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Dell'utilità e del danno di Hayden White per la storia

Author(s): Francesco Benigno


Source: Contemporanea , luglio 2008, Vol. 11, No. 3 (luglio 2008), pp. 515-521
Published by: Società editrice Il Mulino S.p.A.

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/24653088

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BERSAGLIO

Francesco Benigno, Giulia Calvi, LucaB


discutono

Forme di storia
di Hayden White

Francesco Benigno

Dell'utilità e del danno di Hayden White


per la storia
Tra i teorici della storia viventi Hayden Dalla realtà alla narrazione2, che permette
White è di certo il più radicale. Sin dagli al lettore italiano di trovare finalmente un
anni Sessanta la sua produzione ha costi- agile (anche se impegnativo) testo di rife
tuito una sfida di grande impatto al reali- rimento.
smo ingenuo e all'empirismo acritico di Una possibile spiegazione della scarsa pre
tanta parte della storiografia. Le sue criti- senza diretta di Hayden White nella ste
che alle pretese scientiste degli storici, pre- riografia italiana non può non chiamare
sentate in una forma secca, asciutta, con un in causa gli effetti delle polemiche dirette
argomentare denso e dirimente, sono state contro le sue opere da due storici di prima
certo una provocazione, un modo - per così grandezza come Arnaldo Momigliano e
dire - di épater l'historien, ma anche, al con- Carlo Ginzburg.
tempo, la più possente spinta venuta da un Per Momigliano, che polemizza con Hayden
singolo studioso a riflettere sui limiti e le White nel corso degli anni Ottanta, questi
potenzialità del mestiere di Clio. sbaglia nel concentrare l'attenzione sulla
Molto influente nella storiografia anglo- scrittura storica, sulla sua quasi inelutta
sassone, Hayden White è stato sinora in bile dimensione narrativa, mentre al cuore
Italia più citato che letto, più esorcizzato del mestiere sta invece la ricerca e l'analisi
che conosciuto, più evocato che utilizzato; scrupolosa delle fonti; e con essa, in ultima
ne è prova la mancanza di traduzioni dei analisi, il riferimento alla verità, vale a dire
suoi volumi (a parte quella, relativamente ad una realtà oggettiva ed extratestuale che
tempestiva, di Metahistoryy. Bene ha fatto lo storico è chiamato, sulla scorta di una
dunque Edoardo Tortarolo a curare l'im- tradizione filologica secolare - e pin- con
portante raccolta di scritti Forme di storia tutte le approssimazioni impostegli dalle

1 H. White, Retorica e storia, Napoli, Guida, 1978 [Baltimore-London, 1975].


2 Roma, Carocci, 2006.

Contemporanea / a. XI, n. 5, luglio 2008

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limitazioni dei materiali documentari - a Si può non condividere l'impostazione di
ricostruire3. Ginzburg, ricordando ad esempio con Paul
Ginzburg, a sua volta, muovendosi sulla Veyne che è preciso compito
stessa linea ma con l'urgenza derivata riportare le concezioni (e
dall'onda tellurica del linguistic turn (av- quelle della verità) a precis
vertibile ovunque negli anni Novanta dello la informano e le fanno pec
scorso secolo ma certo con maggiore forza dissentendo da quella sorta d
da un osservatorio privilegiato come l'Uni- consecutio che invita a non pre
versità della California) accusa duramente posizioni sul piano epistem
Hayden White di essere in sostanza un rico perché «pericolose» sul p
cattivo maestro. Le sue idee, situate lungo o politico; o ancora sottoline
una linea intellettuale che risale a Nietz- sforzi negazionisti, lungi dal
sehe da una parte e a Croce dall'altra, pas- teorie dei tropi alla Hayden
sando per Barthes, Foucault e de Certeau, pigliano positivisticamente a
condurrebbero infatti all'annullamento e di armi, alla scoperta o con
della distinzione tra racconto storico vero un manoscritto o di una fot
e racconto immaginario, fiction-, la storio- (più o meno maldestrame
grafia, incapace a distinguere il vero dal rabile tradizione della Quell
falso, risulterebbe allora afasica rispetto per criticare, o mettere in dubbio
alla varietà, potenzialmente infinita, delle spiegazioni, interpretazioni. Si p
interpretazioni, e impotente di fronte alle parole, non consentire a m
teorie revisioniste più estreme e perfino l'attacco di Ginzburg a Hayd
nei confronti del negazionismo sull'Olo- occorre prendere sul serio,
causto. Contro questa deriva, indicata punto di vista ha fatto appunt
come epistemologicamente pericolosa e l'acutezza della sfida lancia
moralmente inaccettabile, Ginzburg pro- americano alla tradizionale v
pone com'è noto agli storici di trincerarsi stiere di storico.
nella concezione della verità sedimentatasi Rispetto a ciò la lettura d
in Occidente sin dal mondo greco antico Hayden White che offre To
e incentrata sui processi di accertamento breve (e per altri versi pers
della verità. In estrema e rozza sintesi, il zione, lascia insoddisfatti.
meccanismo della prova, che accomuna sono capire (anche se non con
ma anche distingue pratica storiografica ragioni dell'omissione, da part
e procedimento giudiziario, assicurerebbe di qualunque riferimento a
quel riferimento alla realtà esterna indi- così eclatante quale quella di
spensabile a garantire il discernimento del capisce meno il tentativo di me
vero, del falso, del finto. dire la sordina alla radicalità dell'imposta

