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Cooperazione Territoriale Europea (CTE)

La cooperazione, da un punto di vista sostanziale, è la collaborazione tra parte di agenti per il conseguimento
di un dato fine e ha diverse interpretazioni. Nel contesto sovranazionale, vi sono numerose strategie europee
che puntano alla cooperazione tra gli stati per il soddisfacimento di obiettivi comuni (es. climatici come Climat
Action, Green Deal, digitali, ecc.) e, in particolare, ci concentriamo sulla Cooperazione Territoriale Europea
(CTE, dove gli agenti sono i paesi), cioè l’obiettivo della politica di coesione dal 1990, concepito per risolvere
i problemi che trascendono dal confine nazionale attraverso una soluzione comune di intervento e di sviluppo
congiunto delle potenzialità dei diversi territori. In genere, durata progetti: 7 anni + anni di chiusura delle attività.
Politica di coesione: principale politica di investimento dell’UE che punta ad offrire vantaggi a tutte le
regioni dell’UE sostenendo la crescita economica, la creazione di posti di lavoro, la competitività delle
imprese, lo sviluppo sostenibile e la protezione dell’ambiente.
-1957: introduzione FSE e FEAOG -1975: introduzione FESR
-1986: AUE (Atto Unico Europeo), la coesione economico-sociale entra a far parte delle competenze dell’UE e
successivamente, col Trattato di Lisbona, si considera anche la coesione territoriale
L’unione di queste 3 forme di coesione ha favorito l’esigenza di intervenire con i fondi strutturali e i fondi SIE
(Strutturali Investimento Europeo), cioè i principali strumenti finanziari della politica regionale dell’UE.

Principio di addizionalità: principio secondo cui le risorse finanziarie europee (fondi) non devono essere
indirizzate su progetti di natura nazionali, per cui i quali si utilizzano le risorse nazionali
LOGICA: Regolamento -> Programma -> Strategie macroregionali

Il regolamento della CTE è il prodotto della procedura legislativa ordinaria, cioè la procedura che permette di
definire il regolamento che formalizza la CTE (e le disposizioni) con una co-decisione tra Parlamento Europeo
e Consiglio Europeo, nonché l’intervento della Commissione Europea che fornisce supporto nella definizione
dell’assetto procedurale (inoltre il Parlamento indica anche le risorse finanziarie a disposizione).
In particolare, il regolamento Interreg 10/59/2021 (regolamento di base della CTE) fornisce una prima
definizione di Cooperazione Territoriale Europea (CTE), cioè uno o più stati membri (e le loro regioni)
dell’UE e, dove possibile, paesi partner o paesi terzi cooperano a livello transfrontaliero per l’efficacia della
programmazione, l’assistenza tecnica, la sorveglianza, la valutazione, la comunicazione, l’ammissibilità, la
gestione e il controllo della gestione finanziaria.
 Paesi terzi: paesi che non ricevono sostegno dai fondi Interreg e che non contribuiscono al bilancio dell’UE
 Paesi partner: paesi, anche unionali, che rientrano nel circuito della CTE (es. paesi IPA)
Tra i principali obiettivi dell’attuale programma, vi è quello di aumentare l’efficacia degli investimenti dell’UE
attraverso la semplificazione delle procedure, istituendo un regolamento specifico per la CTE. Infatti, la
politica di coesione 2014-2020 prevedeva l’adozione, per la prima volta, del regolamento specifico della CTE
del 2013 e aveva 11 obiettivi tematici, in seguito sostituiti dai 5 obiettivi (target) strategici della nuova
programmazione 2021-2027 previsti dal regolamento specifico della CTE del 2021.

