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A cura del tavolo tecnico operativo formato dai rappresentanti del Comune di Sondrio e degli Uffici di
Piano della provincia, dai principali attori istituzionali della rete di intervento (Forze dell’ordine, ATS,
ASST, Ordine degli Avvocati e terzo settore).
La Procura ha partecipato a tutto il percorso con funzione consultiva e prende atto del presente protocollo.
Il presente documento è stato costruito e redatto attraverso un percorso di ricerca azione e progettazione
partecipata realizzato dai referenti del tavolo tecnico coordinato dal Comune di Sondrio, con la
collaborazione del gruppo di ricerca del Dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell’Università di
Milano Bicocca.
Lo strumento è stato integrato e modificato in alcune parti, dopo un lavoro di analisi e monitoraggio da
novembre 2016 ad aprile 2017, sulla base dell’esperienza maturata e alla luce dei cambiamenti avvenuti
all’interno della rete.
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Indice
allegati
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1) CONTESTO GENERALE E DEFINIZIONE DEL PROBLEMA
Il Comune di Sondrio e i principali attori della rete hanno redatto insieme le presenti linee
guida operative al fine di rafforzare i percorsi di uscita dalla violenza delle donne e delle
vittime di violenza domestica. Il fenomeno della violenza domestica è caratterizzato da elevati
gradi di sommerso dovuti sia a caratteristiche “interne” del fenomeno che alligna nelle
relazioni affettive ed esistenziali delle persone, sia a caratteristiche “esterne”, legate a
possibili carenze del sistema di intervento, solitamente connesse ad azioni incomplete ed
invio di messaggi incoerenti tra gli attori della rete.
È noto infatti come gli interventi a supporto dei percorsi di uscita dalla violenza domestica
richiedano il coinvolgimento fluido e coerente di servizi e istituzioni spesso molto diverse,
caratterizzate da mission, linguaggi e obiettivi non sempre convergenti. Le carenze del
sistema di intervento contribuiscono ad aumentare il senso di insicurezza e scarsa protezione
nella donna.
Nel 2014 il Comune di Sondrio si è fatto portavoce dell’esigenza diffusa di migliorare la
capacità di intervento del sistema e, raccogliendo l’interesse e la disponibilità degli altri
attori, ha avviato il progetto “Donne al Centro”, finanziato dalla Regione Lombardia. A
supporto del progetto, nello stesso anno, è stato sottoscritto un protocollo di intesa nel quale i
diversi soggetti hanno espresso la volontà di costruire una rete collaborativa ed efficace che
abbia come obiettivo primario la protezione della donna. Parallelamente le organizzazioni
sociali del territorio hanno collaborato per sviluppare diversi interventi di sensibilizzazione,
informazione e promozione delle pari opportunità.
A tal fine il progetto ha previsto la sperimentazione di diverse forme di sostegno e la messa a
punto di un protocollo operativo per rendere fluide, coerenti ed efficaci le comunicazioni tra i
diversi attori della rete, impegnati nel supporto alle donne vittime di violenza domestica.
Nel 2016 il Comune di Sondrio, in qualità di capofila della rete territoriale antiviolenza, ha
presentato a Regione Lombardia il progetto “Il coraggio delle donne”, espressione della
volontà di proseguire il lavoro precedentemente avviato.
In data 16 maggio l’Associazione “Tua e le altre”, che gestisce il centro antiviolenza di
Ardenno, ha comunicato di non volere permanere come centro antiviolenza nella rete
territoriale della provincia di Sondrio.
In data 23 giugno 2016, sono stati sottoscritti dai membri della rete, il Protocollo di Intesa,
con validità triennale e il Protocollo Operativo, con validità annuale.
Il progetto “Il Coraggio delle donne” ha previsto il potenziamento del sistema di ascolto sul
territorio per le donne, attraverso la sperimentazione di un nuovo centro antiviolenza nella
città di Sondrio. L’attività di supervisione e formazione dell’equipe territoriale, è stata
condotta dal centro antiviolenza “Telefono Donna Onlus di Lecco” fino alla costituzione, il 28
aprile 2017 dell’Aps “Il coraggio di Frida”, che proseguirà il lavoro avviato. In data 24 maggio
2017, l’Aps costituita è entrata a far parte della rete territoriale antiviolenza.