3 Vedi soprattutto A. Momigliano, Suifondamenti della storia antica, Torino, Einaudi, 1984, e C. Ginzburg
Ilfilo e le tracce: vero, falso, finto, Milano, Feltrinelli, 2006.

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zione di Hayden White. Dato per scontato Rispetto all'impostazione di Hayden White,
l'apprezzamento del tutto condivisibile per che ragioni di spazio impediscono qui di
uno studioso che ha insegnato agli storici a riassumere adeguatamente, si possono
non considerare secondario ma centrale il muovere tre principali obiezioni, che at
problema delle forme con cui raccontare il tengono rispettivamente a ima sottovalu
passato, lascia perplessi l'affermazione per tazione dei vincoli che il materiale docu
cui l'obiettivo polemico di Hayden White mentano pone allo storico; ad una mancata
non sarebbe «lo storico che è convinto di considerazione di cosa sia il dibattito nella

essere in grado di rappresentare la realtà disciplina e di come e in che senso essa


del passato» ma solo «lo storico che si illude possa dirsi scientifica; ad ima specifica
di farlo senza porsi il problema della forma concezione, legittima ma discutibile, del
da dare alla propria rappresentazione»4. l'uso pubblico del passato e del rapporto tra
Al contrario, se c'è un insegnamento che storia e memoria,
emerge prepotentemente dalle pagine di
Hayden White è che la dotazione di senso Fonti 6 interpretazioni
di un'interpretazione storica non deriva dal Non solo è vero, come sostiene Hayden
riferimento ai materiali documentari (che White, che i fatti sono costruiti (e non mera
presi in sé sono per lui neutri, non dotati mente dati), ma la sensibilità storiografica
di un significato interno, indifferenti come contemporanea è assai più incline, rispetto
il gregge nietzschiano che bruca in con- a quella comune al tempo in cui scriveva
sapevole) ma dalla mise en intrigue, dalla Momigliano, a prendere sul serio la com
costruzione dell'intreccio narrativo con cui plessità ermeneutica delle fonti, l'intensità
viene presentata. La storia dovrebbe per- del loro essere, per così dire, visioni orien
ciò rinunziare al suo traballante statuto di tate del mondo. Meno sicura nel fondare il

scienza e prendere atto dell'indistinguibi- proprio statuto sulla distinzione canonica


lità della propria narrazione da tutte le altre tra fonti primarie e secondarie, che oggi ap
narrazioni, in primis quelle letterarie e di paiono entrambe interpretativamente «ca
fantasia. Molto più capaci, del resto, queste riche», la storiografia non pare rassicurata
ultime, rispetto alla storiografia accade- oggi dalla certezza della distinzione tra vero
mica, di venire incontro al bisogno di storia e falso: quella che una volta era una stella
della gente, che si traduce come urgenza polare capace di illuminare una rotta sicura
di riconoscimento del presente nei fatti del risulta oggi solo una componente, certo in
passato e di identificazione con le azioni, i dispensabile ma non decisiva: e anzi i falsi
pensieri e i sentimenti di coloro che sono (i processi di falsificazione, invenzione,
vissuti prima; più efficace nel porsi, in altre riutilizzo) risultano per certi versi più sti
parole, «al servizio della vita». molanti, sollecitano maggiormente (per ra

* E. Tbrtarolo, Postfazione, in H. White, Forme di storia, cit, p. 198.

