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Un abbaglio di Renan
1Marc-Aurèle, 31 ed., p. 626. Già, nella conclusione del suo Saint "Paul, Renan
parlava di «cet esprit de comité secret» che credeva''discernere nelle prime comunità
cristiane, aggiungendo inoltre, con quella mancanza di serietà che gli è troppo abi
tuale, che «ce fut justement ce qui constitua la force indestructible de ces Églisesr
et fit d’elles des germes féconds pour l’avenir» (p. 563). V . al contrario J. Zeiller,
Le Royaume de Dieu et l'unité terrestre aux premiers temps du christianisme, nella
«R. apologétique», t. 64 (1937), p. 534-5.
2 La prima edizione del Marc-Aurèle b del 1881, la Didachè fu scoperta nel 1883.
Cfr. H. Delacroix, La Religìon et la Foz (1922), p. 99, che pensa di riassumere
l’esatta dottrina cattolica: «C’est à un moment donne de l’histoire du monde que
le surnaturel a fait irruption dans la nature,..».
3 Cerfaux, La théologie de l’tglise suìvant St. Paul, p. 147, nota: «Il cristianesi
mo non appariva a Paolo sotto la specie di un’iniziazione a un rito misterioso, ma
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La situazione presente
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La situazione presente
Teologia e controversia
stica, redatta dal Card. Umberto, che dovette firmare Berengario al concilio romano
del 1055. Vedere anche la strana osservazione del Card. Trevisanata al concilio Va
ticano; non bisognerebbe più parlare di «corpus Christi mysneum», perché i Gian
senisti se ne sono serviti per insinuare i loro errori (Mansi, t. 5, col. 761).
17 Dopo l’opera dei dottori che avevano difeso «i bastioni di Gerusalemme», don
Gréa pensava giustamente che bisognava mostrare la stessa Gerusalemme: De l'Égli-
se et de sa divine constitution, p. ix.
1S Cfr. Gerbet, Coup d’oeil sur la controverse cbrétzenne (1832), p. 156: «Nel
corso ordinario delle cose, la Chiesa non definisce gli articoli di fede se non in oc
casione delle eresie die attaccano successivamente le differenti parti del simbolo».
19 Ada et decreta sacr. condì, recent, collectio lacensis, t. 7, col. 1611-2. Si può
rilevare in questo linguaggio un bridolo d’eccesso. V. tuttavia ibìd. col. 84, 397 e
921, le dichiarazioni analoghe di mola Padri del Concilio (Gasser, vesc. di Brixen;
Simor, ardv. d’Eztergom; Dechamps, arriv. di Malines). S. Tommaso, 2a 2ae, q. 1,
a. 9, ad 2m; a. 10, c. e ad lm.
Teologia e controversia
■dei testi, la cui autorità, per quanto assoluta, non impedisce il loro ca
rattere occasionale, frammentario, e spesso più negativo che positivo20.
Uno zelo male illuminato qui metterebbe capo solo ad un minimo dot
trinale, a detrimento tanto del pensiero che della vita cristiana. La fe
deltà perfetta alle decisioni della Chiesa in materia di fede non può es
sere che un punto di partenza. «Tagliare le strade all’errore, diceva
S. Cirillo di Gerusalemme, per avanzare quindi per la sola via reale» 21.
Di più, cosa meno comunemente notata «per un fenomeno storico
assai frequente, per una nuova applicazione e una nuova verifica d’una
vecchissima legge degli antagonismi» " , l’opposizione stessa tra le due
dottrine, non sussiste senza implicare certi presupposti comuni. Di qui
un altro pericolo per il teologo che sacrifica troppo alle necessità della
controversia. Nella sua lotta contro l’eresia, più o meno si mette sempre,
che egli lo voglia o no, nel punto di vista dell’eretico. Accetta spesso le
questioni come questi le pone, di modo che, senza partecipare ai suoi
errori, gli può accadere di fare implicitamente al suo avversario delle
concessioni tante più gravi quanto più esplicitamente lo contraddice.
Si potrebbe forse sostenere che l ’esegesi cattolica, in certe sue grettez
ze, non fu mai influenzata In queste senso dalla concezione protestante
della Bibbia? Riandando un po’ indietro nei tempi possiamo vedere oggi
che la «filosofia separata» di questi ultimi secoli ha trovato il suo cor
relativo e contemporaneamente il suo antagonista in una «teologia se
parata». Il ritorno alle grandi dottrine tradizionali, e specialmente al
tomismo, sembra su questo punto cosa fatta. Ma durante tre secoli circa,
■contro le correnti naturalistiche del pensiero moderno e contro le con
fusioni dì un agostinismo fuorviato737 molti non avevano visto salvezza
se non in una fossa scavata tra la natura e il soprannaturale. Ora, con
-questa tattica, si opponevano doppiamente al fine che si proponevano.
Da una parte difatti non badavano che più si separa, meno si distingue
veramente. Col separare così facilmente l’anima dal corpo, i «primitivi»
non ne fanno giustamente e per ciò stesso il suo «doppio»? Così il so-
Chiesa, eucaristia
cietà religiosa; o meglio ancora tale posto fu fatto a questi due oggetti,
•che la solidarietà spirituale dei membri del Corpo mistico fu più d’una
volta praticamente dimenticata— e con ciò stesso la dottrina dell’auto
rità della Chiesa non poteva essere che imperfettamente approfondita.
