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In letteratura per Romanzo di formazione s'intende un genere narrativo che descrive l'evoluzione, i

cambiamenti e le esperienze del protagonista nel suo passaggio dall'età infantile e adolescenziale a
quella adulta. Il Romanzo di formazione nasce in Germania alla fine del Settecento, e da lì diventa
soggetto ad una diffusione ed un'evoluzione continua in cui temi e contesti cambiano
continuamente. Nel romanzo di formazioni viene narrato il processo di crescita e formazione,
maturazione del protagonista, generalmente adolescente. Con prove, errori e disillusioni, il
protagonista impara a conoscere le sue capacità e i suoi limiti, capendo come gestirsi. Il
protagonista perviene a questa sua conoscenza attraverso episodi ed esperienze, tra cui il
confronto con i genitori, l'influenza di educatori, avventure sentimentali, esperienze lavorative, la
conquista dell'autonomia, l'allontanamento della famiglia e molti altri. Il processo di maturazione
del protagonista riguarda anche il lettore, che, attraverso la lettura del romanzo, viene "educato" e
"formato". Il lettore si ritrova nel protagonista e nelle sue azioni, capendone talvolta le decisioni e il
modo di rapportarsi con gli altri, soprattutto se il lettor stesso è un adolescente come il
personaggio.
Queste storie vengono usate per raccontare gli stati d'animo e psicologici dei protagonisti, o sono
usati per descrivere uno specifico ambiente sociale, oppure per raccontare esperienze
autobiografiche dei loro autori; il Romanzo di formazione, inoltre, per forme ed argomenti può
essere associato ad altre categorie letterarie, come il romanzo epistolare o quello storico.
Le principali caratteristiche dei romanzi di formazione sono, sinteticamente:
la narrazione di una maturazione individuale;
- l'attenzione ai sentimenti e ai pensieri del protagonista;
- la descrizione di uno specifico ambiente sociale.
È considerato il capolavoro nonsense di Carroll, che in altre sue opere per bambini mette in mostra
contenuti più esplicitamente educativi e modalità narrative di stampo decisamente più prevedibile
e tradizionale. Non è un romanzo nel senso tradizionale del termine, è una storia fantastica, in cui
Alice, la protagonista, si addormenta e sogna di seguire un coniglio bianco, che ha visto in giardino,
nella sua tana, si ritrova così in un mondo surreale e fantastico, dove le cose non sono ciò che
sembrano. È un mondo senza logica, anche Alice comincia a cambiare, il suo corpo cresce o si
rimpicciolisce secondo quello che beve o mangia. Questo mondo è popolato da strane creature e
animali parlanti. Temi principali di Alice nel Paese delle meraviglie è senza dubbio il rapporto
conflittuale tra età infantile ed età adulta. Precipitando nel mondo immaginario del Bianconiglio e
della Regina di cuori, Alice si confronta con una realtà in cui le norme e le regole del mondo
normale sono di fatto capovolte e stravolte.
Durante l'epoca vittoriana ci fu un grande sviluppo della letteratura per bambini anche grazie allo
status privilegiato assegnato ai bambini della classe media che venivano tenuti lontano dagli altri
strati sociali. I bambini della classe media dovevano essere educati e preparati all'ingresso nella
società da adulti, per cui molti libri per bambini dovevano avere un ruolo educativo, quindi la
maggior parte trattava storie di avventure, pellegrinaggi o situazioni da cui i bambini potevano
trarre un insegnamento. Uno dei temi principali di tale romanzo è la crescita, il passaggio all'età
adulta, Alice è una bambina, ma in questo nuovo mondo si ritrova ad affrontare situazioni e
problemi difficili. Inoltre, obbedire alle leggi del Paese delle Meraviglie è un concetto per lei alieno,
per quanto provi, non riesce mai veramente ad adattarsi a questa bizzarra società. Una delle cose
che impara è la differenza tra la realtà e l'apparenza: le cose spesso non sono come appaiono. Il
mondo sottosopra rappresenta inevitabilmente il rapporto conflittuale tra età infantile ed età
adulta. La mancanza di qualsiasi logica nelle vicende e nei dialoghi di Alice e i numerosi personaggi
possono essere una lunga e grande metafora della crescita e della maturazione che porta ad
imparare e ad accettare le regole e la loro utilità, tutta questa “illogicità” può essere interpretata
anche come una critica alla società vittoriana a lui contemporanea, satura di rigide regole e
convenzioni sociali a volte senza fondamento logico.
