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de la Barca Riassunto
Letteratura Spagnola
Università degli Studi di Catania
7 pag.
Trama:
Lazione si svolge in Polonia;
Basilio, re di quel paese, di fronte alla rivelazione degli oracoli che predicono che suo figlio Sigismundo si ribellerà a
lui, commettendo orribili crimini, chiude il figlio in una grotta fortificata.
Come viene portato Sigismundo a palazzo? Verrà fatto addormentare e dalla grotta si risveglierà nelle morbide
coperte di seta del letto nobiliare. Svegliandosi allora, ha l’impressiona che la vera realtà corrisponde a quello che in
quel momento vede, mentre tutto ciò di precedente, quindi la sua vita nella grotta, sia stato solo un sogno. (la vida
es sueño).
In questo svegliarsi in un mondo diverso, con persone mai viste che lo trattano da signore, in un primo momento
riesce anche a relazionarsi, ma non appena vede che il servo fa qualcosa che secondo lui è sbagliato, lo uccide.
Dopo aver commesso questo efferato gesto, il figlio viene rinchiuso nuovamente fino a che il popolo, ribellandosi, lo
libera. Anche questo è un fatto strano: perché mai il popolo dovrebbe prendere la parte di un giovane che ha
commesso un assassinio? A questa domanda non tutti i critici sono riusciti a rispondere. Probabilmente è un
espediente per il quale Calderon forse prende la parte del popolo. Alla fine lui ha il diritto di essere il legittimo erede
al trono, e che probabilmente l’averlo rinchiuso è stata una forte ingiustizia.
Il protagonista, alla fine, vincerà sul padre, ma reagirà con giustizia e con prudenza, e si mostrerà molto più sensato
di quanto non lo sia stato il padre.
Dunque la morale che ci presenta Calderòn è la seguente: io posso stare rinchiuso in caverna per tutta la vita, ma se
possiedo libri e mi costruisco una cultura, posso uscirne e saprei comportarmi ugualmente con giustizia e prudenza.
(Il mito della caverna di Platone viene in un certo senso recuperato ma trasformato).
La “Vida es sueño” non significa che tutta la vita sia un sogno, ma che i valori di questo mondo hanno soltanto una
realtà simile a quella dei sogni. È quasi un inneggiamento più che all’illusione, al fatto che noi possiamo vivere di
illusioni e che la realtà può essere simile a quella dei sogni.
All’interno di questa storia si inserisce anche un personaggio femminile, Rosaura con tutta una trama secondaria da
lei rappresentata.
Rosaura viene da lontano alla ricerca di suo padre, che, guarda caso aveva abbandonato lei e la madre, ed è la
persona che istruisce Sigismundo.
Lei però, nel momento in cui arriva per pura casualità in questo castello in Polonia, non può viaggiare da donna, e si
traveste da uomo. Questo è un altro motivo narrativo, la donna che si traveste da uomo, che trova le sue origini
nella cultura medievale. Anche qui vi sono romanzi cavallereschi e altri tipi di testo che ricorrono a questo topos.
Incipit la vida es sueño:
Notiamo come ci sia una parte descrittiva della scena prima dell’inizio
Già questo è un aspetto particolarmente interessante, perché ci fa capire come Calderòn sia fortemente scenico.
Sta immaginando in maniera chiara quella che è la scenografia. Se si volesse mettere in scena questo testo, si deve
fare in modo che il pubblico possa vedere Rosaura vestita da uomo che scende da un dirupo ecc.
Un importante critico spagnolo, Francisco Rico, ha messo in evidenza proprio questo aspetto visuale, e lo utilizza per
leggere il testo.
Rosaura sostanzialmente viene semplicemente disarcionata dal suo cavallo, che lei chiama ippogrifo.
L’Ippogrifo è già un immagine molto forte perché Calderòn sta recuperando la mitologia.
Già dall’incipit, dà al suo lavoro, un attacco molto forte dal punto di vista culturale.
“che corresti sfidando a gare il vento.. dirupi”
Percepiamo da una parte l’eccesso, perché Rosaura è sostanzialmente solo caduta da cavallo, ma Calderòn è un
immaginario, ha una capacità visuale potentissima, e come vediamo ricorre in maniera piena a tutta una serie di
immagini visuali che hanno un valore simbolico, ma che rientrano in quella visione lirica tipica della cultura barocca,
dove un evento semplice si connota sempre con qualcosa di più grande:
è la poetica dell’eccesso, la poetica dell’iperbole.
Calderon non si accontenta di narrare l’evento in maniera semplice, ma lo carica di una serie di significati.
Ecco perché il teatro di Calderòn più che essere letto deve essere visto.
Calderòn è volutamente iperbolico, ma non per questo è meno reale, perché c’è questa musicalità.
2 brano antologico:
Momento in cui Rosaura arriva alla grotta, ed avviene l’incontro con Sigismundo. Rosaura è ancora vestita da uomo,
quindi lui ha la sensazione di parlare con un uomo appunto.
Come vediamo Calderòn da sempre queste “diciture”:
“Si spalancano i battenti della porta e appare Sigismondo incatenato e vestito di pelli. C’è una luce nella torre”.
