Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
DISPENSE DI SISTEMI
Corso Informatica/Telecomunicazioni
CLASSE TERZA
Architettura Rete (estratto)
Autori:
prof. Casali Enea
NOTA: alcuni contributi sono stati trovati su Internet ed in questo caso gli autori concedono
pubblico utilizzo di solito a patto di citare
le fonti come è stato ovviamente fatto.
Gli argomenti trattati congiuntamente con i contenuti scaricabili dai siti web dei professori,
con possibilità di stampa per chi non avesse a disposizione un pc a casa) sono aderenti alle
linee guida ministeriali.
1
INDICE
OSI 79
Terminologia 79
PDU e Livelli 80
Device e Livelli 80
Protocolli e Livelli 81
Livello 4 81
Livello 3 81
Livello 2 82
Topologia ad anello 83
Topologia a stella 83
10. IPV4 84
Significato ed utilizzo della Subnet Mask 85
Bridge 86
Switch 87
Router 87
DHCP 90
DNS 91
CLASSI DI IPV.4 99
• Pensate anche quanti modelli diversi di switch, router, hub esistono sul mercato
• C'è stato bisogno di accordarsi su di uno standard di comunicazione che permettesse ad ogni
casa produttrice di sviluppare il proprio sistema, permettendo però di dialogare fra loro
– il numero di livelli;
77
La comunicazione naturale
Osservazioni
• I livelli si devono accordare su di una “interfaccia” (modo in cui richiedere/fornire
le informazioni) e su di un “protocollo” cioè regole di comunicazione
• Ogni protocollo è indipendente da un altro l'importante è che l'interfaccia non sia cambiata
(cioè alla fine devo fornire I dati come stabilito con i miei livelli superiore e inferiore);
• Es1. I traduttori possono cambiare dal tedesco al finlandese, se ne hanno bisogno, purché
siano d'accordo e niente cambia nell'interfaccia con il livello 1 e il livello 3.
• Es2. Allo stesso modo, I segretari possono cambiare dal fax alla mail o telefono
senza disturbare e nemmeno informare gli altri livelli.
• Ogni strato può aggiungere alcune informazioni rivolte solo ai suoi pari (traduttore-
traduttore, segretaria-segretaria; queste informazioni non sono passate tra livelli diversi
78
Stack iso/osi e Stack Tcp/ip (stack = pila)
I due modelli
• Il modello che è nato per primo è il modello dello “Stack Tcp/ip” ed è quello operativo in
uso (ricordiamo ancora che si chiama così perché Tcp/ip sono i protocolli più
rappresentativi, ma all'interno della pila ci sono anche tutti gli altri protocolli ognuno posto
al proprio livello di lavoro)
• ISO è una organizzazione internazionale che fissa gli “Standard”, non solo delle reti,
ma ovunque serva un accordo tra le nazioni su temi molto vari
OSI
• Open System = Sistema Aperto perché dà possibilità alle varie ditte di adottare questo
standard rispettando alcuni “protocolli” ed interfacce, ma mantenendo specifiche diverse
nei dettagli interni
Terminologia
• Il modello Iso/Osi, stabilisce una precisa terminologia da adottare quando si chiamano
le singole unità di informazione (Protocol Data Unit = PDU)
• Una PDU è il nome generico per un singolo “blocco” di informazione che circola in rete
79
PDU e Livelli
Device e Livelli
80
18
Protocolli e Livelli
In questa introduzione ci occupiamo dei primi quattro livelli introducendo una prima definizione
dei termini e protocolli che potrebbero già potremmo aver sentito nel nostro uso comune delle reti o
comunque utili per alcune esperienze svolte in questo anno di corso. Il discorso si completerà negli
anni successivi.
Livello 4
• Tcp: è un protocollo end-to-end
• UDP(user data protocol) svolge le stesse funzioni senza il controllo degli errori
prediligendo la velocità (es. filmato, audio, voce)
Livello 3
• Icmp: protocollo utilizzato nel comando ping che serve per verificare se funziona la linea tra
due pc trasferendo 4 pacchetti e verificando se ritornano tutti e quanto tempo impiegano.
18
Non è sicuramente uno schema completo, tiene infatti conto solo dei protocolli visti in una prima introduzione
81
Livello 2
19
• Arp (address resolution protocol) risolve un' interfaccia di uno switch individuando il mac
address del pc ad essa collegato
• ATM protocollo utilizzato dalle reti adsl (trasmissione di frame di dimensione piccola
detti celle)
anello
bus
stella
Topologia a Bus
Una topologia in bus è l'organizzazione di rete più semplice. In effetti, in una topologia in bus tutti
i computer sono collegati ad una stessa linea di trasmissione tramite un cavo, generalmente
coassiale. La parola « bus » designa la linea fisica che collega i terminali di rete.
