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SISTEMI E RETI

TCP/IP E GLI INDIRIZZI IP

Nella prima metà degli anni ‘70 il ministero della difesa Statunitense (DARPA)
definì il modello sul quale si sarebbe poi basato lo sviluppo della rete Internet.
A questo modello fu dato il nome di Internet Protocol Suite e presenta due
protocolli principali:
- L’IP, ovvero INTERNET PROTOCOL
- E il TCP, ovvero TRANSMISSION CONTROL PROTOCOL
Proprio da tali acronimi deriva il nome TCP/IP che viene utilizzato per definire
questa architettura di rete.
Ovviamente dagli anni 70 ad oggi il TCP/IP si è evoluto e sono stati aggiunti
molti altri protocolli (con diversi compiti assegnati in documenti detti RFC). Il
piu’ celebre documento è senza dubbio il documento “RFC 791 INTERNET
PROTOCOL” del1981 che specifica il protocol IP così come lo conosciamo noi e
utilizziamo al giorno d’oggi.
L’architettura del modello TCP/IP si basa solo su quattro livelli (ha alcune
somiglianze e corrispondenze con il modello ISO/OSI).
I LIVELLI DEL TCP/IP
-LIVELLO DI APPLICAZIONE:
Il livello di applicazione comprende tutti i protocolli di alto livello e di dialogo
con l’utente, tra cui quelli per il trasferimento file, le email e il login remoto.
-LIVELLO DI TRASPORTO:
Il livello di trasporto crea una connessione logica tra sorgente e destinazione
indipendentemente dalla rete utilizzata, assemblando e segmentando i dati
che riceve dal livello applicazione.

-LIVELLO DI INTERNET O IP:


Il livello internet detto anche solamente livello IP seleziona il miglior percorso
attraverso la rete per inoltrare il messaggio al destinatario.
L’internet layer effettua la spedizione dei pacchetti che formano il messaggio
attraverso il protocollo IP che a sua volta li inoltra all’indirizzo ip finale
usufruendo di dispositivi appositi come (il ROUTER) e meccanismi di
instradamento (ROUTING).
-LIVELLO DI RETE
Al di sotto del livello internet troviamo il livello di rete detto anche Host to
network layer. È un livello abbastanza particolare poiché non è in realtà
descritto specificamente dal modello TCP/IP perché il protocollo che si utilizza
varia da un host all’altro e da rete a rete. Questo livello viene quindi spesso
descritto con uno schema (o tabella) come il seguente:

FORMATO DEI DATI NEL TCP/IP


Il protocollo ip fornisce l’instradamento dei pacchetti in modalità detta best
effort delivery (in ITA: “miglior sforzo per spedire a destinazione”), ma non è
affidabile, non corregge alcun errore e non controlla la congestione e il flusso.
Un PACCHETTO IP viene costruito a grandi linee così:
-Lo strato di applicazione aggiunge un’intestazione ai dati utente prima
inoltrarli allo strato di trasporto.
- Il protocollo TCP dello stato di trasporto aggiunge un’intestazione, così
facendo l’unità di dati prende il nome di segmento e viene passata allo strato
di rete.
-Lo strato di rete allega a sua volta un’intestazione che comprende l’indirizzo ip
, a questo punto il dato viene denominato Datagramma IP.
-Questa unità di informazione viene passata ai livelli inferiori, dove lo strato di
collegamento aggiunge l’header e un trailer. Siamo arrivati al frame ethernet.
STRUTTURA DEGLI INDIRIZZI IP
Nelle reti TCP/IP a ogni host deve essere assegnato l’indirizzo ip, composto da
32 bit (4byte) e che viene espresso con i valori decimali di ciascun byte da 0 a
255, separati dal punto (.) .
Esempio Indirizzo ip:
137.204.213.2 > 10001001.11001100.11010101.00000010

Per poter connettere il maggior numero di calcolatori utilizzando 32 bit sono


state introdotte alcune tecniche.
Spezziamo in due parti l’indirizzo ip;
-Indirizzo di rete (Net Id o Network ID).
-Indirizzo dell’host (Host ID).
Gli indirizzi ip sono univoci a livello mondiale e vengono assegnati dalla ICANN.
Non vengono assegnati gli indirizzi dei singoli host ma quello della rete , sarà
quindi il gestore della rete a decidere gli indirizzi da attribuire alle “macchine”.
Possiamo ottenere un indirizzo ip in due modi:
-Richiedendolo al registro ICANN
-O acquistandolo da un internet provider privatamente (un rivenditore)

