare un bittolino door i couranti
della nostra buona municipalità want saperlo, che con la sua
lungi veggente invedenza (se il desiderio non fosse spessostato altro
che una perdita di tempo), dentro il suo sciamanno patriarcale,
broadsteynico ’basso la cittade (Cittarà! Cittarà!) hlui conscio degli
ewersari, un kingbilly whitehorsato in una fabbrica di Finglass.
pregasse, mentre sedeva al posto d’onere, (kunteresti u niet giftarare
anca a meo un pari di occhiova balladazzotte!) durante quell’agonia
di silenzio di tre ed orrendissime ore, ex profundis malorum. e
pensasse con sincera carità che il suo testotrauma (un englese fino alle
midolla che, nomenato Nssh di Girahash, sarebbe andato in qualsia-
crepito posto del malinconico mondo sulla pancia screziata (il rab
dello, gomitoginocchiato!) per il malto, la musica o le madame
maritate) potesse, merce alla benevolenza provvidenziale di chi eòa
l’astuzia delle prudenzie, dispiegarsi nel primo di una distinta dmasca
76 Einnegans Wake H.C.E

blackfaced connemaras not of thè fold but elder children of his


household, his most besetting of ideas {pace his twolve predama-
nant passions) being thè formation, as in more favoured climes,
where thè Meadow of Honey is guestfriendly and thè Mountain
of Joy receives, of a truly criminal stratum, Ham’s cribcracking
yeggs, thereby at last eliminating from all classes and masses with
directly derivative decasualisation: sigarius (sic!) vendicai urbes
terrorum (sicker!): and so, to mark a bank taal she arter, thè
obedience of thè citizens elp thè ealth of thè ole.
Now gode. Let us leave theories there and return to here’s here.
Now hear. ’Tis gode again. The teak coffin, Pughglasspanelfitted,
feets to thè east, was to turn in lat^r, and pitly patly near thè
porpus, materially effecting thè cause. And this, liever, is thè
thinghowe. Any number of conservative public bodies, through
a number of select and other committees having power to add to
their number, before voting themselves and himself, town, port
and garrison, by a fìt and proper resolution, following a koorts
order of thè groundwet, once for all out of plotty existence, as
a forescut, so you maateskippey might to you cuttinrunner on a
neuw pack of klerds, made him, while his body stili persisted,
their present of a protem grave in Moyelta of thè best Lough
Neagh pattern, then*as much in demand among misonesans as
thè Isle of Man today among limniphobes. Wacht even! It was
in a fairly fishy kettlekerry, after thè Fianna’s foreman had taken
his. handful, enriched with ancient woods and dear dutchy deep-
linns mid which were an old knoll and a troutbeck, vainyvain of
her osiery and a chatty sally with any Wilt or Walt who would
ongle her as Izaak did to thè tickle of his rod and watch her
waters of her sillying waters of and there now brown peater
arripple (may their quilt gild lightly over his somnolulutent
formi) Whoforyou lies his last, by thè wrath of Bog, like thè
erst curst Hun in thè bed of his treubleu Donawhu.
Best. This wastohavebeen underground heaven, or mole’s
paradise which was probably also an inversion of a phallopharos,
intended to foster wheat crops and to ginger up tourist trade
(its architecht, Mgr Peurelachasse, having been obcaecated lest
Finnegans Wake H.C.E. 76bis

di posteriori, connemara nerofacciati non dell’ovile ma elèttime


creature della sua hamiglia, dato che la sua idea più ossessionante
(pace alle sue duedieci passioni predamananti) era la formazione,
magari in contrade più favorite, dove il Meadow of Honey è
gastfreundlich e la Mountain of Joy accoglie, di un ceto, davvero
criminale, di Ham le cribscassinatrici ebbryeggaglie, eliminando così
finalmente da tutte le classi e da tutte le masse con una decasualizza-
zione direttamente derivativa: sigarius (sic!) vindicat urbes terrorum
(sicherosì): e così, per marcare la taal in poche bankrole, l’obbedienza
dei cittadini neficia il nessere della munita.
Nu goed. Lasciamo là le teorie e ritorniamo qua a butta bomba. Nu
ascoltate. Va goede ancora. La bara di teak, pughglasspannellata,
piedi all’est, doveva saltar dentro più tardi, e interramente naar de
porpusito, determinando materialmente la causa. E questo, liever, è il
thinghowe. Qualsiasi numero di enti pubblici conservatori, tramite un
certo numero di comitati scelti e d’altro genere con la facoltà di
aumentare il proprio numero, prima di votare loro stessi e lui stesso,
città, porto e guarnigione, con una risoluzione appropriata e conve­
niente, a seguito di un ordine koorsiale della grondwet, una volta per
tutte fuori dalla tramaledetta esistenza, come voorschoot in modo che
la tua maatschappij potesse a te cordatagliatore darti en nieuw pak di
klerencarte, gli regalò, mentre il suo corpo ancora persisteva, una
tomba protem a Moyelta del miglior modello Lough Neagh, allora
tanto richiesta tra i misonesiani quanto adesso quella tipo Isle of Man
tra i limnifobi. Wacht even! Era proprio in un bel kettlekerry di pesci,
dopo che il più forte dei Fianna ebbe preso la sua manciata, arricchita
con legni antichi e dolcecari dutchiozzi deeplinni tra i quali c’erano
un old knoll ed un troutbeck, vanivanitosa dei suoi calzanneti e tale
quale a una cianciosa sally con qualsiasi Wilt o Walt che l’adonglasse
come fece Izaak al solletico della sua canna e abbadasse le sue acque
di le sue scioccose acque di e là ora bruno peatatore incresspato
(possa la loro imbottita indorarsi leggermente sulla sua forma
sonnolulutenta) Whoforyou è steso per sempre, per l’ira di Bog, come
l’erst condannato Hun sul beddo del suo treubleu Donawho.
Best. Questo dovevesserestato paradiso sotterraneo, o empireo
delle talpe che era anche probabilmente l’inversione di un fallófaro,
fatto per fosterire i raccolti di grano e ravvivare il traffico di turisti (il
suo architetto, Mons. Peurelachasse, era stato obcaecato per paura
77 Finnegans Wake H.C.E.

he should petrifake suchanevver while thè contractors Messrs


T. A. Birkett and L. O. Tuohalls were made invulnerably vener-
able) first in thè west, our misterbilder, Castlevillainous, openly
damned and blasted by means of a hydromine, System, Sowan and
Belting, exploded from a reinvented T.N.T. bombingpost up
ahoy of eleven and thirty wingrests (cìrciter) to sternbooard out
of his aerial thorpeto, Auton Dynamon, contacted with thè ex-
pectant minefield by tins of improved ammonia lashed to her
shieldplated gunwale, and fused into tripupcables, slipping
through tholse and playing down from thè conning tower into
thè ground battery fuseboxes, all differing as clocks from keys
since nobody appeared to have thè same time of beard, some
saying by their Oorlog it was Sygstryggs to nine, more holding
with thè Ryan vogt it was Dane to pfife. He afterwards whaan-
ever his blaetther began to fail off him and his rough bark was
wholly husky and, stoop by stoop, he neared it (wouldmanspare!)
carefully lined thè ferroconcrete result with rotproof bricks and
mortar, fassed to fossed, and retired beneath thè heptarchy of
his towerettes, thè beauchamp, byward, bull and lion, thè white,
thè wardrobe and bloodied, so encouraging (insteppen, alls als
hats beliefd !) additional useful councils public with hoofd off-
dealings which were welholden of ladykants te huur out such as thè
Breeders* Union, thè Guild of Merchants of thè Staples, a.u.c. to
present unto him with funebral pomp, over and above that, a stone
slab with thè usuai Mac Pelah address of velediction, a very fair-
worded instance of falsemeaning adamelegy: We have done ours
gohellt with you, Heer Herewhippit, overgiven it, skidoo!
But t’house and allaboardshoops! Show coffins, winding sheets,
goodbuy bierchepes, cinerary ums, liealoud blasses, snuffchests,
poteentubbs, lacrimai vases, hoodendoses, reekwaterbeckers,
breakmiddles, zootzaks for eatlust, including upyourhealthing
rookworst and meathewersoftened forkenpootsies and for that
matter, javel also, any kind of inhumationary bric au brac for
thè adornment of his glasstone honophreum, would, met these
trein of konditiens, naturally follow, halas, in thè ordinary course,
enabling that roundtheworlder wandelingswight, did suches pass
Finnegans Wake H.C.E. 77bis

che potesse petrifalzarne uno scìmmile mentre gli imprenditori


Messrs. T.A. Birkett e L.O. Tuohalls erano stati fatti invulnerabilmen­
te venerabili) preminente nell’occidente, il nostro mesterbilder,
Castlevillainous, apertamente maledetto e blastato per aria mediante
un’idromina, sistema, Sowan e Belting, fu fatto esplodere da una
reinventata postazione di bombardamento al T.N.T. ben ehivanti agli
undici e trenta appoggi laterali (circiter) a sternoboordo fuori dalla
sua aerea thorpétine, Auton Dynamon, collegata con lo speranzoso
campo minato con lattine di ammoniaca perfezionata assicurate al
capodibanda corazzato, e munite di cavi di innesco, scorrevoli
attraverso tholseanelli e in libera discesa dalla torretta di comando
fino alle valvoliere della batteria di terra, tutte diverse come cipolle da
chiavi dato che sembrava che nessuno avesse la stessa ora del barbadì,
perché alcuni dicevano che il loro oorlog faceva sigtryggr minuti alle
nove, mentre i più sostenevano con la ryan voght che erano le pfeife
meno danesi. In seguito lui wanneer il suo bletterfiato cominciò a
mancadergli e l’aspra scorzavoce gli diventò del tutto secca e, basso a
basso, le si accostò (se il segnaiolo risparmiasse!) rivestì accuratamen­
te il risultato di cementarmato con mattoni e malta antiputrefazione,
fassa a fossa, e si ritirò sotto l’eptarchia delle sue towerette, la
beauchamp, la byward, la bull and lion, la white, la wardrobe e la
bloody, incoraggiando così (instappen, tutti alstubelieft!) pubblici
consigli supplementari proprio utili con hoofd afdelingen che erano
welhouden di ledikanten te huurfittare come la Breeder’s Union, la
Guild of Merchants of thè Staple et, a.u.c. ad offrirgli con pompa
funebrale, per soprammercato, una piastra di pietra con la solita
allocuzione MacPelah di veledictio, un esempio davvero benformula-
to di falsosignificato adamelegiaco: Tra noi e te è finita all’inferna-
mente, Heer Herewhippit, overgevenmente, pussa via!
Ma adesso ’thuisa e tuttapordo! Bare da esposizione, sudari,
bierlotti buonacquisto, urne cinerarie, blassieri mentiforte, tabaccas­
se, poteenbbotti, vasi lacrimali, hoedendoosen, reukwaterbekers,
braakmiddels, zoutzaks per l’eatlustito, con anche rookworsten
opjetitose e varkenpootsjes stagionati da bravi meathvleeshouvers, e
inoltre javel, ogni genere di bric au brac inumazionario per l’orna­
mento del suo onofreo di glasstone, seguirebbero naturalmente, met
deze trein di konditien, haimè, nel corso degli eventi, permettendo al
quel wandelingtipo giramondante, gli passano le suches, di vivere del
78 Einnegans Wake H.C.E.

him, to live all safeathomely thè presenile days of his life of


opulence, ancient ere decrepitude, late lents last lenience, till
stuffering stage, whaling away thè whole of thè while (hypnos
chilia eonìon!} lethelulled between explosion and reexplosion
(Donnaurwatteur ! Hunderthunder !) from grosskopp to megapod,
embalmed, of grand age, rich in death anticipated.
But abide Zeit’s sumonserving, rise afterfall. Blueblitzbolted
from there, knowing thè hingeworms of thè hallmirks of habita-
tionlesness, buried burrowing in Gehinnon, to proliferate through
all his Unterwealth, seam by seam, sheol om sheol, and revisit
our Uppercrust Sideria of Utilitarios, thè divine one, thè hoar-
der hidden propaguting his plutorpopular progeniem of pots and
pans and pokers and puns from biddenland to boughtenland, thè
spearway fore thè spoorway.
The other spring offensive on thè heights of Abraham may
have come about all quite by accidence, Foughtarundser (for
Breedabrooda had at length presuaded him to have himself to be
as septuply buried as thè murdered Cian in Finntown), had not
been three monads in his watery grave (what vigilantes and ridings
then and spuitwyne pledges with aardappel frittling!) when
portrifactìon, dreyfussed as ever, began to ramp, ramp, ramp, thè
boys are parching. A hoodenwinkle gave thè signal and a bless-
ing paper freed thè flood. Why did thè patrizien make him scares
with his gruntens? Because thè druiven were muskating at thè
door. From both Celtiberian camps (granting at thè onset for thè
sake of argument that men on thè two sides in New South Ire-
land and Vetera Uladh, bluemin and pillfaces, during thè ferment
With thè Pope or On thè Pope, had, moors or letts, grant ideas,
grunted) all conditions, poor cons and dives mor, each, of course,
on thè purely doffensive since thè eternals were owlwise on their
side every time, were drawn toowards their Bellona’s Black
Bottom, once Woolwhite’s Wakz (Ohiboh, how becrimed,
becursekissed and bedumbtoit!) some for want of proper feeding
in youth, others already caught in thè honourable act of slicing
careers for family and carvers in conjunction; and, if emaciated
nough, thè person garrotted may have suggested to whomever he
Finnegans Wake H.C.E. 78bis

tutto sanesalvemente i giorni presenili della sua vita di opulenza,


vegliardo pria della decrepitezza, a languida lentavera labile lenimen­
to, fino allo stadio della stufferenza, trabalenandosi per tutto il tuco
del turo (hypnos chilia eonion!) letelullato tra esplosione e riesplosio­
ne (Donnaurwatteur! Hundertuono!) da grosskopf a megapodio,
imbalsamato, di imponente età, ricco di morte preveduta.
Ma rispettate la totalcitazione in giudizio dello Zeit, ascesa
dopocaduta. Blublitzballonato da là, conoscendo gli arpionvermi
dell’auloscurità dell’abitazionesenza, si beppellì bacheggiando nella
Gehinnon, per proliferare attraverso tutto il suo Underwealth, seme
per seme, sheol om sheol, e rivisitare la nostra Uppercrust Sideria di
Utilitarios, il divino, l’ammassatore annidato che propaguta la sua
progeniem plutopopolare di pentole e padelle e palette e punbisticci
da binnenland a buitenland, con la spadavia prima della spoorrovia.
L’offensiva dell’altra primavera sulle alture di Abramo poteva
essere accaduta proprio accidentalmente, Foughtaroundser (perché
Breedabrooda l’aveva finalmente persuaso a farsi seppellire sette volte
come l’assassinato Cian a Finntown), non era stato ancora tre monadi
nella sua acquosa tomba (che vigilantes e che corse allora e che
brindisi con spuitwijn con frittlinghe di aardappel!) quando la
portrifazione, dreyfussata come sempre, cominciò a ’nduè, ’nduè,
’nduè, i ragazzi smerciano. Un hoedenwinkel diede il segnale e un
documento di beneplacito fece precipitare la piena. Perché i patrijzen
l’hanno fatto scompaurire con i suoi groenten? Perché i druiven
stavano tirando moscatate alla porta. Da entrambi i campi celtiberici
(grantendo all’assalto per amor di discussione che uomini dalle due
parti nella New South Ireland e nella Vetera Uladh, bluomini e facce
pìllide, durante l’agitazione Col Papa o Sul Papa, avevano, moropiù o
lettonmeno, grant’idee, gruntito) tutte le classi, poveri cons e dives
mor, ognuna, naturalmente, esclusivamente sulla doffensiva perché
gli immortali erano atenamente tutte le volte dalla loro parte, erano
attirate veerso il Black Bottom della loro Bellona, un tempo walzer di
Woolwhite (Ohiboh, quanto straincriminate, strabaciate dalla maledi­
zione, strammutoitolite!) alcune per mancanza di una alimentazione
adeguata in gioventù, altre già sorprese nell’onorando atto di affettare
carriere per la famiglia e carvers in concomitanza; e se bastanza
emaciata, la persona garrottata può aver suggerito a qualunque
79 Finnegans Wake H.C.E

took thè ham of, thè plain being involved in darkness, low cirque
waggery, nay, even thè first old wugger of himself in thè flesh,
whiggissimus incamadined, when falsesighted by thè ifsuchhewas
bully on thè hill for there had circulated freely fairly among his
opposition thè feeling that in so hibemating Massa Ewacka, who,
previous to that demidetached life, had been known of barmi-
cidal days, cook said, between soups and savours, to get outside
his own length of rainbow trout and taerts atta tam as no man
of woman bom, nay could, like thè great crested brebe, devour
his threescoreten of roach per lifeday, ay, and as many minnow a
minute (thè big mix, may Gibbet choke him!) was, like thè salmon
of his ladderleap all this time of totality secretly and by suckage
feeding on his own misplaced fat.
Ladies did not disdain those pagan ironed times of thè first
city (called after thè ugliest Danadune) when a frond was a friend
inneed to carry, as earwigs do their dead, their soil to thè earth-
ball where indeeth we shall cairn decline, our legacy unknown.
Venuses were gigglibly temptatrix, vulcans guffawably eruptious
and thè whole wives’ world frockful of fickles. Fact, any human
inyon you liked any erenoon or efter would take her bare godkin
out, or an even pair of hem, (lugod! lugodoo!) and prettily pray
with him (or with em even) everyhe to her taste, long for luck,
tapette and tape petter and take pettest of all. (Tip!) Wells she’d
woo and wills she’s win but how thè deer knowed where she’d
marry! Arbour, bucketroom, caravan, ditch? Coach, carriage,
wheelbarrow, dungcart?
Kate Strong, a widow (Tiptip!) — she pulls a lane picture for
us, in a dreariodreama setting, glowing and very vidual, of old
dumplan as she nosed it, a homelike cottage of elvanstone with
droppings of biddies, stinkend pusshies, moggies’ duggies, rotten
witchawubbles, festering rubbages and beggars’ bullets, if not
worse, sending salmofarious germs in gleefully through thè
smithereen panes — Widow Strong, then, as her weaker had
tumed him to thè wall (Tiptiptip!), did most all thè scavenging
from good King Hamlaugh’s gulden dayne though her lean
besom cleaned but sparingly and her bare statement reads that,
Finnegans Wake H.C.E. 79bis

individuo di cui prese l’ham, dato che la pianura era avvolta nell’oscurità,
delle whiggeramenità da chiusa bassa, o meglio, perfino il primo vecchio
wuggerone di se stesso in carne ed ossa, il whiggissimus incarnatino,
quando fu malawistato dall’attaccabrighe setalera sulla collina perché
era circolata spontaneamente e scientemente tra i suoi oppositori la sen­
sazione che svernoziando così Massa Ewacka, di cui, prima di quella vita
semistaccata, si sapeva dai giorni barmicidali, come disse il cooko, che
tra minestre e mostarde, si faceva fuori la sua parte quant’era lunga di
trote arcobaleno e taerte cotte a tarnpuntino come nessun uomo nato da
donna, anzi poteva, come lo scasso maggiore dal ciuffo, divorare la sua
settantina di blatte ogni giorno della sua vita, sì, e moltissimi minuzzini al
minuto (quel gran mischione, che Gibbet possa soffocarlo! ), si nutriva,
come il salmone del suo laderlippo, per tutto questo tempo di totalità
clandestinamente e socaggiucciando del proprio grasso maldistribuito.
Le signore non disprezzarono quegli Ironati Times pagani della
prima città (chiamata col nome del più brutto danadunese) quando una
mica nel sogno era un’amica davvero da portare, come le earvigghie
fanno coi loro morti, le loro feci alla palla di terra dove da morti calmi
declineremo, col nostro lascito sconosciuto. Leveneri erano sottecchia-
mente temptatrix, i vulcani sghignazzamente eruziosi e mezzo mondo
delle monne forgonnellante di fecchie frasche. Fatti, qualsiasi ingheana
umana che vi sia piaciuta un priameriggio o poi porterebbe fuori il
nudo idoletto, o un paio uguali l’uno all’hamtro, (lugoddio! lugodod-
dio!) e pregherebbe prontamente con himolui (o anche con emoloro)
ognilui al di lei piacere, bramando la buona sorte, tapette e tappa il
penero e tacca il petterissimo di tutti. (Dan!) Wells lei lo woorrebbe e
willsicuro lei wincerebbe ma come farà la daineretta a sappere dove si
mariterebbe? Andito, brolo, carrozzon, dogaia? Carriola, carro, bidon,
diligenza?
Kate Strong, vedova (Dandan!) — ristampa per noi un ritratto
laneroso, in uno scenario da dreariodramma, tutta agitata e veramente
viduale, della vecchia dumplan come lei l’ha annosciuta, una homoda
casetta di elvanpietra con sterco di biddyalline, micciolini stinkendenti,
caggolini di mogghi, verdedure marce, immondietà in decomposizione
e pallottole dei pezzenti, se non di peggio, che spedivano gaiamente
dentro dei germi salmofarici attraverso i vetri smiderinati — la vedova
Strong, dunque, mentre il suer wickero lo aveva messo contro il muro
(Dandandan!) fece ssoché tutto lo spazzinaggio dai gulden dayne del
gioviale re Hamlaugh sebbene il suo sparuto scoperto pulisse solo
parsimoniosamente e la sua spoglia dichiarazione dice che, non essen-
80 Finnegans Wake H.C.E.

there being no macadamised sidetracks on those old nekropolitan


nights in, barring a footbatter, Bryant’s Causeway, bordered
with speedwell, white dover and sorrei a wood knows, which
left off, being beaten, where thè plaintiff was struck, she
left down, as scavengers, who will be scavengers must, her
fìlthdump near thè Serpentine in Phornix Park (at her rime called
Finewell’s Keepsacre but later tautaubapptossed Pat’s Purge),
that dangerfield circling butcherswood where fireworker oh
flaherty engaged a nutter of castlemallards and ah for archer
stunned’s turk, all over which fossil footprints, bootmarks,
fingersigns, elbowdints, breechbowls, a. s. o. were all succes-
sively traced of a most envolving description. What subtler
timeplace of thè weald than such wolfsbelly castrament to will
hide a leabhar from Thursmen’s brandihands or a loveletter,
lostfully hers, that would be lust on Ma, than then when ructions
ended, than here where race began: and by four hands of fore-
thought thè first babe of reconcilement is laid in its last cradle
of hume sweet hume. Give over it! And no more of it! So pass
thè pick for child sake! O men!
For hear Allhighest sprack for krischnians as for propagana
fidies and his nuptial eagles sharped their beaks of prey: and
every morphyl man of us, pome by pome, falls back into this
terrine: as it was let it be, says he! And it is as though where
Agni araflammed and Mithra monished and Shiva slew as maya-
mutras thè obluvial waters of our noarchic memory withdrew,
windingly goharksome, to some hastyswasty timberman torch-
priest, flamenfan, thè ward of thè wind that lightened thè lire that
lay in thè wood that Jove bolt, at his rude word. Posidonius
O’Fluctuary! Lave that bloody stone as it is! What are you
doing your dirty minx and his big treeblock way up your path?
Slip around, you, by thè rare of thè ministers’! And, you, take
that barrei back where you got it, Mac Shane’s, and go thè way
your old one went, Hatchettsbury Road! And gish! how they
gushed away, thè pennyfares, a whole school for scamper, with
their sashes flying sish behind them, all thè little pirlypettes!
Issy-la-Chapelle! Any lucans, please?
Finnegans Wake H.C.E. 80bis

doci strade secondarie macadamizzate in queste vecchie notti necropo-


litane, barrando un batterviottolo, la Bryant’s Causeway, bordato di
veronica, di trifoglio bianco e di cheacetosellaltro lo sa boscodio, che
lasciato da parte, perché battuto, in cui il querelante era stato colpito,
lei aveva depositato, come gli spazzaturai, chi sarà spazzaturaio lo deve,
il suo mucchio di rusco vicino alla Serpentina, nel Phornix Park (ai suoi
tempi chiamato Finewell’s Keepsacre ma taubaubapptizzato in seguito
Pat’s Purge), quel dangerfield che circonda il butcherswood dove
l’artificiere oh flaherty attaccò un nutter dei castlemallards e ah è un
archer stordì un turk, sul quale erano tracciati dappertutto gli uni dopo
gli altri, impronte di piedi, calchi di scarpe, impressioni di dita, incavi
di gomiti, cavità di chiappe, ecc., tutti fossili, di un genere molto
envolvente. Che tempoluogo più sottile nella vealdità di tale castramen-
to ventredilupo nasconderà dalle brandimani dei Thursmen un leabhar
o una lettera languidamorosa, lontanamente di lei, che sarebbe stata
lasciviata su di Ma, di quell’allora quando finirono le sommosse, di quel
qui dove cominciò la razza: e con quattro mani di quinciveggenza
questo bambino della riconciliazione viene disteso nella sua ultima
culla di hume sweet hume. Lasciatelo perdere! E basta! così passate la
picca in nome della cresta! O men!
Perché sentite l’Alltissimo che spraka per i krishniani come per la
propagana fidies e le sue aquile nuziali hanno affilato i loro becchi
predaci: ed ogni morphyl mortale tra di noi, pomo a pomo, si ritira
dentro questa terrine: com’era che sia, dice lui! Ed è come se dove Agni
araflammava e Mithra moniva e Shiva sterminava come tanti mayamu-
tras le acque obluvionali della nostra noarchica memoria si ritirassero,
sinuosamente gehorsamdanti, fino a qualche prete tedòforo timmer-
mannico e frettafurioso, un flamenflan, il guardiano del vento che
ravvivò il fuoco che ardeva nella boscocasa che Jove fulmintruì, ad una
sua rutta parola. Posidonius O’Fluctuary! Lave quella sanguedetta
pietra così com’è! Che cosa stai facendo tu sporca mixettegola e il di lui
grosso tronco su per il tuo viottolo? Sguscia intorno tu, per il rere dei
ministri! E, tu, riporta quel barile dove l’hai preso, da MacShane, e va
perla strada seguita dal tuo vecchio, la Hatchettsbury Road! E gishbac-
co! come se ne sono gushiate via, le pennyfares, tutta una scuolafrotta
di maldicénfuga, con le fasce ondeggianti flosce dietro di loro, tutte
quelle piccole pirlypette! Issy-la-Chapelle! Nessuno perLucan, prego?
81 Finnegans Wake H.C.E.

Yes, thè viability of vicinate if invisible is invincible. And we


are not trespassing on his coms either. Look at all thè plotsch!
Fluminian! If this was Hannibal’s walk it was Hercules’ work.
And a hungried thousand of thè unemancipated slaved thè way.
The mausoleum lies behind us (O Adgigasta, multipopulipaterf)
and there are milestones in their cheadmilias faultering along
thè tramestrack by Brahm and Anton Hermes! Per omnibus
secular seekalarum. Amain. But thè past has made us this present
of a rhedarhoad. So more boher O’Connell! Though rainy-
hidden, you’re rhinohide. And if he’s not a Romeo you may
scallop your hat. Wereupunder in thè fané of Saint Fiacre! Halte!
It was hard by thè howe’s there, plainly on this disoluded and a
buchan cold spot, rupestric then, resurfaced that now is, that
Luttrell sold if Lautrill bought, in thè saddle of thè Brennan’s
(now Malpasplace?) pass, versts and versts from true civilisation,
not where his dreams top their traums halt (Beneathere! Bena-
there!) but where livland yontide meared with thè wilde, saltlea
with flood, that thè attackler, a cropatkin, though under medium
and between colours with truly native pluck, engaged thè Adver-
sary who had more in his eye than was less to his leg but whom for
plunder sake, he mistook in thè heavy rain to be Oglethorpe or
some other ginkus, Parr aparrently, to whom thè headandheel-
less chickenestegg bore some Michelangiolesque resemblance,
making use of sacrilegious languages to thè defect that he would
challenge their hemosphores to exterminate them but he would
cannonise thè b — y b — r’s life out of him and lay him out
contritely as smart as thè b — r had his b — y nightprayers
said, three patrecknocksters and a couplet of hellmuirries (tout
est sacre pour un sacreur^ fcmme à barbe ou homme-nourrice') at thè
same time, so as to plugg well let thè blubbywail ghoats out of
him, catching holst of an oblong bar he had and with which he
usually broke furnitures he rose thè stick at him. The boarder
incident prerepeated itself. The pair (whethertheywere Nippo-
luono engaging Wei-Ling-Taou or de Razzkias trying to recon-
noistre thè generai Boukeleff, man may not say), struggled
apairently for some considerable time, (thè cradle rocking equally
Finnegans Wake H.C.E. 81bis

Sì, la viabilità delle strade vicinali se invisibile è invincibile, e noi


non stiamo neppure penetrando sulle hsue colture di eduroni.
Lokieggiate annacquata la platschnura! Fluminiano! Se questa era la
walkeggiata di Hannibal era la workatìca di Hercules. E un migliaio di
centaffamati nonemancipati sgobbarono per aprire la strada. Il
mausoleo sta dietro di noi (O Adgigasta, multipopulipater!} e ci sono
delle pietre miliari nei loro cead mile failte lungo il tratto di tramesvia
presso Brahm ed Anton Hermes! Per omnibus secolare seekalarum.
Amain. Ma il passato ci ha fatto questo presente di una rhedarhoada.
Seo mor bothar O’Connell! Anche se piovosamente rimpiattata, sei
una pelle di rinoceronte. E se lui non è un Romeo potete tagliuzzare la
tesa dei vostri cappelli. Sottodiché nel fano di Saint Fiacre! Halte!
Era proprio taccato al tumulowth là, evidentemente su questo
punto disoludo e buchanamente freddo, allora rupestrico, riemerso
adesso, che Luttrel vendeva se Lautrill comprava, nel valico del passo
di Brennan (ora Malpasplace?), verste e verste dalla vera civiltà, non
dove i suoi sognis toppano i loro traums haltano (Bennedarsotto!
Bennedarsotto!) ma dove la livlandia mareaggiù era contorniata dalla
wildaggità, prati di sale con la piena, che l’attaccheggiante, un
cropatkin, sebbene al di sotto del medium e tra le bandiere con un
fegato davvero innato, assalì l’Avversario che aveva di più nelFocchio
quello che aveva di meno nella gamba ma che per amor di preda,
scambiò nella violenta pioggia per Oglethorpe o per qualche altro
tizio, Parr aparrentemente, col quale il pollastrovo senzacapecoda
aveva una certa rassomiglianza michelangiolesca, usando lingue
sacrileghe nel dissenso che avrebbe cimentato i loro hemosfori per
eliminarli ma che gli avrebbe cannonizzato l’esistenza di b — e b — o
e l’avrebbe acconciato contritamente non asfarzo il b — e avesse detto
le sue b — e orazioni della sera, tre patrecknostri e un distico di
ademuirrie (tout est sacré pour un sacreur, femme à barbe ou
homme-nourrice} nello stesso tempo, per fare uscire da lui pluggamen-
te bene tutti i caprispiriti frignagementi, holstsguantando una sbarra
oblunga che aveva e con la quale solitamente rompeva dei mobili alzò
il bastone su di lui. L’incidente di frontaliera si preripeté. Il paio
(serano Nippoluono che attaccava Wei-Ling-Taou o de Razzkias che
cercava di reconnoistre il generale Boukeleff, man mica può dirlo),
lottò appaientemente per un tempo considerevole, (con la culla che
82 Einnegans Wake H.C.E.

to one and oppositely from thè other on its law of capture and
recapture), under thè All In rules around thè booksafe, fighting
like purple top and tipperuhry Swede, (Secremented Servious of
thè Divine Zeal !) and in thè course of their tussle thè toller man,
who had opened his bully bowl to beg, said to thè miner who
was carrying thè worm (a handy term for thè portable distillery
which consisted of three vats, two jars and several bottles though
we purposely say nothing of thè stiff, both parties having an
interest in thè spirits): Let me go, Pautheen! I hardly knew ye.
Later on, after thè solstitial pause for refleshmeant, thè same
man (or a different and younger him of thè same ham) asked in
thè vermicular with a very oggly chew-chin-grin: Was six vic-
tolios fifteen pigeon takee offa you, teli he me, stlongfella, by
picky-pocky ten to foul months behindaside? There were some
further collidabanter and severe tries to convert for thè best part
of an hour and now a woden affair in thè shape of a webley (we
at once recognise our old friend Ned of so many illortemporate
letters) fell from thè intruser who, as stuck as that cat to that
mouse in that tube of that christchurch organ, (did thè imnage of
Girl Cloud Pensive flout above them light young charm, in
ribbons and pigtail?)whereupon became friendly and,saying not,
his shirt to tear, to know wanted, joking and knobkerries all
aside laying, if his change companion who stuck stili to thè in-
vention of his strongbox, with a tenacity corrobberating their
mutuai tenitorial rights, happened to have thè loots change of
a tenpound crickler about him at thè moment, addling that hap
so, he would pay him back thè six vics odd, do you see, out of
that for what was taken on thè man of samples last Yuni or Yuly,
do you follow me, Capn? To this thè other, Billi with thè Boule,
who had mummed and mauled up to that (for he was hesitency
carried to excelcism) rather amusedly replied: Woowoo would
you be grossly surprised, Hill, to leam that, as it so happens, I
honestly have not such a thing as thè loo, as thè least chance of
a tinpanned crackler anywhere about me at thè present moho-
moment but I believe I can see my way, as you suggest, it
being Yuletide or Yuddanfest and as it’s mad nuts, son, for you
Yinnegans Wake H.C.E. 82bis

dondolava ugualmente verso di uno e all’opposto dall’altro nella sue


legge di presa e ripresa), secondo le regole dell’All In intorno alla
libroforte, lottando come la purple top e la swede di tipperhury,
(secrementato servius dello zelo divino!) e nel corso della tenzone
l’uomo più tollero, che aveva aperto il suo bùllico bowliattino per
begghinare, disse al minerò che portava la serpentina (un’espressione
comoda per la distilleria portatile che consisteva di tre tini, due orci e
parecchie bottiglie anche se di proposito non parliamo affatto dello
stiff, poiché entrambe le parti in causa avevano un forte interesse per
gli spiriti): Lasciami andare, Pautheen! Ti conoscevo appena. Più
tardi, dopo l’intervallo solstiziale per rinfrescarnirsi, lo stesso uomo (o
un himlui differente e più giovane dello stesso hamlaggio) chiese in
vernacolo con una smorfia laidiva da ciuccia-chin: Non è che per
caso dieci o quattlo mesi addietlaparte un furfignolo ti offa flegato a
te, dicci a me, slongfellenza, sei victolie e quindici piccioni? Ci furono
alcune altre collidabanterie e seri tentativi di convertire per quasi
un’ora ed ora un affare wodengnoso sotto forma di una webley
(riconosciamo subito il nostro vecchio amico Ned di tante lettere
illortemporate) cadde all’intrudente che, appiccicato come quel gatto
a quel topo in quella canna di quell’organo di christchurch, (l’innagi-
ne della Girl Cloud Pensive schernaleggiò su di loro lieve giovane
charmante, con nastri e codino?) divenne dopo di ciò amichevole e,
dicendo di no, la sua camicia non stracciare, sapere voleva, scherzi e
kerryklave tutti da parte mettendo, se il suo socio spicciolo che stava
ancora appiccicato all’invenimento della sua arcassaforte, con una
tenacia che corrubarava i loro reciproci diritti tenitoriali, aveva per
caso con sé in quel momento il resto in sàccoli di una cricklernota da
dieci sterline, addliungendo che in talcaso gli avrebbe restituito le sei
vics e rotti, vedi, da quello per cui fu preso l’uomo dei campioni
l’Yunio o l’Yulio scorso, mi segui, Capn? A ciò l’altro, Billi con la
Boule, che aveva mimato e maltrattato fino a quel punto (perché era
l’hesitezione condotta all’eccelsismo) rispose piuttosto divertito: Sassa
saresti grossolanamente sorpreso, Hill, a imparare che, così come
capita, onestamente non ho una cosa tale quale la mina, quale la
minima probabilità di avere una crackernota da dirci stelline da
nessuna parte con me in questo mohomomento ma credo di poter
trovate li modo, come suggerisci, dato che è Yuletale o Yuddanfesta e
poiché è roba da matti, figlio, per te quando ci sono le lepri del
83 Finnegans Wake H.C.E.