Dal punto di vista delle donne vittime di violenza queste linee guida operative hanno lo scopo
di (sono utili se..):
- Rendere chiaro e il più semplice possibile il percorso attraverso cui potrà ricevere un
aiuto per interrompere e uscire dalla violenza;
- Avere chiarezza in merito ai ruoli dei diversi attori istituzionali;
- Avere una percezione chiara in merito all’esistenza di una rete che sostiene e
accompagna il percorso di protezione, interruzione ed uscita dalla violenza;
- Avere tempi di risposta sufficientemente certi;
- Incrementare la fiducia della donna nei confronti dei servizi e delle istituzioni.
In coerenza con tali finalità, queste linee guida operative hanno l’obiettivo specifico di:
I. definire in modo esplicito e condiviso i ruoli e le responsabilità principali che ogni
attore è chiamato ad assumere nei confronti della donna e degli altri attori , in
particolare quando si è in presenza di figli minori;
II. incrementare la conoscenza reciproca tra gli attori (mission, funzioni, esistenza di
protocolli interni.. ) e la conoscenza generale delle risorse;
III. favorire lo scambio di informazioni e definire procedure uniformi per la
comunicazione tra gli attori;
IV. incrementare la capacità di intervento precoce, riconoscendo i segnali preventivi
V. migliorare la collaborazione con tutti i componenti e il buon funzionamento della
rete
VI. dotarsi di uno strumento che permetta ad ogni attore di verificare di avere fatto ciò che
è ritenuto necessario
VII. migliorare la capacità della rete di dare risposte efficaci
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3) DESTINATARI DEGLI INTERVENTI PREVISTI DALLE LINEE GUIDA OPERATIVE,
SOGGETTI COINVOLTI E COMPETENZE
Tutti i soggetti hanno il comune interesse all’interruzione della violenza e alla fuoriuscita dalla
condizioni di vittime. Tutti i soggetti della rete condividono la comune funzione di accogliere e
orientare i percorsi di interruzione e uscita dalla violenza delle donne, di prima valutazione
del rischio ed eventuale messa in protezione della donna, nonché sono tenuti ad avere
un’adeguata conoscenza dei diversi soggetti deputati all’intervento, con le specifiche
responsabilità.
Servizi sociali (UdP/ Comune) – Servizio sociale di base e servizio tutela minori
I servizi sociali dei comuni e degli Uffici di Piano (SSB e STM) sono protagonisti nell’accogliere e
sostenere la donna, attivare gli interventi gestiti direttamente e facilitare il contatto e l’accesso della
stessa ai soggetti della rete formale e informale. Hanno altresì la regia del progetto qualora ci sia la
necessità di attivare percorsi di ospitalità della donna.
In presenza di figli minori, i servizi sociali hanno la responsabilità di salvaguardare condizioni di
sufficiente protezione per i minori, anche in esecuzione dei provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria,
laddove presenti. Secondo quanto previsto dall’art. 282 quater cpp ricevono la comunicazione da
parte della Procura della Repubblica delle misure cautelari applicate al maltrattante e si attivano per
proporre allo stesso un programma di prevenzione, orientando il soggetto verso i servizi preposti,
indicati nelle presenti linee guida, dandone tempestivo riscontro alla Procura stessa.
Forze dell’Ordine
Le forze dell’ordine svolgono compiti di controllo del territorio, prevenzione e repressione dei reati e
funzioni di polizia giudiziaria ai sensi dell’art. 55 cpp.
In merito alla tutela delle vittime di violenza, le forze dell’ordine svolgono le seguenti funzioni
ascolto della vittima e prima valutazione del caso
valutazione di situazioni di pericolo immediato per la vittima e altri soggetti dello stesso
nucleo e immediato intervento a tutela
informazione alla vittima sui suoi diritti e procedure di intervento e raccolta dell’eventuale
denuncia
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accertamenti preliminari d’iniziativa e nei casi gravi, previo concerto con l’AG l’adozione di
misure pre cautelari.
indagini delegate ed esecuzione delle misure cautelari
informazione alla vittima sugli sviluppi dell’azione giudiziaria
Pronto intervento
Il Pronto Intervento è una risorsa per l’ospitalità temporanea in ambiente protetto di donne sole o con
figli minori, vittime di violenza, in situazioni di urgenza /emergenza e in presenza di una segnalazione
alle forze dell’ordine e/o di una denuncia all’AG (da parte della donna o dei servizi che hanno disposto il
collocamento).
