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APPUNTI DI

TECNICA DELLE COSTRUZIONI








Fabio Di Trapani







La presente dispensa costituisce un supporto allo studio per gli studenti del
corso di Tecnica delle Costruzioni per il corso di laurea in Ingegneria Edile
dellUniversit degli studi di Palermo. Essa nasce dalla sintesi di numerose tesi di
laurea svolte negli anni precedenti da studenti che hanno fornito il loro contributo con
impegno e dedizione.
Si precisa che i contenuti qui esposti non esauriscono totalmente quelli trattati
nel corso per la cui completa trattazione rimanda ai testi ufficiali consigliati anche
considerando la possibile presenza di errori od imprecisioni dovute al tempo non
sempre sufficiente per rivedere e controllare testi e calcoli.
Si ringrazia lIng. Francesco Basone per laiuto fornito alla redazione del
presente documento.


Fabio Di Trapani







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SICUREZZA E AFFIDABILITA
STRUTTURALE
Il fine ultimo della progettazione delle strutture garantire che lopera assolva
alla funzione per cui stata concepita, mantenendo un prefissato livello di
sicurezza. Per sicurezza si intende il grado di protezione di persone e beni
rispetto alle conseguenze di un collasso, che indica il raggiungimento di una
qualunque condizione (successivamente indicata con stato limite) che determini
il malfunzionamento della struttura o di una sua parte. Pertanto, per parlare di
sicurezza necessario definire un limite ad una soglia rispetto alla quale essa
deve essere valutata.
Nella pratica dellingegneria si affronta il concetto di affidabilit di un sistema
strutturale, definita con la capacit di un sistema di assolvere alle funzioni per
cui stata progettata, in determinate condizioni duso e per un fissato tempo di
esercizio.
Per meglio fissare questi elementi opportuno far riferimento ad alcune
significative definizioni, come quella proposta dalla Normativa europea
(Eurocodice 2), che come requisito fondamentale della progettazione riporta
quanto segue:
Una struttura deve essere progettata e costruita in modo che:
- con adeguati livelli di accettabilit sia in grado di sopportare tutte le
azioni o influenze, cui possa essere sottoposta durante la sua
realizzazione e il suo esercizio, e abbia adeguata durabilit in relazione
ai costi di manutenzione;
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Appunti di Tecnica delle Costruzioni

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- con accettabile probabilit rimanga adatta alluso per il quale
prevista, tenendo nel dovuto conto la sua vita presupposta e il suo
costo.
Il raggiungimento di tali obiettivi necessita dellutilizzo di procedure di analisi
strutturale che controllano se i requisiti richiesti siano effettivamente soddisfatti
durante la vita di servizio della costruzione con un prefissato margine di
sicurezza. La necessit di introdurre il concetto di margine di sicurezza deriva
dalle caratteristiche aleatorie delle azioni e delle resistenze, che sono variabili
soggette a fluttuazioni non prevedibili, nonch dalle incertezze sui modelli e
sugli schemi di calcolo adottati.
La verifica della sicurezza si attua confrontando due grandezze omogenee:
- la prima, usualmente denominata

, che rappresenta la domanda di


prestazione che le azioni esterne rivolgono al componente strutturale;
- la seconda,

, che rappresenta la capacit di prestazione che il


medesimo componente in grado di fornire.
La valutazione delle due grandezze

, pu essere eseguita mediante


differenti approcci, ognuno dei quali tiene conto, in diverso modo delle
aleatoriet delle variabili in gioco e per lo spazio nel quale viene effettuata la
verifica. In generale, i metodi di pratico utilizzo partono dalla definizione di
valori caratteristici per le grandezze ed , rispettivamente:
- nella valutazione della domanda si considera la aleatoriet delle
azioni esterne, o con riferimento ai valori caratteristici

di seguito
trattati, che assicurano una minima (o massima) probabilit di essere
superati ovvero mediante la definizione di valori con prefissati periodi
di ritorno;
- nella valutazione della capacit si tiene conto della fluttuazione
statistica dei valori delle resistenze dei materiali, utilizzando anche in
questo caso il valore caratteristico

, valore per cui la probabilit che


la resistenza effettiva sia minore molto bassa.
Poich, come detto, non sufficiente tenere conto delle aleatoriet delle
resistenze e delle azioni, essendo presenti ulteriori cause di incertezza
Capitolo 1 Sicurezza e affidabilit strutturale

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riguardanti le deviazioni dalle leggi di distribuzione statistica assunte per il
calcolo dei valori caratteristici ovvero difetti di esecuzione ed incertezze sui
modelli di calcolo, necessario utilizzare coefficienti parziali di sicurezza che
dipendono dai materiali.

(1.1)
La verifica soddisfatta se:



(1.2)
dove

la sollecitazione massima che la sezione pu sopportare in base alle


resistenze

. Se

=

, un adeguato livello di sicurezza assicurato dal
fatto che le resistenze sono state abbattute e le azioni amplificate dai rispettivi
coefficienti parziali.









Appunti di Tecnica delle Costruzioni

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1.1 Metodo semiprobabilistico agli stati limite
Le grandezze che entrano in gioco nel progetto di una struttura, quali azioni,
dimensioni, geometria, condizioni di vincolo, materiali impiegati, modelli
elastici ecc. non possono essere, per via del gran numero di fattori che le
influenzano nel passaggio alla realt fisica, essere contemplate in maniera
soddisfacente attraverso un approccio puramente deterministico, ma richiedono
unanalisi di tipo probabilistico. Daltra parte lobiettivo della verifica di
sicurezza quella di mantenere ciascuna parte della struttura al di sotto di un
prefissato valore di raggiungimento di unassegnata condizione pericolosa
definita stato limite.
Si intende per stato limite la condizione raggiunta la quale, la struttura in
esame o uno dei suo elementi costitutivi non pu pi svolgere le funzione o non
soddisfa pi i requisiti per cui stata realizzata.
In Italia, in seguito ad un travagliato iter legislativo, la Normativa tecnica
vigente che definisce globalmente le tipologie strutturali, metodologie di analisi,
prestazioni tecniche, azioni da considerare e caratteristiche dei materiali
impiegati il D.M. 14/01/2008 Nuove norme tecniche per le costruzioni.
Questultima, con riferimento a quanto detto, definisce al 2.1, le opere e le
tipologie strutturali secondo i seguenti requisiti:
- sicurezza nei confronti di stati limite ultimi (SLU): capacit di evitare crolli,
perdite di equilibrio e dissesti gravi, totali o parziali, che possano
compromettere lincolumit delle persone ovvero comportare la perdita di beni,
ovvero provocare gravi danni ambientali e sociali, ovvero mettere fuori servizio
lopera;
- sicurezza nei confronti di stati limite di esercizio (SLE): capacit di garantire
le prestazioni previste per le condizioni di esercizio;
- robustezza nei confronti di azioni eccezionali: capacit di evitare danni
sproporzionati rispetto allentit delle cause innescanti quali incendio,
esplosioni, urti.
Capitolo 1 Sicurezza e affidabilit strutturale

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Con riferimento ad una generica azione , assume particolare importanza un
valore che abbia bassa probabilit di essere superato, che viene nominato valore
caratteristico, contraddistinto con il pedice .
Si definisce valore caratteristico di resistenza

quel valore di resistenza che


presenta una probabilit di non essere superato pari al 5%.
Analogamente, di definisce valore caratteristico di carico

quel valore di
carico che presenta una probabilit di essere superato pari al 5%.
Lapproccio probabilistico mira a valutare la probabilit di collasso ed a
controllare che essa sia inferiore ad un valore considerato accettabile. Per fare
ci occorre conoscere la funzione di densit di probabilit dei carichi e della
resistenza dei materiali. Alla data odierna il metodo probabilistico di difficile
applicazione in quanto:
- non tutte le funzioni di probabilit delle variabili aleatorie che
concorrono alla determinazione della sicurezza strutturale sono note;
- lelaborazione per arrivare alla pronuncia di sicurezza dispendiosa e
complicata.
Solo a scopo di conoscenza, si precisa che alla data attuale, sono noti tre livelli
di analisi probabilistica:
- Livello 1 (o livello Europeo) detto anche semiprobabilistico;
- Livello 2 (o livello Americano);
- Livello 3 (o livello Completo);
La Normativa Italiana, per la valutazione della sicurezza strutturale, si avvale
del livello 1, introducendo al 2.3 il metodo semiprobabilistico agli stati limite.
Con il termine semiprobabilistico si intende che allinterno del processo di
analisi e verifica non tutte le variabili entrano in gioco in termini probabilistici.
Nellapplicazione del metodo si assumono, ad esempio, grandezze
deterministiche, legate ai materiali e geometria degli elementi strutturali, e
grandezze probabilistiche, legate alle azioni e resistenze della struttura.
Lo schema che segue sintetizza la natura delle variabili strutturali che fanno
parte del problema di analisi e verifica delle costruzioni.
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

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Variabili strutturali
Grandezze deterministiche Grandezze probabilistiche
- Legami costitutivi - Azioni
- Geometria degli elementi - Resistenze dei materiali
- Moduli di elasticit
- Modello di calcolo
Le incertezze vengono tenute in conto applicando opportuni coefficienti detti
coefficienti parziali di sicurezza ed indicati con , i quali tengono in conto la
variabilit delle rispettive grandezze e le incertezze relative alle tolleranze
geometriche, alla affidabilit del modello di calcolo ed ai possibili errori di
calcolo. Tali coefficienti agiscono sulle azioni e sulle resistenze, consentendo di
passare dai valori caratteristici indicati con il pedice "" ai valori di
progetto indicati con il pedice (iniziale della parola inglese design, cio
progetto).
Con riferimento alle resistenze, i valori di progetto sono ottenuti come:

> 1 (1.3)
dove

detto appunto coefficiente di sicurezza parziale delle resistenze e


dipende in genere dal materiale, dalla situazione di progetto e dalla particolare
verifica in esame.
Per opere in conglomerato cementizio armato , in cui i materiali costituenti sono
appunto il calcestruzzo e lacciaio in barre da cemento armato, la Normativa
prevede i seguenti coefficienti di sicurezza ( 4.1.2.1.1.1 e 4.1.2.1.1.3 delle
NTC).
Materiale Coefficiente di sicurezza
Calcestruzzo

= 1,5
Acciaio

= 1,15
Tab.1.1 - Valori dei coefficienti parziali di sicurezza
Capitolo 1 Sicurezza e affidabilit strutturale

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I valori di progetto delle azioni sono valutati invece attraverso coefficienti di
sicurezza che ne amplificano il valore. In generale ci esprimibile attraverso la
relazione:

> 1 (1.4)
in cui

il coefficiente di sicurezza che tiene conto della aleatoriet delle


azioni. Nei paragrafi successivi sono desunte pi dettagliatamente le azioni che
pi ricorrentemente agiscono sulle costruzioni.


















Appunti di Tecnica delle Costruzioni

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1.2 Azioni sulle costruzioni
La definizione delle azioni sulla struttura rive unimportanza fondamentale nella
progettazione strutturale, al fine di conseguire la sicurezza strutturale attraverso
dimensionamenti che siano sostenibili economicamente.
Nel calcolo delle costruzioni si fa solitamente riferimento a condizioni
semplificate e convenzionali, definite per riprodurre stati di sollecitazione che
siano non inferiori a quelli pi gravosi conseguenti carichi effettivi. Nella
maggioranza dei casi le forze si considerano applicate staticamente, ossia con
lentezza tale da non dar luogo a sensibili effetti dinamici sulle strutture.
1.2.1 Classificazione delle azioni
Le norme tecniche per le costruzioni al 2.5, definiscono azione ogni causa o
insieme di cause capace di indurre stati limite in una struttura, classificandole
facendo riferimento a:
- modo di esplicarsi;
- risposta strutturale;
- variazione dellintensit nel tempo.
In funzione del modo di esplicarsi, le azioni di dividono in:
a) dirette: forze concentrate e carichi concentrati fissi o mobili;
b) indirette: spostamenti impressi. Variazioni di temperatura o di umidit,
ritiro, precompressione, cedimenti dei vincoli;
c) entropiche: degrado endogeno ed esogeno.
In funzione della risposta strutturale, si dividono in:
a) statiche: azioni applicate alla struttura che non provocano
accelerazioni della stessa o delle sue parti;
b) pseudo-statiche: azioni dinamiche rappresentabili mediante unazione
statica equivalente;
Capitolo 1 Sicurezza e affidabilit strutturale

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c) dinamiche: azioni che causano accelerazioni significative della
struttura e dei suoi componenti.
Infine, in funzione della variazione dellintensit nel tempo, le azioni sulle
strutture si dividono in:
a) permanenti : azioni che agiscono durante la vita nominale della
costruzione, la cui variazione di intensit nel tempo cos piccola e lenta da
poterle considerare con sufficiente approssimazione costanti nel tempo:
- peso proprio di tuti gli elementi strutturali, peso proprio del terreno,
quando pertinente; forze indotte dal terreno (esclusi gli effetti di carichi
variabili applicati al terreno); forze risultanti dalla pressione dellacqua
(quando si configurino costanti nel tempo)

;
- peso proprio di tutti gli elementi non strutturali

;
- spostamenti e deformazioni imposti, previsti dal progetto e realizzati
allatto della costruzione;
- pretensione e precompressione ;
- ritiro e viscosit;
- spostamenti differenziali;
b) variabili : azioni sulla struttura o sullelemento strutturale con valori
istantanei che possono risultare sensibilmente diversi fra loro nel tempo:
- di lunga durata: agiscono con unintensit significativa, anche non
continuativamente, per un tempo non trascurabile rispetto alla vita
nominale della struttura;
- di breve durata. Azioni che agiscono per un periodo di tempo breve
rispetto alla vita nominale della struttura;
c) eccezionali : azioni che si verificano solo eccezionalmente nel corso
della vita nominale della struttura;
- incendi;
- esplosioni;
- urti ed impatti;
d) sismiche : azioni derivanti dai terremoti.

Appunti di Tecnica delle Costruzioni

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1.2.2 Azioni del vento e della neve
Secondo quanto riportato al 3.3.1 delle NTC, il vento, la cui direzione si
considera generalmente orizzontale, esercita sulle costruzioni azioni che
variano nel tempo e nello spazio provocando in generale effetti dinamici sulle
strutture.
Per configurazioni e tipologie strutturali ordinarie, semplici e di limitata
estensione, ovvero poco sensibili all'azione dinamica del vento, possibile
descrivere le azioni indotte dal vento in azioni statiche equivalenti, secondo la
procedura riportata al 3.3.3 delle NTC. Le azioni statiche del vento si
traducono, infatti, in pressioni e depressioni agenti normalmente alle superfici,
sia esterne che interne, degli elementi che compongono la costruzione. L'azione
del vento sul singolo elemento viene determinata considerando la combinazione
pi gravosa della pressione agente sulla superficie esterna e della pressione
agente sulla superficie interna dell'elemento.
Per costruzioni di forma o tipologia non ordinarie, oppure di grande altezza o
lunghezza, o di rilevante snellezza e leggerezza, o di notevole flessibilit e
ridotte capacit dissipative, il vento pu dare luogo a fenomeni di natura
dinamica e ad interazione fra la risposta strutturale e le azioni aerodinamiche
stesse. La normativa richiede, per la risoluzione dei sistemi sopracitati, luso di
metodologie di calcolo e sperimentali che tengano conto della dinamica del
sistema.
Nella definizione delle azioni del vento si tiene conto della localizzazione della
struttura, facendo riferimento a una suddivisione del territorio nazionale in zone
omogenee, come riportato al 3.3.2 delle NTC, contraddistinte da livelli di
ventosit differenti. Viene anche tenuta in considerazione laltitudine sul livello
del mare, lesposizione ed in genere la forma delle costruzioni soprattutto in
relazione allinclinazione delle coperture.
Anche lazione della neve sulle costruzioni viene valutata in relazione
allubicazione geografica al fine di tenere conto delle condizioni locali di clima
e di esposizione e della variabilit delle precipitazioni nevose. I fattori che
Capitolo 1 Sicurezza e affidabilit strutturale

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influenzano le modalit di deposito della neve sulla copertura di una struttura
sono vari:
- forma della copertura;
- propriet termiche e rugosit della sua superficie;
- quantit di calore generata sotto la copertura;
- prossimit degli edifici limitrofi;
- terreno circostante;
- fattori climatici (ventosit, variazioni di temperatura e probabilit di
precipitazione di pioggia o di neve).


Fig.1.1 - Zone di carico da neve

Appunti di Tecnica delle Costruzioni

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1.2.3 Combinazioni delle azioni
Durante la vita utile le costruzioni saranno soggette a diverse possibili
condizioni di carico aventi natura sostanzialmente differente e localizzata
temporaneamente in momenti differenti. logico pensare che le azioni
contemplate non possano agire contemporaneamente, ma fanno parte di scenari
di carico sostanzialmente differenti. opportuno quindi parlare di
combinazioni di carico e coefficienti di combinazione. Una combinazione
di carico rappresenta la fotografia delle condizioni di carico in cui pu
trovarsi una struttura e definisce tutte le azioni che coesistono in unistante di
tempo. Per alcune tipologie di azioni, come vento e sisma, non sufficiente
identificare ununica combinazione di carico, perch per loro natura tali azioni
non agiscono sempre nella stessa direzione. necessario dunque considerare
tutte le possibili circostanze in cui una data azione si esplica e che possa
produrre effetti gravosi sulla struttura.
Deve inoltre essere considerata la natura delle azioni che agiscono
contemporaneamente, al fine di definire lentit della combinazione. A tale
scopo, la norma definisce dei coefficienti < 1, detti coefficienti di
combinazione che modulano la quantit delle azioni da considerare agenti
contemporaneamente. Quando si consideri una combinazione di carico, qualora
non risulti immediata la scelta dellazione variabile predominante, occorrer
provare le diverse combinazioni tale da ottenere la combinazione pi gravosa
sulla struttura. Le combinazioni di carico si possono classificare in senso
generale come riportato nello schema seguente.
sismiche
SLU
non sismiche
Combinazione di carico combinazione fondamentale
sismiche
SLE
non sismiche
combinazione rara
combinazione frequente
combinazione quasi permanente
Capitolo 1 Sicurezza e affidabilit strutturale

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Con riferimento agli stati limiti ultimi, al 2.5.3 delle NTC, fornita la
combinazione fondamentale non sismica che si riporta di seguito:

+
(1.5)
in cui:

il valore caratteristico dellazione variabile predominante;

sono i valori caratteristici delle azioni variabili secondarie;

sono i coefficienti parziali di sicurezza per le azioni;

sono i coefficienti di combinazione delle azioni.


Il simbolo + indica la contemporaneit delle azioni agenti sulla struttura,
intesa con un significato fisico di combinazione, dettata dalla diversa natura dei
valori di carico presenti nella combinazione. La variabilit dei coefficienti


dettata dalla natura del carico agente e a seconda che il contributo di ciascun
carico sia favorevole o sfavorevole alla sicurezza.
I valori dei coefficienti di sicurezza per le azioni sono riportati in Tab. 1.2 (Tab.
2.6.I delle NTC).
Coefficiente


ECQ A1 STR A2 GEO
Carichi permanenti
favorevoli


0,9 1,0 1,0
sfavorevoli 1,1 1,3 1,0
Carichi permanenti non
strutturali
favorevoli


0,0 0,0 0,0
sfavorevoli 1,5 1,5 1,3
Carichi variabili
favorevoli


0,0 0,0 0,0
sfavorevoli 1,5 1,5 1,3
Tab.1.2 - Coefficienti parziali di sicurezza per le azioni
Ai fini delle verifiche strutturali sono da considerarsi le solo combinazioni di
tipo A1 STR.
I coefficienti di combinazione

, determinati sulla base di considerazioni


statistiche, tengono conto, come detto in precedenza della ridotta probabilit di
concomitanza delle azioni variabili con i rispettivi valori caratteristici. Essi
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

20
assumono valori differenti in funzione della destinazione duso della
costruzione o di alcune sue parti.
I valori dei coefficienti di combinazione sono riportati nella Tab. 1.3 (Tab. 2.5.I
delle NTC 08).
Tab.1.3 - Valori dei coefficienti di combinazione
Per gli stati limite di esercizio non sismico si definiscono tre combinazioni di
carico.
- Combinazione rara, impiegata per gli stati limite di esercizio irreversibili:

+ +

+
- Combinazione frequente, impiegata per gli stati limite di esercizio reversibili:

+ +

+
- Combinazione quasi permanente, impiegata per gli effetti a lungo termine:

+ +

+
Categoria/Azione variabile


Categoria A - Ambienti ad uso residenziale 0,7 0,5 0,3
Categoria B - Uffici 0,7 0,5 0,3
Categoria C - Ambienti suscettibili di affollamento 0,7 0,7 0,6
Categoria D - Ambienti ad uso commerciale 0,7 0,7 0,6
Categoria E - Biblioteche, archivi, magazzini e ambienti ad uso
industriale
1,0 0,9 0,8
Categoria F - Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso 30 ) 0,7 0,7 0,6
Categoria G - Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso > 30 ) 0,7 0,5 0,3
Categoria H - Coperture 0,0 0,0 0,0
Vento 0,6 0,2 0,0
Neve (a quota 1000 m s.l.m.) 0,5 0,2 0,0
Neve (a quota > 1000 m s.l.m.) 0,7 0,5 0,2
Variazioni termiche
0,6

0,5

0,0

Capitolo 1 Sicurezza e affidabilit strutturale

21
Nelle verifiche agli stati limite ultimi e di esercizio, connessi allazione sismica
invece da impiegare la seguente combinazione:
+

+ +

+
Si rimanda al capitolo che segue la trattazione completa circa la valutazione
dellazione sismica.




























Appunti di Tecnica delle Costruzioni

22
APPLICAZIONE 1.1
Combinazioni di carico non sismiche allo SLU e SLE. Stima dei valori di
carico su una trave.
Considerando il seguente schema strutturale planimetrico si vuole eseguire una
stima del carico agente sulla trave 1 2, che risulta essere maggiormente
caricata poich presenta, oltre al carico del peso proprio, una maggiore area di
influenza con riferimento ai carichi provenienti dai solai S.1 e S.2.

I solai S.1 e S.2 sono dello stessa tipologia e ad essi compete la seguente analisi
dei carichi permanenti e variabili

= 2,67

(carichi permanenti strutturali)

= 2,00

(carichi non permanenti)

= 0,50

(azione variabile: manutenzione)

= 0,48

(azione variabile: neve)


Capitolo 1 Sicurezza e affidabilit strutturale

23
Le azioni sulla trave 1 2 provenienti dai solai sono di seguito valutate per le
combinazioni di carico alla SLU e allo SLE. Poich si in presenza di pi di un
carico variabile, considerando che questi sono associati in relazione alla loro
natura a differenti coefficienti di combinazione, non priori possibile stabile
quale di essi deve essere considerato come carico predominante. Come detto in
precedenza necessario considerare entrambe le possibilit permutando i
carichi variabili come segue:
I Permutazione

= 0,50

(predominante)

= 0,48

(secondario)
II Permutazione

= 0,48

(predominante)

= 0,50

(secondario)
Combinazione allo SLU
- combinazione Fondamentale:


Con riferimento alle Tab. 1.2 e 1.3 si ha:

= 1,30 2,67 + 1,50 2,00 +1,50 0,50 +1,50 0,50 0,48 = 7,56

= 1,30 2,67 + 1,50 2,00 +1,50 0,48 +1,50 0,50 0 = 7,17


La combinazione pi gravosa pertanto la

.
Si assume

= 7,56

.
Combinazione gli SLE
- combinazione Rara:


Con riferimento alle Tab. 1.2 e 1.3 si ha:
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

24

= 2,67 +2,00 +0,50 +0,50 0,48 = 5,40

= 2,67 +2,00 +0,48 +0 0,50 = 5,14


La combinazione pi gravosa pertanto la

.
Si assume pertanto

= 5,40

.
- combinazione Frequente:

.
=


Con riferimento alle Tab. 1.2 e 1.3 si ha:

.

= 2,67 +2,00 +0 0,50 +0 0,48 = 4,67

= 2,67 +2,00 +0,20 0,48 +0 0,50 = 4,76


La combinazione pi gravosa pertanto la
.


Si assume pertanto
.