Si sa che se il Concilio Vaticano fosse potuto venire a capo del suo pro
gramma, le proporzioni sarebbero state più facilmente ristabilite. Un
S. Pier Damiani, che pure era cardinale di Santa Chiesa romana, soste
gno energico del papato, collaboratore del futuro Gregorio v i i nella gran
de opera di riforma ecclesiastica, non esitava tuttavia a dire: «Tutta la
Chiesa, in un certo modo, forma solo un’unica persona. Come è la stessa
in tutti, è tutta intera in ciascuno; e come l’uomo è chiamato micro
cosmo, così ogni fedele è per così dire la Chiesa in miniatura» 77. Nos
utìque sumus Ecclesia28, dichiarava ancora in nome di tutti, preti e laici,
in uno dei suoi sermoni. Nessuno poteva ingannarsi sul pensiero di
questo grande «uomo di Chiesa», ma con ciò tutti erano risvegliati al
sentimento delle loro responsabilità, e nello stesso tempo alla santa fie
rezza del loro cattolicesimo.
Il nome di «cattolico» era tuttavia allora di un uso meno corrente
d ’oggi. Divenne più che mai necessario a partire dal secolo xvi, per
simboleggiare la fedeltà cristiana integrale non solo contro le rivolte ma
anche contro le «parzialità» dell’eresia. Primitivo o moderno, luterano
o calvinista, ortodosso o liberale, il protestantesimo si presenta abitual
mente come una religione d’antitesi— e non è nelle esposizioni «libera
li» che questo carattere è meno accentuato. Rito o morale, autorità o
libertà, fede o opere, natura o grazia, preghiera o sacrificio, Bibbia o
papa, Cristo salvatore o Cristo giudice, sacramentalismo o spiritualismo,
misticismo o profetismo... Il cattolicesimo non accetta questa spartizio
ne, e si rifiuta di non essere altro che un protestantesimo rovesciato.
È accaduto, talvolta, che questo bel nome di cattolico, che si è potuto
così giustamente tradurre per «comprensivo» 79} termine «accogliente
come le braccia che si aprono, largo come l’opera di Dio, termine me
raviglioso di ricchezza e pieno di echi infiniti»30, non fosse sempre ben
~)Af\
Chiesa, eucaristia
34 Ibid.
55 De baptismo, 1. 4, c, 1, n. 1: «haec est una quae tener et pcssidet omnem sui
sponsi et domini potestatem» (P. L. 43, 155). Cfr. Card. Cerejevia discorso del
18 nov. 1938: «La Chiesa non è soltanto un'ammirevole organizzazione, è soprat
tutto un vaso mistico che contiene «il dono di Dìo», è la portatrice di Cristo...
Volere una Chiesa vuotata del suo tesoro... afiermantesi esclusivamente con l’equi
librio della sapienza umana della sua organizzazione o del suo governo, è scristia
nizzare la Chiesa stessa, rinnegare la Redenzione, continuare l’opera di laicizzazione
moderna» («Documentatoli catholique», t. 38, p. 1503).
36 Così M. Goguel, L'Eucharistie des origines à Justin martyr (1910), o H. Lietz-
mann, Messe und Herrenmahl (1926). Da allora M. Goguel è tornato a una conce
zione molto più vicina a quella degli storici cattolici: Le róle de VApótre dans la
constitution des sacrements chrétiens, nella «Revue de I’histoire des religions», t. i,
p. 171-204. In questa questione, vedi lo studio del P. De Montcheuil, L'Eucharistie
dans le N. Testament, in «Mélanges théologiques» (1946).
37 «Sicut a maioribus traditum est», diceva per esempio Gregorio di Bergamo,
cosciente dell’importanza capitale di questa dottrina! Tractatus de ventate corporis'
Christi, c. 18 (Heurter, p. 78).
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La situazione presente
Il rinnovamento
Quando un male è visto nelle sue cause, diviene più facile portarvi
rimedio. Già s'annunzia il rinnovamento desiderato. La delusione cau
sata in ogni ordine dai frutti amari dell’individualismo, e il bisogno
sentito ovunque di liberarsi dalle lotte occasionali per fare opera di sin
tesi, gli creano un clima favorevole. Una conoscenza migliore— ancora
38 «Il concilio dichiarerà che l’Eucaristia è simbolo anche del corpo mistico. Oggi,
per lo scrupolo di cadere nell'equivoco, non ci si serve più di questo linguaggio»:
P. Batifiol, L'eucharistie, p. 243. Mgr. BatiSoI spiega lui stesso assai curiosamente
la dottrina di S. Agostino come l’eredità d’una «tradizione africana».
39 P. Radberto, De corpore et sanguine Domini, c. 10 (P. L. 120, 1304 e 1306).
Durando di Troarn, Lanfranco, Guitmondo d’Aversa: v. sopra c. xn, p. 78 nota 55.
La tradizione è in via di rinnovarsi. La teoria della Res sacramenti ritorna in fa
vore: in un sol numero della «Vie Spirituelle», agosto 1937, si trova richiamata e
utilizzata due volte, da don Vonier e dal P. Roguet.
^ Così Cirillo Aless., In jo., 11, 11: «Benedicendo coloro che credono in lui per
mezzo della comunione mistica con un solo corpo, egli li fa cosi concorporei- con
se stesso e fra di loro» (P. G. 74, 560). Ilario, Sulla Trinità, 1, 8 (infra, Testo 20).
Agostino, Sermo Denis 3, n. 3: «Ne dissolvamini, manducate vinculum vestrum»
{P. L. 46, 828). P. Radberto, Lettera a Frudegardo, appendice: «Quod si vere Deus
homo est, ut credimus, vera et caro Christi in hoc fidei sacramento est, vera et in
nobis per hoc praestatur unitas, et in corpore Christi vera adoptio» (120, 1361 C).
Fulberto di Chartres, Epist. 5 (141, 202 B). Algero di Liegi, De sacramentis, 1. 1,
c. 3 (180, 747-8 e 751).
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