Centro antiviolenza
Il centro antiviolenza “Il coraggio di Frida”, nato da un’esperienza di collaborazione con le operatrici di
Telefono donna Lecco, mette al centro la donna e i suoi bisogni; si impegna a rispettare i tempi e le
modalità di presa di coscienza e consapevolezza della vittima della sua storia di violenza. Il centro
garantisce l’anonimato, salvo gli obblighi previsti dalla legge. La donna è protagonista delle sue
decisioni e le operatrici forniscono sostegno e ascolto in ogni fase del percorso di fuoriuscita dalla
violenza.
Il Centro Antiviolenza si impegna a garantire:
presa in carico delle donne esclusivamente maggiorenni;
ascolto telefonico, accoglienza della prima chiamata da parte delle operatrici;
colloqui individuali di accoglienza, informazione, ascolto e sostegno;
valutazione individuale del rischio (S.A.R.A.) effettuata da operatrici appositamente formate.
Lo strumento S.A.R.A. viene somministrato a discrezione delle operatrici che lo utilizzano sia
per avere un riscontro della effettiva pericolosità della situazione, sia per aiutare la donna ad
una maggior presa di consapevolezza del rischio che corre. Il S.A.R.A. (o gli altri strumenti di
valutazione del rischio quali CAADA, DASH, ISA) se richiesto da agenzie esterne (SSB, TUTELA
MINORI), verrà somministrato solo in presenza di condizioni ritenute adeguate e dopo almeno
un colloquio di conoscenza con la donna, prevedendo una restituzione al servizio che l’ha
richiesto;
accompagnamento ai servizi del territorio (servizi sanitari, servizi sociali, forze dell’ordine,
tribunali, ...).
sostegno psicologico e consulenza legale;
orientamento e sostegno della donna;
progettazione in rete per il miglioramento delle condizioni di vita delle donne vittime di
violenza;
collaborazione alle attività di sensibilizzazione, promozione e formazione;
formazione di volontarie e professioniste.
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L’ASST garantisce la presa in carico delle vittime di violenza di genere recente, reiterata o pregressa e
le vittime di violenza sessuale che accedono ai Servizi di Pronto Soccorso dei Presidi Ospedalieri e dei
Punti di Primo intervento afferenti all’ASST secondo le procedure previste nel “documento sul
percorso aziendale per la gestione delle vittime di violenza di genere”.
Avvocati
L'Ordine degli Avvocati della Provincia di Sondrio svolge un ruolo di tutela e di difesa della collettività e si
pone come tramite nel rapporto tra la vittima e l'autorità giudiziaria.
In merito alla tutela delle vittime di violenza, gli avvocati
svolgono le seguenti funzioni:
- ascolto della vittima e prima valutazione del caso
- riconoscimento del problema, sia esso di natura civilistica e/o penale
- immediata attivazione per l'eliminazione di situazioni di pericolo
- predisposizione della difesa in via stragiudiziale, civile e penale,
previo avviso delle agevolazioni economiche previste dalla legge
(gratuito patrocinio)
- informazione alla vittima sugli sviluppi dell’azione giudiziaria, con continuo monitoraggio della sicurezza
della medesima.
Nella fase di emersione del problema, l'avvocato ascolta e riconosce il problema
Nella fase della presa in carico l'avvocato agisce nelle sede più opportune per tutelare e difendere i diritti
della propria assistita, siano esse sedi giudiziarie civili e/o penali.
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4) ARTICOLAZIONE DELLE PROCEDURE NELLE DIVERSE FASI E TIPOLOGIE DI
INTERVENTO
Nella gestione degli interventi si propone di considerare una casistica di due tipi di violenza,
in relazione alla presenza/assenza di una situazione di pericolo immediato di incolumità.
