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REGIONE TOSCANA

Direzione Generale della Presidenza


Settore Attività Internazionali

Legge Regionale 23 Marzo 1999 n. 17


“Interventi per la promozione dell’attività di cooperazione
e partenariato internazionale, a livello regionale e locale”

LINEE GUIDA PER LA COMPILAZIONE DEL


FORMULARIO DI PRESENTAZIONE DI
UN MICRO PROGETTO

Anno 2006
INDICE

Premessa pg.3

A. RIFERIMENTI DEL SOGGETTO PROPONENTE pg.4

B. STRUTTURA DEL PARTENARIATO pg.4

C. INFORMAZIONI GENERALI RELATIVE AL PROGETTO pg.5

D. CONTESTO pg.6

E. STRATEGIA DI INTERVENTO pg.7

F. REALIZZAZIONE DEL PROGETTO pg.9

G. IL PARTENARIATO ED I SUOI MECCANISMI pg. 10

H. SOSTENIBILITA’ E RIPRODUCIBILITA’ DEL PROGETTO pg.12

I. PARTE FINANZIARIA pg.13

ALLEGATI pg.14

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PREMESSA

La Regione Toscana ha predisposto – ai sensi dell’art.5 della L.R. 17/99 “Interventi


per la promozione dell’attività di cooperazione e partenariato internazionale a livello
regionale e locale” – il Piano regionale della cooperazione internazionale e
delle attività di partenariato 2001-2005, la cui proroga, per l’anno 2006, è stata
recentemente approvata dal Consiglio Regionale della Toscana con L.R. n. 14 del 5
aprile 2006.

Lo scopo principale del Piano è la costituzione di un Sistema regionale della


cooperazione internazionale, volto ad uno sviluppo cooperativo, umano e sostenibile
su scala locale e fondato sull’azione di rete di sistemi locali. I tre ambiti di azione
regionale previsti dal Piano riguardano: i) le attività di cooperazione e partenariato
internazionale, ii) gli interventi di cooperazione internazionale con i Paesi in via di
sviluppo, iii) gli interventi di emergenza.

L’attuazione del Piano si sostanzia nella elaborazione, valutazione e realizzazione di


progetti che la Regione, attraverso lo strumento dei PIR e, il territorio toscano,
attraverso i progetti presentati da soggetti terzi, promuovono nell’ambito degli
indirizzi strategici indicati dalla Regione Toscana.

Le proposte progettuali di soggetti terzi che questo Piano intende promuovere,


dovranno scaturire da un tangibile lavoro di raccordo e integrazione fra i soggetti che
operano in una medesima area geografica o Paese, con riferimento alle seguenti
tipologie:

a) MICRO-PROGETTI, riguardanti una o più azioni di dimensioni contenute, da


realizzarsi in una sub-area o in un Paese;
b) PROGETTI-QUADRO, costituiti da un insieme integrato di azioni, capace di
creare valore aggiunto rispetto alla realizzazione di singole iniziative. Essi sono il
risultato della progettualità di più soggetti convergente su obiettivi comuni. I progetti
quadro costituiscono quindi lo strumento principale di promozione e di sostegno del
processo di integrazione in atto nel sistema toscano della cooperazione, mirando a
realizzare un reale partenariato territoriale sia in Toscana che nelle aree di
intervento.

La partecipazione alla selezione dei progetti, sia nel caso dei micro-progetti che in
quello dei progetti quadro, richiede la compilazione di un Formulario dove devono
essere indicate tutte le informazioni necessarie alla valutazione del Progetto stesso. I
soggetti toscani che intendono partecipare all’attività internazionale con il sostegno
della Regione Toscana troveranno due tipi di Formulari:

1. Formulario per la presentazione di un Micro Progetto –Anno 2006


2. Formulario per la presentazione di un Progetto Quadro –Anno 2006

Le presenti Linee Guida rappresentano uno strumento di supporto per quei soggetti
che intendono promuovere un Micro Progetto con il sostegno della Regione.

La lettura parallela dei due documenti – Linee Guida e Formulario - può facilitare la
compilazione di quest’ultimo da parte dei vari soggetti interessati alla presentazione
di un Progetto.

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GUIDA ALLA COMPILAZIONE DEL FORMULARIO

A. RIFERIMENTI DEL SOGGETTO PROPONENTE

Le informazioni contenute in questa sezione costituiscono l’anagrafe del Soggetto


Proponente il Progetto.