= 4,76

.
- combinazione Quasi Permanente:

..
=


Con riferimento alle Tab. 1.2 e 1.3 si ha:

..

= 2,67 +2,00 +0 0,50 +0 0,48 = 4,66



..

= 2,67 +2,00 +0 0,48 +0 0,50 = 4,66


Le combinazioni
..

e
..

sono equivalenti. Si assume quindi

..
= 4,66

.
Per passare dai valori di carico valutati nellunit di superficie di carico di linea
sulla trave 1 2 sufficiente moltiplicare per la larghezza dellarea di
influenza (
.
).
Per ogni combinazioni di carico, il carico distribuito sulla trave 1 2 vale:

.
=


.
= 7,56 1,50 +2 = 26,49


.
= 5,40 1,50 +2 = 18,90
Capitolo 1 Sicurezza e affidabilit strutturale

25

.
=
.

.
= 4,75 1,50 +2 = 16,65

..
=
..

.
= 4,66 1,50 +2 = 16,31
La trave 1 2 ha dimensioni 3050. Il suo peso proprio strutturale

al metro
lineare vale:

1,00 = 25 0,30 0,50 1,00 = 3,75


Con riferimento alle combinazioni precedentemente considerate si ha per la
trave 1 2:

= 1,30 3,75 = 4,87


= 3,75 = 3,75

.
=

= 3,75 = 3,75

..
=

= 3,75 = 3,75
La Tabella seguente riassume i valori di calcolo alle diverse combinazioni di
carico considerate.
Combinazione
Solaio

Trave

Tot.

SLU fondamentale 26,49 4,87 31,36
SLE rara 19,90 3,75 23,65
SLE frequente 16,65 3,75 20,40
SLE quasi permanente 16,31 3,75 20,06







26



AZIONI SISMICHE SULLE
COSTRUZIONI
Lazione sismica sulle strutture generata dal moto non uniforme del terreno di
sedime per effetto della propagazione delle onde sismiche. Il moto sismico
eccita la struttura provocandone la risposta dinamica, dovr essere oggetto di
verifica e di controllo negli aspetti di sicurezza e prestazioni attese.
Le azioni sismiche hanno una natura diversa rispetto alle altre azioni, ovvero
non si esplicano come azioni meccaniche direttamente applicate, ma nascono
poich le masse strutturali subiscono unaccelerazione. Le forze sismiche sono
dunque forze di inerzia, modellate attraverso azioni statiche equivalenti ed
applicate direttamente sulla struttura (analisi statica o pseudodinamica) o
applicate mediante accelerogrammi al piede della struttura (analisi time history)
valutando una risposta in funzione del tempo. La particolare importanza
dellargomento in relazione alla particolare sismicit del territorio italiano ha
indotto alla stesura del seguente capitolo in cui vengono descritte prescrizioni
normative ai fini della valutazione dellazione sismica in relazione
allimportanza delle opere, alla loro ubicazione ed alle prestazioni richieste.





2
Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

27
2.1 Stati limite sismici
Le costruzioni devono garantire prestazioni definite quando soggette ad azioni
sismiche di diversa intensit. Vengono pertanto definiti stati limite sismici di
esercizio e ultimi. La Normativa Italiana al 3.2.1 definisce con precisione gli
stati limite riferendosi alle prestazioni della costruzione nel suo complesso,
includendo gli elementi strutturali, quelli non strutturali e gli impianti.
Stati limite di esercizio sismici.
- Stato Limite di Operativit (SLO): a seguito del terremoto la costruzione
nel suo complesso, includendo gli elementi strutturali, quelli non
strutturali, le apparecchiature rilevanti alla sua funzione, non deve subire
danni ed interruzioni d'uso significativi;
- Stato Limite di Danno (SLD): a seguito del terremoto la costruzione nel
suo complesso, includendo gli elementi strutturali, quelli non strutturali, le
apparecchiature rilevanti alla sua funzione, subisce danni tali da non
mettere a rischio gli utenti e da non compromettere significativamente la
capacit di resistenza e di rigidezza nei confronti delle azioni verticali ed
orizzontali, mantenendosi immediatamente utilizzabile pur
nellinterruzione duso di parte delle apparecchiature.
Stati limite ultimi sismici.
- Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV): a seguito del terremoto la
costruzione subisce rotture e crolli dei componenti non strutturali ed
impiantistici e significativi danni dei componenti strutturali cui si associa
una perdita significativa di rigidezza nei confronti delle azioni orizzontali;
la costruzione conserva invece una parte della resistenza e rigidezza per
azioni verticali e un margine di sicurezza nei confronti del collasso per
azioni sismiche orizzontali;
- Stato Limite di prevenzione del Collasso (SLC): a seguito del terremoto
la costruzione subisce gravi rotture e crolli dei componenti non strutturali
ed impiantistici e danni molto gravi dei componenti strutturali; la
costruzione conserva ancora un margine di sicurezza per azioni verticali


28
ed un esiguo margine di sicurezza nei confronti del collasso per azioni
orizzontali.
I quattro stati limite cos definiti, consentono di individuare quattro situazioni
diverse che, al crescere progressivo dellazione sismica, ed al conseguente
progressivo superamento dei quattro stati limite ordinati per azione sismica
crescente ( SLO, SLD, SLV, SLC ) fanno corrispondere una progressiva crescita
del danno sulla struttura sugli elementi non strutturali ed impianti, per
individuare cos univocamente ed in modo quasi continuo le caratteristiche
prestazionali richieste alla generica costruzione.
La Circolare 2 Febbraio 2009, n. 617 del Consiglio Superiore dei Lavori
Pubblici chiarisce quali stati limite devono essere verificati in relazione alle
classi di opere ed a specifiche esigenze. Si riporta di seguito la tabella fornita
dalla norma al C.7.1.

Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

29

Tab. 2.1 Verifiche di sicurezza in funzione della Classe duso
2.2 Classificazione sismica del territorio nazionale
Nel passato la classificazione sismica del territorio Italiano stato per lungo
tempo strettamente legata agli eventi sismici. Cos si provveduto, ad esempio,


30
per la classificare come zone sismiche zone della Calabria e Sicilia dopo il
terremoto di Messina (1908) e dellItalia centrale dopo il terremoto di
Avezzano (1915).
Nel tempo si provveduto a diversificare le zone in funzione dellintensit del
terremoto previsto, introducendo una seconda zona, di intensit leggermente
minore della prima, a partire dal 1927 e successivamente una terza zona, con
intensit prevista ancora minore, dopo i terremoti del Friuli (1976) e dellIrpinia
(1980).

Fig.2.1 - Classificazione sismica del territorio Italiano
Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

31
Gli studi pi recenti, sulla base dei quali sono state fatte le ultime classificazioni
(dallOrdinanza 3274 del 2003 in poi), mirano piuttosto a valutare in maniera
statistica la pericolosit sismica. Con lordinanza del Presidente del Consiglio
dei Ministri n. 3274 del 20/03/2003 tutta la penisola italiana stata suddivisa in
quattro zone, con accelerazione massima

pari a 0,35 , 0,25 , 0,15 ,


0,05 . Linclusione in questa quarta zona, a bassissima sismicit, anche delle
parti del territorio italiano meno esposte al rischio sismico, come la Sardegna o
il Salento, rende necessario prestare attenzione alla prevenzione sismica in tutta
Italia, sia pure in misura molto blanda.
Con il D.M. 14/01/2008 si passati dalla macrozonizzazione in 4 aree
macrosismiche ad una macrozonizzazione che in funzione delle coordinate
geografiche del sito. Il livello di intensit sismica da considerare ai fini delle
verifiche sulla struttura quindi strettamente legato alla sua posizione
geografica allinterno di un reticolo in cui stato suddiviso il territorio
nazionale. I nodi di tale reticolo contengono le informazioni relative alla
sismicit della zona in relazione alla storia delle registrazioni eseguite sugli
eventi sismici che si sono manifestati.
2.3 Parametri identificativi dellazione
sismica
Ai fini della valutazione dellintensit delle azioni sismiche da considerare sulle
costruzioni si rende necessaria la conoscenza di molteplici parametri che si
riassumono sinteticamente di seguito e che saranno successivamente meglio
definiti.
a) Vita nominale

;
b) Classe duso

;
c) Periodo di riferimento per lazione sismica

;
d) Probabilit di superamento dellazione sismica (

);
e) Periodo di ritorno dellazione sismica (

);
f) Categorie di suolo e condizione topografiche ();
g) Coordinate geografiche.


32
2.3.1 Vita nominale
La normativa definisce la vita nominale di unopera strutturale V

come il
numero di anni nel quale la struttura, purch soggetta alla manutenzione
ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale destinata. Al 2.4.1
viene fornita la vita nominale da considerare per diversi tipi di opere, come
riportato in Tab. 2.2.
La vita nominale deve essere precisata nei documenti di progetto.
TIPI DI COSTRUZIONE
Vita Nominale

(in anni)
1
Opere provvisorie - Opere provvisionali - Strutture in
fase costruttiva
10
2
Opere ordinarie, ponti, opere infrastrutturali e dighe di
dimensioni contenute o di importanza normale
50
3
Grandi opere, ponti, opere infrastrutturali e dighe di
grandi dimensioni o di importanza strategica
100
Tab.2.2 Vita nominale

per diversi tipi di opere


2.3.2 Classi duso
Non tutte le opere hanno la stessa importanza durante un evento sismico. Vi
sono opere quali caserme, ospedali o edifici di grande rilevanza pubblica che
non possono essere danneggiati significativamente e che proprio in queste
circostanze devono fornire la loro massima efficienza. La norma quindi
definisce delle classi duso in relazione allimportanza delle opere, rendendo le
azioni sismiche di progetto tanto pi grandi quanto maggiore la rilevanza
strategica e pubblica dellopera, soprattutto durante situazioni di emergenza.
La norma al 2.4.1, definisce le seguenti classi duso.
Classe I: Costruzioni con presenza solo occasionale di persone, edifici
agricoli;
Classe II: Costruzioni con normali affollamenti senza contenuti pericolosi
per lambiente e senza funzioni pubbliche. Industrie con attivit
Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

33
non pericolose per lambiente. Ponti, opere infrastrutturali, reti
viarie non ricadenti nelle classi III o IV, reti ferroviarie la cui
interruzione non provochi conseguenze rilevanti;
Classe III: Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi.
Industrie con attivit pericolose per lambiente. Reti viarie
extraurbane non ricadenti nella classe IV. Ponti e reti viarie la
cui interruzione provochi situazioni di emergenza. Dighe
rilevanti per le conseguenze di un loro eventuale collasso;
Classe IV: Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti,
anche con riferimento alla gestione della protezione civile in
caso di calamita. Industrie con attivit particolarmente
pericolose per lambiente.
Per quanto riguarda le classi duso III e IV, definizioni pi dettagliate sono
contenute nel Decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 3685
del 21 Ottobre 2003. A titolo di esempio, il suddetto decreto, classifica le
strutture quali scuole, teatri, musei in classe III, in quanto edifici soggetti ad
affollamento e con la presenza contemporanea di comunit di dimensioni
significative.
2.3.3 Periodo di riferimento per lazione sismica e
probabilit di superamento
La pericolosit sismica di un sito descritta dalla probabilit che, in un fissato
lasso di tempo, in detto sito si verifichi un evento sismico di entit almeno pari
ad un valore prefissato. La norma al 2.4.3, definisce tale lasso di tempo,
espresso in anni, periodo di riferimento

e la probabilit denominata
probabilit di eccedenza o di superamento nel periodo di riferimento

.
Le azioni sismiche su ciascuna costruzione vengono valutate in relazione ad un
periodo di riferimento

, che si ricava per ciascun tipo di costruzione,


moltiplicando la vita nominale

per il coefficiente

dipendente dalla classe


duso della costruzione

:


34

(2.1)
Il valore del coefficiente duso

definito, al variare della classe duso,


come mostrato in Tab 2.3.
CLASSE DUSO I II III IV
COEFFICIENTE

0,7 1 1,5 2
Tab.2.3 Valori dei coefficiente duso


Se

35 si pone comunque

= 35 , come si evidenzia dalla


seguente tabella:
Vita nominale


Valori di


Classe duso
I II III IV
35 35 35 35
35 50 75 100
70 100 150 200
Tab.2.4 Intervalli di valori attribuiti a

al variare di


Il periodo di riferimento

, valutato in precedenza, riveste una notevole


importanza in quanto, assumendo che la legge di ricorrenza dellazione sismica
sia un processo Poissoniano, utilizzato per la valutazione della probabilit di
superamento

corrispondente allo stato limite considerato.


La norma al 3.2.1 definisce la probabilit di superamento

la probabilit
di eccedenza o di superamento nel periodo di riferimento

. Le probabilit di
superamento nel periodo di riferimento, cui riferirsi per individuare lazione
sismica agente in ciascuno degli stati limite, sono riportate nella Tab 2.5.
Stati Limite

: Probabilit di superamento nel periodo di riferimento


Stati limite di esercizio
SLO 81%
SLD 63%
Stati limite ultimi
SLV 10%
SLC 5%
Tab.2.5 Probabilit di superamento

al variare dello stato limite considerato


Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

35
Ai quattro stati limite, descritti in precedenza, sono stati attribuiti valori della
probabilit di superamento

, che restano immutati quale che sia la classe


duso della costruzione considerata, che consentono di individuare, per ciascun
stato limite considerato, lazione sismica di progetto corrispondente.
2.3.4 Periodo di ritorno dellazione sismica
La norma al 3.2.1 definisce il periodo di ritorno

lintervallo temporale
medio fra due eventi sismici di analoga intensit, valutato in funzione del
periodo di riferimento

e la probabilit di superamento

,mediante la
seguente espressione:

ln1

ln1


(2.2)
Qualora la protezione nei confronti degli stati limite di esercizio sia di
prioritaria importanza, i valori di

forniti in tabella devono essere ridotti in


funzione del grado di protezione che si vuole raggiungere.
E evidente, infatti, che la riduzione della probabilit di superamento attribuite
ai vari stati limite non pu essere arbitraria, ma deve allinearsi a precisi concetti
di teoria della sicurezza; in particolare, i livelli di protezione soggetti ad
eventuale accrescimento sono quelli nei confronti degli Stati Limiti di Esercizio,
mentre i livelli di protezione nei confronti degli Stati Limiti Ultimi, poich pi
direttamente legati alla sicurezza strutturale, possono restare sostanzialmente
immutati perch gi ritenuti sufficienti dalla normativa.
Il periodo di ritorno riassume tutte le informazioni precedentemente acquisite
circa la vita nominale, la classe duso, il periodo di riferimento e la probabilit
di superamento. chiaro che per il suo significato fisico, periodi di ritorno pi
lunghi sono associati ad eventi pi catastrofici; pertanto allinterno della
valutazione di

compare la probabilit di superamento

legata a sua volta


allo stato limite da considerare. Pi severo lo stato limite tanto pi bassa la
sua probabilit di superamento nel periodo di riferimento.



36
2.3.5 Il reticolo di riferimento ai fini della definizione
dellazione sismica
Sul territorio italiano stata individuata una maglia di circa 10 di lato, ai
nodi della quale sono stati assegnati i valori di

.

Fig. 2.2 Mappa di pericolosit sismica della Sicilia
A partire dai valori di

assegnati ai nodi, per ogni punto individuato


sul territorio mediante le sue coordinate geografiche (longitudine, latitudine),
attraverso interpolazione, possibile individuare i parametri di pericolosit
sismica per un periodo di ritorno

assegnato.

Fig. 2.3 Interpolazione per punto interno al reticolo
Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

37
Per un qualunque punto del territorio non corrispondente ai nodi del reticolo di
riferimento, i valori dei parametri

di interesse per la definizione


dellazione sismica di progetto possono essere calcolati come media pesata dei
valori assunti da tali parametri nei quattro vertici della maglia elementare del
reticolo di riferimento contenente il punto in esame, utilizzando come pesi gli
inversi delle distanze tra il punto in questione ed i quattro vertici, attraverso la
seguente espressione:
=

(2.3)
nella quale:
- il valore del parametro di interesse nel punto in esame;
-

il valore del parametro di interesse nelli-esimo nodo della maglia


elementare contenente il punto in esame;
-

la distanza del punto in esame dalli-esimo nodo della maglia


suddetta.
2.3.6 Categorie di suolo e condizioni topografiche
Ai fini della definizione dellazione sismica, si rende necessaria la valutazione
dellinfluenza delle condizioni litologiche e morfologiche locali sulle
caratteristiche del moto del suolo in superficie, mediante studi specifici di
risposa sismica locale. Tale classificazione riguarda i terreni compresi tra il
piano di imposta delle fondazioni degli edifici ed un substrato rigido di
riferimento, ovvero quelli presenti ad una profondit commisurata allestensione
ed importanza dellopera.
Lapproccio semplificato, si basa sullindividuazione di categorie di sottosuolo
di riferimento (Tab. 2.6 e 2.7).



38
Categoria Descrizione
A
Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di V
,

superiori a 800 m s eventualmente comprendenti in superficie uno strato di
alterazione, con spessore massimo pari a 3 m.
B
Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a
grana fina molto consistenti con spessore superiori a 30 m, caratterizzati da un
graduale miglioramento delle propriet meccaniche con la profondit e da valori
di V
,
compresi tra 360 m s e 800 m s (ovvero
,
> 50 nei terreni a
grana grossa e
,
> 250 nei terreni a grana fina).
C
Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina
mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da una
graduale miglioramento delle propriet meccaniche con le profondit e da valori
di V
,
compresi tra 180 m s e 360 m s (ovvero 15 <
,
> 50 nei terreni
a grana grossa e 70 <
,
> 250 250 kPa nei terreni a grana fina).
D
Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o terreni a grana fina
scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da una
graduale miglioramento delle propriet meccaniche con le profondit e da valori
di V
,
inferiori a 180 m s (ovvero
,
< 15 nei terreni a grana grossa e

,
> 70 nei terreni a grana fina).
E
Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul
substrato di riferimento (con V

> 800m s ).
Tab.2.6 Categorie di sottosuolo
La noma introduce ulteriori categorie di sottosuolo, denominati S1 ed S2
indicate nella Tab. 2.7. Per sottosuoli appartenenti a queste due categorie,
necessario predisporre specifiche analisi per la definizione delle azioni
sismiche, particolarmente nei casi in cui la presenza di terreni suscettibili di
liquefazione e/o di argille delevata sensitivit possa comportare fenomeni di
collasso del terreno ( 3.2.2 delle NTC).
Categoria Descrizione

Depositi di terreni caratterizzati da valori di V
,
inferiori a 100 m s (ovvero
10 <
,
< 20 ), che includono uno strato di almeno 8 m di terreni a grana
fine di bassa consistenza, oppure che includono almeno 3 m di torba o di argille
altamente organiche.

Depositi di terreni suscettibili di liquefazioni, di argille sensitive o qualsiasi altra
categoria di sottosuolo non classificabile nei tipi precedenti.
Tab.2.7 Categorie aggiuntive di sottosuolo
Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

39
Per condizioni topografiche complesse necessario predisporre specifiche
analisi di risposta sismica locale. Per configurazioni superficiali semplici si
pu adottare la seguente classificazione.
Categoria Caratteristiche della superficie topografica
T1 Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media 15
T2 Pendii con inclinazione media > 15
T3
Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media
15 30
T4
Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media
> 30
Tab.2.8 Categorie topografiche
Le suesposte categorie topografiche si riferiscono a configurazioni geometriche
prevalentemente bidimensionali, creste o dorsali allungate, e devono essere
considerate nella definizione dellazione sismica se di altezza maggiore di
30 .
Definite le caratteristiche del suolo di fondazione, la norma al 3.2.3.2.1
introduce il coefficiente che tiene conto della categoria di sottosuolo e delle
condizioni topografiche S, dato dalla seguente espressione:
S = S

(2.4)
essendo S

il coefficiente di amplificazione stratigrafica e S

il coefficiente di
amplificazione topografica.
- Amplificazione stratigrafica
Per sottosuolo di categoria i coefficienti S

e C

valgono 1.
Per le categorie di sottosuolo , , ed i coefficienti S

e C

possono essere
calcolati, in funzione dei valori di


relativi al sottosuolo di categoria ,
mediante le espressioni fornite nella Tab. 2.9, nelle quali laccelerazione di
gravit ed il tempo espresso in secondi.




40

Tab.2.9 Esposizioni di S

e C


- Amplificazione topografica
Per tener conto delle condizioni topografiche e in assenza di specifiche analisi
di risposta sismica locale, si utilizzano i valori del coefficiente topografico S


riportati nella Tab. 2.10, in funzione delle categorie topografiche e
dellubicazione dellopera o dellintervento.

Tab.2.10 Valori massimi dei coefficienti di amplificazione topografica








C 1,00 1,70 - 0,60F
0
a
g
/g 1,50 1,05 (T
c
*
)
-0,33
D 0,90 2,40 - 1,50F
0
a
g
/g 1,80 1,25 (T
c
*
)
-0,50
E 1,00 2,00 - 1,10F
0
a
g
/g 1,60 1,15 (T
c
*
)
-0,40
Categoria
sottosuolo
A
Ss Cc
1,00 1,00
B 1,00 1,40 - 0,40F
0
a
g
/g 1,20 1,10 (T
c
*
)
-0,20
Categoria topografica S
T
T1
T2
T3
T4
Ubicazione dell'opera o dell'intervento
-
In corrispondenza della sommit del pendio
In corrispondenza della cresta del rilievo
In corrispondenza della cresta del rilievo
1,0
1,1
1,2
1,3
Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

41
2.4 Spettri di risposta
2.4.1 Dinamica delloscillatore elementare
Si consideri un telaio costituito da un traverso di massa sostenuto da pilastri
elastici di lunghezza e di massa trascurabile, deformabili solo nel piano del
telaio stesso. Dal punto di vista dinamico esso equivalente ad un oscillatore
elementare a un grado di libert.

Fig. 2.4 Oscillatore semplice
Tale schema per la sua semplicit consente di chiarire gli aspetti elementari
della risposta delle strutture durante un sisma.
Sia la rigidezza laterale complessiva dei pilastri: la forza di richiamo
esercitata dai pilastri, essendo lo spostamento della massa rispetto alla
base dei pilastri.
La capacit dissipativa del sistema durante il moto sia definita da uno
smorzatore viscoso. Si ipotizzi che la forza viscosa vari linearmente con la
velocit secondo la costante moltiplicativa .
x(t)
y(t)


42

Fig. 2.5 Forze agenti sulla massa
Quando il terreno oscilla orizzontalmente con legge , nel piano del telaio, la
massa si mette in movimento. Lo spostamento totale della massa dato da
+, per cui l'equazione del moto del sistema, coerentemente con il
secondo principio della dinamica, si scrive:
= + (2.5)
ovvero:
+ + = (2.6)
La relazione (2.6) pu essere riscritta nella forma:
+2

= (2.7)
dove si indicato con:


=

2


(2.8)

rappresenta la frequenza angolare naturale del sistema non forzato e non


smorzato in oscillazione libera; detto rapporto di smorzamento viscoso del
sistema. Dalla 3.4 il periodo naturale del sistema non forzato e non smorzato in
oscillazione libera vale:

=
2

= 2


(2.9)
0 x
-Kx/2
-Cx
M
-Kx/2
Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

43
2.4.2 Spettro di risposta e spettro di progetto
Al fine di determinare lazione sismica su una struttura, la normativa fornisce
uno strumento di fondamentale ausilio: lo spettro di riposta.
Lo spettro di risposta il diagramma delle massime accelerazioni totali
(accelerazioni del suolo + o accelerazioni della massa delloscillatore), esibite
da un oscillatore elementare per effetto di unaccelerazione al suolo, al variare
del periodo proprio di vibrare.
Per integrare lequazione (2.6) e determinare i massimi assoluti di spostamenti,
velocit e accelerazioni necessario definire la legge di accelerazione del suolo.
Per assegnato accelerogramma, al variare del periodo proprio delloscillatore, si
ottengono le massime accelerazioni del sistema, che costituiscono lordinata
dello spettro di risposta. Tale operazione viene ripetuta per un cospicuo numero
di accelerogrammi dello di analoga intensit.
La normativa, attraverso un processo di normalizzazione e successivo
trattamento statistico dei vari spettri di riposta ottenuti al variare dei possibili
terremoti, fornisce uno spettro normalizzato di forma semplificata, definito
dalle espressioni seguenti ( 3.2.3.2.1 delle NTC):
0 <

+
1


(2.10)

<

<


dove:
a

laccelerazione massima al sito;


S il coefficiente che tiene conto della categoria di sottosuolo e delle
condizioni topografiche;


44
F

il fattore che quantifica lamplificazione spettrale massima, sul sito di


riferimento rigido orizzontale, ed ha valore minimo pari a 2,2;
T

il periodo corrispondente allinizio a velocit costante dello spettro


T

il periodo corrispondente allinizio del tratto dello spettro ad


accelerazione costante;
T

il periodo corrispondente allinizio del tratto a spostamento costante


dello spettro;
il fattore che altera lo spettro elastico per coefficienti di smorzamento
viscosi convenzionali diversi dal 5, mediante la relazione:
= 10 5 + 0,55
(2.11)
dove valutato sulla base di materiali, tipologia strutturale e terreno di
fondazione.
Il progetto della struttura mediante lo spettro di risposta non tiene conto della
capacit della stessa di esibire deformazioni oltre il limite di resistenza elastico.
In tal modo si conseguirebbe un dimensionamento degli elementi strutturali
certamente non economicamente sostenibile.

