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SICUREZZA E AFFIDABILITA’

1 STRUTTURALE

Il fine ultimo della progettazione delle strutture è garantire che l’opera assolva
alla funzione per cui è stata concepita, mantenendo un prefissato livello di
sicurezza. Per sicurezza si intende il grado di protezione di persone e beni
rispetto alle conseguenze di un collasso, che indica il raggiungimento di una
qualunque condizione (successivamente indicata con stato limite) che determini
il malfunzionamento della struttura o di una sua parte. Pertanto, per parlare di
sicurezza è necessario definire un limite ad una soglia rispetto alla quale essa
deve essere valutata.
Nella pratica dell’ingegneria si affronta il concetto di affidabilità di un sistema
strutturale, definita con la capacità di un sistema di assolvere alle funzioni per
cui è stata progettata, in determinate condizioni d’uso e per un fissato tempo di
esercizio.
Per meglio fissare questi elementi è opportuno far riferimento ad alcune
significative definizioni, come quella proposta dalla Normativa europea
(Eurocodice 2), che come requisito fondamentale della progettazione riporta
quanto segue:
“Una struttura deve essere progettata e costruita in modo che:
- con adeguati livelli di accettabilità sia in grado di sopportare tutte le
azioni o influenze, cui possa essere sottoposta durante la sua
realizzazione e il suo esercizio, e abbia adeguata durabilità in relazione
ai costi di manutenzione;

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Appunti di Tecnica delle Costruzioni

- con accettabile probabilità rimanga adatta all’uso per il quale è


prevista, tenendo nel dovuto conto la sua vita presupposta e il suo
costo.”
Il raggiungimento di tali obiettivi necessita dell’utilizzo di procedure di analisi
strutturale che controllano se i requisiti richiesti siano effettivamente soddisfatti
durante la vita di servizio della costruzione con un prefissato margine di
sicurezza. La necessità di introdurre il concetto di margine di sicurezza deriva
dalle caratteristiche aleatorie delle azioni e delle resistenze, che sono variabili
soggette a fluttuazioni non prevedibili, nonché dalle incertezze sui modelli e
sugli schemi di calcolo adottati.
La verifica della sicurezza si attua confrontando due grandezze omogenee:
- la prima, usualmente denominata , che rappresenta la “domanda di
prestazione” che le azioni esterne rivolgono al componente strutturale;
- la seconda, , che rappresenta la “capacità di prestazione” che il
medesimo componente è in grado di fornire.
La valutazione delle due grandezze e , può essere eseguita mediante
differenti approcci, ognuno dei quali tiene conto, in diverso modo delle
aleatorietà delle variabili in gioco e per lo spazio nel quale viene effettuata la
verifica. In generale, i metodi di pratico utilizzo partono dalla definizione di
valori caratteristici per le grandezze ed , rispettivamente:
- nella valutazione della “domanda” si considera la aleatorietà delle
azioni esterne, o con riferimento ai valori caratteristici di seguito
trattati, che assicurano una minima (o massima) probabilità di essere
superati ovvero mediante la definizione di valori con prefissati periodi
di ritorno;
- nella valutazione della “capacità” si tiene conto della fluttuazione
statistica dei valori delle resistenze dei materiali, utilizzando anche in
questo caso il valore caratteristico , valore per cui la probabilità che
la resistenza effettiva sia minore è molto bassa.
Poiché, come detto, non è sufficiente tenere conto delle aleatorietà delle
resistenze e delle azioni, essendo presenti ulteriori cause di incertezza

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Capitolo 1 Sicurezza e affidabilità strutturale

riguardanti le deviazioni dalle leggi di distribuzione statistica assunte per il


calcolo dei valori caratteristici ovvero difetti di esecuzione ed incertezze sui
modelli di calcolo, è necessario utilizzare coefficienti parziali di sicurezza che
dipendono dai materiali.

(1.1)

La verifica è soddisfatta se:


(1.2)
dove è la sollecitazione massima che la sezione può sopportare in base alle
resistenze . Se , un adeguato livello di sicurezza è assicurato dal
fatto che le resistenze sono state abbattute e le azioni amplificate dai rispettivi
coefficienti parziali.

