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2012 Aj16
2012 Aj16
riscaldamentoenergia
ISSN:2038-2723
condizionamento
ambienterefrigerazi
condizionamento
riscaldamentoambie
en
am
condizionamento u
gia riscaldamen
enerambiente
refrigerazion
EURO15
La rivista PER i professionisti DEGLI IMPIANTI HVAC&R ANNO 3 - OTTObre 2012
Organo Ufficiale AiCARR
POMPE DI CALORE,
COME DIMENSIONARLE
ACCUMULO AD IDROGENO,
QUALI VANTAGGI?
CLIMATIZZAZIONE SATELLITARE
E PRESTAZIONI ENERGETICHE
RADIANTE NEI CAPANNONI
CASE STUDY
RISCALDAMENTO CON RECUPERO
DEL CALORE DI CONDENSAZIONE
BARRIERE D’ARIA,
QUANDO NON FUNZIONANO?
IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
RECUPERO DI CALORE
POSTE ITALIANE SPA – Posta target magazine - LO/CONV/020/2010.
MOSTRA E CONVEGNO INTERNAZIONALE
“ POLITICA, ISTITUZIONI E
RESPONSABILITà DEI CITTADINI
“L’utilizzo delle fonti rinnovabili è OBBLIGATORIO
per tutti gli edifici ad USO PUBBLICO qualora non vi siano
impedimenti di natura tecnica o economica”
Anche AiCARR ha le sue responsabilità: non Personalmente non amo i furori antipolitici, li trovo
ha mai denunciato pubblicamente lo scempio che si stava demagogici, ma li rispetto nell’ambito delle prerogative del
consumando. Certo, organizzava bellissimi convegni su questi singolo cittadino. Li trovo, invece, devastanti quando li si vuole
temi, con anche 150 – 200 partecipanti, ma tutto si fermava là. trasferire in un’associazione culturale: la portano fuori dai luoghi
AiCARR è un’associazione elitaria nel suo DNA, e nel corso degli dove si prendono le decisioni, la rendono inutile.
anni si è spesso arroccata in una lucente torre d’avorio, senza Non serve a nulla fare cultura, se poi ci si
capire che, con il passare degli anni, il paesaggio cambia e la scontra con una realtà diversa. Da anni sosteniamo che la
torre rischia di confondersi con la vegetazione. certificazione energetica così come è fatta è monca, perché non
Tutte le volte che siamo scesi dalla torre, i considera l’estate, ma tuttora rimane così. Quando si interviene
risultati si sono visti. Il dialogo con le istituzioni, da CTI e UNI, con proposte concrete, però, a volte si riesce a farsi ascoltare.
ai vigili del fuoco, ai ministeri, fino alle commissioni parlamentari È di queste ore la notizia che si interverrà sull’allegato 3 del DL
deve essere l’obiettivo di ogni associazione culturale: in quei 28/11 sulle fonti energetiche rinnovabili: anche se con soluzioni
luoghi si getta il seme per veder cresce norme e leggi in grado di diverse da quelle proposte da AiCARR, verranno superate tutte
rispettare i principi della fisica, prima ancora di quelli del sano le problematiche da noi sollevate con il nostro position paper.
buonsenso. Personalmente, la trovo una vittoria importante, perché è
proprio questo lo scopo di un’associazione culturale: aiutare le
istituzioni a migliorare leggi e norme, nell’interesse di tutti.
ATTUALITà
10
Periodico
Tutte le novità del Conto Energia termico
Organo ufficiale AiCARR
Svolta nella politica energetica sulle rinnovabili. A fine anno si raggiungerà
il tetto previsto per le rinnovabili elettriche al 2020 e cominceranno gli
incentivi per le rinnovabili termiche. Disponibili 900 milioni di euro Direttore responsabile ed editoriale Marco Zani
a cura della Redazione Direttore scientifico Michele Vio
Consulente scientifico Renato Lazzarin
POMPE DI CALORE Consulente tecnico per il fascicolo Luigi Tischer
In caso di edifici ad energia zero in condizioni stand-alone, l’integrazione ad idrogeno Grafica e Impaginazione Fuori Orario - MN
risulta più vantaggiosa rispetto ad un tradizionale sistema con accumulo al Li-ion Hanno collaborato a questo numero
Riccardo Antoniazzi, Michel Bruni, Nicolandrea Calabrese, Francesco D’Aurea,
di Marco Surra
Michele De Carli, Francesco Di Giovanni, Stefano Faganello, Enrico Galaverna,
Samantha Graci, Antonio Polito, Paola Rovella, Marco Surra,
PERDITE DI DISTRIBUZIONE Alessandro Veronesi, Giacomo Villi, Michele Vio, Angelo Zarrella
34
Amministratore Delegato Marco Zani
Climatizzazione industriale per irraggiamento
Direzione, Redazione e Amministrazione
Dimensionamento, progettazione e comfort: potenzialità e limiti delle tecnologie radianti 20123 Milano – Via Spadari, 3 – Italy
di Michele De Carli e Antonio Polito Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 72016740
e-mail: redazione@aicarrjournal.org
CASE STUDY Servizio abbonamenti
46
Quine srl, 20123 Milano – Via Spadari, 3 – Italy
Supermercato, riscaldamento con Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 70057190
recupero del calore di condensazione e-mail: abbonamenti@quine.it
Il sistema ha previsto l’installazione di centrali di compressione del freddo alimentare con Gli abbonamenti decorrono dal primo fascicolo raggiungibile.
scambiatori di calore e di un’unità roof-top dotata di inverter sui ventilatori di mandata e ripresa Stampa CPZ spa - Costa di Mezzate -BG
di Riccardo Antoniazzi AiCARR journal è una testata di proprietà di
AICARR – Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria,
Riscaldamento e Refrigerazione
BARRIERE D’ARIA
54
Via Melchiorre Gioia 168 – 20125 Milano
Quando non funzionano? Tel. +39 02 67479270 – Fax. +39 02 67479262
www.aicarr.org
Solo con un’installazione corretta ed una manutenzione efficace è possibile Posta target magazine - LO/CONV/020/2010.
ridurre del 75-80% i consumi dovuti all’apertura e alla chiusura delle porte Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 12191
di Enrico Galaverna Responsabilità
Tutto il materiale pubblicato dalla rivista (articoli e loro traduzioni, nonché immagini e
illustrazioni) non può essere riprodotto da terzi senza espressa autorizzazione dell’Editore.
Manoscritti, testi, foto e altri materiali inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non
SISTEMI DI GENERAZIONE verranno restituiti. Tutti i marchi sono registrati.
58
INFORMATIVA AI SENSI DEL D.LEGS.196/2003
Solar heating and cooling abbinato a pannelli Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per poter effettuare i servizi relativi
radianti e fan coil, prestazioni invernali a spedizioni, abbonamenti e similari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal D.Legs.196/2003.
Titolare del trattamento è Quine srl, via Spadari 3, 20122 Milano (info@quine.it). Si comunica inoltre
L’utilizzo dell’impianto ha permesso di risparmiare, in termini di combustibile, 574 che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile
Quine srl e cui è possibile rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Legs 196/2003.
Nm3 di gas metano e il sole ha coperto il 56% dei consumi per il riscaldamento
© Quine srl - Milano
di Nicolandrea Calabrese, Michel Bruni, Alessandro Veronesi e Paola Rovella
Associato Aderente
68
conformità al Regolamento C.S.S.T. Certificazione Stampa Specializzata Tecnica
Polivalenti idronici a doppio ciclo, Per il periodo 01/01/2011 - 31/12/2012
monitoraggio delle prestazioni energetiche Tiratura media n. 9.535 copie
L’utilizzo di polivalenti a doppio ciclo in cascata con gas refrigeranti Diffusione media 9.451 copie
Certificato CSST n. 2011-2252 del 27/02/2012 – Società di Revisione Metodo s.r.l.
diversi permette di superare i limiti dei sistemi monociclo
di Francesco D’aurea e Francesco Di Giovanni Tiratura del presente numero: 10.000 copie
33,3% energia
rinnovabile
150% efficienza
termica
• Valorizza l’immobile perché ne aumenta la classe energetica contribuendo ad alzarne il valore al metro
quadro… fino a 100 euro in più!
• Riduce fino all’86% il fabbisogno di energia elettrica rispetto a sistemi elettrici tradizionali, grazie al
prevalente utilizzo di metano.
• L’installazione è sostenuta da programmi nazionali e locali di incentivazione.
Ogni unità installata, ogni anno evita l'emissione di 3,4 tonnellate di CO2, equivalenti a quanto viene assorbito
da 457 alberi o alle emissioni di 2 automobili ecologiche. Risparmia inoltre ogni anno 1,6 Tonnellate
Equivalenti di Petrolio (TEP) rispetto ad un impianto dotato di caldaia tradizionale.
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Novità Prodotti
Server al fresco
CCD, acronimo di Climaveneta Cooling Door, è il nome della nuova unità ad acqua messa a pun-
to dall’azienda di Bassano del Grappa per il raffreddamento diretto dell’aria in uscita dai server,
in particolare dai gruppi ad alta densità, con oltre 40 kW/m² per rack. Il sistema può essere con- Pulizia delle camere
figurato sia in versione stand-alone per il raffreddamento di un singolo rack, sia integrato in im-
pianti di condizionamento esistenti per adattarsi alle di-
di combustione
verse condizioni operative. La particolarità di Climaveneta delle caldaie
Cooling Door è che l’unità viene installata direttamente
nella parte posteriore del rack, adeguandosi alla struttu-
ra esistente e senza ulteriori ingombri. La posizione sul re-
tro è infatti quella ideale per convogliare in modo efficien-
te l’aria calda di espulsione dal rack e raffreddarla. L’unità
coniuga l’efficienza di un sistema idronico con l’impiego
di ventilatori a commutazione elettronica EC. Anche gra-
zie al controllo dinamico autoadattante, si ottengono va-
lori di EER superiori a 180. L’affidabilità del sistema, consi-
derata la particolare applicazione, è garantita dalla totale
ridondanza del sistema di raffreddamento. Grazie alla ver- Un prodotto appositamente studiato per pulire le camere di com-
sione “dual” con doppia batteria di raffreddamento e dop- bustione delle caldaie a condensazione durante i consueti inter-
pia valvola di regolazione completamente indipendenti, venti di manutenzione. Prodotto da Cillichemie, Cillit-KK Cleaner
il sistema di raffreddamento arriva a garantire il 100% di ha la proprietà di pulire in profondità e in breve tempo e risulta,
back-up, favorendo lo sfruttamento del sistema free coo- inoltre, utilizzabile per tutti i metalli con i quali vengono realizzate
ling da un lato e il collegamento ad un chiller ad acqua re- le camere di combustione, quali rame, acciaio inossidabile e leghe
frigerata dall’altro. CCD è disponibile in quattro taglie per la di alluminio. Nè acido, né alcalino, Cillit-KK Cleaner non è infiam-
versione “Basic” e due per la versione a due batterie “Dual”, mabile, né un comburente, ma è biodegradabile, assicura di non
con un range di potenza frigorifera da 26 a 40 kW. esalare odori sgradevoli o/e irritanti durante la pulizia della calda-
www.climaveneta.it ia e di non danneggiare la protezione antifiamma sul fondo del-
le camere di combustione, garantendo massima tranquillità. Ulti-
mato l’intervento e pulizia della camera di combustione, la stessa
può essere lavata con acqua che può essere tranquillamente scari-
cata, trattandosi di un prodotto ecocompatibile. Cillit-KK Cleaner è
disponibile in confezioni da 1 kg, 5 kg e 10 kg.
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VRV per l’aria primaria
Si chiama VRV IV, il nuovo sistema di climatizzazione a espansione diretta di Daikin. Oltre all’abbi-
namento a un’ampia gamma di unità interne – VRV, residenziali, nuove cassette round flow
– per il raffrescamento e il riscaldamento, questa soluzione offre la possibilità di connes-
sione alle barriere d’aria e ai sistemi di ventilazione per il trattamento dell’aria di rinnovo,
permettendo la produzione di acqua calda a bassa (tra 25 e 45°C) e fredda (tra 10 e 20°C)
temperatura con i moduli Hydrobox. Tra le innovazioni del nuovo sistema il riscaldamento
continuo, che permette di fornire calore agli ambienti anche quando si attiva il ciclo di sbrina-
mento, il controllo dinamico della temperatura del refrigerante e il software VRV Configurator,
il quale consente di configurare anche più sistemi installati in edifici diversi, utilizzando le stes-
se impostazioni predefinite. Con il VRV IV, Intelligent touch manager. Daikin propone an-
che il nuovo sistema di controllo Intelligent Touch Manager, attraverso il quale è pos-
sibile gestire fino a 2.560 gruppi di unità interne. Oltre alle funzioni tradizionali, tale
sistema dispone anche dell’opzione Smart Energy Management per il monitoraggio
del consumo energetico giornaliero. Inoltre, con un programma dedicato è possibile an-
che identificare quali unità presentano i consumi maggiori, intervenendo per ridurne l’in-
cidenza sull’efficienza energetica di tutto l’impianto.
www.daikin.it
6 #16
Sistemi
Ibridi
Integrati
Novità Prodotti
Regolare la temperatura
degli apparecchi frigoriferi Pochi “click” per la diagnosi
Danfoss presenta una nuova gamma di regolatori per il controllo della temperatura degli appa-
recchi frigoriferi – per il controllo di uno o due compressori, sbrinamento, ventilatori, resistenza,
dell’impianto termico
luci e funzione di allarme. La gamma è composta dai regolatori: EKC 102, 202, 302 e AK-CC 250 Testo presenta sul mercato uno strumento multifunzione per l’analisi di combu-
e 350; l’EKC 202 viene utilizzato per il montaggio sul pannello anteriore, mentre l’EKC 302 per il stione di impianti termici, che consente di eseguire tutte le funzioni necessarie
montaggio su barra DIN. Dato che il controllore comprende 2 termoregolatori, il segnale può es- attraverso un menù intuitivo e ben strutturato. Ai fini della misura diretta, testo
sere ricevuto da uno o due sensori di temperatura. Il sensore è posizionato nel flusso di aria fred- 320 ha due sensori di gas per O2 e CO, una sonda per la temperatura dei fumi e
da a valle dell’evaporatore e/o nel una per la temperatura ambiente. Da questi dati, lo strumento calcola tutti i pa-
flusso di aria calda a monte dell’e- rametri di misura rilevanti come valore di CO2, il rendimento e le perdite in cami-
vaporatore. Inoltre, le funzioni de- no. Le sonde disponibili come accessori consentono di misurare molti altri pa-
siderate vengono attivate o disat- rametri. Grazie all’autoazzeramento automatico e alle speciali celle installate,
tivate da due o quattro relè; questo lo strumento è pronto per misurare 30 secondi dopo l’accensione. Le celle sono
determina la funzione di refrigera- precalibrate, rapidamente sostituibili dall’utente e garantite 3 anni.
zione, sbrinamento, ventilazione, www.testo.it
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8 #16
A . P S. 1 2 0 3 _ S - C S V-I Q _ I T //
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FUNZIONAMENTO EFFICIENTE.
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10 #16
Provate a batterlo
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durante le fasi di sbrinamento nei sistemi a pompa di calore
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espressione dell’innovazione DAIKIN. Personalizzare i sistemi VRV in fase di avviamento è
facile e veloce con il nuovo software di configurazione, direttamente dal tuo PC. Grazie al
nuovo controllo Intelligent Touch Manager carica, verifica del contenuto di refrigerante e
gestione dei sistemi, anche da remoto, tutto in un «click».
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Pompe di calore
Pompe di calore,
come dimensionarle
Partendo dalla basilare differenza fra pompe di
calore e caldaie, vengono fornite alcune linee guida
12 #16
Lo sbrinamento
Anche se le norme non lo considerano, durante il funzionamento invernale si Di fatto è come se la superficie di scambio si riducesse mano a mano al procedere
forma brina sulla superficie delle batterie evaporanti delle pompe di calore. La della formazione di ghiaccio. Una volta innescato, il fenomeno di formazione del-
Figura B1 mostra la foto di una pompa di calore di taglia elevata durante il suo la brina aumenta d’intensità in modo esponenziale fino a che la batteria non si ri-
funzionamento invernale. copre completamente di ghiaccio e i dispositivi di sicurezza della macchina non ne
La quantità di ghiaccio formatasi è tanto maggiore quanto maggiore è la quanti- bloccano il funzionamento. Per evitare questo inconveniente, nelle pompe di calo-
tà di contenuto d’acqua nell’aria. Quindi le pompe di calore evaporanti ad aria te- re evaporanti ad aria si effettuano cicli di sbrinamento per eliminare il ghiaccio che
mono non tanto le basse temperature quanto l’elevata umidità relativa con tem- incrosta le superfici di scambio, invertendo il circuito frigorifero (il condensatore
peratura dell’aria da 5°C a 0°C, come è il caso delle città della val Padana. diventa evaporatore e viceversa), come mostrato in Figura B2. I cicli di sbrinamen-
Il fenomeno della formazione della brina, se non controllato, porta rapidamente to non sono indolori per la pompa di calore: lo sbrinamento comporta una perdi-
al blocco della pompa di calore: lo strato di ghiaccio che si forma sulla superficie ta energetica dovuta all’effetto congiunto del consumo di energia durante il ciclo
della batteria riduce sia le caratteristiche di scambio termico, in quanto funge da e della sottrazione di calore dall’impianto effettuata dal condensatore divenuto
isolante, sia l’area di passaggio dell’aria, sia la portata dell’aria che l’attraversa. evaporatore. Questa perdita può essere quantificata in circa il 10% per ogni ciclo.
Figura B1 – Batteria brinata di una pompa Figura B2 – Inversione di ciclo per sbrinare la batteria
di calore di elevata potenza
BOX 1
rendimento. Anche la temperatu- richiesta dall’impianto che, invece, aumenta al di- estate potrebbe esserci il serio rischio di non riu-
ra di produzione dell’acqua non minuire della temperatura dell’aria esterna. scire a produrre acqua calda per lavarsi.
incide sulla potenza fornita. Analogamente, tutte le pompe di calore Se l’installazione avviene in una località dove
Le pompe di calore generano hanno un limite di funzionamento per la tempe- la temperatura dell’aria esterna può raggiunge-
una potenza tanto più bassa quan- ratura dell’acqua prodotta, che non può supera- re i -10°C e se la pompa di calore è l’unico gene-
to più alta è la temperatura dell’ac- re determinati valori. Per le pompe di calore ad ratore, non è corretto dimensionarla nel punto 1,
qua prodotta: nel funzionamento aria, questo limite vale anche in funzione della dove la potenza fornita eguaglia quella dell’im-
in produzione di acqua calda sani- temperatura dell’aria esterna: la pompa di calore pianto, perché si commetterebbero 4 errori:
taria (55°C) forniscono una poten- di Figura 1 riesce a produrre acqua alla tempe-
za inferiore rispetto alla produzio- ratura di 45°C fino a una temperatura esterna di 1) la pompa di calore non può produrre acqua
ne di acqua per l’impianto (45°C), -10°C, mentre può funzionare solo fino a -5°C, se calda sanitaria a 55°C in ogni condizione per-
a parità di ogni altra condizione. produce acqua calda sanitaria a 55°C. Per quan- ché a questo livello termico il funzionamento
Ciò è vero per tutte le pompe di to riguarda la produzione di acqua calda sanita- cessa a -5°C dell’aria esterna;
calore, sia quelle evaporanti ad ac- ria, bisogna ricordare che vi è anche un limite di 2) in ogni caso il limite di funzionamento è trop-
qua che quelle evaporanti ad aria. temperatura dell’aria esterna superiore: non tut- po vicino alla condizione più bassa dell’aria
Le pompe di calore evaporanti ad te le pompe di calore sono in grado di produr- esterna: durante la gelata di febbraio 2012 la
aria riducono la potenza fornita an- re acqua calda sanitaria quando la temperatura temperatura è scesa di molto oltre i valori di
che in funzione della temperatura dell’aria esterna è superiore ai 30°C. Questo è un progetto in gran parte d’Italia. Con una calda-
dell’aria esterna, come mostrato in problema da tenere in forte considerazione nel ia la potenza fornita dall’impianto è sempre
Figura 1. Tale riduzione è in tota- caso in cui la pompa di calore sia l’unico gene- garantita, mentre una pompa di calore si può
le controtendenza con la potenza ratore a servizio dell’impianto, perché in piena bloccare del tutto, lasciando gli utenti senza
riscaldamento e senza acqua calda sanitaria;
3) non si considera che, durante il funzionamen-
to in produzione di acqua calda sanitaria, la
pompa di calore lavora per alimentare l’ac-
The sizing of heat pump’s plants cumulo sanitario e, di conseguenza, non può
The use of heat pumps is spreading more and more also in the case of small-scale heating. Although this is a positi- fornire energia all’impianto;
ve trend, it should be noted that very often heat pumps are used in the wrong way, because they are confused with 4) Non si considera lo sbrinamento (si veda il Box
the boilers. The examples from the article, aimed at a better understanding of how to size the heat pump are based
1), fenomeno sempre presente nelle pompe
on a consumer residential autonomous, but the reasoning can even be extended to power plants.
di calore ad aria, anche se trascurato dalle nor-
Keywords: heat pumps, boilers mative vigenti.
#16 13
Formule per calcolare la potenza di una pompa di
E calore
+E E + x % NT PPdC
Se si vuole che una pompa di calore sia in grado di soddisfare le esigenze da sola, (B1) PPdC = RI N equivale
giornaliere
SB
= RIalle ore
N OO fifi N O fidi funzionamento dell’impianto NT. Se invece
senza alcuna integrazione, è necessario calcolare la sua potenza PPdC secondo il produce anche acqua calda sanitaria, bisogna calcolare per quanto tempo la pom-
seguente bilancio energetico: pa di calore fornisce energia a quest’utenza. In questo caso, il numero di ore gior-
E + ESB ERI + x % NT PPdC naliere NO fi si riduce secondo l’equazione:
(B1) PPdC = RI = (B1) E +E E + x % NT PPdC
N O fi N O fi (B1) PPdC = RI ESBACS= RI
(B2) N Ofi = NTN−O fi N O(B2)
con: y% PPdC fi
PPdC potenza fornita dalle pompa di calore nelle condizioni desiderate con:
E E
+richiesta E
ERI + x% N NTT P
ERI energia richiesta dall’impianto nell’arco dell’intera giornata EPACS ERI
energia RI + ESB RI + x % sanitaria
SB = dall’acqua
PPdC
PdC nell’arco dell’intera giornata
(B1)
(B1)
E ACS all’impianto dai cicli di sbrinamento (è uguale a zero nelle PPdC =
= =
ENSB energia sottratta PdC
y% riduzione N
NOO difi potenza nella N
N produzione di acqua calda sanitaria: il suo valore
(B2) = N − fiE
O fi
O fi
Ofi T
y% PPdC
pompe di calore evaporanti ad acqua) (B2) = Ny%T −
N Ofiinferiore EèRIa 1+ACS E
PPdC = y% PsePdC la temperatura di produzione dell’acqua calda sanitaria è su-
ACS
(B3) NT yalla
NO fi numero di ore giornaliere in cui la pompa di calore produce energia per periore % ( temperatura
1 − x% ) di produzione dell’acqua da inviare all’impianto
l’impianto Dalle (B1) e (B2) si può ricavare l’equazione finale per il calcolo della potenza ri-
E
EACS
NT numero totale di ore giornaliere in cui la pompa di calore produce energia (B2)
per N
chiesta
NOfi = N
ad
N Tuna
− pompa ACS di calore:
y E + E ACS (B2) Ofi = T − yy% P P
(B3) PPdCl’impianto
= % RIo per l’acqua calda sanitaria: se quest’ultima utenza non c’è corri- y E %+ PdC E ACS
PdC
NT y% ( 1 − x% ) (B3) PPdC = y%% ERIRI + E ACS 0(B3)
,8 ⋅ 120 + 16
sponde a NO fi PPdC = NT y% ( 1 − x% ) = = 7 ,3 kW
NT y% ( 1 − x% ) 24 ⋅ 0 ,8 ( 1 − 0 ,2 )
x% percentuale oraria di perdita di energia causa degli sbrinamenti: si può con- Si può effettuare un piccolo esempio numerico facendo riferimento alla situazio-
siderare generalmente pari al 20% (due sbrinamenti ora) nelle condizioni più ne di figura yy% 2.ERIL’energia
+ E ACSrichiesta dall’impianto è ERI = 120 kWh; l’energia richie-
(B3) P = % ERI + E ACS
critiche
y E + E ACS 0 ,8 ⋅ 120 + 16 (B3) PPdCdall’acqua
sta
PdC = N y sanitaria è EACS = 16 kWh; y% = 80% perché la produzione di acqua
PPdC = % RI = = 7 ,3 kW NyTT% yE%%RI(( 11+− −ExxACS
% )
% ) 0 ,8 ⋅ 120 + 16
Per condizioni desiderate si intende la
NT y% ( 1 − x% ) 24 ⋅ 0 ,8 ( 1 − 0 ,2 )temperatura di produzione dell’acqua calda y
sanitaria
PPdC = % RI E richiede
+ E una 0 ,8 ⋅120 +di1610°C superiore
=temperatura = 7 ,3 kWa quella dell’impianto;
PPdC = N y ( 1 − xACS) = 24 ⋅ 0 ,8 ( 1 − 0 ,2=)5 ,8 kW
dell’impianto e la temperatura della sorgente fredda, aria o acqua che sia. Se la x% = 20%; NTNTy=
T 24 perché la pompa
% ( 1 − x% )
% % 24 ⋅di0 ,calore
8 e in funzione in tutto l’arco giorna-
pompa di calore evaporante ad aria è l’unico generatore dell’impianto, la tempe- liero. Si ha:
ratura dell’aria esterna considerata deve essere almeno quella di progetto, ma è yy% E RI + E ACS 0 ,8 ⋅ 120 + 16
P = % E RI + E ACS = 0 ,8 ⋅ 120 + 16 = 7 ,3 kW
y ERI + E ACS 0 ,8 ⋅120 + 16 PPdC = N = 00 ,,22 )) = 7 ,3 kW
bene
PPdC tenere
= % presente che la
= temperatura esterna= 5 ,8minima
kW potrebbe in qualche NyTT% yyE%%RI(( 11+−−ExxACS
% ) 24 ⋅ 0 ,,88 (( 11 −
PdC
% ) 024,8⋅ 0⋅120 +−16
N
momento Tesserey ( 1 − x
% inferiore. ) 24 ⋅ 0 ,8
Pertanto bisogna valutare molto bene la scelta della = E
P la pompa fosse=evaporante ad acqua = 5(falda
,8 kW
%
(B4) τSePdC
≈ NT yPrdi%calore ( 1 − x% ) 24 ⋅ 0 ,8
o geotermica con scambio
macchina, facendo in modo che il limite inferiore di funzionamento sia di almeno PW − P −non
al terreno) PPci− Amsarebbero cicli di sbrinamento (x% = 0%), per cui la potenza ri-
5°C inferiore alla minima temperatura che si pensa possa verificarsi nella località sultante sarebbe inferiore:
y E + E ACS 0 ,8 ⋅120 + 16
d’installazione. P
PPdC = y%% ERI RI + E ACS = 0 ,8 ⋅ 120 + 16 = 5 ,8 kW
= 5 ,8 kW
E PdC = N y ( 1 − x ) = 24
(B4) τ ≈la pompaPrdi calore non produce acqua calda sanitaria, il numero di ore
Se NTTEPr y%% ( 1 − x%% ) 24 ⋅⋅00 ,,88
PW − P − PP − Am (B4) τ≈
PW − P − PP − Am
BOX 2
E
EPr
(B4)
(B4)
ττ ≈
≈ P
Pr
P
PW −P −
− PPP −− Am
La produzione di acqua calda portate anche 2-3 volte superiori,
W −P e attualmen-
Am Come si dimensiona
sanitaria, differenze tra te vanno molto di moda). Ovviamente, il volu- correttamente una
caldaia e pompa di calore me dell’accumulo è diverso nel caso di caldaia o pompa di calore
Uno degli errori più gravi e ripetuti nel di- pompa di calore: più piccola nel primo caso per- Se si vuole che la pompa di ca-
mensionamento della pompa di calore è quel- ché la temperatura di produzione è nettamente lore funzioni da sola, senza alcu-
lo di assimilarla ad una caldaia, utilizzando una superiore. Quello che interessa è comunque l’e- na integrazione, soddisfacendo le
priorità sulla produzione di acqua calda sanitaria. nergia da fornire. esigenze di un impianto, bisogna
È un problema di bilancio energetico: per com- La caldaia genera una potenza di 24 kW, per effettuare un dimensionamen-
prenderlo, torna utile un esempio automobilisti- cui bastano solamente 20 minuti per caricare to basato sul consumo energeti-
co. Se si viaggia a 100 km/h e ci si ferma per 6 l’accumulo termico. In quei 20 minuti non viene co giornaliero. Relegando al Box 2
minuti per rifornirsi di benzina, in un’ora si per- fornita energia all’impianto per un totale di 1,67 l’esplicitazione delle formule, an-
corrono solo 90 km: alla tabella di marcia manca- kWh, ma proprio per l’eccesso di potenza della dremo qui a descriverne semplice-
no 10 km. Se si dispone di un’auto veloce, basta caldaia è molto semplice recuperare: la caldaia mente il metodo.