Fig. 2.6 Spettro di risposta elastico in accelerazione
La normativa mette a disposizione uno strumento, denominato spettro di
progetto o spettro di risposta anelastico, ottenuto abbattendo lo spettro elastico
attraverso il parametro , detto fattore di struttura. Pertanto, si accetta che la
struttura entri in campo anelastico e che la sua sopravvivenza sia legata alla
possibilit che, superato il limite elastico, riesca a raggiungere lo stesso valore
Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

45
di spostamento che avrebbe raggiunto nel caso di comportamento elastico senza
esibire sensibili decrementi di resistenza.
Lo spettro di progetto definito dalle seguenti espressioni:
0 <


(2.12)

<

<


Il fattore di struttura dipende dalla tipologia strutturale, dal suo grado di
iperstaticit e dai criteri di progettazione adottati e prende in conto le non
linearit del materiale. Esso pu essere calcolato tramite la seguente
espressione ( 7.3.1 delle NTC):
=

(2.13)
dove:

il valore del fattore di struttura che dipende dal livello di duttilit


attesa, dalla tipologia strutturale e da rapporto

tra il valore
dellazione sismica per il quale si verifica la formazione di un numero
di cerniere plastiche tali da rendere la struttura labile e quello per il
quale il primo elemento strutturale raggiunge la plasticizzazione a
flessione;

un fattore riduttivo che dipende dalle caratteristiche di regolarit in


altezza della costruzione, con valore pari ad 1 per costruzioni regolari in
altezza e pari a 0,8 per costruzioni non regolari in altezza.
La normativa al 7.2.1 distingue due diversi comportamenti strutturali, quali:
- comportamento strutturale non-dissipativo;
- comportamento strutturale dissipativo.


46
Nel comportamento strutturale non-dissipativo, cui si riferisce quando di
progetta per gli stati limite di esercizio, gli effetti combinati delle azioni
sismiche e delle altre azioni sono calcolati indipendentemente dalla tipologia
strutturale adottata, senza tenere contato della non linearit di comportamento
(di materiale e geometriche) se non rilevanti.
Nel comportamento strutturale non dissipativo, cui si riferisce quando si
progetta per gli stati limite ultimi, gli effetti combinati delle azioni sismiche e
delle altre azioni sono calcolati, in funzione della tipologia strutturale adottata,
tenendo conto delle non linearit di comportamento (di materiale sempre,
geometriche quando rilevanti e comunque sempre quando precisato).
Ipotizzando che la struttura esibisca un comportamento non-dissipativo, sotto
lazione dei carichi, il sistema si deforma, accumulando al suo interno una certa
quantit di energia elastica di deformazione necessaria a ripristinare il sistema
alla sua configurazione indeformata. Le verifiche allo SLE vanno eseguite in
fase elastica, poich si suppone che la struttura assuma un comportamento non
dissipativo, garantendo, sotto lazione sismica di progetto, di non subire danni
tali da comportare la fuori uscita di servizio. Altres, ipotizzando che la struttura
esibisca un comportamento dissipativo, si accetta che la struttura soggetta al
sisma di progetto presenti dei danni strutturali che potrebbero comportare la
fuori uscita di servizio, purch non collassi. La struttura, pertanto, deve essere
in grado di dissipare lenergia cinetica che gli viene fornita dal sisma, entrando
in campo anelastico.
Nel caso in cui la struttura abbia comportamento strutturale dissipativo, si
distinguono due livelli di Capacit Dissipativa o Classi di Duttilit:
- classe di duttilit alta (CDA);
- classe di duttilit bassa (CDB).
La differenza tra le due classi risiede nella entit delle plasticizzazioni cui ci si
riconduce in fase di progettazione; per ambedue le classi, onde assicurare alla
struttura un comportamento dissipativo e duttile evitando rotture fragili e la
formazione di meccanismi instabili imprevisti, si fa ricorso ai procedimenti
tipici della gerarchia delle resistenze.
Si localizzano dunque le dissipazioni di energia per isteresi in zone a tal
Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

47
fine individuate e progettate, dette dissipative o critiche, effettuando il
dimensionamento degli elementi non dissipativi nel rispetto del criterio di
gerarchia delle resistenze.
In particolare, il progetto in CDA presume che sotto lazione sismica la
struttura si trasforma in un meccanismo dissipativo ad elevata capacit, mentre
il progetto in CDB richiede essenzialmente che tutti gli elementi a
funzionamento flessionale (travi e pilastri) siano in possesso di una soglia
minima di duttilit.
La severit delle regole di gerarchia delle resistenze deve essere maggiore per la
classe di duttilit A, per la quale richiesta maggiore capacit dissipativa, e
minore per la classe di duttilit B, per la quale si punta pi sulla resistenza.
In questo senso si capisce come in funzione della classe di duttilit adottata, si
modifica il valore del coefficiente di struttura che pu essere adesso meglio
definito.
Tornando allespressione (2.13) che definiva , possibile caratterizzare i
fattori che la costituiscono:

il fattore legato alla tipologia strutturale e vale:


Tipologia


CDB CDA
Strutture a telaio, a pareti accoppiate, miste 3,0

4,5


Strutture a pareti non accoppiate 3,0 4,0


Strutture deformabili torsionalmente 2,0 3,0
Strutture a pendolo inverso 1,5 2,0
Tab.2.11 Valori di


dove

assume i seguenti valori:


a) Strutture a telaio o miste equivalenti a telai
- strutture a telaio di un piano

= 1,1
- strutture a telaio con pi piani ed una sola campata

= 1,2
- strutture a telaio con pi piani e pi campate

= 1,3
b) Strutture a pareti o miste equivalenti a pareti
- strutture con solo due pareti non accoppiate

= 1,0


48
- altre strutture a pareti non accoppiate

= 1,1
- strutture a pareti accoppiate o miste equivalenti a pareti

= 1,2
2.4.3 Requisiti di regolarit
Tra i parametri che contribuiscono a definire il fattore di struttura, e di
conseguenza la capacit dissipativa di una struttura, occorre tenere conto dei
requisiti di regolarit strutturale, che chiamano in causa non solo la
progettazione delle strutture ma limportanza complessiva del progetto, a partire
dalle forme architettoniche.

Fig. 2.7 Crollo causato da irregolarit strutturale
Le costruzioni devono avere, quanto pi possibile, struttura iperstatica
caratterizzata da regolarit in pianta e in altezza ( 7.2.2 delle NTC).

Per quanto riguarda gli edifici, una costruzione regolare in pianta se tutte le
seguenti condizioni sono rispettate:
a) la configurazione in pianta compatta e approssimativamente
simmetrica rispetto a due direzioni ortogonali, in relazione alla
distribuzione di masse e rigidezze;
Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

49
b) il rapporto tra i lati di un rettangolo in cui la costruzione risulta inscritta
inferiore a 4;

4
c) nessuna dimensione di eventuali rientri o sporgenze supera il 25% della
dimensione totale della costruzione nella corrispondente direzione;

0,25
d) gli orizzontamenti possono essere considerati infinitamente rigidi nel
loro piano rispetto agli elementi verticali e sufficientemente resistenti.
Sempre riferendosi agli edifici, una costruzione regolare in altezza se tutte le
seguenti condizioni sono rispettate:
e) tutti i sistemi resistenti verticali (quali telai e pareti) si estendono per
tutta laltezza della costruzione;
f) massa e rigidezza rimangono costanti o variano gradualmente, senza
bruschi cambiamenti, dalla base alla sommit della costruzione (le
variazioni di massa da un orizzontamento allaltro non superano il 25%,


50
la rigidezza non si riduce da un orizzontamento a quello sovrastante pi
del 30% e non aumenta pi del 10%); ai fini della rigidezza si possono
considerare regolari in altezza strutture dotate di pareti o nuclei in c.a. o
pareti e nuclei in muratura di sezione costante sullaltezza o di telai
controventati in acciaio, ai quali sia affidato almeno il 50% dellazione
sismica alla base;
g) nelle strutture intelaiate progettate in CDB il rapporto tra resistenza
effettiva e resistenza richiesta dal calcolo non significativamente
diverso per orizzontamenti diversi (il rapporto fra la resistenza effettiva
e quella richiesta, calcolata ad un generico orizzontamento, non deve
differire pi del 20% dallanalogo rapporto determinato per un altro
orizzontamento); pu fare eccezione lultimo orizzontamento di
strutture intelaiate di almeno tre orizzontamenti;
h) eventuali restringimenti della sezione orizzontale della costruzione
avvengono in modo graduale da un orizzontamento al successivo,
rispettando i seguenti limiti: ad ogni orizzontamento il rientro non
supera il 30% della dimensione corrispondente al primo
orizzontamento, n il 20% della dimensione corrispondente all
orizzontamento immediatamente sottostante. Fa eccezione lultimo
orizzontamento di costruzioni di almeno quattro piani per il quale non
sono previste limitazioni di restringimento.

0,20
0,30

La normativa distingue la regolarit in pianta da quella in elevazione, adottando
provvedimenti diversi atti a contrastare gli effetti negativi che i diversi tipi di
Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

51
irregolarit producono sul comportamento sismico di una struttura. Infatti, un
calcolo elastico convenzionale pu garantire il corretto comportamento della
struttura fino al limite elastico, ma non pu fornire predizioni realistiche del
comportamento non lineare, particolarmente qualora la struttura presenti
situazioni di debolezza localizzata, ad esempio di un piano rispetto agli altri, o
di concentrazione di tensioni, che possano determinare comportamenti locali
fragili.
2.4.4 Analisi statica lineare
Lanalisi di una struttura soggetta ad eventi sismici come detto in precedenza
pu essere perseguita per via dinamica o per via statica. Fra i metodi di analisi
consentiti dalla normativa il pi semplice lAnalisi Statica lineare, che
consente di applicare sulla struttura delle forze statiche equivalenti che
riproducono gli stessi effetti delle azioni dinamiche indotte dal sisma sulla
struttura. Essa ammessa a condizione che il periodo del modo di vibrare
principale nella direzione in esame T

non superi 2,5 T

o T

(periodi
caratteristici dello spettro di risposta) e che la costruzione sia regolare in
altezza, in seguito enunciati ( 7.3.3.2 delle NTC).
Per costruzioni civili o industriali che non superino i 40 m di altezza e la cui
massa sia approssimativamente uniformemente distribuita lungo laltezza, T


pu essere stimato, in assenza di calcoli pi dettagliati, utilizzando la formula
seguente:
T

= C


(2.14)
dove:
H laltezza della costruzione, in metri, dal piano di fondazione;
C

vale 0,085 per costruzioni con struttura a telaio in acciaio, 0,075 per
costruzioni con struttura a telaio in calcestruzzo armato e 0,050 per
costruzioni con qualsiasi altro tipo di struttura.
La forza da applicare a ciascuna massa della costruzione data dalla formula
seguente:


52
F

=
F

(2.15)
dove:
- F

= S

il tagliante sismico totale;


- F

la forza da applicare allimpalcato i-esimo;


- W

e W

sono i pesi, rispettivamente, dellimpalcato i e dellimpalcato j;


- z

e z

sono le quote, rispetto al piano di fondazione sugli impalcati i e j;


- S

lordinata dello spettro di risposta di progetto;


- W il peso complessivo della costruzione;
- un coefficiente pari a 0,85 se la costruzione ha almeno tre
orizzontamenti e se T

< 2 T

, pari a 1 in tutti gli altri casi;


- g laccelerazione di gravit.
In Fig. 2.8 riportato lo schema per la definizione semplificata dei pesi sismici
W

. Essi vengono attribuiti tracciando il piano medio tra un impalcato ed il


successivo , determinando la massa tra i due piani medi successivi. A ciascuna
di tali masse sar attribuito un peso sismico. Il punto di applicazione della forza
associata a ciascuno dei pesi sismici cos determinati giace nel piano
dellimpalcato contenuto nel volume considerato e costituisce la proiezione del
baricentro della massa precedentemente valutata.

Fig. 2.8 Ripartizione della forza sismica


W3
W2
W1
massa trascurabile
z1
z2
z3
G1
G2
G3
F1
F2
F3
Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

53
APPLICAZIONE 2.1
Valutazione della forza sismica allo SLU
La struttura costituita da 3 piani fuori terra e sita nel comune di Noto.


Fig. 2.9 Pianta e sezione edificio


54
Ledificio viene considerato in zona 1 e fondato su suolo di fondazione di
categoria .
Si definiscono i parametri della forza sismica,

, in funzione delle
coordinate del sito. Allo Stato Limite di Salvaguardia della Vita si ha:

= 0,202 = 2,02

= 2,286

= 0,418
Si assume la vita nominale della costruzione pari a 50 .
Si prevede che la costruzione presenti affollamenti ordinari, pertanto:

= 1
Il periodo di riferimento dellazione sismica cos determinato:

= 50 1 = 50
Si associa al periodo di riferimento calcolato pocanzi la probabilit di
superamento dellazione sismica, in funzione dello Stato limite in condizione
sismica considerato. Nel caso in esame, allo Stato Limite di Salvaguardia della
Vita:

= 10%
Il periodo di ritorno di seguito calcolato:

ln1

=
50
ln1 0,1
= 475
Si determina il coefficiente di amplificazione stratigrafica e topografica in
relazione alla natura del sito.
La struttura fondata su un suolo di categoria , pertanto:


= 2,40 1,5

= 2,40 1,50 2,286 0,202 = 1,70


Per terreno di fondazione orizzontale:

= 1
Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

55
Pertanto, il coefficiente che tiene conto della categoria di sottosuolo e delle
condizioni topografiche vale:

= 1,70 1 = 1,70
Si determina il parametro

attraverso la seguente espressione:

= 1,25


,
= 1,25 0,418
,
= 1,93
Si riporta di seguito la tabella di riepilogo dei parametri di progetto.
Ubicazione Comune di Noto
Categoria di sottosuolo
Vita nominale (

) 50
Classe duso (

) II
Periodo di riferimento dellazione sismica (

) 50
Periodo di ritorno dellazione sismica (


= 475
Coefficiente che tiene conto della categoria di sottosuolo
e delle condizioni topografiche ()


= 1,70
Sono noti tutti i parametri necessari alla definizione dello spettro elastico di
risposta (Fig. 2.10). Il periodo fondamentale vale:

= 0,075 10,3

= 0,43
Si osserva che il periodo fondamentale

ricade all'interno del secondo


intervallo, come anche mostrato in Fig. 2.7.

<

<


Lordinata dello spettro data dalla seguente espressione:


Ponendo = 1 per struttura in calcestruzzo armato, si ha:

= 2,02 1,70 1 2,286 = 7,87

= 0,787
Che rappresenta la massima accelerazione totale con la quale la struttura
dovrebbe essere progettata.


56

Fig. 2.10 Spettro di risposta elastico
Come detto in precedenza, ai fini di ottenere una economia nella realizzazione
della struttura riducendo le dimensioni degli elementi strutturali, si accetta che
essa possa danneggiarsi allo SLV purch abbia una adeguata capacit di
spostamento in campo anelastico. Laccelerazione di progetto pu ottenersi
quindi abbattendo lo spettro elastico prima determinato attraverso il fattore di
struttura, che la normativa prescrive di calcolare come:
=


in cui:

= 1 per struttura regolare in altezza;


Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

57

= 3,9 per costruzione intelaiata in CDB.



Fig. 2.11 Spettro di risposta anelastico

Pertanto, il fattore di struttura vale:
=

= 3,9 1 = 3,9
Si calcola laccelerazione di progetto mediante lespressione:

= 2,02 1,70 2,286


1
3,9
= 2,01

= 0,201


58
Lo spettro di progetto assume la forma in Fig. 2.11. Si osserva come
laccelerazione di progetto sia fortemente ridotta rispetto al caso elastico (circa
un quarto).
Ai fini della valutazione della forza sismica sulla struttura occorre determinare
il peso sismico, valutabile come:
=


Il peso sismico viene determinato per ogni impalcato della struttura, seguendo
lo schema semplificato di seguito riportato.

Fig. 2.12 Suddivisione degli impalcati delledificio
Solaio di copertura:

= 2,67

(carichi permanenti strutturali)

= 2,00

(carichi non permanenti)

= 0,50

(azione variabile: manutenzione)

= 0,48

(azione variabile: neve)



Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

59
Solaio interpiano:

= 2,67

(carichi permanenti strutturali)

= 2,68

(carichi non permanenti)

= 2

(azione variabile: ambiente ad uso residenziale)


I pilastri hanno una sezione 3065, mentre le travi hanno una sezione 3055.
Si calcola il peso sismico dei singoli elementi strutturali.

.
=

= 2,67 +2,68 +0,30 2,00

.
= 5,95

= 2,67 +2,00 = 4,67

= 25 0,30 0,50 = 3,75

= 25 0,30 0,65 = 4,87

.
=

= 2,42 +0,58 = 3
Calcolo del peso simico dell impalcato .
Solaio interpiano:
Solaio


lungh.

largh.



1 5,95 5,20 4,00 123,80
2 5,95 5,20 2,70 83,56
3 5,95 5,20 4,50 139,27
4 5,95 5,10 4,00 121,42
5 5,95 5,10 4,50 136,59
6 5,95 2,40 4,00 57,13
7 5,95 2,40 2,70 38,56
8 5,95 2,40 4,50 64,28

764,65




60
Travi:
Trave

n




h

luce



1-2, 9-10
2 25 0,30 0,55 3,70 30,25
2-3, 10-11, 6-7, 14-15
4 25 0,30 0,55 2,55 42,07
3-4, 11-12
2 25 0,30 0,55 4,35 35,88
5-6, 13-14
2 25 0,30 0,55 3,85 31,76
7-8, 15-16
2 25 0,30 0,55 4,20 34,65
1-5, 3-7
2 25 0,30 0,55 5,05 41,66
2-6, 4-8
2 25 0,30 0,55 4,90 40,42
5-9, 6-10, 7-11, 8-12
4 25 0,30 0,55 4,95 81,67
9-13, 11-15
2 25 0,30 0,55 2,10 17,32
10-14, 12-16
2 25 0,30 0,55 2,25 18,56

374,55
Pilastri:
Pilastro

n




h

luce



1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-
13-14-15-16
16 25 0,30 0,65 3,50 273,00

273,00
Tompagni:
Tompagni

n



lungh.

h



1-2, 9-10
2 3 3,70 2,95 65,49
2-3, 10-11, 6-7, 14-15
4 3 2,55 2,95 90,27
3-4, 11-12
2 3 4,35 2,95 76,99
5-6, 13-14
2 3 3,85 2,95 68,14
7-8, 15-16
2 3 4,20 2,95 74,34
1-5, 3-7
2 3 5,05 2,95 89,38
Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

61
2-6, 4-8
2 3 4,90 2,95 86,73
5-9, 6-10, 7-11, 8-12
4 3 4,95 2,95 125,23
9-13, 11-15
2 3 2,10 2,95 37,17
10-14, 12-16
2 3 2,25 2,95 39,82

803,58
Il peso sismico allimpalcato 1 vale:

=
.
+

+
.

= 764,65 +374,55 +273,00 +803,58 = 2215,78 kN


Calcolo del peso sismico allimpalcato .
Pilastri:
Pilastro

n




h

luce



1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-
13-14-15-16
16 25 0,30 0,65 3 234,00

234,00
Tompagni:
Tompagni

n



lungh.

h



1-2, 9-10
2 3 3,70 2,40 54,28
2-3, 10-11, 6-7, 14-15
4 3 2,55 2,40 73,44
3-4, 11-12
2 3 4,35 2,40 62,54
5-6, 13-14
2 3 3,85 2,40 55,44
7-8, 15-16
2 3 4,20 2,40 60,48
1-5, 3-7
2 3 5,05 2,40 72,72
2-6, 4-8
2 3 4,90 2,40 70,56
5-9, 6-10, 7-11, 8-12
4 3 4,95 2,40 142,56
9-13, 11-15
2 3 2,10 2,40 30,24
10-14, 12-16
2 3 2,25 2,40 32,40


62

653,76
Il peso sismico del solaio interpiano e delle travi analogo a quello calcolato
per il primo impalcato. Il peso sismico allimpalcato 2 vale:

=
.
+

+
.

= 746,65 +374,55 +234,00 +653,76 = 2026,96


Calcolo del peso sismico allimpalcato .
Solaio di copertura:
Solaio


lungh.

largh.



1 4,67 5,20 4 97,96
2 4,67 5,20 2,70 65,45
3 4,67 5,20 4,50 109,09
4 4,67 5,10 4 95,1
5 4,67 5,10 4,50 106,99
6 4,67 2,40 4 44,75
7 4,67 2,40 2,70 30,2
8 4,67 2,40 4,50 50,34

598,92
Pilastri:
Pilastro

n




h

luce



1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-
11-12-13-14-15-16
16 25 0,3 0,65 1,80 140,40

140,40


Capitolo 2 Azioni sismiche sulle costruzioni

63
Tompagni:
Tompagni

n



lungh.

h



1-2, 9-10
2 3,00 3,70 2,40 53,28
2-3, 10-11, 6-7, 14-15
4 3,00 2,55 2,40 73,44
3-4, 11-12
2 3 4,35 2,40 62,64
5-6, 13-14
2 3 3,85 2,40 55,44
7-8, 15-16
2 3 4,2 2,40 60,48
1-5, 3-7
2 3 5,05 2,40 72,72
2-6, 4-8
2 3 4,9 2,40 70,56
5-9, 6-10, 7-11, 8-12
4 3 4,95 2,40 142,56
9-13, 11-15
2 3 2,1 2,40 30,24
10-14, 12-16
2 3 2,25 2,40 32,40

653,76
Il peso sismico delle travi analogo a quello calcolato per il primo impalcato.
Il peso sismico allimpalcato 3 vale:

=
.
+

+
.

= 598,92 +374,55 +140,40 +653,76 = 1767,63


Il peso sismico complessivo della struttura il seguente:

= 2215,78 +2026,96 +1767,63 = 6010,38


Nellipotesi di applicare lanalisi lineare statica occorre verificare che il
periodo del modo di vibrare principale nella direzione in esame

non superi
2,5

e che la costruzione sia regolare in altezza. Nel caso in esame


risultano soddisfatte tali considerazioni.
La forza sismica risultante calcolata secondo lespressione fornita dalla
normativa e di seguito riportata.




64
Nellespressione si pone = 0,85 per struttura con numero di orizzontamenti
maggiore o uguale a 3. Pertanto si ha:

= 0,201 6010,38 0,85 = 1026,87


Tale forza si ripartisce nei 3 impalcati della struttura secondo leq. (2.15).
Pertanto i valori di forza da applicare agli impalcati sono:

=
1026,87 4,30 2215,78

42531,36
= 230,03

=
1026,87 7,30 2026,96

42531,36
= 357,25

=
1026,87 10,30 1767,63

42531,36
= 439,57

Fig. 2.13 Ripartizione della forza sismica di progetto


65



MATERIALI
Il calcestruzzo armato ottenuto dallunione di due materiali: il calcestruzzo e
lacciaio. La composizione eterogenea del materiale induce dei meccanismi
resistenti e deformativi che dipendono dalle caratteristiche dei due componenti,
ovvero dalla interazione mediante i meccanismi di aderenza che nascono
allinterfaccia.
Tale accoppiamento garantito dai seguenti fattori:
- il calcestruzzo durante la presa serra le barre e vi aderisce;
- il calcestruzzo e lacciaio presentano lo stesso coefficiente di
dilatazione termica 10

, che per effetto di una variazione di


temperatura, si deformano allo stesso modo;
- il calcestruzzo protegge le barre metalliche dallattacco degli agenti
atmosferici.
In modo del tutto generale, si afferma che mentre del calcestruzzo di sfruttano le
capacit di resistenza a compressione, dellacciaio si sfrutta la resistenza a
trazione.
Di seguito si trattano le caratteristiche fisico-meccaniche, nonch le principali
propriet del calcestruzzo e dellacciaio.






