Sei sulla pagina 1di 5

06/06/23, 07:43 © PSYCHOMEDIA - Adolescenza e Psicoanalisi - P. G. Laniso - LÕ adolescente inibito .

Tendenze attuali della psicoanalisi de…

PSYCHOMEDIA --> HOME PAGE A e P --> HOME PAGE --> Anno II - N° 2 - Maggio 2002

Anno II - N° 2 - Maggio 2002

Fra sedia e divano

L’ adolescente inibito . Tendenze attuali della psicoanalisi degli adolescenti secondo M. Eglé
Laufer

A cura di P. G. Laniso

L’ Autore che presento in questo numero della Rubrica è M. Eglé Laufer , psicoanalista didatta della
British Psycho-Analytical Society ,assai conosciuta insieme al marito Moses , per la loro preziosa
attività presso centri autorevoli , specializzati nella terapia psicoanalitica e nello studio della
psicopatologia degli adolescenti .
L’occasione mi è stata offerta dalla lettura di un commento a un caso clinico che l’Autrice ha effettuato
in qualità di discussant , commento pubblicato nel ” Bulletin 54 ” ,anno 2000 , della Federazione
Europea di Psicoanalisi ( FEP) .
In esso M . Eglé Laufer espone chiaramente la sua posizione attuale sulla teoria della patologia
dell’adolescente , alla luce di un’esperienza clinica trentennale .
Gli elementi principali possono essere riassunti nei punti seguenti :
Punto primo. La psicoanalisi può affrontare i disturbi degli adolescenti se ha ben chiara la natura
psicotica dei disturbi stessi , sia in relazione alle condotte che al funzionamento psichico .
Punto secondo . Il processo psicoanalitico classico ,con sedute frequenti e uso del divano , è ritenuto
tuttora lo strumento di elezione , poiché rende possibile ” Éil dispiegarsi dello sviluppo patologico
all’interno della relazione e del setting analitici e favorisce trasformazioni strutturali fondamentali .”
Punto terzo . Esistono differenti metodi di approccio all’adolescente disturbato , per es. lo
psicodramma , le cure farmacologiche , la terapia familiare , il ricovero , etc. Questi vanno considerati
” Étappe necessarie allo scopo , da un lato di instaurare un processo psicoanalitico , dall’altro di
preservare tale processo dagli effetti distruttivi dei meccanismi psicotici .”
Dopo aver constatato che non esistono linee chiare e convergenti su decisioni come frequenza delle
sedute , tipo di setting , ricorso al ricovero , coinvolgimento della famiglia e così via , l’Autrice
afferma :
” Abbiamo avuto bisogno di tempo per renderci conto che la maggioranza degli adolescenti che
venivano in consultazione presentavano gravi disturbi di personalità , condotte a rischio , e che alcuni
erano così malati da farci dubitare che la psicoanalisi li potesse aiutare .
Oggi abbiamo l’impressione che gli adolescenti siano molto più disturbati di quanto non fossero una
volta e questo grazie all’evoluzione del pensiero psicoanalitico per il quale siamo maggiormente in
grado di riconoscere i segnali di una organizzazione patologica .
Nessuno sospetta che cosa la timidezza , l’isolamento , il ripiegamento su se stessi mascherino , né la
vastità delle angosce paranoiche che forse spingono l’adolescente a isolarsi e neppure i fantasmi che lo
inducono a sentire di essere pazzo o anormale .”
In altre parole la Laufer si è progressivamente convinta che numerosi sintomi che caratterizzano i
disturbi dell’adolescente costituiscano i segnali di un funzionamento psicotico , anche se non ancora
https://www.psychomedia.it/aep/2002/numero-2/laniso.htm 1/5
06/06/23, 07:43 © PSYCHOMEDIA - Adolescenza e Psicoanalisi - P. G. Laniso - LÕ adolescente inibito . Tendenze attuali della psicoanalisi de…

organizzato in una psicosi conclamata , né in uno


stato limite . Questo funzionamento psicotico sembra a lei il principale meccanismo di difesa contro la
realtà del nuovo corpo sessuato e del suo potenziale funzionamento . Cioè a dire , nell’adolescente
disturbato lo sconvolgimento che consegue al cambiamento puberale promuove una messa in atto
compulsiva dei fantasmi edipici e pre-edipici onnipotenti , caratteristici del periodo di latenza , che
hanno lo scopo di negare le trasformazioni in atto e distruggere la realtà del corpo sessuato .
Tale processo si distingue dal processo di sviluppo normale , nel quale la rinuncia progressiva a tali
fantasmi permette l’integrazione graduale del nuovo corpo sessuato e dei fantasmi legati all’immagine
del corpo .Gli agiti messi in opera alla fine dell’adolescenza , come ad esempio l’automutilazione , i
tentativi di suicidio , i disturbi alimentari , le tossicodipendenze o anche tendenze compulsive non
apertamente autodistruttive possono essere equiparati ad un processo psicotico che , se non trattato ,
può seriamente compromettere la capacità futura del giovane adulto di gestire la realtà esterna e il
mondo degli oggetti esterni .