viaggiare per 6 minuti a 200 km/h per recupe- è l’auto sportiva e veloce, ed è in grado di recu- Si faccia riferimento alla Figura
rare la distanza persa durante il rifornimento. Se perare il tempo perso. Non è così per la pompa 2, che descrive l’andamento gior-
invece si viaggia in camion e non si possono su- di calore: se la sua potenza massima è 5°C kW naliero della potenza fornita all’im-
perare i 100 km/h, questa distanza è persa per quando produce acqua a 45°C si abbassa a 4 kW, pianto, all’acqua calda sanitaria, e
sempre e non può più essere recuperata. La cal- quando produce acqua alla temperatura richie- quella sottratta per i cicli di sbri-
daia è l’auto veloce, mentre la pompa di calore è sta dal sanitario, il tempo che ci mette a ricarica- namento. La somma delle aree
il camion, moderno e tecnologico, ma pur sem- re l’accumulo è di 2 ore. In questo intervallo, non sottese alle curve di potenza rap-
pre un camion. fornisce energia all’impianto per 10 kWh, che presenta l’energia: l’energia forni-
Si supponga di avere, in un appartamento non possono più essere recuperati: la pompa di ta all’impianto (area verde) deve
che richiede 5 kW di potenza per il riscaldamen- calore è lenta, come il camion: tutto quello che si essere uguale all’energia richie-
to, un serbatoio in grado di accumulare 8 kWh perde è perso per sempre. sta dall’impianto, più eventual-
per l’acqua calda sanitaria, corrispondenti circa Analogo ragionamento si può fare anche mente l’energia sottratta dall’im-
all’energia necessaria per soddisfare 4 docce da con i cicli di sbrinamento, che portano addirit- pianto dai cicli di sbrinamento. La
4 minuti l’una, con un soffione in grado di eroga- tura ad una sottrazione di energia dall’impianto. Figura 2 evidenzia una serie di par-
re 15 l al minuto (vi sono soffioni che richiedono ticolari che è bene commentare.
14 #16
Innanzitutto, sia la potenza richie- calda sanitaria, la cui produzione avviene a parti- L’utilizzo dei sistemi radianti a
sta dall’impianto che quella fornita re dalle 7 di mattina, ovvero quando le persone si pavimento per l’accumulo di energia
dalla pompa di calore rimane co- alzano e fanno una doccia, e dalle 19 quando chi Il surplus di potenza generato dalla pom-
stante al variare delle ore, perché torna a casa fa un’altra doccia e si usa acqua cal- pa di calore (caratterizzato in Figura 2 dalle aree
si è ipotizzato che la temperatura da per la cucina. Un altro aspetto da sottolineare verdi superiori alla curva rossa della potenza ri-
dell’aria esterna rimanga costante è che tutte le pompe di calore ad aria che pro- chiesta dall’impianto) deve essere accumulato.
nel corso della giornata, cosa ab- ducono anche acqua calda sanitaria effettuano i Generalmente si pensa che il sistema più adat-
bastanza vera in molte nostre cit- cicli di sbrinamento sempre sottraendo energia to sia l’accoppiamento con un sistema radiante a
tà, dove l’escursione termica in- all’impianto, al fine di funzionare nel minor tem- pavimento, in grado di accumulare direttamen-
vernale in alcune giornate è molto po possibile in produzione di acqua calda sanita- te l’energia nella sua struttura, in modo da evita-
bassa, prossima a 0. ria. Come si può vedere, la potenza della pompa re di utilizzare dei serbatoi d’acqua. È una visione
Il profilo immaginato è quello di calore deve essere superiore a quella richiesta non corretta, perché non tiene conto delle dina-
di un tipico impianto ad uso resi- dall’impianto. miche degli scambi di calore, descritte nel Box
denziale, con priorità sull’acqua 3. L’energia accumulata nel pavimento radian-
te non può essere utilizzata a piacimento, come
invece accade per l’accumulo in acqua: appena
il pavimento è “caldo”, scambia calore con l’am-
Figura 2 – Profilo di funzionamento di una pompa di calore evaporante ad
biente circostante. Ciò comporta due problema-
aria in un impianto residenziale (5 kW costanti richiesti dall’impianto, per un
totale di 120 kWh; 16 kWh richiesti per l’acqua calda sanitaria – temperatura tiche, una generale ed una relativa all’utilizzo con
di produzione: 45°C dell’impianto, 55°C per l’acqua calda sanitaria) le pompe di calore:
• la cessione di calore avviene a prescindere dal-
la presenza di persone: in alcuni casi si potreb-
be sprecare energia;
• la cessione di calore aumenta i tempi di carica
dell’energia nella struttura del pavimento, che
in alcune condizioni potrebbe non riuscire ad
arrivare mai alla temperatura di pelle ottimale.
Questo secondo aspetto è il più importante
per il dimensionamento della pompa di calore.
Secondo quanto descritto nel Box 3, la velocità
di innalzamento della temperatura del pavimen-
to dipende dalla potenza fornita dalla portata
d’acqua che a sua volta dipende dalla potenza
del generatore. Più alta è questa potenza, tanto
Figura 3 – Andamento delle temperature dell’aria e di pelle più velocemente il pavimento reagisce. È quan-
del pavimento per diverse potenze della pompa di calore. to mostrato nei grafici di Figura 3 che esprimono
Il pavimento radiante richiede maggiori potenze delle pompe l’andamento della temperatura dell’aria e della
di calore, a causa della lenta reazione del sistema temperatura di pelle (temperatura superficia-
le) del pavimento in una residenza con profilo
simile a quello di Figura 2. Quello che differen-
zia i due diagrammi è la potenza della pompa
di calore. Nel primo, la potenza è 7,5 kW, ovvero
quella calcolata nel Box 2; nel secondo è 10,5 kW,
quindi oltre 1,5 volte superiore (il doppio della
reale richiesta dell’impianto). Come si può vede-
re, con una potenza di 7,5 kW la temperatura di
pelle del pavimento si innalza molto lentamen-
te, per cui la temperatura dell’aria in ambiente
non riesce mai a salire sopra i 19°C. Per farlo, è ne-
cessario aumentare la potenza del generatore.
Riprendendo l’esempio automobilistico fatto in
precedenza, se la pompa di calore è un camion,
il sistema radiante a pavimento diventa il rimor-
chio: serve più potenza per trascinarlo.
Un particolare interessante: le seghettature
nelle curve dipendono dalla sottrazione di ener-
gia dovuta ai cicli di sbrinamento.
#16 15
NT y% ( 1 − x% ) 24 ⋅ 0 ,8 ( 1 − 0 ,2 )
Figura B3 – Schema
d’impianto con
accumulo nell’acqua
BOX 3
Il dimensionamento dei terminali L’utilizzo della regolazione per non si affianchi all’accumulo sulla
Nel caso di accumuli in acqua, radiatori o fan diminuire gli accumuli in acqua struttura del pavimento anche un
coil, il dimensionamento dei terminali può es- Quanto fin qui detto vale per una regolazio- accumulo in acqua.
sere effettuato sulla massima potenza richiesta ne basata sulla priorità dell’acqua calda sanitaria, È bene cominciare dal dimen-
dall’impianto (5 kW nell’esempio fin qui fatto): i quasi sempre utilizzata, ma in assoluto la peg- sionamento dell’accumulo in ac-
terminali sono collegati direttamente al serba- giore nel caso di pompa di calore. Viene utiliz- qua, la cui dimensione dipende da
toio (Figura B3) e la potenza richiesta è indipen- zata perché si scimmiotta il funzionamento del- quanto tempo impiega la pompa
dente da quella della pompa di calore. le caldaie, senza tenere conto della loro maggior di calore a produrre acqua calda
Non è così nel caso di sistemi radianti. Per potenza quindi della maggiore velocità a carica- sanitaria e dal salto termico sull’im-
quanto descritto nel Box 3, la portata d’acqua al re gli accumuli di acqua calda sanitaria. pianto (differenza tra temperatura
sistema deve essere pari a quella della pompa di Nel caso di pompe di calore, invece, la pri- di mandata e temperatura di ritor-
calore, altrimenti la velocità di reazione del pavi- orità dovrebbe essere sempre data all’impian- no). Osservando il profilo di Figura
mento è troppo bassa. Ciò significa che, oltre al to. In questo modo è possibile sia ridurre il vo- 2 si osserva che è possibile dare la
generatore, bisogna sovradimensionare anche il lume degli accumuli in acqua, sia migliorare le priorità all’impianto a patto che il
sistema radiante: nel caso utilizzato come esem- prestazioni di pompe di calore accoppiate a si- volume su accumulo sia tale da po-
pio si passa da una potenza di 5 kW ad una di stemi radianti a pavimento senza aumentarne ter essere caricato nelle 12 ore di
10,5 kW. Significa più che raddoppiare le portate eccessivamente la potenza. Tuttavia, mentre nel lasso che vanno dalle 7 alle 19, pe-
in gioco, quando addirittura non ridurre il passo primo caso la regolazione è estremamente faci- riodo nel quale il prelievo dell’ac-
delle tubazioni. le, nel secondo diventa più difficile, a meno che qua calda sanitaria è molto limitato.
16 #16
Tabella 1 – Tempi di carica e scarica Per ridurre il volume del serbatoio di accu-
dell’accumulo lato impianto (profilo Figura 2) mulo in acqua è quindi necessario definire bene
Tempo di carica Tempo di scarica Tempo di carica Numero cariche i profili di funzionamento soprattutto dell’ACS. In
Volume Accumulo impianto Accumulo impianto ACS accumulo impianto alternativa si possono utilizzare sostanze diverse
[litri] [ore] [ore] [ore] in 12 ore dall’acqua: attualmente si stanno diffondendo in
1000 13,8 2,3 1,7 0,7 alcuni paesi (in Austria in particolare) degli accu-
750 10,4 1,7 1,7 1,0 muli che utilizzano paraffina. Sfruttando il calo-
500 6,9 1,2 1,7 1,5 re del cambio di fase (la paraffina diventa liquida
250 3,5 0,6 1,7 2,9 all’aumentare della temperatura) è possibile ot-
tenere la stessa energia accumulata in un volu-
me 3,5 volte inferiore a quello dell’acqua: per la
La Tabella 1 mostra il tempo calda sanitaria (carica del serbatoio ACS in un uni- situazione di figura 2 basterebbero solo 250 litri,
di carica e di scarica dell’accumu- co ciclo), l’accumulo lato impianto deve essere anche con la priorità sull’ACS.
lo lato impianto, in funzione del di 750 litri, perché deve sostenere la fornitura di La regolazione con priorità sull’impianto per-
suo volume ed è valido per un sal- energia verso i terminali per tutto il tempo di ca- mette anche di far lavorare meglio le pompe di
to termico 10°C (per salti termici rica del serbatoio ACS (1,7 ore). Un volume di ac- calore con sistemi radianti a pavimento: infatti,
differenti la propozione è inversa- cumulo maggiore sarebbe addirittura eccessivo: in questo modo, si evita che il pavimento si raf-
mente lineare: raddoppia ilvolume con 1000 litri il tempo di carica risulterebbe supe- freddi troppo. Tuttavia è necessario avere co-
al dimezzarsi del salto termico). riore alle 12 ore disponibili tra una carica e l’altra munque un accumulo anche sul lato acqua, ge-
Il tempo di carica è funzione del serbatoio ACS. neralmente maggiore perché il salto termico
dell’energia prodotta dalla pom- Con una priorità sull’impianto si può ridurre consentito dai sistemi radianti a pavimento diffi-
pa di calore a cui si deve sottrar- l’accumulo a soli 250 litri: nelle 12 ore di lasso tra cilmente supera i 5°C. Con un accumulo di di-
re l’energia richiesta dall’impian- le 7 e le 19, si ha il tempo di caricarlo per 3 volte mensioni adeguate si può evitare il surdimensio-
to e l’energia richiesta per i cicli di (3,5 ore di tempo per ogni carica) e di scaricarlo namento della pompa di calore (da 7,3 kW a10,5
sbrinamento. per altrettante volte mentre si stiva energia nel kW) e il conseguente surdimensionamento
Se si effettua una regolazio- serbatoio ACS (0,6 ore di scarica per 3 volte equi- dell’impianto. n
ne basata sulla priorità per l’acqua vale 1,8 ore di tempo a disposizione dell’ACS).
Silenziosi, efficienti
Il vantaggio
dei sistemi di
accumulo
ad idrogeno
In caso di edifici ad energia zero in condizioni stand-alone,
l’integrazione ad idrogeno risulta più vantaggiosa rispetto
ad un tradizionale sistema con accumulo al Li-ion
di Marco Surra*
I
l concetto di energia zero, inizialmente introdot- rete (grid-connected) nel quale l’energia elettri- Tale sistema è regolamentato
to e poi ridimensionato a “quasi zero” nella ver- ca viene prodotta dal sistema fotovoltaico du- da un contratto che l’utente stipula
sione approvata della Direttiva Ue costituisce rante le ore di insolazione e viene prelevata dal- con il Gestore dei Servizi Energetici
un obiettivo agevolmente perseguibile per un la rete mediante il meccanismo dello scambio (GSE) secondo il quale ogni utente
edificio di nuova costruzione. sul posto nei giorni privi di sole e durante le ore connesso alla rete agisce da pro-
Il criterio si basa, per i consumi termici, sulla notturne. duttore (nelle ore di insolazione) e
realizzazione di un edificio dotato di un involu-
cro altamente performante (tipicamente in clas-
se energetica A o A+) e sull’adozione di un siste-
ma di generazione elettrico in pompa di calore Direttiva Ue 2010/31
alimentato da pannelli fotovoltaici. La Direttiva 2010/31/UE sulla “prestazione energetica nell’edilizia” (EPDB “Energy Performance of
In ambito residenziale ad esempio, esclu- Buildings Directive” Recast) approvata il 19 maggio 2010 introduce il concetto di edifici ad energia quasi
dendo le applicazioni che riguardano fabbrica- zero (nZEB near Zero Energy Buildings), prescrivendo all’art. 9 che:
ti di elevata altezza, in cui la superficie disponi- a) entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione siano edifici a energia quasi zero;
bile per il sistema di captazione solare non è in b) a partire dal 31 dicembre 2018 gli edifici di nuova costruzione occupati da enti pubblici e di proprietà di
grado di fornire una potenza elettrica di picco questi ultimi siano edifici a energia quasi zero.
sufficiente all’impianto di generazione termica, Viene definito un edificio a energia quasi zero “un edificio ad altissima prestazione energetica […], il cui
tale intento è attualmente già facilmente otte- fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto significativa
nibile. Basta considerare un edificio connesso in da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze”.
18 #16
Tabella 1 – Modalità di produzione energetica
sistema alternativo di accumulo, ai fini del riscal-
da idrogeno prese in cosiderazione
damento ambientale, può essere costituito da
Energia termica Energia elettrica un volano termico in acqua.
1º modo Combustore catalitico a H2 + celle a combustibile Celle a combustibile Un’ulteriore possibilità presa in esame da
2º modo Celle a combustibile + Pompa di calore Celle a combustibile questo articolo è rappresentata da un accumulo
energetico sotto forma di idrogeno.
#16 19
Figura 1 – Diagramma Sankey di flusso energetico.
Produzione di energia termica ed elettrica
da idrogeno di generazione solare
80
12,5
Ci si pone nelle condizioni peggiori, nelle quali si hanno solo 8 ore di luce a fronte
di 16 ore serali e notturne nelle quali occorre garantire i servizi energetici all’edi-
80
140
120
ficio (riscaldamento e utenze elettriche).
240
• Superficie utile di captazione
La superficie utile di captazione è costituita dalla copertura (120 m² considerando
8
l’estensione della falda), dalla parete verticale verso S utilizzata per l’80% (30 m²)
120
240
80
140
e dal 60% delle pareti verticali verso E (15 m²) ed O (15 m²).
UTENZE
• Utenze elettriche
140
80
• Caratteristiche involucro Si considerano come livelli minimi da garantire quelli relativi all’illuminazione
Si considerano i seguenti valori di trasmittanza dell’involucro: dell’edificio (illuminamento con corpi illuminanti che utilizzano lampade a LED),
Elemento Trasmittanza involucro [W/(m²K)] e al funzionamento delle elettropompe di servizio dell’impianto di riscaldamento
parete opaca 0,11 e dei ventilatori del sistema ventilante a doppio flusso con recupero.
Inoltre si considera giornalmente un ciclo di lavaggio della lavastoviglie e uno del-
solaio di copertura 0,17
la lavatrice (entrambi gli elettrodomestici si considerano in classe A), e 3 ore di
pavimento su terreno 0,22
funzionamento di un televisore a cristalli liquidi (LCD) da 32 pollici.
vetro – serramento 1,70 Si prevede anche la presenza di un frigorifero in classe A+++ da 300 litri.
portoncino 1,10 L’illuminazione si considera in funzione per 8 ore serali e 2 ore mattutine.
• Utenze termiche
• Ventilazione Si considera il carico termico di progetto necessario a far fronte alle condizioni in-
Si considerano ricambi di aria di tipo meccanico pari a 0,3 volumi/ora trattati at- vernali di progetto (Milano: te = -5°C) per tutte le ore diurne e notturne. Si consi-
traverso un recuperatore termico con efficienza dell’85%. derano due livelli di temperatura (valore diurno ti = 20°C per 14 ore, con riduzione
• Acqua calda sanitaria nelle ore notturne a ti’ = 16°C).
Per i consumi di acqua calda sanitaria non si considera nessun apporto di solare
termico. Il fabbisogno viene calcolato secondo UNI 11300-2 in 1,5 litri/(m²giorno).
#16 21
Determinazione dei carichi termici ed elettrici campo fotovoltaico (non si entra nel merito dello scambio sul posto
Sulla base delle ipotesi introdotte si calcolano i seguenti valori che nel caso di energia prelevata dalla rete dovrebbe tenere in con-
di potenza: to un valore di energia primaria legato al fattore di rendimento del
• Carichi termici sistema nazionale di produzione e distribuzione dell’energia elet-
Dispersioni involucro 2044 W trica). Le considerazioni in merito alla necessità di accumulo, data
Carichi ventilazione 223 W la non contemporaneità delle utenze, sono oggetto del paragrafo
seguente.
Carichi produzione acqua calda sanitaria (1) 1107 W
• Fabbisogno energia primaria
TOTALE carichi termici 3374 W
Il valore complessivo di energia primaria da fornire all’edificio
Per semplicità non si considerano apporti né di tipo solare, né nel mese di minore insolazione (dicembre) è quindi pari a 598 kWh.
endogeno.
La pompa di calore verrà dimensionata sulla base delle potenze Dimensionamento del sistema fotovoltaico
termiche richieste. La produzione della superficie di captazione per 1 kWp è quella
• Carichi elettrici riportata nella Tabella 2.
Il dimensionamento dell’impianto va eseguito secondo i se-
guenti carichi massimi contemporanei: Tabella 2 – Produzione annua sistema fotovoltaico Fonte PV-GIS
Illuminazione a LED 100 W Sistema fisso: inclinazione = 15°, orientamento = Sud
Pompe riscaldamento 46 W Mese Ed Em Hd Hm
Ventilazione 2 x 30 W Dicembre 1,25 38,7 1,58 48,8
Frigorifero 200 W
Lavastoviglie (2) 2200 W
Sistema fisso: inclinazione = 90°, orientamento = Sud
Lavatrice (2) 2350 W
Mese Ed Em Hd Hm
Televisore 150 W
Dicembre 1,72 53,3 2,18 67,5
TOTALE carico max contemporaneo utenze elettriche < 3 kW
22 #16
Risultati del confronto
Poiché, come si è detto, il si- Vacc = Qacc / (c * Δθ) [m³] (1) sono gestiti tramite appositi container che com-
stema di produzione fotovoltaico dove: prendono i dispositivi di controllo, supervisione
è operativo solo per 1/3 delle ore c = calore specifico acqua = 4,186 kJ/(kg*K) e prevenzione incendi.
giornaliere e risente dell’insolazio- Δθ = differenza di temperatura utilizzabile (si Anche in questo caso, tenendo conto che
ne, avendo considerato l’edificio ipotizza che la PDC scaldi l’acqua fino a 45°C e potranno essere presenti periodi di insolazione
non connesso alla rete elettrica, è che l’acqua possa essere utilizzabile fino a 35°C certamente inferiori alla durata mensile conside-
necessario adottare un sistema di nel sistema di riscaldamento a bassa temperatu- rata (e tipicamente per un solo giorno sarebbe
accumulo energetico in grado di ra) = 10 K sufficiente un accumulo costituito da 4 batterie),
soddisfare il fabbisogno dell’edifi- Si ottiene Vacc = 40 m³ per poter eseguire un confronto con la soluzione
cio, nelle ore notturne e nei giorni In realtà il bilancio termico del sistema di ac- ad idrogeno si considera l’accumulo per la dura-
di insufficiente insolazione, calco- cumulo nel mese considerato deve tenere con- ta di tutto il mese di dicembre.
lato nei valori medi mensili esposti to anche degli apporti di calore dati dalla pom-
in precedenza. pa di calore. Pompa di calore geotermica
L’energia elettrica apportata dal sistema fo- abbinata a celle a
Pompa di calore tovoltaico (Qfv = 1092 kWh), detratti i fabbiso- combustibile ad idrogeno
geotermica abbinata gni relativi alle utenze elettriche (Qe = 210 kWh)
a batterie di fornisce la quota di energia elettrica che alimen- • Produzione idrogeno mediante idrolisi
accumulo al li-ion ta la pompa di calore (Qe,pdc = 882 kWh) che Per produrre 1 Nm³ di idrogeno con un elet-
può essere trasformata in energia termica dalla trolizzatore [8] occorrono 5,4 kWh elettrici (e 0,9
• Accumulo termico inerziale in pompa di calore geotermica (COP = 4), ottenen- litri di acqua). Quindi con la produzione elettri-
acqua do una energia termica pari a Qt,pdc = 3520 kWh ca del campo fotovoltaico si ottengono teorica-
La soluzione richiede un accu- (12672 MJ). mente (3) 202,2 Nm³ di H2 nel mese di dicembre.
mulo inerziale in grado di soppe- Quindi su base mensile l’apporto dato dal si-
rire al fabbisogno del mese a mi- stema FV è ampiamente sufficiente a compen- • Stoccaggio idrogeno in bombole
nore insolazione (dicembre). Tale sare il fabbisogno termico. Nella realtà il sistema Per ragioni di sicurezza la compressione
accumulo sarà costituito da un di accumulo dovrà essere previsto per gli orari dell’idrogeno avviene utilizzando dei booster
serbatoio in calcestruzzo oppor- giornalieri o i periodi di insufficiente insolazione. alimentati da compressori ad aria, che escludo-
tunamente coibentato. Ipotizzando un andamento costante nel no elementi elettrici, potenzialmente pericolosi.
Il fabbisogno di energia prima- mese, si ha che il fabbisogno termico giornaliero La compressione dell’idrogeno determina
ria ad usi termici per il mese di di- (1678/31 = 54,1 MJ) richiederebbe un accumulo una perdita energetica dell’8% alla quale van-
cembre considerato è pari a 1398 minimo, secondo la (1), di 1293 litri, valore da in- no aggiunte perdite meccaniche ed elettriche.
MJ. Tale energia dovrà essere pro- crementare opportunamente per considerare i Si considera quindi una perdita totale del 20%. Il
dotta con la pompa di calore e di- periodi invernali privi di insolazione diretta che consumo di energia elettrica viene quindi incre-
rettamente utilizzata durante le possono durare parecchi giorni. mentato a 6,5 kWh elettrici. La produzione effet-
ore diurne di insolazione e accu- Per un confronto congruente tra i due siste- tiva di H2 nel mese di dicembre scende quindi a
mulata per un utilizzo differito nel- mi proposti si considera pertanto il volume ri- 168,5 Nm³.
le ore notturne e nei periodi di in- chiesto per l’intero mese di dicembre, azzerando
sufficiente insolazione. Ci si pone l’apporto del sistema FV. • Produzione energia mediante celle a
nelle condizioni peggiori, tali per combustibile
cui il volano termico prodotto nei • Accumulo elettrico in batterie a ioni di litio Da questi, secondo quanto illustrato in pre-
mesi precedenti, debba sopperi- In questa soluzione impiantistica l’energia cedenza, si ricavano 168,5 * 1,5 * 0,95 = 240 kWh
re al fabbisogno totale mensile di elettrica deve essere fornita da un sistema di ac- elettrici (si considera una efficienza dell’inverter
dicembre e non vi sia apporto nel cumulo in corrente continua costituito da batte- nella trasformazione DC/AC del 95%) e 168,5 *
mese considerato. rie di accumulatori elettrochimici in serie [6] [7]. 1,82 = 306 kWh termici.