3
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

66
3.1 Calcestruzzo
Il calcestruzzo un materiale non omogeneo le cui caratteristiche meccaniche
dipendono dai suoi componenti e dai loro rapporti in termini di quantit in
volume e in peso.
Unimportante propriet nella valutazione dei carichi in fase di progettazione,
la densit, che assume un valore di circa 24

, a meno di utilizzo di
miscele particolari per la produzione di cls di densit inferiori (calcestruzzi
leggeri) o superiori (calcestruzzi pesanti), per specifiche applicazioni.
Il comportamento meccanico descritto in seguito si riferisce a calcestruzzi con
densit normale e senza particolari additivi nelle miscele.
Nonostante la disomogeneit, il comportamento macroscopico del cls pu
essere schematizzato con buona approssimazione come quello di un materiale
omogeneo e isotropo. Viceversa, le sue propriet, conferiscono un
comportamento differente in presenza di sollecitazioni di compressione o di
trazione. Per tale motivo, nei legami costitutivi di seguito enunciati, si suole
distinguere i casi di sollecitazione di compressione e trazione.
3.1.1 Componenti
Il calcestruzzo un materiale lapideo, composto da cemento, acqua, aggregati
ed eventuali additivi. Si riportano le quantit in cui i vari componenti entrano
nella miscela di un metro cubo di calcestruzzo di normale resistenza:
ghiaia 0,8


sabbia 0,4


acqua 120 180


cemento 300


(3.1)
Il cemento un legante idraulico, ottenuto mediante cottura ad alte temperature
(1400 1500 ) di una miscela di calcare ed argilla.
Capitolo 3 Materiali

67
I cementi comuni conformi alla norma UNI ENV 197/1 (Cemento.
Composizione, specificazioni e criteri di conformit) sono suddivisi in cinque
tipi principali:
- Tipo I, cemento portland con un percentuale di clinker pari ad almeno
95%;
- Tipo II, cemento portland composito con una percentuale di clinker si
almeno 65%;
- Tipo III, cemento daltoforno;
- Tipo IV, cemento pozzolanico;
- Tipo V, cemento composito.
Il cemento Portland il tipo pi utilizzato per la realizzazione di calcestruzzi.
La produzione del Portland ottenuta dalla macinazione del clinker, con
aggiunta di gesso nella quantit necessaria per regolarizzare il processo di
idratazione.
Il cemento daltoforno una miscela
omogenea ottenuta mediate macinazione e
miscelazione di clinker portland e di loppa
basica daltoforno. Tali cementi sono adatti per
qualsiasi lavoro, soprattutto per lavori in clima
caldi e nei lavori marittimi.
Il cemento pozzolanico una miscela
omogenea ottenuta dalla macinazione di
clinker Portland e di pozzolana, con quantit di
gesso e anidrite necessarie per regolare
lidratazione. Limpiego di calcestruzzi con
cementi pozzolani adatto soprattutto in
costruzioni a contatto con acque aggressive.
Fig.3.1 Sacco di cemento
Il cemento alluminoso (o fuso) presenta un contenuto maggiore di allumina,
ottenuto per cottura sino a fusione di calcare e bauxite opportunamente
mescolati. Lelevata resistenza allazione dellacqua ne fa un cemento di elevata
applicazione nelle opere marittime ed idrauliche.
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

68
Il cemento potenzialmente disponibile in sei diverse classi di resistenza
normalizzata (a 28 gg), a loro volta distinte in due classi di resistenza iniziale
(2-7 gg):
- resistenza iniziale ordinaria indicata con la lettera ;
- resistenza iniziale elevata indicata con la lettera .
Secondo le UNI ENV 197/1, il cemento viene classificato in funzione delle
classi di resistenza, nel modo che segue:
- classe 32,5: resistenza a compressione iniziale a 7 16;
resistenza a compressione standard a 28 32,5 52,5;
- classe 32,5: resistenza a compressione iniziale a 2 10;
resistenza a compressione standard a 28 32,5 52,5;
- classe 42,5: resistenza a compressione iniziale a 2 10;
resistenza a compressione standard a 28 42,5 62,5;
- classe 42,5: resistenza a compressione iniziale a 2 20;
resistenza a compressione standard a 28 42,5 62,5;
- classe 52,5: resistenza a compressione iniziale a 2 20;
resistenza a compressione standard a 28 52,5;
- classe 52,5: resistenza a compressione iniziale a 2 30;
resistenza a compressione standard a 28 52,5;
Le resistenze a compressione sono espresse in su provini cubici preparati
in modo standardizzato con rapporto a/c pari a 0,5.
In un calcestruzzo, generalmente, il legame tra gli aggregati fornito dal cemento
lelemento di minor resistenza. Pertanto la resistenza del calcestruzzo
fortemente dipendente dalla qualit e dalla quantit di cemento impiegato. Oltre
certi limiti tuttavia, allaumentare del quantitativo di cemento i guadagni di
resistenza divengono sempre pi modesti, mentre si evidenziano degli effetti
negativi dovuti alleccesso di cemento.
In merito allutilizzo dellacqua nellimpasto di calcestruzzi, le norme UNI
9858 stabiliscono in proposito:
lacqua per gli impasti deve essere limpida, priva di Sali (particolarmente
solfati e cloruri) in percentuali dannose, e non essere aggressiva.
Capitolo 3 Materiali

69
Lacqua, combinandosi con il cemento nel fenomeno dellidratazione, da luogo
alla presa che trasforma limpasto in una massa solida. Tuttavia lacqua deve
svolgere anche la funzione di lubrificante nellimpasto, rendendolo
sufficientemente fluido da essere lavorabile.
Per questo motivo lacqua impiegata nellimpasto deve essere in quantit
superiore a quella strettamente necessaria per lidratazione del cemento. Peraltro
si deve tenere presente che allaumentare delleccesso di acqua peggiorano
sensibilmente le caratteristiche meccaniche del calcestruzzo.
Gli aggregati costituiscono un componente
del cls di fondamentale importanza in un
impasto. Costituiscono lo scheletro solido del
cls allo stato indurito, arrivando ad occupare
sino al 70% del suo volume totale,
rappresentando un componente essenziale nei
confronti della resistenza, della deformabilit
e della durabilit del prodotto finito.
Fig.3.2 Pietrisco utilizzato nel cls
Gli aggregati si suddividono secondo:
- il peso specifico;
- la forma e le dimensioni;
- altre caratteristiche petrografiche, fisiche e chimiche.
In rapporto al peso specifico essi si suddividono in aggregati normali, aggregati
pesanti ed aggregati leggeri. La scelta della tipologia di aggregati da utilizzare
nellimpasto fondamentale nella realizzazione di un calcestruzzo.
Con aggregati normali si ottengono calcestruzzi ordinari, il cui peso specifico
pari a 24

; con aggregati pesanti si ottengono calcestruzzi fino a


50

, di raro impiego nelle costruzioni. Limpiego di aggregati leggeri


invece frequente e in rapida estensione; tali calcestruzzi possono raggiungere
pesi specifici nellordine di 12

, che conferiscono allelemento


strutturale maggiore leggerezza.
In rapporto alle dimensioni, un aggregato indicato come fine (sabbia, con
diametro inferiore a 4 ) o grosso (ghiaietto e ghiaia).
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

70
Fra le altre caratteristiche di cui si deve tener conto per la scelta degli aggregati,
in generale o in alcuni casi particolari, sono da ricordare principalmente.
Luniformit, la bassa permeabilit, la scarsezza di impurit, la stabilit ad alte
temperature, la non gelivit, la resistenza meccanica, anche eventualmente
allurto, abrasione ed erosione.
In generale, non si realizzano mai cls con una solo classe di aggregati;
lobiettivo principale, infatti, di ottenere un volume minimo di vuoti tra i
granuli dellaggregato, successivamente riempito dalla pasta di cemento, cos
come prescritto dalle norme UNI 9858 e dalle ENV 206.
Gli additivi sono composti chimici allo stato liquido o di polvere con cui
vengono additivate le miscele. Gli effetti che si possono richiedere agli additivi
sono quelli di modificare alcune caratteristiche del calcestruzzo, fra i quali:
- aumento della lavorabilit;
- accelerazione o ritardo della presa;
- impermeabilizzazione;
- differente colorazione;
- aumento di volume durante la presa.
Un cenno particolare meritano i fluidificanti (riduttori dacqua), che permettono
di ottenere miscele pi lavorabili senza dover aumentare il rapporto a/c.










Capitolo 3 Materiali

71
3.1.2 Comportamento in compressione
Il comportamento sperimentale del calcestruzzo descritto da legame tensione
deformazione , ottenuto mediante prove sperimentali su provini di
dimensioni standard. La forma del provino influenza il valore di resistenza
misurata, pertanto i campioni debbono avere caratteristiche standard. I provini
cilindrici generalmente hanno altezza = 300 e diametro della base
= 150 , il cui rapporto = 2 ; i provini cubici normalmente hanno lo
spigolo di lunghezza compresa tra 150 e 200 .
La prova duso pi comune quella di compressione semplice o monoassiale.

Fig.3.3 Macchina di prova a compressione
Tale prova consiste nel posizionare il provino tra i piatti di acciaio di una pressa
aumentando il carico applicato, in modo tale che si raggiunga un incremento di
compressione di 0,2 1,0

.
Nella progettazione di strutture in c.a. si fa riferimento a valori delle resistenze
ottenuti dopo 28 giorni di maturazione, utilizzando i rispettivi valori
caratteristici.
La resistenza caratteristica a compressione definita come la resistenza per la
quale si ha il 5% di probabilit di trovare valori inferiori ( 11.2.1 delle NTC).
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

72
In sede di progetto si fa pertanto riferimento alla resistenza caratteristica a
compressione cubica

e alla resistenza caratteristica a compressione


cilindrica

. La resistenza cilindrica e cubica ottenuta dalle prove di


compressione risultano differenti, a causa dei diversi effetti di bordo, indotti
dalleffetto di confinamento che esercitano le due piastre di contatto del
macchinario di prova.
Fig.3.4 Fig.3.5
Prove di compressione su provino cubico Prove di compressione su provino cilindrico

Tale resistenza risulta molto pi elevata nei provini cubici che presentano una
maggiore superficie di contatto con le piastre della macchina ed un rapporto
altezza/larghezza pi basso. Tale differenza inoltre visibile sul provino, una
volta raggiunta la condizione di rottura, come mostrato in Fig. 3.4 e Fig. 3.5.
Esiste un fattore di scala che consente di passare dalla resistenza cubica a quella
cilindrica, che si assume pari a 0,83 ( 11.2.10.1 delle NTC); pertanto si ha:

= 0,83

(3.2)
Non essendo sempre possibile effettuare una qualificazione del calcestruzzo con
un elevato numero di provini, possibile passare dal valore caratteristico al
valor medio della resistenza cilindrica, mediante lespressione ( 11.2.10.1 delle
NTC):
Capitolo 3 Materiali

73

+8 (3.3)
Sulla base della denominazione normalizzata si definiscono le seguenti classi di
resistenza ( 4.1 delle NTC).
CLASSE DI RESISTENZA
C8/10
C12/15
C16/20
C20/25
C25/30
C28/35
C32/40
C35/45
C40/50
C45/55
C50/60
C55/67
C60/75
C70/85
C80/95
C90/105
Tab.3.1 Classi di resistenza
Nella dicitura utilizzata per indicare la classe di resistenza il primo numero
definisce la resistenza cilindrica a compressione valutata su cilindri di diametro
150 e altezza 300 , il secondo la resistenza cubica a compressione
valutata su cubi di lato 150 . Si osservi che il rapporto tra questi due numeri
non vale circa 0,83 come indicato in precedenza.
Il tipico diagramma tensione-deformazione risultante da una prova di
compressione su un campione di calcestruzzo illustrato in Fig. 3.6. Dal
diagramma si nota lassenza di un vero tratto a comportamento lineare; la
curvatura aumenta gradualmente fino a raggiungere lordinata massima

, il cui
valore definisce la resistenza a compressione del calcestruzzo.
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

74

Fig.3.6 Diagramma tensione-deformazione del calcestruzzo
Questo valore si raggiunge per una deformazione

, oltre la quale la tensione


diminuisce al crescere della deformazione (ramo di softering) fino alla rottura
che si raggiunge per il valore

della deformazione.
Nel primo tratto pressoch lineare, si definisce un valore del modulo elastico
sulla base di prove sperimentali di compressione monoassiale considerando
valori di tensione inferiori al 40% della resistenza ( 11.2.10.3 delle NTC). La
norma consente di calcolare il modulo elastico medio correlandolo alla
resistenza media a compressione come:

= 22.000

10

.

(3.4)
Assumendo positive per il calcestruzzo le tensioni di compressione e le
deformazioni di accorciamento, ai fini della valutazione della resistenza della
sezione a sforzo normale e flessione, la normativa propone ladozione dei
seguenti legami costitutivi per classi di resistenza non superiori a
50 55 ( 4.1.2.1.2 delle NTC).



Legame parabola-rettangolo (Fig. 3.7).
Capitolo 3 Materiali

75

Fig.3.7 Legame parabola rettangolo
= 1000

1 250 per 0

= 0,2%
=

per

= 0.2%

= 0,35%
Legame elastico perfettamente plastico (Fig. 3. 8).

Fig.3.8 Legame elastico perfettamente plastico
=

per 0

= 0,175%
=

per

= 0.175%

= 0,35%

Legame rettangolo (Fig. 3.9).
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

76

Fig.3.9 Legame rettangolo
= 0 per 0

= 0,07%
=

per

= 0.07%

= 0,35%
Lutilizzo del legame rettangolo consente di eseguire in maniera semplificata
ma sufficientemente precisa la valutazione delle sezioni in cemento armato.
Luso di tale legame equivale ad applicare alla sezione un diagramma tensionale
che non coinvolge tutta la zone compressa, ma di una parte proporzionale ad un
coefficiente .

Fig.3.10 Diagramma deformazioni-tensioni di una sezione rettangolare in c.a.
Capitolo 3 Materiali

77
Fissando il rapporto tra la profondit del diagramma delle tensioni e la
profondit dellasse neutro

in funzione del coefficiente si determina il


valore di questultimo (Fig. 3.9).


= 1

= 1
0,0007
0,0035
= 0,8
(3.5)
Pertanto, la profondit del diagramma rettangolo per sezione rettangolare in
calcestruzzo armato dovr assumersi pari a 0,8

.
Per tutti i legami il valore della resistenza di calcolo del calcestruzzo


valutato attraverso lespressione seguente:

(3.6)
in cui:

= 0.85 un coefficiente riduttivo che tiene conto delleffetto dei carichi


di lunga durata;

= 1.5 il coefficiente parziale di sicurezza relativo al calcestruzzo.


3.1.3 Comportamento in trazione
La disomogeneit del calcestruzzo conferisce allo stesso un comportamento
fragile, qualora venga sottoposto ad uno stato tensionale di trazione.
La resistenza a trazione si presenta molto pi bassa di quella a compressione,
pari a circa il 10%, determinata per mezzo di prove di seguito elencate:
- prove di trazione diretta;
- prove di trazione indiretta: (UNI EN 12390-6:2002 o metodo
dimostrato equivalente);
- prove di trazione per flessione. (UNI EN 12390-5:2002 o metodo
dimostrato equivalente).
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

78
La resistenza a trazione del calcestruzzo correlata a quella a compressione. La
normativa suggerisce la seguente espressione ( 11.2.10.2 delle NTC):

= 0.3

per classi 50 60

= 2.12 ln1 +

per classi > 50 60


(3.7)
(3.8)
I valori caratteristici corrispondenti ai frattili 5% e 95% sono assunti,
rispettivamente, pari a 0.7

, e 1.3

.
Il valore medio della resistenza a trazione per flessione si pu assumere in
mancanza di sperimentazione amplificando la resistenza a trazione diretta:

= 1.2

(3.9)
Si osservi come la resistenza a trazione aumenta in maniera meno che
proporzionale di quella a compressione.









Capitolo 3 Materiali

79
3.2 Acciaio per cemento armato
Lacciaio per calcestruzzo armato prodotto in forma di barre, aventi una
sezione circolare e superficie esterna caratterizzata da particolari nervature dette
zigrinatura che hanno la funzione di migliorare laderenza della barra stessa
allinterno della struttura in calcestruzzo.
Lacciaio presenta un comportamento pressoch analogo per sforzi di
compressione e di trazione, pertanto un legame costitutivo identico per
entrambe le sollecitazioni.
La normativa classifica gli acciai da utilizzare nelle opere in calcestruzzo
armato secondo la classe di resistenza e la classe di duttilit, di seguito
elencate:
- una classe di resistenza, pari a 450

;
- due classi di duttilit indicate con le lettere A (acciaio trafilato a freddo)
e C (acciaio laminato a caldo) .
La classificazione degli acciai la seguente ( 11.3.2 delle NTC):
- acciaio per cemento armato B540C;
- acciaio per cemento armato B450A.
Entrami gli acciai sono caratterizzati dai seguenti valori nominali delle tensioni
caratteristiche di snervamento e rottura da utilizzare nei calcoli:


= 450


= 540


(3.10)
3.2.1 Comportamento meccanico dellacciaio
Le caratteristiche meccaniche dellacciaio si determinano mediante prove di
trazione su monconi di barra. Il legame costitutivo tipico per una barra di
acciaio soggetta a di trazione riportata in Fig. 3.11.
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

80

Fig.3.11 Diagramma tensione-deformazione del calcestruzzo
Landamento tipico della legge mostra un tratto elastico lineare che si
estende fino alla tensione

, detta di snervamento, seguito da un tratto in cui la


deformazione cresce con tensione praticamente costante (tratto plastico).
Successivamente la tensione torna a salire, ma con pendenza molto inferiore a
quella iniziale elastica, raggiungendo la condizione di incrudimento fino a
raggiungere un massimo, per poi diminuire seguendo un ramo instabile con
pendenza negativa che termina con la rottura effettiva della barra. Riepilogando,
i parametri che caratterizzano un acciaio sono:

la tensione di snervamento;

la tensione di rottura;

la deformazione ultima;

lindice di capacit di incrudimento.


La grandezza pi importante per definire la resistenza del materiale la tensione
di snervamento

. Come tensione di rottura

si assume il massimo valore


raggiunto nella fase di incrudimento, in quanto il valore effettivo al momento
della rottura si pu misurare solamente con prove a spostamento impresso.
Il diagramma di Fig.3.10 evidenzia come il modulo elastico praticamente
constante e non dipende della tensione di snervamento. Con buona
approssimazione si pu assumere, per tutti i tipi di acciaio:
Capitolo 3 Materiali

81

= 210.000

(3.11)
Che anche il valore presente nella norma.
La normativa propone ladozione dei seguenti legami costitutivi per
lacciaio ( 4.1.2.1.2.3 delle NTC):
Legame elastico perfettamente plastico (Fig. 3.12)

Fig.3.12 Legame elastico perfettamente plastico

Legame incrudente (Fig. 3.13)

Fig.3.13 Legame incrudente
Il legame elastico perfettamente plastico nono prevede una limitazione alla
deformazione ultima dellacciaio, mentre il legame il legame incrudente
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

82
presenta un limite superiore

allallungamento dellacciaio, in
corrispondenza del tratto incrudente, definito attraverso la seguente espressione:

= 0.9

(3.12)
Si osservi come nei seguenti legami proposti dalla normativa non viene limitata
la deformazione ultima dellacciaio. Ne consegue che la crisi di una sezione
inflessa o pressoinflessa avviene sempre per schiacciamento del calcestruzzo.
Lacciaio assume un comportamento simmetrico in trazione e compressione,
pertanto la prova di trazione sufficiente ad individuarne le caratteristiche
meccaniche.
Ovviamente, a causa dei fenomeni di instabilit, il comportamento degli
elementi pu essere molto diverso in trazione e compressione. Superato lo
snervamento, si nota che la barra non percorre la stessa curva di quella a
trazione. Tale fenomeno comunque non influenza il calcolo della resistenza
flessionale allo Stato Limite Ultimo, in quanto il raggiungimento della tensione
di snervamento nelle armature compresse ottenuto dalla presenza del
calcestruzzo e delle armature trasversali.









Capitolo 3 Materiali

83
3.3 Aderenza acciaio-calcestruzzo
Il corretto funzionamento delle strutture in cemento armato dipende dalla
effettiva possibilit che i due materiali costituenti siano solidali, cio che
subiscano le medesime deformazioni. Laderenza il fenomeno attraverso il
quale reso possibile tale comportamento. Il diagramma in Fig. 3.14 illustra il
comportamento di una barra, annegata in un blocco di calcestruzzo, soggetta ad
una prova di sfilamento.

Fig.3.14 Diagramma forza-spostamento di prove di sfilamento
Si riporta il legame tra la forza applicata e lo scorrimento relativo. Si distingue
una prima fase in cui la forza scresce quasi in assenza di scorrimenti, dovuta ai
legami chimici che si formano durante la presa tra calcestruzzo e acciaio,
Superata tale fase, la forza cresce in modo pi che proporzionale allo
scorrimento. Il diagramma, inoltre, mette in evidenza il migliore
comportamento della barra ad aderenza migliorata rispetto a quella liscia.
Laderenza che nasce per effetto dello sfilamento di una barra dacciaio ad
aderenza migliorata viene meno qualora avvenga la rottura dei denti del
calcestruzzo che ostacolano lo scorrimento.
Il reale comportamento delle tensioni di contatto tra calcestruzzo e acciaio
lungo la superficie di contatto difficilmente prevedibile. Con buona
approssimazione, si pu assumere il modello proposto in Fig. 3.12 dove si
suppone costante la tensione su tutta la superficie; il legame tra la forza e la
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

84
tensione media

di aderenza, per una barra di diametro annegata nel


calcestruzzo per una lunghezza dato dalla seguente relazione:

(3.13)

Fig.3.15 Tensioni su una barra annegata nel calcestruzzo
La normativa definisce lespressione della tensione media di aderenza


secondo la seguente espressione ( 4.1.2.1.1.4 delle NTC):

(3.14)
dove

la resistenza tangenziale caratteristica di aderenza data da:

= 2,25

(3.15)
in cui
= 1,0 per barre di diametro < 32 ;
= 132 /100 per barre di diametro superiore.
Affinch vi sia laderenza tra acciaio e calcestruzzo indispensabile che, sotto il
carico di esercizio, le barre di acciaio non si sfilino dal calcestruzzo. A tale fine,
ciascuna barra di acciaio dovr essere ammorsata nel blocco di calcestruzzo
oltre la sezione nella quale dovr essere assoggettata, tale che lintera sua forza
possa trasmettersi al calcestruzzo senza che le tensioni tangenziali di
aderenza superino il valore limite. Tale lunghezza chiamata lunghezza di
ancoraggio.
Poich si vuole che fino al limite di collasso dellelemento, acciaio e
calcestruzzo collaborino, necessario che lo sfilamento della barra non
avvenga prima del collasso. Pertanto tale lunghezza viene determinata
imponendo la condizione limite dellacciaio in trazione

.
Capitolo 3 Materiali

85

4

(3.16)
Sostituendo la (3.13) nella (3.16) si ha:

4

(3.17)
da cui si ricava lespressione della lunghezza di ancoraggio:

(3.18)
APPLICAZIONE 3.1
Caratterizzazione meccanica di calcestruzzo e acciaio
Si consideri un calcestruzzo Classe 25 30 i cui parametri di resistenza
caratteristica a compressione, rispettivamente su provini cubici e cilindrici sono:

= 30

= 25


Con riferimento alle espressioni fornite dalla normativa e precedentemente
riportate si calcolano a seguire le altre grandezze meccaniche di rilievo.
Resistenza media cilindrica

+8 = 25 +8 = 33


Modulo elastico

= 22.000

10

.
= 22.000
33
10

.
= 31.475,80


Resistenza di calcolo a compressione

= 0,85
25
1,5
= 14,16


Resistenza a trazione, definita dalla resistenza media a trazione.
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

86

= 0,3


= 0,3 25

= 2,56


Resistenza caratteristica a trazione

= 0,7

= 0,7 2,56 = 1,80


Resistenza tangenziale caratteristica

= 2,25

= 2,25 1,00 1,80 = 4,05


Resistenza di aderenza media di calcolo

=
4,05
1,50
= 2,70


Si consideri inoltre un acciaio di tipo 450 , caratterizzato dalla tensione
caratteristica di snervamento:

= 450


e modulo elastico pari a:

= 210.000


Analogamente a quanto fatto per il calcestruzzo si calcolano le seguenti
grandezze meccaniche per lacciaio.
Resistenza di calcolo

=
450
1,15
= 391,30


Deformazione al limite elastico

=
391,30
210.000
= 0,00186 = 0,186 %
Le caratteristiche precedentemente calcolate sono riassunte nella tabella
seguente.