Alcuni concetti fondamentali del pensiero di M. Eglé e Moses Laufer.

Mi sembra opportuno ricordare alcuni concetti di M. Eglé e di Moses Laufer divenuti classici ,
contenuti nel volume
” Adolescenza e Breakdown evolutivo ” (Boringhieri ,1986 ) , che l’Autrice implicitamente dà per
acquisiti .

I Laufer confermano le tesi formulate da Freud (1905 ; 1919 ) , secondo le quali di solito il mezzo
principale di soddisfacimento sessuale assume un modello fisso e prevedibile solo verso la fine
dell’adolescenza . Quindi i disturbi della sessualità presenti prima che si definisca stabilmente tale
mezzo principale di soddisfacimento vanno considerati e compresi in maniera diversa da quelli che
potranno comparire in seguito . Aggiungono
che se così è , pare a loro verosimile che anche la psicopatologia , cioè uno sbocco patologico dello
sviluppo e dell’orientamento sessuali , si instauri intorno a quell’epoca .
Definiscono la pubertà , cioè la maturità sessuale fisica e la concomitante capacità di procreare , come
l’avvio di un processo di sperimentazione , riorganizzazione e integrazione dello sviluppo psicologico
precedente nel nuovo contesto della maturità sessuale stessa . Il corollario naturale è che la principale
funzione evolutiva che i Laufer
assegnano all’adolescenza è l’instaurarsi dell’organizzazione sessuale definitiva , la quale include i
genitali fisicamente maturi nella rappresentazione del corpo .

Con la risoluzione del complesso edipico si fissa la ” Fantasia masturbatoria centrale ” , cioè la
fantasia che comprende , allo stesso tempo , i diversi soddisfacimenti di tipo regressivo - relativi alle
spinte pulsionali dirette verso il corpo della
madre - nonché le principali identificazioni sessuali e la definizione del nucleo dell’immagine corporea
.
La ” Fantasia masturbatoria centrale ” è ritenuta un fenomeno universale . Il suo destino riveste un
particolare significato nella comprensione dello sviluppo normale o patologico in adolescenza . Più
tardi , nella vita adulta dell’individuo , si può osservare in quale modo questa Fantasia , durante
l’adolescenza , si sia integrata nella nuova realtà della maturità fisica dei genitali , o abbia interferito
nello sviluppo .
Durante l’adolescenza , il suo contenuto di solito rimane invariato rispetto all’infanzia e alla latenza ,
anche se è sperimentato nel nuovo corpo sessuato , per cui sottopone l’organizzazione difensiva del
giovane a una tensione molto maggiore . Inoltre , nello stesso periodo , la ” Fantasia masturbatoria
centrale ” sembra presentare un carattere
coatto , nel senso che il giovane tende a viverla all’esterno nelle relazioni in genere e nelle esperienze
sessuali in particolare , con la sensazione che il nucleo del vero soddisfacimento corrisponda alla
realizzazione inconscia di essa .
Questo carattere coatto spaventa l’adolescente , che ne teme la potenzialità distruttiva e la facilità con
la quale , mentre la sta sperimentando all’esterno , può negare la realtà .
Secondo M. Eglè e Moses Laufer , la Fantasia diviene parte integrante dell’esperienza di traslazione e
spesso rappresenta la base segreta delle gratificazioni ricavate dalla terapia .
Sostengono inoltre che , se i desideri pregenitali contenuti nella Fantasia centrale hanno il sopravvento
sulla genitalità , come spesso avviene in uno sviluppo patologico , si osservano gravi ostacoli alla
https://www.psychomedia.it/aep/2002/numero-2/laniso.htm 2/5
06/06/23, 07:43 © PSYCHOMEDIA - Adolescenza e Psicoanalisi - P. G. Laniso - LÕ adolescente inibito . Tendenze attuali della psicoanalisi de…