Inoltre, dal precedente regolamento, è possibile individuare i diversi tipi di CTE e le risorse a disposizione per
ciascuna delle 3 componenti (per un totale di 9mlrd€):
a) Componente transfrontaliera (74% risorse): punta a riunire enti locali e regioni con una frontiera comune
(terrestra o marittima) per sviluppare le aree di confine, sfruttare il potenziale di crescita dei territori e
fronteggiare le sfide comuni (es. scarsità di comunicazione e informazione, carenza trasporti, ecc.) (es.
programma Italia-Francia, ecc.)
b) Componente transnazionale (20,5% risorse): mira a rafforzare la cooperazione sulla base di azioni che
promuovono lo sviluppo territoriale integrato tra enti nazionali, regionali e locali in aree geografiche
europee estese non necessariamente confinanti (riguarda territori transnazionali più estesi) (es. strategia
Adriatico-Ionica, ecc.)
c) Componente interregionale (5,5% risorse): mira a rafforzare l’efficacia della politica di coesione sulla base
di azioni che promuovono gli scambi di esperienze tra regioni su questioni come la progettazione e
l’attuazione dei programmi, lo sviluppo urbano sostenibile e l’analisi delle tendenze di sviluppo nell’UE (è
composto da 4 programmi specifici)
Nel regolamento attuale, si è aggiunta una 4 componente sulla base dei gap del precedente regolamento:
d) Componente regioni ultraperiferiche: consente a territori vicini e con particolari problemi (individuati ex-
ante) di potersi sviluppare in una maniera più mirata
Inoltre, si considera il regolamento del FESR che fornisce disposizioni sull’utilizzo di risorse finanziarie.
Ciascun programma interregionale stabilisce una strategia comune alla quale il programma contribuirà per il
conseguimento degli obiettivi strategici del FESR e degli obiettivi specifici unionali e ultraperiferici della CTE.
A livello di programma, si distinguono 4 autorità all’interno delle disposizioni regolamentari:
1. Autorità di gestione (con sede nello Stato membro): interviene in numerose fasi procedurali (management:
es. emanazione dei bandi, selezione delle operazioni, ecc; fondazione e valutazione del programma,
definizione dei criteri di efficacia/efficienza/valore aggiunto, raccoltà dei dati, ecc.), ha doveri in termini di
comunicazione e informazione ed è affiancata da un segretariato congiunto, un’autorità di certificazione e
un’autorità di audit che scandiscono i processi e le relative fasi progettuali
2. Autorità di certificazione: certifica le spese relative ai progetti
3. Autorità di audit:
4. Comitato di sorveglianza: si riunisce 1 volta l’anno, sorveglia sulla corretta attuazione del programma
(art. 30 regolamento 10/59) e analizza i progressi compiuti nonché tutte le questioni relativi alla
performance (es. uso strumenti finanziari, azioni di comunicazione, ecc.) e l’output finale è l’approvazione
di metodi e criteri utili per la selezione delle operazioni, del piano di valutazione e la relazione finale in
materia di performance
5. National Contact Point (NCP): struttura territoriale decentrata che favorisce il collegamento della società
civile con autorità, enti, regioni, ecc. (a livello nazionale)
6. Segretariato congiunto: non è presente nei fondi europei ma è una particolare figura della coooperazione
territoriale che assiste gli organismi del programma nello svolgimento delle loro funzioni (es. impostazione
e attuazione della strategia di comunicazione, istruttoria per la selezione delle operazioni, monitoraggio
finanziario, ecc.) e supporta i beneficari nell’attuazione dei progetti

Strategie macroregionali
Le strategia macroregionali europee sono iniziative intergovernative avviate dagli Stati membri e dai paesi
terzi al fine di affrontare sfide comuni e opportunità specifiche di una determinata area geografica
(macroregione, area con diverse criticità non necessariamente con vicinanza di confine) e di favorire il
coordinamento e lo sviluppo di sinergie a livello interregionale. Tali strategie intervengono su circostanze sui
quale appare l’attenzione di intervenire (non necessariamente infrastutture, progetti di investimento ecc.)

Ad oggi, ci sono 4 strategie macroregionali:


1) Strategia europea per la regione baltica
2) Strategia europea per la regione del Danubio
3) Strategia adriatico-ionica (EUSAIR, si Italia): nasce nel 2014 per rendere più efficaci gli interventi
europei e nazionali a sostegno dello sviluppo di questa determinata area e a cui appartengono anche paesi
non UE (ibrida), da cui si ottiene il vero valore aggiunto della strategia. Tale strategia ha 4 pilastri (ambiti
tematici): ADRION
3.a) Crescita blu e pesca
3.b) Interconnettività (infrastrutturale ed energetica)
3.c) Qualità dell’ambiente
3.d) Turismo sostenibile
Trasporto (Mobilità) Governance
4) Strategia europea della regione alpina (EUSALP, si Italia): nasce nel 2016 e favorisce l’integrazione di
aree mondane e peri-mondane e promuove i progetti di sviluppo sostenibile attraverso un piano di azione e
a cui appartengono paesi UE e non UE, nonché enti locali (in particolare Piemonte). Tale strategia ha 3
pilastri (ambiti settoriali):
4.a) Crescita e innovazione
4.b) Interconnettività e mobilità
4.c) Energia e ambiente