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gioni che non è possibile provare a esporre indietro solo quello che si chiede loro. Sono
qui) l'interesse storiografico. piuttosto un materiale opaco, che orienta
Lo storico dunque - in una maniera che le interpretazioni, impedendo la libertà
non pare interessare troppo Hayden White assoluta del dire. Lo storico ha diritto di
- non ha a che fare solo con congerie di proporre un'interpretazione solo nel ri
eventi ma anche con una pluralità di inter- spetto del dicibile, e questo dicibile è, su un
prefazioni. I fatti, prima di essere costruiti piano deontologico, solo quello che le fonti
come fatti storici, sono infatti oggetto di consentono di affermare. Non un binario,
dispute interpretative, cui prendono parte quindi, ma un perimetro. Quello che resta
giornalisti, osservatori, politici, scrittori. 0 da un processo di esclusione,
anche studiosi come Hayden White, che a
ridosso di certi avvenimenti (nella fattispe- La dÌSCUSSÌ<MKì Storiografica
eie la frana di Sarno del 1998) ci offre, in uno Chi volesse oggi discutere cosa fanno gli
dei saggi della raccolta, una brillante ana- storici accademici dovrebbe prendere in
fisi di come il «disastro» di Sarno sia stato considerazione in prima istanza tutta una
trattato sul piano comunicativo. Lo storico serie di attività che stanno a mezzo tra la
futuro che volesse raccontare quell'evento pratica di archivio, con il suo correlato di
dovrà quindi prendere in esame una mol- acribia filologica, e la scrittura narrativa de
teplicità di informazioni, alcune delle quali stinata al largo pubblico. Questo «qualcosa
testuali e altre extratestuali, ed una varietà che sta a mezzo» sono le riviste storiche e
di interpretazioni. Utilizzando magari, oltre il dibattito interno alla disciplina, attraverso
al testo di Hayden White e ai sei numeri del cui si formano gli storici e si determinano
giornale «la Repubblica» da lui studiati, altri (idealmente per merito) le carriere. La sto
giornali e naturalmente la non piccola let- ria, in quanto disciplina accademica, esiste
teratura di vario tipo esistente su Sarno e i nella misura in cui essa costituisce un'arena
cornimi limitrofi. relativamente regolata e socialmente rico
Questo lavoro di confronto di dati e inter- nosciuta di dibattito. Di cui
pretazioni, non molto diverso dal lavoro Talmente il procedimento di p
compiuto da altri studiosi sociali, ha effetti critica e di verifica, un proced
precisi su quella che poi sarà la ricostru- non va di certo idealizzato m
zione storica. Non nel senso di determi- va dimenticato.

nare un'interpretazione ma nel senso di Questo aspetto agonistico connaturato


costringere lo storico ad escluderne alcune, alla discussione storiografica significa
Questo argomento, già variamente propo- che di eventi accaduti nel passato non vi
sto, e tra gli altri da Ginzburg, va ribadito: è un'unica interpretazione ma diverse; al
le fonti non sono vetri trasparenti, finestre contempo però la stessa dimensione in
aperte sul mondo passato che permettano tellettualmente dialettica e conflMva im
di vedere chiaramente il paesaggio. Ma non pedisce che queste interpretazioni siano
sono neanche finestre murate che impedi- infinite o illimitate, come sarebbero le sto
scono lo sguardo o specchi che rimandano rie possibili in un contesto di Ubera creat

