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Il Mio Libro di

Fisica

Il Mio Libro di
Matematica
SOMMARIO
MATHEMATICAL HORROR STORY 7

PRODOTTI NOTEVOLI 8
GEOMETRIA ANALITICA NEL PIANO 9
LA RETTA ANALITICA NEL PIANO CARTESIANO 10
o La Forma Implicita Ed Esplicita Della Retta 10
o “LA FORMULA PER TROVARE LA RETTA” 11

FUNZIONI 15
DOMINIO DI FUNZIONI 16
FUNZIONI PARI E DISPARI 17
Regole per capire se una Funzione è Pari o Dispari 17
EQUAZIONI E DISEQUAZIONI 18
DISEQUAZIONI DI SECONDO GRADO 19
EQUAZIONI E DISEQUAZIONI FATTORIZZATE CON A DESTRA LO ZERO 20
EQUAZIONI E DISEQUAZIONI BINOMIE CON ESPONENTE PARI 21
EQUAZIONI E DISEQUAZIONI BINOMIE CON VALORI ASSOLUTI 22
EQUAZIONI E DISEQUAZIONI IRRAZIONALI (CON RADICE QUADRATA) 23
GONIOMETRIA 24

L’ANGOLO 𝜶 IN RADIANTI 25
LA CIRCONFERENZA GONIOMETRICA 26
SENO, COSENO E TANGENTE DI UN ANGOLO 27
FUNZIONI GONIOMETRICHE INVERSE 28
FORMULE GONIOMETRICHE 29
o Formule di Addizione e sottrazione 29
o Formule di Duplicazione 29
EQUAZIONI E DISEQUAZIONI GONIOMETRICHE 30
o EQUAZIONI e DISEQUAZIONE CON IL SENO 30
o EQUAZIONI e DISEQUAZIONI CON IL COSENO 31
o EQUAZIONI e DISEQUAZIONE CON LA TANGENTE 32

TRIGONOMETRIA 33
SENO COSENO TANGENTE IN TRIGONOMETRIA 34
I TEOREMI DELL’AREA, DEL SENO E DEL COSENO IN TRIGONOMETRIA 35
ESPONENZIALI E LOGARITMI 36

FUNZIONI ESPONENZIALI 37
EQUAZIONI E DISEQUAZIONI ESPONENZIALI IMMEDIATE 38
FUNZIONI LOGARITMICHE 39
EQUAZIONI E DISEQUAZIONI LOGARITMICHE IMMEDIATE 40
PROPRIETÀ CON ESPONENZIALI & LOGARITMI 41

NUMERI COMPLESSI 42
IL PIANO DI GAUSS 42
LE DIVERSE FORME DEI NUMERI COMPLESSI 43

2
ESEMPI DI NUMERI COMPLESSI NELLE VARIE FORME 44
OPERAZIONI POSSIBILI CON I NUMERI COMPLESSI 45
I LIMITI 46
MINORANTI, MAGGIORANTI; ESTREMI INFERIORE E SUPERIORE, MINIMO E MASSIMO 47
DAI LIMITI AL GRAFICO 48
ASINTOTI: LA DEFINIZIONE CON I LIMITI 49
IL CONCETTO DI INTORNO 50
LE 7 FORME INDETERMINATE 51
ALGEBRA DEI LIMITI 51
LIMITI NOTEVOLI CON CONFRONTI ASINTOTICI 53
o POTENZE 53
o GONIOMETRICHE 53
o ESPONENZIALI 53
o LOGARITMI 53
INFINITESIMI E INFINITI 54
DERIVATE 55
DEFINIZIONE OPERATIVA DI DERIVATA DELLA FUNZIONE 56
CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ DI UNA FUNZIONE IN UN PUNTO 57
o Continuità di una funzione in un punto: 57
o Derivabilità di una funzione in un punto: 57
o Continuità e derivabilità 57
PUNTI DI NON DERIVABILITA’ 58
Definizione 58
Come si trovano i punti non derivabilità? 58
Classificazione dei punti di non derivabilità 58
REGOLE DI DERIVAZIONE 60
FURBATE – DERIVATE IMMEDIATE 60
DERIVATA DELLA POTENZA DI FUNZIONI 60
DERIVATA DI FUNZIONI ESPONENZIALI 60
DERIVATA DI FUNZIONI LOGARITMICHE 60
DERIVATA DI FUNZIONI GONIOMETRICHE 60
EQUAZIONI DIFFERENZIALI 61

SOLUZIONI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI UTILI PER LA FISICA 62


Andamenti Esponenziali con Tempi Caratteristici 63
CALCOLO COMBINATORIO 65
PERMUTAZIONI 65
COMBINAZIONI SEMPLICI 65
DISPOSIZIONI SEMPLICI 65
IL TRIANGOLO DI TARTAGLIA È FATTO DA COMBINAZIONI SEMPLICI! 66
BINOMIO DI NEWTON 67
LA NOTAZIONE SCIENTIFICA 69
PROPRIETÀ CON LE POTENZE DEL 10 70
LE POTENZE DEL DIECI CON LETTERE RELATIVE 71
LA FORMA DELLA NOTAZIONE SCIENTIFICA 72
COME SCRIVERE UN NUMERO IN NOTAZIONE SCIENTIFICA 73
L’ORDINE DI GRANDEZZA DI UN NUMERO 74

3
OPERAZIONI CON NUMERI SCRITTI IN NOTAZIONE SCIENTIFICA 75
LE 7 GRANDEZZE FISICHE FONDAMENTALI 76
EQUIVALENZE 77
o EQUIVALENZE CON LE GRANDEZZE TEMPORALI 78
LA DENSITA’ 79
GRAFICI IN FISICA 81
COME SI LEGGE UN GRAFICO? 81
COME SI COSTRUISCE UN GRAFICO? 81
INTERPOLAZIONE ED ESTRAPOLAZIONE 81
LEGGI DI PROPORZIONALITA’ 82
I VETTORI 84

GRANDEZZE FISICHE: SCALARI VS VETTORIALI 85


SCOMPOSIZIONE E RICOMPOSIZIONE VETTORIALE 86
o SCOMPOSIZIONE VETTORIALE 87
o RICOMPOSIZIONE VETTORIALE 89
OPERAZIONI CON I VETTORI 91
FLUIDOSTATICA 93
DEFINIZIONE DI PRESSIONE 94
PRESSIONE DI STEVINO 94
SPINTA DI ARCHIMEDE 94
LA LUCE E L’OTTICA GEOMETRICA 95
LO SPETTRO ELETTROMAGNETICO 97
OTTICA GEOMETRICA 98
LA RIFLESSIONE 99
o SPECCHI PIANI 99
o SPECCHI SFERICI 100
o SCHEMA DELLO SPECCHIO SFERICO CONCAVO 101
o SCHEMA DELLO SPECCHIO SFERICO CONVESSO 102
LA RIFRAZIONE 103
o LENTI SOTTILI 104
o SCHEMA DELLA LENTE CONVERGENTE 105
o SCHEMA DELLA LENTE DIVERGENTE 106

TEMPERATURA E CALORE 107


CALORIMETRIA 108
o IL CALORE SENSIBILE 108
I PASSAGGI DI STATO 108
o IL CALORE LATENTE: LA FORMULA 108

LE FORZE 111
LA FORZA DI ATTRITO 112
FORZE IN UN PIANO INCLINATO 115
I MOTI 118
IL MOTO RETTILINEO UNIFORME 119

4
IL MOTO RETTILINEO UNIFORMEMENTE ACCELERATO 122
IL MOTO CIRCOLARE UNIFORME 125
L’ENERGIA 128
LE DIVERSE FORME DI ENERGIE 129
o ENERGIA CINETICA 130
o ENERGIA POTENZIALE GRAVITAZIONALE 131
o ENERGIA POTENZIALE ELASTICA 132
o ENERGIA POTENZIALE ELETTROSTATICA 133
IL LAVORO DI UNA FORZA 134
o COME CALCOLARE IL LAVORO DI UNA FORZA 135
CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA MECCANICA 136
LA QUANTITA’ DI MOTO 138

o Tabella di confronto TRASLAZIONE - ROTAZIONE 140

LE ONDE 142
DESCRIZIONE E CLASSIFICAZIONE DELLE ONDE 143
o L’EQUAZIONE DELL’ONDA ARMONICA 145
o LE GRANDEZZE FONDAMENTALI 145
LA VELOCITA’ DIPENDE DAL MEZZO… 146
o a) Onde ElettroMagnetiche 146
o b) Onde Sonore 146
o c) Onde lungo una corda tesa 146
…LA FREQUENZA DIPENDE DALLA SORGENTE 146
o Onde ElettroMagnetiche 146
o Onde sonore 146
o Onde lungo una Corda Tesa →vedi Onde Stazionarie 146
INTERFERENZA NEL TEMPO 147
INTERFERENZA NELLO SPAZIO 148
IL SUONO 149
LA LUCE 150
DIFFRAZIONE 151

L’ELETTRICITÀ 152
LA FORZA DI COULOMB E LA FORZA DI ATTRAZIONE GRAVITAZIONALE 153
IL CAMPO ELETTROSTATICO 154
CAMPI ELETTRICI DI DISTRIBUZIONI DI CARICA 155
CONDENSATORE A FACCE PIANE E PARALLELE 156

CONDENSATORI IN SERIE E PARALLELO 157


IL CAMPO MAGNETOSTATICO 158
GENERATORI DI CAMPO MAGNETOSTATICO 159
CHI SENTE IL CAMPO MAGNETICO? 160
CURIOSITA’ SUL CAMPO MAGNETICO TERRESTRE 161
APPLICAZIONI CON CAMPO MAGNETICO 161
o Selettore di Velocità 161

5
o Spettrometro di Massa 161

DIPOLO ELETTRICO E MAGNETICO 162


CONFRONTO TRA CAMPO ELETTROSTATICO E MAGNETOSTATICO 163
LA LEGGE DI FARADAY – NEUMANN – LENZ 164
IN CHE MODI SI PUÒ FORMARE UNA CORRENTE INDOTTA? 166
ELEMENTI CIRCUITALI 167
LE 4 EQUAZIONI DI MAXWELL NEL CASO GENERALE 168
RELATIVITÀ 169
RELATIVITÀ GALILEIANA 169
LA CRISI DELLA FISICA CLASSICA 173
RELATIVITÀ SPECIALE (O RISTRETTA) 174
𝐋𝐞𝐠𝐚𝐦𝐢 𝐭𝐫𝐚 𝐮, 𝛃, 𝛄 175
GRAFICO DEL FATTORE RELATIVISTICO 176
LE CONSEGUENZE DELLE TRASFORMAZIONI DI LORENTZ 177
LA SIMULTANEITA’ 178
LA DILATAZIONE DEI TEMPI (PROPRI) 179
LA CONTRAZIONE DELLE LUNGHEZZE (PROPRIE) 180
L’ESEMPIO DEI MUONI RELATIVISTICI 181
LA COMPOSIZIONE DELLE VELOCITÀ 182
L’INTERVALLO 𝝈 RELATIVISTICO 183
IL MIO QUADERNO DEL LABORATORIO DI FISICA 185
STRUMENTAZIONE: 185
ERRORI DURANTE LA MISURA: 185
SERIE DI MISURE DIRETTE: 185

ACCURATEZZA E SENSIBILITÀ 185

LE MISURE INDIRETTE 186


LA PROPAGAZIONE DEGLI ERRORI 186

6
Mathematical Horror Story
Esercizio Risultato Risultato Esercizio Risultato Risultato
Corretto Sbagliato Corretto Sbagliato
1⋅𝑥 𝑥 1 𝑥2 = 9 𝑥 = ±3 𝑥=3
6∶3 2 3 𝑥2 < 9 −3 < 𝑥 < 3 𝑥 < ±3
107 5 ⋅ 106 103.5 𝑥 2 ≥ −9 SEMPRE MAI
2
1 1
−1 + −2 −1
2

1 1
2 − −1
4
2
𝑥⋅𝑥 𝑥2 2𝑥
𝑥+𝑥 2𝑥 𝑥2
√6 √6 3
3𝑎 + 𝑏 𝑏 𝑎+𝑏
𝑎+
3 3

7
PRODOTTI NOTEVOLI
Prodotto Formula Esempio
Notevole
1 2 1
Quadrato di (2𝑥 − ) = 4𝑥 2 + − 2𝑥
(𝑨 + 𝑩)𝟐 = 2 4
binomio (𝑨)𝟐 + (𝑩)𝟐 + 𝟐(𝑨)(𝑩) (−𝑥 − 1)2 = 𝑥 2 + 1 + 2𝑥
(−3𝑥 3 + 1)2 = 9𝑥 6 + 1 − 6𝑥 3
(𝑥 2 − 9) = (𝑥 + 3) ⋅ (𝑥 − 3)
Differenza di (𝑨)𝟐 − (𝑩)𝟐 = (𝑥 6 − 1) = (𝑥 3 + 1) ⋅ (𝑥 3 − 1)
quadrati (𝑨 + 𝑩) ⋅ (𝑨 − 𝑩) (𝑥 2 − 𝑦 2 ) = (𝑥 + 𝑦) ⋅ (𝑥 − 𝑦)
(1 − 𝑥 2 ) = (1 + 𝑥) ⋅ (1 − 𝑥)

(𝑥 − 1)3 = 𝑥 3 − 1 − 3𝑥 2 + 3𝑥
Cubo di (𝑨 + 𝑩)𝟑 = (𝑥 + 2)3 = 𝑥 3 + 8 + 6𝑥 2 + 12𝑥
binomio
(𝑨)𝟑 + (𝑩)𝟑 + 𝟑(𝑨)𝟐 (𝑩) + 𝟑(𝑨)(𝑩)𝟐 1 3 1 𝑥
(−𝑥 − ) = −𝑥 3 − − 𝑥2 −
3 27 3
Somma e (𝑨)𝟑 ± (𝑩)𝟑 = (𝑥 3 − 8) = (𝑥 − 2)(𝑥 2 + 4 + 2𝑥)
Differenza di (𝑥 3 + 1) = (𝑥 + 1)(𝑥 2 + 1 − 𝑥)
(𝑨 ± 𝑩) ⋅ [(𝑨)𝟐 + (𝑩)𝟐 ∓ (𝑨)(𝑩)]
cubi (𝑥 6 − 27) = (𝑥 2 − 3)(𝑥 4 + 9 + 3𝑥 2 )

Quadrato di (𝑨 + 𝑩 + 𝑪)𝟐 = (𝑥 + 2𝑦 − 1)2 =


trinomio (𝑨)𝟐 + (𝑩)𝟐 + (𝑪)𝟐 + 𝟐(𝑨)(𝑩) + 𝟐(𝑨)(𝑪) + 𝟐(𝑩)(𝑪) 𝑥 2 + 4𝑦 2 + 1 + 4𝑥𝑦 − 4𝑦 − 2𝑥
GEOMETRIA ANALITICA NEL PIANO
LA RETTA ANALITICA NEL PIANO CARTESIANO
o La Forma Implicita Ed Esplicita Della Retta
𝒂,𝒃,𝒄 (Forma implicita) o 𝒎 e 𝒒 (Forma esplicita)
Forma Implicita Forma Esplicita
(sposto tutto a sinistra, a destra c’è lo 0) (Solo la y a sinistra, quindi devo trovarla)
𝒂𝒙 + 𝒃𝒚 + 𝒄 = 𝟎 𝒚 = 𝒎𝒙 + 𝒒

10
Se ho 2 punti 𝐴(𝑥𝐴 ; 𝑦𝐴 ) 𝑒 𝐵(𝑥𝐵 ; 𝑦𝐵 ) posso trovare :
ELEMENTO FORMULA VISIONE GRAFICA ESEMPIO CON
𝐴(−3; 1) 𝑒 𝐵(0; 2)
𝑥𝐴 +𝑥𝐵 𝑦𝐴 +𝑦𝐵 𝑩 −3 3
𝑴𝑨𝑩
Il punto medio 𝑴𝑨𝑩 𝑀𝐴𝐵 = ( 2 ; 2 ) 𝑀𝐴𝐵 = ( 2 ; 2)
del segmento AB 𝑨

𝑦 − 𝑦𝐴 𝑥 − 𝑥𝐴 𝑩
La retta 𝒓 passante 𝒓 1
= 𝑨 𝑦 = 𝑥+2
per A e B 𝑦𝐵 − 𝑦𝐴 𝑥𝐵 − 𝑥𝐴 3
Il coefficiente angolare
𝑦𝐵 − 𝑦𝐴 1
𝑚𝐴𝐵 della retta passante 𝑚𝐴𝐵 = 𝑚𝐴𝐵 =
per A e B 𝑥𝐵 − 𝑥𝐴 3

𝑩
La lunghezza del ̅̅̅̅
𝐴𝐵 = √(𝑥𝐵 − 𝑥𝐴 )2 + (𝑦𝐵 − 𝑦𝐴 )2 ̅̅̅̅
𝐴𝐵 = √10
segmento AB 𝑨

o “LA FORMULA PER TROVARE LA RETTA”


Come trovare la retta conoscendo un punto 𝑨(𝒙𝑨 ; 𝒚𝑨 ) ed il coefficiente angolare 𝒎 :

𝑦 − 𝑦𝐴 = 𝑚(𝑥 − 𝑥𝐴 )
Se ho un punto 𝑨(𝑥𝐴 ; 𝑦𝐴 ) ed una retta 𝒓 posso:
AZIONE FORMULA VISIONE GRAFICA ESEMPIO CON ESEMPIO CON
𝐴(−3; 1)𝑒 𝑟: 𝑦 = 2𝑥 + 1
Verificare se il punto
Se risulta una cosa vera → 𝑨 𝜖 𝒓
appartiene alla retta: Risulta: 1 = −5 → 𝑨 ∉ 𝒓
Sostituire le coordinate del Se risulta una cosa falsa → 𝑨 ∉ 𝒓
punto nell’equazione della
retta.

Trovare la distanza tra punto |𝒂𝒙𝑨 + 𝒃𝒚𝑨 + 𝒄| 6


e retta (scritta in forma 𝑑𝑨−𝒓 = 𝑑𝑨−𝒓 =
implicita 𝒂𝒙 + 𝒃𝒚 + 𝒄 = 𝟎) √𝒂2 + 𝒃2 √5

Trovare la retta 𝒔 passante Formula generale delle rette


𝑦 = 2𝑥 + 7
per un punto e parallela 𝑠: 𝑦 − 𝒚𝑨 = 𝒎𝒓 (𝑥 − 𝒙𝑨 )
ad una retta data

Trovare la retta 𝒔 passante Formula generale delle rette


1 1
per un punto e 1 𝑦=− 𝑥−
perpendicolare 𝑠: 𝑦 − 𝒚𝑨 = − (𝑥 − 𝒙𝑨 ) 2 2
𝒎𝒓
ad una retta data

12
Date due rette 𝒓 e 𝒔
INFORMAZIONI FORMULA / VISIONE GRAFICA ESEMPI
Sono COINCIDENTI se COINCIDENTI SE:
hanno lo stesso 𝒓: 𝒚 = 𝟐𝒙 + 𝟏
𝒎𝒓 = 𝒎𝒔 ; 𝒒𝒓 = 𝒒𝒔
coefficiente angolare e 𝒔: 𝒚 = 𝟐𝒙 + 𝟏
stessa intercetta

Sono PARALLELE se
hanno lo stesso 𝒎𝒓 = 𝒎𝒔 ; 𝒒𝒓 ≠ 𝒒𝒔 𝒓: 𝒚 = 𝟐𝒙 + 𝟏
coefficiente angolare e 𝒔: 𝒚 = 𝟐𝒙 + 𝟑
diversa intercetta
Sono INCIDENTI se
hanno diverso 𝒎𝒓 ≠ 𝒎𝒔 𝒓: 𝒚 = 𝟐𝒙 + 𝟏
coefficiente angolare 𝒔: 𝒚 = −𝟑𝒙

Sono PERPENDICOLARI 𝒓: 𝒚 = 𝟐𝒙 + 𝟏
se sono incidenti e un 𝟏 𝟏
coefficiente angolare è 𝒎𝒓 = − 𝒔: 𝒚 = − 𝒙 + 𝟏
𝒎𝒔 𝟐
l’antireciproco dell’altro
Trovo le BISETTRICI degli 𝒂𝒙 + 𝒃𝒚 + 𝒄 𝒂𝒙 + 𝒃𝒚 + 𝒄 𝒓: 𝒚 = 𝟐𝒙 + 𝟏
angoli che si formano tra =± 𝒔: 𝒚 = −𝟑𝒙
le due rette (scritte in √𝒂2 + 𝒃2 √𝒂2 + 𝒃2
forma implicita)
13
ESERCIZI e  Come si fa a capire se un punto appartiene ad una retta?
 Se hai due rette, come fai a trovare il punto di intersezione?
DOMANDE
 Quanto vale il prodotto dei coefficienti angolari di due rette
perpendicolari tra di loro?
 Quale è il significato geometrico del coefficiente angolare e del
termine noto?
 Come fai a capire se tre punti dati sono allineati?
 Come si trova l’asse di un segmento di cui si conoscono gli estremi?
 Quale è l’equazione dell’asse x?
 Quale è l’equazione dell’asse y?
 Quanto vale il coefficiente angolare della retta y=3?
 Quanto vale il coefficiente angolare della retta x=2?
 Quale è la particolarità del punto di intersezione tra due rette?
FUNZIONI

15
DOMINIO DI FUNZIONI

Nome della funzione Funzione Per trovare il dominio impongo: Esempio di funzione Nell’esempio impongo:

𝑁𝑈𝑀 3𝑥 − 1 𝒙𝟐 − 𝟑 ≠ 0
Denominatore 𝑫𝑬𝑵 ≠ 0
𝑫𝑬𝑵 𝒙𝟐 − 𝟑

𝑃𝐴𝑅𝐼 𝑃𝐴𝑅𝐼
Radici di ordine pari √𝑨𝑹𝑮 𝑨𝑹𝑮 ≥ 0 √𝟑 − 𝒙 𝟑−𝒙≥0

𝑩𝑨𝑺𝑬 > 0
Logaritmo log 𝑩𝑨𝑺𝑬 (𝑨𝑹𝑮) {𝑩𝑨𝑺𝑬 ≠ 1 log 𝟑 (𝒙𝟐 − 𝟒) 𝒙𝟐 − 𝟒 > 0
𝑨𝑹𝑮 > 0

Esponenziale 𝑩𝑨𝑺𝑬 > 0 (𝒙 + 𝟐)2𝑥 𝒙+𝟐>0


𝑩𝑨𝑺𝑬 𝐸𝑆𝑃(𝑥) { {
𝑩𝑨𝑺𝑬 ≠ 1 𝒙+𝟐 ≠1

Arcoseno 𝑎𝑟𝑐𝑠𝑒𝑛(𝑨𝑹𝑮) 𝟐
{
𝑨𝑹𝑮 ≤ 1 𝑎𝑟𝑐𝑠𝑒𝑛(𝟑 − 𝒙𝟐 ) { 𝟑 − 𝒙𝟐 ≤ 1
Arcocoseno 𝑎𝑟𝑐𝑐𝑜𝑠(𝑨𝑹𝑮) 𝑨𝑹𝑮 ≥ −1 𝟑 − 𝒙 ≥ −1

Numeri 3
Tutte le Potenze 𝑥2
2
altre funzioni Esponenziali con base numerica 𝐷=𝑅 𝑒 𝑥 −1 𝐷=𝑅
Radici di ordine dispari 5
Valori assoluti
√3𝑥 + 1
|𝑥 + 3|
𝒙𝟐 − 𝟏 ≠ 0
3
𝒙−𝟏≥0
√𝒙 − 𝟏 1 𝑥+4 √3𝑥 + 1 1
𝐶𝑜𝑛 𝑝𝑖ù 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜𝑑𝑜𝑚𝑖𝑛𝑖: 𝑓(𝑥) = 𝟐 +2 𝒙+𝟐 +| 𝟐 |− 2 +3 → 𝒙𝟐+ 𝟐 ≠ 0
𝒙 −𝟏 𝒙 +𝒙 √𝒙𝟐 − 𝟑 √𝒙 + 𝟑 𝒙 +𝒙≠0
𝒙𝟐 − 𝟑 > 0
{ 𝒙+𝟑≠0
FUNZIONI PARI e DISPARI
PARI DISPARI
Legame tra 𝒇(𝒙) e 𝒇(−𝒙) 𝒇(−𝒙) = 𝒇(𝒙) 𝒇(−𝒙) = −𝒇(𝒙)
Cosa significa geometricamente? Se ho
un punto 𝑨(𝟑; −𝟐) allora esiste anche (−𝟑, −𝟐) (−𝟑, 𝟐)
il simmetrico punto B di coordinate
Simmetria rispetto ALL’ASSE Y ALL’ORIGINE

Esempio grafico

𝒙𝑷𝑨𝑹𝑰 𝒙𝑫𝑰𝑺𝑷𝑨𝑹𝑰
Esempi di Funzioni simmetriche |𝒙| 𝒔𝒊𝒏(𝒙) ; 𝒔𝒊𝒏−𝟏 (𝒙)
𝒄𝒐𝒔(𝒙) 𝒕𝒂𝒏(𝒙); 𝒄𝒐𝒕𝒂𝒏(𝒙)

Regole per capire se una Funzione è Pari o Dispari1


PARI ± PARI PARI
DISPARI ± DISPARI DISPARI
DISPARI ± PARI ∅
PARI ± DISPARI ∅
PARI ∙/ PARI PARI
DISPARI ∙/ DISPARI PARI
PARI ∙/ DISPARI DISPARI

NOTA BENE!  Tutti i numeri sono funzioni PARI:


(Graficamente 𝒚 = 𝒏𝒖𝒎𝒆𝒓𝒐 è una retta orizzontale,
e quindi simmetrica rispetto all’asse 𝒚, è quindi pari!).
 Una funzione può essere né pari né dispari

Pagina scritta da Carlotta Fummi - Settembre 2021


EQUAZIONI E DISEQUAZIONI
Disequazioni di Secondo grado → 𝑎𝑥 2 + 𝑏𝑥 + 𝑐 >< 0
 Se 𝑎 < 0 → Cambiare segno e verso e tenere come buono il verso cambiato

𝑥 < 𝑥1 ∨ 𝑥 > 𝑥2 𝑠𝑒 𝑐 ′ è >


Δ≥0
Posso trovare:
Valori Esterni
𝑥1 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 −
𝐶𝑎𝑙𝑐𝑜𝑙𝑜 𝑖𝑙 Δ 𝑒 𝑥2 ( 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 +) 𝑥1 < 𝑥 < 𝑥2 𝑠𝑒 𝑐 ′ è <
Δ = 𝑏 2 − 4𝑎𝑐 Valori Interni
Ogni valore di x 𝑠𝑒 𝑐 ′ è >
Δ<0 Sempre
Nessun valore di x 𝑠𝑒 𝑐 ′ è <
Mai
Equazioni e Disequazioni Fattorizzate con a Destra lo Zero
Tipologia EQUAZIONI DISEQUAZIONI

𝒇⋅𝒈 𝒇⋅𝒈
ESEMPIO FORMALE: =0 >< 0
𝒉⋅𝒛 𝒉⋅𝒛
𝒇>𝟎
𝒇=𝟎 ∨ 𝒈=𝟎 𝒈>𝟎
IMPOSTAZIONE: { 𝒉≠𝟎 𝒉>𝟎
𝒛≠𝟎 𝒛>𝟎
SI RISOLVE CON: TABELLA DELLE LINEE TABELLA DEI SEGNI

(𝒙 − 𝟑) ⋅ (𝒙𝟐 − 𝟒) (𝒙 − 𝟑) ⋅ (𝒙𝟐 − 𝟒)
Esercizio =0 ≤0
𝟔 ⋅ (𝟐𝒙 + 𝟒) 𝟔 ⋅ (𝟐𝒙 + 𝟒)
Soluzione Esercizio 𝒙=𝟐 ∨ 𝒙=𝟑 𝟐≤𝒙≤𝟑

20
Equazioni e Disequazioni Binomie con Esponente Pari
(Se esponente è dispari si applica a dx e sx la radice)

Esempio Procedimento Esempio Procedimento


Formale
𝑭𝒏 = 𝑷𝑶𝑺 𝒏
𝑭 = ± √𝑷𝑶𝑺 (𝒙 + 𝟏)𝟒 = 𝟏𝟔 𝒙 + 𝟏 = ±2
𝑭𝒏 > 𝑷𝑶𝑺 𝒏
𝑭 < − √𝑷𝑶𝑺 𝑣 𝑭 > + √𝑷𝑶𝑺
𝒏
𝒙𝟐 > 𝟗 𝒙 < −3 𝑣 𝒙 > 3
𝑭𝒏 < 𝑷𝑶𝑺 𝒏 𝒏
− √𝑷𝑶𝑺 < 𝑭 < + √𝑷𝑶𝑺 (𝒙 + 𝟏)𝟐 < 𝟗 −3 < 𝒙 + 𝟏 < +3
𝑭𝒏 = 0 𝑭=0 𝒙𝟔 = 0 𝒙=0
𝑭𝒏 > 0 𝑭≠0 (𝟐𝒙 + 𝟏)𝟐 > 0 𝟐𝒙 + 𝟏 ≠ 0
𝑭𝒏 ≥ 0 SEMPRE 𝒙𝟒 ≥ 0 SEMPRE
𝑭𝒏 < 0 MAI 𝒙𝟐 < 0 MAI
𝑭𝒏 ≤ 0 𝑭=0 𝒙𝟐 ≤ 0 𝒙=0
𝑭𝒏 = 𝑵𝑬𝑮 MAI 𝒙𝟒 = −𝟑 MAI
𝑭𝒏 > 𝑵𝑬𝑮 SEMPRE 𝒙𝟐 > −𝟏 SEMPRE
𝑭𝒏 < 𝑵𝑬𝑮 MAI 𝒙𝟐 < 𝟏 − √𝟑 MAI

