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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA

Dipartimento di Ingegneria Industriale (DII)


Corso di laurea triennale in
INGEGNERIA AEROSPAZIALE

Elaborato scritto per “Storia della Fisica”


Prof.: Peruzzi Giulio

Le equazioni di Navier-Stokes
Loro importanza storica e irrisolutezza

Studente: Spolaore Riccardo Matricola: 2012337 Anno accademico:


2022/2023

Sommario
1. Chi erano Claude-Louis Navier e George Stokes...................................................2
2. La scrittura delle famose equazioni........................................................................3
3. L’acquisizione del titolo di “Problema del millennio”...........................................4
4. Conseguenza delle Equazioni di Navier-Stokes.....................................................5
Bibliografia....................................................................................................................5
1. Chi erano Claude-Louis Navier e George Stokes
Claude-Louis Navier trascorse buona parte della sua
infanzia con lo zio Emiland Gauthey, ritenuto uno dei più
importanti e capaci ingegneri francesi del tempo. Ciò ci fa
pensare che sia stato proprio lo zio ad avvicinare il
giovane Claude al mondo fisico e ingegneristico.
Nel 1802 infatti, Navier entrò all'“École polytechnique”,
un’università francese dove presto si distinse negli studi
dimostrandosi uno tra i migliori studenti della scuola.
Durante la sua formazione ebbe Joseph Fourier come
insegnante di analisi matematica, il quale esercitò su di lui
una profonda influenza.
Busto di Navier all’École Nationale des Ponts
et Chaussées Nel 1804 continuò i suoi studi all'École nationale des

Successivamente, alla morte dello zio Emiland, subentrò a quest’ultimo


come “Ispettore Generale del Corpo dei Ponti e delle Strade”.
Negli anni successivi, Navier divenne un famoso ingegnere. Egli rivide l'approccio
empirico dello zio alle applicazioni di ingegneria civile con delle basi teoriche di
meccanica totalmente moderne rispetto le conoscenze pregresse di Emiland. Diresse
la costruzione di alcuni importanti ponti nel Dipartimento della Senna. Fu il primo a
sviluppare su basi scientifiche una teoria di ponti sospesi. Tuttavia il suo più grande
progetto, un ponte sulla Senna, non fu portato a compimento a causa di problemi
tecnici riscontrati nelle fasi di realizzazione.
Ai giorni d’oggi però, Navier è ricordato non come costruttore di ponti per cui era
famoso all’epoca, ma piuttosto per i suoi contributi nel campo della meccanica
teorica ed applicata.
Nel 1819 fu incaricato come docente del corso di meccanica applicata all'École
Nationale des Ponts et Chaussées. Nel 1831 succedette a Augustin-Louis
Cauchy come insegnante di calcolo e di meccanica all'École polytechnique dove una
ventina d’anni prima era studente. Durante quest’ultimo periodo d’insegnamento,
ebbe delle dispute con Siméon-Denis Poisson sulla teoria della conduzione termica di
Fourier.
Politicamente parlando, Navier credeva in un mondo industrializzato i cui problemi
potessero essere risolti dalla tecnologia e dalla scienza. Egli prese posizione contro la
guerra scatenata della rivoluzione francese e delle guerre napoleoniche.
Dal 1830 Navier fu consigliere del governo francese sull'uso della scienza e della
tecnologia ed ebbe quindi modo di intervenire sulla politica dei trasporti e sulla
costruzione di nuove strade e ferrovie.
Navier si occupò anche dello studio della teoria dell'elasticità, riformulandola e
generalizzandola nel campo delle costruzioni. Contribuì alla nascita della
moderna scienza delle costruzioni. Ad egli si devono: la tecnica della trave,
la formula della tenso-flessione e dell'asse neutro (che porta il suo nome).
Inoltre Navier si dedicò allo studio della Meccanica dei fluidi, con cui contribuì allo
sviluppo mediante le famose Equazioni di Navier-Stokes dei fluidi incomprimibili
nel 1821 e le equazioni nel caso di fluidi viscosi nel 1822.
George Gabriel Stokes già da studente mostrò il suo interesse
per la fisica e la matematica. Stokes, nel corso della sua vita, si
trovò spesso ad affrontare problemi già noti ad altri studiosi, ma
che quest’ultimi non erano stati capaci di risolvere.
Sotto la guida di William Hopkins, Stokes dedicò i primi studi
all’idrodinamica. Egli si occupo del moto del pendolo in vari
mezzi viscosi ed in riconoscimento al suo contributo
all’idrodinamica, venne assegnata alla viscosità da lui studiata
l’unità di misura “Stokes” ( St ) nel sistema CGS (centimetro-
Ritratto di George Gabriel Stokes
grammo-secondo o Sistema di Gauss).
Stokes studiò anche la variazione della gravità sulla superficie terrestre e il fenomeno
ottico dell’aberrazione. A lui si deve inoltre l’importante teorema che consente di
trasformare un integrale di linea in un integrale di superficie o viceversa. Questo
teorema, che si sviluppa con l’ausilio dell’integrale di Circuitazione, trova la sua
utilità in varie branche della fisica come l’idrodinamica, la fluidodinamica,
l’elettromagnetismo, ecc. Questo caso non è una scoperta, bensì una riscoperta in
quanto un risultato simile era già stato ottenuto da Andrè Marie Ampere.
Stokes svolse anche importanti ricerche nel campo della luminescenza i cui risultati
lo portarono a descrivere il fenomeno della fluorescenza a cui lui stesso diede il
nome.
Stokes inoltre rivestì importanti cariche nella Royal Scientific Society(1) di cui ne fu
il segretario dal 1854 fino al 1885 quando venne sostituito da Lord Kelvin per
divenirne presidente (fino al 1890). Infine è da dire che Stokes fu un personaggio che
ebbe ampia influenza sui fisici della generazione successiva insieme a Kelvin e
Maxwell, con i quali è tutt’oggi considerato tra i maggiori esponenti della scuola
fisico-matematica anglosassone.
Dopo una vita dedita alla ricerca, Stokes morì a Cambridge nel Febbraio 1903.

