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Cisco CCNA - Modulo 1 - Capitolo 10

Fondamentali di routing
e di subnetting
Di
Francesco Immè

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Argomenti

• I protocolli routed (il protocollo IP è il protocollo routed di


Internet)
• L’indirizzamento IP ed instrdamento dei pacchetti usando il best
path
• Il processo di routing
• I protocolli di routing
• Comparazione tra vari protocolli di routing
• Metriche dei protocolli di routing
• Subnetting

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Cosa fa un protocollo?

Un protocollo è un insieme di
regole che determina come i
computer comunichino tra
loro attraverso le reti;
comunicano scambiandosi
data messages. Per
accettare i messaggi però
devono sapere come
interpretarli. Un protocollo
descrive:
•Il formato del messaggio
•Come devono scambiare
tali messaggi durante una
determinata attività

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Routed Protocol

• Un routed protocol permette al router di forwardare i dati tra nodi di reti


differenti; un protocollo per essere “routable” deve dare la possibilità di
assegnare un numero di rete ed un numero di host ad ogni singolo
device
• IPX necessita solamente il numero di rete perché per l’host sfutta il
MAC address
• IP invece richiede una network mask per ottenere dall’indirizzo dell’host
l’indirizzo della rete (indirizzo inteso come numero)
LA SUBNET MASK ESISTE PER PERMETTERE DI RAGGRUPPARE IP
ADDRESSES CHE SIANO IN SEQUENZA IN MODO DA POTER
ESSERE TRATTATI COME UNA SOLA UNITA’
• Se ciò non fosse possibile ogni singolo host dovrebbe essere mappato
individualmente per permettere il routing (!!!!!)

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Ancora sui Routed Protocol

IP è il protocollo maggiormente
usato per implementare un
addressing-scheme gerarchico.
IP è un protocollo connectionless,
unreliable (non verifica se i dati
siano giunti a destinazione; è
compito altrui), best-effort.
Nell’incapsulamento al layer
network si creano i pacchetti,
conosciuti anche come
datagrammi.
L’header IP ha gli indirizzi e
informazioni di controllo (non
concernenti i dati). IP inoltre
accetta tutto ciò che gli upper
layer gli mandano.
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Differenza tra indirizzi di livello 2
e di livello 3
Mentre il pacchetto viaggia in
un’internet verso la
destinazione finale, il frame
header ed il trailer di livello 2
sono rimossi e rimpiazzati ad
ogni device di layer 3.
Questo perché i layer 2 data
units (i frame) sono buoni per
local addressing. Le data unit
di layer 3 (i pacchetti) sono per
indirizzamento end-to-end.

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Il Routing

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Il Routing (2)

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Il Routing (3)

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Il Routing (4)

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Il Routing (5)

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Il Routing (6)

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Il Routing (7)

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Il Routing (8)

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Il Routing (9)

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Spiegazione
• Il MAC address funziona all’interno di un dominio di broadcast
• Altri tipi di frame di layer 2 includono i link seriali PPP e le connessioni
Frame Relay, che usano indirizzamenti diversi (sempre a livello 2)
• Prescindendo da che tipo di indirizzamento di Layer 2 si usi i frame
sono pensati per lavorare all’interno di un dominio di broadcast; appena
i dati attraversano un device di layer 3 le info di layer 2 cambiano
Appena il frame è ricevuto dall’interfaccia del router si estrae il MAC
address e si verifica se esso è indirizzato direttamente all’interfaccia del
router o è broadcast (casi in cui è accettato); una volta accettato si
verifica che il frame sia senza errori e, se è ok, si “strappano” il frame
header e trailer e si passa al livello 3. A questo punto si capirà se il
pacchetto è destinato al router o se deve essere instradato nell’internet.
Nel primo caso si passa al livello 4 (strappando un’altra busta), sennò
si compara il destination address con la tavola di routing; se si trova un
match o c’è una default route allora si manda verso un’interfaccia il
pacchetto. Appena si spedisce si aggiunge un valore CRC nuovo e un
frame trailer ed header appropiato.
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Connectionless e
Connection-Oriented
• Le due tipologie di servizio di consegna sono connectionless e
connection-oriented; ambedue danno vita realmente alla consegna dei
dati in un internet nell’ambito end-to-end
• La maggior parte dei servizi di rete sono connectionless (pacchetti
differenti, magari di uno stesso file, possono prendere path differenti ed
essere riassemblati a destinazione)
• In sistemi connectionless la destinazione non viene avvisata prima che
il pacchetto sia spedito (es. sistema postale)
• Nei sistemi connection-oriented si stabilisce una connessione tra
sender e recipient prima che i dati siano trasferiti (es. il sistema del
telefono)
• Connectionless anche noti come packet switched
• Connection-oriented anche noti come circuit switched
• In Internet le consegne dei pacchetti sono gestite da IP; TCP aggiunge
un servizio di “affidabilità” (connection-oriented) ad IP