In tal caso il bilancio energeti- Per la maggiore durata (fino a 10.000 cicli di cari- Detraendo i 210 kWh elettrici richiesti per le
co [5] è il seguente: co/scarico), potenza specifica (oltre 300 W/kg) e utenze elettriche, restano 30 kWh che possono
Qf (calore fornito) = 0 efficienza nei cicli di carico/scarico (fino al 98%) si essere utilizzati dalla pompa di calore geotermi-
Qacc (calore da accumulare) = considerano le batterie a ioni di litio. ca (COP = 4) per produrre 120 kWh termici, che
Qu (calore di cessione utile all’im- Il fabbisogno mensile di dicembre per le sommati ai 306 kWh termici prodotti diretta-
pianto) + Qd (calore disperso) utenze elettriche è di 210 kWh. mente dalle celle a combustibile consentono di
Tenendo conto del 20% di di- Considerando batterie da 80 Ah a 24 V si ot- ottenere una produzione per il mese di dicem-
spersioni all’involucro dell’accu- tiene per ogni batteria una capacità energetica bre di 426 kWh, sufficienti a sopperire al fabbiso-
mulatore, il calore da accumula- di accumulo di 1,92 kWh. Per ottenere la poten- gno di energia primaria ad usi termici mensile di
re sarà di Qacc = 1398 (1 + 0,2) = za elettrica mensile richiesta occorrerebbero 110 dicembre (valutato in precedenza in 388 kWh).
1678 MJ batterie. Si potrebbe utilizzare anche una pom-
Il volume dell’accumulo iner- Sistemi di accumulo quali quello considerato, pa di calore aria-acqua, per cui è possibile as-
ziale si calcola come: seppure molto costosi, esistono in commercio e sumere un COP stagionale di circa 3. Tuttavia
#16 23
occorre considerare che il valore medio mensi- Idrogeno e sicurezza
le di dicembre della temperatura media giorna- Un accumulo di idrogeno in bombole delle dimensioni considerate, pur avendo costi e ingombri contenu-
liera dell’aria esterna a Milano è di 3,1°C. Poiché i ti, risulta soggetto a prescrizioni in termini di sicurezza antincendio che occorre tenere in conto. Tali consi-
dati nominali forniti da Eurovent si riferiscono ad derazioni esulano dal contenuto del presente articolo e quindi vengono solamente accennate.
una temperatura dell’aria esterna di 7°C ne deri- L’idrogeno gassoso richiede una bassissima energia per l’ignizione in aria (0,02 mJ contro 0,29 mJ del me-
va che il valore di COP va corretto (in ragione del tano). Inoltre il campo di infiammabilità della miscela idrogeno e ossigeno è molto esteso (dal 4 al 73% a
2% per ogni grado centigrado in meno di tem- confronto della miscela metano e ossigeno che va dal 5 al 15%).
peratura) dell’8%, decadendo a 2,78 [9]. Occorre tuttavia precisare che, nonostante questa pericolosità, l’utilizzo dell’idrogeno come combustibi-
Nella situazione considerata, la produzio- le non costituisce un fatto storicamente nuovo, in quanto esso costituiva il componente principale (per
ne termica dalla pompa di calore con sorgente circa il 50%) del gas di città, distribuito fino agli anni ’60 nelle principali metropoli del mondo, ottenuto
termica l’aria esterna, sarebbe di 83,4 kWh, che facendo fluire del vapor d’acqua su un letto di carbone rovente.
sommati ai 306 kWh termici prodotti diretta- La pericolosità di tale miscela gassosa era infatti dovuta più ai rischi di asfissia conseguenti alla presen-
mente dalle celle a combustibile consentono di za dell’ossido di carbonio (in ragione del 20%) che a quelli di esplosione legati al componente idrogeno.
ottenere una produzione per il mese di dicem- Importante sarà quindi il controllo e il rilevamento delle possibili cause di innesco oltre che la ventilazione
bre di 389 kWh, ancora sufficienti a sopperire al degli ambienti. Occorrerà quindi installare dei rivelatori di fiamma e gli impianti elettrici dovranno essere
fabbisogno termico mensile di 388 kWh. in esecuzione antideflagrante (EEx d IIC T1: costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosi-
ve – custodie a prova di esplosione – gruppo gas idrogeno – massima temperatura superficiale 450°C).
• Accumulo in idrogeno La unica norma di prevenzione incendi nel settore (D.M. 31/08/2006) riguarda gli impianti di distribuzione
Una normale bombola di idrogeno da 50 litri dell’idrogeno per autotrazione. Tale norma può essere applicata per quanto concerne le prescrizioni rela-
compressi a 200 bar contiene 50 * 200/1000 = 10 tive al locale contenente i recipienti di accumulo, considerato tra gli elementi pericolosi dell’impianto, per
Nm³ di idrogeno. Poiché il potere calorifico del- il quale vengono prescritte determinate specifiche costruttive e distanze di sicurezza. La norma applica-
l’H2 è pari a 3,5 kWh/Nm³, si ha che ogni bombola bile più specifica riguardo al deposito di bombole è il D.M. 14/05/2004 che riguarda i depositi di G.P.L. con
ha un contenuto energetico di 35 kWh. capacità complessiva inferiore a 13 Nm³.
Un accumulo mensile in idrogeno, per il
mese con minore insolazione (dicembre) com-
porta la presenza di 18 bombole.
Nella realtà le dimensioni dell’accumulo in H2
potrebbero essere ridotte a quelle necessarie a Note
far fronte ad una notte di servizio per l’edificio, (1) Si considera un tempo di ricarica dell’accumulo di 4 ore.
potenziando adeguatamente il campo FV, o uti- (2) Utenze non contemporanee.
(3) Per un confronto corretto si ipotizza di non utilizzare direttamente l’energia elettrica prodotta dal campo FV
lizzando un campo FV in silicio amorfo in grado
per alimentare la PDC nelle ore diurne, ma di differire tutta la produzione, attraverso la riconversione dell’H2
di garantire una efficienza minima anche in pre- in energia elettrica.
senza di sola radiazione diffusa (giorni nuvolosi).
Soluzioni alternative
Cogenerazione fotovoltaica PV, determinerebbe una produzione di energia domestiche, limitando di conse-
di energia termica (PVT) termica, per il mese di dicembre, pari a 7040 MJ guenza l’estensione del campo fo-
Le soluzioni impiantistiche adottate sono (1955 kWh), sufficiente a coprire tutto il fabbiso- tovoltaico, considerando che una
state volutamente semplificate ai fini del con- gno termico annuale. pompa di calore a zeolite presen-
fronto. Sono ovviamente possibili sistemi ibridi In tal caso potrebbe ragionevolmente esse- ta in genere un COP prossimo a
in cui sia sempre presente un accumulo inerziale re ridotto il campo fotovoltaico in misura tale da 1,5 mentre l’efficienza estiva nella
in acqua eventualmente integrato da sistemi so- soddisfare il solo fabbisogno delle utenze elettri- produzione di acqua refrigerata si
stenibili come collettori solari termici o impianti che domestiche. attesta su valori intorno a 0,6.
a biomassa. Occorre tuttavia ricordare che il sistema ri-
In tal senso sarebbe possibile incrementare
l’efficienza del sistema mediante la cogenerazio-
ne solare utilizzando dei sistemi ibridi (PVT) co-
sente dei problemi legati alla intermittenza del-
la fonte solare (necessità di accumuli in acqua di
elevate dimensioni pari almeno a 9 m³).
Conclusioni
Dalle considerazioni esposte
stituiti da moduli fotovoltaici alloggiati all’inter- emerge come un adeguato cam-
no di collettori solari termici [10] [11]. Pompe di calore ad po fotovoltaico consenta l’autono-
La componente termica del sistema potreb- adsorbimento (AHP) mia energetica per un edificio pas-
be essere utilizzata in primis per la produzione È possibile utilizzare, in alternativa alla pom- sivo anche considerando ai fini del
dell’acqua calda sanitaria ma anche per una inte- pa di calore elettrica a compressione di vapore, bilancio energetico il solo mese a
grazione del riscaldamento ambientale. Il conse- un dispositivo ad adsorbimento (AHP), in gra- minore insolazione (dicembre), in
guente raffreddamento del modulo fotovoltai- do anch’esso di operare la produzione dell’ac- cui le ore di luce diurna si riduco-
co ne incrementa inoltre il rendimento elettrico. qua calda e refrigerata di alimentazione dell’im- no fino ad un minimo di 8 (solstizio
Sotto l’aspetto termico l’utilizzo di un campo pianto termico. In tal caso sarebbe possibile invernale).
solare delle dimensioni di quello ipotizzato per ridurre la produzione della cella a combustibi- Il sistema richiede l’integrazio-
l’edificio, costituito da moduli PVT invece che le PEM alle sole esigenze delle utenze elettriche ne con un accumulo energetico
24 #16
che può essere realizzato, in spa- Si ringraziano:
zi molto contenuti, con bombo- · Federico Faccini, Debora Guida e Filippo Tuffanelli – per le simulazioni termiche al calcolatore
le di idrogeno (utilizzabili sia per · Daniele Savarese – per le illustrazioni
il fabbisogno termico che elettri-
co) oppure, con ingombri molto Bibliografia
maggiori, con un tradizionale ac- [1] S. Gioria, S. Molina – Progettare e realizzare impianti stazionari a idrogeno – Giacomini – 2010
cumulo termico in acqua affianca- [2] K.-H. Tetzlaff – Idrogeno verde – Editoriale Delfino – 2009
[3] M. Noro – Celle a combustibile – Dario Flaccovio – 2003
to da un accumulo elettrico in bat-
[4] R. Lazzarin – Pompe di calore – S.G.E. Padova – 2011
terie agli ioni di litio. [5] H. Kirn, A. Hadenfeldt – Le pompe di calore – Tecniche Nuove – 1981
Il dimensionamento del siste- [6] M. Noro – Accumuli di energia elettrica – Aicarr Journal n. 11 – Novembre/Dicembre 2011
ma sul mese a minore insolazione [7] G. Benedici – Nell’accumulo il futuro del fotovoltaico – Casa & Clima n. 38 – Settembre 2012
consentirà un esubero di poten- [8] J. Ivy – Summary of Electrolytic Hydrogen Production – U.S. National Renewable Energy Laboratory – 2004
za per la restante parte dell’anno, [9] M. Vio – Efficienza energetica e benessere ambientale – Editoriale Delfino – 2009
[10] L. P. M. Colombo, C. M. Joppolo, A. Marzera, L. Molinaroli – Thermal models of PV/T solar collectors – 48°
con la conseguenza che l’edificio,
Convegno Internazionale AICARR – Baveno – Settembre 2011
se collegato in rete, si comporte- [11] F. Fantozzi, S. Filippeschi – Solar PV-T hybrid plants applied to residential buildings in Italy – 48° Convegno
rà come un produttore di energia Internazionale AICARR – Baveno – Settembre 2011
elettrica. [12] M. Surra – Rinnovabili:
REC_AicarJournal_160x228_T opportunità16:22
18-09-2012 e prospettive
Pagina– 1CDA – Aprile 2007
Tipicamente, considerando
nel mese invernale di minore in-
solazione (dicembre) un periodo
massimo della durata di una setti-
mana privo di radiazione solare di-
retta, i sistemi di accumulo saran-
no costituiti da:
• pompa di calore geotermica ab-
binata a batterie di accumulo al
Li-ion: accumulo termico iner-
ziale in acqua da 9 m³; accumulo
elettrochimico in batterie LI-ION
da 25 batterie da 80 Ah a 24 V;
• pompa di calore geotermica ab-
binata a celle a combustibile ad
idrogeno: accumulo in idroge-
no da 4 bombole da 50 litri di H2
compresso a 200 bar.
Il confronto economico tra i
due sistemi esula questo lavoro. Si
evincono tuttavia, dai dati espo-
sti, i vantaggi, in termini di costi
ed ingombri, della seconda solu-
zione. Un impianto come quello
descritto rappresenta un obietti-
vo già perseguibile con le attuali
tecnologie e la sua diffusione non
potrà che comportare migliora-
menti nelle efficienze e riduzione
nei costi.
Il sistema che utilizza come
vettore energetico l’idrogeno pro-
dotto tramite elettrolisi da sorgen-
te fotovoltaica [12] costituisce
dunque il più promettente meto-
do a sostenibilità totale di auto-
produzione dell’energia termica
ed elettrica per utenze non in
rete. n
#16 25
PERDITE DI DISTRIBUZIONE
Climatizzazione
satellitare
e prestazioni energetiche
26 #16
N
ella climatizzazione degli soddisfare le esigenze di climatizzazione inver- per la climatizzazione invernale ed estiva sia per
edifici residenziali i sistemi nale ed estiva dell’utenza. Il generatore di calore quanto riguarda le temperature di mandata e ri-
di riscaldamento autono- centralizzato è costituito da tre moduli identici torno dei circuiti primari e secondari dell’impian-
mi hanno incontrato nel tempo per una potenza complessiva di 660 kW, modu- to. Sono stati inoltre registrati come parametri si-
il favore degli utenti per la possi- labile da 44 kW alla massima potenza, mentre il gnificativi ai fini del clima indoor la temperatura
bilità che assicurano di regolazio- sistema di raffrescamento si serve di un chiller ad dell’aria e l’umidità relativa.
ne totalmente personalizzata del- acqua alimentato da acqua di roggia. Il vano della scala 5 ha una superficie calpe-
le condizioni termoigrometriche. L’impianto si basa su sistemi satellitari gesti- stabile di circa 56 m²; in esso è ricavato un cave-
D’altra parte i sistemi di produzio- ti da un sistema di controllo e contabilizzazio- dio di circa due metri quadrati, isolato tramite un
ne di energia termica centralizzata ne. Ogni unità abitativa è provvista di un mo- setto divisorio in mattoni forati, nel quale sono
presentano indiscutibili vantaggi dulo satellitare, cioè di una vera e propria unità posizionati i condotti di mandata e ritorno dei
in termini di sicurezza, maggio- terminale che permette di prelevare da un cir- circuiti di riscaldamento e raffrescamento.
ri rendimenti e minor impatto cuito distributivo primario il calore necessario sia I condotti dei circuiti dell’impianto sono re-
ambientale. per il riscaldamento che per la produzione di ac- alizzati con tubi in acciaio aventi un diame-
I sistemi satellitari autonomi a qua calda sanitaria oltre al fluido freddo per la tro interno di 4", coibentati con 5 cm di isolan-
contabilizzazione rappresentano climatizzazione estiva. I moduli satellitari sono te. La portata nominale di acqua nell’impianto
una possibile soluzione al proble- posizionati sia all’interno degli appartamenti sia è di 26700 l/h, mentre misure sperimentali evi-
ma: un sistema dove indipenden- all’interno di un cavedio tecnico collocato nel denziano valori di esercizio inferiori in funzione
za di gestione e fabbisogno termi- vano scale. Un apposito contabilizzatore di ener- dei regimi di funzionamento; la temperatura nei
co, tipici di un sistema autonomo, gia, posto all’interno di ciascun modulo, quantifi- circuiti dell’impianto è nota grazie ai dati ricava-
si combinano con un sistema di ca il consumo effettuato sulla base della portata ti dal monitoraggio con campionamento orario.
generazione del calore centraliz- circolante e del relativo salto termico. Ai fini della presente simulazione si è considerato
zato mantenendone i benefici. Per le esigenze di raffrescamento, è predi- per la scala 5 due moduli satellitari per piano sia-
I vantaggi della generazione sposto all’interno ad ogni utenza uno scambia- no posizionati nel cavedio, per un totale di dieci
centralizzata del calore sono l’ele- tore di calore tra il circuito primario freddo e il apparecchi.
vato rendimento di produzione e circuito secondario. Sono inoltre installati dei
la possibilità di impiegare in modo contatori di calore dedicati per il monitoraggio CREAZIONE DEL MODELLO
integrato diverse fonti di energia. dei consumi in regime estivo. IN AMBIENTE TRNSYS
Vi è inoltre la possibilità di modi-
ficare più agevolmente l’impianto L’edificio Il modello dell’edificio
nel tempo a seconda delle esigen- L’edificio in analisi presenta una superficie La realizzazione del modello tramite TRNSYS
ze e delle nuove tecnologie. I siste- commerciale di 1650 m² e una superficie resi- è stata divisa in due parti. Si è dapprima realizzato
mi satellitari a gestione autonoma denziale di 7400 m² suddivise rispettivamente in il modello dell’edificio in esame, con la definizio-
del calore si prestano anche alle una portineria, 19 negozi e 69 appartamenti a cui ne delle varie zone termiche. Successivamente, è
applicazioni della climatizzazione si accede tramite 6 scale. L’edificio si sviluppa su 5 stato realizzato il modello dell’impianto, limitata-
estiva, grazie ad appositi dispositi- piani e, avendo un’altezza di interpiano di 4 m, si mente ai condotti di mandata e ritorno alloggia-
vi che prevengono la formazione innalza complessivamente per 20 m. ti nel cavedio.
di condensa nei sistemi radianti. Per valutare il rendimento di distribuzione La scala 5 è stata modellata mediante due
del sistema di climatizzazione è stata analizzata zone termiche, il cavedio e il vano scale. Si è te-
IL CASO DI STUDIO nello specifico una porzione del sistema edificio nuto conto degli appartamenti adiacenti a que-
impianto: la scala “5”, che serve 25 appartamen- ste impostando come condizione al contor-
L’impianto di climatizzazione ti e 5 negozi. In particolare, degli appartamenti no la temperatura rilevata nell’appartamento
L’impianto in analisi è costitui- serviti, uno è stato assunto quale appartamento campione.
to da un sistema di climatizzazio- campione. Tale appartamento è stato monitora- Il cavedio è stato modellato come un locale
ne autonomo satellitare capace di to sia per quanto riguarda i consumi di energia avente una base di 2 m² e sviluppato per un’al-
tezza di 20 m; esso confina lateralmente con il
vano scale, inferiormente con il terreno, suppo-
sto ad una temperatura media costante di 13°C,
e superiormente è limitato da un solaio orizzon-
Heating satellite system, evaluation tale esposto alle condizioni ambientali esterne. Il
of energetic performances
An air conditioning satellite system may combine the characteristics of efficiency, safety and low environmental
impact typical of centralized systems to the possibilities of personalized management of the level of comfort of a
own autonomous system. This paper illustrate the energy evaluation of an indipendent satellite system, installed
during the requalification of an abandoned medical facility located in the city of Treviso. From the measured data lo strumento TRNSYS
of temperatures, flow rates and environmental parameters, was built in the building a model of the building-plant TRNSYS è uno strumento completo e flessibile per la simu-
system using the computer dynamic code TRNSYS. In the study presented it was possible, in particular, to determi- lazione dinamica di sistemi quali gli edifici multizona. In
ne the satellite system’s distribution efficiency for heating, cooling and the supply of hot water, depending on the generale, può essere utilizzato per simulare da sempli-
energy loss on the supply and return’s columns and the energy conveyed to the users. The analyzed system was ci sistemi domestici arrivando fino al progetto e alla si-
compared to a conventional centralized system under homogeneous conditions.
mulazione dell’intero edificio e del rispettivo impian-
Keywords: heating satellite system, TRNSYS, energy evaluation to, permettendo la modellazione di diverse strategie di
regolazione.
#16 27
vano scala presenta una superficie vetrata in cor-
rispondenza solaio della copertura pari a 5 m².
Per le pareti laterali del vano scale, come det-
to, è stata specificata l’adiacenza ad ambienti a
temperatura nota, avendo a disposizione i valori
registrati nell’appartamento campione.
Il cavedio e il vano scale sono entrambi privi
di impianto di climatizzazione. Per entrambi si è
tenuto conto delle infiltrazioni d’aria, assumen-
do un ricambio d’aria orario di 0,3 h-1. Al cavedio
sono stati imposti i carichi termici aggiuntivi do-
Figura 1 – Immagine reale del cavedio e del
vuti ai flussi termici dispersi dai condotti di man- modello semplificato utilizzato nella simulazione
data e ritorno dei circuiti di riscaldamento e raf-
frescamento dell’edificio: tali condotti sono stati
modellati come tubazioni cilindriche aventi un
diametro interno di 4’’, estese per tutta l’altezza
del cavedio, e rivestite esternamente con 48 mm
di isolante, secondo quanto prescritto dall’ap- Applicazione del modello
pendice B del D.P.R. 412/93.
I satelliti posti nel vano scale
Il modello dell’impianto di climatizzazione
I flussi di energia termica inviati all’utenza
dai circuiti di riscaldamento e di raffrescamento
sono stati valutati mediante specifici moduli del
codice TRNSYS basati sull’equazione 1:
ݍൌ ݉ ȉ ܿ ൫ܶǡ െ ܶǡ ൯ሺͳሻ
dove:
q è la potenza convogliata istantaneamente
dal circuito dell’impianto
m è la portata di fluido convogliata dai condot-
ti, pari a 26700 l/h
cp è il calore specifico a pressione costante del
fluido
Tf,m è la temperatura di mandata del fluido Le colonne montanti poste nel cavedio
Tf,r è la temperatura di ritorno del fluido
L’equazione descrive la potenza convoglia-
ta istante per istante dai circuiti dell’impianto e
integrata nel periodo della simulazione fornisce
l’energia complessiva convogliata. La presen-
za stabilita di un determinato numero di mo-
duli satellitari all’interno del cavedio comporta
un aumento dell’energia termica che l’impianto
scambia con il cavedio dovuto alle dispersioni da
ciascun modulo. Si tratta di energia dispersa che
contribuisce all’incremento della temperatura
del cavedio e che partecipa alle perdite di ener-
gia che risultano nel rendimento di distribuzio-
ne dell’impianto. Nelle simulazioni che seguono,
Il vano scale
limitatamente a quelle dove si è considerata la
presenza dei bollitori nel cavedio, tale incremen-
to dell’energia termica dispersa è stato valutato
calcolando le perdite dovute ai bollitori e som-
mando quindi tali voci alle dispersioni dal circu-
ito caldo valutate secondo il modello descritto.
28 #16
temperatura sull’impianto relati- Il fatto di non disporre di misure campiona- corrispondenti ai due regimi di funzionamento
vamente alla scala 5, con campio- te con continuità ora per ora nell’intera finestra sono quelli convenzionali, indicati dalla norma
namento orario, le temperature di osservazione ha comportato, in fase di elabo- UNI 11300-1 per la zona climatica E: dal 15 otto-
di mandata e di ritorno del pri- razione e di preparazione dei dati di input per la bre al 15 aprile per il funzionamento invernale e
mario per riscaldamento e acqua simulazione, l’integrazione dei dati non noti ne- dal 16 aprile al 14 ottobre per il funzionamento
calda sanitaria e per il raffresca- gli intervalli mancanti. Quest’operazione è stata estivo.
mento. Oltre alle misure di tempe- compiuta imponendo ai dati mancanti il valore Nella successiva fase di valutazione energeti-
ratura dell’aria e di umidità relati- noto all’intervallo di tempo precedente. ca complessiva del sistema, i dati a disposizione
va nell’appartamento campione, Le analisi che seguono, mirate alla determi- comprendono le temperature rilevate in man-
è stato effettuato anche il monito- nazione del rendimento di distribuzione dell’im- data e ritorno del primario caldo, le portate circo-
raggio della temperatura raggiun- pianto, si basano sui risultati della simulazione lanti in regime di funzionamento estivo ed inver-
ta dal cavedio, rilevamento realiz- dinamica realizzata tramite TRNSYS su interval- nale e il consumo di metano sia su base annuale,
zato nel periodo estivo, dal 9 luglio li orari distinguendo tra funzionamento inver- sia suddiviso nei periodi invernale ed estivo. In
al 14 ottobre dello stesso anno. nale ed estivo dell’impianto. I periodi di tempo particolare, le letture disponibili per quanto ri-
guarda i consumi di metano hanno imposto di
considerare per i regimi di funzionamento inver-
Tabella 1 – Confronto tra l’energia convogliata all’utenza secondo
nale ed estivo i seguenti intervalli di tempo: dal 1
la simulazione e l’energia stimata secondo la relazione (1)
ottobre al 30 aprile per il regime invernale e dal 1
INVERNO ESTATE
ANNO maggio al 30 settembre per quello estivo. La co-
1-ott/30- apr 1-mag/30-set
erenza del modello è stata verificata in base alla
Energia convogliata secondo
230600 184300 44804 congruenza tra i valori di energia inviati all’uten-
la simulazione [kWh]
za dal primario caldo nel corso dei diversi periodi
Energia stimata secondo la
237050 190778 46268 di valutazione e i risultati delle simulazioni, come
relazione (1) [kWh]
mostrato in Tabella 1.
Differenza percentuale 2.8% 3.5% 3.2%
Figura 1 – Andamento della temperatura nel cavedio, misurata RISULTATI DELLA SIMULAZIONE
e simulata. Il grafico presenta in ordinata la temperatura mentre Il modello descritto è stato ulteriormente va-
in ascissa è indicato il periodo di tempo con riferimento al quale lidato in funzione della temperatura rilevata spe-
è stato effettuato il confronto. In blu è riportata la curva della
rimentalmente nel cavedio. Nel periodo com-
temperatura media ottenuta dalle misure, mentre in rosso è
rappresentata la temperatura ottenuta dalla simulazione. preso tra il 9 luglio e il 14 ottobre del 2008 sono
state effettuate misure di temperatura del cave-
Confronto tra il valore misurato per la temperatura del dio ai piani primo, terzo e quinto, valutando un
cavedio e il valore fornito dalla simulazione
valore medio per l’intero ambiente che è stato
35
quindi confrontato con la temperatura del cave-
30
dio ottenuta dalla simulazione. In questo modo,
Temperatura [°C]
25
è stato possibile tarare il modello del sistema si-
20
mulato, ottenendo infine, con riferimento al pe-
15
riodo considerato, uno scostamento medio infe-
10 riore a 0,5°C.
5 La successiva elaborazione dei risultati ha
0 permesso di calcolare un rendimento di distribu-
Tmedia rilevata T cavedio trnsys zione globale annuale dell’impianto pari a 0,985.