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Appunti di Tecnica delle Costruzioni

1.1 Metodo semiprobabilistico agli stati limite


Le grandezze che entrano in gioco nel progetto di una struttura, quali azioni,
dimensioni, geometria, condizioni di vincolo, materiali impiegati, modelli
elastici ecc. non possono essere, per via del gran numero di fattori che le
influenzano nel passaggio alla realtà fisica, essere contemplate in maniera
soddisfacente attraverso un approccio puramente deterministico, ma richiedono
un’analisi di tipo probabilistico. D’altra parte l’obiettivo della verifica di
sicurezza è quella di mantenere ciascuna parte della struttura al di sotto di un
prefissato valore di raggiungimento di un’assegnata condizione pericolosa
definita stato limite.
Si intende per stato limite la condizione raggiunta la quale, la struttura in
esame o uno dei suo elementi costitutivi non può più svolgere le funzione o non
soddisfa più i requisiti per cui è stata realizzata.
In Italia, in seguito ad un travagliato iter legislativo, la Normativa tecnica
vigente che definisce globalmente le tipologie strutturali, metodologie di analisi,
prestazioni tecniche, azioni da considerare e caratteristiche dei materiali
impiegati è il D.M. 14/01/2008 “Nuove norme tecniche per le costruzioni”.
Quest’ultima, con riferimento a quanto detto, definisce al § 2.1, le opere e le
tipologie strutturali secondo i seguenti requisiti:
- sicurezza nei confronti di stati limite ultimi (SLU): capacità di evitare crolli,
perdite di equilibrio e dissesti gravi, totali o parziali, che possano
compromettere l’incolumità delle persone ovvero comportare la perdita di beni,
ovvero provocare gravi danni ambientali e sociali, ovvero mettere fuori servizio
l’opera;
- sicurezza nei confronti di stati limite di esercizio (SLE): capacità di garantire
le prestazioni previste per le condizioni di esercizio;
- robustezza nei confronti di azioni eccezionali: capacità di evitare danni
sproporzionati rispetto all’entità delle cause innescanti quali incendio,
esplosioni, urti.

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Capitolo 1 Sicurezza e affidabilità strutturale

Con riferimento ad una generica azione , assume particolare importanza un


valore che abbia bassa probabilità di essere superato, che viene nominato valore
caratteristico, contraddistinto con il pedice .
Si definisce valore caratteristico di resistenza quel valore di resistenza che
presenta una probabilità di non essere superato pari al .
Analogamente, di definisce valore caratteristico di carico quel valore di
carico che presenta una probabilità di essere superato pari al .
L’approccio probabilistico mira a valutare la probabilità di collasso ed a
controllare che essa sia inferiore ad un valore considerato accettabile. Per fare
ciò occorre conoscere la funzione di densità di probabilità dei carichi e della
resistenza dei materiali. Alla data odierna il metodo probabilistico è di difficile
applicazione in quanto:
- non tutte le funzioni di probabilità delle variabili aleatorie che
concorrono alla determinazione della sicurezza strutturale sono note;
- l’elaborazione per arrivare alla pronuncia di sicurezza è dispendiosa e
complicata.
Solo a scopo di conoscenza, si precisa che alla data attuale, sono noti tre livelli
di analisi probabilistica:
- Livello 1 (o livello Europeo) detto anche semiprobabilistico;
- Livello 2 (o livello Americano);
- Livello 3 (o livello Completo);
La Normativa Italiana, per la valutazione della sicurezza strutturale, si avvale
del livello 1, introducendo al § 2.3 il metodo semiprobabilistico agli stati limite.
Con il termine “semiprobabilistico” si intende che all’interno del processo di
analisi e verifica non tutte le variabili entrano in gioco in termini probabilistici.
Nell’applicazione del metodo si assumono, ad esempio, grandezze
deterministiche, legate ai materiali e geometria degli elementi strutturali, e
grandezze probabilistiche, legate alle azioni e resistenze della struttura.
Lo schema che segue sintetizza la natura delle variabili strutturali che fanno
parte del problema di analisi e verifica delle costruzioni.

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Appunti di Tecnica delle Costruzioni

Variabili strutturali
Grandezze deterministiche Grandezze probabilistiche
- Legami costitutivi - Azioni
- Geometria degli elementi - Resistenze dei materiali
- Moduli di elasticità
- Modello di calcolo

Le incertezze vengono tenute in conto applicando opportuni coefficienti detti


“coefficienti parziali di sicurezza” ed indicati con , i quali tengono in conto la
variabilità delle rispettive grandezze e le incertezze relative alle tolleranze
geometriche, alla affidabilità del modello di calcolo ed ai possibili errori di
calcolo. Tali coefficienti agiscono sulle azioni e sulle resistenze, consentendo di
passare dai valori “caratteristici” indicati con il pedice ai valori “di
progetto” indicati con il pedice (iniziale della parola inglese design, cioè
progetto).
Con riferimento alle resistenze, i valori di progetto sono ottenuti come:

(1.3)

dove è detto appunto “coefficiente di sicurezza parziale delle resistenze” e


dipende in genere dal materiale, dalla situazione di progetto e dalla particolare
verifica in esame.
Per opere in conglomerato cementizio armato , in cui i materiali costituenti sono
appunto il calcestruzzo e l’acciaio in barre da cemento armato, la Normativa
prevede i seguenti coefficienti di sicurezza (§ 4.1.2.1.1.1 e 4.1.2.1.1.3 delle
NTC).
Materiale Coefficiente di sicurezza
Calcestruzzo
Acciaio
Tab.1.1 - Valori dei coefficienti parziali di sicurezza

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Capitolo 1 Sicurezza e affidabilità strutturale

I valori di progetto delle azioni sono valutati invece attraverso coefficienti di


sicurezza che ne amplificano il valore. In generale ciò è esprimibile attraverso la
relazione:
(1.4)
in cui è il coefficiente di sicurezza che tiene conto della aleatorietà delle
azioni. Nei paragrafi successivi sono desunte più dettagliatamente le azioni che
più ricorrentemente agiscono sulle costruzioni.

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Appunti di Tecnica delle Costruzioni

1.2 Azioni sulle costruzioni


La definizione delle azioni sulla struttura rive un’importanza fondamentale nella
progettazione strutturale, al fine di conseguire la sicurezza strutturale attraverso
dimensionamenti che siano sostenibili economicamente.
Nel calcolo delle costruzioni si fa solitamente riferimento a condizioni
semplificate e convenzionali, definite per riprodurre stati di sollecitazione che
siano non inferiori a quelli più gravosi conseguenti carichi effettivi. Nella
maggioranza dei casi le forze si considerano applicate staticamente, ossia con
lentezza tale da non dar luogo a sensibili effetti dinamici sulle strutture.

1.2.1 Classificazione delle azioni

Le norme tecniche per le costruzioni al § 2.5, definiscono azione ogni causa o


insieme di cause capace di indurre stati limite in una struttura, classificandole
facendo riferimento a:
- modo di esplicarsi;
- risposta strutturale;
- variazione dell’intensità nel tempo.
In funzione del modo di esplicarsi, le azioni di dividono in:
a) dirette: forze concentrate e carichi concentrati fissi o mobili;
b) indirette: spostamenti impressi. Variazioni di temperatura o di umidità,
ritiro, precompressione, cedimenti dei vincoli;
c) entropiche: degrado endogeno ed esogeno.
In funzione della risposta strutturale, si dividono in:
a) statiche: azioni applicate alla struttura che non provocano
accelerazioni della stessa o delle sue parti;
b) pseudo-statiche: azioni dinamiche rappresentabili mediante un’azione
statica equivalente;

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Capitolo 1 Sicurezza e affidabilità strutturale

c) dinamiche: azioni che causano accelerazioni significative della


struttura e dei suoi componenti.
Infine, in funzione della variazione dell’intensità nel tempo, le azioni sulle
strutture si dividono in:
a) permanenti : azioni che agiscono durante la vita nominale della
costruzione, la cui variazione di intensità nel tempo è così piccola e lenta da
poterle considerare con sufficiente approssimazione costanti nel tempo:
- peso proprio di tuti gli elementi strutturali, peso proprio del terreno,
quando pertinente; forze indotte dal terreno (esclusi gli effetti di carichi
variabili applicati al terreno); forze risultanti dalla pressione dell’acqua
(quando si configurino costanti nel tempo) ;
- peso proprio di tutti gli elementi non strutturali ;
- spostamenti e deformazioni imposti, previsti dal progetto e realizzati
all’atto della costruzione;
- pretensione e precompressione ;
- ritiro e viscosità;
- spostamenti differenziali;
b) variabili : azioni sulla struttura o sull’elemento strutturale con valori
istantanei che possono risultare sensibilmente diversi fra loro nel tempo:
- di lunga durata: agiscono con un’intensità significativa, anche non
continuativamente, per un tempo non trascurabile rispetto alla vita
nominale della struttura;
- di breve durata. Azioni che agiscono per un periodo di tempo breve
rispetto alla vita nominale della struttura;
c) eccezionali : azioni che si verificano solo eccezionalmente nel corso
della vita nominale della struttura;
- incendi;
- esplosioni;
- urti ed impatti;
d) sismiche ! : azioni derivanti dai terremoti.