Organizzazione:
 Assemblea generale: organo di indirizzo politico a cui partecipano i rappresentanti degli Stati, dell’UE e
degli enti territoriali e ha una presidenza con rotazione annuale dei diversi soggetti coinvolti (oggi
provincia di Trento e Bolzano)
 Comitato esecutivo: organo di attuazione
 Gruppi d’azione (a livello territoriale): traducono gli obiettivi a livello politico in progetti concreti
Gli aspetti distintivi e caratterizzanti della Strategia macroregionale sono:
 Sfide/bisogni/opportunità comuni a più paesi (macroregione)
 Valore aggiunto nella macroregione: prodotto tra sinergie, coordinamento e condivisione tra paesi UE e
non UE (sviluppa un potenziale che il singolo paese non è in grado di sviluppare)
 Governance multilivello (multigovernance): i livelli permettono di agire con una logica bottom up dalle
autorità decentrate alle autorità centralizzate (dalla società civile al livello sovrannazionale politico /
europeo) e sono 3:
I. Sovrannazionale / Europeo: circuito di autorità come Parlamento europeo, Consiglio europeo,
Commissione europea, coordinatori dei diversi paesi, ecc. (fase di definizione regolamentare che disciplina
le procedure per determinare l’approccio sistemico delle strategie macroregionali)
II. Nazionale / Regionale: si sviluppa (a livello domestico/decentrato) e afferisce i coordinatori responsabili
dell’attuazione, del coordinamento e dell’ottica decentrata (cioè il contatto diretto con la società civile)
III. Tematico / Civile: si sviluppa (a livello domestico/decentrato) e si ricollega ai pillar tematici a cui i progetti
fanno riferimento e che hanno una profilazione nazionale/regionale ed europea (cooperazione tra paesi e
vicinanza al territorio con organismi che intercettano i bisogni della società civile); hanno particolari
coordinatori per ogni pilastro (ambito tematico)
Governance = più ampio e meno legato agli aspetti istituzionali e alla funzione di governo (a differenza di
government, cioè istituzioni di un certo territorio e le relative funzioni)
Importanza al potenziamento della governance / cooperazione mediante l’accrescimento della fiducia reciproca,
il potenziamento della democrazia sostenibile, importanza della governance nella cooperazione, nei processi di
riforma e nelle transazioni democratiche
 Fondi (fonti di finanziamento)
 Semplificazione normativa: poiché si hanno solo il regolamento generale CTE e il programma (non sono
ancorate a una legislazione specifica ma sul coordinamento sinergico tra i vari paesi coinvolti)
 Orientamento allo sviluppo sostenibile (obiettivi sostenibili): forte contributo alla transizione ecologica
 Multisettorialità (e trasversalità): si considerano diversi ambiti tematica tra cui ambiente, innovazione,
sviluppo del turismo (sostenibile), crescita blu, ecc
 Principio del partenariato: si considerano 2 logiche:
Logica ribaltata di finanziamento: non esiste una dotazione di risorse specifica per ciascun progetto della
CTE ma la dotazione viene direttamente ancorata al singolo progetto determinato tra Paesi (a differenza dei
fondi europei le cui risorse venivano indicati ex ante tramite una programmazione)
Logica partenariale: ottica condivisa di intervento che implica un coinvolgimento di numerosi attori nel
progetto, con particolare importanza della società civile (si va dal basso verso l’alto)
Il partenariato è composto dai partner che partecipono nel circuito e sono presenti intorno al progetto ma non
ricevono un sostegno diretto e dai beneficiari che ricevono sostegno dai fondi Interreg ed entrambi cooperano
nello sviluppo e nell’attuazione del programma (legame non solo relativo al finanziamento ma anche in
relazione alle risorse umane). Un paese viene identificato come partner capofila (lead partner) che segue
l’attuazione delle operazioni e assume la responsabilità di garantire la corretta realizzazione delle operazioni,
nonché il rispetto delle spese sostenute.