Il valore ottenuto è stato calcolato in base alla se-
guente relazione:
Figura 2 – Andamento delle temperature del cavedio, ݁݊݁ܽ݅݃ݎ
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del vano scale e dell’appartamento campione ݁݊݁ܽ݅݃ݎ
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temperatura [°C]
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26
dove:
24
22 qd è l’energia dispersa dai montanti per il ri-
20 scaldamento e il raffrescamento, presa in
18 valore assoluto
16 qutenza è l’energia totale inviata all’utenza, intesa
come energia globale somma dei contri-
buti dei circuiti del lato caldo e del lato
Tscale Tcavedio T App INPUT freddo
Per caratterizzare con più dettaglio il
#16 29
comportamento energetico dell’impianto, e de- Tabella 2 – Rendimento di distribuzione dell’impianto in un anno
terminare con maggiore precisione le origini e RENDIMENTO DI DISTRIBUZIONE GLOBALE DELL’IMPIANTO
l’entità delle perdite di energia attraverso i con- NEL’ARCO DELL’ANNO
dotti, è stata introdotta una distinzione stagio- Energia totale inviata all’utenza per il lato caldo 230000
[kWh]
nale in modo da poter valutare le prestazioni Energia totale inviata all’utenza per il lato freddo 97370
dell’impianto sia in condizioni di riscaldamento Energia totale dispersa dai condotti del circuito di
sia di raffrescamento, dal momento che in inver- [kWh] 7612
riscaldamento e refrigerazione
no il calore intercettato dal vano scale può con-
Energia scambiata attraverso il pavimento e il solaio
figurarsi come energia recuperata, tendendo [kWh] 4472
(effettivamente dispersa)
quindi a diminuire le perdite di distribuzione. Al
Rendimento di distribuzione al netto dell’energia
contrario, in estate tutta l’energia termica disper- 0.99
recuperabile
sa condotta dalle colonne dell’impianto di clima-
tizzazione non costituisce un apporto utile.
Per quanto riguarda la stagione di riscalda-
Tabella 3 – Analisi delle prestazioni in
mento, i risultati dell’analisi effettuata sono ri-
condizioni invernali (15 aprile – 15 ottobre)
portati in Tabella 3. Si nota come i condotti cau-
sino la perdita di circa il 2% dell’energia termica RISULTATI CON RIFERIMENTO AL PERIODO
[kWh]
DI RISCALDAMENTO
convogliata all’utenza, risultando un rendimento
di distribuzione pari a 0,979. Tuttavia, dato che il Energia totale inviata all’utenza nel periodo di
176820 100 %
riscaldamento
cavedio confina con il vano scale lungo l’intera
superficie laterale, ne consegue che l’energia di- Energia totale dispersa dai condotti del circuito di
riscaldamento e dovuta alla presenza dei boiler nel 3626 2,0 %
spersa attraverso le pareti laterali non è comple- cavedio
tamente dissipata. In condizioni invernali, infatti, Energia scambiata attraverso il pavimento e il solaio
tale calore è intercettato dal vano scale e con- (effettivamente dispersa) nel periodo di 486 0,3%
tribuisce a soddisfare il fabbisogno di riscalda- riscaldamento
mento dell’edificio, trattandosi quindi di fatto di Energia scambiata dal cavedio con il vano scale
3140 1,8%
energia recuperata. Valutato alla luce di questa (recuperata) nel periodo di riscaldamento
considerazione, il rendimento di distribuzione Rendimento di distribuzione invernale lordo 0,979
globale annuale si attesta al valore di 0,997.
Per quanto riguarda la stagione di raffresca- Rendimento di distribuzione invernale al netto
0,997
mento, per effettuare correttamente l’analisi del- dell’energia recuperata
le prestazioni dell’impianto, in merito alla disper-
sione di energia e al rendimento di distribuzione,
sono state valutate separatamente la sezione Tabella 4 – Analisi delle prestazioni dell’impianto
dell’impianto dedicata alla distribuzione dell’ACS in condizioni estive (16 aprile – 14 ottobre)
e quella adibita al raffrescamento. Si osserva dai
RISULTATI CON RIFERIMENTO AL PERIODO
risultati mostrati in Tabella 4 come il comporta- [kWh] %
DI RAFFRESCAMENTO
mento dei due rami dell’impianto sia molto diffe-
rente: il lato freddo adibito alla climatizzazione è Energia totale inviata all’utenza nel periodo di
soggetto ad una perdita di energia praticamen- 97370 100 %
raffrescamento per la climatizzazione (lato freddo)
te trascurabile, mentre il lato caldo è interessato Energia totale dispersa dai condotti del circuito
322 0,3 %
da una perdita di energia pari al 6% di quella con- freddo
vogliata all’utenza. Il rendimento di distribuzione Rendimento di distribuzione per il circuito freddo 0,99
complessivo in funzionamento estivo si attesta
comunque ad un valore pari a 0,98 dato il minor
peso rispetto alla totale energia inviata all’utenza
del contributo legato all’acqua calda sanitaria (si
veda per il dettaglio la Tabella 4). il fabbisogno delle utenze. Per ovviare alla ne- centralizzata dell’ACS e la suc-
cessità di alimentare il primario a tale tempera- cessiva distribuzione alle utenze
SOLUZIONI PER LA GENERAZIONE tura anche in estate, è stato valutato il compor- alla temperatura di 45°C (fig. 3-a).
DI ACS A CONFRONTO tamento di un sistema analogo in cui si abbia un L’energia termica prodotta nella
L’aspetto migliorabile dell’impianto analizza- solo primario, che convogli l’acqua del circuito caldaia viene trasferita dall’acqua
to riguarda la gestione del funzionamento in re- caldo e freddo a seconda della stagione di eser- primaria ad un accumulo termico
gime estivo. La stagione estiva è caratterizzata cizio, mentre l’ACS sanitaria utilizzi un condotto tramite un opportuno scambia-
infatti da un fabbisogno di energia termica limi- indipendente. Data questa tipologia del sistema, tore in acciaio ad alta efficienza. Il
tato alla sola produzione di acqua calda sanita- la generazione dell’ACS può avvenire in modo serbatoio è coibentato e per le di-
ria (ACS), generalmente richiesta alla temperatu- centralizzato e quindi la distribuzione avverreb- spersioni termiche è stato adotta-
ra di 45°C, mentre, per come è stato concepito be alla temperatura di 45°C. Lo schema dei due to il valore 4,9 kWh/G indicato nel
l’impianto in esame, la temperatura di mandata impianti è mostrato in Figura 3. catalogo tecnico. Nel modello re-
nel primario deve essere mantenuta a oltre 60°C, Il primo esempio mostra lo schema di prin- alizzato, per garantire la stabilità
pena non riuscire a soddisfare, nel caso in analisi, cipio della soluzione che prevede la produzione del sistema, si è ricorsi all’impiego
30 #16
il freddo a noleggio 24 Ore Service
32 #16
Radiante nei capannoni
Climatizzazione industriale
per irraggiamento
Dimensionamento, progettazione e comfort:
potenzialità e limiti delle tecnologie radianti
I
sistemi radiantinella climatizzazione industria-
le si distinguono tra sistemi per il solo riscalda- di Michele De Carli* e Antonio Polito**
mento e impianti che possono funzionare an-
che in regime di raffrescamento. Per gli impianti
che possono funzionare in regime di riscalda- vengono comunemente chiamati elementi ra- scambio termico emisferico tra la
mento si può fare una distinzione in funzione dianti e possono funzionare solamente in regi- superficie radiante e l’ambiente
della temperatura del fluido termovettore: me di riscaldamento. circostante, si può scrivere:
• a fluido termovettore circolante a bassa tem- I sistemi che possono funzionare anche in q = σn ε (Tp4 – Ts4) (1)
peratura (25-40°C); regime di raffrescamento sono quelli a bassa Sulla base di questa equazione
• a fluido termovettore circolante a media tem- temperatura. si può pertanto calcolare il flusso
peratura (45-65°C); Particolarmente interessante è la possibile di- termico specifico per radiazione
• a fluido termovettore circolante ad alta tempe- stinzione che si può già operare tra sistemi ad emesso dalla superficie a tempe-
ratura (70-140°C); elevata temperatura e sistemi a bassa tempera- ratura tp, ipotizzando una tempe-
• alimentati direttamente a gas combustibile a tura, dal punto di vista del dimensionamento. ratura media superficiale per l’am-
irraggiamento indiretto (100-500°C); Gli impianti radianti sono caratterizzati da biente circostante. In tabella I si
• alimentati direttamente a gas combustibile a una superficie che fornisce calore (se la tempe- può vedere il flusso specifico cal-
irraggiamento diretto (750-900°C); ratura superficiale è mediamente maggiore del- colabile con la formula per diverse
• a elementi elettrici (650-2200°C). la temperatura ambiente) o lo sottrae (se la tem- temperature superficiali tp e a una
I sistemi ad alta temperatura, a irraggia- peratura superficiale è mediamente inferiore temperatura media superficiale ts
mento diretto e indiretto e gli elementi elettrici della temperatura ambiente). Ipotizzando uno di 17°C.
34 #16
Per gli impianti radianti ad ele- Tabella I – Flussi termici scambiati tra una
superficie radiante e lo spazio circostante
vata temperatura si può ritene-
re preponderante lo scambio ra- -3%89:;% !3%8<;% !+%8<;% =>?%8@>0A;%
HE, IJJ, HKJ, LE,
diante rispetto a quello convettivo BHE, MJJ, HKJ, KLJ,
fornito dalla superficie; pertanto HHE, LJJ, HKJ, HNIJ,
può essere usata la formula (1) per IHE, OJJ, HKJ, OHLJ,
dimensionamento. MHE, EJJ, HKJ, BBKJJ,
Se le temperature superficia-
li sono moderate, comprese tra Tabella II – Coefficienti di scambio termico
15°C e 35°C, la formula preceden- superficiale per i diverse superfici
te viene semplificata in prima ap-
Coefficiente di Coefficiente di Coefficiente di
prossimazione in questo modo: scambio scambio scambio
Tipologia di superfice
q = 4 σn ε Tm3 (Tp – Ts) (2) termico termico termico
dove il termine 4 σn ε Tm3 è co- radiante convettivo globale
stante e pari a 5,5 W/(m²K) e viene Caldo 5,5 5,3 10,8
Pavimento
Freddo 5,5 1,5 7
definito coefficiente di scambio
Caldo 5,5 2,5 8
termico radiante superficiale. Per Parete
Freddo 5,5 2,5 8
i sistemi a bassa e media tempe- Caldo 5,5 5,3 10,8
Soffitto
ratura lo scambio termico avviene Freddo 5,5 0,5 6
attraverso la combinazione degli
scambi termici radiante e convet-
tivo, pertanto si possono espri- Il comfort in ambienti con impianti radianti
mere dei coefficienti di scambio I concetti del benessere termico, sistematizzati da Fanger verticale. Studi specifici (Langkilde et al. 1985) hanno valu-
complessivo radiante e convettivo (Fanger 1972), sono oramai ampiamente diffusi e cono- tato il disagio causato dalla radiazione asimmetrica dovu-
(Tabella II). In questo modo, nota sciuti livello scientifico e tecnico: come noto, le variabili ta a elementi radianti in ambienti industriali. Nella Figura
la temperatura superficiale media indipendenti della resistenza termica dell’abbigliamento, 1 sono riportate le curve relative alla percentuale di insod-
e la temperatura dell’ambiente, si dell’attività metabolica, della temperatura dell’aria, della disfatti da asimmetria radiante (PDr) in funzione dell’asim-
può determinare il flusso termico velocità dell’aria, della pressione parziale di vapore nell’a- metria radiante (DTpr) per alcuni casi specifici di ambienti
fornito o asportato tra ambiente e ria, della temperatura media radiante dell’ambiente per- industriali (curve da 1 a 6), in cui si può notare la differen-
sistema radiante. mettono di valutare gli indici definiti “globali” (in quan- za rispetto alla curva tipica per il caso di ambienti termici
Occorre precisare che nel- to definiti dalle condizioni macroscopiche dell’ambiente) moderati (curva a tratti della normativa UNI EN ISO 7730).
la progettazione degli impian- del Voto Medio Previsto (PMV), e la Percentuale di Persone Accettando una percentuale di persone insoddisfatte pari
ti la temperatura di riferimento Insoddisfatte (PPD) che ci si può attendere all’interno di al 5%, come indicato dalla citata UNI EN ISO 7730, il limite
dell’ambiente interno è da ritener- un ambiente in una data situazione. per l’asimmetria radiante in ambienti industriali si può ri-
si quella operante. Va sottolineato che tali valori limite rappresentino una con- tenere compreso tra 10°C e 14°C (si esclude la curva 3 relati-
dizione necessaria ma non sufficiente per l’accettabilità di va a persone che indossino casco di protezione.
un ambiente dal punto di vista termico, poiché devono esse- Per quanto riguarda le temperature superficiali, partico-
re soddisfatti anche i limiti imposti dalla normativa (UNI EN larmente rilevanti ai fini di applicazioni industriali risul-
ISO 7730) alle disuniformità locali delle variabili ambienta- tano le temperature superficiali del pavimento, che sono
Radiant systems li. I parametri di discomfort locale sono il rischio da correnti regolamentate dalla norma UNI EN 1264, secondo la quale
Radiant systems are an important part of d’aria (definito “Draft Risk”), il gradiente di temperature tra la temperatura massima in regime di riscaldamento deve
the technology for the air conditioning of testa e piedi, le temperature superficiali e l’asimmetria ra- essere di 29°C nelle zone occupate, 35°C nelle zone perife-
industrial environments. Generally plants
diante. In particolar modo i primi due parametri sono relati- riche. La temperatura minima è dettata dalla sensazione
are of the type at high temperature for hea-
ting with radiation from above.However, in vi ad attività di tipo sedentario e pertanto si possono esclu- di discomfort che si percepisce quando si scende al di sotto
recent times, thanks to the increase of shell dere dagli edifici destinati ad attività di tipo industriale. di 19°C, che rimane pertanto il limite per il raffrescamen-
insulation, the floor systems have become In particolare, importante ai fini degli impianti radianti è to, qualora la temperatura di rugiada sia inferiore.
popular, allowing the cooling of industrial il parametro asimmetria radiante, che si basa sulla defini-
environment . Figura 1 – Percentuale di insoddisfatti
zione della temperatura piana radiante Tpr, definita come (PDr) per l’asimmetria piana radiante
In this paper are first pointed out the speci-
la temperatura radiante relativa a un semispazio indivi- (DTpr) in ambienti di elevata altezza con
fic comfort’s characteristics for the radiant
system. Then we present the heating ele- duato da un piano orizzontale o verticale situato nell’am- sistemi radianti ad alta temperatura [11]
ments, the direct combustion electric ra- biente considerato, e si può calcolare come:
m
diant systems, the internal combustion ra-
diant systems (pipes and radiant strips) and
Tpr ¦F
k 1
p k Ts ,k
the radiant floor, trying to highlight some dove Fp-k è il fattore di forma tra un elemento del piano e le
of the results of specific research carried
superfici viste da esso in uno dei due semispazi. La differen-
out for the evaluation of comfort achieved
in environment. Finally we discuss the legal za tra le temperature piane radianti dei due semispazi defi-
and safety aspects related to heating sy- nisce l’asimmetria radiante. I valori limite per tale parame-
stems in industrial environments. tro sono fissati nella UNI EN ISO 7730 in modo da assicurare
una percentuale di insoddisfatti pari a un massimo di 5%.
Keywords: radiant systems, industrial Di fondamentale importanza nel campo del riscaldamen-
environments
to radiante ad alta temperatura è l’asimmetria radiante
#16 35
I sistemi radianti Figura 2 – Esempio di sistemi
radianti elettrici al quarzo
con filamento in tugsteno
Elementi radianti elettrici
Questi elementi sfruttano il calore prodotto
dal passaggio della corrente elettrica in condut-
tori di adeguata resistività. Trovano impiego negli
essiccatoi, nelle serre, negli allevamenti di polli ecc.
I tipi più comuni sono qui di seguito breve-
mente descritti.
a) Elementi radianti con rivestimento metallico
Sono costituiti da un avvolgimento scaldante
in nichel-cromo, avvolto in una massa di materia- Figura 3 – Esempio di sistemi ad irraggiamento diretto a gas
le refrattario elettricamente isolato e inserito poi
in un contenitore metallico. A piena potenza rag-
giungono temperature superficiali del rivestimen- I componenti caratteristici sono: anche a livello normativo: “tubi
to che vanno da 650°C a 1000°C. • la camera di combustione radianti” e “nastri radianti”.
b) Elementi radianti a forma di lampada • il ventilatore di espulsione dei fumi
Possiedono un filamento in tungsteno avvol- • il tubo emettitore della radiazione termica Tubi Radianti
to a spirale che costituisce una sorgente radiante • la parabola riflettente o la cassa di contenimento
puntiforme. Il filamento è contenuto in un vetro • l’isolamento termico Caratteristiche costruttive
rosso o smerigliato resistente al calore a sua volta Gli elementi radianti alimentati da combusti- I moduli a tubi radianti stagni
racchiuso in un tubo di vetro chiaro parzialmente bili possono essere realizzati secondo due con- a gas sono costituiti da un tubo
argentato internamente per formare un efficiente figurazioni che trovano specifico riferimento di acciaio del diametro di 100
riflettore.
c) Elementi radianti con tubi al quarzo Figura 4 – Vista esplosa di un modulo a tubo radiante
Hanno un avvolgimento di nichel-quarzo con bruciatore ed aspiratore monoblocco
all’interno di un tubo di quarzo fuso con estremi-
tà di porcellana o di metallo. I valori usuali delle
temperature di funzionamento sono tra i 700°C e
1000°C. alcuni tipi, dotati di filamento in tungste-
no, raggiungono temperature di funzionamento
di circa 2200°C (Figura 2).
Impianti radianti a
combustione diretta
La combustione avviene a diretto contatto
con l’aria dell’ambiente da riscaldare (Figura 3). Il
supporto per la combustione è generalmente una
matrice refrattaria porosa che raggiunge tempe-
rature dell’ordine di 750 – 900°C. La miscela di aria
e gas combustibile viene fatta passare attraverso
tale matrice, all’interno della quale avviene la com-
bustione, in modo che la superficie del refrattario
si porti alla temperatura voluta.
Il punto debole di questo sistema è la disper-
sione dei gas combusti nell’ambiente, che pertan-
to dovrà essere abbondantemente ventilato (UNI
EN 13410). Questi sistemi trovano impiego special-
mente in grandi ambienti o in spazi aperti o semi- Figura 5 – Modulo a tubo radiante con bruciatore ed aspiratore separati
aperti con notevoli ricambi d’aria. Occorre sempre
1 Bruciatore
considerare che il vapor d’acqua che inevitabil-
mente si forma alla combustione del gas può in- 2 Estrattore fumi
36 #16
Figura 6 – Due possibili configurazioni di moduli a tubi mm circa, sagomato ad U, all’in-
radianti multibruciatore (1) con aspiratore (2) separato terno del quale vengono immes-
si i prodotti della combustione di
un componente gassoso (gas me-
tano, GPL), che ne portano la su-
perficie esterna alla temperatura
media di 350°C circa (Figura 4). La
temperatura di regime viene rag-
giunta in pochi minuti. I sistemi di
Figura 7 – Globotermostato per controllo, di miscelazione, di com-
controllo temperatura operante bustione, di accensione, di aspira-
zione dell’aria ed espulsione dei
fumi sono racchiusi in un conte-
nitore stagno, installato in testa
ad ogni modulo. Poiché il condot-
to di aspirazione dell’aria e quello
di espulsione dei fumi sono rac-
cordati con continuità dalla testa
del modulo all’esterno dell’edifi-
cio, non vi è alcuna comunicazio-
ne tra camera di combustione ed
ambiente interno. L’intero circui-
to si trova in depressione rispetto
all’ambiente grazie alla collocazio-
ne del ventilatore di espulsione dei
fumi posto al termine del tubo ad
U.
Figura 8 – Esempi di installazioni di riscaldamento con Moduli a tubi radianti I moduli a tubi radianti, che
sono prodotti in lunghezze stan-
dard, tipicamente 6, 9 o 12 m,
sono provvisti di parabole riflet-
tenti speculari sovrastanti il tubo
radiante per tutta la sua lunghez-
za, aventi lo scopo di riflettere ver-
so il basso la radiazione termica
emessa dal tubo stesso e limita-
re lo scambio convettivo. Tali su-
a b perfici sono generalmente dota-
te anche di un isolamento in lana
di roccia sulla parte superiore allo
Figura 9 – Esempio di simulazione temperatura operante e flusso scopo di limitare la potenza termi-
radiante per il dimensionamento di moduli a tubi radianti ca ceduta in forma convettiva dal-
la superficie esterna della parabola
alla parte superiore dell’ambiente.
In alcuni casi il bruciatore è sepa-
rato dal gruppo espulsione fumi,
in tale modo vi possono essere ol-
tre ai circuiti radianti sagomati ad
U, anche configurazioni con tubi
radianti rettilinei e bruciatore ed
aspiratore posizionati alle estremi-
tà opposte (Figure 5 e 6).
In tutti i casi comunque il con-
trollo delle condizioni di benes-
sere è usualmente demandato a
termostati, che possono essere
del tipo sensibile alla temperatura
operante, posizionati nelle imme-
diate vicinanze della zona servita
(Figura 7).
Facendo riferimento ad una
#16 37
temperatura media delle superfici Figura 10 – Edificio analizzato per la tipologia a moduli a tubi radianti
circostanti dell’ambiente di 17°C e
assumendo pari a 250-350°C le tem-
perature superficiali tipiche di questi
corpi scaldanti, i flussi termici scam-
biati per radiazione risultano dell’or-
dine di 3000-6000 W/m². Alcune in-
stallazioni tipiche sono riportate in
Figura 8.a e 8.b, mentre in Figura 9
si può notare un esempio di calcolo
per il dimensionamento di tale tipo-
logia si sistema.
Caratteristiche costruttive
Gli impianti ad irraggiamento 5
a nastro radiante sono costituiti da
un gruppo di combustione pensile 0
(unità termica) che può essere po-
sto all’esterno e da una superficie ra-
-5
diante emettente (condotta radian- 6 7 8 9 10 11 12 13 14
te) posta all’interno dell’ambiente da ORA
riscaldare. Il gruppo di combustione
svolge le funzioni di generare del ca-
lore tramite un bruciatore a gas e di Figura 12 – Monitoraggio dei parametri di comfort in una mattina invernale
realizzare, per mezzo di un ventilato- Andamento verticale temperatura dell'aria a regime
re, il ricircolo continuo del fluido vet-
tore all’interno di un nastro emetten- 8
te stagno ed in depressione rispetto
7
all’ambiente riscaldato. La superfi-
cie radiante si diversifica in relazione 6
al numero (1 o 2 tubi) e al diametro
del tubo emettente (200 o 300 mm) 5
QUOTA [ m ]
38 #16
convettiva. Il lato inferiore può essere protetto
Figura 13 – Sezione di
da una rete metallica (Figura 13).
condotte radianti
Il fluido vettore termico a temperatura va-
Figura 14 – riabile è costituito da gas combusti di ricirco-
Circuito di lo che si surriscaldano investendo la camera di
condotte radianti combustione in acciaio inox e si miscelano con i
(a) e unità termica nuovi gas combusti prodotti dal bruciatore; en-
esterna (b)
trambe queste fasi possono avvenire all’esterno
b dell’ambiente (Figura 14.a e 14.b). Un apposito
a
collettore in pressione, posto comunque all’e-
sterno dell’ambiente, consente poi di eliminare
attraverso un camino, parte della miscela com-
busta sopraccitata, equivalente in massa alla
quantità di aria comburente e gas, in ingresso al
bruciatore.
La temperatura della superficie emetten-
Figura 15 – Schema e particolare di un nastro radiante te dei tubi può variare fra un minimo di 150°C
ed un massimo di 300°C, a seconda delle condi-
zioni di progetto. Un opportuno termostato li-
mite consente di tarare la temperatura superfi-
ciale massima dei tubi a valori prefissati indicati
sia dall’altezza d’installazione dei nastri radianti,
che dal tipo di lavorazioni e materiali in deposito
nell’ambiente.
Anche in questi casi, come per i moduli a tubi
radianti trattati in precedenza, il controllo del
comfort ambientale, legato sia alla temperatu-
ra dell’aria che alla temperatura media radiante,
è usualmente affidato a termostati con sonde a
globo poste in ambiente, le quali intervengono
sul funzionamento del singolo bruciatore modi-
ficandone la portata termica (sono possibili re-
golazioni on-off, bistadio o modulante) e con-
trollandone l’accensione e lo spegnimento in
funzione anche della temperatura esterna (re-
golazione climatica) e/o di un orario di lavoro.
Sempre con riferimento ad una temperatura
media delle superfici circostanti dell’ambiente di
#16 39
Figura 17 – Morfologia del capannone e lay-out dell’impianto termico
17°C e assumendo in 150-250°C le temperature
superficiali tipiche dei nastri radianti, i flussi ter-
mici scambiati per radiazione risultano dell’ordi-
ne di 1000 – 3000 W/m².
Il parziale ricircolo dei prodotti della combu-
stione ha come effetto l’ottenimento di una tem-
peratura superficiale dei tubi più bassa rispetto
al caso dei tubi radianti e per avere un sufficiente
flusso termico, questo fatto viene compensato
adottando una superficie emettente più estesa
con tubi di diametro maggiore.
Tale differenziazione risulta fondamentale,
quando si affrontano gli aspetti normativi di si-
curezza, ai fini della possibilità o meno di instal-
lazione in determinati ambienti (DM 12 Aprile
1996), come più oltre descritto.
Alcuni esempi di installazioni di nastri radian-
ti sono riportate in Figura 16.
Figura 18 – Logica di controllo adottata
Per quanto riguarda le prestazioni termiche
nell’edificio oggetto di indagine
ai fini del comfort in ambienti reali, vengono ri-
portati i risultati di due ricerche svolte su que-
sta tipologia di impianto (Brunello et al. 2001,
Brunello et al. 2002, De Carli et al. 2003).
14
12
Temperatura [°C]
10
0
0 5 10 15 20 25
x [m]
40 #16
Figura 21 – Mappa dei punti oggetto di misura (sotto 3 nastri)
Andamento trasversale dell'asimmetria radiante verticale
y=11,2 m y=33,8 m y=40 m
14
12
Temperatura [°C]
10
8
6
4
2
0
0 10 20 30 40 50 60
x [m]
#16 41
possono vedere le caratteristiche termofisiche 1,1 m dal pavimento (altezza di riferimento per che dovrebbe essere il valore limite
degli elementi strutturali del capannone. persona in piedi) su tutto il capannone nei punti accettabile per questo parametro.
