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#16

riscaldamentoenergia
ISSN:2038-2723

condizionamento
ambienterefrigerazi
condizionamento

riscaldamentoambie
en
am
condizionamento u
gia riscaldamen
enerambiente
refrigerazion

EURO15
La rivista PER i professionisti DEGLI IMPIANTI HVAC&R ANNO 3 - OTTObre 2012
Organo Ufficiale AiCARR

POMPE DI CALORE,
COME DIMENSIONARLE
ACCUMULO AD IDROGENO,
QUALI VANTAGGI?
CLIMATIZZAZIONE SATELLITARE
E PRESTAZIONI ENERGETICHE
RADIANTE NEI CAPANNONI
CASE STUDY
RISCALDAMENTO CON RECUPERO
DEL CALORE DI CONDENSAZIONE
BARRIERE D’ARIA,
QUANDO NON FUNZIONANO?

IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
RECUPERO DI CALORE
POSTE ITALIANE SPA – Posta target magazine - LO/CONV/020/2010.
MOSTRA E CONVEGNO INTERNAZIONALE
“ POLITICA, ISTITUZIONI E
RESPONSABILITà DEI CITTADINI
“L’utilizzo delle fonti rinnovabili è OBBLIGATORIO
per tutti gli edifici ad USO PUBBLICO qualora non vi siano
impedimenti di natura tecnica o economica”

Correva l’anno 1991 e lo imponeva la legge 10.


Abbiamo perso venti anni. Di chi è la responsabilità?

Spesso, da bravi italiani, ci lamentiamo della classe


politica, e questi tempi bui sembrano darci ragione. Tuttavia, a
volte, una serena autocritica non guasterebbe affatto. La legge
10 era lungimirante, come dovrebbero essere sempre gli atti
governativi: tracciava una rotta ben precisa. Siamo stati noi a
non seguirla. Spesso “l’impedimento di natura tecnica” era una
semplice frase del progettista che cassava pompe di calore,
piuttosto che altre fonti rinnovabili, senza un motivo ben preciso.
Erano gli anni del famigerato CAF (Craxi, Andreotti, Forlani), della
fine della cosidetta prima repubblica, dell’inizio di tangentopoli:
classe politica malata, ma ancora in grado di produrre buone
Ora, in tempi bui, c’è chi confonde la politica
con l’istituzione e pensa che un’associazione non debba
“sporcarsi con le mani” con questa classe dirigente. È una visione
miope, qualunquista e sbagliata in partenza, perché confonde il
dovere di singolo cittadino da quello di un’associazione.

Fare politica, significa dare giudizi morali: è un diritto


del cittadino, espresso dal voto. Chi dialoga con le istituzioni,
come rappresentante di un’associazione, non può e non deve
esercitare nessun giudizio morale su chi rappresenta l’istituzione.
In sintesi, non deve fare politica.

Le istituzioni sono formate da politici, nominate da


politici. Pertanto, come rappresentanti di un’associazione, spesso
ci si trova di fronte non chi sie è votato, ma portatori di idee
evisioni morali diverse dalle proprie. Tuttavia è doveroso quanto
etico discutere con loro: l’istituzione è di tutti gli italiani così come
l’associazione è di tutti i soci, indipendentemente dal loro credo
leggi. Le colpe della mancata applicazione stanno altrove. politico.

Anche AiCARR ha le sue responsabilità: non Personalmente non amo i furori antipolitici, li trovo
ha mai denunciato pubblicamente lo scempio che si stava demagogici, ma li rispetto nell’ambito delle prerogative del
consumando. Certo, organizzava bellissimi convegni su questi singolo cittadino. Li trovo, invece, devastanti quando li si vuole
temi, con anche 150 – 200 partecipanti, ma tutto si fermava là. trasferire in un’associazione culturale: la portano fuori dai luoghi
AiCARR è un’associazione elitaria nel suo DNA, e nel corso degli dove si prendono le decisioni, la rendono inutile.
anni si è spesso arroccata in una lucente torre d’avorio, senza Non serve a nulla fare cultura, se poi ci si
capire che, con il passare degli anni, il paesaggio cambia e la scontra con una realtà diversa. Da anni sosteniamo che la
torre rischia di confondersi con la vegetazione. certificazione energetica così come è fatta è monca, perché non
Tutte le volte che siamo scesi dalla torre, i considera l’estate, ma tuttora rimane così. Quando si interviene
risultati si sono visti. Il dialogo con le istituzioni, da CTI e UNI, con proposte concrete, però, a volte si riesce a farsi ascoltare.
ai vigili del fuoco, ai ministeri, fino alle commissioni parlamentari È di queste ore la notizia che si interverrà sull’allegato 3 del DL
deve essere l’obiettivo di ogni associazione culturale: in quei 28/11 sulle fonti energetiche rinnovabili: anche se con soluzioni
luoghi si getta il seme per veder cresce norme e leggi in grado di diverse da quelle proposte da AiCARR, verranno superate tutte
rispettare i principi della fisica, prima ancora di quelli del sano le problematiche da noi sollevate con il nostro position paper.
buonsenso. Personalmente, la trovo una vittoria importante, perché è
proprio questo lo scopo di un’associazione culturale: aiutare le
istituzioni a migliorare leggi e norme, nell’interesse di tutti.

Michele Vio, Presidente AiCARR


Editoriale 2 Novità prodotti 6 AiCARR Informa 77

ATTUALITà

10
Periodico
Tutte le novità del Conto Energia termico
Organo ufficiale AiCARR
Svolta nella politica energetica sulle rinnovabili. A fine anno si raggiungerà
il tetto previsto per le rinnovabili elettriche al 2020 e cominceranno gli
incentivi per le rinnovabili termiche. Disponibili 900 milioni di euro Direttore responsabile ed editoriale Marco Zani
a cura della Redazione Direttore scientifico Michele Vio
Consulente scientifico Renato Lazzarin
POMPE DI CALORE Consulente tecnico per il fascicolo Luigi Tischer

12 Pompe di calore, come dimensionarle?


Partendo dalla basilare differenza fra pompe di calore e caldaie, vengono fornite alcune linee
guida per il corretto dimensionamento degli impianti di riscaldamento con pompa di calore
Comitato scientifico
Paolo Cervio, Sergio Croce, Francesca Romana d’Ambrosio
Alfano, Renato Lazzarin, Luca Alberto Piterà, Mara Portoso,
Michele Vio, Marco Zani
di Michele Vio Redazione Alessandro Giraudi, Silvia Martellosio,
Marzia Nicolini, Erika Seghetti
STAND ALONE redazione@aicarrjournal.org

18 Il vantaggio dei sistemi di accumulo ad idrogeno Art Director Marco Nigris

In caso di edifici ad energia zero in condizioni stand-alone, l’integrazione ad idrogeno Grafica e Impaginazione Fuori Orario - MN
risulta più vantaggiosa rispetto ad un tradizionale sistema con accumulo al Li-ion Hanno collaborato a questo numero
Riccardo Antoniazzi, Michel Bruni, Nicolandrea Calabrese, Francesco D’Aurea,
di Marco Surra
Michele De Carli, Francesco Di Giovanni, Stefano Faganello, Enrico Galaverna,
Samantha Graci, Antonio Polito, Paola Rovella, Marco Surra,
PERDITE DI DISTRIBUZIONE Alessandro Veronesi, Giacomo Villi, Michele Vio, Angelo Zarrella

26 Climatizzazione satellitare e prestazioni energetiche


Il sistema di generazione centralizzata dell’energia, abbinata al sistema satellitare
con contabilizzazione alle singole utenze è caratterizzato da perdite di distribuzione
Pubblicità Quine Srl
20123 Milano – Via Spadari, 3 – Italy
Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 72016740
molto contenute, sia in regime di riscaldamento sia in raffrescamento. Maggiore Traffico, Abbonamenti, Diffusione
attenzione progettuale va invece prestata al sistema per la distribuzione dell’ACS Rosaria Maiocchi
di Michele De Carli, Stefano Faganello, Samantha Graci, Giacomo Villi e Angelo Zarrella
Editore: Quine srl www.quine.it

radiante NEI CAPANNONI Presidente Andrea Notarbartolo

34
Amministratore Delegato Marco Zani
Climatizzazione industriale per irraggiamento
Direzione, Redazione e Amministrazione
Dimensionamento, progettazione e comfort: potenzialità e limiti delle tecnologie radianti 20123 Milano – Via Spadari, 3 – Italy
di Michele De Carli e Antonio Polito Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 72016740
e-mail: redazione@aicarrjournal.org
CASE STUDY Servizio abbonamenti

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Quine srl, 20123 Milano – Via Spadari, 3 – Italy
Supermercato, riscaldamento con Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 70057190
recupero del calore di condensazione e-mail: abbonamenti@quine.it
Il sistema ha previsto l’installazione di centrali di compressione del freddo alimentare con Gli abbonamenti decorrono dal primo fascicolo raggiungibile.
scambiatori di calore e di un’unità roof-top dotata di inverter sui ventilatori di mandata e ripresa Stampa CPZ spa - Costa di Mezzate -BG
di Riccardo Antoniazzi AiCARR journal è una testata di proprietà di
AICARR – Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria,
Riscaldamento e Refrigerazione
BARRIERE D’ARIA

54
Via Melchiorre Gioia 168 – 20125 Milano
Quando non funzionano? Tel. +39 02 67479270 – Fax. +39 02 67479262
www.aicarr.org
Solo con un’installazione corretta ed una manutenzione efficace è possibile Posta target magazine - LO/CONV/020/2010.
ridurre del 75-80% i consumi dovuti all’apertura e alla chiusura delle porte Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 12191
di Enrico Galaverna Responsabilità
Tutto il materiale pubblicato dalla rivista (articoli e loro traduzioni, nonché immagini e
illustrazioni) non può essere riprodotto da terzi senza espressa autorizzazione dell’Editore.
Manoscritti, testi, foto e altri materiali inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non
SISTEMI DI GENERAZIONE verranno restituiti. Tutti i marchi sono registrati.

58
INFORMATIVA AI SENSI DEL D.LEGS.196/2003
Solar heating and cooling abbinato a pannelli Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per poter effettuare i servizi relativi
radianti e fan coil, prestazioni invernali a spedizioni, abbonamenti e similari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal D.Legs.196/2003.
Titolare del trattamento è Quine srl, via Spadari 3, 20122 Milano (info@quine.it). Si comunica inoltre
L’utilizzo dell’impianto ha permesso di risparmiare, in termini di combustibile, 574 che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile
Quine srl e cui è possibile rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Legs 196/2003.
Nm3 di gas metano e il sole ha coperto il 56% dei consumi per il riscaldamento
© Quine srl - Milano
di Nicolandrea Calabrese, Michel Bruni, Alessandro Veronesi e Paola Rovella
Associato Aderente

ESPERIENZA DALLE AZIENDE Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in

68
conformità al Regolamento C.S.S.T. Certificazione Stampa Specializzata Tecnica
Polivalenti idronici a doppio ciclo, Per il periodo 01/01/2011 - 31/12/2012
monitoraggio delle prestazioni energetiche Tiratura media n. 9.535 copie
L’utilizzo di polivalenti a doppio ciclo in cascata con gas refrigeranti Diffusione media 9.451 copie
Certificato CSST n. 2011-2252 del 27/02/2012 – Società di Revisione Metodo s.r.l.
diversi permette di superare i limiti dei sistemi monociclo
di Francesco D’aurea e Francesco Di Giovanni Tiratura del presente numero: 10.000 copie
33,3% energia
rinnovabile

150% efficienza
termica

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il tuo immobile
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Pompe di calore ad assorbimento a metano + energia rinnovabile aerotermica


per riscaldare e condizionare la Certosa di Pavia
L’esigenza:
All’interno della Certosa di Pavia, abbiamo riscaldato e condizionato l’antica foresteria destinata
ad accogliere pellegrini e fedeli. L’esigenza era quella di contenere i consumi energetici,
principale fonte di spesa e di impatto ambientale, utilizzando una notevole quota di energie rinnovabili.

I vantaggi della pompa di calore Robur:


• Utilizzando il 33,3% di energia rinnovabile aerotermica, supera un’efficienza termica (GUE) del 150%(1),
riducendo in modo proporzionale i costi annuali per il riscaldamento e le emissioni di CO2 rispetto alle
migliori caldaie a condensazione. Equivalente a COP 3,75 calcolato con fattore di conversione energia pari a 2,5.
(1)

• Valorizza l’immobile perché ne aumenta la classe energetica contribuendo ad alzarne il valore al metro
quadro… fino a 100 euro in più!
• Riduce fino all’86% il fabbisogno di energia elettrica rispetto a sistemi elettrici tradizionali, grazie al
prevalente utilizzo di metano.
• L’installazione è sostenuta da programmi nazionali e locali di incentivazione.

Ogni unità installata, ogni anno evita l'emissione di 3,4 tonnellate di CO2, equivalenti a quanto viene assorbito
da 457 alberi o alle emissioni di 2 automobili ecologiche. Risparmia inoltre ogni anno 1,6 Tonnellate
Equivalenti di Petrolio (TEP) rispetto ad un impianto dotato di caldaia tradizionale.

Pompe di calore
ad assorbimento
reversibili Robur
per la Certosa di Pavia

Documentarsi conviene
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Novità Prodotti
Server al fresco
CCD, acronimo di Climaveneta Cooling Door, è il nome della nuova unità ad acqua messa a pun-
to dall’azienda di Bassano del Grappa per il raffreddamento diretto dell’aria in uscita dai server,
in particolare dai gruppi ad alta densità, con oltre 40 kW/m² per rack. Il sistema può essere con- Pulizia delle camere
figurato sia in versione stand-alone per il raffreddamento di un singolo rack, sia integrato in im-
pianti di condizionamento esistenti per adattarsi alle di-
di combustione
verse condizioni operative. La particolarità di Climaveneta delle caldaie
Cooling Door è che l’unità viene installata direttamente
nella parte posteriore del rack, adeguandosi alla struttu-
ra esistente e senza ulteriori ingombri. La posizione sul re-
tro è infatti quella ideale per convogliare in modo efficien-
te l’aria calda di espulsione dal rack e raffreddarla. L’unità
coniuga l’efficienza di un sistema idronico con l’impiego
di ventilatori a commutazione elettronica EC. Anche gra-
zie al controllo dinamico autoadattante, si ottengono va-
lori di EER superiori a 180. L’affidabilità del sistema, consi-
derata la particolare applicazione, è garantita dalla totale
ridondanza del sistema di raffreddamento. Grazie alla ver- Un prodotto appositamente studiato per pulire le camere di com-
sione “dual” con doppia batteria di raffreddamento e dop- bustione delle caldaie a condensazione durante i consueti inter-
pia valvola di regolazione completamente indipendenti, venti di manutenzione. Prodotto da Cillichemie, Cillit-KK Cleaner
il sistema di raffreddamento arriva a garantire il 100% di ha la proprietà di pulire in profondità e in breve tempo e risulta,
back-up, favorendo lo sfruttamento del sistema free coo- inoltre, utilizzabile per tutti i metalli con i quali vengono realizzate
ling da un lato e il collegamento ad un chiller ad acqua re- le camere di combustione, quali rame, acciaio inossidabile e leghe
frigerata dall’altro. CCD è disponibile in quattro taglie per la di alluminio. Nè acido, né alcalino, Cillit-KK Cleaner non è infiam-
versione “Basic” e due per la versione a due batterie “Dual”, mabile, né un comburente, ma è biodegradabile, assicura di non
con un range di potenza frigorifera da 26 a 40 kW. esalare odori sgradevoli o/e irritanti durante la pulizia della calda-
www.climaveneta.it ia e di non danneggiare la protezione antifiamma sul fondo del-
le camere di combustione, garantendo massima tranquillità. Ulti-
mato l’intervento e pulizia della camera di combustione, la stessa
può essere lavata con acqua che può essere tranquillamente scari-
cata, trattandosi di un prodotto ecocompatibile. Cillit-KK Cleaner è
disponibile in confezioni da 1 kg, 5 kg e 10 kg.
www.cillichemie.com
VRV per l’aria primaria
Si chiama VRV IV, il nuovo sistema di climatizzazione a espansione diretta di Daikin. Oltre all’abbi-
namento a un’ampia gamma di unità interne – VRV, residenziali, nuove cassette round flow
– per il raffrescamento e il riscaldamento, questa soluzione offre la possibilità di connes-
sione alle barriere d’aria e ai sistemi di ventilazione per il trattamento dell’aria di rinnovo,
permettendo la produzione di acqua calda a bassa (tra 25 e 45°C) e fredda (tra 10 e 20°C)
temperatura con i moduli Hydrobox. Tra le innovazioni del nuovo sistema il riscaldamento
continuo, che permette di fornire calore agli ambienti anche quando si attiva il ciclo di sbrina-
mento, il controllo dinamico della temperatura del refrigerante e il software VRV Configurator,
il quale consente di configurare anche più sistemi installati in edifici diversi, utilizzando le stes-
se impostazioni predefinite. Con il VRV IV, Intelligent touch manager. Daikin propone an-
che il nuovo sistema di controllo Intelligent Touch Manager, attraverso il quale è pos-
sibile gestire fino a 2.560 gruppi di unità interne. Oltre alle funzioni tradizionali, tale
sistema dispone anche dell’opzione Smart Energy Management per il monitoraggio
del consumo energetico giornaliero. Inoltre, con un programma dedicato è possibile an-
che identificare quali unità presentano i consumi maggiori, intervenendo per ridurne l’in-
cidenza sull’efficienza energetica di tutto l’impianto.
www.daikin.it

6 #16
Sistemi
Ibridi
Integrati
Novità Prodotti
Regolare la temperatura
degli apparecchi frigoriferi Pochi “click” per la diagnosi
Danfoss presenta una nuova gamma di regolatori per il controllo della temperatura degli appa-
recchi frigoriferi – per il controllo di uno o due compressori, sbrinamento, ventilatori, resistenza,
dell’impianto termico
luci e funzione di allarme. La gamma è composta dai regolatori: EKC 102, 202, 302 e AK-CC 250 Testo presenta sul mercato uno strumento multifunzione per l’analisi di combu-
e 350; l’EKC 202 viene utilizzato per il montaggio sul pannello anteriore, mentre l’EKC 302 per il stione di impianti termici, che consente di eseguire tutte le funzioni necessarie
montaggio su barra DIN. Dato che il controllore comprende 2 termoregolatori, il segnale può es- attraverso un menù intuitivo e ben strutturato. Ai fini della misura diretta, testo
sere ricevuto da uno o due sensori di temperatura. Il sensore è posizionato nel flusso di aria fred- 320 ha due sensori di gas per O2 e CO, una sonda per la temperatura dei fumi e
da a valle dell’evaporatore e/o nel una per la temperatura ambiente. Da questi dati, lo strumento calcola tutti i pa-
flusso di aria calda a monte dell’e- rametri di misura rilevanti come valore di CO2, il rendimento e le perdite in cami-
vaporatore. Inoltre, le funzioni de- no. Le sonde disponibili come accessori consentono di misurare molti altri pa-
siderate vengono attivate o disat- rametri. Grazie all’autoazzeramento automatico e alle speciali celle installate,
tivate da due o quattro relè; questo lo strumento è pronto per misurare 30 secondi dopo l’accensione. Le celle sono
determina la funzione di refrigera- precalibrate, rapidamente sostituibili dall’utente e garantite 3 anni.
zione, sbrinamento, ventilazione, www.testo.it
allarme e luci.
www.danfoss.com

Nuova gamma di unità Rooftop


Carrier presenta la nuova gamma di unità Rooftop 50/48UA-UH, disponibili in sette taglie e
progettati per il condizionamento dell’aria di grandi ambienti, come i supermercati, installa-
bili in edifici nuovi o ristrutturati. Le unità, equipaggiate con il refrigerante R-410A, completa-
no la linea di unità Carrier Rooftop e Packaged e, inoltre, offrono possibilità di raffrescamento
e riscaldamento, con capacità frigorifera nominale compresa tra 44 e 109 kW e alti coefficien-
ti di efficienza energetica. Includono inoltre: free cooling, un compatto Modulo di Recupe-
ro dell’Energia (ERM) a doppio flusso, reimpostazione del set point della temperatura basato
sulla temperatura dell’aria esterna, per un migliore risparmio energetico fino a quattro gra-
dini di parzializzazione per efficienza a carico parziale delle prestazioni e motore ventilato- Sistema di rivelazione
re ad alta efficienza. Tutte le unità possono essere dotate di pre-filtri F6 e filtri F7 per poter ri-
spettare le normative locali e fornire una migliore qualità dell’aria interna. Il sensore opzionale
fughe di gas
CO2 assicura bassi livelli di concentrazione di CO2 nell’edificio. Pro-Dialog+. Una delle carat- Per monitorare la concentrazione di metano, GPL, monossido di carbonio, gas esplo-
teristiche più importanti delle unità è il controllo Pro-Dialog+, dotato di un avanzato micro- sivi e velenosi, Seitron lancia sul mercato Multigate. Ideale per parcheggi sotterranei
processore con algoritmi auto-adattivi, per soddisfare le esigenze di raffreddamento o riscal- o coperti e per edifici a uso industriale e commerciale, il sistema può arrivare a moni-
damento dell’edificio, nonché le richieste di risparmio energetico del cliente. Pro-Dialog+ torare una superficie fino a 5/6000 m². Questo è possibile gra-
incorpora funzioni di diagnostica, dati storici e di pianificazione del tempo. zie a diversi dispositivi – fino a un massimo di 32 tra-
www.carrier.it smettitori – che, integrati insieme, garantiscono la
sicurezza contro le fughe di gas.
Multigate è basato su un’unità centrale e disposi-
tivi di monitoraggio SX. A questi si ag-
giungono i moduli ausiliari che poten-
ziano ulteriormente le funzionalità. La
centralina comunica con i rivelatori at-
traverso il protocollo S-bus. Nel caso
quindi i sensori misurino una concentra-
zione superiore alle soglie di sicurezza imposta-
te, Multigate lancia l’allarme attraverso 4 relè di uscita
(1 di preallarme, 2 di allarme e 1 di segnalazione guasto).
www.seitron.it

8 #16
A . P S. 1 2 0 3 _ S - C S V-I Q _ I T //
CSV

FUNZIONAMENTO EFFICIENTE.
RAFFREDDAMENTO INTELLIGENTE.

Condizionamento, raffreddamento di centri di calcolo, pompe di calore o processi di refrigerazione


industriale: ciò che serve è la massima effi cienza e la migliore precisione ed affi dabilità. Tutto questo
è esattamente quello che fa il nuovo rivoluzionario ed intelligente compressore a vite compatto CSV.
Con inverter di frequenza integrato, garantisce un controllo ottimale con contemporaneo monitoraggio
dei limiti di applicazione. Defi nisce inoltre nuovi riferimenti in termini di effi cienza a carico parziale e di
efficienza stagionale. Maggiori informazioni su www.intelligent-compressors.com
Attualità

Le novità del Conto


Energia termico
È
imminente la pubblicazione del Conto Energia
termico, il nuovo Decreto sulle rinnovabili Svolta nella politica energetica sulle rinnovabili. A fine
termiche che potrebbe già partire con l’i-
nizio del nuovo anno. Tante le novità, in partico-
anno si raggiungerà il tetto previsto per le rinnovabili
lare per il settore pubblico il quale, finora esclu- elettriche al 2020 e cominceranno gli incentivi per le
so dal 55%, potrà ora accedere agli incentivi del
nuovo Conto, intervenendo su tutta una serie di rinnovabili termiche. Disponibili 900 milioni di euro
edifici vetusti sparsi sul territorio. Anche i priva-
ti, tuttavia, vedranno cambiarsi le carte in tavola, a cura della Redazione
potendo per la prima volta scegliere se usufru-
ire della detrazione del 55% o invece rivolgersi richiesti per interventi su edifici esistenti o unità Popolari), e privati, mentre – nell’at-
ai nuovi aiuti previsti dal Conto Energia termico. immobiliari di qualsiasi categoria catastale, nuo- tuale versione della bozza – quelli
vi edifici ultraefficienti (classe A), impianti termici per l’efficienza energetica sono ri-
per il condizionamento invernale e per la produ- servati ai soggetti pubblici. Fino ad
zione di ACS (acqua calda sanitaria), elettrodo- oggi, infatti, i privati beneficiano
mestici, motori e inverter. Per quanto riguarda dello sgravio fiscale del 55%: la
le tipologie di tecnologie ammesse a incenti- composizione delle due misure in
vo, esse saranno suddivise per categoria, a par- un disegno organico, sottolinea
Gli obiettivi del Conto Termico tire dagli “impianti di piccole dimensioni”, tra cui Sebastiano Serra, rappresenta uno
A parlarne, nel corso della conferenza figurano pompe di calore e scaldacqua a pom- dei principali nodi che si sta scio-
“Heat4U” organizzata giovedì 11 ottobre 2012 pa di calore, con potenza nominale inferiore a gliendo. Nel primo biennio di ap-
da Robur, è Sebastiano Serra, in rappresentanza 500 kW, e solare termico e solar cooling per su- plicazione è previsto un costo
del Ministero dell’Ambiente. «Con il nuovo Conto perficie solare lorda inferiore ai 700 m². Soggetti complessivo massimo di 900
Termico, – spiega Serra – si intende creare uno pubblici e privati potranno richiedere i nuovi Milioni di Euro che, in analogia con
strumento di incentivazione per interventi di pic- incentivi per l’installazione di pompe di calore le FER elettriche, sarà coperto a va-
cole dimensioni volti alla produzione di ener- (elettriche, a gas ed anche geotermiche), solare lere sulle tariffe del gas naturale.
gia termica da fonti rinnovabili e all’incremento termico e solar cooling e generatori di calore a Per tutte le tecnologie ammesse a
dell’efficienza energetica». Tra gli obiettivi, anche biomassa, questi ultimi soltanto in caso di sosti- incentivo, il nuovo decreto stabili-
quello di creare un meccanismo incentivante sul tuzione di altri impianti a biomassa (responsabi- sce una serie di valori prestazionali
modello del “conto energia” dedicato alle FER ter- li di emissioni inquinanti), gasolio o carbone. Tra minimi. In particolare, l’incentivo ri-
miche, che contribuisca al raggiungimento degli le principali novità introdotte dal nuovo Conto, sulta commisurato all’energia rin-
obiettivi nazionali di sviluppo delle fonti rinno- l’accordo di incentivi a soggetti pubblici per pro- novabile prodotta e al risparmio
vabili, e il proposito di sviluppare il ruolo esem- cedere a piccoli interventi di efficienza energeti- energetico conseguito e sarà diffe-
plare della Pubblica Amministrazione, attraverso ca sovrapponibili a quelli del 55%. Tra questi l’iso- renziato per taglie e zone climati-
un meccanismo di incentivazione diretto, in gra- lamento termico di pareti, coperture, pavimenti, che. Per gli impianti a biomassa o
do di ridurre la barriera finanziaria di investimen- la sostituzione di finestre ed anche l’installazione con pompe di calore fino a 35 kWt
to iniziale. Non soltanto: con la nuova iniziativa di generatori di calore a condensazione. Il nuo- e solari termici fino a 50 m², l’am-
si vuole consentire quel salto in avanti necessa- vo provvedimento, inoltre, intende incentivare montare annuo dell’incentivo è co-
rio affinché il comparto del solare termico giun- l’installazione di sistemi di schermatura e/o om- stante, calcolato a forfait ed eroga-
ga preparato agli obiettivi di efficienza europea breggiamento fissi o mobili, non trasportabili, in to per un biennio. Per quanto
del 2020 fissati dalla Commissione Europea. A edifici esistenti. Infine, tra gli obiettivi del nuovo riguarda, invece, gli impianti di ta-
differenza del settore delle rinnovabili elettriche Conto, anche quello di giungere a introdurre, col glia maggiore, l’ammontare annuo
(solare fotovoltaico), che già quest’anno ha rag- tempo, una serie di meccanismi premianti per dell’incentivo è costante, conteg-
giunto i target energetici previsti, anche a causa la Ricerca e sviluppo tecnologie innovative nel giato a forfait ed erogato per un
di incentivi al fotovoltaico molto elevati, «la par- Paese. quinquennio. Il nuovo conto ener-
te calore deve fare un balzo in avanti, – ci tiene a gia termico premierà la quota di
sottolineare Serra – facendo crescere il compar- Meccanismi di incentivo energia rinnovabile prodotta. Ma
to», in Italia ancora in ritardo. e destinatari non da subito, nella prima fase l’in-
L’accesso agli incentivi per le rinnovabili termi- centivo sarà pari ad una percentua-
Gli interventi che verrà consentito ai soggetti pubblici, inclusi le della spesa sostenuta per l’inter-
Gli incentivi potranno essere per la prima volta l’IACP (Istituto Autonomo Case vento. n

10 #16
Provate a batterlo
con un «semplice» sistema Vrf

• Riscaldamento continuo
durante le fasi di sbrinamento nei sistemi a pompa di calore

• VRT (Variable Refrigerant Temperature)


controllo dinamico della temperatura del refrigerante

• VRV configurator software


il modo più semplice per personalizzare il tuo VRV

DAIKIN rivoluziona gli standard di comfort ed efficienza dei sistemi ad espansione diretta.
Il riscaldamento continuo e il controllo VRT (Variable Refrigerant Temperature) sono pura
espressione dell’innovazione DAIKIN. Personalizzare i sistemi VRV in fase di avviamento è
facile e veloce con il nuovo software di configurazione, direttamente dal tuo PC. Grazie al
nuovo controllo Intelligent Touch Manager carica, verifica del contenuto di refrigerante e
gestione dei sistemi, anche da remoto, tutto in un «click».

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Pompe di calore

Pompe di calore,
come dimensionarle
Partendo dalla basilare differenza fra pompe di
calore e caldaie, vengono fornite alcune linee guida

L’ per il corretto dimensionamento degli impianti


utilizzo delle pompe di calore si sta diffon-
dendo sempre più anche in caso di pic-
coli impianti di riscaldamento. Sebbene di riscaldamento con pompa di calore
si tratti di una tendenza positiva, è bene sotto-
lineare come molto spesso le pompe di calore
vengano utilizzate in modo errato, perché ven- di Michele Vio
gono confuse con le caldaie. Gli esempi riportati
dall’articolo, volti a comprendere meglio come
dimensionare le pompe di calore, sono basati su Figura 1 – Andamento della potenza richiesta dall’impianto
un’utenza residenziale autonoma, ma i ragiona- e fornita dai generatori (pompe di calore evaporanti ad aria)
menti possono essere ampliati anche a impianti
di maggiore potenza.

Pompe di calore e Caldaie


Ci sono differenze fondamentali tra le pom-
pe di calore e le caldaie. Le caldaie generano una
potenza indipendente dalla temperatura dell’a-
ria esterna, sempre nettamente superiore a quel-
la richiesta dall’impianto. Storicamente le calda-
ie autonome forniscono una potenza di 24 kW
che è quella necessaria per permettere la pro-
duzione istantanea di acqua calda sanitaria per
una doccia, con una portata d’acqua di circa 12
litri al minuto. Inoltre non hanno limiti inferiori di
funzionamento: possono operare a qualunque
temperatura dell’aria esterna, mantenendo so-
stanzialmente invariata sia la potenza che il loro

12 #16
Lo sbrinamento
Anche se le norme non lo considerano, durante il funzionamento invernale si Di fatto è come se la superficie di scambio si riducesse mano a mano al procedere
forma brina sulla superficie delle batterie evaporanti delle pompe di calore. La della formazione di ghiaccio. Una volta innescato, il fenomeno di formazione del-
Figura B1 mostra la foto di una pompa di calore di taglia elevata durante il suo la brina aumenta d’intensità in modo esponenziale fino a che la batteria non si ri-
funzionamento invernale. copre completamente di ghiaccio e i dispositivi di sicurezza della macchina non ne
La quantità di ghiaccio formatasi è tanto maggiore quanto maggiore è la quanti- bloccano il funzionamento. Per evitare questo inconveniente, nelle pompe di calo-
tà di contenuto d’acqua nell’aria. Quindi le pompe di calore evaporanti ad aria te- re evaporanti ad aria si effettuano cicli di sbrinamento per eliminare il ghiaccio che
mono non tanto le basse temperature quanto l’elevata umidità relativa con tem- incrosta le superfici di scambio, invertendo il circuito frigorifero (il condensatore
peratura dell’aria da 5°C a 0°C, come è il caso delle città della val Padana. diventa evaporatore e viceversa), come mostrato in Figura B2. I cicli di sbrinamen-
Il fenomeno della formazione della brina, se non controllato, porta rapidamente to non sono indolori per la pompa di calore: lo sbrinamento comporta una perdi-
al blocco della pompa di calore: lo strato di ghiaccio che si forma sulla superficie ta energetica dovuta all’effetto congiunto del consumo di energia durante il ciclo
della batteria riduce sia le caratteristiche di scambio termico, in quanto funge da e della sottrazione di calore dall’impianto effettuata dal condensatore divenuto
isolante, sia l’area di passaggio dell’aria, sia la portata dell’aria che l’attraversa. evaporatore. Questa perdita può essere quantificata in circa il 10% per ogni ciclo.

Figura B1 – Batteria brinata di una pompa Figura B2 – Inversione di ciclo per sbrinare la batteria
di calore di elevata potenza

BOX 1

rendimento. Anche la temperatu- richiesta dall’impianto che, invece, aumenta al di- estate potrebbe esserci il serio rischio di non riu-
ra di produzione dell’acqua non minuire della temperatura dell’aria esterna. scire a produrre acqua calda per lavarsi.
incide sulla potenza fornita. Analogamente, tutte le pompe di calore Se l’installazione avviene in una località dove
Le pompe di calore generano hanno un limite di funzionamento per la tempe- la temperatura dell’aria esterna può raggiunge-
una potenza tanto più bassa quan- ratura dell’acqua prodotta, che non può supera- re i -10°C e se la pompa di calore è l’unico gene-
to più alta è la temperatura dell’ac- re determinati valori. Per le pompe di calore ad ratore, non è corretto dimensionarla nel punto 1,
qua prodotta: nel funzionamento aria, questo limite vale anche in funzione della dove la potenza fornita eguaglia quella dell’im-
in produzione di acqua calda sani- temperatura dell’aria esterna: la pompa di calore pianto, perché si commetterebbero 4 errori:
taria (55°C) forniscono una poten- di Figura 1 riesce a produrre acqua alla tempe-
za inferiore rispetto alla produzio- ratura di 45°C fino a una temperatura esterna di 1) la pompa di calore non può produrre acqua
ne di acqua per l’impianto (45°C), -10°C, mentre può funzionare solo fino a -5°C, se calda sanitaria a 55°C in ogni condizione per-
a parità di ogni altra condizione. produce acqua calda sanitaria a 55°C. Per quan- ché a questo livello termico il funzionamento
Ciò è vero per tutte le pompe di to riguarda la produzione di acqua calda sanita- cessa a -5°C dell’aria esterna;
calore, sia quelle evaporanti ad ac- ria, bisogna ricordare che vi è anche un limite di 2) in ogni caso il limite di funzionamento è trop-
qua che quelle evaporanti ad aria. temperatura dell’aria esterna superiore: non tut- po vicino alla condizione più bassa dell’aria
Le pompe di calore evaporanti ad te le pompe di calore sono in grado di produr- esterna: durante la gelata di febbraio 2012 la
aria riducono la potenza fornita an- re acqua calda sanitaria quando la temperatura temperatura è scesa di molto oltre i valori di
che in funzione della temperatura dell’aria esterna è superiore ai 30°C. Questo è un progetto in gran parte d’Italia. Con una calda-
dell’aria esterna, come mostrato in problema da tenere in forte considerazione nel ia la potenza fornita dall’impianto è sempre
Figura 1. Tale riduzione è in tota- caso in cui la pompa di calore sia l’unico gene- garantita, mentre una pompa di calore si può
le controtendenza con la potenza ratore a servizio dell’impianto, perché in piena bloccare del tutto, lasciando gli utenti senza
riscaldamento e senza acqua calda sanitaria;
3) non si considera che, durante il funzionamen-
to in produzione di acqua calda sanitaria, la
pompa di calore lavora per alimentare l’ac-
The sizing of heat pump’s plants cumulo sanitario e, di conseguenza, non può
The use of heat pumps is spreading more and more also in the case of small-scale heating. Although this is a positi- fornire energia all’impianto;
ve trend, it should be noted that very often heat pumps are used in the wrong way, because they are confused with 4) Non si considera lo sbrinamento (si veda il Box
the boilers. The examples from the article, aimed at a better understanding of how to size the heat pump are based
1), fenomeno sempre presente nelle pompe
on a consumer residential autonomous, but the reasoning can even be extended to power plants.
di calore ad aria, anche se trascurato dalle nor-
Keywords: heat pumps, boilers mative vigenti.