19
Arp essendo un protocollo che risolve Ip in Mac e viceversa, potrebbe anche essere collocato a livello 3
82
Alle estremità del cavo coassiale vengono posti due TERMINATORI, che servono per assorbire
il segnale che è giunto al capo del filo, perché non rimbalzi continuamente avanti e indietro.
Topologia ad anello
In una rete con una topologia ad anello, i computer sono posti su un cerchio e comunicano
ciascuno al loro turno. I pacchetti di una rete ring si chiamano Token (gettoni) e viaggiano in un
senso circolare. Ogni computer controlla se il mac address di destinazione coincide con il proprio.
In realtà, in una topologia ad anello, i computer non sono collegati in cerchio, ma ad un MAU (per
Multistation Access Unit) che gestisce la comunicazione tra i computer a lui collegati impartendo ad
ognuno di essi un intervallo di tempo di parola, assegnando i turni in maniera circolare, per questo
realizzano un cerchio (ring).
Topologia a stella
In una topologia a stella, i computer della rete sono
collegati ad un sistema hardware centrale detto
Hub/Switch/Bridge/Router.
La Stella ha una maggiore tolleranza i guasti (fault tollerance). Se si interrompe un cavo gli altri
pc continuano ad esser collegati, cade solo la comunicazione di un pc.
Contrariamente alle reti costruite su una topologia in bus, le reti con una topologia a stella sono
molto meno vulnerabili dato che una delle connessioni può essere scollegata senza paralizzare
il resto della rete. Il punto nevralgico di questa rete è il device centro stella, dato che senza
questo nessuna comunicazione fra i computer è possibile.
D'altro canto, una rete in topologia a stella è più onerosa che una in bus dato che necessita di un
hardware supplementare.
83
Attualmente la topologia di rete più diffusa (praticamente l'unica) nelle reti lan aziendali è la rete a
“STELLA”.
I dispositivi al centro di una rete a “stella” sono: ROUTER, HUB, SWITCH, BRIDGE
ROUTER: il nome deriva dal nome francese route=strada pertanto potremmo tradurlo come
“instradatore”. E' l'unico dispositivo in grado di gestire il passaggio tra due reti diverse “inter-
networking”. E' l'unico quindi che permette di passare da una rete locale alla rete globale Internet.
HUB: come lo switch si usa all'interno di una rete locale. Invia i pacchetti da un computer sorgente
e una destinazione, usa i mac-address per distinguere tra sorgente e destinazione; la differenza che il
pacchetto non viene inoltrato solo al porta del destinatario ma a tutte le rimanenti porte tranne
quella della sorgente.
SWITCH: si usa all'interno di una rete locale. Invia i pacchetti da un computer sorgente e una
destinazione senza inoltrare il pacchetto su tutte le porte ma solo sulla porta del destinatario. Per
individuare la sorgente e la destinazione usa il mac-address (6 coppie di cifre esadecimale, 6x8=48
bit; sono codificati sulle schede di rete dalla casa costruttrice).
BRIDGE: è come uno switch ma ha solo due porte, perché unisce (“fa da ponte”) tra due tronconi
di rete diversi (vedi figura più avanti)
Per indicare la sorgente e la destinazione in testa all'informazione da inviare hub e switch mettono
una intestazione (header) contenente i mac address sorgente e destinazione; i router aggiungono
ulteriormente indirizzi ip sorgente e destinazione.
ENTRO L'ANNO 2025 DOVREMMO USARE IPV6, NEL FRATTEMPO I DUE PROTOCOLLI
CONVIVERANNO.
10. IPV4
TUTTI GLI IP v.4 SI DIVIDONO IN CLASSI DI CUI DI NOSTRO INTERESSE SONO:
GLI IPv.4 PER ALTRO VERSO SI POSSONO ANCHE DIVIDERE IN: PUBBLICI E
PRIVATI
86
IL ROUTER PER INDIVIDUARE LA RETE ESEGUE AND BIT A BIT TRA: IP AND MASK
Bridge
Un bridge è un dispositivo hardware che permette di collegare delle reti che lavorano con
lo stesso protocollo. Così, contrariamente al ripetitore, che lavora a livello fisico, il
bridge lavora anche a livello software (al livello 2 del modello OSI), cioè è capace di filtrare
le cornici lasciando passare solo quelle con indirizzo corrispondente ad un terminale posto
all'estremità opposta del bridge.