Il nastro 1 ha una lunghezza di 132 m, è instal- indicati in Figura 24. Durante le misure effettuate Nelle Figure 28 e 29 si può ve-
lato ad un’altezza di 6 m dal suolo ed è abbina- i nastri funzionavano entrambi al secondo stadio dere una distribuzione rispettiva-
to ad un bruciatore da 151 kW; esso è situato nel di potenza (151 kW il nastro 1 e 215 kW il nastro 2). mente di temperatura operante
settore del capannone in cui si concentra la pre- Nelle Figure 26 e 27 si possono vedere rispet- e asimmetria radiante nel caso in
senza di personale addetto alle macchine uten- tivamente gli andamenti della temperatura ope- cui entrambi i nastri siano accesi.
sili. Il nastro 2 ha la stessa lunghezza ed altezza rante, dell’asimmetria radiante nel caso di sola ac- Per quanto riguarda la temperatu-
d’installazione del nastro 1 ed è censione in secondo stadio del nastro 1. Come si ra operante si possono notare va-
abbinato ad un bruciatore da 215 kW; l’uti- può vedere sotto il nastro le condizioni di tem- lori soddisfacenti e un’ottima uni-
lizzo di un gruppo combustibile più potente ri- peratura operante sono molto omogenee. Per formità nell’intero ambiente. Per
spetto al nastro 1 é dovuta all’esigenza di dover quanto riguarda l’asimmetria radiante, si può no- quanto concerne l’asimmetria ra-
far fronte ad un eventuale ampliamento del na- tare come questa sia comunque inferiore a 15°C, diante si può vedere come i valo-
stro (che può portare la sua lunghezza a 192 m). ri siano soddisfacenti sotto il nastro
Il controllo dei nastri è affidato a due sonde a
globotermostato opportunamente dislocate in Figura 25 – Andamento del gradiente termico verticale
ambiente le quali, attraverso il quadro elettrico Gradiente termico verticale
di comando e controllo, intervengono sul fun-
1
Gradiente termico verticale [°C/m]
30.00 30.0030.00
24.00 24.00
17.00
16.50 21.00 21.00
24.00 16.00 24.0024.00
18.00 18.00
15.50
15.00 15.00 15.00
30.00 30.00
30.00
17.00
24.00
24.00
16.50
21.00
21.00
24.00 16.00 24.00
24.00
15.50 18.00
18.00
15.00
15.00
15.00
18.00 14.50
18.00
18.00
12.00
12.00
14.00
13.50 9.009.00
12.00 12.00
12.00
12.50
6.006.00
12.00
3.003.00
6.00 11.50 6.00
6.00
11.00 0.000.00
0.00 0.00
0.00
0.00 5.00 10.00 15.00 20.00 25.00 30.00 35.00 40.00 45.00 50.00 0.00
0.00 5.00
5.00 10.00
10.0015.00
15.0020.00
20.0025.00
25.0030.00
30.0035.00
35.0040.00
40.0045.00
45.0050.00
50.00
42 #16
1, ma invece sotto il nastro 2 siano in eccesso rispetto alla lunghezza del nastro stes- Analisi di transitorio termico
piuttosto alti. Questo si può spie- so. È pertanto molto importante porre attenzio- Come indicato anche dalle misure effettua-
gare ricordando che per il nastro 2 ne in fase di progettazione alla corretta potenza te operando costantemente al secondo stadio,
è prevista una potenza superiore, di installazione rispetto alla potenza del nastro. si può pervenire a condizioni limite per quanto
concerne l’asimmetria radiante. Pertanto è ne-
Figura 30 – Temperatura operante e cessario prevedere un’opportuna regolazione
asimmetria radiante misurate nel punto A che permetta di funzionare su due stadi: quello
18 più alto per portare velocemente l’ambiente in
16 condizioni di comfort durante la fase di avvio e
14 quello più basso per il mantenimento di tali con-
dizioni all’interno dell’ambiente limitando l’asim-
Temperatura [°C]
12
1° stadio 2° stadio metria radiante.
10
I nastri radianti sono dotati di un quadro di co-
8 mando e controllo delle accensioni del bruciatore
6 nei due stadi di potenza; i tempi di funzionamen-
4 to sono variabili in relazione allo scostamento del-
2
la temperatura ambiente dal valore di set point
impostato ed alla temperatura esterna (funzio-
0
7.30 8.30 9.30 10.30 11.30 12.30 13.30 14.30 ne modulante derivativa). Per il funzionamento il
Asimmetria radiante Temperatura operante Temperatura esterna processore utilizza due sonde di rilevamento del-
la temperatura: una sonda globotermostato am-
Figura 31 – Temperatura operante e biente ed una sonda di temperatura esterna.
asimmetria radiante misurate nel punto B Per verificare la bontà della regolazione sono
18 state misurate la temperatura operante e l’asim-
16 metria radiante nei punti A e B della Figura 24
L’accensione dell’impianto è avvenuta alle ore
14
2° stadio 1° stadio 5:00 dopo essere stato in funzione anche nei
Temperatura [°C]
12 giorni precedenti.
Nelle Figure 30 e 31 si può notare come l’an-
10
damento della temperatura operante non vari si-
8 gnificativamente dal punto di misurazione posto
6 sotto al nastro (punto B) a quello posto a tre me-
tri dal nastro (punto A), il che conferma la buo-
4
na uniformità in un ambiente riscaldato da nastri
2 radianti. Inoltre è ben visibile l’andamento cicli-
co della temperatura, corrispondente al funzio-
0
7.30 8.30 9.30 10.30 11.30 12.30 13.30 14.30 namento dell’impianto con modalità on-off, che
Asimmetria radiante T operante T esterna comincia al raggiungimento del set point (17°C).
Per quanto riguarda l’asimmetria radian-
te nel punto A questa si mantiene sempre al di
Figura 33 –
sotto dei 10°C e nel punto B tale parametro è
Esempio di
installazione sempre inferiore a 14°C e quindi si può ritenere
con termostrisce soddisfacente.
radianti ad
acqua calda TERMOSTRISCE RADIANTI
È forse la tipologia più conosciuta; consiste
in elementi radianti alimentati da un fluido ter-
movettore che può essere di diversa natura: ac-
qua, vapore, olio diatermico, oppure aria che, ri-
scaldata da un generatore di calore, percorre una
Figura 32 – Elementi costituenti una termostriscia radiante ad acqua calda
opportuna rete di tubazioni.
1 Raccordo a pressare
2 Coprigiunto I sistemi funzionanti ad acqua, a vapore o ad
3 Angolare di sostegno olio diatermico, chiamati generalmente termo-
4 Piastra radiante
5 Collettore striscie radianti (Figura 32) sono costituiti da tu-
6 Scarico bazioni, alimentati in parallelo da un apposito
7 Predisposizione sfiato
8 Attacco fluido termico collettore, accuratamente saldate a una piastra
9 Tubazione metallica, per garantire un adeguato scambio
10 Isolamento lana di vetro
11 Reggetta termico, da cui il nome di termostriscia.
12 Isolamento La superficie superiore deve essere accurata-
13 Profilo laterale
mente isolata per limitare il più possibile lo scam-
bio termico per convezione e irraggiamento
#16 43
verso l’alto; possono essere inoltre presenti dei 1264, che vale però solo per alcune tipologie di La resistenza Rr considera la tra-
lamierini laterali (scossaline) in modo da ostaco- impianti. Le rese possono essere misurate o cal- smissione di calore per conduzio-
lare il movimento dell’aria verso l’alto. colate secondo le procedure esistenti. Alla nuova ne attraverso lo spessore del tubo:
Le temperature di esercizio sono general- norma EN 1264 è stata recentemente affiancata Rr = T ln[da ⁄ (da – 2sr)] ⁄(2πλr)
mente comprese tra 90°C e 140°C. un’ulteriore normativa (EN 13577) che prevede Infine la resistenza Rx rappre-
Gli elementi funzionanti ad aria calda consi- procedure semplificate di calcolo di resa per ti- senta la relazione che lega la tem-
stono in strisce generalmente a sezione rettan- pologie diverse da quelle previste nella EN 1264, peratura esterna del tubo e la
golare nelle quali circola l’aria calda alla tempe- e in particolare: superfici in legno, impianti a ca- temperatura media del livello dei
ratura di mandata compresa fra i 150 e 280°C pillare e attivazione termica della massa. Oltre tubi, che in condizioni stazionarie
mentre il ritorno può avere anche valori di 50 – alle metodologie semplificate è possibile, secon- può essere espressa nel seguente
100°C; sopra la striscia, per limitare lo scambio do la norma EN 13577, calcolare la resa dei siste- modo:
termico superficiale, viene posto un materassino mi radianti mediante modelli di calcolo generali, Rx = T ln[ T ⁄ (πλb)]
o un pannello di materiale isolante termico. come metodi agli elementi finiti o alle differen- Il modello delle resistenze è va-
ze finite. lido purché siano rispettate le se-
IMPIANTI A PAVIMENTO Le tipologie di sistemi radianti a pavimento guenti condizioni: s1 / T > 0,3, s2 / T
L’aumento di isolamento termico imposto per applicazione industriale generalmente ri- > 0,3 e da / T < 0,2.
dai recenti sviluppi legislativi ha portato alla entrano nei limiti di calcolo del metodo alle re- Le equazioni che possono
sempre maggiore diffusione dei sistemi radianti sistenze (sistemi massivi a pavimento), pertanto sembrare complesse, in realtà
a pavimento in ambienti industriali. In particola- il calcolo di resa termica può essere svolto me- sono semplici e permettono un
re, rispetto agli impianti radianti ad alta tempera- diante tale metodologia, basata su una model- calcolo a mano senza procedure
tura, gli impianti radianti a pavimento possono lizzazione semplificata (Koschenz e Lehmann iterative, una volta impostati i pa-
essere utilizzati nella climatizzazione estiva per 2000). Il modello delle resistenze si basa nel sud- rametri progettuali.
stemperare gli ambienti, qualora si utilizzi ven- dividere il sistema radiante in tre parti (Figura 34):
tilazione naturale, oppure per sottrarre i carichi la parte superiore, la parte inferiore e il livello dei Monitoraggio di un impianto
sensibili, nel caso si preveda la combinazione tubi. In condizioni stazionarie la temperatura di con sistema ad aria primaria e
con impianti di ventilazione ad aria primaria. mandata θV e la temperatura a livello dei tubi ventilazione a dislocazione
Un aspetto particolarmente importante, nel θc possono essere interrelate da un’opportuna Tra gli impianti ad aria prima-
caso di impianti di riscaldamento radianti a pavi- rete equivalente di resistenze termiche. Possono ria in combinazione con l’impian-
mento, è relativo all’isolamento termico al di sot- essere definite quattro resistenze R z, Rw, Rr e Rx to radiante, quelli maggiormen-
to del sistema. In particolare bisogna considera- (Figura 35), la cui somma Rt costituisce la resi- te interessanti sono gli impianti di
re le raccomandazioni riportate nella norma EN stenza termica totale equivalente che collega la ventilazione a dislocazione, che
1264-4. Particolarmente critica risulta la situazio- temperatura di mandata del circuito e la tempe- consentono di ridurre la portata
ne in corrispondenza di falde sotterranee, che ratura media del piano dei tubi: rispetto a impianti di ventilazione
possono penalizzare la resa termica del siste- Rt = Rz +Rw +Rr +Rx (6) tradizionale.
ma stesso. Generalmente una soluzione di com- In dettaglio Rz tiene conto della variazione Si riporta di seguito un esem-
promesso, in capannoni di elevata superficie, è della temperatura dell’acqua nel circuito, basan- pio di impianto monitorato nel pe-
quella di isolare termicamente la parte contro- dosi sulla differenza della temperatura media lo- riodo di raffrescamento durante
terra perimetrale dello stabile stesso. garitmica dell’acqua nel circuito θm, attraverso la l’estate 2003, la più calda degli ul-
seguente equazione: timi anni.
Criterio di dimensionamento di un sistema Rz = 1/(2 mh,sp cw) (7)
radiante per la climatizzazione industriale La resistenza Rw considera la trasmissione di
L’impianto radiante a pavimento è uno scam- calore per convezione tra la temperatura media
Figura 35 –
biatore di calore in cui uno dei due fluidi (in que- logaritmica dell’acqua nel circuito θm, e la super-
Schematizzazione
sto caso l’ambiente) evolve isotermicamente. In ficie interna del tubo: mediante sistema
questo tipo di impianto, una volta determinata la Rw = 0,25 T0,13/ π [(da – 2sr)/(2 mh,sp l)]0,87 (8) di resistenze
potenza termica o frigorifera Q richiesta dall’am- termiche (a) ed
biente, si può calcolare il flusso specifico fornito equivalenza
dal pannello q (per unità di superficie del sistema Figura 34 – Schema di un impianto con un sistema
radiante di tipo massivo a stella (b)
radiante). La determinazione delle temperature a
di esercizio può essere espressa mediante un co- y
Space 1 θ1
efficiente globale di scambio termico K H che di-
h1
pende dal particolare tipo di impianto (passo tra _
_ θ (s 1)
i tubi, diametro dei tubi, caratteristiche termiche conductive layer θ c U1
s1
della soletta, spessore della soletta): x
q = KH Δ θH (4) T
sr b
dove:
s2 da
Δ θH = [(θV – θR)] ⁄ ln[(θV – θi) ⁄ (θR – θi)] (5) λb U2
_
è il differenziale termico logaritmico tra tempe- θ (-s 2)
ratura di mandata θV, temperatura di ritorno θR e h2
temperatura ambiente θi. Space 2
θ2
La norma attuale di riferimento è la UNI EN
44 #16
Figura 36 – Risultati delle misure in opera di impianto Il laboratorio in esame misura in pianta cir-
a pavimento e ventilazione a dislocazione ca 1100 m², cui si aggiungono altri 700 m² di un
Monitoraggio: Valenti secondo laboratorio e 5300 m² di magazzino.
40 L’intera superficie è coperta da un impianto a pa-
vimento, con passo tra le tubazioni di 30 cm, e
35 spessore del massetto sopra tubo di 10 cm.
L’impianto è dotato di una regolazione mo-
30 dulante su temperatura ambiente e di un con-
trollo orario sul funzionamento dei circuiti a pavi-
Temperatura [C°]
10-lug
11-lug
12-lug
13-lug
14-lug
15-lug
16-lug
17-lug
18-lug
19-lug
20-lug
21-lug
22-lug
23-lug
24-lug
25-lug
Tecnica, Università degli Studi di Padova
Temperatura esterna C° Temperatura ambiente 1.1m C° Temperatura pavimento C° ** Antonio Polito, Capogruppo Sistemi Radianti –
Temperatura operativa C° Temperatura di mandata C° Temperatura ritorno C°
ASSOTERMICA, Federazione ANIMA, Milano
#16 45
CASESTUDY Il sistema ha previsto
l’installazione di centrali
di compressione del
freddo alimentare con
scambiatori di calore
per il recupero del calore
di condensazione e di
un’unità roof-top dotata
di inverter sui ventilatori
di mandata e ripresa
Supermercato,
riscaldamento con
recupero del calore di
condensazione
di Riccardo Antoniazzi *
L’
impianto di recupero del calore di condensazio-
ne del freddo alimentare consente, in un edi-
ficio adibito a supermercato, di ridurre note- pannelli prefabbricati a taglio termico aventi a 0,035 W/m2*K e spessore di 14
volmente il fabbisogno di energia primaria per la trasmittanza pari a 0,34 W/m2*K; cm. La trasmittanza globale del-
climatizzazione invernale e per la produzione di • copertura realizzata con pannello portan- la copertura risulta pari a 0,25 W/
acqua calda sanitaria. te in calcestruzzo coibentato esternamen- m2*K;
Il presente lavoro descrive come è stato pro- te con pannello EPS avente conduttività pari • aperture finestrate caratterizza-
gettato e installato l’impianto di riscaldamento te da trasmittanza globale Uw
invernale a servizio di un supermercato realizza- pari a 2,0 W/m2*k.
to in provincia di Pavia da una nota catena della
grande distribuzione. Il fabbricato preso in con- Caratteristiche dell’edificio L’impianto
siderazione, caratterizzato da una superficie in • anno di realizzazione: 2010-2011 Il riscaldamento dell’edificio è
pianta pari a 2.500 m2 (comprensiva di area ven- • superficie in pianta: 2.500 mq in larga parte garantito dal recu-
dita, zona casse, zone lavorazioni, magazzino, • volume complessivo: 16.600 mc pero di calore di condensazione
spogliatoi, servizi igienici), presenta un involucro • località: Comune di Gambolò (PV) dell’impianto di refrigerazione ali-
edilizio costituito da: • temperatura esterna di progetto invernale: -5°C mentare del supermercato (ban-
• murature esterne perimetrali realizzate con • numero di GradiGiorno: 2.623 chi e celle frigorifere). All’interno
46 #16
Y aerotermi del magazzino. Nel circuito dei con-
densatori è presente un serbatoio inerziale aven-
te capacità pari a 2.000 litri.
Area commerciale
L’impianto dell’area vendita e della zona cas-
se è a “tutt’aria” con unità roof-top di Marca FAST
modello MFS posizionato sulla copertura del
magazzino. Il roof-top è dotato di una batteria
ad acqua calda, opportunamente dimensiona-
ta per garantire la potenza adeguata quando ali-
mentata con le temperature del circuito dei con-
densatori Arneg.
Il roof-top è inoltre dotato di un circuito frigo-
rifero in pompa di calore, dimensionato anche
per il trattamento dell’aria della stagione estiva,
il quale funge da integrazione nelle fasi più rigi-
de della stagione invernale, quando la potenza
erogata dal sistema di recupero del calore non è
sufficiente a garantire le condizioni microclima-
tiche di progetto.
I ventilatori del roof-top sono dotati di inver-
ter: in tal modo la portata di aria movimentata è
funzione dei carichi ambiente (estivi ed inverna-
li); l’unità di trattamento, quindi, lavora alla porta-
ta nominale di progetto solamente per una fra-
zione ridotta delle ore di funzionamento della
stagione estiva. Durante l’intera stagione inver-
Figura 1 – Centrale di compressione Arneg nale la portata d’aria di mandata e di ripresa è
parzializzata.
Il roof-top è completo di quadro di potenza e
delle centrali di compressione del Il circuito dei desurriscaldatori, collegati in di comando; il sistema di regolazione è stato pro-
freddo alimentare, realizzate da parallelo come i due condensatori, è in grado grammato per gestire in sequenza la batteria ad
Arneg, sono stati installati quattro di produrre acqua calda fino alle temperature acqua e il funzionamento dei compressori della
scambiatori di calore a fascio tu- di mandata e di ritorno pari, rispettivamente, a pompa di calore, con priorità al recupero di calo-
biero (Figura 1): due inseriti in serie 50°C e a 45°C. Tale circuito viene utilizzato per la re gratuito di condensazione.
nel circuito frigorifero delle centra- produzione dell’acqua calda sanitaria e per il ri- L’impianto garantisce un ricambio forzato
li BT e due inseriti in serie nel cir- scaldamento della batteria della lama d’aria posi- di aria esterna dimensionato secondo la Norma
cuito frigorifero delle centrali TN. zionata sulla porta di ingresso del punto vendita. UNI 10339:1995. La quota di aria espulsa viene
Per ciascuna delle due centrali il Il circuito dei condensatori è in grado di pro- prelevata dalle cappe dei laboratori delle zone
primo scambiatore funge da de- durre acqua calda fino alle temperature di man- lavorazioni (pescheria e gastronomia) e attraver-
surriscaldatore, mentre il secondo data e di ritorno rispettivamente pari a 42°C e a sa un sistema di recupero del calore, mentre l’aria
scambiatore funge da condensa- 37°C. Tale circuito viene utilizzato per il riscalda- immessa, pretrattata dal recupero di calore, vie-
tore. Entrambe le centrali (BT e TN) mento della batteria del roof-top dell’area ven- ne immessa in una serranda del roof-top. Il roof-
sono dotate di 3 compressori. dita e per il riscaldamento delle batterie degli top è in grado di gestire anche il funzionamento
in free-cooling.
Non è presente alcuna sezione di umidifica-
zione invernale dell’aria in quanto il carico latente
generato dalle persone interne al punto vendi-
Supermarket, heating system with ta e dalle apparecchiature delle zone lavorazioni
heat condenser recuperator consentono di mantenere valori di umidità inter-
This paper describes how it was designed and manufactured the winter heating system of a supermarket in the na vicine agli intervalli di accettabilità.
province of Pavia. The thermal energy required to heat the building and to the production of domestic hot water is
Si è accennato che la produzione dell’acqua
almost entirely recovered using the heat of condensation of the food refrigeration plant (refrigerated cabinets and
cold rooms). This thermal energy would normally be “wasted” and dissipated into the atmosphere through the calda sanitaria avviene attraverso il recupero di
operation of helicoidal ventilators of the food refrigeration plant’s condenser. calore dei desurriscaldatori; all’interno del serba-
The plant is equipped with energy cost allocators and supervision system: in this way it was possible to monitor toio di accumulo dell’acqua calda sanitaria, inol-
its operation during the winter season 2011-2012 and analyze in detail the primary energy needs of the building. tre, è presente una resistenza elettrica in grado
This work can also be considered a building-system energy analysis, as expected in point A3 of Article 1 of the UNI di intervenire per integrazione quando la poten-
TS 11300-1 and 11300-2.
za erogata dal circuito ARNEG non è sufficiente
Keywords: supermarket, winter heating system, heat condenser recuperator a sopperire ai carichi. Un sistema di regolazione
gestisce l’inserimento della batteria elettrica in
#16 47
Dati tecnici progettuali
in sintesi
Comune Gambolò (PV)
Temperatura esterna di -5°C
progetto invernale
GG 2.623
Superficie edificio 2.500 m2
Volume edificio 16.600 mc
Trasmittanza pannelli 0,34 W/m2*K
verticali prefabbricati
Trasmittanza copertura 0,25 W/m2*K
Trasmittanza superficie 2,0 W/m2*K
vetrate (Uw)
Temperatura acqua calda circuito 42°C/37°C
recupero calore di condensazione
Temperatura acqua calda circuito 50°C/45°C
recupero calore desurriscaldatori
Progetto e Direzione Lavori Studio Protecno S.r.l.
impianti meccanici ed elettrici
Marca roof-top FAST modello MFS
Marca impianto ARNEG
refrigerazione alimentare
Portata aria roof-top 37.500 mc/h
48 #16
Analisi dei consumi energetici dell’edificio-impianto
È possibile analizzare e valutare le prestazioni dell’im-
pianto attraverso il sistema di supervisione e il sistema di
contabilizzazione dell’energia, attivato, quest’ultimo il gior-
no 16/12/2011. Grazie ai sistemi installati è stato possibile mo-
nitorare e contabilizzare le seguenti grandezze:
• Energia elettrica assorbita dai compressori dei circuiti frigo-
riferi del roof-top
• Energia elettrica assorbita dai ventilatori di condensazione
del roof-top
• Energia elettrica assorbita dai ventilatori di mandata e di ri-
presa dell’aria distribuita in area vendita dal roof-top (venti-
latori dotati di inverter)
• Energia elettrica assorbita dalla resistenza elettrica di inte-
grazione per la produzione di acqua calda sanitaria
• Frequenza di lavoro degli inverter e dei ventilatori di man-
Figura 4 – Andamento T aria esterna, T ambiente, T
data e di ripresa
mandata roof-top nei giorni 4/5/6 febbraio 2012. Il colore
azzurro indica la curva di temperatura dell’aria esterna, quello • Temperature varie (aria esterna, aria ambiente, aria immes-
rosso la curva di temperatura dell’aria ambiente e quello giallo sa dal roof-top, temperature dei diversi circuiti idronici).
la curva di temperatura dell’aria di mandata del roof-top.
Temperatura
Precisando che tutti i grafici e le immagini di seguito pro-
poste sono state riprese dal software di gestione e contabi-
lizzazione presente nell’edificio di Gambolò, in Figura 4 viene
evidenziata, per i giorni 4-5-6 febbraio 2012, la curva di tem-
peratura dell’aria esterna (colore azzurro), la curva di tempe-
ratura dell’aria ambiente (colore rosso) e la curva di tempera-
tura dell’aria di mandata del roof-top (colore giallo).
Tali curve, mostrate a titolo esemplificativo, mostrano al-
cuni aspetti interessanti del caso di studio presentato:
• la temperatura dell’aria esterna nella stagione inverna-
le 2011-2012 è stata molto rigida, in particolare nei mesi di
gennaio e febbraio 2012. Nella Figura si evidenzia la tem-
peratura inferiore a -10°C; si può quindi affermare che la
stagione presa in esame è da considerarsi significativa dal
punto di vista del collaudo dell’impianto di riscaldamento;
• anche nei momenti in cui la temperatura dell’aria esterna
Figura 5 – Andamento T aria esterna, T ambiente, T mandata è particolarmente ridotta, la temperatura ambiente non
roof-top nei giorni 22/23/24/25/26/27 gennaio 2012 è mai inferiore a 18°C (valore di set-point impostato nella
centrale di regolazione del roof-top FAST).
Energia elettrica
Andiamo poi ad analizzare la Figura 5, in cui si evidenzia-
no, nel primo grafico, le medesime temperature della Figura
5 ma in riferimento ad altri giorni della stagione invernale (22-
23-24-25-26-26-28 gennaio 2012).
La Figura 6, inerente l’energia elettrica assorbita da uno
dei due compressori del circuito frigorifero in pompa di ca-
lore del roof-top, mostra una curva cumulativa. L’analisi con-
giunta dei grafici 5 e 6 evidenzia che il contributo integrativo
in pompa di calore del roof-top si rende necessario quando
la temperatura dell’aria esterna assume valori inferiori a 0°C
circa. In caso di temperature dell’aria esterna superiori il com-
pressore è spento e quindi il sistema di recupero del calore di
condensazione del freddo alimentare è sufficiente a coprire
le dispersioni e a mantenere le condizioni termoigrometri-
Figura 6 – Cumulata energia elettrica assorbita che impostate (anche grazie ai carichi interni dovuti a perso-
da un compressore del roof-top nei giorni ne, illuminazione e apparecchiature).
22/23/24/25/26/27 gennaio 2012 Le Figure 7-8-9-10 riportano le curve cumulative di
#16 49
Figura 7 – Cumulata energia elettrica assorbita dal
assorbimento di energia elettrica di tutti i componenti
compressore 1 del roof-top al giorno 15/04/2012.
dell’impianto legati al fabbisogno di generazione, di re- Il compressore ha assorbito 1.650 kwh elettrici
golazione e di emissione. Si riferiscono in particolare a:
• compressore 1 circuito frigorifero roof-top
• compressore 2 circuito frigorifero roof-top
• ventilatori di condensazione del roof-top
• resistenza elettrica integrativa per produzione di acqua
calda sanitaria
Come si è già accennato, la contabilizzazione è stata
avviata il giorno 16/12/2011, di conseguenza i valori misu-
rati di energia assorbita sono riferiti al periodo compreso
dal 16/12/2011 al 15/04/2012 (giorno di chiusura della sta-
gione invernale).