#16 13
Formule per calcolare la potenza di una pompa di
E calore
+E E + x % NT PPdC
Se si vuole che una pompa di calore sia in grado di soddisfare le esigenze da sola, (B1) PPdC = RI N equivale
giornaliere
SB
= RIalle ore
N OO fifi N O fidi funzionamento dell’impianto NT. Se invece
senza alcuna integrazione, è necessario calcolare la sua potenza PPdC secondo il produce anche acqua calda sanitaria, bisogna calcolare per quanto tempo la pom-
seguente bilancio energetico: pa di calore fornisce energia a quest’utenza. In questo caso, il numero di ore gior-
E + ESB ERI + x % NT PPdC naliere NO fi si riduce secondo l’equazione:
(B1) PPdC = RI = (B1) E +E E + x % NT PPdC
N O fi N O fi (B1) PPdC = RI ESBACS= RI

(B2) N Ofi = NTN−O fi N O(B2)
con: y% PPdC fi

PPdC potenza fornita dalle pompa di calore nelle condizioni desiderate con:
E E
+richiesta E
ERI + x% N NTT P
ERI energia richiesta dall’impianto nell’arco dell’intera giornata EPACS ERI
energia RI + ESB RI + x % sanitaria
SB = dall’acqua
PPdC
PdC nell’arco dell’intera giornata
(B1)
(B1)
E ACS all’impianto dai cicli di sbrinamento (è uguale a zero nelle PPdC =
= =
ENSB energia sottratta PdC
y% riduzione N
NOO difi potenza nella N
N produzione di acqua calda sanitaria: il suo valore
(B2) = N − fiE
O fi
O fi
Ofi T
y% PPdC
pompe di calore evaporanti ad acqua) (B2) = Ny%T −
N Ofiinferiore EèRIa 1+ACS E
PPdC = y% PsePdC la temperatura di produzione dell’acqua calda sanitaria è su-
ACS
(B3) NT yalla
NO fi numero di ore giornaliere in cui la pompa di calore produce energia per periore % ( temperatura
1 − x% ) di produzione dell’acqua da inviare all’impianto
l’impianto Dalle (B1) e (B2) si può ricavare l’equazione finale per il calcolo della potenza ri-
E
EACS
NT numero totale di ore giornaliere in cui la pompa di calore produce energia (B2)
per N
chiesta
NOfi = N
ad
N Tuna
− pompa ACS di calore:
y E + E ACS (B2) Ofi = T − yy% P P
(B3) PPdCl’impianto
= % RIo per l’acqua calda sanitaria: se quest’ultima utenza non c’è corri- y E %+ PdC E ACS
PdC
NT y% ( 1 − x% ) (B3) PPdC = y%% ERIRI + E ACS 0(B3)
,8 ⋅ 120 + 16
sponde a NO fi PPdC = NT y% ( 1 − x% ) = = 7 ,3 kW
NT y% ( 1 − x% ) 24 ⋅ 0 ,8 ( 1 − 0 ,2 )
x% percentuale oraria di perdita di energia causa degli sbrinamenti: si può con- Si può effettuare un piccolo esempio numerico facendo riferimento alla situazio-
siderare generalmente pari al 20% (due sbrinamenti ora) nelle condizioni più ne di figura yy% 2.ERIL’energia
+ E ACSrichiesta dall’impianto è ERI = 120 kWh; l’energia richie-
(B3) P = % ERI + E ACS
critiche
y E + E ACS 0 ,8 ⋅ 120 + 16 (B3) PPdCdall’acqua
sta
PdC = N y sanitaria è EACS = 16 kWh; y% = 80% perché la produzione di acqua
PPdC = % RI = = 7 ,3 kW NyTT% yE%%RI(( 11+− −ExxACS
% )
% ) 0 ,8 ⋅ 120 + 16
Per condizioni desiderate si intende la
NT y% ( 1 − x% ) 24 ⋅ 0 ,8 ( 1 − 0 ,2 )temperatura di produzione dell’acqua calda y
sanitaria
PPdC = % RI E richiede
+ E una 0 ,8 ⋅120 +di1610°C superiore
=temperatura = 7 ,3 kWa quella dell’impianto;
PPdC = N y ( 1 − xACS) = 24 ⋅ 0 ,8 ( 1 − 0 ,2=)5 ,8 kW
dell’impianto e la temperatura della sorgente fredda, aria o acqua che sia. Se la x% = 20%; NTNTy=
T 24 perché la pompa
% ( 1 − x% )
% % 24 ⋅di0 ,calore
8 e in funzione in tutto l’arco giorna-
pompa di calore evaporante ad aria è l’unico generatore dell’impianto, la tempe- liero. Si ha:
ratura dell’aria esterna considerata deve essere almeno quella di progetto, ma è yy% E RI + E ACS 0 ,8 ⋅ 120 + 16
P = % E RI + E ACS = 0 ,8 ⋅ 120 + 16 = 7 ,3 kW
y ERI + E ACS 0 ,8 ⋅120 + 16 PPdC = N = 00 ,,22 )) = 7 ,3 kW
bene
PPdC tenere
= % presente che la
= temperatura esterna= 5 ,8minima
kW potrebbe in qualche NyTT% yyE%%RI(( 11+−−ExxACS
% ) 24 ⋅ 0 ,,88 (( 11 −
PdC
% ) 024,8⋅ 0⋅120 +−16
N
momento Tesserey ( 1 − x
% inferiore. ) 24 ⋅ 0 ,8
Pertanto bisogna valutare molto bene la scelta della = E
P la pompa fosse=evaporante ad acqua = 5(falda
,8 kW
%
(B4) τSePdC
≈ NT yPrdi%calore ( 1 − x% ) 24 ⋅ 0 ,8
o geotermica con scambio
macchina, facendo in modo che il limite inferiore di funzionamento sia di almeno PW − P −non
al terreno) PPci− Amsarebbero cicli di sbrinamento (x% = 0%), per cui la potenza ri-
5°C inferiore alla minima temperatura che si pensa possa verificarsi nella località sultante sarebbe inferiore:
y E + E ACS 0 ,8 ⋅120 + 16
d’installazione. P
PPdC = y%% ERI RI + E ACS = 0 ,8 ⋅ 120 + 16 = 5 ,8 kW
= 5 ,8 kW
E PdC = N y ( 1 − x ) = 24
(B4) τ ≈la pompaPrdi calore non produce acqua calda sanitaria, il numero di ore
Se NTTEPr y%% ( 1 − x%% ) 24 ⋅⋅00 ,,88
PW − P − PP − Am (B4) τ≈
PW − P − PP − Am
BOX 2
E
EPr
(B4)
(B4)
ττ ≈
≈ P
Pr
P
PW −P −
− PPP −− Am
La produzione di acqua calda portate anche 2-3 volte superiori,
W −P e attualmen-
Am Come si dimensiona
sanitaria, differenze tra te vanno molto di moda). Ovviamente, il volu- correttamente una
caldaia e pompa di calore me dell’accumulo è diverso nel caso di caldaia o pompa di calore
Uno degli errori più gravi e ripetuti nel di- pompa di calore: più piccola nel primo caso per- Se si vuole che la pompa di ca-
mensionamento della pompa di calore è quel- ché la temperatura di produzione è nettamente lore funzioni da sola, senza alcu-
lo di assimilarla ad una caldaia, utilizzando una superiore. Quello che interessa è comunque l’e- na integrazione, soddisfacendo le
priorità sulla produzione di acqua calda sanitaria. nergia da fornire. esigenze di un impianto, bisogna
È un problema di bilancio energetico: per com- La caldaia genera una potenza di 24 kW, per effettuare un dimensionamen-
prenderlo, torna utile un esempio automobilisti- cui bastano solamente 20 minuti per caricare to basato sul consumo energeti-
co. Se si viaggia a 100 km/h e ci si ferma per 6 l’accumulo termico. In quei 20 minuti non viene co giornaliero. Relegando al Box 2
minuti per rifornirsi di benzina, in un’ora si per- fornita energia all’impianto per un totale di 1,67 l’esplicitazione delle formule, an-
corrono solo 90 km: alla tabella di marcia manca- kWh, ma proprio per l’eccesso di potenza della dremo qui a descriverne semplice-
no 10 km. Se si dispone di un’auto veloce, basta caldaia è molto semplice recuperare: la caldaia mente il metodo.
viaggiare per 6 minuti a 200 km/h per recupe- è l’auto sportiva e veloce, ed è in grado di recu- Si faccia riferimento alla Figura
rare la distanza persa durante il rifornimento. Se perare il tempo perso. Non è così per la pompa 2, che descrive l’andamento gior-
invece si viaggia in camion e non si possono su- di calore: se la sua potenza massima è 5°C kW naliero della potenza fornita all’im-
perare i 100 km/h, questa distanza è persa per quando produce acqua a 45°C si abbassa a 4 kW, pianto, all’acqua calda sanitaria, e
sempre e non può più essere recuperata. La cal- quando produce acqua alla temperatura richie- quella sottratta per i cicli di sbri-
daia è l’auto veloce, mentre la pompa di calore è sta dal sanitario, il tempo che ci mette a ricarica- namento. La somma delle aree
il camion, moderno e tecnologico, ma pur sem- re l’accumulo è di 2 ore. In questo intervallo, non sottese alle curve di potenza rap-
pre un camion. fornisce energia all’impianto per 10 kWh, che presenta l’energia: l’energia forni-
Si supponga di avere, in un appartamento non possono più essere recuperati: la pompa di ta all’impianto (area verde) deve
che richiede 5 kW di potenza per il riscaldamen- calore è lenta, come il camion: tutto quello che si essere uguale all’energia richie-
to, un serbatoio in grado di accumulare 8 kWh perde è perso per sempre. sta dall’impianto, più eventual-
per l’acqua calda sanitaria, corrispondenti circa Analogo ragionamento si può fare anche mente l’energia sottratta dall’im-
all’energia necessaria per soddisfare 4 docce da con i cicli di sbrinamento, che portano addirit- pianto dai cicli di sbrinamento. La
4 minuti l’una, con un soffione in grado di eroga- tura ad una sottrazione di energia dall’impianto. Figura 2 evidenzia una serie di par-
re 15 l al minuto (vi sono soffioni che richiedono ticolari che è bene commentare.

14 #16
Innanzitutto, sia la potenza richie- calda sanitaria, la cui produzione avviene a parti- L’utilizzo dei sistemi radianti a
sta dall’impianto che quella fornita re dalle 7 di mattina, ovvero quando le persone si pavimento per l’accumulo di energia
dalla pompa di calore rimane co- alzano e fanno una doccia, e dalle 19 quando chi Il surplus di potenza generato dalla pom-
stante al variare delle ore, perché torna a casa fa un’altra doccia e si usa acqua cal- pa di calore (caratterizzato in Figura 2 dalle aree
si è ipotizzato che la temperatura da per la cucina. Un altro aspetto da sottolineare verdi superiori alla curva rossa della potenza ri-
dell’aria esterna rimanga costante è che tutte le pompe di calore ad aria che pro- chiesta dall’impianto) deve essere accumulato.
nel corso della giornata, cosa ab- ducono anche acqua calda sanitaria effettuano i Generalmente si pensa che il sistema più adat-
bastanza vera in molte nostre cit- cicli di sbrinamento sempre sottraendo energia to sia l’accoppiamento con un sistema radiante a
tà, dove l’escursione termica in- all’impianto, al fine di funzionare nel minor tem- pavimento, in grado di accumulare direttamen-
vernale in alcune giornate è molto po possibile in produzione di acqua calda sanita- te l’energia nella sua struttura, in modo da evita-
bassa, prossima a 0. ria. Come si può vedere, la potenza della pompa re di utilizzare dei serbatoi d’acqua. È una visione
Il profilo immaginato è quello di calore deve essere superiore a quella richiesta non corretta, perché non tiene conto delle dina-
di un tipico impianto ad uso resi- dall’impianto. miche degli scambi di calore, descritte nel Box
denziale, con priorità sull’acqua 3. L’energia accumulata nel pavimento radian-
te non può essere utilizzata a piacimento, come
invece accade per l’accumulo in acqua: appena
il pavimento è “caldo”, scambia calore con l’am-
Figura 2 – Profilo di funzionamento di una pompa di calore evaporante ad
biente circostante. Ciò comporta due problema-
aria in un impianto residenziale (5 kW costanti richiesti dall’impianto, per un
totale di 120 kWh; 16 kWh richiesti per l’acqua calda sanitaria – temperatura tiche, una generale ed una relativa all’utilizzo con
di produzione: 45°C dell’impianto, 55°C per l’acqua calda sanitaria) le pompe di calore:
• la cessione di calore avviene a prescindere dal-
la presenza di persone: in alcuni casi si potreb-
be sprecare energia;
• la cessione di calore aumenta i tempi di carica
dell’energia nella struttura del pavimento, che
in alcune condizioni potrebbe non riuscire ad
arrivare mai alla temperatura di pelle ottimale.
Questo secondo aspetto è il più importante
per il dimensionamento della pompa di calore.
Secondo quanto descritto nel Box 3, la velocità
di innalzamento della temperatura del pavimen-
to dipende dalla potenza fornita dalla portata
d’acqua che a sua volta dipende dalla potenza
del generatore. Più alta è questa potenza, tanto
Figura 3 – Andamento delle temperature dell’aria e di pelle più velocemente il pavimento reagisce. È quan-
del pavimento per diverse potenze della pompa di calore. to mostrato nei grafici di Figura 3 che esprimono
Il pavimento radiante richiede maggiori potenze delle pompe l’andamento della temperatura dell’aria e della
di calore, a causa della lenta reazione del sistema temperatura di pelle (temperatura superficia-
le) del pavimento in una residenza con profilo
simile a quello di Figura 2. Quello che differen-
zia i due diagrammi è la potenza della pompa
di calore. Nel primo, la potenza è 7,5 kW, ovvero
quella calcolata nel Box 2; nel secondo è 10,5 kW,
quindi oltre 1,5 volte superiore (il doppio della
reale richiesta dell’impianto). Come si può vede-
re, con una potenza di 7,5 kW la temperatura di
pelle del pavimento si innalza molto lentamen-
te, per cui la temperatura dell’aria in ambiente
non riesce mai a salire sopra i 19°C. Per farlo, è ne-
cessario aumentare la potenza del generatore.
Riprendendo l’esempio automobilistico fatto in
precedenza, se la pompa di calore è un camion,
il sistema radiante a pavimento diventa il rimor-
chio: serve più potenza per trascinarlo.
Un particolare interessante: le seghettature
nelle curve dipendono dalla sottrazione di ener-
gia dovuta ai cicli di sbrinamento.

#16 15
NT y% ( 1 − x% ) 24 ⋅ 0 ,8 ( 1 − 0 ,2 )

Accumulo di calore nell’acqua e nella struttura y E + E ACS 0 ,8 ⋅120 + 16


PPdC = % laRItemperatura
raggiungere = =a 5regime
,8 kWè tanto maggiore quanto
C’è una differenza fondamentale tra accumulare energia nell’acqua o accumula- NT y% ( 1 − x% ) di funzionamento
24 ⋅ 0 ,8
re energia direttamente sulla struttura di un sistema radiante a pavimento. Nel più è bassa la potenza nominale richiesta al sistema stesso. In prima approssima-
primo caso l’energia può essere accumulata e prelevata in qualunque momento, zione, il tempo τ richiesto per variare la temperatura del pavimento può essere
esattamente nella quantità desiderata, fatta salva la minima percentuale di per- calcolato come:
EPr
dite attraverso la superficie del serbatoio. La Figura B3 mostra un impianto con
(B4) τ≈ (B4)
accumulo sull’acqua: l’energia può essere stoccata anche quando non vi è prelievo PW − P − PP − Am
(pompa dell’impianto spenta), oppure prelevata mentre c’è produzione di acqua con
calda sanitaria (caso evidenziato in figura). EPr energia accumulata.
Non è così invece nel caso di accumulo nella struttura del pavimento: ogni cm di PW-P potenza termica ceduta dall’acqua alla struttura del pavimento
spessore del massetto conferisce al pavimento un’inerzia di 6 Wh/(m² °C); quindi, PP-Am potenza termica ceduta dalla struttura del pavimento all’ambiente
per esempio, 6 cm di massetto incamerano 36 Wh/(m² °C) il che significa che per Un esempio aiuta a chiarire meglio il concetto. Si supponga di avere un pavimento
alzare di 5°C la temperatura di 1 m² di pavimento si devono fornire 180 Wh. Una che non scambia calore con l’ambiente, ad esempio perché ricoperto da uno spesso
volta portato in temperatura, il pavimento si comporta come un accumulatore di tappeto caratterizzato da elevata resistenza termica. In questa ipotesi il termine
energia: 20 m² di pavimento, con un massetto di 6 cm, portati ad una temperatura PP-Am è nullo e dalla (B4) tutta la potenza ceduta dall’acqua alla struttura del pavi-
di 5°C sopra quella ambiente, accumulano 3.500 Wh. mento contribuisce a variarne la temperatura. Se per portare a regime il pavimen-
Lo scambio di calore avviene prima tra acqua e pavimento, poi tra pavimento e to è necessario fornire una energia EPr = 180 Wh/m², il tempo richiesto è di circa 2
ambiente. Nella stagione invernale, il pannello comincia a scambiare energia, per ore se la portata d’acqua è dimensionata per una potenza PW-P = 90 W/m², di circa
convezione e per irraggiamento, non appena raggiunge una temperatura di pelle 3 ore se invece la portata d’acqua è dimensionata per una potenza PW-P = 60 W/m².
superiore rispettivamente a quella dell’aria in ambiente e a quella media radian- Nella realtà, non è possibile realizzare le condizioni dell’esempio, perché non è
te delle pareti superfici circostanti. L’energia termica accumulata nella struttura possibile fare in modo che il pavimento non scambi calore con l’ambiente, e quin-
del pavimento è uguale alla differenza tra la potenza ceduta dall’acqua che circola di il termine PP-Am è diverso da zero. Il pavimento si riscalda e, una volta che la
nelle tubazioni del pavimento e la potenza fornita dal pavimento radiante all’am- sua temperatura diventa maggiore di quella dell’aria e di quella media radiante
biente (ovviamente il tutto moltiplicato il tempo). delle superfici dell’ambiente. Di conseguenza, anche il tempo di messa a regime
La potenza ceduta dall’acqua alla struttura del pavimento, a parità di ogni altra aumenta, tanto più quanto maggiori sono le dimensioni dell’ambiente e le dif-
condizione dipende dalla portata circolante nelle tubazioni, che a sua volta è fun- ferenze di temperatura. La temperatura dell’aria in ambiente è modificata dalla
zione della potenza massima fornita dal sistema: se la potenza nominale è bas- componente convettiva, che è tanto più bassa quanto più la temperatura dell’aria
sa, lo è anche la portata d’acqua. Di conseguenza, la portata d’acqua nelle tuba- è vicina a quella di pelle. Di conseguenza, una variazione di temperatura dell’aria
zioni del sistema radiante a pavimento determina la velocità di variazione della all’interno dell’ambiente comincia a verificarsi solamente quando la temperatu-
temperatura di pelle. Il tempo impiegato da un sistema radiante a pavimento per ra di pelle è sufficientemente alta.

Figura B3 – Schema
d’impianto con
accumulo nell’acqua

BOX 3

Il dimensionamento dei terminali L’utilizzo della regolazione per non si affianchi all’accumulo sulla
Nel caso di accumuli in acqua, radiatori o fan diminuire gli accumuli in acqua struttura del pavimento anche un
coil, il dimensionamento dei terminali può es- Quanto fin qui detto vale per una regolazio- accumulo in acqua.
sere effettuato sulla massima potenza richiesta ne basata sulla priorità dell’acqua calda sanitaria, È bene cominciare dal dimen-
dall’impianto (5 kW nell’esempio fin qui fatto): i quasi sempre utilizzata, ma in assoluto la peg- sionamento dell’accumulo in ac-
terminali sono collegati direttamente al serba- giore nel caso di pompa di calore. Viene utiliz- qua, la cui dimensione dipende da
toio (Figura B3) e la potenza richiesta è indipen- zata perché si scimmiotta il funzionamento del- quanto tempo impiega la pompa
dente da quella della pompa di calore. le caldaie, senza tenere conto della loro maggior di calore a produrre acqua calda
Non è così nel caso di sistemi radianti. Per potenza quindi della maggiore velocità a carica- sanitaria e dal salto termico sull’im-
quanto descritto nel Box 3, la portata d’acqua al re gli accumuli di acqua calda sanitaria. pianto (differenza tra temperatura
sistema deve essere pari a quella della pompa di Nel caso di pompe di calore, invece, la pri- di mandata e temperatura di ritor-
calore, altrimenti la velocità di reazione del pavi- orità dovrebbe essere sempre data all’impian- no). Osservando il profilo di Figura
mento è troppo bassa. Ciò significa che, oltre al to. In questo modo è possibile sia ridurre il vo- 2 si osserva che è possibile dare la
generatore, bisogna sovradimensionare anche il lume degli accumuli in acqua, sia migliorare le priorità all’impianto a patto che il
sistema radiante: nel caso utilizzato come esem- prestazioni di pompe di calore accoppiate a si- volume su accumulo sia tale da po-
pio si passa da una potenza di 5 kW ad una di stemi radianti a pavimento senza aumentarne ter essere caricato nelle 12 ore di
10,5 kW. Significa più che raddoppiare le portate eccessivamente la potenza. Tuttavia, mentre nel lasso che vanno dalle 7 alle 19, pe-
in gioco, quando addirittura non ridurre il passo primo caso la regolazione è estremamente faci- riodo nel quale il prelievo dell’ac-
delle tubazioni. le, nel secondo diventa più difficile, a meno che qua calda sanitaria è molto limitato.

16 #16
Tabella 1 – Tempi di carica e scarica Per ridurre il volume del serbatoio di accu-
dell’accumulo lato impianto (profilo Figura 2) mulo in acqua è quindi necessario definire bene
Tempo di carica Tempo di scarica Tempo di carica Numero cariche i profili di funzionamento soprattutto dell’ACS. In
Volume Accumulo impianto Accumulo impianto ACS accumulo impianto alternativa si possono utilizzare sostanze diverse
[litri] [ore] [ore] [ore] in 12 ore dall’acqua: attualmente si stanno diffondendo in
1000 13,8 2,3 1,7 0,7 alcuni paesi (in Austria in particolare) degli accu-
750 10,4 1,7 1,7 1,0 muli che utilizzano paraffina. Sfruttando il calo-
500 6,9 1,2 1,7 1,5 re del cambio di fase (la paraffina diventa liquida
250 3,5 0,6 1,7 2,9 all’aumentare della temperatura) è possibile ot-
tenere la stessa energia accumulata in un volu-
me 3,5 volte inferiore a quello dell’acqua: per la
La Tabella 1 mostra il tempo calda sanitaria (carica del serbatoio ACS in un uni- situazione di figura 2 basterebbero solo 250 litri,
di carica e di scarica dell’accumu- co ciclo), l’accumulo lato impianto deve essere anche con la priorità sull’ACS.
lo lato impianto, in funzione del di 750 litri, perché deve sostenere la fornitura di La regolazione con priorità sull’impianto per-
suo volume ed è valido per un sal- energia verso i terminali per tutto il tempo di ca- mette anche di far lavorare meglio le pompe di
to termico 10°C (per salti termici rica del serbatoio ACS (1,7 ore). Un volume di ac- calore con sistemi radianti a pavimento: infatti,
differenti la propozione è inversa- cumulo maggiore sarebbe addirittura eccessivo: in questo modo, si evita che il pavimento si raf-
mente lineare: raddoppia ilvolume con 1000 litri il tempo di carica risulterebbe supe- freddi troppo. Tuttavia è necessario avere co-
al dimezzarsi del salto termico). riore alle 12 ore disponibili tra una carica e l’altra munque un accumulo anche sul lato acqua, ge-
Il tempo di carica è funzione del serbatoio ACS. neralmente maggiore perché il salto termico
dell’energia prodotta dalla pom- Con una priorità sull’impianto si può ridurre consentito dai sistemi radianti a pavimento diffi-
pa di calore a cui si deve sottrar- l’accumulo a soli 250 litri: nelle 12 ore di lasso tra cilmente supera i 5°C. Con un accumulo di di-
re l’energia richiesta dall’impian- le 7 e le 19, si ha il tempo di caricarlo per 3 volte mensioni adeguate si può evitare il surdimensio-
to e l’energia richiesta per i cicli di (3,5 ore di tempo per ogni carica) e di scaricarlo namento della pompa di calore (da 7,3 kW a10,5
sbrinamento. per altrettante volte mentre si stiva energia nel kW) e il conseguente surdimensionamento
Se si effettua una regolazio- serbatoio ACS (0,6 ore di scarica per 3 volte equi- dell’impianto. n
ne basata sulla priorità per l’acqua vale 1,8 ore di tempo a disposizione dell’ACS).

Silenziosi, efficienti

Deumidificatori per piscine serie SP


I deumidificatori della serie SP sono stati studiati per deumidificare e riscaldare piccole piscine o grandi ambienti. Sono
disponibili in due potenze, sia per l installazione in ambiente (SP) che per l installazione nel locale tecnico adiacente
a quello da deumidificare (SPW). Un ampia gamma di accessori opzionali rende questi apparecchi idonei a moltissime
applicazioni. Deumidificatori SP: silenziosi, robusti, efficienti.
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Stand alone

Il vantaggio
dei sistemi di
accumulo
ad idrogeno
In caso di edifici ad energia zero in condizioni stand-alone,
l’integrazione ad idrogeno risulta più vantaggiosa rispetto
ad un tradizionale sistema con accumulo al Li-ion

di Marco Surra*

I
l concetto di energia zero, inizialmente introdot- rete (grid-connected) nel quale l’energia elettri- Tale sistema è regolamentato
to e poi ridimensionato a “quasi zero” nella ver- ca viene prodotta dal sistema fotovoltaico du- da un contratto che l’utente stipula
sione approvata della Direttiva Ue costituisce rante le ore di insolazione e viene prelevata dal- con il Gestore dei Servizi Energetici
un obiettivo agevolmente perseguibile per un la rete mediante il meccanismo dello scambio (GSE) secondo il quale ogni utente
edificio di nuova costruzione. sul posto nei giorni privi di sole e durante le ore connesso alla rete agisce da pro-
Il criterio si basa, per i consumi termici, sulla notturne. duttore (nelle ore di insolazione) e
realizzazione di un edificio dotato di un involu-
cro altamente performante (tipicamente in clas-
se energetica A o A+) e sull’adozione di un siste-
ma di generazione elettrico in pompa di calore Direttiva Ue 2010/31
alimentato da pannelli fotovoltaici. La Direttiva 2010/31/UE sulla “prestazione energetica nell’edilizia” (EPDB “Energy Performance of
In ambito residenziale ad esempio, esclu- Buildings Directive” Recast) approvata il 19 maggio 2010 introduce il concetto di edifici ad energia quasi
dendo le applicazioni che riguardano fabbrica- zero (nZEB near Zero Energy Buildings), prescrivendo all’art. 9 che:
ti di elevata altezza, in cui la superficie disponi- a) entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione siano edifici a energia quasi zero;
bile per il sistema di captazione solare non è in b) a partire dal 31 dicembre 2018 gli edifici di nuova costruzione occupati da enti pubblici e di proprietà di
grado di fornire una potenza elettrica di picco questi ultimi siano edifici a energia quasi zero.
sufficiente all’impianto di generazione termica, Viene definito un edificio a energia quasi zero “un edificio ad altissima prestazione energetica […], il cui
tale intento è attualmente già facilmente otte- fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto significativa
nibile. Basta considerare un edificio connesso in da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze”.

18 #16
Tabella 1 – Modalità di produzione energetica
sistema alternativo di accumulo, ai fini del riscal-
da idrogeno prese in cosiderazione
damento ambientale, può essere costituito da
Energia termica Energia elettrica un volano termico in acqua.
1º modo Combustore catalitico a H2 + celle a combustibile Celle a combustibile Un’ulteriore possibilità presa in esame da
2º modo Celle a combustibile + Pompa di calore Celle a combustibile questo articolo è rappresentata da un accumulo
energetico sotto forma di idrogeno.

Idrogeno come sistema di accumulo


da utilizzatore (in condizioni di as- il Gestore dell’energia dovesse interrompere l’e- energetico (termico ed elettrico)
sente o insufficiente insolazione rogazione del servizio. L’attuale tecnologia consente di prendere in
o quando il fabbisogno di punta considerazione un accumulo energetico in idro-
supera la produzione del sistema Sistemi di accumulo energetico geno. L’energia elettrica prodotta dal sistema fo-
captante). ed edifici off-grid tovoltaico può essere utilizzata per produrre lo-
Il bilancio di energia (si consi- Se consideriamo un edificio isolato, non col- calmente idrogeno attraverso un elettrolizzatore.
dera un gruppo frigorifero reversi- legato alla rete elettrica, risulta evidente la critici- L’accumulo dell’idrogeno avverrà in bombole e la
bile in pompa di calore) potrà es- tà del ragionamento finora svolto, insita nell’im- produzione dell’energia (in forma diretta o tem-
sere soddisfatto su base annuale possibilità di accumulare l’energia e utilizzarla poralmente differenziata) potrà essere effettuata
dimensionando opportunamen- nei periodi o negli orari in cui il sistema di capta- secondo due modalità (si veda la Tabella 1).
te il campo fotovoltaico. Il bilancio zione fotovoltaica non è in grado di operare effi- Nella prima modalità si utilizza un combu-
energetico dovrà tuttavia conside- cacemente (scarsa insolazione) o del tutto (orari store catalitico [1] per la produzione dell’energia
rare sia il funzionamento invernale serali invernali e notturni). termica (il fluido termovettore prodotto è acqua
in riscaldamento che il funziona- È infatti ben nota l’impossibilità di accumu- calda a bassa temperatura, tipicamente 45-40°C,
mento estivo in cui l’apparecchio lare energia con il sistema energetico distribuito con il quale si può alimentare un sistema di emis-
lavora in raffreddamento. in corrente alternata. L’energia elettrica prodot- sione di tipo radiante) al quale deve essere af-
Se consideriamo il bilancio ter- ta nelle centrali attraverso i turboalternatori vie- fiancato un dispositivo a celle a combustibile per
mico nelle sole condizioni inver- ne immessa sulla rete degli elettrodotti per poi le utenze elettriche. Quest’ultimo produce an-
nali osserviamo come in realtà la essere trasformata e utilizzata dagli utenti finali. che energia termica.
produzione del campo fotovol- L’unico sistema di immagazzinamento per un Nella seconda modalità considerata, si utiliz-
taico sia in genere inferiore alle utilizzo differenziato nel tempo può essere costi- za solamente un dispositivo a celle a combustibi-
necessità in considerazione del- tuito dalle batterie elettrochimiche di accumula- le per produrre sia l’energia elettrica per le uten-
la scarsa insolazione rispetto alla tori che rappresentano tuttavia sistemi molto co- ze domestiche e a servizio dell’impianto termico
stagione estiva, dovuta sia alle li- stosi e che necessitano di particolari accorgimenti (elettropompe di circolazione), che l’energia ter-
mitate ore diurne che alla mag- in fase di installazione ed esercizio (locali e prote- mica. L’energia elettrica prodotta in esubero ri-
giore inclinazione dei raggi solari zioni adatte), adottabili solo per particolari appli- spetto alle utenze domestiche viene utilizzata
che colpiscono la superficie terre- cazioni, in genere connesse ai sistemi di sicurezza. in una pompa di calore di tipo geotermico per
stre. Risulterebbe pertanto neces- Si intuiscono tuttavia le difficoltà nell’utilizza- produrre acqua calda a bassa temperatura ed ali-
sario aumentare la superficie del re l’accumulo dell’energia elettrica per far funzio- mentare un sistema radiante.
campo fotovoltaico per soddisfa- nare la pompa di calore nelle condizioni inverna- Il potere calorifico inferiore del H2 è pari a 33,3
re il bilancio energetico. Stiamo li più gravose (temperatura esterna di progetto kWh/kg. Se si recupera il calore di condensazio-
tuttavia sempre ragionando su e condizioni di luce diurna limitate alle 8 ore tipi- ne del vapore acqueo in uscita al ciclo termico
base stagionale. Il costo energeti- che del solstizio d’inverno). è possibile sfruttare il potere calorifico superiore
co potrà annullarsi a fine stagione, Il sistema di accumulo dovrebbe essere an- del H2 pari a 39,4 kWh/kg. Con una densità di 0,09
tuttavia il sistema di produzione che in grado di garantire i servizi minimi nottur- kg/m³ (in condizioni normalizzate a 15°C e alla
non sarà mai in grado di garantir- ni (illuminazione e piccoli elettrodomestici) oltre pressione di 1 bar) si ha che 1 Nm³ di H2 sviluppa
ci l’autonomia energetica qualora che il funzionamento della pompa di distribu- una energia pari a 3,5 kWh.
zione dell’acqua calda ai terminali riscaldanti. Un Se si considerano celle a combustibile della
tecnologia PEM (membrane a scambio protoni-
co), che sono le più semplici e in grado di funzio-
nare a basse temperature e con raffreddamento
ad acqua, si ha un rendimento elettrico [2] pari a
Hydrogen storage systems in zero energy circa il 43%, mentre la restante parte è dissipata
buildings in stand-alone condition sotto forma di calore [3] (con un discreto conte-
In anticipation of the coming into effect of the legal obligation to realize net zero energy buildings (nZEB), we con- nuto entalpico in quanto le celle PEM lavorano
sider plant types adoptable to buildings not connected in a network, capable of providing energy autonomy both
con temperature da 50 a 80°C).
from the thermal point of view that electric, thanks to the support of a system PV energy. The criticality of the sy-
stem is inherent of the possibility of ensuring the functioning of the utilities under the most rigid winter conditions, Ipotizzando di utilizzare solo il combustore
when the hours of sunlight are reduced. This paper compares two types of systems: the first consists of a geother- catalitico (prima modalità) per la potenza richie-
mal heat pump with an adequate water storage tank and accumulator batteries, Li-Ion for electric utilities, and the sta, a fronte di 1 Nm³ di H2 si ottengono quindi
second an hydrogen system, accumulated in cylinders and used by a fuel cell to produce electricity for domestic 3,5 kWh termici.
users and the power of a pump heat, and thermal energy at low enthalpy. Utilizzando la cella a combustibile (seconda
modalità) si otterrà circa il 43% di resa elettrica e il
Keywords: nZEB, hydrogen storage systems
57% di resa termica sul potere calorifico superiore,

#16 19
Figura 1 – Diagramma Sankey di flusso energetico.
Produzione di energia termica ed elettrica
da idrogeno di generazione solare

sfruttando il calore di condensa-


zione del vapore in uscita dalla cel-
la ipotizzando di recuperare tutto il
calore sensibile e latente. Nella real-
tà il rendimento del sistema di re-
cupero termico sarà inferiore e si
attesterà intorno al 52-53%.
Quindi in termini energetici
da 1 Nm³ di H2 si otterranno nella
cella 0,43 * 3,5 = 1,50 kWh elettri-
ci e 0,52 * 3,5 = 1,82 kWh termici.
Utilizzando una pompa di calore
acqua-acqua in ciclo chiuso [4] con
un COP = 4 si avranno, a fronte di
1,5 kWh elettrici, 6 kWh termici, per
un totale di 7,8 kWh termici.
La seconda modalità, sfruttan-
do l’energia a bassa entalpia pre-
levata dalla sorgente geotermica
(terreno con sonde di profondi-
tà), consente rendimenti più ele-
vati in termini di energia termica
fornita all’impianto (si veda Figura
1). Quindi, prescindendo da altre
considerazioni funzionali ed eco-
nomiche, ma ragionando in ter-
mini di pura efficienza energetica,
nell’esempio seguente si opterà
per la seconda modalità esposta,
che considera l’utilizzo di un cel-
la a combustibile abbinata a una
pompa di calore ad elevata effi-
cienza (del tipo acqua-acqua in ci-
clo chiuso con sorgente termica il
terreno). La PDC acqua-acqua in
ciclo aperto che utilizza acqua di
pozzo, che garantisce valori di COP
decisamente maggiori, non viene
considerata in quanto di difficile
applicazione in termini diffusi per
ragioni autorizzative. La potenza
della cella a combustibile dovrà
essere opportunamente maggio-
rata per tener conto anche delle
utenze elettriche dell’edificio.
Confronto fra sistemi di accumulo in acqua/batterie e in idrogeno
È interessante valutare la possibilità, per un edificio non connesso in rete, di alimentare, attraverso l’energia captata
nelle ore diurne da un sistema fotovoltaico, le utenze termiche ed elettriche dell’edificio stesso durante le ore notturne.
Il confronto viene eseguito tra le due soluzioni impiantistiche praticabili:

1) Pompa di calore geotermica abbinata a batterie di accumulo al Li-ion


L’energia termica viene prodotta nelle ore diurne mediante un sovradimensionamento della PDC e accumulata in un
serbatoio inerziale in acqua per essere utilizzata nelle ore serali e notturne.
L’energia elettrica viene accumulata nelle batterie elettrochimiche che vengono caricate nelle ore diurne dal sistema
solare fotovoltaico.
2) Pompa di calore geotermica abbinata a celle a combustibile ad idrogeno
L’energia elettrica prodotta dal sistema fotovoltaico viene utilizzata per produrre localmente idrogeno attraverso un
elettrolizzatore. L’accumulo avviene in bombole di idrogeno. La produzione dell’energia elettrica avviene attraverso
un dispositivo a celle a combustibile. La energia termica viene prodotta direttamente dalle fuel cell e da una pompa
di calore che utilizza l’energia elettrica, da esse prodotta, in esubero rispetto alle utenze elettriche domestiche.

Vengono introdotte le ipotesi esplicitate nel seguente box.

Case study, caratteristiche ed ipotesi


CARATTERISTICHE EDIFICIO
• Caratteristiche geometriche SISTEMA DI CAPTAZIONE SOLARE FOTOVOLTAICO
Si considera come caso-esempio un’unità abitativa indipendente su quattro lati, • Il sistema fotovoltaico utilizza celle di tipo cristallino
ubicata a Milano, dotata di un involucro altamente performante, tipicamente in L’adozione di moduli di tipo amorfo avrebbe consentito, a fronte di una penalizza-
classe energetica A+ (indice soglia per la Lombardia pari a 14 kWh/m²/anno). Per zione nella resa specifica, di avere un’efficienza minima di captazione anche nel
semplicità si esamina un edificio a forma di parallelepipedo a base rettangolare caso di giornate prive di insolazione diretta, in cui è presente solo una radiazione
di dimensioni di 12,5 m (esposizioni S e N) per 8 m (esposizioni E e O), con altezza diffusa. Tuttavia, considerando il bilancio energetico in termini mensili (con rife-
2,7 m (dimensioni interne). Il tetto in questo caso si considera a falda unica orien- rimento al mese meno soleggiato), si è preferito utilizzare sistemi captanti più ef-
tata verso S con inclinazione di 15° (superficie utile di captazione di circa 120 m²). ficienti (in grado attualmente di garantire la potenza di 1 kWp con una superficie
captante di circa 5 m²).
• La valutazione viene eseguita in corrispondenza del solstizio invernale
140
120
240

80

12,5
Ci si pone nelle condizioni peggiori, nelle quali si hanno solo 8 ore di luce a fronte
di 16 ore serali e notturne nelle quali occorre garantire i servizi energetici all’edi-
80
140
120
ficio (riscaldamento e utenze elettriche).
240
• Superficie utile di captazione
La superficie utile di captazione è costituita dalla copertura (120 m² considerando
8

l’estensione della falda), dalla parete verticale verso S utilizzata per l’80% (30 m²)
120
240
80
140
e dal 60% delle pareti verticali verso E (15 m²) ed O (15 m²).

UTENZE
• Utenze elettriche
140
80

• Caratteristiche involucro Si considerano come livelli minimi da garantire quelli relativi all’illuminazione
Si considerano i seguenti valori di trasmittanza dell’involucro: dell’edificio (illuminamento con corpi illuminanti che utilizzano lampade a LED),
Elemento Trasmittanza involucro [W/(m²K)] e al funzionamento delle elettropompe di servizio dell’impianto di riscaldamento
parete opaca 0,11 e dei ventilatori del sistema ventilante a doppio flusso con recupero.
Inoltre si considera giornalmente un ciclo di lavaggio della lavastoviglie e uno del-
solaio di copertura 0,17
la lavatrice (entrambi gli elettrodomestici si considerano in classe A), e 3 ore di
pavimento su terreno 0,22
funzionamento di un televisore a cristalli liquidi (LCD) da 32 pollici.
vetro – serramento 1,70 Si prevede anche la presenza di un frigorifero in classe A+++ da 300 litri.
portoncino 1,10 L’illuminazione si considera in funzione per 8 ore serali e 2 ore mattutine.
• Utenze termiche
• Ventilazione Si considera il carico termico di progetto necessario a far fronte alle condizioni in-
Si considerano ricambi di aria di tipo meccanico pari a 0,3 volumi/ora trattati at- vernali di progetto (Milano: te = -5°C) per tutte le ore diurne e notturne. Si consi-
traverso un recuperatore termico con efficienza dell’85%. derano due livelli di temperatura (valore diurno ti = 20°C per 14 ore, con riduzione
• Acqua calda sanitaria nelle ore notturne a ti’ = 16°C).
Per i consumi di acqua calda sanitaria non si considera nessun apporto di solare
termico. Il fabbisogno viene calcolato secondo UNI 11300-2 in 1,5 litri/(m²giorno).