Sigismundo:
Oh Sventurato me! Oh me infelice! Sigismundo, mentre parla con Rosaura sostanzialmente
Chiedervi, cieli, pretendo, apre una “pausa”. Sigismundo sta recitando un monologo,
per il male che mi è stato inflitto, che ovviamente riguarda quella che è la propria
quale è stato il mio delitto condizione, e chiede che male ha mai fatto per vivere
contro di voi nascendo; incatenato dentro una grotta.
per quanto se nacqui, intendo Arriva alla conclusione che già nascendo ha commesso un
la ragione del peccato delitto.
una causa ho pure dato
al vostro giusto rigore,
Quello che risulta particolare in questo brano, è che Sigismundo si lamenta della sua sorte avversa, e si paragona a gli
altri animali. Quello che è importante in questo monologo, e che costituisce uno strumento espressivo notevole, è la
drammaticità con cui Sigismondo, con consapevolezza, esprime questo senso di prigionia facendo riferimento a gli
altri esseri viventi.
Il linguaggio e declamatorio, cioè l’obiettivo di Sigismundo è quello di suscitare pietà in cui lo sta ascoltando, cioè
Rosaura.
In questo monologo si condensa tutta la problematica dell’opera. Il tema fondamentale è la mancanza della libertà,
e questa mancanza è il filo conduttore di tutta la vida es sueño.
La forma strofica utilizzata è la decima, forma adeguata ad esprimere dei sentimenti intimi, essendo abbastanza
discorsiva, ma anche al tempo ottima per quella che è una sfera narrativa.
Il verso Calderoniano, è un verso anche abbastanza ricco di enjambement, proprio perché l’elemento narrativo deve
in qualche modo prevalere.
Il ricorso allo stile colto è evidente: Calderon de la Barca aderisce al conceptismo: (Differenza tra conceptismo e
culturanismo) è un autore barocco proprio perché alla fine adotta quei ricorsi retorici tipici della propria epoca.
Un altro aspetto che emerge in questo monologo è il ricordo all’iperbato. Questa continua inversione nell’ordine
della frase e del periodo. Anche questo è tipico del barocco e del conceptismo.
Per esempio l’iperbato lo si nota nei versi in cui i verbo è messo alla fine.
Un altro aspetto che possiamo notare in questo brano è il ricorso all’iperbole, che troviamo in tutta l’opera.
Per esempio, proprio all’inizio quando si dice che “il maggior delitto dell’uomo è essere nato”, una esagerazione.
Il lirismo, fortemente accentuano in questo monologo, e il ricorso al concettismo, permettono di dare non solo un
certo effetto musicale iperbolico, ma accentuano la condizione pesante di vita da prigioniero che vive Sigismundo.
Calderon è un uomo che nella sua formazione ha studiato molto la retorica, e lo studio della giurisprudenza, gli ha
permesso insieme alla retorica, di avere una capacità di poter sviluppare una sintassi estremamente logica.
In cosa percepiamo questa sintassi logica? nel ricorso a tutta una serie di connettori che utilizza. Per esempio, al
verso 109: “Causa sufficiente ha avuto la vostra giustizia e il vostro rigore, poiché il delitto maggiore dell’uomo è
essere nato”.
Questo “poiché/pues” ha una funzione connettiva. E di questi elementi di connessione, all’interno di questo
monologo ce ne sono diversi. Quindi la logica sintattica alla quale ricorre Calderon, non è quella “paratattica”, ma è
appunto una sintassi logica. (porque, ya que etc).
Il ragionamento quindi si incatena con una logicità che proviene a Calderon dalla sua formazione retorica.
Alla fine il problema che si pone è, cosa avrà mai fatto di male per meritare questo? Non ha fatto nulla, dunque se è
punito per non aver fatto nulla, conclude che nascere è già un male.
Nascere è un delitto, io sono nato, di conseguenza è logico che mi si tratti male.
La logica è ferrea.
È molto poetico questo monologo, perché ancora una volta possiamo ritrovare una serie di strumenti retorici che
danno poeticità e drammaticità a questo monologo, già per esempio per il fatto che troviamo questo verbo
“sognare”, declinato e ripetuto molte volte, con un momento culminante finale che dà un effetto maggiormente
drammatico.
Al di la della questione retorica, e della logica discorsiva che troviamo in questo brano, bisogna esaminarne anche il
contenuto.
Verrebbe da dire che è un contenuto abbastanza pessimista, perché la conclusione, la vita è un sogno, e i sogni sono
soltanto sogni, ci costringe alla riflessione sul fatto che l’esistenza umana è un correre verso un qualcosa (il sogno,
che sia del re o del povero) che rimane sempre un sogno, e dunque ogni sforzo è vano.
Ecco perché La vida es sueño viene chiamato teatro filosofico, perché Calderon si appoggia a Platone, alla logica
aristotelica che ha studiato ed imparato benissimo.
Quindi, alla fine, questo monologo è una riflessione che ci conduce a riflettere sull’esistenza, ma al tempo stesso è
esemplare del sentimento della cultura barocca, quella della disillusione e del tempo che scorre.
D’altra parte la cultura barocca è ricca di queste disillusioni. Basti pensare alle belle chiese barocche la cui bellezza è
solo apparente perché dietro nascondo la povertà della chiesa.