Pilastri dei programmi CTE (2014-2020)


I programmi CTE (2014-2020) sono 4 e si ricollegano ai pilastri EUSAIR:
Italia-Grecia Italia-Francia Italia-Croazia Italia-Slovenia

Pilastri dei programmi CTE (2021-2027)


Nella programmazione attuale (2021-2027), le variazioni hanno permesso di individuare un nuovo set di
pilastri EUSAIR, cioè:
1. Crescita blu (energia, acquacoltura, bioeconomia, sviluppo del settore marittimo, ecc.)
2. Sustainability in cultural & national tourism (modelli di innovazione, labeling, turismo sostenibile,
industria creative, cultura, promozione delle nuove aree da sviluppare, ecc.)
3. Management dei territori costieri (sistema correlato ai rischi del territorio)
4. Mobilità sostenibile (aree urbane e interurbane)
5. Miglioramento dei sistemi logistici (anche a livello marittimo)
I gaps della precedente programmazione e i possibili miglioramenti della nuova programmazione
Nel 2020, tutti i programmi della CTE hanno raggiunto e superato i target di spesa (3 anni) nel rispetto dei
tempi, nonostante le difficoltà pandemiche, e alcuni anche con risultati rilevanti:
Migliori performance finanziarie nei 4 programmi interregionali (ESPON2020, Interreg Europe, Inter Act
3, Urban Act 3); questo risultato positivo è dovuto alla consolidata esperienza e alle strutture di governance
mature e consolidate
Ottimo risultato in termini di avanzamento finanziario per 3 programmi transnazionali (Spazio Alpino
EUSALP, MED, Central Europe)
Buone performance dei programmi transfrontalieri (Italia-Austria, Francia-Italia, Italia-Francia Marittimo,
Italia-Slovenia) mentre i residuali (Italia-Croazia, Italia-Malta, Italia-Svizzera, Italia-Grecia, ecc.) hanno
avuto un risultato soddisfacente e positivo in termini di raggiungimento

La relazione annuale sulla partecipazione italiana ai programmi dell’obiettivo di CTE (dati 2020 per
analisi 2021) fornisce un aggiornamento in merito ai dati di attuazione dei programmi, nonchè dettagli chiave,
ed è una rappresentazione dei dati che registra un finanziamento di 1553 progetti (1442 vedono la
partecipazione dell’Italia (93%) quindi è protagonista e 799 progetti hanno un lead partner italiano (>50%)
ma si anche ha un protagonismo italiano a livello interregionale, perché tutte le regioni italiane coinvolte nei
programmi hanno almeno 10 progetti della CTE (+200 puglia, emilia, veneto, puglia, piemonte, friuli)).
Inoltre, la relazione fornisce un’approfondimento sulle attività messe in atto per affrontare l’emergenza
sanitaria (facendo emergere una forte resilienza dei soggetti coinvolti e forte robustezza della CTE, nonché una
capacità di adattamento del sistema): i risultati di rilievo che emergono dalla relazione sono sintetizzati in 10
punti focali e lo stato di avanzamento finanziario, nonostante le difficoltà, ha raggiunto e superato i target di
spesa (+1mld€, >41% della dotazione del FESR).