2. La scrittura delle famose equazioni


Ad attirare l’attenzione dei matematici furono le configurazioni assunte dall’acqua e
in generale da qualsiasi fluido in movimento. Ciò li spinse a descrivere le prime
equazioni della dinamica dei fluidi.
Già all’incirca duemila anni fa, Archimede studiò la stabilità dei corpi galleggianti,
scoprendo il principio che oggi porta il suo nome. In tempi più recenti, in particolare
nel 1738, Bernoulli pubblicò il trattato Hydrodynamica dove spiegava un altro
principio fondamentale per la fluidodinamica. A fare la differenza però fu il
matematico svizzero Leonhard Euler, conosciuto ad oggi come Eulero. Egli fu uno
dei primi a costruire il modello di un fluido in movimento utilizzando un’equazione
alle derivate parziali adottando alcune ipotesi semplificative. Determinò infatti che si
dovesse prendere in considerazione un fluido incomprimibile (come l’acqua ma non
come l’aria) e con viscosità nulla. Questa equazione però era troppo semplificata per
la maggior parte delle applicazioni pratiche, così si cercò un’equazione più precisa
per poter descrivere i fenomeni che vedono oggetto di studio un fluido
incompressibile.
Nel 1842 George Gabriel Stokes pubblicò l’articolo “On the steady motion of
incompressible fluids”. All’interno di esso, Stokes scrisse alcune formulazioni
matematiche già utilizzate da Jean Marie Duhamel nello studio di processi termici.
Egli però introdusse anche l’effetto della frizione nel moto dei fluidi che a Duhamel
mancava. Arrivò dunque nel 1845 a formulare le equazioni sul moto dei fluidi
incomprimibili, oggi conosciute come “Equazioni di Navier-Stokes”.