Stando ai risultati emersi, il compressore 1 del roof-top
ha assorbito nell’arco temporale citato 1.650 kwh elettrici,
Figura 8 – Cumulata energia elettrica assorbita
il compressore 2 ne ha assorbiti 1.350, i ventilatori di con-
dal compressore 2 del roof-top al giorno
densazione ne hanno assorbiti 1.200 e la resistenza elet- 15/04/2012. Il compressore 2 del roof-top ha assorbito
trica integrativa per la produzione dell’acqua calda sani- nell’arco temporale citato 1.350 kwh elettrici.
taria 1.117.
Se ne deduce che la sommatoria dell’energia assor-
bita dall’impianto di produzione dell’energia termica de-
stinata al riscaldamento e alla produzione dell’acqua cal-
da sanitaria è pari a 5.317 kWh elettrici. Tale assorbimento
energetico è stato contabilizzato in un arco temporale
pari a 120 giorni. Posto che la stagione invernale conven-
zionale per la zona climatica del Comune di Gambolò è
pari a 180 giorni, si può stimare che l’assorbimento ener-
getico globale annuale sarebbe stato pari a 5.317/120*180
= circa 8.000 kwh/anno.
Tale stima è sicuramente a favore di sicurezza per due
motivi principali: Figura 9 – Cumulata energia elettrica assorbita dai
• la stagione invernale 2011-2012 è stata caratterizzata da ventilatori di condensazione del roof-top al giorno
temperature esterne piuttosto miti nei mesi di ottobre 15/04/2012. I ventilatori di condensazione del roof-top hanno
e novembre 2011, mentre da temperature molto rigide assorbito nell’arco temporale citato 1.200 kwh elettrici.
nei mesi di gennaio e febbraio 2012. Quindi se il periodo
di contabilizzazione e di raccolta dei dati è stato pari al
66% della stagione invernale, si può sicuramente sotto-
lineare che in termini di GradiGiorno l’intervallo di con-
tabilizzazione si approssima a percentuali molto supe-
riori al 66%;
• l’energia contabilizzata nell’ultimo periodo della stagio-
ne (soprattutto nei primi 15 giorni di aprile 2012) è de-
dicata al raffrescamento dell’edificio e non al riscalda-
mento dello stesso.
Nonostante tali precisazioni, si può concludere che il
fabbisogno di energia elettrica necessaria alla produzio-
ne del calore destinato al riscaldamento e alla produzione Figura 10 – Cumulata energia elettrica assorbita dalla resistenza
di acqua calda sanitaria è pari a circa 0,5 kWh/mc*anno. elettrica per acqua calda sanitaria al giorno 15/04/2012. La
resistenza elettrica integrativa per la produzione dell’acqua calda
Considerando il rendimento del Sistema Elettrico
sanitaria ha assorbito nell’arco temporale citato 1.117 kwh elettrici.
Nazionale, pari al 46%, se ne deduce che il fabbisogno
di energia primaria per il riscaldamento e la produzione
di acqua calda sanitaria è pari a circa 1 kWh/mc*anno.
Si sottolinea che tale valore di fabbisogno energetico,
mancante del solo valore delle perdite di distribuzione,
sarebbe pienamente coerente con la classificazione A+
prevista dalla Normativa Regionale della Lombardia sul
Contenimento Energetico.
La somma dei consumi di energia elettrica elencati
precedentemente coprono il fabbisogno di energia ter-
mica per la climatizzazione invernale dell’edificio e per
la produzione di acqua calda sanitaria e comprendono
50 #16
Figura 11 – Frequenza inverter ventilatore di mandata
anche le perdite del sottosistema di generazione, le perdi-
del roof-top nei giorni 22/23/24/25/26/27 gennaio 2012
te del sottosistema di emissione e quelle del sottosistema di
regolazione (così come definiti dalla Norma UNI TS 11300-2).
Perdite di carico
È necessario invece approfondire l’argomento delle per-
dite di distribuzione. Quelle legate alle pompe di circolazio-
ne che distribuiscono il fluido vettore acqua dalla centrale
del freddo alimentare ai terminali si trascurano; infatti si deve
sottolineare che l’impianto di recupero del calore permette
di mantenere spenti i ventilatori di condensazione della cen-
trale del freddo alimentare. Di conseguenza l’energia elet-
trica assorbita dalle pompe di circolazione è bilanciata dalla
mancata energia elettrica assorbita dai ventilatori elicoidali
dei condensatori.
Figura 12 – Cumulata energia elettrica assorbita dal ventilatore di Una spesa energetica significativa, sempre legata alle
mandata del roof-top al giorno 20/04/2012. Il consumo di energia perdite di distribuzione, è invece quella comportata dai ven-
elettrica del ventilatore di mandata è pari a circa 17.000 kWh. tilatori di mandata e di ripresa del roof-top.
In Figura 11 viene indicata la frequenza di lavoro dell’in-
verter del ventilatore di mandata del roof-top. Sebbene,
come viene mostrato dal grafico, il sistema di regolazione
moduli la frequenza dei ventilatori di mandata e di ripresa
in funzione del carico ambiente da soddisfare, il consumo di
energia elettrica dei ventilatori rimane elevato.
La Figura 12, che riporta la curva cumulativa di assorbi-
mento di energia elettrica del ventilatore di mandata del ro-
of-top, mostra un consumo di energia elettrica del ventilato-
re di mandata, dal giorno 16/12/2011 al giorno 20/04/2012,
pari a circa 17.000 kWh.
Ulteriori vantaggi dell’impianto di recupero calore
L’impianto di recupero del calore di condensazione del freddo alimentare per- • SICUREZZA: la mancata installazione della rete gas metano permette di aumen-
mette di ottenere, in aggiunta al beneficio energetico precedentemente descrit- tare la sicurezza intrinseca del fabbricato.
to, altri vantaggi rispetto ad un tradizionale impianto con caldaia a condensazio- • MANUTENZIONE: la mancata installazione della caldaia e della canna fumaria
ne. In particolare: permette di ridurre gli oneri di manutenzione dell’impianto.
• VALORE COMMERCIALE DELL’IMMOBILE: l’impianto migliora la classificazione • PREVENZIONE INCENDI: la mancata installazione della rete gas metano permet-
energetica dell’edificio e quindi permette allo stesso di incrementare il valore te di evitare un’attività soggetta a controllo da parte del Comando VVF.
commerciale. • SICUREZZA DI FUNZIONAMENTO ALLE TEMPERATURE PIÙ RIGIDE: l’impianto di re-
• PRODUZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA IN FASE ESTIVA: l’intera energia neces- cupero del calore è dotato di integrazione in pompa di calore ad espansione di-
saria in fase estiva per la produzione di acqua calda sanitaria viene recuperata retta. Quindi nelle fasi in cui la temperatura dell’aria esterna è più rigida non c’è
gratuitamente dai desurriscaldatori delle centrali Arneg. circolazione di acqua e quindi non si corrono rischi di gelo degli impianti.
Il ventilatore di ripresa ha una potenza in- permette di ridurre la perdita di carico interna al quindi necessario ridurre l’energia
stallata pari al 70% di quello di mandata, quin- roof-top e quindi l’energia elettrica assorbita dai elettrica assorbita dai ventilatori del
di si può stimare per quest’ultimo un consu- ventilatori. roof-top; per ottenere ciò si deve
mo di energia elettrica, nel medesimo periodo, lavorare per minimizzare le perdi-
pari a circa 12.000 kWh. La somma del consu- Possibili miglioramenti te di carico dell’impianto aeraulico.
mo elettrico dei due ventilatori sarebbe quindi Le perdite legate ai sottosistemi di generazio- Specificatamente è necessario ri-
pari a circa 29.000 kWh. Tale assorbimento ener- ne, di regolazione e di emissione sono così ridotte durre le perdite di carico lato aria in-
getico è stato contabilizzato in un arco tempo- che diventano quasi trascurabili rispetto alle perdi- terne al roof-top e in particolare nel-
rale pari a 120 giorni. Posto che la stagione in- te di distribuzione. le sezioni filtranti della macchina.
vernale convenzionale per la zona climatica del La classificazione energetica dell’edifi- Inoltre si possono ridurre le perdite
Comune di Gambolò è pari a 180 giorni, si può cio risulta in classe A, secondo la Normativa di carico della batteria ad acqua ri-
stimare che l’assorbimento energetico globa- sul Contenimento Energetico della Regione ducendo il dimensionamento della
le annuale dei ventilatori del roof-top sarebbe Lombardia, ma potrebbe migliorare in classe stessa, a scapito della resa della stes-
stato pari a 29.000/120*180 = circa 43.500 kwh/ A+ qualora si limitasse l’assorbimento elettri- sa: risulta conveniente aumentare
anno. Considerando il rendimento del Sistema co dei ventilatori del roof-top; è proprio su que- leggermente l’integrazione della
Elettrico Nazionale, pari al 46%, se ne deduce sto aspetto che risulta necessario lavorare per pompa di calore a fronte di un ab-
che le perdite di distribuzione sono pari a circa ottimizzare la spesa energetica dell’edificio. bassamento della potenza elettrica
87.000 kWh e quindi pari a circa 5 kWh/mc*anno. L’installazione dell’inverter sui ventilatori di man- assorbita dal motore del ventilatore
Le perdite di distribuzione portano quindi il fab- data e di ripresa del roof-top, quindi, deve essere di mandata.
bisogno di energia primaria totale dell’edificio considerato solo l’inizio di una serie di interventi Il progetto quindi, alla luce del-
ad un valore pari a circa 6 kWh/mc*anno, limite che devono mirare a ridurre le perdite di distri- la campagna di misure effettuate,
massimo della Classe A prevista dalla Normativa buzione dell’impianto. potrà essere migliorato lavorando
Regionale della Lombardia sul Contenimento In particolare è importante definire nel detta- sulla riduzione delle perdite di di-
Energetico. glio le fasce orarie di funzionamento dell’impianto. stribuzione e sull’energia elettrica
Nel complesso si può quindi concludere che Nel supermercato di Gambolò, oggetto del caso di assorbita dai ventilatori del roof-
l’impianto di recupero del calore di condensazio- studio, è stato impostato l’impianto di ventilazione top. n
ne, utilizzato per la climatizzazione invernale e la in funzione 24h/24h; tale scelta è legata al fatto che
produzione di acqua calda sanitaria, permette di il calore di condensazione del freddo alimentare è * Riccardo Antoniazzi, Studio
ottenere un importantissimo risparmio di ener- dissipato 24h/24h e quindi è parso utile mantene- Protecno S.r.l.,Verona – riccardo.
gia primaria. Tale risparmio potrebbe essere in- re attivi i ventilatori per trasferire tale energia all’e- antoniazzi@studioprotecno.it
crementato riducendo le perdite di distribuzio- dificio anche durante le ore notturne. I dati raccolti Si ringraziano gli uffici tecnici di FAST e
ne; ad esempio se il terminale in ambiente fosse dal sistema di supervisione sembrano dimostra- di ARNEG per la preziosa collaborazio-
un impianto radiante, il fabbisogno di energia re che tale scelta non paga in quanto sono pro- ne nella progettazione dell’impianto
primaria dell’edificio sarebbe pari a circa 1 kWh/ prio i ventilatori a comportare la maggior parte del oggetto del presente caso di studio.
mc*anno e quindi sarebbe certificabile in classe consumo di energia primaria dell’impianto. Risulta
A+. È proprio su questo aspetto, quindi, che è ne-
cessario ottimizzare l’impianto; si deve prosegui-
re l’importante lavoro che su tale ambito è stato
svolto in collaborazione con l’ufficio tecnico di Bibliografia
FAST e che ha consentito, grazie all’installazione • Norma UNI TS 11300-1 “Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia
degli inverter e alla messa a punto del sistema di termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale”
• Norma UNI TS 11300-2 “Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia
regolazione, di abbattere notevolmente l’ener-
primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria”
gia elettrica assorbita dai ventilatori del roof-top. • D.G.R. Lombardia 22 dicembre 2008 – n. 8/8745
Si sottolinea che a tal proposito risulta di • D. Lgs. 3 marzo 2011, n. 28 “Attuazione della Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti
fondamentale importanza la manutenzione rinnovabili, recante modifica e successiva adorazione delle Direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE”
dell’impianto; la pulizia periodica dei filtri, infatti,
52 #16
Energia sotto controllo
Energy Valve è la nuova valvola di Belimo con regolazione
elettronica della portata progettata per l’applicazione in
grandi impianti. Grazie al monitoraggio costante del ∆t e
della portata integrato in una sola valvola di regolazione a
tenuta, Energy Valve previene in maniera efficace qualsiasi
spreco di energia nei circuiti non attivi. Il know how Belimo,
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dell’innovazione, è garanzia di massima precisione, lunga
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Barriere d’aria
N
egli stabilimenti commerciali o industria- mantenere il calore/raffrescamento all’interno ventilatori e dalla quota dispersa
li l’apertura dei portoni esterni è all’ordi- dell’edificio, molti stabilimenti stanno adottan- del calore prodotto dal riscaldato-
ne del giorno e avviene frequentemente. do le barriere d’aria che, non solo assicurano l’i- re (se presente), valutabile dal 15 al
Sia in estate che in inverno, questo crea diver- solamento della temperatura, ma – secondo la 25%. Se, basandoci su questi para-
si problemi, tra cui uno spreco elevato di ener- stima di diversi produttori – riducono i consu- metri, calcoliamo i costi ed i rispar-
gia dovuto all’abbassamento della temperatura mi dovuti all’apertura delle porte del 75-80%. mi conseguenti all’uso di una bar-
all’interno delle aree lavorative, con conseguen- Ovviamente, a fronte di un risparmio energeti- riera d’aria, nella maggioranza dei
ti effetti dannosi sulla salute degli operatori. co, ci saranno anche dei costi operativi, rappre- casi il tempo di ritorno dell’investi-
Ultimamente, per risolvere questo problema e sentati soprattutto dal consumo di energia dei mento va da 1,5 a 3 anni.
54 #16
Calcolo della redditività nel periodo di riscaldamento invernale
Per calcolare il risparmio conseguibile con l’installazione di una barriera ad aria specifico (cp) e alla quantità di aria entrante nell’edificio (Qw), calcoliamo le per-
nel periodo invernale possiamo far riferimento alle seguenti equazioni. Prima di dite di calore causate ogni ora dall’aria che entra nell’edificio (Pw).
tutto, tenendo conto della velocità media del flusso d’aria (Vw, m/sec) e della se- Pw = Qw · ρ · cp · Δt
zione della porta stessa (Afo, m²), è necessario calcolare la quantità d’aria che en- Le perdite di calore per l’intero periodo di riscaldamento si calcolano moltiplican-
tra in un edificio attraverso la porta d’ingresso (Qw). do il parametro precedente (Pw) per il numero di ore/anno di riscaldamento (cor-
Qw = Vw · Afo (m³/h) retto con la frequenza di apertura delle porte). Per ogni singola applicazione, l’u-
Dopo di che, in base alla differenza tra la temperatura media esterna nel periodo tilizzatore può sostituire i propri valori nelle formule e stimare il costo energetico
di riscaldamento e la temperatura interna (Δ t), alla densità dell’aria (ρ), al calore dovuto all’apertura delle porte senza l’uso di barriere d’aria.
Ventilazione efficiente
in 5 punti
Per ottenere la massima effi- RESISTENZA
cienza da una barriera d’aria non A FILO Copyright: Sire
solo è importante installare corret-
RESISTENZA
tamente il prodotto, ma anche bi-
CORAZZATA
lanciarne la ventilazione, raggiun- Copyright: Sire
#16 55
non scenda oltre i 2°C al di sotto della tempera- svolge la sua funzione e non permette di realiz- REGOLAZIONE MANUALE
Copyright: Sire
tura ambiente; in caso contrario, le condizioni di zare alcun risparmio, ma può indurre anche alla
benessere delle persone saranno compromesse conclusione errata che le barriere d’aria non ser-
ed aumenterà il rischio di patologie. Da qui l’im- vano a granché.
portanza di raggiungere rapidamente la tempe- A causa della distanza tra le alette (molto fit-
ratura di lancio prevista. La lentezza nella messa ta), i problemi di sporcamento maggiori si riscon-
a regime è tipica delle barriere con riscaldamen- trano nelle barriere con riscaldatori ad acqua a
to tramite resistenze elettriche corazzate, dove tubo alettato (batterie). Tuttavia alcune barriere
il raggiungimento della temperatura operativa d’aria tra le più evolute offrono una soluzione in-
può richiedere fino a 75 sec. Le resistenze elet- teressante, essendo equipaggiate con batterie
triche a filo, usate nelle barriere d’aria più evo- ad ampia spaziatura tra le alette. Queste barrie-
REGOLAZIONE AUTOMATICA
lute, raggiungono invece la temperature mas- re non richiedono l’uso di filtri e tuttavia non si Copyright: Sire
sima entro 15 secondi. Inoltre, la regolazione di sporcano né devono essere pulite, se non come
tali barriere permette di mantenere i ventilatori operazione di manutenzione straordinaria. Le
sempre in funzione ad una velocità minima, an- batterie sono state progettate con una geome-
che a porta chiusa; di conseguenza quando all’a- tria più efficiente (rapporto elevato tra superficie
pertura della porta verrà richiesta la piena por- primaria e secondaria) per compensare la ridu-
tata, ciò richiederà parecchi secondi in meno zione di superficie complessiva dovuta alla spa-
rispetto al tempo che sarebbe necessario se il ziatura larga, mantenendo così la resa termica
ventilatore fosse spento. sufficiente per garantire le prestazioni previste.
Conclusioni
Concludendo possiamo affer-
mare che l’installazione di una bar-
REGOLAZIONI A CONFRONTO. Il confronto tra la regolazione completamente riera d’aria permette di conseguire
automatica e la regolazione manuale indica che è possibile conseguire importanti risparmi d’energia. Il ri-
risparmi sui costi di gestione fino al 20%. Il tempo di ritorno dell’investimento, sparmio sarà tanto più elevato
a seconda delle condizioni operative, va da 2 a 6 anni Copyright: Sire quanto più la barriera sarà corretta-
mente progettata ed installata e
quanto meno richiederà interventi
manuali per la regolazione e la ma-
nutenzione. Per contro, una sele-
zione affrettata e tesa solo al rispar-
mio sulla spesa iniziale comporterà
prestazioni deludenti e tempi di
ammortamento tali da disincenti-
vare l’investimento. n
56 #16
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Sistemi di generazione Il sistema è al servizio
dell’edificio F-92 del
C.R. ENEA – Casaccia (Roma)
I
sistemi di solar heating and cooling utilizzano l’e- più frequenti durante il periodo estivo, con pos- incrementi nell’efficienza di tutti
nergia solare, quindi una fonte rinnovabile e sibilità non remota di blackout elettrico. i processi energetici, rappresenta
gratuita, per soddisfare le esigenze di riscal- L’utilizzo dell’energia solare, unitamente ai sicuramente una prima ottima ri-
damento e raffrescamento degli edifici contri- provvedimenti di risparmio energetico ed agli sposta all’emergenza ambientale
buendo alla diminuzione dei consumi di energia
di natura fossile, ovvero alla riduzione delle emis-
sioni di gas serra, ed incrementando la percen-
tuale di utilizzo delle fonti rinnovabili come sta- Solar heating and cooling
bilito dall’attuale legislazione (D. Lgs. 28/11) per At the F-92 building of the ENEA Casaccia’s Research Centre (in Rome) there’s a solar heating and cooling system
la copertura del 50% del fabbisogno termico to- dedicated to meet the energy needs of the entire building for the periods of winter heating and summer cooling.
The monitoring of the system was conducted from 9 February 2012 to 15 April 2012. The results showed that the
tale annuo. Con questa tecnologia si riducono
system has always ensured the maintenance of comfortable thermohygrometric conditions. During winter opera-
inoltre i fabbisogni di energia elettrica evitando tion the sun has covered the 56% of the energy consumption for space heating; while, in terms of fuel, were saved
problemi di stabilità nella domanda di elettricità, 574 Nm3 of natural gas.
che a sua volta richiede costosi adattamenti del-
la rete per sopportare i picchi di potenza sempre Keywords: solar heating, winter operation
58 #16
La facility di prova
L’impianto e l’edificio sono controllati da un sistema di supervisione e gestione BMS (Building
Management System) che acquisisce e memorizza tutti i parametri di funzionamento neces-
sari al monitoraggio e alla determinazione delle prestazioni dell’impianto stesso. L’edificio
F-92 si sviluppa su tre livelli (superficie totale pari a circa 230 m²) di cui ognuno servito da un
circuito idraulico indipendente in modo tale da realizzarne l’esclusione, attraverso l’impian-
to di regolazione, quando le condizioni termo igrometriche dello stesso sono soddisfatte.
Figura 2 – Schema impianto in modalità solar heating. Durante il funzionamento invernale il campo solare produce
l’acqua calda successivamente stoccata in un serbatoio di accumulo (capacità puffer 1500 litri) che, attraverso il termodotto,
viene inviata ai circuiti dei pannelli radianti a pavimento o dei fan coil. I pannelli radianti a pavimento sono installati
a servizio dei soli piano terra e piano primo mentre l’interrato è provvisto esclusivamente di vetilconvettori del tipo
a pavimento. Quando l’energia fornita dal campo solare è insufficiente, o quando la logica di regolazione lo preveda,
viene azionata una caldaia integrativa ad alta temperatura alimentata a gas metano. Un apposito circolatore elettronico
a portata variabile (P01) assicura il passaggio dell’acqua all’interno del campo solare mentre il gruppo di circolazione
P02 realizza lo scambio termico tra l’acqua prodotta dai pannelli solari e quella contenuta nel serbatoio di accumulo
caldo. Quando la temperatura dell’acqua stoccata all’interno del serbatoio di accumulo supera il valore di set point
prefissato, l’energia termica fornita in eccesso dal campo solare viene dissipata attraverso un dissipatore o dry cooler
(DC01). In particolare, attraverso l’elettrovalvola V01 l’acqua viene deviata e fatta passare all’interno del dry cooler dove
subisce un abbassamento di temperatura per mezzo dell’aria esterna. Sul lato caldaia è presente il gruppo di pompaggio
P04 che permette lo scambio termico tra il circuito caldaia e il circuito del termodotto. Infine, attraverso il gruppo di
pompaggio P07 si realizza la mandata ed il ritorno dell’acqua alla sottocentrale di edificio. Tutti i gruppi di pompaggio
precedentemente citati sono costituiti da due elettropompe collegate in parallelo, di cui una di riserva all’altra.
#16 59
globale; le fonti di energia rinnovabili sono, inol-
tre, quelle che maggiormente soddisfano il con-
cetto di sostenibilità.
L’impiego diretto dell’energia solare è ancora
più conveniente quando un medesimo impian-
to viene utilizzato per il riscaldamento degli am-
bienti, per la produzione di acqua calda sanitaria
e per il raffrescamento degli stessi. Un sistema di
solar heating and cooling sfrutta l’energia solare
nel corso di tutto l’anno, riducendo così i tempi
di ammortamento dell’impianto. In estate inol-
tre la disponibilità della radiazione solare è mag-
giore rispetto alle altre stagioni e tale tecnologia
sfrutta proprio la coincidenza tra la necessità di
Figura 4 – Collettore solare e spaccato del tubo in evidenza
condizionamento degli ambienti e la disponibi-
lità dell’energia solare, utilizzata per produrre il
freddo tramite gruppi frigo ad assorbimento.
Presso l’edificio F-92 del Centro Ricerche
ENEA di Casaccia (Roma), nell’area Capanna, è
presente un impianto di solar heating and coo- Figura 5 – Sistema di captazione adottato nei pannelli
ling dedicato al soddisfacimento del fabbisogno
energetico dell’intero edificio relativo ai perio-
di di riscaldamento invernale e raffrescamento
estivo. I risultati di tale attività di ricerca si riferi-
scono a parte della campagna invernale in quan-
to l’impianto è stato completato il 01 Dicembre
2011 e successivamente è stato necessario effet-
tuare le prove di verifica e messa a punto delle
apparecchiature installate in campo dedicate al
Figura 6 – Specifiche tecniche, energetiche ed idrauliche dei collettori solari
monitoraggio in continuo delle prestazioni dello
stesso (contatermie, sonde di temperatura, son-
de di umidità, sonda lux esterni, etc.). Il monito-
raggio è stato quindi di fatto avviato il 9 febbraio
2012 per concludersi il 15 aprile 2012, termine del
periodo di riscaldamento per la zona climatica D
(D.P.R. 26 agosto 1993 n.412).
Campo solare
Il campo solare è stato realizzato in prossimi-
tà della centrale a quota piano di campagna ed è
costituito da 15 pannelli solari termici a tubi eva-
cuati della Kloben, modello SKY 21 CPC 58. I col-
lettori solari sono costituiti ciascuno da 21 tubi in
vetro borosilicato a doppia intercapedine, salda-
ti all’estremità, al cui interno è praticato il vuoto.
L’intercapedine interna è resa selettiva per l’as- Concentrator) realizzati utilizzando materiali in del vuoto assicura la protezione da
sorbimento della radiazione elettromagnetica grado di fornire ottime rese in riflessione totale infiltrazioni di umidità e da agenti
solare per mezzo di una metallizzazione multi- (>90%) ed in riflessione di luce diffusa (Figura 5). Il atmosferici garantendo una dura-
strato creata utilizzando prodotti completamen- vantaggio di aumentare l’efficienza ottica del col- ta illimitata e il mantenimento del-
te riciclabili. L’unità di assorbimento è formata da lettore, si traduce in una maggior quantità di ener- le prestazioni di captazione.
un circuito in rame curvato a forma di “U”, posi- gia fornita dal collettore solare sottovuoto, rispet- Il sistema CPC e l’uso di un ve-
zionato a contatto con appositi assorbitori di ca- to agli altri collettori solari termici. tro particolare e del “Cermet” se-
lore in alluminio, che ne aumentano la superficie La superficie interna dell’intercapedine sot- lettivo, permettono al collettore
di scambio termico (Figura 4). Ogni unità è rac- tovuoto è resa selettiva all’assorbimento della ra- di avere ottime performance an-
chiusa in un tubo di vetro, e viene poi connessa diazione solare tramite la deposizione per sput- che in situazione di scarso irrag-
in parallelo ad un collettore situato sulla testata tering di molteplici strati metallici di spessore giamento o di basse temperature
del pannello che raccoglie il fluido vettore che micrometrico (Cermet), atti a coprire l’assorbi- esterne (Figura 6).
scorre in ogni circuito. mento di tutto lo spettro della radiazione elet-
Nei collettori è presente un particolare sistema tromagnetica del sole. Lo strato selettivo è stu-
di captazione costituito da captatori di luce diretta diato appositamente per resistere nel tempo alle
e diffusa a geometria CPC (Compound Parabolic alte temperature che si generano. La presenza
60 #16
Sistema di supervisione e gestione BMS
La facility di prova è provvista grafiche personalizzate, tutte le informazioni pro- a bordo del quadro di potenza e controllo, memo-
di un sistema di monitoraggio in- venienti dagli elementi in campo (sonde tempera- rizza tutti i dati di funzionamento dell’impianto a
tegrato BMS che permette il con- ture ambiente, sonda temperatura esterna, sonda bordo di una CPU interna. Da un qualsiasi calcola-
trollo e la verifica costante di tutti luminosità esterna, sonda umidità esterna, son- tore, interfacciato in rete con il controllore, è pos-
gli aspetti legati al funzionamento de temperature ad immersione sui vari rami d’im- sibile interrogare il sistema e quindi importare in
degli impianti. La soluzione adotta- pianto, misuratori assorbimento elettrico apparec- fogli di calcolo tutti i parametri acquisiti dal BMS
ta per l’impianto sperimentale for- chiature, contatermie, etc.). Un controllore di tipo in modo da estrapolare serie temporali, analizza-
nisce, mediante l’ausilio di pagine industriale (PC Einstein II della Emerson), installato re i dati e verificare le performance energetiche
dell’impianto (vedi Figure 7-8-9).