Per situazione di pericolo elevato si intende la condizione in cui l’operatore valuta la necessità
di attivare d’urgenza un intervento di protezione della donna vittima di violenza; si distingue
dall’insieme delle situazioni in cui è possibile attivare un percorso di approfondimento e
orientamento senza ricorrere a specifiche azioni di protezione della donna.
Di seguito viene rappresentato sinteticamente il flusso delle azioni che devono essere
intraprese dai diversi componenti della rete che entrano in contatto con una donna vittima di
violenza1.
1il riferimento è liberamente tratto da vademecum per operatori a tutela delle donne vittime di violenza –
Distretto di Corsico (Mi) ed adattato al contesto locale
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4.2 Le fasi di intervento
Le linee guida operative prendono in considerazione due diverse fasi di intervento:
a. la fase di accesso ed emersione del fenomeno
b. la fase di presa in carico (progettazione e realizzazione dell’intervento)
Dal punto di vista degli operatori è il momento in cui viene definito e messo in atto un progetto
di intervento, in accordo con la donna.
Dal punto di vista della donna è il momento in cui l’operatore accoglie la domanda e attiva gli
interventi.
Nelle pagine che seguono vengono indicate, per entrambe le fasi di intervento sopra
richiamate:
i principali snodi critici;
le relative raccomandazioni;
gli impegni che gli attori in campo intendono assumersi per rendere il sistema di
intervento più integrato ed efficace
Queste indicazioni sono state elaborate considerando le criticità delle prassi esistenti raccolte
nel percorso di progettazione partecipata.
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5.1 Fase di accesso/emersione
Snodo critico Raccomandazioni Impegni Monitoraggio
1.1 Mancata o tardiva Si raccomanda di Tutti i soggetti che A seguito di formazione
attivazione della attivare in tempi brevi vengono contattati specifica per la
valutazione del le risorse predisposte dalla donna in una somministrazione dello
rischio per la Valutazione del situazione di strumento S.A.R.A.
Rischio concordando maltrattamento che Pl.Us alcuni operatori
È uno snodo critico in con la donna e il non richiede immediata degli UdP e dell’ASST
quanto, al momento, le servizio incaricato protezione si hanno acquisito la
diverse porte di accesso tempi e modalità più impegnano ad attivare competenza per la
della donna non sono indicate. La valutazione tempestivamente la somministrazione della
titolate a somministrare del rischio è una valutazione del rischio. valutazione del rischio.
la VdR (S.A.R.A. Pl.Us.) procedura che può
Il Centro Antiviolenza si La valutazione del
attualmente effettuata essere realizzata solo
impegna a mettere a rischio deve essere
unicamente dai Centri da persone
disposizione le risorse intesa come l’esito di
Antiviolenza. appositamente
tempestivamente e a un processo e di una
Ciò riduce la possibilità formate. Si
fornire un feedback sui valutazione
di aiutare la donna ad raccomanda che la
risultati agli invianti. “soggettiva” fatta su
acquisire valutazione del rischio
fattori di rischio
consapevolezza in avvenga nei tempi I servizi sociali e i
oggettivi.
merito al grado di concordati e che venga servizi socio-sanitari si
pericolo in cui si trova. restituita al impegnano a favorire Lo strumento ha il
richiedente. Si la formazione degli valore di una “guida”
raccomanda che a operatori che lavorano orientativa che non si
seguito della nelle diverse porte di sostituisce alla
valutazione del rischio accesso della donna alla decisione
venga individuato il rete per attuare la dell’operatore.
responsabile della valutazione del rischio
regia della presa in
carico, di norma
individuato in un
operatore del servizio
sociale.