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Appunti di Tecnica delle Costruzioni

1.2.2 Azioni del vento e della neve

Secondo quanto riportato al § 3.3.1 delle NTC, il vento, la cui direzione si


considera generalmente orizzontale, esercita sulle costruzioni azioni che
variano nel tempo e nello spazio provocando in generale effetti dinamici sulle
strutture.
Per configurazioni e tipologie strutturali ordinarie, semplici e di limitata
estensione, ovvero poco sensibili all'azione dinamica del vento, è possibile
descrivere le azioni indotte dal vento in azioni statiche equivalenti, secondo la
procedura riportata al § 3.3.3 delle NTC. Le azioni statiche del vento si
traducono, infatti, in pressioni e depressioni agenti normalmente alle superfici,
sia esterne che interne, degli elementi che compongono la costruzione. L'azione
del vento sul singolo elemento viene determinata considerando la combinazione
più gravosa della pressione agente sulla superficie esterna e della pressione
agente sulla superficie interna dell'elemento.
Per costruzioni di forma o tipologia non ordinarie, oppure di grande altezza o
lunghezza, o di rilevante snellezza e leggerezza, o di notevole flessibilità e
ridotte capacità dissipative, il vento può dare luogo a fenomeni di natura
dinamica e ad interazione fra la risposta strutturale e le azioni aerodinamiche
stesse. La normativa richiede, per la risoluzione dei sistemi sopracitati, l’uso di
metodologie di calcolo e sperimentali che tengano conto della dinamica del
sistema.
Nella definizione delle azioni del vento si tiene conto della localizzazione della
struttura, facendo riferimento a una suddivisione del territorio nazionale in zone
omogenee, come riportato al § 3.3.2 delle NTC, contraddistinte da livelli di
ventosità differenti. Viene anche tenuta in considerazione l’altitudine sul livello
del mare, l’esposizione ed in genere la forma delle costruzioni soprattutto in
relazione all’inclinazione delle coperture.

Anche l’azione della neve sulle costruzioni viene valutata in relazione


all’ubicazione geografica al fine di tenere conto delle condizioni locali di clima
e di esposizione e della variabilità delle precipitazioni nevose. I fattori che

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Capitolo 1 Sicurezza e affidabilità strutturale

influenzano le modalità di deposito della neve sulla copertura di una struttura


sono vari:
- forma della copertura;
- proprietà termiche e rugosità della sua superficie;
- quantità di calore generata sotto la copertura;
- prossimità degli edifici limitrofi;
- terreno circostante;
- fattori climatici (ventosità, variazioni di temperatura e probabilità di
precipitazione di pioggia o di neve).

Fig.1.1 - Zone di carico da neve

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Appunti di Tecnica delle Costruzioni

1.2.3 Combinazioni delle azioni

Durante la vita utile le costruzioni saranno soggette a diverse possibili


condizioni di carico aventi natura sostanzialmente differente e localizzata
temporaneamente in momenti differenti. È logico pensare che le azioni
contemplate non possano agire contemporaneamente, ma fanno parte di scenari
di carico sostanzialmente differenti. È opportuno quindi parlare di
“combinazioni di carico” e “coefficienti di combinazione”. Una combinazione
di carico rappresenta la “fotografia” delle condizioni di carico in cui può
trovarsi una struttura e definisce tutte le azioni che coesistono in un’istante di
tempo. Per alcune tipologie di azioni, come vento e sisma, non è sufficiente
identificare un’unica combinazione di carico, perché per loro natura tali azioni
non agiscono sempre nella stessa direzione. È necessario dunque considerare
tutte le possibili circostanze in cui una data azione si esplica e che possa
produrre effetti gravosi sulla struttura.
Deve inoltre essere considerata la natura delle azioni che agiscono
contemporaneamente, al fine di definire l’entità della combinazione. A tale
scopo, la norma definisce dei coefficienti " # , detti “coefficienti di
combinazione” che modulano la quantità delle azioni da considerare agenti
contemporaneamente. Quando si consideri una combinazione di carico, qualora
non risulti immediata la scelta dell’azione variabile predominante, occorrerà
provare le diverse combinazioni tale da ottenere la combinazione più gravosa
sulla struttura. Le combinazioni di carico si possono classificare in senso
generale come riportato nello schema seguente.
sismiche
SLU
non sismiche
Combinazione di carico combinazione fondamentale
sismiche
SLE
non sismiche
combinazione rara
combinazione frequente
combinazione quasi permanente