#16 21
Determinazione dei carichi termici ed elettrici campo fotovoltaico (non si entra nel merito dello scambio sul posto
Sulla base delle ipotesi introdotte si calcolano i seguenti valori che nel caso di energia prelevata dalla rete dovrebbe tenere in con-
di potenza: to un valore di energia primaria legato al fattore di rendimento del
• Carichi termici sistema nazionale di produzione e distribuzione dell’energia elet-
Dispersioni involucro 2044 W trica). Le considerazioni in merito alla necessità di accumulo, data
Carichi ventilazione 223 W la non contemporaneità delle utenze, sono oggetto del paragrafo
seguente.
Carichi produzione acqua calda sanitaria (1) 1107 W
• Fabbisogno energia primaria
TOTALE carichi termici 3374 W
Il valore complessivo di energia primaria da fornire all’edificio
Per semplicità non si considerano apporti né di tipo solare, né nel mese di minore insolazione (dicembre) è quindi pari a 598 kWh.
endogeno.
La pompa di calore verrà dimensionata sulla base delle potenze Dimensionamento del sistema fotovoltaico
termiche richieste. La produzione della superficie di captazione per 1 kWp è quella
• Carichi elettrici riportata nella Tabella 2.
Il dimensionamento dell’impianto va eseguito secondo i se-
guenti carichi massimi contemporanei: Tabella 2 – Produzione annua sistema fotovoltaico Fonte PV-GIS
Illuminazione a LED 100 W Sistema fisso: inclinazione = 15°, orientamento = Sud
Pompe riscaldamento 46 W Mese Ed Em Hd Hm
Ventilazione 2 x 30 W Dicembre 1,25 38,7 1,58 48,8
Frigorifero 200 W
Lavastoviglie (2) 2200 W
Sistema fisso: inclinazione = 90°, orientamento = Sud
Lavatrice (2) 2350 W
Mese Ed Em Hd Hm
Televisore 150 W
Dicembre 1,72 53,3 2,18 67,5
TOTALE carico max contemporaneo utenze elettriche < 3 kW

Sistema fisso: inclinazione = 90°, orientamento = Est


Mese Ed Em Hd Hm
Determinazione dei fabbisogni di energia primaria Dicembre 0,56 17,4 0,77 23,8
Secondo le ipotesi introdotte si determinano i seguenti valori
energetici:
• Energia primaria ad uso termico Sistema fisso: inclinazione = 90°, orientamento = Ovest
Il valore è dato dalla somma dei fabbisogni termici relativi all’in- Mese Ed Em Hd Hm
volucro, alla ventilazione e alla produzione dell’acqua calda sanita-
Dicembre 0,55 17,2 0,77 23,8
ria, e tiene conto dei rendimenti del sistema impiantistico (produ-
zione, regolazione, distribuzione ed emissione). Ed: Produzione elettrica media giornaliera dal sistema indicata (kWh/kWp/
Il fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazio- giorno)
ne invernale per l’edificio considerato è pari a 4974 MJ/anno (1381 Em: Produzione elettrica media mensile dal sistema indicata (kWh/kWp/mese)
kWh/anno), corrispondente ad un indice di prestazione energetica Hd: Media irraggiamento giornaliero al metro quadro ricevuto dai panelli del si-
di 13,82 kWh/(m²anno). Il valore è stato calcolato con software cer- stema (kWh/m²/g)
tificato dal CTI. Nel mese di dicembre considerato, il fabbisogno di Hm: Media irraggiamento mensile al metro quadro ricevuto dai panelli del siste-
energia primaria per la climatizzazione invernale è pari a 1398 MJ ma (kWh/m²/mese)
corrispondenti a 388 kWh.
• Fabbisogno elettrico Poiché la superficie utile di captazione è costituita dalla copertu-
Si ottengono i seguenti fabbisogni energetici su base giornaliera. ra (120 m²) corrispondente a 24 kWp, da una parte della parete ver-
Illuminazione a LED 10 ore x 100 W 1,00 kWh ticale verso S (30 m²), corrispondente a 6 kWp, e dalle pareti verso E
Pompe riscaldamento 24 ore x 46 W 1,10 kWh (15 m²) e O (15 m²) per ulteriori 6 kWp, con un totale installato di 36
kWp, l’energia captata per il mese di minor insolazione (dicembre)
Ventilazione 24 ore x 2 x 30 W 1,45 kWh
sarà pari a 1352 kWh.
Frigorifero 24 ore di funzionamento 0,65 kWh
Se si considera un rendimento del sistema di captazione me-
Lavastoviglie 1 ciclo di lavaggio 1,05 kWh dio dell’85% per la parte in continua (string-mismatch, effetti della
Lavatrice 1 ciclo di lavaggio 0,80 kWh sovratemperatura, perdite nei collegamenti) e del 95% per la parte
Televisore 3 ore x 150 W 0,45 kWh in alternata (inverter) tale valore si riduce a 1352 * 0,85 * 0,95 = 1092
TOTALE utenze elettriche 6,50 kWh kWh.
Ne deriva che la potenza installata in termini di impianto FV (pari
Il fabbisogno energetico mensile per il mese di dicembre consi- a 36 kWp) è in grado di fornire l’energia primaria necessaria (1092
derato (31 giorni) è pari a 202 kWh. kWh) a soddisfare il fabbisogno energetico (termico ed elettrico) in
Considerando una caduta di tensione sulla rete elettrica interna termini di energia primaria nel mese di minore insolazione (dicem-
all’edificio del 4%, tale valore corrisponderà ad un fabbisogno in ter- bre) per l’edificio in classe A+ considerato (pari a 598 kWh).
mini di energia primaria per usi elettrici di 210 kWh.
Tale fabbisogno energetico verrà soddisfatto integralmente dal

22 #16
Risultati del confronto
Poiché, come si è detto, il si- Vacc = Qacc / (c * Δθ) [m³] (1) sono gestiti tramite appositi container che com-
stema di produzione fotovoltaico dove: prendono i dispositivi di controllo, supervisione
è operativo solo per 1/3 delle ore c = calore specifico acqua = 4,186 kJ/(kg*K) e prevenzione incendi.
giornaliere e risente dell’insolazio- Δθ = differenza di temperatura utilizzabile (si Anche in questo caso, tenendo conto che
ne, avendo considerato l’edificio ipotizza che la PDC scaldi l’acqua fino a 45°C e potranno essere presenti periodi di insolazione
non connesso alla rete elettrica, è che l’acqua possa essere utilizzabile fino a 35°C certamente inferiori alla durata mensile conside-
necessario adottare un sistema di nel sistema di riscaldamento a bassa temperatu- rata (e tipicamente per un solo giorno sarebbe
accumulo energetico in grado di ra) = 10 K sufficiente un accumulo costituito da 4 batterie),
soddisfare il fabbisogno dell’edifi- Si ottiene Vacc = 40 m³ per poter eseguire un confronto con la soluzione
cio, nelle ore notturne e nei giorni In realtà il bilancio termico del sistema di ac- ad idrogeno si considera l’accumulo per la dura-
di insufficiente insolazione, calco- cumulo nel mese considerato deve tenere con- ta di tutto il mese di dicembre.
lato nei valori medi mensili esposti to anche degli apporti di calore dati dalla pom-
in precedenza. pa di calore. Pompa di calore geotermica
L’energia elettrica apportata dal sistema fo- abbinata a celle a
Pompa di calore tovoltaico (Qfv = 1092 kWh), detratti i fabbiso- combustibile ad idrogeno
geotermica abbinata gni relativi alle utenze elettriche (Qe = 210 kWh)
a batterie di fornisce la quota di energia elettrica che alimen- • Produzione idrogeno mediante idrolisi
accumulo al li-ion ta la pompa di calore (Qe,pdc = 882 kWh) che Per produrre 1 Nm³ di idrogeno con un elet-
può essere trasformata in energia termica dalla trolizzatore [8] occorrono 5,4 kWh elettrici (e 0,9
• Accumulo termico inerziale in pompa di calore geotermica (COP = 4), ottenen- litri di acqua). Quindi con la produzione elettri-
acqua do una energia termica pari a Qt,pdc = 3520 kWh ca del campo fotovoltaico si ottengono teorica-
La soluzione richiede un accu- (12672 MJ). mente (3) 202,2 Nm³ di H2 nel mese di dicembre.
mulo inerziale in grado di soppe- Quindi su base mensile l’apporto dato dal si-
rire al fabbisogno del mese a mi- stema FV è ampiamente sufficiente a compen- • Stoccaggio idrogeno in bombole
nore insolazione (dicembre). Tale sare il fabbisogno termico. Nella realtà il sistema Per ragioni di sicurezza la compressione
accumulo sarà costituito da un di accumulo dovrà essere previsto per gli orari dell’idrogeno avviene utilizzando dei booster
serbatoio in calcestruzzo oppor- giornalieri o i periodi di insufficiente insolazione. alimentati da compressori ad aria, che escludo-
tunamente coibentato. Ipotizzando un andamento costante nel no elementi elettrici, potenzialmente pericolosi.
Il fabbisogno di energia prima- mese, si ha che il fabbisogno termico giornaliero La compressione dell’idrogeno determina
ria ad usi termici per il mese di di- (1678/31 = 54,1 MJ) richiederebbe un accumulo una perdita energetica dell’8% alla quale van-
cembre considerato è pari a 1398 minimo, secondo la (1), di 1293 litri, valore da in- no aggiunte perdite meccaniche ed elettriche.
MJ. Tale energia dovrà essere pro- crementare opportunamente per considerare i Si considera quindi una perdita totale del 20%. Il
dotta con la pompa di calore e di- periodi invernali privi di insolazione diretta che consumo di energia elettrica viene quindi incre-
rettamente utilizzata durante le possono durare parecchi giorni. mentato a 6,5 kWh elettrici. La produzione effet-
ore diurne di insolazione e accu- Per un confronto congruente tra i due siste- tiva di H2 nel mese di dicembre scende quindi a
mulata per un utilizzo differito nel- mi proposti si considera pertanto il volume ri- 168,5 Nm³.
le ore notturne e nei periodi di in- chiesto per l’intero mese di dicembre, azzerando
sufficiente insolazione. Ci si pone l’apporto del sistema FV. • Produzione energia mediante celle a
nelle condizioni peggiori, tali per combustibile
cui il volano termico prodotto nei • Accumulo elettrico in batterie a ioni di litio Da questi, secondo quanto illustrato in pre-
mesi precedenti, debba sopperi- In questa soluzione impiantistica l’energia cedenza, si ricavano 168,5 * 1,5 * 0,95 = 240 kWh
re al fabbisogno totale mensile di elettrica deve essere fornita da un sistema di ac- elettrici (si considera una efficienza dell’inverter
dicembre e non vi sia apporto nel cumulo in corrente continua costituito da batte- nella trasformazione DC/AC del 95%) e 168,5 *
mese considerato. rie di accumulatori elettrochimici in serie [6] [7]. 1,82 = 306 kWh termici.
In tal caso il bilancio energeti- Per la maggiore durata (fino a 10.000 cicli di cari- Detraendo i 210 kWh elettrici richiesti per le
co [5] è il seguente: co/scarico), potenza specifica (oltre 300 W/kg) e utenze elettriche, restano 30 kWh che possono
Qf (calore fornito) = 0 efficienza nei cicli di carico/scarico (fino al 98%) si essere utilizzati dalla pompa di calore geotermi-
Qacc (calore da accumulare) = considerano le batterie a ioni di litio. ca (COP = 4) per produrre 120 kWh termici, che
Qu (calore di cessione utile all’im- Il fabbisogno mensile di dicembre per le sommati ai 306 kWh termici prodotti diretta-
pianto) + Qd (calore disperso) utenze elettriche è di 210 kWh. mente dalle celle a combustibile consentono di
Tenendo conto del 20% di di- Considerando batterie da 80 Ah a 24 V si ot- ottenere una produzione per il mese di dicem-
spersioni all’involucro dell’accu- tiene per ogni batteria una capacità energetica bre di 426 kWh, sufficienti a sopperire al fabbiso-
mulatore, il calore da accumula- di accumulo di 1,92 kWh. Per ottenere la poten- gno di energia primaria ad usi termici mensile di
re sarà di Qacc = 1398 (1 + 0,2) = za elettrica mensile richiesta occorrerebbero 110 dicembre (valutato in precedenza in 388 kWh).
1678 MJ batterie. Si potrebbe utilizzare anche una pom-
Il volume dell’accumulo iner- Sistemi di accumulo quali quello considerato, pa di calore aria-acqua, per cui è possibile as-
ziale si calcola come: seppure molto costosi, esistono in commercio e sumere un COP stagionale di circa 3. Tuttavia

#16 23
occorre considerare che il valore medio mensi- Idrogeno e sicurezza
le di dicembre della temperatura media giorna- Un accumulo di idrogeno in bombole delle dimensioni considerate, pur avendo costi e ingombri contenu-
liera dell’aria esterna a Milano è di 3,1°C. Poiché i ti, risulta soggetto a prescrizioni in termini di sicurezza antincendio che occorre tenere in conto. Tali consi-
dati nominali forniti da Eurovent si riferiscono ad derazioni esulano dal contenuto del presente articolo e quindi vengono solamente accennate.
una temperatura dell’aria esterna di 7°C ne deri- L’idrogeno gassoso richiede una bassissima energia per l’ignizione in aria (0,02 mJ contro 0,29 mJ del me-
va che il valore di COP va corretto (in ragione del tano). Inoltre il campo di infiammabilità della miscela idrogeno e ossigeno è molto esteso (dal 4 al 73% a
2% per ogni grado centigrado in meno di tem- confronto della miscela metano e ossigeno che va dal 5 al 15%).
peratura) dell’8%, decadendo a 2,78 [9]. Occorre tuttavia precisare che, nonostante questa pericolosità, l’utilizzo dell’idrogeno come combustibi-
Nella situazione considerata, la produzio- le non costituisce un fatto storicamente nuovo, in quanto esso costituiva il componente principale (per
ne termica dalla pompa di calore con sorgente circa il 50%) del gas di città, distribuito fino agli anni ’60 nelle principali metropoli del mondo, ottenuto
termica l’aria esterna, sarebbe di 83,4 kWh, che facendo fluire del vapor d’acqua su un letto di carbone rovente.
sommati ai 306 kWh termici prodotti diretta- La pericolosità di tale miscela gassosa era infatti dovuta più ai rischi di asfissia conseguenti alla presen-
mente dalle celle a combustibile consentono di za dell’ossido di carbonio (in ragione del 20%) che a quelli di esplosione legati al componente idrogeno.
ottenere una produzione per il mese di dicem- Importante sarà quindi il controllo e il rilevamento delle possibili cause di innesco oltre che la ventilazione
bre di 389 kWh, ancora sufficienti a sopperire al degli ambienti. Occorrerà quindi installare dei rivelatori di fiamma e gli impianti elettrici dovranno essere
fabbisogno termico mensile di 388 kWh. in esecuzione antideflagrante (EEx d IIC T1: costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosi-
ve – custodie a prova di esplosione – gruppo gas idrogeno – massima temperatura superficiale 450°C).
• Accumulo in idrogeno La unica norma di prevenzione incendi nel settore (D.M. 31/08/2006) riguarda gli impianti di distribuzione
Una normale bombola di idrogeno da 50 litri dell’idrogeno per autotrazione. Tale norma può essere applicata per quanto concerne le prescrizioni rela-
compressi a 200 bar contiene 50 * 200/1000 = 10 tive al locale contenente i recipienti di accumulo, considerato tra gli elementi pericolosi dell’impianto, per
Nm³ di idrogeno. Poiché il potere calorifico del- il quale vengono prescritte determinate specifiche costruttive e distanze di sicurezza. La norma applica-
l’H2 è pari a 3,5 kWh/Nm³, si ha che ogni bombola bile più specifica riguardo al deposito di bombole è il D.M. 14/05/2004 che riguarda i depositi di G.P.L. con
ha un contenuto energetico di 35 kWh. capacità complessiva inferiore a 13 Nm³.
Un accumulo mensile in idrogeno, per il
mese con minore insolazione (dicembre) com-
porta la presenza di 18 bombole.
Nella realtà le dimensioni dell’accumulo in H2
potrebbero essere ridotte a quelle necessarie a Note
far fronte ad una notte di servizio per l’edificio, (1) Si considera un tempo di ricarica dell’accumulo di 4 ore.
potenziando adeguatamente il campo FV, o uti- (2) Utenze non contemporanee.
(3) Per un confronto corretto si ipotizza di non utilizzare direttamente l’energia elettrica prodotta dal campo FV
lizzando un campo FV in silicio amorfo in grado
per alimentare la PDC nelle ore diurne, ma di differire tutta la produzione, attraverso la riconversione dell’H2
di garantire una efficienza minima anche in pre- in energia elettrica.
senza di sola radiazione diffusa (giorni nuvolosi).

Soluzioni alternative
Cogenerazione fotovoltaica PV, determinerebbe una produzione di energia domestiche, limitando di conse-
di energia termica (PVT) termica, per il mese di dicembre, pari a 7040 MJ guenza l’estensione del campo fo-
Le soluzioni impiantistiche adottate sono (1955 kWh), sufficiente a coprire tutto il fabbiso- tovoltaico, considerando che una
state volutamente semplificate ai fini del con- gno termico annuale. pompa di calore a zeolite presen-
fronto. Sono ovviamente possibili sistemi ibridi In tal caso potrebbe ragionevolmente esse- ta in genere un COP prossimo a
in cui sia sempre presente un accumulo inerziale re ridotto il campo fotovoltaico in misura tale da 1,5 mentre l’efficienza estiva nella
in acqua eventualmente integrato da sistemi so- soddisfare il solo fabbisogno delle utenze elettri- produzione di acqua refrigerata si
stenibili come collettori solari termici o impianti che domestiche. attesta su valori intorno a 0,6.
a biomassa. Occorre tuttavia ricordare che il sistema ri-
In tal senso sarebbe possibile incrementare
l’efficienza del sistema mediante la cogenerazio-
ne solare utilizzando dei sistemi ibridi (PVT) co-
sente dei problemi legati alla intermittenza del-
la fonte solare (necessità di accumuli in acqua di
elevate dimensioni pari almeno a 9 m³).
Conclusioni
Dalle considerazioni esposte
stituiti da moduli fotovoltaici alloggiati all’inter- emerge come un adeguato cam-
no di collettori solari termici [10] [11]. Pompe di calore ad po fotovoltaico consenta l’autono-
La componente termica del sistema potreb- adsorbimento (AHP) mia energetica per un edificio pas-
be essere utilizzata in primis per la produzione È possibile utilizzare, in alternativa alla pom- sivo anche considerando ai fini del
dell’acqua calda sanitaria ma anche per una inte- pa di calore elettrica a compressione di vapore, bilancio energetico il solo mese a
grazione del riscaldamento ambientale. Il conse- un dispositivo ad adsorbimento (AHP), in gra- minore insolazione (dicembre), in
guente raffreddamento del modulo fotovoltai- do anch’esso di operare la produzione dell’ac- cui le ore di luce diurna si riduco-
co ne incrementa inoltre il rendimento elettrico. qua calda e refrigerata di alimentazione dell’im- no fino ad un minimo di 8 (solstizio
Sotto l’aspetto termico l’utilizzo di un campo pianto termico. In tal caso sarebbe possibile invernale).
solare delle dimensioni di quello ipotizzato per ridurre la produzione della cella a combustibi- Il sistema richiede l’integrazio-
l’edificio, costituito da moduli PVT invece che le PEM alle sole esigenze delle utenze elettriche ne con un accumulo energetico

24 #16
che può essere realizzato, in spa- Si ringraziano:
zi molto contenuti, con bombo- · Federico Faccini, Debora Guida e Filippo Tuffanelli – per le simulazioni termiche al calcolatore
le di idrogeno (utilizzabili sia per · Daniele Savarese – per le illustrazioni
il fabbisogno termico che elettri-
co) oppure, con ingombri molto Bibliografia
maggiori, con un tradizionale ac- [1] S. Gioria, S. Molina – Progettare e realizzare impianti stazionari a idrogeno – Giacomini – 2010
cumulo termico in acqua affianca- [2] K.-H. Tetzlaff – Idrogeno verde – Editoriale Delfino – 2009
[3] M. Noro – Celle a combustibile – Dario Flaccovio – 2003
to da un accumulo elettrico in bat-
[4] R. Lazzarin – Pompe di calore – S.G.E. Padova – 2011
terie agli ioni di litio. [5] H. Kirn, A. Hadenfeldt – Le pompe di calore – Tecniche Nuove – 1981
Il dimensionamento del siste- [6] M. Noro – Accumuli di energia elettrica – Aicarr Journal n. 11 – Novembre/Dicembre 2011
ma sul mese a minore insolazione [7] G. Benedici – Nell’accumulo il futuro del fotovoltaico – Casa & Clima n. 38 – Settembre 2012
consentirà un esubero di poten- [8] J. Ivy – Summary of Electrolytic Hydrogen Production – U.S. National Renewable Energy Laboratory – 2004
za per la restante parte dell’anno, [9] M. Vio – Efficienza energetica e benessere ambientale – Editoriale Delfino – 2009
[10] L. P. M. Colombo, C. M. Joppolo, A. Marzera, L. Molinaroli – Thermal models of PV/T solar collectors – 48°
con la conseguenza che l’edificio,
Convegno Internazionale AICARR – Baveno – Settembre 2011
se collegato in rete, si comporte- [11] F. Fantozzi, S. Filippeschi – Solar PV-T hybrid plants applied to residential buildings in Italy – 48° Convegno
rà come un produttore di energia Internazionale AICARR – Baveno – Settembre 2011
elettrica. [12] M. Surra – Rinnovabili:
REC_AicarJournal_160x228_T opportunità16:22
18-09-2012 e prospettive
Pagina– 1CDA – Aprile 2007
Tipicamente, considerando
nel mese invernale di minore in-
solazione (dicembre) un periodo
massimo della durata di una setti-
mana privo di radiazione solare di-
retta, i sistemi di accumulo saran-
no costituiti da:
• pompa di calore geotermica ab-
binata a batterie di accumulo al
Li-ion: accumulo termico iner-
ziale in acqua da 9 m³; accumulo
elettrochimico in batterie LI-ION
da 25 batterie da 80 Ah a 24 V;
• pompa di calore geotermica ab-
binata a celle a combustibile ad
idrogeno: accumulo in idroge-
no da 4 bombole da 50 litri di H2
compresso a 200 bar.
Il confronto economico tra i
due sistemi esula questo lavoro. Si
evincono tuttavia, dai dati espo-
sti, i vantaggi, in termini di costi
ed ingombri, della seconda solu-
zione. Un impianto come quello
descritto rappresenta un obietti-
vo già perseguibile con le attuali
tecnologie e la sua diffusione non
potrà che comportare migliora-
menti nelle efficienze e riduzione
nei costi.
Il sistema che utilizza come
vettore energetico l’idrogeno pro-
dotto tramite elettrolisi da sorgen-
te fotovoltaica [12] costituisce
dunque il più promettente meto-
do a sostenibilità totale di auto-
produzione dell’energia termica
ed elettrica per utenze non in
rete. n

* Marco Surra, Studio Surra


Engineering, www.surra.it

#16 25
PERDITE DI DISTRIBUZIONE

Climatizzazione
satellitare
e prestazioni energetiche

Il sistema di generazione centralizzata dell’energia, abbinata


al sistema satellitare con contabilizzazione alle singole utenze è
caratterizzato da perdite di distribuzione molto contenute, sia in
regime di riscaldamento sia in raffrescamento. Maggiore attenzione
progettuale va invece prestata al sistema per la distribuzione dell’ACS
di Michele De Carli*, Stefano Faganello**, Samantha Graci*, Giacomo Villi* e Angelo Zarrella*

26 #16
N
ella climatizzazione degli soddisfare le esigenze di climatizzazione inver- per la climatizzazione invernale ed estiva sia per
edifici residenziali i sistemi nale ed estiva dell’utenza. Il generatore di calore quanto riguarda le temperature di mandata e ri-
di riscaldamento autono- centralizzato è costituito da tre moduli identici torno dei circuiti primari e secondari dell’impian-
mi hanno incontrato nel tempo per una potenza complessiva di 660 kW, modu- to. Sono stati inoltre registrati come parametri si-
il favore degli utenti per la possi- labile da 44 kW alla massima potenza, mentre il gnificativi ai fini del clima indoor la temperatura
bilità che assicurano di regolazio- sistema di raffrescamento si serve di un chiller ad dell’aria e l’umidità relativa.
ne totalmente personalizzata del- acqua alimentato da acqua di roggia. Il vano della scala 5 ha una superficie calpe-
le condizioni termoigrometriche. L’impianto si basa su sistemi satellitari gesti- stabile di circa 56 m²; in esso è ricavato un cave-
D’altra parte i sistemi di produzio- ti da un sistema di controllo e contabilizzazio- dio di circa due metri quadrati, isolato tramite un
ne di energia termica centralizzata ne. Ogni unità abitativa è provvista di un mo- setto divisorio in mattoni forati, nel quale sono
presentano indiscutibili vantaggi dulo satellitare, cioè di una vera e propria unità posizionati i condotti di mandata e ritorno dei
in termini di sicurezza, maggio- terminale che permette di prelevare da un cir- circuiti di riscaldamento e raffrescamento.
ri rendimenti e minor impatto cuito distributivo primario il calore necessario sia I condotti dei circuiti dell’impianto sono re-
ambientale. per il riscaldamento che per la produzione di ac- alizzati con tubi in acciaio aventi un diame-
I sistemi satellitari autonomi a qua calda sanitaria oltre al fluido freddo per la tro interno di 4", coibentati con 5 cm di isolan-
contabilizzazione rappresentano climatizzazione estiva. I moduli satellitari sono te. La portata nominale di acqua nell’impianto
una possibile soluzione al proble- posizionati sia all’interno degli appartamenti sia è di 26700 l/h, mentre misure sperimentali evi-
ma: un sistema dove indipenden- all’interno di un cavedio tecnico collocato nel denziano valori di esercizio inferiori in funzione
za di gestione e fabbisogno termi- vano scale. Un apposito contabilizzatore di ener- dei regimi di funzionamento; la temperatura nei
co, tipici di un sistema autonomo, gia, posto all’interno di ciascun modulo, quantifi- circuiti dell’impianto è nota grazie ai dati ricava-
si combinano con un sistema di ca il consumo effettuato sulla base della portata ti dal monitoraggio con campionamento orario.
generazione del calore centraliz- circolante e del relativo salto termico. Ai fini della presente simulazione si è considerato
zato mantenendone i benefici. Per le esigenze di raffrescamento, è predi- per la scala 5 due moduli satellitari per piano sia-
I vantaggi della generazione sposto all’interno ad ogni utenza uno scambia- no posizionati nel cavedio, per un totale di dieci
centralizzata del calore sono l’ele- tore di calore tra il circuito primario freddo e il apparecchi.
vato rendimento di produzione e circuito secondario. Sono inoltre installati dei
la possibilità di impiegare in modo contatori di calore dedicati per il monitoraggio CREAZIONE DEL MODELLO
integrato diverse fonti di energia. dei consumi in regime estivo. IN AMBIENTE TRNSYS
Vi è inoltre la possibilità di modi-
ficare più agevolmente l’impianto L’edificio Il modello dell’edificio
nel tempo a seconda delle esigen- L’edificio in analisi presenta una superficie La realizzazione del modello tramite TRNSYS
ze e delle nuove tecnologie. I siste- commerciale di 1650 m² e una superficie resi- è stata divisa in due parti. Si è dapprima realizzato
mi satellitari a gestione autonoma denziale di 7400 m² suddivise rispettivamente in il modello dell’edificio in esame, con la definizio-
del calore si prestano anche alle una portineria, 19 negozi e 69 appartamenti a cui ne delle varie zone termiche. Successivamente, è
applicazioni della climatizzazione si accede tramite 6 scale. L’edificio si sviluppa su 5 stato realizzato il modello dell’impianto, limitata-
estiva, grazie ad appositi dispositi- piani e, avendo un’altezza di interpiano di 4 m, si mente ai condotti di mandata e ritorno alloggia-
vi che prevengono la formazione innalza complessivamente per 20 m. ti nel cavedio.
di condensa nei sistemi radianti. Per valutare il rendimento di distribuzione La scala 5 è stata modellata mediante due
del sistema di climatizzazione è stata analizzata zone termiche, il cavedio e il vano scale. Si è te-
IL CASO DI STUDIO nello specifico una porzione del sistema edificio nuto conto degli appartamenti adiacenti a que-
impianto: la scala “5”, che serve 25 appartamen- ste impostando come condizione al contor-
L’impianto di climatizzazione ti e 5 negozi. In particolare, degli appartamenti no la temperatura rilevata nell’appartamento
L’impianto in analisi è costitui- serviti, uno è stato assunto quale appartamento campione.
to da un sistema di climatizzazio- campione. Tale appartamento è stato monitora- Il cavedio è stato modellato come un locale
ne autonomo satellitare capace di to sia per quanto riguarda i consumi di energia avente una base di 2 m² e sviluppato per un’al-
tezza di 20 m; esso confina lateralmente con il
vano scale, inferiormente con il terreno, suppo-
sto ad una temperatura media costante di 13°C,
e superiormente è limitato da un solaio orizzon-
Heating satellite system, evaluation tale esposto alle condizioni ambientali esterne. Il
of energetic performances
An air conditioning satellite system may combine the characteristics of efficiency, safety and low environmental
impact typical of centralized systems to the possibilities of personalized management of the level of comfort of a
own autonomous system. This paper illustrate the energy evaluation of an indipendent satellite system, installed
during the requalification of an abandoned medical facility located in the city of Treviso. From the measured data lo strumento TRNSYS
of temperatures, flow rates and environmental parameters, was built in the building a model of the building-plant TRNSYS è uno strumento completo e flessibile per la simu-
system using the computer dynamic code TRNSYS. In the study presented it was possible, in particular, to determi- lazione dinamica di sistemi quali gli edifici multizona. In
ne the satellite system’s distribution efficiency for heating, cooling and the supply of hot water, depending on the generale, può essere utilizzato per simulare da sempli-
energy loss on the supply and return’s columns and the energy conveyed to the users. The analyzed system was ci sistemi domestici arrivando fino al progetto e alla si-
compared to a conventional centralized system under homogeneous conditions.
mulazione dell’intero edificio e del rispettivo impian-
Keywords: heating satellite system, TRNSYS, energy evaluation to, permettendo la modellazione di diverse strategie di
regolazione.

#16 27
vano scala presenta una superficie vetrata in cor-
rispondenza solaio della copertura pari a 5 m².
Per le pareti laterali del vano scale, come det-
to, è stata specificata l’adiacenza ad ambienti a
temperatura nota, avendo a disposizione i valori
registrati nell’appartamento campione.
Il cavedio e il vano scale sono entrambi privi
di impianto di climatizzazione. Per entrambi si è
tenuto conto delle infiltrazioni d’aria, assumen-
do un ricambio d’aria orario di 0,3 h-1. Al cavedio
sono stati imposti i carichi termici aggiuntivi do-
Figura 1 – Immagine reale del cavedio e del
vuti ai flussi termici dispersi dai condotti di man- modello semplificato utilizzato nella simulazione
data e ritorno dei circuiti di riscaldamento e raf-
frescamento dell’edificio: tali condotti sono stati
modellati come tubazioni cilindriche aventi un
diametro interno di 4’’, estese per tutta l’altezza
del cavedio, e rivestite esternamente con 48 mm
di isolante, secondo quanto prescritto dall’ap- Applicazione del modello
pendice B del D.P.R. 412/93.
I satelliti posti nel vano scale
Il modello dell’impianto di climatizzazione
I flussi di energia termica inviati all’utenza
dai circuiti di riscaldamento e di raffrescamento
sono stati valutati mediante specifici moduli del
codice TRNSYS basati sull’equazione 1:
‫ ݍ‬ൌ ݉ ȉ ܿ௣ ൫ܶ௙ǡ௠ െ ܶ௙ǡ௥ ൯ሺͳሻ
dove:
q è la potenza convogliata istantaneamente
dal circuito dell’impianto
m è la portata di fluido convogliata dai condot-
ti, pari a 26700 l/h
cp è il calore specifico a pressione costante del
fluido
Tf,m è la temperatura di mandata del fluido Le colonne montanti poste nel cavedio
Tf,r è la temperatura di ritorno del fluido
L’equazione descrive la potenza convoglia-
ta istante per istante dai circuiti dell’impianto e
integrata nel periodo della simulazione fornisce
l’energia complessiva convogliata. La presen-
za stabilita di un determinato numero di mo-
duli satellitari all’interno del cavedio comporta
un aumento dell’energia termica che l’impianto
scambia con il cavedio dovuto alle dispersioni da
ciascun modulo. Si tratta di energia dispersa che
contribuisce all’incremento della temperatura
del cavedio e che partecipa alle perdite di ener-
gia che risultano nel rendimento di distribuzio-
ne dell’impianto. Nelle simulazioni che seguono,
Il vano scale
limitatamente a quelle dove si è considerata la
presenza dei bollitori nel cavedio, tale incremen-
to dell’energia termica dispersa è stato valutato
calcolando le perdite dovute ai bollitori e som-
mando quindi tali voci alle dispersioni dal circu-
ito caldo valutate secondo il modello descritto.

Analisi della coerenza del modello realizzato


Sono stati utilizzati per il completamen-
to dell’analisi i consumi annuali per ogni uni-
tà residenziale e commerciale contabilizzati a
partire dall’ottobre del 2007 sino al settembre
2008. Sono state inoltre rilevate le misure di

28 #16
temperatura sull’impianto relati- Il fatto di non disporre di misure campiona- corrispondenti ai due regimi di funzionamento
vamente alla scala 5, con campio- te con continuità ora per ora nell’intera finestra sono quelli convenzionali, indicati dalla norma
namento orario, le temperature di osservazione ha comportato, in fase di elabo- UNI 11300-1 per la zona climatica E: dal 15 otto-
di mandata e di ritorno del pri- razione e di preparazione dei dati di input per la bre al 15 aprile per il funzionamento invernale e
mario per riscaldamento e acqua simulazione, l’integrazione dei dati non noti ne- dal 16 aprile al 14 ottobre per il funzionamento
calda sanitaria e per il raffresca- gli intervalli mancanti. Quest’operazione è stata estivo.
mento. Oltre alle misure di tempe- compiuta imponendo ai dati mancanti il valore Nella successiva fase di valutazione energeti-
ratura dell’aria e di umidità relati- noto all’intervallo di tempo precedente. ca complessiva del sistema, i dati a disposizione
va nell’appartamento campione, Le analisi che seguono, mirate alla determi- comprendono le temperature rilevate in man-
è stato effettuato anche il monito- nazione del rendimento di distribuzione dell’im- data e ritorno del primario caldo, le portate circo-
raggio della temperatura raggiun- pianto, si basano sui risultati della simulazione lanti in regime di funzionamento estivo ed inver-
ta dal cavedio, rilevamento realiz- dinamica realizzata tramite TRNSYS su interval- nale e il consumo di metano sia su base annuale,
zato nel periodo estivo, dal 9 luglio li orari distinguendo tra funzionamento inver- sia suddiviso nei periodi invernale ed estivo. In
al 14 ottobre dello stesso anno. nale ed estivo dell’impianto. I periodi di tempo particolare, le letture disponibili per quanto ri-
guarda i consumi di metano hanno imposto di
considerare per i regimi di funzionamento inver-
Tabella 1 – Confronto tra l’energia convogliata all’utenza secondo
nale ed estivo i seguenti intervalli di tempo: dal 1
la simulazione e l’energia stimata secondo la relazione (1)
ottobre al 30 aprile per il regime invernale e dal 1
INVERNO ESTATE
ANNO maggio al 30 settembre per quello estivo. La co-
1-ott/30- apr 1-mag/30-set
erenza del modello è stata verificata in base alla
Energia convogliata secondo
230600 184300 44804 congruenza tra i valori di energia inviati all’uten-
la simulazione [kWh]
za dal primario caldo nel corso dei diversi periodi
Energia stimata secondo la
237050 190778 46268 di valutazione e i risultati delle simulazioni, come
relazione (1) [kWh]
mostrato in Tabella 1.
Differenza percentuale 2.8% 3.5% 3.2%

Figura 1 – Andamento della temperatura nel cavedio, misurata RISULTATI DELLA SIMULAZIONE
e simulata. Il grafico presenta in ordinata la temperatura mentre Il modello descritto è stato ulteriormente va-
in ascissa è indicato il periodo di tempo con riferimento al quale lidato in funzione della temperatura rilevata spe-
è stato effettuato il confronto. In blu è riportata la curva della
rimentalmente nel cavedio. Nel periodo com-
temperatura media ottenuta dalle misure, mentre in rosso è
rappresentata la temperatura ottenuta dalla simulazione. preso tra il 9 luglio e il 14 ottobre del 2008 sono
state effettuate misure di temperatura del cave-
Confronto tra il valore misurato per la temperatura del dio ai piani primo, terzo e quinto, valutando un
cavedio e il valore fornito dalla simulazione
valore medio per l’intero ambiente che è stato
35
quindi confrontato con la temperatura del cave-
30
dio ottenuta dalla simulazione. In questo modo,
Temperatura [°C]

25
è stato possibile tarare il modello del sistema si-
20
mulato, ottenendo infine, con riferimento al pe-
15
riodo considerato, uno scostamento medio infe-
10 riore a 0,5°C.
5 La successiva elaborazione dei risultati ha
0 permesso di calcolare un rendimento di distribu-
Tmedia rilevata T cavedio trnsys zione globale annuale dell’impianto pari a 0,985.
Il valore ottenuto è stato calcolato in base alla se-
guente relazione:
Figura 2 – Andamento delle temperature del cavedio, ݁݊݁‫ܽ݅݃ݎ‬
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del vano scale e dell’appartamento campione ݁݊݁‫ܽ݅݃ݎ‬
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ሺ೎ೌ೗೏೚శ೑ೝ೐೏೏೚ሻ
temperatura [°C]

28 ‫ݍ‬௨௧௘௡௭௔
‫ݍ‬௨௧௘௡௭௔ ‫ݍ‬௨௧௘௡௭௔ ሺ೎ೌ೗೏೚శ೑ೝ೐೏೏೚ሻ
ሺ೎ೌ೗೏೚శ೑ೝ೐೏೏೚ሻ
ሺ೎ೌ೗೏೚శ೑ೝ೐೏೏೚ሻ
‫ݍ‬௨௧௘௡௭௔ ሺ೎ೌ೗೏೚శ೑ೝ೐೏೏೚ሻ
26
dove:
24
22 qd è l’energia dispersa dai montanti per il ri-
20 scaldamento e il raffrescamento, presa in
18 valore assoluto
16 qutenza è l’energia totale inviata all’utenza, intesa
come energia globale somma dei contri-
buti dei circuiti del lato caldo e del lato
Tscale Tcavedio T App INPUT freddo
Per caratterizzare con più dettaglio il