21
Equazioni e Disequazioni Binomie con Valori Assoluti
Esempio Procedimento Esempio Procedimento
Formale
|𝑭| = 𝑷𝑶𝑺 𝑭 = ±𝑷𝑶𝑺 |𝒙 + 𝟏| = 𝟏𝟔 𝒙 + 𝟏 = ±𝟏𝟔
|𝑭| > 𝑷𝑶𝑺 𝑭 < −𝑷𝑶𝑺 𝑣 𝑭 > +𝑷𝑶𝑺 |𝒙| > 𝟗 𝒙 < −𝟗 𝑣 𝒙 > +𝟗
|𝑭| < 𝑷𝑶𝑺 −𝑷𝑶𝑺 < 𝑭 < +𝑷𝑶𝑺 |𝟐𝒙 + 𝟏| < 𝟗 −𝟗 < 𝟐𝒙 + 𝟏 < +𝟗
|𝑭| = 0 𝑭=0 |𝟐𝒙 + 𝟏| = 0 𝟐𝒙 + 𝟏 = 0
|𝑭| > 0 𝑭≠0 |𝟐𝒙 + 𝟏| > 0 𝟐𝒙 + 𝟏 ≠ 0
|𝑭| ≥ 0 SEMPRE |𝒙 − 𝟏| ≥ 0 SEMPRE
|𝑭| < 0 MAI |𝒙 + 𝟐| < 0 MAI
|𝑭| ≤ 0 𝑭=0 |𝒙 − 𝟑| ≤ 0 𝒙−𝟑=0
|𝑭| = 𝑵𝑬𝑮 MAI |𝒙𝟐 − 𝟏| = −𝟑 MAI
|𝑭| > 𝑵𝑬𝑮 SEMPRE |𝒙 + 𝟐| > −𝟏 SEMPRE
|𝑭| < 𝑵𝑬𝑮 MAI |𝒙| < 𝟏 − √𝟑 MAI

22
Equazioni e Disequazioni Irrazionali (Con radice Quadrata)
EQUAZIONI IRRAZIONALI DISEQUAZIONI IRRAZIONALI
√𝑭 = 𝑮 √𝑭 < 𝑮 √𝑭 > 𝑮
𝑭≥0 𝑭≥0
𝑮<0 𝑮≥0
𝑮≥0 𝑮>0 { 𝑣 {
𝑭≥0 𝑭 > 𝑮2
{𝑭 = 𝑮2 {𝑭 < 𝑮2

23
GONIOMETRIA
L’ANGOLO 𝜶 IN RADIANTI
LA FORMULA
𝑨𝒓𝒄𝒐
𝜶=
𝒓
𝛂(𝒓𝒂𝒅) → 𝒂𝒏𝒈𝒐𝒍𝒐 𝒊𝒏 𝒓𝒂𝒅𝒊𝒂𝒏𝒕𝒊
𝒓 (𝒎) → 𝒓𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒊𝒓𝒄𝒐𝒏𝒇𝒆𝒓𝒆𝒏𝒛𝒂
ddd

25
LA CIRCONFERENZA GONIOMETRICA

26
SENO, COSENO E TANGENTE DI UN ANGOLO

Gradi Radianti Coseno Seno Tangente


𝟎° 𝟎 𝟏 𝟎 𝟎
𝟑𝟎° 𝝅/𝟔 √𝟑/𝟐 𝟏/𝟐 √𝟑/𝟑
𝟒𝟓° 𝝅/𝟒 √𝟐/𝟐 √𝟐/𝟐 𝟏
𝟔𝟎° 𝝅/𝟑 𝟏/𝟐 √𝟑/𝟐 √𝟑
𝟗𝟎° 𝝅/𝟐 𝟎 𝟏 →∞

SIMULAZIONE (PHET) PER LEGGERE SENO, COSENO E TANGENTE DALLA


CIRCONFERENZA GONIOMETRICA

27
FUNZIONI GONIOMETRICHE INVERSE
2

Funzione Dominio e codominio Funzione Dominio e codominio


diretta della funzione diretta Inversa della funzione inversa Grafico
𝑓(𝑥) 𝑓 −1 (𝑥)

𝐷=𝑅 𝐚𝐫𝐜𝐬𝐢𝐧(𝒙) 𝐷 = [−1, +1]


𝐬𝐢𝐧(𝒙) 𝐶 = [−1, +1] o 𝜋 𝜋
𝐶 = [− , + ]
𝒔𝒊𝒏−𝟏 (𝒙) 2 2

𝐷=𝑅 𝐚𝐫𝐜𝐜𝐨𝐬(𝒙) 𝐷 = [−1, + 1]


𝐜𝐨𝐬(𝒙) 𝐶 = [−1, +1] o 𝐶 = [0, 𝜋]
𝒄𝒐𝒔−𝟏 (𝒙)

𝑘𝜋 𝐚𝐫𝐜𝐭𝐚𝐧(𝒙) 𝐷 = (−∞, +∞)


𝐷 =𝑅−{ } 𝜋 𝜋
𝐭𝐚𝐧(𝒙) 2 o C = [− , + ]
𝐶 = (−∞, +∞) 𝐭𝐚𝐧−𝟏 (𝒙) 2 2

2
Pagina creata da Gravaghi Sophie,Novembre 2021
AGGIUNGERE FORMULE DI TRASLAZIONE INTERE E SEMINTERE

FORMULE GONIOMETRICHE
o Formule di Addizione e sottrazione

sin(𝛼 ± 𝛽 ) = sin(𝛼 ) cos(𝛽 ) ± cos(𝛼 ) sin(𝛽 )

cos(𝛼 ± 𝛽 ) = cos(𝛼 ) cos(𝛽 ) ∓ sin(𝛼 ) sin(𝛽 )

sin(𝛼 ± 𝛽 ) tan(𝛼 ) ± tan(𝛽)


= tan(𝛼 ± 𝛽 ) =
cos(𝛼 ± 𝛽 ) 1 ∓ tan(𝛼 ) tan(𝛽 )

o Formule di Duplicazione

sin(2𝛼 ) = 2sin(𝛼 ) cos(𝛼 )

cos(2𝛼 ) = cos2 (𝛼 ) − sin2 (𝛼 )


= 2 cos2 (𝛼 ) − 1
= 1 − 2 sin2 (𝛼)

sin(2𝛼) 2tan(𝛼)
= tan(2𝛼 ) =
cos(2𝛼) 1 − tan2 (𝛼)
EQUAZIONI E DISEQUAZIONI GONIOMETRICHE
o EQUAZIONI e DISEQUAZIONE CON IL SENO

𝐬𝐢𝐧(𝜶) > 𝒏
𝑛=1
𝐬𝐢𝐧(𝜶) = 𝒏

𝛼2 = π − sin−1 (𝑛) + 2𝑘𝜋 𝛼1 = sin−1 (𝑛) + 2𝑘𝜋

𝑛=0

𝐬𝐢𝐧(𝜶) < 𝒏

𝑛 = −1

30
o EQUAZIONI e DISEQUAZIONI CON IL COSENO

𝐜𝐨𝐬(𝜶) = 𝒏

𝛼1 = + cos−1 (𝑛) + 2𝑘𝜋

𝐜𝐨𝐬(𝜶) < 𝒏 𝐜𝐨𝐬(𝜶) > 𝒏

𝛼2 = − 𝑐𝑜𝑠 −1 (𝑛) + 2𝑘𝜋

𝑛 = −1 𝑛=0 𝑛 = +1

31
o EQUAZIONI e DISEQUAZIONE CON LA TANGENTE

𝑛 → +∞

𝜋 𝐭𝐚𝐧(𝜶) > 𝒏
+2

𝑛=0

𝛼1 = tan−1 (𝑛) + 𝑘𝜋

𝜋
−2
𝐭𝐚𝐧(𝛂) < 𝒏
𝐭𝐚𝐧(𝜶) = 𝒏

𝑛 → −∞

32
TRIGONOMETRIA

33
SENO COSENO TANGENTE IN TRIGONOMETRIA
Le tre formule valgono SOLO per i Triangoli Rettangoli
𝐶𝑎𝑡𝑒𝑡𝑜 𝑜𝑝𝑝𝑜𝑠𝑡𝑜 (𝑎 𝜃)
𝑠𝑒𝑛(𝜃) =
𝐼𝑝𝑜𝑡𝑒𝑛𝑢𝑠𝑎
𝐶𝑎𝑡𝑒𝑡𝑜 𝑎𝑑𝑖𝑎𝑐𝑒𝑛𝑡𝑒 (𝑎 𝜃)
𝑐𝑜𝑠(𝜃) =
𝐼𝑝𝑜𝑡𝑒𝑛𝑢𝑠𝑎
𝐶𝑎𝑡𝑒𝑡𝑜 𝑜𝑝𝑝𝑜𝑠𝑡𝑜 (𝑎 𝜃)
𝑡𝑎𝑛(𝜃) =
𝐶𝑎𝑡𝑒𝑡𝑜 𝑎𝑑𝑖𝑎𝑐𝑒𝑛𝑡𝑒 (𝑎 𝜃)

34
I TEOREMI DELL’AREA, DEL SENO E DEL COSENO IN
TRIGONOMETRIA

Le tre formule valgono per Triangoli Qualsiasi:

b 𝜸 a

𝜶 𝜷
A c B

1) Area A di un triangolo conoscendo due lati 𝒍𝟏 𝒆 𝒍𝟐 e l’angolo𝛉 compreso tra i due lati
1
𝐴= 𝑙 𝑙 𝑠𝑒𝑛(θ)
2 12

2) Teorema del Seno: il rapporto tra lato e seno dell’angolo opposto è costante
𝑎 𝑏 𝑐
= =
𝑠𝑒𝑛(𝛼 ) 𝑠𝑒𝑛(𝛽 ) 𝑠𝑒𝑛(𝛾 )

3) Teorema del Coseno: Teorema di Pitagora generalizzato. Permette di trovare un terzo


lato conoscendo gli altri due lati e l’angolo compreso. Permette di trovare anche il
valore degli angoli conoscendo tre lati.

(𝑙3 )2 = (𝑙1 )2 + (𝑙2 )2 − 2𝑙1 𝑙2 cos(𝜃)

35
ESPONENZIALI e LOGARITMI

36
FUNZIONI ESPONENZIALI
𝑦 = 𝑎 𝑥 (Esponenziali Elementari)
𝐵𝐴𝑆𝐸 ANDAMENTO DOMINIO CODOMINIO
L’esponenziale, per esistere, Se 𝑎 > 0 Se 𝑎 > 0, il codominio è 𝑅+ ,
deve avere 𝑎 > 0 il dominio è R perchè gli esponenziali sono
sempre positivi!
𝑎≤0 Non Esiste Nessuna x Nessun valore
0<𝑎<1 Decrescente
𝑎=1 Costante 𝑦 = 1 𝑹 𝑹+
𝑎>1 Crescente

𝑦 = 𝑎 𝑓(𝑥)
𝐵𝐴𝑆𝐸 ANDAMENTO DOMINIO CODOMINIO
Se 𝑎 > 0 Se 𝑎 > 0, il codominio è
L’esponenziale, per esistere, il dominio di 𝑎 𝑓(𝑥)
è il sottoinsieme di 𝑅+ ,
deve avere 𝑎 > 0 dominio di 𝑓(𝑥) perchè gli esponenziali sono
sempre positivi!
𝑎≤0 Non Esiste Nessuna x Nessuna y
0<𝑎<1 Decres se 𝑓(𝑥) Cresc,
Cresc se 𝑓(𝑥) Decres
𝑎=1 Costante 𝑦 = 1 Dominio di 𝑓(𝑥) Codominio ⊆ 𝑅+
𝑎>1 Decres se 𝑓(𝑥) Decres,
Cresc se 𝑓(𝑥) Cresc

37
EQUAZIONI E DISEQUAZIONI ESPONENZIALI IMMEDIATE
𝑎 𝑓(𝑥) = 𝑛 (𝑐𝑜𝑛 𝑎 > 0 𝑒 𝑎 ≠ 1)
𝑛 Procedimento e risultato
𝑛≤0 ∄𝑥 ∈ 𝑅 (Gli esponenziali sono sempre positivi!)
Se 𝑛 si può scrivere in base 𝑎, l’uguale prende l’ascensore e si
𝑛>0 eguagliano gli esponenti
In ogni caso, si può applicare il logaritmo ad entrambi i membri e risulta:
𝑓 (𝑥 ) = log 𝑎 (𝑛)

𝑎 𝑓(𝑥) > 𝑛 (𝑐𝑜𝑛 𝑎 > 0 𝑒 𝑎 ≠ 1)


𝑛 Procedimento e risultato
𝑛≤0 ⩝ 𝑥 ∈ 𝑅 (Gli esponenziali sono sempre positivi!)
𝑆𝑒 0 < 𝑎 < 1 (CAMBIO VERSO) 𝑆𝑒 𝑎 > 1 (RESTA VERSO)
Se 𝑛 si può scrivere in base 𝑎, il Se 𝑛 si può scrivere in base 𝑎, il
𝑛>0 maggiore prende l’ascensore e maggiore prende l’ascensore e
diventa minore. resta maggiore.
Si può sempre applicare il logaritmo ad In ogni caso, si può applicare il logaritmo
entrambi i membri e risulta: ad entrambi i membri e risulta:
𝑓(𝑥 ) < log 𝑎 (𝑛) 𝑓 (𝑥 ) > log 𝑎 (𝑛)

𝑎 𝑓(𝑥) < 𝑛 (𝑐𝑜𝑛 𝑎 > 0 𝑒 𝑎 ≠ 1)


𝑛 Procedimento e risultato
𝑛≤0 ∄𝑥 ∈ 𝑅 ( Gli esponenziali sono sempre positivi!)
𝑆𝑒 0 < 𝑎 < 1 (CAMBIO VERSO) 𝑆𝑒 𝑎 > 1 (RESTA VERSO)
Se 𝑛 si può scrivere in base 𝑎, il minore Se 𝑛 si può scrivere in base 𝑎, il minore
𝑛>0 prende l’ascensore e diventa maggiore. prende l’ascensore e resta minore.
Si può sempre applicare il logaritmo ad Si può sempre applicare il logaritmo ad
entrambi i membri e risulta: entrambi i membri e risulta:
𝑓(𝑥 ) > log 𝑎 (𝑛) 𝑓 (𝑥 ) < log 𝑎 (𝑛)

38
FUNZIONI LOGARITMICHE
𝑦 = log 𝑎 (𝑥) (Logaritmi Elementari)
𝐵𝐴𝑆𝐸 ANDAMENTO DOMINIO CODOMINIO
Se 𝑎 > 0 𝑒 𝑎 ≠ 1 𝑎 >0𝑒𝑎 ≠1
Il logaritmo, per esistere, il dominio è il codominio è
deve avere 𝑎 > 0 𝑒 𝑎 ≠ 1 + 𝑹
𝑹
𝑎 ≤0v𝑎 =1 Non Esiste Nessuna x Nessun valore
0<𝑎<1 Decrescente
𝑎>1 Crescente 𝑹+ 𝑹

𝑦 = log 𝑎 (𝑓(𝑥 ))
𝐵𝐴𝑆𝐸 ANDAMENTO DOMINIO CODOMINIO
Se 𝑎 > 0 𝑒 𝑎 ≠ 1 Se 𝑎 > 0 𝑒 𝑎 ≠ 1
Il logaritmo, per esistere, il dominio di log 𝑎 (𝑓(𝑥)) il codominio è
deve avere 𝑎 > 0 𝑒 𝑎 ≠ 1 è il sistema tra : sottoinsieme di 𝑹
dominio di 𝑓(𝑥)
{
𝑓(𝑥) > 0
𝑎 ≤0v𝑎 =1 Non Esiste Nessuna x Nessuna y
0<𝑎<1 Decres se 𝑓(𝑥) Cresc,
Cresc se 𝑓(𝑥) Decres Dominio:
𝑎>1 Decres se 𝑓(𝑥) Decres,
{
dominio di 𝑓(𝑥) Codominio ⊆ 𝑹
Cresc se 𝑓(𝑥) Cresc 𝑓(𝑥) > 0

39
EQUAZIONI E DISEQUAZIONI LOGARITMICHE IMMEDIATE
log 𝑎 (𝑓 (𝑥 )) = 𝑛 (𝑐𝑜𝑛 𝑎 > 0 𝑒 𝑎 ≠ 1)
𝑛 Procedimento e risultato
L’esercizio comprende la valutazione del dominio e l’ultima
riga, dove applico l’esponenziale in base a destra e a sinistra,
log (𝑓(𝑥))
Qualsiasi sfruttando la regola 𝑎 𝑎 = 𝑓(𝑥)
valore di 𝑛
𝐷𝑜𝑚𝑖𝑛𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑓 (𝑥 )
{ 𝑓 (𝑥 ) > 0
𝑓(𝑥 ) = 𝑎𝑛

log 𝑎 (𝑓(𝑥 )) >< 𝑛 (𝑐𝑜𝑛 𝑎 > 0 𝑒 𝑎 ≠ 1)


𝑛 Procedimento e risultato
𝑆𝑒 0 < 𝑎 < 1 (CAMBIO VERSO) 𝑆𝑒 𝑎 > 1 (RESTA VERSO)
Il verso CAMBIA nel momento in Il verso RESTA nel momento in
Qualsiasi cui applico l’esponenziale in base cui applico l’esponenziale in base
valore di 𝑛 𝑎 e si crea il sistema: 𝑎 e si crea il sistema:
𝐷𝑜𝑚𝑖𝑛𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑓 (𝑥 ) 𝐷𝑜𝑚𝑖𝑛𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑓 (𝑥 )
{ 𝑓 (𝑥 ) > 0 { 𝑓 (𝑥 ) > 0
𝑓 (𝑥 ) <> 𝑎𝑛 𝑓 (𝑥 ) >< 𝑎𝑛

40
PROPRIETÀ CON ESPONENZIALI & LOGARITMI
Proprietà Serve per: Esempio con passaggi risolutivi

Uccidere i logaritmi
log 2 (𝑥 ) = 5
𝑎log𝑎(𝑏) = 𝑏 applicando a destra e a 2log2 (𝑥) = 25
sinistra l’esponenziale
𝑥 = 32

Uccidere gli esponenziali


2𝑥 = 5
log 𝑎 (𝑎 𝑏)
=𝑏 applicando a destra e a log 2 (2𝑥 ) = log 2 (5)
sinistra il logaritmo
𝑥 = log 2 (5)

Proprietà degli Esponenziali Proprietà dei Logaritmi


𝑎𝑏 ⋅ 𝑎𝑐 = 𝑎𝑏+𝑐 log 𝑎 (𝑏) + log 𝑎 (𝑐 ) = log 𝑎 (𝑏 ⋅ 𝑐 )

𝑎𝑏 𝑏
= 𝑎 𝑏−𝑐 log 𝑎 (𝑏) − log 𝑎 (𝑐 ) = log 𝑎 ( )
𝑎𝑐 𝑐

𝑏 𝑐 log 𝑎 (𝑏 𝑐 ) = 𝑐 ⋅ log 𝑎 (𝑏)


(𝑎 ) = 𝑎𝑏⋅𝑐

log 𝑐 (𝑏)
log 𝑎 (𝑏) =
log 𝑐 (𝑎)
Cambiamento di base

41
NUMERI COMPLESSI
IL PIANO DI GAUSS
LE DIVERSE FORME DEI NUMERI COMPLESSI

43
Esempi di Numeri Complessi nelle varie forme
Forma Parte Parte 𝑴𝒐𝒅𝒖𝒍𝒐 𝑨𝒏𝒈𝒐𝒍𝒐 Forma Forma
cartesiana reale immaginaria Goniometrica Esponenziale
𝒛 = 𝒂 + 𝑖𝒃 𝒂 𝒃 |𝒛| 𝛉 𝒛 = |𝒛|[𝒄𝒐𝒔(𝛉) + 𝒊 𝒔𝒆𝒏(𝛉)] 𝒛 = |𝒛|𝒆𝒊𝛉
= 𝑹𝒆(𝒛) = 𝑰𝒎(𝒛) = 𝑴𝒐𝒅(𝒛) = 𝐀𝐫𝐠(𝐳)
𝑧1 1 𝟏 𝟎 𝟏 𝟎 𝒄𝒐𝒔(𝟎) + 𝒊 𝒔𝒆𝒏(𝟎) 𝒆𝒊𝟎
𝑧2 𝑖 𝟎 𝟏 𝟏 𝛑/𝟐 𝛑 𝛑 𝒊
𝛑
𝒄𝒐𝒔 ( ) + 𝒊 𝒔𝒆𝒏 ( ) 𝒆 𝟐
𝟐 𝟐
𝑧3 −1 −𝟏 𝟎 𝟏 𝛑 𝒄𝒐𝒔(𝛑) + 𝒊 𝒔𝒆𝒏(𝛑) 𝒆𝒊𝛑
𝑧4 −𝑖 𝟎 −𝟏 𝟏 −𝛑/𝟐 𝛑 𝛑 −𝒊
𝛑
𝒄𝒐𝒔 (− ) + 𝒊 𝒔𝒆𝒏 (− ) 𝒆 𝟐
𝟐 𝟐
𝑧5 1+𝑖 𝟏 𝟏 √𝟐 𝛑/𝟒 𝛑 𝛑 𝒊
𝛑
√𝟐 [𝒄𝒐𝒔 ( ) + 𝒊 𝒔𝒆𝒏 ( )] √𝟐𝒆 𝟒
𝟒 𝟒
𝑧6 −1 − √3𝑖 −𝟏 −√𝟑 𝟐 𝟒𝛑/𝟑 𝟒𝛑 𝟒𝛑 𝒊
𝟒𝛑
𝟐 [𝒄𝒐𝒔 ( ) + 𝒊 𝒔𝒆𝒏 ( )] 𝟐𝒆 𝟑
𝟑 𝟑
𝑧7 −√3 + 𝑖 −√𝟑 𝟏 𝟐 𝟓𝛑/𝟔 𝟓𝛑 𝟓𝛑 𝒊
𝟓𝛑
𝟐 [𝒄𝒐𝒔 ( ) + 𝒊 𝒔𝒆𝒏 ( )] 𝟐𝒆 𝟔
𝟔 𝟔
𝑧8 1−𝑖 𝟏 −𝟏 √𝟐 −𝛑/𝟒 𝛑 𝛑 −𝒊
𝛑
√𝟐 [𝒄𝒐𝒔 (− ) + 𝒊 𝒔𝒆𝒏 (− )] √𝟐𝒆 𝟒
𝟒 𝟒

44
Operazioni Possibili con i numeri Complessi
Coordinate Cartesiane Coordinate polari
𝒂 ;𝒃 |𝒛| ; 𝛉
Somma e Reale con reale, NO
sottrazione Immaginario con Immaginario

Prodotto Algebra I moduli si moltiplicano


Ricorda che 𝑖 2 = −1 Gli angoli si sommano
Divisione Razionalizza con il coniugato del I moduli si dividono
denominatore Gli angoli si sottraggono
Elevamento a Solo le potenze semplici I moduli si elevano alla n
potenza e quelle qualunque di i Gli angoli si moltiplicano per n
NO Al modulo si applica la radice n-esima
Radice Nascono n angoli, dividendo l’angolo di
partenza (con periodicità) per n
Modulo Pitagora tra reale e immaginario Si legge

Coniugato La 𝑖 diventa −𝑖 La 𝑖 diventa −𝑖

45
I LIMITI
Minoranti, Maggioranti; Estremi Inferiore e Superiore, Minimo e Massimo
Nell’insieme 𝑅 ∗ = 𝑅 ∪ {±∞} in un insieme A (sottoinsieme di 𝑅 ∗ )possono essere definiti:
INSIEME DEI INSIEME DEI MINIMO MASSIMO ESTREMO ESTREMO
MINORANTI MAGGIORANTI INFERIORE SUPERIORE
SIMBOLO 𝒎(𝑨) 𝑴(𝑨) 𝒎𝒊𝒏(𝑨) 𝑴𝒂𝒙(𝑨) 𝑰𝒏𝒇(𝑨) 𝑺𝒖𝒑(𝑨)
DEFINIZIONE Insieme dei numeri Insieme dei numeri Elemento di A e Elemento di A e Massimo dei Minimo dei
DELLE minori o uguali a TUTTI i maggiori o uguali a minorante di A (non maggiorante di A minoranti di A maggioranti di A
STRUTTURE numeri dell’insieme A TUTTI i numeri è detto esista) (non è detto esista)
dell’insieme A
(−∞, +∞) {−∞} {+∞} NON ESISTE NON ESISTE −∞ +∞
ILLIMITATO
(−∞, −3) {−∞} [−3, +∞) ∪ {+∞} NON ESISTE NON ESISTE −∞ −3
ILLIMITATO
INFERIORMENTE
(−∞, −3] {−∞} [−3, +∞) ∪ {+∞} NON ESISTE −3 −∞ −3
ILLIMITATO
INFERIORMENTE
(5, +∞) {−∞} ∪ (−∞, 5] {+∞} NON ESISTE NON ESISTE 5 +∞
ILLIMITATO
SUPERIORMENTE
[5, +∞) {−∞} ∪ (−∞, 5] {+∞} 5 NON ESISTE 5 +∞
ILLIMITATO
SUPERIORMENTE
(−5, −2) {−∞} ∪ (−∞, −5] [−2, +∞) ∪ {+∞} NON ESISTE NON ESISTE −5 −2
LIMITATO
[−5, −2] {−∞} ∪ (−∞, −5] [−2, +∞) ∪ {+∞} −5 −2 −5 −2
LIMITATO
[−5, −2) {−∞} ∪ (−∞, −5] [−2, +∞) ∪ {+∞} −5 NON ESISTE −5 −2
LIMITATO
(−5, −2] {−∞} ∪ (−∞, −5] [−2, +∞) ∪ {+∞} NON ESISTE −2 −5 −2
LIMITATO
(−∞, 1) ∪ [4, +∞) {−∞} {+∞} NON ESISTE NON ESISTE −∞ +∞
ILLIMITATO
DAI LIMITI AL GRAFICO
lim 𝑓(𝑥) = 𝒍
𝑥→𝒙𝟎
   𝑳𝒊𝒎𝒊𝒕𝒆 𝒍
   𝒍 𝑭𝒊𝒏𝒊𝒕𝒐 𝒍 𝑰𝒏𝒇𝒊𝒏𝒊𝒕𝒐
  
𝒍−  𝒍+  −∞ +∞
    
𝒙−
𝒐
𝒙𝟎 𝑭𝒊𝒏𝒊𝒕𝒐
𝑷. 𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝑨𝒄𝒄𝒖𝒎𝒖𝒍𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒙𝟎 

    

𝒙+
𝒐

    
−∞
𝒙𝟎 𝑰𝒏𝒇𝒊𝒏𝒊𝒕𝒐

    

+∞

48
ASINTOTI: La definizione con i limiti
ETIMOLOGIA: a-syn-piptein (che non si incontra)

TIPO DI ASINTOTO ORIZZONTALE VERTICALE OBLIQUO


lim 𝑓 (𝑥 ) = ∞
𝑥→∞

Esiste quando:
(con 𝒙𝟎 punto di
𝑓(𝑥 )
𝒎 = lim
accumulazione sulle 𝒙 𝑥→∞ 𝑥
lim 𝑓(𝑥) = 𝒍 lim 𝑓(𝑥) = ∞
e con 𝑥→∞ 𝑥→𝒙𝟎 𝑐𝑜𝑛 𝒎 𝐹𝐼𝑁𝐼𝑇𝑂
𝒍 limite sulle 𝒚)
𝒒 = 𝑙𝑖𝑚 𝑓(𝑥 ) − 𝒎𝑥
𝑥→∞
{ 𝑐𝑜𝑛 𝒒 𝐹𝐼𝑁𝐼𝑇𝑂

Equazione 𝑦=𝒍 𝑥 = 𝒙𝟎 𝑦 = 𝒎𝑥 + 𝒒
dell’ Asintoto
Esempio Grafico
di funzione con
asintoto

49
IL CONCETTO DI INTORNO
𝐶𝑜𝑛 𝛿 > 0 𝑒 𝑀 > 0
Tipo di intorno Notazione Scrittura ad intervallo Scrittura con la x Visione grafica
Intorno
completo di 𝑥0 𝐼𝐶 (𝑥0) (𝑥0 − 𝛿1 , 𝑥0 + 𝛿2) 𝑥0 − 𝛿 1 < 𝑥 < 𝑥0 + 𝛿 2
𝑥0
Intorno sinistro
di 𝑥0 𝐼𝑆 (𝑥0) (𝑥0 − 𝛿 , 𝑥0) 𝑥0 − 𝛿 < 𝑥 < 𝑥0
𝑥0
Intorno destro
di 𝑥0 𝐼𝐷(𝑥0) (𝑥0, 𝑥0 + 𝛿) 𝑥0 < 𝑥 < 𝑥0 + 𝛿
𝑥0
Intorno di meno
Infinito 𝐼(−∞) (−∞, −𝑀) 𝑥 < −𝑀