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Il pacchetto IP
I pacchetti IP sono i dati dai
layer superiori più un header;
tale IP header consiste dei
campi:
•Version – versione di IP
usata; se diversa da quela del
receiving device si scarta
• Header Lenght – indica la
lunghezza dell’header in word
da 32 bit
•Type of service – specifica illivello di importanza dato da un particolare upper-layer
protocol (8 bit)
•Total Lenght – Lunghezza dell’intero pacchetto in byte, includendo dati ed header,
con 16 bit. Per sapere quanto è il payload sottrarre HLEN
•Identification – Intero che identifica il datagramma: è il sequence number
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Ancora sui campi del pacchetto
IP
• Flags – Campo di 3 bit in cui gli ultimi 2 controllano la frammentazione;
uno specifica se il pacchetto può essere frammentato, l’altro se è
l’ultimo di una serie di pacchetti frammentati.
• Fragment Offset – 13 bit, utili al fine di arrivare a 16 bit col campo Flags
• Time-to-Live – Campo che specifica il numero di hop per cui un
pacchetto può viaggiare; quando si arriva a zero il pacchetto è scartato,
evitando che giri interminatamente.
• Protocol – indica quale upper-layer protocol, UDP o TCP, riceve i
pacchetti entranti appena dopo che IP li ha processati del tutto (8 bit).
• Header checksum – assicura l’integrità dell’IP header
• Source e destination address – indirizzi IP sorgente e destinazione
• Options – permette a IP di supportare varie opzioni
• Padding – zero extra utili per far si che l’header IP sia multiplo di 32 bit
• Data – informazioni di layer superiori
Il campo header sono info utili per i protocolli “superiori” per definire i dati
nel pacchetto.

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Routing e Router
• Il routing è una funzione di layer 3
• Routing è uno schema organizzativo gerarchico che permette di
raggruppare assieme indirizzi individuali; essi sono trattati come una
unità singola sino a che si necessita l’indirizzo di destinazione per la
final delivery dei dati
• Routing è il processo di trovare il path più efficiente da un device
all’altro
• I device che fanno routing sono principalmente router, che hanno 2
funzioni chiave:
– Devono mantenere delle tabelle di routing e tenere aggiornati gli
altri router dei cambiamenti della topologia della rete (si fa usando
dei routing protocol)
– Appena arrivano pacchetti all’interfaccia il router deve “spedirli” a
secondo di quanto dice la routing table

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Ancora sui router, le metriche e
ultima nota sui routable
• Il router usa una o più metriche per
determinare path ottimali su cui si può
forwardare il traffico (metrica=valori
usati per determinare i vantaggi di una
strada anziché di un’altra)
• Ogni volta che un pacchetto passa per
un router avviene l’incapsulamento ed
il processo inverso
• Oltre a IP tra i routable protocol vi è
IPX/SPX e Appletalk; un protocollo
non-routable è NetBEUI, che altro non
è che un piccolo, veloce ed efficiente
protocollo che è limitato a consegnare
i frame di un solo segmento