Il Progetto, per quanto possa coinvolgere una pluralità di attori, deve essere
presentato da un unico soggetto -SOGGETTO PROPONENTE- il quale rappresenta,
inoltre, il solo responsabile della rendicontazione.

Il Piano, nell’indicazione dei requisiti essenziali di ammissibilità [vedi punto 3.2 A)],
identifica i soggetti che possono presentare iniziative di cooperazione:

- Enti Locali
- Altri enti pubblici
- Soggetti privati senza finalità di lucro

Per gli soggetti privati, diversi dalle ONG e dalle ONLUS, l’assenza della finalità di
lucro deve essere dichiarata esplicitamente nello statuto che dovrà altresì esplicitare,
fra le finalità e gli obiettivi, la partecipazione ad attività di cooperazione
internazionale.

Il Soggetto Proponente - nella compilazione del Formulario - nel fornire le proprie


coordinate deve indicare chiaramente il REFERENTE DEL PROGETTO così da
rendere immediata per la Regione l’identificazione di un interlocutore diretto.

CIASCUN SOGGETTO PROPONENTE PUÒ PRESENTARE FINO A DUE PROGETTI,


PURCHÉ RELATIVI AD AREE GEOGRAFICHE DIVERSE.

B. STRUTTURA DEL PARTENARIATO

Il Progetto prevede una serie di attori che affiancano il Soggetto Proponente nella
realizzazione dell’iniziativa di cooperazione definiti Soggetti Partners. Le due principali
categorie dei co-esecutori dell’intervento riguardano: i partners locali, cioè
appartenenti al Paese destinatario dell’intervento e quelli
toscani/nazionali/transnazionali.

La partecipazione al Progetto di almeno un PARTNER LOCALE nel Paese beneficiario


dell’intervento è requisito di ammissibilità [Vedi Piano 3.2 (C)]. Ogni Partner Locale
rappresenta il co-esecutore locale delle attività. Si tratta di una figura di
fondamentale importanza in quanto garantisce il coinvolgimento dei beneficiari e
degli altri stakeholders locali permettendo una buona relazione con la dimensione

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locale. Infine, dalla presenza di un buon partner locale può dipendere gran parte della
sostenibilità degli effetti benefici dell’intervento di cooperazione nel tempo.

Nella indicazione dei PARTNERS TOSCANI/NAZIONALI/INTERNAZIONALI che


partecipano alla realizzazione dell’intervento assieme al Soggetto Proponente, si
chiede di evidenziare gli altri attori coinvolti dal Progetto. Le considerazioni sulla
rilevanza di tali soggetti ricalcano, in maniera analoga, quanto affermato per i
partners locali. Dal momento che essi si collocano a pieno titolo tra i co-esecutori del
Progetto di intervento, anche per loro deve essere previsto un ruolo specifico (Vedi
Punto 31 del Formulario di Presentazione).
Al Formulario di presentazione dovrà essere allegata, per ciascun partner (locale,
toscano, nazionale o internazionale), la lettera di partecipazione al progetto. Tale
lettera deve essere indirizzata al Soggetto Proponente, con data non anteriore ai 90
giorni dalla data di scadenza del Bando, e specificare le azioni progettuali svolte dal
Partner, oltre alle risorse economiche, umane e strumentali apportate al Progetto
(vedi Punto 31 del Formulario di Presentazione).

C. INFORMAZIONI GENERALI RELATIVE AL PROGETTO

La seguente sezione costituisce la presentazione sintetica del Progetto. Le


informazioni richieste concernono, oltre al titolo del Progetto e l’area nella quale
questo intende intervenire, una breve descrizione degli obiettivi da conseguire e dei
beneficiari. E’ richiesto, inoltre, al Proponente di evidenziare se il Progetto sia
scaturito dalle attività di uno dei Tavoli regionali di coordinamento, nonché eventuali
collegamenti sostanziali con i Programmi di Iniziativa Regionale (PIR).

Il Proponente deve prima di tutto specificare, nella sezione C, il TITOLO del Progetto
(riassuntivo dell’intervento), il PAESE e la LOCALIZZAZIONE.