Intorno di più
Infinito 𝐼(+∞) (M,+∞) 𝑥>𝑀

Intorno di
Infinito 𝐼(∞) (−∞, −𝑀1) ∪ (𝑀2, +∞) 𝑥 < −𝑀1 𝑣 𝑥 > 𝑀2

50
Le 7 FORME INDETERMINATE
0 ∞
+∞−∞ 0⋅∞ 00 1∞ ∞0
0 ∞
ALGEBRA DEI LIMITI
𝑆𝑜𝑚𝑚𝑎 𝒏 0 +∞ −∞
𝒎 𝒎+𝒏 𝒎 +∞ −∞
𝟎 𝟎 +∞ −∞
+∞ +∞ 𝑰𝑵𝑫
−∞ −∞

Prodotto = 𝒏 ⋅ 𝒅 𝒅 𝟎 ∞
n e d non tendono a 0
𝒏 𝒏⋅𝒅 𝟎 ∞
𝟎 𝟎 𝑰𝑵𝑫
∞ ∞
“Con il Prodotto 0 𝑒 ∞ impongono il loro valore”
𝑵𝒖𝒎𝒆𝒓𝒂𝒕𝒐𝒓𝒆
𝐷𝑖𝑣𝑖𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 =
𝑫𝒆𝒏𝒐𝒎𝒊𝒏𝒂𝒕𝒐𝒓𝒆
n e d non tendono a 0
𝑫𝒆𝒏𝒐𝒎𝒊𝒏𝒂𝒕𝒐𝒓𝒆 𝒅 𝟎 ∞
𝑵𝒖𝒎𝒆𝒓𝒂𝒕𝒐𝒓𝒆

𝒏 𝒏/𝒅 ∞ 𝟎
𝟎 𝟎 𝑰𝑵𝑫 𝟎
∞ ∞ ∞ 𝑰𝑵𝑫
“ Se a Numeratore, 0 𝑒 ∞ impongono il loro valore,
se a Denominatore impongono l’uno l’altro”
𝐸𝑠𝑝𝑜𝑛𝑒𝑛𝑧𝑖𝑎𝑙𝑒 ∶ 𝒃𝒆𝒙𝒑
exp(Esponente)
𝒃 (Base)
𝒏 𝟎 +∞ −∞
1 1 1 𝑰𝑵𝑫 𝑰𝑵𝑫

𝑏>1 𝒃𝒏 𝟏 +∞ 𝟎+
𝑠𝑒 0 < 𝑏 < 1
[ 1 𝑥
( 2) → 2−𝑥 ]

0+ 𝟎+ 𝑰𝑵𝑫 𝟎+ +∞
+∞ +∞ 𝑰𝑵𝑫 +∞ 𝟎+

𝐿𝑜𝑔𝑎𝑟𝑖𝑡𝑚𝑜: log 𝒃 (𝑨𝑹𝑮)


ARG(Argomento)
𝒃 (Base) −∞ 𝟎− 𝟎+ 𝟏 +∞
𝒃>𝟏 𝑵𝑶𝑵 𝑵𝑶𝑵 −∞ 𝟎 +∞
𝑬𝑺𝑰𝑺𝑻𝑬 𝑬𝑺𝑰𝑺𝑻𝑬

𝒔𝒆 𝟎 < 𝒃 < 𝟏
[ 𝐥𝐨𝐠 𝟏 (𝒙) → − 𝐥𝐨𝐠 (𝒙) ]
𝟐
𝟐

𝑇𝑟𝑖𝑔𝑜𝑛𝑜𝑚𝑒𝑡𝑟𝑖𝑎
sin(∞) → −1 ≤ 𝑙 ≤ 1 → 𝑞𝑢𝑖𝑛𝑑𝑖 𝑠𝑒 𝑖𝑠𝑜𝑙𝑎𝑡𝑜 𝑁𝑂𝑁 𝐸𝑆𝐼𝑆𝑇𝐸
cos(∞) → −1 ≤ 𝑙 ≤ 1 → 𝑞𝑢𝑖𝑛𝑑𝑖 𝑠𝑒 𝑖𝑠𝑜𝑙𝑎𝑡𝑜 𝑁𝑂𝑁 𝐸𝑆𝐼𝑆𝑇𝐸
𝜋− 𝜋+
tan ( + 𝑘𝜋) → +∞ tan ( + 𝑘𝜋) → −∞
2 2
𝜋+ 𝜋−
arctan(−∞) → − arctan(+∞) →
2 2
52
LIMITI NOTEVOLI CON CONFRONTI ASINTOTICI
FUNZIONI INFINITESIME DI ⎕INFINITESIMI

𝑐𝑜𝑛 ⎕ → 0 (N.B. solo se ⎕ è un infinitesimo)


o POTENZE
𝑛
(1 + ⎕) − 1 ≈ 𝑛 ⋅ ⎕

o GONIOMETRICHE
sin(⎕) ≈ ⎕ arcsin(⎕) ≈ ⎕
tan(⎕) ≈ ⎕ arctan(⎕) ≈ ⎕
2

1 − cos(⎕) ≈
2

o ESPONENZIALI

𝑎⎕ − 1 ≈ ⎕ ⋅ ln(𝑎) 𝑒⎕ − 1 ≈ ⎕

o LOGARITMI
log 𝑎 (1 + ⎕) ≈ ⎕ ⋅ log 𝑎 (𝑒) 𝑙𝑛(1 + ⎕) ≈ ⎕

53
INFINITESIMI e INFINITI

INFINITESIMI INFINITI
Una funzione 𝑓 , per x che tende al è un Infinitesimo se: è un Infinito se:
punto di accumulazione 𝑥0 : lim 𝑓(𝑥) = 0 lim 𝑓(𝑥) = ∞
𝑥→𝑥𝑜 𝑥→𝑥𝑜
Con 𝑡 → 0 Con 𝑡 → ∞
Attraverso una sostituzione 𝜶 𝜶
(in t) è possibile approssimare la 𝜷⋅𝒕 𝜷⋅𝒕
funzione alla con 𝛽 ≠ 0 con 𝛽 ≠ 0
PARTE PRINCIPALE 𝛼>0 𝛼>0

Dove 𝛼 è l’ordine di INFINITESIMO INFINITO


INFINITESIME INFINITE

𝛽1 𝑡 𝛼1 𝛽1 𝑡 𝛼1
lim = lim =
𝑡→0 𝛽2 𝑡 𝛼2 𝑡→∞ 𝛽2 𝑡 𝛼2
IL LIMITE RAPPORTO
TRA DUE FUNZIONI 0 𝑠𝑒 𝛼1 > 𝛼2 ∞ 𝑠𝑒 𝛼1 > 𝛼2
𝛽1 𝛽1
{ 𝑠𝑒 𝛼1 = 𝛼2 { 𝑠𝑒 𝛼1 = 𝛼2
𝛽2 𝛽2
∞ 𝑠𝑒 𝛼1 > 𝛼2 0 𝑠𝑒 𝛼1 > 𝛼2

NELLA SOMMA ALGEBRICA TRA FUNZIONI


INFINITESIME / INFINITE LA PARTE MINORE MAGGIORE
PRINCIPALE DIVENTA QUELLO CON
L’ORDINE :

54
DERIVATE

55
DEFINIZIONE OPERATIVA DI DERIVATA DELLA FUNZIONE
𝑑𝒇 𝒇(𝑥 + ℎ) − 𝒇(𝑥)
𝒇′(𝑥) ≝ ≝ 𝑙𝑖𝑚
𝑑𝑥 ℎ→0 ℎ
 𝒇′ (𝑥) è la derivata di 𝒇(𝑥)
 𝒇(𝑥 + ℎ) è l’immagine di 𝑥 + ℎ
 𝒇(𝑥) è l’immagine di 𝑥
 𝑑𝑥 è pari a ℎ solo se ℎ → 0, in questo caso è l’incremento infinitesimo lungo le x
 𝑑𝒇 è pari a 𝒇(𝑥 + ℎ) − 𝒇(𝑥) 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑠𝑒 ℎ → 0, è l’incremento infinitesima della funzione, in seguito alla variazione infinitesima della x

LA DERIVATA di 𝒇
Rapporto tra incrementi: Infinitesimi Finiti
𝑑𝒇 𝒇(𝑥 + ℎ) − 𝒇(𝑥) Δ𝒇 𝒇(𝑥𝐵 ) − 𝒇(𝑥𝐴 )
Definizione matematica 𝒇′ = = 𝑙𝑖𝑚 =
𝑑𝑥 ℎ→0 ℎ Δ𝑥 𝑥𝐵 − 𝑥𝐴
Valutazione della funzione in 1 punto di ascissa x 2 punti di ascissa 𝑥𝐴 𝑒 𝑥𝐵
Visione geometrica:
il rapporto incrementale corrisponde al Tangente alla funzione in x Secante la funzione in 𝑥𝐴 𝑒 𝑥𝐵
coefficiente angolare della retta

Esempio grafico
Visione fisica: 𝑑𝒔 𝒔(𝑡 + 𝑑𝑡) − 𝒔(𝑡) Δ𝒔 𝒔(𝑡𝐵 ) − 𝒔(𝑡𝐴 )
se la funzione f(x) è la legge oraria s(t)… 𝑣𝐼𝑆𝑇 (𝑡) = 𝒔′ = = 𝑙𝑖𝑚 𝑣𝑀 = =
𝑑𝑡 ℎ→0 𝑑𝑡 Δ𝑡 𝑡𝐵 − 𝑡𝐴
… Il rapporto degli incrementi corrisponde Alla Velocità istantanea all’istante t Alla Velocità media tra gli istanti
𝑡𝐴 𝑒 𝑡𝐵

56
CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ DI UNA FUNZIONE IN UN PUNTO
La funzione deve essere definita almeno in un intorno di 𝒙𝟎

o Continuità di una funzione in un punto:


Una funzione è continua in 𝒙𝟎 se

lim 𝒇(𝑥) = 𝒇(𝒙𝟎 ) o in modo equivalente se lim 𝒇(𝒙𝟎 + ℎ) = 𝒇(𝒙𝟎 ) e quindi lim [𝒇(𝒙𝟎 + ℎ) − 𝒇(𝒙𝟎 )] = 0
𝑥→𝒙𝟎 ℎ→0 ℎ→0

o Derivabilità di una funzione in un punto:


Una funzione è derivabile in 𝒙𝟎 se il limite:

[𝒇(𝒙𝟎 + ℎ) − 𝒇(𝒙𝟎 )]
lim 𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒 𝑒𝑑 è 𝑓𝑖𝑛𝑖𝑡𝑜.
ℎ→0 ℎ
 Se il limite esiste deve essere unico, quindi in un punto non possono esserci due rette tangenti nello stesso punto
 Se il limite è finito, la tangente non può essere verticale

o Continuità e derivabilità
 Se una funzione è continua in un punto non è detto sia derivabile in quel punto (vedi valore assoluto)
 Se una funzione è derivabile in un punto è SEMPRE continua in quel punto
 Se una funzione non è continua in un punto NON E’ MAI derivabile in quel punto (Contronominale della precedente affermazione)Se una
funzione non è derivabile in un punto potrebbe essere continua in quel punto (in questo caso si classificano i punti di non derivabilità)
oppure no (quindi ho punti di discontinuità/singolarità e non ha senso classificare i punti di non derivabilità).

57
PUNTI DI NON DERIVABILITA’
Definizione
 UN PUNTO DI NON DERIVABILITA’ è un PUNTO DI CONTINUITA’ in cui la funzione NON E’ DERIVABILE (cioè dove derivata destra e sinistra
sono diverse tra loro o non sono finite, o in modo equivalente non esiste una tangente unica o, se esiste unica, è verticale nel punto studiato).
Quindi un punto di discontinuità/singolarità non deve essere discusso come punto di non derivabilità.

Come si trovano i punti non derivabilità?


Si studiano i punti che non appartengono al dominio della derivata che però sono di continuità per 𝑓(𝑥).

Se la funzione è definita a tratti (quasi sempre), si studiano ANCHE i ponti di raccordo. Se questi punti sono di continuità, si procede per
studiare la loro derivabilità (o meno, e quindi classificandoli)

Classificazione dei punti di non derivabilità


Punto Angoloso Cuspide Flesso a tangente
verticale
Una volta calcolate la Diverse tra loro dove almeno Entrambe infinite discordi Entrambe infinite concordi
derivata destra e una delle due è finita
sinistra in 𝑥0 , esse
risultano:
Le tangenti sx e dx sono diverse, La tangente esiste unica La tangente esiste unica
Dal punto di vista della quindi si può calcolare l’angolo ma è verticale ma è verticale
tangente : tra di loro, non esiste una
tangente nel punto

58
Punto Angoloso Cuspide Flesso a tangente
orizzontale
Esempi Analitici di
funzioni continue e 3
non derivabili in 𝑓(𝑥 ) = |𝑥 − 2| 𝑓(𝑥 ) = √|𝑥 − 2| 𝑓 (𝑥 ) = √𝑥 − 2
𝑥0 = 2

Esempi Grafici
corrispondenti agli
esempi analitici

59
REGOLE DI DERIVAZIONE
NOTA BENE: (ricorda le parentesi,𝒇𝑒 𝒈 sono funzioni derivabili e 𝒄, 𝒎, 𝒒, 𝒂, 𝒏 sono numeri reali)

(𝒇 ± 𝒈)′ = (𝒇)′ ± (𝒈)′ DERIVATA DELLA SOMMA

(𝒇 ⋅ 𝒈)′ = (𝒇)′ (𝒈) + (𝒇)(𝒈)′ DERIVATA DEL PRODOTTO

𝒇 ′ (𝒇)′ (𝒈)−(𝒇)(𝒈)′
( ) = (𝒈)𝟐
DERIVATA DEL QUOZIENTE
𝒈

FURBATE – DERIVATE IMMEDIATE


(𝒄𝒇)′ = 𝒄(𝒇)′ DERIVATA TRA COSTANTE MOLTIPLICATIVA E FUNZIONE

𝒙′ = 𝟏 LA DERIVATA DI x E’ UGUALE A UNO

𝒄′ = 𝟎 LA DERIVATA DI UNA COSTANTE E’ UGUALE A ZERO

(𝒎𝒙 + 𝒒)′ = 𝒎 LA DERIVATA DI UNA RETTA E’ IL SUO COEFFICIENTE ANGOLARE

DERIVATA DELLA POTENZA DI FUNZIONI (ricorda le potenze negative e le radici…)

[(𝒇)𝒏 ]′ = 𝒏 ⋅ (𝒇)𝒏−𝟏 ⋅ (𝒇)′

DERIVATA DI FUNZIONI ESPONENZIALI


(𝒂𝒇 )′ = 𝒂𝒇 ⋅ 𝒍𝒏 (𝒂) ⋅ (𝒇)′ (𝒆𝒇 )′ = 𝒆𝒇 ⋅ (𝒇)′

DERIVATA DI FUNZIONI LOGARITMICHE


′ 𝒇′ ′ 𝒇′
(𝒍𝒐𝒈𝒂 (𝒇)) = ⋅ 𝒍𝒐𝒈𝒂 (𝒆) (𝒍𝒏(𝒇)) =
𝒇 𝒇

DERIVATA DI FUNZIONI GONIOMETRICHE


′ ′
(𝒔𝒊𝒏(𝒇)) = 𝒄𝒐𝒔(𝒇) ⋅ (𝒇)′ (𝒄𝒐𝒔(𝒇)) = −𝒔𝒊𝒏(𝒇) ⋅ (𝒇)′
(𝒇)′ (𝒇)′
(𝒕𝒂𝒏(𝒇))′ = (𝒄𝒐𝒕𝒂𝒏(𝒇))′ = −
𝐜𝐨𝐬𝟐 (𝒇) 𝟐
𝐬𝐢𝐧 (𝒇)
(𝒇)′
(𝒂𝒓𝒄𝒕𝒂𝒏(𝒇))′ = = −(𝒂𝒓𝒄𝒄𝒐𝒕𝒂𝒏(𝒇))′
𝟏 + 𝒇𝟐
(𝒇)′ ′
(𝒂𝒓𝒄𝒔𝒊𝒏(𝒇))′ = = −(𝒂𝒓𝒄𝒄𝒐𝒔(𝒇))
√𝟏 − 𝒇 𝟐
EQUAZIONI DIFFERENZIALI

61
SOLUZIONI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI UTILI PER LA FISICA

Tipo di EQUAZIONE
Equazione DIFFERENZIALE SOLUZIONE DELL’EQUAZIONE APPLICAZIONI IN
Differenziale (da mettere in DIFFERENZIALE FISICA
questa forma)
Circuiti RL, RC,
𝑑𝑓 Velocità limite,
−𝑡/𝝉
1°ORDINE 𝝉 + 𝑓 = 𝑓𝐿𝐼𝑀 𝑓(𝑡) = 𝑓0 𝑒 + 𝑓𝐿𝐼𝑀 (1 − 𝑒 −𝑡/𝝉 ) Sbarretta in
𝑑𝑡 movimento in campo
magnetico

Sistemi oscillanti:
𝑑2 𝑓 2 𝑓(𝑡) = 𝐴 𝑠𝑖𝑛(𝜔𝑡 + 𝜙)
2°ORDINE + 𝜔 𝑓=0 Sistema Massa-molla
𝑑𝑡 2 Circuito LC
Andamenti Esponenziali con Tempi Caratteristici
𝑡

𝑓(𝑡) = 𝑓0 ⋅ 𝑒 𝜏

Unità di tempo in Percentuale del


tempi caratteristici valore iniziale 𝑓0
(𝜏)
0𝜏 100%
1𝜏 36.8%
2𝜏 13.5%
3𝜏 5.0%
4𝜏 1.8%
5𝜏 0.67%
6𝜏 0.25%
7𝜏 0.09%
8𝜏 0.034%
9𝜏 0.012%
10 𝜏 0.0045%
→∞𝜏 → 0+

63
𝑡

𝑓 (𝑡) = 𝑓𝐿𝐼𝑀 (1 − 𝑒 𝜏 )

Unità di tempo in tempi Percentuale del


caratteristici (𝜏) valore limite finale 𝑓𝐿𝐼𝑀
0𝜏 0%
1𝜏 63.2%
2𝜏 86.5%
3𝜏 95.0%
4𝜏 98.1%
5𝜏 99.3%
6𝜏 99.75%
7𝜏 99.91%
8𝜏 99.966%
9𝜏 99.988%
10 𝜏 99.995%
→∞𝜏 → 100%

64
Calcolo Combinatorio
NOTA BENE: 0! = 1 (𝑛0 ) = 1 (1𝑛 ) = 𝑛 (𝑛𝑛 ) = 1

Permutazioni Combinazioni semplici Disposizioni semplici


(anagrammi) ( gli elementi non si ripetono) (gli elementi non si ripetere)
Simbolo 𝑃𝑛 𝐶𝒏,𝒌 𝐷𝒏,𝒌
𝑛! 𝒏! 𝒏!
Formula (𝒏𝒌 ) =
𝑟1 ! ⋅ 𝑟2 ! ⋅ 𝑟3 ! 𝒌! (𝒏 − 𝒌)! (𝒏 − 𝒌)!
Il numero di gruppi di 𝒌 elementi con Il numero di gruppi di 𝒌 elementi con
ì Il numero di anagrammi di n 𝒏 elementi disponibili. n elementi disponibili.
Cosa contano? elementi dove ogni elemento è All’interno di ogni gruppo All’interno di ogni gruppo
presente r volte. NON CONTA l’ordine. CONTA l’ordine

Anagrammi della parola Occhio Numero di foto di coppia di una classe con Numero di podii con 5 concorrenti
26 studenti
Esempio 6! 26! 5!
= 60 𝐶26,2 = (26
2 )= = 325 𝐷5,3 = = 60
2! 2! 1! 1! 2! 24! 2!

65
Il triangolo di Tartaglia è fatto da Combinazioni semplici!
𝐶𝒏,𝒌 𝒌
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0 1
1 1 1
2 1 2 1
3 1 3 3 1
4 1 4 6 4 1 1
𝒏 5 1 5 10 10 5 1 1
6 1 6 15 20 15 6 1
7 1 7 21 35 35 21 7 1
8 1 8 28 56 70 56 28 8 1
9 1 9 36 84 126 126 84 36 9 1
10 1 10 45 120 210 252 210 120 45 10 1

66
Binomio di Newton
(𝑥 + 𝑦)10 = 𝑥 10 + 𝑦10
(𝑥 + 𝑦)2 = 𝑥 2 + 2𝑥𝑦 + 𝑦 2
(𝑥 + 𝑦)3 = 1𝑥 3 ⋅ 𝑦 0 + 3𝑥 2 ⋅ 𝑦1 + 3𝑥 1 ⋅ 𝑦 2 + 1𝑦 3
𝒌=𝒏

(𝒙 + 𝒚)𝒏 = ∑ 𝐶𝒏,𝒌 (𝒙)𝒌 (𝒚)𝒏−𝒌


𝒌=0
Esempio
𝑘=5

(𝑥 − 2)5 = ∑ 𝐶5,𝑘 (𝑥 )𝑘 (−2)5−𝑘


𝑘=0

𝑥→𝑥 𝑦 → −2 𝑛→5

𝐶5,0 (𝑥)0 (−2)5−0 + 𝐶5,1 (𝑥)1 (−2)5−1 + 𝐶5,2 (𝑥)2 (−2)5−2 + 𝐶5,3 (𝑥)3 (−2)5−3 + 𝐶5,4 (𝑥)4 (−2)5−4 + 𝐶5,5 (𝑥)5 (−2)5−5

(1)(1)(−32) + (5)(𝑥)(16) + (10)(𝑥 2 )(−8) + (10)(𝑥)3 (+4) + 5 𝑥 4 (−1) + 1 (𝑥 5 )(1)


−32 + 80𝑥 − 80𝑥 2 + 40𝑥 3 − 5𝑥 4 + 𝑥5

67
FISICA
LA NOTAZIONE SCIENTIFICA

69
PROPRIETÀ CON LE POTENZE DEL 10
𝑃𝑅𝑂𝐷𝑂𝑇𝑇𝑂 𝐷𝐼 𝑃𝑂𝑇𝐸𝑁𝑍𝐸 → 𝑆𝑂𝑀𝑀𝐴 𝐷𝐸𝐺𝐿𝐼 𝐸𝑆𝑃𝑂𝑁𝐸𝑁𝑇𝐼 →

10𝒂 ⋅ 10𝑏 = 10𝒂+𝑏


𝑄𝑈𝑂𝑍𝐼𝐸𝑁𝑇𝐸 𝐷𝐼 𝑃𝑂𝑇𝐸𝑁𝑍𝐸 → 𝐷𝐼𝐹𝐹𝐸𝑅𝐸𝑁𝑍𝐴 𝑇𝑅𝐴 𝐺𝐿𝐼 𝐸𝑆𝑃𝑂𝑁𝐸𝑁𝑇𝐼

10𝒂 𝒂−𝒃
= 10
10𝒃
𝑃𝑂𝑇𝐸𝑁𝑍𝐴 𝐷𝐼 𝑃𝑂𝑇𝐸𝑁𝑍𝐴 → 𝑃𝑅𝑂𝐷𝑂𝑇𝑇𝑂 𝑇𝑅𝐴 𝐺𝐿𝐼 𝐸𝑆𝑃𝑂𝑁𝐸𝑁𝑇𝐼

(10𝒂 )𝒃 = 10𝒂⋅𝒃
10−3
 = 106
10−9
NOTA BENE!
 100 = 1

 102 ⋅ 103 = 105

10−3
 𝑛𝑜𝑛 𝑓𝑎 10−6
10−9

70
LE POTENZE DEL DIECI CON LETTERE RELATIVE

Lettera
𝒀 𝒁 𝑬 𝑷 𝑻 𝑮 𝑴 𝑲 𝒉 𝒅𝒂
Significato 𝒀𝑶𝑻𝑻𝑨 𝒁𝑬𝑻𝑻𝑨 𝑬𝑿𝑨 𝑷𝑬𝑻𝑨 𝑻𝑬𝑹𝑨 𝑮𝑰𝑮𝑨 𝑴𝑬𝑮𝑨 𝑪𝑯𝑰𝑳𝑶 𝑬𝑻𝑻𝑶 𝑫𝑬𝑪𝑨
Ordine di 𝟏𝟎𝟐𝟒 𝟏𝟎𝟐𝟏 𝟏𝟎𝟏𝟖 𝟏𝟎𝟏𝟓 𝟏𝟎𝟏𝟐 𝟏𝟎𝟗 𝟏𝟎𝟔 𝟏𝟎𝟑 𝟏𝟎𝟐 𝟏𝟎𝟏 𝟏𝟎𝟎
grandezza
Valore 𝒒𝒖𝒂𝒅𝒓𝒊𝒍𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒕𝒓𝒊𝒍𝒊𝒂𝒓𝒅𝒐 𝒕𝒓𝒊𝒍𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒃𝒊𝒍𝒊𝒂𝒓𝒅𝒐 𝒃𝒊𝒍𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒎𝒊𝒍𝒊𝒂𝒓𝒅𝒐 𝒎𝒊𝒍𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒎𝒊𝒍𝒍𝒆 𝒄𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒅𝒊𝒆𝒄𝒊 𝒖𝒏𝒐

Lettera
𝒅 𝒄 𝒎 𝝁 𝒏 𝒑 𝒇 𝒂 𝒛 𝒚
Significato 𝑫𝑬𝑪𝑰 𝑪𝑬𝑵𝑻𝑰 𝑴𝑰𝑳𝑳𝑰 𝑴𝑰𝑪𝑹𝑶 𝑵𝑨𝑵𝑶 𝑷𝑰𝑪𝑶 𝑭𝑬𝑴𝑻𝑶 𝑨𝑻𝑻𝑶 𝒁𝑬𝑷𝑻𝑶 𝒀𝑶𝑪𝑻𝑶

Ordine di 𝟏𝟎𝟎 𝟏𝟎−𝟏 𝟏𝟎−𝟐 𝟏𝟎−𝟑 𝟏𝟎−𝟔 𝟏𝟎−𝟗 𝟏𝟎−𝟏𝟐 𝟏𝟎−𝟏𝟓 𝟏𝟎−𝟏𝟖 𝟏𝟎−𝟐𝟏 𝟏𝟎−𝟐𝟒
grandezza
Valore 𝒖𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒄𝒊𝒎𝒐 𝒄𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒎𝒊𝒍𝒍𝒆 − 𝒎𝒊𝒍𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒎𝒊𝒍𝒊𝒂𝒓𝒅𝒆 𝒃𝒊𝒍𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒃𝒊𝒍𝒊𝒂𝒓𝒅𝒆 𝒕𝒓𝒊𝒍𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒕𝒓𝒊𝒍𝒊𝒂𝒓𝒅𝒆 𝒒𝒖𝒂𝒅𝒓𝒊𝒍𝒊𝒐𝒏𝒆
− 𝒔𝒊𝒎𝒐 𝒔𝒊𝒎𝒐 − 𝒔𝒊𝒎𝒐 − 𝒔𝒊𝒎𝒐 − 𝒔𝒊𝒎𝒐 − 𝒔𝒊𝒎𝒐 − 𝒔𝒊𝒎𝒐 − 𝒔𝒊𝒎𝒐 − 𝒔𝒊𝒎𝒐

DALL’INFINITAMENTE PICCOLO ALL’INFINITAMENTE GRANDE!


ESERCIZI
LA FORMA DELLA NOTAZIONE SCIENTIFICA
Modo semplice per scrivere numeri molto piccoli e molto grandi con una notazione comune, usando le
potenze del dieci. La forma è la seguente:

± 𝒎 ⋅ 10𝒏
𝒎 è 𝑢𝑛 𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑒 𝒏 è 𝑢𝑛 𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑜
𝟏 ≤ 𝒎 < 10 𝒏 può essere positivo, negativo o nullo

NOTA BENE!
 -3.57⋅ 10−3 è scritto in notazione scientificacon 𝑚 = 3.57 e 𝑛 = −2
 m è un numero positivo

 1 non è un numero scritto in notazione scientifica, sarebbe 1 ⋅ 100




COME SCRIVERE UN NUMERO IN NOTAZIONE SCIENTIFICA
PROCEDIMENTO

1a) Se il numero è grande (rispetto all’unità) → l’esponente 𝒏 è positivo


1b) Se il numero è piccolo (rispetto all’unità) → l’esponente 𝒏 è negativo
2) 𝒏 è uguale al numero di salti che devo fare partendo dalla virgola per
ottenere un numero con la forma di 𝒎, cioè compreso tra 1 e 10.
3) Conoscendo il segno di 𝒏,i valori di 𝒏 e 𝒎 → scrivo il numero in
notazione scientifica

NOTA BENE!