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Routing versus Switching

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Cosa memorizza un router

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Routing versus Switching (2)
•Agiscono a layer diversi
•Usano info diverse per
agire (muovere dati)
•Ogni computer e router
mantiene una ARP
table, utile solo nei
broadcast domain a cui è connesso
•Il router mantiene anche le routing table che gli permettono di instradare fuori dal
broadcast domain. La tavola ARP ha la coppia IP-MAC, la routing table ha segno di
come la route è stata imparata, le network raggiungibili, la distanza da queste e
l’interfaccia da cui i dati si devono fare uscire per arrivare alla rete di destinazione
•Quando un host ha dati per un IP address non locale manda il frame al router più
vicino, il default gateway; l’host usa il MAC addressdel router come MAC address di
destinazione

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Router versus Switch

• Lo switch di layer 2 interconnette segmenti appartenenti alla stessa


rete o sottorete
• Gli switch possono gestire un numero ragionevole di MAC address non
organizzati (deve fare una ricerca esaustiva); un router deve
maneggiare un volume di indirizzi decisamente maggiore: ecco perché
hanno bisogno di un sistema organizzato di indirizzi che può
raggruppare indirizzi simili e li tratta come una unità singola sino a che i
dati raggiungono il segmento di destinazione
• Differenza tra reti switched e routed: le prime non bloccano broadcast,
quindi gli switch possono essere sopraffatti dalle tempeste di broadcast
• Dato che i router non soffrono di tale inconveniente sono più sicuri e
controllano meglio la banda

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Funzioni di un routed protocol
• Include tutte le suite di protocolli di rete che forniscano abbastanza
informazioni al fine di completare correttamente l’instradamento
• Definisce il formato ed il contenuto dei campi di un pacchetto
• L’IP e l’Internetwork Packet Exchange della Novell (IPX) sono protocolli
routed, come DECnet, AppleTalk, Banyan VINES e Xerox Network
System (XNS)
Funzioni di un routing
protocol
• Fornisce i processi necessari per condividere informazioni sulle route
• Permette ai router di comunicare tra loro per updatare le routing tables
• Routing protocol che supportano IP sono il Routing Information
Protocol, Interior Gateway Protocol, Open Shortest Path First, Border
Gateway Protocol, Enhanced IGRP

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Il path

• Il path determination avviene al layer network


• Il router in pratica compare l’indirizzo di destinazione con quelle che
sono le “strade” segnate sulla sua routing table, in modo da selezionare
il best path
• I router apprendono di queste possibili strade attraverso il routing
statico o quello dinamico; quelle settate manualmente
dall’amministratore sono route statiche, quelle apprese da altri router
sono route dinamiche
• Ogni router incontrato per la strada intrapresa si chiama hop e l’hop
count è misura della strada percorsa
• I router compiono decisioni sulla strada da prendere in base al carico,
la banda, il ritardo, il costo e l’affidabilità dell link

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Path determination - riassunto

Durante la path determination si fanno le seguenti operazioni:


• Si ottiene il destination address dal pacchetto
• Si applica la subnet mask
• Si stabilisce con la routing table a quale interfaccia inoltrare i pacchetti
• Se non ci fosse un match dentro la routing table si stabilisce se c’è un
default router
• Se non ci fosse un default router allora verrebbe scartato, indicando
alla sorgente che la destinazione è irraggiungibile

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Campi delle routing table
I protocolli di routing riempiono
le tavole di routing con una
varietà di informazioni. Esse
variano al variare del tipo di
protocollo di routing usato.
Sappiamo che i device di layer
3 interconettono domini di
broadcast per cui, al fine di
trasferire dati, è richiesto un
indirizzamento gerarchico.
Si tiene traccia di informazioni importanti nelle routing table, come:
•Protocol type – tipo di routing protocol che ha creato la tavola
•Destination/next hop associations
•Routing Metric (RIP usa l’hop count come metrica)
•Outbound interface – interfacce su cui mandare i dati
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Diversi tipi di update
Alcuni protocolli di routing
mandano update message
periodicamente, mentre altri li
mandano solamente se vi sono
dei cambiamenti nella topologia di rete.
Quando trasmettono alcuni inviano l’intera routing table, altri invece solamente le
rotte che sono cambiate.
Analizzando i routing updates dei router vicini il router riesce a costruire e
mantenere la sua routing table.