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vità letteraria o, come piace dire a Hayden chelet è obbligatoria solo nel senso della
White, poetica. sua influenza su tutta una tradizione sto
Se, come si è prima osservato, esiste una riografica, non perché esso risulti ogg
opacità o resistenza dei materiali documen- a «pensare» la Rivoluzione francese
tari all'arbitrarietà interpretativa, è proprio senza aderire ad un modello cumu
attorno a questa opacità, a ciò che essa con- positivistico, la dialettica delle inter
sente o impedisce, che gli storici discutono, zioni sposta continuamente il punto di
e ciò sia nelle proprie interpretazioni sia accettabile (accettato) della comunità
ragionando a proposito di quelle altrui. E storici, rendendo le interpretazioni p
ne discutono in forma quasi sempre non magari affascinanti, certamente rilev
narrativa e in un modo argomentativo non per la comprensione dell'epoca in c
troppo diverso da quello che usa Hayden rono scritte e di cui diventano a loro
White nell'affermare le proprie posizioni e fonti, ma anche inevitabilmente obsolet
respingere quelle di altri. Questa modalità In altre parole, affermare con Hayden W
allontana il mestiere di storico da quello che la storia non è una disciplina scien
del romanziere e del poeta e lo avvicina equivale a dire che non lo sono, insiem
alle pratiche consolidate di tutte le disci- storia, altre discipline sociali, come l'
pline scientifiche sociali o umanistiche e pologia, la sociologia e larga parte d
che potremmo definire, con Jean-Claude psicologia. Vale a dire quelle discipline
Passeron, «non popperiane». come la storia, non possono permettersi d
Di questo aspetto agonistico fa parte naturai- delimitare le proprie catene di propos
mente la tendenziale obsolescenza delle in- in uno spazio logico impermeabile a
terpretazioni passate. Uno degli argomenti guaggio naturale; per non dire dei
usati da Hayden White per dimostrare ilea- che potrebbero essere avanzati (Do
rattere esclusivamente letterario dell'ope- N. McCloskey) sulla capacità di gran
razione storica è che i classici storiografici delle analisi economiche a tenersi al ripa
non tramontano mai, ma rimangono tali, e da questa critica.
ciò non per le proprie acquisizioni conosci- È interessante poi osservare come Ha
five ma per le virtù letterarie che li qualifi- White, nel tentativo di dimostrare la n
cano. Non a caso Hayden White predilige la tura intrinsecamente artistica e lett
storiografia ottocentesca, quella nella quale dell'operazione storica, irrigidisca l
uno storico come Michelet poteva rivaleg- sizione tra scienza e letteratura, rif
giare, per pubblico e qualità della scrittura, dosi alla scienza come se tutte le discipli
con un romanziere come Walter Scott. Ma scientifiche fossero formalizzate allo stes

il fatto che si legga e si continui a rileggere modo della fisica e come se tutte possed
Michelet non significa affatto, come Hayden sero gli stessi standard di accertam
White tende a pensare, la prova della com- della verità; evitando ogni riferimento n
pietà mancanza di un processo cumulativo solo al dibattito epistemologico aperto
di conoscenza. Per uno storico odierno tesi di Paul K. Feyerabend ma anche a
della Rivoluzione francese la lettura di Mi- natura processuale ed agonistica de

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cerca scientifica messa in luce da un autore stanza quella praticata prima della nascita
che egli ben conosce come Algirdas Julien della storia accademica) e storia realistica
Greimas. e prosaica.
Discutibile è anche l'opposizione, introdo
più volte implicitamente da Hayden Wh
tra il referente della storia che, essend
passato, avrebbe un carattere diciamo co
più «impalpabile», e quello di discipline che
studiano i fatti che accadono nel present
che sarebbe dunque più verificabile. Opp
sizione puramente retorica, in quanto s
verifica di un'affermazione relativa al pa
sato è un processo complesso, esso tutta
non è intrinsecamente differente dalla
fica di un'affermazione relativa al prese
(o per meglio dire al presente-passato) m
che abbia un minimo livello di astrattezz
In entrambi i casi gli studiosi che vi si ci-
mentano sono obbligati a prendere in con-
siderazione una congerie variegata di da
e di interpretazioni non immediatament
disponibili e li interpretano comunemen
attraverso una doxa, un bagaglio di ide
ricevute desunte da tradizioni autoritative
e che sono esse stesse passibili di indagin
e di decostruzione: concetti spesso vaghi
evidentemente bisognosi di precisazione o i
revisione come «modernismo», «mezzi d
produzione», e «stadi del capitalismo» per
citare solo alcuni tra quelli che Hayden
White preferisce usare. Negli ultimi decenni, in alcune sfere pub
bliche nazionali, questo uso pubblico della
Ita Storia 6 memoria storia ha preso la forma di un discorso sulla
D terzo ed ultimo punto che mi propongo di memoria collettiva. La memoria rappr
discutere è l'affermazione di Hayden White senta qualcosa di simile alla storia poetic
che la storia non solo non è una scienza e di cui parla Hayden White. Legata al biso
non potrà mai esserlo ma non è neppure gno di riconoscimento e di identità dell
auspicabile che provi ad esserlo; e più in comunità, essa si esprime essenzialment
generale la contrapposizione da lui pro- attraverso storie e testimonianze, ricordi
posta tra storia inventiva e poetica (in so- possibilità di rivivere emozioni e, spesso