Così, il bridge permette di segmentare una rete conservando a livello della rete delle cornici
destinate al livello locale e trasmettendo le cornici destinate alle altre reti. Questo riduce il
traffico (soprattutto le collisioni) su ciascuna delle reti e aumenta il livello di privacy dato che le
informazioni destinate ad una rete non possono essere ascoltate su un'altra estremità.
20
Tratto da http://it.kioskea.net/contents/lan/commutateurs.php3
86
Un bridge serve normalmente per far transitare dei pacchetti tra due reti dello stesso tipo.
Un bridge ha due connessioni a due reti distinte. Quando il bridge riceve una frame su una delle sue
interfacce, analizza l'indirizzo MAC del destinatario e dell'emittente. Se il bridge non riconosce
l'emittente, ne immagazzina l'indirizzo in una tabella per "ricordarsi" da quale parte della rete si
trova l'emittente. Così il bridge è capace di sapere se l'emittente e il destinatario sono posti dalla
stessa parte oppure da una parte e dall'altra del bridge. Nel primo caso il bridge ignora il
messaggio, nel secondo il bridge trasmette la frame all'altra rete.
Switch
Uno switch (in italiano commutatore) è un bridge multi-porta, cioè si tratta di
un elemento attivo che agisce al livello 2 del modello OSI.
Lo switch analizza i frames che arrivano sulle porte di entrata e filtra i dati per indirizzarli
unicamente sulle porte appropriate (si parla di commutazione o di reti commutate). Inoltre lo
switch permette di associare le proprietà del bridge in materia di filtraggio e del hub in materia
di connettività. Ecco la rappresentazione di uno switch in uno schema di principio :
Router
E' il dispositivo che permette il passaggio tra due o più reti diverse
(INTERNETWORKING) in particolare permette il passaggio da una LAN
ad INTERNET.
Il ROUTER è detto anche GATEWAY cioè cancello di uscita. (Ricordare i tre simboli dei disegni adottati
da CISCO). Router
Il router ha tante schede di rete diverse.
In pkt(packet tracer) se uso un generic router devo spegnerlo e aggiungere moduli (cioè schede di espansione
per esempio una scheda fast ethernet)
Schede Fast eth = 100 Mbps
Schede eth = 10 Mbps
Schede Giga Eth = 1000 Mbps = Giga
bps Fibra ottica
Passaggio da ethernet a fibra ottica tramite TRANCEIVER
Ogni porta di un router deve appartenere ad una rete diversa infatti il compito di un router è quello
della inter-networking.
87
12. CLIENT – SERVER
E' il modello più diffuso riscontrabile in una rete: un pc SERVER offre “servizi” e un gruppo di pc CLIENT
accede a questi servizi.
88
SERVIZI di un Server
DHCP
90
DNS
13.INTRODUZIONE AL ROUTING 21
Le reti invece accessibili passando attraverso almeno un secondo altro router si chiamano “RETI
REMOTE” (remoto=lontano)
Rotte Statiche
Le rotte statiche sono comunemente usate quando eseguiamo il routing da una rete a una “STUB
network”.
21
Riassunto e traduzione di materiale CCNA Cisco
91
oltre R2. Pertanto, la rete 172.16.3.0 è una stub network e R1 è uno stub router.
Far funzionare Protocolli dinamici di routing” tra R1 e R2 sarebbe una perdita di risorse perché R1
ha solo una via di uscita per spedire traffico non –locale. Pertanto, sono configurate ROTTE
STATICHE per connettersi a reti remote che non sono direttamente connesse al router. Ancora
riferendoci alla figura, possiamo configurare una rotta statica sul router R2 verso la LAN attaccata
a R1. Vedremo anche come configurare una ROTTA STATICA DI DEFAULT da R1 a R2 più
avanti così che R1 possa spedire a ogni destinazione oltre R2.
ROTTE DINAMICHE
Sono aggiornate automaticamente tramite algoritmi e protocolli di routing.
Ogni router ha al suo interno una tabella di routing cioè le reti che posso raggiungere e il next -
hop (prossimo salto) cioè il prossimo gateway per poter raggiungere ognuna di esse.
Ulteriori informazioni per esempio la metrica cioè quanto dista una determinata rete. Il modo più
semplice per esprimerla è quella dell'hop-count (cioè contare il numero di hop cioè “salti” da fare
prima di arrivare).
92
In questo caso ci vengono incontro i protocolli di routing.