when it’s hatter’s hares, mon, for me, to advance you something
like four and sevenpence between hopping and trapping which
you might just as well have, boy baches, to buy J. J. and S. with.
There was a minute silence before memory’s fire’s rekindling and
then. Heart alive! Which at very fìrst wind of gay gay and whisk-
wigs wick’s ears pricked up, thè starving gunman, strike Him
pink, became strangely cairn and forthright sware by all his lards
porsenal that thè thorntree of sheol might ramify up his Sheo-
fon to thè lux apointlex but he would go good to him suntime
marx my word fort, for a chip off thè old Flint, (in thè Nichtian
glossery which purveys aprioric roots for aposteriorious tongues
this is nat language at any sinse of thè world and one might as
fairly go and kish his sprogues as fail to certify whether thè
wartrophy eluded at some lives earlier was that somethink like a
jug, to what, a coctable) and remarxing in languidoily, seemingly
much more highly pleased than tongue could teli at this opening
of a lifetime and thè foretaste of thè Dun Bank pearlmothers
and thè boy to wash down which he would feed to himself in
thè Ruadh Cow at Tallaght and then into thè Good Woman at
Ringsend and after her inat Conway’s Inn at Blackrock and, first
to fall, cursed be all, where appetite would keenest be, atte,
funeral fare or fun fain reai, Adam and Eve’s in Quantity Street
by thè grace of gamy queen Tailte, her will and testament: You
stunning little southdowner! l’d know you anywhere, Declaney,
let me truthfully teli you in or out of thè lexinction of life and
who thè hell else, be your bianche patch on thè boney parti
Goalball l’ve struck this daylit diciate night of nights, by golly!
My hat, you have some bully German grit, sundowner! He
spud in his faust (axin); he toped thè raw best (pardun); he
poked his pick (a tip isa tap): and he tucked his friend’s leave. And,
with Frencli hen or thè portlifowlium of hastes and leisures, about
to continue that, thè queer mixture exchanged thè pax in embrace
or poghue puxy as practised between brothers of thè same breast,
hillelulia, killelulia, allenalaw, and, having ratified before thè
god of thè day their torgantruce which belittlers have schmall-
kalled thè treatyng to cognac, tuming his fez menialstrait in thè
Finnegans Wake H.C.E 83bis

cappellaio, miglio, per me, di anticiparti qualcosa come quattro


scellini e sette pence tra una svignata ed una carognata che potresti
anche adoperare, mio bel bachesgazzo, per comperarci del J J. and S.
Ci fu un minuto di silenzio prima che si riaccendesse il fuoco della
memoria e poi. Su con il cuore! Al che al primissimo wento di gaygay
e con le orecchie da whiskowigo wicko drizzate, l’affamato bandito,
battetelo pinco, diventò stranamente calmo e giurò immediatamente
su tutti i suoi lardi porsenali che il biancospino dello sheol poteva
diramarsi su per il suo Sheofon fino alla lux apuntolex ma che gli
sarebbe andato bene marxare sommavolta il forte delle mie parole,
per una scheggia del vecchio Flint, (nel glosserìo nichtiano che
fornisce radici aprioriche per lingue aposterioriche questa è nat lingua
at ogni sesso della parabola ed uno potrebbe altrettanto bellamente
andare a kishciare le sue sprogue come a mancare di attestare se il
trofeo di guerra a cui era stato eluso qualche esistenza prima fosse
quel qualchecredo eguale a una brocca, vale a cosare, un coctabile) e
rimarxando in languidoilese, apparentemente molto più grandemente
soddisfatto di quanto la lingua potesse dire di questa occasione più
unica che rara e della pregustazione delle perlemadri del Dun Bank e
della sciampagna per mandarle giù con cui si sarebbe abbuffato nella
Ruadh Cow a Tallaght e quindi dentro la Good Woman a Ringsend e
dopo di quella dentralla Conway’s Inn a Blackrock e, fiso a far butto,
mannaggia a tutto, dove l’appetito sarebbe stato più grande, alla,
festino funebre o festa fenicamente reale, Adam and Ève in Quantity
Street per grazia della gaia regina Tailte, sue volontà testamentarie: tu
piccolo splendido southdowner! Ti riconoscerei dappertutto, Decla-
ney, lascia che ti dica sinceramente dentro o fuori della lexinzione
dell’esistenza e chi diavolo altro, che la tua pezza bianche sia sulla
parte boneyssosa. Perballo ho colpito questa dischiarata dietarda
nette delle notti, per bacco! Capperi, hai davvero un fegato francese
da bullo, sundowner! Lui si spatatò sul faust (axiedendo): si scolò il
meglio del meglio (pardun); piantò il suo piccone (un dan è un din): e
sfilò dall’amico alla manichella. E, con una gallinella inglese o con il
pollofoglio della fretta e del comodo, sul punto di continuare, quello
strano intruglio scambiò il segno della pax in un abbraccio owerossia
un puxico pogue come viene praticato tra fratelli germani dello stesso
grembo, hillelulia, killelulia, allenalaw, e, sanzionata davanti al dio del
giorno la loro tuargaintregua che i detrattori hanno schmallkiamato il
trattanimento al cognac, tragirando meniaistrattamente il fez nella
8-1 Finnegans Wake H.C.E.

direction of Moscas, he first got rid of a few mitsmillers and


hurooshoos and levanted off with tubular jurbulance at a bull’s
run over thè assback bridge, spitting his teeths on rooths, with thè
seven and four in danegeld and their humoral hurlbat or other
uncertain weapon of lignum vitae^ but so evermore rhumanasant of
a toboggan poop, picked up to keep some crowplucking ap-
pointment with some rivai rialtos anywheres between Pearidge
and thè Littlehorn while this poor delaney, who they left along
with thè confederate fender behind and who albeit ballsbluffed,
bore up wonderfully wunder all of it with a whole number of
plumsized contusiums, plus alasalah bruised coccyx, all over him,
reported thè occurance in thè best way he could, to thè flabber-
gaze of thè whole lab, giving thè Paddybanners thè military
salute as for his exilicy’s thè O’Daffy, in justifiable hope that,
in nobiloroman review of thè hugely sitisfactuary conclusium
of their negotiations and thè jugglemonkysh agripment dein-
derivative, some lotion or fomentation of poppyheads would be
jennerously exhibited to thè parts, at thè nearest watchhouse in
Vicar Lane, thè white ground of his face all covered with diagon-
ally redcrossed nonfatal mammalian blood as proofpositive of thè
seriousness of his character and that he was bleeding in self
defience (stanch it!) from thè nostrils, lips, pavilion and palate,
while some of his hitter’s hairs had been pulled off his knut’s
head by Colt though otherwise his allround health appeared to
be middling along as it proved most fortunate that not one of
thè two hundred and six bones and five hundred and one muscles
in his corso was a whit thè whorse for her whacking. Herwho?
Nowthen, leaving clashing ash, brawn and muscle and brass-
made to oust earthemborn and rockcrystal to wreck isinglass but
wurming along gradually for our savings backtowards mother-
waters so many miles from bank and Dublin stone (olympiading
even till thè eleventh dynasty to reach that thuddysickend Ham-
laugh) and to thè question of boney’s unlawfully obtaining a
pierced paraflamme and claptrap fireguard there crops out thè
stili more salient point of thè politish leanings and town pursuits
of our forebeer, E1 Don De Dunelli, (may his ship thicked stick
Finnegans Wake H.C.E. 84bis

direzione di Moscas, per prima cosa si liberò di qualche mitmugnaio e


khorosciò e tagliò la corda con tubalante jubalenza a passo di bull run
sul ponte a schiena d’asino, sputando i denti sui monti, con i suoi sette
scellini e quattro pence di danegeld e la loro hurleymazza humorale
od altra dubbia arma di lignum vitae, ma sempre più ruminiscente
della pippa di un taboga, si sollevò per andare a qualche appuntamen­
to regolaconti con qualche rialto rivale un qualunque posto tra
Pearidge e il Littlehorn mentre questo povero delaney, che loro
lasciarono indietro insieme al difenditore confederato e che sebbene
bullsbluffato, bozzo wonderfulmente wunder tutto quanto con una
enorme quantità di contusiums grandi come susine, più un coccige
alasalahmente ammaccato, per tutto il corpo, rancecontò il fatto
meglio che potè, con grande sbalordaggine di tutto il lab, rendendo
alle bandiere di Paddy gli onori militari come a quelle di hsua
esiliocenza O’Daffy, nella giustificabile speranza che, nella rassegna
nobiloromana della conclusium enormemente sitisfactuaria delle loro
trattative e dell’agrippatto da gentilscimmia deinderivatone, qualche
unguento o fomento di teste di papaveri sarebbe stato jennerosamente
mostrato alle parti, al posto di guardia più vicino in Vicar Lane, con il
fondo bianco della faccia tutto coperto di sangue mammifero
nonfatale rossocrociantesi diagonalmente come confermacerta della
serietà del suo carattere e del fatto che stava sanguinando per
autodisfida (stagnatelo!) dalle narici, dalle labbra, dai padiglioni e dal
palato, mentre Colt aveva tolto qualche capello del suo colpitore
dall’estremità del suo knut anche se per il resto sembrava che la sua
salute di ferrio si barcamaneggiasse dato che si rivelò un caso
particolarmente fortunato che nessuno delle duecentosei ossa e dei
cinquecentouno muscoli del suo corso era whitaffatto in condizioni
whorseggiori per le hersue whackstonate. Herchi?
Allordunque, lasciando che la discordante cenere, fatta di nerbo e
muscolo e facciatosta cacci via il terragenito e il cristallo di roccia
distrugga la mica trasparente ma wurmeggiando gradualmente per i
nostri risparmi versindietro le madracque tante miglia lontano dalla
banca e dalla Dublin stone (olimpieggiando addirittura fino all’undi­
cesima dinastia per arrivare a quel tonfoduedécino Hamlaugh) e la
questione dell’ottenimento illegale da parte di boney di un parafiam­
ole perforato e di un vistoso riparo per il fuoco salta fuori il punto
ancora più importante delle tendenze politicose e dei passatempi
cittadini del nostro progebirratore, E1 Don De Dunelli, (che la sua
nave si pianti di schianto nel bottol del fiume e che tutti i suoi
85 Finnegans Wake H.C.E.

in thè bottol of thè river and all his crewsers stock locked in thè
burrai of thè seas!) who, when within thè black of your toenail,
sir, of being mistakenly ambushed by one of thè uddahveddahs,
and as dose as made no matter, mam, to being kayoed offhand
when thè hyougono heckler with thè Peter thè Painter wanted
to hole him, was consistently practising thè first of thè primary
and imprescriptible liberties of thè pacific subject by circulating
(be British, boys to your bellybone and chuck a chum a chance!)
alongst one of our umphrohibited semitary thrufahrts, open to
buggy and bike, to walk, Wellington Park road, with thè curb
or quaker’s quacknostrum under his auxter and his alpenstuck in
his redhand, a highly commendable exercise, or, number two of
our aera legìtima plebeia^ on thè brink (beware to baulk a man at
his will!) of taking place upon a public seat, to what, bare by
Butt’s, most easterly (but all goes west!) of blackpool bridges, as
a public protest and naturlikevice, without intent to annoy either,
being praisegood .thankfully for thè wrathbereaved ringdove and
thè fearstung boaconstrictor and all thè more right jollywell
pleased, which he was, at having other people’s weather.
But to return to thè atlantic and Phenitia Proper. As if that
were not to be enough for anyone but little headway, if any, was
made in solving thè wasnottobe crime cunundrum when a child
of Maam, Festy King, of a family long and honourably associ-
ated with thè tar and feather Industries, who gave an address in
old plomansch Mayo of thè Saxons in thè heart of a foulfamed
potheen district, was subsequently haled up at thè Old Bailey
on thè calends of Mars, under an incompatibly framed indietment
of both thè counts (from each equinoxious points of view, thè one
fellow’s fetch being thè other follow’s person) that is to see, flying
cushats out of his ouveralls and making fesses immodst his forces
on thè field. Oyeh! Oyeh! When thè prisoner, soaked in methyl-
ated, appeared in dry dock, appatently ambrosiaurealised, like
Kersse’s Korduroy Karikature, wearing, besides stains, rents and
patches, his fìght shirt, straw braces, souwester and a policeman’s
corkscrew trowswers, all out of thè true (as he had purposely tom
up all his cymtrymanx bespokes in thè mamertime), deposing for
Vinnegans Wake H.C.E. 85bis

ciurmeggeri vengano seppelliti in ceppi nel burrai dei mari!) il quale,


quando fu quasi sul nero delle unghie dei tuoi piedi, signore, di venire
erroneamente attirato in una imboscata da uno degli addindividdi, e
tanto vicino che non meritava più menzione, mam, a venire sbrigativa­
mente cappaobucato quando l’importuno yougonotto con il Peter thè
Painter voleva incastrarlo, stava coerentemente praticando la prima
delle fondamentali ed imprescrittibili libertà di un pacifico suddito
circolando (siate interamente inglesi, iovanotti, fino all’ioide dell’in­
guine e concedete una chance ad un compagno!) lungo uno dei nostri
umphroibiti durchfahrti semitari, aperto a bici e birocci, camminoè,
la Wellington Park road, con il barbazzale o quacknostrum del
quacchero sotto l’auxella e l’alpenstuck nella manorossa, un halta-
mente commendevole esercizio, o, numero due dei nostri acta legitima
plebeia, sul punto (occhio a non ostacolare un uomo che fa la sua
volontà!) di prendere posto su di un sedile pubblico, occosassia,
baregiusto bicino al Butt, il più easterno (butinvece tutto va al
westemmondo!) dèi bridgi di Blackpool, come pubblica protesta e
del tutto naturlichviziamente, senza nessuna intenzione di dar
fastidio, perché era lodaddio riconoscente per il colombaccio sottrat­
to all’ira e per il boa costrittore appreso dalla paura e tanto più
veramente bencontento, come era, di avere la stagione dell’altra
gente.
Ma per tornare all’atlantico ed alla Phenitia Proper. Come se quello
non dovesse essere abbastanza per chiunque ben pochi progressi, se
pur se ne compirono, si fecero verso la soluzione della nondovevesse-
re criminale conosciarada quando un figlio di Maam, Festy King, di
una famiglia a lungo ed onorevolmente connessa con l’industria del
catrame e delle penne, che diede un indirizzo del vecchio plomanscho
Mayo dei Sassoni nel cuore di un quartiere poteenamente fedofamato,
fu in seguito trascinato all’Old Bailey alle calende di Mars, sotto una
incriminazione incompatibilmente formulata di entrambi i capi
d’accusa (da ogni equinoxio punto di vista, poiché il d’oppio di un
povero diavolo è la carne dell’altro povero diacono) owerovedi, di
aver fatto volare dei colombacci fuori dall’ouvertuta e di aver fatto
fesses immodstra le sue forze in campo. Oyehte! Oyehte! Quando il
prigioniero, inzuppato in alcool denaturato, apparve sul banco di
catenaggio, appatentemente ambrosiaurealizzato, come la Karikatura
in Korduroy di Kefsse, con addosso, oltre a macchie, strappi e pezze,
la camicia da botte, delle bretelle di paglia, un cappello da marinaio e
dei capiscilzoni a cavatappi da polismano, tutti fuori centro (poiché
aveva intenzionalmente lacerato nel mamertempo tutti i suoi vestiti
86 Fimiegans Wake H.C.E.

his exution with all thè fluors of sparse in thè royal Irish vocabulary
how thè whole padderjagmartin tripiezite suet and all thè sulfeit
of copperas had fallen off him quatz unaccountably like thè
chrystalisations of Alum on Even while he was trying for to stick
fire to himcell, (in feacht he was dripping as he found upon strip-
ping for a pipkin ofmalt as he feared thè coold raine) it was
attempted by thè crown (P.C. Robort) to show that King, elois
Crowbar, once known as Meleky, impersonating a climbing boy,
rubbed some pixes of any luvial peatsmoor o’er his face, plucks
and pussas, with a clanetourf as thè best means of disguising
himself and was to thè middlewhite fair in Mudford of a Thoors-
day, feishts of Peeler and Pole, under thè illassumed names of
Tykingfest and Rabworc picked by him and Anthony out of a
tellafun book, ellegedly with a pedigree pig (unlicensed) and a
hyacinth. They were on that sea by thè plain of Ir nine hundred
and ninetynine years and they never cried crack or ceased from
regular paddlewicking till that they landed their two and a
trifling selves, amadst carnei and ass, greybeard and suckling,
priest and pauper, matrmatron and merrymeg, into thè meddle
of thè mudstorm. The gathering, convened by thè Irish Angri-
cultural and Prepostoral Ouraganisations, to help thè Irish muck
to look his brother dane in thè face and attended thanks to
Larry by large numbers, of christies and jew’s totems, tospite of
thè deluge, was distinctly of a scattery kind when thè bally-
bricken he could get no good of, after cockofthewalking through
a few fancyfought mains ate some of thè doorweg, thè pikey
later selling thè gentleman ratepayer because she, Francie’s sister,
that is to say, ate a whole side of his (thè animal’s) sty, on a
struggle Street, Qui Sta Troia, in order to pay off, hiss or lick,
six doubloons fifteen arrears of his, thè villain’s not thè rumbler’s
rent,
Remarkable evidence was given, anon, by an eye, ear, nose
and throat witness, whom Wesleyan chapelgoers suspected of
being a plain clothes priest W.P., situate at Nullnull, Medicai
Square, who, upon letting down his rice and peacegreen cover-
disk and having been sullenly cautioned against yawning while
Finnegans Wake H.C.E. 86bis

cymrymanxici su misura), deponendo durante la sua exutione con


tutti i fluori retorici di sparso del regio vocabolario irlandese che il
tripiezito vestunto da paddergiacmartino e tutto il solfsazio di ferro gli
erano quarzi insplicabilmente caduti di dosso come le cristoalizazioni
di Alum su Even mentre stava cercando di appiccicare fuoco a se
steso (in feachti stava grondando come trovò mentre si stava
spogliando per una brocchetta dimalto perché aveva paura della
coolda raina) l’accusa (P.C. Robort) cercò di dimostrare che King,
elois Crowbar, un tempo noto come Meleky, impersonando un
ragazzo scalatore, si era strofinato con un clanetourfo sulla faccia,
sulle plucke e sulla pusa alcuni pixi di annaqualsiasi luvionale
peatorba come mezzo migliore per camuffarsi e si era recato alla fiera
dei middlewhite a Mudford un gioovedì, feiste di Peeler e Pole, sotto i
nomi malappropriati di Tykingfest e Rabworc scelti da lui e da
Antonio in un libro tellafunico, presumisuramente con un porco
fornito di pedigree (senza patente) ed un giacinto. Erano stati su quel
mare vicino alla pianura d’ir novecentonovantanove anni e non
avevano mai strillato strap né avevano smesso di bagaiare regolarmen­
te finché non avevano sbarcato le loro due più una trascurabile
individualità, in matto a cammello ed asino, vecchione e lattante,
prete e povero, matrmatrona e merrymeg, nel mischio della motempe-
sta. Il raduno, convocato dalle Irish Angricultural and Prepostoral
Ouraganizations, per aiutare il muc irlandese a guardare in faccia il
suo fratello danese e presenziato grazie a Larry da un gran numero, di
cristi e di totem dei giudei, perdispetto del diluvio, era chiaramente di
tipo scatterygliato quando il ballybrickan da cui non aveva potuto
cavare niente di buono, dopo aver gallocheccato attraverso qualche
fantaffrontato lupanare si era mangiato un po’ di doorweg, e più tardi
il pikey aveva venduto il signor pagaffitto perché lei, la sorella di
Francie, cioè, si era mangiato tutto un lato del suo (dell’animale)
porcile, in una struggle Street, Qui Sta Troia, per pagare, hissar o ligar,
sei dobloni e quindici di arretrati del suo canone, del briccone non del
chiassone.
Una importante deposizione fu resa, in un’altra occasione, da un
testimone oculare, auricolare, olfattivo e palatale, che i frequentatori
delle chiese wesleyane sospettavano fosse un prete W.P. in borghese,
residente a Nullnull, Medicai Square, il quale, avendo lasciato cadere
il suo chiatto di riso e pacibisi ed essendo stato sgarbatamente
diffidato dallo yaundigliare mentre veniva torchiato, sorrise (s’era
87 Einnegans Wake H.C.E.

being grilled, smiled (he had had a onebumper at parting from


Mrs Molroe in thè morning) and stated to his eliciter under his
morse mustaccents (gobbless!) that he slept with a bonafìdes and
that he would be there to remember thè filth of November,
hatinaring, rowdy O, which, with thè jiboulees of Juno and thè
dates of ould lanxiety, was going, please thè Rainmaker, to
decembs within thè ephemerides of profane history, all one with
Tournay, Yetstoslay and Temorah, and one thing which would
pigstickularly strike a person of such sorely tried observational
powers as Sam, him and Moffat, though theirs not to reason why,
thè striking thing about it was that he was patrified to see, hear,
taste and smeli, as his time of night, how Hyacinth O’Donnell,
B.A., described in thè calendar as a mixer and wordpainter, with
part of a sivispacem (Gaeltact for dungfork) on thè fair green
at thè hour of tWenty-four o’clock sought (thè bullycassidy of
thè friedhoffer!) to sack, sock, stab and slaughter singlehanded
another two of thè old kings, Gush Mac Gale and Roaring
O’Crian, Jr., both changelings, unlucalised, of no address and
in noncommunicables, between him and whom, ever since wal-
lops before thè Mise of Lewes, bad blood existed on thè ground
of thè boer’s trespass on thè bull or because he firstparted his
polarbeeber hair in twoways, or because they were creepfoxed
andt grousuppers over a nippy in a noveletta, or because they
could not say meace, (mute and daft) meathe. The litigants, he
said, locai congsmen and donalds, kings of thè arans and thè dalk-
eys, kings of mud and tory, even thè goat king of Killorglin,
w^re egged on by their supporters in thè shape of betterwomen
with bowstrung hair of Carrothagenuine ruddiness, Waving crim-
son petties and screaming from Isod’s towertop. There were
cries from thè thicksets in court and from thè macdublins on thè
bohernabreen of: Mind thè bank from Banagher, Mick, sir! Pro-
dooce O’Donner. Ay! Exhibit his relics! Bu! Use thè tongue
mor! Give lip lessi But it oozed out in Deadman’s Dark Scenery
Court through crossexanimation of thè casehardened testis that
when and where that knife of knifes thè treepartied ambush was
laid (roughly spouting around half hours ’twixt dusk in dawn,
Finnegans Wake H.C.E. 87bis

fatto un calice d’addio da Mrs Molroe la mattina) e dichiarò al suo


inquisitore sotto i mustaccenti mòrsici (gobbandissa!) che aveva
dormito con un bonafides e che sarebbe stato là per rimembrare il
cinquame di novembre, nella mischia, rissa O, che, con i giboulei di
Giuno e le date dell’oulda langsynsia stava, piacendo a Giovepluvio,
per dicemdere dentro le effemeridi della storia profana, tutt’uno con
Tournay, Yetstolay e Temorah, ed una cosa che avrebbe porcicolar-
mente colpito una persona con una facoltà di osservazione così
duramente sperimentata come Sam, himlui e Moffat, anche se a lor
non spetta domandarsi il perché, la cosa sorprendente al riguardo era
che lui era stato patrificato nel vedere, udire, gustare ed annusare,
come sua ora di notte, in che modo Hyacinth O’Donnel, B.A.,
descritto nell’annuario come persoha socievole e wordatore pittore­
sco, con un pezzo di sivispacem (gaedhealtachto per il forcone del
letame) sopra il bel prato alle ore ventiquattro cercasse (la bullycassi-
dytà del friédhoffer!) di scudisciare, scazzottare, stilettare e sbudellare
solosoletto un altri due dei vecchi re, Gush Mac Gale e Roaring
O’Crian, Jr., entrambi suppositi, non localizzati, senza dimora e in
uncomunicabili, tra lui e i quali, sin dalle wallopbastonate prima del
Patto di Lewes, correva brutto e bieco sangue a causa dello
sconfinamento del boer sulla bull o perché lui primodivise i suoi
capelli da beeberpolare in duemodi, o perché erano creepfoxati andt
grousupperi per una nippy in una noveletta, o perché non poterono
dire meace (muto e jeffdo) meathe. Le parti in causa, disse, conggiunti
e donaldi del posto, re delle aran e delle dalkey, re di mud e tory,
perfino il re kaprone di Killorglin, furono incitate dai loro fautori
sotto forma di betterwomen con chiome bowstringate di rossidezza
carotagenuina, che sventolavano gonnelle cremisi e vociavano dalla
cima della torre d’Isod. Ci furono grida dal folto dell’aula e dai
macdublini sulla bohernabreena di: Sorveglia la banca da Banagher,
Mick, signore! Prodoocete O’Donner! Ah! Esibite le sue spoglie! Bu!
Usate la tungcgua mor! Concedete al labbro di meno! Ma nella
Deadman’s Dark Scenery Court trapelò dal controinderogatorio del
testis callificato che quando e dove in quella botte delle botti
l’agguato tripartito fu teso (press’a molto attorno alle mezze ore tra il
88 Finnegans Wake H.C.E.

by Waterhose’s Meddle Europeic Time, near Stop and Think,


high chief evervirens and only abfalltree in auld thè land) there
was not as much light from thè widowed moon as would dim a
child’s aitar. The mixer, accordingly, was bluntly broached, and
in thè best basel to boot, as to whether he was one of those
lucky cocks for whom thè audible-visible-gnosible-edible world
existed. That he was only too cognitively conatively cogitabun-
dantly sure of it because, living, loving, breathing and sleeping
morphomelosophopancreates, as he most significantly did, when-
ever he thought he heard he saw he felt he made a bell clipper-
clipperclipperclipper. Whether he was practically sure too of his
lugs and truies names in this king and blouseman business? That
he was pediculously so. Certified? As cad could be. Be lying ! Be
thè lonee I will. It was Morbus O’ Somebody? A’Quite. Szer-
day’s Son? A satyr in weddens. And how did thè greeneyed
mister arrive at thè B.A.? That it was like his poli. A cross-
grained trapper with murty odd oogs, awflorated ares, inquiline
nase and a twithcherous mouph? He would be. Who could bit
you att to a tenyerdfuul when aastalled? Ballerà jobbera. Some
majar bore too? Iguines. And with tumblerous legs, redipnomi-
nated Helmingham Erchenwyne Rutter Egbert Crumwall Odin
Maximus Esme Saxon Esa Vercingetorix Ethelwulf Rupprecht
Ydwalla Bentley Osmund Dysart Yggdrasselmann? Holy Saint
Eiffel, thè very phoenix! It was Chudley Magnali once more
between thè deffodates and thè dumb scene? The two childspies
waapreesing him auza de Vologue but thè renting of his rock
was from thè three wicked Vuncouverers Forests bent down
awhits, arthou sure? Yubeti, Cumbilum comesi One of thè ox-
men’s thingabossers, hvad? And had he been refresqued by thè
founts of bounty playing there — is — a — pain — aleland in
Long’s gourgling barrai? A loss of Lordedward and a lack of sir-
philip a surgeonet showeradown could suck more gargling
bubbles out of thè five lamps in Portterand’s praise. Wirrgeling
and maries? As whose wouldn’t, laving his leaftime in Black-
pool. But, of course, he could cali himself Tem, too, if he had
time to? You butt he could anytom. When he pleased? Win and
Finnegans Wake H.C.E. 88bis

brusco nel lusco, secondo l’Ora Mischia Europeica di Waterhose,


vicino a Stop and Think, brande capo emprevirens e unico abfallbero
sulla terra intiégra) dalla luna vedovata non veniva abbastanza luce da
offuscare l’altare di un bambino. Di conseguenza, il mischione fu
bruscamente borchiato, e nel bestior basel buttibile, se fosse uno di
quei fortunati mortacci per i quali il mondo udibile-visibile-gnosibile-
commestibile esisteva. Che lui ne era fin troppo conoscitivamente
conativamente cogitabondantemente sicuro perché, vivendo, aman­
do, respirando e dormendo morfomelosofopancreaticamente, come
molto significativamente faceva, tutte le volte che pensava udiva
vedeva percepiva faceva clipperclipperclipperclipperare una campa­
na. Se fosse anche praticamente sicuro dei suoi nomi lùgheri e trùiepri
in questa bisogna di blusomanno e king? Che lo era petecchiolosa-
mente. Chiaro? Come cad davvero sì. Giacimenti! Già ci mangerò
solitario. Era Morbus O’Somebody? R.D. calmente. Il Sonnedì del
szerdadì? Un satirdì in mercuniondì. E come arrivò al B.A. il signore
dagli occhi verdi? Che era come la sua pollpoccia. Un trappolista di
fibra crossa con ooghi morto originali, arecchie auflorate, nase
inquilino e buca tractrictrice? Lo sarebbe stato. Chi potrebbe
morsorpassarti in una tanyergiata quando sei asztalvola? Ballerà
jobbera. Anche qualche magiarrimo seccatore? Guinabilmente. E con
gambe tumbleruzzolose, redipdesignato Helmingham Erchenwyne
Rutter Egbert Crumwall Odin Maximus Esme Saxon Esa Vercingeto-
rix Ethelwulf Rupprecht Ydwalla Bentley Osmund Dysart Yggdras-
selmann? O buon Sant’Eiffel, proprio la fenice! Era Chudley Magnali
ancora una volta tra i sododendri e la scena muta? Le due spioncine
l’avevano waarpreso auza de Vologue ma lo spezzarsi della sua
pietrocka fu provocato dai tre cattivi Vancouverers Forests appena un
po’ chinati, ne sei certo? Yubeti, Cumbilum compare! Uno dei
thingcapi degli Oxmani, hvad? Ed era stato rinfresquato dalle fonti di
generosità che suonavano c’ — è — un’ — alesola — triste nel Long’s
gorgo barra? Smarrimento di Lordedward e scarsità di sirphilip lo
sciacquone di un sanitario potrebbe succhiare più gargaglianti bolle
dai cinque lampioni in plauzza di Portterand. Wingelinghe e manate?
Come delle quali non vorrebbe, lavivendo la sua lecciavita a
Blackpool. Ma, naturalmente, potrebbe chiamare se stesso Tem,
tuttavia, se ne tenesse il tempo? Puoi buttomettere che potrebbe
89 Einnegans Wake H.C.E.

place. A stoker temptated by evesdripping aginst thè driver who


was a witness as well? Sacred avatar, how thè devii did they
guess it! Two dreamyums in one dromium? Yes and no error.
And both as like as a duel of lentils? Peacisely. So he was pelted
out of thè coram populo, was he? Bc thè powers that be he was.
The prince in principel should not expose his person? Mac-
chevuole! Rooskayman kamerad? Sooner Gallwegian he would
say. Not unintoxicated, fair witness? Drunk as a fishup. Askt to
whether she minded whither he smuked? Not if he barkst into
phlegms. Anent his ajaciulations to his Crosscann Lorne, cossa?
It was corso in cursu on coarser again. The gracious miss was
we not doubt sensible how yellowatty on thè forx was altered?
That she esually was, O’Dowd me not! As to his religion, if
any? It was thè see-you-Sunday sort. Exactly what he meant by
a pederast prig? Bejacob’s, just a gent who prayed his lent. And
if middleclassed portavorous was a usuai beast? Bynight as useful
as a vomit to a shom man. If he had rognarised dtheir gcourts
marsheyls? Dthat nday in ndays he had. Lindendelly, coke or
skilllies speli me gart without a gate? Harlyadrope. The grazing
rights (Mrs Magistra Martinetta) expired with thè expiry of thè
goat’s sire, if they were not mistaken? That he exactly could not
teli thè worshipfuls but his mother-in-waders had thè recipis for
thè price of thè coffin and that he was there to teli them that
herself was thè velocipede that could teli them kitcat. A maun-
darin tongue in a pounderin jowl? Father ourder about thè
mathers of prenanciation. Distributary endings? And we recom-
mends. Quare hircum? No answer. Unde gentium fe... ? No ah.
Are you not danzzling on thè age of a vulcano? Siar, I am deed.
And how olld of him? He was intendant to study pulu. Which
was meant in a shirt of two shifts macoghamade or up Finn,
threehatted ladder? That a head in thighs under a bush at thè
sunface would bait a serpent to a millrace through thè heather.
Arm bird colour defdum ethnic fort perharps? Sure and glomsk
handy jotalpheson as well. Hokey jasons, then, in a pigeegeeses?
On a pontiff’s order as ture as there’s an ital on atac. As a gololy
bit to joss? Leally and tululy. But, why this hankowchaff and
Finnegans Wake H.C.E. 89bis

chiamarsi ognitomo. Quando gli garbava? Vincente e piazzato. Un


fochistoker tentato di far la spioccia al guardiano che era anche lui un
testimone? Sacro avatara, come diavolo hanno fatto a indovinarlo!
Due dreamognanti in un dromium? Sì e niente equivoci. Ed entrambi
uguali come un duatto di lenticchie? Pisellamente. Così fu scaraventa­
to fuori dal coram populo, vero? Siano i poteri che siano lo fu. Il
principe in linea di principelle non dovrebbe esporre la sua persona?
Macchevuole! Un kamerad rooskaymanno? Piuttosto un gallvegese
direbbe lui. Non inubriaco, beibiondo lealteste? Bevuto douro. Ha
chiesto sepercaso le dava noia dove fumucava? Neppure se avesse
tossippato tra il fiammuco. In merito alle sue aiaciulazioni per la sua
Crosscann Lorne, cossa? Era di nuovo corso in cursu sul più
corsaggio. La graziosa miss era non dubitiamo conscia di come era
cambiato yellowatty sulla forxa? Che esualmente lo era, O’Dowd me
no! Circa la sua religione, se ce l’ha? Era del genere ci-vediamo-
domenica. Che cosa voleva dire esattamente con pederasta porco di
sé? Giacobbio, solo un signore che pregava l’affitto con fervore. E se
il portàvoro middieclass fosse una bestia comune? Dinotte utile come
un emetico per un uomo pelato. Se aveva rognarosciuto i loro ufficiali
giudezzari? Quel giorno tra i giorni sì. Lindendelly, coke o skillies,
scrivi gorto senza goto? Eratroppio. I diritti di pascolo (Mrs Magistra
Mattinetta) terminavano con il termine del montone della capra, se
non si erano sbagliati? Che hnonpoteva esattamente contarlo alle loro
eccellenze ma sua squàcquera aveva la recipis per il prezzo della bara
e che lui era là per dir loro che lei stessa era il velocipede che poteva
dir loro kitcat. Lingua maundarina in mascella poundermana? Altri
padrenostrordini in matheria di prenancia. Rami secondari di desi­
nenze? E noi raccomendiamo. Quare hircum? Nissuna annsarposta.
Unde gentium fe...? Ni an. Non stai danzagliando sull’età di un
vulcano? Siar, lo sono fatti. E come i suoi panni? Stava intendente a
studiare pulu. Che cosa si voleva dire con camicia con due tratti
marcamacogham o con su per la scala di Finn, con tre cappelli? Che
una testa nelle cosce sotto un cespuglio in sunperfaccia attrarrebbe un
serpente fino al canale di un mulino attraverso l’erica. Arma birdello
colore dordomuto etnico forte per cassa? Sicuro e pure glonsk
homodo jotalpheson. Dei giasoni truffoni, quindi, in una pigeeseese-
si? Su ordine di un pontefice vreo come ogni ottag ha un’adoc. Come
un pezzo di golólia a joss? Lealmente e tululamente. Ma perché
90 Finnegans Wake H.C.E.

whence this second tone, son-yet-sun? He had thè cowtaw in his


buxers Bay of face. So this that Solasistras, setting odds evens at
defiance, took thè laud from Labouriter? What displaced Tob,
Dilke and Halley, not been greatly in love with thè game. And,
changing thè venders, from thè king’s head to thè republican’s
arms, as to thè pugnaxities evinxed from flagfall to anteposi
during thè effrays round fatherthyme’s beckside and thè regents
in thè plantsown raining, with thè skiddystars and thè morkem-
windup, how they appealed to him then? That it was wildfìres
night on all thè bettygallaghers. MichmichaePs soords shrieking
shrecks through thè wilkinses and neckanicholas’ toastingforks
pricking prongs up thè tunnybladders. Let there be fight? And
there was. Foght. On thè site of thè AngePs, you said? Guinney’s
Gap, he said, between what they said and thè pussykitties. In thè
middle of thè garth, then? That they mushn’t toucht it. The de-
voted couple was or were only two disappainted solicitresses on
thè job of thè unfortunate class on Saturni mountain fort? That
was about it, jah ! And Camellus then said to Gemellus: I should
know you? Parfaitly. And Gemellus then said to Camellus: Yes,
your brother? Obsolutely. And if it was all about that, egregious
sir? About that and thè other. If he was not alluding to thè whole
in thè wall? That he was when he was not eluding from thè whole
of thè woman. Briefly, how such beginall fìnally struck him now?
Like thè crack that bruck thè bank in Multifarnham. Whether he
fell in with what they meant? Cursed that he suppoxed he did.
Thos Thoris, Thomar’s Thom? The rudacist rotter in Roebuck-
dom. Surtopical? And subhuman. If it was, in yappanoise lan-
guage, ach bad clap? Oo! Ah! Augs and ohrs with Rhian O’-
kehley to put it tertianly, we wrong? Shocking! Such as turly
pearced our really’s that he might, that he might never, that he
might never that night? Treely and rurally. Bladyughfoulmoeck-
lenburgwhurawhorascortastrumpapomanennykocksapastippata-
ppatupperstrippuckputtanach, eh? You bave it alright.
Meirdreach an Oincuish ! But a new complexion was put upon
thè matter when to thè perplexedly uncondemnatory bench
(whereon punic judgeship strove with penai law) thè senior
Finnegans Wake H.C.E. 90bis

questo hankowzoletto e da dove questo secondo tono, son-yet-sun?


