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Comprensione scritta
Abitare la sostenibilità
Il termine “abitare” ha la stessa radice etimologica di “habitus” e “habitat”, di “abito” e “abitudine”, ovvero
ciò che si indossa tutti i giorni, che si vive quotidianamente, non eccezionalmente. E sono forse le nostre
case, gli uffici o le scuole i luoghi dove trascorriamo la maggior parte del tempo delle nostre vite, delle
nostre giornate, per mesi e anni.
5 Eppure sono questi stessi edifici la prima causa dell’inquinamento atmosferico e ambientale, seguita
solo in seconda battuta dall’industria e infine dai trasporti: questo il podio secondo l’Agenzia europea
dell’ambiente (AEA).
Tra le cause maggiori del degrado ambientale e della cattiva qualità dell’aria che respiriamo ci sono
pertanto i consumi spesso non ottimali delle nostre abitazioni e dei nostri uffici, negozi, fabbricati e
10 condomini: il loro adeguamento e la loro ristrutturazione potrebbero da soli diminuire sensibilmente
l’inquinamento nelle nostre città e l’impatto ambientale complessivo sul pianeta, riducendo le emis-
sioni che alterano il clima, provenienti da fonti fossili.
Non si può dire ormai che questa consapevolezza non si stia diffondendo tra il grande pubblico: il con-
cetto di sostenibilità è sulla bocca di tutti, è un’aspirazione probabilmente vera e autentica per molte
15 persone che desiderano una prospettiva di coabitazione armoniosa con il pianeta e con la natura.
Ciò che è difficile, però, è far seguire le azioni alle intenzioni. È difficile portare nelle abitudini di noi
singoli cittadini e famiglie le pratiche che vorremmo fossero seguite a livello globale dalle nazioni, dalle
istituzioni, dalla massa dei cittadini. Una base di abitudini, comodità e convenienze, più mentali che reali,
ostacola i cambiamenti concreti nelle nostre piccole azioni di ogni giorno: come vado al lavoro, quanto
20 riscaldo la casa o l’ufficio, che cosa scelgo di mangiare e quanto mi impegno a risparmiare l’energia.
Includendo cellulari, computer ed elettrodomestici tecnologici che diamo per scontato debbano essere
sempre a disposizione.
Perché cerchiamo sempre avidamente un parcheggio vicino al negozio dove stiamo andando o perché
non ci decidiamo a cambiare quel serramento che disperde inutilmente tanto calore? Sono giuste le
25 domeniche senz’auto, ma che seccatura!
Ok la bici, ma se poi piove? Quest’inverno non ha quasi mai piovuto, ma le nostre abitudini automobili-
stiche così radicate e un’innata inerzia contraria a qualsiasi cambiamento concreto prevengono persino
le buone intenzioni e superano le stesse previsioni meteo.
Facile trovare alibi per ogni mancata decisione e ancora più facile guardare a quello che dovrebbero fare
30 o decidere gli altri per contrastare questi problemi. Possiamo criticare gli accordi presi a Parigi durante
la Conferenza mondiale sul clima, ma per favore, consideriamo come sia difficile accordarsi solamente
all’interno del proprio condominio su quali interventi eseguire, oppure quante decisioni vengano rinviate
all’interno di una stessa famiglia. Possiamo allarmarci per l’emergenza smog e lasciare l’auto a casa se co-
stretti dai provvedimenti, ma appena ci tolgono il divieto riprendiamo il consueto automobilismo di massa.
35 A causa dell’assenza di pioggia e di vento, durante lo scorso inverno le polveri sottili che produciamo
giorno per giorno sono rimaste intatte nell’aria. Tutti ne hanno parlato, mass media compresi, nella logi-
ca dell’emergenza, senza mai giungere a decisioni strutturali e permanenti.
Fare della sostenibilità la propria casa, il proprio abito costante, la propria abitudine convinta e continua-
tiva è la sfida più impegnativa della nostra epoca.
40 Certo, quando siamo chiamati a votare dovremmo scegliere il politico che abbia il coraggio di prendere
a livello pubblico decisioni lungimiranti, anche se impopolari, in fatto di sostenibilità ambientale, ma
dovremmo ancor di più avere il coraggio e la coerenza di scegliere personalmente cambiamenti delle
nostre abitudini anche quando non costretti da provvedimenti pubblici o dall’emergenza del momento.
(adattato da D. Moratti, www.infosostenibile.it, febbraio 2016)
1 La parola “abitudine”
a ha lo stesso significato di “habitat”.
b indica qualcosa che si fa solo raramente.
c fa parte della stessa famiglia linguistica di “abitare”.
3 La sostenibilità è un concetto
a attuale ma difficile da mettere in pratica.
b condiviso da tutti e in via di realizzazione.
c utopico perché pochi sono disposti a cambiare.
punteggio / 12
3 Che cosa si potrebbe fare concretamente per consumare meno energia? (indica 3 cose)
punteggio /6
punteggio /8
Comprensione scritta / 26
Lessico e testualità
Vietato rifiutarsi
Tra i rifiuti più significativi e scandalosi che il genere umano
(1) , ce n’è uno in particolare che stride per la
sua contraddizione non solo economica, non solo ambientale, ma
anche terribilmente etica: quello alimentare.
Le tonnellate di alimenti che diventano (2) nei
soli Paesi ricchi ammontano a 1,3 miliardi l’anno; praticamente un terzo
del cibo prodotto viene buttato ogni giorno nei (3)
dell’organico. Di contro, una persona su nove al mondo non ha abbastanza
cibo per sopravvivere, mentre molto più alti sono i numeri della malnutrizione.