#16 29
comportamento energetico dell’impianto, e de- Tabella 2 – Rendimento di distribuzione dell’impianto in un anno
terminare con maggiore precisione le origini e RENDIMENTO DI DISTRIBUZIONE GLOBALE DELL’IMPIANTO
l’entità delle perdite di energia attraverso i con- NEL’ARCO DELL’ANNO
dotti, è stata introdotta una distinzione stagio- Energia totale inviata all’utenza per il lato caldo 230000
[kWh]
nale in modo da poter valutare le prestazioni Energia totale inviata all’utenza per il lato freddo 97370
dell’impianto sia in condizioni di riscaldamento Energia totale dispersa dai condotti del circuito di
sia di raffrescamento, dal momento che in inver- [kWh] 7612
riscaldamento e refrigerazione
no il calore intercettato dal vano scale può con-
Energia scambiata attraverso il pavimento e il solaio
figurarsi come energia recuperata, tendendo [kWh] 4472
(effettivamente dispersa)
quindi a diminuire le perdite di distribuzione. Al
Rendimento di distribuzione al netto dell’energia
contrario, in estate tutta l’energia termica disper- 0.99
recuperabile
sa condotta dalle colonne dell’impianto di clima-
tizzazione non costituisce un apporto utile.
Per quanto riguarda la stagione di riscalda-
Tabella 3 – Analisi delle prestazioni in
mento, i risultati dell’analisi effettuata sono ri-
condizioni invernali (15 aprile – 15 ottobre)
portati in Tabella 3. Si nota come i condotti cau-
sino la perdita di circa il 2% dell’energia termica RISULTATI CON RIFERIMENTO AL PERIODO
[kWh]
DI RISCALDAMENTO
convogliata all’utenza, risultando un rendimento
di distribuzione pari a 0,979. Tuttavia, dato che il Energia totale inviata all’utenza nel periodo di
176820 100 %
riscaldamento
cavedio confina con il vano scale lungo l’intera
superficie laterale, ne consegue che l’energia di- Energia totale dispersa dai condotti del circuito di
riscaldamento e dovuta alla presenza dei boiler nel 3626 2,0 %
spersa attraverso le pareti laterali non è comple- cavedio
tamente dissipata. In condizioni invernali, infatti, Energia scambiata attraverso il pavimento e il solaio
tale calore è intercettato dal vano scale e con- (effettivamente dispersa) nel periodo di 486 0,3%
tribuisce a soddisfare il fabbisogno di riscalda- riscaldamento
mento dell’edificio, trattandosi quindi di fatto di Energia scambiata dal cavedio con il vano scale
3140 1,8%
energia recuperata. Valutato alla luce di questa (recuperata) nel periodo di riscaldamento
considerazione, il rendimento di distribuzione Rendimento di distribuzione invernale lordo 0,979
globale annuale si attesta al valore di 0,997.
Per quanto riguarda la stagione di raffresca- Rendimento di distribuzione invernale al netto
0,997
mento, per effettuare correttamente l’analisi del- dell’energia recuperata
le prestazioni dell’impianto, in merito alla disper-
sione di energia e al rendimento di distribuzione,
sono state valutate separatamente la sezione Tabella 4 – Analisi delle prestazioni dell’impianto
dell’impianto dedicata alla distribuzione dell’ACS in condizioni estive (16 aprile – 14 ottobre)
e quella adibita al raffrescamento. Si osserva dai
RISULTATI CON RIFERIMENTO AL PERIODO
risultati mostrati in Tabella 4 come il comporta- [kWh] %
DI RAFFRESCAMENTO
mento dei due rami dell’impianto sia molto diffe-
rente: il lato freddo adibito alla climatizzazione è Energia totale inviata all’utenza nel periodo di
soggetto ad una perdita di energia praticamen- 97370 100 %
raffrescamento per la climatizzazione (lato freddo)
te trascurabile, mentre il lato caldo è interessato Energia totale dispersa dai condotti del circuito
322 0,3 %
da una perdita di energia pari al 6% di quella con- freddo
vogliata all’utenza. Il rendimento di distribuzione Rendimento di distribuzione per il circuito freddo 0,99
complessivo in funzionamento estivo si attesta
comunque ad un valore pari a 0,98 dato il minor
peso rispetto alla totale energia inviata all’utenza
del contributo legato all’acqua calda sanitaria (si
veda per il dettaglio la Tabella 4). il fabbisogno delle utenze. Per ovviare alla ne- centralizzata dell’ACS e la suc-
cessità di alimentare il primario a tale tempera- cessiva distribuzione alle utenze
SOLUZIONI PER LA GENERAZIONE tura anche in estate, è stato valutato il compor- alla temperatura di 45°C (fig. 3-a).
DI ACS A CONFRONTO tamento di un sistema analogo in cui si abbia un L’energia termica prodotta nella
L’aspetto migliorabile dell’impianto analizza- solo primario, che convogli l’acqua del circuito caldaia viene trasferita dall’acqua
to riguarda la gestione del funzionamento in re- caldo e freddo a seconda della stagione di eser- primaria ad un accumulo termico
gime estivo. La stagione estiva è caratterizzata cizio, mentre l’ACS sanitaria utilizzi un condotto tramite un opportuno scambia-
infatti da un fabbisogno di energia termica limi- indipendente. Data questa tipologia del sistema, tore in acciaio ad alta efficienza. Il
tato alla sola produzione di acqua calda sanita- la generazione dell’ACS può avvenire in modo serbatoio è coibentato e per le di-
ria (ACS), generalmente richiesta alla temperatu- centralizzato e quindi la distribuzione avverreb- spersioni termiche è stato adotta-
ra di 45°C, mentre, per come è stato concepito be alla temperatura di 45°C. Lo schema dei due to il valore 4,9 kWh/G indicato nel
l’impianto in esame, la temperatura di mandata impianti è mostrato in Figura 3. catalogo tecnico. Nel modello re-
nel primario deve essere mantenuta a oltre 60°C, Il primo esempio mostra lo schema di prin- alizzato, per garantire la stabilità
pena non riuscire a soddisfare, nel caso in analisi, cipio della soluzione che prevede la produzione del sistema, si è ricorsi all’impiego

30 #16
il freddo a noleggio 24 Ore Service

Figura 3 – Rappresentazione schematica del


funzionamento dei sistemi analizzati per la
produzione di ACS.
La soluzione centralizzata (a) e il
sistema con i moduli satellitari (b)

Specialisti del freddo a noleggio per climatizzazione


e raffreddamento di processo. Consulenze pre-installazione
di tre serbatoi in parallelo, per un volume complessivo di
4,5 m³. Dalla parte superiore dell’accumulo, l’acqua a più e forniture chiavi in mano.
alta temperatura viene miscelata nelle opportune pro-
SETTORI DI APPLICAZIONE PARCO MACCHINE
porzioni con acqua fredda proveniente dall’acquedotto
• alimentare • fiere / eventi • gruppi frigoriferi (chiller)
e convogliata alle utenze tramite un apposito montan-
• farmaceutico • spettacoli • pompe di calore
te. All’ingresso del circuito secondario un contabilizzato-
• petrolchimico • ristrutturazioni • unità di trattamento aria
re permette di valutare l’energia termica assorbita da cia-
• GDO • piste ghiaccio • condizionatori roof top
scuna utenza. • hotel/residence • cantine • condizionatori ad armadio
Il secondo modello prevede la generazione dell’ACS • ospedali • stazioni di pompaggio
presso le unità satellitari installate presso le utenze. Si trat-
ta di moduli satellitari progettati per il riscaldamento e la
© voltan associati adv 0511

produzione di ACS, dispongono di un accumulo del vo-


lume di 75 litri in grado di garantire la giusta produzio-
ne per ogni esigenza dell’utenza. Sono veri e propri ac-
cumuli localizzati che, tramite una serpentina in acciaio,
utilizzano il calore del fluido del circuito primario, distri-
buito alla temperatura di circa 60°C, per garantire l’eroga-
zione dell’acqua sanitaria sino alla temperatura di a 45°C. BRENTA RENT srl Arzergrande (PD) - ITALY - Via Dell'Industria, 17
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Sono accuratamente coibentati e realizzano dispersioni
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Figura 4 – Profilo di carico medio giornaliero per utenza di ACS
contenute valutabili in 0,91 kWh/G. Un contabi-
lizzatore registra lo scambio di energia tra l’in- profilo di carico medio per l'ACS
gresso e l’uscita del circuito primario. 40

fabbisogno di ACS (litri)


35
La portata di ACS è stata calcolata sulla base
30
della normativa UNI TS 11300-2 secondo la 25
relazione: 20
݈ 15
ܸ௪ ൌ ܽ ȉ  ܰ௨ ൤ ൨ ሺ͵ሻ 10
‫ܩ‬
5
dove a è un opportuno coefficiente ed Nu 0
è la superficie calpestabile dell’utenza [m²]. 1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23
Imponendo rispettivamente a pari a 1,5 e una su- ore del giorno

perficie in pianta a 100 m² (valore pari alla super-


ficie calpestabile dell’appartamento preso come
riferimento) si ottiene un fabbisogno di ACS di Tabella 5 – Bilancio di energie per i due sistemi di generazione dell’ACS
150 l/G. Il profilo di carico utilizzato nel modello è E dispersa
E primario E ACS
illustrato in Figura 4. al serbatoio
[kWh] [kWh]
[kWh]
L’analisi delle prestazioni dei due sistemi descritti
è schematicamente riassunta in Tabella 5. Il siste- Centralizzato 53012 47750 5200
ma satellitare richiede una maggiore energia ter-
Satellitare 65614 47750 9400
mica e presenta ai moduli perdite di calore mag-
giori rispetto a quelle dell’accumulo del sistema
centralizzato. Si tenga presente però che mentre
per la soluzione centralizzata l’energia dispersa Tabella 6 – Valutazione delle perdite complessive
al serbatoio è integralmente dissipata, nel caso dei due sistemi per la generazione di ACS
della soluzione satellitare, limitatamente ai mesi E
E ACS Perdite Perdite
primario
in cui vi sia bisogno di riscaldamento, l’energia [kWh] [kWh] %
[kWh]
dispersa è valutabile come recuperabile in quan-
Centralizzato 53530 47750 5790 11%
to contributo termico all’ambiente riscaldato. Per
questo motivo l’energia effettivamente dissipata Satellitare 66750 47750 19000ĺ12290* 29%ĺ18,4%*
è circa il 60% del valore teorico che sarebbe pari
* perdite totali al netto dell’energia termica recuperabile perché contribuisce al riscaldamento.
a circa 16106 kWh.
Modificando opportunamente il modello
utilizzato nella simulazione precedente relati-
vo alla determinazione del rendimento di distri-
buzione, è stato possibile valutare i rendimenti CONCLUSIONI
per entrambe le configurazioni di produzione Per quanto riguarda l’impianto installato nel- centralizzato sia preferibile rispet-
dell’ACS considerate. I risultati mostrano come la riqualificazione edilizia analizzata, si può affer- to alla soluzione satellitare, realiz-
nel caso “centralizzato”, dove l’acqua è convo- mare che il sistema di generazione centralizzata zando una perdita di energia infe-
gliata alla temperatura di 45°C, il rendimento di dell’energia, abbinata al sistema satellitare con riore, al netto dell’energia termica
distribuzione sia pari a 0,99, mentre nel caso “sa- contabilizzazione alle singole utenze è caratte- recuperabile. n
tellitare”, dove l’acqua è inviata ai moduli satelli- rizzato da perdite di distribuzione molto conte-
tari a 60°C, il rendimento sia pari a 0,98. Tenendo nute, sia in regime di riscaldamento sia in raffre- * Michele De Carli, Samantha
conto dei rendimenti di distribuzione valutati scamento, realizzando un rendimento di Graci, Giacomo Villi, Angelo
per i due sistemi il bilancio finale delle energie è distribuzione annuale pari a 0,99. La valutazione Zarrella, Dipartimento di Fisica
mostrato in Tabella 6. di una soluzione impiantistica che permetta la Tecnica, Univeristà degli Studi
Si può concludere che la soluzione centra- produzione centralizzata dell’ACS e la distribu- di Padova
lizzata presenta il minore fabbisogno di energia zione tramite conduttura indipendente alla tem- Stefano Faganello, Erretiesse
**
termica richiesta al primario. È caratterizzata da peratura di 45°C, ha mostrato come il sistema S.p.A., Mareno di Piave (TV)
una perdita totale, calcolata considerando sia le
dispersioni all’accumulo sia le perdite di distribu-
zione, pari al11% dell’energia richiesta al prima-
rio, mentre il sistema satellitare presenta una per-
dita globale pari al 29%. Nel caso in cui le unità BIBLIOGRAFIA
satellitari si trovino all’interno degli ambienti ri- • TRNSYS, A transient system simulation program, Reference Manual, Vers. 15, Solar energy laboratory
scaldati e non nel cavedio dell’edificio, la quota University of Wisconsin Madison (USA) 2000
• UNI/TS 11300-1/2: 2008, Prestazioni energetiche degli edifici. Parte 1: Determinazione del fabbisogno di
di energia termica recuperabile fissa il valore del-
energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale. Parte2: Determinazione del fabbi-
le perdite del sistema satellitare al 18%. sogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua
calda sanitaria.
• DOCUMENTAZIONE TECNICA: Erretiesse S.p.A. 2011

32 #16
Radiante nei capannoni

Climatizzazione industriale
per irraggiamento
Dimensionamento, progettazione e comfort:
potenzialità e limiti delle tecnologie radianti

I
sistemi radiantinella climatizzazione industria-
le si distinguono tra sistemi per il solo riscalda- di Michele De Carli* e Antonio Polito**
mento e impianti che possono funzionare an-
che in regime di raffrescamento. Per gli impianti
che possono funzionare in regime di riscalda- vengono comunemente chiamati elementi ra- scambio termico emisferico tra la
mento si può fare una distinzione in funzione dianti e possono funzionare solamente in regi- superficie radiante e l’ambiente
della temperatura del fluido termovettore: me di riscaldamento. circostante, si può scrivere:
• a fluido termovettore circolante a bassa tem- I sistemi che possono funzionare anche in q = σn ε (Tp4 – Ts4) (1)
peratura (25-40°C); regime di raffrescamento sono quelli a bassa Sulla base di questa equazione
• a fluido termovettore circolante a media tem- temperatura. si può pertanto calcolare il flusso
peratura (45-65°C); Particolarmente interessante è la possibile di- termico specifico per radiazione
• a fluido termovettore circolante ad alta tempe- stinzione che si può già operare tra sistemi ad emesso dalla superficie a tempe-
ratura (70-140°C); elevata temperatura e sistemi a bassa tempera- ratura tp, ipotizzando una tempe-
• alimentati direttamente a gas combustibile a tura, dal punto di vista del dimensionamento. ratura media superficiale per l’am-
irraggiamento indiretto (100-500°C); Gli impianti radianti sono caratterizzati da biente circostante. In tabella I si
• alimentati direttamente a gas combustibile a una superficie che fornisce calore (se la tempe- può vedere il flusso specifico cal-
irraggiamento diretto (750-900°C); ratura superficiale è mediamente maggiore del- colabile con la formula per diverse
• a elementi elettrici (650-2200°C). la temperatura ambiente) o lo sottrae (se la tem- temperature superficiali tp e a una
I sistemi ad alta temperatura, a irraggia- peratura superficiale è mediamente inferiore temperatura media superficiale ts
mento diretto e indiretto e gli elementi elettrici della temperatura ambiente). Ipotizzando uno di 17°C.

34 #16
Per gli impianti radianti ad ele- Tabella I – Flussi termici scambiati tra una
superficie radiante e lo spazio circostante
vata temperatura si può ritene-
re preponderante lo scambio ra- -3%89:;% !3%8<;% !+%8<;% =>?%8@>0A;%
HE, IJJ, HKJ, LE,
diante rispetto a quello convettivo BHE, MJJ, HKJ, KLJ,
fornito dalla superficie; pertanto HHE, LJJ, HKJ, HNIJ,
può essere usata la formula (1) per IHE, OJJ, HKJ, OHLJ,
dimensionamento. MHE, EJJ, HKJ, BBKJJ,
Se le temperature superficia-
li sono moderate, comprese tra Tabella II – Coefficienti di scambio termico
15°C e 35°C, la formula preceden- superficiale per i diverse superfici
te viene semplificata in prima ap-
Coefficiente di Coefficiente di Coefficiente di
prossimazione in questo modo: scambio scambio scambio
Tipologia di superfice
q = 4 σn ε Tm3 (Tp – Ts) (2) termico termico termico
dove il termine 4 σn ε Tm3 è co- radiante convettivo globale
stante e pari a 5,5 W/(m²K) e viene Caldo 5,5 5,3 10,8
Pavimento
Freddo 5,5 1,5 7
definito coefficiente di scambio
Caldo 5,5 2,5 8
termico radiante superficiale. Per Parete
Freddo 5,5 2,5 8
i sistemi a bassa e media tempe- Caldo 5,5 5,3 10,8
Soffitto
ratura lo scambio termico avviene Freddo 5,5 0,5 6
attraverso la combinazione degli
scambi termici radiante e convet-
tivo, pertanto si possono espri- Il comfort in ambienti con impianti radianti
mere dei coefficienti di scambio I concetti del benessere termico, sistematizzati da Fanger verticale. Studi specifici (Langkilde et al. 1985) hanno valu-
complessivo radiante e convettivo (Fanger 1972), sono oramai ampiamente diffusi e cono- tato il disagio causato dalla radiazione asimmetrica dovu-
(Tabella II). In questo modo, nota sciuti livello scientifico e tecnico: come noto, le variabili ta a elementi radianti in ambienti industriali. Nella Figura
la temperatura superficiale media indipendenti della resistenza termica dell’abbigliamento, 1 sono riportate le curve relative alla percentuale di insod-
e la temperatura dell’ambiente, si dell’attività metabolica, della temperatura dell’aria, della disfatti da asimmetria radiante (PDr) in funzione dell’asim-
può determinare il flusso termico velocità dell’aria, della pressione parziale di vapore nell’a- metria radiante (DTpr) per alcuni casi specifici di ambienti
fornito o asportato tra ambiente e ria, della temperatura media radiante dell’ambiente per- industriali (curve da 1 a 6), in cui si può notare la differen-
sistema radiante. mettono di valutare gli indici definiti “globali” (in quan- za rispetto alla curva tipica per il caso di ambienti termici
Occorre precisare che nel- to definiti dalle condizioni macroscopiche dell’ambiente) moderati (curva a tratti della normativa UNI EN ISO 7730).
la progettazione degli impian- del Voto Medio Previsto (PMV), e la Percentuale di Persone Accettando una percentuale di persone insoddisfatte pari
ti la temperatura di riferimento Insoddisfatte (PPD) che ci si può attendere all’interno di al 5%, come indicato dalla citata UNI EN ISO 7730, il limite
dell’ambiente interno è da ritener- un ambiente in una data situazione. per l’asimmetria radiante in ambienti industriali si può ri-
si quella operante. Va sottolineato che tali valori limite rappresentino una con- tenere compreso tra 10°C e 14°C (si esclude la curva 3 relati-
dizione necessaria ma non sufficiente per l’accettabilità di va a persone che indossino casco di protezione.
un ambiente dal punto di vista termico, poiché devono esse- Per quanto riguarda le temperature superficiali, partico-
re soddisfatti anche i limiti imposti dalla normativa (UNI EN larmente rilevanti ai fini di applicazioni industriali risul-
ISO 7730) alle disuniformità locali delle variabili ambienta- tano le temperature superficiali del pavimento, che sono
Radiant systems li. I parametri di discomfort locale sono il rischio da correnti regolamentate dalla norma UNI EN 1264, secondo la quale
Radiant systems are an important part of d’aria (definito “Draft Risk”), il gradiente di temperature tra la temperatura massima in regime di riscaldamento deve
the technology for the air conditioning of testa e piedi, le temperature superficiali e l’asimmetria ra- essere di 29°C nelle zone occupate, 35°C nelle zone perife-
industrial environments. Generally plants
diante. In particolar modo i primi due parametri sono relati- riche. La temperatura minima è dettata dalla sensazione
are of the type at high temperature for hea-
ting with radiation from above.However, in vi ad attività di tipo sedentario e pertanto si possono esclu- di discomfort che si percepisce quando si scende al di sotto
recent times, thanks to the increase of shell dere dagli edifici destinati ad attività di tipo industriale. di 19°C, che rimane pertanto il limite per il raffrescamen-
insulation, the floor systems have become In particolare, importante ai fini degli impianti radianti è to, qualora la temperatura di rugiada sia inferiore.
popular, allowing the cooling of industrial il parametro asimmetria radiante, che si basa sulla defini-
environment . Figura 1 – Percentuale di insoddisfatti
zione della temperatura piana radiante Tpr, definita come (PDr) per l’asimmetria piana radiante
In this paper are first pointed out the speci-
la temperatura radiante relativa a un semispazio indivi- (DTpr) in ambienti di elevata altezza con
fic comfort’s characteristics for the radiant
system. Then we present the heating ele- duato da un piano orizzontale o verticale situato nell’am- sistemi radianti ad alta temperatura [11]
ments, the direct combustion electric ra- biente considerato, e si può calcolare come:
m
diant systems, the internal combustion ra-
diant systems (pipes and radiant strips) and
Tpr ¦F
k 1
p k ˜ Ts ,k
the radiant floor, trying to highlight some dove Fp-k è il fattore di forma tra un elemento del piano e le
of the results of specific research carried
superfici viste da esso in uno dei due semispazi. La differen-
out for the evaluation of comfort achieved
in environment. Finally we discuss the legal za tra le temperature piane radianti dei due semispazi defi-
and safety aspects related to heating sy- nisce l’asimmetria radiante. I valori limite per tale parame-
stems in industrial environments. tro sono fissati nella UNI EN ISO 7730 in modo da assicurare
una percentuale di insoddisfatti pari a un massimo di 5%.
Keywords: radiant systems, industrial Di fondamentale importanza nel campo del riscaldamen-
environments
to radiante ad alta temperatura è l’asimmetria radiante

#16 35
I sistemi radianti Figura 2 – Esempio di sistemi
radianti elettrici al quarzo
con filamento in tugsteno
Elementi radianti elettrici
Questi elementi sfruttano il calore prodotto
dal passaggio della corrente elettrica in condut-
tori di adeguata resistività. Trovano impiego negli
essiccatoi, nelle serre, negli allevamenti di polli ecc.
I tipi più comuni sono qui di seguito breve-
mente descritti.
a) Elementi radianti con rivestimento metallico
Sono costituiti da un avvolgimento scaldante
in nichel-cromo, avvolto in una massa di materia- Figura 3 – Esempio di sistemi ad irraggiamento diretto a gas
le refrattario elettricamente isolato e inserito poi
in un contenitore metallico. A piena potenza rag-
giungono temperature superficiali del rivestimen- I componenti caratteristici sono: anche a livello normativo: “tubi
to che vanno da 650°C a 1000°C. • la camera di combustione radianti” e “nastri radianti”.
b) Elementi radianti a forma di lampada • il ventilatore di espulsione dei fumi
Possiedono un filamento in tungsteno avvol- • il tubo emettitore della radiazione termica Tubi Radianti
to a spirale che costituisce una sorgente radiante • la parabola riflettente o la cassa di contenimento
puntiforme. Il filamento è contenuto in un vetro • l’isolamento termico Caratteristiche costruttive
rosso o smerigliato resistente al calore a sua volta Gli elementi radianti alimentati da combusti- I moduli a tubi radianti stagni
racchiuso in un tubo di vetro chiaro parzialmente bili possono essere realizzati secondo due con- a gas sono costituiti da un tubo
argentato internamente per formare un efficiente figurazioni che trovano specifico riferimento di acciaio del diametro di 100
riflettore.
c) Elementi radianti con tubi al quarzo Figura 4 – Vista esplosa di un modulo a tubo radiante
Hanno un avvolgimento di nichel-quarzo con bruciatore ed aspiratore monoblocco
all’interno di un tubo di quarzo fuso con estremi-
tà di porcellana o di metallo. I valori usuali delle
temperature di funzionamento sono tra i 700°C e
1000°C. alcuni tipi, dotati di filamento in tungste-
no, raggiungono temperature di funzionamento
di circa 2200°C (Figura 2).

Impianti radianti a
combustione diretta
La combustione avviene a diretto contatto
con l’aria dell’ambiente da riscaldare (Figura 3). Il
supporto per la combustione è generalmente una
matrice refrattaria porosa che raggiunge tempe-
rature dell’ordine di 750 – 900°C. La miscela di aria
e gas combustibile viene fatta passare attraverso
tale matrice, all’interno della quale avviene la com-
bustione, in modo che la superficie del refrattario
si porti alla temperatura voluta.
Il punto debole di questo sistema è la disper-
sione dei gas combusti nell’ambiente, che pertan-
to dovrà essere abbondantemente ventilato (UNI
EN 13410). Questi sistemi trovano impiego special-
mente in grandi ambienti o in spazi aperti o semi- Figura 5 – Modulo a tubo radiante con bruciatore ed aspiratore separati
aperti con notevoli ricambi d’aria. Occorre sempre
1 Bruciatore
considerare che il vapor d’acqua che inevitabil-
mente si forma alla combustione del gas può in- 2 Estrattore fumi

nalzare il tasso di umidità ambiente a valori critici, 3 Scarico fumi

così come il livello di CO2 ambiente. 4 Tubazioni radianti in acciaio


alluminato
5 Parabola riflettente in alluminio
Impianti radianti a a superficie speculare
combustione interna 6 Curva di collegamento ad “U”
Gli elementi radianti possono distinguersi, in
7 Testata di chiusura
relazione al combustibile, ossia a gas naturale, a
8 Staffe di sostegno
GPL, a gasolio.

36 #16
Figura 6 – Due possibili configurazioni di moduli a tubi mm circa, sagomato ad U, all’in-
radianti multibruciatore (1) con aspiratore (2) separato terno del quale vengono immes-
si i prodotti della combustione di
un componente gassoso (gas me-
tano, GPL), che ne portano la su-
perficie esterna alla temperatura
media di 350°C circa (Figura 4). La
temperatura di regime viene rag-
giunta in pochi minuti. I sistemi di
Figura 7 – Globotermostato per controllo, di miscelazione, di com-
controllo temperatura operante bustione, di accensione, di aspira-
zione dell’aria ed espulsione dei
fumi sono racchiusi in un conte-
nitore stagno, installato in testa
ad ogni modulo. Poiché il condot-
to di aspirazione dell’aria e quello
di espulsione dei fumi sono rac-
cordati con continuità dalla testa
del modulo all’esterno dell’edifi-
cio, non vi è alcuna comunicazio-
ne tra camera di combustione ed
ambiente interno. L’intero circui-
to si trova in depressione rispetto
all’ambiente grazie alla collocazio-
ne del ventilatore di espulsione dei
fumi posto al termine del tubo ad
U.
Figura 8 – Esempi di installazioni di riscaldamento con Moduli a tubi radianti I moduli a tubi radianti, che
sono prodotti in lunghezze stan-
dard, tipicamente 6, 9 o 12 m,
sono provvisti di parabole riflet-
tenti speculari sovrastanti il tubo
radiante per tutta la sua lunghez-
za, aventi lo scopo di riflettere ver-
so il basso la radiazione termica
emessa dal tubo stesso e limita-
re lo scambio convettivo. Tali su-
a b perfici sono generalmente dota-
te anche di un isolamento in lana
di roccia sulla parte superiore allo
Figura 9 – Esempio di simulazione temperatura operante e flusso scopo di limitare la potenza termi-
radiante per il dimensionamento di moduli a tubi radianti ca ceduta in forma convettiva dal-
la superficie esterna della parabola
alla parte superiore dell’ambiente.
In alcuni casi il bruciatore è sepa-
rato dal gruppo espulsione fumi,
in tale modo vi possono essere ol-
tre ai circuiti radianti sagomati ad
U, anche configurazioni con tubi
radianti rettilinei e bruciatore ed
aspiratore posizionati alle estremi-
tà opposte (Figure 5 e 6).
In tutti i casi comunque il con-
trollo delle condizioni di benes-
sere è usualmente demandato a
termostati, che possono essere
del tipo sensibile alla temperatura
operante, posizionati nelle imme-
diate vicinanze della zona servita
(Figura 7).
Facendo riferimento ad una

#16 37
temperatura media delle superfici Figura 10 – Edificio analizzato per la tipologia a moduli a tubi radianti
circostanti dell’ambiente di 17°C e
assumendo pari a 250-350°C le tem-
perature superficiali tipiche di questi
corpi scaldanti, i flussi termici scam-
biati per radiazione risultano dell’or-
dine di 3000-6000 W/m². Alcune in-
stallazioni tipiche sono riportate in
Figura 8.a e 8.b, mentre in Figura 9
si può notare un esempio di calcolo
per il dimensionamento di tale tipo-
logia si sistema.

Analisi di comfort termico


Per quanto riguarda le prestazio-
ni termiche ai fini del comfort termi-
co in ambienti reali, vengono ripor-
tati i risultati di una ricerca svolta su
questa tipologia di impianti nell’e-
dificio riportato in Figura 10 (Polito
Figura 11 – Stratificazione dell’aria a regime
1992). Nella Figura 11 si può vedere
la stratificazione dell’aria a regime, Analisi termica in regime variabile:

pari a circa 0,3°C/m. Nella Figura 12 -Tmr - temperatura media radiante


-Ta - temperatura aria ambiente
si può vedere la misura in transitorio -Te - temperatura aria esterna
-DTprv - asimmetria radiante piana verticale
di una tipica mattina invernale con 25
moduli a tubi radianti. Si noti come
l’asimmetria radiante si mantenga al 20
di sotto di 10°C.
Tmr
15 Ta
Nastri Radianti Te
10 DTprV
°C

Caratteristiche costruttive
Gli impianti ad irraggiamento 5
a nastro radiante sono costituiti da
un gruppo di combustione pensile 0
(unità termica) che può essere po-
sto all’esterno e da una superficie ra-
-5
diante emettente (condotta radian- 6 7 8 9 10 11 12 13 14
te) posta all’interno dell’ambiente da ORA
riscaldare. Il gruppo di combustione
svolge le funzioni di generare del ca-
lore tramite un bruciatore a gas e di Figura 12 – Monitoraggio dei parametri di comfort in una mattina invernale
realizzare, per mezzo di un ventilato- Andamento verticale temperatura dell'aria a regime
re, il ricircolo continuo del fluido vet-
tore all’interno di un nastro emetten- 8
te stagno ed in depressione rispetto
7
all’ambiente riscaldato. La superfi-
cie radiante si diversifica in relazione 6
al numero (1 o 2 tubi) e al diametro
del tubo emettente (200 o 300 mm) 5
QUOTA [ m ]

e può assumere le più svariate con-


formazioni a seconda dell’esigenza 4
di percorso richiesta all’interno degli
3
edifici, con curve a 90°, 180° e dira-
mazioni a “T” e “L” sia in orizzontale 2
che in verticale (da cui la denomina-
zione di “nastro”). Il tubo emettente 1
è contenuto in una carcassa isolata
sui tre lati con pannello di lana di roc- 0
17,0 18,0 19,0 20,0 21,0 22,0
cia avente lo scopo di contenere la Taria [°C ]
potenza termica scambiata in forma

38 #16
convettiva. Il lato inferiore può essere protetto
Figura 13 – Sezione di
da una rete metallica (Figura 13).
condotte radianti
Il fluido vettore termico a temperatura va-
Figura 14 – riabile è costituito da gas combusti di ricirco-
Circuito di lo che si surriscaldano investendo la camera di
condotte radianti combustione in acciaio inox e si miscelano con i
(a) e unità termica nuovi gas combusti prodotti dal bruciatore; en-
esterna (b)
trambe queste fasi possono avvenire all’esterno
b dell’ambiente (Figura 14.a e 14.b). Un apposito
a
collettore in pressione, posto comunque all’e-
sterno dell’ambiente, consente poi di eliminare
attraverso un camino, parte della miscela com-
busta sopraccitata, equivalente in massa alla
quantità di aria comburente e gas, in ingresso al
bruciatore.
La temperatura della superficie emetten-
Figura 15 – Schema e particolare di un nastro radiante te dei tubi può variare fra un minimo di 150°C
ed un massimo di 300°C, a seconda delle condi-
zioni di progetto. Un opportuno termostato li-
mite consente di tarare la temperatura superfi-
ciale massima dei tubi a valori prefissati indicati
sia dall’altezza d’installazione dei nastri radianti,
che dal tipo di lavorazioni e materiali in deposito
nell’ambiente.
Anche in questi casi, come per i moduli a tubi
radianti trattati in precedenza, il controllo del
comfort ambientale, legato sia alla temperatu-
ra dell’aria che alla temperatura media radiante,
è usualmente affidato a termostati con sonde a
globo poste in ambiente, le quali intervengono
sul funzionamento del singolo bruciatore modi-
ficandone la portata termica (sono possibili re-
golazioni on-off, bistadio o modulante) e con-
trollandone l’accensione e lo spegnimento in
funzione anche della temperatura esterna (re-
golazione climatica) e/o di un orario di lavoro.
Sempre con riferimento ad una temperatura
media delle superfici circostanti dell’ambiente di

Figura 16 – Esempi di riscaldamento di ambienti industriali con nastri radianti

#16 39
Figura 17 – Morfologia del capannone e lay-out dell’impianto termico
17°C e assumendo in 150-250°C le temperature
superficiali tipiche dei nastri radianti, i flussi ter-
mici scambiati per radiazione risultano dell’ordi-
ne di 1000 – 3000 W/m².
Il parziale ricircolo dei prodotti della combu-
stione ha come effetto l’ottenimento di una tem-
peratura superficiale dei tubi più bassa rispetto
al caso dei tubi radianti e per avere un sufficiente
flusso termico, questo fatto viene compensato
adottando una superficie emettente più estesa
con tubi di diametro maggiore.
Tale differenziazione risulta fondamentale,
quando si affrontano gli aspetti normativi di si-
curezza, ai fini della possibilità o meno di instal-
lazione in determinati ambienti (DM 12 Aprile
1996), come più oltre descritto.
Alcuni esempi di installazioni di nastri radian-
ti sono riportate in Figura 16.
Figura 18 – Logica di controllo adottata
Per quanto riguarda le prestazioni termiche
nell’edificio oggetto di indagine
ai fini del comfort in ambienti reali, vengono ri-
portati i risultati di due ricerche svolte su que-
sta tipologia di impianto (Brunello et al. 2001,
Brunello et al. 2002, De Carli et al. 2003).

Analisi dei parametri di comfort


È stata condotta una campagna di misurazioni
in un capannone industriale di recente costruzio-
ne riscaldato mediante un impianto ad irraggia-
mento a nastri radianti. La morfologia del capan- Figura 19 – Gradiente termico verticale misurato
none e le sue caratteristiche termofisiche sono istantaneo medio nel periodo
riportate rispettivamente in Figura 5, e Tabella I. 1.6
L’impianto termico consiste in un sistema
1.4
Gradiente termico verticale [°C/m]

ad irraggiamento mediante nastri radianti a gas


metano, avente la geometria indicata in Figura 1.2
17. Ogni gruppo di combustione è abbinato ad 1
un nastro radiante della lunghezza totale di 92 0.8
m, installato ad una altezza di 8,65 m dal pavi-
0.6
mento, per una potenza termica complessiva di
0.4
1050 kW e conseguente potenza termica speci-
fica pari a 200 W/m². Il controllo dei nastri è af- 0.2
fidato a sette sonde a globotermostato oppor- 0
tunamente dislocate in ambiente (in Figura 17 i -0.2
punti indicati con la lettera “G”), le quali, attraver- 14/2 18/2 22/2 26/2 2/3 6/3 10/3 14/3
giorno
so il quadro elettrico di comando e controllo, in-
tervengono sul funzionamento del singolo bru-
ciatore modificandone la potenza su due livelli
Figura 20 – Mappa dei punti oggetto di misura (sotto 1 nastro)

Andamento trasversale dell'asimmetria radiante verticale


y=11,2 m y=33,8 m y=40 m

14

12
Temperatura [°C]

10

0
0 5 10 15 20 25
x [m]

40 #16
Figura 21 – Mappa dei punti oggetto di misura (sotto 3 nastri)
Andamento trasversale dell'asimmetria radiante verticale
y=11,2 m y=33,8 m y=40 m
14
12
Temperatura [°C]

10
8
6
4
2
0
0 10 20 30 40 50 60
x [m]

e controllandone l’accensione e lo spegnimento


Figura 22 – Ripetitività delle misure effettuate in funzione della temperatura di set-point, del-
sotto i tre nastri in tre giornate differenti la temperatura esterna e dell’orario di lavoro. In
14-feb 02-mar 14-mar Figura 18 si riporta la logica di controllo e i valo-
14 ri di temperature di set-point impostati per tut-
12 ti i nastri.
La temperatura dell’aria interna è stata regi-
10
strata in modo continuativo per il periodo dal 6
TEMPERATURA [°C]

8 febbraio al 14 marzo ogni 15 minuti tramite quat-


6 tro sensori collocati all’interno dell’edificio in posi-
zioni simmetriche e ad altezze dal pavimento ri-
4
spettivamente di 1 m e 3,7 m come illustrato in
2 Figura 17 (punti “T”). Una tale disposizione con-
0 sente di avere un riscontro della temperatura me-
0 10 20 30 40 50 60 dia e dell’effetto di stratificazione dell’aria del qua-
X (metri)
le è stato possibile stimare un valore medio nel
periodo di rilevazione pari a 0,4°C/m (Figura 19).
Figura 23 – Valutazione del transitorio termico Sono state effettuate misure dell’asimmetria
Analisi del transitorio (punto 2) radiante ad un’altezza di 1,1 m dal pavimento, li-
Tmr Ta Asimmetria T esterna mitatamente ad alcune zone significative del ca-
20.00 pannone. Le misure sono state eseguite in aree
18.00 sottostanti ad un nastro e a tre nastri, (Figure 20 e
16.00 21), quando questi funzionavano al primo stadio
Temperatura [°C]

14.00 di potenza (85 kW).