VideoLezione

73
L’ORDINE DI GRANDEZZA DI UN NUMERO
L’ordine di grandezza è la potenza del dieci che meglio approssima un numero.

PROCEDIMENTO 1) Scrivo il numero in forma scientifica: ± 𝒎 ⋅ 10𝒏


10𝒏 𝑠𝑒 1 ≤ 𝒎 < 5
2) L’ordine di grandezza è

10𝒏+𝟏 𝑠𝑒 5 ≤ 𝒎 < 10

VideoLezione
Esercizi

74
OPERAZIONI CON NUMERI SCRITTI IN NOTAZIONE
SCIENTIFICA
NOTA BENE!
 Con il prodotto e la divisione si usano le proprietà delle potenze.
 Con somma e differenza si trasformano le potenze più
grandi nella potenza del 10 più piccola (nel video la mela)

 Con la somma e la differenza non esistono proprietà delle potenze


 Fino a quando non ho un solo numeratore e un solo denominatore
non posso semplificare tra i numeratori e i denominatori!

VideoLezione (Parte 1)
VideoLezione (Parte 2)
ESERCIZI

75
LE 7 GRANDEZZE FISICHE FONDAMENTALI

NOME NOTAZIONE NOME


GRANDEZZA FISICA UNITA’ DI MISURA UNITA’ DI MISURA

MASSA Kg Chilogrammo
LUNGHEZZA m Metro
TEMPO s Secondo
MOLE mol Mole
INTENSITA’ LUMINOSA cd Candela
CORRENTE A Ampere
TEMPERATURA K Kelvin

NOTA BENE!
 La massa ed il peso sono due grandezze fisiche diverse.
La massa indica la quantità di materia di cui è costituita un corpo. Il peso è
una forza che indica con quanta intensità il corpo è attratto verso il centro
del pianeta in cui si trova. La massa quindi, sulla Terra, sulla Luna e nello
spazio aperto è la stessa, mentre il peso è maggiore sulla Terra rispetto al
peso sulla Luna; nello spazio i corpi non hanno peso (e infatti levitano)
 Il tempo, dal punto di vista delle equivalenze, va trattato in modo diverso
rispetto alle normali equivalenze con le potenze del dieci
 Le moli indicano la quantità di particelle. Una mole corrisponde a 6.02 ⋅
1023 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑐𝑒𝑙𝑙𝑒.
 La corrente indica il flusso di cariche che attraversa un filo.
 L’unità di misura corretta per la temperatura non sono i gradi Celsius,
bensì i Kelvin. Per passare ai Kelvin si usa la seguente relazione: 𝑇(𝐾) =
𝑇(°𝐶) + 273.15.
La particolarità dei Kelvin è che non esistono temperature negative e la
temperatura 𝑇 = 0 𝐾 è irraggiungibile.

76
EQUIVALENZE
PROCEDIMENTO
1)Traduco le lettere in una potenza del dieci sia a Dx sia a Sx
2)Se le unità di misura sono elevate alla seconda l’esponente va
moltiplicato per 2, se le unità di misura sono elevate alla terza
bisogna moltiplicare l’esponente del dieci per tre.
3)Il numero a Sx lo riscrivo a Dx
4)Vicino al numero appena messo moltiplico per dieci alla ???
5) L’esponente da dare al dieci è negativo se l’esponente a Sx è
più piccolo dell’esponente a dx, viceversa è positivo.
6) L’esponente da dare al 10 è il numero di salti per andare dal
primo esponente al secondo
7) Scrivi il risultato in notazione scientifica

FARE VIDEO SPIEGAZIONE

ERRORI FATTI IN VERIFICA

𝑐𝑚 𝑘𝑚
106 𝑔 𝑖𝑛 𝑘𝑔 76 𝑖𝑛 10 𝑛𝑠 𝑖𝑛 𝑚𝑠 0.045 𝑙 𝑖𝑛 𝑚𝑚3
𝑠 ℎ

ESERCIZI
SOLUZIONI

77
o EQUIVALENZE CON LE GRANDEZZE TEMPORALI
Se per i sottomultipli del secondo si usano le solite regole, per i multipli invece:
𝑎 → 𝐴𝑁𝑁𝑂 𝑑 → 𝐺𝐼𝑂𝑅𝑁𝑂 ℎ → 𝑂𝑅𝐴 𝑚𝑖𝑛 → 𝑀𝐼𝑁𝑈𝑇𝑂 𝑠 → 𝑆𝐸𝐶𝑂𝑁𝐷𝑂

1𝑎 = 365𝑑 1𝑑 = 24ℎ 1ℎ = 60𝑚𝑖𝑛 1𝑚𝑖𝑛 = 60𝑠

78
LA DENSITA’

PREREQUISITI
 Saper fare le equivalenze
 Saper scrivere i numeri in notazione scientifica
 Saper calcolare il volume di figure geometriche

QUANDO SI APPLICA?
Quando viene chiesta espressamente la densità di un corpo
Quando si chiede se un corpo galleggia in un fluido
Quando si conosce il tipo di materiale e si conosce o la massa o il suo
volume

LA FORMULA 𝑚
𝑑=
𝐾𝑔
𝑉
𝑑 ( 3 ) → 𝐷𝑒𝑛𝑠𝑖𝑡à
𝑚
𝑚 (𝐾𝑔) → 𝑀𝑎𝑠𝑠𝑎
𝑉 (𝑚3 ) → 𝑉𝑜𝑙𝑢𝑚𝑒

PROCEDIMENTO
1. Converto tutte le quantità nel SI (faccio le equivalenze)
2. Se conosco il materiale, posso calcolare la sua densità
3. Se conosco la forma del materiale, posso calcolare il suo
volume

𝑔
NOTA BENE!  Molte volte le densità sono espresse in 𝑐𝑚3 (FARE EQUIVALENZA)
 Se il volume è espresso in litri ricorda che 1𝑙 = 1 𝑑𝑚3
 In base al principio di Archimede sappiamo che se un corpo è meno
denso del fluido in cui è immerso → il corpo galleggia! (invece se il
corpo è più denso del fluido in cui esso è immerso…affonda!)
 La densità dei corpi dipende da temperatura e da pressione

79
ESERCIZI e DOMANDE
𝑃𝑒𝑠𝑎 𝑑𝑖 𝑝𝑖ù 𝑢𝑛 𝑚3 𝑑𝑖 𝑝𝑎𝑔𝑙𝑖𝑎 𝑜 1 𝑑𝑚3 𝑑𝑖 𝑓𝑒𝑟𝑟𝑜?

VIDEO APPLICAZIONI
o INTRODUZIONE DENSITA’, COME SI MISURA MASSA E VOLUME?
ESPERIMENTI
o IL PRINCIPIO DI ARCHIMEDE
o GIOCA CON LA DENSITA’ (PHET)
o
o

COSTANTI DENSITA’ DENSITA’


𝑲𝒈 𝑲𝒈
MATERIALE ( 𝟑)
𝒎
MATERIALE (
𝒎𝟑
)

SOLIDI LIQUIDI
Alluminio 2700 Acqua 1000
Tutti i valori di densità sono
Argento 10490 Acqua di mare 1025
misurati a 𝑇 = 0 °𝐶, 𝑃 = 1 𝑎𝑡𝑚
Cemento 2700-3000 Alcool (etilico) 806
Ferro 7960 Benzina 680
Ghiaccio 920 Glicerina 1261
Legno (valore medio) 750 Mercurio 13600
Legno di cedro 310-490 Olio d'oliva 920
Legno d'ebano 980 Olio di paraffina 800
Legno d'olmo 540-600
Legno di pino bianco 350-500 GAS
Legno di quercia 600-900 Acetilene 1.17
Nichel 8800 Aria 1.29
Oro 19300 Ammoniaca 0.77
Alluminio 2700 Diossido di carbonio 1.98
Argento 10490 Monossido di carbonio 1.25
Cemento 2700-3000 Elio 0.18
Idrogeno 0.09
Ossigeno 1.43
Ozono 2.14

80
GRAFICI IN FISICA
COME SI LEGGE UN GRAFICO?
COME SI COSTRUISCE UN GRAFICO?
INTERPOLAZIONE ED ESTRAPOLAZIONE
Cose da fare : abbellire con un grafico

81
LEGGI DI PROPORZIONALITA’
PROPORZIONALITA’ Proporzionalità Proporzionalità Dipendenza Proporzionalità
DIRETTA INVERSA LINEARE QUADRATICA
LEGGE 𝒌
(Relazione tra 𝒙 e 𝒚) 𝒚=𝒌𝒙 𝒚= 𝒚=𝒎𝒙+𝒒 𝒚 = 𝒌 𝒙𝟐
𝒙

In un piano RETTA
cartesiano la LEGGE è CRESCENTE IPERBOLE RETTA QUALSIASI PARABOLA
rappresentata da: PASSANTE PER EQUILATERA
L’ORIGINE

RAPPRESENTAZIONE
GRAFICA

𝒚𝑩 − 𝒚𝑨
Come si trovano le 𝒚𝑷 𝒎= 𝒚𝑷
𝒌= 𝒌 = 𝒙𝑷 𝒚𝑷 𝒙𝑩 − 𝒙𝑨 𝒌=
costanti? 𝒙𝑷 (𝒙𝑷 )𝟐
Per ogni punto 𝒒 = 𝒚𝑷 − 𝒎𝒙𝑷
k deve sempre rimanere
costante

Il RAPPORTO
tra 𝒚 e 𝒙 rimane Il PRODOTTO Il RAPPORTO tra
Cosa hanno in comune COSTANTE tra 𝒚 e 𝒙 rimane 𝒚 e 𝒙𝟐 rimane
le 𝒙 e le 𝒚? e uguale a k COSTANTE COSTANTE

VIDEO TEORIA VIDEO VIDEO VIDEO VIDEO

VIDEO ESEMPIO VIDEO VIDEO VIDEO VIDEO

𝒏𝑹𝑻 𝒈 𝟐
ESEMPIO FISICO 𝒎 = 𝒅𝑽 𝑷= 𝒔 = 𝒗 𝒕 + 𝒔𝟎 𝑯= 𝒕
𝑽 𝟐

82
Domande e chiarimenti

1) Definizione di Proporzionalità Diretta

Proporzionalità diretta non significa che al crescere della x cresce la y

Proporzionalità diretta significa che il RAPPORTO tra la y e la sua x rimane costante (ed uguale al valore k).

La proporzionalità si dice Diretta perché al raddoppiarsi della x la y si raddoppia, al dimezzarsi della x la y si


dimezza

In prop. Diretta la retta passa per l’origine perché per x=0, la y=0.

2) Definizione di Proporzionalità Inversa

Proporzionalità inversa non significa che al crescere della x diminuisce la y

Proporzionalità inversa significa che il PRODOTTO tra la y e la sua x rimane costante! (ed uguale a k).

Si chiama Inversa perché al raddoppiare della x, la y si dimezza, al dimezzarsi della x la y si raddoppia, al


triplicarsi della x la y si divide per tre.

3) Rappresentazione grafica della prop.inversa


La curva della prop. inversa non è una parabola
La curva della prop. inversa è un ramo d’iperbole equilatera. All’aumentare di k le iperboli si allontanano
dall’origine.

In un cilindro di volume fisso, al raddoppiare dell’altezza, si dimezza l’area di base e NON il raggio e NON il
diametro.

4) Il coefficiente angolare m nella Dipendenza Lineare

Il coefficiente angolare NON E’ uguale alle y diviso le x (altrimenti sarebbe il valore di k in una proporzionalità
Diretta!).

Il coefficiente angolare si ottiene calcolando il rapporto tra la variazione delle y e la variazione delle x.

In una dipendenza lineare il coefficiente angolare, cioè il rapporto incrementale tra le y e le x rimane
costante.

Due rette con lo stesso m sono parallele


Il coefficiente angolare rappresenta la pendenza, l’inclinazione della retta.

Il coefficiente angolare rappresenta l’aumento delle y quando la x aumenta di 1.

Quando m è positivo la retta è crescente, quando m è negativo la retta è decrescente.

5) Il valore di q nella dipendenza lineare


q è il valore della y quando x=0. Quindi graficamente q è l’intercetta della retta con l’asse delle y

83
I VETTORI

84
GRANDEZZE FISICHE: SCALARI vs VETTORIALI
GRANDEZZA SCALARE s ⃗
VETTORE𝒗
1. Numero con segno: 1. Punto di applicazione:
Esprime il valore numerico Rappresenta il punto in cui viene applicato il vettore,
della grandezza fisica. ad esempio per la forza peso il punto di applicazione è
Può avere valore positivo, il baricentro del corpo.
negativo o nullo. 2. Direzione:
Un esempio è la carica Indica l’inclinazione del vettore:
elettrica: per un protone la è strettamente connessa all’angolo acuto 𝜶
carica è positiva, mentre per il che il vettore forma con l’asse orizzontale.
INDIVIDUATA neutrone è nulla mentre per
3.Verso:
DA: l’elettrone la carica è negativa
Esprime dove si sta dirigendo il vettore. Determina il
segno delle componenti del vettore secondo il seguente
2. Unità di misura: schema dettato dai versori𝑥̂, 𝑦̂ e 𝑧̂
Le unità di riferimento sono
quelle del S.I. Esistono anche +𝑦̂
−𝑥̂ + 𝑥̂ −𝑧̂ + 𝑧̂
grandezze fisiche che non
hanno unità di misura esi
x
−𝑦̂
parla di numeri puri. Un 4.Modulo:
esempio è il coefficiente Esprime l’intensità del vettore: è un numero positivo o
d’attrito. nullo con unità di misura.
Il modulo del vettore𝒗 ⃗|
⃗ si indica con |𝒗

|𝒗
⃗| |𝒗
⃗|
DISEGNO
NESSUNO ⃗
𝒗 ⃗
𝒗
𝜶 𝜶
ESEMPI Massa, Lunghezza, Tempo, Spostamento, Velocità, Accelerazione, Forza,
Temperatura, Densità… Quantità di moto, Momento di una forza…
COME SI 1° MODO) In una parentesi graffa inserisco il valore
SCRIVE LA Con il numero e delle componenti 𝒗𝒙 , 𝒗𝒚 ed eventualmente 𝒗𝒛 .
GRANDEZZA l’unità di misura. 2° METODO) Scrivo il vettore con le componenti e i
̂ ,𝒚
versori 𝒙 ̂ ed eventualmente 𝒛̂
Esempio di un istante Esempio di una velocità in metri al secondo:
ESEMPIO DI temporale t espresso in 𝒗𝒙 = − 𝟒 𝒎/𝒔
COME SI secondi: ⃗ ∶{
𝒗
SCRIVE UN 𝒗𝒚 = +𝟏𝟔 𝒎/𝒔
RISULTATO 𝑡 = 𝟓𝑠 oppure
⃗ = (−𝟒 𝒙
𝒗 ̂) 𝒎/𝒔
̂ + 𝟏𝟔 𝒚

85
SCOMPOSIZIONE E RICOMPOSIZIONE VETTORIALE
La SCOMPOSIZIONE vettoriale permette di trovare le componenti cartesiane di un vettore che giace sul
piano x-y conoscendo modulo, angolo acuto rispetto all’orizzontale e disegno del vettore.

La RICOMPOSIZIONE vettoriale permette invece di trovare modulo e angolo acuto rispetto all’orizzontale
conoscendo il valore delle componenti cartesiane.

𝑆𝐶𝑂𝑀𝑃𝑂𝑆𝐼𝑍𝐼𝑂𝑁𝐸

|𝒗
⃗ |, 𝜶 𝒗𝒙 , 𝒗𝒚

𝑅𝐼𝐶𝑂𝑀𝑃𝑂𝑆𝐼𝑍𝐼𝑂𝑁𝐸

86
o SCOMPOSIZIONE VETTORIALE
PREREQUISITI
 Sapere la differenza tra grandezze vettoriale e scalari
 Sapere che le componenti hanno segno e unità di misura
 Sapere il significato geometrico di seno e coseno

QUANDO SI APPLICA?
 Ogni volta che vengono chieste le componenti di un vettore
 Quando devo fare operazioni tra vettori (somma, differenza,
prodotto scalare)

LA FORMULA

𝑣𝑥 = ±|𝒗
⃗ | ⋅ cos(𝜶)
𝑣∶{
𝑣𝑦 = ±|𝒗
⃗ | ⋅ sen(𝜶)
𝛼 → 𝑎𝑛𝑔𝑜𝑙𝑜 𝑎𝑐𝑢𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑙 𝑣𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑙 ′ 𝑎𝑠𝑠𝑒 𝑜𝑟𝑖𝑧𝑧𝑜𝑛𝑡𝑎𝑙𝑒
± → 𝑠𝑖 𝑠𝑐𝑒𝑔𝑙𝑖𝑒 𝑖𝑙 𝑝𝑖ù 𝑜 𝑖𝑙 𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑖𝑛 𝑏𝑎𝑠𝑒 𝑎𝑙 𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑣𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒
|𝑣| → 𝑚𝑜𝑑𝑢𝑙𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑣𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 (𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑛𝑖𝑡à 𝑑𝑖 𝑚𝑖𝑠𝑢𝑟𝑎, 𝑚𝑎𝑖 𝑛𝑒𝑔𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜)
𝑣 → 𝑖𝑙 𝑣𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒
𝑣𝑥 → 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑜𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑜𝑟𝑖𝑧𝑧𝑜𝑛𝑡𝑎𝑙𝑒 (ℎ𝑎 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑜 𝑒 𝑢𝑛𝑖𝑡à 𝑑𝑖 𝑚𝑖𝑠𝑢𝑟𝑎!)
𝑣𝑦 → 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑜𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑣𝑒𝑟𝑡𝑖𝑐𝑎𝑙𝑒 (ℎ𝑎 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑜 𝑒 𝑢𝑛𝑖𝑡à 𝑑𝑖 𝑚𝑖𝑠𝑢𝑟𝑎!)

PROCEDIMENTO
1) Se non conosco il modulo|𝒗 ⃗ |del vettore 𝑣 lo devo calcolare con una
determinata formula fisica.
2) Disegno le componenti proiettando il vettore sull’asse x e y
3) Capisco il segno delle componenti (scelgo tra il + ed il −)
4) Capisco il valore di 𝛼 leggendo l’angolo acuto tra vettore e asse x
5) Calcolo 𝒗𝒙 e 𝒗𝒚 usando la formula scritta qui sopra senza
dimenticare segno e unità di misura

87
NOTA BENE!
 Non dimenticare il segno delle componenti!
 L’angolo corretto è quello acuto tra il vettore e l’asse orizzontale
 Ricorda di mettere le unità di misura nelle componenti




ESERCIZI e DOMANDE
 Per quale angolo la componente orizzontale è uguale al
modulo del suo vettore?
 Per quale angolo la componente verticale è uguale al modulo
del suo vettore?
 Per quali angoli la componente orizzontale è uguale a quella
verticale?

APPLICAZIONI
ESPERIMENTI

COSTANTI
o 𝑠𝑒𝑛(0°) = 0 𝑠𝑒𝑛(90°) = 1 cos(0°) = 1 cos(90°) = 0

88
o RICOMPOSIZIONE VETTORIALE
PREREQUISITI Saper fare la scomposizione vettoriale
Sapere se la calcolatrice esprime gli angoli in gradi(D) o radianti(R)

QUANDO SI APPLICA? Ogni volta che devo calcolare modulo e/o angolo di un vettore
Quando devo calcolare l’angolo di impatto in un moto parabolico

2
LA FORMULA
⃗ | = √(𝑣𝑥 )2 + (𝑣𝑦 )
|𝒗
𝑣∶ 𝑣𝑦
−1
𝜶 = tan ( )
{ 𝑣𝑥
𝛼 → 𝑎𝑛𝑔𝑜𝑙𝑜 𝑎𝑐𝑢𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑙 𝑣𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑙 ′ 𝑎𝑠𝑠𝑒 𝑜𝑟𝑖𝑧𝑧𝑜𝑛𝑡𝑎𝑙𝑒
|𝑣| → 𝑚𝑜𝑑𝑢𝑙𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑣𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 (𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑛𝑖𝑡à 𝑑𝑖 𝑚𝑖𝑠𝑢𝑟𝑎, 𝑚𝑎𝑖 𝑛𝑒𝑔𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜)
𝑣 → 𝑖𝑙 𝑣𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒
𝑣𝑥 → 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑜𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑜𝑟𝑖𝑧𝑧𝑜𝑛𝑡𝑎𝑙𝑒 (ℎ𝑎 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑜 𝑒 𝑢𝑛𝑖𝑡à 𝑑𝑖 𝑚𝑖𝑠𝑢𝑟𝑎!)
𝑣𝑦 → 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑜𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑣𝑒𝑟𝑡𝑖𝑐𝑎𝑙𝑒 (ℎ𝑎 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑜 𝑒 𝑢𝑛𝑖𝑡à 𝑑𝑖 𝑚𝑖𝑠𝑢𝑟𝑎!)

PROCEDIMENTO
1) Disegno il vettore a partire dalle componenti (con segno) che già
conosco lungo la diagonale che si viene a creare.
2) Individuo il corretto angolo 𝜶 , angolo acuto tra vettore e asse x
3) Calcolo |𝒗
⃗ |e 𝜶 con la formula scritta sopra. Se l’angolo viene
negativo, lo si legge senza segno.

89
NOTA BENE!
 Non dimenticare il segno delle componenti!
 L’angolo corretto è quello acuto tra il vettore e l’asse orizzontale
 Ricorda di mettere le unità di misura nelle componenti
 Se la componente orizzontale è nulla, la calcolatrice dà errore.
In questo caso, essendoci solo la componente verticale:𝜶 = 𝟗𝟎°

ESERCIZI e DOMANDE
Dimostra che se le componenti sono uguali il modulo è uguale ad una
componente moltiplicata per √2
Dimostra che se le componenti sono uguali l’angolo 𝜶 = 45°
Dimostra che se una componente è nulla. Il modulo è uguale al valore
assoluto dell’altra componente.

APPLICAZIONI
o
ESPERIMENTI
o
o
o
o

COSTANTI
𝒕𝒂𝒏−𝟏 (𝟎) = 𝟎° 𝒕𝒂𝒏−𝟏 (𝟏) = 𝟒𝟓°

90
OPERAZIONI CON I VETTORI
Operazione Notazione Scalare o Vettore? Come si trova? Esempio
VETTORE
Forza di Gravità 𝑃⃗
Prodotto 𝑝 Direzione: la stessa di 𝑎
tra Scalare k e 𝑝 = 𝑘⋅𝑎 Verso: 𝑝𝑥 = 𝑘𝑎𝑥 𝑃⃗ = 𝑚𝑔
Vettore 𝑎 se 𝑘 > 0, lo stesso di 𝑎, 𝑝= {
𝑝𝑦 = 𝑘𝑎𝑦 Forza Elettrica
se 𝑘 < 0, l’opposto di 𝑎
Modulo: |𝑝| = |𝑘||𝑎| ⃗⃗⃗⃗⃗𝑒𝑙 = 𝑞𝐸⃗
𝐹
VETTORE
Direzione: la stessa solo se i vettori
Somma hanno la stessa direzione 𝑠𝑥 = 𝑎𝑥 + 𝑏𝑥
𝑠= {
vettoriale
𝑠 = 𝑎 + 𝑏⃗ Verso: lo stesso solo se i vettori hanno 𝑠𝑦 = 𝑎𝑦 + 𝑏𝑦
lo stesso verso
Modulo: |𝑠| ≠ |𝑎| + |𝑏⃗| (a meno che i
due vettori abbiano lo stesso verso)
Prodotto
scalare

Prodotto
Vettoriale
NOTA BENE!  Il vettore non è una retta, non è un segmento perché retta e
segmento non hanno un VERSO.
 Il vettore ⃗⃗⃗⃗⃗
𝐴𝐵 ed il vettore ⃗⃗⃗⃗⃗
𝐵𝐴 hanno la stessa DIREZIONE (
inclinazione, è legata al coefficiente angolare di una retta) ma VERSO
OPPOSTO.
 Il vettore spostamento è una grandezza geometrica che porta
da un punto iniziale ad un punto finale.

Tutti i versori sono vettori?


Tutti i vettori sono versori?

Punto di Direzione Verso Modulo Disegno


applicazione
Versore
(generale) 1

Versore x
Orizzontale Destra (Est) 1

Versore y
Verticale Alto (Nord) 1

Due vettori
equipollenti Diverso Uguale Uguale Uguale

Due vettori
paralleli Uguale Uguale

Due vettori
antiparalleli Uguale Opposto

Due vettori
opposti Uguale Opposto Uguale
FLUIDOSTATICA

93
PREREQUISITI  Sapere la definizione della densità
 Conoscere le forze
 Saper calcolare il volume dei solidi

DEFINIZIONE DI PRESSIONE
LA FORMULA 𝑭
𝑷=
𝑺
𝑷(𝑷𝒂) → pressione esercitata dalla forza sulla superficie
𝑭(𝑵) → forza premente perpendicolare alla superficie
𝑺(𝒎𝟐 ) → superficie premuta

PRESSIONE DI STEVINO
LA FORMULA 𝑷𝒇𝒍𝒖𝒊𝒅𝒐 = 𝒅𝒇 ⋅ 𝒈 ⋅ 𝒉
𝑷(𝑷𝒂) → pressione esercitata dal fluido a profondità h
𝑲𝒈
𝒅 ( 𝟑 ) → densità del fluido
𝒎
𝒎
𝒈 ( 𝟐) → accelerazione di gravità
𝒔
𝒉(𝒎) → profondità

SPINTA DI ARCHIMEDE
LA FORMULA 𝑭𝒂 = 𝒅𝒇 ⋅ 𝒈 ⋅ 𝑽𝒊𝒎𝒎
𝑭𝒂 (𝑵) → Forza esercitata verso l’alto dal fluido sul corpo
𝑲𝒈
𝒅( ) → densità del fluido
𝒎𝟑
𝒎
𝒈 ( 𝟐) → accelerazione di gravità
𝒔
𝑽𝒊𝒎𝒎 (𝒎𝟑 ) → Volume del corpo immerso nel fluido

COSTANTI 𝒅𝑯𝟐 𝑶 = 𝟏𝟎𝟎𝟎 𝒌𝒈/𝒎𝟑


𝒅𝑯𝒈 = 𝟏𝟑𝟔𝟎𝟎 𝑲𝒈/𝒎𝟑
𝒈 = 𝟗. 𝟖𝟏 𝒎/𝒔𝟐
𝑷𝒂𝒕𝒎 = 𝟏𝟎𝟏𝟑𝟐𝟓 𝑷𝒂

94
LA LUCE e L’OTTICA GEOMETRICA

95
LA LUCE COME ONDA ELETTROMAGNETICA

LA FORMULA
𝒗=𝝀⋅𝒇
𝒎
𝒗 ( ) → 𝒗𝒆𝒍𝒐𝒄𝒊𝒕à 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒍𝒖𝒄𝒆
𝒔
Nel vuoto la velocità della luce vale 𝑐 ≈ 3 ⋅ 108 𝑚/𝑠
𝑐
In un mezzo la velocità diminuisce e diventa 𝑣 =𝑛
Dove 𝑛 è l’indice della rifrazione del materiale

𝝀(𝒎) → 𝒍𝒖𝒏𝒈𝒉𝒆𝒛𝒛𝒂 𝒅′ 𝒐𝒏𝒅𝒂

𝒇(𝑯𝒛) → 𝒇𝒓𝒆𝒒𝒖𝒆𝒏𝒛𝒂
La frequenza dipende SOLO dalla sorgente. Il cervello
interpreta le diverse frequenze nel visibile come “colori”

Materiale n (indice di rifrazione)


COSTANTI Elio 1.000036
Aria In Condizioni Normali 1.000292
Anidride Carbonica 1.00045
Ghiaccio 1.31
Acqua (20 °C) 1.333
Etanolo 1.36
Glicerina 1.473
Sale 1.516
Bromo 1.661
Vetro 1.5 -1.9
Diamante 2.419
Silicio 3.4
Fosfuro Di Gallio 3.5

Visione dei colori


Luce e Materia: come possono interagire tra di loro?