Nella TIPOLOGIA DI PROGETTO il Proponente deve specificare il tipo di Progetto


che intende promuovere. Il Piano, nel definire la tipologia dei progetti, promossi da
soggetti terzi, distingue tra [Vedi punto 2.3]:
1) progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo presentati da tutti i
soggetti previsti dalla legge;
2) progetti connessi a iniziative di partenariato, collaborazione internazionale,
gemellaggi presentati solo dagli Enti Locali relativi alle Aree Prioritarie previste
dal Piano.
i) Progetti di partenariato e cooperazione con collettività locali gemellate
ii) Nuovi accordi di gemellaggio, orientati all’attivazione di progetti di
partenariato e cooperazione

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RIGUARDO AI SOLI PROGETTI DI GEMELLAGGIO È FATTO OBBLIGO AI SOGGETTI
PROPONENTI DI RISPETTARE IL VINCOLO DELLE AREE PRIORITARIE INDIVIDUATE
NEL PIANO: PAESI DELL’EUROPA CENTRO-ORIENTALE E SUD-ORIENTALE; PAESI
TERZI DEL MEDITERRANEO.

Nella SINTESI DEL PROGETTO il Proponente deve riassumere – entro lo spazio


della relativa casella di testo – l’intervento proposto includendo informazioni relative
all’obiettivo generale, agli obiettivi specifici, ai beneficiari diretti ed indiretti, ai
risultati attesi, ed alle attività previste.

Nel campo relativo all’EVENTUALE COLLEGAMENTO CON I TAVOLI REGIONALI


DI COORDINAMENTO il Proponente è tenuto ad indicare se il Progetto sia scaturito
dalle attività di uno dei Tavoli regionali di coordinamento per area geografica e per
Paese.
A tale scopo dovrà essere indicata la data della riunione del Tavolo in questione in cui
è stato espresso il parere e trascritta la relativa parte del verbale.

Negli EVENTUALI COLLEGAMENTI CON I PROGRAMMI DI INIZIATIVA


REGIONALE (PIR) il Proponente deve indicare la relazione tra il Progetto ed i PIR.
Tali Programmi, previsti dalla normativa regionale, sono un importante strumento di
intervento nel campo della promozione della cooperazione e del partenariato
internazionale [vedi Piano, punto 1.6]. Il collegamento deve intendersi sostanziale,
nel senso di partecipazione e integrazione tra il Progetto ed il quadro generale
strategico di intervento promosso direttamente dalla Regione attraverso il PIR. Ciò
che pertanto deve intendersi come collegamento è un più generale raccordo con le
azioni progettuali previste dai PIR e non una semplice coincidenza territoriale dei due
interventi.

D. CONTESTO

Questa sezione, dedicata al contesto entro cui l’intervento di cooperazione intende


operare, è finalizzata alla descrizione della realtà sociale, economica, culturale e
politica dell’area locale d’intervento. Particolare attenzione deve essere prestata alle
varie realtà locali, istituzionali e non, presenti nell’area.

Nel QUADRO SETTORIALE/TERRITORIALE il Proponente deve illustrare le


caratteristiche e la situazione del settore di riferimento in maniera da rendere
manifesta la natura dei problemi che il Progetto si prefigge di risolvere. Dovranno
altresì essere evidenziate le potenzialità di sviluppo e gli eventuali fattori di ostacolo
al Progetto presenti nell’area locale d’intervento. Nei casi in cui siano state adottate
politiche e misure di intervento nel settore di interesse da parte dei diversi attori
istituzionali locali/nazionali, si richiede di evidenziare come il Progetto si possa
collocare all’interno di una più ampia rete di interventi.

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Nell’identificazione dei PROBLEMI SUI QUALI IL PROGETTO SI PROPONE DI
INTERVENIRE il Proponente deve elencare in ordine di priorità i principali ostacoli
allo sviluppo del territorio locale, in particolare evidenziando i problemi sui quali si
intende agire con le attività del Progetto. La compilazione di quest’ultima parte è di
fondamentale importanza, dal momento che la corretta individuazione dei problemi
permetterà di definire meglio la formulazione e la realizzazione del Progetto.

Dato che nessuno meglio dei potenziali beneficiari e, più in generale, della
popolazione locale è in grado di indicare le priorità di sviluppo di un determinato
territorio, si richiede al Proponente di fornire indicazioni circa il PERCORSO
SEGUITO NELLA DEFINIZIONE DEL PROGETTO. In particolare, si dovranno
indicare eventuali missioni di analisi dei bisogni ed incontri con i vari attori, locali e
non, presenti nella zona d’intervento (i cosiddetti stakeholders).

E. STRATEGIA D’INTERVENTO
Al fine di facilitare la presentazione dei micro progetti, per il 2006 non viene
richiesta l’elaborazione del quadro logico. Per rendere più facilmente
identificabile la correlazione fra obiettivi e attività, vengono confermate le
stesse indicazioni del precedente bando, anche se risultano evidenti i diversi
criteri di classificazione degli obiettivi generali e specifici..