12.00 È stata verificata la ripetibilità dei risultati ef-
10.00 fettuando la stessa misura più volte in giorni dif-
8.00 ferenti, compatibilmente con la disponibilità dei
6.00 locali e l’attività degli occupanti (Figura 22). Dalle
4.00 Figure 20, 21 e 22 si constata come l’asimmetria
2.00 radiante si mantenga praticamente sempre infe-
0.00 riore al valore limite di 10°C caratteristico degli
8.10 8.20 8.45 8.55 9.10 9.25 9.40 9.50 10.10
ora ambienti industriali.
È stata effettuata anche una rilevazione dei
parametri ambientali in condizioni di transitorio
Figura 24 – Geometria del capannone
termico all’avvio degli impianti, quando cioè le
e distribuzione dei nastri radianti
condizioni di benessere rischiano di essere più
difficilmente garantite. A titolo di esempio si ri-
porta in Figura 23 una misura di transitorio ter-
mico. Si può notare come l’asimmetria radiante
sia comunque inferiore al valore limite di 10°C.
Nel secondo lavoro è stata condotta una
campagna di misure in un capannone industria-
le sito in Padova riscaldato mediante un impian-
to ad irraggiamento a nastri radianti alimentati a
metano. La geometria e la disposizione dei na-
stri sono riportate in Figura 24 ed in Tabella II si

#16 41
possono vedere le caratteristiche termofisiche 1,1 m dal pavimento (altezza di riferimento per che dovrebbe essere il valore limite
degli elementi strutturali del capannone. persona in piedi) su tutto il capannone nei punti accettabile per questo parametro.
Il nastro 1 ha una lunghezza di 132 m, è instal- indicati in Figura 24. Durante le misure effettuate Nelle Figure 28 e 29 si può ve-
lato ad un’altezza di 6 m dal suolo ed è abbina- i nastri funzionavano entrambi al secondo stadio dere una distribuzione rispettiva-
to ad un bruciatore da 151 kW; esso è situato nel di potenza (151 kW il nastro 1 e 215 kW il nastro 2). mente di temperatura operante
settore del capannone in cui si concentra la pre- Nelle Figure 26 e 27 si possono vedere rispet- e asimmetria radiante nel caso in
senza di personale addetto alle macchine uten- tivamente gli andamenti della temperatura ope- cui entrambi i nastri siano accesi.
sili. Il nastro 2 ha la stessa lunghezza ed altezza rante, dell’asimmetria radiante nel caso di sola ac- Per quanto riguarda la temperatu-
d’installazione del nastro 1 ed è censione in secondo stadio del nastro 1. Come si ra operante si possono notare va-
abbinato ad un bruciatore da 215 kW; l’uti- può vedere sotto il nastro le condizioni di tem- lori soddisfacenti e un’ottima uni-
lizzo di un gruppo combustibile più potente ri- peratura operante sono molto omogenee. Per formità nell’intero ambiente. Per
spetto al nastro 1 é dovuta all’esigenza di dover quanto riguarda l’asimmetria radiante, si può no- quanto concerne l’asimmetria ra-
far fronte ad un eventuale ampliamento del na- tare come questa sia comunque inferiore a 15°C, diante si può vedere come i valo-
stro (che può portare la sua lunghezza a 192 m). ri siano soddisfacenti sotto il nastro
Il controllo dei nastri è affidato a due sonde a
globotermostato opportunamente dislocate in Figura 25 – Andamento del gradiente termico verticale
ambiente le quali, attraverso il quadro elettrico Gradiente termico verticale
di comando e controllo, intervengono sul fun-
1
Gradiente termico verticale [°C/m]

zionamento del singolo bruciatore modifican-


done la potenza su due livelli e controllandone 0.8
l’accensione e lo spegnimento in funzione del- 0.6
la temperatura di set-point, della temperatura
0.4
esterna e dell’orario di lavoro.
È stata misurata la temperatura all’interno del 0.2
capannone mediante cinque sonde poste su lati 0
opposti dell’edificio all’altezza di 1 m, 4 m e 7 m.
-0.2
In Figura 25 si può notare l’andamento del gra-
diente termico rilevato. -0.4
31/1 5/2 10/2 15/2 20/2 25/2 2/3
Sono state eseguite delle misure dell’asim- giorno
metria radiante e della temperatura operante a

Figura 26 – Distribuzione della temperatura Figura 27 – Distribuzione dell’asimmetria


operante nel caso in cui il solo nastro 1 sia acceso radiante nel caso in cui il solo nastro 1 sia acceso
36.00 36.0036.00

30.00 30.0030.00
24.00 24.00
17.00
16.50 21.00 21.00
24.00 16.00 24.0024.00
18.00 18.00
15.50
15.00 15.00 15.00

18.00 14.50 18.0018.00


12.00 12.00
14.00
13.50 9.00 9.00

12.00 13.00 12.0012.00 6.00 6.00


12.50
12.00 3.00 3.00

6.00 11.50 6.00 6.00 0.00 0.00


11.00

0.00 0.00 0.00


0.00 5.00 10.00 15.00 20.00 25.00 30.00 35.00 40.00 45.00 50.00 0.00 0.00
5.00 5.00
10.0010.00
15.0015.00
20.0020.00
25.0025.00
30.0030.00
35.0035.00
40.0040.00
45.0045.00
50.0050.00

Figura 28 – Distribuzione della temperatura operante Figura 29 – Distribuzione dell’asimmetria radiante


nel caso in cui entrambi i nastri siano accesi nel caso in cui entrambi i nastri siano accesi
36.00 36.00
36.00

30.00 30.00
30.00
17.00
24.00
24.00
16.50
21.00
21.00
24.00 16.00 24.00
24.00
15.50 18.00
18.00

15.00
15.00
15.00
18.00 14.50
18.00
18.00
12.00
12.00
14.00
13.50 9.009.00
12.00 12.00
12.00
12.50
6.006.00
12.00
3.003.00
6.00 11.50 6.00
6.00
11.00 0.000.00

0.00 0.00
0.00
0.00 5.00 10.00 15.00 20.00 25.00 30.00 35.00 40.00 45.00 50.00 0.00
0.00 5.00
5.00 10.00
10.0015.00
15.0020.00
20.0025.00
25.0030.00
30.0035.00
35.0040.00
40.0045.00
45.0050.00
50.00

42 #16
1, ma invece sotto il nastro 2 siano in eccesso rispetto alla lunghezza del nastro stes- Analisi di transitorio termico
piuttosto alti. Questo si può spie- so. È pertanto molto importante porre attenzio- Come indicato anche dalle misure effettua-
gare ricordando che per il nastro 2 ne in fase di progettazione alla corretta potenza te operando costantemente al secondo stadio,
è prevista una potenza superiore, di installazione rispetto alla potenza del nastro. si può pervenire a condizioni limite per quanto
concerne l’asimmetria radiante. Pertanto è ne-
Figura 30 – Temperatura operante e cessario prevedere un’opportuna regolazione
asimmetria radiante misurate nel punto A che permetta di funzionare su due stadi: quello
18 più alto per portare velocemente l’ambiente in
16 condizioni di comfort durante la fase di avvio e
14 quello più basso per il mantenimento di tali con-
dizioni all’interno dell’ambiente limitando l’asim-
Temperatura [°C]

12
1° stadio 2° stadio metria radiante.
10
I nastri radianti sono dotati di un quadro di co-
8 mando e controllo delle accensioni del bruciatore
6 nei due stadi di potenza; i tempi di funzionamen-
4 to sono variabili in relazione allo scostamento del-
2
la temperatura ambiente dal valore di set point
impostato ed alla temperatura esterna (funzio-
0
7.30 8.30 9.30 10.30 11.30 12.30 13.30 14.30 ne modulante derivativa). Per il funzionamento il
Asimmetria radiante Temperatura operante Temperatura esterna processore utilizza due sonde di rilevamento del-
la temperatura: una sonda globotermostato am-
Figura 31 – Temperatura operante e biente ed una sonda di temperatura esterna.
asimmetria radiante misurate nel punto B Per verificare la bontà della regolazione sono
18 state misurate la temperatura operante e l’asim-
16 metria radiante nei punti A e B della Figura 24
L’accensione dell’impianto è avvenuta alle ore
14
2° stadio 1° stadio 5:00 dopo essere stato in funzione anche nei
Temperatura [°C]

12 giorni precedenti.
Nelle Figure 30 e 31 si può notare come l’an-
10
damento della temperatura operante non vari si-
8 gnificativamente dal punto di misurazione posto
6 sotto al nastro (punto B) a quello posto a tre me-
tri dal nastro (punto A), il che conferma la buo-
4
na uniformità in un ambiente riscaldato da nastri
2 radianti. Inoltre è ben visibile l’andamento cicli-
co della temperatura, corrispondente al funzio-
0
7.30 8.30 9.30 10.30 11.30 12.30 13.30 14.30 namento dell’impianto con modalità on-off, che
Asimmetria radiante T operante T esterna comincia al raggiungimento del set point (17°C).
Per quanto riguarda l’asimmetria radian-
te nel punto A questa si mantiene sempre al di
Figura 33 –
sotto dei 10°C e nel punto B tale parametro è
Esempio di
installazione sempre inferiore a 14°C e quindi si può ritenere
con termostrisce soddisfacente.
radianti ad
acqua calda TERMOSTRISCE RADIANTI
È forse la tipologia più conosciuta; consiste
in elementi radianti alimentati da un fluido ter-
movettore che può essere di diversa natura: ac-
qua, vapore, olio diatermico, oppure aria che, ri-
scaldata da un generatore di calore, percorre una
Figura 32 – Elementi costituenti una termostriscia radiante ad acqua calda
opportuna rete di tubazioni.
1 Raccordo a pressare
2 Coprigiunto I sistemi funzionanti ad acqua, a vapore o ad
3 Angolare di sostegno olio diatermico, chiamati generalmente termo-
4 Piastra radiante
5 Collettore striscie radianti (Figura 32) sono costituiti da tu-
6 Scarico bazioni, alimentati in parallelo da un apposito
7 Predisposizione sfiato
8 Attacco fluido termico collettore, accuratamente saldate a una piastra
9 Tubazione metallica, per garantire un adeguato scambio
10 Isolamento lana di vetro
11 Reggetta termico, da cui il nome di termostriscia.
12 Isolamento La superficie superiore deve essere accurata-
13 Profilo laterale
mente isolata per limitare il più possibile lo scam-
bio termico per convezione e irraggiamento

#16 43
verso l’alto; possono essere inoltre presenti dei 1264, che vale però solo per alcune tipologie di La resistenza Rr considera la tra-
lamierini laterali (scossaline) in modo da ostaco- impianti. Le rese possono essere misurate o cal- smissione di calore per conduzio-
lare il movimento dell’aria verso l’alto. colate secondo le procedure esistenti. Alla nuova ne attraverso lo spessore del tubo:
Le temperature di esercizio sono general- norma EN 1264 è stata recentemente affiancata Rr = T ln[da ⁄ (da – 2sr)] ⁄(2πλr)
mente comprese tra 90°C e 140°C. un’ulteriore normativa (EN 13577) che prevede Infine la resistenza Rx rappre-
Gli elementi funzionanti ad aria calda consi- procedure semplificate di calcolo di resa per ti- senta la relazione che lega la tem-
stono in strisce generalmente a sezione rettan- pologie diverse da quelle previste nella EN 1264, peratura esterna del tubo e la
golare nelle quali circola l’aria calda alla tempe- e in particolare: superfici in legno, impianti a ca- temperatura media del livello dei
ratura di mandata compresa fra i 150 e 280°C pillare e attivazione termica della massa. Oltre tubi, che in condizioni stazionarie
mentre il ritorno può avere anche valori di 50 – alle metodologie semplificate è possibile, secon- può essere espressa nel seguente
100°C; sopra la striscia, per limitare lo scambio do la norma EN 13577, calcolare la resa dei siste- modo:
termico superficiale, viene posto un materassino mi radianti mediante modelli di calcolo generali, Rx = T ln[ T ⁄ (πλb)]
o un pannello di materiale isolante termico. come metodi agli elementi finiti o alle differen- Il modello delle resistenze è va-
ze finite. lido purché siano rispettate le se-
IMPIANTI A PAVIMENTO Le tipologie di sistemi radianti a pavimento guenti condizioni: s1 / T > 0,3, s2 / T
L’aumento di isolamento termico imposto per applicazione industriale generalmente ri- > 0,3 e da / T < 0,2.
dai recenti sviluppi legislativi ha portato alla entrano nei limiti di calcolo del metodo alle re- Le equazioni che possono
sempre maggiore diffusione dei sistemi radianti sistenze (sistemi massivi a pavimento), pertanto sembrare complesse, in realtà
a pavimento in ambienti industriali. In particola- il calcolo di resa termica può essere svolto me- sono semplici e permettono un
re, rispetto agli impianti radianti ad alta tempera- diante tale metodologia, basata su una model- calcolo a mano senza procedure
tura, gli impianti radianti a pavimento possono lizzazione semplificata (Koschenz e Lehmann iterative, una volta impostati i pa-
essere utilizzati nella climatizzazione estiva per 2000). Il modello delle resistenze si basa nel sud- rametri progettuali.
stemperare gli ambienti, qualora si utilizzi ven- dividere il sistema radiante in tre parti (Figura 34):
tilazione naturale, oppure per sottrarre i carichi la parte superiore, la parte inferiore e il livello dei Monitoraggio di un impianto
sensibili, nel caso si preveda la combinazione tubi. In condizioni stazionarie la temperatura di con sistema ad aria primaria e
con impianti di ventilazione ad aria primaria. mandata θV e la temperatura a livello dei tubi ventilazione a dislocazione
Un aspetto particolarmente importante, nel θc possono essere interrelate da un’opportuna Tra gli impianti ad aria prima-
caso di impianti di riscaldamento radianti a pavi- rete equivalente di resistenze termiche. Possono ria in combinazione con l’impian-
mento, è relativo all’isolamento termico al di sot- essere definite quattro resistenze R z, Rw, Rr e Rx to radiante, quelli maggiormen-
to del sistema. In particolare bisogna considera- (Figura 35), la cui somma Rt costituisce la resi- te interessanti sono gli impianti di
re le raccomandazioni riportate nella norma EN stenza termica totale equivalente che collega la ventilazione a dislocazione, che
1264-4. Particolarmente critica risulta la situazio- temperatura di mandata del circuito e la tempe- consentono di ridurre la portata
ne in corrispondenza di falde sotterranee, che ratura media del piano dei tubi: rispetto a impianti di ventilazione
possono penalizzare la resa termica del siste- Rt = Rz +Rw +Rr +Rx (6) tradizionale.
ma stesso. Generalmente una soluzione di com- In dettaglio Rz tiene conto della variazione Si riporta di seguito un esem-
promesso, in capannoni di elevata superficie, è della temperatura dell’acqua nel circuito, basan- pio di impianto monitorato nel pe-
quella di isolare termicamente la parte contro- dosi sulla differenza della temperatura media lo- riodo di raffrescamento durante
terra perimetrale dello stabile stesso. garitmica dell’acqua nel circuito θm, attraverso la l’estate 2003, la più calda degli ul-
seguente equazione: timi anni.
Criterio di dimensionamento di un sistema Rz = 1/(2 mh,sp cw) (7)
radiante per la climatizzazione industriale La resistenza Rw considera la trasmissione di
L’impianto radiante a pavimento è uno scam- calore per convezione tra la temperatura media
Figura 35 –
biatore di calore in cui uno dei due fluidi (in que- logaritmica dell’acqua nel circuito θm, e la super-
Schematizzazione
sto caso l’ambiente) evolve isotermicamente. In ficie interna del tubo: mediante sistema
questo tipo di impianto, una volta determinata la Rw = 0,25 T0,13/ π [(da – 2sr)/(2 mh,sp l)]0,87 (8) di resistenze
potenza termica o frigorifera Q richiesta dall’am- termiche (a) ed
biente, si può calcolare il flusso specifico fornito equivalenza
dal pannello q (per unità di superficie del sistema Figura 34 – Schema di un impianto con un sistema
radiante di tipo massivo a stella (b)
radiante). La determinazione delle temperature a
di esercizio può essere espressa mediante un co- y
Space 1 θ1
efficiente globale di scambio termico K H che di-
h1
pende dal particolare tipo di impianto (passo tra _
_ θ (s 1)
i tubi, diametro dei tubi, caratteristiche termiche conductive layer θ c U1
s1
della soletta, spessore della soletta): x
q = KH Δ θH (4) T
sr b
dove:
s2 da
Δ θH = [(θV – θR)] ⁄ ln[(θV – θi) ⁄ (θR – θi)] (5) λb U2
_
è il differenziale termico logaritmico tra tempe- θ (-s 2)
ratura di mandata θV, temperatura di ritorno θR e h2
temperatura ambiente θi. Space 2
θ2
La norma attuale di riferimento è la UNI EN

44 #16
Figura 36 – Risultati delle misure in opera di impianto Il laboratorio in esame misura in pianta cir-
a pavimento e ventilazione a dislocazione ca 1100 m², cui si aggiungono altri 700 m² di un
Monitoraggio: Valenti secondo laboratorio e 5300 m² di magazzino.
40 L’intera superficie è coperta da un impianto a pa-
vimento, con passo tra le tubazioni di 30 cm, e
35 spessore del massetto sopra tubo di 10 cm.
L’impianto è dotato di una regolazione mo-
30 dulante su temperatura ambiente e di un con-
trollo orario sul funzionamento dei circuiti a pavi-
Temperatura [C°]

25 mento e della UTA. Il programma di


funzionamento attivo durante il monitoraggio è
20
riportato nella Tabella III. Le velocità dell’aria (non
riportate nella figura) non hanno mostrato mai
valori superiori a 0,15 m/s, pertanto all’interno
15
dell’intervallo di comfort. n
10
* Michele De Carli, DFT – Dipartimento di Fisica
09-lug

10-lug

11-lug

12-lug

13-lug

14-lug

15-lug

16-lug

17-lug

18-lug

19-lug

20-lug

21-lug

22-lug

23-lug

24-lug

25-lug
Tecnica, Università degli Studi di Padova
Temperatura esterna C° Temperatura ambiente 1.1m C° Temperatura pavimento C° ** Antonio Polito, Capogruppo Sistemi Radianti –
Temperatura operativa C° Temperatura di mandata C° Temperatura ritorno C°
ASSOTERMICA, Federazione ANIMA, Milano

Si ringrazia l’azienda VELTAITALIA per avere fornito e


Tabella III – Strategie di funzionamento dell’impianto messo a disposizione i dati relativi al monitoraggio
dell’impianto Valenti dell’ing. Guzzini.
Impianto Orario funzionamento
06:00 - 18:00 Lunedì
UTA
06:30 - 18:00 Martedì - venerdì
06:00 - 18:00 Lunedì
Pompa circuiti pavimento
06:45 - 18:00 Martedì - venerdì
05:30 - 19:30 Lunedì
Gruppo frigo BIBLIOGRAFIA
06:30 - 19:30 Martedì - venerdì
• ASSOTERMICA (Federazione ANIMA), Documentazione tec-
nica aziende Gruppo G Sistemi radianti, (CarliEuklima S.p.A. –
Impresind S.r.l. – Officine Termotecniche Fraccaro S.r.l. – Systema
S.p.A.)
• Brunello P., De Carli M., Polito A., Zecchin R. (2002). Comfort
Criteria and Design Aspects in High Temperature Radiant Heating.
INDOOR AIR 2002. Luglio. Monterey (USA)
• Brunello P., De Carli M., Magagnin P., Polito A., Zecchin R. (2001).
Riscaldamento radiante a gas in ambienti industriali: fenomeno-
logia, progettazione, verifica. Convegno AiCARR. 18 ottobre 2001.
(pp. 183-204). Bologna
• Brunello P., Cavallini A., Zecchin R., 1993. “Riscaldamento per ir-
raggiamento – Moduli stagni a gas con tubi radianti”, SGE, Padova
• De Carli M., Polito A., Zecchin R. (2003). Analisi sperimentale in
ambienti dotati di nastri radianti. 58° Congresso Annuale ATI. 9-12
settembre 2003. (vol. 3, pp. 2051-2062). San Martino di Castrozza
• Fanger P. O., Banhidi L., Olesen B. W., Langkilde G., 1980. “Comfort
limits for heated ceilings”, ASHRAE Transaction, 86, 2
• Fanger P.O., 1972. “Thermal comfort: analysis and applications in
environmental engineering”, McGraw Hill, New York, N.Y.
• Koschenz, M., Lehman, B. (2000). Thermoaktive Bauteilsysteme
TABS, ISBN 3 – 905594-19-6
• Langkilde G., Gunnarsen L., Mortensen N. 1985 “Comfort limits
during infrared radiant heating of industrial spaces”. Proceedings
of CLIMA 2000, Copenaghen
• Polito A., 1992. Comportamento dei pannelli radianti ad alta tem-
peratura, Tesi di laurea, Università di Padova, A.A. 1991-92
• UNI-EN-ISO 7730, 1996. “Ambienti termici moderati –
Determinazione degli indici PMV e PPD e specifica delle condizioni
di benessere termico”, UNI, Milano

#16 45
CASESTUDY Il sistema ha previsto
l’installazione di centrali
di compressione del
freddo alimentare con
scambiatori di calore
per il recupero del calore
di condensazione e di
un’unità roof-top dotata
di inverter sui ventilatori
di mandata e ripresa

Supermercato,
riscaldamento con
recupero del calore di
condensazione
di Riccardo Antoniazzi *

L’
impianto di recupero del calore di condensazio-
ne del freddo alimentare consente, in un edi-
ficio adibito a supermercato, di ridurre note- pannelli prefabbricati a taglio termico aventi a 0,035 W/m2*K e spessore di 14
volmente il fabbisogno di energia primaria per la trasmittanza pari a 0,34 W/m2*K; cm. La trasmittanza globale del-
climatizzazione invernale e per la produzione di • copertura realizzata con pannello portan- la copertura risulta pari a 0,25 W/
acqua calda sanitaria. te in calcestruzzo coibentato esternamen- m2*K;
Il presente lavoro descrive come è stato pro- te con pannello EPS avente conduttività pari • aperture finestrate caratterizza-
gettato e installato l’impianto di riscaldamento te da trasmittanza globale Uw
invernale a servizio di un supermercato realizza- pari a 2,0 W/m2*k.
to in provincia di Pavia da una nota catena della
grande distribuzione. Il fabbricato preso in con- Caratteristiche dell’edificio L’impianto
siderazione, caratterizzato da una superficie in • anno di realizzazione: 2010-2011 Il riscaldamento dell’edificio è
pianta pari a 2.500 m2 (comprensiva di area ven- • superficie in pianta: 2.500 mq in larga parte garantito dal recu-
dita, zona casse, zone lavorazioni, magazzino, • volume complessivo: 16.600 mc pero di calore di condensazione
spogliatoi, servizi igienici), presenta un involucro • località: Comune di Gambolò (PV) dell’impianto di refrigerazione ali-
edilizio costituito da: • temperatura esterna di progetto invernale: -5°C mentare del supermercato (ban-
• murature esterne perimetrali realizzate con • numero di GradiGiorno: 2.623 chi e celle frigorifere). All’interno

46 #16
Y aerotermi del magazzino. Nel circuito dei con-
densatori è presente un serbatoio inerziale aven-
te capacità pari a 2.000 litri.

Area commerciale
L’impianto dell’area vendita e della zona cas-
se è a “tutt’aria” con unità roof-top di Marca FAST
modello MFS posizionato sulla copertura del
magazzino. Il roof-top è dotato di una batteria
ad acqua calda, opportunamente dimensiona-
ta per garantire la potenza adeguata quando ali-
mentata con le temperature del circuito dei con-
densatori Arneg.
Il roof-top è inoltre dotato di un circuito frigo-
rifero in pompa di calore, dimensionato anche
per il trattamento dell’aria della stagione estiva,
il quale funge da integrazione nelle fasi più rigi-
de della stagione invernale, quando la potenza
erogata dal sistema di recupero del calore non è
sufficiente a garantire le condizioni microclima-
tiche di progetto.
I ventilatori del roof-top sono dotati di inver-
ter: in tal modo la portata di aria movimentata è
funzione dei carichi ambiente (estivi ed inverna-
li); l’unità di trattamento, quindi, lavora alla porta-
ta nominale di progetto solamente per una fra-
zione ridotta delle ore di funzionamento della
stagione estiva. Durante l’intera stagione inver-
Figura 1 – Centrale di compressione Arneg nale la portata d’aria di mandata e di ripresa è
parzializzata.
Il roof-top è completo di quadro di potenza e
delle centrali di compressione del Il circuito dei desurriscaldatori, collegati in di comando; il sistema di regolazione è stato pro-
freddo alimentare, realizzate da parallelo come i due condensatori, è in grado grammato per gestire in sequenza la batteria ad
Arneg, sono stati installati quattro di produrre acqua calda fino alle temperature acqua e il funzionamento dei compressori della
scambiatori di calore a fascio tu- di mandata e di ritorno pari, rispettivamente, a pompa di calore, con priorità al recupero di calo-
biero (Figura 1): due inseriti in serie 50°C e a 45°C. Tale circuito viene utilizzato per la re gratuito di condensazione.
nel circuito frigorifero delle centra- produzione dell’acqua calda sanitaria e per il ri- L’impianto garantisce un ricambio forzato
li BT e due inseriti in serie nel cir- scaldamento della batteria della lama d’aria posi- di aria esterna dimensionato secondo la Norma
cuito frigorifero delle centrali TN. zionata sulla porta di ingresso del punto vendita. UNI 10339:1995. La quota di aria espulsa viene
Per ciascuna delle due centrali il Il circuito dei condensatori è in grado di pro- prelevata dalle cappe dei laboratori delle zone
primo scambiatore funge da de- durre acqua calda fino alle temperature di man- lavorazioni (pescheria e gastronomia) e attraver-
surriscaldatore, mentre il secondo data e di ritorno rispettivamente pari a 42°C e a sa un sistema di recupero del calore, mentre l’aria
scambiatore funge da condensa- 37°C. Tale circuito viene utilizzato per il riscalda- immessa, pretrattata dal recupero di calore, vie-
tore. Entrambe le centrali (BT e TN) mento della batteria del roof-top dell’area ven- ne immessa in una serranda del roof-top. Il roof-
sono dotate di 3 compressori. dita e per il riscaldamento delle batterie degli top è in grado di gestire anche il funzionamento
in free-cooling.
Non è presente alcuna sezione di umidifica-
zione invernale dell’aria in quanto il carico latente
generato dalle persone interne al punto vendi-
Supermarket, heating system with ta e dalle apparecchiature delle zone lavorazioni
heat condenser recuperator consentono di mantenere valori di umidità inter-
This paper describes how it was designed and manufactured the winter heating system of a supermarket in the na vicine agli intervalli di accettabilità.
province of Pavia. The thermal energy required to heat the building and to the production of domestic hot water is
Si è accennato che la produzione dell’acqua
almost entirely recovered using the heat of condensation of the food refrigeration plant (refrigerated cabinets and
cold rooms). This thermal energy would normally be “wasted” and dissipated into the atmosphere through the calda sanitaria avviene attraverso il recupero di
operation of helicoidal ventilators of the food refrigeration plant’s condenser. calore dei desurriscaldatori; all’interno del serba-
The plant is equipped with energy cost allocators and supervision system: in this way it was possible to monitor toio di accumulo dell’acqua calda sanitaria, inol-
its operation during the winter season 2011-2012 and analyze in detail the primary energy needs of the building. tre, è presente una resistenza elettrica in grado
This work can also be considered a building-system energy analysis, as expected in point A3 of Article 1 of the UNI di intervenire per integrazione quando la poten-
TS 11300-1 and 11300-2.
za erogata dal circuito ARNEG non è sufficiente
Keywords: supermarket, winter heating system, heat condenser recuperator a sopperire ai carichi. Un sistema di regolazione
gestisce l’inserimento della batteria elettrica in

#16 47
Dati tecnici progettuali
in sintesi
Comune Gambolò (PV)
Temperatura esterna di -5°C
progetto invernale
GG 2.623
Superficie edificio 2.500 m2
Volume edificio 16.600 mc
Trasmittanza pannelli 0,34 W/m2*K
verticali prefabbricati
Trasmittanza copertura 0,25 W/m2*K
Trasmittanza superficie 2,0 W/m2*K
vetrate (Uw)
Temperatura acqua calda circuito 42°C/37°C
recupero calore di condensazione
Temperatura acqua calda circuito 50°C/45°C
recupero calore desurriscaldatori
Progetto e Direzione Lavori Studio Protecno S.r.l.
impianti meccanici ed elettrici
Marca roof-top FAST modello MFS
Marca impianto ARNEG
refrigerazione alimentare
Portata aria roof-top 37.500 mc/h

Figura 2 – Roof-top FAST modello MFS. Il roof-top, posizionato sulla


copertura del magazzino, è dotato di una batteria ad acqua calda,
opportunamente dimensionata per garantire la potenza adeguata
funzione delle temperature di lavoro dei circuiti quando alimentata con le temperature del circuito dei condensatori
e in funzione del prelievo di acqua calda sanita-
ria. È previsto un trattamento chimico antilegio-
nella nella tubazione di caricamento del serba-
toio dell’acqua calda sanitaria.
L’intero fabbricato non è quindi allacciato alla Figura 3 – Circuito acqua calda (collegatio agli scambiatori
rete gas metano comunale. Arneg) a servizio della batteria di riscaldamento interno
al roof-top. Il circuito dei condensatori è in grado di produrre
acqua calda fino alle temperature di mandata e di ritorno
Risparmio in termini di rispettivamente pari a 42°C e a 37°C. Tale circuito viene utilizzato
costi di installazione per il riscaldamento della batteria del roof-top dell’area vendita e
L’impianto di riscaldamento del supermerca- per il riscaldamento delle batterie degli aerotermi del magazzino
to di Gambolò (PV) consente un risparmio di co-
sti di installazione rispetto ad un “impianto tradi-
zionale”. Per “impianto tradizionale”, come quello
precedentemente realizzato dalla catena di di-
stribuzione proprietaria del fabbricato, si inten-
de un impianto dotato di centrale termica a gas
metano e con roof-top dotato di circuito frigori-
fero funzionante in solo freddo e di generatore
di calore a gas metano a condensazione. Il rispar-
mio economico è pari a circa 20.000 euro, deriva-
to sostanzialmente dalle seguenti voci:

• mancato allacciamento alla rete gas meta-


no comunale
• mancata realizzazione della rete gas meta-
no, sia interrata che in vista fino alla centrale
termica
• mancata installazione della caldaia con
relativi accessori (canna fumaria, organi
ISPESL, …) e del generatore a gas metano
nel roof-top

48 #16
Analisi dei consumi energetici dell’edificio-impianto
È possibile analizzare e valutare le prestazioni dell’im-
pianto attraverso il sistema di supervisione e il sistema di
contabilizzazione dell’energia, attivato, quest’ultimo il gior-
no 16/12/2011. Grazie ai sistemi installati è stato possibile mo-
nitorare e contabilizzare le seguenti grandezze:
• Energia elettrica assorbita dai compressori dei circuiti frigo-
riferi del roof-top
• Energia elettrica assorbita dai ventilatori di condensazione
del roof-top
• Energia elettrica assorbita dai ventilatori di mandata e di ri-
presa dell’aria distribuita in area vendita dal roof-top (venti-
latori dotati di inverter)
• Energia elettrica assorbita dalla resistenza elettrica di inte-
grazione per la produzione di acqua calda sanitaria
• Frequenza di lavoro degli inverter e dei ventilatori di man-
Figura 4 – Andamento T aria esterna, T ambiente, T
data e di ripresa
mandata roof-top nei giorni 4/5/6 febbraio 2012. Il colore
azzurro indica la curva di temperatura dell’aria esterna, quello • Temperature varie (aria esterna, aria ambiente, aria immes-
rosso la curva di temperatura dell’aria ambiente e quello giallo sa dal roof-top, temperature dei diversi circuiti idronici).
la curva di temperatura dell’aria di mandata del roof-top.
Temperatura
Precisando che tutti i grafici e le immagini di seguito pro-
poste sono state riprese dal software di gestione e contabi-
lizzazione presente nell’edificio di Gambolò, in Figura 4 viene
evidenziata, per i giorni 4-5-6 febbraio 2012, la curva di tem-
peratura dell’aria esterna (colore azzurro), la curva di tempe-
ratura dell’aria ambiente (colore rosso) e la curva di tempera-
tura dell’aria di mandata del roof-top (colore giallo).
Tali curve, mostrate a titolo esemplificativo, mostrano al-
cuni aspetti interessanti del caso di studio presentato:
• la temperatura dell’aria esterna nella stagione inverna-
le 2011-2012 è stata molto rigida, in particolare nei mesi di
gennaio e febbraio 2012. Nella Figura si evidenzia la tem-
peratura inferiore a -10°C; si può quindi affermare che la
stagione presa in esame è da considerarsi significativa dal
punto di vista del collaudo dell’impianto di riscaldamento;
• anche nei momenti in cui la temperatura dell’aria esterna
Figura 5 – Andamento T aria esterna, T ambiente, T mandata è particolarmente ridotta, la temperatura ambiente non
roof-top nei giorni 22/23/24/25/26/27 gennaio 2012 è mai inferiore a 18°C (valore di set-point impostato nella
centrale di regolazione del roof-top FAST).

Energia elettrica
Andiamo poi ad analizzare la Figura 5, in cui si evidenzia-
no, nel primo grafico, le medesime temperature della Figura
5 ma in riferimento ad altri giorni della stagione invernale (22-
23-24-25-26-26-28 gennaio 2012).
La Figura 6, inerente l’energia elettrica assorbita da uno
dei due compressori del circuito frigorifero in pompa di ca-
lore del roof-top, mostra una curva cumulativa. L’analisi con-
giunta dei grafici 5 e 6 evidenzia che il contributo integrativo
in pompa di calore del roof-top si rende necessario quando
la temperatura dell’aria esterna assume valori inferiori a 0°C
circa. In caso di temperature dell’aria esterna superiori il com-
pressore è spento e quindi il sistema di recupero del calore di
condensazione del freddo alimentare è sufficiente a coprire
le dispersioni e a mantenere le condizioni termoigrometri-
Figura 6 – Cumulata energia elettrica assorbita che impostate (anche grazie ai carichi interni dovuti a perso-
da un compressore del roof-top nei giorni ne, illuminazione e apparecchiature).
22/23/24/25/26/27 gennaio 2012 Le Figure 7-8-9-10 riportano le curve cumulative di

#16 49
Figura 7 – Cumulata energia elettrica assorbita dal
assorbimento di energia elettrica di tutti i componenti
compressore 1 del roof-top al giorno 15/04/2012.
dell’impianto legati al fabbisogno di generazione, di re- Il compressore ha assorbito 1.650 kwh elettrici
golazione e di emissione. Si riferiscono in particolare a:
• compressore 1 circuito frigorifero roof-top
• compressore 2 circuito frigorifero roof-top
• ventilatori di condensazione del roof-top
• resistenza elettrica integrativa per produzione di acqua
calda sanitaria
Come si è già accennato, la contabilizzazione è stata
avviata il giorno 16/12/2011, di conseguenza i valori misu-
rati di energia assorbita sono riferiti al periodo compreso
dal 16/12/2011 al 15/04/2012 (giorno di chiusura della sta-
gione invernale).
Stando ai risultati emersi, il compressore 1 del roof-top
ha assorbito nell’arco temporale citato 1.650 kwh elettrici,
Figura 8 – Cumulata energia elettrica assorbita
il compressore 2 ne ha assorbiti 1.350, i ventilatori di con-
dal compressore 2 del roof-top al giorno
densazione ne hanno assorbiti 1.200 e la resistenza elet- 15/04/2012. Il compressore 2 del roof-top ha assorbito
trica integrativa per la produzione dell’acqua calda sani- nell’arco temporale citato 1.350 kwh elettrici.
taria 1.117.
Se ne deduce che la sommatoria dell’energia assor-
bita dall’impianto di produzione dell’energia termica de-
stinata al riscaldamento e alla produzione dell’acqua cal-
da sanitaria è pari a 5.317 kWh elettrici. Tale assorbimento
energetico è stato contabilizzato in un arco temporale
pari a 120 giorni. Posto che la stagione invernale conven-
zionale per la zona climatica del Comune di Gambolò è
pari a 180 giorni, si può stimare che l’assorbimento ener-
getico globale annuale sarebbe stato pari a 5.317/120*180
= circa 8.000 kwh/anno.
Tale stima è sicuramente a favore di sicurezza per due
motivi principali: Figura 9 – Cumulata energia elettrica assorbita dai
• la stagione invernale 2011-2012 è stata caratterizzata da ventilatori di condensazione del roof-top al giorno
temperature esterne piuttosto miti nei mesi di ottobre 15/04/2012. I ventilatori di condensazione del roof-top hanno
e novembre 2011, mentre da temperature molto rigide assorbito nell’arco temporale citato 1.200 kwh elettrici.
nei mesi di gennaio e febbraio 2012. Quindi se il periodo
di contabilizzazione e di raccolta dei dati è stato pari al
66% della stagione invernale, si può sicuramente sotto-
lineare che in termini di GradiGiorno l’intervallo di con-
tabilizzazione si approssima a percentuali molto supe-
riori al 66%;
• l’energia contabilizzata nell’ultimo periodo della stagio-
ne (soprattutto nei primi 15 giorni di aprile 2012) è de-
dicata al raffrescamento dell’edificio e non al riscalda-
mento dello stesso.
Nonostante tali precisazioni, si può concludere che il
fabbisogno di energia elettrica necessaria alla produzio-
ne del calore destinato al riscaldamento e alla produzione Figura 10 – Cumulata energia elettrica assorbita dalla resistenza
di acqua calda sanitaria è pari a circa 0,5 kWh/mc*anno. elettrica per acqua calda sanitaria al giorno 15/04/2012. La
resistenza elettrica integrativa per la produzione dell’acqua calda
Considerando il rendimento del Sistema Elettrico
sanitaria ha assorbito nell’arco temporale citato 1.117 kwh elettrici.
Nazionale, pari al 46%, se ne deduce che il fabbisogno
di energia primaria per il riscaldamento e la produzione
di acqua calda sanitaria è pari a circa 1 kWh/mc*anno.
Si sottolinea che tale valore di fabbisogno energetico,
mancante del solo valore delle perdite di distribuzione,
sarebbe pienamente coerente con la classificazione A+
prevista dalla Normativa Regionale della Lombardia sul
Contenimento Energetico.
La somma dei consumi di energia elettrica elencati
precedentemente coprono il fabbisogno di energia ter-
mica per la climatizzazione invernale dell’edificio e per
la produzione di acqua calda sanitaria e comprendono

50 #16
Figura 11 – Frequenza inverter ventilatore di mandata
anche le perdite del sottosistema di generazione, le perdi-
del roof-top nei giorni 22/23/24/25/26/27 gennaio 2012
te del sottosistema di emissione e quelle del sottosistema di
regolazione (così come definiti dalla Norma UNI TS 11300-2).

Perdite di carico
È necessario invece approfondire l’argomento delle per-
dite di distribuzione. Quelle legate alle pompe di circolazio-
ne che distribuiscono il fluido vettore acqua dalla centrale
del freddo alimentare ai terminali si trascurano; infatti si deve
sottolineare che l’impianto di recupero del calore permette
di mantenere spenti i ventilatori di condensazione della cen-
trale del freddo alimentare. Di conseguenza l’energia elet-
trica assorbita dalle pompe di circolazione è bilanciata dalla
mancata energia elettrica assorbita dai ventilatori elicoidali
dei condensatori.
Figura 12 – Cumulata energia elettrica assorbita dal ventilatore di Una spesa energetica significativa, sempre legata alle
mandata del roof-top al giorno 20/04/2012. Il consumo di energia perdite di distribuzione, è invece quella comportata dai ven-
elettrica del ventilatore di mandata è pari a circa 17.000 kWh. tilatori di mandata e di ripresa del roof-top.
In Figura 11 viene indicata la frequenza di lavoro dell’in-
verter del ventilatore di mandata del roof-top. Sebbene,
come viene mostrato dal grafico, il sistema di regolazione
moduli la frequenza dei ventilatori di mandata e di ripresa
in funzione del carico ambiente da soddisfare, il consumo di
energia elettrica dei ventilatori rimane elevato.
La Figura 12, che riporta la curva cumulativa di assorbi-
mento di energia elettrica del ventilatore di mandata del ro-
of-top, mostra un consumo di energia elettrica del ventilato-
re di mandata, dal giorno 16/12/2011 al giorno 20/04/2012,
pari a circa 17.000 kWh.
Ulteriori vantaggi dell’impianto di recupero calore
L’impianto di recupero del calore di condensazione del freddo alimentare per- • SICUREZZA: la mancata installazione della rete gas metano permette di aumen-
mette di ottenere, in aggiunta al beneficio energetico precedentemente descrit- tare la sicurezza intrinseca del fabbricato.
to, altri vantaggi rispetto ad un tradizionale impianto con caldaia a condensazio- • MANUTENZIONE: la mancata installazione della caldaia e della canna fumaria
ne. In particolare: permette di ridurre gli oneri di manutenzione dell’impianto.
• VALORE COMMERCIALE DELL’IMMOBILE: l’impianto migliora la classificazione • PREVENZIONE INCENDI: la mancata installazione della rete gas metano permet-
energetica dell’edificio e quindi permette allo stesso di incrementare il valore te di evitare un’attività soggetta a controllo da parte del Comando VVF.
commerciale. • SICUREZZA DI FUNZIONAMENTO ALLE TEMPERATURE PIÙ RIGIDE: l’impianto di re-
• PRODUZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA IN FASE ESTIVA: l’intera energia neces- cupero del calore è dotato di integrazione in pompa di calore ad espansione di-
saria in fase estiva per la produzione di acqua calda sanitaria viene recuperata retta. Quindi nelle fasi in cui la temperatura dell’aria esterna è più rigida non c’è
gratuitamente dai desurriscaldatori delle centrali Arneg. circolazione di acqua e quindi non si corrono rischi di gelo degli impianti.