Aveva il kowtowle nel flagello di faccia dei suoi buxer. Così in questo
modo quella Solasistras, sfidando i pari dispari, tolse la lode al
Labouriter? E questo spiazzò Tob, Dilke ed Halley, a cui il gioco non
era garbato granché. E, trasferendo la causazione, dalla testa del re
alle armi del repubblicano, per quanto riguarda la pugnaxità
externata dall’abbassabandiera fino alle scommesse del giorno prima
durante le effroisse attorno al deriotano del padretimo ed alle regents
nel plantsoen rainanti, con le slittastelle e i morkernfinali, come
l’attraevano allora? Che era la notte dei fuochi wildaggi su tutte le
bettygallaghers. Gli stridenti schrecks della spaorda di Mickmichael
attraverso i welkinses e le pungenti punte dei forchettoni di
neckanicholas su per le vesciche dei tonni. Sia la lucha? E ci fu. Foght.
Dalle parti dell’Angelo, hai detto? Della Guinney’s Gap, ha detto, tra
quello che hanno detto loro e le kittymicine. Nel mezzo del garth,
inallora? Che non bevono tocchtarlo. L’affezionata coppia era o erano
soltanto due avvocatesse disinbiutate al lavoro della classe sfortunata
sul saturnale montanaro forte? Che era circa così, jah! E Camellus
disse a Gemellus: dovrei conoscerti? Parfaitamente. E Gemellus disse
quindi a Camellus: Sì, tuo fratello? Obsolutamente. E se era tutto a
proposito di quello, egregio signore? A proposito di quello e
dell’altro. Se non alludeva al muco nel muro? Che lo faceva quando
non stava eludendo dal muco della monna. Brevemente, un simile
cominciatutto come fece a colpirlo definitivamente ora? Con il crac
che bruchò il banco a Multifarnham. Se era d’accordo con quello che
volevano dire? Dettamente che luepponeva di esserlo. Thos Thoris, di
Thomar il Thom? Il rompicoglioni rudacista nel Roebuckdom.
Surtopicale? E subumano. Se era, in lingua cianciapponoise, ach ble
claporrea? Oo! Ah! Aughi ed ohre con Rhian O’kehley per metterla
terzanamente, noi non ragiona? Disgustoso! Tale da pearcefiggere
turlamente le nostre orealmente che possa, che possa mai, che possa
mai quella notte? Treeramente e ruralmente. Blyadedettamecklenbur-
ghurewhorescortiumstrumpetpornetirfakersesapastippatappatop-
pastriopachputtanach, eh? Lo sapete di giusto.
Meirdreach an Oincuish! Ma la questione assunse un nuovo
aspetto quando ai magistrati perplessamente noncolpevolisti (tra cui
la giustizia punica lottava con il diritto penale) il king seniore di tutti,
91 Hnnegans Wake H.C.E.

king of all, Pegger Festy, as soon as thè outer layer of stuccko-


muck had been removed at thè request of a few live jurors,
declared in a loudburst of poesy, through his Brythonic inter-
preter on his oath, mhuith peisth mhuise as fearra bheura muirre
hriosmas, whereas take notice be thè relics of thè bones of thè
story bouchal that was ate be Cliopatrick (thè sow) princess
of parked porkers, afore God and all their honours and king’s
commons that, what he would swear to thè Tierney of Dundal-
gan or any other Tierney, yif live thurkells folloged him about
sure that was no steal and that, nevertheless, what was deposited
from that eyebold earbig noseknaving gutthroat, he did not fìre
a stone either before or after he was bom down and up to that
time. And, incidentalising that they might talk about Markarthy
or they might walk to Baalastartey or they might join thè nabour
party and come on to Porterfeud this thè sockdologer had thè
neck to endorse with thè head bowed on him over his outtumed
noreaster by protesting to his lipreaders with a justbeencleaned
barefacedness, abeam of moonlight’s hope, in thè same trelawney
what he would impart, pleas bench, to thè Llwyd Josus and thè
gentlemenin Jury’s and thè four of Masterers who had been all
those yarns yearning for that good one about why he left
Dublin, that, amreeta beaker coddling doom, as an Inishman was
as good as any cantonnatal, if he was to parish by thè market steak
before thè dorming of thè mawn, he skuld never ask to see sight or
light of this world or thè other world or any either world, of Tyre-
nan-Og, as true as he was there in that jackabox that minute, or
wield or wind (no thanks t’yous!) thè inexousthausthible wassail-
hom tot of iskybaush thè hailth up thè wailth of thè endknown ab-
god of thè fire of thè moving way of thè hawks with his hèroes in
Warhorror if ever in all his exchequered career he up or lave a
chancery hand to take or throw thè sign of a mortai stick or stone
at man, yoelamb or salvation army either before or after being
puptised down to that most holy and every blessed hour. Here,
upon thè halfkneed castleknocker’s attempting kithoguishly to
lilt his holymess thè paws and make thè sign of thè Roman God-
helic faix, (Xaroshie, zdrst! — in his excitement thè laddo had
Finnegans Wake H.C.E. 9 Ibis

Pegger Festy, non appena lo strato esterno di stuccomucletame fu


tolto a richiesta di qualche energico giurato, proclamò in una
espioggione di poesia, tramite il suo interprete giurato brythonnico,
con i peist mhuise as farra vere mwiri hrismos, laddove prese a
conferma i resti delle ossa del buachaill di storia che mangiato fu da
Cliopatrick (la scrofa) principessa dei porci al pascolo, davanti a Dio e
a tutti i loro onori ed al popolo del king, cosa che giurerebbe ai
Tierney di Dundalgan o a qualsiasi altro Tierney, che se dei
thurkelltacchini vivi lo avevano folloguito senza dubbio quello non
era un furto e che, ad ogni modo, cosa che era stata depositata da quel
mascalnasone tagliagole dagli occhi fatali e dalle orecchie forate, lui
non aveva mai tirato una pietra sia prima che dopo la nascita giù e su
fino a quel momento. E, incidentalizzando che potevan parlare di
Markarthy o potevano andare a Baalastartey o potevano unirsi al
nabour party ed arrivare fino a Porterfeud questo il sockdologer ebbe
il fegato di confermare con la testa chinata sopra il nordestello girato
in fuori dichiarando ai suoi lettori sulle labbra con una sfacciataggine
appenanettata, al traverso di speranza del chiaro di luna, nello stesso
trelawney che dividerebbe, pleasentilmente benchinatevi, al Llwyd
Josus ed ai signori del Jury ed ai quattro Masterers che erano stati tutti
quegli annifili ad arrovellarsi per quel buonuomo sul perché aveva
lasciato Dublino, lui che, amritico boccalesco coddlimentoso destino,
come inislandese era buono quanto qualsiasi cantonnatale, anche se
avesse dovuto crapare sul rigo nella pizza del mercato prima del
dormeggiare della mano, non skudrebbe mai chiesto di vedere vista o
luce di questo mondo o dell’altro mondo o di qualsiasi ambo mondo,
di Tyre-nan-og, vero com’è vero che era là in quella scatolamolla in
quell’istante stesso, né avrebbe brandito o brindato (niente graziate!)
il goccio inespropriauribbile e wassailcornoso di usquebaugh alla
salvute ew’all’epulenza dell’abgott finegnoto del fuoco della via
mobile dei falchi con i suoi eroi nel Warhorror se in tutta la hua
exchequeraria carriera avesse mai alzato o lavato una mano chance-
ryosa per togliere o tirare al segno un dannato stecco o sasso contro
uomo, yeolambo o esercito della salvezza sia prima che dopo essere
stato puptezzato fino a quell’ora santissima sempremai benedetta.
Qui, al tentativo ciotogachoffo del castleknockatore semiginocchiato
di intonare sua santamessità il pappa e di farsi il segno della foxde
gaedhealica romana, (Xaroshie, zdrast! — il laddazzo nella sua
92 Finnegans Wake H.C.E.

broken exthro Castilian into which thè whole audience perse-


guired and pursuited him olla podrida) outbroke much yellach-
ters from owriers in thè heall (Ha!) in which, under thè mollifi-
cation of methaglin, thè testifighter reluctingly, but with ever so
ladylike indecorum, joined. (Ha! Ha!)
The hilariohoot of Pegger’s Windup cumjustled as neatly
with thè tristitone of thè Wet Pinter’s as were they isce et ille
equals of opposites, evolved by a onesame power of nature or of
spirit, iste, as thè sole condition and means of its himundher
manifestation and polarised fot reunion by thè symphysis of
their antipathies. Distinctly different were their duasdestinies.
Whereas thè maidies of thè bar, (a pairless trentene, a lunarised
score) when thè eranthus myrrmyrred: Show’m thè Posed:
fluttered and flattered around thè willingly pressed, nominating
him for thè swiney prize, complimenting him, thè captivating
youth, on his having all his senses about him, stincking thyacinths
through his curls (O feen! O deur!) and bringing busses to his
cheeks, their masculine Oirisher Rose (his neece cleur!), and
legando round his nice new neck for him and pizzicagnoling his
woolywags, with their dindy dandy sugar de candy mechree me
postheen flowns courier to belive them of all his untiring young
dames and send treats in their times. Ymen. But it was not un-
observed of those presents, their worships, how, of one among
all, her deputised to defeme him by thè Lunar Sisters’ Celibacy
Club, a lovelooking leapgirl, all all alonely, Gentia Gemma of thè
Makegiddyculling Reeks, he, wan and pale in his unmixed admir-
ation, seemed blindly, mutely, tastelessly, tactlessly, innamorate
with heruponhim in shining aminglement, thè shaym of his hisu
shifting into thè shimmering of her hers, (youthsy, beautsy, hee’s
her chap and shey’ll teli memmas when she gays whom) till thè
wild wishwish of her sheeshea melted most musically mid thè
dark deepdeep of his shayshaun.
And whereas distracted (for was not just this in effect which
had just caused that thè effect of that which it had caused to oc-
cur?) thè four justicers laid their wigs together, Untius, Mun-
dus, Punchus and Pylax but could do no worse than promulgate
Finnegans Wake H.C.E. 92bis

agitazione era penetrato extraverso il castigliano in cui tutto il


pubblico lo prosecutò e lo inseguimento olla potrìda) proruppero
molte strillachterate dai padroni della healla (Ha!) alle quali, sotto la
mollificazione del metheglin, il testilottamonio si associò di malavo-
glia, ma con tanta effeminata sconvenienza. (Ha! Ha!)
L’ilariattanza del Pegger’s Windup cumcullise tanto più nettamen­
te con il tristetono di quella del Wet Pinter inquanto erano isce et ille
eguali di oppositi, evoluti da un unedesimo potere di natura o di
spirito, iste, come unica condizione e maniera della sua manifestazio­
ne himundhermica e polarizzati per riunirsi dalla sinfisi delle loro
antipatie. Distintamente differenti furono i loro duasdestini. Mentre
le mammolette del bar, (una trentena senza paio, una ventina
lunarizzata) quando l’eranto mirrmirrò: Shownategli il Pòsito: volita­
vano e violinavano attorno a lui che si faceva abbracciare di buon
grado, proponendolo per il premio maialesco, congratulandosi con
lui, un giovanotto così cattivante, perché aveva addosso tutti i
sentimenti, inzaffandogli thyacinti traverso i riccioli (O fion! O deur!)
e buttando baci sulle guance a lui, la loro Oirisher Rosé mascolina
(che neecio kleur!), e legando per lui attorno alla sua nivea nuova
nuca e pizzicagnolando i suoi cotoncodini, con i loro messaggeri dindi
dandi sugo de candi machree me paushtheen fionn per trarlo a quelle
care assidue dame, prendendolo per fame. Ymen. Ma non rimase
inosservato da quelli presenti, le loro eccellenze, che, di una fra tutte,
quella deputata a defemearlo dal Club Celibatario delle Sorelle
Lunari, una graziosa ragazza bisesterella, sol sol soletta, Gentia
Gemma dei Makegiddyculling Reeks, lui, pallido ed esangue nella sua
incontaminata ammirazione, sembrava ciecamente, mutamente, ingu-
stamente, intattamente, enamourato con l’heruponhimità in spendida
amistura, con la shamergogna del suo hisu che scivolava nello
scintillio del suo di lei, (giovanoccio, bellinoccio, luui è il suo tipo e
lor dirà alle memme quando gairà a chisa) finché il wildaggio mhuise-
mhuise del di lei sise non si mescolò molto musicalmente mezzo il
buio batbat del di lui sesean.
E premesso che erano perplessi (perché non era proprio questo in
effetto che aveva proprio causato che l’effetto di quello che aveva
causato accadesse?) i quattro giudici deposero insieme le loro
parrucche, Untius, Muncius, Punchus e Pylax ma non poterono far di
93 Einnegans Wake H.C.E.

their standing verdict of Nolans Brumans whereoneafter King,


having murdered all thè English he knew, picked out his pockets
and left thè tribunal scotfree, trailing his Tommeylommey’s tunic
in his hurry, thereinunder proudly showing off thè blink pitch to
his britgits to prove himself (an’t plase yous!) a rael genteel. To
thè Switz bobbyguard’s curial but courtlike: Commodore valley O
hairy, Arthre jennyrosy?: thè firewaterloover returted with such a
vinesmelling fortytudor ages rawdownhams tanyouhide as would
turn thè latten stomach even of a tumass equinous (we were pre-
pared for thè chap’s clap cap, thè accent, but, took us as, by surprise
and now we’re geshing it like gush gash from a bumer !) so that all
thè twofromthirty advòcatesses within echo, pulling up their briefs
at thè krigkry: Shun thè Punman!: safely and soundly soccered
that fenemine Parish Ppser, (how dare he!) umprumptu right-
oway hames, much to his thanks, gratiasagam, to all thè wrong
donatrices, biss Drinkbattle’s Dingy Dwellings where (for like
your trae venuson Esau he was dovetimid as thè dears at
Bottome) he shat in (zoo), like thè muddy goalbind who he was
(duh), thè chassetitties belles conclaiming: You and your gift of
your gaft of your garbage abaht our Farvver! and gaingridando:
Hon! Verg! Nau! Putor! Skam! Schams! Shames!
And so it all ended. Artha kama dharma moksa. Ask Kavya for
thè kay. And so everybody heard their plaint and all listened to
their piause. The letter! The litter! And thè soother thè bitther!
Of eyebrow pencilled, by lipstipple penned. Borrowing a word
and begging thè question and stealing tinder and slipping like
soap. From dark Rosa Lane a sigh and a weep, from Lesbia
Looshe thè beam in her eye, from Ione Coogan Barry his arrow
of song, from Sean Kelly’s anagrim a blush at thè name, from
I am thè Sullivan that trumpeting tramp, from Suffering Duf-
ferin thè Sit of her Style, from Kathleen May Vemon her Mebbe
fair efforts, from Fillthepot Curran his scotchlove machree-
ther, from hymn Op. 2 Phil Adolphos thè weary O, thè leery,
O, from Samyouwill Leaver or Damyouwell Lover thatjolly
old molly bit or that bored saunter by, from Timm Finn again’s
weak tribes loss of strenghth to his sowheel, from thè wedding
Finnegans Wake H.C.E. 93bis

peggio che pronunciare il loro verdetto inappellabile di Nolans


Brumans sul dopoché King, assassinati tutti gli inglesi che conosceva,
trascelse le sue tasche e lasciò il tribunale senza pagar lo scotto,
trascinandosi dietro nella fretta la tunica da Tommeylommey, sotto la
qbale mostrava orgogliosamente alle sue britgitte la binda nira per
dimostrare che era (ontiplace!) raelmente distinto. Al curiale ma
cortese: Commodoro vales O die, Artore jennyroseo? della guardia-
delbobby switzera il firewaterloomante ribotté con una tale vinolente
fortytudor annilunga raudonascosa tannicoreggia che avrebbe fatto
rivoltare lo stomaco d’ottone anche a un tommàsino d’equinous
(eravamo preparati alle tipiche topiche di quel bel tipo, l’accento, ma,
ci prese come, di sorpresa ed ora lo stiamo geshando come gushante
becco a gash!) cosicché tutte le trentamenodue avvocatesse a portata
d’echo, tirando su le loro brief al krigkrido: Schunvitate il Punman!
senza pericoli e senza privazioni mandarono quel fenemineo Posatore
Parishino, (come osa!) umprowisamente e dirittoprecedentemente a
hamesfascio a forza di calci, con molti suoi ringraziamenti, gratiasa-
gam, a tutte le sue disoneste donatrices, biss i Dingy Dwellings di
Drinkbattle dove (perché come il vostro sincero Esaù venuson lui era
colombotimido come i coervi a Bottome) si accaccolò (zoo), come
l’infangato goalbindo che era (dun), con le bellezze chassetitte che
conclamavano: Tu e il tuo grugno di gracchiare giuccate abaht nostro
Farwer! e gaingridavano: Hon! Verg! Nai! Putor! Skam! Schamm!
Shames!
E così finì tutto questo. Artha kama dharma moksha. Chiedete la
kayve a Kavya. E così ognuno udì i loro pianti e tutti ascoltarono i loro
plausi. La lettera! La lettiera! E più prestovera è megliamara è!
Sopraccigliodemente pencillata, con puntino per labbra pennascritta.
Prende in prestito una parola e la dà per dimostrata e diventa ladra di
scintille e scivola come il sapone. Da Rosa Lane la bruna un sospiro ed
un pianto, da Lesbia Looshe creina la trave dentro l’occhio, dal
solingo Coogan Barry il suo canto quale freccia, dall’ingramma di
Sean Kelly una vampa a tale nome, da io sono il Sullivan quel
trombettante trotto, da Suffering Dufferin il Sit del suo Style, da
Kathleen May Vernon gli sforzi da Mebbe, da Fillthepot Curran
l’amore macreether, da inno Op. 2 Phil Adolphos il weary O, il leery,
O, da Samyouwill Leaver o Damyouwell Lover quel brolli da molli o
quel noiato saltatino, dalle fiacche tribù di Tim Finn again minor
forzza al suo samhail, dalle nozze sopra il greene, ragazze, la gretnassa
94 Hinnegans Wake H.C.E.

on thè greene, agirlies, thè gretnass of joyboys, from Pat Mullen,


Tom Mallon, Dan Meldon, Don Maldon a slickstick picnic made
in Moate by Muldoons. The solid man saved by his sillied woman.
Crackajolking away like a hearse on fire. The elm that whimpers
at thè top told thè stone that moans when stricken. Wind broke
it. Wave bore it. Reed wrote of it. Syce ran with it. Hand tore
it and wild went war. Hen trieved it and plight pledged peace.
It was folded with cunning, sealed with crime, uptied by a harlot,
undone by a child. It was life but was it fair? It was free but was
it art? The old hunks on thè hill read it to perlection. It made
ma make merry and sissy so shy and rubbed some shine off Shem
and put some shame into Shaun. Yet Una and Ita spili famine
with drought and Agrippa, thè propastored, spells tripulations
in his threne. Ah, furchte fruchte, timid Danaides! Ena milo melo-
mon, frai is frau and swee is too, swee is two when swoo is free,
ana mala woe is we! A pair of sycopanties with amygdaleine
eyes, one old obster lumpky pumpkin and three meddlars on
their slies. And that was how framm Sin fromm Son, acity arose,
finfin funfun, a sitting arrows. Now teli me, teli me, teli me then!
What was it?
A.................... !
?.................... O!
So there you are now there they were, when all was over
again, thè four with them, setting around upin their judges’
chambers, in thè muniment room, of their marshalsea, under thè
suspices of Lally, around their old traditional tables of thè law
like Somany Solans to talk it over rallthesameagain. Well and
druly dry. Suffering law thè dring. Accourting to king’s evelyns.
So help her goat and kiss thè bouc. Festives and highajinks and
jintyaun and her beetyrossy bettydoaty and not to forget now
a’duna o’damel. The four of them and thank court now there
were no more of them. So pass thè push for port sake. Be it soon.
Ah ho! And do you remember, Singabob, thè badfather, thè
same, thè great Howdoyoucallem, and his old nickname, Dirty
Daddy Pantaloons, in his monopoleums, behind thè war of thè
two roses, with Michael Victory, thè sheemen’s preester, before
Finnegans Wake H.C.E. 94bis

dei gioiboi, da Pat Mullen, Tom Mallon, Dan Meldon, Don Maldon
un picnic battibutta matto a Moate dai Muldoons. L’uomo solido
salvato dalla sua scioccata monna. Scaradumpkinga via come una
cassa in fiamme. L’olmo che geme sulla vetta l’ha detta alla pietra che
si lamenta quando viene percossa. Una folata la stracciò. Un flutto la
sostenne. Una zampogna ne fabulò. Un mozzo di stalla fuggì via con
lei. Un polso la ruppe e feroce fu la faida. Una pollastra la ritrovò e
una promessa pignorò la pace. Fu ripiegata con destrezza, sigillata col
delitto, stringata da una puttana, slegata da un demonietto. Era la
vita, ma era leggiadra? Era libera, ma era arte? Gli old hunks sulla
collina l’hanno letta alla perleczione. Fece far festa a ma e sissi la tese
tanto timida e strofinò via da Shem un po’ di splendore e sottopose
Shaun a un po’ di shamergogna. Eppure Una ed Ita spandono carestia
con siccità ed Agrippa, il propastoricolo, significa tripulazione nella
sua trenodia. Ah, furchte fruchte, timide Danaidi! Ena milo melo-
mon, frai è frau e true è duu, true è due se truu è free ana mala rue è
re! Un paio di slipcofanti con occhi di amigdaleina, vun vecchio
vóbstico allumptanato e zumpticone e tre ficcanespole alla chetiballa.
Ed ecco come fram Sin fromme Son nacittà nacque, finfin funfun, na
nidiata sguscia. Ora dimmel, dimmel, dimmel dunque!
Cos’era?
A............ !
?......... O!
Così là tu sei ora là essi erano, quando tutto fu finito di nuovo, i
quattro con loro, setuti intorno sunei loro uffici di giudici, nell’archi­
vio municipale, del loro marshalsea, sotto i sospici di Lally, intorno
alle loro vecchie tavole tradizionali legislative come Somany Solans
per discuterne radunavoltancora. Bene e drubitamente draridi. A
sopportare la legge la dring. In corteformità con le king’s evelyns.
Così aiuta il suo capro e bacia il bouc. Festosi e giacicinti e
genzianyaunti e la di lei bietirossa bettidiota e da non dimenticare ora
a’duna o’darnel. Loro quattro e grazie a corte ora non ce n’erano di
più. Così passa il pescio in nome di porto. E presto sia. Ah ho! E ti
ricordi, Singabob, il padrignaccio, lui stesso, il grande Howdoyoucal-
lem, e il suo vecchio nomignolo, Dirty Daddy Pantaloons, nei suoi
monopoleons, indietro alla guerra delle due rose, con Michael
Victory, il priester degli sheemani, prima che afferrasse dal paga la sua
95 Einnegans Wake H.C.E.

he caught his paper dispillsation from thè poke, old Minace and
Minster York? Do I mind? I mind thè gush off thè mon like Bal-
lybock manure works on a tradewinds day. And thè O’Moyly
gracies and thè O’Briny rossies chaffing him bluchface and play-
ing him pranks. How do you do, todo, North Mister? Get into
my way! Ah dearome forsailoshe! Gone over thè bays! When
ginabawdy meadabawdy! Yerra, why would he heed that old
gasometer with his hooping coppin and his dyinboosycough and
all thè birds of thè southside after her, Minxy Cunningham, their
dear divorcee darling, jimmies and jonnies to be her jo? Hold
hard. There’s three other corners to our isle’s cork float. Sure, ’tis
well I can telesmell him H2 C E3 that would take a township’s
breath away! Gob and I nose him too well as I do meself, heav-
ing up thè Kay Wall by thè 32 to n with his limelooking horse-
bags full of sesameseed, thè Whiteside Kaffir, and his sayman’s
effluvium and his scentpainted voice, puffing out his thundering
big brown cabbage! Pa! Thawt Fm glad a gull for his pawsdeen
fiunn! Goborro, sez’ he, Lankyshied! Gobugga ye, sez I! O
breezes! I sniffed that lad long before anyone. It was when I was
in my farfather out at thè west and she and myself, thè redheaded
girl, firstnighting down Sycomore Lane. Fine feelplay v •' had
of it mid thè kissabetts frisking in thè kool kurkle dusk of thè
lushiness. My perfume of thè pampas, says she (meaning me)
putting out her netherlights, and l’d sooner one precious sip at
your pure mountain dew than enrich my acquaintance with that
big brewer’s belch.
And so they went on, thè fourbottle men, thè analists, ungu-
am and nunguam and lunguam again, their anschluss about her
whosebefore and his whereafters and how she was lost away
away in thè fern and how he was founded deap on deep in anear,
and thè rustlings and thè twitterings and thè raspings and thè
snappings and thè sighings and thè paintings and thè ukukuings
and thè (hist!) thè springapartings and thè (hast!) thè bybyscutt-
lings and all thè scandalmunkers and thè pure craigs that used to
be (up) that rime living and lying and rating and ridirig round
Nunsbelly Square. And all thè buds in thè bush. And thè laugh-
Einnegans Wake H.C.E. 95bis

dispillsa paperale, il vecchio Minace e Minster York? Me ne cale? Me


ne cale del getto fuori del mon come della fabbrica di concime di
Ballybock in un giorno di alisei. E le grazielle di O’Moyly e le rosselle
di O’Briny che lo schaffenzicavano bluchfacciatamente e gli bramava­
no delle beffe. Come sta, sua hodietà, North Minster? Dentro nella
mia strada! Ah dirome perdionalei! Passato oltre le baie! Quando
ginosceno sidrosceno! Yerra, perché dovrebbe fare attenzione a quel
vecchio gasometro con la sua asinina acchiappativa e la sua dombum-
bacicale tosse e con tutti i galletti del quartiere meridionale che vanno
dietro a lei, Minxy Cunningham, la loro dolce diletta divorziata,
giacomini e giannettini che vogliono diventare il suo giò? Aspettate.
Vi sono altri tre spigoli nel galleggiante di corksughero della nostra
isola. Certo, è la cosa migliore che io possa telesentire il suo odore di
H2 C E3 che farebbe restare senza fiato un’intera città! Per gobbio e
lo annuso fin troppo bene come lo faccio iohmè, mentre si solleva su
per il Kay Wall con il 32 alle 11 portando le sue sacche da soma
calcinacciose piene di semi di sesamo, il Whiteside Kaffir, con il suo
effluvio da mariolnaio e la sua voce olezzopinta, e spegne sbuffando il
suo tuonante branca bruno e cancheroso! Pa! Tatam ci ho un gonzo
di gusto per il suo paushteen fionn! Gobarradh, dice lui, Lankyshied!
Gobuggero te, dico io! O brezze! Ho fiutato quel ragazzo molto
tempo prima di chiunque altro. Era quando ero dal mio farfader
laggiù all’ovest ed io e lei, la ragazza dai capelli rossi, facevamo le
prime giù per il Sycamore Lane. Delle piacevoli pomigiocate abbiamo
fatto in mezzo ai kissabetti capriolando nel kooldo kurkureo buio
della sbronzoluttà. Mio profumo della pampa, dice lei (alludendo a
me) spegnendo le sue netherluci, e preferirei un gran sorso della tua
pura rugiada di montagna all’approfondimento della mia conoscenza
con il bleah di quel buzzurro di brewerraio.
E così continuarono, gli uomini quattrobottiglie, gli analisti,
unguan e nunguam e lunguam ancora, la loro anschluss a proposito
dei di lei dichiprima e dei di lui dovedopo e di come lei si perse
lontano lontano tra i ferneti e di come lui fu trofondato defundo sul
fondo là vicino e dei ronzii e dei cinguettìi e dei raschii e degli
schiocchii e dei sospirii e dei pittansii e dei ukukii e dei (hist! ) degli
saltapartii e dei (hast!) dei ciacciasquaglii e di tutti i semunkatori
di scandali e dei puri craigs che solevano stare (su) in quel tempo
vivendo e volendo e andando ed artando attorno a Nunsbelly Square.
E di tutti i budcelli nel bushpuglio. E dell’alcionsomaro giganridente.
96 Einnegans Wake H.C.E.

ing jackass. Harik! Harik! Harik! The rose is white in thè darik!
And Sunfella’s nose has got rhinoceritis from haunting thè roes
in thè parik! So all rogues lean to rhyme. And contradrinking
themselves about Lillytrilly law pon hiHy and Mrs Niall of thè
Nine Corsages and thè old markiss their besterfar, and, arrah,
sure there was never a marcus at all at all among thè manlies and
dear Sir Armoury, queer Sir Rumoury, and thè old house by thè
churpelizod, and all thè goings on so very wrong long before
when they were going on retreat, in thè old gammeldags, thè
four of them, in Milton’s Park under lovely Father Whisperer
and making her love with his stuffstuff in thè languish of flowers
and feeling to find was she mushymushy, and wasn’t that very
both of them, thè saucicissters, a drahereen o machrecl, and (peep!)
meeting waters most improper (peepette!) ballround thè garden,
trickle trickle trickle triss, please, mi man, may I go flirting?
farmers gone with a groom and how they used her, mused her,
licksed her and cuddled. I differ with ye! Are you sure of your-
self now? You’re a liar, excuse me! I will not and you’re an-
other! And Lully holding their breach of thè peace for them. Pool
loll Lolly ! To give and to take! And to forego thè pasht! And
all will be forgotten! Ah ho! It was too too bad to be falling
out about her kindness pet and thè shape of OOOOOOOO
Ourang’s time. Well, all right, Lelly. And shakeahand. And
schenkusmore. For Craig sake. Be it suck.
Well?
Well, even should not thè framing up of such figments in thè
evidential order bring thè true truth to light as fortuitously as
a dim seer’s setting of a starchart might (heaven helping it!) un-
cover thè nakedness of an unknown body in thè fields of blue
or as forehearingly as thè sibspeeches of all mankind have foli-
ated (earth seizing them!) from thè root of some funner’s stotter
all thè soundest sense to be found immense our special mentalists
now holds (securus iudicat orbis terrarurn) that by such playing
possum our hagious curious encestor bestly saved his brush with
his posterity, you, charming coparcenors, us, heirs of his tailsie.
Gundogs of all breeds were beagling with renounced urbiandor-
Finnegans Wake H.C.E. 96bis

Haricco! Haricco! Haricco! La rosa è bianca nel daricco! E Sunfella


s’è preso una ricerontite al naso a forza di cacciare le sore nel paricco!
Così tutte le stradaglie portendono a rima. E si contrabbevevano sulla
legge lillytrilly opra gli hilly e su Mrs Nial dei Nine Corsages e sul
vecchio markqueso loro piumigliorfar, e, arrah, di certo non c’era mai
stato affatto affatto un marcus accanto ai manzognanti e sul caro Sir
Armoury, strano Sir Rumoury, e sulla vecchia casa vicino a churpeli-
zod, e su tutti gli avvenimenti quanto sconvenienti molto prima che si
aventinassero, negli antichi gammeldags, loro quattro, nel Milton’s
Park sotto l’amabile Father Whisperer che faceva all’amore con lei
con il suo stuff-stuffo nel languishaggio dei fiori e feeltava per findare
se lei era mushimushiosa, e se non era che tutt’e due, le socisorelle, a
draheren o machree!, e (peepa!) incontravano acque quanto mai
indecenti (peepetta!) ballintorno al giardino, tricche tricche triss,
prego, miman, posso andare a flirteggiare? contadini d’accordo con
uno stalliere e su come la ulstrattavano, la munstrattavano la
leinsgnavano e la conncolavano. Non sono d’accordo con te! Sei
sicuro di te stesso, adesso? Sei un bugiardo, scusa! Non lo sarò, tu
piuttosto! E Lully che considerava per loro la loro violazione
dell’ordine pubblico. Poer follo di un Lolly! Dare e prendere! E
rinunciare al pashato! E nessuno sarà ricordato! Ah ho! E stato
proprio un peccato aver litigato a proposito del suo ultimo bicchier e
il color degli OOOOOOOOOrang dì. Bene, benissimo, Lelly. E
shakeamolaman. E schenkasmor. In nome di Craig. Sucatsia.
Bene?
Bene, anche se la forgiatura di tali finzioni nel mandato probatorio
non dovesse portare alla luce la vera verità tanto fortuitamente quanto
l’incerta collocazione di una carta stellare da parte di un chiaroveg­
gente potrebbe (che il cielo lo coadiuvi!) scoprire la nudità di un
corpo sconosciuto nei campi celesti o tanto forhorendemente quanto
le sibfavelle di tutta l’umanità abbiano fogliato (che la terra le
sequestri!) dalla radice degli stotteramenti di un samfundacchione
tutto il senso più solido da trovare immenso ai nostri speciali
mentalisti ora ritiene (securus judicat orbis terrarum) che con quel
fingersi morto il nostro hagioso curioso entenato salvò bestramente la
brush con la sua posterità, voi, cattivanti colegatari, noi, eredi della
sua cotailzie. Cani da riporto di tutte le razze stavano beaglolando con
97 Finnegans Wake H.C.E.

bic bugles, hot to run him, given law, on a scent breasthigh,


keen for thè worry. View! From his holt outratted across thè
Juletide’s genial corsslands of Humfries Chase from Mullinahob
and Peacockstown, then hearing right upon Tankardstown, thè
outlier, a white noelan which Mr Loewensteil Fitz Urse’s basset
beaters had first misbadgered for a bruin of some swart, led
bayers thè run, then through Raystown and Horlockstown and,
louping thè loup, to Tankardstown again. Ear canny hare for
doubling through Cheeverstown they raced him, through
Loughlinstown and Nutstown to wind him by thè Boolies. But
from thè good tum when he last was lost, check, upon Ye Hill
of Rut in full winter coat with ticker pads, pointing for his room-
ing house his old nordest in his rolltoproyal hessians a deaf fuch-
ser’s volponism hid him dose in covert, miraculously ravenfed
and buoyed up, in rumer, reticule, onasum and abomasum, upon
(may Allbrewham have his mead!) thè creamclotted sherriness of
cinnamon syllabub, Mikkelraved, Nikkelsaved. Hence hounds
hied home. Preservative perseverance in thè reeducation of his
intestines was thè rebuttai by whilk he sort of git thè big bulge
on thè whole bunch of spasoakers, dieting against glues and gra-
vies, in that sometime prestreet protown. Vainly violence, viru-
lence and vituperation sought wellnigh utterly to attax and a-
bridge, to derail and depontify, to enrate and inroad, to ongoad
and unhume thè great shipping mogul and underlinen overlord.
But thè spoil of hesitants, thè speli of hesitency. His atake is
it ashe, tittery taw tatterytail, hasitense humponadimply, heyhey-
heyhey a winceywencky.
Assembly men murmured. Reynard is slow!
One feared for his days. Did there yawn? ’Twas his stom-
mick. Eruct? The libber. A\ gush? From his visuals. Pung? De­
li vver him, orelode! He had laid violent hands on himself, it was
brought in Fugger’s Newsletter, lain doWn, all in, fagged out,
with equally melancholy death. For thè triduum of Satumalia
his goatservant had paraded hiz willingsons in thè Forum while
thè jenny infanted thè lass to be greeted raucously (thè Yardstat-
ed) with houx and epheus and measured with missiles too from
Ftwiegans Wake H.C.E. 7/bis

rinnegate buccine urbiedorbiche, bramosi di cacciare lui, cui era stato


dato un buon vantaggio, su di una pista alta fino al petto, avidi di
prema. Eccolo! Attradito fuori dalla tana attraverso le amene
corstrade juleditiche di Humfries Chase da Mullinahob e da Peacocks-
town, quindi poggiando dritto su Tankardstown, il solitario, un
noelano bianco che i battitori coi bassotti di Mr Loewensteil Fitz Urse
avevano sulle prime scambadgeriato per un bruin di qualche swarta,
sopravanzo i baiatoti, passando poi attraverso Raystown ed Horlocks-
town e, loupendo il loup della morte, arrivando di nuovo a
Tankardstown. Estreuditamente castuziante hleprotto per dublinvol-
tare attraverso Cheeverstown gli corsero dietro, attraverso Loughlins-
town e Nutstown per fiutarlo vicino ai Boolies. Ma dalla buonasvolta
in cui alla fine fece perdere le sue tracce, ferma, su Ye Hill of Rut in
mantello invernale completo con le zampe più spese, zompando verso
la sua pensione il suo vecchio nordestello negli stivaloni regalrivoltati
un volponismo da fuchsero sordo lo celò ben chiuso al riparo,
miracolosamente corvinutrito e sostentato, in rumene, reticulo, onaso
ed abomaso, con (possa Allbrewham avere il suo idromele) la
cremcoagulata sherridità della quagliata alla cannella, Mikkelraevina-
to, Nikkelsalvato. Quinci i cani corsero a casa. La perseveranza
preservativa nella rieducazione del suo intestino era la ripulsa con latt
hvilket prese per così dire le debite distanze da tutto il drappello di
spasucciatori, stando a dieta contro i glues ed i gravies, in quell’un
tempo procittà prestradata. Vanamente la violenza, la virulenza e il
vituperio cercarono pressoché completamente di attassare ed abbre­
viare, far deragliare e depontificare, irratare ed intaccare, supperare
ed inumare il gran mogol spedizioniere e signore supremo della
biancheria.
Ma le corruspoglie degli esitanti, il compitantesimo di esitezione. Il
suo atakeo è proprio asheto, conciosa ca’ cenciosaco’, asitenza
aumponacrespa, ehiehiehiehi un vincevengo.
I membri dell’assemblea mormorarono. Reynard è in ritardo!
Si temeva per la sua vita. Ci fu uno sbayawndiglio? Era il suo
stòmmicco. Ruttò? Il libbèrgato. Un fiotto? Dalla sua visualità. Pung?
Lfweralo, orelode! Aveva usato violenza a se stesso, era riportato
nella Fugger’s Newsletter, steso, sfinito, stanco morto, con una morte
ugualmente malinconica. Per il triduo dei saturnali il suo capromesti-
co aveva messo in mostra i suoi willingsonfigli nel Foro mentre la
giannetta metteva al mondo la ragazza che doveva venire raucamente
acclamata (la yardastatata) con houx ed efeu ed anche misurata con
98 • Finnegans Wake H.C.E.