96
LO SPETTRO ELETTROMAGNETICO

Colore 𝑭𝒓𝒆𝒒𝒖𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒇 𝑳𝒖𝒏𝒈𝒉𝒆𝒛𝒛𝒂 𝒅′𝒐𝒏𝒅𝒂 𝝀

Violetto 668-789 THz 380-435 nm

Indaco 631-668 THz 435-500 nm

Blu 606-631 THz 500-520 nm

Verde 526-606 THz 520-565 nm

Giallo 508-526 THz 565-590 nm

Arancione 484-508 THz 590-625 nm

Rosso 400-484 THz 625-740 nm

97
OTTICA GEOMETRICA
L’ottica geometrica studia il percorso dei raggi di luce e la formazione delle immagini nei punti di focalizzazione quando questi
incontrano:
1. Una superficie riflettente (RIFLESSIONE)
2. Una superficie scabra (DIFFUSIONE)
3. Una superficie di separazione tra due superfici trasparenti (RIFRAZIONE)
LA RIFLESSIONE
 Le due leggi della Riflessione

o SPECCHI PIANI
 Introduzione
 Esercizio e Creazione di Immagini Multiple
 Simulazione specchi piani
 IMMAGINI : DRITTA, UGUALE DIMENSIONE, VIRTUALE

99
o SPECCHI SFERICI
 Concetto di Fuoco
 Costruzione geometrica delle immagini
 Legge dei punti coniugati e Ingrandimento
 Specchio concavo,Esercizio
 Specchio convesso,Esercizio
 Simulazione specchi sferici

𝟏 𝟏 𝟏
+ =
𝒑 𝒒 𝒇
{𝒉𝑰𝑴𝑴 𝒒
𝒑 𝒒 𝒇
=𝑮=−
𝒉𝑶𝑮𝑮 𝒑

DISTANZA TRA VERTICE E : OGGETTO IMMAGINE FUOCO

SEGNO e VALORE 𝐩>𝟎 𝐪 > 𝟎 Immagine Reale 𝐟 = +𝑹/𝟐 Specchio Concavo


𝒒 < 𝟎 Immagine Virtuale 𝐟 = −𝑹/𝟐 Specchio Convesso

100
o SCHEMA DELLO SPECCHIO SFERICO CONCAVO

𝑪 𝑭

101
o SCHEMA DELLO SPECCHIO SFERICO CONVESSO

𝑭 𝑪

102
LA RIFRAZIONE
 Si salverà il bambino? Introduzione alla Rifrazione
 Le due leggi della Rifrazione
 La Riflessione Totale
 Simulazione Phet
 Lenti Convergenti e Divergenti
 Lente Convergente come Lente d’Ingrandimento

103
o LENTI SOTTILI
𝟏 𝟏 𝟏
+ =
𝒑 𝒒 𝒇
{𝒉𝑰𝑴𝑴 𝒒
𝒑 𝒒 𝒇
=𝑮=−
𝒉𝑶𝑮𝑮 𝒑

DISTANZA TRA VERTICE E : OGGETTO IMMAGINE FUOCO

SEGNO e VALORE 𝐩>𝟎 𝐪 > 𝟎 Immagine Reale 𝐟 > 𝟎 Lente convergente


𝐪 < 𝟎 Immagine Virtuale 𝐟 < 𝟎 Lente divergente

104
o SCHEMA DELLA LENTE CONVERGENTE

𝑪 𝑭

105
o SCHEMA DELLA LENTE DIVERGENTE

𝑭 𝑪

106
TEMPERATURA E CALORE
La Temperatura in Celsius e Kelvin
𝑻(𝑲) = 𝟐𝟕𝟑. 𝟏𝟓 + 𝑻(°𝑪)

La Differenza di Temperatura, l’Errore da Pollo


𝚫𝑻(𝑲) = 𝚫𝑻(°𝑪)

La Dilatazione Termica
𝚫𝒍 = 𝒍𝟎 𝝀 𝚫𝑻 𝚫𝑺 = 𝑺𝟎 𝝈 𝚫𝑻 𝚫𝑽 = 𝑽𝟎 𝜶 𝚫𝑻
Per i solidi 𝝈 = 𝟐𝝀, 𝜶 = 𝟑𝝀

𝟏 𝟏
Materiale 𝝀 (𝟏𝟎−𝟔 ) Materiale 𝝀 (𝟏𝟎−𝟔 )
°𝑪 °𝑪
Acciaio 𝟏𝟐 Piombo 𝟐𝟗
Alluminio puro 𝟐𝟒 Platino 𝟗
SOLIDI

Argento 𝟏𝟗 Pyrex 𝟒
Ferro 𝟏𝟐 Quarzo fuso 𝟎. 𝟓𝟗
Ghisa 𝟏𝟎. 𝟕 Rame 𝟏𝟕
Nichel 𝟏𝟑 Silicio 𝟑
Oro 𝟏𝟒. 𝟑𝟐 Tungsteno 𝟓
Ottone 𝟏𝟗 Vetro 𝟖

𝟏 𝟏
Materiale 𝜶 (𝟏𝟎−𝟒 ) Materiale 𝜶 (𝟏𝟎−𝟒 )
°𝑪 °𝑪
FLUIDI

Mercurio 1.82 Alcol 10


Glicerina 5 Etere 15
Acqua 2.1 Latte 8
Gas Perfetto 36.63
CALORIMETRIA
o IL CALORE SENSIBILE

𝑸 = 𝒄 𝒎 𝚫𝑻

La Caloria
𝟏 𝒄𝒂𝒍 = 𝟒. 𝟏𝟖𝟔 𝑱

La Capacità Termica e lo Scambio Termico:


Teoria ed Esercizio
Capacità Termica 𝑪 = 𝒄𝒎

Scambio termico ∑ 𝑸𝒊 = 𝟎

𝑪𝟏 𝑻𝟏 +𝑪𝟐 𝑻𝟐 +⋯+𝑪𝑵 𝑻𝑵
Temperatura 𝑻𝒆𝒒 =
𝑪𝟏 +𝑪𝟐 +⋯+𝑪𝑵
di equilibrio

I PASSAGGI DI STATO

o IL CALORE LATENTE: LA FORMULA

108
CHIARIMENTI

La temperatura si misura con il Termometro.

La Temperatura NON è l’indicazione di quanto un corpo è caldo o freddo perché la concezione di caldo e freddo è
soggettiva.

La Temperatura è un indicatore dell’energia interna di un corpo, cioè stima la velocità media con cui le molecole di
solidi, liquidi e gas si stanno muovendo.

Per i solidi ovviamente la temperatura indica la velocità con cui gli atomi /molecole vibrano attorno alla loro posizione
di equilibrio. Se la velocità (e quindi la temperatura) supera un valore critico, il solido fonde.

Il calore NON è un’energia che il corpo possiede, ma è solo un’energia che è in transito, da un corpo ad un altro, che
passa spontaneamente da un corpo a temperatura maggiore ad un corpo a temperatura minore

Due corpi ad una temperatura uguale altissima si scambiano calore? NO.

La temperatura in Celsius nasce prendendo due misurazioni dell’altezza del mercurio in un termometro per la
creazione di due temperature: 0° C (miscela di acqua e ghiaccio) e 100°C (miscela di acqua e vapore acqueo).

I Celsius sono riferiti all’acqua, Problema aggiuntivo : esistono i valori negativi.

Se la temperatura aumenta di 20°C -> la temperatura aumenta di 20 K, non di 293!!!

La temperatura massima dell’universo non esiste.

Dilatazione Termica: Se un corpo riceve calore e la sua temperatura aumenta, le sue dimensioni aumentano ed il corpo
si dilata. Questo succede perché aumentando la temperatura, aumenta l’energia cinetica delle particelle, cioè
mediamente si muovono ciascuna in uno spazio maggiore, quindi dal punto di vista macroscopico le dimensioni del
corpo aumentano.

Al contrario se il corpo cede calore, le sue dimensioni diminuiscono.

Questa cosa vale per sistemi in 1 (lineare),2(superficiale),3 Dimensioni(volumica).

Da cosa dipenderà l’allungamento:

 Dalla differenza (aumento o diminuzione) di Temperatura


 Dal materiale (ogni materiale è caratterizzato da un coefficiente di dilatazione)

109
 Dalle dimensioni iniziali del corpo.

Δl non è la lunghezza iniziale ma è l’allungamento ed esso si misura in metri. Positivo se il corpo si dilata, negativo se il
corpo si contrae. Il segno di Δl è deciso dal segno di Δ𝑇.

𝑙0 lunghezza alla temperatura iniziale. Numero positivo

𝜆 è un coefficiente di dilatazione lineare, ogni materiale ha il proprio. Numero positivo

Δ𝑇 è espressa o in Celsius o in Kelvin, tanto risulta lo stesso valore. Numero positivo se la temperatura aumenta, è
negativo se la temperatura diminuisce (se vado da 10 K a 2 K Δ𝑇 = −8 𝐾

La dilatazione lineare ha senso quando due dimensioni sono trascurabili rispetto alle altre due.

Calore Sensibile:

Cosa succede se due corpi con massa diversa e di materiale diverso con la Stessa temperatura vengono messi a
contatto? Nulla, non si scambiano energia sotto forma di calore.

Il calore sensibile è quella energia trasferita da un corpo più caldo a quello più freddo, affinchè il corpo più freddo,
assorbendo calore si scaldi e affinchè il corpo più caldo, cedendo calore si raffreddi. Alla fine cosa succede? I due corpi
raggiungono dopo un certo periodo di tempo la stessa temperatura.

Se un corpo a 20°C viene a contatto con un corpo a 60°C -> la temperatura che raggiungono insieme e la media tra
20°C e 60°C ? Assolutamente NO! Perché la temperatura di equilibrio dipenderà non solo dalle 2 temperature, ma
dalla massa e dal materiale (attraverso il calore specifico).

La temperatura sarà minore della temperatura maggiore e maggiore della temperatura minore. Se risultasse una
temperatura maggiore della temperatura più grande andremmo contro il principio di conservazione dell’energia!!!

Quando è che si può fare la media: quando ho lo stesso materiale e la stessa massa. Esempio se mescolo 1 litro di
acqua a 20°C e un litro di acqua a 40°C, la temperatura di equilibrio sarà di 30°C.

Nella formula del calore sensibile con un corpo di massa m e calore specifico c, Q rappresenta il calore che viene
assorbito dal corpo (Q>0) o che viene ceduto dal corpo (Q<0) e si misura in Joule.

Se più corpi a temperature diverse vengono messi a contatto, raggiungeranno di equilibrio e la somma dei calori
(assorbiti e ceduti) dovrà sempre fare ZERO, a causa del principio di conservazione dell’energia!

Il calore specifico di una sostanza corrisponde all’energia necessaria per scaldare di un grado un chilogrammo di
questa sostanza.

1 caloria (4.186 J) è l’energia per scaldare un grammo di acqua di un grado.

110
LE FORZE

111
LA FORZA DI ATTRITO
PREREQUISITI
 Sapere che cos’è la reazione vincolare
 Conoscere le forze presenti in un piano inclinato

QUANDO SI APPLICA?
 Quando è presente nel testo l’indicazione della presenza di
attrito
 Si usa sia negli esercizi di cinematica, sia in quelli di dinamica

La forza di attrito radente è di due tipi: finché il corpo è fermo rispetto


al piano è presente la forza di attrito statico mentre se il corpo si
LA FORMULA muove rispetto al piano, è presente la forza di attrito dinamico

𝑺𝑻𝑨𝑻𝑰𝑪𝑶 𝑫𝑰𝑵𝑨𝑴𝑰𝑪𝑶

𝑴𝑨𝑿
𝑭𝑨,𝑺 = 𝝁 𝒔 𝑹𝑽 𝑭𝑨,𝑫 = 𝝁𝑫 𝑹𝑽
𝑴𝑨𝑿
𝑭𝑨,𝑺 (𝑁) → 𝑓𝑜𝑟𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑚𝑎𝑠𝑠𝑖𝑚𝑎 𝑎𝑝𝑝𝑙𝑖𝑐𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒
𝝁𝒔 → 𝑐𝑜𝑒𝑓𝑓𝑖𝑐𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖𝑐𝑜
𝑭𝑨,𝑫 (𝑁) → 𝑓𝑜𝑟𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑑𝑖𝑛𝑎𝑚𝑖𝑐𝑜
𝝁𝑫 → 𝑐𝑜𝑒𝑓𝑓𝑖𝑐𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖𝑐𝑜
𝑅𝑉 (𝑁) → 𝑟𝑒𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑣𝑖𝑛𝑐𝑜𝑙𝑎𝑟𝑒

PROCEDIMENTO
Disegnare la forza di attrito nel diagramma delle forze stando molto
attenti al suo verso. (vd NOTA BENE)

112
NOTA BENE!
 La forza di attrito statico applicata è sempre minore o uguale della
forza di attrito statico
 Se il corpo è fermo (problema di STATICA) la direzione della forza
di attrito è opposta alla direzione del moto che si avrebbe se non ci
fosse l’attrito.
 Se il corpo si muove, si deve usare la forza di attrito dinamico

 La forza di attrito statico non è quella applicata, ma è quella


massima che il piano può creare per far restare fermo il corpo

ESERCIZI e DOMANDE
 Trova la formula della forza di attrito dinamico in un piano
inclinato
 Dimostra che il coefficiente di attrito minimo per cui un corpo
in un piano inclinato stia fermo è la tangente dell’angolo di
inclinazione del piano

APPLICAZIONI
ESPERIMENTI

113
COSTANTI
Coefficiente Coefficiente
di attrito di attrito
Materiale Statico Dinamico

𝝁𝑺 𝝁𝑫

Acciaio su acciaio 0.74 0.57

Acciaio su acciaio lubrificato 0.11 0.05

Alluminio su acciaio 0.61 0.47

Rame su acciaio 0.53 0.36

Ottone su acciaio 0.51 0.44

Vetro su vetro 0.94 0.40

Rame su vetro 0.68 0.53

Teflon su teflon 0.04 0.04

Teflon su acciaio 0.04 0.04

Acciaio su aria 0.001 0.001

Acciaio su ghiaccio 0.027 0.014

Legno su pietra 0.7 0.3

Gomma su cemento asciutto 0.65 0.5

Gomma su cemento bagnato 0.4 0.35

114
FORZE IN UN PIANO INCLINATO

PREREQUISITI
 Sapere la definizione di seno, coseno e tangente
 La forza peso
 La forza elastica
 La forza d’attrito
 Saper applicare il secondo principio della dinamica

QUANDO SI APPLICA?
 Quando si è ovviamente in presenza di un piano inclinato
 Quando si chiede l’accelerazione in presenza o non della forza
di attrito lungo un piano inclinato
 Quando sono presenti più corpi per lo studio
dell’accelerazione del sistema di corpi, quando almeno un
corpo è su un piano inclinato

LA FORMULA, 𝑹𝑽
IL DISEGNO
𝑭𝑨
𝐏\\ = 𝑷 𝒔𝒆𝒏 (𝜶)
𝐏\\
𝐏⊥ = 𝑷 𝒄𝒐𝒔 (𝜶)
𝑭𝑨 = 𝝁 𝑹 𝑽
𝐏⊥
𝜶
𝐋 𝑷 (𝑁) → 𝑓𝑜𝑟𝑧𝑎 𝑝𝑒𝑠𝑜
𝐇
𝐏\\ (𝑁) → 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑜𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑎𝑙𝑙𝑒𝑙𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑜𝑟𝑧𝑎 𝑝𝑒𝑠𝑜
𝐏⊥ (𝑁) → 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑜𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑝𝑒𝑛𝑑𝑖𝑐𝑜𝑙𝑎𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑜𝑟𝑧𝑎 𝑝𝑒𝑠𝑜

𝐁 𝜶 𝑹𝑽 (𝑁)
𝑭𝑨 (𝑁)
𝜶 (𝑟𝑎𝑑)
𝝁
→ 𝑟𝑒𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑣𝑖𝑛𝑐𝑜𝑙𝑎𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑖𝑎𝑛𝑜
→ 𝑓𝑜𝑟𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑖𝑡𝑜, 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖𝑐𝑜 𝑜 𝑑𝑖𝑛𝑎𝑚𝑖𝑐𝑜
→ 𝑎𝑛𝑔𝑜𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑐𝑙𝑖𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒
→ 𝑐𝑜𝑒𝑓𝑓𝑖𝑐𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑖𝑡𝑜, 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖𝑐𝑜 𝑜 𝑑𝑖𝑛𝑎𝑚𝑖𝑐𝑜
𝑩(𝑚) → 𝑏𝑎𝑠𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑖𝑛𝑐𝑙𝑖𝑛𝑎𝑡𝑜
𝑯(𝑚) → 𝑎𝑙𝑡𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑖𝑛𝑐𝑙𝑖𝑛𝑎𝑡𝑜
𝑳(𝑚) → 𝑙𝑢𝑛𝑔ℎ𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑖𝑛𝑐𝑙𝑖𝑛𝑎𝑡𝑜

115
PROCEDIMENTO
1) Disegnare tutte le forze presenti, capendo se è presente l’attrito
2) Capire se il corpo è in equilibrio (caso a), si muove a velocità
costante (caso b) oppure sta accelerando (caso c)

3a) Se il corpo è fermo bisogna controbilanciare tra di loro le forze con


direzione uguale e verso opposto.
In presenza di forza di attrito, quest’ultima è di tipo statico ed ha il
verso opposto al moto che si avrebbe se non ci fosse la forza di attrito.

3b) Se il corpo si muove a velocità costante, bisogna controbilanciare


tra di loro le forze con direzione uguale e verso opposto.
In presenza di forza di attrito, quest’ultima è di tipo dinamico ed ha
verso opposto al moto

3c) Se il corpo si muove con accelerazione costante, bisogna


controbilanciare tra di loro solo le forze perpendicolari al moto come
nel caso dell’equilibrio, mentre lungo la direzione parallela al moto
bisogna usare il secondo principio della dinamica.
In presenza di forza di attrito, quest’ultimo è dinamico ed ha verso
opposto al moto

NOTA BENE!
 Disegna sempre le due componenti della forza peso
 Attenzione al verso della forza di attrito, potrebbe non essere noto
a priori. In tal caso si osserva cosa accadrebbe senza attrito e si
reagisce di conseguenza.
 La reazione vincolare controbilancia 𝐏⊥solo se non sono presenti
altre forze perpendicolari alla direzione del moto.
 La reazione vincolare e la forza di attrito sono applicate nel punto
di contatto tra il corpo e il piano.

 Mai disegnare la forza peso verticale, è inutile


 L’angolo di riferimento non è mai l’angolo acuto adiacente ad H

116
ESERCIZI e DOMANDE
 Perché se il corpo viaggia a velocità costante, bisogna
comunque controbilanciare tra di loro le forze parallele al
moto?
 Calcola l’intervallo di valori che può assumere il coefficiente
di attrito statico (in funzione di 𝜶 per garantire l’equilibrio in
un piano inclinato.
 Se il corpo è fermo stanno comunque agendo delle forze?
 Dimostra le formule delle componenti della forza peso nel
piano inclinato usando la scomposizione vettoriale.

APPLICAZIONI
o
ESPERIMENTI
o

COSTANTI
o

117
I MOTI

118
IL MOTO RETTILINEO UNIFORME
PREREQUISITI
 Conoscere la differenza tra spazio e posizione
 Conoscere la differenza tra tempo trascorso e istante
temporale
 Sapere fare le equivalenze, soprattutto saper convertire le
posizioni in metri, i tempi in secondi e le velocità in metri al
secondo.
 Saper eseguire le equazioni di primo grado (a differenza delle
equazioni in matematica, le incognite potrebbero non
chiamarsi x)
 Saper leggere gli assi e le coordinate dei punti da un grafico
 Saper dare il giusto segno alle quantità vettoriali, anche se si
sta lavorando in una sola dimensione.

QUANDO SI APPLICA?
 Quando viene richiesta la posizione di un corpo che viaggia a
velocità costante conoscendo il tempo, o viceversa.
 Quando vengono richiesti posizione e istante in cui due corpi
(che viaggiano a velocità costante) si incontrano.
 Quando si ha un grafico spazio-tempo e viene richiesta una
velocità media

LA FORMULA
𝑳𝑬𝑮𝑮𝑬 𝑶𝑹𝑨𝑹𝑰𝑨
(Esprime il legame tra la posizione s e l’istante t, sapendo che al
tempo t0 la posizione è s0 e che la velocità v0 rimane costante)

𝒔 = 𝒔𝟎 + 𝒗𝟎 (𝒕 − 𝒕𝟎 )
𝑠 (𝑚) → 𝑝𝑜𝑠𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒 (𝑎𝑙 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑡)
𝑠0 (𝑚) → 𝑝𝑜𝑠𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑙𝑒 (𝑎𝑙 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑡0 )
𝑣0 (𝑚/𝑠) → 𝑣𝑒𝑙𝑜𝑐𝑖𝑡à
𝑡0 (𝑠) → 𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑙𝑒
𝑡 (𝑠) → 𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒

119
LA FORMULA
𝑽𝑬𝑳𝑶𝑪𝑰𝑻𝑨′ 𝑴𝑬𝑫𝑰𝑨(Esprime la velocità che avrebbe un corpo
che si muove di moto rettilineo, anche non uniforme, se avesse
tenuto sempre la stessa velocità avendo percorso un certo spazio Δ𝑠
in un tempo Δ𝑡)
𝚫𝒔 𝐬𝐅 − 𝒔𝑰
𝒗𝒎 = =
𝚫𝒕 𝐭 𝐅 − 𝒕𝑰

Δ𝑠 (𝑚) → 𝑠𝑝𝑎𝑧𝑖𝑜 𝑝𝑒𝑟𝑐𝑜𝑟𝑠𝑜 : differenza tra due posizioni


Δ𝑡 (𝑠) → 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑐𝑜𝑟𝑠𝑜 : differenza tra due istanti

PROCEDIMENTO
1. Disegnare l’origine e l’asse di riferimento (di solito asse x)
2. Capire dal testo quanti sono corpi in moto (di solito uno o due)
3. Convertire le grandezze presenti nel testo nel S.I.
4. Scrivere la legge oraria e inserire i dati; fissando origine e
cronometro, riesco a “battezzare” 𝑠0 𝑒 𝑡0

NOTA BENE!
 La quantità 𝒔è una posizione

 La velocità media vm non è la media aritmetica delle velocità!


 La quantità s non è lo spazio percorso

ESERCIZI e DOMANDE
 Dimostra come, partendo dalla definizione di legge oraria, nel
moto rettilineo uniforme la velocità v0 coincida con la velocità
media.
 Quale è la differenza tra legge oraria e traiettoria?
 Scrivi le leggi orarie ed esprimi in un grafico spazio-tempo le
leggi orarie di due corpi. All’inizio tra il corpo A viaggia verso
destra con velocità 3.6 km/h mentre il corpo B, che si trova
dieci metri a destra di A parte tre secondi dopo in direzione
opposta

120
APPLICAZIONI
o Costo della spesa telefonica nel tempo
ESPERIMENTI

COSTANTI

121
IL MOTO RETTILINEO UNIFORMEMENTE ACCELERATO
PREREQUISITI
Prerequisiti del moto rettilineo uniforme
Concetto di forza peso e di accelerazione di gravità
Saper risolvere le equazioni di secondo grado

QUANDO SI APPLICA?
Quando viene richiesta la posizione di un corpo che viaggia ad
accelerazione costante.
Quando si studia il moto di un oggetto in caduta libera, cioè soggetto
solo alla forza peso
Quando si studia il moto lungo un piano inclinato
Quando si ha un grafico velocità-tempo e vengono richiesti una
accelerazione media o uno spazio percorso.

LA FORMULA
𝑳𝑬𝑮𝑮𝑬 𝑶𝑹𝑨𝑹𝑰𝑨
La prima riga del sistema è la legge oraria ed esprime il legame tra la
posizione s e l’istante 𝒕, sapendo che all’ istante 𝒕𝟎 la posizione è 𝒔𝟎 e
la velocità è 𝒗𝟎 .
L’accelerazione 𝒂 rimane costante. Inoltre la seconda riga mostra il
legame tra la velocità 𝒗 e l‘istante 𝒕.
𝟏
𝒔 = 𝒔𝟎 + 𝒗𝟎 (𝒕 − 𝒕𝟎 ) + 𝒂 (𝒕 − 𝒕𝟎 )𝟐
{ 𝟐
𝒗 = 𝒗𝟎 + 𝒂(𝒕 − 𝒕𝟎 )

𝑠 (𝑚) → 𝑝𝑜𝑠𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒 (𝑎𝑙 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑡)


𝑠0 (𝑚) → 𝑝𝑜𝑠𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑙𝑒 (𝑎𝑙 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑡0 )
𝑡0 (𝑠) → 𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑙𝑒
𝑡 (𝑠) → 𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒
𝑣0 (𝑚/𝑠) → 𝑣𝑒𝑙𝑜𝑐𝑖𝑡à 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑙𝑒 (𝑎𝑙𝑙 ′ 𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑡0 )
𝑣 (𝑚/𝑠) → 𝑣𝑒𝑙𝑜𝑐𝑖𝑡à 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒 (𝑎𝑙𝑙 ′ 𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑡)
𝑎 (𝑚/𝑠 2 ) → 𝑎𝑐𝑐𝑒𝑙𝑒𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑐ℎ𝑒 𝑟𝑖𝑚𝑎𝑛𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜

122
LA FORMULA
𝑨𝑪𝑪𝑬𝑳𝑬𝑹𝑨𝒁𝑰𝑶𝑵𝑬 𝑴𝑬𝑫𝑰𝑨
Esprime l’accelerazione che avrebbe un corpo che si muove
di moto rettilineo uniformemente accelerato, se avesse
tenuto sempre la stessa accelerazione avendo cambiato la
velocità di una quantità 𝚫𝒗 in un tempo 𝚫𝒕

𝚫𝒗 𝒗𝑭 − 𝒗𝑰
𝒂𝒎 = =
𝚫𝒕 𝐭 𝐅 − 𝒕𝑰

Δ𝑣 (𝑚) → 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑣𝑒𝑙𝑜𝑐𝑖𝑡à : differenza tra due velocità


Δ𝑡 (𝑠) → 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑐𝑜𝑟𝑠𝑜 : differenza tra due istanti

PROCEDIMENTO
1. Disegnare l’origine e l’asse di riferimento (di solito asse x)
2. Capire dal testo quanti sono corpi in moto (di solito uno o due)
3. Convertire le grandezze presenti nel testo nel S.I.
4. Scrivere il sistema e inserire i dati; fissando origine e
cronometro, riesco a “battezzare” s0 e t0
5. Il sistema permette di trovare sempre due incognite, se le
incognite sono di meno o di più il problema è mal posto.

NOTA BENE!
Quando un corpo in caduta libera sta salendo, la sua accelerazione è
comunque negativa!
Quando un corpo in caduta libera raggiunge la sua altezza massima, la
componente verticale della velocità è nulla.

Quando un corpo tocca terra la sua velocità non è zero! La velocità


infatti è quella misurata appena prima di toccare terra

123
ESERCIZI e DOMANDE
 Dimostra come, partendo dalla definizione di legge oraria nel
MRUA, è possibile ottenere il legame tra velocità e tempo
(2° riga del sistema)
 Perché se un corpo sale l’accelerazione rimane negativa?
 Se un corpo raggiunge l’altezza massima, quanto vale la sua
velocità e la sua accelerazione?

APPLICAZIONI
Velocità e accelerazione sullo shuttle!
ESPERIMENTI

COSTANTI
Accelerazioni di gravità g dei pianeti del sistema solare:
Pianeta Mercurio Venere Terra Marte Giove Saturno Urano Nettuno
𝑚 3.70 8.87 9.81 3.71 23.12 8.96 8.69 11.00
𝐠 ( 2)
𝑠

124
IL MOTO CIRCOLARE UNIFORME
PREREQUISITI
 Saper convertire i gradi in radianti
 Saper la differenza tra vettore e modulo di un vettore
 Sapere la formula della circonferenza

QUANDO SI APPLICA?
Quando un corpo percorre una circonferenza (o un tratto di
circonferenza) a velocità costante

LA FORMULA 𝑳𝑬𝑮𝑮𝑬 𝑶𝑹𝑨𝑹𝑰𝑨 𝑰𝑵 𝑪𝑶𝑶𝑹𝑫𝑰𝑵𝑨𝑻𝑬 𝑷𝑶𝑳𝑨𝑹𝑰(Esprime


l’angolo all’istante 𝑡 di un corpo che all’istante t0 si trova all’angolo 𝜙0 )
𝝓 = 𝝓𝟎 + 𝝎(𝒕 − 𝒕𝟎 )

𝑳𝑬𝑮𝑮𝑬 𝑶𝑹𝑨𝑹𝑰𝑨 𝑰𝑵 𝑪𝑶𝑶𝑹𝑫𝑰𝑵𝑨𝑻𝑬 𝑪𝑨𝑹𝑻𝑬𝑺𝑰𝑨𝑵𝑬


(Esprime le coordinate x e y al tempo t, sapendo che il corpo percorre
una circonferenza di raggio R con centro l’origine a velocità angolare
costante)
𝒙 = 𝑹 ⋅ 𝒄𝒐𝒔(𝝓)
{
𝒚 = 𝑹 ⋅ 𝒔𝒆𝒏(𝝓)

𝝓 (𝒓𝒂𝒅) → 𝒂𝒏𝒈𝒐𝒍𝒐 𝒂𝒍𝒍′ 𝒊𝒔𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒕


𝜙0 (𝑟𝑎𝑑) → 𝑎𝑛𝑔𝑜𝑙𝑜 (𝑓𝑎𝑠𝑒)𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑙𝑒
𝑡0 (𝑠) → 𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑙𝑒
𝑡 (𝑠) → 𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒
𝜔 (𝑟𝑎𝑑/𝑠) → 𝑣𝑒𝑙𝑜𝑐𝑖𝑡à 𝑎𝑛𝑔𝑜𝑙𝑎𝑟𝑒
𝑥 (𝑚) → 𝑎𝑠𝑐𝑖𝑠𝑠𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙 ′ 𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑡
𝑦 (𝑚) → 𝑜𝑟𝑑𝑖𝑛𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙 ′ 𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑡

125
NOTA BENE!
Gli angoli vanno SEMPRE messi in radianti

LA FORMULA
𝑳𝑬 𝑮𝑹𝑨𝑵𝑫𝑬𝒁𝒁𝑬 𝑭𝑰𝑺𝑰𝑪𝑯𝑬 𝑭𝑶𝑵𝑫𝑨𝑴𝑬𝑵𝑻𝑨𝑳𝑰
𝑵𝑬𝑳 𝑴𝑶𝑻𝑶 𝑪𝑰𝑹𝑪𝑶𝑳𝑨𝑹𝑬 𝑼𝑵𝑰𝑭𝑶𝑹𝑴𝑬

VELOCITA’ TANGENZIALE 𝒗𝑻 𝚫𝒔 𝟐𝝅𝑹


= 𝒗𝑻 =
𝚫𝒕 𝐓

𝚫𝝓 𝟐𝝅
VELOCITA’ ANGOLARE 𝝎 =𝝎=
𝚫𝒕 𝐓

𝐧° 𝐠𝐢𝐫𝐢 𝟏
FREQUENZA 𝒇 =𝒇=
𝚫𝒕 𝐓

ACCELERAZIONE 𝒗𝟐
CENTRIPETA
𝒂𝑪 =
𝑹

126
PROCEDIMENTO

ESERCIZI e DOMANDE
 Perché nel MCU è presente un’accelerazione anche se la
velocità rimane costante in modulo?
 Calcola la velocità angolare della lancetta dei minuti
 Calcola la velocità tangenziale con cui ruota la Terra attorno al
Sole informandoti sul valore della distanza media Terra-Sole.