Una volta definiti i problemi da risolvere, occorre scegliere tra le possibili alternative
di intervento, quella ritenuta più idonea a raggiungere l’obiettivo di sviluppo che il
Progetto intende realizzare. In questa sezione si tratta, dunque, di descrivere e
legittimare la strategia prescelta per la realizzazione dell’intervento, tenendo conto
dell’obiettivo generale del Progetto, dei suoi obiettivi specifici e dei relativi risultati
attesi.
Nella descrizione dell’OBIETTIVO GENERALE il Proponente deve definire l’ampio
obiettivo settoriale o subsettoriale al cui raggiungimento il Progetto di intervento
dovrebbe contribuire. Data l’ampiezza dell’obiettivo generale, per il suo
raggiungimento occorrono una molteplicità di interventi e un insieme di sforzi
convergenti. In questa ottica, il Progetto non intende raggiungere l’obiettivo generale
ma si propone di dare un contributo concreto alle problematiche individuate nella
sezione precedente. Alla luce di tale considerazione, il Proponente deve identificare
l’obiettivo in termini di miglioramento, superamento, potenziamento, ampliamento e
stimolo di capacità, ecc.
(Esempio: miglioramento delle condizioni sociali della popolazione di tre quartieri
della città di San Paolo)

Nella descrizione degli OBIETTIVI SPECIFICI il Proponente deve indicare ciò che
concretamente si intende raggiungere durante il periodo di attuazione del Progetto.
Tali obiettivi rappresentano il contributo del Progetto al raggiungimento dell’Obiettivo

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Generale di sviluppo. Ciascun Obiettivo Specifico identificato dal Progetto, è da
intendersi come il flusso di benefici duraturi, chiaramente identificabili e quantificabili,
che il Progetto intende produrre. Nella sua definizione il Proponente deve identificare
chiaramente i destinatari dei benefici (economici e sociali) prodotti dall’intervento e
delimitare la zona d’intervento.
(Esempi: aumentare il numero di giovani del quartiere di Villa Juana che seguono i
corsi di formazione professionale, migliorare l’accesso ai mercati rurali)

Nell’identificazione dei RISULTATI ATTESI il Proponente deve indicare i prodotti


fisici e non delle attività che insieme concorrono al raggiungimento degli obiettivi
specifici. Oltre ad essere conformi agli obiettivi Specifici, i risultati devono essere ben
esplicitati in termini sia quantitativi sia qualitativi, in riferimento ad uno scenario
atteso, mediante appositi indicatori.
(Esempi: 20 giovani inseriti in corsi di formazione professionale; 6 educatori formati
ogni anno; 1 archivio fisico e/o digitale costruito; 2 cooperative organizzate e
funzionanti.)
Accanto ai punti 26 e 27 al proponente è richiesto di evidenziare gli indicatori di
valutazione e le fonti di verifica.

Negli INDICATORI DI VALUTAZIONE il Proponente deve individuare gli strumenti


che possono essere utilizzati per misurare gli effetti del Progetto. Gli indicatori di
valutazione permettono di controllare il conseguimento degli obiettivi e dei risultati in
termini di quantità, qualità, tempo, luogo e gruppo beneficiario. Gli indicatori devono
essere, inoltre, appropriati, misurabili e utilizzabili a costi contenuti.

Esempio:

Obiettivo specifico: migliorare l’accesso ai mercati rurali

Selezione dell’indicatore: tempo di percorrenza medio per raggiungere il mercato


più vicino
Definizione dei Targets:
Quantità: il tempo di percorrenza medio è ridotto del 25%
rispetto al livello dell’anno X
Qualità: …durante la stagione umida…
Target group: …per tutti i viaggiatori, uomini e donne, su
veicoli pubblici…
Luogo: …nella Blue Mountain Region…
Tempo: …a tre anni dalla data di inizio del progetto…

Indicatore di valutazione: A tre anni dalla data di inizio del progetto il tempo di
percorrenza medio per raggiungere il mercato più vicino per tutti i viaggiatori, uomini

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e donne, su veicoli pubblici nella Blue Mountain Region durante la stagione umida è
ridotto del 25% rispetto al livello dell’anno X

Nelle FONTI DI VERIFICA il Proponente deve indicare dove e come sarà possibile
reperire e verificare se i risultati attesi, come stabiliti dagli indicatori di valutazione
corrispondenti, siano stati raggiunti. (Esempio: per verificare se “A tre anni dalla data
di inizio del progetto il tempo di percorrenza medio per raggiungere il mercato più
vicino per tutti i viaggiatori, uomini e donne, su veicoli pubblici nella Blue Mountain
Region durante la stagione umida è ridotto del 25% rispetto al livello dell’anno X” si
potrebbe usare come fonte di verifica la comparazione tra gli orari, oppure un
questionario da somministrare ad un campione di utenti)