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Algoritmi di routing

I routing protocol hanno alcuni dei seguenti scopi:


• Ottimizzazione – descrive la capacità dell’algoritmo di routing di
selezionare la strada migliore, che dipenderà dalla metrica scelta
• Semplicità e basso overhead – più è semplice l’algoritmo, più
efficientemente sarà processato dalla CPU e dalla memoria del router
(importante per non occupare troppo un router)
• Robustezza e stabilità – si deve saper comportare correttamente in
circostanze imprevedibili o non usuali (es.molto traffico, errori di
implementazione…)
• Flessibilità – si deve rapidamente adattare alla varietà di cambi della
rete
• Convergenza rapida – La convergenza è il processo di accordamento
da parte dei router sulle strade disponibili

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Metriche di routing
L’algoritmo di routing genera un numero, detto la valutazione metrica, per
ogni percorso attraverso la rete e il numero più basso indica la strada
da preferire
Le metriche più usate sono:
• Banda – la capacità di trasportare dati di un link
• Delay – il tempo richiesto per muovere un pacchetto lungo il link tra
sorgente e destinazione (dipende da congestioni e distanza fisica)
• Load – l’ammontare di attività sulla risorsa di rete come un router
• Affidabilità – riferito dall’error rate di ciascun link
• Hop count – Il numero di router che un pacchetto deve attraversare
prima di raggiungere la destinazione
• Ticks – il ritardo su un data link usando come unità di misura i clock tick
di un PC IBM; un tick è circa 1/18 di secondo
• Cost – un valore arbitrario, usualmente basato sulla banda, spesa

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Sistemi autonomi, IGP ed EGP
Un sistema autonomo è una
rete o un insieme di reti al di
sotto un comune controllo
amministrativo. Un sistema
autonomo consiste di router che
offrono una visione coerente del
routing verso il mondo esterno.
Due famiglie di protocolli di
routing sono le IGP e le EGP.
IGP instrada dati all’interno di un
sistema autonomo:
•Routing Information Protocol (RIP e RIPv2)
•Interiot Gateway Routing Protocol Gli EGP instradano i dati tra
•Enhanced IGRP sistemi autonomi (es. BGP).
•OSPF
•Intermediate System to Intermediate System protocol (IS-IS)
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Distance Vector
Gli IGP si possono suddividere ulteriormente in distance-vector o link-state
protocol.
L’approccio al routing distance-vector determina la distanza (es. hop
count) e il “vettore” direzione a qualsiasi link dell’internet. I router che
usano questo tipo di algoritmi mandano parte o tutta la routing table
propria ai router adiacenti su base periodica, anche se non ci sono stati
cambi nella topologia della rete. Ricevuto l’update il router verifica tutte
le rotte note e fare i cambi nella sua routing table. Questo processo si
chiama anche routing by rumor. Fra i protocolli distance-vector:
• RIP (metrica l’hop count)
• IGRP (sviluppato da Cisco per “routare” in reti larghe ed eterogenee
• EIGRP (questo IGP, proprietario della Cisco, include anche
caratteristiche dei protocolli link-state; per questo è detto anche
balanced-hybrid protocol, ma in realtà è un distance-vector molto
avanzato.

