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«Anche i vaccinati sono contagiosi», obiettano i No Vax, dunque non si capirebbe il motivo di tutta
questa smania di farsi inoculare le due dosi. Come per tutti i vaccini esistenti, anche per il siero anti-
Covid l’efficacia non sarà mai del 100%, perché possono esserci i cosiddetti fallimenti vaccinali.
Ma l’ultimo report dell’Istituto superiore di Sanità conferma che i vaccini sono un’ottima barriera.
Il ciclo completo di siero anti-Covid protegge all’88% dall’infezione, al 94% dal ricovero
ospedaliero, al 97% da quello in terapia intensiva. La doppia dose scongiura la morte dal 92,7 al
95,2% dei casi. Dire che è inutile vaccinarsi sarebbe come sostenere che - siccome muoiono in
incidenti stradali anche automobilisti in viaggio con le cinture di sicurezza allacciate e i freni ben
funzionanti - allora tanto vale non mettersi le cinture e togliere il pedale del freno.
Vaccino sperimentale
«Attenzione, si tratta di preparati sperimentali». Ma ci sono già tutte le
autorizzazioni dell’Ema
«I vaccini anti Covid sono sperimentali, noi non faremo da cavie». Per disinnescare uno dei grossi
calibri dell’artiglieria No Vax, l’Istituto superiore di Sanità ricorda che con il termine vaccini (o in
generale farmaci) sperimentali ci si riferisce a farmaci non ancora autorizzati all’immissione in
commercio. Non è il caso dei vaccini per Covid-19, il cui uso clinico è stato regolarmente
autorizzato dall’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali. Nel caso dei vaccini anti-Covid 19 il
processo di sviluppo ha subito un’accelerazione senza precedenti a livello globale, tuttavia come
riporta la stessa Ema sul proprio sito «una autorizzazione condizionata garantisce che il vaccino
approvato soddisfi i rigorosi criteri Ue di sicurezza, efficacia e qualità». Di recente il dottor Andrea
Gori, primario di Malattie infettive al Policlinico di Milano, ha ricordato che il reclutamento del
vaccino Pfizer ad esempio ha coinvolto 44mila volontari, in uno studio con la casistica tra le più
ampie della storia della farmacologia mondiale.
Vaccino, conseguenze
«Non si conoscono gli effetti a breve e lungo termine di vaccini prodotti troppo velocemente»,
obiettano i No Vax. Il sistema di vigilanza, osserva l’Iss, è lo stesso di tutti i farmaci e vaccini già
approvati. «La storia della vaccinologia - ha ricordato Andrea Gori, direttore Malattie Infettive al
Policlinico di Milano - insegna che tutti i vaccini, possono dare effetti collaterali a breve (99% dei
casi) mai a lungo termine».
«Il vaccino modifica il nostro Dna». A questo timore, l’Iss replica assicurando che i vaccini non
cambiano e non interagiscono con il Dna. Sia i vaccini a mRna che a vettore virale forniscono
istruzioni alle nostre cellule utili ad attivare una risposta immunitaria contro il Sars-Cov-2. Il
microfilamento genetico trasportato nell’organismo umano da un involucro di microparticelle viene
distrutto in 48 ore dopo aver compiuto la sua missione.
«Più vacciniamo più escono nuove varianti», ammoniscono i No Vax, facendo presa anche su
alcuni politici. In realtà l’Iss ricorda che le varianti emergono perché il virus, replicandosi, tende a
sviluppare mutazioni, come in un continuo lancio di dadi. I vaccini, riducendo la circolazione,
limitano la chance che il virus muti. Le varianti in circolazione inoltre, compresa la Delta, sono
state osservate da dicembre ‘20, quando le campagne vaccinali erano agli albori.
«D’estate il virus scompare, è inutile vaccinarsi o metterle mascherine». Un refrain sentito molti nei
mesi scorsi in ambienti No Vax, Ni Vax o Boh Vax. Ma se è vero che la trasmissione del virus è
facilitata dalla frequentazione degli ambienti chiusi, fa notare l’Istituto superiore di Sanità,
all’aperto, in caso di assembramenti, «è possibile la sua circolazione, ed è quindi necessario
adottare le misure opportune».
Vaccino e sterilità
«Doppia dose? Prestazioni sessuali in flessione». Non è vero, attenti piuttosto a non
ammalarsi
Ivermectina
«Ma perché rischiare vaccinandosi se ci sono già farmaci molto efficaci per curare il Covid?». Uno
dei medicinali più in voga nel popolo No Vax è l’ivermectina, l’antiparassitario per bestiame
propagandato negli Usa dall’ostetrica Christiane Northrup al posto di Pfizer, Moderna o J&J. Ci
hanno creduto in tanti, al punto che l’agenzia federale Food and Drug Administration (FDA), ha
scritto su Twitter: «Non siete cavalli. Non siete mucche. Seriamente, a tutti. Smettetela». I seguaci
delle terapie anti-Covid con questo potente sverminatore per cavalli non mancano in Italia, dove sul
web si è diffuso uno screenshot secondo cui “L’Ivermectina è stata approvata in Gazzetta Ufficiale
per uso umano”. In realtà la G.U. si riferisce all’Iverscab, farmaco contenente il principio attivo
dell’Ivermectina, autorizzato per la terapia della scabbia, delle infestazioni parassitiche nel duodeno
e nel sistema linfatico. Malattie non causate da virus.
Trombosi e miocarditi
«Il vaccino causa trombosi e miocarditi». A questo spauracchio dei No Vax, l’Iss replica
osservando che tutti i farmaci e i vaccini possono avere effetti collaterali. Le Agenzie regolatorie
riportano queste due patologie, per altro causate anche dall’infezione, come «rari effetti avversi dei
vaccini». Per la loro estrema rarità questi effetti, dopo 5 miliardi di dosi somministrate, «lasciano il
rapporto benefici-rischi a favore dei vaccini».