I ritardi di attuazione hanno fatto emergere difficoltà legate alla capacità di spesa e alle caratteristiche
istituzionale degli Stati membri (infatti, i primi rallentamenti sono stati individuati nelle prime fasi di
programmazione progettuale e nelle fasi di designazione delle autorità (es. individuazione e nomina)) e questi
elementi permettono di individuare i gaps da colmare ed evitare con la nuova programmazione tra cui:
 Divergenze normative tra paesi
 Contesto progettuale e territoriale
 Best practices
 Governance e sistemi di controllo di 1° livello
Per far fronte a quest’ultimo problema, sono state individuate 4 diverse modalità di controllo per i progetti:
a. Sistema decentralizzato: professionisti esterni o società di revisione (cioè soggetti qualificati individuati
dai beneficiari degli interventi iscritti in particolari e che rispettano i requisiti di onorabilità e indipendenza)
b. Sistema interno: per beneficiari italiani aventi natura di enti pubblici (cioè strutture di controllo interne
agli enti stessi che assicuravano la separazione funzionale e che rispettano i requisiti di indipendenza)
c. Sistema decentralizzato dove l’Autorità di gestione (AG) indiceva i bandi e selezionava i controllori
esterni (che devono rispettare i requisiti di onorabilità e indipendenza, nonché di separazione fiunzionale)
d. Sistema centralizzato: su delega dell’AG, le regioni e le provincie procedevano al controllo (più lento)

Inoltre, viene effettuata una valutazione sui sistemi informativi, in particolare sull’utilizzo dei sistemi di
gestione e di controllo e il relativo adeguamento (problema), in modo da garantire una maggiore
interoperabilità tra le strutture nazionali e l’ispettorato generale dei rapporti con l’UE e il GRUE (soggetto
che si occupa della ragioneria generale).
Quindi, la relazione è una proposta di soluzione per la programmazione attuale (2021-2027) che fa riferimento
a un sistema informativo armonizzato usato per i programmi GEMS (cooperazione interregionale, Inter Act 3).
Fondi Strutturali Europei (FES)
I FES (Fondi Europei Strutturali) sono il principale strumento finanziario con il quale l’UE persegue gli
obiettivi della politica di coesione (politica che sviluppa sotto diverse dimensioni (economica, sociale e
territoriale) e quindi il sistema di misure che mirano a ridurre il divario tra lo sviluppo delle diverse regioni
europee e la loro armonizzazione.
Tra questi si ha:
 FEAOG (Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia, sezione orientamento)
 FSE (Fondo Sociale Europeo)
 FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale)
Si ha anche la possibilità di utilizzo combinato dei fondi, infatti il FESR e i finanziamenti esterni (fondi
Interreg) hanno obiettivi specifici a seconda della scelta dei paesi di coniugare le varie esigenze (es. ambiti
(settoriali) di applicazione: CTE (in particolare cooperazione interregionale) per promuovere la politica di
coesione con scambi di esperienze, approcci innovativi, sviluppo di capacità, occupazione e crescita,
armonizzazione, miglioramento della cooperazione, ecc.).
Miglior governance della cooperazione territoriale (4 componenti: transfrontaliera, transazionale, interregionale
e ultraperiferica)
I fondi sono strumentali a promuovere lo sviluppo armonioso, equilibrato e duraturo delle attività economiche,
lo sviluppo dell’occupazione e delle risorse umane, la tutela e il miglioramento dell’ambiente, l’eliminazione
delle disuguaglianze e la parità di genere.

Differenze dei settenati dal 2000 [7 anni (+ anni di chiusura)]


Gli aspetti fondamentali di ciascun settennato si appoggiano a degli aspetti focali, ovvero:
 Rispetto del principio di addizionalità: per assicurare il reale impatto economico dell’utilizzo dei fondi
europei rispetto all’utilizzo dei fondi nazionali
 Articolazione dei fondi in 2 principali programmi:
-Programmi Operativi Nazionali (PON): azioni di ampliamento per sostenere l’adeguamento dei sistemi, per
migliorare qualità ed efficienza e per colmare i divari territoriali (quindi verso popolazioni target)
-Programmi Operativi Regionali (POR): azioni trasversali per la sperimentazione di modelli organizzativi e di
governance finalizzate alla promozione, al consolidamento e allo sviluppo di reti nelle imprese e nelle
amministrazioni pubbliche locali

Ogni programmazione ha il suo regolamento.