La logica di regolazione
dell’impianto di solar heating
La convenienza di un impianto di solar hea-
ting and cooling è espressa attraverso il raggiun-
gimento di obiettivi quali il risparmio energetico
e monetario ottenuto rispetto all’utilizzo di una
tecnologia tradizionale e attraverso il recupe-
ro dell’investimento inizialmente sostenuto per
la realizzazione dell’impianto stesso in tempi ra-
gionevoli (6-7 anni). È possibile raggiungere tali
obiettivi non solo utilizzando componentisti-
ca altamente efficiente (primi fra tutti i colletto-
ri solari termici ed il gruppo frigo ad assorbimen-
to) ma anche sviluppando un’opportuna logica
Figura 7 – Pagina grafica Home. La figura mostra la di regolazione che sceglie i diversi profili di fun-
pianta dei tre piani e le condizioni di temperatura e di set
zionamento dell’impianto in funzione delle nu-
point impostate nei vari ambienti serviti dall’impianto
merose variabili in ingresso al BMS, acquisite in
Figura 8 e 9 – Pagina grafica centrale sinistra (in alto) e destra (in tempo reale e legate anche alla variabilità delle
basso). Dalla home page si accede alle altre pagine grafiche relative al condizioni termo igrometriche esterne. La defi-
funzionamento invernale dell’impianto o al funzionamento estivo. nizione di una logica di regolazione intelligente e
definitiva parte da un’attenta analisi del compor-
tamento dell’impianto in fase progettuale e viene
perfezionata in seguito all’individuazione di sco-
stamenti tra le performance attese e quelle real-
mente fornite dall’impianto, evidenziati durante il
monitoraggio dei primi risultati sperimentali.
La logica di regolazione invernale, differente
da quella estiva, gestisce la produzione di acqua
calda da campo solare, il funzionamento della
caldaia integrativa, l’inversione tra il funziona-
mento con caldaia e quello con puffer e, infine
i terminali installati a servizio dei vari ambienti.
L’energia termica immagazzinata nel serbato-
io e fornita dal campo solare è considerata “pre-
giata” ed è per questo motivo che si preferisce far
intervenire la caldaia integrativa all’avviamento
dell’impianto, per scopi quali il riscaldamento del
termodotto e del contenuto d’acqua d’impianto
presente all’interno dell’edificio: il mantenimento
in temperatura dei vari ambienti è invece garanti-
to utilizzando l’energia termica immagazzinata e
prodotta gratuitamente con il sole.
Il meccanismo di caricamento del puffer
mediante il campo solare è completamente indi-
pendente dall’orario di occupazione dell’edificio
ma dipende soltanto dalla condizione di illumi-
namento esterno, dalla temperatura dell’acqua
in uscita dal campo solare (TE01) e dalla tempe-
ratura dell’acqua presente all’interno dell’accu-
mulo caldo (TE07).
#16 61
La carica del puffer viene effettuata, avvian-
do le P02, solo quando si ha un illuminamento
maggiore o uguale a 1050 lux (in queste condi-
zioni vengono avviate le P01) e la TE01 è tale da
poter riscaldare l’accumulo (TE01-TE07 ≥ 3,5°C)
(Figura 10).
Per meglio sfruttare l’energia resa disponibi-
le dal sole durante le ore a maggiore insolazio-
ne, quando la temperatura dell’acqua prodotta
dal campo solare (TE01) supera gli 81°C, viene
attivata anche la seconda elettropompa P02
aumentando così la potenza scambiata; viene
inoltre attivata anche la seconda elettropompa
Figura 10 – Stralcio schema funzionale.
P01 quando la TE01 supera i 91°C: in tale confi-
Campo solare, dry-cooler e serbatoio accumulo
gurazione la potenza scambiata aumenta con
conseguente ovvia diminuzione della TE01. Per
evitare un eccessivo abbassamento della TE01,
le elettropompe P01B e P02B verranno disatti-
vate rispettivamente quando TE01 ≤ 89°C TE01
e quando TE01 ≤ 79°C. La P01 modula in modo Figura 11 – Stralcio
schema funzionale.
tale da mantenere TE01 ≥ 30°C per ottenere una
Caldaia di
temperatura utilizzabile anche quando si ha una integrazione e
bassa irradianza solare, riducendo la portata circolatori annessi
d’acqua che attraversa il campo solare.
Il dry cooler entra in funzione quando la
temperatura dell’accumulo TE07 è maggiore di
95°C: tale meccanismo di attivazione prevede
la commutazione della valvola V01 e lo spegni-
mento dell’elettropompa P02 per evitare di sca-
ricare il serbatoio nel periodo di funzionamen-
to del dry-cooler. Quando la TE07 scende al di
sotto dei 90°C, il dry cooler smette di funzionare
per consentire una nuova fase di carica del puf-
fer, previa chiusura della valvola V01 e accensio-
ne dell’elettropompa P02. Figura 12 – Stralcio schema funzionale.
Per motivi di sicurezza del circuito primario, Serbatoio di accumulo e valvola miscelatrice V02
se durante il funzionamento ordinario la tempe-
ratura TE02 in ingresso alle elettropompe P01
dovesse comunque superare i 96°C, ad esem-
pio per malfunzionamento delle pompe P02, il
drycooler verrebbe comunque avviato e la val-
vola commutata.
Tramite il puffer vengono esclusivamente
alimentati i pannelli radianti a pavimento a bas-
sa temperatura (40°C) con lo scopo di utilizzarli
per il mantenimento in temperatura dell’edificio:
durante le fasi di avviamento dell’impianto,
quando è necessario riscaldare il termodotto, la
caldaia integrativa avrà il consenso per partire e si disattiva quando sia l’accumulo che il termo- V04 e V03 vengono aperte; l’ac-
gli ambienti verranno riscaldati mediante i fan- dotto sono in temperatura (TE07 ≥ 40°C e TE20 qua calda resa disponibile dal ser-
coil. Questa soluzione consente di ridurre il tem- ≥ 56°C) o quando l’acqua prodotta dalla caldaia batoio viene inviata tramite il ter-
po di raggiungimento delle temperature di set ha una temperatura (TE11A) maggiore o uguale modotto al circuito dei pannelli
dei vari ambienti, essendo i fancoil dei terminali a 93°C (Figura 11). radianti a pavimento. Tramite la
d’impianto a più bassa inerzia rispetto ai pannelli La caldaia integrativa opera in modo tale valvola miscelatrice V02, l’acqua
radianti a pavimento anche perché alimentati a che sia verificata la condizione 54°C≤TE20≤56°C. in uscita dal puffer viene miscelata
più alta temperatura. L’acqua prodotta dalla caldaia integrativa vie- con l’acqua di ritorno dall’impian-
La caldaia entra in funzione, previa atti- ne fornita ai fan coil i quali partono solo se to, al fine di alimentare in modo
vazione del circolatore P04, quando la tempe- TE20≥41°C. Quando la TE20 ≤ 39°C non ver- opportuno i pannelli radianti a pa-
ratura dell’accumulo (TE07) è minore o uguale rà dato il consenso alla partenza dei fancoil. vimento, assicurando che la tem-
a 39°C e la temperatura di mandata al termo- Quando TE07 ≥ 40°C, viene effettuata la com- peratura in mandata al termodot-
dotto (TE20) è minore o uguale a 54°C mentre mutazione da caldaia a puffer e le valvole V06, to (TE22) sia pari a 45°C (Figura 12).
62 #16
Durante la prima commutazione da caldaia a puffer viene effettuato, dopo la L’acqua calda prelevata dal puffer alimenta il cir-
verifica della condizione TE07 ≥ 40°C, un ulteriore controllo sulle temperature di cuito dei pannelli radianti a pavimento attraverso la
ritorno dal termodotto TE19 e di ritorno del circuito dei pannelli radianti TE24. Lo pompa P1P la cui accensione e spegnimento avviene
scopo è quello di non abbattere la temperatura all’interno del puffer con l’acqua in base alle temperature rilevate in ciascun ambien-
fredda presente nei circuiti d’impianto e nel termodotto stesso. te facente parte del piano terra e del piano primo. È
La prima commutazione da caldaia a puffer viene effettuata se TE19 ≥ 27°C e possibile impostare le temperature desiderate nei vari
TE07 (accumulo) + TE24 (ritorno pannelli radianti) = 70°C (Tabella 1). ambienti: di seguito si riportano i valori di set utilizzati
durante il periodo di monitoraggio invernale.
Tabella1 – La prima commutazione da caldaia a puffer Il piano terra e il piano primo richiedono riscalda-
Temperatura Temperatura accettata sul ritorno circuito pannelli mento se almeno uno degli ambienti ha una tempe-
puffer (TE07) radianti per inversione su puffer (TE24) ratura inferiore o uguale a 18°C, mentre tale richiesta
40°C 30°C cessa se tutti gli ambienti hanno una temperatura
45°C 25°C maggiore o uguale di 20°C. La temperatura in man-
data al circuito pannelli radianti è regolata dall’elettro-
50°C 20°C
valvola miscelatrice installata in aspirazione alla P1P:
55°C 15°C
l’elettrovalvola modula con l’obiettivo di garantire
Legge lineare: TE07 + TE24 = 70°C una temperatura di mandata circuito pannelli radian-
ti (TE23) pari a 40°C. Nel funzionamento con caldaia
Figura 13 – Stralcio schema funzionale. integrativa e quindi con fan coil, il piano interrato ne-
Sottocentrale e circuito fancoil e pannelli radianti a pavimento cessita di riscaldamento se ha una temperatura mino-
re o uguale a 14°C, fino ad una temperatura maggiore
o uguale a 16°C. Il piano terra e il piano primo vengo-
no esclusi in funzione della temperatura media degli
ambienti facente parte dei rispettivi piani: gli ambien-
ti sono riscaldati se la media è minore o uguale a 18°C
mentre l’impianto va in off quando la media raggiun-
ge i 20°C. L’elettropompa P1F andrà in off quando tut-
ti gli ambienti sono soddisfatti in temperatura oppure
quando la TE20 ≤ 39°C (Figura 13).
#16 63
Tabella 3 – Dati climatici e
geografici della località di Casaccia
Latitudine 42°03' N
Longitudine 12°18' Est
Zona Climatica D
Accensione 12 ore giornaliere
Impianti Termici dal 1 novembre al 15 aprile
64 #16
(D2b). L’irradianza solare (W/m²) incidente sui
Figura 18 – Radiazione solare incidente, Energia prodotta collettori è rappresentata da una curva sinusoi-
dal Campo Solare ed Energia dissipata dal Dry Cooler dale quando si riferisce a condizioni di cielo sere-
no mentre ha un andamento irregolare nel caso
di alternanza di nubi. Un andamento dell’irra-
dianza di tipo irregolare si ripercuote sulla pro-
duzione di energia realizzata dal campo solare
influenzando negativamente l’efficienza dei col-
lettori. Nel mese di febbraio (9-29) l’irradianza so-
lare globale orizzontale ha avuto un andamento
sinusoidale per la maggior parte del tempo per
poi peggiorare decisamente in quasi tutti i giorni
del mese di aprile (1-15) in cui presenta infatti un
andamento decisamente irregolare. Il mese di
marzo rappresenta un caso intermedio tra quel-
lo di febbraio e di aprile. Di conseguenza l’effi-
cienza dei collettori solari è maggiore a febbraio
per poi diminuire a marzo ed ulteriormente ad
aprile: infatti, anche a fronte di una radiazione in-
cidente minore, il mese di febbraio ha avuto l’a-
liquota maggiore di energia prodotta dal cam-
po solare rispetto a quella incidente sui collettori
(61%), superiore rispetto a marzo (45%) e ad apri-
le (37%).
Nella Figura 19 si riporta l’energia effettiva-
mente fornita dal campo solare per il riscalda-
mento dell’edificio, depurata dalle perdite sopra
descritte (A+B = D1 e D2a+D2b = D2) e conside-
rando che l’energia termica scambiata tra il cir-
Figura 19 – Diagramma del Flusso energetico
cuito primario solare e l’accumulo differisce da
di tutto il periodo di monitoraggio
quella effettivamente utilizzata (kWh utili solari)
per il parziale soddisfacimento del fabbisogno
energetico dell’edificio (calore accumulato ma
non utilizzato: D3).
Figura 20 – Contributi energetici della caldaia integrativa La restante aliquota del fabbisogno energe-
e del campo solare al fabbisogno energetico dell’edificio tico dell’edificio è soddisfatta ovviamente dalla
caldaia integrativa che viene caratterizzata dalla
misurazione della temperatura dell’acqua in in-
gresso ed in uscita dalla stessa e attraverso il con-
tatermie FE03.
Il fabbisogno energetico dell’edificio viene
monitorato attraverso il contatermie FE07 po-
sto sulla mandata del termodotto. I dati acquisiti
dal BMS vengono rielaborati in grafici e tabelle
(Figura 20) al fine di mostrare i diversi contribu-
ti energetici del campo solare (kWh utili) e della
caldaia integrativa (FE03) per il soddisfacimento
del fabbisogno energetico dell’edificio (FE07).
Il fabbisogno dell’edificio
Figura 21 – Frazione solare impianto di Il fabbisogno energetico dell’edificio nel mese
solar heating C.R. ENEA di Casaccia di febbraio è maggiore rispetto agli altri mesi in
quanto esso è stato caratterizzato da condizioni
metereologiche più severe, tali da determinare
una temperatura dell’aria esterna media mensi-
le di circa 6°C, con temperature sempre inferiori
a 20°C durante tutto l’arco della giornata. I risulta-
ti ottenuti per il mese di febbraio mostrano come
il funzionamento della caldaia ha contribuito con
una maggiore percentuale (63%) al soddisfaci-
mento del fabbisogno energetico dell’edificio,
#16 65
rispetto a quanto fornito dal campo solare (37%),
sia per le avverse condizioni meteo riscontrate e
sia per alcune inefficienze legate al sistema di re-
golazione, essendo ancora vigente una logica di
regolazione antecedente a quella attualmente
impostata, quest’ultima più raffinata ed efficiente.
Nel mese di marzo, in seguito ad una mag-
gior presenza di sole, all’aumento della tempera-
tura dell’aria esterna e all’implementazione della
nuova logica di regolazione (22 marzo 2012), si è
verificata una minor richiesta di energia da par-
Figura 22 – Temperature di ciascun ambiente
te dell’edificio rispetto al mese precedente, per
costituente l’edificio (ore 6:00 – ore 18:00)
il raggiungimento dei setpoint ambiente; l’ener-
gia è stata fornita all’edificio per l’81% dal cam-
po solare.
Figura 23 – Prestazioni Campo solare relazionate alle
Riepilogando il comportamento dell’impian-
condizioni esterne (irradianza e temperatura). 15 Febbraio 2012
to di solar heating durante l’intero periodo di
monitoraggio, si può calcolare la frazione so-
lare dell’energia termica necessaria per il ri-
scaldamento dell’edificio (Figura 21):
L’obiettivo finale del funzionamento dell’im-
pianto di solar heating è il raggiungimento dei
valori di setpoint di temperatura impostati nei
vari ambienti dell’edificio e il mantenimento de-
gli stessi all’interno di un range prefissato, tale
da garantire le condizioni termoigrometriche
di comfort. Tali temperature vengono acquisite
ogni dieci minuti dal BMS ma, a causa della gran-
de mole di dati, di seguito vengono riportate le
sole medie giornaliere (Figura 22). Dal grafico si
nota la presenza di un minimo in corrisponden-
za del 21 febbraio 2012 (52° giorno monitorato)
causato da un fermo impianto, necessario per un
intervento di manutenzione.
È inoltre evidente che l’andamento delle
temperature ambiente dipende dai setpoint fis-
sati lungo tutto il periodo di monitoraggio: du-
rante il funzionamento di tipo continuo (24 ore,
9 febbraio-17 febbraio 2012) il setpoint ambiente
era fissato a Tmin = 19°C e Tmax = 21°C mentre in
funzionamento intermittente (ore 7:00-17:00, 19
febbraio-15 aprile 2012) è stato impostato Tmin =
18°C e Tmax = 20°C.
I dati sperimentali riportati in Figura 23 mo- generatore (caldaia integrativa o campo solare) a pannelli radianti a pavimento.
strano che il campo solare, nonostante le avver- che alimenta i circuiti terminali, in base a quan- In queste condizioni si andava ad
se condizioni meteo, unitamente ad una bassa to previsto dalla logica di regolazione vigente. immettere l’acqua di riempimen-
temperatura dell’aria esterna, è in grado di pro- Viene riportato l’andamento della temperatura to del termodotto e del circuito
durre comunque acqua ad una temperatura tale dell’aula 1 (TA02), situata al piano terra dell’edifi- pannelli radianti a pavimento, fino
da poter caricare l’accumulo e riscaldare l’edifi- cio, nei giorni 23 febbraio e 29 marzo 2012 ricor- a quel momento ferma nelle tu-
cio. Ad esempio, il 15 febbraio 2012 la temperatu- dando che la logica di regolazione definitiva è bazioni e quindi a bassa tempera-
ra dell’aria esterna ha raggiunto nelle prime ore stata implementata il 22 marzo 2012. Il 23 febbra- tura, all’interno del puffer raffred-
del mattino valori molto bassi, anche minori di io, all’avviamento, l’aula 1 si trova inizialmente ad dandolo drasticamente.
0°C, determinando una temperatura media gior- una temperatura inferiore a 18°C per poi arrivare In tale situazione l’accumulo si
naliera di soli 4°C. Inoltre, benché il 15 febbraio in temperatura grazie all’intervento della caldaia scaricava continuamente richie-
2012 è stato caratterizzato dalla presenza di nu- integrativa. dendo di conseguenza ripetuti
vole per circa i due terzi delle ore di luce, il cam- Come stabilito dalla vecchia logica di regola- interventi della caldaia di integra-
po solare ha prodotto sempre acqua al di sopra zione, se l’acqua nel puffer (TE07) superava i 40°C zione in attesa che lo stesso fosse
di 40°C, valore di setpoint del puffer, limitando e c’era richiesta di riscaldamento da parte dei ter- riportato in temperatura dal cam-
al minimo l’intervento della caldaia integrativa. mostati ambientali, si comandava in off la calda- po solare (Figura 24).
È interessante mostrare l’andamento della ia deviando il circuito riscaldamento sul puffer, A differenza di quanto pre-
temperatura degli ambienti in funzione del dando il consenso all’avviamento dell’impianto cedentemente affermato, il 29
66 #16
L’esempio riportato sottolinea quanto sia
importante la logica di regolazione per questo
tipo di impianti, strumento in grado di assicurare
il massimo sfruttamento della fonte energetica
rinnovabile che, per sua natura, ha una disponi-
bilità di tipo variabile.
CONCLUSIONI
L’impianto di solar heating e cooling descrit-
to ha sempre garantito durante il periodo di mo-
nitoraggio, sia invernale che estivo (che sarà
oggetto di prossima pubblicazione), il mante-
nimento delle condizioni di comfort termoigro-
metrico all’interno degli ambienti dell’edificio
servito, dove le temperature interne sono sta-
te mantenute all’interno dei range stabiliti gra-
zie alla logica di regolazione. È stato riscontrato
Figura 24 – Soddisfacimento della temperatura ambiente
un sostanziale risparmio in termini di consumi
TA02 durante l’arco della giornata del 23 Febbraio 2012
di energia primaria di natura fossile, grazie allo
sfruttamento della radiazione solare: durante
il funzionamento invernale il sole ha coperto il
Figura 25 – Soddisfacimento della temperatura ambiente 56% dei consumi per il riscaldamento degli am-
TA02 durante l’arco della giornata del 29 Marzo 2012 bienti. Mentre, in termini di combustibile, l’utiliz-
zo dell’impianto per il riscaldamento invernale
dell’edificio F-92 ha permesso di risparmiare 574
Nm³ di gas metano.
È stata programmata una nuova campagna
sperimentale in modalità heating che prevede la
sostituzione dell’attuale serbatoio di accumulo
caldo con un serbatoio a cambiamento di fase: a
differenza degli accumuli sensibili, gli accumuli
contenenti PCM (Phase Change Materials), du-
rante il cambiamento di fase, assorbono e rila-
sciano calore ad una temperatura pressoché co-
stante, immagazzinando, a parità di temperatura,
fino a 14 volte più calore rispetto a quelli sensibili
(ovviamente maggiore sarà il calore latente di fu-
sione maggiore sarà il calore immagazzinato a
temperatura costante). Questa innovazione tec-
nologica dovrebbe assicurare un maggiore
sfruttamento della fonte rinnovabile anche du-
rante i periodi di bassa irradianza. n
#16 67
ESPERIENZA DELLE AZIENDE
Polivalenti
idronici
a doppio ciclo,
monitoraggio delle
prestazioni energetiche
L’utilizzo di polivalenti a doppio ciclo in cascata con gas refrigeranti
diversi permette di superare i limiti dei sistemi monociclo
A
l fine di raggiungere gli obiettivi prefissati dalla ad uso sanitario, il tutto sfruttando l’energia pre- macchine polivalenti, ossia: la resa
direttiva RES (Renewable Energy Sources), sente nell’ambiente (aerotermica e geotermica). non costante con il variare del-
le pompe di calore giocano un ruolo fon- Ma per poter rappresentare una valida alter- la temperatura esterna; il decadi-
damentale essendo considerate “fonti di energia nativa al tradizionale sistema costituito da gene- mento del rendimento alle basse
rinnovabile”. Un’unica macchina polivalente per- ratore termico e refrigeratore in ogni situazione temperature dell’aria esterna; la
mette di provvedere alla climatizzazione estiva climatica e per ogni esigenza dell’utente, biso- difficoltà nel produrre acqua calda
ed invernale ed alla produzione di acqua calda gna superare i limiti caratteristici delle tradizionali ad elevate temperature, necessità
68 #16
Figura 1 – Potenza termica in funzione della temperatura
che spesso richiede una fonte di calore integra-
dell’aria esterna per un DUO ad una pompa di calore
tradizionale con produzione di acqua a 35°C e 55°C tiva. Per superare tali limiti è necessario ricorrere
ad un sistema a pompa di calore che lavori con
70
avendo efficienza energetiche notevolmente
65 superiori e superando il limite delle macchine a
60 compressione monociclo, la cui potenza termica
55
DUO DUO DUO decade al diminuire della temperatura esterna.
50 & & I campi di applicazione sono ben illustrati
45 PdC monociclo PdC monociclo nelle Figure 2 e 3.
con resistenza Queste apparecchiature di nuova generazio-
40
elettrica
35 integrativa ne sono state sviluppate anche per cicli multi-
‐40 ‐30 ‐20 ‐10 0 10 20 funzione, con la possibilità, quindi, di produrre
T aria esterna [°C] acqua fredda e calda per la climatizzazione esti-
va ed invernale, nonché acqua calda sanitaria su
scambiatore di recupero dedicato. Nel funziona-
mento con recupero di calore, mentre si produ-
Figura 3 – Piano T aria esterna -T produzione acqua con indicazione ce acqua fredda, è possibile avere acqua calda
delle condizioni di convenienza in termini di COP delle due soluzioni sanitaria in maniera completamente gratuita.
Inoltre sono in grado di fornire energia frigo-
condizione di convenienza
80 rifera durante l’estate dando la possibilità all’u-
75 tente finale di avere un’unica apparecchiatura
T produzione acqua [°C]
#16 69
Aspetti energetici: rendimenti Va considerato che le perdi-
e soluzione dei problemi te exergetiche non sono indipen-
Per meglio comprendere i vantaggi derivanti denti tra loro. Un decadimento del
ESPERIENZA DELLE AZIENDE
dall’utilizzo della tecnologia dei cicli in cascata è rendimento isoentropico del com-
necessario individuare quali siano i processi che, pressore oltre a aumentare le per-
in un ciclo frigorifero semplice, influenzano ne- dite nella compressione comporta
gativamente l’efficienza e valutare l’utilità delle un aumento della perdita al con-
misure messe in atto per ridurre tali perdite. Per densatore. Un aumento della tem-
fare ciò è necessario ricorrere ad un’analisi exer- peratura di condensazione o un
getica del sistema. abbassamento della temperatura
di evaporazione comporta un au-
Analisi exergetica mento delle perdite exergetiche al
L’exergia rappresenta la massima quantità di compressore a alla laminazione.
energia convertibile in lavoro meccanico, o di Per valutare gli interventi pos-
minimo lavoro richiesto per determinate trasfor- sibili da attuare al fine di migliora-
mazioni. L’exergia, come funzione di stato, indica re le prestazioni del ciclo è neces-
la massima quantità di lavoro meccanico che è sario classificare le perdite in base
possibile ricavare dall’unità di massa di una certa alla loro origine.