Alice, la protagonista, si addormenta e sogna di seguire un coniglio bianco, che ha visto in giardino,
nella sua tana, si ritrova così in un mondo surreale e fantastico, dove le cose non sono ciò che
sembrano. È un mondo senza logica, in cui la natura e le sue leggi cambiano continuamente. Anche
Alice comincia a cambiare, il suo corpo cresce o si rimpicciolisce secondo quello che beve o
mangia. Questo mondo è popolato da strane creature e animali parlanti come il Cappellaio Matto,
la Lepre Marzolina, la Regina di Cuori, lo Stregatto o il Brucaliffo, tutti privi di buon senso e di
logica. Questi personaggi mettono in discussione tutto quello che Alice fa o dice, ma loro stessi
dicono e fanno cose bizzarre prive di logica. Intanto cerca di entrare in un giardino la cui porta è
troppo piccola perché lei possa passare. Quando ci riesce, trova il regno della Regina di Cuori. Vede
tre giardinieri, il cui corpo ha la forma di carte da gioco, che stanno dipingendo delle rose di rosso e
spiegano che se la regina scopre che hanno piantato delle rose bianche li farà decapitare. La regina,
infatti, arriva e ordina la loro esecuzione ma Alice li aiuta a nascondersi. In effetti, la regina
minaccia sempre di far giustiziare i suoi sudditi per qualche offesa non chiara, ma le esecuzioni non
hanno mai luogo. Alla fine del romanzo ha luogo un processo per determinare chi ha rubato le
crostate che la regina ha preparato, Alice viene chiamata a testimoniare, ma dichiara che quello
che accade è assurdo e che tutti non sono "altro che un mazzo di carte".A questo punto Alice si
sveglia dal sogno che ha fatto e racconta tutto alla sua sorella maggiore, che fa una riflessione sul
rapporto tra i sogni di ragazza e la realtà e immagina Alice da adulta che racconta ai suoi figli la
storia del paese delle meraviglie.
Dopo molto tempo passato a bordo della nave Wonderland, il capitano Alice Kingsleigh torna sulla
terra ferma londinese, rigida e ottusa. Attraverso uno specchio magico, con l'aiuto del Brucaliffo,
tornerà dai suoi amici del Sottomondo, questa volta per salvare il Cappellaio Matto e viaggiare nel
tempo. Il sequel di Alice in Wonderland di Tim Burton, vede la nostra protagonista affrontare una
vera e propria odissea spazio-temporale in cui il tempo che viene personificato e sarà il suo
nemico-amico da cui trarre insegnamento e a cui insegnare qualcosa. Diversamente dal romanzo di
Lewis Carroll (Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò) che gioca tutto sul tema degli
scacchi, qui questa tematica viene leggermente sfiorata in favore di una morale più semplicistica,
ovvero ciò che si può imparare dal tempo, dagli errori o dalle esperienze del passato. Alice, per
salvare il Cappellaio che lentamente si sta lasciando morire, deve recuperare la cronosfera e
viaggiare nel tempo per cercare di cambiare alcuni avvenimenti e salvare la famiglia del suo amico.
Dopo aver incontrato i compagni del Sottomondo, la Regina Bianca il Bianconiglio, Pincopanco e
Pancopinco, Bayard e così via, la ragazza decide di intraprendere quest'impresa che la porterà di
nuovo al cospetto della perfida Regina Rossa.
Il viaggio di Alice si fa banalmente momento di crescita in cui ancora una volta trionfano i buoni
sentimenti e ci si discosta dall'intenzione carrolliana della comprensione dell'universo mentale
attraverso il sogno e l'immaginazione. Nonostante si parli di viaggi nel tempo e cortocircuiti
temporali, il tema portante non basta a ricreare l'atmosfera onirica e allucinata. Qui le porte della
percezione restano socchiuse e le cose non ci appaiono infinite come realmente sono, ma ritratte
con approssimazione e banalità

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