Programmazione 2000-2006
Nel 2001 si concludeva il termine degli impegni assunti nella programmazione 1994-1999 che prevedeva 6
macro obiettivi:
 Promozione dello sviluppo e dell’adeguamento strutturale per regioni in ritardo di sviluppo
 Riconversione economico-sociale di zone con declino strutturale
 Adattamento e ammodernamento delle politiche dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione
 Adattamento dei lavoratori e il mutamento industriale
 Sviluppo rurale (2 parti: a) adeguamento strutture agrarie e b) aggiustamento strutturale delle zone rurali)

Sulla base del regolamento del 1999 che disciplinava l’uso delle risorse finanziarie per la programmazione
2000-2006, la politica regionale dell’UE era stata approvata attraverso specifici fondi strutturali, cioè:
 FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale): fondo che contribuisce ad aiutare le regioni in ritardo di
sviluppo, in riconversione economica e con difficoltà strutturali e questo attraverso il sostegno allo
sviluppo, l’adeguamento strutturale e la riconversione industriale [infrastrutture]
 FSE (Fondo Sociale Europeo) (nato nel 1957): fondo che si concentra sulle persone e interviene nella
strategia europea per l’occupazione attraverso iniziative di opportunità in termini di formazione, aiuto di
persone svantaggiate a rischio di povertà o di esclusione sociale (minoranze) [persone]
Tale fondo si focalizza su 4 obiettivi tematici:
 Promozione dell’occupazione e sostegno alla mobilità dei lavoratori
 Promozione dell’inclusione sociale e lotta alla povertà
 Investimento in istruzione, competenze e apprendimento permanente
 Miglioramento della capacità istituzionale e dell’efficienza dell’amministrazione pubblica
 FEOGA o FEAOG (Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia): fondo strutturale per lo
sviluppo di regioni in ritardo con il miglioramento dell’efficienza delle strutture di produzione,
trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e silvicoli (cioè consiste nella modernizzazione
del sistema agricolo) e promozione delle zone rurali (o particolarmente arretrate) [agricola]
Il fondo si divide in 2 sezioni:
1. Garanzia: finanzia misure di sostegno ai terzi in materia di esportazione per assicurare prezzi stabili ai
coltivatori
2. Orientamento: sovvenzioni per i piani di razionalizzazione, modernizzazione e miglioramenti strutturali
dell’attività agricola
Tale fondo è scomparso ed è stato sostituito dal FEAG (Fondo Europeo Agricolo di Garanzia) e dal FEASR
(Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale, sezione Orientamento).
 SFOP (Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca) [novità]: evidenzia il duplice nesso dello
strumento alla politica strutturale e alla politica comune della pesca e considera un contributo all’equilibrio
tra risorse e il loro sfruttamento, la competitività tra imprese nel settore della pesca, approviggionamento e
valorizzazione dei prodotti della pesca, rilancio delle zone e delle strutture di pesca. [pesca]
Nel 1992, il CE ha integrato la politica strutturale della pesca nei fondi strutturali attraverso l’adeguamento
delle strutture della pesca e questo attraverso lo SFOP.

Programmazione 2007-2013
In questa programmazione si ha una rilevanza maggiore per la politica di coesione, nonché una gestione più
semplificata, proporzionale e maggiormente decentrata rispetto alla precedente.
Il regolamento della programmazione 2007-2013 prevede 4 fondi:
 FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale)
 FSE (Fondo Sociale Europeo)
FC (Fondo di Coesione) (non interessa l’Italia)
 FEP (Fondo Europeo per la Pesca) (sostituisce lo SFOP ed entra in vigore nel 2006): fondo per faciliare
l’applicazione di misure a garantire una pesca sostenibile e la diversificazione delle attività economiche
nelle zone di pesca, nonché la tutela dell’ambiente ittico e dell’acquacoltura
In Italia, l’applicazione di strumenti per il raggiungimento degli obiettivi di tale fondo è svolto dal MIPAF.
Per quanto riguarda l’attuazione e struttura della procedura, questa viene effettuata da autorità di gestione, cioè
amministrazione incaricate di gestire i fondi (management) attraverso PON, POR e POIR (Programmi
Operativi Interregionali).