APPLICAZIONI
 Nonostante i pianeti percorrano orbite ellittiche a velocità non
ESPERIMENTI
costante si assume, per facilitare i calcoli, che i pianeti si
muovano di moto circolare uniforme (approssimazione valida
se l’eccentricità dell’orbita è prossima allo zero.

COSTANTI
𝐶𝑂𝑁𝑉𝐸𝑅𝑆𝐼𝑂𝑁𝐸 𝐷𝐴𝐼 𝐺𝑅𝐴𝐷𝐼 𝐴𝐼 𝑅𝐴𝐷𝐼𝐴𝑁𝑇𝐼
360° ↔ 2𝜋 𝑟𝑎𝑑

127
L’ENERGIA

128
LE DIVERSE FORME DI ENERGIE
TIPO DI ENERGIA ENERGIA ENERGIA ENERGIAPOTENZIALE
CINETICA POTENZIALE POTENZIALE ELETTROSTATICA
ENERGIA GRAVITAZIONALE ELASTICA

𝑲 𝑼𝒈 𝑼𝒆𝒍 𝑼𝒆𝒍𝒆
𝟏 𝟏
FORMULA 𝒎𝒗𝟐 𝒎𝒈𝒉 𝒌(𝚫𝒔)𝟐 𝒒𝑽
𝟐 𝟐
FORZA FORZA FORZA FORZA ELETTROSTATICA
CONSERVATIVA GRAVITAZIONALE ELASTICA ⃗𝑭𝒆𝒍𝒆 = 𝒒𝑬

ASSOCIATA ⃗⃗⃗⃗⃗𝒈 = 𝒎𝒈 ⃗⃗⃗⃗
⃗⃗⃗⃗⃗𝒆𝒍 = −𝒌𝚫𝒔
𝑭 ⃗⃗ 𝑭
1. Le energie potenziali esistono per il fatto che è possibile associare ad un certo punto un valore di
energia. Ciò è possibile se, percorrendo una qualsiasi linea chiusa che inizia e finisce nel punto dove
voglio associare l’energia, non ho né aggiunto né sottratto energia al punto: se così non fosse, l’energia
dovuta al percorso chiuso (LAVORO PRODOTTO DALLA FORZA) andrebbe a cambiare quel valore di
energia. In questo modo l’energia dipende solo dalla posizione in cui si trova il corpo, e non dipende
dal modo in cui siamo giunti a quel punto. (cioè voglio costruire una FUNZIONE DI STATO).
Le forze che producono lavoro nullo in un qualsiasi percorso chiuso (CIRCUITAZIONE NULLA) si dicono
CONSERVATIVE. Ad ogni forza conservativa è possibile associare un’energia potenziale.
2. Le energie potenziali hanno formule simili alle relative forze conservative in quanto il legame
matematico tra loro è l’integrale: infatti se la forza è direzionata lungo una sola dimensione,l’energia
potenziale 𝑼(𝒙) in funzione della posizione 𝒙si trova nel seguente modo:
𝒙

𝑼(𝒙) − 𝑼(𝒂) = − ∫ ⃗𝑭𝑪𝑶𝑵𝑺 ⋅ 𝒅𝒙



𝒂
Dove a è un punto in cui conosco o impongo il valore dell’energia 𝑈(𝑎).
Risolvendo questo integrale, partendo quindi dalla forza conservativa e integrandola, trovo le formule
delle varie energie potenziali.
3. Il fatto che l’energia potenziale sia l’integrale della forza, porta al fatto che il massimo e il minimo
dell’energia potenziale coincidano con i punti in cui la forza è nulla. Quindi se il corpo è fermo in quel
punto, si trova in equilibrio. Se l’energia è massima, si parla di EQUILIBRIO INSTABILE, in quanto basta
una piccola perturbazione e il corpo perde per sempre quell’equilibrio. Se l’energia è minima
l’EQUILIBRIO E’STABILE e il corpo, se perturbato, oscillerà attorno alla posizione di equilibrio stabile.

129
o ENERGIA CINETICA

LA FORMULA
𝟏
𝑲= 𝒎𝒗𝟐
𝟐
𝒎 (𝒌𝒈) → 𝒎𝒂𝒔𝒔𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒄𝒐𝒓𝒑𝒐
𝒎
𝒗 ( ) → 𝒎𝒐𝒅𝒖𝒍𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒗𝒆𝒍𝒐𝒄𝒊𝒕à 𝒅𝒆𝒍 𝒄𝒐𝒓𝒑𝒐
𝒔

NOTA BENE!
La velocità dipende dall’osservatore che misura la velocità di un corpo,
quindi osservatori in moto relativo tra di loro sperimentano un’energia
cinetica del corpo diversa.
La quantità 𝒗 è un modulo quindi in generale, se il corpo si muove in 3
dimensioni: → 𝑣 = √𝑣𝑥2 + 𝑣𝑦2 + 𝑣𝑧2 .
La formula è valida fino a quando la velocità non è prossima a quella
della luce nel vuoto 𝑐 = 3 ⋅ 108 𝑚/𝑠. Nel caso più generale, in
relatività ristretta l’energia cinetica vale 𝐾 = (𝛾 − 1)𝑚𝑐 2 ,
con 𝛾 fattore relativistico.

130
o ENERGIA POTENZIALE GRAVITAZIONALE

LA FORMULA
𝑼𝒈 = 𝒎𝒈𝒉

𝒎(𝒌𝒈) → 𝒎𝒂𝒔𝒔𝒂𝒅𝒆𝒍𝒄𝒐𝒓𝒑𝒐
𝒎
𝒈 ( 𝟐 ) → 𝒂𝒄𝒄𝒆𝒍𝒆𝒓𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆𝒅𝒊𝒈𝒓𝒂𝒗𝒊𝒕à
𝒔
𝒉(𝒎) → 𝒂𝒍𝒕𝒆𝒛𝒛𝒂 𝒓𝒊𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒂𝒅 𝒖𝒏 𝒑𝒂𝒗𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 (𝒍𝒊𝒗𝒆𝒍𝒍𝒐 𝒛𝒆𝒓𝒐)

NOTA BENE!
La scelta della posizione del pavimento è arbitraria, l’importante è
sceglierne uno e restare fedeli alla propria scelta fino alla fine
dell’esercizio.
La formula è valida solo se il corpo si trova nei pressi della superficie
del pianeta. Se il corpo si trova lontano dalla superficie dobbiamo
usare la formula più generale dell’energia gravitazionale:
𝑮𝑴
𝑼𝒈 = −𝒎
𝒅
𝒎(𝒌𝒈) → 𝒎𝒂𝒔𝒔𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒄𝒐𝒓𝒑𝒐
𝑵𝒎𝟐
𝑮 ( 𝑲𝒈𝟐 ) → 𝒄𝒐𝒔𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒈𝒓𝒂𝒗𝒊𝒕𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆 (Vedi costanti fisiche)
𝑴 (𝑲𝒈) → 𝒎𝒂𝒔𝒔𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒑𝒊𝒂𝒏𝒆𝒕𝒂 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒄𝒖𝒊 è 𝒊𝒍 𝒄𝒐𝒓𝒑𝒐
𝒅 (𝒎) → 𝒅𝒊𝒔𝒕𝒂𝒏𝒛𝒂 𝒕𝒓𝒂 𝒊𝒍 𝒄𝒐𝒓𝒑𝒐 𝒆 𝒊𝒍 𝒄𝒆𝒏𝒕𝒓𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝒑𝒊𝒂𝒏𝒆𝒕𝒂

COSTANTI
Accelerazioni di gravitàg dei pianeti del sistema solare:
Pianeta Mercurio Venere Terra Marte Giove Saturno Urano Nettuno
𝑚 3.70 8.87 9.81 3.71 23.12 8.96 8.69 11.00
𝐠 ( 2)
𝑠

𝑪𝒐𝒔𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 𝑮𝒓𝒂𝒗𝒊𝒕𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆 𝑼𝒏𝒊𝒗𝒆𝒓𝒔𝒂𝒍𝒆:


−𝟏𝟏
𝑵𝒎𝟐
𝑮 = 𝟔. 𝟔𝟕 ⋅ 𝟏𝟎
𝑲𝒈𝟐

131
o ENERGIA POTENZIALE ELASTICA

LA FORMULA
𝟏
𝑼𝒆𝒍 = 𝒌(𝚫𝒔)𝟐
𝟐
𝑵
𝒌 ( ) → 𝒄𝒐𝒔𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒆𝒍𝒂𝒔𝒕𝒊𝒄𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒎𝒐𝒍𝒍𝒂
𝒎

𝚫𝒔(𝐦) → 𝒂𝒍𝒍𝒖𝒏𝒈𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒐 𝒂𝒄𝒄𝒐𝒓𝒄𝒊𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒎𝒐𝒍𝒍𝒂


𝒓𝒊𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒐𝒔𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒊 𝒆𝒒𝒖𝒊𝒍𝒊𝒃𝒓𝒊𝒐

NOTA BENE!
L’unica cosa veramente importante da ripetere è che la quantità 𝚫𝐬
non rappresenta la lunghezza della molla. La quantità Δ𝑠 rappresenta
invece l’allungamento o l’accorciamento della molla rispetto alla
posizione di equilibrio, cioè rispetto a quella posizione in cui il corpo
attaccato alla molla si trovava in equilibrio stabile.

APPLICAZIONI
Per trovare la posizione di equilibrio e la frequenza propria di
ESPERIMENTI
oscillazione (frequenza di risonanza) di un corpo attorno al punto di
equilibrio stabile bisogna seguire 3 steps:
1) Si trova il minimo dell’energia potenziale studiando il segno della
derivata dell’energia potenziale rispetto alla posizione
2) Si calcola il valore della derivata seconda in quel punto perché
rappresenta il valore della costante elastica 𝑘 di un molla virtuale (nel
senso che il corpo oscilla come se fosse attaccato ad una molla che
oscilla attorno al punto di equilibrio)
3) La frequenza di oscillazione di una molla vale

1 𝑘
𝑓𝑅𝐼𝑆𝑂𝑁𝐴𝑁𝑍𝐴 = √
2𝜋 𝑚
dove 𝑘 è la costante elastica appena trovata e 𝑚 la massa del corpo
che oscilla

132
o ENERGIA POTENZIALE ELETTROSTATICA

LA FORMULA
𝑼𝒆𝒍𝒆𝒕𝒕𝒓 = 𝒒 ⋅ 𝑽
𝒒 (𝑪) → 𝒄𝒂𝒓𝒊𝒄𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒊𝒄𝒆𝒍𝒍𝒂
𝑽(𝑽𝒐𝒍𝒕) → 𝒑𝒐𝒕𝒆𝒏𝒛𝒊𝒂𝒍𝒆 𝒆𝒍𝒆𝒕𝒕𝒓𝒐𝒔𝒕𝒂𝒕𝒊𝒄𝒐 𝒊𝒏 𝒄𝒖𝒊 𝒔𝒊 𝒕𝒓𝒐𝒗𝒂 𝒍𝒂 𝒄𝒂𝒓𝒊𝒄𝒂

NOTA BENE!
 L’energia potenziale elettrostatica di un sistema di cariche si
ottiene come somma delle energie potenziali elettrostatiche di
coppia (Vedi Campo Elettrostatico)
 Il potenziale elettrostatico è creato da tutti i generatori di
campo elettrico tranne la carica q ed è calcolato nel punto in
cui si trova la carica q.
 Il potenziale è una quantità scalare.

133
IL LAVORO DI UNA FORZA
Il lavoro di una forza si misura in Joule ed è l’energia spesa dalla forza durante lo spostamento di un corpo da
un punto A ad un punto B.

LA FORMULA
Lo spostamento non è necessariamente rettilineo e la forza non è
necessariamente costante in modulo, direzione e verso in ogni punto
Il lavoro di una forza lungo una linea qualsiasiche parte dal punto A e
termina nel punto B è:

𝑩 𝑩

𝑳𝑨→𝑩 = ∫ ⃗𝑭 ⋅ ⃗⃗⃗⃗
𝒅𝒍 = ∫ 𝑭 𝒅𝒍 𝒄𝒐𝒔(𝜶)
𝑨 𝑨
𝑨 → 𝒑𝒖𝒏𝒕𝒐 𝒊𝒏𝒊𝒛𝒊𝒂𝒍𝒆
𝑩 → 𝒑𝒖𝒏𝒕𝒐 𝒇𝒊𝒏𝒂𝒍𝒆
𝑳(𝑱) → 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒐 𝒕𝒐𝒕𝒂𝒍𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒇𝒐𝒓𝒛𝒂 𝒍𝒖𝒏𝒈𝒐 𝒍𝒂 𝒍𝒊𝒏𝒆𝒂 𝒅𝒂 𝑨 𝒂 𝑩
⃗𝑭( 𝑵 )
→ 𝒇𝒐𝒓𝒛𝒂 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒍𝒊𝒏𝒆𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒄𝒐𝒏𝒏𝒆𝒕𝒕𝒆 𝑨 𝒄𝒐𝒏 𝑩.
⃗⃗⃗⃗
𝒅𝒍(𝒎) → 𝒗𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒆 𝒊𝒏𝒇𝒊𝒏𝒊𝒕𝒆𝒔𝒊𝒎𝒐 𝒐𝒕𝒕𝒆𝒏𝒖𝒕𝒐 𝒔𝒆𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒍𝒂
𝒍𝒊𝒏𝒆𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒄𝒐𝒏𝒏𝒏𝒆𝒕𝒕𝒆 𝒊𝒍 𝒑𝒖𝒏𝒕𝒐 𝑨 𝒂𝒍 𝒑𝒖𝒏𝒕𝒐 𝑩
⃗ 𝒆 𝒊𝒍 𝒔𝒆𝒈𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊𝒏𝒐 ⃗⃗⃗⃗
𝜶(𝒓𝒂𝒅) → 𝒂𝒏𝒈𝒐𝒍𝒐 𝒕𝒓𝒂 𝒍𝒂 𝒇𝒐𝒓𝒛𝒂 𝑭 𝒅𝒍

PROCEDIMENTO Vediamo come si lavora mentalmente per eseguire un integrale:

⃗⃗⃗
1) Divido la linea orientata 𝑙 in infiniti segmentini molto piccoli 𝑑𝑙
2) Il vettore infinitesimo ⃗⃗⃗
𝑑𝑙 è talmente piccolo che la forza 𝐹 lungo un
⃗⃗⃗
segmentino orientato 𝑑𝑙 è costante (praticamente valutata in un
punto).
3) Valuto all’interno di questo segmentino ⃗⃗⃗ 𝑑𝑙 il prodotto scalare
𝒅𝑳 = ⃗𝑭 ⋅ ⃗⃗⃗⃗
𝒅𝒍 = 𝑭 𝒅𝒍 𝒄𝒐𝒔(𝜶)
corrispondente al contributo infinitesimo di lavoro della forza lungo il
segmentino 𝒅𝒍 ⃗⃗⃗⃗ .
⃗⃗⃗ che ho creato dividendo
4) Ripeto il punto 3) per tutti i segmentini 𝒅𝒍
la linea ottenendo infiniti valori infinitesimi di lavoro𝒅𝑳
5) Per ottenere il lavoro sommo (facendo l’integrale) tutti i contributi
infinitesimi di lavoro𝒅𝑳 ottenendo il lavoro della forza lungo tutta la
𝑩
linea dal punto iniziale A al punto finale B: 𝑳𝑨→𝑩 = ∫𝑨 𝒅𝑳

134
o COME CALCOLARE IL LAVORO DI UNA FORZA
In base al tipo di forza è possibile calcolare il lavoro di una forza da un punto A ad un punto B in modi diversi:

1) Forza costante in modulo che mantiene sempre la stessa orientazione (angolo 𝛼 costante)
rispetto alla linea (quindi la linea non deve essere necessariamente dritta).
Esempi: Forza peso, Forza di attrito, Reazione vincolare, Tensione.

LA FORMULA
𝑳𝑨→𝑩 = 𝑭 ⋅ 𝚫𝒔 ⋅ 𝒄𝒐𝒔(𝜶)
𝑭 (𝑵) → 𝒇𝒐𝒓𝒛𝒂 𝒂𝒑𝒑𝒍𝒊𝒄𝒂𝒕𝒂
𝚫𝒔(𝒎) → 𝒍𝒖𝒏𝒈𝒉𝒆𝒛𝒛𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒍𝒊𝒏𝒆𝒂 𝒅𝒂 𝑨 𝒂 𝑩
𝜶 (𝒓𝒂𝒅) → 𝒂𝒏𝒈𝒐𝒍𝒐 𝒄𝒐𝒔𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒊𝒑𝒐𝒕𝒆𝒔𝒊 𝒄𝒐𝒔𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒕𝒓𝒂
𝒍𝒂 𝒇𝒐𝒓𝒛𝒂 𝑭 𝒆 𝒍𝒂 𝒍𝒊𝒏𝒆𝒂 𝒑𝒖𝒏𝒕𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒑𝒖𝒏𝒕𝒐

2) Forza conservativa
Esempi: Forza gravitazionale, Forza elastica, Forza elettrostatica

LA FORMULA
𝑳𝑨→𝑩 = 𝑼𝑨 − 𝑼𝑩
𝑼𝑨 ( 𝑱 ) → 𝑬𝒏𝒆𝒓𝒈𝒊𝒂 𝒑𝒐𝒕𝒆𝒏𝒛𝒊𝒂𝒍𝒆 𝒏𝒆𝒍 𝒑𝒖𝒏𝒕𝒐 𝑨
𝑼𝑩 ( 𝑱 ) → 𝑬𝒏𝒆𝒓𝒈𝒊𝒂 𝒑𝒐𝒕𝒆𝒏𝒛𝒊𝒂𝒍𝒆 𝒏𝒆𝒍 𝒑𝒖𝒏𝒕𝒐 𝑩

3)Si conosce il grafico della forza in funzione della posizione, e si conosce l’angolo tra forza e
spostamento, generalmente 𝜶 = 𝟎 se non specificato.
Il lavoro risulta uguale all’area sottesa dal grafico sull’asse x delle posizioni. Il motivo è insito
nel concetto di integrale. Se l’angolo non è nullo, bisogna moltiplicare l’area per cos(𝛼)

𝑭(𝑵)

𝑶 𝑨 𝑩 𝒙(𝒎)

135
CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA MECCANICA
PREREQUISITI
 Sapere le formule e i concetti delle diverse energie
 Saper calcolare il lavoro di una forza
 Saper la differenza tra forza conservativa e forza non
conservativa
 Saper usare le leggi della cinematica (moto uniformemente
accelerato in 1 e 2 dimensioni) e della dinamica (2° principio)

QUANDO SI APPLICA?
 Quando vengono richieste informazioni che hanno a che con
l’energia e si hanno informazioni su due o più istanti di tempo
diversi. (così valuto l’energia meccanica iniziale e quella finale)
 In presenza di un urto elastico
 Ogni volta che si conserva l’energia o si hanno informazioni
sulle forze non conservative presenti

LA FORMULA
𝐸𝑖 + 𝐿𝑁.𝐶. = 𝐸𝑓

PROCEDIMENTO
1) Faccio il disegno della configurazione iniziale e finale
2) Scrivo la formula e scrivo le due energie meccaniche come somma
delle quattro energie iniziali (cinetica + 3 potenziali) e finali. In tutto le
quantità energetiche sono 9.

NOTA BENE!
Il lavoro della reazione vincolare e della forza centrifuga è sempre
nullo!

NON SI PERDE IL QUADRATO SULLA VELOCITA’ NELL’ENERGIA


CINETICA!
Il lavoro della forza di attrito non è 𝑢𝑅𝑣 , questa è la forza di attrito

136
ESERCIZI e DOMANDE

APPLICAZIONI
ESPERIMENTI

COSTANTI

137
LA QUANTITA’ DI MOTO
Teorema dell’Impulso
⃗ = 𝐈 = ∫ ⃗𝑭 ⋅ 𝐝𝐭
𝚫𝐩

Conservazione della Quantità di Moto


⃗⃗⃗⃗𝑰 = 𝐩
𝐩 ⃗⃗⃗⃗𝑭

Classificazione: Esplosioni e Urti


FENOMENO ESPLOSIONE URTO

COEFFICIENTE DI
ELASTICITA’ NEGLI URTI
𝒗 − 𝒗𝟏𝑭 𝝐=𝟎 𝟎<𝜖<1 𝝐=𝟏
𝝐 = − 𝒗𝟐𝑭 𝟐𝑰 − 𝒗𝟏𝑰

Completamente Parzialmente Elastico


TIPO DI URTO Anelastico Anelastico

AUMENTA DIMINUISCE DIMINUISCE SI CONSERVA


ENERGIA CINETICA 𝑲𝑰 < 𝑲𝑭 𝑲𝑰 >> 𝑲𝑭 𝑲𝑰 > 𝑲𝑭 𝑲𝑰 = 𝑲𝑭

Un corpo I corpi si uniscono I corpi rimangono I corpi rimangono


DESCRIZIONE si divide in in un unico corpo separati separati NON
due o più corpi dissipando dissipando energia
energia nell’urto nell’urto
VIDEO CON ESERCIZIO VIDEO VIDEO VIDEO VIDEO

138
Il Centro di Massa
∑ 𝒙𝒊 𝒎𝒊 ∑ 𝒚𝒊 𝒎𝒊 ∑ 𝒛𝒊 𝒎𝒊
𝑪𝑴 = ( ; ; )
∑ 𝒎𝒊 ∑ 𝒎𝒊 ∑ 𝒎𝒊

La Velocità del Centro di Massa

Esercizi teorici sugli Urti:

Urto Elastico contro un Corpo Fermo

La Donna Cannone

Curiosità

Effetto Compton come urto elastico

Gioca con gli urti!

139
o Tabella di confronto TRASLAZIONE - ROTAZIONE
TRASLAZIONE ROTAZIONE
QUANTITA’ FORMULA FORMULA DI FORMULA QUANTITA’
PASSAGGIO
Posizione 𝑠 𝑠 = 𝜃𝑅 𝜃 Angolo
Velocità Δ𝑠 𝑣𝑇 = 𝜔𝑅 Δθ Velocità Angolare
𝑣= 𝜔=
Tangenziale Δ𝑡 Δ𝑡
Accelerazione Δ𝑣 𝑎 𝑇 = 𝛼𝑅 Δω Accelerazione
𝑎= 𝛼=
Tangenziale Δ𝑡 Δ𝑡 Angolare
1 2 1 2
𝑠 = 𝑠 + 𝑣 𝑡 + 𝑎𝑡
Leggi Orarie { 0 𝑜
2 {𝜃 = 𝜃0 + 𝜔𝑜 𝑡 + 2 𝛼𝑡 Leggi orarie
𝑡0 = 0 𝑣 = 𝑣0 + 𝑎𝑡 𝜔 = 𝜔0 + 𝛼𝑡 𝑡0 = 0
Momento
Massa 𝑚 TABELLA 𝐼 Di Inerzia

Momento di una
Forza 𝐹 ⃗⃗ = 𝑟 𝑥 𝐹
𝑀 ⃗⃗
𝑀 Forza

Forza Risultante ∑ 𝐹 = 𝑚𝑎 ⃗⃗ = 𝐼𝛼
∑𝑀 Momento
Risultante

Equilibrio ∑𝐹 = 0 ⃗⃗ = 0
∑𝑀 Equilibrio
Traslazionale Rotazionale

Momento
Quantità di moto 𝑝 = 𝑚𝑣 ⃗ =𝑟𝑥𝑝
𝐿 ⃗ = 𝐼𝜔
𝐿 ⃗ Angolare

Legame tra 𝐹 𝑒 𝑝 Δ𝑝 ⃗
Δ𝐿 ⃗⃗ 𝑒 𝐿
Legame tra 𝑀 ⃗
∑𝐹 = ⃗⃗ =
∑𝑀
Δ𝑡 Δ𝑡

Conservazione
Conservazione 𝑝𝐼 = 𝑝𝐹 ⃗𝐼 = 𝐿
𝐿 ⃗𝐹
Momento
Quantità di Moto Se ∑ 𝐹𝐸𝑋𝑇 = 0 ⃗⃗ 𝐸𝑋𝑇 = 0
Se ∑ 𝑀 Angolare

Energia 1 1 Energia
𝐾𝑇𝑅𝐴𝑆 = 𝑚𝑣 2 𝐾𝑅𝑂𝑇 = 𝐼𝜔2
Traslazionale 2 2 Rotazionale

+𝑦̂ −𝑧̂ + 𝑧̂
Regola segni −𝑥̂ + 𝑥̂ Regola segni
−𝑦̂ X

140
ESERCIZI DI DINAMICA ROTAZIONALE

QUALE DELLE DUE REAZIONI SOSTIENE DI PIU’ L’ASTA?

IL FILO REGGERA’ L’INSEGNA?

UNA STRANA COPPIA!

LA BALLERINA ROTANTE con Conservazione Momento Angolare

CORRO SULLA GIOSTRA!

LA SFERA CHE ROTOLA DAL PIANO!

141
LE ONDE

142
DESCRIZIONE E CLASSIFICAZIONE DELLE ONDE
Le onde sono perturbazioni generate da una sorgente che si propagano nel tempo e nello spazio.

L’ampiezza𝑦 di oscillazione, soluzione dell’equazione differenziale tipica delle onde, è infatti funzione di due
variabili: il tempo e lo spazio.

1) La prima classificazione riguarda la possibilità o meno di poter viaggiare nel vuoto e della necessità o
meno di un mezzo elastico in cui poter viaggiare:

ONDE MECCANICHE ONDE ELETTRO-MAGNETICHE


La loro propagazione è dovuta al moto oscillatorio (Teorizzate da Maxwell nel 1873 e verificate
delle particelle di materia e alla loro continua sperimentalmente da Hertz nel 1887)
trasmissione di energia alle particelle contigue.
La loro propagazione è dovuta alla continua
Un’onda meccanica è il suono, che si può propagare creazione di campo elettrico e campo magnetico
grazie alla compressione e alla rarefazione delle dovuta alla variazione nel tempo dei campi elettrici
particelle di aria; altri esempi sono le onde sismiche e magnetici stessi. In altre parole il campo
o le onde presenti in una corda vibrante. elettromagnetico, una volta generato da una
sorgente, come il Sole, si autosostiene. Queste
Queste onde non possono quindi viaggiare nel
onde non hanno quindi bisogno di un mezzo per
vuoto, in quanto mancherebbe il sostegno per la
propagarsi e possono viaggiare nel vuoto alla
loro trasmissione. Chiudendo ad esempio una
velocità della luce. Possono comunque viaggiare in
campanella in un contenitore in cui si fa il vuoto,
un mezzo ma la loro velocità diminuisce rispetto al
non sentiremmo nulla.
valore della velocità nel vuoto.

ONDE GRAVITAZIONALI
(Teorizzate da Einstein nel 1916, verificate sperimentalmente nel 2015 da LIGO/VIRGO)

Le onde gravitazionali hanno caratteristiche simili sia alle onde meccaniche, sia a quelle
elettromagnetiche. Come le onde elettromagnetiche, possono viaggiare nel vuoto alla velocità della luce
ma come le onde meccaniche nascono in quanto lo spazio-tempo, trattato alla stregua di un mezzo, può
comprimersi e rarefarsi oscillando come un mezzo elastico.

La sorgente di un’onda gravitazionale può ad esempio essere la collisione tra due buchi neri.

Gli intervalli di frequenze delle onde gravitazionali sono compatibili con quelli delle frequenze del suono: le
onde gravitazionali, opportunamente amplificate, possono essere “ascoltate”.

143
2) La seconda classificazione riguarda la relazione reciproca tra la direzione di oscillazione, che è la direzione
in cui oscillano le particelle di materia e la direzione di propagazione, che è la direzione verso cui si dirige
l’energia trasportata. La velocità dell’onda ha la stessa direzione della direzione di propagazione.

ONDE TRASVERSALI ONDE LONGITUDINALI


La direzione di oscillazione è perpendicolare alla La direzione di oscillazione è parallela alla direzione
direzione di propagazione. di propagazione.

Un esempio sono le onde che si generano in una Un esempio è l’onda sonora, in cui le molecole di
corda vibrante. aria oscillano avanti e indietro, parallelamente alla
direzione del suono.
Anche le onde elettromagnetiche sono speciali
onde trasversali, in quanto le quantità che oscillano
non sono particelle di materia ma campo elettrico e
magnetico, entrambi perpendicolari tra di loro e
alla direzione di propagazione dell’onda.

ONDE MISTE
Esiste un tipo di onde in cui le particelle oscillano contemporaneamente sia in direzione parallela sia in
direzione perpendicolare alla direzione di propagazione, e quindi percorrono una circonferenza!

Un esempio è il caso delle onde marine superficiali.