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Link-State

Questi routing protocol furono progettati per superare le limitazioni dei


distance-vector. Essi rispondono rapidamente ai cambi della rete
mandando dei trigger update (il trigger è appunto il verificarsi di un
cambio).
I link-state routing protocol mandano update periodici, ma ad intervalli di
tempo molto ampi, come ogni 30 minuti. Quando cambia un link o un
rotta il device che detetta il cambio crea un LSA (link-state
advertisement) che riguarda tale link e lo spedisce a tutti i device vicini.
Ogni device prende una copia dell’LSA, updata il suo database e forwarda
l’LSA ai vicini. Questa inondazione di LSA serve per essere sicuri che i
database dei device di routing riflettano in modo accurato la topologia.
Gli algoritmi Link-state usano tipicamente il loro database per creare
annotazioni nelle routing table. Esempi di protocolli di routing così sono
l’OSPF e l’IS-IS.
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RIPv1 e RIPv2

RIP è un routing protocol distance vector che usa l’hop count come
metrica per determinare la direzione e la distanza al link in questione.
Se ci sono più opzioni il RIP selezionerà il path col minor numero di hop.
Questo non vuol necessariamente dire che sia il percorso più rapido.
Inoltre RIP non può “routare” un pacchetto per più di 15 hop.
RIP version 1 (RIPv1) richiede che tutti i device nella rete usino la stessa
subnet mask, perché non mantiene negli update informazioni su essa.
Questo è detto classful routing.
RIPv2 manda informazioni sulla subnet mask negli update ed è detto
classless routing. Con protocolli di tale tipo subnet nella stessa rete
possono avere diverse subnet mask; l’uso di maschere diverse nella
stessa rete è detto VLSM (variable lenght subnet mask).

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Altri Routing Protocol
IGRP è un routing protocol di tipo distance-vector sviluppato da Cisco, per
gestire reti così grandi da essere al di là delle capacità del RIP.
IGRP seleziona il path più veloce basandosi su delay, banda, carico e
affidabilità; inoltra ha un hop count più elevato di RIP e compie solo
classful routing.
OSPF è di tipo link-state, scritto per gestire internet larghe e scalabili che
RIP non poteva “maneggiare” adeguatamente.
IS-IS è un link-state usato per protocolli routed che non sono IP.
EIGRP è proprietario della Cisco ed è una versione avanzata di IGRP, che
fornisce una efficienza operativa superiore come una veloce
convergenza e poco overhead.
BGP è un tipo di External Gateway Protocol; scambia info tra sistemi
autonomi mentre garantisce una selezione di path loop-free. Le routing
decision sono prese sulle politiche delle reti .

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Il Subnetting

Le classi di indirizzamento IP
offrono un range di host da 256
a 16.8 milioni. Per gestire
accuratamente un risorsa
carente come gli indirizzi IP
tutte le classi possono essere
suddivise in sotto reti più
piccole.

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Il Subnetting (2)

Per creare una struttura di sottorete i bit


relativi agli host devono essere
riassegnati come bit per la rete (spesso si
dice che si prendono bit in prestito). Il
punto di partenza del processo è il bit più
a sinistra degli ottetti relativi all’host.
Il campo subnet ed host sono ricavati dal
campo host originale dell’indirizzo IP di
partenza. Subenettare da
all’amministratore di rete una flessibilità
nell’indirizzamento; oltre alla
maneggiabilità il subnetting abilita
l’amministratore di rete a contenere i
broadcast e a creare un livello di
“sicurezza”.
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Il Subnetting (3)

Si dice che dia “sicurezza” poiché per accedere alle altre subnet si ha
bisogno di un router, che può implementare delle Access List. Tali liste
possono permettere o negare l’accesso alla subnet basandosi su
diversi criteri. Alcuni proprietari di reti di classe A o B hanno scoperto
che il subnetting crea una entrata per l’organizzazione, poiché possono
vendere parte dello spazio di indirizzi o affittarlo.
Una LAN è considerata come una singola rete con nessuna conoscenza
della struttura di rete interna. Questa visione delle reti mantiene le
routing table piccole ed efficienti. Dato l’indirizzo locale 192.168.10.14 il
mondo fuori dalla LAN vede solo il numero della rete 192.168.10.0. La
ragione sta nel fatto che il local address è valido solo dentro la LAN e
non può funzionare altrove.

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Subnetting (3)

Selezionare il numero di bit da usare nel processo di subnetting dipenderà dal


massimo numero di host richiesti per la subnet. La subnet mask da al router l’info
richiesta per determinare in quale rete e sottorete un host risiede.

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