«Dai 19/20 anni in giù per i soggetti sani è impossibile morire per Covid o manifestare sintomi
gravi». L’argomento dell’inutilità dei vaccini per i giovani, va contro l’evidenza dei numeri: anche
se nelle fasce più giovani il rischio di un’infezione sintomatica è minore, è comunque presente.
Dall’inizio della pandemia al luglio scorso, secondo un report dell’Iss, in Italia ci sono stati 28
decessi nella fascia di età 0-20 anni. E in questa fase un contagiato su 4 è under 18.
Contagi
Morti nascosti
«Vengono nascosti effetti collaterali e decessi post vaccino». Le teorie complottiste propongono
presunte mistificazioni da parte delle autorità. II dati della farmaco-vigilanza, fa notare però l’Iss,
sono pubblici. In Italia l’Agenzia Italiana per il farmaco (Aifa) pubblica il resoconto periodico le
segnalazioni di sospetti eventi avversi (https://www.aifa.gov.it/farmacovigilanza-vaccini-covid-19),
e lo stesso fa l’autorità europea Ema.
Grio entra in studio portando un carrellino pieno di farmaci. “Una piccola rappresentanza di quelli
che somministriamo, sono circa 50 tra fiale, flaconi, flaconcini e compresse. Hanno tutti effetti
collaterali ma sono farmaci comuni, nessuno ha paura di prenderli. Alcuni possono avere reazioni
allergiche letali, altri danneggiano i reni. Un letto di terapia intensiva costa 2500 euro al giorno da
vuoto, con un paziente arriva tra 10mila e 20mila”.
I vaccini anti Covid non sono efficaci
Falso. Al contrario, perfino contro la variante Delta – ancora dominante in Italia – due dosi di
vaccino a mRna come Pfizer e Moderna si sono dimostrate efficaci nel prevenire le infezioni con
percentuali superiori all’85%. A oltre il 90% ammonta invece la protezione contro la malattia grave.
E la terza dose «booster» non fa altro che riportare le difese su tali, elevatissimi livelli. Per questo
oggi, malgrado un numero di positivi più alto dell’anno scorso (quando circolava una variante meno
contagiosa ed era in vigore un autentico «arcobaleno» di restrizioni), i dati sulle ospedalizzazioni
sono di gran lunga meno preoccupanti. Non stupisca dunque quanto affermato il mese scorso dalla
Fondazione Bruno Kessler, secondo cui i vaccini nel 2021 hanno «praticamente annullato l’effetto
negativo sui contagi dovuto alla diffusione della variante Delta» in Italia e, a parità di casi, hanno
evitato ben «12 mila morti in più».
I vaccini sono preparati sperimentali, non hanno alle spalle un’adeguata ricerca scientifica
Anche questo è falso: gli studi che hanno dimostrato l’efficacia dei vaccini sono stati, al contrario,
tra i più estesi di sempre. «Non c’è stato nessun problema nell’arruolamento dei pazienti, è stato
facile fare la sperimentazione in una popolazione molto esposta al virus», ha dichiarato il
microbiologo ed ex direttore dell’Ema Guido Rasi. Il già citato Andrea Gori sul tema ha per
esempio spiegato che «il reclutamento di uno dei vaccini utilizzati anche in Italia, Pfizer-BioNTech,
ha coinvolto 44 mila volontari in uno degli studi dalla casistica più ampia nella storia dei farmaci.
L’arruolamento è avvenuto in 15 giorni quando solitamente un anno non è sufficiente per trovare 2
mila persone». Anche per questo nessuna tappa è stata saltata: prima di approdare sul mercato ogni
vaccino ha completato tutte e tre le fasi sperimentali richieste dall’Ema. In aggiunta, finora nel
mondo sono state somministrate oltre 8,8 miliardi di dosi, per cui a giudizio dello stesso Rasi
«parlare di fase sperimentale è ridicolo».
È un vaccino sperimentale?
«Il reclutamento di uno dei vaccini utilizzati anche in Italia, Pfizer-BioNTech, ha coinvolto 44mila
volontari in uno degli studi dalla casistica più ampia nella storia dei farmaci. L’arruolamento è
avvenuto in 15 giorni quando solitamente un anno non è sufficiente per trovare 2mila persone.
Questo per dire quali sforzi straordinari sono stati messi in campo per dare robustezza ai dati che
poi sono serviti per presentare i dossier di approvazione alle agenzie regolatorie».
I tempi della sperimentazione sono stati abbreviati per favorire le industrie farmaceutiche?
«No, la sperimentazione è stata accelerata perché c’era l’urgenza di trovare un composto capace di
rallentare la corsa della pandemia. Ma tutto è avvenuto sotto lo stretto controllo delle agenzie
regolatorie del farmaco anche attraverso la verifica di gruppi di esperti indipendenti. L’analisi dei
dati ha seguito il rigore normalmente previsto».
L’RNA del coronavirus, utilizzato per il vaccino, si integra col genoma umano (DNA) e causa
alterazioni?
«L’RNA e il DNA non hanno compatibilità biologica, quindi non si possono integrare. I vaccini a
RNA messaggero (Pfizer e Moderna) sono anzi molto sicuri, oltreché straordinariamente efficaci,
perché il microfilamento genetico trasportato nell’organismo umano da un involucro di
microparticelle viene distrutto in 48 ore dopo aver compiuto la missione: consegnare all’esterno
della cellula l’informazione di produrre anticorpi contro la proteina Spike di cui il Sars-CoV-2 si
avvale per agganciarsi alle cellule».