Figura 4 – Schematizzazione ciclo
sostanza; tale quantità dipende, oltre che dallo Riferendosi al semplice ciclo fri-
frigorifero in cascata a due stadi
stato della sostanza stessa, dalle condizioni am- gorifero a compressione di vapore
biente, intendendosi con il termine ambiente è possibile individuare due tipi di
quel sistema immutabile in grado di fornire od perdite:
cicli separati con differenti refrigeranti R410a e assorbire qualunque quantità di energia termi- • perdite dovute alle caratteri-
R134a permette il raggiungimento di pressioni e ca. [1] stiche ed alla qualità dei com-
temperature non raggiungibili da un solo ciclo, In un ciclo frigorifero a compressione di va- ponenti utilizzati nel ciclo;
e inoltre, i due refrigeranti lavorano a tempera- pore, la potenza meccanica spesa è uguale al • perdite intrinseche del ciclo
ture e pressioni in cui danno il massimo rendi- flusso utile di exergia ceduto dall’evaporatore termodinamico.
mento. L’R410a lavora meglio con basse tempe- all’ambiente freddo maggiorato della somma Alla prima categoria apparten-
rature di evaporazione, mentre l’R134a con alte dei flussi di exergia persi nelle singole trasforma- gono le perdite al compressore e
temperature di condensazione. Nel caso di bas- zioni che compongono il ciclo. le perdite agli scambiatori. Risulta
se temperature di evaporazione (basse tempe- Si definisce come rendimento exergetico del ovvio che per avere buone effi-
rature esterne) ed elevate temperature di con- ciclo inverso il rapporto tra l’exergia utile ceduta cienze è necessario utilizzare com-
densazione (elevate temperature di produzione all’ambiente freddo e l’exergia spesa come lavo- ponenti di elevata qualità, ma non
dell’acqua) del fluido refrigerante un ciclo sem- ro di compressione. Tale rendimento rappresen- è il solo fattore. Ci sono dei limiti
plice funzionante con un solo refrigerante potrà ta anche il rapporto tra il lavoro del ciclo ideale e tecnologici e di costo che spesso
garantire prestazioni ottimali in termini di bassa quello del ciclo reale che danno lo stesso effetto limitano l’intervento sulla riduzio-
temperatura di condensazione se funziona con frigorifero. ne di tali perdite. Riguardo ai com-
R410a oppure, se funziona con R134a, le migliori Nella figura 5 è rappresentato qualitativa- pressori, sono molte le tipologie
prestazioni si avranno per le elevate temperatu- mente un ciclo frigorifero nel piano T-s con le re- disponibili ognuna con delle carat-
re di condensazione (si veda Figura 4). lative perdite in evidenza. teristiche che li rendono più adatti
Il circuito di bassa pressione a R410a lavora per un’applicazione piuttosto che
con una temperatura di evaporazione (relativa per un’altra. È importante quindi la
Figura 5 – Rappresentazione nel
alla temperatura dell’aria esterna) ed una tem- scelta del tipo di compressore che
piano T-s di un ciclo a compressione
peratura di condensazione che sarà la più bas- di vapore rappresenti il miglior compromes-
sa possibile, in relazione alle caratteristiche del T0: temperatura ambiente; Tu: so per l’applicazione specifica. Per
compressore utilizzato. temperatura utile della refrigerazione; ridurre le perdite per scambio ter-
Il ciclo di alta pressione ad R134a lavora inve- Tc: temperatura di condensazione; mico invece bisognerebbe utiliz-
ce con una temperatura di evaporazione, la più Te: temperatura di evaporazione zare scambiatori con una trasmit-
alta possibile. Questa è determinata dalla tempe- tanza più alta. Questo corrisponde
ratura di condensazione del ciclo di bassa, men- ad utilizzare materiali con caratte-
tre la temperatura di condensazione sarà relativa ristiche idonee e scambiatori con
alla temperatura di produzione dell’acqua calda. superfici maggiori; ovviamente ci
Tutto questo consente di massimizzare l’efficien- sono dei limiti pratici, tecnologici e
za del ciclo. Inoltre con l’R410a si hanno pressio- di costo sia sui materiali che è pos-
ni significative anche a bassissime temperature sibile utilizzare, sia sulla dimensio-
che permettono una maggior accuratezza nella ne degli scambiatori.
regolazione, mentre l’R134a consente di lavorare Alla seconda categoria, inve-
con pressioni relativamente basse anche ad ele- ce, appartengono le perdite nel-
vate temperature di condensazione necessarie la laminazione e quella dovuta al
per la produzione di acqua fino ad 80°C. calore perso per il desurriscalda-
mento. Nel caso in cui si impieghi
70 #16
un recupero di tale calore, questa perdita risulta
7° ENERGY FORUM sugli
essere molto ridotta, ma in quel caso non si par-
lerebbe di ciclo frigorifero semplice.
L’ammontare delle perdite exergetiche nella
Involucri Solari
6-7 Dicembre 2012, Bressanone, Alto Adige
laminazione e nel desurriscaldamento sono col-
legate alla forma della curva limite, e quindi alle
Per tutti gli interventi sarà disponibile la traduzione simultanea verso l’italiano
Analisi della compressione
e l’inglese. La quota d’iscrizione di 480 € comprende gli atti del convegno,
Differenze di temperature elevate tra evapo- due pranzi e tutte le pause caffè.
razione e condensazione comportano elevati
rapporti di compressione, determinando delle
condizioni di funzionamento del compresso-
re con valori del rendimento isoentropico non
ottimali.
I compressori volumetrici rotativi, infatti,
sono ottimizzati per un determinato rappor-
to di compressione. Anche piccoli scostamen-
ti del rapporto di compressione dal valore otti-
male portano ad un sensibile decadimento del
rendimento isoentropico. In Figura 6 è riportato Economic Forum, Monaco - Bolzano
Tel. +39 0471 340 050 - Fax +39 0471 089 703
info@energy-forum.com - www.energy-forum.com
qualitativamente l’andamento dei rendimenti Figura 6 – Rendimenti isoentropico e volumetrico per un compressore
isoentropico e volumetrico in funzione del rap- volumetrico rotativo in funzione del rapporto di compressione
porto di compressione.
ESPERIENZA DELLE AZIENDE
100
Il rendimento isoentropico presenta valo-
RENDIMENTO
ri elevati per un limitato range del rapporto di 90
VOLUMETRICO
compressione.
80
Ma il decadimento del rendimento isoentro-
η [%]
pico non è il solo effetto negativo degli elevati 70
rapporti di compressione. Anche il rendimento
60
volumetrico decade. Il rendimento volumetrico
è infatti dato dall’espressione 50 RENDIMENTO
ISONETROPICO
!
i 40
2 3 4 5 6 7 8
dove: rapporto di compressione
G è la portata di refrigerante che il compresso-
re elabora;
ΔG è la portata di refrigerante che rifluisce verso
l’ambiente di aspirazione.
Figura 7 – Rappresentazione
Per un dato compressore la portata G di-
di un ciclo in cascata a 2
pende dalla velocità di rotazione (aumenta con stadi nel piano p-h
essa), mentre la portata ΔG dipende dal rappor- Figura 8 – Esempio ciclo singolo
to di compressione; in particolare aumenta con operante a R134a con T esterna
l’aumentare di quest’ultimo. Per un fissato regi- = 0°C e T produzione acqua =
45°C. Il rapporto di compressione
me di rotazione si ha che se aumenta il rapporto
visto dal compressore è pari a 5,6.
di compressione aumenta la portata che riflui- In tali condizioni il rendimento
sce in aspirazione al compressore mentre la por- isoentropico ed il rendimento
tata elaborata rimane costante. Risulta evidente volumetrico della compressione
quindi come ciò comporti una riduzione del ren- decadono sensibilmente
dimento volumetrico. rispetto ai valori ottimali.
In Figura 7 è riportata una rappresentazione T acqua prodotta 45°C
Figura 9 – Esempio ciclo a due
schematica del doppio ciclo in cascata. I due ci- stadi con T esterna = 0°C e T
cli poiché operano con gas diversi, non sono re- produzione acqua = 45°C
almente rappresentabili con riferimento ad una β=5,6
in Figura 8. T esterna 0°C
°
72 #16
con il diminuire della temperatura Efficienza in raffrescamento singolo “full inverter”. La regolazione delle fre-
esterna (Figura 11). Durante il funzionamento in raffrescamen- quenza di alimentazione del compressore per-
La differenza con altri sistemi to la differenza tra le temperature, e quindi delle mette una regolazione continua della velocità di
70 sistemi a
doppio ciclo
del semplice EER che esprime l’efficienza della
60 macchina in determinate condizioni di lavoro, dà
50 con utilizzo di indicazione di come varia l’efficienza della mac-
40 resistenza china ai carichi parziali. Risulta evidente come un
elettrica
30 sistema operante con una logica di regolazione
integrativa
20 efficiente, capace di seguire il carico in maniera
20
‐20 15
‐15 10
‐10 5
‐5 0 5 10 15 continua, presenti un valore di ESEER elevato.
temperatura esterna [°C] Di seguito sono riportati i valori degli ESEER
calcolati per il sistema DUO per l’applicazione
con ventilconvettori, tipicamente alimentati con
acqua a 7°C e con ritorno a 12°C, e per l’applica-
zione con pannelli radianti, alimentati a 18°C e ri-
torno a 23°C (Figura 13).
Figura 12 – Confronto EER per temperatura di acqua prodotta pari a 7°C
L !G-*:==>9^?F<6I> fondamentali:
O +." • diminuisce il coefficiente di scambio termico
H
globale tra aria e fluido frigorigeno;
HT OZ OL OS O[ LO LM LU • aumentano le perdite di carico per l’aria che at-
)*:9?:*<=I<96: traversa lo scambiatore.
Entrambi gli effetti concorrono alla riduzione
dell’efficienza della macchina. Il metodo più uti-
lizzato per rimuovere la brina dallo scambiato-
re consiste nell’invertire il ciclo di funzionamen-
Figura 13 – Valori dell’ESEER per il sistema DUO per l’applicazione to della macchina passando dal funzionamento
con ventilconvettori e per l’applicazione con pannelli radianti in climatizzazione invernale al funzionamento in
climatizzazione estiva. In questo modo lo scam-
ESEER biatore che nel ciclo invernale funziona da eva-
6 poratore viene fatto funzionare come condensa-
5
5,4 tore, rilasciando calore che fa sciogliere la brina.
4
43
4,3 Ciò comporta che durante il ciclo di sbrinamen-
to la macchina non produce energia termica uti-
3 le ma anzi la sottrae all’ambiente e non solo; lo
sbrinamento genera assorbimento di energia
2 nell’alimentazione della macchina durante l’a-
1 zione e ne richiede ulteriore in seguito per resti-
tuire l’energia sottratta al circuito durante l’inver-
0
sione di ciclo.
utilizzo con venticonvettori utilizzo con panneli radianti
Analizzando meglio il fenomeno si osserva
#16 73
Seasonal COP – prEN14285 Figura 14-Seasonal COP per le tre fasce climatiche nelle tre
condizioni di funzionamento definite dalla prEN14285
La prEN14825 è una proposta di norma che definisce il 4,60
metodo di calcolo dell’efficienza per le pompe di calore
ESPERIENZA DELLE AZIENDE
4,20
su base stagionale e non solo in determinate condizioni 3,80
di funzionamento dichiarate dal costruttore. 3,40
Apparecchi con valori analoghi di COP possono mostra- 3,00 WARMER
re grandi differenze quando si valutino i coefficien- 2,60 AVERAGE
ti SCOP (Seasonal COP), la cui indicazione non è ancora 2,20 COLDER
obbligatoria. In particolare, a COP migliori non sempre 1,80
corrispondono valori più elevati di SCOP. Questo per- 1,40
ché il COP è un indice delle prestazioni della macchina 1,00
funzionante ad un valore specifico della temperatura T acqua 35°C T acqua 45°C T acqua 55°C
esterna che, come si sa, nel corso della stagione varia
sensibilmente. In Europa, presto sarà introdotta la de-
finizione univoca del coefficiente SCOP. Figura 15-Confronto fra i valori del Seasonal COP di
Nelle figure vengono riportati i valori del Seasonal COP polivalenti DUO con quelli di polivalenti monociclo a R410a
calcolati per il sistema DUO nelle condizioni definite
Seasonal COP con produzine di acqua a 55°C
nella norma e confrontati con quelli di una macchina 3,40
polivalente monociclo operante con R410a. 3,00
Come si evince dal confronto, la tecnologia DUO per-
2,60
mette di ottenere efficienze stagionali sensibilmente DUO
2,20
superiori rispetto ad un sistema monociclo. Polivalente monociclo
1,80
Sistema DUO, efficienze stagionali
1,40
Confrontare la resa di due pompe di calore basando-
si solo sui parametri COP ed EER, obbligatoriamente 1,00
WARMER AVERAGE COLDER
indicati sulla targa dati, può non essere sufficiente a
valutare le reali prestazioni delle unità.
Sono stati quindi definiti degli indici di prestazione stagionale che permettono di valutare le prestazioni delle macchine frigorifere su base stagionale.
che durante il processo di formazione, la brina CONCLUSIONI di utilizzare sistemi che permetta-
permane sulla superficie fredda con un depo- A fronte dei nuovi obiettivi, in termini di effi- no un migliore controllo dei cicli di
sito le cui caratteristiche e proprietà termofisi- cienza energetica, posti dalle normative vigen- sbrinamento, riducendo al mini-
che si modificano nel tempo, variando di con- ti, è stato analizzato l’utilizzo delle pompe di ca- mo le inversioni di ciclo, che come
seguenza lo scambio termico totale fra aria e lore come alternativa dei tradizionali sistemi a è ben noto, causano la perdita del
superfice fredda. Come riportato in letteratura caldaia. Le performance richieste da tali sistemi controllo del sistema ed un note-
[2],[3], la temperatura di parete, l’umidità relativa impongono delle condizioni di funzionamento vole spreco energetico.
e la velocità dell’aria sono i parametri più signi- che rendono problematico e poco efficiente l’u- È stato inoltre analizzato il fun-
ficativi che influenzano le proprietà della brina tilizzo di sistemi a pompa di calore operanti con zionamento di un impianto esi-
e la sua velocità di formazione. Il sistema DUO è un singolo ciclo. Dall’analisi fatta si evince come stente dotato di macchina con tec-
in grado di individuare quelle condizioni favore- per determinate applicazioni e fasce climatiche, nologia a doppio ciclo DUO. I
voli alla formazione di brina ed interviene nelle l’utilizzo di polivalenti a doppio ciclo in cascata risultati ottenuti hanno conferma-
primissime fasi della sua formazione. I tali condi- con gas refrigeranti diversi permetta di superare to come tali sistemi superino in ter-
zioni non è necessario ricorrere ad un’inversione i limiti dei sistemi monociclo, rendendo la tecno- mini di efficienza i migliori sistemi
del ciclo, ma è sufficiente modificare lievemente logia della pompa di calore competitiva ed affi- con “caldaia più refrigeratore” e le
le condizioni di funzionamento per riportarsi in dabile rispetto ai sistemi a combustione, anche macchine polivalenti a compres-
una situazione in cui la brina non può formar- nelle zone climatiche più fredde e per la produ- sione monociclo. n
si. Operando con tale logica si contrasta l’effet- zione di acqua ad elevate temperature.
to negativo della formazione di brina nelle sue Si è posta inoltre attenzione sull’effetto che * Francesco D’aurea e Francesco
prime fasi, quando il degrado delle prestazioni la formazione di brina sulle batteria ha sulle pre- Di Giovanni, Servizio Ricerca e
dell’evaporatore risulta molto contenuto e l’ef- stazioni delle pompe di calore, e sull’importanza Sviluppo – Thermocold
fetto negativo dell’intervento sulle prestazio-
ni risulta molto inferiore rispetto a quello che si
ha effettuando l’inversione del ciclo. Il numero BIBLIOGRAFIA
di inversioni di ciclo che il sistema deve effettua- [1] A. Cavallini, L. Mattarolo, “Termodinamica applicata”, Cleup editore, 1992.
re risulta ridotto notevolmente perché limitato ai [2] R. Oestin, S: Anderson, “Frost growth parameters in a forced air stream”, Int. J.Heat Transer, Vol.34 n° 4/5, 1991.
[3] Y. Hayaashi, “Study of frost properties correlating with frost formation types” J.Heat Transer, Vol.99, 1977.
casi in cui le condizioni di temperatura e umidità
[4] A. Malek, “Influence of cycle duration on thermal efficiency of an evaporator under frosting conditions”, pro-
dell’aria risultano critiche. ceedings of the Eurotherm seminar n. 33, 1993 Paris, C. Marvillet and R. Vidil editor
74 #16
CASE HISTORY
DESCRIZIONE INSTALLAZIONE DATI RILEVATI
La macchina è un sistema split, nell’unità esterna sono contenuti gli elementi del I valori rilevati sono riportati di seguito.
I<FD<9:IC9:*<=I<96:*VN-X*
R410a-R134a. Le stesse sono prodotte anche in configurazione packaged. \H
Questa soluzione split consente di avere in un locale tecnico protetto tutta la par- U
te idrica specie nelle zone a bassissime temperature esterne dove si voglia evitare H
l’ulteriore interposizione di scambiatori intermedi con glicole. FU
La macchina è progettata per produrre acqua calda da 35°C fino ad 80°C, per la F\H
produzione di sola acqua sanitaria in estate anche fino a circa 30°C di aria ester- F\U
H \H PH SH GH UH TH VH KH hH \HH \\H \PH \SH \GH \UH
na. In funzionamento estivo può produrre acqua refrigerata tra 3°c e 20°con aria )<FD>*V7?>96?X*
P;T
zione dell’acqua per la climatizzazione e l’acqua per il sanitario è effettuata su due
P;G
scambiatori diversi. A seconda delle richieste dell’utenza la macchina soddisfa le
P;P
esigenze dando priorità alla produzione di acqua calda sanitaria. H \H PH SH GH UH TH VH KH hH \HH \\H \PH \SH \GH \UH
La macchina è progettata per fornire una resa termica in climatizzazione invernale )<FD>*V7?>96?X*
e produzione di acqua sanitaria costante in ogni condizioni di temperatura esterna.
Il controllo della frequenza per i ventilatori ed il compressore dell’unità esterna per- Figura 20 – Media giornaliera della potenza termica resa dalla
macchina al netto della potenza persa per lo sbrinamento
mette una regolazione continua della macchina in funzione delle condizioni esterne.
\S
Nel funzionamento estivo la macchina inverte il ciclo a R410a mentre quello a R134a
!>I<6A:*I<9F?;:*VgeX*
\P
viene fermato. In tale configurazione la macchina funziona solo con il ciclo a R410a,
\\
recuperando il calore di condensazione per produrre acqua calda ad uso sanitario. \H
Il dettaglio dei dati rilevati è illustrato dalle tabelle di seguito. h
K
Figura 17 – Rappresentazione schematica H \H PH SH GH UH TH VH KH hH \HH \\H \PH \SH \GH \UH
dell’impianto realizzato )<FD>*V7?>96?X*
P1: pompa primario; P2: pompa secondario; P3:
pompa ricircolo; SC: scarico; SF: valvola di sfiato;
SV: valvola di sicurezza; GR: gruppo di riempimento; F: raccoglitore impurità; F valvola di intercettazione;
R: valvola di intercettazione; T: sonda di temperatura; EWR: condensatore/evaporatore; REC: recuperatore;
SR: serbatoio utenze sanitario; SU: serbatoio utenze climatizzazione; ET: vaso di espansione
Figura 16 – Unità
T
interna della macchina
T oggetto di analisi
M
T REC
T EWR
UNITA' UNITA'
INTERNA ESTERNA
UNITA'
TERMINALI
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CRISI, LAVORO E OCCUPAZIONE pag.7 • UNIVERSITÀ pag. 8 • DALL’ITALIA E DAL MONDO pag. 10 • DALL’ITALIA E DAL MONDO pag. 11 • VARIE pag. 10
SPECIALE/ FOCUS/
MONDO
Sostenibilità nell’edilizia
Considerando la crescita della domanda di alloggi a basso
Benessere
costo e l'esigenza di una maggiore sostenibilità degli inse
diamenti, l’edilizia residenziale sociale ben si presta per
sperimentare nuove soluzioni progettuali improntate sul
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da pag. 13 da pag. 19
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N. 1 - Gennaio 2012
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Nuovi vertici al CNI: il presidente degli Ingegneri Italiani illustra idee e strategie
Newsletter
DELLA
Roberto Di Sanzo
TRADIZIONE
Nr.01 – MERCOLEDÌ 18 GENNAIO 2012 FV INTEGRATO
L
e vicende di Fukushima La decisione desta meraviglia dott. ing. Carlo Valtolina
sono arrivate inattese e
e rammarico e richiama all’impegno
violente. Esse ci insegnano
che non conosciamo ancora a
Caro Collega, nessuno,
meglio di noi tecnici, co-
Perché la trattativa privata Meno coStoSo, più appetiBile
La Manovra Salva
dott. ing Franco Ligonzo
sufficienza la nostra Terra, ed i nosce il valore essenziale
metodi migliori per soddisfare le Sia chiaro: la mia meraviglia cesco Profumo, infatti, è sta- dell'aggiornamento conti-
non piace all’Antitrust
Italia cambia i
nostre attuali esigenze. In questa non è per nulla una critica to a lungo rettore del Poli- nuo, oltre quello della cul-
nota riassumiamo le fonti di ener- alla scelta dei ministri tecnico di Torino e da qual- tura e, per 60 anni, il no-
ISOLAMENTO
1
gia necessarie al nostro progresso fatta dal Premier, che mese era passato alla stro Giornale ha cercato
&$ , & !'%
civile. Si ribadisce la necessità di
sviluppare nuove indagini e di
aprire nuovi laboratori.
lavori pubblici Prof. Mario Monti, presidenza del CNR.
fatto che nel suo l’Università e della Ricerca,
E il
ma è la reazione al ministero dell’Istruzione,""&
del-
di soddisfare
ze, dandosi
queste esigen-
mission—
una
“cogliere e interpretare lo
>pag.4
come funziona il cappotto acustico?
47
Si sottolinea l’importanza delle cosiddetto “gover- che gli è stato affidato, sap- spirito del tempo” (n.13
Università, nel loro ampio signi- no tecnico” c’è un piamo essere di grandissimo del 15/7/09) e seguendo
ficato di deposito di conoscenza, solo ingegnere. Cer- peso in un’economia della una linea editoriale che io
di luogo di indagine attiva su
quanto ancora non conosciamo,
e di deposito della cultura rag-
tamente quest’unico conoscenza. Meraviglia, pe-
ingegnere è persona rò, che non siano stati scelti
ben nota: il Prof. Ing. Fran- altri ingegneri-architetti-geo-
stesso nel settembre 2010
(n.14 del 1/9/2010) avevo
riassunta in sei punti:
RETROFIT ENERGETICO
giunta, da trasmettere alle nuove n “no” alla banalizzazione
segue a pag. 3 e 4
segue a pag. 5 dei problemi complessi;
“si” al dare spazio alle di-
re-Skinning awards for buildings
verse analisi, purché com-
2 plete, motivate e docu-
Infrastrutture e project
ENERGIA NUCLEARE
MITI DA SFATARE
GIUSEPPE LANZAVECCHIA mentate;
ANNO ACCADEMICO/1 n “no” alle soluzioni sem-
LAVORO E OCCUPAZIONE POLITECNICO
plicistiche; “si” al sostenere
DI MILANO: La situazione mondiale soluzioni che, pur semplici,
e quella culturale
periodo;
EVENTI
dott. ing. Alessandro clerici n “no” all’intolleranza in-
a pag. 8 PRESIDENTE CNI
tellettuale; “si” alla discus-
!%&!(!$!%" %'($ & sione rispettosa delle idee
altrui; Modello tedesco per le tariffe
report Mce 2010
N
el 1996 ho pubbli- di di competizione sempre %! "$ %$() "$!&&)!
ANNO ACCADEMICO/2 n “no” al bla-bla-bla fine
cato un libro (1) che più diretta tra le diverse aree UNIVERSITÀ
! %'&)! "$ $ !, ! $ ! zio a sé stesso; “si” al dare spa-
!alle &$$! + $%-
esaminava per di- geopolitiche. L’evoluzione DEL SALENTO: idee portatrici di
versi paesi industrializzati richiedeva cambiamenti ' %"&& !
Conoscienza %!%!"&
valore aggiunto; %&'
IMPIANTI
l’evoluzione – dal 1960 al strutturali di lavoro e occu- n “no” a una linea edito-
1995 – di economia, occu- pazione: aumento dell’età ! &$&&
e sapere —
>pag.5 "$!%%! riale —
asservita >pag.13
a interessi di
pazione, forza lavoro; de- lavorativa (fino a 65–70 an- parte; “si” a un’informazio-
mografia per sesso, fasce ni) dovuto alla maggior du- ne plurale e indipendente;
d’età, fertilità, mortalità, du-
rata della vita, processi mi-
rata della vita; scomparsa
di tante attività del passato
a pag. 8
RAPPORTO CNI
n “no” ad accettare che il
comportamento eticamen- Satelliti d’utenza
gratori; società (come l’in- e comparsa di altre del tutto ! "!$& te corretto %% $ $%"&&!
finisca là dove
gresso delle donne sul mer-
cato del lavoro); necessità
nuove; riduzione del lavoro
dipendente a favore di quel-
RICHIAMO3
TITOLO DEL
SUI BANDI DI ! %&%%! "$!! comincia
mente
quello “penal-
$!!
rilevante”; “si” ad! (! -
di una continua crescita lo autonomo; attività sem- %!"$&&'&&!')! accettare un limite etico —>pag.8
economica in tutto il mon- pre più sofisticate e prepa- RICHIAMO: PROGETTAZIONE tanto più stringente quanto
do in un contesto di globa-
lizzazione crescente, e quin- segue a pag. 7 a pag. 8 a pag. 6 segue a pag. 5
Andamento del prezzo del petrolio e dei prezzi dell'energia elettrica e
Le Rinnovabili 260
del gas per un consumatore domestico tipo
Numeri indici: gen 2007 = 100 BANDI
NOVITÀ NORMATIVE
250
230
IMMOBILIARE
aumenti della
220
210
ENERGIA E RETI
200
bolletta elettrica
190
180
170
160
PROFESSIONI
! +
! ! $-
150
140
IMPIANTI
! %&' " & ""'$
130
100
TERRITORIO
$ '% "$ ' "$)- E AMBIENTE
90
80
MATERIALI
Apr-07
Apr-08
Apr-09
Apr-10
Apr-11
Jan-07
Jul-07
Oct-07
Jan-08
Jul-08
Oct-08
Jan-09
Jul-09
Oct-09
Jan-10
Jul-10
Oct-10
Jan-11
Jul-11
Oct-11
Jan-12
PERSONAGGI
Brent (€/b)
Prezzo energia elettrica (consumatore domestico tipo)
Prezzo gas (consumatore domestico tipo)
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#13
DOSSIER MONOGRAFICO
Ventilazione
FOCUS TECNOLOGICO
Evacuazione fumi e
compartimentazione
riscaldamentoambien tegia
ener riscaldamentoambien tegia
ener riscaldamentoambien tegia
ener riscaldamentoambien tegia
ener
condizionamento ambiente
uomo condizionamento ambiente
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MONITORAGGIO POmPA di CAlOre vs CAldAiA A COndensAziOne
TEMPI DI MESSA A REGIME DEI SISTEMI IMPIANTO GEOTERMICO
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