Nella definizione dei BENEFICIARI DEL PROGETTO il Proponente deve indicare la


popolazione direttamente interessata dall’intervento, destinataria dei benefici
generati dal Progetto. Per evitare di definire un’area di beneficiari eccessivamente
‘aperta ’ o ‘estesa’, il Proponente deve utilizzare criteri di analisi sociale e di genere,
specificando la presenza dei gruppi esistenti, e tentando di quantificarli – laddove è
possibile - e caratterizzarli per tipologia, ruoli e funzioni. E’ utile, inoltre, fornire
ulteriori informazioni circa la distribuzione e l’organizzazione territoriale di tali gruppi,
in modo da potere individuare gli aspetti rilevanti che caratterizzano i beneficiari sia
dal lato socio-culturale, che dal lato economico.

Per BENEFICIARI DIRETTI sono da intendersi tutti coloro che sono esplicitamente
coinvolti dall’intervento. Tutti coloro che, invece, non rientrano direttamente tra i
beneficiari dell’intervento, ma che – in qualche misura – risentono degli effetti positivi
del Progetto rientrano tra i BENEFICIARI INDIRETTI.

F. REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Una volta individuati nel dettaglio gli Obiettivi Specifici del Progetto, necessari al
conseguimento del più ampio Obiettivo Generale di sviluppo cui l’intervento aspira, il
Proponente dovrà indicare la linea di intervento ed esplicitare le attività previste e il
relativo ruolo svolto dagli attori coinvolti.

Nella definizione della DURATA DEL PROGETTO il Proponente deve specificare il


numero di anni previsti per l’esecuzione dell’intervento, il quale non può superare il
triennio.

Nella DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ il Proponente deve indicare ogni attività che
si intende porre in opera per il raggiungimento degli obiettivi specifici (individuati
nella sezione precedente).

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(Esempi: 1. costruzione di un pozzo, 2. acquisto e installazione di una pompa idrica,
3. formazione del personale, 4. campagna di informazione sulle attività del centro
”…”, ecc.).

NEL CASO DI PROGETTI DI INTERVENTO DI DURATA BIENNALE O TRIENNALE IL


PROPONENTE DOVRÀ PRESENTARE UN PIANO DI ATTIVITA’ DISTINTO PER OGNI
ANNUALITÀ.

Le attività devono seguire un razionale ed efficiente percorso temporale, che dovrà


essere debitamente evidenziato nella rispettiva colonna DURATA DELL’ATTIVITÀ.
Inoltre, nell’individuazione dei PARTNERS COINVOLTI il Proponente deve fare
riferimento a tutti gli attori che hanno ruolo nello svolgimento di quell’attività
(Soggetto Proponente, Partners locali, Partners toscani/nazionali/internazionali).

Nel definire i COMPITI E LE RESPONSABILITÀ dei soggetti coinvolti nel Progetto, il


Proponente deve indicare le specifiche funzioni operative che i singoli Partners
assumeranno, in modo da evidenziare la ripartizione delle rispettive responsabilità
esecutive del Progetto.

Nella definizione dei CONTRIBUTI, il Proponente deve indicare, per ciascun Partner
coinvolto (Proponente incluso), sia il contributo economico al Progetto distinto in
termini di valorizzazioni e contanti, sia il coinvolgimento in termini di risorse umane e
strumentali.
Nell’indicazione delle RISORSE UMANE E STRUMENTALI, il Proponente deve
indicare le risorse effettivamente APPORTATE PER IL COFINANZIAMENTO
DELL’AZIONE.
Nell’indicazione delle RISORSE ECONOMICHE, infine, il Proponente deve, da una
parte, inserire l’importo del contributo in contanti e dall’altra, valorizzare le risorse
umane e strumentali apportate.

Per "valorizzazione" s'intende la quantificazione dei beni e/o servizi e/o lavoro
apportati in modo forfetario o a titolo gratuito al progetto. Tali "valorizzazioni"
saranno ammesse nei seguenti casi:
 lavoro svolto in modo forfetario da personale dipendente retribuito dall'ente
titolare del contributo (ad es. per le attività di progettazione, di redazione di atti
amministrativi, di rendicontazione, missioni ecc.);
 lavoro svolto a titolo gratuito da parte di altri soggetti;
 beni e/o servizi offerti a titolo gratuito da parte di soggetti coinvolti nel progetto
(es. vitto e alloggio per delegazioni in visita, strutture e attrezzature per periodi di
formazione, ecc.).