capacità dell’adolescente di ricorrere ,


come atto di prova , alla masturbazione e alle fantasie che l’accompagnano . Questo si verifica in
genere dai 16 anni in poi .
Il corpo , sebbene sessualmente maturo , viene vissuto come fonte di desideri regressivi , cosa che si
traduce nel bisogno di ripudiarlo come mezzo di soddisfacimento . A causa di tali desideri ,
l’adolescente si sente costantemente in pericolo di cedere a qualcosa che desidera e al tempo stesso
non può concedersi .
Si sente passivo , o , più esattamente , impotente .
In altri termini questi giovani , non disponendo di una organizzazione difensiva sufficiente ad arginare
le spinte regressive dei desideri pregenitali , sperimentano come una continua sconfitta vivere
all’esterno la ”Fantasia masturbatoria centrale ”.
Cioè a dire sperimentano il proprio corpo sessuale come fonte e immagine della loro anormalità .In
loro l’organizzazione sessuale definitiva può instaurarsi prematuramente . E’ come se si rassegnassero
a non potere o non dover raggiungere la genitalità . Accettano come un dato di fatto che per loro non
c’è più possibilità di scelta .
Al contrario , nello sviluppo normale , anche se l’adolescente parimenti si sente in pericolo di cedere ai
desideri regressivi , egli è consapevole inconsciamente che esiste una possibilità di scelta . Le stesse
fantasie masturbatorie rivelano la ricerca attiva di un oggetto sessuale d’amore .

Viene definito ” Breakdown Evolutivo ” in pubertà , il rifiuto inconscio del corpo sessuato e il
concomitante sentimento di passività di fronte alle esigenze derivanti da questo corpo, con la
conseguenza di ignorare o ripudiare i propri genitali o sentirli diversi da come si vorrebbe che fossero .
Si tratta di un arresto del processo di integrazione dell’immagine del corpo fisicamente maturo , nella
rappresentazione che l’adolescente ha di se stesso .
Gli Autori ritengono che i disturbi del comportamento e del funzionamento psichico che si
manifestano nel corso dell’adolescenza siano preceduti da un ” Breakdown Evolutivo ” al momento
della pubertà . Questo compromette in modo grave l’instaurarsi fisiologico dell’identità sessuale
definitiva del soggetto , verso la fine dell’adolescenza .
Tutto ciò sta a significare che un ” Breakdown Evolutivo ” è un evento critico che esercita un effetto
cumulativo per tutta la durata dell’adolescenza stessa . I suoi effetti possono rendersi evidenti
immediatamente al momento della pubertà , con prognosi più severa , o solo più tardi nel corso del
periodo adolescenziale .
In definitiva , ” il Breakdown Evolutivo ” ha un nesso diretto con la reazione del giovane alla necessità
di separare il proprio corpo dagli oggetti incestuosi e dal passato edipico e differenziarlo come
maschile o femminile .”

Posizione attuale di M. Eglé Laufer sulla teoria della patologia dell’adolescente . Indicazioni
terapeutiche .

Secondo l’Autrice , il mancato riconoscimento dei segnali di carattere psicotico porta a considerare gli
agiti sopra ricordati come una versione patologica del comportamento normale in adolescenza . Ma lo
studio dei tentativi di suicidio , nello stesso periodo della vita , ha permesso alla Laufer di evidenziare
che il gesto suicidario corrisponde ad un episodio psicotico temporaneo , nel quale predomina il
desiderio di distruggere il corpo sessuato . Partendo da questo elemento la stessa ha ritenuto lecito
estendere a tutte le condotte autodistruttive un fine analogo e considerarle quindi un atto psicotico ,
ossia un diniego della realtà esterna . ” In adolescenza -sostiene - l’agire è sempre utilizzato per negare
le esperienze e i desideri passivi .”
Succede spesso che si confonda il diniego della paura di essere anormale con la presa di distanza ,
normale in adolescenza , nei confronti del desiderio di dipendenza infantile . Questo misconoscimento
può spiegare il fenomeno di adolescenti che apparentemente si inoltrano sulla via dell’indipendenza e
però patiscono un” Breakdown ” in età adulta , che sembra testimoniare un mancato o insufficiente
cambiamento strutturale fondamentale .
Va comunque tenuto presente che i disturbi dell’adolescente fanno parte di un processo di sviluppo
patologico e non costituiscono una categoria diagnostica specifica .
M. E. Laufer prosegue affermando che , anche quando lo sviluppo infantile è stato seriamente
perturbato da traumi precoci - separazioni traumatiche , carenze della madre , assenza del padre , abusi
fisici o sessuali - un trattamento psicoanalitico in adolescenza può permettere di attenuare le
conseguenze nefaste e a lungo termine di questi traumi , impedendo che i loro effetti si integrino con la
https://www.psychomedia.it/aep/2002/numero-2/laniso.htm 3/5
06/06/23, 07:43 © PSYCHOMEDIA - Adolescenza e Psicoanalisi - P. G. Laniso - LÕ adolescente inibito . Tendenze attuali della psicoanalisi de…