RIP
Il protocollo di routing più semplice e storicamente il primo ad essere comparso negli anni 1970 è
il protocollo RIP (Routing Internet Protocol).
Il protocollo RIP è:
è un metodo DISTANCE VECTOR le rotte sono cioè comunicate come un vettore di due
elementi: (distanza, direzione).
La distanza è indicata in termini di metrica, il metodo più semplice è quello di contare gli hops (numero di
salti) verso la destinazione finale;
per la direzione basta indicare il next-hop (oppure l'interfaccia di uscita)
Il router che utilizza usa un protocollo di routing di tipo distance vector, non ha la conoscenza dell'intero
percorso verso la destinazione, al contrario il router conosce solo:
La direzione o l'interfaccia nella quale il pacchetto dovrebbe essere inoltrato
La distanza
E' simile al concetto di cartello stradale.
93
DISTANZA AMMINISTRATIVA: AD
Ogni algoritmo ha una suo numero che indica quale devo preferire in caso ci siano più metodi che convivono
sullo stesso router, scelgo prima il metodo con AD inferiore:
Rotte direttamente connesse
AD = 0
Rotte statiche AD = 1
Rotte RIP = 120 (è una delle più alte per cui RIP in caso ci siano altri metodi viene come ultimo
metodo applicato)
Nelle connessioni WAN (Wide Area Network) del mondo reale, un dispositivo, nell'edificio del
cliente, costituisce il
Questo dispositivo è connesso al ISP (Internet Service Provider) attraverso un altro dispositivo
A differenza dei cavi dei nostri schemi packet tracer, i cavi seriali del mondo reale non sono
connessi back-to-back tra un router e un altro. In una situazione del mondo reale, un router
potrebbe essere a New York, mentre un altro router potrebbe essere a Sydney in Australia. Un
amministratore di rete di Sydney dovrebbe connettersi al router di NY tramite la WEB Cloud
(nuvola di internet) per fare dei controlli. In pkt questo si simula attraverso un back-to-back cavo
DTE-DCE che è un cavo seriale. Il DCE dalla parte del provider deve stabilire la temporizzazione
clock della comunicazione.
94
Questa comunicazione seriale simula una comunicazione remota.
95
16. CLI (COMMAND LINE INTERFACE)
CONFIGURAZIONE DI BASE
Dare un nome al router
Impostare le passwords (sono 3: password della console, password del superuser; password
di Telnet)
Configurare le interfaces
Configurare un banner (cioè una scritta che esce all'inizio prima di accedere al router)
Salvare i cambiamenti sul router
Verificare la configurazione di base e le operazioni del router
96
PROMPT DEI COMANDI: COME PASSARE ALLA MODALITA' PRIVILEGIATA (SUPER-USER)
97
(imposto il banner: MOTD=Massage Of
The Day)
(accendo la porta)
ip default-gateway 172.16.15.4
ip name-server 192.168.1.100
ROTTE STATICHE
ip route 192.168.1.0 255.255.255.0 192.168.1.254
98
router rip
network 161.44.0.0
network 131.108.0.0
17. APPENDICE
CLASSI DI IPV.4
INDIRIZZI IP (INTERNET PROTOCOL) VERSIONE 4 (IPV4)
SONO FORMATI DA 4 BYTE (CHIAMATI PERO' OTTETTI) SEPARATI DA UN PUNTO
x.y.z.w
x primo ottetto y
secondo ottetto
….
SONO DIVISI IN CLASSI
CLASSE A IL PRIMO OTTETTO INIZIA (cioè bit più significativo) CON IL BIT 0xxxxxxx.
CLASSE B IL PRIMO OTTETTO INIZIA CON I BIT 10
CLASSE C IL PRIMO OTTETTO INIZIA CON I BIT 110
Ogni indirizzo ip ha una parte che individua la rete ed una parte che individua l'host.
La parte che individua la rete è la parte a sinistra, la parte che individua l'host è quella a destra.
Classe A ha il primo ottetto che individua la rete ed il resto gli host.
Classe D
È riservata agli indirizzi multicast.
In notazione decimale gli IP variano nel modo seguente: 224-239.x.x.x;
Non è definita una maschera di rete, essendo tutti e 32 i bit dell'indirizzo utilizzati per
indicare un gruppo, non un singolo host;
Questi indirizzi in binario iniziano con i bit 1110.
Classe E
Riservata per usi futuri;
In notazione decimale gli IP variano nel modo seguente: 240-255.x.x.x;
Non è definita una maschera di rete;
Questi indirizzi in binario iniziano con i bit 1111.
99