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Sia nel caso dei contributi in natura che delle valorizzazioni, l’indicazione sarà resa
nella forma di una dichiarazione sottoscritta da chi ha offerto beni e/o servizi, che
specificherà anche le modalità di quantificazione dell'importo.

Esempio:
Contributi in termini di:
Soggetti
Compiti e Risorse economiche
coinvolti Risorse Risorse
responsabilità
Umane strumentali Valorizz. Contanti
“Andamios Coordinamento 1 geometra 1 camion € 7.500 € 5.500
populares” Opera di 1 gru
costruzione di un
centro di
accoglienza

G. IL PARTENARIATO ED I SUOI MECCANISMI

Il Proponente, in questa sezione, dovrà fornire indicazioni precise in merito al


partenariato:la sua genesi, gli attori coinvolti, ed i meccanismi posti in essere per
garantire il corretto andamento del Progetto.

Nel PARTENARIATO TOSCANO, il Proponente a seguito di una ricognizione dei


soggetti toscani operanti nell’area d’intervento del Progetto, dovrà fornire indicazioni
circa le motivazioni per cui si è scelto o meno un rapporto di collaborazione con uno o
più di questi. La ricognizione dei soggetti toscani operanti in una determinata area
geografica/paese dovrà essere effettuata a partire dalla Banca Dati on line del
progetto “Mappatura dei soggetti toscani che si occupano di cooperazione decentrata”
consultabile presso: http://cdt.iao.florence.it/santanna/cerca.php, e
dall’archivio Progetti del Segretariato della Cooperazione Decentrata Toscana sul sito
http://cdt.iao.florence.it

Al fine di poter compiere una corretta valutazione del partenariato, è fondamentale


poter disporre di elementi riguardo alla storia, attività ed organizzazione dei vari
partner. Per tanto nella sezione PROFILO DEI PARTNERS ED EVENTUALI
RAPPORTI PREGRESSI, il Proponente è tenuto a fornire per ciascun partner un
breve profilo (ovvero sia per i partner locali, che per quelli toscani, nazionali, o
internazionali). Nell’apposita scheda il Proponente dovrà indicare: denominazione
ufficiale; referente; data di costituzione; natura dell’organizzazione (ente locale,
ONG, istituzione, associazione di categoria); personale (ovvero numero degli
associati, membri, volontari, dipendenti, collaboratori. N.B. riportare solo le categorie

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significative, data la natura dell’organizzazione); precedenti esperienze nella
cooperazione; ammontare di finanziamenti ricevuti in un anno (solo se si tratta di un
soggetto privato); enti finanziatori (solo se si tratta di un soggetto privato). Nella
stessa tabella il Proponente dovrà poi fornire una descrizione sintetica dei rapporti
pregressi tra i vari partner del progetto (altri progetti già svolti insieme nel passato,
ecc…). Infine sotto la voce altro, il Proponente potrà indicare altri elementi ritenuti
utili ai fini della valutazione quali brevi cenni sulla struttura ed il mandato
dell’organizzazione partner, ecc…

Nella sezione relativa al RACCORDO CON LA COOPERAZIONE ITALIANA,


EUROPEA O DELLE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI, il Proponente deve
fornire indicazioni in merito ad eventuali collegamenti sostanziali con
progetti/programmi della cooperazione italiana, europea o delle organizzazioni
internazionali. Il Proponente è tenuto altresì a fornire indicazioni in merito
all’eventuale conformità del Progetto rispetto agli obiettivi di sviluppo contenuti nei
documenti programmatici per paese redatti dalle suddette organizzazioni
internazionali (Esempio: EU country strategy paper, Millennium Development Goals
Country Report, Poverty Reduction Strategy Paper, ecc…)

Nella descrizione del FUNZIONAMENTO DEL PARTENARIATO, il Proponente deve


spiegare i meccanismi di coordinamento del Progetto, i ruoli ed i compiti dei vari
partners e gli strumenti di gestione della comunicazione delle informazioni.
Dovrà, innanzitutto, essere specificata la struttura di funzionamento del Partenariato
e le procedure che si intende porre in essere per la gestione del Progetto. Dovranno,
poi, essere spiegate le modalità e le cadenze per lo scambio delle informazioni ed
indicata la creazione di eventuali strumenti e/o procedure ad hoc per la gestione della
comunicazione.
(Esempio: segretariato, creazione di un comitato direttivo, organizzazione di riunioni
periodiche, redazione di una newsletter, redazione di verbali, ecc.).