futura personalità adulta , attraverso l’integrazione del corpo sessuato . Aggiunge che il cambiamento
di prospettiva della psicopatologia dell’adolescente ha permesso di tracciare limiti più sfumati nella
frontiera fra nevrosi e psicosi e ha portato a indicare altri metodi tarapeutici idonei alla natura dei
disturbi , metodi che possono contribuire all’eventuale avvio di un processo psicoanalitico , che si
svolga parallelamente ad essi .
” Nello stesso tempo però - osserva l’Autrice - seguendo questo cambiamento di orientamento
rischiamo di allontanarci dal presente dell’adolescente , dalla sofferenza , dal suo vissuto É.. Il ruolo
dell’analista consiste nel rendere l’adolescente capace di collocarsi nel presente , cioè aiutarlo a restare
il più possibile nel proprio vissuto , affinché non cerchi di staccarsene ad ogni costo , creando un
mondo onnipotente , nel quale continuare a esercitare il suo dominio e nel quale , se fallisse , si
sentirebbe spinto a uccidersi . Paradossalmente il nostro lavoro deve mirare a ristabilire una continuità
con il passato , ma ciò è possibile solo attraverso una elaborazione del breakdown nel presente ,cioè
attraverso la sua riattualizzazione nel transfert .”
La Laufer , anche se non intende riferirsi direttamente alla questione del primo sviluppo , si dice
convinta che , se si mantiene l’attenzione focalizzata sulla relazione dell’adolescente con il proprio
corpo è possibile avviare in lui un lavoro
sul legame sia con il periodo dell’infanzia che con l’uscita dalla problematica edipica , dato che le
identificazioni che scaturiscono dal superamento del complesso di Edipo , così come la relazione
d’oggetto precocissima con il corpo della madre sono contenute nella relazione affettiva che
l’adolescente ha con il proprio corpo prepubere .
Ne consegue che , nonostante il trauma che lo sconvolgimento puberale rappresenta , viene
salvaguardata la relazione dell’adolescente con la realtà esterna .
Tornando all’approccio terapeutico , l’Autrice afferma : ” Penso che se noi riusciamo a riconoscere i
nostri limiti terapeutici ( come ci succede nei trattamenti dei pazienti border-line e psicotici ) , e a
rinunciare all’illusione che si possa sempre impedire la mobilitazione degli aspetti psicotici del
funzionamento psichico possiamo , sulla base
della conoscenza di tali processi ,prendere delle misure per garantire la sicurezza fisica del paziente e
mantenere il convincimento che il processo psicoanalitico possieda tutte le qualità per esercitare un
ruolo determinante nelle trasformazioni fondamentali meta del trattamento dell’adolescente . Sta a noi
anche trovare i mezzi per proteggere questo processo dagli effetti distruttivi che spesso discendono dai
desideri inconsci dei genitori .”
D’altra parte E. Laufer invita a prendere in considerazione un altro elemento che l’esperienza clinica e
alcuni fenomeni sociali ci segnalano , cioè , il carattere della violenza adolescenziale e la sua capacità
di autodistruzione sono radicalmente diversi da quelli dell’infanzia . Le condotte violente che nel
bambino si esprimono con crisi di
collera da senso di impotenza di fronte a uno stato di disagio , in adolescenza cambiano registro
attraverso l’affermazione del loro potenziale omicida . L’adolescente è consapevole di tale violenza e
la teme . Se ne difende attraverso meccanismi di evitamento e di spostamento che lo portano ad
assumere il proprio corpo come oggetto degli attacchi distruttivi . La Laufer stessa commenta : ” Il
riconoscimento di questi rischi reali che minacciano la vita dell’adolescente ci ha indotto a prendere
coscienza della nostra stessa impotenza e a rinunziare alla fede nella nostra onnipotenza e all’idea che
abbiamo fallito nel nostro compito di analisti , dimostrandoci incapaci di padroneggiare la violenza
adolescenziale attraverso il solo strumento dell’interpretazione ÉÉNon si presta sufficiente attenzione
al fatto che proprio nell’adolescenza si manifestano i primi segni di disturbi psichici gravi , come la
schizofrenia , la psicosi maniaco- depressiva e i disturbi sessuali che sono alla base delle perversioni
adulte .Possiamo tentare di fare qualcosa e ne vale sicuramente la pena , anche se ci capita talvolta di
fallire . ”
Quello che sembra certo all’Autrice è che , in età adulta , l’integrazione di questi disturbi psichici nella
personalità del soggetto rischia di far scomparire la motivazione al cambiamento , come ad esempio
nelle perversioni , le quali , una volta radicatesi nel soggetto come parte necessaria delle sue relazioni
d’oggetto , praticamente diventano resistenti a ogni possibilità di cambiamento .
M. E. Laufer così conclude : ” Se consideriamo l’adolescenza come una seconda opportunità , ovvero
un tempo per disinnescare un funzionamento patologico che deriva dalla storia infantile , abbiamo il
dovere di considerare l’adolescente un soggetto a pieno titolo e unire tutti i nostri sforzi per giungere a
una migliore comprensione dei suoi disturbi e della sua sofferenza .”