APPLICAZIONI
Onde Trasversali, Longitudinali E Miste
ESPERIMENTI
Onde in acqua, Sonore ed Elettromagnetiche

144
o L’EQUAZIONE DELL’ONDA ARMONICA
LA FORMULA 2𝜋 2𝜋
𝑦(𝑥, 𝑡) = 𝑨 𝑠𝑒𝑛 ( 𝑥 − 𝑡 + 𝜽𝟎 )
(𝒎)
𝝀 𝑻
𝒚 → 𝑨𝒎𝒑𝒊𝒆𝒛𝒛𝒂 𝒅𝒊 𝒐𝒔𝒄𝒊𝒍𝒍𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆
𝑨(𝒎) → 𝑨𝒎𝒑𝒊𝒆𝒛𝒛𝒂 𝒎𝒂𝒔𝒔𝒊𝒎𝒂 𝒅𝒊 𝒐𝒔𝒄𝒊𝒍𝒍𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆
𝝀(𝒎) → 𝑳𝒖𝒏𝒈𝒉𝒆𝒛𝒛𝒂 𝒅′ 𝒐𝒏𝒅𝒂 (𝒅𝒊𝒔𝒕𝒂𝒏𝒛𝒂 𝒎𝒊𝒏𝒊𝒎𝒂 𝒕𝒓𝒂 𝒅𝒖𝒆 𝒑𝒖𝒏𝒕𝒊
𝒆𝒒𝒖𝒊𝒗𝒂𝒍𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒊𝒏 𝒖𝒏 𝒈𝒓𝒂𝒇𝒊𝒄𝒐 𝒂 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐 𝒇𝒊𝒔𝒔𝒂𝒕𝒐)
𝑻(𝒔) → 𝑷𝒆𝒓𝒊𝒐𝒅𝒐 (𝒅𝒊𝒔𝒕𝒂𝒏𝒛𝒂 𝒎𝒊𝒏𝒊𝒎𝒂 𝒕𝒓𝒂 𝒅𝒖𝒆 𝒑𝒖𝒏𝒕𝒊
𝒆𝒒𝒖𝒊𝒗𝒂𝒍𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒊𝒏 𝒖𝒏 𝒈𝒓𝒂𝒇𝒊𝒄𝒐 𝒂 𝒑𝒐𝒔𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒇𝒊𝒔𝒔𝒂𝒕𝒂)
𝜃0 (𝒓𝒂𝒅) → 𝑭𝒂𝒔𝒆 𝒊𝒏𝒊𝒛𝒊𝒂𝒍𝒆

o LE GRANDEZZE FONDAMENTALI
LA FORMULA 𝝀
𝒗=
𝑻
𝟐𝝅 𝟏
𝝎= 𝒇=
𝑻 𝑻
𝒗 (𝒎/𝒔) → 𝑽𝒆𝒍𝒐𝒄𝒊𝒕à 𝒅𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒑𝒂𝒈𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍′𝒐𝒏𝒅𝒂
𝒓𝒂𝒅
𝝎( ) → 𝑷𝒖𝒍𝒔𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍′𝒐𝒏𝒅𝒂
𝒔
𝒇(𝑯𝒛) → 𝑭𝒓𝒆𝒒𝒖𝒆𝒏𝒛𝒂 (numero di creste che giungono ogni secondo)

APPLICAZIONI Le onde esistono? Scopriamolo con


ESPERIMENTI

145
LA VELOCITA’ DIPENDE DAL MEZZO…
Tipologie di onde:

o a) Onde ElettroMagnetiche

o b) Onde Sonore

o c) Onde lungo una corda tesa


LA FORMULA

𝑻
𝒗= √
𝝆
𝒗(𝒎/𝒔) → 𝑽𝒆𝒍𝒐𝒄𝒊𝒕à 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒐𝒏𝒅𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂 𝒕𝒆𝒔𝒂
𝑻(𝑵) → 𝑻𝒆𝒏𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂
𝝆(𝒌𝒈/𝒎) → 𝐃𝐞𝐧𝐬𝐢𝐭à 𝐥𝐢𝐧𝐞𝐚𝐫𝐞, 𝐑𝐚𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐨 𝐌𝐚𝐬𝐬𝐚/𝐋𝐮𝐧𝐠𝐡𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐫𝐝𝐚

…LA FREQUENZA DIPENDE DALLA SORGENTE


o Onde ElettroMagnetiche

o Onde sonore

o Onde lungo una Corda Tesa →vedi Onde Stazionarie

146
INTERFERENZA NEL TEMPO

147
INTERFERENZA NELLO SPAZIO

148
IL SUONO

Acoustic Levitation
Cymatics, Standing Waves

149
LA LUCE
Grandezze Radiometriche e Fotometriche
Tipo di grandezza RADIOMETRICA FOTOMETRICA
Legata a:

POTENZA RADIANTE (𝑾) FLUSSO LUMINOSO (𝒍𝒖𝒎𝒆𝒏)


Sorgente 𝑷𝑹 𝚽𝑳

IRRADIAMENTO (𝑾/𝒎𝟐 ) ILLUMINAMENTO (𝒍𝒖𝒙)


Area (𝐴) 𝑷𝑹 𝑺𝒐𝒓𝒈.𝑷𝒖𝒏𝒕. 𝑷𝑹 𝑺 𝚽𝑳 𝑺𝒐𝒓𝒈.𝑷𝒖𝒏𝒕. 𝚽𝑳𝑺
𝑬𝑹 = → 𝑬𝑳 = →
𝑨 𝟒𝝅𝒓𝟐 𝑨 𝟒𝝅𝒓𝟐

INTENSITA’ DI RADIAZIONE (𝑾/𝒔𝒓) INTENSITA’ LUMINOSA (𝒄𝒅)


Angolo (Ω) 𝑷𝑹 𝑺𝒐𝒓𝒈.𝑷𝒖𝒏𝒕. 𝑷𝑹 𝑺 𝚽𝑳 𝑺𝒐𝒓𝒈.𝑷𝒖𝒏𝒕. 𝚽𝑳𝑺
𝑰𝑹 = → 𝑰𝑳 = →
𝛀 𝟒𝝅 𝛀 𝟒𝝅

150
DIFFRAZIONE
Introduzione

La Formula che salva la vita


𝒚 𝒏𝝀
~𝒔𝒊𝒏 (𝛉) =
𝑳 𝒅

N° FENDITURE UNA DUE o PIU’


𝒅 Larghezza Fenditura Distanza tra due Fenditure

MASSIMI 𝒏 𝑺𝑬𝑴𝑰 𝑰𝑵𝑻𝑬𝑹𝑰 𝒏 𝑰𝑵𝑻𝑬𝑹𝑰


(FRANGE CHIARE)
individuati da: (𝟏. 𝟓, 𝟐. 𝟓, 𝟑. 𝟓 … ) (𝟏, 𝟐, 𝟑 … )

MINIMI 𝒏 𝑰𝑵𝑻𝑬𝑹𝑰 𝒏 𝑺𝑬𝑴𝑰 𝑰𝑵𝑻𝑬𝑹𝑰


(FRANGE SCURE)
individuati da: (𝟏, 𝟐, 𝟑 … ) (𝟎. 𝟓, 𝟏. 𝟓, 𝟐. 𝟓 … )

ESERCIZI
Diffrazione attraverso UNA FENDITURA
Diffrazione attraverso DUE o PIU’ FENDITURE

VIDEO GENERALE (e bellissimo) SULLE ONDE

151
L’Elettricità
Personaggio Periodo Esperimento / Invenzione
Benjamin Franklin 1752 Aquilone con fulmine, parafulmine
Pieter van 1746 Invenzione del primo condensatore
Musschenbroek rudimentale: La Bottiglia di Leyda
Charles Augustin 1785-1791 Esperimento bilancia-torsione
de Coulomb Legge di Coulomb
Luigi Galvani 1791-1794 Contrazioni muscolari di una rana a contatto
con metallo
Alessandro Volta 1799 Invenzione della Pila Elettrica
Humphrey Davy 1802 Dimostra il funzionamento della lampada ad
arco in aria atmosferica
Hans Christian 1820 Relazione tra corrente elettrica e
Ørsted fenomeni magnetici
André-Marie 1826 Leggi dell'Elettromagnetismo
Ampère
Georg Simon Ohm 1826 Le due Leggi di Ohm
Michael Faraday 1831 Induzione Elettromagnetica

Etimologia
Elektròn(da cui Elettrone ed Elettrico): Ambra
Tribos(da cui TriboElettricità: Strofinio/Attrito

152
LA FORZA DI COULOMB e la FORZA di attrazione
Gravitazionale

Forza Elettrica Gravitazionale


Scrittura
vettoriale
Costanti
Andamento in
funzione della
distanza

153
IL CAMPO ELETTROSTATICO

154
Campi elettrici di Distribuzioni di Carica
Distribuzione di Quantità Modulo del Andamento di |𝐸⃗ | in Grafico spaziale
carica costante campo elettrico funzione della distanza in 2D
|𝐸⃗ | 𝒅 dal generatore

Carica |𝑸|
Puntiforme 𝑸 𝑸
4𝜋𝜖𝑑 2
Filo infinito con
densità lineare 𝑸 |𝝀|
𝝀 di carica 𝝀=
𝒍 2𝜋𝜖𝑑
uniforme
Piano infinito
con densità 𝑸 |𝝈|
superficiale 𝝈
𝝈=
𝑺 2𝜖
di carica
uniforme
0 𝑑<𝑹
Sfera Metallica
di Raggio 𝑹 con 𝑸 { |𝑸|
carica Totale 𝑸 𝑑≥𝑹
4𝜋𝜖𝑑2 𝑑=𝑹

𝝆
Sfera Isolante 𝑑 𝑑<𝑹
3𝜖
di Raggio 𝑹 con 𝑸
densità 𝝆=
𝑽 |𝑸|
volumica 𝝆 di 𝑑≥𝑹
carica
{4𝜋𝜖𝑑2
𝑑=𝑹

155
CONDENSATORE A FACCE PIANE E PARALLELE

GRANDEZZA Simbolo e Definizione Grandezza Grandezza PER CONDENSATORE Esempio Numerico


unità di misura a FACCE PIANE E PARALLELE Con |𝑄| = 10 𝑛𝐶 ; 𝜖 = 3
𝐴 = 100𝑚𝑚2 ; 𝑑 = 1𝑚𝑚
Densità superficiale 𝐶 𝑸 𝑸 𝐶
𝝈[ ] 𝝈= 𝝈= 𝝈 = 10−4 2
di carica 𝑚2 𝑆𝑢𝑝𝑒𝑟𝑓𝑖𝑐𝑖𝑒 𝐴 𝑚
0 𝑎𝑙𝑙 ′ 𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜 0 𝑎𝑙𝑙 ′ 𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜
Campo Elettrico 𝑉 Dal Teorema di Gauss
𝑬[ ] |𝑬| = { 𝜎 |𝑬| = { 𝑉
𝑚 E’ un integrale 𝑎𝑙𝑙 ′ 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜 3.77 ⋅ 106 𝑎𝑙𝑙 ′ 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜
𝜖 𝑚
Differenza di
𝚫𝑽 = − ∫ 𝑬 𝑑𝑙 cos(𝛼)
potenziale 𝚫𝑽[𝑉] |𝚫𝑽| = |𝑬| ⋅ 𝑑 |𝚫𝑽| = 𝟑𝟕𝟕𝟎 𝑽
E’ un integrale
|𝑸| 𝜖⋅𝐴 𝑪 = 2.66 ⋅ 10−12 𝐹
Capacità elettrica 𝑪[𝐹] 𝑪= 𝑪=
|𝚫𝑽| 𝑑

Energia 1
𝑈 = 𝐿 = ∫ 𝑽(𝒒) 𝑑𝑞 𝑈 = 1.89 ⋅ 10−5 𝐽
elettrostatica 𝑈[𝐽] 𝑈= 𝐶 ⋅ 𝚫𝑽2
E’ un integrale 2
Densità di energia 𝐽 𝐸𝑛𝑒𝑟𝑔𝑖𝑎 1 𝐽
𝑤𝐸 [ 3 ] 𝑤𝐸 = 𝑤𝐸 = 𝜖𝑬2 𝑤𝐸 = 189
elettrostatica 𝑚 𝑉𝑜𝑙𝑢𝑚𝑒 2 𝑚3
CONDENSATORI IN SERIE E PARALLELO
IN PARALLELO IN SERIE
Due o più condensatori, collegati tra Differenza di potenziale Carica
loro, hanno la stessa 𝚫𝑽 𝑸
𝐶// = 𝐶1 + 𝐶2 + 𝐶3 + … 1 1 1 1
= + + +…
La capacità equivalente vale : La capacità parallelo è la somma delle capacità 𝐶s 𝐶1 𝐶2 𝐶3
Il reciproco della capacità serie è la somma
dei reciproci delle capacità
Esempio con 3 Condensatori di 4
𝐶// = 7𝐶 𝐶s = 𝐶
Capacità: C; 2C e 4C 7
La capacità equivalente ha come Q La somma delle Q dei condensatori La stessa 𝐐 dei condensatori
La capacità equivalente ha come Δ𝑉 La stessa 𝚫𝑽 dei condensatori La somma delle Δ𝑉 dei condensatori

Passaggio per risoluzione circuiti

157
IL CAMPO MAGNETOSTATICO
PREREQUISITI Versori in 3D
Prodotto vettoriale
La regola del cacciavite
GENERATORI DI CAMPO MAGNETOSTATICO
GENERATORE DI CAMPO FILO RETTILINEO SPIRA CIRCOLARE SOLENOIDE
MAGNETICO: CONDUTTORE di Lunghezza Infinita di Raggio R di Lunghezza Infinita
PERCORSO DA CORRENTE 𝑰
LINEA DI CAMPO
CAMPO MAGNETICO
CONDUTTORE
VISTI DI LATO

LINEA DI CAMPO
CAMPO MAGNETICO
CONDUTTORE
VISTI DALL’ALTO

FORMA DELLE LINEE DI


Una linea segue L’ASSE DELLA SPIRA, Le linee sono SOLO DENTRO il
CAMPO MAGNETICO CIRCOLARI CONCENTRICHE
le altre linee sono CHIUSE Solenoide e sono rette PARALLELE
(SEMPRE CHIUSE e attorno al FILO
ma NON CIRCOLARI ALL’ASSE DEL SOLENOIDE
PRESENTI OVUNQUE )
REGOLA CACCIAVITE: mano destra REGOLA CACCIAVITE: mano destra REGOLA CACCIAVITE: mano destra
VERSO DELLE LINEE DI Il pollice segue la corrente, dita si chiudono come la corrente, dita si chiudono come la corrente,
CAMPO MAGNETICO le dita che si chiudono il pollice dà il verso della linea lungo l’asse il pollice dà il verso della linea lungo
creano il verso delle linee della spira l’asse del solenoide
DOVE RISULTA FACILMENTE
CALCOLABILE IL MODULO OVUNQUE LUNGO L’ASSE DELLA SPIRA OVUNQUE
DEL CAMPO MAGNETICO?
MODULO DEL CAMPO 𝟑
MAGNETICO 𝝁𝑰 𝝁𝑰 𝑹 𝑩=𝝁𝑰𝒏 (all’interno)
𝑩= 𝑩= ( )
𝟐𝝅𝒅 𝟐𝑹 √𝑹𝟐 + 𝒛𝟐 𝑩= 𝟎 (all’esterno)
𝑵
𝝁𝟎 = 𝟒𝝅 ⋅ 𝟏𝟎−𝟕 𝟐 𝒛: quota lungo l’asse della spira a partire
𝑨 𝒅: distanza tra il punto in cui valuto il 𝒏 = 𝑵/𝑳 densità lineare di spire.
campo ed il filo dal centro della spira (numero spire 𝑵 su lunghezza 𝑳)
CHI SENTE IL CAMPO MAGNETICO?
Chi sente il Cosa sente? Cosa succede?
campo?
Forza di Lorentz La carica ruota attorno al campo magnetico 𝐵 ⃗
𝐹 =𝒒⋅𝒗 ⃗
⃗ 𝑥𝐵 (le cui linee diventano asse di rotazione)
Carica 𝒒 in TRE CASI:
moto con ⃗
a) 𝑣 // 𝐵

velocità 𝒗
b) 𝑣 ⊥ 𝐵⃗
c) Nessuno
dei precedenti

Filo lungo 𝒍 Forza di Faraday Il filo accelera di MRUA nella direzione della forza 𝐹
percorso da ⃗
𝐹 =𝒊⋅𝒍𝑥𝐵
corrente 𝒊

Spira di
Momento torcente ⃗⃗
La spira ruota attorno al Vettore Momento 𝑀
momento ⃗⃗ = 𝒎
𝑀 ⃗
⃗⃗⃗ 𝑥 𝐵
⃗⃗⃗
di dipolo 𝒎

160
CURIOSITA’ SUL CAMPO MAGNETICO TERRESTRE
Perché il campo magnetico si inverte?
Perché il campo magnetico terrestre si sta spostando?
Il campo magnetico si sta indebolendo?
Quando la Terra fu sul punto di perdere il campo magnetico!
Cosa accadrebbe se il campo magnetico si spegnesse?

APPLICAZIONI CON CAMPO MAGNETICO


o Selettore di Velocità

o Spettrometro di Massa
DIPOLO ELETTRICO E MAGNETICO
DIPOLO ELETTRICO MAGNETICO
Due monopoli elettrici di segno Spira di area 𝑺, con 𝑵
opposto, ognuno di carica 𝑸 e a avvolgimenti percorsa da una
Un dipolo è formato da: distanza 𝒅 corrente 𝒊
⃗⃗⃗
𝒎
+ ⃗
𝒑
-
Vettore momento di dipolo ⃗
𝒑 ⃗⃗⃗
𝒎
Modulo |𝑝| = 𝑑 ⋅ 𝑄 ⃗⃗ | = 𝑁 ⋅ 𝑖 ⋅ 𝑆
|𝑚
Direzione La congiungente delle due cariche La normale alla spira
Verso Dalla carica negativa a quella Dalla regola del cacciavite
positiva partendo dal verso della corrente
Il Campo generato dal dipolo
a grande distanza r è
 direttamente ⃗
𝒑 ⃗⃗⃗
𝒎
proporzionale al 𝐸⃗𝐷𝐼𝑃 ∝ ⃗ 𝐷𝐼𝑃 ∝
𝐵
momento di dipolo 𝑟3 𝑟3
 inversamente al cubo
della distanza dal dipolo
Momento torcente sul dipolo
immerso in campo
L’effetto è una rotazione del ⃗⃗ = 𝒑
𝑀 ⃗ 𝑥 ⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗
𝐸𝐸𝑋𝑇 ⃗⃗ = 𝒎
𝑀 ⃗⃗⃗ 𝑥 ⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗
𝐵𝐸𝑋𝑇
dipolo per allineare il proprio
momento di dipolo al campo
esterno

Energia potenziale ⃗ ⋅ ⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗


𝑈 = −𝒑 𝐸𝐸𝑋𝑇 ⃗⃗⃗ ⋅ ⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗⃗
𝑈 = −𝒎 𝐵𝐸𝑋𝑇
a) Condizione di equilibrio
𝑀 𝑛𝑢𝑙𝑙𝑜, 𝑈 𝑚𝑖𝑛𝑖𝑚𝑎 ∶ 𝑀𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑝𝑜𝑙𝑜 𝑝𝑎𝑟𝑎𝑙𝑙𝑒𝑙𝑜 𝑎𝑙 𝑐𝑎𝑚𝑝𝑜
Stabile

b) Condizione di equilibrio 𝑀 𝑛𝑢𝑙𝑙𝑜, 𝑈 𝑚𝑎𝑠𝑠𝑖𝑚𝑎 ∶ 𝑀𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑝𝑜𝑙𝑜 𝑎𝑛𝑡𝑖𝑝𝑎𝑟𝑎𝑙𝑙𝑒𝑙𝑜 𝑎𝑙 𝑐𝑎𝑚𝑝𝑜


Instabile

c) Condizione di Non 𝑀 𝑛𝑜𝑛 𝑛𝑢𝑙𝑙𝑜: 𝐷𝑖𝑟𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑎 𝑡𝑟𝑎 𝑚𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑝𝑜𝑙𝑜 𝑒 𝑐𝑎𝑚𝑝𝑜
equilibrio

162
Confronto tra Campo Elettrostatico e Magnetostatico
ELETTROSTATICO MAGNETOSTATICO
CAMPO ⃗𝑬 ⃗𝑩

CORRENTI STAZIONARIE
SORGENTI CARICHE
E MAGNETI
APERTE CHIUSE
LINEE DI CAMPO (esistono i monopoli elettrici (non esiste il monopolo magnetico)
positivi e negativi)

FORZA
(sentita da una carica in ⃗𝑭 = 𝒒 ⋅ ⃗𝑬 ⃗𝑭 = 𝒒 ⋅ 𝒗
⃗ 𝒙 ⃗𝑩

campo esterno)
LINEE DI FORZA
PERPENDICOLARE a ⃗𝑩

DIREZIONE PARALLELA a ⃗𝑬
PERPENDICOLARE a 𝒗⃗
CONCORDE a 𝑬 ⃗⃗ se 𝒒 > 𝟎
VERSO REGOLA DELLA MANO DESTRA
⃗⃗ se 𝒒 < 𝟎
DISCORDE a 𝑬
FLUSSO 𝚽 DI CAMPO
ATTRAVERSO 𝑸𝑰𝑵𝑻𝜴 ⃗⃗ ) = 𝟎
⃗ )=
𝜱𝜴 (𝑬 𝜱𝜴 (𝑩
UNA SUPERFICIE 𝝐
CHIUSA 𝛀
CIRCUITAZIONE 𝚪 DI
CAMPO ⃗ )=𝟎
𝜞𝜸 (𝑬 ⃗⃗ ) = 𝝁 𝜮𝒊𝑪𝑶𝑵𝑪
𝜞𝜸 (𝑩 𝜸
LUNGO IL CIRCUITO 𝜸
LE 4 EQUAZIONI DI MAXWELL NEL CASO STATICO

163
LA LEGGE DI FARADAY – NEUMANN – LENZ
La Terza Equazione di Maxwell (nel caso non statico)
⃗ )]
𝑑 [Φ𝑆𝛾 (𝐵
Γγ (𝐸⃗𝑖𝑛𝑑 ) = −
𝑑𝑡
Preso un circuito metallico FISICO

⃗:
In presenza di linee di campo magnetico 𝐵

Si prende un circuito orientato γ che coincide


con il circuito FISICO il cui verso si trova con la
regola del cacciavite, posizionando il pollice
come 𝐵 ⃗

Si prende la superficie APERTA 𝑆𝛾 che ha come


sostegno il circuito 𝛾 e come normale 𝒏̂ il
versore con il verso dettato dal verso di
rotazione di γ attraverso la regola del
cacciavite

Si calcola il flusso del campo magnetico che


attraversa la superficie APERTA 𝑆𝛾

⃗ ) = ∫|𝐵
Φ𝑆𝛾 (𝐵 ⃗ | ⋅ |𝑑𝑆| ⋅ cos(𝜃)

Dove 𝜃 è l’angolo tra 𝒏 ⃗


̂e𝐵

Se il flusso del campo magnetico attraverso 𝑆𝛾


cambia nel tempo, nasce un campo elettrico
indotto 𝐸⃗𝑖𝑛𝑑 con le seguenti caratteristiche :

164
1) Le sue linee sono chiuse e circolari attorno alle linee di campo magnetico. Per questo motivo:
 Il flusso del campo elettrico indotto attraverso una superficie chiusa è nullo
 la circuitazione del campo elettrico indotto non è nulla e pari a
𝒅 [𝚽𝑺𝜸 (𝑩⃗⃗ )]
⃗ 𝒊𝒏𝒅 ) = −
𝚪𝛄 (𝑬
𝒅𝒕

2) Il campo elettrico indotto 𝐸⃗𝑖𝑛𝑑 è un campo reale (esperibile con un sensore), quindi sentito dalle
cariche presenti sul filo metallico. Per questo motivo:
 Γγ (𝐸 ⃗ 𝑖𝑛𝑑 ) diventa una differenza di potenziale tra due punti coincidenti, come se ci fosse una
pila tra questi due punti → esiste una pila virtuale con
⃗ 𝒊𝒏𝒅 )
𝒇. 𝒆. 𝒎. = 𝚫𝑽𝒑𝒊𝒍𝒂 𝒗𝒊𝒓𝒕𝒖𝒂𝒍𝒆 = 𝚪𝛄 (𝑬
 Le cariche presenti sul filo, spinte da questo campo elettrico indotto, cominciano a muoversi
e ruotare lungo il circuito metallico → nasce una corrente indotta 𝑖𝑖𝑛𝑑 . Se il filo ha resistenza
R, la corrente 𝑖𝑖𝑛𝑑 si trova dalla 1° legge di Ohm : 𝒇. 𝒆. 𝒎. = 𝑹 ⋅ 𝒊𝒊𝒏𝒅

3) Il campo elettrico indotto 𝐸⃗𝑖𝑛𝑑 e la corrente 𝑖𝑖𝑛𝑑 hanno lo stesso verso di percorrenza, ma quale?
Il meno presente nella terza equazione di Maxwell ha un significato FISICO molto importante:

CASO 1 CASO 2 CASO 3


Se il flusso di campo magnetico nel tempo… aumenta diminuisce non cambia
𝒅[𝚽𝑺𝜸 (𝑩⃗⃗ )]
… la quantità è: POSITIVA NEGATIVA NULLA
𝒅𝒕
Quindi la circuitazione Γγ (𝐸⃗𝑖𝑛𝑑 ) è NEGATIVA POSITIVA NULLA
Quindi il campo elettrico indotto 𝐸⃗𝑖𝑛𝑑 è: DISCORDE A 𝛾. CONCORDE A 𝛾 NULLO
Quindi se è presente un circuito FISICO NEGATIVA POSITIVA NULLA
la corrente è
Cioè la corrente circola, rispetto a 𝛾, in verso DISCORDE CONCORDE NULLA
La corrente indotta crea un campo magnetico, DISCORDE CONCORDE NULLO
rispetto al verso del campo magnetico iniziale

QUINDI: Lungo un circuito metallico all’interno del quale il flusso del campo magnetico cambia nel
tempo, si crea una corrente indotta che crea un campo magnetico che si OPPONE ALLA VARIAZIONE
di tale flusso magnetico.