a hundred of manhood and a wimmering of weibes. Big went


thè bang: then wildewide was quiet: a report: silence: last Fama
put it under ether. The noase or thè loal had dreven him blem,
blem, stun blem. Sparks flew. He had fled again (open shun-
shema!) this country of exile, sloughed off,sidleshomed via thè
subterranean shored with bedboards, stowed away and ankered
in a dutch bottom tank, thè Arsa, hod S.S. Finlandia, and was
even now occupying, under an islamitic newhame in his seventh
generation, a physical body Cornelius Magrath’s (badoldkarak-
ter, commonorrong canbung) in Asia Major, where as Turk of
thè theater (first house all flatty: thè king, eleven sharps) he had
bepiastered thè buikdanseuses from thè opulence of his omni-
box while as arab at thè streetdoor he bepestered thè bumbashaws
for thè alms of a para’s pence. Wires hummed. Peacefully generai
astonishment assisted by regrettitude had put a term till his exis-
tence: he saw thè family saggarth, resigned, put off his remain-
ders, was recalled and scrapheaped by thè Maker. Chirpings
crossed. An infamous private ailment (vulgovarioveneral) had
claimed endright, closed his vicious circle, snap. Jams jarred.
He had walked towards thè middle of an ornamentai lilypond
when innebriated up to thè point where braced shirts meet knic*
kerbockers, as wangfìsh daring thè buoyant waters, when rod-
men’s firstaiding hands had rescued un from very possibly several
feel of demifrish water. Mush spread. On Umbrella Street where
he did drinks from a pumps a kind workman, Mr Whitlock,
gave him a piece of wood. What words of power were made fas
between them, ekenames and auchnomes, acnomina ecnumina?
That, O that, did Hansard teli us, would gar ganz Dub’s ear
wag in every pub of all thè citta! Batty believes a baton while
Hogan hears a hod yet Heer prefers a punsil shapner and Cope
and Bull go cup and ball. And thè Cassidy — Craddock rome
and reme round e’er a wiege ne’er a waage is stili immer and
immor awagering over it,a cradle with a care in it or a casket
with a kick behind. Toties testies quoties questies. The war is
in words and thè wood is thè world. Maply me, willowy we,
hickory he and yew yourselves. Howforhim chirrupeth evereach-
Finnegans Wake H.C.E. 98bis

missivischilia da parte di un hundredinaio di manhooduomini e di un


wimmerncolio di weiber. Enorme fu l’esplosione: poi la wildewastità
fu tranquilla: una diceria: in ultimo la Fama lo mise sotto l’etere. Il
beccano o il flacasso l’avevano fatto dreventare blem, blem, stoneata-
mente blem. Volarono faville. Hera fuggito ancora (shunshemamoa-
priti!) da questa contrada di esilio, sconfessato, sidleshomeggiato via
la sotterranea sostenuto da traverse vittalloggiche, stivato ed ankerato
nella cisterna di fondo di una nave olandese, l’Artsa, hoà S.S.
Finlandia, e stava occupando anche adesso, con un nuovonhame
islamitico alla settima generazione, un corpo fisico di Cornelius
Magrath (vecchiokarakteraccio, owiofesso ostedelcesso) nell’Asia
Major, dove come turco del teatro (prima rappresentazione compieta-
mente rimbemollita; quella di gala, alle undici diesatte) aveva
bepiastrufato le buikdanseuses dall’opulenza del suo omnipalco
mentre come arabonello sulla porta di strada aveva bepiattolato i
bumbashaw per avere un pence di para in elemosina. Ronzarono fili.
Pacificamente uno stupore generale sovvenuto dalla rincrescitudine
aveva messo un termine til la sua esistenza: vide il sagart di famiglia, si
dimise, si sbarazzò dei suoi resti, fu richiamato e messo tra gli scarti
dal Creatore. Crossaronsi charguettii. Un’ignominiosa malattia priva­
ta (volgovariovenerale) havea chiesto l’endritto, chiuso il suo circolo
vizioso, ciac. Jamfreni jostridettero. Aveva camminato verso il centro
di un lililaghetto decorativo quando era innebriaco fino al punto in
cui le camicie assicurate incontrano i knickerbockers, come un
wangfishtato che erinsfida le acque boyneggianti, quando le pronto-
soccorrenti mani di lenzaioli lo avevano salvato da assai probabilmen­
te parecchi pòdici di acqua demifrisha. Sparsesi la poltiglia. In
Ombrella Street dove bevve da una pompa un cortese lavoratore, Mr
Whitlock, gli diede una woodnetina. Che parole di potere furono rese
fas tra di loro, ekenami ed auchnomi, acnomina ecnuminaì Quello, O
quello, Hansard ci ha detto wagiterebbe gar ganz di Dub l’earecchio
in ogni pub di tutta la citta! Batty beve che è un bastone mentre
Hogan hsente che è uno hsparviero eppure Heer perferisce un
punperamaite e Cope e Bull se ne vanno a coppa e balla. E il romolare
e il remolare di Cassidy — Craddock rondo eerempre una wiege
neermai una waage sta stili immer ed immor awagcommettendo su di
ciò, ’na culla con ’na coda dentro o un cofanetto con un calcio dietro.
Toties testies quoties questies. La pugna è a parole e il platanwood è il
planiftero. Melo me, noci noi, larice lui e vimini voialtri. Homeperlui
99 Finnegans Wake H.C.E.

birci! From golddawn glory to glowworm gleam. We were


lowquacks did we not tacit turn. Elsewere there here no con­
cepì of thè Guinnesses. But only thè ruining of thè rain has
heard. Estout pourporteral! Cracklings cricked. A human pest
cycling (pist!) and recycling (pasti) about thè sledgy streets, here
he was (pust!) agami Morse nuisance noised. He was loose at
large and (Oh baby!) might be anywhere when a disguised ex-
nun, of huge standbuild and masculine manners in her fairly fat
forties, Carpulenta Gygasta, hattracted hattention by harbitrary
conduct with a homnibus. Aerials buzzed to Coastal listeners of
an oertax bror collector’s budget, fullybigs, sporran, tie, tuft,
tabard and bloody antichi!! cloak, its tailor’s (Baernfather’s) tab
reading V.P.H., found nigh Scaldbrothar’s Hole, and divers
shivered to think what kaind of beast, wolves, croppis’s or four-
penny friars, had devoured him. C. W. cast wide. Hvidfinns lyk,
drohneth svertgleam, Valkir lockt. On his pinksir’s postem, thè
boys had it, at Whitweekend had been nailed an inkedup name
and title, inscribed in thè national cursives, accelerated, regres­
sive, filiform, turreted and envenomoloped in piggotry: Move
up. Mumpty! Mike room fot Rumpty! By order, Nickekellous
Plugg; and this go, no pentecostal jest about.it, how gregarious
his race soever or skilful learned wise cunning knowledgable
clear profound his saying fortitudo fraught or prudentiaproven,
were he chief, count, generai, fieldmarshal, prince, king or Myles
thè Slasher in his person, with a moliamordhar mansion in thè
Breffnian empire and a place of inauguration on thè hill of Tully-
mongan, there had been reai murder, of thè rayheallach royghal
raxacraxian variety, thè MacMahon chaps, it was, that had done
him in. On thè fìdd of Verdor thè rampart combatants had left
him lion with his dexter handcoup wresterected in a pureede
paumee bloody proper. Indeed not a few thick and thin well-
wishers, mostly of thè clontarfminded class, (Colonel John Bawle
O’Roarke, fervxamplus), even ventured so far as to loan or beg
copiesofD. Blayncy’s trilingual triweekly, Scatterbrains’ Aften-
ing Posht, so as to make certain sure onetime and be satisfied of
their quasicontribusodalitarian’s having become genuinely quite
Finnegans Wake H.C.E. 99bis

cinguettola emprognuccellino! Da una goldawnica gloria a un


gluccicchìo di glampiridi. Eravamo loquarlatani non eravamo a un
tacito turno. Altrovera là qui non è affatto affare dei Guinness. Ma
solo il rovinio dei rovesci ha sentito. Estout pourporteral! Cricchiaro­
no crepe. Una peste umana che ciclava (pista!) e riciclava (pasto!) per
le strade slittevoli, eccolo (pusta!) di nuovo! Diffusesi il disturbo di
morse. Era largamente in libertà e (Oh bimbo!) poteva essere
dovunque quando un’exsuora travestita, di bustoratura enorme e
modi mascolini su di una querulamente questionabile quarantina,
Carpulenta Gygasta, hattirò l’hattenzione per il suo contegno hapric-
cioso con un homnibus. Le antenne bisbigliarono ai costieri ascoltato­
ri di una sacca, di un filibeg, di una sporran, di una cravatta, di un
fiocchetto, di un tabarro, e di una blanguinante antichillosa cloappa,
con la striscetta del sarto (Baernfather) su cui era scritto V.P.H.,
appartenenti ad un bror esattore di sovrattasse trovati vicino allo
Scaldbrothar’s Hole, e divers tremarono al pensiero di quale spekaind
d’animale, lupi, frati croppisti o da fourpenny, l’aveva divorato. Le
C. W. coglievano widamente. I Hvidfinni lykkeano, drohnza lo
svertbaluginio, la Valkir locktadesca. Sulla sua postierla da pinkstersi-
gnore, i ragazzi l’avevano in pugno, nel finesettimana di Pentecoste
erano stati inchiodati un nome ed un titolo inchiostricciati, iscritti nei
corsivi nazionali, accelerati, regressivi, filiformi, turriti ed invelenup-
pati nella piggoteria: Muoviti, Mumpty! Mikelascia room per Rump-
ty! D’ordine, Nickekellous Plugg; e questo prova, niente scherzi
pentecostali al riguardo, per quanto fosse socievole la sua razza, o
abile colto saggio astuto perspicace chiaro profondo il suo motto fitto
di fortitudo o provato dalla prudentia, fosse lui capo, conte, generale,
feldmaresciallo, principe, re o Miles thè Slasher in persona, con una
magione maolmordharosa nell’impero breffniano ed un luogo di
insediamento in carica sulla collina di Tullymongan, che c’era stato in
realtà un omicidio, della varietà raxacraxiana raghallaighmente
rioghamaile, i ragazzi di MacMahon, erano stati, che gli avevano fatto
la festa. Sul cappo di Verdor i rampanti combattenti l’avevano lasciato
leone con destra mancoupata poiseretta in una pureede paumee
sanguinante al naturale. In effetti non pochi risoluti radicali e solleciti
sostenitori, per lo più della classe clontarfiana, (il colonnello John
Bawle O’Roarke, fervesempiù), si venturarono avventatamente fino a
dare o chiedere in prestito delle copie del trisettimanale trilingue di
D. Blayncy, lo Scatterbrains’ Aftening Posht, per accertare sicuramen­
te unavolta e persuadersi che il loro quasi contribusolidariano era
diventato genuinamente davvero beetialmente morto sia per terra che
100 Finnegans Wake H.C.E.

beetly dead whether by land whither by water. Transocean


atalaclamoured him; The latter! The lattei! Shall their hope then
be silent or Macfarlane lack of lamentation? He lay under leagues
of it in deep Bartholoman’s Deep.
Achdung! Pozor! Attenshune! Vikeroy Besights Smucky
Yung Pigeschoolies. Tri Paisdinemes Eventyr Med Lochlanner
Fathach I Fiounnisgehaven. Bannalanna Bangs Ballyhooly Out
Of Her Buddaree Of A Bullavogue.
But, their bright little contempcraries notwithstanding, on
thè morrowing morn of thè suicidai murder of thè unrescued ex-
pattiate, aslike as asnake comes sliduant down that oaktree onto
thè duke of beavers, (you may have seen some liquidamber exude
exotic from a balsam poplar at Parteen-a-lax Limestone. Road
and cried Abies Magnifica! not, noble fir?) a quarter of nine,
imploring his resipiency, saw thè infallible spike of smoke’s jutstiff
punctual from thè seventh gable of our Quintus Centimachus’
porphyroid buttertower and then thirsty p.m. with oaths upon
bis lastingness (En caecos harauspices! Annos longos patimur!} thè
lamps of maintenance, beaconsfarafield innerhalf thè zuggurat, all
brevetnamed, thè wasting wyvern, thè tawny of his mane, thè
swinglowswaying bluepaw, thè outstanding man, thè lolllike lady,
being litten for thè long (O land, how long!) lifesnight, with
suffusion of fìneglass transom and leadlight panes.
Wherefore let it hardly by any being thinking be said either or
thought that thè prisoner of that sacred edifìce, were he an Ivor
thè Boneless or an Olaf thè Hide, was at his best a onestone par­
afale, a rude breathing on thè void of to be, a venter hearing his
own bauchspeech in backwords, or, more strictly, but tristumed
initials, thè cluekey to a worldroom beyond thè roomwhorld, for
scarce one, or pathetically few of his dode canal sammenlivers
cared seriously or for long to doubt with Kurt luld van Dijke
(thè gravitational pulì perceived by certain fixed residents and
thè capture of uncertain comets chancedrifting through our Sys­
tem suggesting an authenticitatem of his aliquitudinis) thè canoni-
city of liis existence as a tesseract. Be stili, O quick! Speak him
dumb! Hush ye fronds of Ulma!
Finnegans Wake H.C.E. lOObis

per acqua. Il transoceano lo atalariprovò. La latterà! La latterà! L’arca


lor tacerà dunque o a Macfarlane mancheranno le lamentazioni?
Languiva sotto leghe dell’elemento nel deeprofondo Bartholoman’s
Deep.
Achdung! Pozor! Attenshune! Il Vicherè besogera delle mukke
giovani pigerskole. Le eventyre di tri paistinieireannaigh med un
fatach lochlannah i Fionnuiscehaven. Beannaleanna batte Ballyhooly
fuori dal suo buddaree di un bullavogue.
Ma, nonostante i loro piccoli brillanti contemporanei, in quella
mattineggiante mattina dell’assasinio suicida dell’espatriato insoccor­
so, nserpeggiante come nserpente discende scivoluante da quella
quercia sul duca dei barbazzali, (puoi aver visto un po’ di resina
essudare esotica da un pioppo del balsamo in Parteen-a-lax Limesto-
ne Road e aver gridato Abies Magnifica! no, nobil firgnore?) un
quarto delle nove, implorando il suo ravvedimento, vide l’infallibile
spiga di fumo rigidasporgersi puntuale dal settimo frontone della
torre di burro porfiroide del nostro Quintus Callimacus e le sete della
sera videro con giuramenti sulla sua durevolezza (En caecos harauspi-
ces! Annos longos patimur!) venire accese le lampade della conserva­
zione, beaconsfuochi lunginfield innerhalb la zuggurat, tutte brevet­
tonominate, il drago devastatore, il fulvor della sua chioma, la
zampablù dondolapianondeggiante, l’uomo eminente, la lady lollilsi-
mile, per tutta la lunga (O landomine, quanto lunga!) liuturnanotte,
con diffusione da lunette di finglass e vetri a listelli di piombo.
Perciò che da qualsiasi essere pensante a stento venga detto o
pensato che il prigioniero di quel sacro edificio, che fosse un Ivor thè
Boneless o un Olaf thè Hide, fosse al meglio una parabola monopie-
trica, un rozzo respiro sul vuoto dell’essere, un venter che ascolta il
proprio bauchdiscorso in backparole, o, più esattamente, soltanto
iniziali tristavoltate, chiave d’accesso a un mondospazio oltre lo
spazioimmondo, perché sì e no uno, o pateteticamente pochi dei suoi
sammenviventi dode canali si preoccupò sul serio o a lungo di
dubitare con Kurt luld van Dijke (l’attrazione gravitazionale apperce-
pita da certi stabili abitanti e la cattura di incerte comete casovaganti
attraverso il nostro sistema suggeriva un’authenticitatem della sua
aliquitudinis) della canonicità della hsua esistenza come tesseraci. Sta
fermo, o veloce! Fallo muto con le tue parole! Tacete voi fronde
d’Ulma!
101 Finnegans Wake H.C.E

Dispersal women wondered. Was she fast?


Do teli us all about. As we want to hear allabout. So tellus tel-
las allabouter. The why or whether she looked alottylike like
ussies and whether he had his wimdop like themses shut? Notes
and queries, tipbids and answers, thè laugh and thè shout, thè
ards and downs. Now listed to one aneither and liss them down
and smoothen out your leaves of rose. The war is o’er. Wimwim
wimwim! Was it Unity Moore or Estella Swifte or Varina Fay
or Quarta Quaedam? Toemaas, mark oom for yor ounckel! Pig-
eys, hold op med yer leg! Who, but who (for second time of
asking) was then thè scourge of thè parts about folkrich Luca-
lizod it was wont to be asked, as, in ages behind of thè Homo
Capite Erectus, what price Peabody’s money, or, to put it
bluntly, whence is thè herringtons’ white cravat, as, in epochs
more cainozoic, who struck Buckley though nowadays as then-
times every schoolfilly of sevenscore moons or more who knows
her intimologies and every colleen bawl aroof and every red-
flammelwaving warwife and widowpeace upon Dublin Wall for
ever knows as yayas is yayas how it was Buckleyself (we need
no blooding paper to teli it neither) who struck and thè Russian
generals, da! dal, instead of Buckley who was caddishly struck
by him when be herselves. What fullpried paulpoison in thè spy
of three castles or which hatefilled smileyseller? And that such
a vetriol of venom, that queen’s head affranchisant, a quiet stink-
ingplaster zeal could cover, prepostered or postpaid ! The lounge-
lizards of thè pumproom had their nine days’ jeer, and pratsch-
kats at their platschpails too and holenpolendom beside, Szpasz-
pas Szpissmas, thè zhanyzhonies, when, stili believing in her
owenglass, when izarres were twinklins, that thè upper reaches
of her mouthless face and her impermanent waves were thè better
half of her, one nearer him, dearer than all, first warming creature
of his early morn, bondwoman of thè man of thè house, and
murrmurr of all thè mackavicks, she who had given his eye for
her bed and a tooth for a child till one one and one ten and one
hundred again, O me and O ye! cadet and prim, thè hungray and
anngreen (and if she is older now than her teeth she has hair that
Finnegans Wake H.C.E. lOlbis

Donne dispersive si chiesero. Lei marciava?


Diteci tutto di. Perché vogliamo sapere tuttodì. Quindi ditellus
ditellas tuttodilei. Perché o percome lei sembrava propriomolto
precisa alle fruschette e se percaso lui aveva l’eropzione precisso a
themselor chiusa. Notes and Queries, Tidbitsoffiate e risposte, la
risata e il grido, gli ards e i downs. Ora listascoltate l’una l’ambaltra e
tranquillatele per il lor verso e mettete in sesto i vostri petali di rosa.
La guerra è finita. Gimgim, gimgim! Era Unity Moore o Estella Swifte
o Varina Fay o Quarta Quedam? Toemaass, mark oom per tuo onkel!
Pigerine, hold op met jeres leg! Chi, ma chi (per la seconda volta a
domandarlo) era dunque il flagello delle parti dintorno alla folkerig
Lucalizod si era soliti domandare, come, in età di dietro dell’Homo
Capite Erectus, che prezzo avevano i soldi di Peabody, o, per dirla più
bruscamente, donde viene la cravatta bianca degli herrington, come,
in epoca più cainozoica, chi colpì Buckley anche se oggigiorno come
verunavolta ogni scolmonella di setteventine di lune od anche più che
conosca le sue intimologie ed ogni colleen bawn sui tetti ed ogni
sposadiguerra e pacevedova rossoflammelagitanti sul Dublin Wall per
sempre sa come le yaya sono yaya che era stato Bukleystesso (non
abbiamo neppure bisogno di carta assorbisangue per dirlo) chi colpì e
i generali russi, da’ da!, invece di Buckley che era stato cadagliesca-
mente colpito da lui quando fossero leistesse. Che paulpoison
piendipry al spioldo di tre castelli e che spacciasorrisi odiopieno? E
che tale vitriolo di veleno, quella testa di regina affranchisant, che un
tranquillo zelotimbro di cerutto potesse coprire, preposteridicolo o
postpagato’ I gigolò del salone delle terme hanno avuta la loro beffa
di due giorni, ed anche praczkakate nei loro platschpaioli ed
holenpolendom in aggiunta, Szpaszpas Szpissmas, le zannizony,
quando, credendo ancora al suo owenspecchio, quando le izarre
stavano twintillando, che i tratti superiori della sua faccia senza foce e
la sua ondulazione impermanente fossero la sua parte migliore, una
più vicina a lui, più cara di tutte, la prima riscaldante creatura della
hsua emergente mattina, la serva della gleba dell’uomo di casa, e
mormor di tutti i macmhicchéi, lei che aveva dato il di lui occhio per il
di lei letto e un dente per figlio ad uno uno ed un dieci ed un centinaio
ancora, O me e O te! cadetto e primonceroso, l’hungreyaffamato e
l’annagreenstizzato (e se adesso è più vecchia dei suoi denti ha dei
102 Finnegans Wake H.C.E.

is younger than thighne, my dear!) she who shuttered him after


his fall and waked him widowt sparing and gave him keen and
made him able and held adazillahs to each arche of his noes, she
who will not rast her from her running to seek him till, with thè
help of thè okeamic, some such time that she shall have been after
hiding thè crumbends of his enormousness in thè areyou looking-
for Pearlfar sea, (ur, uri, uria!) stood forth, bumzburn thè gorg-
gony old danworld, in gogor’s name, for gagar’s sake, dragging
thè countryside in her train, finickin here and funickin there,
with her louisequean’s brogues and her culunder buzzle and her
little bolero boa and all and two times twenty curlicomies for her
headdress, specks on her eyeux, and spudds on horeilles and a
circusfix riding her Parisienne’s cockneze, a vaunt her straddle
from Equerry Egon, when Tinktink in thè churchclose clinked
Steploajazzyma Sunday, Sola, with pawns, prelates and pookas
pelotting in her piecebag, for Handiman thè Chomp, Esquoro,
biskbask, to crush thè slander’s head.
Wery weeny wight, plead for Morandmor! Notre Dame de la
Ville, mercy of thy balmheartzyheat! Ogrowdnyk’s beyond her-
bata tay, wort of thè drogist. Bulk him no bulkis. And let him
test, thou wayfarre, and take no gravespoil from him! Neither
mar his mound! The bane of Tut is on it. Ware! But there’s a
little lady waiting and her name is A.L.P. And you’ll agree. She
must be she. For her holden heirheaps hanging down her back.
He spenth his strenth amok haremscarems. Poppy Narancy, Gial-
lia, Chlora, Marinka, Anileen, Parme. And ilk a those dames had
her rainbow huemoures yet for whilko her whims but he coined a
cure. Tifftiff today, kissykissy tonay and agelong pine tomauran-
na. Then who but Crippled-with-Children would speak up for
Dropping-with-Sweat?

Sold him her lease ofnincnineninetee,


Tresses undresses so dyedyedaintee,
Goo, thè groot gudgeon, gulped it all,
Hoo was thè C, 0. D,?
Bum!
Finnegans Wake H.C.E. 102bis

capelli che sono più giovani dei tuocchi, mia cara!) lei che lo
protesserrò dopo la caduta e lo vegliò con viduessuna parsimonia e gli
caintò il lamento funebre e lo rese àbele e gli tenne delle adahzillah ad
ogni archeata del noeso, lei che non arrasterà la sua accorsa per
cercarlo fino a che., con l’aiuto dell’okeamico, una qualche volta che
lei avrà tentato di hnascondere i cocciumi della sua enormità
nell’ancora locerchi il Pearlfar sea; (ur, uri, uria!) si fece avanti,
burnibrucia il vecchio danmondo gorigorggonico, in nome di gogor,
per amore di gagar, trascinandosi la campagna al suo seguito,
finiccando qui e funiccando là, con le sue brogues della regiannaluisa
e il puf culunder e il piccolo bolero boa e tutto ed i due volte venti
curlincorni come acconciatura, speckioline negli occhyeux, e spudata-
te nelle horeilles ed un circofisso a cavallo del suo cocknez da
parigina, avanto alla sua stralla da Equerry Egon, quando Tinktink
nel chiostro della chiesa campantinnì la domenica di Saltuajàzzima,
Sola, con pedoni, prelati e pookas che pelottavano nel suo portascam-
poli, per Handiman thè Chomp, Esquoro, biscabasca, per schiacciare
la testa della calunnia.
Personcina cotanto piccina, supplica Morandmor! Notre Dame de
la Ville, grazia della tua barmherzigkeit! Ogrowdnyk è oltre l’herbata
tay, worterba del drogista. Non bulkrargli delle bulki. E lascialo
riposare, tu viandafarre, e non prendergli prede dalla tomba! E non
toccare il suo tumulo! C’è sopra la bandizione di Tut. In guardia! Ma
c’è una piccola signora in attesa e il suo nome è A. L. P. E sarai
d’accordo. Lei deve essere lei. Per i cafigli holdendoro sulle sue spalle.
La sua forza è finita amok l’haremscarem. Poppy Narancy, Giallia,
Chlora, Marinka, Anileen, Parme. E s’elk i suoi colorumori avevan
quelle dame per ogni suo capriccio lui raffazzonò un rimedio. Tifftiff
questamani, kisskiss questanot, e pena eralunga questomauranna.
Quindi chi se non Crippled-with-Children parlerebbe in favore di
Dropping-with-Sweat ?

Ceduto gli ha il fitto di novenovenove,


Le trecce si streccia tintante e graziosetta,
Goo, quel grooto gh lonzo, s’è gulpeggiato tutto.
Hom’era il C. 0. D.?
Bum!
103 Finnegans Wake H C.E

At Island Bridge she met her tide.


Attabom^ attabom^ attabombomboom!
The Fin had a flux and his Ebba a ride.
Attabom^ attabom^ attabombomboom!
We're all up to thè years in hues and cribies.
That's what she1s donefir wee!
Woe!

Nomad may roam with Nabuch but let naaman laugh at Jor­
dan! For we, we have taken our sheet upon her stones where we
have hanged our hearts in her trees; and we list, as she bibs us,
by thè waters of babalong.
Finnegans Wake H.C.E. 103bis

All’lsland Bridge trovò la sua marea.


Attabom, attabom, attabomboom!
Al Fin gli venne un flusso, all’Ebba una ricorsa.
Attabom, attabom, attabomboom!
Siam tutti in gran pisticci fino all’annicollo.
Ecco che ha fatto per boi!
Buah!

Nomad può vagare con Nabuch ma consentite che naaman canzoni


il Giordano! Perché noi, noi abbiamo steso i nostri panni sulle sue
pietre dove abbiamo appeso i nostri cetracuori ai suoi alberi; e stiamo
in ascolto, mentre lei ci bìbbola, sulle rive dei fiumi della babalunga.
NOTA AL TESTO
Senza voler entrare nel merito dei problemi testuali posti da Einnegans
Wake, di cui si sono occupati numerosi studiosi ma che sono ancora
ben lontani da una soluzione, si ritiene opportuno segnalare ai lettori
che due frasi contenute nella parte pubblicata in questo volume conte­
nevano alcune parole, poi omesse, che ne completano la struttura
sintattica1.
Queste parole sono collocate nei due punti seguenti:
63.35: tra «hastly» e «into» threw on a pair of oldpants, stepped (tra
«frettolosamente» e «le scarpe» indossò un paio di vecchi panta­
loni, si infilò)
76.06: tra «eliminating» e «from» much desultory delinquency (tra
«derivativa» e «sigarius» molta delinquenza disordinata)

1 Ved. JAMES BLYSH, Announcement: A Wake Appendi*, in A Wake Netv-


slitter, Vili, 6, pp. 91-93. Queste parole apparivano nei brani pubblicati dalla
rivista «transition» rispettivamente nel numero del giugno 1927 a pag. 42 e nel
numero del luglio 1927 a pag. 47.
Appendice
a cura di Luigi Schenoni
NOTA

Lo «schema» ed i «glossari» che seguono non vogliono essere completi ed


esaurienti, né lo potrebbero, per ovvie ragioni. Si è però ritenuto opportuno
porli in appendice a questa prima parte di Finnegans Wake per fornire al lettore
un sommario aiuto alla lettura.
Essi si riferiscono soltanto ai quattro capitoli che precedono, e si basano
essenzialmente sulle opere di consultazione indicate nella bibliografia e sul
lavoro di ricerca svolto nel corso della traduzione. Sono organizzati per sezioni,
con uno sviluppo che si potrebbe definire circolare, partendo dalla persona
James Joyce e dai riferimenti alle sue opere per allargarsi, in cerchi sempre più
ampi, a Dublino, all’Irlanda, alle altre parti del mondo. In questo modo il lettore
può avere a disposizione dei nuclei omogenei che si estendono fino a compren­
dere l’umanità intera e il globo in cui essa vive.
I glossari più ampi sono divisi in tre sezioni, luoghi, personaggi e lingue,
definizioni che non sono però da intendersi in senso limitativo.
Per restare, anche nel caso di questi glossari, il più possibile fedeli allo spirito
dell’opera e rispettare quello che si ritiene essere stato uno dei desideri principa­
li di Joyce nello scrivere Finnegans Wake, non si è indicato nessun riferimento
alle pagine del testo. Si è volutamente lasciato al lettore il compito di ritrovare
tutte le parole straniere, le allusioni e le citazioni contenute nei glossari, con la
speranza che questo “esercizio” possa risultare utile, stimolante, ed anche
divertente.
SCHEMA

Capitolo primo
Esposizione dei temi principali.
4: Battaglia nei cieli e presentazione di Tim Finnegan.
5: Caduta di Tim Finnegan e promessa della sua resurrezione.
5-6: La città e i suoi rumori.
6-7: La veglia di Tim Finnegan.
7-8: Descrizione del paesaggio, che fa intravedere H.C.E. e A.L.P.
8-10: Visita al «musovoleo Willingdone».
10: La casa della famiglia Earwicker.
10-12: La gallina Biddy Doran trova una lettera tra un mucchio di letame.
12- 13: Panorama di Dublino.
13- 15: La preistoria d'Irlanda: gli invasori.
15-18: Mutt e Jute, che rappresentano un indigeno ed un invasore, rievo­
cano la battaglia di Clontarf (1014).
18-20: Invenzione dell’alfabeto e dei numeri.
21-23: La leggenda di Jarl van Hoother e della Prankquean (Grace
O’Malley).
23-24: Si riprende il motivo della caduta di Tim Finnegan.
25-29: A Tim Finnegan, resuscitato, viene detto di stare tranquillo nella
sua bara, e gli si racconta la situazione attuale.
29: Presentazione di H.C.E., colui che prenderà il posto di Tim Fin­
negan.

Capitolo secondo
30-32: Racconto dell’origine di Humphrey Chimpden Earwicker e di
come gli sia stato attribuito uri nome.
32-33: Rappresentazione di A Royal Divorce al Gaiety Theatre.
33-35: Dicerie sull’indiscrezione commessa da H.C.E.
108 Schema

35- 36: H.C.E. incontra un cadetto con la pipa.


36- 38: Il cadetto torna a casa, dove mangia e beve.
38-42: Si diffonde la storia raccontata dal cadetto.
42-44: Hosty compone la ballata.
44-47: La ballata di Persse O’Reilly.

Capitolo terzo
48-50: Il compositore della ballata e tutte le altre persone in essa coinvolte
vanno incontro ad una brutta fine.
50-52: A Earwicker viene chiesto di raccontare di nuovo la sua storia.
52-55: La versione «innocentista» di Earwicker viene filmata e trasmessa
per radio e per televisione.
55-58: Esame retrospettivo della «caduta» di Earwicker.
58: La veglia di H.C.E.
58-61 : Interviste con vari personaggi circa il delitto commesso da H.C.E.
61- 62: Resoconto della fuga di H.C.E.
62- 63: Resoconto dell’incontro di H.C.E. con un assalitore mascherato.
63- 64: Un importuno bussa violentemente alla porta del pub.
64- 65: Digressione cinematografica: il caso di Daddy Browning e delle
due pollastrelle.
66- 67: Indagine su delle lettere che mancano e su di una bara rubata.
67: Il poliziotto Lally Tobkids rende testimonianza circa l’arresto di
Earwicker in condizioni di ubriachezza.
67- 68: La sorte delle due tentatrici.
69: La porta del pub viene sbarrata, e H.C.E. vi viene rinchiuso.
69-71: Un visitatore non invitato bussa alla porta del pub dopo la fine
dell’orario di apertura e lancia insulti contro H.C.E.
71-72: Elenco degli insulti.
72: H.C.E. resta silenzioso.
73: L’intruso si allontana.
74: Si presagisce la resurrezione di Finn MacCool mentre H.C.E. si
addormenta.

Capitolo quarto
75: Earwicker, assediato, sogna.
76-79: La sepoltura di H.C.E. nel Lough Neagh.
79-81: Kate Strong ricorda il passato sul mucchio di letame del Phoenix
Park. s
81-85: Incontro tra «attaccante» ed «avversario», che ripete quello tra
H.C.E. e il cadetto.
85-90: Processo a Festy King per l’indiscrezione commessa nel parco.
Schema 109

90-92: Pegger Festy nega di aver commesso qualsiasi violenza, e conquista


l’amore di Issy.
92-93: Festy King, liberato, rivela il suo sotterfugio e viene vilipeso dalle
ragazze.
93-94: La lettera.
94-96: I quattro vecchi giudici riconsiderano il caso e discutono del
passato.
96-97: La caccia alla volpe, all’inseguimento di H.C.E.
97-100: Si diffondono dicerie sulla morte o sulla riapparizione di H.C.E.
101-103: Le donne introducono A.L.P.

Nota. Questo schema si basa essenzialmente su quello contenuto in Bernard


Benstock Jovcésdgtfzyfj Wake. An Analysis of «Finnegans Wake», University of
Washington Press, Seattle and London, 1965, pp. XV-XXIV.
1. JAMES JOYCE

Come in tutte le sue opere, anche in Finnegans Wake Joyce fa tesoro delle sue
esperienze personali e dei suoi libri precedenti, inserendo il proprio nome,
riferendosi a episodi della suà vita, citando il titolo o parafrasando brani della
sua produzione letteraria. L’elenco che segue vuole dare una traccia della
continuità che, pur nella libertà creativa, è stata sempre presente in tutta
l’attività di scrittore di James Joyce.

1.1 Riferimenti vari


Browne: padre H. Browne rifiutò di pubblicare sulla rivista dell’università
Cattolica di Dublino The Day of thè Rabblement (Il giorno della sommossa),
articolo scritto nel 1901 contro lo spirito troppo nazionalistico dell’Irish Litera-
ry Theatre.
Cecilia St: Prima di andare a studiare a Parigi, Joyce frequentò la scuola di
medicina che si trova in questa strada.
«Der Querschnitt»: rivista edita a Francoforte, pubblicò nel 1923 diverse
poesie di Joyce.
Jocax: soprannome di Joyce quando frequentava l’Università.
Leslie, T.S.: Nella sua recensione ad Ulisse («Quarterly Review»,
CCXXXVIII, ottobre 1922 ) afferma: «There are some things which cannot and,
we should like to be able to say, shall not be done» (Vi sono alcune cose che non
possono essere fatte e, ci piacerebbe essere in grado di dire, non verranno fatte).
Lewis, W.: Da Time and thè Western Man, 1927: «there is not very much
reflection going on at any time inside thè head of Mr James Joyce» (non vi è mai
molta riflessione nella testa di Mr James Joyce).
Rue de Cujas: A Parigi, nel V Arrondissement. Joyce visse in diverse case della
zona, e la scuola di medicina che frequentò nel 1902-1903 è a un solo isolato di
distanza.
«transition»: Rivista fondata a Parigi nel 1927 da E. e M. Jolas. Fin dal primo
112 Glossari

numero, pubblicò dei brani di Finnegans Wake (allora ancora Work in Pro­
gress).
V.H.P.: Victoria Palace Hotel, Parigi. Joyce vi abitò nel 1923-1924.

1.2 Riferimenti alle opere

1.2.1 Opere minori


Et Tu Healy: poesia scritta da Joyce nel 1891 o 1892 sulla morte di Parnell. È
andata purtroppo perduta.
Gas from a Burner (Becco a gas): poesia scritta nel 1912, contro il direttore
della Casa Editrice Maunsel, che rifiutò di pubblicare Gente di Dublino.

1.2.2 Opere principali


GENTE DI DUBLINO
La Grazia-. «His motto... was Lux upon Lux» (il suo motto... era Lux su Lux):
riferita a Papa Leone XIII, è la denominazione (errata, quella corretta è Lumen
in coelo) assegnata a questo papa dalle «Profezie» attribuite a San Malachia.

DEDALUS
Citazioni:
Cap. I: «Once upon a time and a very good time it was» ( un tempo, ed era un
tempo stupendo).
Cap. Ili: «my dear little brothers in Christ» (miei cari fratellini in Cristo).
Cap. IV: «Like a scene on some vague arras, old as man weariness, thè image
of thè seventh city of christendom was visible to him across thè timeless air, no
older nor more weary nor less patient of subjection than in thè days of thè
thingmote» (Come una scena in qualche arazzo stinto, vecchia come la stanchez­
za umana, l’immagine della settima città della cristianità gli si mostrava attraver­
so l’aria senza tempo, non più vecchia né più stanca né meno capace di
sopportare l’asservimento di quanto lo fosse all’epoca del «thingmote»).
Cap. V: «silence, exile and cunning» (silenzio, esilio ed astuzia).

ULISSE
Citazioni:
«great sweet mother» (grande, dolce madre): da Swinburne.
«Thalatta! Thalatta!» (mare! mare!): da Senofonte, Anabasi.
«beastly dead» (morta come una bestia).
«Language of flowers» (Il linguaggio dei fiori).
«They did right to put him up over a urinai: meeting of thè waters» (Hanno
fatto bene a metterlo sopra un pisciatoio: la confluenza delle acque): si riferisce
alla statua di T. Moore, che scrisse appunto The Meeting of thè Waters-, posta
all’incrocio del College Green con la Westmoreland St e la College St a Dublino,
Glossari 113

immediatamente al di sotto di essa si trovano dei gabinetti pubblici.


«Fresh Nelly»: prostituta a Dublino.
«Bloom’s weather. A sunburst appears in thè northwest» (La stagione di
Bloom. Uno sprazzo di sole compare a nordovest): nell’episodio Circe, che si
svolge a mezzanotte.
«Dr Tibble’s Vi-Cocoa» (il «Vi-Cacao» del dott. Tibble).
«usuai hackneyed run of catchy tenor solos foisted on a confiding public by
Ivan St Austell and Hilton St Just and their genus omne» (la solita trita serie di
assoli per tenore rifilati a un pubblico ben disposto da Ivan St Austell e da
Hilton St Just e dal loro genus omneY
«Wonderworker, thè world’s greatest remedy for rectal complaints» («Won-
deiworker», il miglior rimedio del mondo per i disturbi del retto).