Dobbiamo essere molto grati a M. Eglé Laufer , unitamente al marito Moses , per il notevole
contributo che hanno apportato alla conoscenza degli adolescenti e dei disturbi che presentano ,
https://www.psychomedia.it/aep/2002/numero-2/laniso.htm 4/5
06/06/23, 07:43 © PSYCHOMEDIA - Adolescenza e Psicoanalisi - P. G. Laniso - LÕ adolescente inibito . Tendenze attuali della psicoanalisi de…

attraverso la loro ricerca clinica , ricchissima di materiale significativo e per i concetti che hanno
formulato a partire da essa .
Venendo al contributo presentato , fra gli spunti di riflessione che M. E. Laufer ci fornisce , ne segnalo
uno in particolare , cioè il consiglio di mantenere l’attenzione focalizzata sulla relazione
dell’adolescente con il proprio corpo , durante l’intero trattamento .
Sembra essere un suggerimento tecnico e insieme di assetto interno specifico rivolto all’analista di
adolescenti .
Lo ritengo meritevole di riflessione particolare , per la funzione di contenimento psicologico che può
assumere , quindi di difesa , nei confronti degli impulsi suicidari , perché permette di gettare ponti
relazionali fra i termini delle coppie sulle quali la scissione agisce , per esempio , fra il corpo sessuato
e il corpo pre-pubere , oppure fra gli oggetti interni onnipotenti , da un lato , e gli oggetti esterni
,dall’altro . Detto in altri termini , perché questo consiglio , per mezzo della continuità rappresentata
dall’appoggio alla realtà del soma e dei suoi simboli , fornisce una alternativa a rischi di sconfitta acuta
dell’Io , con conseguente crollo dell’autostima .
D’altra parte , altri elementi del lavoro dell’Autrice destano interrogativi .
Per esempio la scelta del termine ”psicotici ” per indicare livelli regrediti di funzionamento e la
riattivazione di angosce e difese arcaiche , elementari , che gli adolescenti con problemi possono
mettere in opera e che comportano una distorsione dell’esame di realtà .
Tale termine , oltre ad avere un carattere adultomorfo , sembra omogeneizzare in un solo registro di
gravità situazioni patologiche individuali differenti , riguardo all’uso quantitativo che gli adolescenti
sono soliti fare di quei funzionamenti e di quelle difese primitive , uso che dipende in buona parte dalle
capacità dell’Io di questi giovani pazienti di ristabilire un equilibrio narcisistico .
L’altro interrogativo , collegato con il primo ,riguarda la capacità economica dei giovani che
presentano le condizioni più gravi , di poter , allo stesso tempo , contenere l’eccitazione sessuale e
l’aggressività distruttiva , con la conseguente , messa in sofferenza delle basi dell’identità , e
sopportare un lavoro analitico ” classico ” su angosce e dinamiche pre- edipiche patologiche ,riattivate
dall’ingresso nella pubertà .Da ultimo una constatazione : M.E. Laufer , pur muovendo da posizioni
teorico - cliniche molto diverse riguardo all’approccio e alla cura degli adolescenti disturbati , sembra
d’accordo con gli Autori che abbiamo presentato in precedenza , cioè Raymond Cahn e Philippe
Jeammet nell’affermare la necessità della presenza costante di un elemento terzo , che può variare ,
accanto alla sola relazione analista-paziente adolescente , anche se le motivazioni e gli scopi risultano
differenti come pure le indicazioni che per la Laufer sembrano riferirsi indistintamente a tutti i giovani
disturbati , mentre per gli altri due Autori solo ad alcuni di essi . Questo fatto mi sembra di notevole
interesse .

PSYCHOMEDIA --> HOME PAGE A e P --> HOME PAGE --> Anno II - N° 2 - Maggio 2002

https://www.psychomedia.it/aep/2002/numero-2/laniso.htm 5/5

Potrebbero piacerti anche