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LA REGISTRAZIONE DI DISEGNI E MODELLI

Accanto al brevetto per invenzione e quello per modelli d’utilità di cui abbiamo

parlato nello scorso numero, esiste un terzo tipo di “brevetto”: il brevetto per

modelli e disegni ornamentali.

Il termine brevetto è stato virgolettato perché ormai eliminato dal nostro

legislatore: infatti, se la precedente normativa del 1940 utilizzava

espressamente il termine brevetto, tale termine è stato eliminato con la riforma

del 2001 che ha recepito nel nostro ordinamento la direttiva comunitaria n.

98/71 del 13.10.1998.

Tale scelta terminologia è stata confermata dal recentissimo “codice della

proprietà industriale” che ha unificato in un unico testo di legge (il decreto

legislativo n. 30 del 10.2.2005) tutta la normativa in materia di marchi e segni

distintivi, indicazioni geografiche, disegni e modelli, invenzioni, brevetti,

ecc…

Pertanto, il termine attualmente corretto è “registrazione di disegni e modelli” e

non più brevetto per disegni e modelli ornamentali anche se, probabilmente,

nel linguaggio comune, ancora per parecchio tempo si continuerà ad utilizzare

detta espressione.

Ma al di là della terminologia, la sostanza è pressoché la stessa perché con la

registrazione di un disegno o modello viene protetto l’aspetto esterno del

prodotto o di una sua parte quale risulta dalle caratteristiche delle linee, dei

contorni, dei colori, della forma, della struttura superficiale ovvero dei

materiali del prodotto stesso o del suo ornamento.

Insomma, tramite la registrazione è possibile tutelare la forma eterna di un

prodotto o di componenti di un prodotto complesso, sia esso industriale o

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artigianale, e quindi, a titolo di esempio, la forma di una sedia, di un divano, di

un elettrodomestico, di un articolo casalingo, di un imballaggio, e così via…

I requisiti per la registrazione sono due: la “novità” ed il “carattere

individuale”.

Un disegno o modello è nuovo (requisito della “novità”) se nessun disegno o

modello identico è stato divulgato anteriormente alla data di presentazione

della domanda di registrazione. Ciò significa –in parole povere- che mai

nessuno deve aver commercializzato o divulgato in precedenza un prodotto

identico a quello che si vorrebbe registrare.

La normativa prevede però una serie di ipotesi in cui la divulgazioni anteriore

alla richiesta di registrazione non ne impedisce una valida registrazione.

In particolare, il disegno o modello non si considera reso accessibile al

pubblico qualora esso sia stato rilevato a terzi sotto vincolo -esplicito o

implicito- di riservatezza o, ancora, quando la divulgazione è avvenute per

abuso a danno dell’autore del disegno.

Particolarmente significativa è la norma che non impedisce la registrazione di

quei modelli o disegni divulgati dallo stesso autore nei dodici mesi anteriori la

data di registrazione.

Trattasi di norma alquanto interessante perché permette ad un’azienda di non

registrare subito un determinato modello sostenendo i relativi costi, ma di

verificarne il successo di pubblico di detto modello: qualora esso incontri i

gusti del mercato, l’azienda ne chiederà la registrazione e solo allora sosterrà

costi della registrazione (ovviamente l’imprenditore avrà cura di non

dimenticare il termine massimo di un anno).

Prima della riforma del 2001 le aziende erano invece costrette a depositare la

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domanda di brevetto per modello ornamentale prima di presentare al pubblico

il proprio prodotto e così brevettare anche prodotti che poi non aveva il ben che

minimo successo.

Il secondo requisito per la registrazione è il “carattere individuale” che ha

rappresentato un dato del tutto nuovo rispetto alla tradizione sia italiana che

europea.

Un disegno o modello ha carattere individuale se l’impressione generale che

suscita nell’utilizzatore informato differisce dall’impressione generale suscitata

in tale utilizzatore da qualsiasi disegno o modello che sia stato divulgato prima

della data di presentazione della domanda di registrazione.

Di particolare importanza è il riferimento all’utilizzatore informato e cioè, non

al consumatore medio, ma –per così dire- all’addetto ai lavori cioè a colui che è

in grado di cogliere differenze che sfuggono al consumatore medio.

Un modello avrà dunque carattere individuale quando questo susciti

nell’addetto ai lavori (utilizzatore informato) l’idea (l’impressione generale) di

essere di fronte a un qualcosa di nuovo rispetto a quanto divulgato e

commercializzato prima.

Ovviamente per determinare se un bene abbia o meno detto requisito si dovrà

tener conto del fatto che molti mercati (quali quello dell’arredamento) sono

particolarmente affollati da un numero elevato di modelli ed è difficile creare

qualcosa di totalmente nuovo.

L’importante è però che vi sia un quid pluris che susciti appunto l’idea di

essere di fronte a qualcosa di (relativamente) mai visto.

Se questi sono i principali requisiti previsti dalla legge per un valida

registrazione, non si deve dimenticare che nel nostro ordinamento l’Ufficio

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Brevetti non effettua un esame preventivo del disegno o modello di cui si

chiede la registrazione; ne deriva che un imprenditore può registrare qualsiasi

bene.

Ovviamente, nel caso in cui dovesse agire in giudizio per tutelare detto bene

che egli asserisce aver registrato, potrà subire dal preteso contraffattore una

domanda di nullità del brevetto.

A questo punto spetterà all’autorità giudiziaria valutare se quel modello o

disegno registrato abbia o meno i requisiti sopra analizzati e se ciò non fosse

l’autorità giudiziaria dichiarerà la nullità della registrazione e chi ha agito in

giudizio non riceverà alcuna tutela.

Per quanto riguarda la durata, la registrazione di un disegno o modello dura

cinque anni a decorrere dalla data di presentazione della domanda e può essere

prorogata fino ad un massimo di venticinque anni.

Con una sola domanda può essere chiesta la registrazione di un numero di

disegni e modelli non superiore a 100 purché attinenti alla medesima classe

merceologica.

Particolarmente interessante per il settore del mobile è il fatto che se un

disegno o modello, oltre a possedere i requisiti per la registrazione, accresce al

tempo stesso l’utilità dell’oggetto al quale si riferisce, sarà possibile chiedere

contemporaneamente sia il brevetto per modello d’utilità che la registrazione

del disegno o modello.

Rammentiamo infine che la registrazione di un disegno o modello conferisce al

titolare il diritto esclusivo di utilizzarlo e di vietare ad terzi di utilizzarlo senza

il suo consenso; spetterà pertanto solo a colui che ha registrato un disegno o

modello il diritto di produrlo, commercializzarlo, esportarlo, e così via…

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In caso di violazione di tale diritto, l’ordinamento giuridico predispone tutta

una serie di strumenti (inibitoria, risarcimento dei danni, sanzioni penali) volti

ad impedire ad altri di utilizzare illecitamente il brevetto altrui, ma di questo

parleremo nei prossimi numeri.


Studio Legale Borgonovo & Associati
Avv. Emilio Nespoli

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