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Galassie

Una galassia è un grande insieme di stelle, sistemi, ammassi ed associazioni stellari, gas e
polveri (che formano il mezzo interstellare), legati assieme dalla reciproca forza di gravità. Il
nome deriva dal greco γαλαξίας, che significa "di latte,latteo"; è una chiara allusione alla Via
Lattea, la Galassia per antonomasia, di cui fa parte il sistema solare.Le galassie sono
oggetti dalle vastissime dimensioni, che variano dalle più piccole galassie nane, contenenti
poche decine di milioni di stelle, sino alle più imponenti galassie giganti, che arrivano a
contare al loro interno anche mille miliardi di stelle, tutte orbitanti attorno ad un comune
centro di massa. Nell'universo osservabile sono presenti probabilmente più di 100 miliardi di
galassie; gran parte di esse ha un diametro compreso fra 1000 e 100.000 parsec e sono di
solito separate da distanze dell'ordine di milioni di parsec (megaparsec, Mpc). Lo spazio
intergalattico è parzialmente colmato da un tenue gas, la cui densità è inferiore ad un atomo
al metro cubo. La maggior parte delle galassie sono disposte nell'Universo organizzate
secondo precise gerarchie associative, dalle più piccole associazioni, formate da alcune
galassie, agli ammassi, ai più imponenti superammassi galattici.

Sistemi
Esistono i sistemi binari (stelle doppie), formati da due stelle legate tra loro
gravitazionalmente, e i si- stemi multipli, con più di due stelle. Un sistema binario assai
conosciuto è quello di Sirio, a 8,6 al da noi, di cui Sirio a è la stella più brillante per quanto
riguarda la luminosità ap- parente, cioè così come la vediamo noi nel cielo notturno
indipendente- mente dalla sua distanza. Nella foto la sua compagna, chiaramente Sirio β, è
il puntino verso il basso a sinistra.
Si parla di ammassi stellari quando il numero di stelle che li costituiscono è molto maggiore,
fino a raggiungere anche l’ordine del milione.Nella foto è riprodotto l’M80 (NGC 6093), uno
dei più densi ammassi lo- calizzato nella Via Lattea a 28000 al dalla Terra, con centinaia di
migliaia di stelle della stessa età e piuttosto anziane (circa 15 miliardi di anni).

Via lattea
La Via Lattea (dal latino: Via Lactea) è la galassia a cui appartiene il nostro sistema solare; è
"la galassia" per eccellenza: il nome infatti deriva dal greco galaxias (etimologicamente
correlato alla parola latte) utilizzato in epoca greca per designarla.

In base agli studi più recenti pare che, da un punto di vista strettamente morfologico, sia una
galassia a spirale barrata, ovvero una galassia composta da un nucleo attraversato da una
struttura a forma di barra da cui si dipartono i bracci di spirale che seguono un andamento
logaritmico; insieme alla Galassia di Andromeda, è il membro principale del Gruppo Locale,
un gruppo di galassie comprendente anche la Galassia del Triangolo e una ottantina di
galassie minori, principalmente galassie nane.

Nell'astronomia osservativa, il termine designa la debole banda luminosa biancastra


dall'aspetto lattiginoso che attraversa diagonalmente la sfera gialla, formata dalle stelle e
dalle nebulosità situate nel disco galattico stesso. La Via Lattea è più brillante in direzione
della costellazione del Sagittario, dove si trova il centro galattico che però non è visibile a
causa dell'assorbimento della luce da parte delle dense polveri presenti in quella direzione.

La galassia NGC 1232, essendo simile alla nostra, ci può dare un’idea di come po- trebbe
essere la Via Lattea vista dall’alto: un nucleo centrale con i bracci delle spirali che si
avvolgono tutt’attorno. Si noti che nella foto, a sinistra un po’ spostata verso il basso, si vede
una piccola galassia satellite attratta dal campo gravitazionale della NGC 1232.

Luminosità
La classificazione più usata per dividere le stelle si basa sulla temperatura, ossia sul loro
spettro, dato che sono parametri strettamente collegati. Originariamente chiamato sistema di
Harvard, è ora allargato a ulteriori suddivisioni e prende il nome di sistema di
Morgan-Keenan. Si sono identificate sette classi spettrali che coprono il 99% delle stelle
conosciute. Ogni classe corrisponde a una lettera dell’alfabeto (per motivi storici precedenti):
O, B, A, F, G, K, M, dove le stelle O sono le più calde e le K le più fredde.

Per suddividere meglio ogni singola classe, sono stati introdotti dei numeri aggiuntivi, da 0 a
9, che dividono ogni classe in decimi. Ad esempio, una stella A5 indica una stella a mezza
strada tra una A0 e una F0, mentre una A2 indica una stella di classe A che è due decimi più
fredda di una A0. Numeri più bassi indicano, infatti, stelle più calde, all’interno di una data
classe. Il nostro Sole è di classe G2.

Tuttavia, questa classificazione considera soltanto la temperatura di una stella e non dice
niente riguardo alla loro luminosità o se volete le loro dimensioni o ,ancora meglio, la
larghezza di certe linee spettrali (che abbiamo visto sono parametri correlati). Nello stesso
sistema di Morgan-Keenan si sono allora introdotti dei numeri romani da I a V, in grado di
indicare, a parità di classe spettrale, la luminosità e/o le dimensioni dell’astro.

Diagramma di Hertzsprung
Le classi spettrali, però, rappresentano una suddivisione a una sola dimensione, essendo
basata solo sulla temperatura. Le classi di luminosità possono invece inserirsi in un grafico
bidimensionale, in cui siano correlate temperatura (o se volete tipo spettrale) e la luminosità
(o la magnitudine assoluta o indirettamente il diametro).

Ejnar Hertzsprung e Henry Norris Russell lo idearono indipendentemente intorno al 1910,


inserendo in un grafico la temperatura delle stelle e la loro magnitudine assoluta. Ciò venne
fatto ovviamente solo per gli oggetti di cui si avevano a disposizione sia lo spettro che la
distanza. Tuttavia, fu sufficiente per comprendere fin dall’inizio le enormi potenzialità di esso:
le stelle non si posizionavano a casaccio, ma seguivano linee e raggruppamenti precisi e
ben individuabili.

Grazie al diagramma H-R è possibile confrontare le predizioni teoriche dei modelli di


evoluzione stellare con le osservazioni per verificare l’accuratezza delle prime; determinare
l’età, la composizione chimica e la distanza di una popolazione stellare; derivare la storia
della formazione stellare di un agglomerato di stelle etc.

La
struttura evolutiva predominante è la diagonale che parte dall’angolo in alto a sinistra (dove
si trovano le stelle più massicce, calde e luminose) verso l’angolo in basso a destra (dove si
posizionano le stelle meno massicce, più fredde e meno luminose), chiamata $sequenza
principale$. In basso a sinistra si trova la sequenza delle nane bianche, mentre sopra la
sequenza principale, verso destra, si dispongono le giganti rosse e le supergiganti.

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