Il ventilatore di ripresa ha una potenza in- permette di ridurre la perdita di carico interna al quindi necessario ridurre l’energia
stallata pari al 70% di quello di mandata, quin- roof-top e quindi l’energia elettrica assorbita dai elettrica assorbita dai ventilatori del
di si può stimare per quest’ultimo un consu- ventilatori. roof-top; per ottenere ciò si deve
mo di energia elettrica, nel medesimo periodo, lavorare per minimizzare le perdi-
pari a circa 12.000 kWh. La somma del consu- Possibili miglioramenti te di carico dell’impianto aeraulico.
mo elettrico dei due ventilatori sarebbe quindi Le perdite legate ai sottosistemi di generazio- Specificatamente è necessario ri-
pari a circa 29.000 kWh. Tale assorbimento ener- ne, di regolazione e di emissione sono così ridotte durre le perdite di carico lato aria in-
getico è stato contabilizzato in un arco tempo- che diventano quasi trascurabili rispetto alle perdi- terne al roof-top e in particolare nel-
rale pari a 120 giorni. Posto che la stagione in- te di distribuzione. le sezioni filtranti della macchina.
vernale convenzionale per la zona climatica del La classificazione energetica dell’edifi- Inoltre si possono ridurre le perdite
Comune di Gambolò è pari a 180 giorni, si può cio risulta in classe A, secondo la Normativa di carico della batteria ad acqua ri-
stimare che l’assorbimento energetico globa- sul Contenimento Energetico della Regione ducendo il dimensionamento della
le annuale dei ventilatori del roof-top sarebbe Lombardia, ma potrebbe migliorare in classe stessa, a scapito della resa della stes-
stato pari a 29.000/120*180 = circa 43.500 kwh/ A+ qualora si limitasse l’assorbimento elettri- sa: risulta conveniente aumentare
anno. Considerando il rendimento del Sistema co dei ventilatori del roof-top; è proprio su que- leggermente l’integrazione della
Elettrico Nazionale, pari al 46%, se ne deduce sto aspetto che risulta necessario lavorare per pompa di calore a fronte di un ab-
che le perdite di distribuzione sono pari a circa ottimizzare la spesa energetica dell’edificio. bassamento della potenza elettrica
87.000 kWh e quindi pari a circa 5 kWh/mc*anno. L’installazione dell’inverter sui ventilatori di man- assorbita dal motore del ventilatore
Le perdite di distribuzione portano quindi il fab- data e di ripresa del roof-top, quindi, deve essere di mandata.
bisogno di energia primaria totale dell’edificio considerato solo l’inizio di una serie di interventi Il progetto quindi, alla luce del-
ad un valore pari a circa 6 kWh/mc*anno, limite che devono mirare a ridurre le perdite di distri- la campagna di misure effettuate,
massimo della Classe A prevista dalla Normativa buzione dell’impianto. potrà essere migliorato lavorando
Regionale della Lombardia sul Contenimento In particolare è importante definire nel detta- sulla riduzione delle perdite di di-
Energetico. glio le fasce orarie di funzionamento dell’impianto. stribuzione e sull’energia elettrica
Nel complesso si può quindi concludere che Nel supermercato di Gambolò, oggetto del caso di assorbita dai ventilatori del roof-
l’impianto di recupero del calore di condensazio- studio, è stato impostato l’impianto di ventilazione top. n
ne, utilizzato per la climatizzazione invernale e la in funzione 24h/24h; tale scelta è legata al fatto che
produzione di acqua calda sanitaria, permette di il calore di condensazione del freddo alimentare è * Riccardo Antoniazzi, Studio
ottenere un importantissimo risparmio di ener- dissipato 24h/24h e quindi è parso utile mantene- Protecno S.r.l.,Verona – riccardo.
gia primaria. Tale risparmio potrebbe essere in- re attivi i ventilatori per trasferire tale energia all’e- antoniazzi@studioprotecno.it
crementato riducendo le perdite di distribuzio- dificio anche durante le ore notturne. I dati raccolti Si ringraziano gli uffici tecnici di FAST e
ne; ad esempio se il terminale in ambiente fosse dal sistema di supervisione sembrano dimostra- di ARNEG per la preziosa collaborazio-
un impianto radiante, il fabbisogno di energia re che tale scelta non paga in quanto sono pro- ne nella progettazione dell’impianto
primaria dell’edificio sarebbe pari a circa 1 kWh/ prio i ventilatori a comportare la maggior parte del oggetto del presente caso di studio.
mc*anno e quindi sarebbe certificabile in classe consumo di energia primaria dell’impianto. Risulta
A+. È proprio su questo aspetto, quindi, che è ne-
cessario ottimizzare l’impianto; si deve prosegui-
re l’importante lavoro che su tale ambito è stato
svolto in collaborazione con l’ufficio tecnico di Bibliografia
FAST e che ha consentito, grazie all’installazione • Norma UNI TS 11300-1 “Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia
degli inverter e alla messa a punto del sistema di termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale”
• Norma UNI TS 11300-2 “Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia
regolazione, di abbattere notevolmente l’ener-
primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria”
gia elettrica assorbita dai ventilatori del roof-top. • D.G.R. Lombardia 22 dicembre 2008 – n. 8/8745
Si sottolinea che a tal proposito risulta di • D. Lgs. 3 marzo 2011, n. 28 “Attuazione della Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti
fondamentale importanza la manutenzione rinnovabili, recante modifica e successiva adorazione delle Direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE”
dell’impianto; la pulizia periodica dei filtri, infatti,

52 #16
Energia sotto controllo
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Barriere d’aria

Quando non funzionano?


Solo con un’installazione corretta ed una manutenzione efficace è possibile
ridurre del 75-80% i consumi dovuti all’apertura e alla chiusura delle porte
di Enrico Galaverna*

N
egli stabilimenti commerciali o industria- mantenere il calore/raffrescamento all’interno ventilatori e dalla quota dispersa
li l’apertura dei portoni esterni è all’ordi- dell’edificio, molti stabilimenti stanno adottan- del calore prodotto dal riscaldato-
ne del giorno e avviene frequentemente. do le barriere d’aria che, non solo assicurano l’i- re (se presente), valutabile dal 15 al
Sia in estate che in inverno, questo crea diver- solamento della temperatura, ma – secondo la 25%. Se, basandoci su questi para-
si problemi, tra cui uno spreco elevato di ener- stima di diversi produttori – riducono i consu- metri, calcoliamo i costi ed i rispar-
gia dovuto all’abbassamento della temperatura mi dovuti all’apertura delle porte del 75-80%. mi conseguenti all’uso di una bar-
all’interno delle aree lavorative, con conseguen- Ovviamente, a fronte di un risparmio energeti- riera d’aria, nella maggioranza dei
ti effetti dannosi sulla salute degli operatori. co, ci saranno anche dei costi operativi, rappre- casi il tempo di ritorno dell’investi-
Ultimamente, per risolvere questo problema e sentati soprattutto dal consumo di energia dei mento va da 1,5 a 3 anni.

BARRIERA D’ARIA A VISTA BARRIERA D’ARIA DA


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54 #16
Calcolo della redditività nel periodo di riscaldamento invernale
Per calcolare il risparmio conseguibile con l’installazione di una barriera ad aria specifico (cp) e alla quantità di aria entrante nell’edificio (Qw), calcoliamo le per-
nel periodo invernale possiamo far riferimento alle seguenti equazioni. Prima di dite di calore causate ogni ora dall’aria che entra nell’edificio (Pw).
tutto, tenendo conto della velocità media del flusso d’aria (Vw, m/sec) e della se- Pw = Qw · ρ · cp · Δt
zione della porta stessa (Afo, m²), è necessario calcolare la quantità d’aria che en- Le perdite di calore per l’intero periodo di riscaldamento si calcolano moltiplican-
tra in un edificio attraverso la porta d’ingresso (Qw). do il parametro precedente (Pw) per il numero di ore/anno di riscaldamento (cor-
Qw = Vw · Afo (m³/h) retto con la frequenza di apertura delle porte). Per ogni singola applicazione, l’u-
Dopo di che, in base alla differenza tra la temperatura media esterna nel periodo tilizzatore può sostituire i propri valori nelle formule e stimare il costo energetico
di riscaldamento e la temperatura interna (Δ t), alla densità dell’aria (ρ), al calore dovuto all’apertura delle porte senza l’uso di barriere d’aria.

Ventilazione efficiente
in 5 punti
Per ottenere la massima effi- RESISTENZA
cienza da una barriera d’aria non A FILO Copyright: Sire
solo è importante installare corret-
RESISTENZA
tamente il prodotto, ma anche bi-
CORAZZATA
lanciarne la ventilazione, raggiun- Copyright: Sire

gere rapidamente le condizioni


operative, pulire adeguatamente
i filtri e, infine, effettuare una re-
golazione intelligente. Vediamo in
CONFRONTO DI PRESTAZIONI TRA BARRIERE D’ARIA. Barriera standard
che modo.
con resistenze elettriche corazzate (sopra) e barriera con preavviamento
dei ventilatori e resistenze elettriche a filo, senza inerzia Copyright: Sire
1 – Ventilazione bilanciata
Nell’area servita dalla barriera (vento) di velocità superiore a 0,5 m/sec. Questi verso l’alto che lateralmente. In questo caso, par-
d’aria la ventilazione deve essere elementi vengono spesso trascurati. te dell’aria esterna entrerà in ambiente attraver-
il più possibile bilanciata. Questo so queste aperture, riducendo l’effetto barriera.
significa che la barriera non può 2 – Installazione corretta È quindi molto importante che la barriera sia lun-
impedire la tendenza all’equili- La bocca di lancio della barriera d’aria deve ga almeno quanto l’apertura della porta, possi-
brio naturale di pressione tra l’a- trovarsi il più vicino possibile al bordo superiore bilmente anche 10 cm in più per lato.
ria esterna e l’aria interna (espres- dell’apertura.
so con un flusso d’aria attraverso Infatti, l’efficienza della barriera dipende sia 3 – Raggiungimento rapido delle
la porta). Se, infatti, la zona inter- dal volume che dalla velocità del flusso d’aria, ma condizioni operative
na si trova in sovrapressione – o in se il primo non cambia con la distanza dalla boc- Quando la barriera d’aria viene avviata trami-
depressione rispetto all’esterno – ca di lancio, la seconda decresce rapidamente. te un contatto apertura porte è molto importan-
l’efficienza della barriera viene li- Per esempio, se la bocca di lancio della barrie- te raggiungere, nel lasso di tempo più breve pos-
mitata o addirittura resa inefficace ra si trova 1 metro sopra il bordo della porta, la sibile, sia la portata d’aria che la temperature di
nel caso in cui la differenza di pres- velocità dell’aria in quel breve tratto si dimezza. mandata previste. Infatti, poiché non esiste una
sione è troppo elevata. Esempi di Trattandosi di aria ad alta velocità, di fatto, stia- barriera d’aria efficiente quanto una porta fisica,
applicazione negativi sono: pre- mo sprecando la parte più efficiente dell’effet- parte dell’aria esterna cercherà comunque di en-
senza di aspiratori all’interno to barriera. Un altro errore abbastanza frequente trare in ambiente e si miscelerà con quella lan-
dell’edificio (es. cappe di cucina, consiste nel lasciare spazio tra la barriera d’aria ciata dalla barriera. La temperatura della miscela
cabine di verniciatura…); altezza e il bordo della porta in senso orizzontale, sia si abbasserà. È importante che tale temperatura
interna dell’edificio molto eleva-
INSTALLAZIONE BARRIERA BARRIERA
ta in rapporto all’altezza della por-
CORRETTA TROPPO IN ALTO TROPPO LONTANA
ta (ciò produce effetto camino); Copyright: Sire Copyright: Sire Copyright: Sire

presenza di correnti d’aria esterne

When they don’t work?


In commercial or industrial establishments,
the opening of external doors frequen-
tly occurs. Recently, to solve this problem
and keep heat/cooling inside the building,
many factories are adopting air curtains.
This allows both to ensure the isolation of
temperature and to reduce consumption.

Keyword: air curtains, industrial, com-


mercial, isolation

#16 55
non scenda oltre i 2°C al di sotto della tempera- svolge la sua funzione e non permette di realiz- REGOLAZIONE MANUALE
Copyright: Sire
tura ambiente; in caso contrario, le condizioni di zare alcun risparmio, ma può indurre anche alla
benessere delle persone saranno compromesse conclusione errata che le barriere d’aria non ser-
ed aumenterà il rischio di patologie. Da qui l’im- vano a granché.
portanza di raggiungere rapidamente la tempe- A causa della distanza tra le alette (molto fit-
ratura di lancio prevista. La lentezza nella messa ta), i problemi di sporcamento maggiori si riscon-
a regime è tipica delle barriere con riscaldamen- trano nelle barriere con riscaldatori ad acqua a
to tramite resistenze elettriche corazzate, dove tubo alettato (batterie). Tuttavia alcune barriere
il raggiungimento della temperatura operativa d’aria tra le più evolute offrono una soluzione in-
può richiedere fino a 75 sec. Le resistenze elet- teressante, essendo equipaggiate con batterie
triche a filo, usate nelle barriere d’aria più evo- ad ampia spaziatura tra le alette. Queste barrie-
REGOLAZIONE AUTOMATICA
lute, raggiungono invece la temperature mas- re non richiedono l’uso di filtri e tuttavia non si Copyright: Sire
sima entro 15 secondi. Inoltre, la regolazione di sporcano né devono essere pulite, se non come
tali barriere permette di mantenere i ventilatori operazione di manutenzione straordinaria. Le
sempre in funzione ad una velocità minima, an- batterie sono state progettate con una geome-
che a porta chiusa; di conseguenza quando all’a- tria più efficiente (rapporto elevato tra superficie
pertura della porta verrà richiesta la piena por- primaria e secondaria) per compensare la ridu-
tata, ciò richiederà parecchi secondi in meno zione di superficie complessiva dovuta alla spa-
rispetto al tempo che sarebbe necessario se il ziatura larga, mantenendo così la resa termica
ventilatore fosse spento. sufficiente per garantire le prestazioni previste.

4 – Pulizia dei filtri e manutenzione 5 – Regolazione intelligente


I filtri delle barriere d’aria dovrebbero esse- Quando si usa una regolazione di tipo ma- attuali tendenze riguardo al rispar-
re puliti ogni 2-4 settimane. In realtà invece, tutti nuale non è possible ottimizzare il funziona- mio energetico, è buona cosa pri-
sappiamo che vengono puliti raramente, se non mento della barriera d’aria in base alle condizioni vilegiare l’utilizzo di barriere d’a-
mai. Con lo sporcamento del filtro la portata d’a- ambientali esterne ed interne. Pertanto, la bar- ria con regolazione automatica,
ria diminuisce e, di conseguenza, l’effetto barrie- riera si trova spesso ad operare ad un livello di poiché valutano un gruppo di in-
ra scende dall’iniziale 75-85% fino al 20-40%. Una prestazioni più alto del necessario, aumentan- formazioni ricevute da sensori, ti-
barriera d’aria in queste condizioni non solo non do inutilmente i costi operativi. Nel rispetto delle mers, ecc. In base ai dati raccolti
poi vengono regolate le prestazio-
DEVIAZIONE DALLA TEMPERATURA RICHIESTA. Confronto tra ni della barriera stessa, ottimizzan-
regolazione manuale a gradini e regolazione automatica stepless Copyright: Sire do il funzionamento dal punto di
vista dei consumi pur mantenen-
do sempre adeguato il livello del-
le funzioni base: effetto barriera e
mantenimento della temperatura
ambiente. Questi dispositivi di re-
golazione automatica sono spes-
so interfacciabili con i sistemi di
controllo automatico degli edifici
(BMS).

Conclusioni
Concludendo possiamo affer-
mare che l’installazione di una bar-
REGOLAZIONI A CONFRONTO. Il confronto tra la regolazione completamente riera d’aria permette di conseguire
automatica e la regolazione manuale indica che è possibile conseguire importanti risparmi d’energia. Il ri-
risparmi sui costi di gestione fino al 20%. Il tempo di ritorno dell’investimento, sparmio sarà tanto più elevato
a seconda delle condizioni operative, va da 2 a 6 anni Copyright: Sire quanto più la barriera sarà corretta-
mente progettata ed installata e
quanto meno richiederà interventi
manuali per la regolazione e la ma-
nutenzione. Per contro, una sele-
zione affrettata e tesa solo al rispar-
mio sulla spesa iniziale comporterà
prestazioni deludenti e tempi di
ammortamento tali da disincenti-
vare l’investimento. n

* Ing. Enrico Galaverna, Delta


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Sistemi di generazione Il sistema è al servizio
dell’edificio F-92 del
C.R. ENEA – Casaccia (Roma)

Solar heating and cooling


abbinato a
pannelli radianti e fan coil,
prestazioni invernali
L’utilizzo dell’impianto ha permesso di risparmiare, in termini di combustibile,
574 Nm³ di gas metano e il sole ha coperto il 56% dei consumi per il riscaldamento
di Nicolandrea Calabrese1, Michel Bruni2, Alessandro Veronesi3 e Paola Rovella4

I
sistemi di solar heating and cooling utilizzano l’e- più frequenti durante il periodo estivo, con pos- incrementi nell’efficienza di tutti
nergia solare, quindi una fonte rinnovabile e sibilità non remota di blackout elettrico. i processi energetici, rappresenta
gratuita, per soddisfare le esigenze di riscal- L’utilizzo dell’energia solare, unitamente ai sicuramente una prima ottima ri-
damento e raffrescamento degli edifici contri- provvedimenti di risparmio energetico ed agli sposta all’emergenza ambientale
buendo alla diminuzione dei consumi di energia
di natura fossile, ovvero alla riduzione delle emis-
sioni di gas serra, ed incrementando la percen-
tuale di utilizzo delle fonti rinnovabili come sta- Solar heating and cooling
bilito dall’attuale legislazione (D. Lgs. 28/11) per At the F-92 building of the ENEA Casaccia’s Research Centre (in Rome) there’s a solar heating and cooling system
la copertura del 50% del fabbisogno termico to- dedicated to meet the energy needs of the entire building for the periods of winter heating and summer cooling.
The monitoring of the system was conducted from 9 February 2012 to 15 April 2012. The results showed that the
tale annuo. Con questa tecnologia si riducono
system has always ensured the maintenance of comfortable thermohygrometric conditions. During winter opera-
inoltre i fabbisogni di energia elettrica evitando tion the sun has covered the 56% of the energy consumption for space heating; while, in terms of fuel, were saved
problemi di stabilità nella domanda di elettricità, 574 Nm3 of natural gas.
che a sua volta richiede costosi adattamenti del-
la rete per sopportare i picchi di potenza sempre Keywords: solar heating, winter operation

58 #16
La facility di prova
L’impianto e l’edificio sono controllati da un sistema di supervisione e gestione BMS (Building
Management System) che acquisisce e memorizza tutti i parametri di funzionamento neces-
sari al monitoraggio e alla determinazione delle prestazioni dell’impianto stesso. L’edificio
F-92 si sviluppa su tre livelli (superficie totale pari a circa 230 m²) di cui ognuno servito da un
circuito idraulico indipendente in modo tale da realizzarne l’esclusione, attraverso l’impian-
to di regolazione, quando le condizioni termo igrometriche dello stesso sono soddisfatte.

Figura 1 – Viste dell’impianto e dell’edificio F-92.


L’impianto può essere suddiviso in centrale
di produzione, campo solare, termodotto di
collegamento tra la centrale di produzione ed
edificio, sottocentrale di edificio che smista ai vari
circuiti il fluido termovettore, terminali d’impianto,
rappresentati da pannelli radianti a pavimento
e da fan coil a cassetta installati a soffitto.

Figura 2 – Schema impianto in modalità solar heating. Durante il funzionamento invernale il campo solare produce
l’acqua calda successivamente stoccata in un serbatoio di accumulo (capacità puffer 1500 litri) che, attraverso il termodotto,
viene inviata ai circuiti dei pannelli radianti a pavimento o dei fan coil. I pannelli radianti a pavimento sono installati
a servizio dei soli piano terra e piano primo mentre l’interrato è provvisto esclusivamente di vetilconvettori del tipo
a pavimento. Quando l’energia fornita dal campo solare è insufficiente, o quando la logica di regolazione lo preveda,
viene azionata una caldaia integrativa ad alta temperatura alimentata a gas metano. Un apposito circolatore elettronico
a portata variabile (P01) assicura il passaggio dell’acqua all’interno del campo solare mentre il gruppo di circolazione
P02 realizza lo scambio termico tra l’acqua prodotta dai pannelli solari e quella contenuta nel serbatoio di accumulo
caldo. Quando la temperatura dell’acqua stoccata all’interno del serbatoio di accumulo supera il valore di set point
prefissato, l’energia termica fornita in eccesso dal campo solare viene dissipata attraverso un dissipatore o dry cooler
(DC01). In particolare, attraverso l’elettrovalvola V01 l’acqua viene deviata e fatta passare all’interno del dry cooler dove
subisce un abbassamento di temperatura per mezzo dell’aria esterna. Sul lato caldaia è presente il gruppo di pompaggio
P04 che permette lo scambio termico tra il circuito caldaia e il circuito del termodotto. Infine, attraverso il gruppo di
pompaggio P07 si realizza la mandata ed il ritorno dell’acqua alla sottocentrale di edificio. Tutti i gruppi di pompaggio
precedentemente citati sono costituiti da due elettropompe collegate in parallelo, di cui una di riserva all’altra.

Figura 3 – Dry Cooler Standard vs Blowing Dry


Cooler. Il dry cooler installato è di tipo innovativo
(denominato reverse) in quanto, a differenza del tipo
tradizionale (immagine a sinistra), i ventilatori non
sono attraversati dal flusso d’aria ad alta temperatura
in uscita dalla batteria ma è il ventilatore che spinge
l’aria attraverso la batteria stessa. In questo modo
è possibile raggiungere temperature elevate
senza che i motori elettrici installati all’interno
dei ventilatori subiscano danni permanenti.

Caratteristiche principali delle apparecchiature nel funzionamento invernale


DISSIPATORE FAN COIL
P estate dissipata = 36 [kW]; P frig = 3,95 [kWf ];
P elettrica = 0,2 [kW]; P term = 4,95 [kWth];
CAMPO SOLARE: Q aria = 3.200 [m³/h]; P el = 55 [W];
COLLETTORI SOLARI TERMICI A TUBI EVACUATI Volume = 30 [dm³]; Q aria max = 700 [m³/h];
Superficie singolo pannello solare = 3,75[m²]; (Temperatura aria: 35°C/78,3°C; Q acqua = 679 [l/h];
Superficie Totale campo solare = 56[m²]; Fluido: acqua al 30% di glicole; (alla max velocità aria)
Potenza di picco singolo collettore = 2.377 [W]; temperatura in/out 100°C/90°C; Ventilconvettori con motore Brushless Inverter
(G*=1000 W/m², EN 12975) portata 3,52 m³/h)
PANNELLI RADIANTI A PAVIMENTO
CALDAIA DI INTEGRAZIONE Portata collettore = 785 [l/h];
Potenza termica utile = 43,9 [kW]; Perdita di carico max. = 200 [mbar];
P max esercizio = 4 [bar]; T superficiale max = 29 [°C];
Rendimento min. al 100% = 87,3; Tmedia (andata/ritorno) max = 50 [°C];
Rendimento min. al 30% = 85,0; ΔT (mandata/ritorno) collettore = 10 [°C].

#16 59
globale; le fonti di energia rinnovabili sono, inol-
tre, quelle che maggiormente soddisfano il con-
cetto di sostenibilità.
L’impiego diretto dell’energia solare è ancora
più conveniente quando un medesimo impian-
to viene utilizzato per il riscaldamento degli am-
bienti, per la produzione di acqua calda sanitaria
e per il raffrescamento degli stessi. Un sistema di
solar heating and cooling sfrutta l’energia solare
nel corso di tutto l’anno, riducendo così i tempi
di ammortamento dell’impianto. In estate inol-
tre la disponibilità della radiazione solare è mag-
giore rispetto alle altre stagioni e tale tecnologia
sfrutta proprio la coincidenza tra la necessità di
Figura 4 – Collettore solare e spaccato del tubo in evidenza
condizionamento degli ambienti e la disponibi-
lità dell’energia solare, utilizzata per produrre il
freddo tramite gruppi frigo ad assorbimento.
Presso l’edificio F-92 del Centro Ricerche
ENEA di Casaccia (Roma), nell’area Capanna, è
presente un impianto di solar heating and coo- Figura 5 – Sistema di captazione adottato nei pannelli
ling dedicato al soddisfacimento del fabbisogno
energetico dell’intero edificio relativo ai perio-
di di riscaldamento invernale e raffrescamento
estivo. I risultati di tale attività di ricerca si riferi-
scono a parte della campagna invernale in quan-
to l’impianto è stato completato il 01 Dicembre
2011 e successivamente è stato necessario effet-
tuare le prove di verifica e messa a punto delle
apparecchiature installate in campo dedicate al
Figura 6 – Specifiche tecniche, energetiche ed idrauliche dei collettori solari
monitoraggio in continuo delle prestazioni dello
stesso (contatermie, sonde di temperatura, son-
de di umidità, sonda lux esterni, etc.). Il monito-
raggio è stato quindi di fatto avviato il 9 febbraio
2012 per concludersi il 15 aprile 2012, termine del
periodo di riscaldamento per la zona climatica D
(D.P.R. 26 agosto 1993 n.412).

Campo solare
Il campo solare è stato realizzato in prossimi-
tà della centrale a quota piano di campagna ed è
costituito da 15 pannelli solari termici a tubi eva-
cuati della Kloben, modello SKY 21 CPC 58. I col-
lettori solari sono costituiti ciascuno da 21 tubi in
vetro borosilicato a doppia intercapedine, salda-
ti all’estremità, al cui interno è praticato il vuoto.
L’intercapedine interna è resa selettiva per l’as- Concentrator) realizzati utilizzando materiali in del vuoto assicura la protezione da
sorbimento della radiazione elettromagnetica grado di fornire ottime rese in riflessione totale infiltrazioni di umidità e da agenti
solare per mezzo di una metallizzazione multi- (>90%) ed in riflessione di luce diffusa (Figura 5). Il atmosferici garantendo una dura-
strato creata utilizzando prodotti completamen- vantaggio di aumentare l’efficienza ottica del col- ta illimitata e il mantenimento del-
te riciclabili. L’unità di assorbimento è formata da lettore, si traduce in una maggior quantità di ener- le prestazioni di captazione.
un circuito in rame curvato a forma di “U”, posi- gia fornita dal collettore solare sottovuoto, rispet- Il sistema CPC e l’uso di un ve-
zionato a contatto con appositi assorbitori di ca- to agli altri collettori solari termici. tro particolare e del “Cermet” se-
lore in alluminio, che ne aumentano la superficie La superficie interna dell’intercapedine sot- lettivo, permettono al collettore
di scambio termico (Figura 4). Ogni unità è rac- tovuoto è resa selettiva all’assorbimento della ra- di avere ottime performance an-
chiusa in un tubo di vetro, e viene poi connessa diazione solare tramite la deposizione per sput- che in situazione di scarso irrag-
in parallelo ad un collettore situato sulla testata tering di molteplici strati metallici di spessore giamento o di basse temperature
del pannello che raccoglie il fluido vettore che micrometrico (Cermet), atti a coprire l’assorbi- esterne (Figura 6).
scorre in ogni circuito. mento di tutto lo spettro della radiazione elet-
Nei collettori è presente un particolare sistema tromagnetica del sole. Lo strato selettivo è stu-
di captazione costituito da captatori di luce diretta diato appositamente per resistere nel tempo alle
e diffusa a geometria CPC (Compound Parabolic alte temperature che si generano. La presenza

60 #16
Sistema di supervisione e gestione BMS
La facility di prova è provvista grafiche personalizzate, tutte le informazioni pro- a bordo del quadro di potenza e controllo, memo-
di un sistema di monitoraggio in- venienti dagli elementi in campo (sonde tempera- rizza tutti i dati di funzionamento dell’impianto a
tegrato BMS che permette il con- ture ambiente, sonda temperatura esterna, sonda bordo di una CPU interna. Da un qualsiasi calcola-
trollo e la verifica costante di tutti luminosità esterna, sonda umidità esterna, son- tore, interfacciato in rete con il controllore, è pos-
gli aspetti legati al funzionamento de temperature ad immersione sui vari rami d’im- sibile interrogare il sistema e quindi importare in
degli impianti. La soluzione adotta- pianto, misuratori assorbimento elettrico apparec- fogli di calcolo tutti i parametri acquisiti dal BMS
ta per l’impianto sperimentale for- chiature, contatermie, etc.). Un controllore di tipo in modo da estrapolare serie temporali, analizza-
nisce, mediante l’ausilio di pagine industriale (PC Einstein II della Emerson), installato re i dati e verificare le performance energetiche
dell’impianto (vedi Figure 7-8-9).

La logica di regolazione
dell’impianto di solar heating
La convenienza di un impianto di solar hea-
ting and cooling è espressa attraverso il raggiun-
gimento di obiettivi quali il risparmio energetico
e monetario ottenuto rispetto all’utilizzo di una
tecnologia tradizionale e attraverso il recupe-
ro dell’investimento inizialmente sostenuto per
la realizzazione dell’impianto stesso in tempi ra-
gionevoli (6-7 anni). È possibile raggiungere tali
obiettivi non solo utilizzando componentisti-
ca altamente efficiente (primi fra tutti i colletto-
ri solari termici ed il gruppo frigo ad assorbimen-
to) ma anche sviluppando un’opportuna logica
Figura 7 – Pagina grafica Home. La figura mostra la di regolazione che sceglie i diversi profili di fun-
pianta dei tre piani e le condizioni di temperatura e di set
zionamento dell’impianto in funzione delle nu-
point impostate nei vari ambienti serviti dall’impianto
merose variabili in ingresso al BMS, acquisite in
Figura 8 e 9 – Pagina grafica centrale sinistra (in alto) e destra (in tempo reale e legate anche alla variabilità delle
basso). Dalla home page si accede alle altre pagine grafiche relative al condizioni termo igrometriche esterne. La defi-
funzionamento invernale dell’impianto o al funzionamento estivo. nizione di una logica di regolazione intelligente e
definitiva parte da un’attenta analisi del compor-
tamento dell’impianto in fase progettuale e viene
perfezionata in seguito all’individuazione di sco-
stamenti tra le performance attese e quelle real-
mente fornite dall’impianto, evidenziati durante il
monitoraggio dei primi risultati sperimentali.
La logica di regolazione invernale, differente
da quella estiva, gestisce la produzione di acqua
calda da campo solare, il funzionamento della
caldaia integrativa, l’inversione tra il funziona-
mento con caldaia e quello con puffer e, infine
i terminali installati a servizio dei vari ambienti.
L’energia termica immagazzinata nel serbato-
io e fornita dal campo solare è considerata “pre-
giata” ed è per questo motivo che si preferisce far
intervenire la caldaia integrativa all’avviamento
dell’impianto, per scopi quali il riscaldamento del
termodotto e del contenuto d’acqua d’impianto
presente all’interno dell’edificio: il mantenimento
in temperatura dei vari ambienti è invece garanti-
to utilizzando l’energia termica immagazzinata e
prodotta gratuitamente con il sole.
Il meccanismo di caricamento del puffer
mediante il campo solare è completamente indi-
pendente dall’orario di occupazione dell’edificio
ma dipende soltanto dalla condizione di illumi-
namento esterno, dalla temperatura dell’acqua
in uscita dal campo solare (TE01) e dalla tempe-
ratura dell’acqua presente all’interno dell’accu-
mulo caldo (TE07).

#16 61
La carica del puffer viene effettuata, avvian-
do le P02, solo quando si ha un illuminamento
maggiore o uguale a 1050 lux (in queste condi-
zioni vengono avviate le P01) e la TE01 è tale da
poter riscaldare l’accumulo (TE01-TE07 ≥ 3,5°C)
(Figura 10).
Per meglio sfruttare l’energia resa disponibi-
le dal sole durante le ore a maggiore insolazio-
ne, quando la temperatura dell’acqua prodotta
dal campo solare (TE01) supera gli 81°C, viene
attivata anche la seconda elettropompa P02
aumentando così la potenza scambiata; viene
inoltre attivata anche la seconda elettropompa
Figura 10 – Stralcio schema funzionale.
P01 quando la TE01 supera i 91°C: in tale confi-
Campo solare, dry-cooler e serbatoio accumulo
gurazione la potenza scambiata aumenta con
conseguente ovvia diminuzione della TE01. Per
evitare un eccessivo abbassamento della TE01,
le elettropompe P01B e P02B verranno disatti-
vate rispettivamente quando TE01 ≤ 89°C TE01
e quando TE01 ≤ 79°C. La P01 modula in modo Figura 11 – Stralcio
schema funzionale.
tale da mantenere TE01 ≥ 30°C per ottenere una
Caldaia di
temperatura utilizzabile anche quando si ha una integrazione e
bassa irradianza solare, riducendo la portata circolatori annessi
d’acqua che attraversa il campo solare.
Il dry cooler entra in funzione quando la
temperatura dell’accumulo TE07 è maggiore di
95°C: tale meccanismo di attivazione prevede
la commutazione della valvola V01 e lo spegni-
mento dell’elettropompa P02 per evitare di sca-
ricare il serbatoio nel periodo di funzionamen-
to del dry-cooler. Quando la TE07 scende al di
sotto dei 90°C, il dry cooler smette di funzionare
per consentire una nuova fase di carica del puf-
fer, previa chiusura della valvola V01 e accensio-
ne dell’elettropompa P02. Figura 12 – Stralcio schema funzionale.
Per motivi di sicurezza del circuito primario, Serbatoio di accumulo e valvola miscelatrice V02
se durante il funzionamento ordinario la tempe-
ratura TE02 in ingresso alle elettropompe P01
dovesse comunque superare i 96°C, ad esem-
pio per malfunzionamento delle pompe P02, il
drycooler verrebbe comunque avviato e la val-
vola commutata.
Tramite il puffer vengono esclusivamente
alimentati i pannelli radianti a pavimento a bas-
sa temperatura (40°C) con lo scopo di utilizzarli
per il mantenimento in temperatura dell’edificio:
durante le fasi di avviamento dell’impianto,
quando è necessario riscaldare il termodotto, la
caldaia integrativa avrà il consenso per partire e si disattiva quando sia l’accumulo che il termo- V04 e V03 vengono aperte; l’ac-
gli ambienti verranno riscaldati mediante i fan- dotto sono in temperatura (TE07 ≥ 40°C e TE20 qua calda resa disponibile dal ser-
coil. Questa soluzione consente di ridurre il tem- ≥ 56°C) o quando l’acqua prodotta dalla caldaia batoio viene inviata tramite il ter-
po di raggiungimento delle temperature di set ha una temperatura (TE11A) maggiore o uguale modotto al circuito dei pannelli
dei vari ambienti, essendo i fancoil dei terminali a 93°C (Figura 11). radianti a pavimento. Tramite la
d’impianto a più bassa inerzia rispetto ai pannelli La caldaia integrativa opera in modo tale valvola miscelatrice V02, l’acqua
radianti a pavimento anche perché alimentati a che sia verificata la condizione 54°C≤TE20≤56°C. in uscita dal puffer viene miscelata
più alta temperatura. L’acqua prodotta dalla caldaia integrativa vie- con l’acqua di ritorno dall’impian-
La caldaia entra in funzione, previa atti- ne fornita ai fan coil i quali partono solo se to, al fine di alimentare in modo
vazione del circolatore P04, quando la tempe- TE20≥41°C. Quando la TE20 ≤ 39°C non ver- opportuno i pannelli radianti a pa-
ratura dell’accumulo (TE07) è minore o uguale rà dato il consenso alla partenza dei fancoil. vimento, assicurando che la tem-
a 39°C e la temperatura di mandata al termo- Quando TE07 ≥ 40°C, viene effettuata la com- peratura in mandata al termodot-
dotto (TE20) è minore o uguale a 54°C mentre mutazione da caldaia a puffer e le valvole V06, to (TE22) sia pari a 45°C (Figura 12).

62 #16
Durante la prima commutazione da caldaia a puffer viene effettuato, dopo la L’acqua calda prelevata dal puffer alimenta il cir-
verifica della condizione TE07 ≥ 40°C, un ulteriore controllo sulle temperature di cuito dei pannelli radianti a pavimento attraverso la
ritorno dal termodotto TE19 e di ritorno del circuito dei pannelli radianti TE24. Lo pompa P1P la cui accensione e spegnimento avviene
scopo è quello di non abbattere la temperatura all’interno del puffer con l’acqua in base alle temperature rilevate in ciascun ambien-
fredda presente nei circuiti d’impianto e nel termodotto stesso. te facente parte del piano terra e del piano primo. È
La prima commutazione da caldaia a puffer viene effettuata se TE19 ≥ 27°C e possibile impostare le temperature desiderate nei vari
TE07 (accumulo) + TE24 (ritorno pannelli radianti) = 70°C (Tabella 1). ambienti: di seguito si riportano i valori di set utilizzati
durante il periodo di monitoraggio invernale.
Tabella1 – La prima commutazione da caldaia a puffer Il piano terra e il piano primo richiedono riscalda-
Temperatura Temperatura accettata sul ritorno circuito pannelli mento se almeno uno degli ambienti ha una tempe-
puffer (TE07) radianti per inversione su puffer (TE24) ratura inferiore o uguale a 18°C, mentre tale richiesta
40°C 30°C cessa se tutti gli ambienti hanno una temperatura
45°C 25°C maggiore o uguale di 20°C. La temperatura in man-
data al circuito pannelli radianti è regolata dall’elettro-
50°C 20°C
valvola miscelatrice installata in aspirazione alla P1P:
55°C 15°C
l’elettrovalvola modula con l’obiettivo di garantire
Legge lineare: TE07 + TE24 = 70°C una temperatura di mandata circuito pannelli radian-
ti (TE23) pari a 40°C. Nel funzionamento con caldaia
Figura 13 – Stralcio schema funzionale. integrativa e quindi con fan coil, il piano interrato ne-
Sottocentrale e circuito fancoil e pannelli radianti a pavimento cessita di riscaldamento se ha una temperatura mino-
re o uguale a 14°C, fino ad una temperatura maggiore
o uguale a 16°C. Il piano terra e il piano primo vengo-
no esclusi in funzione della temperatura media degli
ambienti facente parte dei rispettivi piani: gli ambien-
ti sono riscaldati se la media è minore o uguale a 18°C
mentre l’impianto va in off quando la media raggiun-
ge i 20°C. L’elettropompa P1F andrà in off quando tut-
ti gli ambienti sono soddisfatti in temperatura oppure
quando la TE20 ≤ 39°C (Figura 13).