Il fisico e ingegnere francese Claude-Louis Navier aveva già ricavato queste


equazioni dando una descrizione differenziale del moto dei fluidi incomprimibili
circa ventiquattro anni prima di Stokes. Quest’ultimo infatti non fu il primo a trattarle
e tantomeno fu il primo a scriverle. Egli infatti le riscoprì in modo indipendente e ne
derivò la moderna formulazione matematica. Ai giorni d’oggi, una cosa simile è
impensabile in quanto, mediante internet, ogni scoperta viene immediatamente
diffusa in tutto il mondo. Nonostante i mezzi di comunicazione ci fossero
ugualmente, al tempo, la comunità scientifica anglosassone (RSS) era molto isolata
da quanto accadeva nel resto del mondo.
Sia Navier che Stokes quindi ottennero un sistema di equazioni differenziali alle
derivate parziali in grado di descrivere il flusso di un fluido viscoso. L’equazione
trovata era talmente precisa che ancora oggi vengono spesso utilizzate soluzioni
ottenute tramite metodi numerici invece di condurre esperimenti pratici. Questa
procedura prende il nome di fluidodinamica computazionale(2).

3. L’acquisizione del titolo di “Problema del millennio”


Prima di parlare del perché le Equazioni di Navier-Stokes siano diventate uno dei
problemi del millennio è giusto sapere cosa siano questi problemi.
Il 24 maggio 2000 l'Istituto di matematica Clay di Cambridge elencò sette problemi
per i quali, a chiunque fornisca una dimostrazione validata dall’intera comunità
scientifica, verrà assegnato un milione di dollari come premio. L’iniziativa è nata
sulla scia dei famosi Problemi di Hilbert, ossia una lista di ventitré problemi che il
matematico David Hilbert presentò al Congresso Internazionale di matematica di
Parigi l’8 agosto 1900. Anche la lista di Hilbert era composta da problemi allora
irrisolti, che nell’arco dell’ultimo secolo hanno trovato quasi tutti una soluzione. I
sette problemi del millennio sono quindi una sorta di “lista aggiornata”, contenente
problemi relativi a diversi campi della scienza e le cui soluzioni porterebbero a
fondamentali sviluppi delle nuove teorie e tecnologie.
Per ora, l’unico dei sette problemi che ha trovato una soluzione è la Congettura di
Poincaré, risolta dal matematico russo Grigorij Jakovlevič Perel'man.
Ma allora, come mai queste equazioni sono così difficili da risolvere? E come mai la
loro risoluzione è talmente importante da valere un milione di dollari? (Oltre alla
fama pressoché eterna ovviamente).
Le equazioni, nonostante siano state formulate nel 1821, hanno una difficile
comprensione e non hanno ancora soluzione analitica (tranne in casi particolari) in
quanto, costituendo un sistema di 4 equazioni e 5 incognite, non può essere risolto.
Esse sono spesso prese in considerazione nel caso di fluido incomprimibile facendo
risultare l’incognita ρ costante, riducendone di molto la difficoltà di risoluzione.