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traumi collettivi. Risponde a un bisogno anche mostri. E che dunque la tesi che un
sociale preciso, quello della generazione e uso sorvegliato e «realistico» del passato ab
rigenerazione dell'identità sociale e questo bia una valenza conservatrice è tanto poco
avviene attraverso racconti di fondazione, sostenibile quanto la tesi che un suo uso
spesso mitici, che si adattano perfettamente disinvolto e «poetico» abbia ima valenza ri
alle analisi tropologiche. Per quanto si voluzionaria.
possa avere meno fiducia di Hayden White Agli storici, in realtà, tocca soddisfare un
nelle capacità di un intreccio di produrre, bisogno sociale che è diverso e meno ecla
quasi automaticamente e senza mediazioni tante di quello che viene soddisfatto dalla
sociali, processi di coinvolgimento emotivo, memoria. Ma che esiste: ché altrimenti non
non v'è dubbio che il tessuto narrativo della si spiegherebbe il fatto che si continuino a
memoria è cruciale per la sua efficacia sim- comprare libri di storia, certo mediamente
bolica e politica. Insomma la storia poetica più impegnativi (quando non ostici) dei
esiste e si chiama memoria. Il suo obiettivo, tanti romanzi storici in circolazione. Sa
come piace ad Hayden White, non è natu- rebbe sbagliato attribuire ciò ad un'inca
ralmente quello di ricostruire come «anda- pacità del pubblico di distinguere tra storia
rono veramente le cose», ma invece quello e fiction. Al contrario, vi è ima specifica
di consentire alla gente di rivivere il pas- «cornice», una «soglia» che distingue il libro
sato per i bisogni del presente. Attraverso di storia dal romanzo e questa soglia è co
un'operazione simbolica di cui sono state nosciuta e riconosciuta pubblicamente. Nei
recentemente sottolineate le caratteristiche libri di storia si cerca (anche, non sempre)
di stampo sacrale e liturgico5. qualcosa di diverso dalla soddisfazione che
Che poi in nome della legittimazione co- danno i processi empatici di immedesima
munitaria alla ricostruzione storica, e zione. Si cerca di avvicinare la verità più
manomettendo le fonti, si possano inven- plausibile su eventi passati. Una prospet
tare tesi storiografiche aberranti, come ad tiva capace di farci vedere, nei casi migliori,
esempio nel caso del tentativo di un Franjo quello che non era prima stato intravisto.
Tudjman di costruire una storia mitica di Una prospettiva, comunque, della quale si
stampo nazionalistico croato, è ovvio. Ad nutre la dialettica dell'opinione pubblica e
Hayden White piace pensare l'invenzione con cui l'uso pubblico della storia (e della
del passato come una sorta di immagina- memoria) è obbligato a confrontarsi. La ve
zione al potere, ma la sua onestà intellet- rità non sarà magari sempre rivoluzionaria
tuale lo obbligherà a riconoscere che l'uso ma la sua ricerca continua ad essere indi
arbitrario del passato ha prodotto e produce spensabile.

5 GAI. Spiegel, Memory and History: Liturgical Time and Historical Time, «History and Theory», vol. 41,
2, pp. 149-62.

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