RISULTATI DEL MONITORAGGIO L’analisi dei dati sperimentali permette di


• Periodo del monitoraggio dell’impianto: 09 febbraio-15 aprile 2012; valutare le prestazioni dell’impianto in modali-
• dal 09 febbraio al 17 febbraio 2012: funzionamento dell’impianto in modo conti- tà heating determinando in che percentuale la
nuo (24 ore); produzione di energia realizzata dal campo so-
• dal 19 febbraio al 15 aprile 2012: funzionamento dell’impianto a intermittenza (ore lare soddisfi il fabbisogno energetico dell’inte-
7.00-17.00); ro edificio. Le grandezze indagate riguardano la
• nei giorni 10 e 11 febbraio 2012 si sono verificate copiose precipitazioni nevose che produzione di acqua calda utilizzata per il riscal-
hanno compromesso il funzionamento dei collettori solari poiché ricoperti total- damento invernale degli ambienti, e quindi la
mente da una spessa coltre di neve. parte d’impianto costituita dall’accumulo caldo,
dal campo solare, dalla caldaia integrativa e dai
rispettivi scambiatori di calore.
Il flusso energetico destinato all’edificio se-
Figura 14 – Schema produzione e fornitura gue un diverso iter, indagabile attraverso i con-
energia a partire dai collettori solari tatermie installati (Tabella 2), a seconda se inter-
viene la caldaia integrativa o il campo solare. In
questo ultimo caso, l’energia prodotta dal cam-
po solare dipende ovviamente dall’irradianza

Tabella 2 – Codici identificativi contatermie installati


Legenda
Month/Day Istante di acquisizione
FE01 Energia prodotta dal campo solare [kWh]
FE02 Energia scambiata dal campo solare con l’accumulo [kWh]
FE03 Energia prodotta dalla caldaia integrativa [kWh]
FE07 Energia inviata all’edificio attraverso il termodotto [kWh]

#16 63
Tabella 3 – Dati climatici e
geografici della località di Casaccia

Latitudine 42°03' N
Longitudine 12°18' Est
Zona Climatica D
Accensione 12 ore giornaliere
Impianti Termici dal 1 novembre al 15 aprile

solare incidente sui pannelli mentre quella ef-


fettivamente utilizzata per caricare l’accumu-
lo dipende dall’attivazione del dry cooler e dal-
lo scambio termico che avviene attraverso lo
scambiatore a piastre interposto tra il circuito so-
Figura 15 – Stazione di acquisizione dati solari e stazione meteo (Utrinn-Pci)
lare ed il puffer (Figura 14). I dati energetici misu-
rati attraverso i contatermie, vengono forniti dal
BMS con cadenza oraria, giornaliera e mensile. Figura 16 – Temperatura giornaliera aria esterna
L’energia prodotta dal campo solare è conse- durante l’intero periodo di monitoraggio
guenza diretta delle condizioni metereologiche,
dei dati climatici, del periodo dell’anno e dei dati
geografici della località in cui l’impianto è ubica-
to (Tabella 3).
La radiazione solare incidente sul piano dei
collettori, inclinati di 38° rispetto al piano oriz-
zontale, è stata calcolata a partire dai dati spe-
rimentali di irradianza solare globale orizzontale
e diffusa orizzontale (W/m²) rilevati da una sta-
zione meteo (Figura 15) installata sulla copertura
dell’edificio F-92 (Responsabile stazione meteo:
Unità Tecnica Fonti Rinnovabili – Laboratorio
Progettazione Componenti ed Impianti).
I valori della temperatura dell’aria esterna
(Figura 16) vengono acquisiti dal sistema BMS
ogni dieci minuti a partire dai rilevamenti effet-
tuati da una sonda di temperatura da esterno in-
stallata in campo. Figura 17 – Schema semplificato impianto in modalità solar heating
situato presso il CR Enea Casaccia (Roma), con dettaglio contatermie
Produzione solare
In Figura 17 è riportato il layout d’impianto
ponendo in evidenza i contatermie installati.
Nei mesi monitorati, le condizioni meteo e
termoigrometriche esterne variano all’interno
del periodo di monitoraggio, determinando una
diversa radiazione solare incidente sui collettori.
A marzo la radiazione solare incidente sui collet-
tori totalizzata è stata maggiore rispetto agli altri
mesi (10.917 kWh) a causa sia di un numero mag-
giore di giorni di monitoraggio (31 giorni contro
i 21 giorni di febbraio ed i 15 giorni di aprile) e
sia della maggiore temperatura media mensile
dell’aria esterna (circa 12°C), maggiore di quella
del mese di febbraio (6°C) e molto vicina a quella
di aprile. Inoltre, per l’80% circa della sua durata, incidente su di essi è stato necessario utilizzare collettori solari a causa delle per-
il mese di marzo è stato interessato dalla presen- il coefficiente di riflessione specifico per la neve dite ottiche e termiche sui pannel-
za di cielo sereno, mentre a febbraio (Radiazione nei giorni compresi tra il 13 febbraio e il 16 feb- li, dell’andamento della irradianza
solare incidente sui collettori pari a 5.703 kWh) braio 2012 (ρ = 0,75 contro ρ = 0,22 utilizzato nel solare (A), della dissipazione ener-
tale percentuale diminuisce (67% circa) a causa resto del periodo di monitoraggio). La radiazio- getica realizzata dal dry cooler (B),
della presenza di precipitazioni nevose (10 e 11 ne solare incidente sui collettori totalizzata nel della temperatura in uscita campo
febbraio 2012) e piovose accompagnate da una mese di aprile (3.825 kWh) è riferita ai soli primi solare inferiore a quella dell’acqua
nuvolosità sparsa alternata a schiarite. Per tenere quindici giorni del mese (Figura 18). all’interno dell’accumulo (D2a),
conto dell’effetto della neve circostante ai pan- Il serbatoio d’accumulo riceverà sempre dell’efficienza di scambio termico
nelli solari, nel calcolo della radiazione solare un’energia minore di quella incidente sui dello scambiatore a piastre SC01

64 #16
(D2b). L’irradianza solare (W/m²) incidente sui
Figura 18 – Radiazione solare incidente, Energia prodotta collettori è rappresentata da una curva sinusoi-
dal Campo Solare ed Energia dissipata dal Dry Cooler dale quando si riferisce a condizioni di cielo sere-
no mentre ha un andamento irregolare nel caso
di alternanza di nubi. Un andamento dell’irra-
dianza di tipo irregolare si ripercuote sulla pro-
duzione di energia realizzata dal campo solare
influenzando negativamente l’efficienza dei col-
lettori. Nel mese di febbraio (9-29) l’irradianza so-
lare globale orizzontale ha avuto un andamento
sinusoidale per la maggior parte del tempo per
poi peggiorare decisamente in quasi tutti i giorni
del mese di aprile (1-15) in cui presenta infatti un
andamento decisamente irregolare. Il mese di
marzo rappresenta un caso intermedio tra quel-
lo di febbraio e di aprile. Di conseguenza l’effi-
cienza dei collettori solari è maggiore a febbraio
per poi diminuire a marzo ed ulteriormente ad
aprile: infatti, anche a fronte di una radiazione in-
cidente minore, il mese di febbraio ha avuto l’a-
liquota maggiore di energia prodotta dal cam-
po solare rispetto a quella incidente sui collettori
(61%), superiore rispetto a marzo (45%) e ad apri-
le (37%).
Nella Figura 19 si riporta l’energia effettiva-
mente fornita dal campo solare per il riscalda-
mento dell’edificio, depurata dalle perdite sopra
descritte (A+B = D1 e D2a+D2b = D2) e conside-
rando che l’energia termica scambiata tra il cir-
Figura 19 – Diagramma del Flusso energetico
cuito primario solare e l’accumulo differisce da
di tutto il periodo di monitoraggio
quella effettivamente utilizzata (kWh utili solari)
per il parziale soddisfacimento del fabbisogno
energetico dell’edificio (calore accumulato ma
non utilizzato: D3).
Figura 20 – Contributi energetici della caldaia integrativa La restante aliquota del fabbisogno energe-
e del campo solare al fabbisogno energetico dell’edificio tico dell’edificio è soddisfatta ovviamente dalla
caldaia integrativa che viene caratterizzata dalla
misurazione della temperatura dell’acqua in in-
gresso ed in uscita dalla stessa e attraverso il con-
tatermie FE03.
Il fabbisogno energetico dell’edificio viene
monitorato attraverso il contatermie FE07 po-
sto sulla mandata del termodotto. I dati acquisiti
dal BMS vengono rielaborati in grafici e tabelle
(Figura 20) al fine di mostrare i diversi contribu-
ti energetici del campo solare (kWh utili) e della
caldaia integrativa (FE03) per il soddisfacimento
del fabbisogno energetico dell’edificio (FE07).

Il fabbisogno dell’edificio
Figura 21 – Frazione solare impianto di Il fabbisogno energetico dell’edificio nel mese
solar heating C.R. ENEA di Casaccia di febbraio è maggiore rispetto agli altri mesi in
quanto esso è stato caratterizzato da condizioni
metereologiche più severe, tali da determinare
una temperatura dell’aria esterna media mensi-
le di circa 6°C, con temperature sempre inferiori
a 20°C durante tutto l’arco della giornata. I risulta-
ti ottenuti per il mese di febbraio mostrano come
il funzionamento della caldaia ha contribuito con
una maggiore percentuale (63%) al soddisfaci-
mento del fabbisogno energetico dell’edificio,

#16 65
rispetto a quanto fornito dal campo solare (37%),
sia per le avverse condizioni meteo riscontrate e
sia per alcune inefficienze legate al sistema di re-
golazione, essendo ancora vigente una logica di
regolazione antecedente a quella attualmente
impostata, quest’ultima più raffinata ed efficiente.
Nel mese di marzo, in seguito ad una mag-
gior presenza di sole, all’aumento della tempera-
tura dell’aria esterna e all’implementazione della
nuova logica di regolazione (22 marzo 2012), si è
verificata una minor richiesta di energia da par-
Figura 22 – Temperature di ciascun ambiente
te dell’edificio rispetto al mese precedente, per
costituente l’edificio (ore 6:00 – ore 18:00)
il raggiungimento dei setpoint ambiente; l’ener-
gia è stata fornita all’edificio per l’81% dal cam-
po solare.
Figura 23 – Prestazioni Campo solare relazionate alle
Riepilogando il comportamento dell’impian-
condizioni esterne (irradianza e temperatura). 15 Febbraio 2012
to di solar heating durante l’intero periodo di
monitoraggio, si può calcolare la frazione so-
lare dell’energia termica necessaria per il ri-
scaldamento dell’edificio (Figura 21):
L’obiettivo finale del funzionamento dell’im-
pianto di solar heating è il raggiungimento dei
valori di setpoint di temperatura impostati nei
vari ambienti dell’edificio e il mantenimento de-
gli stessi all’interno di un range prefissato, tale
da garantire le condizioni termoigrometriche
di comfort. Tali temperature vengono acquisite
ogni dieci minuti dal BMS ma, a causa della gran-
de mole di dati, di seguito vengono riportate le
sole medie giornaliere (Figura 22). Dal grafico si
nota la presenza di un minimo in corrisponden-
za del 21 febbraio 2012 (52° giorno monitorato)
causato da un fermo impianto, necessario per un
intervento di manutenzione.
È inoltre evidente che l’andamento delle
temperature ambiente dipende dai setpoint fis-
sati lungo tutto il periodo di monitoraggio: du-
rante il funzionamento di tipo continuo (24 ore,
9 febbraio-17 febbraio 2012) il setpoint ambiente
era fissato a Tmin = 19°C e Tmax = 21°C mentre in
funzionamento intermittente (ore 7:00-17:00, 19
febbraio-15 aprile 2012) è stato impostato Tmin =
18°C e Tmax = 20°C.
I dati sperimentali riportati in Figura 23 mo- generatore (caldaia integrativa o campo solare) a pannelli radianti a pavimento.
strano che il campo solare, nonostante le avver- che alimenta i circuiti terminali, in base a quan- In queste condizioni si andava ad
se condizioni meteo, unitamente ad una bassa to previsto dalla logica di regolazione vigente. immettere l’acqua di riempimen-
temperatura dell’aria esterna, è in grado di pro- Viene riportato l’andamento della temperatura to del termodotto e del circuito
durre comunque acqua ad una temperatura tale dell’aula 1 (TA02), situata al piano terra dell’edifi- pannelli radianti a pavimento, fino
da poter caricare l’accumulo e riscaldare l’edifi- cio, nei giorni 23 febbraio e 29 marzo 2012 ricor- a quel momento ferma nelle tu-
cio. Ad esempio, il 15 febbraio 2012 la temperatu- dando che la logica di regolazione definitiva è bazioni e quindi a bassa tempera-
ra dell’aria esterna ha raggiunto nelle prime ore stata implementata il 22 marzo 2012. Il 23 febbra- tura, all’interno del puffer raffred-
del mattino valori molto bassi, anche minori di io, all’avviamento, l’aula 1 si trova inizialmente ad dandolo drasticamente.
0°C, determinando una temperatura media gior- una temperatura inferiore a 18°C per poi arrivare In tale situazione l’accumulo si
naliera di soli 4°C. Inoltre, benché il 15 febbraio in temperatura grazie all’intervento della caldaia scaricava continuamente richie-
2012 è stato caratterizzato dalla presenza di nu- integrativa. dendo di conseguenza ripetuti
vole per circa i due terzi delle ore di luce, il cam- Come stabilito dalla vecchia logica di regola- interventi della caldaia di integra-
po solare ha prodotto sempre acqua al di sopra zione, se l’acqua nel puffer (TE07) superava i 40°C zione in attesa che lo stesso fosse
di 40°C, valore di setpoint del puffer, limitando e c’era richiesta di riscaldamento da parte dei ter- riportato in temperatura dal cam-
al minimo l’intervento della caldaia integrativa. mostati ambientali, si comandava in off la calda- po solare (Figura 24).
È interessante mostrare l’andamento della ia deviando il circuito riscaldamento sul puffer, A differenza di quanto pre-
temperatura degli ambienti in funzione del dando il consenso all’avviamento dell’impianto cedentemente affermato, il 29

66 #16
L’esempio riportato sottolinea quanto sia
importante la logica di regolazione per questo
tipo di impianti, strumento in grado di assicurare
il massimo sfruttamento della fonte energetica
rinnovabile che, per sua natura, ha una disponi-
bilità di tipo variabile.

CONCLUSIONI
L’impianto di solar heating e cooling descrit-
to ha sempre garantito durante il periodo di mo-
nitoraggio, sia invernale che estivo (che sarà
oggetto di prossima pubblicazione), il mante-
nimento delle condizioni di comfort termoigro-
metrico all’interno degli ambienti dell’edificio
servito, dove le temperature interne sono sta-
te mantenute all’interno dei range stabiliti gra-
zie alla logica di regolazione. È stato riscontrato
Figura 24 – Soddisfacimento della temperatura ambiente
un sostanziale risparmio in termini di consumi
TA02 durante l’arco della giornata del 23 Febbraio 2012
di energia primaria di natura fossile, grazie allo
sfruttamento della radiazione solare: durante
il funzionamento invernale il sole ha coperto il
Figura 25 – Soddisfacimento della temperatura ambiente 56% dei consumi per il riscaldamento degli am-
TA02 durante l’arco della giornata del 29 Marzo 2012 bienti. Mentre, in termini di combustibile, l’utiliz-
zo dell’impianto per il riscaldamento invernale
dell’edificio F-92 ha permesso di risparmiare 574
Nm³ di gas metano.
È stata programmata una nuova campagna
sperimentale in modalità heating che prevede la
sostituzione dell’attuale serbatoio di accumulo
caldo con un serbatoio a cambiamento di fase: a
differenza degli accumuli sensibili, gli accumuli
contenenti PCM (Phase Change Materials), du-
rante il cambiamento di fase, assorbono e rila-
sciano calore ad una temperatura pressoché co-
stante, immagazzinando, a parità di temperatura,
fino a 14 volte più calore rispetto a quelli sensibili
(ovviamente maggiore sarà il calore latente di fu-
sione maggiore sarà il calore immagazzinato a
temperatura costante). Questa innovazione tec-
nologica dovrebbe assicurare un maggiore
sfruttamento della fonte rinnovabile anche du-
rante i periodi di bassa irradianza. n

1 Nicolandrea Calabrese, ENEA (Agenzia naziona-


le per le nuove tecnologie, l’energia e lo svilup-
po economico sostenibile)
2 Michel Bruni, Università Roma TRE
3 Alessandro Veronesi, Emerson Climate
marzo, giorno simile al 23 febbra- accumulata nel puffer e scaldando l’acqua di ri- 4 Paola Rovella, Università della Calabria
io in termini di condizioni esterne, empimento dei circuiti idraulici. La caldaia si spe-
l’impianto veniva gestito secon- gne per poi non accendersi più per il resto della Per approfondimento:
do una logica di regolazione ag- giornata (Figura 25) e l’energia termica necessa- www.climatizzazioneconfontirinnovabili.enea.it
giornata che è quella attualmente ria al mantenimento dell’ambiente in tempera-
vigente. All’avviamento dell’im- tura è fornita dal puffer alimentato termicamen-
pianto, la temperatura dell’aula 1 te dal solo campo solare.
(TA02) ha un valore di circa 18°C e La nuova logica di regolazione garantisce il BIBLIOGRAFIA
raggiunge il valore di setpoint me- raggiungimento delle temperature ambiente 1. Kloben, Tecnologia sottovuoto
diante l’utilizzo della caldaia che senza continui pendolamenti tra i due sistemi di 2. Mario A. Cucumo, Dimitrios Kaliakatsos, Valerio
Marinelli, Energetica Pitagora, 200
interviene per i primi dieci minu- generazione dell’energia termica (caldaia inte-
ti di funzionamento dell’impian- grativa o campo solare) evitando quindi un con-
to, preservando l’energia termica sumo ingiustificato di combustibile fossile.

#16 67
ESPERIENZA DELLE AZIENDE

Polivalenti
idronici
a doppio ciclo,
monitoraggio delle
prestazioni energetiche
L’utilizzo di polivalenti a doppio ciclo in cascata con gas refrigeranti
diversi permette di superare i limiti dei sistemi monociclo

di Francesco D’aurea e Francesco Di Giovanni *

A
l fine di raggiungere gli obiettivi prefissati dalla ad uso sanitario, il tutto sfruttando l’energia pre- macchine polivalenti, ossia: la resa
direttiva RES (Renewable Energy Sources), sente nell’ambiente (aerotermica e geotermica). non costante con il variare del-
le pompe di calore giocano un ruolo fon- Ma per poter rappresentare una valida alter- la temperatura esterna; il decadi-
damentale essendo considerate “fonti di energia nativa al tradizionale sistema costituito da gene- mento del rendimento alle basse
rinnovabile”. Un’unica macchina polivalente per- ratore termico e refrigeratore in ogni situazione temperature dell’aria esterna; la
mette di provvedere alla climatizzazione estiva climatica e per ogni esigenza dell’utente, biso- difficoltà nel produrre acqua calda
ed invernale ed alla produzione di acqua calda gna superare i limiti caratteristici delle tradizionali ad elevate temperature, necessità

68 #16
Figura 1 – Potenza termica in funzione della temperatura
che spesso richiede una fonte di calore integra-
dell’aria esterna per un DUO ad una pompa di calore
tradizionale con produzione di acqua a 35°C e 55°C tiva. Per superare tali limiti è necessario ricorrere
ad un sistema a pompa di calore che lavori con

ESPERIENZA DELLE AZIENDE


Modi di funzionamento di una macchina DUO e una pompa di calore monociclo
70,0
un doppio ciclo in cascata. Con tale soluzione è,
infatti, possibile estendere il range operativo e,
60,0
attraverso una specifica progettazione, ottene-
50,0
re una potenza termica costante anche a tem-
Potenza [kW]

40,0 35°C PdC monociclo perature esterne estremamente basse (-40°C), e


Potenza

30,0 35°C DUO produrre acqua fino ad una temperatura di 80°C.


PdC monociclo
20,0
55°C PdC monociclo
55°C PdC monociclo L’analisi dei primi impianti operanti con mac-
55°C DUO chine a doppio ciclo ha confermato le aspettati-
10,0
ve in termini di prestazioni ed efficienza.
0,0
‐20 ‐15 ‐10 ‐5 0 5 10 15 20
Temperatura esterna [°C]  Macchine termiche a doppio ciclo
Tra le ultime innovazioni nel campo vi è la
tecnologia delle macchine termiche a doppio
ciclo DUO, che permette la produzione di acqua
calda sino ad una temperatura di 80°C in ogni
Figura 2 – Piano T aria esterna -T produzione acqua con indicazione condizione, al pari di una caldaia tradizionale.
dei campi di funzionamento delle due applicazioni. Le pompe Tale sistema, che prevede l’utilizzo di 2 refri-
di calore monociclo possono produrre acqua calda fino ad una
geranti diversi, ha permesso di espandere i limi-
temperatura di 65°C, ed in genere funzionano senza resistenze elettriche
integrative, fino a temperature dell’aria esterna di circa -7°C. Dove ti di funzionamento di queste apparecchiature a
queste sono dichiarate con funzionamento fino a -20°C lavorano con temperature esterne inferiori a -20°C, fino a con-
sistemi integrativi. I sistemi con tecnologia DUO funzionano invece su dizioni estreme di -40°C di temperatura dell’aria
tutto il campo di temperature esterne riportato con la possibilità di esterna.
produrre acqua fino ad 80°C in ogni condizione. L’efficienza del sistema In Figura 1 è illustrato l’andamento della po-
DUO risulta essere superiore in un più vasto campo di applicazioni.
tenza termica fornita dal sistema DUO al varia-
Anche per temperature esterne elevate, e con produzione di acqua a
temperature superiori a 55°C il sistema DUO risulta più efficiente. re della temperatura esterna. Queste nuove ap-
parecchiature permettono di ottenere una resa
campi di funzionamento termica costante al variare delle condizioni ester-
80
ne, e si pongono come valida alternativa ai siste-
75
mi tradizionali di riscaldamento a combustione
T produzione acqua [°C]

70
avendo efficienza energetiche notevolmente
65 superiori e superando il limite delle macchine a
60 compressione monociclo, la cui potenza termica
55
DUO DUO DUO decade al diminuire della temperatura esterna.
50 & & I campi di applicazione sono ben illustrati
45 PdC monociclo PdC monociclo nelle Figure 2 e 3.
con resistenza Queste apparecchiature di nuova generazio-
40
elettrica
35 integrativa ne sono state sviluppate anche per cicli multi-
‐40 ‐30 ‐20 ‐10 0 10 20 funzione, con la possibilità, quindi, di produrre
T aria esterna [°C] acqua fredda e calda per la climatizzazione esti-
va ed invernale, nonché acqua calda sanitaria su
scambiatore di recupero dedicato. Nel funziona-
mento con recupero di calore, mentre si produ-
Figura 3 – Piano T aria esterna -T produzione acqua con indicazione ce acqua fredda, è possibile avere acqua calda
delle condizioni di convenienza in termini di COP delle due soluzioni sanitaria in maniera completamente gratuita.
Inoltre sono in grado di fornire energia frigo-
condizione di convenienza
80 rifera durante l’estate dando la possibilità all’u-
75 tente finale di avere un’unica apparecchiatura
T produzione acqua [°C]

70 per tutti gli aspetti della climatizzazione e per la


65 COPDUO  > COPMONOCICLO produzione di acqua sanitaria, consentendo così
60 di abbassare i costi di gestione dell’impianto.
55
50 Principio di funzionamento della
45 tecnologia dei cicli in cascata
40 COPDUO  < COPMONOCICLO Per l’applicazione in esame è stato utilizza-
35 to il concetto termodinamico dei cicli in casca-
‐40 ‐30 ‐20 ‐10 ‐5 0 10 20
ta. Il DUO è composto da due stadi: quello di
T aria esterna [°C]
bassa pressione operante a R410a e quello di
alta pressione operante a R134a. L’utilizzo di due

#16 69
Aspetti energetici: rendimenti Va considerato che le perdi-
e soluzione dei problemi te exergetiche non sono indipen-
Per meglio comprendere i vantaggi derivanti denti tra loro. Un decadimento del
ESPERIENZA DELLE AZIENDE

dall’utilizzo della tecnologia dei cicli in cascata è rendimento isoentropico del com-
necessario individuare quali siano i processi che, pressore oltre a aumentare le per-
in un ciclo frigorifero semplice, influenzano ne- dite nella compressione comporta
gativamente l’efficienza e valutare l’utilità delle un aumento della perdita al con-
misure messe in atto per ridurre tali perdite. Per densatore. Un aumento della tem-
fare ciò è necessario ricorrere ad un’analisi exer- peratura di condensazione o un
getica del sistema. abbassamento della temperatura
di evaporazione comporta un au-
Analisi exergetica mento delle perdite exergetiche al
L’exergia rappresenta la massima quantità di compressore a alla laminazione.
energia convertibile in lavoro meccanico, o di Per valutare gli interventi pos-
minimo lavoro richiesto per determinate trasfor- sibili da attuare al fine di migliora-
mazioni. L’exergia, come funzione di stato, indica re le prestazioni del ciclo è neces-
la massima quantità di lavoro meccanico che è sario classificare le perdite in base
possibile ricavare dall’unità di massa di una certa alla loro origine.
Figura 4 – Schematizzazione ciclo
sostanza; tale quantità dipende, oltre che dallo Riferendosi al semplice ciclo fri-
frigorifero in cascata a due stadi
stato della sostanza stessa, dalle condizioni am- gorifero a compressione di vapore
biente, intendendosi con il termine ambiente è possibile individuare due tipi di
quel sistema immutabile in grado di fornire od perdite:
cicli separati con differenti refrigeranti R410a e assorbire qualunque quantità di energia termi- • perdite dovute alle caratteri-
R134a permette il raggiungimento di pressioni e ca. [1] stiche ed alla qualità dei com-
temperature non raggiungibili da un solo ciclo, In un ciclo frigorifero a compressione di va- ponenti utilizzati nel ciclo;
e inoltre, i due refrigeranti lavorano a tempera- pore, la potenza meccanica spesa è uguale al • perdite intrinseche del ciclo
ture e pressioni in cui danno il massimo rendi- flusso utile di exergia ceduto dall’evaporatore termodinamico.
mento. L’R410a lavora meglio con basse tempe- all’ambiente freddo maggiorato della somma Alla prima categoria apparten-
rature di evaporazione, mentre l’R134a con alte dei flussi di exergia persi nelle singole trasforma- gono le perdite al compressore e
temperature di condensazione. Nel caso di bas- zioni che compongono il ciclo. le perdite agli scambiatori. Risulta
se temperature di evaporazione (basse tempe- Si definisce come rendimento exergetico del ovvio che per avere buone effi-
rature esterne) ed elevate temperature di con- ciclo inverso il rapporto tra l’exergia utile ceduta cienze è necessario utilizzare com-
densazione (elevate temperature di produzione all’ambiente freddo e l’exergia spesa come lavo- ponenti di elevata qualità, ma non
dell’acqua) del fluido refrigerante un ciclo sem- ro di compressione. Tale rendimento rappresen- è il solo fattore. Ci sono dei limiti
plice funzionante con un solo refrigerante potrà ta anche il rapporto tra il lavoro del ciclo ideale e tecnologici e di costo che spesso
garantire prestazioni ottimali in termini di bassa quello del ciclo reale che danno lo stesso effetto limitano l’intervento sulla riduzio-
temperatura di condensazione se funziona con frigorifero. ne di tali perdite. Riguardo ai com-
R410a oppure, se funziona con R134a, le migliori Nella figura 5 è rappresentato qualitativa- pressori, sono molte le tipologie
prestazioni si avranno per le elevate temperatu- mente un ciclo frigorifero nel piano T-s con le re- disponibili ognuna con delle carat-
re di condensazione (si veda Figura 4). lative perdite in evidenza. teristiche che li rendono più adatti
Il circuito di bassa pressione a R410a lavora per un’applicazione piuttosto che
con una temperatura di evaporazione (relativa per un’altra. È importante quindi la
Figura 5 – Rappresentazione nel
alla temperatura dell’aria esterna) ed una tem- scelta del tipo di compressore che
piano T-s di un ciclo a compressione
peratura di condensazione che sarà la più bas- di vapore rappresenti il miglior compromes-
sa possibile, in relazione alle caratteristiche del T0: temperatura ambiente; Tu: so per l’applicazione specifica. Per
compressore utilizzato. temperatura utile della refrigerazione; ridurre le perdite per scambio ter-
Il ciclo di alta pressione ad R134a lavora inve- Tc: temperatura di condensazione; mico invece bisognerebbe utiliz-
ce con una temperatura di evaporazione, la più Te: temperatura di evaporazione zare scambiatori con una trasmit-
alta possibile. Questa è determinata dalla tempe- tanza più alta. Questo corrisponde
ratura di condensazione del ciclo di bassa, men- ad utilizzare materiali con caratte-
tre la temperatura di condensazione sarà relativa ristiche idonee e scambiatori con
alla temperatura di produzione dell’acqua calda. superfici maggiori; ovviamente ci
Tutto questo consente di massimizzare l’efficien- sono dei limiti pratici, tecnologici e
za del ciclo. Inoltre con l’R410a si hanno pressio- di costo sia sui materiali che è pos-
ni significative anche a bassissime temperature sibile utilizzare, sia sulla dimensio-
che permettono una maggior accuratezza nella ne degli scambiatori.
regolazione, mentre l’R134a consente di lavorare Alla seconda categoria, inve-
con pressioni relativamente basse anche ad ele- ce, appartengono le perdite nel-
vate temperature di condensazione necessarie la laminazione e quella dovuta al
per la produzione di acqua fino ad 80°C. calore perso per il desurriscalda-
mento. Nel caso in cui si impieghi

70 #16
un recupero di tale calore, questa perdita risulta
7° ENERGY FORUM sugli
essere molto ridotta, ma in quel caso non si par-
lerebbe di ciclo frigorifero semplice.
L’ammontare delle perdite exergetiche nella
Involucri Solari
6-7 Dicembre 2012, Bressanone, Alto Adige
laminazione e nel desurriscaldamento sono col-
legate alla forma della curva limite, e quindi alle

© ertex solar- Geraint Davis


proprietà del fluido refrigerante.
Basse perdite alla laminazione richiedono un
basso valore per il rapporto tra il calore specifico
del liquido ed il calore latente di vaporizzazione,
mentre in relazione alle perdite di desurriscalda-
mento, si richiede una bassa temperatura del va-
pore in uscita dal compressore.
Un valore elevato del calore specifico del li-
quido è allora responsabile di elevate perdite di
laminazione, ma si accompagna a piccole per-
dite di desurriscaldamento: se nel complesso
ciò sia o no un vantaggio va valutato caso per
caso. Come regola di massima, che si applica
con pochissime eccezioni la perdita di gran lun-
ga più importante è quella di laminazione, per
cui un valore elevato per la massa molecolare in
generale è da ritenere un difetto. È anche però
vero che le perdite di laminazione si prestano,
meglio che quelle di desurriscaldamento, ad
essere ridotte mediante l’utilizzo di particolari
Piattaforma internazionale
accorgimenti. per architetti, scienziati e l‘edilizia
La perdita per laminazione risulta essere di-
pendente dalla differenza di temperatura ele-
mentare di ogni singolo processo: a parità di Le sessioni dell’ENERGY FORUM:
portata di massa nei diversi stadi, dividendo l’in-
tervallo totale di temperatura in parti uguali, la Involucri intelligenti ed adattivi
perdita globale di exergia si ridurrebbe infatti
Sviluppi innovativi nelle tecnologie solari
nel rapporto 1/n rispetto alla perdita originaria.
Un ragionamento analogo si può fare per le Strategie per ottimizzare il fotovoltaico semitrasparente:
perdite di desurriscaldamento: se i valori di sur- considerazioni sulle prestazioni e sui costi
riscaldamento nei singoli stadi fossero uguali, la
perdita globale si ridurrebbe all’incirca nel rap- Concetti olistici sugli edifici solari
porto inverso al numero degli stadi.
Risulta quindi fondamentale, per un efficien- Retrofitting solare
te progettazione di sistemi con cicli in cascata,
la scelta del numero di stadi, dei refrigeranti da Illuminazione a giorno e ombreggiamento migliorati
utilizzare nei singoli stadi e dei livelli di pressione
Modelli, strumenti e simulazioni per edifici solari
intermedi. Per quanto riguarda il numero di sta-
di, e quindi i livelli di pressione intermedi, è ne- Ventilazione naturale e comportamento termico
cessario inoltre fare delle considerazioni sul ren- dell’involucro edilizio
dimento della compressione.

Per tutti gli interventi sarà disponibile la traduzione simultanea verso l’italiano
Analisi della compressione
e l’inglese. La quota d’iscrizione di 480 € comprende gli atti del convegno,
Differenze di temperature elevate tra evapo- due pranzi e tutte le pause caffè.
razione e condensazione comportano elevati
rapporti di compressione, determinando delle
condizioni di funzionamento del compresso-
re con valori del rendimento isoentropico non
ottimali.
I compressori volumetrici rotativi, infatti,
sono ottimizzati per un determinato rappor-
to di compressione. Anche piccoli scostamen-
ti del rapporto di compressione dal valore otti-
male portano ad un sensibile decadimento del
rendimento isoentropico. In Figura 6 è riportato Economic Forum, Monaco - Bolzano
Tel. +39 0471 340 050 - Fax +39 0471 089 703
info@energy-forum.com - www.energy-forum.com
qualitativamente l’andamento dei rendimenti Figura 6 – Rendimenti isoentropico e volumetrico per un compressore
isoentropico e volumetrico in funzione del rap- volumetrico rotativo in funzione del rapporto di compressione
porto di compressione.
ESPERIENZA DELLE AZIENDE

100
Il rendimento isoentropico presenta valo-
RENDIMENTO
ri elevati per un limitato range del rapporto di 90
VOLUMETRICO
compressione.
80
Ma il decadimento del rendimento isoentro-

η [%]
pico non è il solo effetto negativo degli elevati 70
rapporti di compressione. Anche il rendimento
60
volumetrico decade. Il rendimento volumetrico
è infatti dato dall’espressione 50 RENDIMENTO
ISONETROPICO
!
 i 40

2 3 4 5 6 7 8
dove: rapporto di compressione
G è la portata di refrigerante che il compresso-
re elabora;
ΔG è la portata di refrigerante che rifluisce verso
l’ambiente di aspirazione.
Figura 7 – Rappresentazione
Per un dato compressore la portata G di-
di un ciclo in cascata a 2
pende dalla velocità di rotazione (aumenta con stadi nel piano p-h
essa), mentre la portata ΔG dipende dal rappor- Figura 8 – Esempio ciclo singolo
to di compressione; in particolare aumenta con operante a R134a con T esterna
l’aumentare di quest’ultimo. Per un fissato regi- = 0°C e T produzione acqua =
45°C. Il rapporto di compressione
me di rotazione si ha che se aumenta il rapporto
visto dal compressore è pari a 5,6.
di compressione aumenta la portata che riflui- In tali condizioni il rendimento
sce in aspirazione al compressore mentre la por- isoentropico ed il rendimento
tata elaborata rimane costante. Risulta evidente volumetrico della compressione
quindi come ciò comporti una riduzione del ren- decadono sensibilmente
dimento volumetrico. rispetto ai valori ottimali.
In Figura 7 è riportata una rappresentazione T acqua prodotta 45°C
Figura 9 – Esempio ciclo a due
schematica del doppio ciclo in cascata. I due ci- stadi con T esterna = 0°C e T
cli poiché operano con gas diversi, non sono re- produzione acqua = 45°C
almente rappresentabili con riferimento ad una β=5,6

sola curva limite. T acqua prodotta 45°C


Considerando di lavorare con una tempera-
β=2,60 T esterna 0°C
tura di evaporazione pari a 0°C ed una di con-
densazione pari a 78°C, avremo che, utilizzan-
do una pompa di calore monociclo funzionante
con R134a, il ciclo risulterà essere quello illustrato β=2,57

in Figura 8. T esterna 0°C
°

Con DUO, che utilizza due cicli in cascata e


opera alle stesse condizioni, si ottengono i risul-
tati evidenziati in Figura 9.
Figura 10 – Rappresentazione del rapporti di compressione con
Il rapporto di compressione totale è riparti-
le due soluzioni. Rispetto al ciclo singolo il doppio ciclo ripartendo il
to tra i due compressori. Bilanciando opportuna- salto di pressione tra i due compressori, permette un funzionamento
mente i salti di pressione è possibile operare con più vicino alle condizioni ottimali. La ripartizione dei salti di
entrambi i cicli in condizioni di maggior efficien- pressione comporta inoltre una riduzione degli stress meccanici a
za della compressione (Figura 10). cui sono soggetti i compressori e gli altri componenti del circuito
frigorifero. Le ridotte sollecitazioni si traducono in un aumento
della vita utile dei componenti stessi che risulta raddoppiata.
Confronto con altri sistemi
a doppio ciclo 100

L’innovazione portata dall’applicazione della 90

tecnologia DUO consiste nella capacità di man-


80
tenere la potenza termica costante indipenden-
η [%]  

temente dalle condizioni di temperatura esterna. 70 DUO


DUO
Ad oggi sono presenti sul mercato diversi si- 60 PdC monociclo
PdC monociclo
stemi che sfruttano la tecnologia dei cicli in ca-
50
scata. I dati forniti dai costruttori rivelano un an-
damento della potenza termica, al contrario di 40
2 3 4 5 6 7 8 9
quanto accade per il sistema DUO, decrescente rapporto di compressione

72 #16
con il diminuire della temperatura Efficienza in raffrescamento singolo “full inverter”. La regolazione delle fre-
esterna (Figura 11). Durante il funzionamento in raffrescamen- quenza di alimentazione del compressore per-
La differenza con altri sistemi to la differenza tra le temperature, e quindi delle mette una regolazione continua della velocità di

ESPERIENZA DELLE AZIENDE


che funzionano con i cicli in ca- pressioni, estreme del ciclo non raggiunge valo- rotazione, controllando la portata volumetrica
scata risiede, oltre che nel bilan- ri tali da giustificare l’adozione di un doppio ci- del liquido refrigerante; ne conseguono una re-
ciamento dei parametri del ciclo, clo. Il sistema DUO nel funzionamento per cli- golazione continua della potenza erogata ed un
nell’opportuno dimensionamen- matizzazione estiva opera utilizzando solo il controllo della potenza assorbita, con adattabili-
to dei componenti. ciclo a R410a trasformandosi in un sistema a ciclo tà al carico variabile nel condizionamento degli
ambienti. Il controllo di condensazione, operato
Figura 11 – Andamento della potenza termica espressa modulando la velocità di rotazione dei ventilato-
in % della potenza nominale per il sistema DUO e per un ri, permette di ottimizzare il funzionamento del
sistema a doppio ciclo operante con tecnologia diversa sistema e di limitare ulteriormente la rumorosità
della macchina.
110
DUO Un indice largamente usato per valutare le
100
Potenza termicaa [% Potenza 

prestazioni delle macchine a pompa di calore nel


90
funzionamento in freddo è l’European Seasonal
80 Efficiency Ratio (ESEER). Tale indice, al contrario
nominaale]

70 sistemi a
doppio ciclo
del semplice EER che esprime l’efficienza della
60 macchina in determinate condizioni di lavoro, dà
50 con utilizzo di indicazione di come varia l’efficienza della mac-
40 resistenza  china ai carichi parziali. Risulta evidente come un
elettrica 
30 sistema operante con una logica di regolazione
integrativa
20 efficiente, capace di seguire il carico in maniera
20
‐20 15
‐15 10
‐10 5
‐5 0 5 10 15 continua, presenti un valore di ESEER elevato.
temperatura esterna [°C] Di seguito sono riportati i valori degli ESEER
calcolati per il sistema DUO per l’applicazione
con ventilconvettori, tipicamente alimentati con
acqua a 7°C e con ritorno a 12°C, e per l’applica-
zione con pannelli radianti, alimentati a 18°C e ri-
torno a 23°C (Figura 13).
Figura 12 – Confronto EER per temperatura di acqua prodotta pari a 7°C

'',*;>6*:;KC:*D9>G>II:*:*TN- Effetto dello sbrinamento


S Il progressivo deposito di brina sulle alette di
uno scambiatore che lavora a temperatura infe-
M
riore allo zero provoca una variazione nel tem-
P
po delle prestazioni del sistema per due ragioni
'',

L !G-*:==>9^?F<6I> fondamentali:
O +." • diminuisce il coefficiente di scambio termico
H
globale tra aria e fluido frigorigeno;
HT OZ OL OS O[ LO LM LU • aumentano le perdite di carico per l’aria che at-
)*:9?:*<=I<96: traversa lo scambiatore.
Entrambi gli effetti concorrono alla riduzione
dell’efficienza della macchina. Il metodo più uti-
lizzato per rimuovere la brina dallo scambiato-
re consiste nell’invertire il ciclo di funzionamen-
Figura 13 – Valori dell’ESEER per il sistema DUO per l’applicazione to della macchina passando dal funzionamento
con ventilconvettori e per l’applicazione con pannelli radianti in climatizzazione invernale al funzionamento in
climatizzazione estiva. In questo modo lo scam-
ESEER biatore che nel ciclo invernale funziona da eva-
6 poratore viene fatto funzionare come condensa-
5
5,4 tore, rilasciando calore che fa sciogliere la brina.