Riferimenti vari:
Blue book: sono gli Atti Ufficiali del Parlamento inglese, ma Joyce riferisce
l’espressione a Ulisse, che nella prima edizione aveva una copertina blu. Blue in
inglese significa anche osceno, quindi l’allusione si estende pure al famoso
processo tenutosi a New York nel 1933.
Chance, Charley: originale di McCoy, che appare anche in La Grazia.
Cusack, Michael: originale del «Cittadino» nell’episodio «Il ciclope».
Gogarty, Oliver St John: originale di M. (Buck) Mulligan. Diventò medico
chirurgo, specialista in otorinolaringoiatria.
Kane, Matthew: originale di M. Cunningham, che appare anche in La Grazia.
Lombard St West: strada in cui Leopold e Molly Bloom abitarono nel
1892-1893.
Seaforths: la banda del secondo battaglione del reggimento Seaforths suona­
va nel College Park, Trinity College, Dublino, il 16 giugno 1904.
Ship Hotel and Tavern: Stephen dovrebbe incontrarsi con Buck Mulligan in
questo locale, ma non si reca all’appuntamento.
Thornton, Ned: originale di T. Kernan.

i
2. DUBLINO

In irlandese, Dubh-Linn = Black Pool (stagno nero). Il nome ebbe varie


grafie, come Dyflin, Devlin. Tolomeo la indicò con il nome di Eblana. Il nome
ufficiale della città, in irlandese, è Baile Atha Cliath = Town of thè Ford of thè
Hurdles (città del guado di graticci). È attraversata dai fiumi Liffey, Tolka,
Dodder e Poodle e da due canali, il Rovai Canal a sud ed il Grand Canal a nord.
Lo stemma della città rappresenta tre castelli di pietra con la cima in fiamme, ed
è sostenuto da entrambi i lati da due figure femminili. Al di sotto si trova il motto
«Obedientia civium urbis felicitas» (l’obbedienza dei cittadini rende prospera la
città).
114 Glossari

2.1 Quartieri, strade, piazze, ponti, lungofiumi


Arbour Hill St : a nord delle Marlborough Barracks.
Ashtown: quartiere a nord del Phoenix Park.
Baldoyle: quartiere a nord di Howth.
Ballybough: quartiere nordorientale. Parte di questo quartiere era dominato
da una banda di ladri e rapinatori, i Kings of Mud Island.
Ballymun: quartiere settentrionale.
Barrei, The: zona ad ovest di Meath St.
Bull Alley St: tra St Patrick St e Bride St.
Burgh Quay: sulla riva meridionale della Liffey, di fronte all’Eden Quay.
Butcher’s Wood: Phoenix Park, a sud della Castleknock Gate.
Butt Bridge: il ponte stradale più a est sulla Liffey.
Capei St.: a nord della Liffey, conduce all’Ormond Quay.
Cecilia St: traversa di Crow St, vi si trovava il Crow St Theatre.
Charlemont Mail: lungo il Grand Canal.
Charleville Mail: lungo il Rovai Canal.
Clontarf: quartiere a nord-est della città, sulla baia. Nel 1014 Brian Boru vi
sconfisse gli invasori danesi, restando però ucciso anche lui.
Constitution Hill St: continua nella Phibsborough St, a nord della Liffey.
Coolock: quartiere nord-orientale.
Coombe, The: zona residenziale della classe operaia ad ovest della St Pa-
trick’s Cathedral.
Cope St: tra Anglesea St e Fownes St, nei pressi di Dame St.
Coppinger Row: tra William St e Clarendon St.
Cork Hill: zona di fronte alla City Hall.
Cromwell’s Quarters: breve salita tra il Bow Bridge e Mt Brown St, nota
localmente come «Forty Steps».
Cross Gun Bridge: attraversa il Rovai Canal.
Crumlin: quartiere sud-occidentale.
Cutpurse Row: nome di un vicolo nel XVIII sec.
Dalkey, Kingstown, and Blackrock Tram Line: partiva dal Nelson Pillar in
O’Connell St ed arrivava fino a Dalkey.
Doldrum Bay: nella parte sud-orientale di Howth.
Dundrum: quartiere meridionale.
Dun Hill: sul lato meridionale di Howth.
Eden Quay: sulla riva settentrionale della Liffey, di fronte al Burgh Quay.
Five Lamps: incrocio tra cinque strade ove si trova un elaborato lampione
vittoriano.
Fishamble St: dalla Christchurch Cathedral alla Liffey.
Fishmarket: tra Hawkins St e D’Olier St.
Fleet St: traversa di Westmoreland St, nei pressi dell’O’Connell Bridge.
Glasnevin: quartiere settentrionale. Nel cimitero, la tomba di D.‘O’Connell,
soprannominata «la matita troppo cresciuta».
Glossari 115

Goatstown: quartiere sud-orientale.


Hammersmith Place: vecchio nome del tratto meridionale di Pembroke Rd.
Ha’penny Bridge: ponte pedonale così comunemente chiamato perché fino al
1919 bisognava pagare un pedaggio per attraversarlo.
Heytesbury St: tratto dell’arteria di collegamento tra la St Patrick’s Cathedral
e la South Circular Road.
Howth (Irl. Binn Éadair): promontorio collinoso a nord-est di Dublino,
collegato con l’isola attraverso l’istmo di Sutton. È considerato la testa di Finn
MacCool addormentato al di sotto della città.
Hume St: in prossimità dello Stephen’s Green.
Island Bridge: da esso la Liffey diventa soggetta alle maree.
Ivar St: a nord di Arbour Hill St, Olaf Rd e Sitric Rd.
Keysar’s Lane: tra Cook St e il Cornmarket (un tempo Newgate).
Kilmainham: quartiere sud-occidentale.
Kimmage: quartiere sud-occidentale.
Lad Lane: nei pressi della Baggot St Lower, vicino al Grand Canal.
Lazy (Lazar’s) Hill: prima del XVII sec. era la riva meridionale della Liffey, e
fu il punto di sbarco dei danesi. L’ospedale per lebbrosi ivi esistente era il luogo
di raduno dei pellegrini che si recavano a Santiago di Compostella. I pellegrini
portavano sul cappello delle conchiglie.
Liberties, The: la parte della vecchia Dublino a sud della Liffey.
Malpas Place: in prossimità della Malpas St la quale va da New St a Blackpitts.
Marlborough Barracks: tra Blackhorse Avenue e lo zoo del Phoenix Park.
Marlborough Green: nel XVIII sec. passeggiata di moda a est di Marlbo­
rough St.
Mecklemburgh St: nel cuore di quello che era il quartiere dei bordelli.
Milltown: quartiere meridionale.
Misery Hill: da Cardiff s Lane a Forbes St, nei pressi del Sir Rogerson’s Quay.
Moggy’s AHey: vicolo del XVIII sec., in prossimità di Tempie Bar.
Molesworth Fields: fino ai primi del XVIII séc. rettangolo disabitato e
paludoso, finché il ventesimo conte di Kildare vi costruì la prima grande dimora
a sud della Liffey.
Montgomery St: ora Foley St, via di accesso a quello che era un tempo il
quartiere dei bordelli.
New Bridge: ponte costruito attraverso la Liffey, tra le attuali O’Connell St e
Westmoreland St. Ampliato e chiamato O’Connell Bridge nel 1880.
Northumberland Road: da Gremel St a Pembroke Rd.
North Wall Quay: ad est del Custom House Quay. Vi giungevano due
ferrovie per i passeggeri che si dovevano imbarcare.
Olaf Rd: a nord di Arbour Hill St, parallela a Sitric Rd.
Old Bridge: nome comunemente attribuito a quello che ora è il Whitworth
Bridge.
Oxmantown: pane della Dublino settentrionale così chiamata dal nome
Ostman (vichingo).
116 Glossari

Pembroke: vecchio nome della Dublino sud-orientale.


Phibsborough: quartiere settentrionale.
Phoenix Park: il più grande parco di Dublino, a nord-ovest della città. Il
nome irlandese è Fiori n uisge (acqua chiara), erroneamente anglicizzato in
Phoenix.
Portland Row: tra Summerhill St e le Five Lamps.
Portobello Bridge: forma un porticciolo sul Grand Canal in St Richmond St,
e dà il nome alla zona circostante.
Raheny: quartiere nord-orientale.
Rathfarnham: quartiere meridionale.
Rathmines: quartiere meridionale.
Ringsend: quartiere meridionale.
Rochelle Lane: nome originale del Back Lane in The Liberties.
Roebuck: quartiere sud-orientale.
Rutland Square: ora Parnell Square, all’estremità nord della Sackville St (ora
O’Connell St).
Santry: quartiere settentrionale.
Sitric Rd: a nord di Arbour Hill St, parallela a Olaf Rd.
Skinner’s Alley: ora Newmarket St, tra Newmarket e Coombe.
Summer Hill St: continua la Parnell St sino alla Ballybough Rd.
Sycamore St: originariamente Sycamore Alley, da Dame St a Essex St. Vi era il
Dan Lowry’s Music Hall and Theatre of Varieties, alla fine del XIX sec.
Sydney Parade Avenue: strada residenziale a Sandymount, quartiere sud-o­
rientale.
Thomar’s Wood: ad ovest di Clontarf, fu il luogo da cui Brian Boru, ormai
anziano, seguì la battaglia di Clontarf.
Vicar St: tra Thomas St ed Engine Alley.
Watling St: sul lato orientale della Guinness Brewery.
Wellington Rd: tra la Clyde Rd e la Pembroke Rd, a nord-est dell’Herbert
Park.
Wood Quay: sulla riva meridionale della Liffey, ad est della Winetavem St.

2.2 Monumenti, edifici, negozi, istituzioni varie

Adam and Eve’s: nome comunemente usato, dalla metà del XVIII sec., per la
Church of St Francis of Assisi, sul Merchant Quay. Sul posto vi era una osteria
che portava lo stesso nome.
Adam, J.: banditore d’aste.
Adelaide Hospital: Peter St.
Angel Hotel: 10-12 King’s Inns Quay.
Arthur Guinness, Son, and Co., Ltd.: produttori di birra. Il loro slogan è
«Guinness is Good for You».
Atkinsons & Co.: fabbricanti di tabinet e popeline
Glossari 117

Bailey Lighthouse: Howth, sulla punta sud-orientale della penisola.


Bank of Ireland: un tempo sede del Parlamento irlandese.
Blackamoor’s Head, The: negozio di stoffe del XVIII sec.
Black and All Black: negozio che vendeva grano e fieno nel XVIII sec.
Black Linn: la cima più alta di Howth.
Broadstone Station: stazione di testa, ora in disuso, della Midland Great
Western Railway.
Browne & Nolan: editori e librai.
Bull Island: nella parte nord-orientale della baia di Dublino.
Bully’s Acre: il più vecchio cimitero di Dublino, chiuso nel 1832 dopo
un’epidemia.
Castle, The: nel centro di Dublino, fino al 1921 sede ufficiale dell’amministra­
zione inglese.
Christchurch Cathedral: protestante. Nella sua cripta vi sono gli scheletri di
un topo e di un gatto rimasti imprigionati dentro una canna d’organo.
Church of Discalced Carmelites: Aungier St.
Cock, The: osteria del XVIII sec.
Crampton’s Monument: innalzato nel 1862 in onore di Sir P. Crampton sul
luogo dove sorgeva la Steyne, ora abbattuto.
Crow St Theatre: in St Cecilia Street, chiuso nel 1820. Dal 1852 sede della
scuola di medicina della National University.
Custom House: sul lungofiume omonimo.
Daly’s Club: restò in attività fino al XIX sec.
Dan Lowrey Star Music Hall and Theatre of Varieties: teatro di varietà della
fine del XIX sec., in Sycamore St. Vi si rappresentò Paganini Redivivus.
Deaf and Dumb Institutions: 1) Claremont Institution for thè Education of
thè Deaf and Dumb; 2) Catholic Institution for thè Deaf and Dumb.
Delville: un tempo proprietà del dr. P. Delaney a Glasnevin, frequentata da
Swift.
Dog and Duck Tavern: osteria del XVIII sec.
Dublin by Lamplight: istituto di carità protestante; redimeva le prostitute
facendole lavorare nella sua lavanderia.
Dublin Details: colonna dei giornali dedicata alle corse dei cavalli.
Dublin Horse Show: tenuta in agosto dalla Royal Dublin Society.
«Dublin Intelligencer»; il secondo giornale di Dublino in ordine di tempo: il
primo numero apparve il 30 settembre 1690.
Dunsink Observatory: fondato nel 1788. Cessò l’attività subito dopo il 1921
per riprenderla nel 1947.
Eagle and Child, The: nel XVIII sec., insegna di negozio dove abitava uno
spazzacamino.
Eagle Tavern: nome di varie taverne di Dublino.
Eastmans Ltd., Victuallers: fra il XIX e il XX sec. gestiva una catena di
macellerie.
EUiot, T.: fabbricanti di popeline e seta.
118 Glossari

Four Courts, sul King’s Inns Quay: i quattro tribunali, erano in origine:
King’s (o Queen’s) Bench, Chancery, Exchequer, Common Pleas.
Fry & Co. Ltd.: fabbricanti di seta, pizzi e passamanerie.
Gaiety Theatre: inaugurato nel 1871 da J. e M. Gunn, ancora in attività.
Souvenir of thè 25th Anniversary of thè Gaiety Theatre, 1896:
p. 31 : «Mrs Bernard Beere made a great success in Masks and Faces in February
1887» (Mrs Bernard Beere ebbe un gran successo in Maschere e Facce nel
febbraio del 1887); p. 31: descrive i tenori fuori moda, che eseguivano il loro
«famous chest C» (famoso do di petto); p. 32: (un soprano fuori moda) «was
always provided with a patient confidante» (era sempre provvisto di una confi­
dente fornita di una gran pazienza).
Gasometer, Sir Rogerson’s Quay: ai tempi di Joyce, dominava il profilo della
città.
Glibb, The: osteria del XVIII sec.
Good Woman Inn, The: Ringsend, famosa per ostriche e scampi sin dall’ini­
zio del XVIII secolo.
Green Street Courthouse: costruita sul luogo in cui si trovava il Little Green.
Half Moon and Seven Stars, The: negozio di popeline irlandese nel XVIII sec.
Hawkins St: tra il Burgh Quay e la D’Olier St.
Hole in thè Wall: Phoenix Park, pub noto anche come BlackhorseTavern, tra
la Ashtown Gate e la Cabra Gate. In realtà esisteva un buco vero e proprio nel
muro, attraverso il quale gli elettori corrotti sporgevano un braccio e ricevevano
del denaro.
Hollow, The: Phoenix Park, di fronte all’entrata principale dello zoo, vi si
tenevano concerti di varie bande, molto frequentati fino al 1914.
Holy Lamb, The: osteria del XVIII sec.
Hopkins and Hopkins: gioiellieri ed orologiai.
Hospice for thè Dying: Harold Cross.
Hospital for thè Incurables: in attività sino alla fine del XIX sec.
House of Blazes, The: osteria del XVII sec.
Howth Castle: castello della famiglia St Lawrence, conti di Howth.
Irish Agricultural Organization Society: fondata nel 1894 da Horace Plunck-
ett ed altri.
«Irish Field, The»: settimanale dublinese, assunse questo nome nel 1933.
«Irish Times»; ai tempi di Joyce era il quotidiano anglo-irlandese più impor­
tante.
Isod Tower: Essex St, abbattuta nel 1675.
Jacob W. and R. Co.: fornai.
Jameson, J., and Son, Ltd.: distilleria. Il suo whiskey è comunemente chiama­
to «J. and S.».
Jervis St Hospital: in attività dal XVIII sec.
Jury’s Hotel: aveva una clientela di un ceto superiore a quello dei personaggi
di Joyce.
Kehoe, Donnelly and Packenham: salatori di prosciutto e bacon.
Glossari 119

Kennedy, P.: fornaio.


King’s Head: nome di alcune osterie del XVII e XVIII sec.
King’s Hospital: noto come «Blue-Coat School».
King’s Inns: un tempo scuola di legge e tribunale.
Kish Lightship: ancorata nella baia di Dublino, sostituita da un faro nel 1965.
Lace Lappet, The: negozio del XVIII sec., specializzato in pizzi.
Little Green: sede del Little Green Market.
Magazine Fort: Phoenix Park, attaccato diverse volte dai nazionalisti.
Mansion House: residenza ufficiale del sindaco di Dublino dal 1715.
Marshalsea Prison: due prigioni di Dublino, una della City ed una delle Four
Courts.
Milltown Park: scuola dei gesuiti.
«Morning Post»: quotidiano che si fuse con il «Dublin Times» nel 1832.
Mountjoy Prison: tra la North Circular Rd e il Royal Canal.
Muniment Room: nella City Hall, contiene archivi municipali risalenti al XII
sec.
Music Hall: Fishamble St, Handel vi eseguì nel 1742 la prima del Messiah.
Oetzmann & Co.: fabbricanti di mobili all’inizio del secolo.
Old Sot’s Hole: osteria del XVIII sec.
Orange Tree, The: osteria del XVIII sec.
Parrot, The: osteria del XVIII sec., nella zona nota come «Hell» (inferno).
Phoenix Brewery Co.: James’s St, posseduta da D. O’Connel Jr. intorno al
1820.
People’s Garden: Phoenix Park.
Pigott & Co.: negozio di musica e pianoforti, tra il XIX e il XX sec.
Pim Bros.: fabbricanti di popeline, seta, tessuti di lana, tra il XIX e il XX sec.
Poolbeg Lighthouse: faro posto all’estremità meridionale della baia di Du­
blino.
Pugh Glass Factory: fabbricanti di vetro, nel XIX sec.
Rialto Bridge: fa passare la South Circular Road attraverso il Grand Canal.
Rotunda Hospital: ospedale di maternità, fatto costruire dalDr. B. Mosse nel
XVIII sec.
St Kevin’s Hospital: sulla South Circular Road.
St Michan’s Church: a nord della Liffey.
St Patrick’s Cathedral: secondo la tradizione, una piccola chiesa fu fatta
costruire sul posto da san Patrizio, nel 480. La chiesa esistente fu costruita nel
1191.
St Thomas’s Church: Marlborough St, del XVIII sec.
Scaldbrother’s Hole: edificio sotterraneo ad Oxmantown, che prese il nome
da un ladro che vi viveva e vi nascondeva il suo bottino.
Ship Hotel and Tavern: 5, Lower Abbey St.
Sick and Indigent Roomkeepers’ Society: fondata nel 1790 come società
filantropica.
Simpson Hospital: ospedale per i poveri.
120 Glossari

Sir Patrick Dun’s Hospital: in attività dalla fine del XVIII sec.
Smock Alley Theatre: ora ubicazione della Chiesa di SS Michael and John.
Starfort: Phoenix Park, cominciato, ma mai terminato, su iniziativa del duca
di Wharton, chiamato Warthon’s Folly.
Steevens’ Hospital: fondato da Grisel Steevens.
Steyne: colonna innalzata dai primi invasori scandinavi, non lontano dal
luogo in cui presero terra, in Townsend St, dove poi sorse il monumento a Sir
Crampton.
Sun. The: osteria del XVIII sec.
Theatre Royal: costruito nel 1821, fu completamente distrutto da un incendio
nel 1880. Nel 1844 vi si rappresentò la pantomima Fin M’Couland thè Fairies of
Lough Neagh.
Annals ofthe Theatre Royal: p. 46: «The Zouave Artistes...originai founders of
thè Theatre at Inkermann... thè female parts being performed by men» (Gli
«Zouave Artistes»... fondatori del teatro a Inkermann... tra i quali le parti
femminili venivano recitate da uomini; p. 49: «Collins... of... Lucan»; p. 67:
Marttana, eseguita da Mr Frank Smith e da Mr J. F. Jones; p. 68: «Valjean... in
which Mr Coleman assumed four characters» (Valjean... in cui Mr Coleman
sosteneva quattro ruoli); p. 104: «The cast was thus» (Gli attori erano questi); p.
194: «new reading» (nuova interpretazione) di The Secret ofMyBirth di Balfe; p.
219: «thè young soprana, at short notice, sustained thè part» (la giovane soprano
recitò la parte con un breve preavviso); p. 221: «utility men» (generici).
Thing Mote: luogo di riunione dei vichinghi sulla Howe, una collinetta poi
livellata.
Waterhouse Clock: segnava il nome della Waterhouse & Co., gioiellieri e
fabbricanti di orologi.
Weaver’s Almshouse: Townsend St.
Wellington Monument: innalzato nel 1817 nel Phoenix Park, è un alto
obelisco di granito, soprannominato «thè overgrown milestone» (la pietra
miliare troppo cresciuta).
William & Woods Ltd.: produttori di marmellate.
William III Statue: statua equestre di Guglielmo III, eliminata nel 1929.
Zoological Gardens: Phoenix Park.

3. IRLANDA

3.1 Luoghi

L’isola è stata chiamata in innumerevoli modi, i principali sono: Eire, (dal nome
di una regina dei Tuatha Dé Danann al tempo dell’arrivo dei seguaci di Milesio •:
Erin, dall’irlandese lar-innis = isola occidentale; Hibernia, nome latino deri­
Glossari 121

vato dalla tribù degli Ivemi o Hibemi; Innisfallen, cioè isola della (Lia) Fail, la
pietra del destino; Muicinis, antico nome che significa «isola dei maiali». Anche
gli epiteti che le sono stati attribuiti sono molti e vari, a cominciare da quello,
ancora frequentemente usato, di «isola di smeraldo»: Cathleen ni Houlihan,
personificazione poetica; Shan van Vocht, che significa in irlandese «povera
vecchia»; Little Dark Rose, cioè «piccola rosa bruna». È divisa in quattro
provincie, Ulster, Munster, Leinster e Connacht. Le provincie sono divise in
contee, le quali a loro volta hanno come ripartizioni (senza alcun effetto
amministrativo nel XX secolo), in ordine decrescente di importanza e di esten­
sione, baronies, parishes e townlands. In considerazione della mancanza di
corrispondenza con l’italiano, si è preferito lasciare questi termini in inglese,
abbreviandoli in: bar, par, tlnd. Per county si è usata l’abbreviazione Co.
Alien, Hill of: collina, Co Kildare, quartier generale di Finn MacCool.
Aran Islands: isole al largo della baia di Galway.
Ardilaun: isola all’estremità settentrionale del Lough Corrib, Co Galway.
Armagh: città capitale di contea.
Balbriggan: città a nord-est di Dublino.
Ballycassidy: città, Co Fermanagh.
Ballyhooly: città, Co Cork.
Ballynabragget: Co Down.
Banagher: paese, Co Offaly.
Barna: paese, Co Galway.
Barrow: fiume che sfocia nel porto di Waterford.
Belfast: città, Co Antrim, capitale dell’Irlanda del Nord. La sede del Parla­
mento è chiamata Stormont. Vi usciva il giornale «Northern Whig».
Benbulben: monte nella Co Sligo.
Blackrock: città sulla baia di Dublino. Vi si trovava la Conway’s Tavern.
Blarney: città, Co Cork.
Blue Stacks: montagne, Co Donegal.
Bohernabreena: città e strada, Co Dublino.
Boolavogue: città, Co Wexford.
Boolies: tnld, par Kilbride, bar Retoath, Co Meath.
Boyne: fiume che sfocia nel Mar d’Irlanda nei pressi di Drogheda. 1690:
battaglia tra Guglielmo III e Giacomo IL
Bray: città, Co Wicklow.
Breffny: nome di due distretti nelle Co Cavan e Co Leitrim.
Cashel: città, Co Tipperary.
Castlebar: città, Co Mayo. 1798: francesi ed irlandesi sconfissero la guarnigio­
ne inglese.
Castle Browne: divenne il nucleo del Conglowes Wood College, dove studiò
Joyce, a Ciane, Co Kildare.
Castleknock: paese a nord-ovest di Dublino. La Castleknock Hill e la vicina
Windmill Hill sono considerati i due piedi di Finn MacCool che dorme sotto
Dublino.
122 Glossari

Castlemore: castello nella bar di Costello, Co Roscommon.


Castletown House: Co Kildare. Probabilmente la più grande residenza priva­
ta d’Irlanda, si dice abbia 365 finestre, una per ogni giorno dell’anno.
Chapelizod: villaggio ad ovest di Dublino, contiguo alla parte occidentale del
Phoenix Park. Vi è ambientato il romanzo The House by thè Churchyard di
Sheridan Le Fanu, in cui si nominano il pub chiamato The Salmon House e la
barriera di pedaggio che vi esisteva un tempo. The Mullingar House si trova sul
posto in cui sorgeva la Phoenix House, pure ricordata nel romanzo sopracitato.
Cheeverstown: tnld e bar di Ratoath, Co Meath.
Chevy Chase: tnld, bar di Coolestown, Co Offaly.
Ciane: paese , Co Kildare.
Clifden: città costiera, Co Galway. Un negozio della città portava il nome di
Festus King.
Clonakilty: città, Co Cork.
Clondalkin: paese a sud di Dublino, sul Grand Canal.
Clonmacnoise: Co Offaly. Rovine di un monastero fondato nel VI sec. da St
Ciaran.
Clonmel: città, Co Tipperary. In irlandese Cluain Meala, cioè Honey Mea-
dow. Sede della prigione della contea.
Coleraine: città, Co Derry.
Cong: paese, Co Mayo, sede di un monastero del VII sec.
Connemara: regione costiera della Co Galway. La «Black-faced Connemara»
è una razza di pecore.
Cork: città capitale di contea. Un suo quartiere si chiama Montenotte.
Croagh Patrick: monte nei pressi di Westport, Co Mayo.
Dana, Paps of: due colline nella Co Kerry che hanno la forma di due
mammelle.
Dalkey: paese sulla baia di Dublino. Al largo la Dalkey Island, dove nel XVIII
sec. si svolgeva l’incoronazione del re dell’isola, con una cerimonia burlesca.
Deansgrange: zona a sud-est di Stillorgan.
Delvin: fiume che sfocia in mare vicino a Balbriggan.
Derry: nota anche come Londonderry, città capitale di contea.
Devlin: fiume, Co Meath.
Dodder: fiume che sfocia nella Liffey a Dublino.
Down: Co, comprende le bar di Upper Ards e Lower Ards.
Drogheda: città portuale, Co Louth.
Dubh-gall (terra degli stranieri bruni, cioè i danesi): un tempo il territorio a
sud della Liffey.
Dundalk: città sulla baia di Dublino, Co Louth.
Dun Laoghaire: città portuale a sud-est di Dublino. Nella Gresham Terrace vi
è il Rovai Marine Hotel.
Dysart O’Dea: rovine di un antico eremo fondato nell’VIII sec. da St Tola.
vicino a Corrofin, Co Clare. 1318: battaglia in cui gli O’Brien fermarono i
normanni.
Glossari 123

Enniskerry: paese, Co Wicklow.


Enniskillen: città, Co Fermanagh.
Fairyhouse Racecourse: nei pressi di Ratoath, Co Meath. Vi viene disputato il
Grand National Steeple Chase irlandese.
Fingai: pianura a nord di Dublino.
Finglas: paese a nord-ovest di Dublino.
Finntown House: a sud di Lucan.
Four Waves of Erin: secondo la leggenda preannunciavano la morte di un re.
Wave of Tuath: a nord;
Wave of Rory: ad est ;
Wave of Cleena: a sud;
Wave of Scéina: ad ovest.
Galway: città capitale di contea, sulla baia omonima.
Giant’s Causeway: formazione di colonne basaltiche prismatiche sulla costa
settentrionale della Co Antrim.
Glendalough: cioè valle dei due laghi, Co Wicklow; rovine di un monastero
fondato nel VI sec. dà St Kevin, che conteneva sette chiese. Il St Kevin’s Bed è
una grotta sulle scogliere del lago superiore.
Gort: città Co Galway; paese Co Roscommon.
Gougane Barra: lago ad ovest di Cork.
Harlockstown: tnld, par e bar di Ratoath, Co Meath.
Hill of Ward: Co Meath; nell’antica Irlanda vi si svolgeva il 31 ottobre una
cerimonia rituale di accensione del fuoco.
Holmpatrick: par, bar di Balrothery, Co Dublino.
Ireland’s Ève: piccola isola a nord di Howth.
Iveagh: bar, Co Down.
Katty Gollagher: nome comune delle colline vicine ad Enniskerry, Co
Wicklow.
Kerry: città capitale di contea.
Kilkelly: paese nei pressi di Castlebar, Co Mayo.
Kilkenny: città capitale di contea.
Killaloe; città, Co Clare, Munster. Vi si trovava il palazzo di Brian Boni.
Killiney: paese costiero a sud di Dalkey.
Killorglin: città all’estremità orientale della baia di Dungle, Co Kerry. In
agosto, una grossa capra viene messa in trono e presiede la fiera del bestiame.
Kinkora: dimora di Brian Boru e dei suoi discendenti, Co Clare, Munster. La
fortezza fu distrutta nel 1080.
Knockmaroon: ad ovest del Phoenix Park.
Knockpatrick: tnld vicino a Foynes, Co Limerick.
Lecan: castello in rovina nei pressi di Inishcrone, Co Sligo.
Leix ed Offaly: contee in cui si trovava la prima piantagione irlandese,
devastata da Mountjoy.
Leixlip: paese, Co Kildare. Il nome deriva dall’antico danese Lax-hlaup, salto
del salmone. Il New Bridge che attraversa la Liffey è forse il più vecchio
124 Glossari

d’Irlanda.
Liffey Riverì sorge nella parte meridionale del monte Kippure, Co Kildare, e
sfocia nella baia di Dublino a Ringsend. Il suo antico nome è Rurthach, quello
latino Amnis Livia. In irlandese, Lifé.
Limerick: città capitale di contea, sulle rive dello Shannon.
Loughlinstown: tnld, par e bar di Ratoath, Co Meath.
Louth: Co Leinster.
Lucani paese ad ovest di Dublino, sulla riva meridionale della Liffey.
Maami paese, Co Galway.
McGillicuddy’s Reeksi catena di montagne ad ovest di Killarney, Co Kerry.
Mayo of thè Saxons; monastero ora in rovina fondato nel VII sec. da St
Colman, Co Mayo.
Meeting of thè Waters: confluenza dei fiumi Avonmore ed Avonberg, che
formano il fiume Avoca, nei pressi di Castle Howard, a sud di Rathdrum, Co
Wicklow.
Moate: paese, Go Westmeath.
Moyelta: pianura a nord e nord-est di Dublino; vi morirono per un’epidemia
Parthalon e la sua gente, che furono sepolti vicino a Tallaght.
Moyle, Sea of: nome poetico del canale settentrionale del mare d’Irlanda, tra
la Co Antrim e la Scozia.
Moyliffeyi pianura, Co Kildare, dove scorre la Liffey.
Moyvally: città sulla Liffey, Co Kildare.
Mullinabob: casa nei pressi di Ratoath, Co Meath.
Multifarnham: paese, Co Westmeath.
Neagh, Lough: vi sono varie leggende sulla sua formazione, una delle quali
narra come Finn MacCool raccolse una enorme zolla di torba e la scagliò nel
mare d’Irlanda, formando così il Lough Neagh e l’Isle of Man.
Nebo Mount: Co Wexford.
Newcastlei paese, Co Dublino.
Nuttstowm tnld, par Kilbride, bar Dunboyne, Co Meath.
Oldcastle: città, Co Meath.
Owenkeagh: fiume, Co Cork.
Pale, Thei dal XII secolo, la zona dell’Irlanda in cui era stabilita la giurisdizio­
ne inglese, cioè Co Dublin e parti delle Co Kildare, Louth e Meath.
Parteen: paese, Co Clare, Munster.
Peacockstowm tnld, par e bar di Ratoath, Co Meath.
Pomeroyi città, Co Tyrone.
Rathdowm paese, Co Wicklow.
Rath Hill: tnld, par Ratoath, Co Meath
Ratoath: paese, par e bar, Co Meath.
Raystown: tnld, par e bar Ratoath, Co Meath.
Red Bank: noto banco di ostriche nella baia di Galway, Co Clare.
Roosky: città, Co Roscommon.
Roscommon: città capitale di contea.
Glossari 125

Rosses Point: promontorio vicino a Sligo. Vi era la casa degli Yeats; in un


disegno di J. Yeats appare un segnale luminoso chiamato «The Metal Man».
Rush: paese costiero, Co Dublin.
St Doolagh: paese, Co Dublin.
St Nessan’s Church: fondata nel VI secolo da St Nessan sull’Ireland’s Eye, ora
in rovine.
St Patrick’s Purgatory: grotta sulla Station Island nel Lough Derg, Co De­
negai.
Scattery Island: nell’estuario del fiume Shannon, Co Clare.
Shillelagh: paese, Co Wicklow.
Skerries: villaggio di pescatori a nord di Dublino.
Strawberry Beds: la zona, famosa per le sue fragole, lungo la riva settentriona­
le della Liffey tra Chapelizod e Lucan.
Tallaght: città a sud-ovest di Dublino; nei pressi vi era la Red Cow Inn.
Tankardstown: tnld, par e bar di Ratoath, Co Meath.
Tara: collina nei pressi di Navan, Co Meath, Leinster, sede degli antichi re
d’Irlanda. Vi si trovava la Lia Fail, “pietra del destino”, che scricchiolava,
secondo la leggenda, all’incoronazione di un re legittimo. Fu portata in seguito
in Scozia, dove fu chiamata Stone of Scone, ed ora è nella Westminster Abbey di
Londra, sotto al trono in cui vengono incoronati i sovrani britannici.
Teltown: paese, Co Meath; vi si svolgevano gli Aonach Tailteann (giochi in
onore di Tailte, regina dei Firbolgs).
Temerà (Tigh-mhor-Righ, Casa del grande re): ora Connor, Co Antrim. Altri
la identificano invece con Tara.
Tipperary: città capitale di contea.
Tir na Mban (Land of Women, Paese delle donne): isola incantata in cui un
secolo corrisponde ad un anno.
Tir na Nog (Land of Youth, Paese della giovinezza): un’altra delle isole
incantate dell’atlantico nelle leggende irlandesi.
Tory Island: al largo della costa settentrionale della Co Donegal, un tempo vi
si eleggeva un re.
Tullymongan: nome di due tnlds, Co Cavan, nell’antico territorio chiamato
Breffny; originariamente era il nome di una collina, in cui i capi degli O’Reilly
venivano ufficialmente insediati.
Tuskar Lighthouse: sulla Tuskar Rock, Co Wexford, Leinster; aveva in effetti
una potenza di 1.000.000 di candele.
Twelve Pins: montagne nel Connemara, Co Galway.
Ulster: provincia settentrionale dell’Irlanda; il suo nome deriva dall’antico
Uladh (in irlandese, tomba).
Vico Road: strada litoranea che da Dalkey va a Killiney, lungo la baia di
Dublino.
Waterford: città portuale, capitale di contea. Un suo quartiere ha nome
Ballybricken, e in esso un tempo vivevano i commercianti di suini.
Wicklow: città capitale di contea, è stata chiamata «The Garden of Erin».
126 Glossari

Yellow Ford, sul fiume Blackwater, nei pressi di Armagh. 1598: battaglia in
cui l’esercito inglese fu sconfitto dal conte di Tyrone.

3.2 Personaggi
Allgood, S. (1883-1950): attrice.
Ashcroft, W. J.: attore di varietà, soprannominato «The Solid Man» (l’uomo
di buon senso).
Balfe, M. (1808-1870): compositore;
The Bohèmian Girl (La zingara), che comprende la canzone The Secret of
My Birth (il segreto della mia nascita);
The Siege of Rochelle (L’assedio di La Rochelle).
Ball, Francis Elrington: storico.
Barraclough, A.: tenore.
Barry, K. (1902-1920): ribelle ucciso dagli inglesi.
Barton, R.: violinista e pugile, soprannominato «Boxing Bob».
Becket, J. and W.: costruttori dublinesi.
Begg: pescivendolo di Dun Laoghaire.
Biggar, J.: sostenitore di Parnell, gobbo e deforme.
Billy in thè Bowl: criminale senza gambe che usava le sue forti braccia per
muoversi stando dentro un recipiente di ferro e strangolare i passanti.
Black & Tans (neri e marrone): reclute inglesi che prestavano servizio nella
polizia irlandese nel 1921-1922, noti per i maltrattamenti alla popolazione.
Blount: nome di famiglia dei Mountjoy.
Blue Men (uomini blu): nome dato ai mori catturati dai vichinghi e portati in
Irlanda nel IX sec.
Boucicault, D. (1822-90): attore e commediografo;
Arrah-na-Pogue (Nora del bacio): la protagonista sposa Sean thè Post;
The Colleen Baum (la ragazza bionda); uno dei personaggi è Danny Man,
gobbo;
The Corsican Brothers (I fratelli corsi);
Daddy O’Dowd.
Boycott, cap. C. (1832-1897): agente del conte di Erne a Mayo; la parola
«boicottaggio» deriva dal suo nome.
Brady, J.: capo degli Invincibili, nel 1882 uccise, nel Phoenix Park, il viceré
Lord Cavendish ed il sottosegretario Burke.
Brian Boru: re supremo, noto come «il terrore dei danesi», li sconfisse a
Clontarf nel 1014, ma fu ucciso subito dopo la battaglia dallo stregone Brodar.
Bryant, S. (1850-1922): educatrice e naturalista, fu la prima donna a laurearsi
in scienze a Londra.
Butt, I. (1813-1879): uomo politico; Parnell lo estromise dalla guida del
partito nazionalista irlandese.
Cian: padre di Lug; quando i suoi nemici dopo averlo ucciso cercarono di
Glossari 127

seppellirlo, la terra lo respinse per sette volte.