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Capitolo 1 Sicurezza e affidabilità strutturale

Con riferimento agli stati limiti ultimi, al § 2.5.3 delle NTC, è fornita la
combinazione fondamentale non sismica che si riporta di seguito:
$ % $ % & % ' % ' "( % ') "() ) % * (1.5)
in cui:
è il valore caratteristico dell’azione variabile predominante;
+ sono i valori caratteristici delle azioni variabili secondarie;
+ sono i coefficienti parziali di sicurezza per le azioni;
"+, sono i coefficienti di combinazione delle azioni.
Il simbolo “%” indica la contemporaneità delle azioni agenti sulla struttura,
intesa con un significato fisico di combinazione, dettata dalla diversa natura dei
valori di carico presenti nella combinazione. La variabilità dei coefficienti è
dettata dalla natura del carico agente e a seconda che il contributo di ciascun
carico sia favorevole o sfavorevole alla sicurezza.
I valori dei coefficienti di sicurezza per le azioni sono riportati in Tab. 1.2 (Tab.
2.6.I delle NTC).
Coefficiente
ECQ A1 STR A2 GEO

favorevoli 0,9 1,0 1,0


Carichi permanenti $
sfavorevoli 1,1 1,3 1,0

Carichi permanenti non favorevoli 0,0 0,0 0,0


$
strutturali sfavorevoli 1,5 1,5 1,3
favorevoli 0,0 0,0 0,0
Carichi variabili '+
sfavorevoli 1,5 1,5 1,3

Tab.1.2 - Coefficienti parziali di sicurezza per le azioni

Ai fini delle verifiche strutturali sono da considerarsi le solo combinazioni di


tipo A1 STR.
I coefficienti di combinazione "(, , determinati sulla base di considerazioni
statistiche, tengono conto, come detto in precedenza della ridotta probabilità di
concomitanza delle azioni variabili con i rispettivi valori caratteristici. Essi

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Appunti di Tecnica delle Costruzioni

assumono valori differenti in funzione della destinazione d’uso della


costruzione o di alcune sue parti.
I valori dei coefficienti di combinazione sono riportati nella Tab. 1.3 (Tab. 2.5.I
delle NTC 08).
Categoria/Azione variabile "(, " , " ,

Categoria A - Ambienti ad uso residenziale 0,7 0,5 0,3


Categoria B - Uffici 0,7 0,5 0,3
Categoria C - Ambienti suscettibili di affollamento 0,7 0,7 0,6
Categoria D - Ambienti ad uso commerciale 0,7 0,7 0,6
Categoria E - Biblioteche, archivi, magazzini e ambienti ad uso 1,0 0,9 0,8
industriale
Categoria F - Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso - ./ 01) 0,7 0,7 0,6
Categoria G - Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso ./ 01) 0,7 0,5 0,3
Categoria H - Coperture 0,0 0,0 0,0
Vento 0,6 0,2 0,0
Neve (a quota - /// m s.l.m.) 0,5 0,2 0,0
Neve (a quota /// m s.l.m.) 0,7 0,5 0,2

Variazioni termiche 0,6 0,5 0,0

Tab.1.3 - Valori dei coefficienti di combinazione

Per gli stati limite di esercizio non sismico si definiscono tre combinazioni di
carico.
- Combinazione rara, impiegata per gli stati limite di esercizio irreversibili:
% % % % "( % "() ) % *
- Combinazione frequente, impiegata per gli stati limite di esercizio reversibili:
% % %" %" %" ) ) % *
- Combinazione quasi permanente, impiegata per gli effetti a lungo termine:
% % %" %" %" ) ) % *

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Capitolo 1 Sicurezza e affidabilità strutturale

Nelle verifiche agli stati limite ultimi e di esercizio, connessi all’azione sismica
! è invece da impiegare la seguente combinazione:
!% % % %" %" %2
Si rimanda al capitolo che segue la trattazione completa circa la valutazione
dell’azione sismica.

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Appunti di Tecnica delle Costruzioni

APPLICAZIONE 1.1
Combinazioni di carico non sismiche allo SLU e SLE. Stima dei valori di
carico su una trave.
Considerando il seguente schema strutturale planimetrico si vuole eseguire una
stima del carico agente sulla trave 3 4, che risulta essere maggiormente
caricata poiché presenta, oltre al carico del peso proprio, una maggiore area di
influenza con riferimento ai carichi provenienti dai solai S.1 e S.2.