Programmazione 2014-2020
In questo programmazione, si passa dai FSE (Fondi Strutturali Europei) ai FSIE (Fondi Strutturali e di
Investimento Europei), poiché tali fondi favoriscono anche la politica d’investimento e la crescita economica
e occupazione, e i fondi della programmazione 2014-2020 sono:
 FSE (Fondo Sociale Europeo): sostiene progetti in materia di occupazione e investimenti in capitale
umano
 FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale): si concentra su priorità strategiche quali ricerca e
innovazione, tecnologia di informazione e comunicazione, PMI (piccole e medie imprese), economia a
basse emissioni di carbonio e in particolare ha 2 obiettivi focali:
 Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione (rafforzamento del mercato del lavoro ed economie
regionali)
 Cooperazione territoriale europea (CTE)
 FC (Fondo di Coesione) (no Italia): finanzia progetti di alto valore aggiunto nei settori di trasporti e
ambiente in paesi in cui il il reddito nazionale lordo procapite <90% della media UE, es. Bulgaria, Croazia,
Cipro, ecc.)
 FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) [novità]: fondo che si concentra sulla
risoluzione di sfide specifiche delle zone rurali e si concentra su 3 obiettivi:
 Migliorare la competitività del settore agricolo
 Garantire una gestione sostenibile per le risorse naturali
 Raggiungere uno sviluppo territoriale equilibrato dell’economia e delle comunità rurali
 FEAMP (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca) [novità]: fondo che aiuta i pescatori per
l’uso dei mezzi di pesca sostenibile e le comunità costiere, nonché la diversificazione delle loro economie
con il miglioramento della qualità della vita nelle regioni costiere (es. pesca-turismo)
Programmazione 2021-2027
Il regolamento dell’attuale programmazione 2021-2027 non si applica per le componenti dei fondi gestite a
livello diretto (quindi solo per la gestione indiretta) ed è composto da 8 fondi:
 FSE+ (Fondo Sociale Europeo plus): principale strumento di investimento nei confronti delle persone e in
particolare aiuta gli stati membri ad affrontare la crisi pandemica e a ottenere livelli maggiori di
occupazione (soprattutto i giovani), istruzione e inclusione sociale, una forza lavoro pronta alle transizioni
digitali e green (mobilità del lavoro) e il sostegno a favore di misure temporanee in circostanze temporanee
o inusuali.
Tra le autorità che si occupano di gestire tale fondo vi è l’ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive
del Lavoro) che promuove il diritto al lavoro, la formazione/crescita professionale ed è responsabile del sistema
informativo del mercato del lavoro. Le priorità del FSE+ sono:
 Disoccupazione giovanile
 Assistenza alimentare
 Povertà infantile
 Rispetto dei diritti fondamentali dell’UE (pilastro europeo dei diritti sociali)

 FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale): rafforzamento dello sviluppo delle regioni
 FC (Fondo di Coesione): rafforzamento della coesione economica sociale
FESR e FC sono accomunati/unificati vista la sinergia delle tematiche a cui si riconducono, ovvero la riduzione
del ritardo delle regioni meno favorite, la riconversione delle regioni industriali, sostenibilità ambientale,
infrastrutture (anche verdi), transizione digitale, economia circolare, mobilità urbana, ecc.

 FEAMPA (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura) [novità, sostituto
FEAMP]
 FTG (Fondo per una Transizione Giusta): fondo fondamentale per sostenere i territori maggiormente
colpiti dai processi di transazione verso la neutralità climatica, ossia i territori che affrontano sfide socio-
economiche, e che punta alla prevenzione dell’aumento delle disparità regionali finanziando la
diversificazione e la modernizzazione dell’economia locale (es. connetività digitale, energia pulita,
riduzione emissioni, riqualificazione lavoratori, ecc.)
 FAMI (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione)
 FSI (Fondo per la Sicurezza Interna):
 SGFR (Strumento per la Gestione delle Frontiere e dei Rischi)
Si può notare che c’è stata una rivisitazione dei fondi in seguito alla pandemia e alle relative emergenze (ovvero
un aiuto per affrontare il tutto).

Tale programmazione ha 5 target principali che prevedono un’Europa:


1. Intelligente e competitiva, nonché innovativa
2. Verde e a bassa emissione di carbonio
3. Connessa, potenziando la mobilità e la connettività regionale (a livello di tecnologia, informazione e
comunicazione)
4. Sociale ed inclusiva (attraverso il pilastro europeo dei diritti sociali)
5. Vicina ai cittadini (attraverso lo sviluppo sostenibile e integrato di aree urbane, rurali e costiere)

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