In aggiunta alla considerazione di carattere umanitario, sul conto dello spreco alimentare si somma
la gravità delle valutazioni ambientali: il (4) che ogni anno viene buttato sfrutta
1,4 miliardi di ettari di suolo, il 30% della superficie agricola mondiale, e produce 3,3 miliardi di tonnellate
di (5) serra. Consumiamo (6) naturali preziose che non
vanno nemmeno a chi ne avrebbe più bisogno e per di più dobbiamo consumarne altre per smaltire lo
spreco prodotto dai nostri rifiuti e dal nostro inquinamento.
A dire il vero, per quanto angosciante sia la realtà dello spreco alimentare, questo aspetto è solo una
parte di un problema più generale. Siamo immersi in rifiuti di ogni tipo, con la necessità di trovare cestini
in ogni angolo delle strade, in ogni ufficio, stanza o negozio. Abbiamo sempre qualcosa da
(7) . In ogni località compaiono (8) ecologiche sempre
più grandi e sempre più organizzate, che crescono in numero e dimensioni in ogni città. Senza contare
quanto spreco di risorse sta dietro a una sempre crescente attività di (9) dei
rifiuti, a cominciare dal mantenimento della pulizia di strade o dal semplice svuotamento dei cestini
dell’immondizia e delle (10)
del vetro.
La società dei consumi di massa, gemella della
società delle produzioni di massa, sembra non
aver calcolato la presenza di una terza sorella,
apparentemente minore, ma in realtà gemella
anch’essa delle prime due, a cui è direttamente
collegata: la società dei rifiuti di massa.
È un paradigma da cambiare, ed è vietato rifiutarsi.
punteggio / 10
5 Completa i dialoghi con le espressioni e i segnali discorsivi dell’elenco. Fai attenzione: ce ne sono 4 in più.
ti dico / cioè / ma scusa… / allora / ascolta / per te è facile parlare / insomma / ho capito
1 Uffa, che noia il tuo ambientalismo, non se ne 3 Tu e tua moglie siete davvero pigri, vi spostate
accorge nessuno se butto un foglio di carta sempre in macchina e non avete mai nemmeno
nell’indifferenziata... provato a fare una passeggiata in bicicletta insieme.
(esprimere disaccordo) (esprimere parziale
se tutti si comportassero così, non ricicleremmo accordo), hai ragione, ma prova tu ad avere tre figli
niente. Per fortuna molta gente invece sta attenta piccoli come noi… cambieresti immediatamente
a dove butta i rifiuti! idea sulla nostra pigrizia!
2 Adoro la frutta esotica, ne mangio tantissima tutto 4 Andrea, devi seguire una dieta equilibrata e non devi
l’anno, è ricca di vitamine ed è molto gustosa, non fumare né bere alcolici. Non sono un fondamentalista
potrei farne a meno! del salutismo, (riformulare),
(richiamare l’attenzione), un po’ lo sono, ma non obbligo nessuno, sono solo
io penso che anche la frutta coltivata qui sia ricca dei consigli da amico.
di vitamine. E poi, se comprassi la frutta dei nostri Antonio, hai ragione e i tuoi consigli sono sempre
contadini, la mangeresti più fresca e la tua spesa molto utili. Cercherò di migliorare il mio stile di vita,
avrebbe un impatto minore sull’ambiente. te lo prometto!
punteggio /4
6 Associa le parole per formare espressioni. Fai attenzione: nella colonna di destra ce ne sono 3 in più.
1 emissioni a dei rifiuti
2 cambiamenti b di scarico
3 dissesto c di gas
4 scioglimento d atmosferico
5 smaltimento e dei ghiacciai
f biodegradabili
g climatici
h idrogeologico
punteggio /5
7 Completa il testo con i connettivi dell’elenco. Fai attenzione: ce n’è uno in più.
punteggio /5
Lessico e testualità / 24
Grammatica
Un italiano su tre pensa che la bicicletta (1) (essere), almeno nelle intenzioni, il
mezzo migliore per spostarsi, soprattutto durante le vacanze estive. È quanto risulta dal sondaggio condot-
to dall’Osservatorio Linear dei Servizi: precisamente il 32% degli intervistati sceglie la bici, sebbene l’auto
(2) (restare) la più usata dalle famiglie. Seguono il treno (30%), l’auto (26%) e la moto (12%).
Il motivo per cui gli italiani preferiscono la bici? Ritengono che non (3) (inquinare), che
(4) (fare) bene alla salute e che (5) (costare) poco, oltre a esse-
re divertente e a liberare la città e le campagne da auto e inquinamento. Eppure, fino a qualche decennio fa
gli italiani erano convinti che le automobili, meglio se ingombranti e costose, (6)
(rappresentare) il benessere economico. Molti pensavano che le biciclette (7) (essere)
solo per chi non poteva permettersi una macchina. Oggi le cose sono cambiate, questo tipo di mentalità sta
scomparendo e molti ormai sono persuasi che pedalare non solo (8) (allungare) la
vita, perché, per esempio, protegge il cuore dalle malattie cardiovascolari, ma che (9)
(rendere) anche più felici e (10) (abbassare) il livello di stress accumulato durante la
settimana lavorativa.
punteggio / 10
10 Completa le frasi che esprimono necessità con i verbi alla forma passiva (a, b, c) indicata tra parentesi.
a con andare
b con si impersonale + dovere
c con dovere
Grammatica / 30