165
In che modi si può formare una corrente indotta?
Quando il flusso del campo magnetico cambia nel tempo!

⃗ | ⋅ |𝑑𝑆⃗ | ⋅ cos(𝜃)]
𝑑[∫|𝐵
𝑓. 𝑒. 𝑚. = 𝑅 ⋅ 𝒊𝒊𝒏𝒅 =−
𝑑𝑡
Il flusso magnetico Il modulo del campo L’area del circuito L’angolo tra campo e normale
cambia nel tempo se magnetico
cambia nel tempo: 𝐵(𝑡) 𝑆(𝑡) 𝜃(𝑡)
Calamita che si Sbarretta mobile Calamita che ruota attorno a
Esempio fisico avvicina/allontana al circuito o lunga 𝒍 immersa in circuito o viceversa (DINAMO)
viceversa campo magnetico
Movimento traslatorio relativo La sbarretta si Movimento rotatorio relativo tra
Tipo di moto tra circuito e campo muove con legge circuito e campo magnetico
magnetico oraria 𝒙(𝒕)
di moto qualsiasi

Disegno:

Descrizione Il campo “letto” dal circuito L’area del circuito La rotazione relativa avviene a
fisico/matematico della varia in modo lineare (anche a cambia nel tempo velocità angolare 𝝎 costante
quantità di interesse in tratti) nel tempo: (MCU)
funzione del tempo
𝐵(𝑡) = 𝐵0 + 𝒎 𝑡 𝑆(𝑡) = 𝒍 ⋅ 𝑥(𝑡) 𝜃(𝑡) = θ0 + 𝝎 𝑡
 𝒎 è la velocità con cui 𝐵  𝝎 è la velocità con cui 𝜃 cambia
cambia nel tempo: in un nel tempo: in un grafico
grafico B in funzione del dell’angolo in funzione del
Considerazioni sulla tempo t; 𝒎 è il tempo t,
formula COEFFICIENTE ANGOLARE 𝝎 è il COEFFICIENTE ANGOLARE
 𝐵0 è il valore del campo  θ0 è l’angolo iniziale tra il
magnetico al tempo zero campo magnetico e la normale
al circuito
Visto che non 𝑑(𝐵0 + 𝒎 𝑡) 𝑑(𝑙 ⋅ 𝑥(𝑡)) 𝑑(cos(θ0 + 𝝎 𝑡))
sappiamo fare la = = =
𝑑𝑡 𝑑𝑡 𝑑𝑡
derivata, si informa sui
risultati delle seguenti =𝒎 = 𝑙 ⋅ 𝑣(𝑡) = −𝝎 𝑠𝑖𝑛 (θ0 + 𝝎 𝑡)
derivate:
Quindi la 𝑓. 𝑒. 𝑚. risulta −𝒎 ⋅ 𝑆 ⋅ 𝑐𝑜𝑠(𝜃) −𝐵𝑙𝑣 ⋅ 𝑐𝑜𝑠(𝜃) +𝐵𝑆𝝎 𝑠𝑖𝑛 (𝜃0 + 𝝎 𝑡)
uguale a :
Considerazioni sulla Se sul circuito ci sono N avvolgimenti, il flusso e quindi la f.e.m. vanno moltiplicati per N
formula finale

166
ELEMENTI CIRCUITALI
Elementi RESISTORE CONDENSATORE SOLENOIDE
Grandezza RESISTENZA R CAPACITA’ C INDUTTANZA L
Unità di misura Ohm (𝛀) Farad (𝑭) Henry (𝑯)
Formula
Geometrica 𝒍 𝑺 𝑵𝟐 𝑺
(2° legge di OHM
𝑹=𝝆 𝑪=𝝐 𝑳=𝝁
𝑺 𝒅 𝒍
generalizzata)

Energia 𝟏 𝑸𝟐 𝟏 𝟐
𝑬 = ∫ 𝑹𝒊 𝒅𝒕𝟐
𝑬= 𝑬= 𝑳𝑰
𝟐 𝑪 𝟐
Tipologia Dissipata per Immagazzinata nel Immagazzinata nel
effetto Joule campo Elettrico campo Magnetico
𝟏 𝟏 𝑩𝟐
Densità di Energia 𝒘𝑬 = 𝝐𝑬𝟐 𝒘𝑩 =
𝟐 𝟐 𝝁
Caduta di Tensione 𝟏
𝚫𝐕 con la Corrente −𝑹𝒊 − ∫ 𝒊 𝒅𝒕 𝒅𝒊
𝑪 −𝑳 𝒅𝒕
Caduta di Tensione
𝒅𝑸 𝑸 𝒅𝟐 𝑸
𝚫𝐕 con la Carica −𝑹 − −𝑳 𝟐
𝒅𝒕 𝑪 𝒅𝒕
Visione “Fasoriale” 𝟏 𝝅 𝝅
dell’impedenza 𝒁𝑹 = 𝑹 ‫𝟎ے‬ 𝒁𝑪 = ‫ے‬− 𝒁𝑳 = 𝝎𝑳 ‫ ے‬+
𝝎𝑪 𝟐 𝟐
La corrente è in La corrente è in anticipo La corrente è in ritardo
fase rispetto a 𝑽𝑹 di un quarto di periodo di un quarto di periodo
rispetto a 𝑽𝑪 rispetto a 𝑽𝑳
A frequenza nulla Non cambia Circuito aperto Cortocircuito
(in continua)
A frequenza infinita Non cambia Cortocircuito Circuito aperto
Schema vettoriale
(o piano di Gauss)
𝒁𝑳
𝒁𝑹
per le Impedenze
per correnti
alternate 𝒁𝑪

167
LE 4 EQUAZIONI DI MAXWELL NEL CASO GENERALE

Flusso 𝚽 attraverso una Superficie CHIUSA 𝛀

𝑸𝑰𝑵𝑻𝜴 ⃗⃗ 𝑺𝑻𝑨 + 𝑩
⃗⃗ 𝑰𝑵𝑫 ) = 𝟎 + 𝟎
𝜱𝜴 ( ⃗𝑬
⃗ 𝑺𝑻𝑨 + ⃗𝑬
⃗ 𝑰𝑵𝑫 ) = +𝟎 𝜱𝜴 (𝑩
𝝐
Circuitazione 𝚪 lungo il circuito 𝜸; 𝐒𝛄 è una Superficie APERTA che ha 𝜸 come Sostegno

⃗⃗ )
𝒅𝜱𝑺𝜸 (𝑩 ⃗⃗ )
𝒅𝜱𝑺𝜸 (𝑬
⃗ 𝑺𝑻𝑨 + ⃗𝑬
𝜞𝜸 (𝑬 ⃗ 𝑰𝑵𝑫 ) = 𝟎 + (− ) 𝜞𝜸 (𝑩 ⃗ 𝑰𝑵𝑫 ) = 𝝁 ( 𝜮𝒊𝑪𝑶𝑵𝑪 + 𝝐
⃗⃗ 𝑺𝑻𝑨 + ⃗𝑩 )
𝒅𝒕 𝜸
𝒅𝒕

Campi ⃗⃗ 𝑺𝑻𝑨
𝑬 ⃗⃗ 𝑰𝑵𝑫
𝑬 ⃗𝑩
⃗ 𝑺𝑻𝑨 ⃗𝑩
⃗ 𝑰𝑵𝑫

Variazione di flusso di
Variazione di flusso Correnti
Generatori Cariche elettriche campo elettrico
di campo magnetico elettriche
(corrente di spostamento)
Conservativo? SI NO NO NO
LINEE APERTE CHIUSE CHIUSE CHIUSE
Relatività
Relatività Galileiana
Sistemi di riferimento: Sistema Spazio-Temporale in cui ogni evento è caratterizzato da Coordinate Spaziali x e Temporali t

SISTEMA DI RIFERIMENTO INERZIALE (SRI): SISTEMA DI RIFERIMENTO NON INERZIALE (SRNI)


Sistema di riferimento in cui ogni corpo, nel caso sia Sistema di riferimento in cui i corpi sono
sottoposto ad una forza risultante nulla e muovendosi sottoposti a forze anche apparenti, dovuti alla non
Definizione quindi di moto rettilineo uniforme (MRU), persevera inerzialità del SRNI.
nel suo stato di MRU. Non devono quindi essere
presenti forze apparenti.

Conseguenza Fissato un SRI, esistono infiniti SRI: infatti tutti i sistemi Un corpo soggetto ad una risultante nulla
della di riferimento che si muovono di MRU rispetto al potrebbe magicamente accelerare e non
definizione primo sono Inerziali. perseverare nel suo stato di moto.

Pianeta Terra (trascurando le forze apparenti Un treno che frena, una giostra rotante, una
centrifughe dovute alla rotazione e alla rivoluzione), la macchina che accelera, un autobus che percorre
Esempi nostra aula, un treno o una nave che viaggiano a una rotonda.
velocità costante rispetto alla superficie terrestre, una
navicella spaziale che non frena e che non accelera, Il
Sole e le stelle “fisse”.

169
Notazione per due SRI (O e O’) ognuno con una coordinata spaziale ed una coordinata temporale.
IPOTESI:
1. O e O’ si incontrano nelle loro origini al tempo 𝑡 = 𝑡’ = 0.
2. Ogni evento che avviene all’istante t per O, avviene all’istante 𝑡’ = 𝑡 per O’ (Punto Debole della Rel.Gal.)
3. O’ si sta muovendo rispetto ad O di MRU con una velocità pari a 𝑣𝑂′ ,𝑂 = 𝑢 (velocità di trascinamento).
Quindi O si sta muovendo rispetto ad O’ con una velocità 𝑣0,0’
4. P è un oggetto che si muove rispetto ad O e a O’ di un moto qualsiasi.
Quantità conosciute in funzione del SRI di O
Notazione Notazione Significato Relazione con le quantità
estesa contratta precedenti
𝑥𝑃,𝑂 𝑥 Posizione di P rispetto a O
Legge oraria qualsiasi di P rispetto ad O.
𝑣𝑃,𝑂 𝑣 Velocità di P rispetto a O 𝑑𝑥𝑃,𝑂
𝑣𝑃,𝑂 =
𝑑𝑡
𝑎𝑃,𝑂 𝑎 Accelerazione di P rispetto a O 𝑑𝑣𝑃,𝑂 𝑑 2 𝑥𝑃,𝑂
𝑎𝑃,𝑂 = =
𝑑𝑡 𝑑𝑡 2
𝑣𝑂′,𝑂 𝑢 Velocità di Trascinamento costante.
𝑥𝑂′ ,𝑂 Posizione di O’ rispetto a O.
Legge oraria di MRU di O’ rispetto ad O. 𝑥𝑂′,𝑂 = 𝑢 ⋅ 𝑡
Accelerazione di O’ rispetto a O: deve essere nulla, altrimenti O’
𝑎𝑂′,𝑂 non sarebbe un SRI: moltiplicata per la massa di P essa sarebbe 𝑎𝑂′,𝑂 = 0
la forza apparente.

170
Quantità conosciute in funzione del SRI O’
Notazione Notazione Significato Relazione con le
estesa contratta quantità precedenti
Posizione di P rispetto a O’
Legge oraria qualsiasi di P rispetto ad O’.
𝑥𝑃,𝑂′ 𝑥′ 1) Questa relazione si trova con il metodo punta-coda 1) 𝑥𝑃,𝑂′ = 𝑥𝑃,𝑂 + 𝑥𝑂,𝑂′
2) Questa relazione si trova modificando 𝑥𝑂,𝑂′ :
𝑥𝑂,𝑂′ = 𝑣𝑂,𝑂′ 𝑡 ′ = −𝑢𝑡 2) 𝑥𝑃,𝑂′ = 𝑥𝑃,𝑂 − 𝑢 ⋅ 𝑡

𝑣𝑃,𝑂′ 𝑣′ Velocità di P rispetto a O’ 𝑑𝑥𝑃,𝑂′


𝑣𝑃,𝑂′ =
Derivando la 1) rispetto al tempo si ottiene la 3) ovvero 𝑑𝑡 ′
la legge di composizione delle velocità 3) 𝑣𝑃,𝑂′ = 𝑣𝑃,𝑂 + 𝑣𝑂,𝑂′

𝑎𝑃,𝑂′ 𝑎′ Accelerazione di P rispetto a O’. Derivando la 3) ottengo 𝑑𝑣𝑃,𝑂′


4) 𝑎𝑃,𝑂′ = = 𝑎𝑃,𝑂
la 4). Poiché l’accelerazione è collegata alle forze 𝑑𝑡 ′
attraverso la massa, la 4) esprime in pieno il principio di
relatività.

171
Relatività Galileiana in Sintesi:
Risultati e Concetti Spiegazione Concetti

𝑥 ′ = 𝑥 − 𝑢𝑡 Trasformazioni di Galileo per passare da O a O’


{
𝑡′ = 𝑡

Distanza Spazio-Temporale tra due eventi che avvengono per O ad una


Δ𝑥 ′ = Δ𝑥 − 𝑢Δ𝑡 distanza spaziale pari a Δ𝑥 e una distanza temporale pari a Δ𝑡.
{
Δ𝑡 ′ = Δ𝑡 La seconda riga può essere pensata come un postulato per Galileo.
𝑣𝑃,𝑂′ = 𝑣𝑃,𝑂 + 𝑣𝑂,𝑂′ Composizione delle Velocità

𝑎𝑃,𝑂′ = 𝑎𝑃,𝑂 Le accelerazioni e dunque la dinamica dei corpi è uguale per ogni SRI.
Tutte le leggi fisiche della Meccanica sono le stesse per tutti i SRI,
Principio di relatività ovvero sono invarianti per Trasformazioni di Galileo.
Nel passaggio da un SRI ad un SRNI non vale questo principio infatti la
dinamica viene modificata per la nascita di forze apparenti.

172
La crisi della Fisica Classica è causata dalle equazioni di Maxwell.
(1865) Le leggi dell'elettromagnetismo non sono invarianti per Trasformazioni di Galileo
quindi...

...Le leggi dell’Elettromagnetismo non rispettano il principio di Relatività ed esiste un


sistema privilegiato (l’Etere) in cui la velocità della Luce vale c(mentre negli altri SRI
risulta minore o maggiore di c in base alla composizione delle velocità) ma...

(1887)...l’esperimento di Michelson-Morley mostra che la velocità della luce è uguale in


tutte le direzioni e quindi è indifferente al vento d’etere quindi...

...non esiste nessun sistema di riferimento privilegiato per le leggi dell'elettromagnetismo


quindi...

...il principio di Relatività potrebbe valere anche per le leggi dell’Elettromagnetismo ma…

173
Relatività Speciale (o Ristretta)
(1905) Einstein: Le leggi dell'elettromagnetismo non sono invarianti per Trasformazioni di Galileo quindi:
trovo delle Trasformazioni invarianti sia per la Meccanica, Elettromagnetismo e l'Ottica!

Risultati e Concetti Spiegazione Concetti


1°Assioma Tutte le leggi fisiche della Meccanica, dell’Elettromagnetismo e dell’Ottica
Principio di relatività sono le stesse per tutti i SRI, ovvero sono invarianti per Trasformazioni di
Lorentz.
2°Assioma Come Conseguenza del primo Assioma la velocità della luce nel vuoto
Principio di invarianza 1
è uguale per ogni SRI e pari a 𝑐 = ≈ 3 ⋅ 108 𝑚/𝑠
√𝜖0 𝜇0
Trasformazioni di Lorentz per passare da O a O’

𝑥 = 𝜸(𝑥 − 𝑢𝑡) relative ad un evento avvenuto in O in posizione x e all’istante t
{ ′ 𝑢𝑥 e avvenuto in O’ in posizione x’ e all’istante t’
𝑡 = 𝜸 (𝑡 − 2 ) 1 𝑢
𝑐 Fattore relativistico 𝜸 = con 𝛽 =
2
√1−𝛽 𝑐

Δ𝑥 ′ = 𝛾 (Δ𝑥 − 𝑢Δ𝑡) Trasformazioni Differenziali per passare da O a O’


{ ′ 𝑢Δ𝑥 Relativo alla distanza Spaziale (Δ𝑥) e Temporale (Δ𝑡) tra due eventi per O
Δ𝑡 = 𝛾 (Δ𝑡 − 2 ) E alla distanza Spazio Δ𝑥′-Temporale Δ𝑡′ tra gli stessi due eventi per O’
𝑐
𝑣𝑃,𝑂 + 𝑣𝑂,𝑂′ Composizione delle Velocità
𝑣𝑃,𝑂′ = 𝑣𝑃,𝑂 ⋅ 𝑣𝑂,𝑂′
1+ 𝑑𝑥𝑃,𝑂 𝑑𝑥𝑃,𝑂′
2
𝑐 𝑣𝑃,𝑂 = 𝑣𝑃,𝑂′ = 𝑣𝑂,𝑂′ = −𝑣𝑂′ ,𝑂 = −𝑢
𝑑𝑡 𝑑𝑡′

174
𝐋𝐞𝐠𝐚𝐦𝐢 𝐭𝐫𝐚 𝐮, 𝛃, 𝛄 𝛾 𝛾𝛽
(𝛾β)2 = 𝛾 2 − 1

1
1
Per 𝛽 ≪ 1 (𝑣 ≪ 𝑐) : 𝛾 ≈ 1 + 𝛽 2
2
Esempi 𝑢(𝑚/𝑠) 𝛽 = 𝑢/𝑐 𝛾 = 1/√1 − 𝛽 2
1
1 + ⋅ 10−14
Velocità di una macchina 30 10−7 2
1.000000000000005
1
1 + ⋅ 10−12
Velocità del suono in aria 300 10−6 2
1.0000000000005
Oggetto artificiale più veloce 105 3.33 ⋅ 10−4 1.000000056
3 ⋅ 107 0.1 1.005
1.5 ⋅ 108 0.5 1.1547
2.7 ⋅ 108 0.9 2.294
2.97 ⋅ 108 0.99 7.0888
Muoni atmosferici 2.9976 ⋅ 108 0.9992 25
Protoni in LHC <≈ 3 ⋅ 108 0.999999991 7453.56
Luce 3 ⋅ 108 1 ∞
Tachioni > 3 ⋅ 108 >1 Immaginario

175
Grafico del Fattore Relativistico

𝜸(𝜷)

Per 𝛽 ≪ 1
1
𝛾 ≈ 1 + 𝛽2
2

176
Le conseguenze delle Trasformazioni di Lorentz

177
La Simultaneita’
Due eventi sono Simultanei se avvengono nello stesso istante di tempo.
La Simultaneità di due eventi è Relativa o Assoluta?
IPOTESI: Si prendono due eventi simultanei per O (Δ𝑡 = 0) che avvengono a distanza Δ𝑥.
I due eventi Sono simultanei anche per O’?

Einstein Galileo
𝑢Δ𝑥
Δ𝑡 ′ = 𝛾 (Δ𝑡 − ) Δ𝑡 ′ = Δ𝑡
𝑐2
Simultaneità Locale
Δ𝑡 = 0 Δ𝑥 = 0 Δ𝑡′ = 0 Δ𝑡′ = 0
SI SI
La Simultaneità Locale
Rimane Assoluta
Simultaneità a Distanza ′
𝑢Δ𝑥
Δ𝑡 = − 2 ≠ 0 Δ𝑡′ = 0
Δ𝑡 = 0 Δ𝑥 ≠ 0 𝑐
NO SI
La Simultaneità a Distanza
diventa Relativa

178
La dilatazione dei Tempi (propri)
Tempo proprio 𝜏 → Durata tra due eventi che avvengono nella stessa posizione (Co-Spaziali).
Il tempo di vita di una persona o di una particella è per se stessa un tempo proprio

La durata temporale tra due eventi è Relativa o Assoluta?


IPOTESI: Si prendono due eventi co-Spaziali per O’ (Δ𝑥′ = 0) che distano temporalmente una durata
chiamata tempo proprio 𝝉 → Δ𝑡 ′ = 𝜏
Tra i due Eventi co-spaziali per O’ passa lo stesso tempo 𝝉 per un osservatore non solidale ad O’?

Einstein Galileo

Δ𝑥 = 𝛾(Δ𝑥 − 𝑢Δ𝑡)
{ ′ 𝑢Δ𝑥 Δ𝑡 ′ = Δ𝑡
Δ𝑡 = 𝛾 (Δ𝑡 − 2 )
𝑐
Tempo proprio tra due eventi Δ𝑡 = 𝛾𝜏
Co-Spaziali Δ𝑡 = 𝜏
NO
SI
Δ𝑡′ = 𝜏 Δ𝑥′ = 0 Una durata temporale è Relativa:
Un tempo non proprio è maggiore di un tempo proprio del fattore 𝛾

Prova Sperimentale: La dilatazione del tempo di vita dei muoni atmosferici

179
La contrazione delle Lunghezze (proprie)
Lunghezza propria 𝐿 → Lunghezza di un’oggetto solidale (fermo) rispetto ad un osservatore.
In generale la lunghezza di un corpo è pari alla distanza spaziale tra due eventi simultanei a distanza: un evento è la misura della
posizione di un estremo simultanea alla misura della posizione dell’altro estremo.

La Lunghezza di un oggetto è Relativa o Assoluta?


IPOTESI: Si prende un oggetto fermo rispetto ad O di lunghezza chiamata lunghezza propria L.
O’ misura la lunghezza dello stesso oggetto prendendo i due eventi di misurazione simultanei per lui. Per O’ la
lunghezza dell’oggetto sarà pari a L?

Einstein Galileo
Δ𝑥 ′ = 𝛾(Δ𝑥 − 𝑢Δ𝑡) Δ𝑥 ′ = Δ𝑥 − 𝑢Δ𝑡
{ ′ 𝑢Δ𝑥 {
Δ𝑡 = 𝛾 (Δ𝑡 − 2 ) Δ𝑡 ′ = Δ𝑡
𝑐
Misurazione simultanea per O’ Δ𝑥 ′ = 𝐿′ = 𝐿/𝛾
(Δ𝑡′ = 0) della posizione degli
NO Δ𝑥′ = 𝐿
estremi di un oggetto fermo SI
La lunghezza dei corpi (solo nella direzione del moto relativo)
rispetto ad O (Δ𝑥 = 𝐿)
è Relativa: la lunghezza non propria è minore della lunghezza
propria di un fattore 𝛾

Cambia la velocità b e fai passare il tempo T con e osserva la contrazione della lunghezza propria L

180
L’esempio dei Muoni Relativistici (𝑇𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑑𝑖 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑖 𝑎 2.2 𝜇𝑠)
1° Evento: Il muone si genera quando incontra il culmine dell’atmosfera
2°Evento: il muone colpisce la superficie terrestre e viene misurato
O (Terra e atmosfera) O’ (Muoni)
Velocità dell’altro
𝑣𝑂′ ,𝑂 = −0.9992 𝑐 𝑣𝑂,𝑂′ = + 0.9992 𝑐
sistema di riferimento
Fattore relativistico 𝛾 𝛾 = 25 𝛾 = 25
Distanza spaziale
Δ𝑥 = 15 𝑘𝑚 Δ𝑥′ = 0 𝑘𝑚
tra i due eventi
Distanza temporale Δ𝑡 = 𝛾𝜏 = 50 𝜇𝑠 Δ𝑡 ′ = 𝜏 = 2 𝜇𝑠
tra i due eventi DILATAZIONE TEMPORALE TEMPO PROPRIO
Altezza dell’atmosfera 𝐿 = 15 𝑘𝑚 𝐿’ = 𝐿/𝛾 = 600 𝑚
LUNGHEZZA PROPRIA CONTRAZIONE SPAZIALE
Cosa sperimentano “di strano” i Un osservatore fermo rispetto alla Terra Un osservatore fermo rispetto al muone
due osservatori che si pensano sperimenta la dilatazione temporale del sperimenta la contrazione della lunghezza
fermi rispetto a se stessi? tempo proprio del muone. propria dell’altezza dell’atmosfera.

Il muone riesce a percorrere i 15 km perché la La Terra riesce a raggiungere il muone perché


Perché muone e sua vita si è allungata di 25 volte! l’atmosfera è alta solo 600 metri!
superficie terrestre riescono ad
(Il tempo di vita del muone per la Terra (Il muone morirebbe spontaneamente
incontrarsi? diventa di 55𝜇𝑠) all’impatto se l’atmosfera fosse alta 660 metri)
181
La composizione delle velocità
IPOTESI: Un oggetto si sta muovendo rispetto ad O con velocità 𝑣𝑃,𝑂 = 𝑑𝑥/𝑑𝑡 ; mentre O si sta muovendo rispetto ad
O’ a velocità 𝑣𝑂,𝑂′ .
La velocità dell’oggetto per O’ (𝑣𝑃,𝑂′ = 𝑑𝑥 ′ /𝑑𝑡 ′ ) risulta semplicemente la somma delle precedenti?
La velocità della luce è superabile?
Einstein Galileo
d𝑥 ′ = 𝛾(d𝑥 − 𝑢d𝑡)
d𝑥 ′ = d𝑥 − 𝑢d𝑡
{ ′ 𝑢d𝑥 {
d𝑡 = 𝛾 (d𝑡 − 2 ) d𝑡 ′ = d𝑡
𝑐

𝑣𝑃,𝑂 + 𝑣𝑂,𝑂′
𝑣𝑃,𝑂′ = 𝑣𝑃,𝑂 ⋅𝑣𝑂,𝑂′ 𝑣𝑃,𝑂′ = 𝑣𝑃,𝑂 + 𝑣𝑂,𝑂′
Velocità di un oggetto per O’ 1+
𝑐2
NO SI
Se O spara un raggio di luce verso O’
e O si sta muovendo a velocità 𝑣𝑂,𝑂′ 𝑣𝐿𝑈𝐶𝐸,𝑂′ = 𝑐 𝑣𝐿𝑈𝐶𝐸,𝑂′ = 𝑐 + 𝑣𝑂,𝑂′
rispetto a O’ quale è La velocità della luce è invariante
la velocità del raggio laser per O’? NO SI
Due raggi di luce si stanno 𝑣𝐿𝑈𝐶𝐸,𝑂′ = 𝑐 𝑣𝐿𝑈𝐶𝐸,𝑂′ = 2𝑐
incontrando, quale è la velocità di La velocità della luce è invariante
uno rispetto all’altro? NO SI
182
L’intervallo 𝝈 relativistico
L’intervallo 𝜎 relativistico tra due eventi è la distanza Spazio-Temporale tra i due eventi ed è invariante per ogni osservatore!

𝜎 2 = 𝑐 2 Δ𝑡 2 − Δ𝑥 2 = 𝑐 2 Δ𝑡′2 − Δ𝑥′2
Eventi di Tipo: Tempo Luce Spazio
Valore di 𝜎 2 𝜎 2 > 0 |𝑐Δ𝑡| > |Δ𝑥| 𝜎 2 = 0 |𝑐Δ𝑡| = |Δ𝑥| 𝜎 2 < 0 |𝑐Δ𝑡| < |Δ𝑥|
ct ctc ct
t
Esempio Grafico x x
x

Gli eventi stanno tra di loro: Dentro i rispettivi coni di luce Lungo i rispettivi coni di luce Fuori dai rispettivi coni di luce
Possono essere simultanei per un certo osservato? NO SOLO PER LA LUCE SI
Se si, a quale velocità deve muoversi questo 𝑐Δ𝑡
𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑢𝑐𝑒! 𝛽=
osservatore? Δx
Questo osservatore misura tra i due eventi: Una lunghezza propria L:
𝐿 = √−𝜎 2
Possono essere co-spaziali per un certo osservatore? SI SOLO PER LA LUCE NO
Se si, a quale velocità deve muoversi questo Δx
𝛽= 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑢𝑐𝑒!
osservatore? 𝑐Δ𝑡
Questo osservatore misura tra i due eventi: Un tempo proprio 𝜏:
𝑐𝜏 = √𝜎 2
Gli eventi potrebbero essere causalmente connessi? SI SI NO
Un evento accadere prima, insieme o dopo l’altro? NO NO SI
183
Coppie Eventi
eventi tipo:
Z-A Spazio
Z-B Luce
Z-C Tempo
C D Z-D Spazio
A-B Spazio
B A-C Luce
A
A-D Tempo
B-C Tempo
B-D Spazio
C-D Spazio
Z

C
184
IL MIO QUADERNO DEL LABORATORIO DI
FISICA
Strumentazione:
Portata E Sensibilità

Errori durante la misura:


TIPO DI ERRORI CASUALI SISTEMATICI DI LETTURA

Fluttuazioni, variazioni Errori umani, problema Errore umano di lettura,


DOVUTI A: di grandezze fisiche all’interno dello di mancato
difficilmente governabili strumento di misura allineamento (errore di
parallasse)

I VALORI MISURATI SIA in DIFETTO SEMPRE in DIFETTO o SEMPRE in DIFETTO o


SONO SEMPRE: SIA in ECCESSO SEMPRE in ECCESSO SEMPRE in ECCESSO

LA LORO PRESENZA
CAUSA UNA PRECISIONE ACCURATEZZA ACCURATEZZA
DIMINUZIONE DI:
SONO ELIMINABILI? NO SI SI

Serie di misure dirette:


Valore Medio, Errore Assoluto, Intervallo di Confidenza, Errore relativo ed errore percentuale

Accuratezza e sensibilità
Le Misure Indirette
La Propagazione degli Errori
FORMULA con: SOMME O SOTTRAZIONI PRODOTTI O DIVISIONI
𝒕
Esempio di formula 𝑿=𝒂+𝒃−𝒄 𝒀=𝒔⋅
𝒏

Valore Medio 𝑽𝑴 Il Valore Medio segue Il Valore Medio segue


La formula indiretta La formula indiretta
𝑽𝑴 (𝒕)
Esempio 𝑽𝑴 (𝑿) = 𝑽𝑴 (𝒂) + 𝑽𝑴 (𝒃) − 𝑽𝑴 (𝒄) 𝑽𝑴 (𝒀) = 𝑽𝑴 (𝒔) ⋅
𝑽𝑴 (𝒏)

Errore Assoluto 𝝐𝑨 L’Errore Assoluto è la Si calcola solo dopo aver


Somma degli Errori Assoluti calcolato l’Errore Relativo

Esempio 𝝐𝑨 (𝑿) = 𝝐𝑨 (𝒂) + 𝝐𝑨 (𝒃) + 𝝐𝑨 (𝒄) 𝝐𝑨 (𝒀) = 𝝐𝑹 (𝒀) ⋅ 𝑽𝑴 (𝒀)

Errore Relativo 𝝐𝑹 Si calcola solo dopo aver calcolato L’Errore Relativo è la


l’Errore Assoluto Somma degli Errori Relativi
𝝐𝑨 (𝑿)
Esempio 𝝐𝑹 (𝑿) = 𝝐𝑹 (𝒀) = 𝝐𝑹 (𝒔) + 𝝐𝑹 (𝒕) + 𝝐𝑹 (𝒏)
𝑽𝑴 (𝑿)

Esercizi:
Propagazione con somma e sottrazione: Es. Facile
Propagazione con somma e sottrazione: Es. Facile e Medio
Propagazione con prodotto e divisione: Es. Facile, Medio e Difficile

Come calcolare l’Intervallo di Confidenza Globaledi una Quantità


a partire da singoli intervalli di confidenza della stessa Quantità?

186
FAC SIMILE

PREREQUISITI

QUANDO SI APPLICA?

LA FORMULA

PROCEDIMENTO
1)
2)
3)
4)
5)

NOTA BENE!

187
ESERCIZI e DOMANDE

APPLICAZIONI
ESPERIMENTI

COSTANTI

LEGENDA :

Filmato
Esercizi

LINK ELETTRICO MAGNETICO RELATIVITA’ https://www.youtube.com/watch?v=1TKSfAkWWN0

CADUTA CERTEZZE https://www.youtube.com/watch?v=gO1t5d18ce8

A VUOTO https://www.youtube.com/watch?v=TVcXzUxlbVs

Simboli matematici

pi -> 180°

188
Relazione fondamentale
x^2=9-> x=+-3BINOMIE
Angolo Aggiunto
Nota bene, nella scrittura di equazioni e disequazioni.
Prodotti notevoli
Coefficiente angolare nelle rette
Inserire grafici negli esponenziali con sviluppo limiti
Funzioni base
Probabilità

FARE KAHOOT entrata


Un numero elevato alla seconda è sempre maggiore del numero stesso.
Il negativo di 5^(-3) fa 5^3 ?
Uno diviso zero fa zero
Zero diviso zero fa uno.
5^0 fa zero
Saper fare i calcoli a mente
1+1/2
Differenza tra -3^2 e (-3)^2
x+x quanto fa?
Sqrt(6)=3?

189

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