4. Conseguenze delle Equazioni di Navier-Stokes


Le equazioni di Navier-Stokes descrivono il fenomeno della turbolenza e ciò che ne
deriva. La loro formulazione portò ad importanti sviluppi scientifici in vari ambiti
dell’innovazione tecnologica. Anzitutto, la loro importanza è da ricercare in
applicazioni di fluidodinamica e conseguentemente di aerodinamica.
I fisici del XX secolo infatti, dopo la divulgazione delle famose equazioni, hanno
iniziato a parlare di “flussi turbolenti” ossia dei flussi le cui fluttuazioni locali sono
talmente complicate da essere imprevedibili. Venne individuato un nuovo parametro
detto numero di Reynolds(2) grazie al quale divenne possibile stabilire in maniera
approssimativa se un certo flusso fosse di tipo laminare oppure turbolento.
A livello macroscopico, si osservò che la turbolenza sul flusso medio si manifestava
tramite la generazione di grandi vortici, i quali, si suddividevano in cascata in vortici
sempre più piccoli, fino a quando la scala non diventava “sufficientemente” piccola
ossia fin tanto che le forze di viscosità non diventavano dominanti. Questo risultato
fu studiato statisticamente dal matematico russo Andrej Nikolaevič Kolmogorov.
Le equazioni di Navier-Stokes permisero inoltre lo sviluppo e l’utilizzo di tecniche
numeriche che tutt’oggi si utilizzano per simulare il comportamento dei fluidi. Una di
queste tecniche è detta “Metodo dei volumi finiti” ed è certamente il più diffuso
algoritmo per la simulazione del moto dei fluidi. Esso si basa sull’idea di suddividere
tutto il dominio del fluido che si vuole simulare (una stanza, un fiume, una porzione
di atmosfera, ecc.) in tantissime piccole “celle”, scrivendo all’interno di ognuna di
esse le equazioni di Navier-Stokes a sistema con le equazioni di bilancio. In questo
modo si ottiene un sistema di equazioni di grande dimensione, che tuttavia è
risolvibile in maniera iterativa con vari metodi numerici reinterpretabili in modo da
distribuire il calcolo su tanti processori diversi. Ad esempio basti pensare che per
simulare il flusso attorno ad un’auto o a un aereo, il dominio del fluido viene
suddiviso in centinaia di milioni di piccole celle, il cui calcolo viene svolto nel giro di
pochi giorni.
Lo studio del moto dei fluidi sotto le ipotesi di Navier-Stokes ha inoltre permesso di
arrivare a costruire le gallerie del vento. La galleria del vento altro non è che un tubo
cavo in cui circola dell'aria ad una determinata velocità. Il punto d’ingresso dell'aria
serve a far entrare e accelerare l'aria nel condotto che annulla le turbolenze. La
camera di prova è la sezione dove viene messo l'oggetto da testare e contiene diversi
sensori che servono a misurare fattori come la velocità, l’umidità, ecc. La galleria
serve a simulare la forza del vento sugli oggetti e questi ultimi possono essere
letteralmente di tutto. All’interno di essa infatti si misurano l’aerodinamicità e la
resistenza ai flussi di corpi come veicoli, velivoli, costruzioni, infrastrutture, ecc.
In sostanza, senza la galleria del vento, non sarebbero stati ideati molti veicoli
moderni con le loro performance attuali ma soprattutto non sarebbero state costruite
molte tra le più sensazionali strutture che noi oggi conosciamo.
La RSS è un'associazione scientifica britannica, fondata il 28 novembre 1660 allo scopo di promuovere
l'eccellenza scientifica per il benessere della società.
Dal nome del fisico ed ingegnere britannico Osborne Reynolds noto per i suoi contributi nello studio di
idraulica e idrodinamica.

Bibliografia
Nella stesura dell’elaborato sono state utilizzate le seguenti fonti:
- Peruzzi G., Slides di Moodle
- Graziani G., Aerodinamica, Roma, Università La Sapienza, 2010 (ristampa 2018), 4°
edizione
- Stewart I., Le 17 equazioni che hanno cambiato il mondo, s.l., Einaudi, 2018
- Cogotti A., La galleria del vento, Torino, Industrie Pininfarina, 1984

Nota bibliografica: il libro “Aerodinamica” è stato adottato come libro di riferimento del corso
“Aerodinamica 1” svolto dal professor Picano nell’anno accademico 2022/2023 per la laurea in
Ingegneria Aerospaziale frequentato dal sottoscritto. Gli altri libri sono stati reperiti alla
biblioteca comunale di Santa Maria di Sala (VE) e alla biblioteca comunale di Mirano (VE).

Note dell’autore: volevo spendere due parole sul fatto che la scelta del tema trattato in questo
elaborato è dovuta ad un fatto di grande inerenza in ambito aerospaziale oltre che ad un fatto di
interesse personale.
La trattazione strettamente tecnica ed applicativa è stata ampiamente discussa durante il corso di
“Aerodinamica 1” tenuto dal professor Picano.
Dalle ricerche effettuate dal sottoscritto, ho potuto notare che l’argomento delle equazioni di
Navier-Stokes non è trattato da quasi nessun libro dal punto di vista strettamente storico. I libri
che ne parlano vertono per lo più da un punto di vista puramente tecnico con brevi accenni di
carattere nozionistico.
Spolaore Riccardo

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