Snodo critico Raccomandazioni Impegni Monitoraggio
1.2 Carenza nella Si suggerisce a tutti Tutti gli attori della Da monitorare
valutazione iniziale gli attori di adottare rete si impegnano
della situazione modalità di raccolta ad adottare modali-
(scarsa rilevazione dei dati che consen- tà di raccolta dati
dei precedenti ac- tano di collegare le che consentano di
cessi) diverse segnalazio- connettere le diver-
E’ uno snodo critico ni. Si raccomanda se segnalazioni e a
perché non consente di prestare partico- scambiarle, limita-
di connettere le infor- lare attenzione tamente ai dati che
mazioni relative ai quando il racconto possono essere con-
precedenti accessi del- è confuso e con- divisi in base alla
la donna nello stesso traddittorio. In caso normativa e alle di-
servizio o presso altre di dubbio e quando rettive istituzionali,
porte di accesso della un operatore intui- con gli altri soggetti
rete, riducendo la pos- sce o viene a cono- della rete (comuni-
sibilità di rilevare scenza di preceden- cazione interna ed
tempestivamente gli ti interventi di altri esterna)
indicatori di violenza, si raccomanda di
con il rischio di sotto- esplorare con la
valutare la situazione. persona i preceden-
ti accessi.
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Snodo critico Raccomandazioni Impegni Monitoraggio
1.3 Complessità nella Si raccomanda di In caso di dubbio, gli Da effettuare
distinzione tra prestare particolare operatori si impegnano
situazioni di attenzione alle a:
violenza e situazioni che si - Garantire colloqui
conflitto familiare presentano come individuali con la
separazioni conflittuali. donna anche quando
E’ uno snodo critico in In questi casi deve il bisogno espresso
quanto sia la essere garantita alla non è
sottovalutazione del donna la possibilità di immediatamente
fenomeno sia esprimersi collegabile ad una
l’attribuzione a priori di liberamente, dando violenza di genere
una connotazione di peso alle sue richieste
violenza possono dirette di aiuto e di - Fornire alla donna
portare ad interventi protezione . informazioni
inappropriati. Si raccomanda altresì adeguate riguardo
di prestare attenzione alle diverse tipologie
all’eventuale utilizzo di violenza e ai
della denuncia per fini percorsi di
strumentali. fuoriuscita dalla
stessa.
In caso di presenza di
figli minori, si Tutti gli attori della rete
raccomanda la si impegnano a
valutazione del rischio condividere le
specifico, informando e informazioni che
supportando la donna consentano di valutare
nel cogliere il senso adeguatamente la
dell’eventuale situazione, nei limiti
segnalazione alla definiti dalla normativa
Procura presso il e dal rispetto della
Tribunale per i riservatezza
minorenni (rischio
strumentale più
elevato)
Si raccomanda agli
attori della rete di
mettersi in
connessione con gli
altri per un confronto
sulla situazione e la
messa in comune delle
informazioni
disponibili per evitare
di sottovalutare o
sopravvalutare la
situazione.
Si auspica che gli
operatori propongano
alla donna dei percorsi
più approfonditi,
documentando gli
eventuali indicatori che
permettano di
identificare la
situazione di violenza.
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Snodo critico Raccomandazioni Impegni Monitoraggio
1.4 Mancanza di una Nelle situazioni I servizi sociali Da definire piano di
reperibilità dei d’emergenza è s’impegnano ad monitoraggio per la
servizi sociali necessario attivarsi alla intervenire entro le 48 tempestività degli
negli orari fuori protezione della donna ore successive al interventi
ufficio in caso di coinvolgendo le forze collocamento per un
urgenza. dell’ordine che primo contatto con la
provvederanno, dove donna vittima di
E’ uno snodo critico necessario, a collocare violenza.
perché riduce la la donna nel centro di
tempestività di risposta pronto intervento.
della rete nel suo
complesso e rallenta i Si auspica che i servizi
flussi comunicativi tra sociali definiscano
gli attori della rete delle procedure
stessa. minime per garantire
una risposta alla rete
nelle situazioni di
emergenza extra orario
lavorativo.
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5.1 - Fase di presa in carico
La fase di presa in carico riguarda la fase in cui, a seguito di una prima valutazione della
situazione, si mette a punto un progetto di presa in carico e supporto alla donna e vengono
attivati gli interventi di protezione e sostegno, nonché le ulteriori indagini, compresa la fase di
protezione in situazione di emergenza.
Si tratta di una fase che può vedere un’ampia gamma di interventi e snodi critici in diversi
punti.
Un secondo aspetto riguarda il grado di protezione che deve essere garantita alla donna e agli
eventuali figli minori durante la presa in carico e il lavoro con il maltrattante.