Chirgwin, G. H.: attore di varietà del XIX sec., si faceva chiamare «The
White Kaffir» (il cafro bianco).
Clancy, «Long» J.: sceriffo di Dublino all’epoca in cui si svolge Ulisse.
Collins, M.: capo delle forze dello Stato Libero nella guerra civile irlandese.
Nel 1922 sulla sua tomba fu trovata la scritta «Move over, Mick, make room for
Dick (Richard Mulcahy, suo successore)» (Spostati, Mick, fa posto a Dick).
Colum, P. (1811-1871), scrittore;
A Portrait (Ritratto, una poesia): «As in wild earth a Grecian vase...»
(Come in incolta terra un vaso greco...).
Conn: uno dei Fianna, l’esercito di Finn MacCool, noto anche come «Conn of
thè Hundred Battles» (Conn dalle cento battaglie), re supremo dal 177 al 212.
Cormac, MacArt: padre di Grania, re supremo d’Irlanda quando Finn era a
capo dei Fianna.
Cotter, P.: gigante, si diceva somigliasse a Brian Boru.
Cox, R.; segretario di J. Swift.
Croppies: ribelli irlandesi del 1798, così chiamati dai capelli portati corti.
Cuchulain: eroe del ciclo dell’Ulster nelle saghe irlandesi.
Cullen, P. (1803-1878): cardinale, arcivescovo di Dublino.
Cunningham, M.: sosteneva parti maschili nel varietà di Dan Lowrey.
Curran, J. P. (1750-1817): avvocato.
D’Alton, J. (1792-1867): storico.
Dana o Danu: dea della morte e della fertilità, grande madre di tutti gli dei dei
Tuatha De Danann.
Delaney, P.: uno degli assassini del Phoenix Park; gli venne commutata la
condanna all’ergastolo perché testimoniò contro Parnell.
Dermot e Grania: personaggi del ciclo feniano rispettivamente nipote e
promessa sposa di Finn, si innamorano e fuggono insieme; tuttavia qualche
anno dopo Finn fa uccidere Dermot da un cinghiale fatato e sposa Grania.
D’Esterre: morì nel duello in cui, su incarico della Orange Corporation di
Dublino, doveva uccidere D. O’Connel.
De Vaierà, E. (n. 1882): soprannominato «Longfellow» (Spilungone), rivolu­
zionario ed uomo politico, lottò per la libertà d’Irlanda e contro lo Stato Libero,
e restò all’opposizione fino al 1932.
Devoy, J. (1842-1928): uno dei fondatori dello Stato Libero.
Donnelly, D.: pugile, nel 1815 mise K.O. il campione inglese, Cooper.
Doyne, maggiore: combattè a Waterloo e quando tornò fece costruire una
statua del suo cavallo.
Dufferin, Lady (1807-1867): nipote di R. B. Sheridan, scrittrice;
Phe Lament of thè Irish Emigrarti (il lamento dell’emigrante irlandese), che
comincia «l’m sitting on thè style, Mary...» (sto seduto sul cancello, Mary...).
Dunlop, D. : presidente della Dublin Theosophical Society (Società Teosofica
Dublinese).
Dunn: basso al Theatre Royal, si faceva chiamare Dunelli.
128 Glossari

Edgar (m. 975): re di Merda e Northumbria, poi di tutta l’Inghilterra. Un


documento falso del 964 afferma: «By thè abundant mercy of God that thun-
dereth from on high... divine Providence hath granted me... thègreatest part of
Ireland, with its most noble city of Dublin» (per la copiosa grazia di Dio che
tuona dall’alto... la divina provvidenza mi ha concesso... la maggior parte
dell’Irlanda con la sua nobilissima città di Dublino).
Elcock, L. J.: membro del consiglio della Co Louth.
Elrington, T. (1688-1732): attore.
Emmet, R. (1778-1803): ribelle, morì impiccato.
Erigena, J. S. (ca. 815 - ca. 877): mistico e teologo.
Finn MacCool (Irl. Fionn Mac Cumhail): gigante, eroe del ciclo feniano.
Capo dei Fianna, aveva toccato il salmone della saggezza, e per acquistare
l'onniscienza doveva solo succhiarsi il pollice.
Fenians (Feniani): movimento anglo-irlandese del XIX sec. perla soppressio­
ne del governo inglese e la creazione di una repubblica.
Finnerty, re supremo d’Irlanda nel VII secolo, detto «thè Festive» (il giulivo).
Firbolgs: antichi e leggendari invasori dell’Irlanda.
Fitzgerald, Lord E. (1763-1798): ribelle del 1798.
Fitz Urse, R.: principale assassino di St. Thomas à Becket. Si dice si sia recato
in seguito in Irlanda, dove fondò la famiglia Mac Mahon.
Formorians: antichi, leggendari invasori dell’Irlanda.
Foster, J.: presentatore, nel 1784, della «Corn Law» (legge sul grano) che
gravò con pesanti tasse l’importazione del frumento in Irlanda.
Four Masters, The (i quattro maestri): M. O’Clery, F. O’Mulconry, P.
O’Duignan, P. O’Clery, che scrissero, dal 1632 al 1636, gli annali conosciuti con
questo nome, in un monastero francescano della Co Donegal, chiamata da
Toiomeo Boreum.
French, P.: compositore di canzoni tra il XIX e il XX sec.
Furlong, T. ( 1794-1827): poeta, autore di The Plagues ofIreland (Le calamità
dell’Irlanda).
Goldsmith, O. (1728-1874), scrittore;
The Deserted Village (Il villaggio abbandonato): «Sweet Auburn...» (Dolce
Aubum);
The Traveder (Il viaggiatore): «Remote, unfriended, melancholy, slow, /
Or by thè lazy Schield or wandering Po...» (Remoto, solitario, malinconico e
lento, / Presso la pigra Schelda o il serpeggiante Po...).
Gonne, M. (1866-1953): Madam MacBride, rivoluzionaria, corteggiata da
Yeats.
Gregory, Lady A., nata Persse (1852-1932): scrittrice, sostenitrice del teatro
nazionale irlandese.
Griffith, A. ( 1872-1922): fondatore del Sinn Fein, per poco tempo presidente
dello Stato Libero. La Griffith Valuation è «un affitto ridotto secondo la
valutazione governativa della fattoria».
Guinness, Sir A. E., barone Ardilaun (1840-1915): .parlamentare, capo della
Glossari 129

grande distilleria.
Guinness, Sir E. C., conte Iveagh (1847-1927): fratello del precedente,
filantropo.
Gunn, M. (1840-1901): direttore del Gaiety Theatre.
Gunn, S. (1883-1944): figlio del precedente e di B. Sudlow.
Hamilton, E. (1849-1919): scrisse libretti per diverse pantomime, tra cui
Turbo thè Terrible.
Healy, T. M. (1855-1931): uomo politico, protetto da Parnell, si unì ai suoi
nemici. Quando diventò Governatore Generale dello Stato Libero i dublinesi
chiamarono Healiopolis la sua residenza, che era quella dei viceré nel Phoenix
Park.
Healy, Mrs T.: di Galway, soprannominata «Forty Bonnets» (quaranta cap­
pellini).
Heber and Heremon: figli di Milesio, con il loro fratello Ir invasero l’Irlanda e
la divisero tra di loro; Heremon uccise poi il fratello Heber e diventò re di tutto il
paese.
Hume: medico dublinese del XVIII sec., fece costruire molte case in città.
Hyland, C. H.: direttore del Gaiety Theatre negli anni Venti.
Ingram, J. K. (1823-1907): poeta, autore di The Memory of thè Dead.
Inniskillings: reggimenti di cavalleria e di fanteria istituiti a Enniskillen;
combatterono a Waterloo, e quello di cavalleria anche in Crimea.
Ivor: fratello di Olaf thè White, invasore scandinavo, costruì Limerick.
Johnson, Esther: ebbe una oscura relazione con J. Swift, che la chiamava
Stella.
Keegan, J. (1809-1849): poeta;
Caoch thè Piper: narra la storia di Caoch O’Leary, suonatore di piffero
cieco.
King, T.: attore dublinese.
Lalor, J. F.: nazionalista del XIX sec. I Fintan Lalor Fife Players sono un
complesso musicale.
Lane, Sir H. ( 1875-1915): nipote di Lady Gregory, offrì dei quadri prima a
Dublino e poi alla Tate Gallery. Per testamento tornò a lasciarli a Dublino, ma
un vizio di forma permise alla Tate di mantenerne il possesso.
Le Fanu, J. Sh. (1814-1873): scrittore;
The House by thè Churchyard ( 1863), si svolge a Chapelizod. Personaggi:
Archer, Charles: conosciuto per quasi tutto il romanzo come Dangerfield,
colpisce Nutter nel Phoenix Park, precisamente nella località chiamata Butcher-
swood.
Castlemallard, Lord.
Lowe, Oliver, giudice.
Nutter, sovrintendente di lord Castlemallard, ha un comico duello, sempre
nel Phoenix Park, con l’artificiere O’Flaherty.
O’Flaherty, Hyacinth, artificiere della Rovai Irish Artillery.
Sturk, Dr., abita nella casa presso il cimitero che dà il titolo al romanzo,
130 Glossari

viene assalito da Archer nel Phoenix Park, ma “risuscita” in breve.


Zekiel Irons, impiegato del «parish», pescatore.
The Room in thè «Dragon Volani» (La camera al «Drago Volante»), fa
pane del volume di racconti In a Glass Darkly (In uno specchio nero, 1872).
Lever, C. (1806-1872): scrittore.
Lover, S. (1797-1878): scrittore di romanzi e canzoni.
Lug: dio irlandese del sole.
Lupita: sorella di San Patrizio, come lui venduta schiava in Irlanda.
Luttrell, H. (1655-1717): «vendette» Limerick.
MacCabe, cardinale: arcivescovo di Dublino nel XIX sec. (successore di
Cullen).
MacDonald, J.: autore del Diary of thè Parnell Commissione resoconto dei
lavori della commissione che giudicò Parnell. Abbreviava le parole Parnell
Witness in P.W.
Magrath, C. (1736-1760): gigante, si esibiva al Dublin’s College Green.
Malachi II: successe a Brian Boru come re supremo d’Irlanda.
Mallon, J.: sovrintendente della polizia di Dublino all’epoca degli omicidi del
Phoenix Park.
Malpas, colonnello: fece costruire un obelisco sulla Killiney Hill, che da allora
fu chiamata Malpas High Hill.
Mananaan: dio irlandese del mare, figlio di Lir.
Mangan, J. C. (1803-1849): poeta, autore di Dark Rosaleen (La bruna Rosa-
leen) e The Time of thè Barmecides (L’epoca dei Barmècidi).
Manning, M. A.: impiegato a Dublino.
Mongan, R.: leggendario eroe irlandesè, reincarnazione di Finn o Mananaan.
Moore, T. (1779-1852): poeta. In Finnegans Wake sono citati quasi tutti i
versi iniziali, accompagnati dal titolo dell’aria corrispondente, delle sue Irish
Melodies. ‘
Morgan, Lady S. (1783-1859): scrittrice, coniò la frase «Dear Dirty Dublin»
(cara sporca Dublino).
Niall of thè Nine Hostages (Nìall dai nove ostaggi): re supremo d’Irlanda.
Northcliffe, A. Ch. W. H., visconte N. (1865-1922): magnate della stampa.
Nugent, G. ,(fl. 1588): scrittore;
Ode Written on Leaving Ireland (Ode scritta partendo dall’Irlanda): «From
Thee, Sweet Devlin, must I part» (Da te, mia dolce Devlin, mi devo separare).
O’Connell, D. (1775-1847): chiamato «il Liberatore», patriota, avvocato,
principale realizzatore dell’emancipazione cattolica del 1829.
O’Daly: famiglia di poeti ereditari.
O’Donoghue: si ritiene che viva sotto il lago di Killarney e appaia ogni 7 anni.
O’Duffy, generale: capo di un movimento fascista irlandese degli anni Trenta
(le camicie blu).
O’Farrelly, F. 4fl. 1736): poeta.
Ogma: dio irlandese, inventore dell’alfabeto «Ogham». R. A. S. Macalister, in
The Secret Languages ofIreland (Le lingue segrete dell Irlanda) dà un elenco di
Glossari 131

molti tipi di «ogham»; «Shirt-of-two-strokes, Mac, Finn’s Ladder, Finn’s three-


shanked, Millrace, Serpent-through-the-heather, Arm, Bird, Colour, Head-in-
a-bush, Head-under-a-bush».
O’ Growney, padre E. (1865-1899): aiutò a fondare la Gaelic League.
O’Malley, G. (o Grania, o Grannuaile): piratessa irlandese del tempo di
Elisabetta I. La leggenda dice che si fermò una volta a Howth e chiese di entrare,
ma l’ingresso le fu vietato perché il conte era a tavola. Allora lei rapì il suo erede e
non lo restituì finché il conte non le promise che durante i pasti le porte del
castello sarebbero sempre state aperte. La leggenda dire pure che G. O’Malley
sarebbe stata sul mare per quarant’anni.
O’Mara, J.: tenore, sostenne la parte di Tristano.
O’Rahilly: capo dell’insurrezione della Pasqua del 1916.
O’Reilly, J. B.: dell’Irish Republican Brotherhood (Fratellanza repubblicana
irlandese).
O’Reilly: famiglia dell’antico territorio dell’Est Breffny, nelle Co Cavan e
Leitrim, le cui origini si fanno risalire a Milesio (Maolmordha). Motto: «Fortitu-
do e Prudentia». Scudo: Verde due leoni rampanti combattenti oro che sosten­
gono una mano destra tagliata al polso e mostrante il palmo, sanguinante al
naturale. Cimiero: Quercia con serpente che scende dal tronco. Membri princi­
pali della famiglia: Myles thè Slasher (Myles spaccatutto), eroe delle guerre del
1798; John, colonnello; Alexander, generale spagnolo; Andrea, feldmaresciallo
austriaco. Nei tempi antichi gli O’Reilly erano principi dell’Est Breffny.
O’Rourke: famiglia del West Breffny.
Oscar: figlio di Ossian, nipote di Finn.
O’Shea, K. (Kitty) : nata Wood, moglie del capitano W. O’Shea, fu per anni
l’amante di Parnell, e gli diede due figli. Parnell la sposò poco prima di morire.
Parnell, C. S. ( 1846-1891 ): chiamato «il re d’Irlanda senza corona». Capo del
partito nazionalista irlandese, temuto dagli inglesi, che cercarono di rovinare la
sua carriera politica, una prima volta, senza successo, con delle lettere falsificate,
poi con successo quando il capitano O’Shea chiese il divorzio e vi fu un
clamoroso scandalo. Alcune sue frasi: «When you sell me get my price» (Quan­
do mi venderete, chiedete quel che valgo); «Do not throw me to thè wolves»
(Non gettatemi ai lupi); da un discorso tenuto a Cork nel 1885: «No man has a
tight to fix thè boundaries of thè march of a nation» (Nessuno ha il diritto di
porre dei limiti alla marcia di una nazione).
Parthalon: scita che invase l’Irlanda con i suoi nel 1500 a.C. Secondo alcuni
era un gigante che inventò le lettere dell’alfabeto ebraico, greco ed irlandese.
Pearce, Sir E. L. (m. 1739): architetto, progettò il Parlamento irlandese, ora
Bank of Ireland.
Pearse, P. (m. 1916): uno dei capi dell’insurrezione della Pasqua del 1916.
Petrie, G. ( 1789-1866): pubblicò Collection oflrisb Airs (Raccolta di melodie
irlandesi).
Phelps: attore dublinese.
Pigott: suonatore di violoncello al Theatre Royal.
132 Glossari

Pigott, R.: oscuro giornalista, contraffece le lettere pubblicate dal «Times» in


Parnellism and Crime (Parnellismo e delitto), da cui sembrava che Parnell fosse
legato all’ala violenta dei nazionalisti irlandesi e approvasse gli omicidi del
Phoenix Park. Il falso fu provato grazie ad un errore di ortografia: «hesiuzncy»
invece di «hesitency» (esitazione).
Power, F. (1858-1884): giornalista, affermava di essere stato in Turchia e di
essersi guadagnato il titolo di «Ghazi» (coraggioso) per aver guidato una carica
di cavalleria.
Proud, N.: segretario del Dublin Porr and Docks Board (Comitato per il
porto e le banchine di Dublino) ai tempi di Joyce.
Ragnar Lodbrok: eroe di una saga vichinga che secondo la tradizione sarebbe
morto in Irlanda. Si dice avesse pantaloni a prova di serpente.
Robinson, T.: organista dublinese del XIX sec., soprannominato «The
Doctor».
Roche, Sir B. (1743-1807): parlamentare.
Rosse, W. P., terzo conte di: astronomo, costruttore di telescopi.
St Bridget: patrona d’Irlanda, convertita da San Patrizio, a volte identificata
con la pagana Brigid, dea della poesia dei Tuatha De Danann.
St Columcille (Colomba): santo del VI sec., capo del grande monastero a
Iona.
St Fiacre: santo del VII sec.
St Ita: santa del primo periodo cristiano, poetessa.
St Kevin: eremita morto nel 618.
St Laurence O’Toole (1123-1180): santo patrono di Dublino, arcivescovo
all’epoca dell’invasione anglo-normanna. Contemporaneo di St Thomas à Beck-
et, conquistò il favore del re Enrico II mentre quest’ultimo lo stava perdendo.
St Lawrence: famiglia fondata da Amory Tristram, nato in Bretagna (Armori-
ca del Nord), uno degli invasori anglo-normanni, che cambiò il suo nomè in St
Lawrence per aver vinto una battaglia il 10 agosto, giorno di quel santo.
St Patrick (nome di battesimo: Succat; nome irlandese Cothraighe): patrono
del paese, rapito e venduto come schiavo in Irlanda, riuscì a fuggire, entrò nella
chiesa e vi tornò poi a predicare il cristianesimo. Un soprannome di San Patrizio
era «gratiasagam», perché, durante la Messa ripeteva più volte «Gratias
agamus».
Selby, C.: autore della commedia The Boots ai thè Swan (Il lustrascarpe dello
Swan, 1842). Il protagonista si chiama Jacob Earwig, è sordo e per la maggior
parte dell’opera interpreta il personaggio di un poliziotto.
Shaw, G. B. (1856-1951): scrittore;
Androcles and thè Lion (Androclo e il leone), protagonista Lavinia;
John Bull’s Other Island (L’altra isola di John Bull);
Man and Superman (Uomo e superuomo), protagonista John Tanner;
Widower’s Houses (Le case del vedovo).
Sheridan, R. B. (1751-1816): scrittore di teatro;
The Rivals (I rivali), protagonista Lydia Languish;
Glossari 133

The School for Scandal (La scuola della maldicenza).


Sitric: fratello di Olaf thè White, fondò Waterford.
Sitric Silkbeard (barba di seta): capo dei danesi, fu sconfitto da Brian Boru a
Clontarf.
Sterne, L. (1713-1768): scrittore;
Tristran? Shandy.
Strong, K.: vedova dublinese che ereditò dal marito la concessione per la
pulizia della città e l’incarico di esattore delle imposte. Mentre si dedicava a
quest’ultimo con grande zelo, come diceva Sir J. Carrol: «she cleans but
sparingly and very seldom» (pulisce ma con parsimonia e molto raramente).
Strongbow, R. de Clare, detto: guidò l’invasione anglo-normanna.
Sudlow, B.: attrice dublinese, moglie di M. Gunne.
Sullivan gang: banda di dodici mercenari guidati da Sulla o Sully thè Thug, sia
nella Dublino di Joyce che in precedenza.
Swift, J. (1667-1745): scrittore, decano della cattedrale di St Patrick (il suo
predecessore si chiamava}. Sterne);
Battle of thè Books, The (La battaglia dei libri): chiama la saggezza degli
antichi «honey and wax... furnishing Mankind with thè two Noblest of things»
(miele e cera... che forniscono agli uomini le due cose più nobili);
Cadenus and Vanessa (Cadeno e Vanessa): Cadeno è l’anagramma di
decano;
Drapier's Letters, The (Le lettere del drappiere), pubblicate nel 1724
contro il «Wood’s halfpence»: «Eleven men well armed will certainly subdue
one single man in his shirt» (Undici uomini armati di tutto punto avranno certo
ragione di un solo uomo in camicia);
Epigran? on thè Magazine (Epigramma sul Deposito: il Magazine Fort):
«Behold a proof of Irish sense!/Here Irish wit is seen!/Where nothing’s left
that’s worth defence,/They built a magazine» (Ecco una prova del buon senso
irlandese!/Qui si può vedere l’intelligenza degli irlandesi!/Dove non c’è rimasto
più nulla che valga la pena di difendere,/loro hanno costruito un deposito di
munizioni);
Gulliver’s Travels (I viaggi di Gulliver): Gulliver come uomo-montagna a
Lilliput; Brobdingnag; gli Houynhnms;
Journal to Stella (Diario a Stella): Stella (E. Johnson) viene chiamata ppt,
cioè «Popper» (bambolina) o «Poor Pretty Thing» (povera cosina);
Tale of a Tub, The (Racconto della botte): i protagonisti, tre fratelli dal
nome di Peter, Jack e Martin, rappresentano rispettivamente la chiesa cattolica,
quella anglicana e quella luterana.
Synge, J. M. (1871-1909): scrittore di teatro;
The Playboy of thè Western World (Il furfantello dell’ovest).
Tailte: regina dei Firbolgs.
Tone, T. W. (1763-1798): fondatore degli United Irishmen, capo della
ribellione del 1798. Pubblicò, con il nome di «Northern Whig», An Argument
on Behalfof thè Catholics oflreland (Un’argomentazione a favore dei cattolici
134 Glossari

d’Irlanda).
Toole, R.: costruttore dublinese.
Thorgil (Turgesius): vichingo che invase l’Irlanda nell’832 circa, e cercò di
farla tornare pagana.
Tuatha De Danaan: antichi, leggendari invasori dell’Irlanda.
Tyrone, conti di: il più famoso fu il secondo, Hugh il ribelle, che fuggì
dall’Irlanda nel 1607 e fu capo dei volontari che combatterono per la Spagna.
Vanhomrigh, B.: padre di Esther; sindaco di Dublino.
Vanhomrigh, E.: ebbe una oscura relazione con J. Swift, che la chiamò
Vanessa.
Vousden, V.: attore di varietà dublinese tra il XIX e il XX sec.
Waring, J.: fu corteggiata da Swift con il nome di Varina.
Wellington, A. W., primo duca di (1769-1852): generale ed uomo politico,
soprannominato «il duca di ferro». Alla domanda se fosse irlandese, rispose: «If
a gentleman happens to be born in a stable, it does not follow that he should be
called a horse» (Se a un gentiluomo succede di nascere in una stalla, non ne
consegue necessariamente che debba venire chiamato cavallo). Partecipò a varie
campagne militari: in India (battaglie di Gawilghur, Argaum, Assaye, 1803);
nella guerra peninsulare, 1808-1814 (battaglie di Vimeiro, 1808; Talavera, 1809;
Busaco, 1810; Torres Vedras, 1810; Almeida, 1811; Salamanca, 1812; Orthez,
1814; Toulouse, 1814) e alla battaglia di Waterloo (1815), nella quale montava
un cavallo chiamato Copenhagen (che non era bianco) e si dice pronunciasse la
frase «Up guards and at them» (Avanti guardie e addosso).
Wharton, T., marchese di: viceré di Dublino, autore della canzone Lillibur-
lero.
White, Bianco (m. 1841): prete cattolico di origine ispano-irlandese, lasciò la
chiesa, divenne pastore anglicano.
White Boys: agitatori agricoli del XVIII sec., che portavano camicie bianche.
Whiteside, J. (1804-1870): avvocato, difese D. O’Connell.
Widger, J. W.: «gentleman driver», appartenente a una famiglia di Waterford
connessa con l’ippica.
Wilde, O. F. Ò’Flaherty Wills (1856-1900): scrittore, chiamato da Lady
Campbell «Great White Caterpillar» (grande bruco bianco), finì in tribunale
accusato di omosessualità e fu condannato secondo la Sezione 11 del Criminal
Law Amendment Act (Legge di modifica del codice penale) del 1885;
De Profundis: «but I met you either too late or too soon» (ma ti ho
incontrato troppo tardi, o troppo presto);
Picture of Dorian Grey, The (Il ritratto di Dorian Grey);
H. Travers Smith, Psychic Messages from Oscar Wilde (Comunicazioni
medianiche di Oscar Wilde): «I was always one of those persons for whom thè
visible world existed» (Sono sempre stato una di quelle persone per cui il mondo
visibile esisteva).
Wilde, sir W. ( 1815-1876): oculista, antiquario, scrittore, padre di Oscar, fu
implicato anche lui in uno scandalo a sfondo sessuale.
Glossari 135

Wild Geese (oche selvatiche): giacchiti che fuggirono dall’Irlanda dopo la


rivoluzione del 1688.
Wills, W. G. (1828-1891): scrittore di teatro e autore di canzoni;
A Royal Divorce (Un divorzio regale), sul divorzio di Napoleone da Giu­
seppina di Beauharnais.
Wolseley, G. J., visconte (1833-1913): feldmaresciallo inglese, nato nella
contea di Dublino, combatte in India e in Crimea.
Wood, W.: acquistò una patente per rifornire l’Irlanda di monete di rame.
Nel 1723 il parlamento irlandese protestò per questa cessione, e molti credette­
ro che le monete non avrebbero avuto alcun valore. L’anno dopo Swift pubblicò
quattro lettere contro quello che veniva chiamato il «Wood’s halfpence» (Le
lettere del drappiere), e il governo fu costretto ad abbandonare il progetto.
Woodward, H.: fondatore del Crow St Theatre e della Woodward Panto­
mime Company.
Yeats, W. B. (1865-1939): poeta;
Countess Cathleen\
The Tables of thè Law.
Zosimus: bardo e mendicante dublinese, chiamato spesso «thè last of thè
minstrels» (l’ultimo dei menestrelli).

3.3 Lingua

3.3.1 Irlandese
a chara: amico (voc.) ardhuigh i: levalo, innalzalo (sogg.
a dearbhbhrathairin og mo chroidhe: femm.)
o fratellino del mio cuore ard ri: re supremo (lett. re alto)
ag briseadh: rompendo (a) thoise efion: (la sua) capacità di
ag buaileadh: battendo sopportare vino
ag milleadh: distruggendo barra: punta
ag stracadh: strappando barr-an: la cima di
amalog: sempliciotto Bealtaine: Primo maggio (inizio del
amhran: canzone semestre estivo)
an rioghan bhocht: la povera regina beannacht De agus Muire agus Bri-
(l’Irlanda) ghid agus Phadraic: la benedizione
An Seanchas Mor: raccolta di leggi di Dio e di Maria e di Brigida e di
irlandesi primitive (lett. Il gran re­ Patrizio
gistro) bean na leanna: donna (che vende)
ar: su birra
aratar: aratro beurla: lingua inglese
ard: alto bhi se: è stato
ardhuigh e: levalo, innalzalo (sogg. bi i bhur thost!: silenzio!
mash.) bradanr salmone
136 Glossari

bri: collina foinne: impastare, infornare


buachaill: ragazzo Gaedhealtacht: zone in cui si parla
burrai: pezzetto, iota l’irlandese
caile: ragazza gali: straniero
cal ceannfhionn: patate e cavolo me­ gearr: tagliare, smettere
scolati con del burro go barradh: eccellentemente
capaillin: cavallino go maith: bene (aw.)
capali: cavallo gort: lettera g
carraig: roccia, pietra greadadah: battimani
cathair: città, cittadella grianan: locale per asciugare
cead mile failte romhat: centomila lar: occidentale
(volte) benvenuto a te/voi ide: sete
cearc: gallina immor: molto grande
ceart: esatto inghean: giovane donna
ceol: musica inis: isola
ciotogach: goffamente laoch: guerriero
eie: sinistra, lato sinistro leaba: letto (sost.)
cloch: pietra leabhar: libro
conas ta tu indiu mo dhuine uasal leiceann: guancia
fionn?: come sta oggi mio biondo Liam: Guglielmo
signore? lionndubh: malinconia (lett. bile
cronan: canterellare nera)
cuman: club, società lionn dubh: birra scura
dearbhbrathair: fratello germano longaim: io lecco
de bholoig: di un bue ludraman: fannullone
deoch an dorais: bicchiere della staffa maca mich: nipote (lett. figlio di un
(lett. sulla porta) figlio)
deur: lacrima Marta: marzo
dubh: scuro, bruno ma’s e do thoil e: per favore
dun: forte (sost.) meirdreach: prostituta
dun an doras: chiudi (chiudete) la mhuise: proprio bene
porta mile deora: mille lacrime
fag a’ bealach: sgombra la strada mile-marbhadh: grande tumulto e di­
fatach i bPairc an Fionn-uisce: gigan­ struzione (lett. mille omicidi)
te nel Phoenix Park minnseog: giovane capra dopo la pri­
feacht: volta, turno ma figliata
fearr: migliore mise: io (enfatico, pron. misce)
feiste: divertimento, spettacolo, rice­ mor: grande
vimento moran mo: molto di più
fe’n riaghail: sotto il governo Muire: Maria (usato solo per la Ver­
Fine Gaedhil: tribù degli irlandesi gine)
fion; vino naomh: santo, santa
fionn: chiaro, biondo ni h-annsa: non (è) difficile (formula
fir: uomini per rispondere agli indovinelli)
Glossari 137

ochone: ahimè striopach: prostituta


O’Donnel abu: O’Donnel vincerà ta: sì
(verso la vittoria) tailliur: sarto
oinseach: donna leggera teach: casa
oiris: conoscenza, scienza teanga: lingua, linguaggio
O ta bron orm, a Cothraighe, (an) tearc: scarso
tuigeann tu Gaedhealg?: scusa, tinteach: lampo
San Patrizio, capisci l’irlandese? tonn a’mhaith shaile: onda del buon
peann-luaidhe mor: grande matita mare salato
peist: bestia tornach: tuono
pluc: guancia Tri Paistini Eireannaigh: tre bambi­
pobal: popolo netti irlandesi
pocan: giovane caprone tuargain: bombardamento
pogue: bacio tungc mor: forte spinta
pusa: bocca uisce: acqua
rab: porco (sost.) una: carestia
rann: verso ungaim: io ungo, consacro
rosea: attacco
rosc-catha: inno di battaglia 3.3.2 Anglo-irlandese
ruadh: rosso aroon: mio caro
sagart: prete bad scran to you: espressione di ma­
salach: sporco laugurio
samhail: fantasma baile: città
Samhain: Ognissanti (inizio del seme­ ballyhooly: sgridata, sfuriata
stre invernale) bamer: paglietta
sasanach: inglese Ban: viceré d’Irlanda
se: lui bawn: bianco, biondo
seanda: vecchio betune: tra
seile: saliva bloody end to: nessuno/a
seinn: suonare musica Bohermore: strada principale
seo morbothar Ui Chonaill: questa è Brehon Laws: corpus di antiche leggi
via O’Connell irlandesi
si: lei brogues: scarpe
siar: verso l’ovest, all’indietro (gli ir­ buddaree: agricoltore ricco e volgare
landesi chiamano est la parte da­ bullavogue: zoticone
vanti a loro) bullsear: pagliaccio
sidhe: fata cashel: forte fatto di pietre
Sinn Fein Amhain: noi soli (slogan) cead: primo, capo
siodh: tomba clittering: rumore di passi che si af­
siomar sin: trifoglio frettano
slan: addio colleen: ragazza
so slan abbaile: saluto (lett. ecco un crawthumper: cattolico romano
“[arrivate] a casa sani e salvi”) cry crack: cedere
sraid: strada, via curse of Cromwell on, thè: espressio­
138 Glossari

ne di malaugurio (riferita al perio­ mether: recipiente in legno per disse­


do in cui Cromwell devastò l’Irlan- tarsi
da, così chiamato) mountain dew: whiskey illegale (lett.
devii a: non un/uno/una rugiada di montagna)
each: cavallo muc: maiale
findrina: lega di argento e di bronzo ollav: saggio
firstshot: «poteen» leggero, di prima plausy: adulazione
distillazione pooka: folletto
freet: superstizione possing wet: saturo
futhorc: alfabeto runico (dal nome poteen: whiskey distillato illegal­
delle prime sei lettere) mente
gentleman who pays thè rent, thè: praties: patate
maiale (lett. il signore che paga l’af­ Ridley (Slang dublinese): padiglione
fitto) di manicomio
goo: sciocco, stupido rossy: ragazza sfacciata
gorb: mangione shebeen: osteria illegale
gort: campo recintato signs on it: conseguentemente
horrid horn: stupido sorta a foot knows: nessuno lo sa
ignorant as a kish of brogues: estre­ spalpeen: bracciante (che non possie­
mamente ignorante (lett. ignorante de terra)
come una cesta di scarpe) thanam o ’n dhoul: l’anima vostra (sia
in thè pay of thè Castle: spia inglese presa) dal diavolo
(lett. pagata dal Castello, che era la that bangs Banagher: reazione a qual­
sede dell’amministrazione britan­ che cosa di insolito (lett. quello bat­
nica) te Banagher, paese nella contea di
kish: cesta Offaly)
Lochlann: scandinavo Thomar: Thor (dio del tuono nella
Londonderrv, Cork and Kerry, speli mitologia germanica)
me that without an R? Answer: twig: capire
T H A T: Londonderry, Cork e usquebaugh: whiskey (lett. acqua di
Kerry, compitami quelli senza R? vita)
Risposta QUELLI (indovinello) when I was in my: quando ero un
mahan: orso whist!: silenzio!
make a hames of: impasticciare wisha: proprio bene
4. ALTRE PARTI DEL MONDO

4.1 Luoghi

Aar: fiume svizzero, affluente del Reno.


Abukir: villaggio dell’Egitto sulla baia omonima; 1798: battaglia navale del
Nilo.
Abraham, Heights of: in Canada; 1759: battaglia in cui gli inglesi sconfìssero i
francesi.
Agincourt (ora Azincourt): in Francia; 1415: gli inglesi sconfissero i francesi.
Aix-la-Chapelle (Aachen): in Germania; residenza preferita di Carlomagno.
Albert e Victoria Nyanza: laghi deU’Africa centrale.
Arafat: collina nei pressi della Mecca, meta del «Pellegrinaggio maggiore» dei
musulmani.
Armorica: antico nome della regione nord-occidentale della Francia.
Arras: in Francia; 1917: battaglia della prima guerra mondiale.
Austerlitz: in Cecoslovacchia; ora Slavkov. 1805: battaglia in cui Napoleone
sconfisse russi e austriaci.
Auza: antica città della Numidia.
Bad Homburg: in Germania; località termale.
Ball’s Bluff: in Virginia, U.S.A.; 1861: battaglia della guerra civile.
Bangen: in Norvegia.
Bannockburn: in Scozia; 1314: battaglia in cui R. Bruce sconfisse gli inglesi.
Bar-le-Duc: in Francia; punto estremo delle fortificazioni durante l’assedio di
Verdun nel 1916.
Bartholomew Deep: fossa del Pacifico.
Basta (Bassora): in Iraq; 656: «battaglia del cammello» (battleof thè carnei) in
cui All sconfisse dei ribelli.
Bergen-op-Zoom: in Olanda; subì molti assedi.
Boston: nel Massachussettss, U.S.A.; un tempo vi si pubblicava il «Boston
Evening Transcript».
Brocken; in Germania; cima più alta delle montagne dell’Harz.
Bruxelles: Manneken-Pis, fontana con la.statua di un ragazzo che orina.
Bug: due fiumi dell’Europa orientale: Bug settentrionale e Bug meridionale.
Bull Run: torrente in Virginia, U.S.A.; due battaglie della guerra civile.
Bunker Hill: nel Massachussetts, U.S.A.; 1775: battaglia della rivoluzione
americana.
Burlington: varie città degli U.S.A.; quella situata nel New Jersey è nota per
l’industria tessile e calzaturiera.
Burnham: faro sull’estuario del fiume inglese Sevem.
Butte: montagne del Nevada, U.S.A.
Carnei: fiume della Cornovaglia, Inghilterra, nei pressi di St Austell.
Carhaix: in Bretagna, Francia; regione ricca di circoli di pietre.
Cartagine: antica città fenicia. Si dice che durante l’assedio del 146 a.C. le
140 Glossari

donne cartaginesi si tagliassero i capelli per farne corde d’arco.


Catalaunici, Campi: 451: battaglia tra Attila e ostrogoti contro romani e
visigoti.
Cina: Boxers, società segreta xenofoba, che nel 1900 organizzò una rivolta
per eliminare l’influenza straniera.
Hunan: provincia centrale.
Cognac: nella Francia sud-occidentale; 1516: trattato in cui Francesco I re di
Francia, il Papa, Venezia e Milano si allearono contro l’imperatore Carlo V.
Costantinopoli: chiamata anticamente Bisanzio e dal 1930 Istanbul (Stam-
bul). Capitale dei sultani ottomani dal 1453 al 1922 («la Sublime Porta»).
Copenhagen: 1801: battaglia navale in cui Nelson sconfisse la flotta danese.
Courtrai: in Belgio; 1302: «battaglia degli speroni» (Golden Spurs), in cui i
fiamminghi sconfissero i francesi e catturarono 700 speroni d’oro.
Crécy: in Francia; 1346: battaglia della guerra dei cento anni.
Crimea: 1853-1856: guerra in cui l’Inghilterra e la Francia, e in seguito anche
il Regno di Sardegna, intervennero in favore dei turchi contro la Russia.
Cuxhaven: porto della Germania.
Danubio (ted. Donau, ungh. Duna): fiume dell’Europa centrale.
Dublin: in Georgia, U.S.A, sul fiume Oconee, fondata da J. Sawyers. Il suo
motto è: «Doubling All thè Time» (Raddoppiare sempre). Nei pressi, sul fiume,
vi è una formazione rocciosa chiamata «Topsawyer’s Rock» (la roccia del
segantino).
Eliopoli: in Egitto; antico centro dedicato al culto di Ra, dio del sole, ora in
rovine.
Erebus: nell’Antartide; vulcano nella Terra della Regina Vittoria.
Erning St, Foss Way, Iknild St, Watling St: le quattro «strade reali» dell’anti­
ca Britannia.
Fife: contea della Scozia, tra il Firth of Tay e il Firth of Forth.
Finisterre: capo sulla costa nord-occidentale della Spagna; 1747 e 1805:
battaglie navali tra francesi ed inglesi. Secondo alcune supposizioni, da qui
provenivano i celti che raggiunsero l’Irlanda.
Flodden: collina del Northumberland, Inghilterra; 1513: battaglia in cui gli
inglesi sconfissero gli scozzesi.
Fontenoy: in Belgio; 1745: battaglia in cui l’esercito francese, che compren­
deva una brigata irlandese, sconfisse gli inglesi e i loro alleati.
Francoforte: città della Germania centrale; vi si pubblica il periodico «Frank­
furter Zeitung».
Friedland: un tempo parte della Prussia orientale; dal 1946 Pravdinsk,
(U.R.S.S.) 1807: Napoleone vi sconfisse i russi.
Gand (fiamm. Gent, ingl. Ghent): capitale della Fiandra, Belgio. Nella
cattedrale di San Bavone vi è una campana che ha costituito l’argomento della
poesia The Great Bell Roland di T. Tilton (1835-1907): «Toll! Roland, toll’/In
old St Bavon’s Tower/ At midnight hour...» (Suona! Rolando, suona!/ Nella
vecchia torre di San Bavone/ A mezzanotte...).
Glossari 141

Gaping Ghyl: profonda grotta verticale nello Yorkshire, Inghilterra.