Capitolo 3 Materiali

87
Calcestruzzo Classe
Resistenza caratteristica a compressione cubica

= 30


Resistenza caratteristica a compressione cilindrica

= 25


Resistenza media cilindrica

= 33


Modulo elastico

= 31.475,80


Resistenza di calcolo a compressione cilindrica

= 14,16


Resistenza media a trazione

= 2,56


Resistenza caratteristica a trazione

= 1,80


Resistenza tangenziale caratteristica di aderenza

= 4,05


Resistenza di aderenza media di calcolo

= 2,70


Acciaio
Tensione caratteristica di snervamento

= 450


Modulo elastico

= 210.000


Resistenza di calcolo

= 391,30


Deformazione al limite elastico

= 0,186 %


88



PROGETTO E VERIFICA DI
ELEMENTI STRUTTURALI IN
C.A. ALLO SLU
Gli elementi primari che contraddistinguono le strutture a telaio sono
sostanzialmente elementi orizzontali (travi) ed elementi verticali (pilastri).
Le prime sono soggette prevalentemente a flessione e taglio ed in alcuni casi a
torsione. Gli sforzi normali agenti sulle travi sono di modesta intensit. I pilastri
al contrario sono elementi prevalentemente pressoinflessi ricevendo grossi
quantitativi si sforzo normale ed azioni flettenti puramente indotti dalle azioni
sismiche.
Gli elementi strutturali in c.a. devono soddisfare le verifiche strutturali sia allo
stato limite ultimo, ovvero avere una capacit di resistenza alle sollecitazioni
cui sono chiamati in condizioni ultime ed inoltre possedere un adeguato
comportamento in esercizio ossia durante le regolari funzioni cui la struttura
chiamata in presenza di azioni variabili ed eccezionali di modesta intensit.
Sostanzialmente le verifiche allo SLE controllano eventi per i quali la struttura
esce di servizio ma pu essere riportata alle sue funzionalit originarie. Alcuni
esempi di raggiungimento di SLE nelle strutture in c.a. possono essere eccessive
deformazioni, elevato tasso di lavoro di acciaio e calcestruzzo sotto carichi di
esercizio.
Il raggiungimento di uno stato limite ultimo comporta invece il collasso della
struttura o di una delle sue parti. Gli stati limite ultimi, se raggiunti, sono in
genere irreversibili.


4
Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

89

Per strutture in c.a. gli stati limite ultimi sono:
- SLU per tensioni normali;
- SLU per taglio;
- SLU per torsione;
- SLU per elementi snelli.
Nella presente tesi, ed in particolare nel presente capitolo, particolarmente
attenzionata la progettazione agli stati limite ultimi poich essi condizionano i
livelli prestazionali della struttura in presenza di azioni sismiche, rientrando
anche a far parte del criterio della gerarchia delle resistenze oggetto di studio.
Sono di seguito esposti i criteri di progetto e verifica di travi e pilastri in c.a.
con riferimento agli stati limite che pi significativamente condizionano la
progettazione, e cio lo SLU per tensioni normali e lo SLU per taglio.










Appunti di Tecnica delle Costruzioni

90
4.1 Stato Limite Ultimo per tensioni normali
Lanalisi allo stato limite ultimo per tensioni normali di una sezione in c.a.
governato dalle seguenti ipotesi di base ( 4.1.2.1.2 delle NTC):
- conservazione delle sezioni piane;
- perfetta aderenza tra acciaio e calcestruzzo;
- resistenza a trazione del calcestruzzo nulla;
- rottura del calcestruzzo determinata dal raggiungimento della sua
capacit deformativa ultima a compressione;
La crisi di una sezione in calcestruzzo armato sempre governata dal
raggiungimento della deformazione ultima di uno dei due materiali.
Si raggiunge la condizione ultima della sezione per crisi di calcestruzzo quando
si attinge in una fibra compressa la deformazione ultima

, se si considera un
acciaio con legame elastico-perfettamente plastico a duttilit infinit. Altres, si
raggiunge la condizione ultima per crisi dellacciaio quando si attinge nelle
armature tese la deformazione ultima

, se si considera un legame incrudente a


duttilit finita. Ladozione del legame costitutivo dellacciaio a duttilit infinita
permette di affermare che la condizione di crisi nella sezione potr anche
avvenire per crisi del calcestruzzo raggiunta la deformazione ultima

.
Tuttavia levidenza sperimentale ha dimostrato che la crisi di sezioni in c.a.
governata dallo schiacciamento in compressione del calcestruzzo nella maggior
parte dei casi.
I modelli meccanici di calcolo cui di seguito si far riferimento sono il legame
rettangolo (stress block) per il calcestruzzo e il legame elastico perfettamente
plastico per lacciaio, illustrati nel cap. 4.
Le limitazioni assunte per elongazioni e accorciamento dei materiali definite
appunto dai legami costitutivi stessi, delineano delle regioni rappresentative di
particolari stati tensionali e deformativi, ognuno delle quali regolata da
equazioni di equilibrio specifiche alla traslazione e rotazione della sezione.
Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

91
Pur essendo possibili altre configurazioni di rottura nel campo delle strutture in
c.a. di nuova costruzione si definiscono 3 regioni, detti campi di rottura,
mostrati in Fig. 4.1.

Fig. 4.1 Campi di rottura
Si definiscono i seguenti indici:
altezza della sezione;
altezza utile della sezione, definita come la distanza tra il baricentro
dellarmatura tesa e il bordo compresso della sezione;
distanza tra il baricentro dellarmatura e il bordo della sezione;
base della sezione;

area di armatura in zona compressa;

area di armatura in zona tesa;

profondit dellasse neutro


Regione : E descritta da un fascio di rette di deformazione di centro

= 0,35%. Il dominio varia tra le retta di rottura che configura la massima


deformazione dellacciaio teso e deformazione nulla dellacciaio compresso e la
retta di rottura che configura la massima deformazione dellacciaio teso e la
deformazione in corrispondenza dello snervamento dellacciaio compresso.
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

92
Con riferimento alla Fig. 4.2 i limiti della regione 1 sono desumibili mediante
considerazioni geometriche attraverso le proporzione:


(4.1)
da cui:

=
0,0035
0,0035 0.00186
= 2,13 (4.2)
Lintervallo dei possibili valori ammissibili di

in regione 1 compreso tra i


seguenti limiti:
<

< 2,13 (4.3)


Le equazioni di equilibrio sono ottenute considerando nulla la resistenza offerta
dal calcestruzzo teso. Allequilibrio della sezione contribuiscono lacciaio teso e
compresso e il calcestruzzo compresso, come riportato in Fig.4.2.

Fig.4.2 Retta di rottura nella regione di rottura 1.
Le equazioni di equilibrio alla traslazione e alla rotazione rispetto al baricentro
dellarmatura inferiore tesa della sezione si scrivono come:

0,8

(4.4)
Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

93

0,8

0,4



2

(4.5)
Poich in questo campo lacciaio compresso si trova in fase elastica, il valore di
tensione non priori noto ma dipende da

. Per la legge di Hooke si ha:

(4.6)
Attraverso semplici proporzioni geometriche, possibile esprimere la
deformazione dellacciaio compresso in termini di

come segue:

(4.7)
da cui:

(4.8)
Sostituendo la (4.8) nella (4.6) si ha:

(4.9)
Regione : E descritta da un fascio di rette di deformazione di centro

= 0,35%. Il dominio varia tra le retta di rottura che configura la massima


deformazione dellacciaio teso e la deformazione in corrispondenza dello
snervamento dellacciaio compresso e la retta di rottura che configura la
deformazione al di la dello snervamento dellacciaio compresso e la
deformazione in corrispondenza dello snervamento dellacciaio teso. Con
riferimento alla Fig. 4.3 i limiti di variazione del dominio si desumono
attraverso semplici considerazioni geometriche.


(4.10)
da cui:

=
0,0035
0,0035 +0,00186
= 0,65 (4.11)
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

94
Lintervallo dei possibili valori ammissibili di

in regione 2 compreso tra i


seguenti limiti:
2,13 <

< 0,65 (4.12)



Fig.4.3 Retta di rottura nella regione di rottura 2.
Le equazioni di equilibrio alla traslazione e alla rotazione rispetto al baricentro
dellarmatura inferiore tesa della sezione si scrivono come:

0,8


(4.13)

0,8

0,4



2

(4.14)
Regione : E descritta da un fascio di rette di deformazione di centro

= 0,35%. Il dominio varia tra le retta di rottura che configura la


deformazione al di la dello snervamento dellacciaio compresso e la
deformazione di snervamento dellacciaio teso e la retta di rottura che configura
la deformazione al di la dello snervamento dellacciaio compresso e la
deformazione nulla dellacciaio teso. Lintervallo dei possibili valori
ammissibili di

compreso tra i seguenti limiti:


0,65 <

< (4.15)
Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

95
4.1.1 Problema di progetto e verifica di elementi
prevalentemente inflessi
Nella progettazione di elementi strutturali in calcestruzzo armato sollecitati a
flessione, si distinguono:
- Problema di semi-progetto: sono note le sollecitazioni di calcolo,
resistenza dei materiali e le dimensioni della sezione trasversale e si
vuole determinare il quantitativo di armatura;
- Problema di progetto: sono note le sollecitazioni di calcolo e la
resistenza dei materiali e si vogliono determinare le dimensioni della
sezione e il quantitativo di armatura;
- Problema di verifica: nota la sezione trasversale, resistenza dei
materiali e il quantitativo di armatura e si vogliono determinare le
sollecitazioni di calcolo.
4.1.1.1 Problema di semi-progetto
Nel problema di semi-progetto sono note:
- le caratteristiche meccaniche dei materiali

;
- lo stato di sollecitazione presente

;
- le dimensioni geometriche della sezione , , .
Le incognite invece sono:
- la profondit dellasse neutro

;
- il quantitativo di armatura

.




Appunti di Tecnica delle Costruzioni

96
Il problema apparentemente indeterminato. Si fissa il rapporto tra larea di
armatura compressa

e larea di armatura tesa

.
=


(4.16)
A priori non nota la configurazione di rottura della sezione raggiunta la
condizione ultima, pertanto si progetta la sezione ipotizzando una possibile
configurazione di rottura. Attraverso le equazioni di equilibrio che governano la
regione ipotizzata si determina

, verificando lipotesi sulla regione.


Nelle equazioni di equilibrio si pone il momento resistente pari al momento di
calcolo

= 0 per flessione semplice.


4.1.1.2 Problema di progetto
Nel problema di progetto sono note:
- le caratteristiche meccaniche dei materiali

;
- lo stato di sollecitazione presente

;
- le dimensioni geometriche della sezione , ;
- il rapporto di armatura .
Le incognite invece sono:
- la profondit dellasse neutro

;
- laltezza utile della sezione ;
- il quantitativo di armatura

.
Il problema apparentemente indeterminato. Risulta efficace fissare la
profondit dellasse neutro. Si fissa un intervallo di valori di

tale che la retta


di rottura si trovi nel dominio della regione 1.
In generale consigliato assumere

tale che:

= (4.17)

Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

97
dove 0,16 0,18. Attraverso le equazioni di equilibrio alla traslazione e
rotazione che governano la regione 1 si determinano le incognite del problema.
Nelle equazioni di equilibrio si pone il momento resistente pari al momento di
calcolo

= 0 per flessione semplice.


A valle della progettazione si ritiene necessaria un controllo dellaltezza utile di
sezione. La letteratura consiglia di variare tra i seguenti limiti:
=
1
10

1
15

(4.18)
4.1.1.3 Problema di verifica
Nel problema di verifica sono noti:
- le caratteristiche meccaniche dei materiali

;
- lo stato di sollecitazione presente

;
- le dimensioni geometriche della sezione , , ;
- il quantitativo di armatura

.
Le incognite invece sono:
- la profondit dellasse neutro

;
- lo stato di sollecitazione ultima

.
Il problema di verifica segue quello di progetto e consente una verifica della
sezione in termini di sollecitazioni.
A priori non nota la configurazione di rottura della sezione raggiunta la
condizione ultima, pertanto si procede nella verifica la sezione ipotizzando una
possibile configurazione di rottura. Attraverso le equazioni di equilibrio che
governano la regione ipotizzata si determina

e si verifica lipotesi sulla


regione.
Occorre verificare che le sollecitazioni di calcolo siano minori delle
sollecitazioni ultime. Per flessione semplice, la verifica soddisfatta qualora
risulti soddisfatta la seguente espressione:

(4.19)
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

98
4.1.2 Problema di progetto e verifica di elementi
prevalentemente pressoinflessi
In regime di pressoflessione esiste un interazione tra lo sforzo normale e il
momento flettente. In generale la resistenza della sezione condizionata
dallentit dello sforzo normale.
Scrivendo per una sezione di assegnate dimensioni ed armatura le equazioni di
equilibrio al variare di

con incognite e si costruisce per via numerica un


dominio di interazioni di forma simile a quello riportato in Fig. 4.4.

Fig. 4.4 Dominio di resistenza semplificato
4.1.2.1 Costruzione semplificata di domini di resistenza M-N
La costruzione del dominio di resistenza in Fig. 4.4, per sezione rettangolare e
armatura simmetrica, si pu eseguire attraverso una procedura semplificata
basata sullindividuazione di 4 punti caratteristici, corrispondenti alle seguenti
condizioni di sollecitazione:
Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

99
1. Trazione semplice = 0; =

;
2. Flessione semplice =

; = 0;
3. Resistenza flessionale massima =

; =

;
4. Compressione semplice = 0; =

.
Le condizioni cui fanno riferimento i punti del dominio e le relative equazioni
di equilibrio per la determinazione dei punti caratteristici di coordinate ,
sono di seguito riportate.
1. Trazione semplice

Fig. 4.5 Trazione semplice
Con riferimento alla Fig. 4.5 la resistenza a trazione della sezione pari alla
somma dei soli due contributi, uguali in valore e di segno opposto, offerte dalle
armature plasticizzate.

= 0
(4.20)





Appunti di Tecnica delle Costruzioni

100
2. Flessione semplice
Con buona approssimazione, si valuta il momento ultimo della sezione
scrivendo lequazione di equilibrio attorno al baricentro degli sforzi di
compressione nellipotesi che questo sia posto ad un distanza d*=0,9d dal
baricentro delle armature tese. Il termine d* cos definito prende il nome di
braccio della coppia interna o braccio di leva.


= 0


(4.21)
3. Resistenza flessionale massima

Fig. 4.6 Configurazione corrispondente alla massima resistenza flessionale
La massima resistenza flessionale della sezione si attinge quando risulta essere
massimo il contributo offerto dalla risultante delle tensioni di compressione nel
calcestruzzo, in termini di momento rispetto allasse baricentrico della sezione.
Ci si verifica quando la profondit dellasse neutro della retta di rottura
coincide con quella che segna il passaggio tra la regione 2 e la regione 3.
0,8

0,65 =


0,8

0,65 0,4



2

(4.22)

Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

101
4. Compressione semplice

Fig. 4.7 Compressione semplice
La resistenza a compressione pari alla somma del contributo offerto dalla
sezione di calcestruzzo, uniformemente compressa, e dai contributi offerti dalle
armature plasticizzate sollecitate a sforzi di compressione.

= 0
(4.23)
Tracciato il dominio possibile verificare se il punto di coordinate

, per
la sezione considerata ricade allinterno del dominio.
4.1.2.2 Problema di progetto: metodo analitico
Nel problema di progetto della sezione pressoinflessa sono noti:
- le caratteristiche meccaniche dei materiali

;
- lo stato di sollecitazione presente

;
- le dimensioni geometriche della sezione , ;
Le incognite invece sono:
- la profondit dellasse neutro

;
- il quantitativo di armatura

.

Appunti di Tecnica delle Costruzioni

102
A priori non nota la configurazione di rottura della sezione raggiunta la
condizione ultima, pertanto si progetta la sezione ipotizzando una possibile
configurazione di rottura. Attraverso le equazioni di equilibrio che governano la
regione ipotizzata si determina

, verificando lipotesi sulla regione. Le


equazioni risolutici del problema forniscono la profondit dellasse neutro e
larea di armatura della sezione per assegnato sforzo normale.
Nelle equazioni di equilibrio si pone il momento resistente pari al momento di
calcolo

.
4.1.2.3 Problema di verifica: metodo analitico
Nel problema di verifica della sezione pressoinflessa, per sezione rettangolare,
con doppia armatura, i dati sono:
- le caratteristiche meccaniche dei materiali

;
- lo stato di sollecitazione presente

;
- le dimensioni geometriche della sezione , ;
- il quantitativo di armatura

.
Le incognite invece sono:
- la profondit dellasse neutro

;
- il momento ultimo

.
A priori non nota la configurazione di rottura della sezione raggiunta la
condizione ultima, pertanto si procede nella verifica la sezione ipotizzando una
possibile configurazione di rottura. Attraverso le equazioni di equilibrio che
governano la regione ipotizzata si determina

e si verifica lipotesi sulla


regione.
La verifica si effettua controllando che il momento sollecitante

sia minore
del momento resistente che la sezione pu sopportare in presenza dello sforzo
normale

, ovvero:

(4.24)

Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

103
4.2 Stato Limite Ultimo per Taglio
La presenza delle tensioni tangenziali rende incoerente il semplice modello del
calcestruzzo privo di resistenza a trazione, in quanto il trasferimento di queste
tensioni dalla parte tesa della sezione a quella compressa richiede la
partecipazione del calcestruzzo presente nella zona tesa, trascurato nella teoria
della flessione. La resistenza a trazione del calcestruzzo, anche se modesta,
svolge un ruolo essenziale nel funzionamento delle travi sollecitate a flessione e
taglio.
In generale, osservando la risposta di una trave in calcestruzzo armato soggetta
a carico distribuito, si pu esaminare levoluzione del quadro fessurativo.
Le lesioni assumono un andamento perfettamente verticale nel tratto centrale
sollecitato a flessione pura, e per effetto del taglio o meglio delle tensioni
tangenziali da esso prodotte linclinazione si riduce fino ad assumere un valore
di circa 45 in prossimit degli appoggi laddove il momento si annulla ed il
taglio massimo (stato di tensione puramente tangenziale).
Il quadro fessurativo sopra descritto, ha suggerito un modello di calcolo che
schematizzasse il comportamento di travi in c.a. soggette a flessione e taglio
con un traliccio di aste tese e compresse, di cui un corrente compresso di
calcestruzzo, un tirante teso di acciaio ed un insieme di aste di parete inclinate
di 45 rispetto allorizzontale.

Fig.4.8 Modello Ritter-Mrsch
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

104
Tale schematizzazione stata proposta da Mrsch ed nota come traliccio di
Ritter- Mrsch, descritto in Fig. 4.8.
Gli elementi resistenti di tale ideale traliccio sono: le armature trasversali, le
armature longitudinali, il corrente compresso di calcestruzzo e i puntoni
danima inclinati. La rottura di una sola delle aste provoca la labilizzazione del
traliccio e quindi il collasso per taglio della trave.
Gli sforzi di compressione dovuti al taglio sono assorbiti dalle bielle di
calcestruzzo compresso, ed inclinate rispetto allasse della trave di un angolo
generico . Gli sforzi di trazione sono invece assorbiti dalle armature trasversali
( ferri piegati o staffe ) che hanno inclinazione generica .
Se si considera una trave realizzata con un materiale a comportamento elastico
lineare e reagente a trazione, quale pu considerarsi anche il calcestruzzo, per
livelli di sollecitazione sufficientemente bassi, le tensioni tangenziali agenti
sulle sezioni normali si possono calcolare con la nota relazione di Jourawski:

(4.25)
dove:
lo sforzo di taglio agente applicato al baricentro geometrico della
sezione;

il momento di inerzia baricentrico della sezione;

il momento statico, rispetto al baricentro, della parte di sezione al di


sopra della fibra di ascissa ;

la larghezza di detta fibra.


Quando lanalisi effettuata rispetto alla corda baricentrica, il rapporto tra

approssimativamente soddisfa la seguente relazione:


I

0,9 d (4.26)
dove laltezza utile della sezione.
Si definisce forza di scorrimento

lo sforzo che il corrente superiore compresso


trasmette a quello inferiore attraverso le bielle danima.
Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

105
Uguagliando leq. (4.25) e (4.26) ed integrando rispetto ad un tratto di
lunghezza unitaria a taglio costante, si ottiene lo scorrimento S

.
S

0,9 d

(4.27)
avendo posto =

.
Determinato lo scorrimento possibile determinare gli sforzi assorbiti dalla
biella di calcestruzzo compresso e dellarmatura trasversale, scrivendo le
equazioni di equilibrio dei nodi del traliccio ottenuti dallintersezione delle
bielle tesa e compressa e del corrente compresso.
Lo schema di calcolo rappresentato in Fig. 4.9.

Fig. 4.9 Schema di calcolo
La crisi per taglio, assunto il modello di calcolo di Ritter- Mrsch, avviene per
schiacciamento del calcestruzzo o per rottura dellarmatura trasversale.
Occorre determinare i valori di taglio che determinano tale crisi.
Dalle condizioni di equilibrio ai nodi si perviene alle espressioni per il calcolo
dei tagli resistenti fornite dalla norma. Il taglio che provoca la crisi per
schiacciamento del calcestruzzo si calcola:

= 0,9

cot +cot sin


(4.28)
Il taglio che provoca la crisi per rottura trasversale si calcola:

= 0,9


cot +cot
1 +cot
2

(4.29)
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

106
La normativa al 4.1.2.3 definisce la resistenza a taglio della trave come la
minore delle due sopra definite:


(4.30)
dove
b

la larghezza minima della sezione;

la tensione media di compressine nella sezione ( 0,02);


A

larea dellarmatura trasversale;


s linterasse tra due armature trasversali consecutive;
langolo di inclinazione dellarmatura trasversale rispetto allasse
della trave;
f

la resistenza a compressione ridotta del calcestruzzo danima (

=
0,5

);

il coefficiente maggiorativo pari a:


- 1 per membrature non compresse
- 1 +

per 0

< 0,25 f


- 1,25 per 0,25 f

< 0,5 f


- 2,5 1

per 0,5 f

< f


Si rende necessario studiare una relazione tra

. Poich:

= , , ,

= , ,

, ,
per fissati valori di ( inclinazione dellarmatura a taglio) e

possibile,
facendo variare ( angolo di inclinazione della biella di cls compresso )
determinare landamento di

; inoltre, facendo variare ed ( passo tra le


staffe), possibile determinare landamento di

per fissati valori di

.
Si tenga presente che la norma ritiene ammissibile valori di che soddisfino la
seguente disequazione:
1 cot 2,5 (4.31)
Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

107
Gli andamenti di

sono riportati in Fig. 2.10 sono ottenuti a partire


dai dati riportati nella Tab. 4.1.


300 470 90 391,3
Tab. 4.1 Dati generali

Fig. 4.10 Andamento di

al variare di
Il grafico mostra, per fissato , quale sia il passo per larmatura trasversale che
garantisce lequivalenza tra

e quindi un proporzionamento ottimale.