È necessario scegliere l’indirizzo di rete in funzione al numero di macchine che


vogliamo connettere:
-Classe A= Indirizzi utilizzati in reti che hanno un numero abbastanza grande di
HOST perché il campo dell’host id è di 24 bit e può quindi identificare 16 mln di
host. I 7 bit dedicati al Net id permettono di definire solo 128 reti di classe A
nel mondo.
-Classe B= Adatti per reti di medie dimensioni considerando che agli host sono
dedicati circa 64.000 indirizzi e che sono disponibili circa 16.000 reti di classe B
nel mondo (14 bit di indirizzo rete)
-Classe C= Sono i più utilizzati e permettono di definire reti con massimo 256
host, nonostante ciò possiamo trovare un numero elevato di reti per via dei 21
bit nel Net id
-Classe D= Dedicati al multicasting RFC1112
-Classe E= per usi futuri
INDIRIZZI IP PRIVATI (RFC 1918)
La LANA ha riservato tre blocchi di indirizzi a reti ip private, ovvero non
connesse a INTERNET e di conseguenza a nessuna rete pubblica. Quando
raggiunge un router presente su queste reti, il datagramma non viene
instradato e quindi non viene nemmeno inoltrato ad altri router. Ovviamente
date queste peculiarità gli host con indirizzo privato non sono raggiungibili da
altri host (quelli che appartengono alla stessa rete privata esclusi)
Ci sono tre blocchi di indirizzi:
1-10.0.0.0, rappresenta un’intera classe A
2- 172.16.0.0 , è un insieme di 16 reti di classe b contigue
3- 192.168.0.0 , rappresenta 255 reti di classe C contigue.

Questi indirizzi possono essere utilizzati all’interno di una rete IP ma non


possono né accedere ad internet né viceversa.
Per connettere ad internet una rete con indirizzi privati dobbiamo effettuare
una traslazione da indirizzi privati a pubblici detta NAT (NETWORK ADDRESS
TRANSLATION).
Due motivi principalmente spingono un utente ad usufruire una rete privata:
Maggiore sicurezza e abbondanza di spazio di indirizzamento.
SUBNETTING
IPv4 e IPv6
In sede di progetto del TCP/IP nessuno aveva previsto la popolarità e
l’importanza che avrebbe assunto nel tempo questo progetto, infatti, anche
per via dell’aumento delle utenze dell’est negli ultimi anni c’è una grande
carenza di indirizzi.
Le classi A e B sono poche , circa 17.000 Ma detengono il 75% dello spazio di
indirizzamento IPv4.composto da 4 byte ovvero 32 bit.
Gli indirizzi classe C sono solo il 12.5% e sono i più richiesti.
Già dai primi anni del boom di Internet (1992 circa) l’IETF ha introdotto alcune
tecniche per migliorare l’efficienza di IPv4. Sono state sviluppate le Subnet
mask , il CIDR , ma soprattutto l’IPv6 che con 128 bit invece che 32 fu una vera
rivoluzione considerando che mantenne la compatibilità con il 4.

GENERALITA’ SUL SUBNETTING


Le tre classi nelle quali sono suddivise le reti ci “costringono” ad usare
dimensioni prefissate in termini di indirizzi disponibili e non possono soddisfare
tutte le realtà LAN: spesso una rete A/B è troppo grande e una rete C troppo
piccola.
CLASSE A (2 alla 34esima) = 6.777.216
CLASSE B (2 alla 16esima) = 65.536
CLASSE C (2 alla 8ava) = 256

L’RFC 950 ha definito una procedura che permette di scomporre le tre classi
principali in sottoreti (reti di dimensioni minori) che prende il nome di
SUBNETTING.
Questa procedura ci permette di dividere gli indirizzi di rete in pezzi più piccoli,
dobbiamo tenere a mente però che all’esterno delle LAN la suddivisione non è
visibile.
Per esempio un indirizzo di classe B viene diviso in questo modo:
-L’indirizzo di rete rimane invariato mentre i 16 bit dell’indirizzo di host
vengono spezzati in due parti di 8 BIT
-La prima parte (8 bit), identifica una porzione della rete
-La seconda parte (sempre 8 bit) identifica il singolo della sottorete

SUBNET MASK

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