Gretna Green: paese della Scozia, per lungo tempo famoso come luogo in cui
si sposavano le coppie fuggite dall’Inghilterra.
Ham: in Francia; vi si trova una fortezza che servì come prigione per molti
uomini famosi.
Hammerfest: in Norvegia; la città più settentrionale d’Europa.
Hastings: in Inghilterra; 1066: battaglia in cui i normanni sconfissero i
sassoni.
Heidelberg: in Germania; 1907: ritrovamento di ossa di uomini primitivi
(uomo di Heidelberg).
Hill 60: nome dato dagli inglesi ad una collina a sud-est di Ypres, Belgio;
teatro di molti scontri durante la prima guerra mondiale.
Hissarlikì Turchia; nei pressi sorgeva l’antica Troia.
Hoangho: il fiume maggiore della Cina, chiamato anche «fiume giallo»
(Yellow River) e «la disgrazia della Cina» (China’s Sorrow) per le sue disastrose
inondazioni.
Howitt Mountains: catena montuosa dell’Australia.
Hull: in Inghilterra; sui fiumi Humber e Hull.
Inkerman: paese nei pressi di Sebastopoli. 1854: battaglia della guerra di
Crimea.
Inn: fiume dell’Austria, confluisce nel Danubio a Passau, Germania.
Jedburgh: in Scozia; i banditi che infestavano la zona venivano spesso prima
giustiziati, poi giudicati; da ciò deriva l’espressione «la giustizia di Jedburgh».
Jena: in Germania; 1806: Napoleone vi sconfisse i prussiani.
Jotunfjell (montagna dei giganti): catena montuosa della Norvegia.
Kattegat (Cattegat): stretto che collega il Mare del Nord e il Mar Baltico.
La Rochelle: fortezza principale degli ugonotti nel XVI secolo.
Les Eyzies: in Francia; nei pressi la grotta chiamata Cromagnon, dove, nel
1898, furono ritrovati degli scheletri di uomini primitivi.
Lewes: in Inghilterra; 1264: patto tra Enrico III e i suoi baroni.
Lipsia: in Germania; 1813: sconfitta di Napoleone.
Little Big Horn: fiume del Montana, U.S.A.; 1876: il Gen. Custer vi fu
sgominato dagli Sioux.
Liverpool; in Inghilterra; meta di molti emigranti irlandesi.
Livonia (ted. Livland): regione storica ad ovest del golfo di Riga.
Livorno (ingl. Leghorn): in Italia; occupata da Napoleone nel 1796.
Londra;
Angel St, nella City;
Angel: quartiere di Islington, che prende il nome da quello di un’osteria da
tempo scomparsa;
Blackfriars Lane: occupa parte del luogo in cui sorgeva il convento dei
domenicani in cui fu concesso ad Enrico Vili il divorzio da Caterina d’Aragona;
Blackfriars Theatre: vi recitava spesso Shakespeare;
Burlington House, fatta costruire da R. Boyle conte di Burlington;
142 Glossari

Charing Cross: quartiere all’estremità occidentale dello Strand;


Chelsea: quartiere sud-orientale;
Dirty Dick’s: osteria a Bishopgate;
Drury Lane: teatro in cui recitava Garrick;
Epsom Down: ippodromo a sud della città;
Fleet St: centro della stampa londinese;
Gladstone Statue: sullo Strand;
Gog e Magog: secondo una leggenda britannica, due giganti catturati e
portati a Londra. Le loro statue si trovano nella «Guildhall» (palazzo municipa­
le della City) fin dal XIV secolo;
Hammersmith: quartiere occidentale;
Hansard: atti ufficiali della House of Commons (Camera dei Comuni);
Horniman Museum: ha una collezione di strumenti musicali antichi;
Ladbroke, Rd, Sq. e Grove: a Kensington;
Louigi: un tempo ristorante alla moda;
Madame Tussaud’s Exibition: mostra di statue di cera in Marylebone St;
Marylebone Cricket Club: ha sede presso il Lord’s Cricket Ground;
«Morning Post»: quotidiano che nel 1937 si fuse con il «Daily Telegraph»;
Old Bailey: sede della Central Criminal Court (tribunale penale centrale);
Old Vie: teatro, famoso per le produzioni shakespeariane;
Peter Robinson: grandi magazzini nell’Oxford Circus;
Portobello Rd: Kensington, sede di un famoso mercato;
Pump Court: piazza del XVII sec., nei pressi del Middle Tempie Lane;
figura nel romanzo di Charles Dickens Martin Chuzzlewit-,
Regent’s Park: giardino aperto al pubblico nel 1838;
Scotland Yard: nome comune del Criminal Investigarion Department
(reparto investigativo) della polizia inglese, che aveva sede un tempo in Gt.
Scotland Yard, Whitehall;
Simpson’s-on-the Strand: ristorante;
Soho: quartiere cosmopolita del centro della città;
Tooley St: Southwark;
Tower of London (Torre di Londra): sulla riva settentrionale del Tamigi,
sotto il Ponte di Londra. Tra le torri sulle sue mura sono la Byward, la
Beauchamp, la Bell, la Wardrobe, la Bloody. La White Tower è il torrione
normanno; la Lion Tower sorgeva dove si trovano attualmente la biglietteria ed
il bar;
Vauxhall: quartiere di Lambeth;
West End: quartiere del centro della città.
Loos: in Francia; 1915: battaglia della I guerra mondiale.
Lotta: fiume della Russia occidentale; sfocia nella baia di Murmansk.
Lund: città della Svezia meridionale.
Magenta: in Italia; 1859: Napoleone vi sconfisse gli austriaci.
Man, Isle of: isola nel Mar d’Irlanda; chiamata da Tolomeo Monada (Mona
ulteriore) per'distinguerla da Anglesey (Mona).
Glossari 143

Manchester: in Inghilterra; vi si pubblica il «Manchester Guardian», un


tempo il quotidiano più famoso dell’isola fuori di Londra.
Manhood, Hundred of: antica ripartizione territoriale del Sussex, Inghilter­
ra; comprende la città di Sidlesham.
Maxwell town: parte di Dumfries, nella contea omonima, in Scozia.
Mecca: capitale dell’Higiaz, in Arabia Saudita, città santa dell’IsIam. Vi si
trova la Kaaba, costruzione a forma di cubo, al cui muro esterno orientale è
fissata la Pietra Nera, bianca quando cadde dal cielo, e diventata nera per i
peccati di tutti quelli che l’hanno toccata.
Menai Strait: il canale del Mar d’Irlanda che separa Anglesey dalla costa del
Galles. E attraversato da un ponte stradale sospeso e da un ponte ferroviario
«tubolare».
Mobile: in Alabama, U.S.A.; 1864: battaglia navale della guerra civile.
Mons: in Belgio; vi era appostata l’ala destra degli avamposti di Wellington
nella battaglia di Waterloo.
Montenotte: in Italia; 1796: prima battaglia della campagna napoleonica
d’Italia.
Moustier: in Francia; grotta in cui furono rinvenuti importanti resti archeolo­
gici (civiltà mousteriana).
Mu: fiume della Birmania, affluente dell’Irrawaddy.
Neanderthal: valle tedesca in cui furono trovati scheletri completi dell’età
della pietra.
New Ireland (Nuova Irlanda): isola dell’arcipelago Bismarck.
New York;
Broadway: centro del quartiere dei teatri;
Dole Line, Death Avenue: probabilmente compagnia marittima servita
dalla linea ferroviaria lungo la llth Avenue, nota un tempo come «Death
Avenue» (la strada della morte) per i binari posti al centro della strada;
«Evening World»: quotidiano pubblicato dal 1887 fino al 1931, anno in cui
si fuse con il «New York Telegram»;
Little Church Around thè Corner (la chiesetta girato l’angolo): nome dato
alla Chiesa della Trasfigurazione, W 29th St;
Wall St: centro del quartiere degli affari;
Woolworth Building: uno dei primi grattacieli; per molti anni l’edificio più
alto del mondo.
Ob o Obi: fiume siberiano.
Oslo: capitale della Norvegia; ribattezzata Cristiania dopo la ricostruzione
seguita all’incendio del 1624, riportata al nome di Oslo nel 1925.
Otz: fiume dell’Austria occidentale; affluente dell’Inn.
Oxford: centro universitario inglese;
Tom Quad: corte quadrata del Christchurch College, dove viveva Lewis
Carroll;
Magdalen College {Magdalen viene pronunciato press’a poco maudlin}.
Papa Westray: la più settentrionale delle isole Orcadi (Orkney Islands),
144 Glossari

Scozia.
Parigi;
Are de Triomphe: simbolo delle glorie francesi e altare della patria;
Hotel des Invalides: vi si trova la tomba di Napoleone;
Javel: quartiere sulla riva sinistra della Senna, un tempo frequentato dalle
lavandaie; (acqua di Javel, con proprietà candeggianti).
La Butte: la collina di Montmartre;
«Le Petit Parisien»: periodico degli anni Venti;
Pére Lachaise: cimitero, vi è sepolto Oscar Wilde;
«Revue des deux mondes»: settimanale culturale pubblicato dal 1831;
«Revue Hebdomataire»: settimanale culturale pubblicato dal 1892;
St Fiacre, Hotel: rue St-Martin;
Tour du monde en quarante jours: ampiamente reclamizzato a Parigi
prima della I guerra mondiale;
Tour Eiffel: simbolo della città, costruita in occasione dell’Esposizione
Universale.
Passau: in Germania; 1552: trattato in cui l’imperatore Carlo V garantiva
piena libertà di culto ai protestanti.
Pea Ridge: Illinois, U.S.A.; 1862: battaglia della guerra civile.
Piltdown: in Inghilterra; tra il 1908 e il 1915 vi avvenne il ritrovamento di resti
umani. Si scoprì solo nel 1953 che si trattava di una truffa.
Pomona: altro nome dell’isola maggiore delle Orcadi (Orkney Islands),
Scozia, chiamata Mainland.
Rance: fiume della Francia, sfocia nella Manica.
Redruth: in Inghilterra; centro minerario.
Riesengebirge: nome tedesco di una catena montagnosa dei sudeti, tra la
Cecoslovacchia e la Polonia, ora Karkonosze.
Rollright Stones: antico circolo di pietre vicino a Chipping Norton, Inghil­
terra.
Roma;
Carcere Mamertino;
Foro: comprende anche un tempio a Saturno;
Regina Coeli: carcere principale della città.
Rouen: nella cattedrale di questa città della Francia, come in altre, si trova una
torre chiamata «Tour de Beurre» (it. torre di burro, ingl. Buttertower); si dice
che queste torri siano state costruite con i denari ricavati dalla vendita delle
dispense dalla vigilia.
Salò: in Italia; 1796: battaglia tra austriaci e francesi.
St Austell: città della Cornovaglia, Inghilterra.
St Just: città della Cornovaglia, Inghilterra.
Schmalkaden: in Germania; 1531: i principi luterani vi strinsero una lega
contro l’imperatore Carlo V.
Sidlesham: nel Sussex, Inghilterra; nel suo cimitero sono sepolte diverse
persone che si chiamavano Earwicker, e si trovano anche tombe col nome di
Glossari 145

Glue, Gravy, Boniface, Anker e Northeast.


Siracusa: Italia; vi si trova l’«Orecchio di Dionisio» (Dionysius’s Ear), grotta
artificiale dotata di straordinarie proprietà di amplificazione acustica. Il nome le
fu dato nel 1608 dal pittore Caravaggio, e da esso nacque la leggenda che il
tiranno la usasse come carcere per sentire quello che dicevano i prigionieri.
Solferino: in Italia; 1859: battaglia tra francesi e austriaci.
Stamford Bridge: in Inghilterra; 1066: battaglia in cui Harold II sconfisse suo
fratello ed Harold Haardrade di Norvegia.
Stonehenge: circolo di pietre nella pianura di Salisbury, Inghilterra.
Sydney: città dell’Australia; una lettera pubblicata nel «Sydney Bulletin» del
1894 proponeva il nome Eastralia per l’Australia orientale.
Taff: nome di due fiumi del Galles.
Tasmania: isola a sud-est del continente australiano, originariamente chiama­
ta Terra di van Diemen.
Tay: fiume della Scozia.
Tippercanoe: fiume dell’indiana, U.S.A; 1811: battaglia contro gli indiani.
Tournai: in Belgio; subì molti assedi dal XVI al XVIII secolo.
Troutbeck: fiume e paese in Inghilterra.
Verdun: in Francia; 1870: assediata e presa dai prussiani; 1916: battaglia della
prima guerra mondiale.
Vologne: fiume della Francia; affluente della Mosella.
Wagram; in Austria; 1809: Napoleone vi sconfisse gli austriaci.
Wallop Fields: in Inghilterra; battaglia tra Vortigern re dei britanni ed i
sassoni nel VI sec.
Waterbury: in U.S.A.; nota per la produzione di orologi.
Waterloo: Belgio; 1815: battaglia in cui Napoleone fu definitivamente scon­
fitto dagli inglesi e dai prussiani. Altri paesi sul campo di battaglia: La Belle
Alliance, iMont St-Jean, Quatre Bras.
Wednesbury: in Inghilterra; 592: battaglia tra sassoni e britanni.
Zurigo;
Sihl: secondo fiume della città, sulle rive del quale si trova l’ufficio postale
principale, chiamato appunto Sihlpost;
Sechselhàuten: festa di primavera, in cui il Bògg, un fantoccio che rappre­
senta l’inverno, viene bruciato quando le campane suonano le sei della sera.

4.2 Personaggi
Adriano IV (1100-1159): papa; concesse l’Irlanda al re Enrico II d’Inghil­
terra.
Agni: dio indù del fuoco.
Agrippa, H. C. di Nettesheim (1486-1535): medico e filosofo tedesco.
Ambrosio, Aureliano: campione dei britanni romanizzati.
Amedeo IV, conte di Savoia ( 1334-1383 ) : nel 1364 istituì Y Ordine del Collare,
146 Glossari

poi detto della SS. Annunziata con il motto FERT, il cui significato più probabi­
le è «Fortitudo Eius Rhodum Tenuit» o potrebbe anche essere la parola latina
fert.
Anacleto II (m. 1138): antipapa, contrastò senza successo Innocenzo IL
Ansars (gli aiutanti): nome dato ai primi convertiti alla religione mussulmana.
Apsaras: divinità minori della mitologia indiana, ninfe delle acque.
Archer, W. (1856-1924): critico teatrale inglese;
The Green Goddess (la dea verde), dramma.
Arditi L. (1822-1903): direttore d’orchestra e compositore italiano.
Aristofane (445-385 a.C.): commediografo greco;
Le rane-. «Brekekekex koax koax» (coro degli spiriti delle rane nell’Ade).
Arminio (18 a.C. ca.-21 d.C. ca.): capo germanico.
Arsa: dea araba.
Asitas: discepolo di Buddha.
Ask ed Embla (frassino ed olmo): Adamo ed Èva nella mitologia scandinava.
Atterbom, Ebba: nel 1921 tradusse Dedalus in svedese.
Bairnsfather, C. B. (n. 1887): autore di fumetti inglese.
Barmècidi: nobile famiglia persiana, molto potente fino all’ Vili sec.
Barnum & Bailey: circo statunitense di T. Barnum (1810-1891).
Barrie, Sir J. M. (1860-1937): scrittore scozzese;
Qualìty Street (Via dell’alta società), commedia.
Beaverbrook, W. (n. 1879): magnate della stampa inglese.
Beebe, C. W. (n. 1877): ornitologo statunitense.
Beery, N.: attore cinematografico statunitense.
Belcher, J. (1781-1811): pugile inglese.
Benedict, sir J. (1804-1885): musicista tedesco;
The Lily ofKillarney (Il giglio di Killarney): «I come, I come, my heart’s
delight» (vengo, vengo, delizia del mio cuore).
Bennet, A. (1867-1931): romanziere inglese.
Great Babylon Hotel.
Bentley, R. (1662-1742): filologo inglese.
Blake, W. (1757-1827): poeta e pittore inglese;
Jerusalern (Gerusalemme): i quattro Zoas (sensi eterni dell’uomo);
Lettera a John Cumberland, 12/4/1787: «The mind, in which everyone is
King and Priest in his own house» (La mente, in cui ognuno è re e sacerdote
nella propria casa).
Blavatsky, H. P. (1831-1891) nata Hahn: fondatrice della teosofia.
Bleda: fratello di Attila, fu ucciso da quest’ultimo.
Blucher, G. L. von (1742-1819): generale prussiano; diede il nome ad un tipo
di scarpe.
Bode, J. J. C. (1730-1793): musicista e traduttore tedesco. [Tradusse tra
l’altro il Sentimental Journey (Viaggio sentimentale) di Sterne].
Booth, J. W. (1839-1865): attore statunitense, uccise il presidente Lincoln.
Borei, P. J., noto come Petrus (1809-1859): letterato francese, usava lo
Glossari 147

pseudonimo «Le Lycanthrope» (il licantropo).


Boyce, W. (1710-1779): musicista inglese.
Bracegirdle, A. (1663ca.-1748): attrice inglese.
Braddon, M. E. (1837-1915): scrittrice inglese.
Brahms, J. (1833-1897): musicista tedesco,
Brewer, E. C. (1810-1897): divulgatore inglese.
Brillar Savarin, A. (1755-1826): magistrato e letterato francese;
La phisiologie du goùt (La fisiologia del gusto).
Browning, R. (1812-1899): poeta inglese;
Pippa Passes (Pippa passa);
The Lost Leader (Il capo perduto).
Bruno, G. (1548-1600): filosofo italiano nato a Nola;
Il candelaio, commedia: nel frontespizio il motto: «In Tristitia hilaris: in
Hilaritate tristis».
Buchan A. ( 1829-1907): metereologo inglese, sostenne la teoria per cui certi
periodi dell’anno sono «cold spots» (punti freddi).
Buddha (l’illuminato) o Siddhartha Gautama (ca. 557 a.C.-ca. 447 a.C.), noto
anche come Sakyamuni: riformatore religioso indiano. Luogo di nascita: Kapi-
lavatthu; nome della madre: Maya; nome della matrigna: Maya-prajapati. Nome
del figlio: Rahoulas. Nome del suo cavallo: Kantaka. Fu tentato da Mara, uno
spirito maligno. Uscendo dal suo palazzo “dans la nuit sonore” (Herold, La vie
de Bouddha) incontrò un vecchio, un malato e un cadavere, imparando così a
conoscere la vecchiaia, la malattia, la morte. Rinunciando al lusso, scambiò i
vestiti con quelli di un dio trasformato in cacciatore, e si tagliò i capelli
scagliandoli al cielo; prima gli avevano rivolto la parola chiamandolo «Eroe».
Ebbe l’illuminazione, durante la quale una canna crebbe dal suo ombelico, a
Uruvela. Dopo l’illuminazione, venne a conoscenza delle sue vite passate, egli fu
reso omaggio 7 volte.
Budge, Sir E. A. T. (1857-1934): orientalista inglese;
Book of thè Dead (Libro dei morti): «The Chapter of not being Scalded
with Water» (il capitolo sul non venire scottati dall’acqua). «The Chapters of
Going Forth by Day» (i capitoli sull’andare avanti di giorno). «Osiris Ra,
triumphant, saith... I bave performed upon thee all thè things which thè
company of thè gods ordered concerning thee in thè matter of thè work of thy
slaughter. Get thee back, thou abominatioiwf Osiris... I know thee... O thou
that comest without being invoked, and whose [time of coming] is unknown»
(Osiris Ra, trionfante, dice... Ho eseguito su di te tutte le cose che la compagnia
degli dei ha ordinato nei tuoi riguardi circa la questione dell’opera della tua
strage. Va indietro, tu abominio di Osiride... Ti conosco... O tu che vieni senza
essere invocato, e del quale [il momento di arrivo] è sconosciuto).
Bullocky: giocatore di cricket di statura gigantesca.
Buslaev, V.: eroe del ciclo epico russo di Novgorod.
Byng, J. (1704-1757): ammiraglio inglese.
Byron, G. G. (1788-1824): poeta inglese;
148 Glossari

«Maid of Athens, ere we part» (o fanciulla ateniese, prima che ci sepa­


riamo);
«The isles of Greece, thè isles of Greece,/Where burning Sappho loved
and sung» (L’isole greche, l’isole greche,/dove l’ardente Saffo amava e cantava).
Byron, H. J. (1834-1884): scrittore di teatro inglese;
Our Boys (i nostri ragazzi).
Caràtaco: re britannico del I sec. d.C.
Carlo Martello (689-741): re dei Franchi.
Carlyle, T. (1795-1881), scrittore inglese;
Sartor Resartus: protagonista Prof. Teufelsdròckh.
Carroll, Lewis, pseudonimo di C. L. Dodgson (1832-1898): matematico
inglese al Christchurch College di Oxford, decano, fotografo dilettante, balbu­
ziente;
Alice’s Adventures in Wonderland (Le avventure di Alice nel paese delle
meraviglie): personaggi: Mad Hatter (cappellaio matto), March Hare (lepre
marzolina);
Alice Through thè Looking Glass (Attraverso lo specchio).
Cassivellauno; re britanno del I sec. a.C.
Chateaubriand, F. R. de (1768-1848): scrittore francese;
Atala.
Childers, H. C. E. ( 1827-1896): parlamentare inglese, soprannominato «Be­
re Comes Everybody» (qui viene ognuno).
Christy Minstrels: compagnia di varietà statunitense.
Coldstream Guards: reggimento di fanteria britannico.
Coleridge, S. T. (1772-1834): poeta, filosofo e critico inglese;
The Rime of thè Ancient Marinere (La ballata del vecchio marinaio, versio­
ne 1798): «man of woman bom» (uomo nato da donna).
Colt, S. (1814-1862): statunitense, ideò la pistola a ripetizione.
Commodo, M. A. (161-192 d.C.): imperatore romano.
Confucio (Kung Fu-tze) (551-478 a.C.): nato a Lu, in uno stato dominato
dalle famiglie Meng, Chi e Shush-Sun, da un padre settantenne di nome Kung
l'alto (Kung thè Tali); prima della sua nascita la madre vide un animale favoloso
che portava in bocca una tavoletta di giada recante un messaggio profetico; da
giovane era esattore di decime.
Congreve, W. (1670-1729): scrittore di teatro inglese;
The Way of thè World (Così va il mondo).
Coogan, J. (n. 1914): attore cinematografico statunitense;
The Kid (Il monello, 1920).
Cooper, J. F. (1789-1851): scrittore statunitense.
Crabtree, Lotta: soubrette statunitense del XIX sec.
Cromwell, O. (1599-1658): uomo di stato inglese, regicida, Lord Protettore
d’Inghilterra. Nel 1654 disse che gli irlandesi potevano andare «to hell or
Connacht» (all’inferno o nel Connacht, regione notoriamente brulla).
Della Porta, G. (1538-1615): scrittore, drammaturgo e scienziato italiano;
Glossari 149

l fratelli rivali, commedia. (Scrisse anche tre tragedie che, per una strana
combinazione - è pressoché certo che Joyce non le conoscesse - portano i titoli
di Ulisse, Penelope e Georgio.}
Dickens, C. (1812-1870): scrittore inglese;
David Copperfield-. «Barkis is willing» (Barkis è ben disposto);
Our Mutual Friend (il nostro comune amico).
Disraeli, B., primo conte di Beaconsfield (1804-1881): uomo politico e
scrittore inglese.
Dreyfus, A. ( 1859-1935): ufficiale francese di origine ebrea, condannato per
tradimento in base a prove contraffatte, poi riabilitato.
Dunlop, J. B. (1840-1921): fabbricante inglese di pneumatici.
Dunne, F. P. ( 1867-1936) : umorista statunitense, creatore di Mr Dooley e del
suo amico Mr Hennessy, che lui chiama «Hinnissy».
Dunyazad: sorella di Sharahzad in Le mille e una notte.
Early, J. (1816-1894): generale confederato statunitense.
Eckermann, J. P. (1792-1854): scrittore tedesco;
Gespràche mit Goethe (conversazioni con Goethe).
Edoardo III ( 1312-1377): re d’Inghilterra; 1346 ca.: Ordine della Giarrettie­
ra, con motto «Honni soit qui mal y pense».
Einstein, A. ( 1879-1955): matematico e fisico statunitense di origine tedesca,
nato a Ulma (Ulm).
Enos: figlio di Set che era il terzo figlio di Adamo ed Èva.
Enrico II (1133-1189): re d’Inghilterra, nel 1172 concesse Dublino agli
abitanti di Bristol.
Escoffier, A. (1847-1935): cuoco e gastronomo francese.
Fugger: famiglia tedesca di Augusta, si creò una notevole fortuna col com­
mercio;
Fugger's News Letter, raccolta di lettere inviate a un membro della famiglia
dai suoi agenti, dal 1568 al 1605.
Furphy & Co.: fornitore delle apparecchiature igieniche ai campi militari
australiani durante la I guerra mondiale. Il suo nome divenne sinonimo di
«rumore proveniente da una latrina».
Gish, D. (n. 1898) e L. (n. 1896): attrici cinematografiche statunitensi.
Gladstone, W. E. ( 1809-1898): uomo politico inglese, detto «The Grand Old
Man» o «G.O.M.» (il gran vecchio). Aveva perso in un incidente una parte
dell’indice sinistro. II suo amico Lord Clarendon lo chiamava «Merry Pebble»
(allegrone: pebble, sassolino, era nel 1840-60 un vocativo familiare).
Grace, W. G. (1848-1915): giocatore di cricket inglese.
Grant, U. S. (1822-1885): capo dell’esercito dell’Unione durante la guerra
civile, XVIII presidente degli U.S.A.
Gray, T. (1716-1771): poeta inglese;
Ode Written on a Distant Prospect ofEton College (Ode scritta su di una
veduta da lontano dell’Eton College): «Where ignorance is bliss, ’Tis folly to be
wise» (dove ignoranza è gioia, esser saggi è follia).
150 Glossari

Grimaldi, J. (1779-1837): pagliaccio inglese.


Grouchy, E. (1766-1847): maresciallo di Francia.
Guglielmo I il Conquistatore ( 1028-1087): normanno, sconfìsse Harold II ad
Hastings e divenne re d’Inghilterra.
Guglielmo II il Rosso (Rufus), (1056-1100): re d’Inghilterra.
Guglielmo III (1650-1702): principe olandese di Grange e Nassau, re d’In­
ghilterra con la moglie Maria II. Detto familiarmente King Billy.
Guglielmo IV (1765-1837): re d’Inghilterra, detto il Re Marinaio.
Hahan-Hahan, I. von (1805-1880): scrittrice sentimentale tedesca.
Halley, E. (1656-1752): astronomo inglese, diede il nome a una cometa che ha
un periodo di 76 anni.
Hansard: famiglia di tipografi inglesi da cui prendono il nome le relazio i
ufficiali degli atti della Camera dei Comuni inglese.
Hawthorne, N. (1804-1864): scrittore statunitense;
The House of thè Severi Gables (la casa dei sette frontoni).
Helvetius, C. (1715-1771): libero pensatore francese.
Hengist e Borsa: fratelli, capi dei primi invasori sassoni dell’Inghilterra.
Herrick, R. (1561-1674): poeta inglese;
«Bid me to live thy Protestant to be» (chiedimi di vivere per essere il tuo
corteggiatore).
Highlanders: 93° reggimento dell’esercito inglese; la «sottile linea rossa» a
Balaclava, in Crimea.
Hogg, J. (1770-1835): scrittore scozzese.
Howitts, W. (1792-1879) e M.: scrittori inglesi.
Ibsen, H. (1828-1906): poeta e scrittore di teatro norvegese;
Bygmester Solness (it. Il costruttore Solness; ingl. The Masterbuilder);
Samfundet Stotter (I pilastri della società).
Israfel: angelo musulmano della musica, suonerà la tromba del giudizio
universale.
Jabul, Jubal, Tubai: discendenti di Caino.
Jackson, T. detto «Stonewall» ( 1824-1863): generale confederato statunitense.
Jane, Ginger: il corpo umano completo più antico del mondo; conservato al
British Museum.
Jenner, E. (1749-1823): medico inglese, scoprì la vaccinazione.
Johnson, B. (1572-1637): scrittore inglese;
Volpone: personaggio Mosca.
Juke e Kallikaks: famiglie statunitensi, degenerati ereditari sia fisici sia men­
tali.
Kelly, W. W.: inglese, direttore della Evergreen Touring Company, che mise
in scena A Royal Divorce di Wills.
Kidd, capitan (1645-1701): pirata inglese.
Kish: padre di Saul.
Koreish: tribù che perseguitò Maometto.
Krishna: dio indù del fuoco e delle tempeste.
Glossari 151

Kropotkin, principe (1842-1921): scrittore russo, rivoluzionario.


Ku Klux Klan: il suo libro sacro si chiama Kloran.
Latouche, H. T. de (1785-1851): scrittore francese.
Lewis, P. Wyndham (1884-1957): scrittore inglese, attaccò Joyce in un
articolo intitolato An Analysis of thè Mind of ]. ]. ;
Tarr.
Liddell, Alice: ispiratrice di L. Carroll.
Loki: dio scandinavo del male.
Lord, T.: giocatore di cricket inglese.
London, J. (1876-1916): scrittore statunitense;
Moonface, storia di un omicidio.
Luperca: lupa che allattò Romolo e Remo.
Lully, J. B. (1662-1687): musicista francese.
Lytton, E. G. Bulwer, primo barone (1803-1873): scrittore e uomo politico
inglese;
Richelieu: «Pen is mighter than sword» (la penna è più potente della
spada).
Macaulay, T. B. (1800-1959): scrittore inglese;
Lays of Ancient Rome: «Lars Porsena of Clusium/By thè nine gods he
swore» (Lars Porsenna di Clusium/giurò sui nove dei);
Marriage of Tirzah and Ahirad: «How long, my Lord, how long?» (per
quanto tempo, Signore, per quanto tempo?).
Macpherson, J. (1736-1769): scrittore scozzese;
' Fingai: «If fall I must, my tomb will rise» (se dovrò cadere, la mia tomba si
solleverà).
MacMahon, M. de, (1808-1893): maresciallo di Francia, presidente, discen­
dente da una «Wild Goose», combattè in Crimea.
Maometto (570-632): fondatore della religione musulmana. Sposò una cugi­
na, e viveva principalmente di datteri ed acqua; usava stuzzicadenti. Le sue
sopracciglia erano divise da una vena che batteva visibilmente nei momenti di
agitazione. Il suo cavallo si chiamava Katachanka. Le sue imprecazioni preferite
erano: «May his forehead be darkened with mud» (che la sua fronte possa venire
annerita dal fango) e «May your hand be rubbed in dirt» (che la tua mano possa
venire strofinata nella sporcizia). Momenti della preghiera mussulmana (cin­
que): subito dopo il tramonto, al calar della notte, al sorgere del giorno, subito
dopo mezzogiorno, a metà del pomeriggio.
Mark Twain, pseudonimo di S. L. Clemens (1835-1910): scrittore statuni­
tense;
Tom Sawyer\
The Adventures of Huckleberry Finn (Le avventure di Huckleberry Finn):
scritto, secondo la nota iniziale, nel dialetto della Pike County, Missouri.
Meade, J. (1586-1638): studioso inglese della Bibbia.
Melville, H. (1819-1891): scrittore statunitense;
Billy Budd.
152 Glossari

Miller, H. (1801-1856): geologo inglese;


The Testimony of thè Rocks (La testimonianza delle rocce).
Mistinguette (m. 1956): ballerina francese.
Mitra: dio persiano della luce.
Mix, Tom: attore statunitense del cinema muto western.
Moore and Burgess: compagnia di varietà che lavorò a Londra nel 1862:
intercalare «Take off that white hat ! » (togliti quel cappello bianco).
Muldoon, W. (1852-1933): lottatore statunitense;
Biografia: Muldoon, thè Solid Man ofSport (Muldoon, lo sportivo di buon
senso).
Munzuk: padre di Attila.
Mutt e Jeff: protagonisti di fumetti statunitensi.
Napoleone I Bonaparte (1769-1821): imperatore francese; chiamava Wel­
lington «generale dei sepoy»; nel 1793, dopo aver dettato una lettera che una
pallottola aveva coperto di terra: «Bene, non avremo bisogno di sabbia» (per
asciugarla). Cavallo: Marengo (bianco).
Ney, M. (1769-1815): maresciallo di Francia.
Niccolò da Cusa (1401-1464): cardinale, filosofo e letterato;
De Docta Ignoranza: teoria della coincidentia oppositorum.
Nietzsche, F. W. (1844-1900): filosofo tedesco.
Nix e Nixie: spiriti delle acque nella mitologia teutonica.
Oakley, A: tiratrice infallibile del West statunitense.
Oates, T. (1645-1705): cospiratore inglese.
Offa: eroe degli Angli.
Oglethorpe, J. E. (1696-1785): fondatore della Georgia, U.S.A.
Orazio (65-8 a.C.): poeta latino;
Ars Poetica, 139: «parturient montes, nascetur ridiculus mus» (partorisco­
no i monti, nasce un ridicolo topo);
Odes, IL 14.1: «Eheu fugaces, Postume, Postume, labuntur anni» (Ahimè,
Postumo, Postumo, fugaci passano gli anni).
Odes, III, 1,2: «favete linguis» (tacete).
Odes, III. 30. 1: «Exegi monumentum aere perennius» (ho costruito un
monumento più duraturo del bronzo).
Owen: fabbricanti di vetro statunitensi.
Park, Mungo (1771-1806): esploratore scozzese.
Parr, T. «Old Parr» ( 1483-1635): inglese rimasto celebre per la sua straordi­
naria longevità.
Peaches, F. : ragazza americana coinvolta negli anni venti in uno scandalo con
un uomo anziano chiamato Daddy Browning.
Peel, Sir Robert (1788-1850): uomo politico inglese, organizzatore del servi­
zio di polizia; diede il nome ai poliziotti inglesi (bobbies) ed a quelli irlandesi
(peelers).
Peabody, J. F. (1795-1869): filantropo statunitense.
Peter thè Painter. anarchico russo del XX secolo, diede il nome a un tipo di
Glossari 153

pistola.
Pickett, G. E. (1825-1875): generale confederato statunitense.
Pitt, W. (1759-1806): uomo politico inglese.
Poe, E. A. (1809-1849): scrittore statunitense;
The Raven (il corvo): «Quoth thè raven “Nevermore”» (disse il corvo “mai
più”).
Porson, R. (1759-1808): studioso classico inglese.
Potts: mèdico del XVIII sec., diede il nome a un tipo di frattura.
Pringle, Sir J. (1707-1782): medico scozzese; biografo Andrew Kippis.
Rabelais, F. (1494-1553): scrittore francese;
Pantagruel, Gargantua.
Lazare Sainéan: La langue de Rabelais, Parigi, 1927; da quest’opera deriva­
no due gruppi principali di parole utilizzate da Joyce: «badelaire, malchus,
partisan, verdun, aze gaye» (lance e spade); «mal maridade, revergasse, pyrri-
chie, frisque, la gaye, trippière, valentinoise, expect un pauc» (danze).
Rejane, G. (1856-1920): attrice francese.
Reszke, J. de: tenore polacco.
Ross, Betsy ( 1752-1836) : si dice che la bandiera statunitense sia stata fatta con
la sua sottana.
Rothschild: famiglia di banchieri ebrei, nota per la straordinaria ricchezza.
S. Antonio Abate (250-356) : patrono degli animali, raffigurato con un maia­
lino.
S. Antonio da Padova (1195-1231): la sigla S.A.G. (Saint Anthony Guide-
Sotto la guida di Sant’Antonio) è apposta sulle lettere dai cattolici più ferventi.
S. Agostino (354-430): filosofo, dottore della chiesa;
Contra Epist. Parmen. 3, 24: «Securus iudicat orbis terrarum» (il giudizio
del mondo è sicuro).
S. Thomas à Becket (1118-1170): cancelliere, vescovo di Canterbury, fatto
uccidere da re Enrico II d’Inghilterra.
Sharahzad: narratrice di Le mille e una notte.
Shakespeare, W. (1564-1616): attore, scrittore di teatro e poeta inglese;
Anthony and Cleopatra (Antonio e Cleopatra): Charmian, ancella di Cleo­
patra;
Comedy ofErrors, The (la commedia degli equivoci): Dromio, nome di due
gemelli;
Hamlet (Amleto): II.2.295: «John-a-dream» (Giovannino sognidoro: no­
me generico di un tipo con la testa fra le nuvole); V. 1.29: «(Adam) was thè first
man that ever bore arms» ([Adamo] fu il primo uomo a portare armi);
Henry IV, parte 2“: Doli Tearsheet, prostituta;
King Lear, III.4.187: «Fie, foh, and fum» (Ucci ucci ucci);
Macbeth-. IV. 1.80: «For none of woman born shall harm Macbeth» (perché
nessuno nato da donna potrà far del male a Macbeth);
Othello-. III.3.191-192: «O, beware, my Lord, of jealousy: it isagreen-eyed
monster» (Guardati, mio signore, dalla gelosia: è un mostro dagli occhi verdi).
154 Glossari

Sigurd thè Jerusalemfarer (colui che andò a Gerusalemme): re di Norvegia


nel XII sec.
Silence, Sylvia: ragazza detective in una rivista inglese per studentesse degli
anni Venti.
Siva: dio indù della distruzione.
Smollett, T. (1721-1777): scrittore inglese;
Humphrey Clinker,
Peregrine Ptckle\
Roderick Randonr,
Soult, N. (1769-1851): maresciallo di Francia.
Spencer, E. (1552-1599): poeta inglese; Colin Clout, nome da lui adottato in
alcune sue opere.
Stevenson, R. L. (1854-1894): scrittore scozzese.
Treasure Island (L’isola del tesoro): Billy Bones, pirata.
Sun-Yat-Sen (1866-1925): primo presidente della repubblica cinese (1912).
Swinborne, A. Ch. (1837-1909): poeta inglese.
Tagore, sir R. (1861-1941): poeta indiano.
Tamerlano (1336-1405): conquistatore orientale.
Tem (o Atem): dio creatore egiziano.
Tennyson, lord A. (1809-1892): poeta inglese;
Charge of thè Light Brigade (La carica dei seicento): «Their’s not to reason
why» (A lor non spetta chiedersi il perché).
Thurn und Taxis: nobile famiglia austriaca; ebbe il monopolio del servizio
postale dal XVI al XIX sec.
Tieck, J. L. (1773-1853): poeta tedesco.
Toller, J. (m. 1819): gigante inglese.
Tolomeo II Filadelfo (309-246 a.C.): re d’Egitto.
Tuoni, D. de (n. 1892): poeta triestino, amico di Joyce.
Vaughan, padre B.: religioso e scrittore inglese;
The Sins of Society.
Verne, J. (1828-1905): scrittore francese;
Giro del mondo in ottanta giorni-, protagonista Phileas Phogg.
Vico, G. (1668-1744): filosofo italiano, elaborò la teoria dei ricorsi storici.
Voltaire, F. M. Arouet de (1694-1778): poeta, scrittore, filosofo francese;
Epitres, XCVI, A l’Auteurdu Livre des Trois Imposteurs-. «Si Dieu n’existait
pas, il faudrait l’inventer» (se Dio non esistesse, bisognerebbe inventarlo).
Wagner, R. (1813-1883): musicista tedesco;
Gòtterdammerung (Il crepuscolo degli dei);
Tristan undIsolde (Tristano e Isotta: «Was ist? Isolde?» (che c’è? Isotta?):
prime parole cantate da Tristato.
«Mild und leise wie er lachtet» (dolce e calmo, sorridente)
Warbeck, P. (1474-1499): pretendente al trono d’Inghilterra.
Weary Willy: personaggio di un fumetto comico inglese.
Webster, N. (1758-1843): lessicografo statunitense.
Glossari 155

Welsh Fusileers, Royal: reggimento gallese.