Oppure quale il valore di che per assegnato passo delle staffe fornisce
lequivalenza tra

.
Passi elevati non consentono tale equivalenza, cio

>

.
VRcd
VRsd passo 50mm
VRsd passo 75mm
VRsd passo 100mm
VRsd passo 200mm
VRsd passo 300mm
VRsd passo 400mm
1000
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50
angolo
V
R
s
d
,

V
R
c
d



[
K
N
]
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

108
4.2.1 Problema di progetto e verifica a taglio
Nella progettazione di elementi strutturali in calcestruzzo armato sollecitati a
taglio, si distinguono:
- Problema di progetto: noto il taglio di calcolo, la resistenza dei
materiali, le dimensioni della sezione trasversale e larea di armatura
trasversale e si vuole determinare il passo tra le staffe;
- Problema di verifica: nota la resistenza dei materiali, le dimensioni
della sezione trasversale, il passo tra le staffe e larea di armatura
trasversale e si vuole determinare il valore che provoca la crisi per
taglio.
4.2.1.1 Problema di progetto
Nel problema di progetto sono noti:
- il taglio di calcolo

;
- le caratteristiche meccaniche dei materiali

;
- le dimensioni geometriche della sezione

, ;
- larea di armatura trasversale

.
Le incognite invece sono:
- langolo per il quale avviene la crisi a taglio.
- il passo tra le staffe ;
Per poter applicare il problema di progetto occorre verificare che il taglio di
calcolo sia minore o uguale al massimo valore di taglio che provoca la crisi per
schiacciamento del calcestruzzo, ottenuto per = 45.

= 45 (4.32)
Verificata lespressione (4.31) si pone luguaglianza tra il taglio di calcolo e il
taglio che provoca la crisi delle bielle di calcestruzzo.

= 0,9


cot +cot
1 +cot
2

(4.33)
Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

109
Per armatura trasversale resistente a taglio costituita da staffe, si pone = 90.
Dalla (4.32) si ricava lespressione dellangolo .
=
1
2
sin
1

0,9

(4.34)
Il valore dellangolo di inclinazione delle bielle di calcestruzzo si assume
compreso nellintervallo 21,8 45.
Si determina il passo tra le staffe richiesto dal problema.
=
0,9

cot

(4.35)
4.2.1.2 Problema di verifica
Nel problema di verifica sono note:
- le caratteristiche meccaniche dei materiali

;
- le dimensioni geometriche della sezione

, ;
- il passo tra le staffe ;
- larea di armatura trasversale

.
Le incognite invece sono:
- i valori che provocano la crisi per taglio

.
- langolo per il quale avviene la crisi a taglio.
La Norma Italiana prescrive dei valori minimi di armatura trasversale negli
elementi strutturali, la cui trattazione rimandata al capitolo 7. Assunto il
minimo passo tra le staffe dettato dalla Norma, si calcolano i valori di taglio che
provocano la crisi dellelemento strutturale.
Lespressione dellangolo si ottiene uguagliando i valori di taglio che
provocano la crisi dellelemento strutturale.
Per armatura trasversale resistente a taglio costituita da staffe, si pone = 90.

(4.36)
Lespressione dellangolo la seguente:
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

110
cot =

1 (4.37)
Si distinguono 3 intervalli dellangolo .
Nellintervallo 21,8 45 le curve di

si incontrano dentro
lintervallo dettato dalla Normativa. Pertanto la crisi per taglio avviene per
contemporanea crisi delle bielle di calcestruzzo e dellarmatura trasversale.

(4.38)
Nellintervallo > 45 le curve di

si incontrano al di fuori
dellintervallo della Normativa. La crisi per taglio avviene per schiacciamento
delle bielle di calcestruzzo compresso, ponendo = 45.

= 45 (4.39)
Nellintervallo < 21,8 le curve di

si incontrano al di fuori
dellintervallo della Normativa. La crisi per taglio avviene per schiacciamento
delle bielle di calcestruzzo compresso, ponendo = 21,8.

= 21,8 (4.40)
La verifica si ritiene soddisfatta qualora il valore di taglio che provoca la crisi
dellelemento strutturale, assunto il minimo passo tra le staffe dettato dalla
Norma, sia maggiore al taglio di calcolo.

>

(4.41)









Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

111
APPLICAZIONE 4.1
Problema di semi-progetto e verifica allo SLU per flessione semplice
Si consideri una sezione rettangolare (Fig. 4.11) caratterizzata da:
= 500
= 300
= 455
= 45
= 0,5
Sulla sezione agisce un momento flettente pari

= 130 .

Fig. 4.11 Sezione in c.a.
Si utilizza calcestruzzo 25 30 :

= 0,85
25
1,50
= 14,16

= 0,0035
ed acciaio 450 caratterizzato da:

= 450


Appunti di Tecnica delle Costruzioni

112

=
450
1,15
= 391,30

= 210.000
Si affronta il problema di semi-progetto.
Si ipotizza una potenziale configurazione di rottura tale che la retta di rottura sia
compresa nel dominio della regione 1. Ponendo M
u
pari al momento richiesto
M
d
il problema resta governato dalle equazioni di equilibrio alla traslazione ed
alla rotazione attorno al baricentro dellarmatura inferiore tesa della sezione:

0,8

= 0

0,8

0,4


2

posto:

per il problema di progetto;

= 0 in assenza di sforzo normale;

= = 0,50

.
Non nota a priori la tensione sullacciaio compresso. Lespressione (4.9)
permette di esprimere una relazione tra la tensione sullacciaio compresso

e
la profondit dellasse neutro


Sostituendo la (4.9) nellequazione di equilibrio alla traslazione si ha:

0,8

= 0
Ricavando quindi A
s
si ottiene:
=

0,8


Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

113
che sostituita nellequazione alla rotazione permette di esplicitare un equazione
di III grado in funzione di

0,8

0,4

0,8


2

Si determina

= 64,70 . Occorre verificare lipotesi sulla regione.


Il dominio del la regione 1 compreso tra i seguenti limiti:
<

< 2,13
45 <

< 95,85
Noto

larea di acciaio teso necessaria ricavabile come:

=
0,8

=
=
0,8 14,11 300 64,70
0,5 0,0035
64,70 45
64,70
210000 391,30
= 784,20


Larea di armatura compressa data da:

= 0,50 783,52 = 391,76


Si riportano nella seguente tabella le incognite di progetto:


64,70 784,20 392,10
Si progetta larmatura della sezione trasversale utilizzando:
- superiormente 216

= 402

;
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

114
- inferiormente 416

= 804

.

Fig. 4.12 Esecutivo sezione
Si affronta il problema di verifica della stessa sezione. Si ipotizza una
potenziale configurazione di rottura tale che la retta di rottura sia compresa nel
dominio della regione 1. Le equazioni di equilibrio che la governano sono le
seguenti:

0,8

= 0

0,8

0,4


Sostituendo lespressione (4.9) nellequazione di equilibrio alla traslazione e
rotazione si ha:

0,8

= 0

0,8

0,4


Esplicitando lequazione di equilibrio alla traslazione in forma canonica si ha:

0,8

= 0
Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

115
che rappresenta un equazione di II grado in funzione di

. Sostituendo i valori
numerici nel caso in esame si ha:
14,11 300 0,8

+0,0035 210.000 402 391,30 804

+
0,0035 210.000 45 402 = 0
Da cui si ricava

= 65,54 . Lipotesi sulla retta di rottura soddisfatta.


Dallequilibrio alla rotazione si calcola il momento ultimo..
14,11 300 0,8 56,75 455 0,4 65,54 + 210.000 0,0035
65,54 45
65,54
402 455 45 = 133130000 = 133,13 =


M
u
=133,13 kNm > M
d
= 130 kNm
La verifica pertanto soddisfatta.



















Appunti di Tecnica delle Costruzioni

116
APPLICAZIONE 4.2
Problema di progetto e verifica allo SLU per pressoflessione
Si consideri una sezione rettangolare (Fig. 4.13) caratterizzata da:
= 600
= 300
= 555
= 45
Sulla sezione agisce un momento flettente pari

= 300 e uno sforzo


normale pari a

=730 .

Fig. 4.13 Sezione in c.a.
Si utilizza calcestruzzo 25 30 e acciaio 450, i cui parametri meccanici
sono stati calcolati nellapplicazione 4.1.
Si prevede di progettare la sezione con armatura doppia e simmetrica = 1.
Per effettuare una valutazione preliminare del campo di rottura possibile
valutare lo sforzo normale associato al passaggio dal campo 1 al campo 2 (N
12
)e
dal campo 2 al campo 3 (N
23
). Nel primo caso la posizione dellasse neutro
paria a X
c12
= 2,13 . Scrivendo lequazione di equilibrio alla traslazione si
ottiene:
Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

117

0,8 2,13 +


da cui

= 14,11 300 0,8 2,13 45 = 324586 = 324.58


Nel secondo caso la posizione dellasse neutro paria a X
c23
= 0,65 d. Scrivendo
lequazione di equilibrio alla traslazione si ottiene:

0,8 0,65 +


da cui

= 14,11 300 0,8 0,65 455 = 1001527 = 1001,5


Poich N
d
risulta compreso fra

la rottura dovr necessariamente


avvenire in campo 2. Ponendo

ed

, le equazioni di equilibrio
che governano il problema di progetto sono le seguenti:

0,8

0,8

0,4



2

Dallequilibrio alla traslazione si determina

0,8
=
730.000
14,11 300 0,8
= 215,57
Il dominio della regione 2 compreso tra i seguenti limiti:
2,13 <

< 0,65
95,85 <

< 360,75
Lipotesi di dominio della retta di rottura pertanto soddisfatta.
Dallequazione di equilibrio alla rotazione si esplicita

.


Appunti di Tecnica delle Costruzioni

118

0,8

0,4



Sostituendo i valori numeri nel caso in esame si ha:

=
=
300.000.000 +730000
555 45
2
14,11 300 0,8 215,57 555 0,4 215,72
391,30 555 45

= 721,51


Si riportano nella seguente tabella le incognite di progetto:


215,57 721,51 721,51
Si progetta larmatura della sezione trasversale utilizzando:
- superiormente 416

= 804

;
- inferiormente 416

= 804

.

Capitolo 4 Progetto e verifica di elementi
strutturali in c.a. allo SLU

119

Fig. 4.14 Esecutivo sezione
Si affronta il problema di verifica della sezione prima progettata. Avendo disto
che la rottura della sezione avviene in campo 2 le equazioni di governo sono le
seguenti:

0,8

0,8

0,4



2

Dallequilibrio alla traslazione si determina

0,8
=
730.000
14,11 300 0,8
= 215,56
Dallequilibrio alla rotazione si calcola il momento resistente

.
14,11 300 0,8 215,56 555 0,4 215,72 +804 391,30 555 45
730000
555 45
2
=


Da cui si ricava

= 316,44 . La verifica pertanto soddisfatta.



120




DUTTILITA DELLE
STRUTTURE IN C.A. E
CRITERIO DELLA GERARCHIA
DELLE RESISTENZE
5.1 Duttilit
La capacit di una struttura di sostenere grandi deformazioni anelastiche
determinata dalla sua duttilit strutturale. Questultima dipende a sua volta dalla
duttilit di cui sono dotati gli elementi strutturali e dalla distribuzione delle
deformazioni anelastiche tra i diversi elementi.
La capacit duttile del singolo elemento strutturale ottenibile solo con
unattenta calibrazione delle resistenze rispetto ai diversi possibili meccanismi
di rottura (a flessione, a taglio, etc.) che possono avvenire nellelemento stesso
unita alla duttilit dei materiali costituenti.
Ovviamente, ad una progettazione attenta ai meccanismi di rottura a livello di
struttura e di elemento occorre affiancare una progettazione attenta dei dettagli
strutturali, che condizionano a livello locale leffettivo sviluppo della duttilit
richiesta, per garantire la corretta trasmissione delle sollecitazioni tra i diversi
elementi (continuit e limiti geometrici), la prevenzione di modalit di crisi non
messe in conto nel calcolo (ad esempio linstabilit delle barre di armatura), il
miglioramento delle caratteristiche di resistenza e duttilit del calcestruzzo
(mediante armature di confinamento), una resistenza minima a parti strutturali
cruciali e non facilmente progettabili (ad esempio i nodi trave-colonna).
La duttilit una propriet fondamentale nella progettazione di strutture
sismicamente efficienti, poich la capacit si accumulare danneggiamenti senza
5
Capitolo 5 Duttilit delle strutture in c.a. e
criterio della gerarchia delle
resistenze

121
perdere la sua capacit portante primaria resa possibile solo in presenza di
eventi sismici di grande intensit, per i quali si attivino appunto meccanismi di
danno duttili.
Ci consente non solo la salvaguardia delle vite umane poich ledificio
danneggiato comunque evacuabile, ma anche la dissipazione dellenergia
sismica in maniera tanto maggiore quanto pi la struttura entra in campo
plastico, subendo elevate deformazioni permanenti, localizzate in zone critiche
della struttura.
Da queste considerazioni scaturisce un principio fondamentale della strategia
progettuale delle costruzioni in zona sismica:
per resistere senza crollare, totalmente o parzialmente, a sismi di elevata
intensit, le struttura devono poter disporre di elevate risorse deformative oltre
il proprio limite elastico.
Al contrario se la struttura viene dimensionata per resistere al sisma
mantenendo la risposta in fase elastica, essa non disporr di alcuna capacit
dissipativa. Conseguentemente tutta lenergia assorbita durante il moto sismico
del suolo verr accumulata sotto forma di deformazione elastica, e quindi sar
restituita integralmente in fase di scarico, senza lasciare alcuna deformazione
residua, cio con assenza di fessurazioni e fenomeni di degrado.
Affinch la struttura abbia un tale comportamento le sue sezioni dovranno
essere dimensionate per rimanere in fase elastica, e questo lo si pu ottenere
conferendo agli elementi strutturali elevata rigidezza e resistenza avendo come
risultato dimensioni strutturali non sostenibili economicamente.
E opportuno quindi realizzare strutture resistenti al sisma ma in grado di esibire
adeguate capacit di deformazione plastica, in casa di terremoti di elevata
intensit.




Appunti di Tecnica delle Costruzioni

122
Progettare una struttura a comportamento duttile consente di:
- dissipare lenergia sismica proveniente dal suolo.
- evitare collassi improvvisi salvaguardando la vita delle persone
allinterno ed in prossimit degli edifici;
- aumentare i periodi propri di vibrazione, riducendo la riposta in termini
di accelerazioni della struttura;
- conseguire vantaggi economici.
possibile definire differenti livelli di duttilit, ognuno riferito ad un diverso
elemento strutturale e meglio descritti nei paragrafi successivi
5.1.1 Duttilit del materiale
Si intende per duttilit del materiale la capacit di sopportare deformazioni oltre
il limite elastico. Si definisce duttilit di deformazione il rapporto tra la
deformazione corrette e la deformazione allo snervamento.
=


(5.1)
Una maggiore duttilit di deformazione del materiale conferisce elevate
capacit di deformazione che si riflette anche sulla duttilit della sezione
dellelemento della struttura.

Fig.5.1 Confronto fra le curve caratteristiche del calcestruzzo in compressione
Capitolo 5 Duttilit delle strutture in c.a. e
criterio della gerarchia delle
resistenze

123
Lacciaio soddisfa tale condizione a differenza del calcestruzzo che necessita di
elevati livelli di confinamento, conseguiti solitamente mediante lutilizzo di un
certo numero di staffe, legature ed armature diffuse su tutti i lati della sezione.
Un adeguato confinamento pu quindi determinare un aumento della duttilit e
di conseguenza un miglioramento delle prestazioni dellelemento strutturale.
5.1.2 Duttilit in curvatura della sezione
La duttilit della sezione la capacit di sopportare elevate domande di
curvatura in campo anelastico prima della crisi della sezione.
Si definisce duttilit in curvatura il rapporto tra la curvatura ultima e la
curvatura di snervamento.

(5.2)
Per lo studio della duttilit di una sezione in c.a. occorre valutare il diagramma
momento-curvatura, distinguendo il caso di sezione inflessa da quella
pressoinflessa.
In Fig. 5.2 riportato il digramma momento-curvatura con riferimento ad una
sezione rettangolare, di armatura nota, sollecitata prevalentemente a flessione.

Fig. 5.2 Diagramma momento-curvatura per sezione prevalentemente inflessa
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

124
La curva di snervamento per definizione quella curvatura che si raggiunge
allo snervamento delle barre di acciaio tese. La curvatura ultima invece quella
associata al raggiungimento della deformazione ultima in compressione del
calcestruzzo.
Landamento reale della curva pu essere idealizzato in un primo tratto elastico
lineare ed un secondo tratto dove la sezione incrementa la sua capacit di
rotazione mantenendo costante il momento massimo, fino al raggiungimento
della rotazione ultima

, superata la quale si ha il collasso.


In Fig. 5.3 con riferimento alla stessa sezione, caratterizzata da armatura doppia
e simmetrica, sono riportati i digrammi momento-curvatura nel caso di
pressoflessione, al variare dello sforzo normale.

Fig. 5.3 Diagramma momento-curvatura al variare del livello di sforzo normale
Dal grafico emerge con chiarezza che allaumentare dello sforzo normale
aumenta la resistenza, ma al contempo, diminuisce la duttilit.
Negli elementi pressoinflessi in cui lo sforzo normale significativo, come nei
pilastri di primo piano, la rottura avviene in prevalenza di compressione e
pertanto le risorse di duttilit dellacciaio non sono adeguatamente sfruttate.
Al fine di migliorare la risposta strutturale si pu intervenire incrementando le
prestazioni del calcestruzzo attraverso il conseguimento di un adeguato
confinamento ottenuto disponendo unefficace staffatura. Un buon
Capitolo 5 Duttilit delle strutture in c.a. e
criterio della gerarchia delle
resistenze

125
confinamento del nucleo necessario per dare ai pilastri unadeguata capacit
rotazionale plastica al fine di mantenere lo sforzo flessionale anche alle pi
elevate curvature. Ci possibile poich il confinamento incrementa la capacit
deformativa del calcestruzzo consentendo alle sezioni di raggiungere curvature
e conseguentemente rotazioni ultime pi elevate.
Oltre che dal confinamento, la duttilit in curvatura dipende sostanzialmente dal
quantitativo di armatura della sezione e dallentit dello sforzo normale.
Eseguendo analisi parametriche su sezioni in c.a. si osserva che:
la duttilit di sezione si riduce:
- allaumentare dello sforzo di compressione;
- allaumentare dellarmatura tesa.
la duttilit della sezione aumenta:
- allaumentare dellarmatura compressa;
- allaumentare dellarmatura trasversale.
Si osserva inoltre, che quando il momento della sezione raggiunge il valore del
momento ultimo, la sezione ha raggiunto il proprio ramo anelastico e si
plasticizza. Si definisce cerniera plastica di una generica sezione la condizione
raggiunta la quale la curvatura aumenta mantenendo pressoch costante il
momento resistente. Pertanto, la sopravvivenza della struttura, raggiunto lo stato
limite ultimo, legata alla capacit della sezione di curvare nonch di attingere
alla propria duttilit, raggiunta la condizione di crisi.
5.1.3 Duttilit della struttura
La duttilit globale disponibile di un sistema a pi gradi di libert definita
come il rapporto tra lo spostamento del centro di massa dellimpalcato di
sommit della struttura in corrispondenza dellattingimento di una situazione
ritenuta ultima e lo spostamento dello stesso punto in corrispondenza della
prima plasticizzazione della struttura.
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

126

(5.3)
Pi in generale si intende per duttilit strutturale la capacit di una struttura di
rispondere allazione del sisma entrando in campo anelastico prima della crisi
della struttura stessa, identificata generalmente dalla formazione di un
meccanismo di collasso.
Si consideri un telaio ad piani. Si distinguono fondamentalmente due tipi di
meccanismo di collasso, quali:
- meccanismo di piano;
- meccanismo globale.
Il meccanismo globale caratterizzato da cerniere plastiche localizzate al piede
delle pilastrate e allestremit delle travi, fino ai piani superiori (Fig. 5.4).

Fig.5.4 Meccanismo di collasso globale
Capitolo 5 Duttilit delle strutture in c.a. e
criterio della gerarchia delle
resistenze

127
Nellipotesi che gli interpiani siano approssimativamente uguali e che gli
spostamenti di interpiano in campo anelastico

ed elastico

si mantengano
uguali, la duttilit globale si pu scrivere come:

(5.4)
avendo indicato con il numero di piani e con

la duttilit richiesta a
ciascuno dei pilastri.
Il meccanismo di piano caratterizzato da cerniere plastiche localizzate
allestremit dei pilastri di un solo interpiano (Fig. 5.5).
Questo tipo di meccanismo comporta una ridotta capacit dissipativa, sia per lo
scarso numero di cerniere plastiche, sia per il fatto che tutte le sezioni che si
plasticizzano sono pressoinflesse, e quindi dotate di scarsa duttilit per la
presenza dello sforzo normale.

Fig.5.5 Meccanismo di collasso piano
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

128
Sotto le stesse ipotesi del meccanismo di piano, la duttilit globale si pu
scrivere come:

= 1 +

= 1 +

(5.5)
avendo indicato

la duttilit del pilastro di primo piano.


Affinch si ottenga la stessa duttilit globale, deve verificarsi luguaglianza tra
la (5.4) e la (5.5), cio:

= 1 +

=
1


(5.6)
Leq. (5.6) suggerisce che allaumentare del numero di piani, poich 1
tende ad 1, per ottenere la stessa duttilit globale, il primo meccanismo richiede
una duttilit del pilastro di primo piano volte inferiore al secondo, con
conseguente inferiore richiesta di duttilit di curvatura. Pertanto, si pu
affermare che, dal punto di vista energetico, un meccanismo globale
certamente pi conveniente rispetto ad un meccanismo di piano.
Per definire la duttilit strutturale globale in maniera pi corretta necessario
conoscere la curva di capacit delledificio, cio la risposta della struttura
ipotizzando che essa sia sollecitata dalle forze peso e da un profilo di forze
orizzontali crescente fino al raggiungimento delle condizioni ultime. Detta
curva ottenuta riportando, punto per punto, levoluzione del legame forza-
spostamento generalizzato tra la risultante del sistema delle forze applicate e
lo spostamento di un punto di controllo (generalmente il baricentro
dellultimo piano).
La Figura 5.6 riporta lo spostamento in funzione delle forze orizzontali, con
levidenza dei vari fenomeni di degrado di una struttura in c.a. allaumentare
dello spostamento orizzontale.
Capitolo 5 Duttilit delle strutture in c.a. e
criterio della gerarchia delle
resistenze

129
Fig.5.6 Curva di capacit di una struttura multipiano in c.a.
Aspetti che influiscono positivamente sulla duttilit della struttura sono:
- continuit degli elementi strutturali, per assicurare alle forze orizzontali
un percorso fino a terra;
- ridondanza degli elementi strutturali, per ridistribuire le sollecitazioni,
evitare rotture fragili e ritardare il collasso;
- regolarit della distribuzione delle masse, delle rigidezze e delle
resistenze, per ridurre gli effetti torsionali, le concentrazioni di
domanda di resistenza e duttilit nonch la formazione di meccanismi di
collasso piano;
- masse ridotte e sufficiente rigidezza, per ridurre danni non strutturali e
effetti del secondo ordine (instabilit geometrica).