I solai S.1 e S.2 sono dello stessa tipologia e ad essi compete la seguente analisi
dei carichi permanenti e variabili .
4 56 187 (carichi permanenti strutturali)
4 // 187 (carichi non permanenti)
9
/ / 1 87 (azione variabile: manutenzione)
99
/ :; 187 (azione variabile: neve)

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Capitolo 1 Sicurezza e affidabilità strutturale

Le azioni sulla trave 3 4 provenienti dai solai sono di seguito valutate per le
combinazioni di carico alla SLU e allo SLE. Poiché si è in presenza di più di un
carico variabile, considerando che questi sono associati in relazione alla loro
natura a differenti coefficienti di combinazione, non è priori possibile stabile
quale di essi deve essere considerato come carico predominante. Come detto in
precedenza è necessario considerare entrambe le possibilità permutando i
carichi variabili come segue:
I Permutazione
/ / 1 87 (predominante)
/ :; 187 (secondario)
II Permutazione
/ :; 187 (predominante)
/ / 1 87 (secondario)

Combinazione allo SLU


- combinazione Fondamentale:
< => $ % $ % ' % ' "( % ') "() )

Con riferimento alle Tab. 1.2 e 1.3 si ha:


< 9 => ./ 4 56 % / 4 // % / / /% / / / / :; 6 5 187

< 99=> ./ 4 56 % / 4 // % / / :; % / / / / 6 6 1 87

La combinazione più gravosa è pertanto la < 9 => .


Si assume < => 6 5 1 87 .

Combinazione gli SLE


- combinazione Rara:
< ?@?@ % % % "(
Con riferimento alle Tab. 1.2 e 1.3 si ha:

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Appunti di Tecnica delle Costruzioni

< 9?@?@ 4 56 % 4 // % / / % / / / :; :/ 187


< 99
?@?@ 4 56 % 4 // % / :; % / / / : 1 87
La combinazione più gravosa è pertanto la < 9?@?@ .
Si assume pertanto < 9?@?@ :/ 187 .

- combinazione Frequente:
<A?BCD % %" %"
Con riferimento alle Tab. 1.2 e 1.3 si ha:
< 9A?BCD 4 56 % 4 // % / / / % / / :; : 56 187

< 99
A?BCD 4 56 % 4 // % / 4/ / :; % / / / : 65 187

La combinazione più gravosa è pertanto la < 99


A?BCD
Si assume pertanto < 99
A?BCD : 65 187 .

- combinazione Quasi Permanente:


< CDEB? D % %" %"
Con riferimento alle Tab. 1.2 e 1.3 si ha:
< 9CDEB? D 4 56 % 4 // % / / / % / / :; : 55 187

< 99
CDEB? D 4 56 % 4 // % / / :; % / / / : 55 187

Le combinazioni < 9CDEB? D e < 99


CDEB? D sono equivalenti. Si assume quindi
<CDEB? D : 55 187 .
Per passare dai valori di carico valutati nell’unità di superficie di carico di linea
sulla trave 3 4 è sufficiente moltiplicare per la larghezza dell’area di
influenza (F+GAHD ).

Per ogni combinazioni di carico, il carico distribuito sulla trave 3 4 vale:

AIG D < => F+GAHD 6 5 /%4 45 :J 187


?@?@ <?@?@ F+GAHD :/ /%4 ; J/ 187

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Capitolo 1 Sicurezza e affidabilità strutturale

A?BCD <A?BCD F+GAHD :6 /%4 55 1 87


CDEB? D <CDEB? D F+GAHD : 55 /%4 5. 1 87
La trave 3 4 ha dimensioni ./K /. Il suo peso proprio strutturale al metro
lineare vale:

L M N // 4 / ./ / / // .6 187
Con riferimento alle combinazioni precedentemente considerate si ha per la
trave 3 4:
< => $ ./ . 6 : ;6 187
< ?@?@ .6 .6 1 87
< A?BCD .6 .6 1 87
< CDEB? D .6 .6 1 87

La Tabella seguente riassume i valori di calcolo alle diverse combinazioni di


carico considerate.
Solaio Trave Tot.
Combinazione
OPQ8RS OPQ8RS OPQ8RS
SLU fondamentale 26,49 4,87 31,36
SLE rara 19,90 3,75 23,65
SLE frequente 16,65 3,75 20,40
SLE quasi permanente 16,31 3,75 20,06

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