4
43
4,3 Ciò comporta che durante il ciclo di sbrinamen-
to la macchina non produce energia termica uti-
3 le ma anzi la sottrae all’ambiente e non solo; lo
sbrinamento genera assorbimento di energia
2 nell’alimentazione della macchina durante l’a-
1 zione e ne richiede ulteriore in seguito per resti-
tuire l’energia sottratta al circuito durante l’inver-
0
sione di ciclo.
utilizzo con venticonvettori utilizzo con panneli radianti
Analizzando meglio il fenomeno si osserva

#16 73
Seasonal COP – prEN14285 Figura 14-Seasonal COP per le tre fasce climatiche nelle tre
condizioni di funzionamento definite dalla prEN14285
La prEN14825 è una proposta di norma che definisce il 4,60
metodo di calcolo dell’efficienza per le pompe di calore
ESPERIENZA DELLE AZIENDE

4,20
su base stagionale e non solo in determinate condizioni 3,80
di funzionamento dichiarate dal costruttore. 3,40
Apparecchi con valori analoghi di COP possono mostra- 3,00 WARMER
re grandi differenze quando si valutino i coefficien- 2,60 AVERAGE
ti SCOP (Seasonal COP), la cui indicazione non è ancora 2,20 COLDER
obbligatoria. In particolare, a COP migliori non sempre 1,80
corrispondono valori più elevati di SCOP. Questo per- 1,40
ché il COP è un indice delle prestazioni della macchina 1,00
funzionante ad un valore specifico della temperatura T acqua 35°C T acqua 45°C T acqua 55°C
esterna che, come si sa, nel corso della stagione varia
sensibilmente. In Europa, presto sarà introdotta la de-
finizione univoca del coefficiente SCOP. Figura 15-Confronto fra i valori del Seasonal COP di
Nelle figure vengono riportati i valori del Seasonal COP polivalenti DUO con quelli di polivalenti monociclo a R410a
calcolati per il sistema DUO nelle condizioni definite
Seasonal COP con produzine di acqua a 55°C
nella norma e confrontati con quelli di una macchina 3,40
polivalente monociclo operante con R410a. 3,00
Come si evince dal confronto, la tecnologia DUO per-
2,60
mette di ottenere efficienze stagionali sensibilmente DUO
2,20
superiori rispetto ad un sistema monociclo. Polivalente monociclo
1,80
Sistema DUO, efficienze stagionali
1,40
Confrontare la resa di due pompe di calore basando-
si solo sui parametri COP ed EER, obbligatoriamente 1,00
WARMER AVERAGE COLDER
indicati sulla targa dati, può non essere sufficiente a
valutare le reali prestazioni delle unità.
Sono stati quindi definiti degli indici di prestazione stagionale che permettono di valutare le prestazioni delle macchine frigorifere su base stagionale.

che durante il processo di formazione, la brina CONCLUSIONI di utilizzare sistemi che permetta-
permane sulla superficie fredda con un depo- A fronte dei nuovi obiettivi, in termini di effi- no un migliore controllo dei cicli di
sito le cui caratteristiche e proprietà termofisi- cienza energetica, posti dalle normative vigen- sbrinamento, riducendo al mini-
che si modificano nel tempo, variando di con- ti, è stato analizzato l’utilizzo delle pompe di ca- mo le inversioni di ciclo, che come
seguenza lo scambio termico totale fra aria e lore come alternativa dei tradizionali sistemi a è ben noto, causano la perdita del
superfice fredda. Come riportato in letteratura caldaia. Le performance richieste da tali sistemi controllo del sistema ed un note-
[2],[3], la temperatura di parete, l’umidità relativa impongono delle condizioni di funzionamento vole spreco energetico.
e la velocità dell’aria sono i parametri più signi- che rendono problematico e poco efficiente l’u- È stato inoltre analizzato il fun-
ficativi che influenzano le proprietà della brina tilizzo di sistemi a pompa di calore operanti con zionamento di un impianto esi-
e la sua velocità di formazione. Il sistema DUO è un singolo ciclo. Dall’analisi fatta si evince come stente dotato di macchina con tec-
in grado di individuare quelle condizioni favore- per determinate applicazioni e fasce climatiche, nologia a doppio ciclo DUO. I
voli alla formazione di brina ed interviene nelle l’utilizzo di polivalenti a doppio ciclo in cascata risultati ottenuti hanno conferma-
primissime fasi della sua formazione. I tali condi- con gas refrigeranti diversi permetta di superare to come tali sistemi superino in ter-
zioni non è necessario ricorrere ad un’inversione i limiti dei sistemi monociclo, rendendo la tecno- mini di efficienza i migliori sistemi
del ciclo, ma è sufficiente modificare lievemente logia della pompa di calore competitiva ed affi- con “caldaia più refrigeratore” e le
le condizioni di funzionamento per riportarsi in dabile rispetto ai sistemi a combustione, anche macchine polivalenti a compres-
una situazione in cui la brina non può formar- nelle zone climatiche più fredde e per la produ- sione monociclo. n
si. Operando con tale logica si contrasta l’effet- zione di acqua ad elevate temperature.
to negativo della formazione di brina nelle sue Si è posta inoltre attenzione sull’effetto che * Francesco D’aurea e Francesco
prime fasi, quando il degrado delle prestazioni la formazione di brina sulle batteria ha sulle pre- Di Giovanni, Servizio Ricerca e
dell’evaporatore risulta molto contenuto e l’ef- stazioni delle pompe di calore, e sull’importanza Sviluppo – Thermocold
fetto negativo dell’intervento sulle prestazio-
ni risulta molto inferiore rispetto a quello che si
ha effettuando l’inversione del ciclo. Il numero BIBLIOGRAFIA
di inversioni di ciclo che il sistema deve effettua- [1] A. Cavallini, L. Mattarolo, “Termodinamica applicata”, Cleup editore, 1992.
re risulta ridotto notevolmente perché limitato ai [2] R. Oestin, S: Anderson, “Frost growth parameters in a forced air stream”, Int. J.Heat Transer, Vol.34 n° 4/5, 1991.
[3] Y. Hayaashi, “Study of frost properties correlating with frost formation types” J.Heat Transer, Vol.99, 1977.
casi in cui le condizioni di temperatura e umidità
[4] A. Malek, “Influence of cycle duration on thermal efficiency of an evaporator under frosting conditions”, pro-
dell’aria risultano critiche. ceedings of the Eurotherm seminar n. 33, 1993 Paris, C. Marvillet and R. Vidil editor

74 #16
CASE HISTORY
DESCRIZIONE INSTALLAZIONE DATI RILEVATI
La macchina è un sistema split, nell’unità esterna sono contenuti gli elementi del I valori rilevati sono riportati di seguito.

ESPERIENZA DELLE AZIENDE


ciclo di bassa temperatura operante con R410a, in quella interna sono contenuti Figura 18 – Andamento delle temperature medie
gli elementi del ciclo di alta temperatura operante a R134a, lo scambiatore per la giornaliere rilevate durante il periodo di osservazione
climatizzazione, quello per l’acqua calda sanitaria e lo scambiatore intermedio \U

I<FD<9:IC9:*<=I<96:*VN-X*
R410a-R134a. Le stesse sono prodotte anche in configurazione packaged. \H
Questa soluzione split consente di avere in un locale tecnico protetto tutta la par- U
te idrica specie nelle zone a bassissime temperature esterne dove si voglia evitare H
l’ulteriore interposizione di scambiatori intermedi con glicole. FU
La macchina è progettata per produrre acqua calda da 35°C fino ad 80°C, per la F\H

produzione di sola acqua sanitaria in estate anche fino a circa 30°C di aria ester- F\U
H \H PH SH GH UH TH VH KH hH \HH \\H \PH \SH \GH \UH
na. In funzionamento estivo può produrre acqua refrigerata tra 3°c e 20°con aria )<FD>*V7?>96?X*

esterna tra 15°C e 45°C, in ciclo combinato climatizzazione estiva-produzione di


Tabella 1 – Valori medi delle grandezze rilevate
acqua calda sanitaria, la macchina può produrre contemporaneamente acqua durante il periodo di osservazione
fredda tra 3°c e 20°c ed acqua calda tra 30°C e 80°C
D)'2/*>%-&%#<'(%'#('""*#<*99=%&*#&'"#1')%-(-#9-&2%(')*/-#
L’impianto oggetto del monitoraggio è situato in una zona caratterizzata da cli- @'(%*#('""*#L'<1')*/,)*#*)%*#'2/')&*# P# IJ#
ma montano con temperature invernali particolarmente rigide. L’ambiente servi- @'(%*#('""*#/'<1')*/,)*#(%#1)-(,>%-&'#*9?,*# TU# IJ#
to misura circa 120 m², suddiviso in vari ambienti, serviti da ventilconvettori. Sono @'(%*#('""*#D-/'&>*#/')<%9*#$-)&%/*# \\;hK# kl#
installati due accumuli, uno per la climatizzazione ed uno per l’acqua sanitaria. @'(%*#('""*#D-/'&>*#*22-).%/*#(*""*#<*99=%&*# G;TP# kl#
In Figura 20 è illustrato lo schema dell’impianto in funzionamento invernale. I @'(%*#JOD# P;TH# ##
compressori e i ventilatori dell’unità esterna sono dotati di controllo della frequen- D')(%/*#(%#1-/'&>*#<'(%*#1')#2.)%&*<'&/-# P;Um# ##
za di alimentazione. L’R410a evapora nello scambiatore a pacco alettato e dopo es-
Figura 19 – Valori dei COP medi giornalieri
sere stato compresso viene inviato nello scambiatore intermedio collocato nell’u- rilevati durante il periodo di osservazione
nità interna. Lo scambiatore intermedio funge da condensatore per il ciclo a R410a S
e da evaporatore per il ciclo a R134a. Nell’unità interna quindi l’R134a evapora nel-
P;K
lo scambiatore intermedio e condensa nello scambiatore R134a-acqua. La produ-
-"!*

P;T
zione dell’acqua per la climatizzazione e l’acqua per il sanitario è effettuata su due
P;G
scambiatori diversi. A seconda delle richieste dell’utenza la macchina soddisfa le
P;P
esigenze dando priorità alla produzione di acqua calda sanitaria. H \H PH SH GH UH TH VH KH hH \HH \\H \PH \SH \GH \UH
La macchina è progettata per fornire una resa termica in climatizzazione invernale )<FD>*V7?>96?X*
e produzione di acqua sanitaria costante in ogni condizioni di temperatura esterna.
Il controllo della frequenza per i ventilatori ed il compressore dell’unità esterna per- Figura 20 – Media giornaliera della potenza termica resa dalla
macchina al netto della potenza persa per lo sbrinamento
mette una regolazione continua della macchina in funzione delle condizioni esterne.
\S
Nel funzionamento estivo la macchina inverte il ciclo a R410a mentre quello a R134a
!>I<6A:*I<9F?;:*VgeX*

\P
viene fermato. In tale configurazione la macchina funziona solo con il ciclo a R410a,
\\
recuperando il calore di condensazione per produrre acqua calda ad uso sanitario. \H
Il dettaglio dei dati rilevati è illustrato dalle tabelle di seguito. h
K
Figura 17 – Rappresentazione schematica H \H PH SH GH UH TH VH KH hH \HH \\H \PH \SH \GH \UH
dell’impianto realizzato )<FD>*V7?>96?X*
P1: pompa primario; P2: pompa secondario; P3:
pompa ricircolo; SC: scarico; SF: valvola di sfiato;
SV: valvola di sicurezza; GR: gruppo di riempimento; F: raccoglitore impurità; F valvola di intercettazione;
R: valvola di intercettazione; T: sonda di temperatura; EWR: condensatore/evaporatore; REC: recuperatore;
SR: serbatoio utenze sanitario; SU: serbatoio utenze climatizzazione; ET: vaso di espansione

Figura 16 – Unità
T
interna della macchina
T oggetto di analisi
M

T REC

T EWR

UNITA' UNITA'
INTERNA ESTERNA

UNITA'
TERMINALI

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CRISI, LAVORO E OCCUPAZIONE pag.7 • UNIVERSITÀ pag. 8 • DALL’ITALIA E DAL MONDO pag. 10 • DALL’ITALIA E DAL MONDO pag. 11 • VARIE pag. 10

SPECIALE/ FOCUS/
MONDO
Sostenibilità nell’edilizia
Considerando la crescita della domanda di alloggi a basso
Benessere
costo e l'esigenza di una maggiore sostenibilità degli inse­
diamenti, l’edilizia residenziale sociale ben si presta per
sperimentare nuove soluzioni progettuali improntate sul
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da pag. 13 da pag. 19

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° Dal 1952 periodico di informazione
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N. 1 - Gennaio 2012

verde
Nuovi vertici al CNI: il presidente degli Ingegneri Italiani illustra idee e strategie

Zambrano: “Tutelare gli interessi dell’intera collettività”


Ufficializzare le cariche dei
GOVERNO TECNICO
INTERVISTE
vicepresidenti Bontà e Massa NOVITÀ
Stefano Boeri
e del segretario Pellegatta.
C’è solo un ingegnere nella squadra NEL SOLCO

Newsletter
DELLA
Roberto Di Sanzo
TRADIZIONE
Nr.01  –  MERCOLEDÌ  18  GENNAIO  2012 FV INTEGRATO
L
e vicende di Fukushima La decisione desta meraviglia dott. ing. Carlo Valtolina
sono arrivate inattese e
e rammarico e richiama all’impegno
violente. Esse ci insegnano
che non conosciamo ancora a
Caro Collega, nessuno,
meglio di noi tecnici, co-
Perché  la  trattativa  privata   Meno coStoSo, più appetiBile
La  Manovra  Salva  
dott. ing Franco Ligonzo
sufficienza la nostra Terra, ed i nosce il valore essenziale
metodi migliori per soddisfare le Sia chiaro: la mia meraviglia cesco Profumo, infatti, è sta- dell'aggiornamento conti-
non  piace  all’Antitrust
Italia  cambia  i  
nostre attuali esigenze. In questa non è per nulla una critica to a lungo rettore del Poli- nuo, oltre quello della cul-
nota riassumiamo le fonti di ener- alla scelta dei ministri tecnico di Torino e da qual- tura e, per 60 anni, il no-
ISOLAMENTO
1
gia necessarie al nostro progresso fatta dal Premier, che mese era passato alla stro Giornale ha cercato
&$  , &   !'%
civile. Si ribadisce la necessità di
sviluppare nuove indagini e di
aprire nuovi laboratori.
lavori  pubblici Prof. Mario Monti, presidenza del CNR.
fatto che nel suo l’Università e della Ricerca,
E il
ma è la reazione al ministero dell’Istruzione,""&
del-
di soddisfare
 
ze, dandosi
queste esigen-
  mission—
una
“cogliere e interpretare lo
>pag.4
come funziona il cappotto acustico?
47
Si sottolinea l’importanza delle cosiddetto “gover- che gli è stato affidato, sap- spirito del tempo” (n.13
Università, nel loro ampio signi- no tecnico” c’è un piamo essere di grandissimo del 15/7/09) e seguendo
ficato di deposito di conoscenza, solo ingegnere. Cer- peso in un’economia della una linea editoriale che io
di luogo di indagine attiva su
quanto ancora non conosciamo,
e di deposito della cultura rag-
tamente quest’unico conoscenza. Meraviglia, pe-
ingegnere è persona rò, che non siano stati scelti
ben nota: il Prof. Ing. Fran- altri ingegneri-architetti-geo-
stesso nel settembre 2010
(n.14 del 1/9/2010) avevo
riassunta in sei punti:
RETROFIT ENERGETICO
giunta, da trasmettere alle nuove n “no” alla banalizzazione

segue a pag. 3 e 4
segue a pag. 5 dei problemi complessi;
“si” al dare spazio alle di-
re-Skinning awards for buildings
verse analisi, purché com-
2 plete, motivate e docu-
Infrastrutture  e  project  
ENERGIA NUCLEARE
MITI DA SFATARE
GIUSEPPE LANZAVECCHIA mentate;
ANNO ACCADEMICO/1 n “no” alle soluzioni sem-
LAVORO E OCCUPAZIONE POLITECNICO      
 plicistiche; “si” al sostenere
DI MILANO: La situazione mondiale soluzioni che, pur semplici,

La crisi finanziaria Crescita


e sostenibilità dopo Fukushima
$ &&$$
,   
 "$(&
tengano conto +%'&(!
della com-
plessità di partenza e an-
che  effetti di medio  
degli&(,%  
"' & %' "$!&
—>pag.6
l’elettrosmog fa male?

e quella culturale
periodo;

EVENTI
dott. ing. Alessandro clerici n “no” all’intolleranza in-
a pag. 8 PRESIDENTE  CNI
tellettuale; “si” alla discus-
!%&!(!$!%" %'($ & sione rispettosa delle idee
altrui; Modello  tedesco  per  le  tariffe
report Mce 2010
N
el 1996 ho pubbli- di di competizione sempre %! "$  %$()  "$!&&)!  
ANNO ACCADEMICO/2 n “no” al bla-bla-bla fine
cato un libro (1) che più diretta tra le diverse aree UNIVERSITÀ
! %'&)!  "$ $ !, ! $ ! zio a sé stesso; “si” al dare spa-
!alle &$$! + $%-­
esaminava per di- geopolitiche. L’evoluzione DEL SALENTO: idee portatrici di
versi paesi industrializzati richiedeva cambiamenti '  %"&&  ! 
Conoscienza %!%!"&
valore aggiunto; %&'

IMPIANTI
l’evoluzione – dal 1960 al strutturali di lavoro e occu- n “no” a una linea edito-
1995 – di economia, occu- pazione: aumento dell’età ! &$&& 
e sapere   —
>pag.5 "$!%%!  riale —
    asservita >pag.13
a interessi di
pazione, forza lavoro; de- lavorativa (fino a 65–70 an- parte; “si” a un’informazio-
mografia per sesso, fasce ni) dovuto alla maggior du- ne plurale e indipendente;
d’età, fertilità, mortalità, du-
rata della vita, processi mi-
rata della vita; scomparsa
di tante attività del passato
a pag. 8
RAPPORTO  CNI  
n “no” ad accettare che il
comportamento eticamen- Satelliti d’utenza
gratori; società (come l’in- e comparsa di altre del tutto !    "!$& te corretto %%  $ $%"&&!
finisca là dove
gresso delle donne sul mer-
cato del lavoro); necessità
nuove; riduzione del lavoro
dipendente a favore di quel-
RICHIAMO3
TITOLO DEL
SUI  BANDI  DI   ! %&%%! "$!! comincia 
mente
quello “penal-
 $!!
rilevante”; “si” ad! (!  -­
di una continua crescita lo autonomo; attività sem- %!"$&&'&&!')! accettare un limite    etico   —>pag.8
economica in tutto il mon- pre più sofisticate e prepa- RICHIAMO: PROGETTAZIONE tanto più stringente quanto
do in un contesto di globa-
lizzazione crescente, e quin- segue a pag. 7 a pag. 8 a pag. 6 segue a pag. 5
Andamento del prezzo del petrolio e dei prezzi dell'energia elettrica e

Le  Rinnovabili   260
del gas per un consumatore domestico tipo
Numeri indici: gen 2007 = 100 BANDI
NOVITÀ  NORMATIVE
250

sono  la  causa  degli   240

230

IMMOBILIARE
aumenti  della  
220

210

ENERGIA  E  RETI
200

bolletta  elettrica
190

180

170

160
PROFESSIONI
!  +
 ! ! $-­
150

140
IMPIANTI
! %&'  "  & ""'$
130

120 FOCUS  TECNOLOGICO


! &'&&%! !+!$!%' '-­
110

100
TERRITORIO
$  '% "$ '  "$)-­  E  AMBIENTE
90

80

)! + $ $%  "* 


70

MATERIALI
Apr-07

Apr-08

Apr-09

Apr-10

Apr-11
Jan-07

Jul-07

Oct-07

Jan-08

Jul-08

Oct-08

Jan-09

Jul-09

Oct-09

Jan-10

Jul-10

Oct-10

Jan-11

Jul-11

Oct-11

Jan-12

#'!"&$!!  —>pag.7 Brent ($/b)

PERSONAGGI
Brent (€/b)
Prezzo energia elettrica (consumatore domestico tipo)
Prezzo gas (consumatore domestico tipo)

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AiCARR informa a cura di Lucia Kern

Il 19 ottobre, comfort e consumi energetici


reali al 30º Convegno di Bologna
L’atteso appuntamento con il Convegno AiCARR al Saie di Bologna, ospitato il collocazione in un panorama fortemente ancorato alla realtà, il punto di vista
19 ottobre presso il Palazzo Affari, si propone come punto di incontro fra edili- più utile per chi opera quotidianamente nell’ambito del complesso sistema
zia ed energia. L’evento mantiene la promessa espressa dal titolo “Oltre la cer- edificio-impianto.
tificazione energetica: progettazione e gestione del sistema edificio impianto Nel corso del Convegno, introdotto dai saluti del Presidente del Comitato
per ottimizzare il comfort ed i consumi energetici reali”: le 25 relazioni in pro- scientifico Alessandro Cocchi e dalla relazione del Presidente AiCARR Michele
gramma, alcune previste nella Sessione Poster, sono presentate da esperti del Vio, è in programma la premiazione dei vincitori del Premio tesi di laurea
settore e permettono di condividere risposte concrete basate su dati reali, rac- AiCARR, del vincitore del Premio tesi di laurea Nino Alfano e dei Rehva Fellow
colti anche nell’ambito di applicazioni già operative sul territorio: supermerca- 2012 per l’Italia.
ti, edifici residenziali e del terziario, aule scolastiche, campus universitari. Il Convegno dà diritto a 5 crediti formativi per i Periti industriali iscritti al
È così che tematiche quali integrazione del sistema edificio-impianto, fon- Collegio di Bologna.
ti rinnovabili, comfort, sistemi di regolazione e building automation trovano La partecipazione è gratuita per i Soci AiCARR.

Tutti i premi al Convegno di Bologna


Il 19 ottobre, in occasione del 30º Convegno AiCARR di Bologna, saranno pre- Titolo della tesi: Impianto sperimentale per la valutazione delle prestazioni
miati i vincitori del Premio Tesi di laurea AiCARR, messo in palio dall’Asso- di una pompa di calore R744 (CO2). Primi risultati relativi alla climatizzazione
ciazione per quattro studenti che abbiano svolto una tesi sulle tematiche del invernale.
risparmio energetico e del benessere sostenibile. Saranno premiati anche i • Francesco Tesser, Università degli Studi di Padova – Ingegneria dip. fisica
vincitori della Borsa di Studio “Nino Alfano”, offerta dalla famiglia Alfano e tecnica
rivolta a ingegneri o architetti che abbiano discusso una tesi nel campo del- Relatore: Dr. Ing. Claudio Zilio
la qualità globale dell’ambiente interno o di tematiche correlate. Nel corso del Titolo della tesi: Analisi sperimentale sugli effetti di un eiettore in una pompa
Convegno verranno assegnati anche i riconoscimenti ai Rehva Fellow italiani di calore operante con anidride carbonica.
per l’anno 2012.

Premio Tesi di laurea AiCARR Premio tesi di laurea “Nino Alfano”


• Angelo Martucci, Politecnico di Milano – Facoltà di Architettura • Robert David Friets e Anna Acconcia, Università degli Studi di Napoli Federico
Relatore: prof. Giuliano Dall’O’ II – Ingegneria Biomedica
Titolo della tesi: Summer Performance: simulazione e verifica delle prestazioni Relatore: prof. Giuseppe Riccio
energetiche estive di edifici residenziali ad alta efficienza a Milano. Titolo della tesi: “Sviluppo di un software per la valutazione della distribuzione
• Vitale Melchiorre, Università Politecnica delle Marche – Ingegneria spaziale delle condizioni di comfort termoigrometrico. Parte 1: analisi del pro-
Termomeccanica blema e metodo di soluzione. Parte 2: implementazione e rappresentazione
Relatore: prof. ing. Giovanni Latini dei risultati”
Titolo della tesi: Analisi teorica e test su prototipi di concentratori solari parabo-
lici assiali per processi industriali
• Paola Rovella, Università della Calabria – Ingegneria Energetica Rehva Fellow
Relatore: prof. Giuseppe Oliveti • Prof. Livio de Santoli, Università La Sapienza di Roma
• Prof. Livio Mazzarella, Politecnico di Milano

Il Seminario sulla refrigerazione vi dà


appuntamento a Vicenza il 29 novembre
“Refrigerazione a basso effetto serra. Tendenze verso la sostenibilità” è il tito-
lo del Seminario organizzato dalComitato Tecnico Refrigerazione di AiCARR,
in programma a Vicenza il 29 novembre. L’evento, che rappresenta ormai un
appuntamento da non perdere per tutti coloro che operano nel settore, può
contare sul prestigioso supporto tecnico e culturale di IIR, ASHRAE e REHVA:
le tre associazioni saranno rispettivamente rappresentate dagli interventi del
direttore Didier Coulomb, e dei presidenti Tom Watson e Michael Schmidt.
L’edizione 2012 vede in programma una decina di relazioni a invito affidate ad
autorevoli relatori internazionali: i lavori illustreranno la situazione dei refrige-
ranti a basso effetto serra sia sintetici (HFO) che naturali, la legislazione in ma-
teria, le nuove tecnologie e lo stato dei componenti degli impianti. Il tutto con
particolare riferimento al condizionamento dell’aria, senza tralasciare i risvolti
della refrigerazione commerciale in generale.
AiCARR informa
Igiene e manutenzione degli impianti di
climatizzazione: i nuovi corsi di AiCARR Formazione
Le Linee guida per la definizione dei protocolli tecnici di manutenzione pre- SA01 “Impianti termici e di climatizzazione per le strutture sanitarie – Impianti
dittiva sugli impianti di climatizzazione* prevedono che “gli interventi opera- di climatizzazione e architettura dei sistemi impiantistici” oppure la frequen-
tivi di manutenzione ma anche le ispezioni e le eventuali riparazioni debbano za dei moduli della Scuola di Climatizzazione AiCARR PS1F-PS2F-PS3F-PR1F-
essere effettuate da personale specializzato che abbia una completa e appro- PR5F-PR6F-CE1F-CE2F-CE4F-RE1F (percorso Fondamenti).
priata formazione”. AiCARR, che ha collaborato alla stesura delle Linee Guida, Al termine del corso i partecipanti potranno sostenere un test di valutazione
come sempre mette a disposizione la propria competenza in materia, propo- delle competenze acquisite e, ad esito positivo, conseguire l’attestazione di
nendo un corso di formazione completo, pensato per offrire ai tecnici addetti “Operatore qualificato di Categoria B secondo Linee guida per la definizione di
alla manutenzione degli impianti di climatizzazione e al personale di ASL e al- protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione”.
tre istituzioni con compiti di vigilanza e controllo tutte le competenze neces- • Formazione di figure di categoria “A”
sarie all’esercizio della loro attività ai sensi di quanto previsto dalle Linee Guida. Modulo MA01 – 21-22-23 novembre (test d’ingresso on line 26 ottobre
La proposta didattica, che ha un’impostazione teorico-applicativa, è articola- oppure 12 novembre) + modulo MA02 – 13-14 dicembre
ta in due moduli dedicati rispettivamente alla formazione specifica richiesta Il corso, della durata complessiva di 56 ore, ha come obiettivo la formazione
dalle Linee Guida per le figure professionali di Categoria B (formazione per del personale di categoria “A” (formazione per responsabili di igiene) secondo
operazioni semplici) e di Categoria A (formazione dei responsabili dell’igiene). quanto previsto dalle “Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di ma-
In considerazione della particolare rilevanza che l’argomento trattato assume nutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione”.
nei contesti sanitari, l’intero corso farà particolare riferimento ad applicazioni e Per la frequenza delle due giornate del modulo MA02 è indispensabile aver
problematiche tipiche delle strutture sanitarie. seguito e superato con esito positivo il modulo MA01 (l’accesso al primo mo-
Questo il programma. dulo prevede gli stessi requisiti indicati sopra per la categoria B). Al termine del
• Formazione di figure di categoria “B” corso i partecipanti potranno sostenere un test di valutazione delle compe-
Modulo MA01 – 21-22-23 novembre – Importante: il test d’ingresso on tenze acquisite e, ad esito positivo, conseguire l’attestazione di “Responsabile
line si terrà il 26 ottobre oppure il 12 novembre dell’igiene qualificato di Categoria A secondo Linee guida per la definizione di
Il corso, della durata complessiva di 36 ore, ha come obiettivo la formazione protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione”.
del personale di categoria “B” (formazione per operazioni semplici) secondo I due corsi sono affidati ad alcuni fra i migliori esperti delle materie trattate, fra
quanto previsto dalle “Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di ma- i quali alcuni esperti INAIL.
nutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione”. Tutte le informazioni sui corsi e sulle modalità di esecuzione del test online
Preme far rilevare che per la frequenza al corso è richiesta la conoscenza di sono pubblicati sul sito AiCARR.
base dei sistemi di climatizzazione. Condizioni per l’ammissione sono in alter- *Ministero della Salute – Accordo Stato-Regioni Prov. n. 2636 del 05/10/2006 in
nativa: il superamento del test di ingresso, la partecipazione al corso AiCARR G.U. n. 256 del 03/11/2006

Smoke Control: a breve, il Seminario


condotto da John H. Klote
L’evento AiCARR Formazione più prestigioso del 2012 è il Seminario “Smoke fumo: pressurizzazione dei vani scala; pressurizzazione degli ascensori; con-
control by pressurization. From design to commissioning”, in programma a trollo del fumo per zone.
Milano il 30 ottobre. Progettisti, personale tecnico di aziende produttrici di Dopo una panoramica sui principi di analisi e di progetto di tali sistemi, sono
componenti, installatori, manutentori e in generale gli esperti del settore an- illustrati i concetti base di differenza di pressione minima e massima di pro-
tincendio non possono lasciarsi sfuggire questa opportunità di aggiornamen- getto. I metodi di analisi consistono in equazioni algebriche e modellazione
to irripetibile, resa possibile unicamente dalla lunga esperienza AiCARR nel numerica a zone. Vengono quindi presentate le potenzialità del modello a
campo della formazione e dagli ottimi rapporti coltivati dall’Associazione a resistenze (o multizona) CONTAM, il software per l’analisi dei progetti di con-
livello internazionale. Ricordiamo che il Seminario, organizzato in collabora- trollo del fumo, sviluppato negli Stati Uniti dal NIST (U.S. National Institute of
zione con ASHRAE e con il contributo di ANACE, vede come docente unico e Standards and Technology di Gaithersburg, Maryland) e disponibile gratuita-
d’eccezione lo statunitense John H. Klote, uno fra i massimi esperti internazio- mente. Viene infine analizzato il Commissioning dei Sistemi di controllo del
nali sul tema, che, a fine giornata, illustrerà ai presenti casi concreti tratti dalla fumo, con l’illustrazione dei risultati delle rilevazioni.
sua lunga e articolata esperienza professionale. Il Seminario si terrà in inglese con traduzione consecutiva in italiano; per frui-
Il programma del Seminario è incentrato sui seguenti sistemi di controllo del re al meglio dei contenuti, è indispensabile la conoscenza della lingua inglese.
A novembre, il corso sulla Norma UNI
TS 1300 parte 4 è vicino a casa
Oltre 30 persone hanno partecipato lo scorso 3 ottobre a Milano alla giornata determinazione della quota di energia coperta da fonte rinnovabile per il sod-
dedicata alla parte quarta delle Norme UNI TS 11300: una novità assoluta propo- disfacimento dei fabbisogni energetici, anche alla luce di quanto previsto
sta dalla Scuola di Climatizzazione nell’ambito del percorso Approfondimenti. dall’allegato 3 del D.Lgs 28/2011.
Visto il grande interesse suscitato dal corso e le numerose richieste pervenu- Il corso è pensato principalmente per progettisti del settore climatizzazione,
te per la programmazione di un ulteriore appuntamento, AiCARR Formazione tecniche di aziende di gestione e fornitura di servizi energetici, tecnici addetti
non solo propone nuovamente il corso nel mese di novembre ma, con la pre- alla verifica, manutenzione e controllo del funzionamento degli impianti, tec-
ziosa collaborazione dei Delegati territoriali, lo porta sul territorio, in varie cit- nici di enti locali, e per figure professionali che, pur non specializzate nell’am-
tà italiane. bito della progettazione di impianti di climatizzazione, hanno l’esigenza di co-
La parte quarta delle Norme UNI TS 11300, pubblicata lo scorso maggio, con- noscere come determinare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e
clude la serie delle specifiche tecniche UNI TS 11300 volte alla verifica delle tradizionali.
prestazioni energetiche del sistema edificio-impianto. In particolare, fornisce Sono in programma giornate nelle città di Genova, Torino, Pavia, Bergamo,
dati e metodologie di calcolo per la determinazione dei fabbisogni di energia Brescia, Padova, Trieste, Bologna, Firenze, Roma, Pescara, Napoli, Cosenza, Bari,
termica utile richiesti dai servizi energetici degli edifici, quali la climatizzazione Catania, Palermo, Cagliari. Per le date, vi invitiamo a consultare il sito, dove,
invernale ed estiva, la produzione di acqua calda sanitaria, la ventilazione, l’illu- all’approssimarsi di ogni evento, saranno disponibili tutte le informazioni utili e
minazione e l’utilizzo di fonti rinnovabili. il modulo per l’iscrizione online che consentirà anche, a coloro che lo deside-
Il corso rappresenta quindi un’importante opportunità di aggiornamen- rano, di prenotare una copia della Norma a un prezzo particolarmente vantag-
to sull’utilizzo corretto e l’analisi critica di questa specifica tecnica, sulla cor- gioso (40,00 € anziché 114,50 €).
retta applicazione della procedura di calcolo adottata dalla norma e sulla di

I prossimi corsi della


Scuola di Climatizzazione
Proseguono in autunno i corsi della Scuola di Climatizzazione di Milano, dove 7 novembre – Cogenerazione: applicazioni (CO2A)
sono in programma giornate relative al percorso Approfondimenti, pensato • Progettazione di impianti particolari (percorso Approfondimenti)
per offrire un livello di più approfondita conoscenza a chi già opera nel mon- 8 novembre – Progettazione di sistemi radianti (PR1A)
do della climatizzazione, e del percorso Specializzazione, rivolto a tutti colo- 9 novembre – Impianti VMC a recupero di calore (PR3A)
ro che, già esperti, sentono l’esigenza di un approfondimento o un aggiorna- • Analisi economiche del sistema edificio-impianto (percorso
mento su temi particolari. Specializzazione)
Il calendario: 14 novembre: Analisi economiche: fondamenti (AN1S)
• Taratura, bilanciamento e collaudo impianti (percorso Approfondimenti) 15 novembre: Analisi economiche nel confronto di sistemi edificio/impianto
22 ottobre – Collaudo e strumenti di misura (TA1A) (AN2S)
23 ottobre – Laboratorio taratura e bilanciamento reti aerauliche (TA3A) • Il commissioning (percorso Specializzazione)
13 novembre – Laboratorio taratura e bilanciamento reti idroniche (TA2A) 27 novembre – Il Commissioning degli impianti: fondamenti (CM1S)
• Cogenerazione (percorso Approfondimenti) 28 novembre – Il Commissioning degli impianti: approfondimenti (CM2S)
6 novembre – Cogenerazione: fondamenti (CO1A)

Le informazioni e i moduli per l’iscrizione online


a tutti gli eventi AiCARR sono pubblicati sul sito
www.aicarr.org
Le soluzioni di oggi per i progetti di domani…

ABBONATI SUBITO! Fascicolo

#13
DOSSIER MONOGRAFICO

Ventilazione
FOCUS TECNOLOGICO

Evacuazione fumi e
compartimentazione

#14 Misure, diagnosi e Catena del freddo


collaudi
#15 Pompe di calore Scambiatori

#16 Impianti di Recuperatori di


riscaldamento calore
#17 Centrali frigorifere Freecooling

Efficienza e comfort Best Practices Generazione Riqualificazione


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