Appunti di Tecnica delle Costruzioni

130
5.2 Criterio della gerarchia delle resistenze
Con il termine gerarchia si intende unorganizzazione di dettagli strutturali
per livello di importanza, cercando di creare meccanismi di rottura preferenziali.
Si visto come il vantaggio di garantire una certa soglia di duttilit permetta di
progettare una struttura per un livello di resistenza inferiore, garantendo di
contenere le dimensioni degli elementi strutturali.
Al fine di poter ridurre le resistenze di progetto a vantaggio di un
dimensionamento contenuto degli elementi strutturali, il progetto deve essere
effettuato seguendo specifiche regole, tradotte in:
- evitare lattivazione di meccanismi di collasso fragili, in cui la crisi
degli elementi strutturali avvenga per taglio;
- evitare lattivazione di meccanismi di collasso poco duttili e poco
dissipativi;
- forzare il sistema affinch si formino meccanismi di collasso che
richiedano una ridotta duttilit locale in curvatura e garantiscano una
elevata capacit di dissipazione.
Pertanto, possibile articolare il criterio delle gerarchia delle resistenze nei
seguenti livelli:
- gerarchia fra resistenza a flessione e resistenza a taglio;
- gerarchia fra resistenza a flessione delle travi e dei pilastri;
- gerarchia nei nodi strutturali.
5.2.1 Gerarchia taglio-flessione
Per assicurare che i meccanismi fragili locali non si attivino si ricorre alla
gerarchia delle resistenze sulle sollecitazioni progettando la sezione per
sostenere sollecitazioni derivate da condizioni di equilibrio che tengano conto
della formazione di cerniere plastiche e della sovraresistenza delle zone
adiacenti.
Capitolo 5 Duttilit delle strutture in c.a. e
criterio della gerarchia delle
resistenze

131
Tale procedura volta ad evitare la crisi a taglio che porta ad una riduzione
della sia della capacit flessionale dellelemento che della capacit di
deformazione in campo anelastico. Inoltre, come si visto, la valutazione della
resistenza a taglio risulta essere un problema in qualche modo ancora aperto,
che si riflette nellutilizzo, da parte dei vari codici, di diverse formulazioni.
Progettare allora per flessione, apporta lulteriore beneficio di lavorare sulla
resistenza flessionale che invece presenta un modello matematico pi affidabile
e largamente condiviso.
5.2.1.1 Gerarchia taglio-flessione nelle sezioni di estremit delle
travi
Per una trave la rottura pu avvenire per flessione o per taglio. Se le armature
sono correttamente progettate, la rottura per flessione in genere duttile, mentre
quella per taglio in ogni caso fragile. Tali caratteristiche sono ad esempio
evidenti dal confronto delle immagini di Fig. 5.7 e Fig. 5.8, relative a prove di
laboratorio su trave sollecitata ad un carico verticale uniformemente distribuito.

Fig. 5.7 Rottura per flessione

Fig. 5.8 Rottura per taglio
In una generica trave, lazione laterale indotta dal sisma si combina con lazione
dei carichi verticali producendo una distribuzione dei momenti ottenuta
mediante il principio di sovrapposizione degli effetti, riportata in Fig. 5.9.
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

132

Fig. 5.9 Distribuzione dei momenti di una struttura multipiano sollecitata
da carichi verticali e sisma
Le sezioni di estremit devono pertanto essere in grado di assorbire il taglio
V

che nasce quando queste esibiscono i massimi momenti allestremit, che


nelle condizione pi gravosa sono equiversi e pari ai momenti ultimi

.

Fig. 5.10 Sollecitazioni sulla trave per effetto di carichi laterali
Le sezioni di estremit devono inoltre assorbire il taglio che nasce per effetto
dei carichi verticali.

Fig. 5.11 Sollecitazioni sulla trave per effetto di carichi verticali
Capitolo 5 Duttilit delle strutture in c.a. e
criterio della gerarchia delle
resistenze

133
Per il principio di sovrapposizione degli effetti, il taglio massimo V

si
ottiene sommando al taglio che nasce per effetto dei momenti ultimi
allestremit della trave (Fig. 5.10) a quello dovuto ai carichi verticali (Fig.
5.11):
V

= V

(5.7)
Per quanto detto in precedenza, occorre evitare che la trave raggiunga la
condizione di rottura per taglio. Pertanto, occorre amplificare il taglio che nasce
per effetto dei momenti ultimi allestremit della trave attraverso il fattore di
sovraresistenza

.
Il taglio resistente richiesto dato dalla seguente espressione:
V

= V

(5.8)
Il fattore di sovraresistenza

assunto pari, rispettivamente, ad 1,20 per


strutture in CDA, ad 1,00 per strutture in CDB ( 7.4.4.1 delle NTC).
5.2.1.2 Gerarchia taglio-flessione nelle sezioni di estremit dei
pilastri
Analogamente a quanto detto nel paragrafo precedente, il pilastro raggiunge la
rottura per flessione o per taglio.

Fig. 5.12 Rottura per taglio in un pilastro in c.a.
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

134
Affinch sia scongiurata una rottura di tipo fragile (vedi Fig. 5.12) le sezioni di
estremit dei pilastri devono essere in grado di assorbire il taglio che nasce
quando questi sono chiamati ad esibire la massima capacit di prestazione in
termini di momento resistente, definiti in questa sede con

.

Fig. 5.13 Sollecitazione sul pilastro
Il valore di taglio si ottiene attraverso lequilibrio alla rotazione del pilastro di
Fig. 5.13. Pertanto:
V

(5.9)
Al fine di escludere una rottura fragile del pilastro, si rende necessario
amplificare il valore del taglio di calcolo (V

), mediante un coefficiente di
sovraresistenza

. Pertanto:
V

(5.10)
essendo

posto pari a 1,20 in CDA e 1,00 in CDB.


Capitolo 5 Duttilit delle strutture in c.a. e
criterio della gerarchia delle
resistenze

135
5.2.2 Gerarchia trave-colonna
La regola su cui basata la gerarchia trave-colonna consiste nel pilotare la
formazione di cerniere plastiche nelle sezioni interessate da un basso livello di
sforzo normale, ossia allestremit delle travi. Tala considerazione garantisce
che il meccanismo di collasso, raggiunta la condizione ultima, sia quello
globale.

Fig. 5.14 Meccanismo di collasso piano
Pertanto, ai fini di ottenere un meccanismo di collasso duttile, si rende
necessario sovradimensionare il pilastro rispetto alla trave.
Un esempio di dissesto trave-colonna rappresentato in Fig. 5.15.

Fig. 5.15 Sistema colonna debole-trave forte
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

136
Nelle travi, lazione laterale si combina con lazione dei carichi verticali
producendo una distribuzione dei momenti sulla struttura indicato in Fig. 5.9.
I momenti di calcolo, calcolati mediante lanalisi elastica con spettro di risposta
abbattuto mediante il fattore di struttura, risultano essere equiversi, cos come i
momenti sulle travi prodotti dallazione laterale del sisma.
Per un generico nodo, valido lequilibrio di Fig. 5.16.

Fig. 5.16 Equilibrio al nodo
Per lequilibrio al nodo, si pu scrivere la seguente relazione:
M

+ M

= M

+M

(5.11)
Affinch allestremit delle travi possano raggiungersi i momenti resistenti
prima dei pilastri, necessario che sui pilastri si generino momenti che li
possano equilibrare e che siano minori dei momenti resistenti dei pilastri.

Fig. 5.17 Equilibrio al nodo raggiunto il momento ultimo nellestremit delle travi
Capitolo 5 Duttilit delle strutture in c.a. e
criterio della gerarchia delle
resistenze

137
Pu scriversi la seguente relazione:
M

+ M

= M

+M


(5.12)
dove si indicato con M

e M

i momenti che nascono allestremit dei


pilastri che convergono al nodo raggiunti i momenti resistenti nellestremit
delle travi. Dividendo la (5.12) per M

+ M

, si ha:
M

+ M

+ M

=
M

+M

+ M

(5.13)
Si pone:
M

+M

+ M

(5.14)
Sostituendo la (5.13) nella (5.14) si ottiene:
M

+ M

+ M

(5.15)
Amplificando i momenti dei pilastri dal calcolo elastico attraverso il
coefficiente di amplificazione

, si ottengono i momenti di progetto delle


estremit dei pilastri tali da pilotare la formazione delle cerniere plastiche nelle
zone di minore dissipazione di energia, ossia allestremit delle travi.
Un ulteriore problema rappresentato dalla possibilit che le sezioni dei pilastri
potrebbero raggiungere la plasticizzazione prima delle travi, seppur soddisfatta
leq. (5.15). Pertanto, si perviene alla risoluzione del problema amplificando il
coefficiente

. Le NTC 08 propongono di utilizzare il coefficiente di


amplificazione , dato dalle seguente relazione:
=

+M

+ M

(5.16)
Riassumendo quanto sopra, le NTC 08 impongono la seguente verifica per ogni
nodo trave-colonna ( 7.5.4.3 delle NTC)

(5.17)
dove

= 1,30 per strutture in CDA e 1,10 per CDB.


Appunti di Tecnica delle Costruzioni

138
Sperimentazioni numeriche hanno dimostrato che affinch si raggiungano i
momenti plastici nelle travi prima che nei pilastri, bisognerebbe utilizzare
coefficienti di amplificazione compresi tra 2 e 3, che comporterebbero un
sovradimensionamento strutturale non indifferente. Lutilizzo dei coefficienti di
amplificazione ridotti proposti dalla normativa vengono compensati attraverso
un incremento del livello di dettaglio nelle zone critiche dei pilastri.

Capitolo 5 Duttilit delle strutture in c.a. e
criterio della gerarchia delle
resistenze

139
5.2.3 Gerarchia ai nodi
Si definisce nodo strutturale la zona del pilastro che si incrocia con le travi ad
esso concorrenti . I nodi strutturali rappresentano spesso gli elementi pi deboli
di una struttura, pertanto sono oggetto di dettagli costruttivi, al fine di esibire
una resistenza soddisfacente allazione sismica.

Fig. 5.18 Rottura a taglio di un nodo
Larea individuata dallintersezione tra la trave e la colonna di un telaio deve
essere opportunamente progetta, in quanto un suo danneggiamento ridurrebbe
buona parte dellenergia sismica in ingresso che pu essere dissipata dagli
elementi strutturali del telaio.

Fig. 5.19 Danneggiamento di un nodo strutturale
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

140
Inoltre, se il collasso dei nodi precede quello degli elementi strutturali vengono
ad essere vanificati tutti gli accorgimenti relativi ai dettagli sismici e gli
accorgimenti sulla gerarchia delle resistenze prima descritti.
La normativa al 7.4.4.3 prevede che la resistenza del nodo deve essere tale da
assicurare che non pervenga alla rottura prima della zona della trave e del
pilastro ad esso adiacenti. Sono da evitare, per quanto possibile, eccentricit tra
lasse della trave e lasse del pilastro concorrenti in un nodo.
Si distinguono due tipi di nodi.
- nodi interamente confinati, cos definiti quando in ognuna delle quattro
facce si innesta una trave. Il confinamento si considera realizzato
quando, su ogni faccia del nodo, la sezione della trave copre per almeno
i 3 4 la larghezza del pilastro e, su entrambe le coppie di facce opposte
del nodo, le sezioni delle travi si ricoprono per almeno i 3 4
dellaltezza;
- nodi non interamente confinati: tutti i nodi non appartenenti alla
categoria precedente.

Fig. 5.20 Nodi confinati e non confinati
Capitolo 5 Duttilit delle strutture in c.a. e
criterio della gerarchia delle
resistenze

141
I nodi inoltre si distinguono in interni ed esterni (Fig. 5.21).

Fig. 5.21 Nodo interno (sinistra) ed esterno (destra)
La verifica di resistenza al nodo deve essere effettuata per le sole strutture in
CDA. La compressione diagonale indotta dal meccanismo a traliccio non
deve eccedere la resistenza a compressione del calcestruzzo. In assenza di
modelli pi accurati, il requisito pu ritenersi soddisfacente se:


(5.18)
in cui:
=

250

(5.19)
ed

un coefficiente che vale 0,6 per nodi interni e 0,48 per nodi esterni, v


la forza assiale nel pilastro al di sopra del nodo normalizzata rispetto alla
resistenza a compressione della sezione di solo calcestruzzo, h

la distanza tra
le giaciture pi esterne di armature del pilastro, b

la larghezza effettiva del


nodo. Questultima assunta pari alla minore tra:
a) la maggiore tra le larghezze della sezione del pilastro e della sezione
della trave
b) la minore tra le larghezze della sezione del pilastro e della sezione della
trave, ambedue aumentate di met altezza della sezione del pilastro.
Appunti di Tecnica delle Costruzioni

142
Per evitare che la massima trazione diagonale del calcestruzzo ecceda la f


deve essere previsto un adeguato confinamento. In assenza di modelli pi
accurati, si possono disporre nel nodo staffe orizzontali di diametro non
inferiore a 6 , in modo che:


(5.20)
in cui i simboli gi utilizzati hanno il significato in precedenza illustrato, A


larea totale della sezione delle staffe e h

la distanza tra le giaciture di


armature superiori e inferiori della trave.
In alternativa, lintegrit del nodo a seguito della fessurazione diagonale pu
essere garantita integralmente dalle staffe orizzontali se

1 0,8

per nodi interni

1 0,8

per nodi esterni


(5.21)
dove A

e A

sono rispettivamente larea dellarmatura superiore ed inferiore


della trave, ,

vale 1,20, v

la forza assiale normalizzata agente al di sopra


del nodo, per i nodi interni, al di sotto del nodo, per i nodi esterni.
143



DETTAGLI COSTRUTTIVI DI
EDIFICI IN C.A. IN ZONA
SISMICA
In questo capitolo si descrivono i requisiti speciali che si raccomandano per le
strutture in calcestruzzo armato soggette ad azioni sismiche.
Si visto come le NTC stabiliscono spettri di risposta elastici che possono
essere modificati, mediante il fattore di struttura, tenendo conto della capacit
della struttura di esibire un comportamento duttile senza una significativa
perdita in termini di resistenza.
Il livello di duttilit di una struttura dipende dalla tipologia strutturale, dai
materiali, dalle caratteristiche geometriche, dalla gerarchia delle resistenze e
soprattutto dai dettagli costruttivi, che forniscono alla struttura maggiore
duttilit nei confronti di un sisma.
Il progettista chiamato a dimensionare i quantitativi di armatura da attribuire
negli elementi strutturali, al fine di conseguire la resistenza alle sollecitazioni
derivanti dallanalisi. Tuttavia ci non garantisce che il comportamento degli
elementi strutturali sia sufficientemente duttile e riesca ad esibire la capacit
prima descritta. La normativa pertanto definisce delle soglie minime per le
caratteristiche geometriche e per le armature degli elementi strutturali che
consentono di ottenere un comportamento adeguato alle prestazioni che sono
richieste in presenza di azioni sismiche.

6
Appunti di Tecnica delle Costruzioni
144
Le NTC 08 al 7.4.6 distingue i dettagli costruttivi in termini di:
- limitazioni geometriche;
- limitazioni di armatura.
Le limitazioni geometriche stabiliscono dei requisiti dimensionali che
assicurano un comportamento duttile per i due gradi di duttilit richiesti
dallazione sismica. La natura aleatoria delle azioni sismiche, infatti, comporta
un aumento delle incertezze strutturali, sulla valutazione delle resistenze e sulla
duttilit strutturale, che vengono ridotte in fase di progetto adottando
accorgimenti di tipo geometrico.
Le limitazioni di armatura consistono in tutti quei dettagli costruttivi mirati a
conseguire livelli sufficienti di duttilit degli elementi strutturali. Di seguito si
riassumono le limitazioni geometriche e di armatura per i principali elementi
strutturali in c.a.
Capitolo 6 Dettagli costruttivi di edifici in c.a. in
zona sismica

145
6.1 Dettagli costruttivi per travi in c.a.
6.1.1 Limitazioni geometriche
Le NTC al 7.4.6.1.1 stabiliscono che la larghezza b della trave deve essere
20 cm e, per le travi basse comunemente denominate a spessore, deve
essere non maggiore della larghezza del pilastro, aumentata da ogni lato di met
dellaltezza della sezione trasversale della trave stessa, risultando comunque
non maggiore di due volte b

, essendo b

la larghezza del pilastro ortogonale


allasse della trave.

Fig. 6.1 Limite geometrico per trave a spessore
+

2
+

2

(6.1)
Il rapporto b h tra larghezza e altezza della trave deve essere 0,25.
Non deve esserci eccentricit tra lasse delle travi che sostengono pilastri in
falso e lasse dei pilastri che le sostengono. Esse devono avere almeno due
supporti, costituiti da pilastri o pareti. Le pareti non possono appoggiarsi in
falso su travi o solette.
Appunti di Tecnica delle Costruzioni
146
Le zone critiche si estendono, per CDB e CDA, per una lunghezza pari
rispettivamente a 1 e 1,5 volte laltezza della sezione della trave, misurata a
partire dalla faccia del nodo trave-pilastro o da entrambi i lati a partire dalla
sezione di prima plasticizzazione. Per travi che sostengono un pilastro in falso,
si assume una lunghezza pari a 2 volte laltezza della sezione misurata da
entrambe le facce del pilastro.

Fig. 6.2 Zone critiche trave in CDA

Fig. 6.3 Zone critiche trave in CDB



Capitolo 6 Dettagli costruttivi di edifici in c.a. in
zona sismica

147
6.1.2 Limitazioni di armatura
Armature longitudinali
La normativa al 4.1.6.1.1 prescrive un quantitativo minimo di armatura
longitudinale nella trave non inferiore a:

,
= 0,26

e comunque non minore di 0,0013


(6.2)
dove:

rappresenta la larghezza media della zona tesa; per una trave a con
piattabanda compressa, nel calcolare il valore di

si considera solo la
larghezza dellanima;
laltezza utile della sezione.
Al 7.4.6.2.1 vengono prescritti i limiti di armatura longitudinale in zona
sismica.
Almeno due barre di diametro non inferiore a 14 mm devono essere presenti
superiormente e inferiormente per tutta la lunghezza della trave.
In ogni sezione della trave, salvo giustificazioni che dimostrino che le modalit
di collasso della sezione sono coerenti con la classe di duttilit adottata, il
rapporto geometrico relativo allarmatura tesa, indipendentemente dal fatto
che larmatura tesa sia quella al lembo superiore della sezione A

o quella al
lembo inferiore della sezione A

, deve essere compreso entro i seguenti limiti:


1,4

< <

+
3,5

(6.3)
dove:
il rapporto geometrico relativo allarmatura tesa pari ad A

b h
oppure ad A

b h ;

il rapporto geometrico relativo allarmatura compressa;


Nelle zone critiche della trave, inoltre, deve essere

1 2 e comunque
0,25 .
Appunti di Tecnica delle Costruzioni
148

Fig. 6.4 Armatura longitudinale minima nelle zone critiche
Larmatura superiore, disposta per il momento negativo alle estremit delle
travi, deve essere contenuta, per almeno il 75%, entro la larghezza dellanima e
comunque, per le sezioni a T o ad L, entro una fascia di soletta pari
rispettivamente alla larghezza del pilastro, od alla larghezza del pilastro
aumentata di 2 volte lo spessore della soletta da ciascun lato del pilastro, a
seconda che nel nodo manchi o sia presente una trave ortogonale. Almeno 1 4
della suddetta armatura deve essere mantenuta per tutta la lunghezza della trave
(Fig. 6.5).

Fig. 6.5 Armatura superiore per sezioni a T
Le armature longitudinali delle travi, sia superiori che inferiori, devono
attraversare, di regola, i nodi senza ancorarsi o giuntarsi per sovrapposizione in
essi. Quando ci non risulti possibile, sono da rispettare le seguenti prescrizioni:
- le barre vanno ancorate oltre la faccia opposta a quella di intersezione
con il nodo, oppure rivoltate verticalmente in corrispondenza di tale
faccia, a contenimento del nodo;
Capitolo 6 Dettagli costruttivi di edifici in c.a. in
zona sismica

149
- la lunghezza di ancoraggio delle armature tese va calcolata in modo da
sviluppare una tensione nelle barre pari a 1,25 f

, e misurata a partire
da una distanza pari a 6 diametri dalla faccia del pilastro verso
linterno.

Fig. 6.6 Ancoraggio dellarmatura longitudinale
La parte dellarmatura longitudinale della trave che si ancora oltre il nodo non
pu terminare allinterno di una zona critica, ma deve ancorarsi oltre di essa.

Fig. 6.7 Sovrapposizione armatura longitudinale
Armature trasversale
La norma al 4.1.6.1.1 prescrive un quantitativo minimo di armatura
trasversale per tutta la lunghezza della trave.
Le travi devono prevedere armatura trasversale costituita da staffe con sezione
complessiva non inferiore ad A

= 1,5

essendo lo spessore
Appunti di Tecnica delle Costruzioni
150
minimo dellanima in millimetri, con un minimo di tre staffe al metro e
comunque passo non superiore a 0,8 volte laltezza utile della sezione.
In ogni caso almeno il 50% dellarmatura necessaria per il taglio deve essere
costituita da staffe.
Al 7.4.6.2.1 vengono prescritti i limiti di armatura trasversale in zona sismica.
Nelle zone critiche devono essere previste staffe di contenimento. La prima
staffa di contenimento deve distare non pi di 6 cm dalla sezione a filo pilastro;
le successive devono essere disposte ad un passo non superiore alla minore tra
le grandezze seguenti:
- 1 4 dellaltezza utile della sezione trasversale;
- 175 mm e 225 mm, rispettivamente per CDA e CD B;
- 6 volte e 8 volte il diametro minimo delle barre longitudinali
considerate ai fini delle verifiche, rispettivamente per CDA e CD
B;
- 24 volte il diametro delle armature trasversali.

Fig. 6.8 Staffa di contenimento
Per staffa di contenimento si intende una staffa rettangolare, circolare o a
spirale, di diametro minimo 6 mm, con ganci a 135 prolungati per almeno 10
diametri alle due estremit. I ganci devono essere assicurati alle barre
longitudinali.

Capitolo 6 Dettagli costruttivi di edifici in c.a. in
zona sismica

151
6.2 Dettagli costruttivi per pilastri in c.a.
6.2.1 Limitazioni geometriche
La dimensione minima della sezione trasversale non deve essere inferiore a
250 mm.
Se il fattore di struttura q risulta 0,1, laltezza della sezione non deve essere
inferiore ad un decimo della maggiore tra le distanze tra il punto in cui si
annulla il momento flettente e le estremit del pilastro.
In assenza di analisi pi accurate si pu assumere che la lunghezza della zona
critica sia la maggiore tra: laltezza della sezione, 1 6 dellaltezza libera del
pilastro, 45 cm, laltezza libera del pilastro se questa inferiore a 3 volte
laltezza della sezione.

Fig. 6.9 Zone critiche pilastro
Appunti di Tecnica delle Costruzioni
152
6.2.2 Limitazioni di armatura
Con riferimento al caso in cui tamponamenti non si estendano per lintera
altezza dei pilastri adiacenti, le NTC 08 al 7.4.6.2.2 stabiliscono che
larmatura risultante deve essere estesa per una distanza pari alla profondit del
pilastro oltre la zona priva di tamponamento. Nel caso in cui laltezza della zona
priva di tamponamento fosse inferiore a 1,5 volte la profondit del pilastro,
debbono essere utilizzate armature bi-diagonali.

Fig. 6.10 Tamponamento non esteso per lintera altezza dei pilastri adiacenti
Nel caso precedente, qualora il tamponamento sia presente su un solo lato di un
pilastro, larmatura trasversale da disporre alle estremit del pilastro deve essere
estesa allintera altezza del pilastro.

Fig. 6.11 Esempio di danneggiamento dei pilastri per mancanza di tompagni


Capitolo 6 Dettagli costruttivi di edifici in c.a. in
zona sismica

153
Armature longitudinali
Per tutta la lunghezza del pilastro linterasse tra le barre non deve essere
superiore a 25 cm.
Nella sezione corrente del pilastro, la percentuale geometrica di armatura
longitudinale, con rapporto tra larea dellarmatura longitudinale e larea della
sezione del pilastro, deve essere compresa entro i seguenti limiti:
1% 4% (6.4)
Se sotto lazione del sisma la forza assiale su un pilastro di trazione, la
lunghezza di ancoraggio delle barre longitudinali deve essere incrementata del
50%.
Armature trasversali
Nelle zone critiche devono essere rispettate le condizioni seguenti: le barre
disposte sugli angoli della sezione devono essere contenute dalle staffe; almeno
una barra ogni due, di quelle disposte sui lati, deve essere trattenuta da staffe
interne o da legature; le barre non fissate devono trovarsi a meno di 15 cm e
20 cm da una barra fissata, rispettivamente per CDA e CDB.