Nella medesima sezione, il Proponente è inoltre tenuto a fornire indicazioni sui


meccanismi di controllo e monitoraggio che saranno utilizzati per valutare lo stato di
avanzamento delle attività ed il rispetto dei tempi previsti dal cronogramma.
(Esempio: redazione dei report periodici, creazione di schede di rilevazione, missioni
in loco, tavoli di monitoraggio, ecc.).

H. SOSTENIBILITA’, RIPRODUCIBILITA’ E DIFFUSIONE DEI RISULTATI


DEL PROGETTO

Il Proponente, in questa sezione, dovrà indicare gli aspetti di merito del Progetto volti
direttamente a promuovere le capacità di sostenibilità, riproducibilità e diffusione dei
risultati del Progetto stesso.

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Con la SOSTENIBILITÀ il Proponente deve definire la capacità del Progetto di
produrre benefici attesi una volta terminato l’intervento. Tale capacità dipende da
una serie di fattori, economici e non, alcuni dei quali da considerasi esogeni in quanto
non direttamente controllabili. Si richiede al Proponente di fornire indicazioni in
merito tenendo presente i seguenti elementi della sostenibilità:
o ambientale
o sociale
o istituzionale
o economica

Esempio: Nel caso di un progetto che preveda la costruzione di un pozzo e la messa


in opera di una pompa idrica, si potrebbero evidenziare i seguenti aspetti relativi alla
sostenibilità:
Economica: come provvederanno i beneficiari a raccogliere il denaro necessario ad
acquistare le eventuali parti di ricambio per la pompa? La tecnologia usata è
appropriata al contesto locale? Ecc…
Istituzionale: chi si occuperà di gestire il pozzo e regolarne l’accesso da parte dei
beneficiari? Quali accordi sono stati presi con le autorità locali e/o nazionali in merito
al pozzo (proprietà, gestione, accesso, ecc…)? Ecc…
Ambientale: sono state previste misure a garanzia che il pozzo non si inquini? Quali?
Ecc..
Sociale: quali misure saranno prese per garantire che l’accesso al pozzo ed i benefici
risultanti siano equamente distribuiti? In particolare, saranno prese misure per
garantire l’accesso da parte dei più vulnerabili? Nel regolare l’accesso al pozzo, la sua
gestione e manutenzione, si terranno in debito conto la cultura e le tradizioni locali?

Accanto alla sostenibilità di un progetto, e ad essa strettamente collegata, vi è il


fenomeno della sua riproducibilità. Nella RIPRODUCIBILITÀ il Proponente deve
definire gli aspetti del Progetto che potrebbero diventare di imitazione all’interno di
un particolare settore di intervento.

Entrambi gli aspetti sono pertanto collegati alla possibilità di dare vita a un benefico
circolo virtuoso che un efficace progetto di intervento potrebbe generare nella
promozione dello sviluppo locale.
Molti sono gli aspetti che possono garantire la sostenibilità e la riproducibilità di un
intervento. Dalle misure politiche di sostegno adottate dalle istituzioni locali
beneficiarie dell’intervento, agli aspetti socio-culturali fondati sulla tradizione che
guidano i meccanismi sociali della distribuzione delle risorse; dalla presenza (o
assenza) di enti o istituzioni locali in grado di partecipare alla gestione concreta del
progetto, alla scelta delle tecnologie appropriate e coerenti con il contesto nel quale il
progetto si inserisce; non ultimi, infine, gli effetti del progetto sull’ambiente e –
dall’ottica opposta - i possibili ostacoli dell’ambiente stesso alla realizzazione del
progetto.

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Nella sezione relativa alla DIFFUSIONE DEI RISULTATI il Proponente deve
innanzitutto indicare quale target group (Esempi: ampio pubblico, comunità
accademica, tecnici del settore, ecc...) sia stato identificato come rilevante per la
diffusione delle informazioni ed in base a quale motivazione. Il Proponente deve poi
chiaramente indicare quali siano gli strumenti che si intendono utilizzare per
diffondere i risultati del Progetto (Esempi: mostre, conferenze, relazioni,
pubblicazioni, siti internet, ecc...) e perché gli strumenti indicati per la diffusione
delle informazioni siano da ritenersi credibili ed efficaci in tal senso.