Wesley, J. (1730-1791): religioso inglese.
Wheatstone, SirC. (1802-1875): fisico inglese, inventore dell’«acouchrypto-
phone», scatola a forma di lira in cui passavano le vibrazioni di un pianoforte e
che sembrava quindi suonare da sola.

4.3 Lingue

4.3.1 Albanese Egueri: Natale


bumulloj: tuono egun: giorno
Eskuara: basco
4.3.2 Arabo gogor: duro
bab: porta goti: rosso, ardente
baba: padre bandi: grande
barra: fuori izara: stella
Bismillah: in nome di Allah ur: acqua
jebel: montagna uri: pioggia
khan: osteria urraide: rame
nabi: profeta urre: oro
sahel: riva zillar: argento

4.3.3 Armeno 4.3.5 Birmano


aryuc: leone maha: regale
aryun: sangue nat: spirito
barekam: vicino (sost.) nwa-no: latte
barekeac: vivere bene
doun (dial. occ.): casa 4.3.6 Bretone
hayr: padre kurun: tuono
Lousavoric: illuminatore (titolo dato
a S. Gregorio) 4.3.7 Bulgaro
marmnakan: caporale
rusin: russo (agg.)
menak: solitario
sobranje: nome del parlamento
ogi: spirito
ordi: figlio 4.3.8 Cecoslovacco
ore or: giorno per giorno
oriort (dial. occ.): ragazza hoch: ragazzo
Polos: Paolo mladik: giovincello
sousan: giglio nicky: zeri
Sousan: Susanna peri: piuma
soutov: in fretta pozor: attenzione
titkin: signora
4.3.9 Cinese
4.3.4 Basco chin: montagna
burni: ferro feng: vento
156 Glossari

hai-p’a: aver paura enkel: semplice


hoa (latinizzazione francese): parole, engen: il prato
linguaggio eventyr: favola, avventura
joss (pidgin): Dio far: padre
k’ang: altezzoso, prepotente farfar: nonno (paterno)
kow-tow: usanza di toccare il suolo farver: colori
con la fronte in segno di rispetto fastland: continente
kuang: luce folkeforfatter: scrittore popolare
kuo: paese, nazione folkerig: popoloso
lang: lupo forfalde: decadere
ling: efficace forhore: interrogare
min: popolo, gente forover: avanti (aw.)
ping: tuono fra sin fromme son: dal suo pio figlio
shen: spirito fugl: uccello
shu: albero gammel: vecchio
ta-ou: grande Europa gammeldags: antiquato
wan: 10000 o un gran numero glimt: bagliore, fulgore
wang: re, principe gud: Dio
haard: duro
4.3.10 Danese han var: ei fu
aar: anno haven: il giardino
aeldre: anziano herberg: osteria
aften: sera hodet: testa
akkurat: esatto, esattamente hun: lei
bagside: dietro (sost.) hvad: che cosa
bare: solamente hvem: cui
barnets: del bambino hvid: bianco
bed om forladelse: chiedo scusa hvilken: chi, quale
bedstefar: nonno hvorledes har De det: come sta?
benklaeder: pantaloni i land: per terra
blad: foglia irsk: irlandese
blyant: matita i skib: a bordo
bog: libro karakter: carattere
branne: fuoco klatre: arrampicarsi
bror: fratello krigsmand: guerriero
bukser: pantaloni kvarter: quartiere
by: città kveld: sera
bygning: edificio liv: vita
dreng: ragazzo lomme: tasca
dreven: esperto (agg.) lykke: felicità
drukne: annegare med: con
doren: la porta Mikkelraev: Reynard la volpe
elsker du mig, min kaere pige?: mi min kvinde: mia donna
ami, mia cara ragazza? mod: contro
Glossari 157

mormor: nonna (materna) baraq: lampo


nat: notte beth: lettera b; numero 2
nattergal: usignolo ghimel: lettera g; cammello; numero
naturligvis: naturalmente 3
opstandelse: resurrezione gibbor: gigante
perlemor: madreperla gur: esilio
piger, hold op med jeres leg: ragazze, daleth: lettera d; porta; numero 4
smettete il vostro gioco dor: generazione; abitazione
pung: borsa, portamonete; (gergo) enos: uomo
merluzzo eres: terra
puste: soffiare, avere il fiatone eset (forma di ’isha): donna
raab: grido ethmol: ieri
skaal: salute, cincin! zayit: oliva
skam: vergogna hag: festa
skat: tesoro, tassa hai: vivo (agg.)
skud: colpo hamisa humse: Pentateuco (cinque
skulle: dovere (verbo) parti)
skumring: crepuscolo hamma: sole (sost.)
smal: stretto hanneni: abbi pietà di me
sprog: lingua, linguaggio hasha: silenzio
stilling: situazione Hawah: Èva
svaert gode: grosso bene (sost.) he: lettera e; finestra; numero 5
svarede: rispose hibbub: amore
tak for ilden: grazie per il fuoco hokmak: divina saggezza
taler: oratore hoq: statuto, legge
taler De dansk?: parla danese? kohen: divinatore
til: a (prep.) lason: lingua, discorso
ting: cosa, oggetto maharath: domani
tom: vuoto makkar: amico
tordenen: il tuono Marchesvan: mese dell’anno: tempo
troster: consolatore della semina
tvilling: gemello mappiq: puntino sulla lettera he
tysk: tedesco mayim: acque
vicekonge besoger smukke unge sko- melekhi: mio re
lepiger: il viceré fa visita a delle mem: lettera m; acqua; numero 40
belle giovani scolare methegh: briglia (termine gramm.)
nahash: serpente
4.3.11 Ebraico nasha: astuzia
adam: rosso; terra Nisan: mese dell’anno: le piogge ces­
Adar: mese dell’anno: le piogge co­ sano
minciano ophel: collina
’ade ’ad: per sempre peri: frutto
adi: ghirlanda, corona qarban: offerta
aleph: lettera a; numero 1 qoheleth: Ecclesiaste
158 Glossari

ram: alto Baptiste: Battista


raqia’: firmamento baquet (gergo): recipiente (usato p.
Rosh Hashena: Anno Nuovo es. per orinare)
ruah: spirito batiste: battista (tela)
Sabaoth: eserciti bégayeur: balbuziente
saraph: serpente (velenoso) blanchissage: bucato, candeggio
sebi: cattività blessés: feriti
sedeq: giustizia Flessure : ferita
shenkhem: una spalla boucher: macellaio
somer: custode briquet: accendino
sores: una radice cache-cache: nascondino
Succoth: Festa dei Tabernacoli qa ne fait rien: non importa
sulhan: tavola imbandita casser: rompere
Tammuz: mese dell’anno: i frutti ma­ chute: caduta
turano comment vous portez-vous aujour
tob: buono d’hui, mon blond Monsieur?: co­
Torah: Legge me sta oggi, mio biondo signore?
dròle: buffo, bizzarro
4.3.12 Esperanto du tic au tac: prontamente, per le
edzo: marito rime
milito: guerra effroi: spavento
paco: pace faire du tam-tam: battere la grancas­
sen: senza sa, strombazzare
spegulo ne helpas al malbellulo, mi fesses: natiche
kredas ke vi estas prava, via doto la fiacre: carrozza da nolo
vizago respondas fraulino: lo spec­ fichtre!: corbezzoli!
chio non aiuta il brutto, io credo flou: sfumato, vago
che tu abbia ragione, la tua dote (è) flute! : perdinci!
il viso rispondi signorina. frasque: scappatella
gravure: incisione, stampa
4.3.13 Finlandese honte: vergogna
kapakka: osteria houx: agrifoglio
kitua: soffrire ici: qui
kivasti: dolcemente infranchissable: insormontabile
musta: nero lance (gergo): pioggia; acqua; orina
paha: cattivo larme: lacrima
pomeri: portinaio larron: ladro
tarkka: preciso, esatto liard: monetina di rame
tuoni: rappresentazione della morte lorette (are.): donnina allegra
ukkonen: tuono louche (are.): strabico
napperon: tovagliolo, centrino
4.3.14 Francese où est ton cadeau, espèce d’imbéci-
baba (fam.): sbalordito le?: dov’è il tuo regalo, razza d’im­
bander: avere un’erezione becille?
Glossari 159

pas encore: non ancora gar: perché


perce-oreille: forfecchia grégoros: desto, vigilante
petit-fils: nipote (di nonno) guné: donna
petits pois cuits: piselli cotti dóron: dono
peuplade: popolazione nomade, tri­ eiréné: pace
bù; (piscic.) avannotti eleuthérios: liberale, generoso
plage: spiaggia entuchia: incontro, colloquio, sup­
plainte: lamento plica
plein (gergo): ubriaco etoimologhia: prontezza di spirito, lo­
pleurs: pianti quacità
pluvióse: piovoso (quinto mese del euéméréma: esito fortunato, vittoria
calendario repubblicano) thanasimós: mortalmente
prétendre: sostenere, affermare ichthùs: pesce
pousser: spingere kaì: e
sabots: zoccoli koulós (mod.): monco
sauve-qui-peut: si salvi chi può koproi kapròn: sterco di cinghiale,
se branler: masturbarsi maiale
soixante-dix: settanta kudos: gloria
tomber: cadere limne: lago
tonnerre; tuono méthé: ubriachezza
touche-à-tout: ficcanaso molibdocóndilon (mod.): matita
tout est sacre pour un sacreur, femme monomàchos: duellante; a Roma, gla­
à barbe ou homme-nourrice: tutto diatore
è sacro per un sacramentatore, nauarchos: capo della flotta, ammira­
donna barbuta o uomo balia glio
tromper: ingannare peri potmon: relativo al fato
pórne: prostituta
4.3.15 Giapponese ripis: ventola, ventaglio
Laminari: tuono ródinos: roseo
kinkin: soltanto schizó: spaccare
yube: notte ti potè, kyrie, ti potè: perché mai, si­
gnore, perché mai
4.3.16 Greco
upnos chilia aiònón: sonno per mi­
agorà: piazza, mercato, luogo di adu­ gliaia di secoli
nanza chlòro-eidés: verdastro
anàstasis: resurrezione ófélimos (mod.): utile
àpistos: infido
àstea: città (pi.) 4.3.17 Ido (lingua artificiale)
atalós: giovane, ingenuo
bassvoco: basso (di voce)
autokinétos: semovente
nonnobli: spregevole
basilikós: regalmente
boés: grida
bradùs: lento 4.3.18 Indostano
brontaó: tuono karak: tuono
160 Glossari

4.3.19 Islandese aruspici


esurio: desidero mangiare
hross (antico): cavallo
exaggerare: accumulare
exanimatio: soffocazione; sbigotti­
4.3.20 Latino mento
ab urbe condita (a.u.c.): dalla fonda­ exutio: privazione, esclusione
zione della città fas: giusto, lecito, permesso
acnomina: cognomi flagrantia: ardore, passione
acta legitima plebeia: resoconti legali fluor: scorrimento, corrente
riguardanti i plebei fornix: arco, volta; bordello
adiugo: legare, unire futue te: va a farti fottere
adsum: sono qui, eccomi gorgonia: corallo
alicubi: in qualche posto grumus: grumo, mucchio di terra,
aliquis: qualcuno, qualcosa (di impor­ poggio
tante) habitaculum: abitazione
amnis: fiume haud: non, per niente
anima ad diabolum mene credidisti hic cubar aedilis apud libertinam par-
mortuum?: che il diavolo ti porti, vulam: qui dorme l’edile con la gio­
credevi che fossi morto? vane liberta
annos longos patimur: sopportiamo hircus: caprone
lunghi anni homo capite erectus: uomo con la te­
apud: presso sta eretta
auctus: accresciuto, accrescimento hostis: nemico
audiurio: desidero ascoltare ianitrix: portinaia
audire: ascoltare infamatio: diffamazione
balbulus: balbuziente insulto: saltare (su qc.); maltrattare
blandus: piacevole insuper: sopra
castra: accampamento interdum: qualche volta
circiter: circa isce et ille: questo e quello
collapsus: crollato lacesso: provocare, sfidare
collidabantur: collidevano, si scontra­ laetate: rallegratevi
vano lave: lava, bagna
conciliabulum: luogo di raduno liberorumque: e dei figli
convorto: voltare, trasformare lividus: invidioso, geloso
cornix: cornacchia lucifer: apportatore di luce
cur: perché lutensis: che vive nel fango
deinde: in seguito, quindi maeror: tristezza, cordoglio
dives: ricco magnopere: molto
doctrina: insegnamento, cultura maledictum: insultato
ecnumina: al di fuori del potere degli malum: mela
dei minxit: orinò
ehem!: eh! toh! nebula: nebbia, vapore, fumo
emptor: compratore nefas: ingiusto, illecito, non permesso
en caecos haruspices: ecco i ciechi nex: morte, uccisione
Glossari 161

nix: neve testis: testimone


noncium: non ancora toties testes quoties questus: tanti te­
non oblitus: non dimenticato stimoni quante lamentele
noxa: danno, colpa typus: figura, forma, immagine
nubo: coprire; sposare umquam: qualche volta
numquam: mai unde gentium festines?: da dove vieni
obiter dieta: parole dette incidental­ così in fretta?
mente urens: ardente
olim: una volta usque ad necem: fino alla morte
Pannonia: Ungheria vermiculor: riempirsi di vermi
perfractus: abbattuto, distrutto videlicet: evidentemente; vale a dire
perlectio: lettura approfondita, per vindicare: reclamare, pretendere
intero virens: verdeggiante
persecutorum: dei perseguitoti, degli
accusatori 4.3.21 Lettone
petto: vecchio caprone perkons: tuono
pix: pece, catrame
prius: prima 4.3.22 Lituano
pudor: vergogna griauja: tuona
putor: puzzo, fetore kekse: prostituta
quare siles?: perché taci? raudonas: rosso
quarta quaedam: una certa quarta
donna 4.3.23 Malese
quid: che cosa buah: frutto
quidam: un certo guntur: tuono
quis: chi orang: uomo
quod: perché
quolibet: dappertutto 4.3.24 Norvegese
quomodo vales hodie, Arator genero­ fieli: montagna
se?: come stai oggi, nobile conta­ fjord: fiordo
dino? f.t.=for tiden: attualmente
quondam: una volta fred: pace
quoniam: poiché ild: fuoco
raeda: carrozza ord: parola
regifugium: fuga dei re (festa romana) pike: ragazza
roridus: rugiadoso storting: nome del parlamento
scaenicae: attrici sverd: spada
scortum: prostituta sytti: settanta
semita: sentiero viv: moglie
silex: selce, pietra focaia
sitisfactura: il rendere assetati 4.3.25 Olandese
si vis pacem para bellum: se vuoi la aardappel: patata
pace prepara la guerra afdeling: reparto
tata (infant.): papà baken: bacon, pancetta affumicata
162 Glossari

beker: bicchiere kleur: colore


best: molto bene koorts: febbre
bier: birra kopje: collinetta (nel Sudafrica)
binnenland: patria (interno del paese) kraai: cornacchia
bloot: nudo kunt U niet: non potete
boos: cattivo ledikant: letto
borrel: bicchierino, cicchetto lente: primavera
braakmiddel: emetico luilekkerland: Cuccagna
brievenbus: cassetta per impostare maatschappij: società (comm.)
lettere meer: più; lago
bruin: bruno meisjes: ragazze
buikdanseuses: ballerine che fanno la met: con
danza del ventre negen en twintig: ventinove
buitenland: estero nu goed: ora bene
courant: giornale, quotidiano onrustig: irrequieto
dief: ladro oog: occhio
dik: grasso oom: zio
dode: morti oorlog: guerra
door: attraverso opzoeken: cercare
doorweg: passaggio overgeven: consegnare; arrendersi
druiven: uva Pinksteren: Pentecoste
eetlust: appetito plantsoen: parco
en nieuw pak: un vestito nuovo poort: porta, portone
eren: onori postzegel: francobollo
fooi: mancia regens: piogge
groenten: verdure reukwater: acqua profumata
grondwet: costituzione (leg.) rookworst: salsiccia affumicata
groot: grande rust: riposo
gulden: dorato slaap: sonno
Gulden: fiorino soort: sorta, tipo
Heer: signore; padrone spoorweg: ferrovia
het was of ie wist: era come se lui sprak: parlò
sapesse spuitwijn: vino frizzante
hoedendoos: scatola per cappelli stil: silenzioso
hoedenwinkel: negozio di cappelli stilstand: sosta, fermata
hoofd: testa strubbeling: difficoltà
hoog: alto taal: lingua, linguaggio
hoogachtend: con stima te: a, da
hunebed: tomba megalitica te huur: da affittare (in affitto)
ik houd wel van: sono contento di timmermann: falegname
instappen, alsdublieft: entra, prego tot weerziens: arrivederci
jongens: ragazzi varkenspootjes: zampetti di maiale
kip: gallina veld: campo, campagna
kleren: vestiti vlees: carne
Glossari 163

vocht: umidità fe: fede


vorschoot: anticipo fo: fuoco
wacht even: aspetta un momento fom: fame
wandeling: passeggiata frar: fratello
want: perché intrar: entrare
wij hebben: abbiamo lavina: valanga
wij moesten ons haasten: dovemmo lavurdi: giorno lavorativo
affrettarci nebla: nebbia
zalig: benedetto pech, pieck: petto
zee: mare pibe: pepe
zijn: essere; suo/sua/suoi pitschen: piccolo, di poca importanza
zoutzak: sacchetto di sale secret: gabinetto
senaf: senape
4.3.26 Polacco
vinars: brandy
baba: vecchia (sost.)
bulki: pagnotte 4.3.30 Rumeno
drogi: caro bumbac: cotone
herbata: tè fata: faccia
jaja: uova ismene: mutande
ogrodnik: giardiniere macheta: modello
pisma: scritti pamintul: la terra
praczka: lavandaia portocaliu: arancione
zony: mogli tirfa: prostituta
4.3.27 Portoghese tun (are.): tuono
cor: colore 4.3.31 Russo
meias: calze
blyad: prostituta
o, os: il, gli
Bog: Dio
pipos: barili
byelo: bianco
senhor: signore
byl: ei fu
trovào: tuono
da: sì
4.3.28 Provenzale drema: sonnolenza
atahut: bara duma: parlamento della Russia zarista
casudo: caduta (1906-1917)
chat: ragazzino gremir: tuoni
colo: montagna grom: tuono
drole: ragazzino izba: isbà
plumo: penna Katya: Caterina
Poulichinello: Pulcinella khlopat: applauso
riau: bacino di fiume koroshò: molto bene
taiocebo: forfecchia mir: mondo; pace
po-vengerski: in ungherese
4.3.29 Retico-romanzo pozor: vergogna
clav: chiave sestrà: sorella
164 Glossari

svet: luce demasiado: troppo


vec’nyi pokoi, na vec’nuya pàmiat’: dispénseme: mi scusi
pace eterna, a eterna memoria duro: moneta da cinque pesetas
(R.I.P.) grueso: grosso
zasnut: addormentarsi lucha: lotta
4.3.32 Ruteno liana: pagina
muerte: morte
gorban: gobbo orden: ordine
4.3.33 Samoano peón: contadino
faititily: tuono queso: formaggio
sabes: tu sai
4.3.34 Sanscrito sobra: resti, avanzi, rifiuti
artha: successo; kama: piacere; dhar- sobre las olas: sulle onde
ma: dovere; moksha: illuminazio­ Usted: Lei (pronome di rispetto)
ne; i quattro scopi della vita verdor: verdezza, verdura; vigore
katya: vedova
kavya: poeta 4.3.39 Svedese
maya: illusione fastrar: zie
hur maar ni, mina fròken?: come sta­
4.3.35 Scandinavo antico
te, mie signorine?
Ginnunga Gap: eterna regione del kusin: cugino
caos persika: pesca
Heimskingla: il vorticare del mondo pomerans: melarancia
Midgaard: la terra svart: nero
Ragnarok: il destino degli dei systrar: sorelle
Yggdrasil: albero del mondo, il frassi­ àska: tuono
no sempre verde che con le radici, il
tronco e i rami collega l’inferno, la 4.3.40 Swahili
terra e il cielo radi: tuono
thruma: tuono yayi: uova
4.3.36 Serbo-Croato
4.3.41 Tedesco
dobar noe: buona notte
Aas: carogna (bestia morta)
mlad: giovane (sost.)
abhòren: ascoltare (radio); intercetta­
olovo: piombo
re (conversazione)
plieskanje: applauso
Abfall: rifiuto, scarto; defezione
ruda: minerale (sost.)
Abgott: idolo
4.3.37 Shelta (gergo degli zingari Achtung: attenzione
e vagabondi irlandesi) Ahn: antenato
glonsk: uomo Alpdruck: incubo
stripu: prostituta . Angst: paura
Anker: ancora
4.3.38 Spagnolo Anschluss: collegamento; annessione
cachucha: danza andalusa anstecken: accendere (fuoco)
Glossari 165

antworten: rispondere eher: prima; piuttosto


Armen: i poveri Eier: uova
Arsch: culo eigentlich: realmente
Asche: cenere einsam: solitario
auch: anche Eiskaffee: granita di caffè
Auge: occhio elf: undici
Augenblick: momento Ellbogen: gomito
Aufruhr: sommossa, tumulto Eltern: genitori
Auslànder: straniero endlich: finalmente
Bach: ruscello Engel: angelo
Barmherzigkeit: carità Enkelin: nipote (di nonni)
Bauch: ventre Erde: terra
Bauchredner: ventriloquo erpressen: ricattare
Baum: albero erst: primo; prima (aw.)
behauptet: affermato, asserito es war zu machen: era da farsi
Berge: montagne Fall: caduta; caso
Betreffender: persona in oggetto Faust: pugno
Bett: letto Feier: fuoco
Bettler: mendicante feist: grasso
Bilder: stampe, illustrazioni fern: lontano
Bildung: educazione, cultura finster: buio, tetro
Bisschen: un pochino flackern: sfavillare
Blàtter: foglie, pagine Fluh: precipizio
blem (gergo): matto Flut: marea, flusso
Blitz: lampo Freimaurer: frammassone
Bock: caprone; birra scura; peto Friedhof: cimitero
Bratsche: viola (strum. mus.) Fuchs: volpe
Brocken: boccone, pezzetto fiirchet Friichte: temete i frutti
Brùcke: ponte Funke: scintilla
brummen: brontolare, rimbombare ganz: tutto
Buch: libro gar: pronto; cotto, maturo (agg.);
danke schòn: molte grazie molto, proprio (aw.)
Donau: Danubio gastfreundlich: ospitale
Donnerstag: giovedì gegen: contro
Donnewetter: temporale; chiassata; gehellt: illuminato
perbacco! gehorsam: obbediente
Dorf: villaggio geil: insolente
Dose: scatola Gelàchter: risata
Drogist: droghiere gestern: ieri
drohnen: rombare, rintronare glatt: liscio
dunkel: scuro, buio Gott strafe England: Dio punisca
durch: attraverso l’Inghilterra
Durchfahrt: passaggio, passo carraio Grab: tomba
Efeu: edera Grube: buca; miniera
166 Glossari

Guten Morgen: buongiorno Leib: corpo


Hahn: gallo Leiche: cadavere
Haushalter: economo (sost.) Lieber Arthur, wir siegen^ Wie geht
Heide: pagano (sost.); erica deiner Frau?: Caro Arturo, noi
Heiland: Redentore conquistiamo. Come sta tua mo­
heiter: allegro glie?
bell: chiaro Lieder: canti, canzoni
Hemd: camicia locken: adescare, attirare
Herberge: alloggio, albergo Lòwe: leone
Herrschaft: sovranità; signore Luder: carogna (fig.); (are.) dissolu­
Himmel: cielo tezza
hinnen (aw.): dentro Luft: aria
hin und her: qua e là Lùge: menzogna
Hitze: calore Lumpenpapier: catta straccia
Hoch!: evviva! Maler: pittore
Hochzeit: matrimonio mànnlich: maschile, virile
hold: grazioso, leggiadro Mansch: intruglio
Holst: agrifoglio Meerschaum: schiuma di mare
Hosenband: cintura Meise: cincia
Hiigel: collina mit: con
Hundert: cento Mitternacht: mezzanotte
Hure: prostituta Mittwoch: mercoledì
immer: sempre Mitwohner: coabitante
innerhalb: dentro Monat: mese
Insel: isda morgen (aw.): domani
Jahrhundert: secolo Morgen: mattina
Jagd: caccia (sost.) mude: stanco
Kehle: gola Mund: bocca
klatschen (in die Hànde): applaudire Musikant: musicante, suonatore
Klee: trifoglio Nacht: notte
Kommerzienrat: consigliere di com­ nackt: nudo
mercio Nase: naso
Knirps: ometto, nanerottolo nass: umido
Knopf: bottone niederfallen: cadere (a terra)
Kopf: testa Niss: lendine
Krieg: guerra Oberflàche: superficie
Kuhhandel: mercanteggiamento Obst: frutta
Kuo (svizz.): mucca ohne: senza
kurz: breve, reciso Ohr: orecchio
Lammswolle: lana d’agnello O jel: povero me! mio Dio!
lappiseli; insulso, puerile Ort: luogo, posto
Làrm: rumore Pfeife: piffero
Leben; vita Pilz: fungo
Leber: fegato platsch!: ciac?
Glossari 167

platschen (fam.): sguazzare; pioverea Staub: polvere


dirotto stili: calmo, tranquillo
Pratschen: aneddoto 1 Stillstand: tregua, armistizio
Priester: prete, sacerdote stinkend: maleodorante
rasten: sostare, riposare stottern: balbettare
rauchen: fumare streng: rigido, severo
Rede: discorso suchen Sie das Weib: “cherchez la
Regenbogen: arcobaleno ferrane”
regnen: piovere Tag: giorno
Reh: capriolo Tau: rugiada
rein: puro taub: sordo
Reise: viaggio tauchen: immergere, tuffare
Rennen: corsa (di cavalli o veicoli) taufen: battezzare
Riesen: gigante tausend und obertausend: migliaia e
rings ’rum: tutt’intorno migliaia
ringsum: intorno Teufelsdreck: sterco di diavolo
rinnen: gocciolare, scorrere Tiergarten: zoo
ringen: torcere, strizzare; lottare Tintenfass: calamaio
Ruhm: fama toll: matto
Saft: succo Traum: sogno
sammeln: raccogliere, ammassare treu: fedele, leale
Scham: vergogna Trinkgeld: mancia
schenk uns mehr: versacene ancora Tuch: panno, pezza
Schinken: prosciutto Turm: torre
schlucken: inghiottire iibergeben: consegnare
Schnore (svizz.): chiacchera unbedingt: assoluto
Schnorren: mendicare und so weiter: eccetera
Schreck: paura, terrore Ungarn: Ungheria
Schrei: grido, urlo umsehen, sich: guardarsi attorno
Schuft: canaglia, farabutto Unterwelt: oltretomba; bassifondi,
Schuld: colpa, peccato malavita
Schiirze: grembiule verboten: proibito
selig: felice verfluchen: maledire
senken: affondare, sprofondare verstanden?: capito?
seufzen: sospirare versuchen: tentare, provare
sicher: sicuro (agg.); certamente Vogt: castaido, balivo
(aw.) Vòlker: popoli
singen: cantare Vorort: sobborgo
sozusagen: per così dire voriiber (aw.): passato, finito
Sprache: lingua, linguaggio Waage: bilancia
spucken: sputare Walfisch: balena
spiìren: braccare; sentire, provare Walross: tricheco
sputen, sich: spicciarsi wandern: errare, girovagare
Standbild: statua waschen: lavare
168 Glossari

Weib: donna harom: tre


weil: poiché; (are.) mentre jobbra: a destra
Weltraum: spazio cosmico, cosmo koesis: cocchiere
wenn: se martas: unto, grasso
wie viel?: quanto? mennydorges: tuono
wiederfechten: lottare di nuovo narancs: arancia
Wiege: culla nevelo: allenatore, istruttore
wimmern: gemere, piagnucolare rab: schiavo
wissen: sapere semmi: niente
wohl: bene (aw.) szabad: libero
wohlbekannt: ben noto szerda: mercoledì
Wort: parola tanyer: piatto
Wunder: prodigio, miracolo
Zeit: tempo 4.3.44 Volapiik (lingua artificiale)
Zimmer: camera adyò: addio
zittern: tremare Fikop: Africa
Zucker: zucchero flen: amico
Zug: tirata, sorsata, boccata; treno kadem: accademia
zuruckschicken: mandare indietro led: rosso
zusammen: insieme lol: rosa
Zwilling: gemello motapuk: madrelingua
zwischen: tra Nelij: Inghilterra
yed: ancora (neg.); eppure
4.3.42 Turco zesud: necessità
adi: ordinario
baba: padre 4.3.45 Zingaresco
batin: ventre drab: veleno
bumbashaw (are.): capo di 1000 uo­ gav: città, villaggio
mini Matcheneskoe gav: città dei pesci,
gòk gurliyor: cielo tuonante Yarmouth;
para: moneta Povengreskoe gav: città delle patate,
shebi: rassomiglianza Norwich
patrin: foglia
4.3.43 Ungherese tatcho: vero
asztal: tavola tawnie yecks: piccini; nipotini (di
balra: a sinistra nonno)
evelo: perenne tem: nazione

5. CANZONI E «NURSERY RHYMES»

Nei primi quattro capitoli d; Finnegans Wake sono citate circa centosessanta
canzoni e «nursery rhymes». La maggior parte di esse è ricordata con il solo
Glossari 169

titolo, immutato o no; di alcune altre invece vengono riportati o parafrasati


anche interi brani o singoli versi e parole.
E naturalmente impossibile elencare tutti questi riferimenti, ma non sembra
neppure opportuno eliminarli completamente, perché si priverebbe il lettore
di una parte senza dubbio rilevante dell’universo di Finnegans Wake.
Sono stati quindi scelti come esempio del patrimonio di canzoni popolari in
esso contenuto alcuni motivi che spiccano'tra gli altri per importanza, primo
fra tutti la ballata che ha contribuito al titolo dell’opera e che costituisce uno
dei principali leitmotiv del libro, specie in questi primi capitoli. Di questa
ballata si è ritenuto utile riportare il testo delle parti più direttamente
interessate ai capitoli che precedono.
Si è anche voluto inserire una «campionatura» di due nuclei a cui Joyce
attinse abbondantemente in questo campo, cioè delle Irish Melodies di
Thomas Moore e della raccolta di motivi irlandesi compilata da George Petrie.

5.1 Canzoni
Finnegan s Wake (La veglia di Finnegan)
1. Tim Finnegan liv’d in Walking Street,
A gentleman Irish mighty odd.
He had a tongue both rich and sweet,
An’ to rise in thè world he carried a hod.
Now Tim had a sort of tipplin’ way,
With thè love of thè liquor he was born,
An’ to help him on with his work each day,
He’d a drop of thè craythur ev’ry morn.
(1. Tim Finnegan viveva in Walkin Street,
gentiluomo irlandese molto strano,
aveva lingua fluente e melodiosa,
e per fare carriera portava uno sparviero.
Ora a Tim piaceva molto alzare il gomito,
era nato con un grande attaccamento ai liquori,
e per aiutarsi nel lavoro un giorno dopo l’altro
ogni mattina si faceva un goccetto di whiskey.)
Chorus: Whack fol thè dah, dance to your partner,
Welt thè flure, yer trotters shake,
Wasn’t it thè truth I told you,
Lots of fun at Finnegan’s Wake.
(Coro: Trallallalà, prendete il vostro partner,
battete il pavimento e muovete le gambe.
Non era vero quello che vi ho detto,
Un sacco di spasso alla veglia di Finnegan.)
170 Glossari

2. One morning Tim was rather full,


His head felt heavy which made him shake,
He fell from thè ladder and broke his skull,
So they carried him home his corpse to wake.
They rolled him up in a nice clean sheet,
and laid him out upon thè bed,
With a gallon of whiskey at his feet,
And a barrei of porter at his head.
(2. Un giorno Tim era piuttosto partito,
la testa pesante lo faceva dondolare,
cadde dalla scala e si ruppe l’osso del collo,
e così lo portarono a casa per vegliare il cadavere.
Lo avvolsero in un bel lenzuolo pulito,
lo distesero per bene sopra il letto,
con un gallone di whiskey ai piedi,
ed un barile di birra scura sulla testa.)
5. Then Mickey Maloney raised his head
When a noggin of whiskey flew at him,
It missed and falling on thè bed,
The liquor scattered over Tim;
Bedad he revives, see how he rises,
And Timothy rising from thè bed,
Says, “Whirl your liquor round like blazes,
Thanam o’n dhoul, do ye think l’m dead?”
(5. Poi Mickey Maloney sollevò il capo
quando un bicchiere di whiskey gli arrivò contro,
10 mancò, e cadendo sul letto,
11 liquore si -sparse sopra Tim;
Ecco che resuscita, vedete come s’alza,
e Timothy sollevandosi dal letto,
dice: “Fate girare come un lampo i vostri cicchetti,
che il diavolo vi porti, credevate che fossi morto?”.

]ohn Peel
D’ye ken John Peel with his coat so gay,...
With his hounds and his horn in thè morning?
(Conoscete John Peel con la giacca così vivace,...
coi suoi bracchi e il suo corno di mattina?)

Mick's Hotel
“Has anybody ever been to Mick’s Hotel,
Glossari 171

Mick’s Hotel, by thè salt say water?...


Never again for me!”
(C’è mai stato qualcuno al Mick’s Hotel,
al Mick’s Hotel, vicino all’acqua di mare?...
Mai più per me)

Off to Philadelphia in thè Morning


(Verso Filadelfia la mattina)

One More Drink for thè Four of Us


(Un altro bicchiere per noi quattro)
“Glory be to God that there are no more of us
For thè four of us will drink it all alone”
(Dio sia lodato che non siamo in di più,
perché noi quattro ce lo berremo tutto da soli)

Phil thè Fiuterà Ball (Il ballo di Phil suonatore di flauto)


“With thè toot of thè flute,/And thè twiddle of thè fiddle, O...
Hopping in thè middle, like a herrin’ on a griddle, O...
...then all joined in with thè greatest joviality”
(Al suono del flauto,/ed al fruscio del violino, O...
Saltando nel mezzo come aringhe sulla griglia, O...
...quindi tutti parteciparono con la massima giovialità)

At Trinity Church I Met My Doom


(Alla chiesa della Trinità ho incontrato il mio destino)

Gougane Barra (Il lago Gougane Barra)


“There’s a green island in Ione Gougane Barra
Whence Allua of songs rushes forth like an arrow”
(C’è un’isola verde nel solitario Gougane Barra
da cui un coro di canti emana come freccia)

Mrs Hooligan’s Christmas Cake


(La torta di Natale di Mrs Hooligan)
“There were plums and prunes and cherries,
Raisins and currant and cinnamon too”
(Cerano prugne e susine e ciliegie,
uva passa e sultanina ed anche cannella)

I Dreamt That I Dtvelled In Marble Halls


(Sognai di abitare in saloni di marmo)
172 Glossari

Moore

By thè Feal’s Wave Benighted (Desmond Song)


[Sorpresi dalla notte per l’onda di Feal (La canzone di Desmond)]
0 Blame Not thè Bard (K,tty Tirrei)
[O non biasimate il bardo (Kitty Tirrei)]
One Bumper at Parting (Moli Roe in thè Morning)
[Un bicchiere prima di lasciarci (Moli Roe di mattina)]
Shall thè Harp be silent (Macfariane’s Lamentation)
[Sarà l’arpa silenziosa (Il lamento di Macfarlane)]
Silence is in our Festive Halls (The Green Wood of Truiga)
[Vi è silenzio nelle nostre festose sale (Il verde bosco di Truiga)]
Though Fiumble thè Banquet, ‘Tis a Lover’s Farewell (Faretvell,
Eamon)
[Anche se il banchetto è modesto, è l’addio di un amante (Addio,
Eamon)]
When in Death 1 Shall Cairnly Recline (The Bard’s Legacy) (Air
Unknown)
[Quando giacerò tranquillo nella morte (Il lascito del bardo) (Aria
sconosciuta)]

Petrie

Arthur of This Town (Arturo di questa città)


A Woman and Twenty of Them (Una donna ed altre venti)
Hush thè Cat from thè Bacon (Scaccia il gatto dal bacon)
Kiss thè Maid Behind thè Barrei (Bacia la servetta dietro il barile)
O’Reilly’s Delight (La delizia di O’Reilly)
The Ace and Deuce of Pipering (L’asso e il diavolo dei suonatori di
piffero)
The Lobster Pot (La nassa per aragoste)
The Ribbonmen’s March (La marcia dei Ribbonmen - membri della
Ribbon Society, società segreta di cattolici irlandesi del XIX sec.)
Your Welcome to Waterford (Il tuo benvenuto a Waterford - città a
lungo realista)
Glossari 173

5.2 Nursery Rhymes

A Was an Archer (A era un arciere)

How Many Mtles to Babylon? (Quante miglia sino a Babilonia?)


“Three score and ten.
Can I be there by candlelight?
Yes, and back again”
(Tre volte venti e dieci.
Posso arrivarci prima di sera?
Sì, ed anche ritornare)

Humpty Dumpty (Humpty Dumpty [l’uovo])


“All thè King’s men and all thè King’s horses
Couldn’t put Humpty together again”
(Tutti i cavalieri e tutti i fanti del re
non riuscirono a rimettere insieme Humpty)

Taffy Was a Welshman


“Taffy was a Welshman/Taffy was a thief ”
(Taffy era un gallese, Taffy era un ladro)

The House That Jack Built


(La casa che costruì Giovannino)

The Wren, thè Wren, thè King of all Birds


(Lo scricciolo, lo scricciolo, il re di tutti gli uccelli:
N.B. wren è pronunciato in Irlanda press’a poco come rann.}
Questo volume è stato impresso nel mese dì giugno 1982
presso la Nuova Stampa di Mondadori - Cles (TN)
Stampato in Italia - Printed in Italy

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