Fig. 6.12 Staffa di contenimento di un pilastro
Appunti di Tecnica delle Costruzioni
154
Il diametro delle staffe di contenimento e legature deve essere non inferiore a
6 mm ed il loro passo deve essere non superiore alla pi piccola delle quantit
seguenti:
- 1 3 e 1 2 del lato minore della sezione trasversale, rispettivamente per
CDA e CDB;
- 125 mm e 175 mm, rispettivamente per CDA e CDB;
- 6 e 8 volte il diametro delle barre longitudinali che collegano,
rispettivamente per CDA e CDB.
Si devono disporre staffe per CD"A" al di fuori della zona critica e per CD "B",
in un quantitativo minimo non inferiore a:

0,08

(6.5)
Si devono disporre staffe per CD"A" in un quantitativo minimo non inferiore a:

0,12

(6.6)
Nelle espressioni precedenti A

larea complessiva dei bracci delle staffe, b


la distanza tra i bracci pi esterni delle staffe ed s il passo delle staffe.
Capitolo 6 Dettagli costruttivi di edifici in c.a. in
zona sismica

155
Tab. 6.1 Tabella di riepilogo per travi e pilasti
156

6.3 Dettagli costruttivi per nodi in c.a.
6.3.1 Limitazioni geometriche
La normativa al 7.4.6.1.3 stabilisce che sono da evitare per quanto possibile
eccentricit tra lasse della trave e lasse del pilastro concorrenti in un nodo. Nel
caso che tale eccentricit superi 1 4 della larghezza del pilastro la trasmissione
degli sforzi deve essere assicurata da armature adeguatamente dimensionate allo
scopo.

Fig. 6.13 Eccentricit tra pilastro e trave

4 (6.7)
6.3.2 Limitazioni di armatura
Lungo le armature longitudinali del pilastro che attraversano i nodi non
confinati devono essere disposte staffe di contenimento in quantit almeno pari
alla maggiore prevista nelle zone del pilastro inferiore e superiore adiacenti al
Capitolo 6 Dettagli costruttivi di edifici in c.a. in
zona sismica

157
nodo. Questa regola pu non essere osservata nel caso di nodi interamente
confinati.
Per i nodi non confinati, appartenenti a strutture sia in CDA che in CDB, le
staffe orizzontali presenti lungo laltezza del nodo devono verificare la seguente
condizione:

0,05

(6.8)
nella quale n

e A

sono rispettivamente il numero di bracci e larea della


sezione trasversale della barra della singola staffa orizzontale, i linterasse
delle staffe, e b

la larghezza utile del nodo determinata come segue:


- se la trave ha una larghezza b

superiore a quella del pilastro b

, allora
b

il valore minimo fra b

e b

+h

2 , essendo h

la dimensione
della sezione della colonna parallela alla trave;
- se la trave ha una larghezza b

inferiore a quella del pilastro b

, allora
b

il valore minimo fra b

e b

+h

2 .








Francesco Basone Il criterio della gerarchia delle resistenze nella
progettazione di elementi strutturali in c.a.:
approccio progettuale ed analisi prestazionale

158
6.4 Dettagli costruttivi per pareti in c.a.
Al normativa al 7.4.6.1.4 definisce che lo spessore delle pareti deve essere
non inferiore al valore massimo tra 150 mm, (200 mm nel caso in cui nelle
travi di collegamento siano da prevedersi), e 1 20 dellaltezza libera di
interpiano.

Fig. 6.14 Esempio di crollo del tompagno e tramezzi
Possono derogare da tale limite, su motivata indicazione del progettista, le
strutture a funzionamento scatolare ad un solo piano non destinate ad uso
abitativo. Devono essere evitate aperture distribuite irregolarmente, a meno che
la loro presenza non venga specificamente considerata nellanalisi, nel
dimensionamento e nella disposizione delle armature.
In assenza di analisi pi accurate si pu assumere che laltezza delle zone
critiche sia la maggiore tra: la larghezza della parete e 1 6 della sua altezza.






Capitolo 6 Dettagli costruttivi di edifici in c.a. in
zona sismica

159
6.5 Copriferro e interferro
La normativa al 4.1.6.1.3 stabilisce i valori di copriferro e interferro tali da
garantire un adeguato ricoprimento del calcestruzzo.
Al fine della protezione delle armature dalla corrosione, lo strato di
ricoprimento di calcestruzzo (copriferro) deve essere dimensionato in funzione
dellaggressivit dellambiente e della sensibilit delle armature alla corrosione,
tenendo anche conto delle tolleranze di posa delle armature.
Il valore minimo di copriferro deve rispettare quanto indicato nella Tab. 6.2
nella quale sono distinte le tre condizioni ambientali (ordinario, aggressivo e
molto aggressivo). I valori sono espressi in mm e sono distinti in funzione
dellarmatura, barre da c.a. o cavi aderenti da c.a.p. (fili, trecce e trefoli), e del
tipo di elemento, a piastra (solette, pareti,) o monodimensionale (travi,
pilastri,). A tali valori di tabella vanno aggiunte le tolleranze di posa, pari a
10 mm o minore, secondo indicazioni di norme di comprovata validit.

Tab. 6.2 Copriferri minimi
I valori di copriferro si riferiscono a costruzioni con vita nominale di 50 anni.
Per costruzioni con vita nominale di 100 anni i valori di copriferro vanno
aumentati di 10 mm. Per classi di resistenza inferiori a C

i valori della
tabella sono da aumentare di 5 mm. Per produzioni di elementi sottoposte a
controllo di qualit che preveda anche la verifica dei copriferri, i valori della
tabella possono essere ridotti di 5 mm.


PROGETTAZIONE DI ELEMENTI
STRUTURALI IN C.A. MEDIANTE
LA GERARCHIA DELLE
RESISTENZE
Nel capitolo che segue si analizza in dettaglio il progetto di elementi strutturali
in calcestruzzo armato, ed in particolare i criteri generali di progetto e della
gerarchia delle resistenze descritti al capitolo 5.
Con riferimento alla medesima struttura considerata nel cap. 2 per la
valutazione dellazione sismica de quale sono di seguito rappresentati gli
elaborati grafici strutturali.

Fig. 7.1 Pianta piano tipo
7

Fig. 7.2 Sezione delledificio
Ledificio sar progettato in classe di duttilit bassa !CDB".
La struttura soddisfa i requisiti di regolarit in pianta e in altezza ! 5.2.2.
Requii!i "i #eg$%&#i!'".
Ledificio # a pianta rettangolare, in cui il lato lungo ha direzione coincidente
con lasse del riferimento globale e il lato corto # diretto come lasse X di tale
riferimento. $i osservi inoltre che la disposizione attribuita ai pilastri, orientati
per il Su% nella direzione ortogonale consente di centrifugare le rigidezze
laterali ottenendo una rigidezza paragonabile nelle 2 direzioni.
%ttraverso un predimensionamento della struttura sono state assegnate le
seguenti dimensioni agli elementi strutturali
Travi SuxSS
Pilastri Sux6S
Lanalisi strutturale # stata eseguita mediante un modello tridimensionale
realizzato su soft&are agli elementi finiti $%' 2(((.
)nimmagine semplificativa del modello strutturale # riportata nella figura
successiva.

Fig. 7.( *odello 3D della struttura
+li impalcati sono stati considerati infinitamente rigidi nel proprio piano. %l
fine di tenere conto delle eccentricit accidentali, la norma prevede che il
baricentro delle strutture deve essere traslato positivamente e negativamente
lungo le direzioni X e di una distanza pari al S% delle dimensioni
planimetriche del fabbricato nelle 2 direzioni.

Fig. 7.) Traslazione del baricentro delle masse
'oich, inoltre la norma prevede che lazione sismica considerata in una
direzione debba essere accompagnata da unaliquota del Su% dellazione
sismica nella direzione ortogonale vengono a generarsi S2 combinazioni
sismiche che di seguito si riportano graficamente.
Lanalisi strutturale del modello # stata eseguita per tutte le suddette
combinazioni e pertanto le procedure che di seguito si espongono fanno
riferimento ai risultati ottenuti da dette analisi.

Fig. 7.5 Combinazioni sismiche secondo normativa allo SLV
7.1 A**#$++i$ *#$ge!!u&%e *e# u,& !#&-&!& i, +.&.
- momenti flettenti di calcolo, da utilizzare nella progettazione delle travi, sono
quelli ottenuti dallanalisi globale della struttura, secondo le combinazioni
simiche precedentemente descritte.
-n funzione dellintensit dellazione sismica e quindi della prevalenza o meno
delleffetto dei carichi sismici rispetto ai carichi verticali lapproccio alla
progettazione della travata pu. essere eseguito attraverso due possibili criteri
che si propongono nella presente tesi/
0 criterio dellarmatura minima
0 criterio delle aree di armatura richieste!
7.1.1 P#$ge!!$ "e%%.&#/&!u#& %$,gi!u"i,&%e0 +#i!e#i$ "e%%e &#ee "i
&#/&!u#& #i+1ie!&
$i consideri la travata di primo piano in 1ig. 2.3.

Fig. 7.2 Travata di pro"etto
4allanalisi strutturale si ricava il seguente diagramma dei momenti.


Fig. 7.7 Dia"ramma momenti di calcolo in KN m
$i assegnano S sezioni critiche per ogni trave costituente la travata , due in
corrispondenza delle estremit ed 1 in corrispondenza del massimo momento
positivo in mezzeria. %ttraverso un problema di semiprogetto della sezione, i
momenti di calcolo si traducono in aree di acciaio richieste e pertanto si associa
al diagramma dei momenti di calcolo un diagramma di aree richieste !1ig. 5.2".
$i precisa che loperazione pu. essere eseguita anche per un numero maggiore
di sezioni allinterno della stessa trave.

Fig. 7.3 #ree di armatura richiesta in mm
2

6sservando il diagramma di armatura richiesta si valuta un quantitativo di
armatura da disporre simmetricamente e comunque maggiore o uguale
allarmatura minima richiesta per la sezione tale da soddisfare almeno il 6u%
della richiesta. 7ale armatura costituir larmatura base della travata essendo
sempre presente superiormente ed inferiormente. 8alutando il momento
resistente superiore ed inferiore associato allarmatura base # possibile
identificare gli esuberi di richiesta per i quali si proceder attraverso
linserimento di monconi quantificati attraverso un problema di semiprogetto.
$i precisa che il progettista # libero in ragione di particolari esigenze di natura
tecnico0funzionale o economiche di incrementare o ridurre larmatura base
purch, si abbia come limite inferiore larmatura minima definita dalla
normativa.
Nel caso in esame # stato ritenuta idonea unarea di armatura base pari a
8u4 mm
2
, che corrisponde ad una quantit di armatura pari a 4 +416. 'er le
sezioni ove il quantitativo di armatura supera laria media di armatura
!tratteggio in 1ig. 5.2", # stato necessario inserire un numero di monconi tale da
soddisfare la richiesta di armatura.
La 7ab. 2.9 riporta sinteticamente i risultati del calcolo.

E!#e/$ 1 C&/*&!& E!#e/$ 2
T
#
&
-
e

1
(
4
1
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M
d
-

|hN m]
A
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u*.
1S8,22 799,12 4116 u,8S 4,S8 4116 178,28 961,19 S116
M
d
+

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A
x
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M
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+

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A
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M
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+

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x
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i,6.
116,12 626,uS 4116 SS,18 189,67 4116 1Su,6S 7u4,28 S116
T
#
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179,uS 96S,2S S116 S9,86 2u9,S1 4116 114,81 618,99 4116
M
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i,6.
166,4S 897,Su S116 SS,u9 189,18 4116 84,7S 4S6,81 4116
T
#
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e

1
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u*.
M
d
-

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A
x
xup

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u*.
11S,SS 621,9u 4116 1S,41 72,Su 4116 17S,12 998,u6 S116
M
d
+

|kN m]
A
x
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i,6.
M
d
+

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A
x
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i,6.
M
d
+

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A
x
|nJ

5&##e
i,6.
64,S8 S48,18 4116 S2,S1 282,u2 4116 126,1S 68u,1S 4116
T&7. 7.1 Valori di calcolo della travata
4efinita la disposizione e il diametro dei ferri longitudinali, si calcola la
lunghezza di ancoraggio in campata.
l
u
(116) =

d
1
4
bd
=
S91,Su 16
4 2,69
= S81,8S mm !5.9"
%l nodo, la lunghezza di ancoraggio # data dalla seguente espressione/
l
u
(116) = 6 1 +
1,2S
k
1
4
bd
= 6 16 +
1,2S 4Su 16
4 2,69
= 9S2,4S mm !5.2"
Nellipotesi cautelativa in cui cot$%&', i monconi vanno prolungati al di la
della sezione rispetto alla quale risulta necessaria di una quantit o
1
pari a/
o
1
= u,9 J
(cot 0 +cot o)
2
= u,9 Su4
2,S +u
2
= 1,12 x Su4
= S6S mm
!5.:"
$i prolungano i monconi dal punto di intersezione tra il momento di calcolo e il
momento resistente di una quantit pari a o
1
e della lunghezza di ancoraggio l
u
.
+li ancoraggi dei monconi devono comunque avvenire al di fuori delle zone
critiche.
Larmatura di progetto # definita nella figura successiva.

Fig. 7.8 (omenti resistenti travata in KN m






7.1.2 P#$ge!!$ "e%%.&#/&!u#& %$,gi!u"i,&%e0 +#i!e#i$ "e%%.&#/&!u#&
/i,i/&
$i consideri la travata del secondo piano in 1ig. 5.9(.

Fig. 7.19 Travata di pro"etto
8alutando attraverso la eq. !;.:" si ricava larea minima di armatura.
A
S
mn
=
1,4

k
b b =
1,4
4Su
Suu SSu = S1S,SS mm
2
!5.3"
7ale richiesta # soddisfatta da una armatura commerciale pari a S +
S16 (6u2 mm
2
) da disporre per tutta la trave sia superiormente che
inferiormente .-l momento resistente associato # pari a 1u8,S4 KN m.
$ovrapponendo il diagramma dei momenti resistenti a quello dei momenti di
calcolo si osserva come questo riesce a soddisfare la stragrande quantit della
richiesta mentre laddove si osservano esuberi saranno disposti monconi il cui
quantitativo # determinabile attraverso un problema di semiprogetto.



Fig. 7.11 Dia"ramma momenti di calcolo in KN m

Fig. 7.12 (omenti resistenti travata in KN m
7.1.( P#$ge!!$ "e%%.&#/&!u#& !#&-e#&%e0 -e#i6i+& & !&g%i$
%l fine di escludere la formazione di meccanismi di rottura fragili dovuti a
taglio, gli sforzi di taglio di calcolo si ottengono sommando il contributo dovuto
ai carichi gravitazionali agenti sulla trave allo sforzo di taglio prodotto dai
momenti resistenti delle sezioni di estremit, amplificati del fattore y
Rd
, come
descritto al cap. ;.
La normativa definisce 4 schemi di carico per il progetto a taglio delle travi e
riportati in 1ig. 5.9:.


Fig. 7.1( Schemi di calcolo per il pro"etto a ta"lio delle travi
'er ognuno degli schemi di calcolo sopra citati si determinano il massimo e
minimo valore di taglio della travata di primo piano in 1ig. 5.93.

Fig. 7.1) Travata di pro"etto
$i riportano in forma sintetica i valori di taglio di calcolo.

7rave l !m" $ezione
H
t
sup

!KN m"
H
t
n]

!KN m"
I
Ld
mux

!KN"
I
Ld
mn

!KN"
%< 3,:(
% 933,52 92(,=( 9(5,;2 035.52
< 295,9; 295,;( 35,52 09(5,;2
<C :
< 295,;( 295,;( 123:22 022,2;
C 933,52 933,52 22,2; 4123:22
C4 3,2(
C 933,52 933,52 =:,5: 0:;,:5
4 92(,=( 295,;( 22,29 09(9,25
T&7. 7.2 Valori di ta"lio ma) e min della travata di pro"etto
$i affronta il problema di verifica assumendo i minimi valori di armatura
trasversale, per i quali in zona critica si ottiene un passo tra le staffe pari a
12u mm, mentre nel resto della trave si assume un passo tra le staffe pari a
2uu mm, secondo quanto descritto nel cap. ;.
Lespressione dellangolo 0 descritta al cap. 3 # la seguente/
cot(0) = _
s b
w

cd
i
o
c
A
sw

d
-1 !5.5"
in zona critica/
cot(0) = _
12u Suu u,S u,u1417 1
1uu u,S911
-1 = 2,S4
!5.;"
-l taglio resistente associato vale/
I = I
Rsd
= I
Rcd
= u,9 J
A
sw

s

d
cot 0
I = u,9 SuS
1uu
12u
u,S911 2,S = S46,62 KN
!5.5"
%nalogamente per le zone centrali/
cot(0) = _
2uu Suu u,S u,u1417 1
1uu u,S911
-1 = S,1S
!5.2"
'oich, il valore di cot(0) = S,1S > 2,S, si assume come suggerito dalla norma
cot(0) = 2,S. 'ertanto/
I = I
Rsd
= u,9 J
A
sw
s

d
cot 0
I = u,9 SuS
1uu
2uu
u,S911 2,S = 222,2u KN
!5.="
-l taglio resistente assume valore ampiamente maggiore del taglio di calcolo. $i
ritiene soddisfatta la verifica a taglio.


7.2 Approccio progettuale per una pilastrata in
c.a.
Si consideri la pilastrata 14 in Fig. 7.17.

Fig. 7.17 Pianta tipo
I momenti flettenti di calcolo, da utilizzare per il dimensionamento dei pilastri,
sono quelli ottenuti dallanalisi globale della struttura, tenuto conto delle
combinazioni delle componenti dellazione sismica.
Delle S2 combinazioni sismiche, 16 agiscono prealentemente in direzione X e
16 in direzione . !ertanto, occorre studiare il pilastro appartenente al telaio
lungo X ed al telaio .
Si consideri il pilastro appartenente al telaio X "Fig. 7.1#$.

Fig. 7.18 !ilastrata di progetto lungo la direzione X
!er le 16 combinazioni sismiche in cui il sisma % prealente in direzione X , si
riportano le sollecitazioni di calcolo ottenute dallanalisi strutturale.
&ali combinazioni, inoltre, deono tenere conto dellinersione del diagramma
del momento qualora il sisma spiri da un erso allaltro.
!ertanto, si rende necessario distinguere le 8 combinazioni per le quali il sisma
spira prealentemente da sinistra erso destra e le 8 combinazioni per le quali il
sisma spira prealentemente da destra erso sinistra.
Secondo in erso prealente del sisma, infatti, cambiano i momenti flettenti ai
nodi, come illustrato in Fig. 7.1'.

Fig. 7.19 Sollecitazioni al nodo( sisma prealente da destra a sinistra "sinistra$
e sisma prealente da sinistra a destra "destra$
!er soddisfare il criterio della gerarchia delle resistenze, le sollecitazioni di
calcolo ottenute dallanalisi strutturale deono essere amplificate del fattore di
amplificazione o, come descritto al cap. ).
*espressione del fattore di amplificazione o % la seguente(
o = y
Rd

H
t
H
p

"7.1+$
doe(
y
Rd
% in funzione della classe di duttilit, di progetto-
N
t
sono i momenti resistenti delle trai conergenti in un nodo strutturale
secondo una direzione e aenti erso concorde-
N
p
sono i momenti nei pilastri superiore e inferiori del medesimo nodo,
ottenuti dallanalisi strutturale-
!er ogni nodo della pilastrata "Fig. 7..+$, si riportano i momenti flettenti di
calcolo e gli sforzi normali sopra citati. I momenti superiori ed inferiori
conergenti al medesimo nodo, sono amplificati del fattore di amplificazione
secondo lespressione "7.1+$.
!er tenere conto della pressoflessione deiata la /orma al 7.4.4.2.2.1 riporta
la seguente dicitura(
0la verifica a pressoflessione deviata pu essere condotta in maniera
semplificata effettuando, per ciascuna direzione di applicazione del sisma, una
verifica a pressoflessione retta nella quale la resistenza viene ridotta del Su%
" 7.4.4.2.2.1 delle NTC$.
!er le 16 combinazioni sismiche si determinano una coppia di alori
rispettiamente alla testa e al piede del pilastro conergente al medesimo nodo.
Si progetta il pilastro secondo la coppia di alori che restituisce la massima
eccentricit,.
Si precisa inoltre(
per la sezione di base dei pilastri del piano terreno si adotta come momento di
calcolo il maggiore tra il momento risultante dallanalisi ed il momento della
sezione di sommit del pilastro.
Il criterio di gerarchia delle resistenze non si applica alle sezioni di sommit
dei pilastri dellultimo piano.

Fig. 7.20 !ilastrata di progetto
1on riferimento a quanto descritto nei capitoli precedenti le tabelle che seguono
rappresentano una procedura strutturata di alutazione dei alori progettuali
delle sollecitazioni nelle sezioni critiche della pilastrata nel rispetto della
applicazione del criterio della gerarchia delle resistenze.






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Si osseri che i nodi B e C soggetti al criterio della gerarchia delle resistenze, la
combinazione pi= graosa % la 1S. !er i nodi A e C inece, la combinazione pi=
graosa risulta essere la 1S.
*e combinazioni sismiche che danno luogo alle eccentricit, pi= eleate sono
quelle in cui il sisma spira prealentemente da sinistra erso destra.
In corrispondenza dei nodi strutturali si riportano le coppie di sforzo normale e
momento flettente risultate pi= graose e quindi dimensionanti ai fini
dellarmatura "Fig. 7..1$.

Fig. 7.21 2omenti e sforzi normali rispettiamente in kN m e kN
>ffrontando il problema di semiprogetto per ogni coppia di sforzo normale e
momento flettente si calcola il quantitatio darea di armatura richiesto, in ogni
nodo della pilastrata e per ogni sezione. I quantitatii di armatura rileati sono
riportati in Fig. 7....

Fig. 7.22 ree di armatura richiesta in mm
2


!er ogni piano si assume per i pilastri un unico quantitatio di armatura pari al
massimo rileato fra testa e piede.
Si precisa inoltre che nel caso in cui larea di armatura rileata per un pilastro
ad un piano superiore risulti maggiore di quello necessario per il pilastro al
piano inferiore, larmatura del pilastro superiore dee essere estesa anche
inferiormente.










7.2.1 &rogetto dell'ar(atura tras)ersale* )eri+ica a taglio
>l fine di escludere la formazione di meccanismi inelastici douti al taglio, gli
sforzi di taglio nei pilastri da utilizzare per le erifiche e per il dimensionamento
delle armature si ottengono dalla condizione di equilibrio del pilastro soggetto
allazione dei momenti resistenti nelle sezioni di estremit, superiore ed
inferiore, secondo lespressione che segue(
v
d
= y
Rd

N
Rp
sup
+N
Rp
n]
l
p

"7.1.$
doe y
Rd
per classe di duttilit, bassa % pari a 1,uu.
Si riportano in forma sintetica i alori di taglio di calcolo.
!ilastro l "m$
H
p
sup

"KN m$
H
p
n]

"KN m$
I
d

"KN$
>? 3,4+ 4#+,81 4#+,81 14.,.8
?1 4 417,14 417,14 211,42
1D 4 1'#,3+ 1'#,3+ 177,+.
Ta,.8.$ !alori di taglio della pilastrata di progetto
Si affronta il problema di erifica, assumendo i alori minimi di armatura
trasersale descritti al cap. 7.
In zona critica si ottiene un passo tra le staffe pari a 14u mm. /el resto del
pilastro si ottiene un passo tra le staffe pari a 14u mm.
*espressione dellangolo 0 % il seguente(
cot(0) = _
s b
w

cd
i
o
c
A
sw

d
-1 "7.14$
in zona critica(
cot(0) = _
14u Suu u,S u,u1417 1
1uu u,S911
-1 = 2,S7
"7.13$
Si assume cot(0) = 2,S. Il taglio resistente ale(
I = I
Rsd
= u,9 J
A
sw
s

d
cot 0
I = u,9 6u2
1uu
14u
u,S911 2,S = S78,S9 KN
"7.13$
Il taglio resistente assume alore ampiamente maggiore del taglio di calcolo. Si
ritiene soddisfatta la erifica a taglio.

In ultimo con riferimento alle indicazioni fornite dall@urocodice ., la
lunghezza di giunzione che dee essere garantita per ancorare le barre dei
pilastri dei piani sottostanti con quelli soprastanti puA essere alutata co(e 1,
)olte la lung-e..a di ancoraggio della singola ,arra. /el caso di diametri
differenti dee considerarsi la massima fra le . lunghezze di ancoraggio alutate
per le singole barre.
l
gpIust
= 1,S l
u mux
"7.13$

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