I. PARTE FINANZIARIA

La sezione dedicata alla parte finanziaria contiene la stima dei costi complessivi
previsti per la realizzazione dell’intervento. Il dettaglio informativo richiesto è tale per
cui il Proponente deve indicare le voci di spesa per ogni singola attività del Progetto,
oltre che individuare il contributo finanziario apportato da ciascun soggetto coinvolto
nell’esecuzione e/o finanziamento dell’intervento.

Nella PARTE FINANZIARIA il Proponente deve specificare –nel dettaglio- le voci di


spesa riferite alle attività previste al Punto 30 del Formulario di presentazione. Per le
singole attività deve essere chiaramente indicata la partecipazione finanziaria del
Proponente, dei Partners locali e degli altri Partners del Progetto; gli eventuali
contributi richiesti o concessi dal Ministero degli Affari Esteri, dall’Unione Europea, da
Enti ed Organismi Internazionali ed il contributo richiesto alla Regione Toscana.
La descrizione delle voci di spesa per le singole attività deve essere sufficientemente
dettagliata, ad esempio:
1.1 – Risorse umane Salari per personale locale ed espatriato/interno, Per
diems per missioni/viaggio (comprendono alloggio, pasti,
spostamenti locali e spese varie)
1.2 – Viaggio Viaggio internazionale (indicare la partenza e la
destinazione), Trasporto locale
1.3 – Attrezz. e rifornim. Specifica dei costi di acquisto e noleggio (veicoli, mobilio,
computer, macchine utensili, pezzi di ricambio ecc.)
1.4 – Altri costi Specifica dei costi, somme forfetarie non saranno
accettate (studi e ricerche, traduzione e interpreti,
conferenze/ seminari ecc.)

NEL CASO DI PROGETTI DI INTERVENTO DI DURATA BIENNALE O TRIENNALE IL


PROPONENTE DOVRÀ PRESENTARE UN PIANO FINANZIARIO DISTINTO PER OGNI
ANNUALITÀ.
Si ricordano, infine, i seguenti limiti:
- contributo richiesto alla Regione Toscana: max. 50% dell’importo
ammissibile al finanziamento e comunque non superiore a €30.000;

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- spese generali e amministrative: max. 6% del totale (in questa voce di
spesa sono comprese anche le spese di coordinamento del Progetto e
possono essere rendicontate con autocertificazione dal Soggetto
Proponente);
- spese per informazione e documentazione: max. 5% del totale (si ricorda
che tali spese dovranno essere documentate in sede di rendicontazione –
non sono ammesse autocertificazioni);
- finanziamento in termini di valorizzazione di lavoro e di risorse: max. 25%
delle spese ammissibili.
Le somme eventualmente eccedenti tali limiti saranno riportate d’ufficio entro il limite
stesso.
Sottolineando una volta ancora l’importanza di presentare un bilancio chiaro e
dettagliato, si ricorda al Proponente che questo è condizione essenziale ed
imprescindibile per la concessione di un eventuale finanziamento.

Nel RIEPILOGO DELLE ANNUALITÀ FINANZIARE DEL PROGETTO il Proponente


deve riepilogare le spese suddividendole tra tutti i soggetti partecipanti.

Infine, nella tabella ALTRI FINANZIATORI il Proponente, nel caso in cui vi siano
uno o più altri finanziatori, è tenuto a fornire dettagli riguardo al loro contributo.

ALLEGATI

I SOGGETTI PRIVATI CHE PRESENTANO PROGETTI PER LA PRIMA VOLTA


devono allegare al formulario, la documentazione relativa alla loro organizzazione
interna quale lo statuto, dal quale emerga, tra le finalità e gli obiettivi, l’attività di
cooperazione internazionale, un curriculum delle attività già svolte da almeno due
anni, e il bilancio consuntivo dell’ente relativo all’anno precedente (vedi Piano, punto
3.2, lett.F)

Oltre al formulario di presentazione del Progetto, I SOGGETTI PROPONENTI


DEVONO ALLEGARE:
- una relazione dettagliata del Progetto - obbligatoria
- un cronogramma delle attività - obbligatorio
- le lettere di adesione per ciascun partner (locale, toscano, nazionale e
internazionale). - obbligatorie

Le lettere devono essere tante quante sono i partners che partecipano al Progetto. La
lettera deve specificare le azioni progettuali svolte dal partner e le risorse
eventualmente apportate al Progetto anche in termini di valorizzazione.
Al Progetto può essere, inoltre, allegata ulteriore documentazione a discrezione del
Proponente, allo scopo di illustrare ulteriormente l’iniziativa.

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