In questa fase è utile distinguere la collocazione nella tipologia proposta nel paragrafo 4.1
riguardo alla presenza di un alto o basso grado di pericolo per la donna o i figli, questi
elementi infatti incidono nell’impostazione dell’intervento e in particolare nel grado di
volontarietà e autodeterminazione della donna da un lato e dell’obbligo di
intervento/denuncia da parte dei servizi e delle istituzioni dall’altro.
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Alla luce di tali considerazioni si identificano i seguenti snodi specifici con le relative
raccomandazioni e impegni
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Snodo critico Raccomandazione Impegni Monitoraggio
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Snodo critico Raccomandazione Impegni Monitoraggio
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6) CRITERI E INDICATORI DI MONITORAGGIO
I criteri di monitoraggio e valutazione possono essere distinti in: valutazione dell’ efficacia
delle linee guida operative e valutazione dell’efficacia degli interventi.
Rispetto all’efficacia delle linee guida operative si individuano tre dimensioni di
valutazione: conoscenza, comunicazione e fiducia reciproca.
1. la conoscenza della rete – le linee guida permettono una conoscenza dei diversi soggetti
della rete, dei ruoli e delle responsabilità di ciascuno (si sa chi deve intervenire, per fare cosa
e come deve essere attivato)
2. la comunicazione – le linee guida permettono una comunicazione tra i diversi soggetti
coerente, fluida e tempestiva- è chiaro chi deve comunicare cosa a chi quando
3. la fiducia reciproca – le linee guida operative permettono il crescere della fiducia
reciproca. Si è confidenti del fatto che l’altro soggetto agirà in modo congruo alle aspettative,
rispettando la persona e il lavoro fatto,
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ALLEGATO A- SCHEDA RIEPILOGATIVA DEGLI ATTORI DELLA RETE
UFFICI DI PIANO
Ufficio di Piano - Servizio Sociale Comunità Indirizzo: Via Roma n. 1, Bormio (SO) - Secondo
Montana Alta Valtellina Piano
Tel. 0342 912331
Fax 0342 912321
Indirizzo mail: udp@cmav.so.it oppure:
sociale@cmav.so.it
Orari e giorni di apertura: da lunedì a venerdì
ore 8.30 - 12.30; 14.00 - 16.30; Sede di Livigno,
presso Comune il martedì;
Sede di Sondalo, presso Comune il mercoledì;
Ufficio di piano ambito territoriale di Tirano Indirizzo: Piazza Cavour, 18 - Piano Terzo -
23037 - Tirano (SO)
Tel. 0342-710592
Fax 0342708530
Indirizzo mail udp@cmtirano.so.it
protocollo@cmtirano.so.it
Orari e giorni di apertura: Dal lunedì al venerdì
dalle ore 9.00 alle ore 12.00; Il lunedì e il
giovedì dalle ore 14.30 alle ore 16.30.
Ufficio di Piano Comunità Montana della Indirizzo: via Candida Lena Perpenti 8/10
Valchiavenna Chiavenna
Tel.034337646
Fax 034331098
Mail: giuseppina.matteoli@cmvalchiavenna.it
Pec: sociale.cmvalchiavenna@pec.regione.lombardia.it
Orari e giorni di apertura: tutte le mattine dalle
ore 9.00 alle ore 12.00;
mercoledì pomeriggio dalle 14.00 alle 17.00.
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CONSULTORI FAMILIARI
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PRONTO SOCCORSO E PUNTI DI PRIMO INTERVENTO
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FORZE DELL’ORDINE
Stazione CC Teglio(0900-1230/1630-1900)
Tel. 0342.780240
Stazione Sondalo(08.00-2200)
Tel. 0342.801130
Stazione Bormio(0800-2200)
Tel. 0342.903700
Stazione Livigno(08.00-2200)
Tel. 0342.996009
23
Stazione Novate Mezzola (0900-1230 /1630-1900)
Tel. 0343. 44103
Consultorio Familiare: “violenza alle donne Linee guida del consultorio familiare"
http://www.ats-montagna.it/sitoazienda/index.php/prestazioni/famiglia
ASST Valtellina e Alto Lario dal 1.01.2016 ha reso operativo un documento relativo al
“Percorso Aziendale per la gestione delle vittime di violenza di genere”.
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